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PARTE SECONDA
GLI STRUMENTI DI VERIFICA DELLE
CONDIZIONI GENERALI DEL SUCCESSO
DEL SISTEMA D’AZIENDA
• IL BILANCIO D’ESERCIZIO
• L’AUTOFINANZIAMENTO E IL PROSPETTO DELLE
FONTI E DEGLI IMPIEGHI
• IL BILANCIO DI PREVISIONE
• IL BUSINESS PLAN
• LE NOZIONI DI CAPITALE
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 126
Libro: Parte seconda, Cap. 1, Cap. 2 (escluso par. 2.2 e 2.3), Cap. 3
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FINALITÀ DEL
BILANCIO D’ESERCIZIO
L’attività di governo delle aziende si svolge con l’ausilio di idonei
strumenti conoscitivi, atti alla previsione dei risultati cui può
condurre la gestione ed alla verifica del loro grado di raggiungimento.
Il bilancio d’esercizio rappresenta lo strumento conoscitivo
fondamentale per verificare le condizioni generali del successo
aziendale.
Dall’analisi dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico è
possibile accertare il rispetto dei principi di solvibilità e di
economicità da parte dell’azienda; due principi di governo da cui
dipendono la sua sopravvivenza e il suo sviluppo.
Studieremo in particolare il bilancio delle imprese, seppur taluni
concetti generali sono validi per qualsiasi tipologia aziendale
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 128
LO STATO PATRIMONIALE
E IL PATRIMONIO NETTO
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LO STATO PATRIMONIALE
Stato patrimoniale (“situazione” o “conto”)
Documento contabile rappresentativo della situazione quali-
quantitativa del patrimonio di una qualunque azienda riferito ad
un dato istante
È una «fotografia» del patrimonio dell’azienda ad un dato
momento
STATO PATRIMONIALE
(interpretazione finanziaria)
Lo Stato Patrimoniale è un prospetto formato da due serie di
elementi:
Investimenti (o Attività), rappresentati dai beni e dai diritti
(e dalla liquidità) a disposizione dell’azienda in un
determinato istante (beni materiali ed immateriali/diritti
economici e finanziari, liquidità).
Finanziamenti (o Passività e Netto), costituiti dalle
obbligazioni o debiti che l’azienda ha in un determinato
istante e dal capitale proprio.
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L’EQUAZIONE DI BILANCIO
Attività Passività
Capitale netto
LO STATO PATRIMONIALE
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IL PATRIMONIO NETTO
Il Patrimonio netto è un fondo astratto di valori in quanto:
- esprime il valore delle “risorse” in essere o in rimanenza per lo
svolgersi futuro della gestione;
- non è identificabile con singoli beni e/o servizi (“astratto”).
Quale fondo astratto di “valori”, il Patrimonio Netto scaturisce da
un complesso di valutazioni riguardanti valori certi, stime e
congetture attinenti:
gli investimenti, a fronte dei quali non sono ancora stati
conseguiti i relativi realizzi;
i finanziamenti, in relazione ai quali non sono stati ancora
effettuati i relativi rimborsi.
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INVESTIMENTI E FINANZIAMENTI:
una riclassificazione
Investimenti a breve ciclo di reintegro economico, ovvero quegli
elementi patrimoniali destinati al realizzo in tempi brevi attraverso
l’attività di gestione (Beni di attivazione; fattori a fecondità semplice).
Investimenti a lento ciclo di reintegro economico, ovvero quegli
elementi patrimoniali destinati al realizzo in tempi lunghi attraverso
l’attività di gestione (di norma oltre l’anno) (Beni strutturali; fattori a
fecondità ripetuta).
Finanziamenti a breve ciclo di rimborso, ovvero quelle obbligazioni
cui l’azienda deve far fronte entro un breve periodo di tempo.
Finanziamenti a lungo ciclo di rimborso, ovvero quelle obbligazioni
cui l’azienda deve far fronte entro un periodo di tempo più ampio (di
norma oltre l’anno).
