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25/11/2020

PARTE SECONDA
GLI STRUMENTI DI VERIFICA DELLE
CONDIZIONI GENERALI DEL SUCCESSO
DEL SISTEMA D’AZIENDA

• IL BILANCIO D’ESERCIZIO
• L’AUTOFINANZIAMENTO E IL PROSPETTO DELLE
FONTI E DEGLI IMPIEGHI
• IL BILANCIO DI PREVISIONE
• IL BUSINESS PLAN
• LE NOZIONI DI CAPITALE
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IL BILANCIO COME STRUMENTO


PER IL CONTROLLO DI
ECONOMICITÀ E SOLVIBILITÀ
- Introduzione al bilancio d’esercizio
- Lo stato patrimoniale e il patrimonio netto
- Il conto economico e il reddito d’esercizio: il principio di
competenza economica
- I limiti del bilancio di esercizio
- L’analisi di bilancio tramite indici segnaletici

Libro: Parte seconda, Cap. 1, Cap. 2 (escluso par. 2.2 e 2.3), Cap. 3

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FINALITÀ DEL
BILANCIO D’ESERCIZIO
 L’attività di governo delle aziende si svolge con l’ausilio di idonei
strumenti conoscitivi, atti alla previsione dei risultati cui può
condurre la gestione ed alla verifica del loro grado di raggiungimento.
 Il bilancio d’esercizio rappresenta lo strumento conoscitivo
fondamentale per verificare le condizioni generali del successo
aziendale.
 Dall’analisi dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico è
possibile accertare il rispetto dei principi di solvibilità e di
economicità da parte dell’azienda; due principi di governo da cui
dipendono la sua sopravvivenza e il suo sviluppo.
 Studieremo in particolare il bilancio delle imprese, seppur taluni
concetti generali sono validi per qualsiasi tipologia aziendale
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LO STATO PATRIMONIALE
E IL PATRIMONIO NETTO

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LO STATO PATRIMONIALE
Stato patrimoniale (“situazione” o “conto”)
 Documento contabile rappresentativo della situazione quali-
quantitativa del patrimonio di una qualunque azienda riferito ad
un dato istante
 È una «fotografia» del patrimonio dell’azienda ad un dato
momento

 Lo Stato Patrimoniale è un documento che espone il


“patrimonio” dell’azienda, inteso quale complesso coordinato di
elementi resi omogenei tramite una loro valutazione.

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STATO PATRIMONIALE
(interpretazione finanziaria)
Lo Stato Patrimoniale è un prospetto formato da due serie di
elementi:
Investimenti (o Attività), rappresentati dai beni e dai diritti
(e dalla liquidità) a disposizione dell’azienda in un
determinato istante (beni materiali ed immateriali/diritti
economici e finanziari, liquidità).
Finanziamenti (o Passività e Netto), costituiti dalle
obbligazioni o debiti che l’azienda ha in un determinato
istante e dal capitale proprio.
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L’EQUAZIONE DI BILANCIO

Patrimonio Netto = Totale Attività – Totale Passività


Quando:
Tot. Attività > Tot. Passività + Netto Netto Patrimoniale
Tot. Attività < Tot. Passività + Netto Deficit Patrimoniale

Attività Passività

Capitale netto

TOTALE ATTIVITÀ TOTALE A PAREGGIO

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LO STATO PATRIMONIALE

Lo Stato patrimoniale rappresenta la gestione dell’azienda in corso di


svolgimento in un determinato momento.
Accoglie i valori espressivi delle operazioni ancora
da ultimare
Da ciò trae origine una considerazione fondamentale:
Nell’ambito dei cicli processuali aziendali, gli elementi dell’attivo
esprimono delle previsioni di realizzo con riguardo alle attività,
così come gli elementi del passivo esprimono delle previsioni
di esborso con riferimento alle passività.

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IL PATRIMONIO NETTO
Il Patrimonio netto è un fondo astratto di valori in quanto:
- esprime il valore delle “risorse” in essere o in rimanenza per lo
svolgersi futuro della gestione;
- non è identificabile con singoli beni e/o servizi (“astratto”).
Quale fondo astratto di “valori”, il Patrimonio Netto scaturisce da
un complesso di valutazioni riguardanti valori certi, stime e
congetture attinenti:
 gli investimenti, a fronte dei quali non sono ancora stati
conseguiti i relativi realizzi;
 i finanziamenti, in relazione ai quali non sono stati ancora
effettuati i relativi rimborsi.
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INVESTIMENTI E FINANZIAMENTI:
una riclassificazione
 Investimenti a breve ciclo di reintegro economico, ovvero quegli
elementi patrimoniali destinati al realizzo in tempi brevi attraverso
l’attività di gestione (Beni di attivazione; fattori a fecondità semplice).
 Investimenti a lento ciclo di reintegro economico, ovvero quegli
elementi patrimoniali destinati al realizzo in tempi lunghi attraverso
l’attività di gestione (di norma oltre l’anno) (Beni strutturali; fattori a
fecondità ripetuta).
 Finanziamenti a breve ciclo di rimborso, ovvero quelle obbligazioni
cui l’azienda deve far fronte entro un breve periodo di tempo.
 Finanziamenti a lungo ciclo di rimborso, ovvero quelle obbligazioni
cui l’azienda deve far fronte entro un periodo di tempo più ampio (di
norma oltre l’anno).
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INVESTIMENTI: ESEMPI
Definizione Definizione Sub-categorie ed esempi
concettuale contabile
Investimenti a breve Capitale circolante Rimanenze
ciclo di reintegro • materie prime; semilavorati; prodotti finiti
Liquidità differite
• crediti verso clienti
Liquidità immediate
• cassa; conti correnti
Investimenti a lento Immobilizzazioni Immateriali
ciclo di reintegro • brevetti; concessioni;
• licenze; marchi; avviamento
Materiali
• Edifici; terreni
• macchinari; automezzi
Finanziarie
• Partecipazioni
• Obbligazioni sottoscritte

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FINANZIAMENTI: ESEMPI
Definizione Definizione contabile Sub-categorie ed esempi
concettuale
Finanziamenti a breve Passività correnti/debiti a • Debiti verso i fornitori
ciclo di rimborso breve • Scopertura di conto-corrente
• Cambiali passive
• Debiti tributari
• TIM c/bollette
• Enel c/bollette
Finanziamenti a lento Capitali permanenti Patrimonio netto
ciclo di rimborso • Capitale sociale
• Riserve
Passività consolidate
• Mutui
• obbligazioni emesse
• fondo TFR

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SCHEMA SINTETICO
DI STATO PATRIMONIALE
Attività (investimenti/impieghi) Passività (Finanziamenti/Fonti)
Immobilizzazioni Capitale Permanente:
- Immateriali - Patrimonio netto/capitale
- Materiali proprio/mezzi propri
- Finanziarie - Passività consolidate/ Debiti a lungo
termine
Capitale circolante Passività correnti/Debiti a breve
- Disponibilità economiche termine
- Liquidità differite
- Liquidità Immediate

Lo Stato Patrimoniale riguarda il futuro perché si riferisce o al denaro che


l’azienda deve ancora dare o ricevere, o al valore che deve ancora essere
consumato o ceduto  rappresenta la potenzialità di quell’azienda

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SCHEMA SINTETICO
DI STATO PATRIMONIALE
Edifici 100.000 Capitale proprio 100.000
Mutui passivi 40.000
Macchinari 45.000
Obbligazioni 20.000
Automezzi 13.000 160.000
Marchi 15.000
173.000

Materie prime 5.000 Debiti v/fornitori 8.000


Debiti v/banche 12.000
Prodotti finiti 2.000
20.000
7.000

Totale Attivo 180.000 Totale Passivo 180.000

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LO STATO PATRIMONIALE PER LA


VERIFICA DELLA SOLVIBILITÀ
L’analisi dello Stato patrimoniale permette di verificare se sussistono, in
prima approssimazione, i presupposti per il rispetto del principio di
solvibilità (capacità dell’azienda di estinguere in ogni momento i debiti in
scadenza senza compromettere la propria economicità)