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INVESTIMENTI: ESEMPI
Definizione Definizione Sub-categorie ed esempi
concettuale contabile
Investimenti a breve Capitale circolante Rimanenze
ciclo di reintegro • materie prime; semilavorati; prodotti finiti
Liquidità differite
• crediti verso clienti
Liquidità immediate
• cassa; conti correnti
Investimenti a lento Immobilizzazioni Immateriali
ciclo di reintegro • brevetti; concessioni;
• licenze; marchi; avviamento
Materiali
• Edifici; terreni
• macchinari; automezzi
Finanziarie
• Partecipazioni
• Obbligazioni sottoscritte
FINANZIAMENTI: ESEMPI
Definizione Definizione contabile Sub-categorie ed esempi
concettuale
Finanziamenti a breve Passività correnti/debiti a • Debiti verso i fornitori
ciclo di rimborso breve • Scopertura di conto-corrente
• Cambiali passive
• Debiti tributari
• TIM c/bollette
• Enel c/bollette
Finanziamenti a lento Capitali permanenti Patrimonio netto
ciclo di rimborso • Capitale sociale
• Riserve
Passività consolidate
• Mutui
• obbligazioni emesse
• fondo TFR
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SCHEMA SINTETICO
DI STATO PATRIMONIALE
Attività (investimenti/impieghi) Passività (Finanziamenti/Fonti)
Immobilizzazioni Capitale Permanente:
- Immateriali - Patrimonio netto/capitale
- Materiali proprio/mezzi propri
- Finanziarie - Passività consolidate/ Debiti a lungo
termine
Capitale circolante Passività correnti/Debiti a breve
- Disponibilità economiche termine
- Liquidità differite
- Liquidità Immediate
SCHEMA SINTETICO
DI STATO PATRIMONIALE
Edifici 100.000 Capitale proprio 100.000
Mutui passivi 40.000
Macchinari 45.000
Obbligazioni 20.000
Automezzi 13.000 160.000
Marchi 15.000
173.000
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IL PATRIMONIO NETTO
azienda individuale CAPITALE NETTO
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IL CONTO ECONOMICO,
IL REDDITO D’ESERCIZIO E IL
PRINCIPIO DI COMPETENZA
ECONOMICA
IL REDDITO D’ESERCIZIO
Definizione sintetica: Variazione che il capitale subisce per effetto
della gestione (al netto delle variazioni extra-gestionali)
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Lezione 5
DETERMINAZIONE
SINTETICA DEL REDDITO
Confrontando due situazioni patrimoniali relative a due momenti diversi della
gestione si perviene alla determinazione sintetica del reddito prodotto nel
periodo (“la variazione che subisce il netto patrimoniale per effetto della gestione”)
DETERMINAZIONE
SINTETICA DEL REDDITO
Esercizio X-1 Esercizio X
Attività 225 250
Passività 190 200
Esercizio X
Apporti di capitale 8
Prelievi di capitale 4
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LA DETERMINAZIONE ANALITICA
DEL REDDITO: IL CONTO ECONOMICO
• La determinazione sintetica del reddito (differenza tra due
netti patrimoniali) consente solo di rispondere alla domanda:
QUANTO SI È GUADAGNATO?
• La determinazione analitica del reddito (differenza tra ricavi e
costi) consente invece di rispondere anche alla domanda:
COME SI È FORMATO IL REDDITO?
• Il Conto economico è lo strumento contabile che permette di
studiare l’apporto di gruppi omogenei di costi e ricavi alla
formazione del risultato d’esercizio e, dunque, di conoscere non
soltanto la sua misura ma, soprattutto, come si è formato il
reddito nel periodo.
Lezione 5
IL CONTO ECONOMICO
• Il Conto economico è un documento che accoglie i
componenti negativi e positivi del reddito dell’esercizio.
• Esso deriva da un confronto tra gli investimenti
effettuati (costi) e i realizzi conseguiti (ricavi) nell’ambito
del ciclo tipico processuale aziendale.
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IL CONTO ECONOMICO
(a sezioni contrapposte)
Costi Ricavi
Costi per materie prime Ricavi di vendita
Costo del personale Dividendi da Partecipazione
Interessi passivi Fitti attivi
Affitto degli uffici amministr. Interessi attivi
Costo del servizio di vigilanza
Premio assicurativo
Lezione 5
ESERCIZIO E PERIODO
AMMINISTRATIVO
La gestione è un sistema unitario di operazioni che si svolgono lungo
tutto l’arco della vita aziendale.
Di conseguenza, il risultato economico prodotto si potrebbe
determinare con esattezza soltanto alla fine della vita aziendale, quando
tutte le operazioni di gestione si sono concluse e si conoscono con
esattezza tutti i costi ed i ricavi relativi.
Tuttavia, a causa delle diverse esigenze di una pluralità di soggetti
(proprietari, management, Stato, ecc.) interessati ad acquisire
informazioni sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria
dell’azienda, vi è la necessità di determinare periodicamente il reddito
prodotto dall’attività di gestione.
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Lezione 5
ESERCIZIO E PERIODO
AMMINISTRATIVO
A tal fine, si suddivide arbitrariamente l’unitaria gestione in
esercizi amministrativi, cioè coacervi di operazioni relative a periodi
amministrativi di uguale durata (in genere l’anno solare).
costituzione liquidazione
dell’azienda esercizi dell’azienda
periodi amministrativi
Lezione 5
LA RILEVAZIONE CONTABILE
DELLE OPERAZIONI DI GESTIONE
Durante l’anno si rileva contabilmente, con registrazione nel libro mastro e
nel libro giornale, le operazioni di gestione sulla base del momento
negoziale, vale a dire, quando è possibile misurare i costi ed i ricavi per
effetto di un’entrata o uscita di moneta (cassa e/o banca) ovvero del sorgere
o dell’estinguersi di un credito o di un debito di funzionamento.
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R1 R2 R3 R4
Caso 1)
C1 C2 C3 t 1 C4 t2
I CICLI AZIENDALI
Ciclo operativo
Ciclo economico
Ciclo monetario
Ciclo di trasformazione
t1 ta t2 tb t3 t4
t1 = acquisto del fattore t4 = incasso
t2 = pagamento ta = passaggio materie in produzione
t3 = vendita del prodotto tb = ottenimento prodotti
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Lezione 5
IL PRINCIPIO DI
COMPETENZA ECONOMICA
Da quanto precede, sarebbe un errore sommare algebricamente i costi ed i
ricavi contabilizzati nel periodo per determinare i risultati gestionali.
IL PRINCIPIO DI
COMPETENZA ECONOMICA
• In definitiva, competenza significa pertinenza, attribuzione ad
un determinato arco di tempo, del consumo di valore effettuato
dall’azienda relativo ai beni od ai servizi acquistati, oppure di
quello concesso a terzi per i beni od i servizi venduti o di cui
l’azienda considerata vanta solo la nuda proprietà.
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I COROLLARI DEL
Lezione 5
PRINCIPIO DI COMPETENZA
1) Si devono imputare al conto economico costi e ricavi per i quali, rispettivamente,
siano stati conseguiti o sostenuti i ricavi o i costi correlativi (cioè costi e ricavi che
abbiamo avuto manifestazione sia finanziaria che economica).
2) Si rinviano costi o ricavi, già manifestatisi finanziariamente, alla determinazione
del risultato economico di un esercizio successivo, in quanto sia attendibile che nel
futuro esercizio debbano conseguirsi i ricavi o sostenersi i costi correlativi, cioè sia
attendibile che la manifestazione economica (del costo o del ricavo) si verifichi
nell’esercizio successivo (RETTIFICHE).
3) È necessario imputare all’esercizio costi e ricavi non ancora manifestatisi
finanziariamente, in quanto siano stati conseguiti i correlativi ricavi o sostenuti i
correlativi costi, cioè che abbiano già avuto manifestazione economica
(INTEGRAZIONI).
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IL CONTO ECONOMICO
(a struttura logica)
COSTI RICAVI
I settore Costi e ricavi che hanno un I settore
collegamento con gli es. precedenti
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Lezione 5
IL CONTO ECONOMICO
(I esercizio di attività)
Lezione 5
LE RETTIFICHE E
LE INTEGRAZIONI
I valori del secondo settore vanno corretti dagli “errori” commessi
considerando, in sede di rilevazione dei costi e dei ricavi, il momento
negoziale e non quello di effettivo consumo dei fattori produttivi e
dei correlati reintegri di utilità.
Vi sono due tipi di correzioni: le rettifiche e le integrazioni.
• Le rettifiche riguardano costi e ricavi che hanno avuto
manifestazione monetaria nell’esercizio in corso ma che vengono
giudicati in tutto o in parte di competenza dei futuri esercizi
(manifestazione economica nell’esercizio successivo).
• Le integrazioni riguardano elementi di costo e di ricavo che,
pur non avendo avuto manifestazione monetaria nell’esercizio in
corso, hanno già generato, rispettivamente i correlativi ricavi e
costi (manifestazione economica nell’esercizio in corso).