Attività a breve ciclo di reintegro Passività a breve ciclo di esborso

Attività a lento ciclo di reintegro Passività a lento ciclo di esborso

L’azienda è considerata solvibile quando le attività a breve ciclo di reintegro


(previsioni di entrate a breve) sono sufficienti a coprire le passività a breve ciclo di
esborso, ovvero quando le attività a lento ciclo di reintegro (previsioni di entrate
monetarie a lungo) sono inferiori alle passività a lento ciclo di esborso.
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LO STATO PATRIMONIALE PER LA


VERIFICA DELLA SOLVIBILITÀ (es.1)
• le attività a breve ciclo
Immobilizzazioni 1.000 Capitale proprio 300 di reintegro economico
(600) sono maggiori delle
Mutui industriali 1.000 passività da estinguere a
Materie prime 200 Debiti a breve 300 breve (300)
• le passività a lunga
Prodotti finiti 200 scadenza ed il capitale
proprio (1.300) sono
Crediti 200 superiori agli
1.600 Totale investimenti a lento ciclo
Totale 1.600
di reintegro economico
(1.000)

La situazione finanziaria è soddisfacente e non mostra pericoli di insolvenza


nel breve termine
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LO STATO PATRIMONIALE PER LA


VERIFICA DELLA SOLVIBILITÀ (es. 2)
Situazione patrimoniale
Edifici 1.000 Capitale proprio 2.000  le attività a lento ciclo di
Macchinari 2.000 Mutui passivi 2.000 reintegro (6.000) sono
Brevetti 1.000 Obbligazioni 1.000 maggiori delle passività a
Avviamento 500 5.000
lungo termine e al capitale
proprio (5.000)
Marchi 500
Automezzi 1.000
6.000
Materie prime 2.000 Fornitori 1.000  i debiti da estinguere a
Semilavorati 1.500 Debiti v/banche 3.500 breve (4.500) sono
3.500 4.500 maggiori delle attività a
breve ciclo di reintegro
Totale Attività 9.500 Totale Passività 9.500 (3.500)
La situazione finanziaria è squilibrata e l’azienda si mostra poco solvibile
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IL PATRIMONIO NETTO
 azienda individuale  CAPITALE NETTO

 azienda collettiva  QUOTE IDEALI:


(+) Capitale Sociale
(+) Riserve
(-) Perdite pregresse
(+) Utile di periodo
(-) Perdita di periodo
CAPITALE NETTO
 Fonti
 origine esterna  capitale conferito
 origine interna  utili non distribuiti

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IL CONTO ECONOMICO,
IL REDDITO D’ESERCIZIO E IL
PRINCIPIO DI COMPETENZA
ECONOMICA

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IL REDDITO D’ESERCIZIO
Definizione sintetica: Variazione che il capitale subisce per effetto
della gestione (al netto delle variazioni extra-gestionali)

Definizione analitica: differenza tra ricavi e costi di competenza


economica dell’esercizio.
Se i ricavi > costi  Utile
CARATTERI DEL REDDITO: Se i ricavi < costi  Perdita
 è un valore (differenziale)
 presuppone l’esistenza di un capitale
 è una variazione di segno positivo o negativo (utile o perdita)
 promana dalla gestione
 si riferisce sempre a un dato arco temporale
 è una grandezza-flusso
 è astratto e indeterminato
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Lezione 5
DETERMINAZIONE
SINTETICA DEL REDDITO
Confrontando due situazioni patrimoniali relative a due momenti diversi della
gestione si perviene alla determinazione sintetica del reddito prodotto nel
periodo (“la variazione che subisce il netto patrimoniale per effetto della gestione”)

A1-P1= Netto patrimoniale 1 N2 – N1 = +N =


A2-P2= Netto patrimoniale 2 Reddito del periodo 1-2

 Il Netto Patrimoniale può subire delle variazioni anche per effetto di


operazioni extra-gestionali
+N – apporti di capitale dei soci + prelievi di capitale dei soci
= Reddito di periodo

 La differenza tra i due Netti patrimoniali va altresì corretta, attraverso dei


coefficienti di adeguamento, per contemperare il fenomeno dell’inflazione

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DETERMINAZIONE
SINTETICA DEL REDDITO
Esercizio X-1 Esercizio X
Attività 225 250
Passività 190 200

Esercizio X-1 Esercizio X


Patrimonio netto 35 50

Esercizio X
Apporti di capitale 8
Prelievi di capitale 4

Reddito = variazione del capitale +/- variazioni extra-gestionali = (50-35) - 8


+ 4 = 11

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LA DETERMINAZIONE ANALITICA
DEL REDDITO: IL CONTO ECONOMICO
• La determinazione sintetica del reddito (differenza tra due
netti patrimoniali) consente solo di rispondere alla domanda:
QUANTO SI È GUADAGNATO?
• La determinazione analitica del reddito (differenza tra ricavi e
costi) consente invece di rispondere anche alla domanda:
COME SI È FORMATO IL REDDITO?
• Il Conto economico è lo strumento contabile che permette di
studiare l’apporto di gruppi omogenei di costi e ricavi alla
formazione del risultato d’esercizio e, dunque, di conoscere non
soltanto la sua misura ma, soprattutto, come si è formato il
reddito nel periodo.

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Lezione 5

IL CONTO ECONOMICO
• Il Conto economico è un documento che accoglie i
componenti negativi e positivi del reddito dell’esercizio.
• Esso deriva da un confronto tra gli investimenti
effettuati (costi) e i realizzi conseguiti (ricavi) nell’ambito
del ciclo tipico processuale aziendale.

• Rappresenta un «film» sulla vita dell’azienda.

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IL CONTO ECONOMICO
(a sezioni contrapposte)
Costi Ricavi
Costi per materie prime Ricavi di vendita
Costo del personale Dividendi da Partecipazione
Interessi passivi Fitti attivi
Affitto degli uffici amministr. Interessi attivi
Costo del servizio di vigilanza
Premio assicurativo

Il conto economico si riferisce al passato, a quello che è già successo e


che ha dato vita ad appositi flussi di natura economica  costi e ricavi

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Lezione 5
ESERCIZIO E PERIODO
AMMINISTRATIVO
La gestione è un sistema unitario di operazioni che si svolgono lungo
tutto l’arco della vita aziendale.
Di conseguenza, il risultato economico prodotto si potrebbe
determinare con esattezza soltanto alla fine della vita aziendale, quando
tutte le operazioni di gestione si sono concluse e si conoscono con
esattezza tutti i costi ed i ricavi relativi.
Tuttavia, a causa delle diverse esigenze di una pluralità di soggetti
(proprietari, management, Stato, ecc.) interessati ad acquisire
informazioni sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria
dell’azienda, vi è la necessità di determinare periodicamente il reddito
prodotto dall’attività di gestione.

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Lezione 5
ESERCIZIO E PERIODO
AMMINISTRATIVO
A tal fine, si suddivide arbitrariamente l’unitaria gestione in
esercizi amministrativi, cioè coacervi di operazioni relative a periodi
amministrativi di uguale durata (in genere l’anno solare).

costituzione liquidazione
dell’azienda esercizi dell’azienda

periodi amministrativi

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Lezione 5
LA RILEVAZIONE CONTABILE
DELLE OPERAZIONI DI GESTIONE
Durante l’anno si rileva contabilmente, con registrazione nel libro mastro e
nel libro giornale, le operazioni di gestione sulla base del momento
negoziale, vale a dire, quando è possibile misurare i costi ed i ricavi per
effetto di un’entrata o uscita di moneta (cassa e/o banca) ovvero del sorgere
o dell’estinguersi di un credito o di un debito di funzionamento.

Proprio per la presenza di debiti e crediti di funzionamento, il momento


negoziale, non sempre, coincide con quello dell’effettiva manifestazione
monetaria (pagamento del costo - incasso del ricavo). D’altro canto, il
momento della più ampia manifestazione finanziaria non sempre coincide
con quello dell’effettivo beneficio/sacrificio economico connesso all’utilizzo
(ottenuto/ concesso) di determinati beni.