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Lezione 5
LE RETTIFICHE
RETTIFICHE DI COSTI
A) rimanenze di costi poliennali;
di materie prime
relativi a fattori rimanenze di prodotti finiti
B) rimanenze di costi di
di cui si è acquisita di semilavorati
esercizio:
la proprietà di materiale ausiliario
relativi a fattori di
risconti fitti passivi
cui si è acquisito
solo il diritto di uso attivi su
interessi passivi
RETTIFICHE DI RICAVI
Ricavi conseguiti fitti attivi
relativi a fattori di risconti
antecedentemente
cui si è ceduto solo passivi su interessi attivi
al sostenimento
dei costi correlati: il diritto di uso
LE RETTIFICHE
Parte del
costo rinviata
Costo di parziale
competenza futura
ma già manifestato
finanziariamente
Rettifica
parte del costo
da rinviare
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IL CONTO ECONOMICO
RETTIFICATO (I esercizio di attività)
A D
B
D B
A
C
LE INTEGRAZIONI
Costi di competenza ma a) eventi aleatori nel se/quando e
di futura manifestazione nel loro valore
finanziaria relativi a: b) eventi certi nel se/quando ma
incerti nel valore
c) fattori presi in uso (ratei passivi)
Ricavi di competenza ma
di futura manifestazione
finanziaria relativi a: d) fattori dati in uso (ratei attivi)
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LE INTEGRAZIONI
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DETERMINAZIONE DEL
REDDITO DEL II ESERCIZIO
Bisognerà tener conto degli effetti di quelle operazioni iniziate nell’esercizio
precedente e i cui costi e ricavi erano stati temporaneamente “sospesi” in quanto
correlati a futuri costi e ricavi. Allo stesso modo si dovrà procedere nuovamente
ad imputare ogni costo e ricavo “presunto” di competenza del nuovo esercizio.
Le integrazioni di un esercizio diventano rettifiche negli esercizi
successivi, viceversa le rettifiche diventano integrazioni.
Conto economico Conto economico
I esercizio di attività II esercizio di attività
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Lezione 5
LO STATO PATRIMONIALE
II esercizio di attività
Costi pluriennali 2.000 Fondo ammortamento 400
Fondo TFR 500
Fondo svalutazione crediti 300
Fondo imposte 200
Mutui passivi 600
Netto inizio esercizio 1.200
Utile di esercizio 200
Risconti attivi 150 Risconti passivi 100
Rimanenze finali di
esercizio 550 Ratei passivi 100
Clienti 1.200 Banche 200
Banche 200 Fornitori 400
Ratei attivi 100
Totale 4.200 Totale 4.200
IL BILANCIO DI ESERCIZIO
NEL CODICE CIVILE
Si compone di un pacchetto di documenti complementari:
«Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio,
costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal
rendiconto finanziario e dalla nota integrativa». (art. 2423 c.c.,
co. 1)
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ARTICOLAZIONE DEL
BILANCIO DI ESERCIZIO
lo stato patrimoniale evidenzia gli aspetti
patrimoniali della gestione
il conto economico evidenzia gli aspetti economici e
reddituali della gestione
il rendiconto finanziario evidenzia gli aspetti
finanziari
la nota integrativa consente una maggiore
comprensione dei prospetti di bilancio
B) Immobilizzazioni: I Capitale
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Lezione 5
CONTO ECONOMICO (art. 2425, c.c.)
C) Proventi e oneri finanziari
15) proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi ad imprese controllate e
collegate;
17) interessi e altri oneri finanziari, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate
e verso controllanti
18) rivalutazioni;
19) svalutazioni
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LA NOTA INTEGRATIVA
(art. 2427, c.c.)
1. Rendere comprensibili i simboli contabili, cioè i
valori iscritti in bilancio;
2. Fornire informazioni complementari di carattere
patrimoniale, finanziario ed economico.
LA RELAZIONE SULLA
GESTIONE (art. 2428, c.c.)
Il bilancio deve essere corredato da una relazione degli amministratori
contenente un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della
società e dell’andamento e del risultato della gestione, nel suo complesso e
nei vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso imprese controllate,
con particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti, nonché una
descrizione dei principali rischi e incertezze cui la società è esposta.
L’analisi di cui al primo comma è coerente con l’entità e la complessità degli
affari della società e contiene, nella misura necessaria alla comprensione della
situazione della società e dell’andamento e del risultato della sua gestione, gli
indicatori di risultato finanziari e, se del caso, quelli non finanziari pertinenti
all’attività specifica della società, comprese le informazioni attinenti
all’ambiente e al personale. L’analisi contiene, ove opportuno, riferimenti agli
importi riportati nel bilancio e chiarimenti aggiuntivi su di essi.
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LA RELAZIONE SULLA
GESTIONE (art. 2428, c.c.)
Dalla relazione devono in ogni caso risultare:
1) le attività di ricerca e di sviluppo;
2) i rapporti con imprese controllate, collegate, controllanti e imprese sottoposte
al controllo di queste ultime;
3) il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di
società controllanti possedute dalla società, anche per tramite di società fiduciaria
o per interposta persona, con l’indicazione della parte di capitale corrispondente;
4) il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di
società controllanti acquistate o alienate dalla società, nel corso dell’esercizio,
anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, con l'indicazione
della corrispondente parte di capitale, dei corrispettivi e dei motivi degli acquisti e
delle alienazioni;
6) l’evoluzione prevedibile della gestione.
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INCERTEZZA ED ARBITRARIETÀ
DEL REDDITO DI ESERCIZIO
L’applicazione del principio di competenza economica
consente di determinare correttamente il reddito, tuttavia, il
risultato della gestione è per sua natura incerto ed arbitrario poiché:
INCERTEZZA ED ARBITRARIETÀ
DEL REDDITO DI ESERCIZIO
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INCERTEZZA ED ARBITRARIETÀ
DEL REDDITO DI ESERCIZIO
Solo in futuro potranno conoscersi i valori reali e
verificare il grado di attendibilità delle previsioni.
∑ Capp > ∑ Ceff
INCERTEZZA ED ARBITRARIETÀ
DEL PATRIMONIO NETTO
Le attività e le passività dello Stato Patrimoniale, essendo
sostanzialmente delle previsioni (attese di realizzi e di esborsi),
sono soggette alle medesime incertezze ed arbitrarietà.
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INCERTEZZA ED ARBITRARIETÀ
DEL PATRIMONIO NETTO
INCERTEZZA ED ARBITRARIETÀ
DEL PATRIMONIO NETTO
Oppure casi in cui le attività sono sottodimensionate e/o
le passività sono sopravvalutate, per cui il netto
patrimoniale risulta inferiore a quello effettivo.
oppure
Napp < Neff
Riserve
occulte
∑ Papp > ∑ Peff
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Principio di prudenza
alla base della redazione del bilancio
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 188
IL PRINCIPIO DI PRUDENZA
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PRINCIPI GENERALI DI
REDAZIONE DEL BILANCIO
Nella redazione del bilancio devono essere Art. 2423 – bis c.c.
osservati i seguenti principi:
1) la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella
prospettiva della continuazione dell’attività;
1-bis) la rilevazione e la presentazione delle voci è effettuata tenendo
conto della sostanza dell'operazione o del contratto;
2) si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di
chiusura del bilancio;
3) si deve tenere conto dei proventi e degli oneri di competenza
dell’esercizio, indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento;
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 190
PRINCIPI GENERALI DI
REDAZIONE DEL BILANCIO
4) si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell’esercizio,
anche se conosciuti dopo la chiusura di questo;
5) gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati
separatamente;
6) i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio
all’altro.
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L’ANALISI DI BILANCIO
ATTRAVERSO INDICI
SEGNALETICI
• Introduzione all’analisi di bilancio
• Analisi della solvibilità e della struttura finanziaria
tramite indici
• Analisi dell’economicità tramite indici
L’ANALISI DI BILANCIO
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25/11/2020
L’ANALISI DI BILANCIO
Consiste nella riclassificazione del bilancio di esercizio (stato
patrimoniale e conto economico) allo scopo di valutare la solvibilità
e la redditività della gestione.