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R1 R2 R3 R4
Caso 1)
C1 C2 C3 t 1 C4 t2

Al tempo t1 vi sono delle operazioni per le quali sono stati


sostenuti i costi (C2 e C3) ma non sono stati ancora
conseguiti i correlativi ricavi (R2 e R3)
R1 R2 R3
Caso 2)
C1 t 1 C2 C3 t2

Al tempo t1 vi sono delle operazioni per le quali sono stati


conseguiti i ricavi (R2 e R3) ma non sono stati ancora
sostenuti i correlativi costi (C2 e C3)
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I CICLI AZIENDALI
Ciclo operativo

Ciclo economico

Ciclo monetario

Ciclo di trasformazione

t1 ta t2 tb t3 t4
t1 = acquisto del fattore t4 = incasso
t2 = pagamento ta = passaggio materie in produzione
t3 = vendita del prodotto tb = ottenimento prodotti

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Lezione 5
IL PRINCIPIO DI
COMPETENZA ECONOMICA
Da quanto precede, sarebbe un errore sommare algebricamente i costi ed i
ricavi contabilizzati nel periodo per determinare i risultati gestionali.

Ai fini della corretta determinazione del reddito d’esercizio occorre


correggere i costi e i ricavi rilevati con dei valori determinati in sede di
bilancio, derivanti dall’applicazione del “principio di competenza
economica”.

Per principio di competenza economica s’intende l’ideale correlazione


causale tra costi sostenuti o da sostenere e i ricavi relativi a tali costi (e
viceversa), considerando coacervi di operazioni in periodi amministrativi
tutti uguali tra di loro  costi e ricavi devono essere attribuiti al conto
economico in base alla loro manifestazione economica.

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IL PRINCIPIO DI
COMPETENZA ECONOMICA
• In definitiva, competenza significa pertinenza, attribuzione ad
un determinato arco di tempo, del consumo di valore effettuato
dall’azienda relativo ai beni od ai servizi acquistati, oppure di
quello concesso a terzi per i beni od i servizi venduti o di cui
l’azienda considerata vanta solo la nuda proprietà.

• Il termine “economica” si riferisce al fatto che si tratta di


valore “prelevato” da beni o da servizi acquistati di cui
l’azienda “gode” in un determinato arco di tempo, oppure del
godimento di analogo valore che l’azienda medesima è tenuta
a permettere ad altre unità aziendali in caso di vendita di beni
fabbricati o di servizi resi.
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I COROLLARI DEL
Lezione 5

PRINCIPIO DI COMPETENZA
1) Si devono imputare al conto economico costi e ricavi per i quali, rispettivamente,
siano stati conseguiti o sostenuti i ricavi o i costi correlativi (cioè costi e ricavi che
abbiamo avuto manifestazione sia finanziaria che economica).
2) Si rinviano costi o ricavi, già manifestatisi finanziariamente, alla determinazione
del risultato economico di un esercizio successivo, in quanto sia attendibile che nel
futuro esercizio debbano conseguirsi i ricavi o sostenersi i costi correlativi, cioè sia
attendibile che la manifestazione economica (del costo o del ricavo) si verifichi
nell’esercizio successivo (RETTIFICHE).
3) È necessario imputare all’esercizio costi e ricavi non ancora manifestatisi
finanziariamente, in quanto siano stati conseguiti i correlativi ricavi o sostenuti i
correlativi costi, cioè che abbiano già avuto manifestazione economica
(INTEGRAZIONI).
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IL CONTO ECONOMICO
(a struttura logica)
COSTI RICAVI
I settore Costi e ricavi che hanno un I settore
collegamento con gli es. precedenti

Costi e ricavi che hanno avuto II settore


II settore
manifestazione finanziaria nell’esercizio

III settore Costi e ricavi che hanno un III settore


collegamento con gli esercizi successivi

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Lezione 5
IL CONTO ECONOMICO
(I esercizio di attività)

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Lezione 5
LE RETTIFICHE E
LE INTEGRAZIONI
I valori del secondo settore vanno corretti dagli “errori” commessi
considerando, in sede di rilevazione dei costi e dei ricavi, il momento
negoziale e non quello di effettivo consumo dei fattori produttivi e
dei correlati reintegri di utilità.
Vi sono due tipi di correzioni: le rettifiche e le integrazioni.
• Le rettifiche riguardano costi e ricavi che hanno avuto
manifestazione monetaria nell’esercizio in corso ma che vengono
giudicati in tutto o in parte di competenza dei futuri esercizi
(manifestazione economica nell’esercizio successivo).
• Le integrazioni riguardano elementi di costo e di ricavo che,
pur non avendo avuto manifestazione monetaria nell’esercizio in
corso, hanno già generato, rispettivamente i correlativi ricavi e
costi (manifestazione economica nell’esercizio in corso).
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Lezione 5

LE RETTIFICHE
RETTIFICHE DI COSTI
A) rimanenze di costi poliennali;
di materie prime
relativi a fattori rimanenze di prodotti finiti
B) rimanenze di costi di
di cui si è acquisita di semilavorati
esercizio:
la proprietà di materiale ausiliario
relativi a fattori di
risconti fitti passivi
cui si è acquisito
solo il diritto di uso attivi su
interessi passivi
RETTIFICHE DI RICAVI
Ricavi conseguiti fitti attivi
relativi a fattori di risconti
antecedentemente
cui si è ceduto solo passivi su interessi attivi
al sostenimento
dei costi correlati: il diritto di uso

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LE RETTIFICHE

Conto economico X Conto economico X+1

Parte del
costo rinviata
Costo di parziale
competenza futura
ma già manifestato
finanziariamente
Rettifica 
parte del costo
da rinviare

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IL CONTO ECONOMICO
RETTIFICATO (I esercizio di attività)

A D
B

D B
A
C

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LE INTEGRAZIONI
Costi di competenza ma a) eventi aleatori nel se/quando e
di futura manifestazione nel loro valore
finanziaria relativi a: b) eventi certi nel se/quando ma
incerti nel valore
c) fattori presi in uso (ratei passivi)

Ricavi di competenza ma
di futura manifestazione
finanziaria relativi a: d) fattori dati in uso (ratei attivi)

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LE INTEGRAZIONI

Conto economico X Conto economico X+1

Parte del costo già


attribuita nell’esercizio
precedente
Costo con
manifestazione
finanziaria futura
Integrazione
costo di manifestazione
futura ma di competenza

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Lezione 5IL CONTO ECONOMICO


RETTIFICATO E INTEGRATO

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Lezione 5 LO STATO PATRIMONIALE


I esercizio di attività
Rim. finali di costi
pluriennali 1.800 Netto iniziale 1.000
Utile d’esercizio 500
Risconti attivi 300 Mutui passivi 800
Banche 700 Fondo TFR 200
Rimanenze di mat. prime 500 Fondo sval. crediti 200
Ratei attivi 100 Banche 600
Crediti 600 Imposte 100
Fornitori 400
Ratei passivi 100
Risconti passivi 100

Totale investimenti 4.000 Totale Finanziamenti 4.000


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DETERMINAZIONE DEL
REDDITO DEL II ESERCIZIO
Bisognerà tener conto degli effetti di quelle operazioni iniziate nell’esercizio
precedente e i cui costi e ricavi erano stati temporaneamente “sospesi” in quanto
correlati a futuri costi e ricavi. Allo stesso modo si dovrà procedere nuovamente
ad imputare ogni costo e ricavo “presunto” di competenza del nuovo esercizio.
Le integrazioni di un esercizio diventano rettifiche negli esercizi
successivi, viceversa le rettifiche diventano integrazioni.
Conto economico Conto economico
I esercizio di attività II esercizio di attività

Rettifiche di costi es. prec. Integrazione di costi es. prec.


(Integrazioni di costi) (Rettifiche di costi)
Integrazione di ricavi es. prec. Rettifiche di ricavi es. prec.
(Rettifiche di ricavi) (Integrazioni di ricavi)
Costi di esercizio Ricavi di esercizio

Costi di esercizio Ricavi di esercizio


Integrazioni di costi Integrazioni di ricavi
Integrazioni di costi n. e. Integrazioni di ricavi n.e.
Rettifiche di ricavi Rettifiche di costi
Rettifiche di ricavi n. e. Rettifiche di costi n. e.