STATO PATRIMONIALE
RICLASSIFICATO
Attività Passività
Immobilizzazioni Capitali permanenti
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ATTIVITÀ
Capitale fisso
Immobilizzazioni materiali
Immobilizzazioni immateriali
Immobilizzazioni finanziarie
Capitale circolante
Rimanenze (di materie prime, semilavorati, prodotti finiti)
Liquidità differite (crediti)
Liquidità immediate (cassa, c/c)
PASSIVITÀ E NETTO
Passività correnti
Debiti a breve termine (debiti verso fornitori, debiti a
breve verso banche)
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ANALISI DELLA
SOLVIBILITÀ
Rapporto corrente o indice di disponibilità:
Capitale circolante
> 1
Debiti a breve termine
ANALISI DELLA
SOLVIBILITÀ
Test acido o indice di tesoreria/liquidità:
Liquidità immediate + liquidità differite
> 1
Debiti a breve termine
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25/11/2020
ANALISI DELLA
STRUTTURA PATRIMONIALE
Rigidità degli impieghi:
Immobilizzazioni
Totale attività
Indice di elasticità:
Attivo circolante
Immobilizzazioni
ANALISI DELL’AUTONOMIA
FINANZIARIA
Indice di autonomia finanziaria:
Capitale netto
Totale passivo
Indice di indebitamento:
Debiti a lungo termine + debiti a breve termine
Totale passivo
Questi indici danno informazioni circa la composizione dei
finanziamenti tra capitale proprio e capitale di terzi non ci sono
valori soglia
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ANALISI DELL’EQUILIBRIO
FINANZIARIO
Indice di copertura delle immobilizzazioni:
Capitali permanenti
> 1
Immobilizzazioni
ANALISI
DELL’ECONOMICITÀ
4 aree ideali della gestione:
- Area operativa o caratteristica o tipica: area gestionale nel cui ambito si
persegue l’attività principale dell’impresa (ricavi di vendita, costi
industriali, commerciali. amministrativi). Il risultato di questa area
(differenza tra Ricavi e costi operativi) è il REDDITO
OPERATIVO
- Area atipica : area all’interno della quale si svolgono le attività
estranee all’area operativa ma ricorrenti (partecipazioni azionarie,
gestione di immobili non adibiti ad attività produttiva, investimenti
di natura finanziaria e patrimoniale e relativi ritorni economici).
Dà luogo a Ricavi e costi atipici
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ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
4 aree ideali della gestione:
- Area finanziaria: riguarda oneri e proventi finanziari
- Area tributaria: produce oneri tributari riferite alle imposte
sul reddito
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Fitti attivi
Dividendi su partecipazioni
Interessi su obbligazioni
ONERI E PROVENTI
FINANZIARI
Costi legati alla gestione finanziaria aziendale legata
(finanziamento e funzionamento) :
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25/11/2020
ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
Reddito netto =
reddito operativo ±
risultato area atipica ±
risultato dell’area finanziaria –
oneri tributari
ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
Redditività: è la remunerazione relativa del capitale
iniziale per effetto del reddito
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25/11/2020
ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
ROE (Return on Equity, ritorno sul capitale proprio):
Reddito netto
Capitale proprio
ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
ROI (Return on investment, ritorno sul capitale investito):
Reddito operativo
Capitale investito
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ESEMPIO
Stato Patrimoniale
Immobilizzazioni nette 1.000 Capitale sociale 200
Reddito di esercizio 100
Debiti a medio lungo termine 300
Tratt. fine rapp. lav. sub. 300
Attività a breve 1.000 Debiti a breve verso banche 600
Debiti a breve verso fornitori 500
Totale attività 2.000 Totale passività 2.000
Conto Economico
Ricavi di vendita 5.000
Costi operativi 4.500
Risultato della gestione caratteristica (Reddito operativo) 500
Oneri finanziari 100
Imposte 300
Reddito netto 100
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 216
ESEMPIO
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ESEMPIO
Stato Patrimoniale
Immobilizzazioni nette 10.000 Capitale sociale 2.000
Debiti a medio lungo termine 8.000
ESEMPIO
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25/11/2020
ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
ROS (Return on sales, ovvero ritorno sulle vendite):
Reddito operativo
Ricavi di vendita
ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
Indice di rotazione degli impieghi:
Ricavi di vendita
Totale investimenti netti
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25/11/2020
ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
CONNESSIONE TRA INDICATORI DI
REDDITIVITÀ
Esiste una relazione funzionale che lega
algebricamente le configurazioni di reddito analizzate:
ANALISI DELLA
REDDITIVITÀ
La relazione evidenziata consente di esprimere le seguenti
considerazioni:
– il ROI, a parità di velocità di rotazione del capitale investito,
cresce al crescere della redditività delle vendite;
– il ROI, mantenendosi costante l’indice di redditività delle
vendite, cresce al diminuire del capitale investito;
– il ROI dipende dalle scelte effettuate dalla direzione aziendale
in relazione alla politica dei prezzi;
– il ROI dipende dalle scelte relative agli investimenti tese a
mantenerne il volume al livello più basso compatibilmente con il
volume di attività svolta.
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L’AUTOFINANZIAMENTO E
L’ANALISI DEI FLUSSI
FINANZIARI
• La nozione di autofinanziamento
• Il prospetto delle fonti e degli impieghi
L’AUTOFINANZIAMENTO
(DEFINIZIONE)
Una fra le possibili fonti da cui un’azienda può attingere le
risorse da destinare genericamente all’esercizio dell’attività
economica
La politica di autofinanziamento è
adottata dal management aziendale
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L’AUTOFINANZIAMENTO
(CALCOLO)
Distribuito (tramite dividendi)
RICAVI – COSTI = UTILE
Non distribuito (permane in
azienda – accumulato in riserve)
rilevanti non rilevanti
AUTOFINANZIAMENTO = risorse finanziarie generate dalla gestione
AUTOFINANZIAMENTO = Utile non distribuito + costi non rilevanti
AUTOFINANZIAMENTO = Utile non distribuito + quote di ammortamento
+ quote accantonamento a fondi spese e rischi
NB: con l’ammortamento e l’accantonamento l’azienda non mette
da parte risorse finanziarie (“soldi”) ma fa una modifica soltanto
contabile! Ricorda differenza tra aspetto economico e finanziario
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 226
L’AUTOFINANZIAMENTO
(ESEMPIO)
Ricavi Costi rilevanti Costi non rilevanti
Ricavi di vendita = 150 Costo materie prime = 50 Quota di ammortam.
macchinari = 25
Salari e stipendi = 75 Quota tfr = 50
Risultato= ricavi – costi = 150 – (50+75+25+50) = 150 – 200 = – 50 (perdita)
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Autofinanziamento = Utile + Ammortamento + Quote fondi rischi + Quote fondi spese future
700 = 200 + 200 + 0 + 300
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IL PROSPETTO DELLE
FONTI E DEGLI IMPIEGHI
IL PROSPETTO DELLE
FONTI E DEGLI IMPIEGHI
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IL PROSPETTO DELLE
FONTI E DEGLI IMPIEGHI
IL BILANCIO DI PREVISIONE
• Programmazione aziendale
• Programmazione economica
• Programmazione finanziaria
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PROGRAMMAZIONE
AZIENDALE
La programmazione aziendale permette di indagare circa
l’andamento futuro della gestione con due principali obiettivi:
a) avere una “direzione” di azione durante la gestione;
b) permettere a consuntivo un confronto tra obiettivi e risultati
BILANCI PROSPETTICI
PROGRAMMAZIONE
ECONOMICA
Punto di partenza della programmazione aziendale, finalizzata
a realizzare un CONTO ECONOMICO PREVISIONALE
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Reddito operativo
PROGRAMMAZIONE
FINANZIARIA
Per completare la programmazione economica dovremmo avere
l’informazione circa gli interessi passivi (oneri finanziari) da sostenere
durante l’esercizio ma questa informazione può essere ottenuta solo se
si conosce l’ammontare dell’indebitamento e esso si conosce solo se si
analizzano le fonti e gli impieghi finanziari PROGRAMMAZIONE
FINANZIARIA
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PROGRAMMAZIONE
FINANZIARIA
• Esempio: ipotizziamo di prevedere che il fabbisogno di
investimenti sia pari a 2.559.500 € e che le fonti di
finanziamento siano 2.008.000 €, di cui 900.000 per mutuo;
STATO PATRIMONIALE
PREVISIONALE
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25/11/2020
LA DETERMINAZIONE PROGRESSIVA
DELL’UTILE DI ESERCIZIO
Interessi passivi
IL BUSINESS PLAN
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IL BUSINESS PLAN
È un documento che rappresenta in un’ottica prospettica di medio-
lungo periodo un progetto di sviluppo o di risanamento aziendale
IL BUSINESS PLAN:
PRINCIPI DI REDAZIONE
• Chiarezza: facile da leggere, comprensibile, univoco nella
terminologia tecnica adoperata
• Completezza: deve riguardare tutti gli aspetti del progetto
imprenditoriale
• Affidabilità ed attendibilità: la raccolta dei dati deve essere
documentata e le previsioni basate su ipotesi se non
dimostrabili almeno coerenti con il contesto di riferimento
• Prudenza: in ipotesi di scenari alternativi con il medesimo
livello di probabilità presentare sempre quello che comporta i
minori ricavi, maggiori costi o maggiore posizione debitoria
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 245
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IL BUSINESS PLAN:
LA STRUTTURA
• Sintesi del progetto imprenditoriale: sintetica descrizione
dell’azienda e del progetto imprenditoriale cosa si vuole fare?