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IL CONTO ECON. RETTIFICATO


II esercizio di attività
“Integrazioni” di costi “Rettifiche” di costi
Risconti att. eser. prec. 300 TFR eser. prec. 200
Rimanenze fin. eser. prec. 500 Sval. crediti eser. prec. 200
Rimanenze costi plur. 1.800 Imposte eser. prec. 100
Ratei pass. eser. prec. 100
“Rettifiche” di ricavi “Integrazioni” di ricavi
Ratei att. eser. prec. 100 Risconti pass. eser. prec. 100
Costi di esercizio Ricavi di esercizio
Costi di esercizio 3.000 Ricavi di esercizio 4.000
Rettifiche di ricavi Rettifiche di costi
Risconti passivi 100 Risconti attivi 150
Rimanenze finali di eser. 550
Rimanenze finali costi plurien. 1.600
Integrazioni di costi Integrazioni di ricavi
TFR maturato 500 Ratei attivi 100
Svalutazione crediti 300
Imposte presunte 200
Ratei passivi 100
Totale Costi 6.900
Utile d’esercizio 200
Totale 7.100 Totale 7.100

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 170

Lezione 5 IL CONTO ECON. RETTIFICATO


II esercizio di attività
“Integrazioni” di costi “Rettifiche” di costi
Risconti att. eser. prec. 300Ratei pass. Eser. prec. 100
Rimanenze fin. eser. prec. 500
“Rettifiche” di ricavi “Integrazioni” di ricavi
Versione operativa

Ratei att. eser. prec. 100Risconti pass. eser. prec. 100


Costi di esercizio Ricavi di esercizio
Costi di esercizio 3.000Ricavi di esercizio 4.000
Ammortamento 200
Rettifiche di ricavi Rettifiche di costi
Risconti passivi 100Risconti attivi 150
Rimanenze finali di eser. 550
Integrazioni di costi Integrazioni di ricavi
Quota TFR 300Ratei attivi 100
Quota Svalutazione crediti 100
Imposte presunte 100
Ratei passivi 100
Totale Costi 4.800
Utile d’esercizio 200
Totale 5.000Totale 5.000

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 171

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25/11/2020

Lezione 5
LO STATO PATRIMONIALE
II esercizio di attività
Costi pluriennali 2.000 Fondo ammortamento 400
Fondo TFR 500
Fondo svalutazione crediti 300
Fondo imposte 200
Mutui passivi 600
Netto inizio esercizio 1.200
Utile di esercizio 200
Risconti attivi 150 Risconti passivi 100
Rimanenze finali di
esercizio 550 Ratei passivi 100
Clienti 1.200 Banche 200
Banche 200 Fornitori 400
Ratei attivi 100
Totale 4.200 Totale 4.200

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 172

IL BILANCIO DI ESERCIZIO
NEL CODICE CIVILE
Si compone di un pacchetto di documenti complementari:
«Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio,
costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal
rendiconto finanziario e dalla nota integrativa». (art. 2423 c.c.,
co. 1)

Al bilancio si affianca un altro documento: la “relazione sulla


gestione”.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 173

24
25/11/2020

ARTICOLAZIONE DEL
BILANCIO DI ESERCIZIO
 lo stato patrimoniale evidenzia gli aspetti
patrimoniali della gestione
 il conto economico evidenzia gli aspetti economici e
reddituali della gestione
 il rendiconto finanziario evidenzia gli aspetti
finanziari
 la nota integrativa consente una maggiore
comprensione dei prospetti di bilancio

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 174

STATO PATRIMONIALE (art. 2424, c.c.)


A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti A) Patrimonio netto:

B) Immobilizzazioni: I Capitale

I Immobilizzazioni immateriali II Riserva da sovrapprezzo delle azioni


II Immobilizzazioni materiali
III Riserve di rivalutazione
III Immobilizzazioni finanziarie
C) Attivo circolante: IV Riserva legale
I Rimanenze V Riserve statutarie
II Crediti, con separata indicazione, per ciascuna voce,
VI Altre riserve distintamente indicate
degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo
III Attività finanziarie che non costituiscono VII Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari
immobilizzazioni attesi
IV Disponibilità liquide VIII Utili (perdite) portati a nuovo
IX Utile (perdita) dell’esercizio
D) Ratei e risconti
X Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio
B) Fondi per rischi e oneri:
C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato
D) Debiti, con separata indicazione, per ciascuna voce,
degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo:
E) Ratei e risconti

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 175

25
25/11/2020

CONTO ECONOMICO (art. 2425, c.c.)


Lezione 5

A) Valore della produzione


1) ricavi delle vendite e delle prestazioni;
2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti;
3) variazioni dei lavori in corso su ordinazione;
4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni;
5) altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio
B) Costi della produzione
6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci
7) per servizi;
8) per godimento di beni di terzi;
9) per il personale
10) ammortamenti e svalutazioni
11) variazioni delle rimanenza di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci;
12) accantonamenti per rischi;
13) altri accantonamenti;
14) oneri diversi di gestione
Differenza tra valore e costi della produzione (A – B)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 176

Lezione 5
CONTO ECONOMICO (art. 2425, c.c.)
C) Proventi e oneri finanziari

15) proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi ad imprese controllate e
collegate;

16) altri proventi finanziari;

17) interessi e altri oneri finanziari, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate
e verso controllanti

D) Rettifiche di valore di attività finanziarie

18) rivalutazioni;

19) svalutazioni

Risultato prima delle imposte (A – B +/- C +/- D )

20) imposte sul reddito d’esercizio, correnti, differite, anticipate;

utile (perdita) dell’esercizio

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 177

26
25/11/2020

LA NOTA INTEGRATIVA
(art. 2427, c.c.)
1. Rendere comprensibili i simboli contabili, cioè i
valori iscritti in bilancio;
2. Fornire informazioni complementari di carattere
patrimoniale, finanziario ed economico.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 178

LA RELAZIONE SULLA
GESTIONE (art. 2428, c.c.)
Il bilancio deve essere corredato da una relazione degli amministratori
contenente un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della
società e dell’andamento e del risultato della gestione, nel suo complesso e
nei vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso imprese controllate,
con particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti, nonché una
descrizione dei principali rischi e incertezze cui la società è esposta.
L’analisi di cui al primo comma è coerente con l’entità e la complessità degli
affari della società e contiene, nella misura necessaria alla comprensione della
situazione della società e dell’andamento e del risultato della sua gestione, gli
indicatori di risultato finanziari e, se del caso, quelli non finanziari pertinenti
all’attività specifica della società, comprese le informazioni attinenti
all’ambiente e al personale. L’analisi contiene, ove opportuno, riferimenti agli
importi riportati nel bilancio e chiarimenti aggiuntivi su di essi.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 179

27
25/11/2020

LA RELAZIONE SULLA
GESTIONE (art. 2428, c.c.)
Dalla relazione devono in ogni caso risultare:
1) le attività di ricerca e di sviluppo;
2) i rapporti con imprese controllate, collegate, controllanti e imprese sottoposte
al controllo di queste ultime;
3) il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di
società controllanti possedute dalla società, anche per tramite di società fiduciaria
o per interposta persona, con l’indicazione della parte di capitale corrispondente;
4) il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di
società controllanti acquistate o alienate dalla società, nel corso dell’esercizio,
anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, con l'indicazione
della corrispondente parte di capitale, dei corrispettivi e dei motivi degli acquisti e
delle alienazioni;
6) l’evoluzione prevedibile della gestione.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 180

I LIMITI DEL BILANCIO


DI ESERCIZIO
 Incertezza
 Arbitrarietà
 Relatività
 Approccio giuridico e non gestionale (rinvio all’analisi
di redditività e solvibilità)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 181

28
25/11/2020

INCERTEZZA ED ARBITRARIETÀ
DEL REDDITO DI ESERCIZIO
L’applicazione del principio di competenza economica
consente di determinare correttamente il reddito, tuttavia, il
risultato della gestione è per sua natura incerto ed arbitrario poiché:

 alcune sue componenti sono soggette a stima


 è necessario elaborare delle previsioni sul futuro delle
combinazioni aziendali in ottemperanza al principio di
competenza
 le previsioni sono sempre soggettive

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 182

INCERTEZZA ED ARBITRARIETÀ
DEL REDDITO DI ESERCIZIO

Il risultato economico sarà tanto più incerto quanto


maggiore è l’incidenza delle componenti positive e
negative inserite nel primo e nel terzo settore del conto
economico, vale a dire, quanto più significative saranno le
rettifiche e le integrazioni apportate.