Come si vuole farlo?
• Descrizione dell’azienda: forma legale, sede, compagine
societaria, prodotti e servizi offerti in sintesi
• Descrizione analitica del progetto e dei prodotti/servizi da
offrire: quali sono le caratteristiche distintive del prodotto? Quali
bisogni intende soddisfare? Quale il processo di produzione
utilizzato?
• L’analisi di mercato e della concorrenza: quali sono le
condizioni del settore? Quali sono i principali concorrenti? Quali
vantaggi competitivi rispetto la concorrenza? Quali i clienti ai quali
ci si rivolge?
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 246
IL BUSINESS PLAN:
LA STRUTTURA
• Piano di marketing e delle vendite: prodotto/servizio
(strategie di packaging, immagine, differenziazione rispetto a
diversi mercato o clienti); prezzo; distribuzione; promozione e
pubblicità
• Piano di investimento: quali investimenti richiede il progetto?
Con quali fonti finanziarie sono sostenuti? Quale è la tempistica
di tali investimenti? Quale la loro tipologia?
• Piano economico-finanziario: traduce in cifre l’intero
progetto. Si concretizza almeno in: conto economico
previsionale; stato patrimoniale previsionale; prospetto delle
fonti e degli impieghi; indici di bilancio. Ognuno di essi da
riferirsi all’intera durata del business plan
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LE NOZIONI DI CAPITALE
• Il capitale di funzionamento
• Il capitale di liquidazione
• Il capitale economico (cenni sulla valutazione)
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IL CAPITALE DI
FUNZIONAMENTO
Cos’è?
Rappresenta il valore attribuito al patrimonio aziendale in ipotesi
di normale funzionamento dell’azienda. È il netto patrimoniale
ovvero il valore contabile di un’azienda
Quando si determina?
In sede di realizzazione del bilancio di esercizio. È il frutto delle
valutazioni di bilancio (per loro natura incerte)
Con quale criterio di valutazione?
Ogni elemento patrimoniale (attivo e passivo) è valutato tenendo
conto che tra loro esiste un nesso di sistematicità (ognuno ha un
valore non solo intrinseco ma anche in quanto contribuisce al
funzionamento del sistema aziendale)
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 250
IL CAPITALE DI
FUNZIONAMENTO
NATURA insieme di elementi attivi e passivi legati a
sistema (sistema di valori)
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IL CAPITALE DI
LIQUIDAZIONE
Cos’è?
Rappresenta il valore attribuito al patrimonio aziendale in
ipotesi di liquidazione. Valutazione dei valori di realizzo e di
esborso dei singoli elementi patrimoniali
Quando si determina?
In caso di liquidazione aziendale (volontaria o forzosa)
Con quale criterio di valutazione?
Ogni elemento patrimoniale (attivo e passivo) è valutato
solo in base al proprio valore intrinseco, non esistendo più
un nesso di sistematicità tra i vari elementi del patrimonio
aziendale
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 252
IL CAPITALE DI
LIQUIDAZIONE
NATURA somma di elementi distinti
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IL CAPITALE ECONOMICO
Cos’è?
Il valore dell’azienda come oggetto di negoziazione (valore
teorico di scambio)
Quando si determina?
In caso di cessione aziendale o di operazioni straordinarie
(fusioni, scissioni, trasformazioni)
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IL CAPITALE
ECONOMICO
NATURA complesso unitario e inscindibile
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LA VALUTAZIONE DEL
CAPITALE ECONOMICO
Il capitale economico è il valore teorico alla base della
negoziazione in caso di cessione aziendale.
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LA VALUTAZIONE DEL
CAPITALE ECONOMICO
Il “capitale economico” o “valore economico del capitale”
non è un fondo di valori diversi sebbene coordinati, ma è
un valore unico, risultante dalla capitalizzazione dei redditi
futuri (Gino Zappa, Reddito di impresa)
R
W=
dove: i
W = Capitale Economico
R = Reddito medio presunto futuro
i = Tasso equo di redditività
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 260
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