I costi ed i ricavi non sono, pertanto, “certi” ed


il reddito che ne deriva è soltanto apparente

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 183

29
25/11/2020

INCERTEZZA ED ARBITRARIETÀ
DEL REDDITO DI ESERCIZIO
Solo in futuro potranno conoscersi i valori reali e
verificare il grado di attendibilità delle previsioni.
∑ Capp > ∑ Ceff

oppure Rapp < Reff


∑ Rapp < ∑ Reff Il reddito
apparente è diverso
∑ Capp < ∑ Ceff dal reddito effettivo
oppure Rapp > Reff

∑ Rapp > ∑ Reff

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 184

INCERTEZZA ED ARBITRARIETÀ
DEL PATRIMONIO NETTO
Le attività e le passività dello Stato Patrimoniale, essendo
sostanzialmente delle previsioni (attese di realizzi e di esborsi),
sono soggette alle medesime incertezze ed arbitrarietà.

Anche le attività, le passività ed il netto


patrimoniale non sono, dunque, effettive ma
soltanto apparenti.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 185

30
25/11/2020

INCERTEZZA ED ARBITRARIETÀ
DEL PATRIMONIO NETTO

Possono verificarsi situazioni in cui le attività sono


sopravvalutate e/o le passività sottodimensionate, per cui il
netto patrimoniale risulta superiore a quello effettivo.

∑ Aapp > ∑ Aeff

oppure Napp > Neff


Annacquamento
del capitale
∑ Papp < ∑ Peff

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 186

INCERTEZZA ED ARBITRARIETÀ
DEL PATRIMONIO NETTO
Oppure casi in cui le attività sono sottodimensionate e/o
le passività sono sopravvalutate, per cui il netto
patrimoniale risulta inferiore a quello effettivo.

∑ Aapp < ∑ Aeff

oppure
Napp < Neff
Riserve
occulte
∑ Papp > ∑ Peff

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 187

31
25/11/2020

RICHIAMI ALLA DISCIPLINA


CIVILISTICA E ALLA SUA LOGICA
Clausola generale del bilancio Art. 2423 c.c.
“Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo
veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il
risultato economico dell’esercizio”.
Le previsioni del nostro ordinamento in tema di bilancio mirano
a tutelare i terzi, evitando la formazione di annacquamenti di
capitale e garantendo loro la solidità patrimoniale delle aziende.

Principio di prudenza
alla base della redazione del bilancio
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 188

IL PRINCIPIO DI PRUDENZA

I ricavi incerti, non ancora realizzati, non devono essere


contabilizzati, mentre tutti i costi di competenza, anche se non
ancora sostenuti, devono essere considerati in bilancio ed inseriti
nel conto economico.

agisce nel senso di comprimere i valori di bilancio

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 189

32
25/11/2020

PRINCIPI GENERALI DI
REDAZIONE DEL BILANCIO
Nella redazione del bilancio devono essere Art. 2423 – bis c.c.
osservati i seguenti principi:
1) la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella
prospettiva della continuazione dell’attività;
1-bis) la rilevazione e la presentazione delle voci è effettuata tenendo
conto della sostanza dell'operazione o del contratto;
2) si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di
chiusura del bilancio;
3) si deve tenere conto dei proventi e degli oneri di competenza
dell’esercizio, indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento;
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 190

PRINCIPI GENERALI DI
REDAZIONE DEL BILANCIO
4) si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell’esercizio,
anche se conosciuti dopo la chiusura di questo;
5) gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati
separatamente;
6) i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio
all’altro.

Deroghe al principio enunciato nel numero 6) del comma precedente sono


consentite in casi eccezionali. La nota integrativa deve motivare la deroga e
indicarne l’influenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale
e finanziaria e del risultato economico.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 191

33
25/11/2020

I LIMITI DEL BILANCIO:


L’ARBITRARIETÀ POSSIBILE EFFETTO
DELL’INCERTEZZA (I IPOTESI)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 192

I LIMITI DEL BILANCIO:


L’ARBITRARIETÀ POSSIBILE EFFETTO
DELL’INCERTEZZA (II IPOTESI)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 193

34
25/11/2020

I LIMITI DEL BILANCIO:


L’ARBITRARIETÀ POSSIBILE EFFETTO
DELL’INCERTEZZA (EFF. CUMULATO)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 194

I LIMITI DEL BILANCIO DI


ESERCIZIO: LA RELATIVITÀ
Esistenza di vari interessi in gioco:
• azionisti (distribuzione dei dividendi)
• amministratori (risultati che dimostrino la loro abilità)
• dipendenti (rivendicazioni sindacali)
• Stato (prelievo fiscale)
• finanziatori (rischio di insolvenza)

Le valutazioni di bilancio tengono conto di un fine prevalente, che è il


risultato della composizione dei numerosi interessi - talvolta in
conflitto - che gravitano sul reddito d’esercizio, così dando luogo a
politiche di bilancio, mentre una valutazione corretta dovrebbe
essere improntata a criteri di neutralità.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 195

35
25/11/2020

L’ANALISI DI BILANCIO
ATTRAVERSO INDICI
SEGNALETICI
• Introduzione all’analisi di bilancio
• Analisi della solvibilità e della struttura finanziaria
tramite indici
• Analisi dell’economicità tramite indici

Libro: Cap. 3, Parte seconda

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 196

L’ANALISI DI BILANCIO

Il bilancio è uno strumento di controllo a consuntivo ed è la sintesi


della situazione economica e finanziaria con riferimento a:
• Un certo periodo amministrativo (attraverso il CE)
• Un certo istante alla fine del medesimo periodo
(attraverso lo SP)

Perché si fa l’analisi di bilancio?


Il bilancio così come strutturato dal codice civile non offre un livello
informativo adeguato al controllo dell’andamento della gestione in ordine,
soprattutto, alla solvibilità aziendale e alla redditività aziendale.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 197

36
25/11/2020

L’ANALISI DI BILANCIO
Consiste nella riclassificazione del bilancio di esercizio (stato
patrimoniale e conto economico) allo scopo di valutare la solvibilità
e la redditività della gestione.

Si effettua attraverso l’utilizzo di indici (rapporti), flussi e


l’individuazione delle determinanti causali. Comprende:
• L’analisi della situazione patrimoniale e finanziaria
• analisi della solvibilità
• analisi della struttura patrimoniale
• analisi dell’autonomia finanziaria
• analisi dell’equilibrio finanziario
• L’analisi della redditività
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 198

STATO PATRIMONIALE
RICLASSIFICATO
Attività Passività
Immobilizzazioni Capitali permanenti

(Investimenti a lento (Finanziamenti a lento


ciclo di reintegro ) ciclo di rimborso)

Capitale circolante Debiti a breve termine


(Investimenti a breve (Finanziamenti a breve
ciclo di reintegro) ciclo di rimborso)
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 199

37
25/11/2020

ATTIVITÀ
Capitale fisso
 Immobilizzazioni materiali
 Immobilizzazioni immateriali
 Immobilizzazioni finanziarie
Capitale circolante
 Rimanenze (di materie prime, semilavorati, prodotti finiti)
 Liquidità differite (crediti)
 Liquidità immediate (cassa, c/c)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 200

PASSIVITÀ E NETTO

Capitali permanenti (netto e passività consolidate)


 Patrimonio netto (capitale sociale, riserve, reddito
netto)
 Debiti a lungo termine (mutui e fondi)

Passività correnti
Debiti a breve termine (debiti verso fornitori, debiti a
breve verso banche)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 201

38
25/11/2020

ANALISI DELLA
SOLVIBILITÀ
Rapporto corrente o indice di disponibilità:

Capitale circolante
> 1
Debiti a breve termine

Il giudizio sulla solvibilità aziendale è tendenzialmente


positivo se l’indice è maggiore di 1
Margine di disponibilità (o capitale circolante netto) =
capitale circolante – debiti a breve termine
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 202

ANALISI DELLA
SOLVIBILITÀ
Test acido o indice di tesoreria/liquidità:
Liquidità immediate + liquidità differite
> 1
Debiti a breve termine

Capitale circolante – rimanenze


> 1
Debiti a breve termine

Indice più rigoroso rispetto al rapporto corrente

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 203

39
25/11/2020

ANALISI DELLA
STRUTTURA PATRIMONIALE
Rigidità degli impieghi:
Immobilizzazioni
Totale attività

Indice di elasticità:
Attivo circolante
Immobilizzazioni

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 204

ANALISI DELL’AUTONOMIA
FINANZIARIA
Indice di autonomia finanziaria:
Capitale netto
Totale passivo

Indice di indebitamento:
Debiti a lungo termine + debiti a breve termine
Totale passivo
Questi indici danno informazioni circa la composizione dei
finanziamenti tra capitale proprio e capitale di terzi  non ci sono
valori soglia
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 205

40
25/11/2020

ANALISI DELL’EQUILIBRIO
FINANZIARIO
Indice di copertura delle immobilizzazioni:
Capitali permanenti
> 1
Immobilizzazioni

Le immobilizzazioni devono essere finanziate interamente dai


capitali permanenti
I capitali permanenti devono finanziare anche una parte del
circolante necessario per la gestione

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 206

ANALISI
DELL’ECONOMICITÀ
4 aree ideali della gestione:
- Area operativa o caratteristica o tipica: area gestionale nel cui ambito si
persegue l’attività principale dell’impresa (ricavi di vendita, costi
industriali, commerciali. amministrativi). Il risultato di questa area
(differenza tra Ricavi e costi operativi) è il REDDITO
OPERATIVO
- Area atipica : area all’interno della quale si svolgono le attività
estranee all’area operativa ma ricorrenti (partecipazioni azionarie,
gestione di immobili non adibiti ad attività produttiva, investimenti
di natura finanziaria e patrimoniale e relativi ritorni economici).
Dà luogo a Ricavi e costi atipici
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 207

41
25/11/2020

ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
4 aree ideali della gestione:
- Area finanziaria: riguarda oneri e proventi finanziari
- Area tributaria: produce oneri tributari riferite alle imposte
sul reddito

REDDITO NETTO O REDDITO D’ESERCIZIO:


• è il reddito relativo alla gestione globale (include l’area
operativa, atipica, finanziaria e fiscale);
• deriva dalla somma algebrica di tutti i costi e i ricavi.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 208

RICAVI E COSTI OPERATIVI

Ricavi e costi industriali, commerciali e amministrativi


Esempi:
 Ricavi di vendita
 Costo delle materie prime
 Salari e stipendi
 Quote di ammortamento
 Quota di accantonamento per rischi o oneri
 Variazione delle rimanenze
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 209

42
25/11/2020

RICAVI E COSTI ATIPICI

Proventi e oneri che non fanno parte della gestione


operativa ma che hanno il requisito della ricorrenza
(gestione patrimoniale e degli investimenti finanziari).
Esempi:

 Fitti attivi
 Dividendi su partecipazioni
 Interessi su obbligazioni

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 210

ONERI E PROVENTI
FINANZIARI
Costi legati alla gestione finanziaria aziendale legata
(finanziamento e funzionamento) :

 Interessi attivi su conto correnti bancari


 Interessi passivi su mutui
 Interessi passivi su debiti a breve termine

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 211

43
25/11/2020

ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ

Reddito netto =
reddito operativo ±
risultato area atipica ±
risultato dell’area finanziaria –
oneri tributari

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 212

ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
Redditività: è la remunerazione relativa del capitale
iniziale per effetto del reddito

1. Tasso di redditività del capitale proprio o ROE;


2. Tasso di redditività del capitale investito o ROI;
3. Tasso di redditività delle vendite o ROS;
4. Indice di rotazione degli impieghi;

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 213

44
25/11/2020

ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
ROE (Return on Equity, ritorno sul capitale proprio):

Reddito netto
Capitale proprio

È un indice che esprime un valore percentuale e va


confrontato con il ROE dei concorrenti, con il profilo di
rischio dell’impresa e con il trend  Indica la redditività (il
rendimento) del capitale investito dagli azionisti

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 214

ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
ROI (Return on investment, ritorno sul capitale investito):

Reddito operativo
Capitale investito

È un indice che esprime un valore percentuale e va


confrontato con il ROI dei concorrenti, con il profilo di
rischio dell’impresa e con il trend  indica la redditività
operativa del capitale investito (capitale di rischio e capitale di
debito)
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 215

45
25/11/2020

ESEMPIO
Stato Patrimoniale
Immobilizzazioni nette 1.000 Capitale sociale 200
Reddito di esercizio 100
Debiti a medio lungo termine 300
Tratt. fine rapp. lav. sub. 300
Attività a breve 1.000 Debiti a breve verso banche 600
Debiti a breve verso fornitori 500
Totale attività 2.000 Totale passività 2.000
Conto Economico
Ricavi di vendita 5.000
Costi operativi 4.500
Risultato della gestione caratteristica (Reddito operativo) 500
Oneri finanziari 100
Imposte 300
Reddito netto 100
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 216

ESEMPIO

100 (reddito netto)


ROE = = 0,5 (50%)
200 (capitale proprio)

500 (reddito operativo)


ROI = = 0,25 (25%)
1.200 (Immob. nette + attività a breve
meno F/tfr meno Debiti v/ fornitori)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 217

46
25/11/2020

ESEMPIO
Stato Patrimoniale
Immobilizzazioni nette 10.000 Capitale sociale 2.000
Debiti a medio lungo termine 8.000

Tratt. fine rapp. lav. sub. 3.000

Attività a breve 9.000 Debiti a breve verso banche 4.000


Perdita di esercizio 1.000 Debiti a breve verso fornitori 3.000
Totale attivo 20.000 Totale passivo 20.000
Conto Economico
Ricavi di vendita 22.000
Costi operativi 21.000
Risultato della gestione caratteristica (Reddito operativo) 1.000
Oneri finanziari 1.000
Imposte 1.000
Reddito netto - 1.000

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 218

ESEMPIO

- 1.000 (reddito netto)


ROE = = - 0,5 (- 50%)
2.000 (capitale proprio)

1.000 (reddito operativo)


ROI = = 0,08 (8%)
13.000 (Immob. nette + attività a
breve meno F/tfr meno Debiti v/fornitori)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 219

47
25/11/2020

ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
ROS (Return on sales, ovvero ritorno sulle vendite):

Reddito operativo
Ricavi di vendita

Esprime la capacità remunerativa del flusso dei ricavi originati


dalla gestione caratteristica, cioè il margine del reddito
operativo calcolato per ogni euro di fatturato.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 220

ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
Indice di rotazione degli impieghi:

Ricavi di vendita
Totale investimenti netti

Esprime la velocità di rigiro del capitale impiegato, ossia il


numero delle volte in cui, nell’arco temporale di un anno, il
capitale mediamente impiegato “ruota” per effetto delle
vendite effettuate.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 221

48
25/11/2020

ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
CONNESSIONE TRA INDICATORI DI
REDDITIVITÀ
Esiste una relazione funzionale che lega
algebricamente le configurazioni di reddito analizzate:

Reddito Operativo Reddito Operativo x Ricavi di vendita


=
Totale Invest. Netti Ricavi di vendita Totale invest. netti

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 222

ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
La relazione evidenziata consente di esprimere le seguenti
considerazioni:
– il ROI, a parità di velocità di rotazione del capitale investito,
cresce al crescere della redditività delle vendite;
– il ROI, mantenendosi costante l’indice di redditività delle
vendite, cresce al diminuire del capitale investito;
– il ROI dipende dalle scelte effettuate dalla direzione aziendale
in relazione alla politica dei prezzi;
– il ROI dipende dalle scelte relative agli investimenti tese a
mantenerne il volume al livello più basso compatibilmente con il
volume di attività svolta.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 223

49
25/11/2020

L’AUTOFINANZIAMENTO E
L’ANALISI DEI FLUSSI
FINANZIARI

• La nozione di autofinanziamento
• Il prospetto delle fonti e degli impieghi

Libro: Cap. 4, parte seconda

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 224

L’AUTOFINANZIAMENTO
(DEFINIZIONE)
Una fra le possibili fonti da cui un’azienda può attingere le
risorse da destinare genericamente all’esercizio dell’attività
economica
La politica di autofinanziamento è
adottata dal management aziendale

L’autofinanziamento è la capacità endogena di creare risorse finanziarie


attraverso la gestione ed è dato dal flusso netto che origina dai ricavi dopo
la copertura dei costi che comportano un esborso finanziario

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 225

50
25/11/2020

L’AUTOFINANZIAMENTO
(CALCOLO)
Distribuito (tramite dividendi)
RICAVI – COSTI = UTILE
Non distribuito (permane in
azienda – accumulato in riserve)
rilevanti non rilevanti
AUTOFINANZIAMENTO = risorse finanziarie generate dalla gestione
AUTOFINANZIAMENTO = Utile non distribuito + costi non rilevanti
AUTOFINANZIAMENTO = Utile non distribuito + quote di ammortamento
+ quote accantonamento a fondi spese e rischi
NB: con l’ammortamento e l’accantonamento l’azienda non mette
da parte risorse finanziarie (“soldi”) ma fa una modifica soltanto
contabile!  Ricorda differenza tra aspetto economico e finanziario
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 226

L’AUTOFINANZIAMENTO
(ESEMPIO)
Ricavi Costi rilevanti Costi non rilevanti
Ricavi di vendita = 150 Costo materie prime = 50 Quota di ammortam.
macchinari = 25
Salari e stipendi = 75 Quota tfr = 50
Risultato= ricavi – costi = 150 – (50+75+25+50) = 150 – 200 = – 50 (perdita)

AUTOFINANZIAMENTO = Utile non distribuito + costi


non rilevanti
AUTOFINANZIAMENTO = - 50 + (25 + 50) = 25
NB: si può avere autofinanziamento anche in caso di perdita
a condizione che questa sia inferiore ai costi non rilevanti
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 227

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25/11/2020

Schemi di bilancio (precedente normativa)


per l’individuazione dell’autofinanziamento

Autofinanziamento = Utile + Ammortamento + Quote fondi rischi + Quote fondi spese future
700 = 200 + 200 + 0 + 300

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 228

L’ANALISI DEI FLUSSI


FINANZIARI
L’autofinanziamento non è la sola fonte di risorse finanziarie. Per
individuare tutte le risorse finanziarie disponibili bisogna
realizzare un prospetto delle fonti e degli impieghi
(rendiconto finanziario)
Tale prospetto accoglie tutte le variazioni subite dagli elementi
patrimoniali attivi e passivi durante un esercizio tenendo conto che:

Le variazioni diminutive di attività e le variazioni aumentative


di passività rappresentano fonti di finanziamento

Le variazioni aumentative di attività e le variazioni diminutive


di passività rappresentano impieghi finanziari
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 229

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25/11/2020

IL PROSPETTO DELLE
FONTI E DEGLI IMPIEGHI

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 230

IL PROSPETTO DELLE
FONTI E DEGLI IMPIEGHI

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 231

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25/11/2020

IL PROSPETTO DELLE
FONTI E DEGLI IMPIEGHI

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 232

IL BILANCIO DI PREVISIONE

• Programmazione aziendale
• Programmazione economica
• Programmazione finanziaria

Libro: cap. 5, parte seconda

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 233

54
25/11/2020

PROGRAMMAZIONE
AZIENDALE
La programmazione aziendale permette di indagare circa
l’andamento futuro della gestione con due principali obiettivi:
a) avere una “direzione” di azione durante la gestione;
b) permettere a consuntivo un confronto tra obiettivi e risultati

BILANCI PROSPETTICI

Conto economico previsionale Stato patrimoniale previsionale


PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 234

PROGRAMMAZIONE
ECONOMICA
Punto di partenza della programmazione aziendale, finalizzata
a realizzare un CONTO ECONOMICO PREVISIONALE

Realizzi  Investimenti  Finanziamenti

- Il volume e mix presunto delle vendite


- Il prezzo di vendita (strategia aggressiva o adattiva)
- Capacità produttiva disponibile
- Rimanenze iniziali disponibili e quelle finali
- Determinazione del volume di produzione
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 235

55
25/11/2020

CONTO ECONOMICO PREVISIONALE


(I APPROSSIMAZIONE)

Reddito operativo

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 236

PROGRAMMAZIONE
FINANZIARIA
Per completare la programmazione economica dovremmo avere
l’informazione circa gli interessi passivi (oneri finanziari) da sostenere
durante l’esercizio ma questa informazione può essere ottenuta solo se
si conosce l’ammontare dell’indebitamento e esso si conosce solo se si
analizzano le fonti e gli impieghi finanziari  PROGRAMMAZIONE
FINANZIARIA

La programmazione finanziaria analizza quali saranno le fonti finanziarie


e gli impieghi futuri  dallo squilibrio tra fonti e impieghi necessari per
realizzare gli obiettivi definiti nella programmazione economica nasce
l’esigenza di coprire tale squilibrio con l’indebitamento sul quale si
calcolano gli interessi  in tal modo sarà completare il conto
economico (anche se il processo sarà iterativo)
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 237

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25/11/2020

PROGRAMMAZIONE
FINANZIARIA
• Esempio: ipotizziamo di prevedere che il fabbisogno di
investimenti sia pari a 2.559.500 € e che le fonti di
finanziamento siano 2.008.000 €, di cui 900.000 per mutuo;

• Quindi c’è uno squilibrio di 551.500 € che immaginiamo di


coprire con una nuova linea di credito di breve periodo;

• Ipotizziamo che gli interessi sul mutuo siano del 5% (45.000


€ di interessi) e quelli sui debiti di breve siano sempre del 5%
(27.575 € di interessi)  interessi passivi totali pari a 72.575 €

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 238

STATO PATRIMONIALE
PREVISIONALE

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 239

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25/11/2020

CONTO ECONOMICO PREVISIONALE


(II APPROSSIMAZIONE)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 240

CONTO ECONOMICO PREVISIONALE


(III APPROSSIMAZIONE)
In realtà è stato commesso un “errore” consapevole, poiché l’utile di
256.455 € (ipotizziamo non distribuito) diminuisce lo squilibrio tra fonti
e impieghi (in quanto fonte di autofinanziamento), per cui l’ammontare
di risorse necessarie sarà di 295.045 € (551.500 – 256.455)  quindi
diminuiscono anche gli interessi sul nuovo livello di indebitamento

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 241

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25/11/2020

LA DETERMINAZIONE PROGRESSIVA
DELL’UTILE DI ESERCIZIO

Autofinanziamento Fonti finanziarie

Utile netto Indebitamento

Interessi passivi

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 242

IL BUSINESS PLAN

• Definizione, obiettivi e destinatari


• Principi di redazione del business plan
• Struttura del business plan
• Il piano economico-finanziario

Libro: cap. 6, parte seconda

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 243

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25/11/2020

IL BUSINESS PLAN
È un documento che rappresenta in un’ottica prospettica di medio-
lungo periodo un progetto di sviluppo o di risanamento aziendale

Finalità di un business plan:

-Promuovere una nuova attività imprenditoriale e ricercare


investitori (pubblici o privati) per lo start-up
- Progettare uno sviluppo aziendale per il rilancio di
un’azienda e/o per la ricerca di nuovi soci
- Accedere al credito, allo scopo di dimostrare agli istituti
bancari la solidità aziendale al fine di garantirne la solvibilità

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 244

IL BUSINESS PLAN:
PRINCIPI DI REDAZIONE
• Chiarezza: facile da leggere, comprensibile, univoco nella
terminologia tecnica adoperata
• Completezza: deve riguardare tutti gli aspetti del progetto
imprenditoriale
• Affidabilità ed attendibilità: la raccolta dei dati deve essere
documentata e le previsioni basate su ipotesi se non
dimostrabili almeno coerenti con il contesto di riferimento
• Prudenza: in ipotesi di scenari alternativi con il medesimo
livello di probabilità presentare sempre quello che comporta i
minori ricavi, maggiori costi o maggiore posizione debitoria
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 245

60
25/11/2020

IL BUSINESS PLAN:
LA STRUTTURA
• Sintesi del progetto imprenditoriale: sintetica descrizione
dell’azienda e del progetto imprenditoriale  cosa si vuole fare?
Come si vuole farlo?
• Descrizione dell’azienda: forma legale, sede, compagine
societaria, prodotti e servizi offerti in sintesi
• Descrizione analitica del progetto e dei prodotti/servizi da
offrire: quali sono le caratteristiche distintive del prodotto? Quali
bisogni intende soddisfare? Quale il processo di produzione
utilizzato?
• L’analisi di mercato e della concorrenza: quali sono le
condizioni del settore? Quali sono i principali concorrenti? Quali
vantaggi competitivi rispetto la concorrenza? Quali i clienti ai quali
ci si rivolge?
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 246

IL BUSINESS PLAN:
LA STRUTTURA
• Piano di marketing e delle vendite: prodotto/servizio
(strategie di packaging, immagine, differenziazione rispetto a
diversi mercato o clienti); prezzo; distribuzione; promozione e
pubblicità
• Piano di investimento: quali investimenti richiede il progetto?
Con quali fonti finanziarie sono sostenuti? Quale è la tempistica
di tali investimenti? Quale la loro tipologia?
• Piano economico-finanziario: traduce in cifre l’intero
progetto. Si concretizza almeno in: conto economico
previsionale; stato patrimoniale previsionale; prospetto delle
fonti e degli impieghi; indici di bilancio. Ognuno di essi da
riferirsi all’intera durata del business plan

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 247

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25/11/2020

LE NOZIONI DI CAPITALE

• Il capitale di funzionamento
• Il capitale di liquidazione
• Il capitale economico (cenni sulla valutazione)

Libro: cap. 7, parte seconda

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 248

RICHIAMO DELLE NOZIONI


DI REDDITO E CAPITALE
Capitale o Patrimonio Netto
Valore attribuito al patrimonio aziendale in un dato momento,
rappresenta un fondo astratto di valori ed è il valore contabile di un’azienda
ovvero la sua “ideale” ricchezza. Le sue parti ideali sono: Capitale
Sociale (versamenti dei soci) , Riserve di utili e Utile/perdita di esercizio
Reddito
Definizione sintetica: Variazione che il capitale subisce per effetto della
gestione (al netto delle variazioni extra-gestionali)

Così come esistono diverse configurazioni di reddito


(reddito netto e reddito operativo), esistono diverse configurazioni di
capitale  capitale di funzionamento, capitale di liquidazione e capitale
economico
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 249

62
25/11/2020

IL CAPITALE DI
FUNZIONAMENTO
Cos’è?
Rappresenta il valore attribuito al patrimonio aziendale in ipotesi
di normale funzionamento dell’azienda. È il netto patrimoniale
ovvero il valore contabile di un’azienda
Quando si determina?
In sede di realizzazione del bilancio di esercizio. È il frutto delle
valutazioni di bilancio (per loro natura incerte)
Con quale criterio di valutazione?
Ogni elemento patrimoniale (attivo e passivo) è valutato tenendo
conto che tra loro esiste un nesso di sistematicità (ognuno ha un
valore non solo intrinseco ma anche in quanto contribuisce al
funzionamento del sistema aziendale)
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 250

IL CAPITALE DI
FUNZIONAMENTO
NATURA  insieme di elementi attivi e passivi legati a
sistema (sistema di valori)

SITUAZIONE DI RIFERIMENTO  azienda in


funzionamento (continuazione della vita aziendale)

LOGICA VALUTATIVA  analitico-sistematica

CRITERIO DI VALUTAZIONE  criteri di


funzionamento
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 251

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25/11/2020

IL CAPITALE DI
LIQUIDAZIONE
Cos’è?
Rappresenta il valore attribuito al patrimonio aziendale in
ipotesi di liquidazione. Valutazione dei valori di realizzo e di
esborso dei singoli elementi patrimoniali
Quando si determina?
In caso di liquidazione aziendale (volontaria o forzosa)
Con quale criterio di valutazione?
Ogni elemento patrimoniale (attivo e passivo) è valutato
solo in base al proprio valore intrinseco, non esistendo più
un nesso di sistematicità tra i vari elementi del patrimonio
aziendale
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 252

IL CAPITALE DI
LIQUIDAZIONE
NATURA  somma di elementi distinti

SITUAZIONE DI RIFERIMENTO  azienda in


liquidazione (cessazione della vita aziendale)

LOGICA VALUTATIVA  analitico-atomistica

CRITERIO DI VALUTAZIONE  valore di presunto


realizzo (attività) e valori di presunta estinzione (passività)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 253

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25/11/2020

RELAZIONE TRA CAPITALE


DI LIQUIDAZIONE E DI
FUNZIONAMENTO
In situazioni normali il capitale di liquidazione è inferiore al
capitale di funzionamento (la somma delle parti è inferiore al tutto!)
Capitale di liquidazione < Capitale di funzionamento
Casi in cui il capitale di liquidazione è superiore al capitale di
funzionamento:
- Spirale inflazionistica
- Dinamica dei prezzi di un singolo elemento patrimoniale (es.: valore di un
terreno in cui è stato scoperto un giacimento petrolifero)
- Presenza di riserve occulte
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 254

IL CAPITALE ECONOMICO
Cos’è?
Il valore dell’azienda come oggetto di negoziazione (valore
teorico di scambio)
Quando si determina?
In caso di cessione aziendale o di operazioni straordinarie
(fusioni, scissioni, trasformazioni)

Con quale criterio di valutazione?


Si considerano non soltanto le combinazioni economiche in
atto ma anche quelle non avviate ma comprese nell’orizzonte
temporale di riferimento

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 255

65
25/11/2020

IL CAPITALE
ECONOMICO
NATURA  complesso unitario e inscindibile

SITUAZIONE DI RIFERIMENTO  azienda in


trasferimento (continuazione della vita aziendale, con
cambiamento della “proprietà”)

LOGICA VALUTATIVA  sintetico-unitaria

CRITERIO DI VALUTAZIONE  metodologie di


valutazione dell’azienda
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 256

RELAZIONE TRA CAPITALE


ECONOMICO E DI
FUNZIONAMENTO
In situazioni normali il capitale economico è maggiore del capitale
economico per la presenza dell’avviamento. L’avviamento rappresenta
l’attitudine consolidata dell’azienda a generare reddito
Capitale economico > Capitale di funzionamento
Casi in cui il capitale economico è inferiore al capitale di
funzionamento:
- presenza di un avviamento negativo (l’azienda dimostra un’attitudine a
generare perdite anziché reddito)
- annacquamento di capitale
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 257

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25/11/2020

RELAZIONI TRA CAPITALE DI


LIQUIDAZIONE, ECONOMICO E DI
FUNZIONAMENTO

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 258

LA VALUTAZIONE DEL
CAPITALE ECONOMICO
Il capitale economico è il valore teorico alla base della
negoziazione in caso di cessione aziendale.

Il valore effettivo di scambio dipende poi da vari fattori.


Esistono vari metodi per determinare il valore di un’azienda,
tra cui il metodo reddituale:

- l’azienda viene valutata in base alla sua capacità futura di


generare redditi (con orizzonte temporale illimitato o
limitato)
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 259

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25/11/2020

LA VALUTAZIONE DEL
CAPITALE ECONOMICO
Il “capitale economico” o “valore economico del capitale”
non è un fondo di valori diversi sebbene coordinati, ma è
un valore unico, risultante dalla capitalizzazione dei redditi
futuri (Gino Zappa, Reddito di impresa)
R
W=
dove: i
W = Capitale Economico
R = Reddito medio presunto futuro
i = Tasso equo di redditività
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 260

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