Sei sulla pagina 1di 67

Dipartimento di Ingegneria

Corso di: Economia Aziendale

Unità didattica 17:

LO STATO PATRIMONIALE

Docente: Antonio Thomas - A.A. 2020-2021


STATO O CONTO O SITUAZIONE
PATRIMONIALE

Raffigura il complesso delle risorse a


disposizione di un’azienda in un dato
momento
SUL PATRIMONIO…

• La conoscenza del patrimonio aziendale è considerata


cruciale per formulare giudizi sulla sua capacità di
raggiungere gli obiettivi gestionali dichiarati e
programmati nel tempo

• Il sistema delle risorse che compongono il patrimonio


dell’azienda non rimane immutabile nel tempo, poiché è
proprio con la sua continua ridefinizione quali e
quantitativa che si liberano le energie che consentono
all’azienda di muoversi e raggiungere il fine per il quale è
stata generata

3
• Gli elementi del patrimonio sono valutati nella cosiddetta
ottica del proprietario, ovvero evidenziano i soli elementi
del patrimonio su cui l’azienda vanta il diritto di proprietà,
trascurando quelli pur determinanti per definirne le
potenzialità operative ma che non sono oggetto di tale
diritto, come il patrimonio delle conoscenze (competenze,
professionalità..) e delle risorse naturali.
Essi, cioè, normalmente non considerano gli aspetti
qualitativi sottesi all’unitarietà dell’azienda.

• L’intero Bilancio, in effetti, è un documento che funge da


mezzo informativo secondo criteri elaborativi condivisi
(standard) che possono variare nel tempo e nello spazio
IL PATRIMONIO: una definizione

Complesso unitario dei diritti e degli obblighi che


sono imputabili al suo ente e che concernono l’attività
economica esercitata (Catturi, 2003)

Nel patrimonio si considerano stock economici di beni


materiali ed immateriali; tra questi ultimi rientrano crediti
(diritti a riscuotere) e debiti economici (obblighi a pagare
verso terzi o il soggetto proprietario)
5
LO STATO PATRIMONIALE
Debiti = Fonti
finanziarie
messe a
Sezione di sinistra Sezione di destra disposizione
da terzi
(creditori), che
ATTIVITÀ PASSIVITÀ E vantano un
CAPITALE NETTO corrispondente
diritto nei
confronti delle
Obblighi attività.

PASSIVITÀ
(prevalentemente
Risorse (“cose” debiti) nei
di valore) confronti di terzi
possedute
dall’azienda
Capitale Netto

Fonti apportate
dalla proprietà
6
Le attività sono interpretabili come:

• risorse economiche possedute o controllate dall’azienda


con un costo/valore misurabile in modo affidabile e dalle
quali ci si attende un beneficio futuro, oppure

• impieghi/investimenti aziendali

Le passività e il capitale netto sono interpretabili come:

• obblighi nei confronti di terzi

• fonti finanziarie

• diritti dei creditori e della proprietà nei confronti


delle attività aziendali

ATTIVITÀ = PASSIVITÀ + CAPITALE NETTO 7


IL CAPITALE O PATRIMONIO NETTO O VALORE
CONTABILE AZIENDALE

Il capitale netto non esiste in quanto tale essendo un valore


residuale della differenza tra attività e passività. Laddove le
passività sono relative a debiti esigibili, esso è
rappresentativo di debiti finanziari non esigibili.

Il valore contabile dell’azienda è diverso dal suo valore


economico; la differenza è solitamente detta avviamento
(infra)

Le differenze positive (negative) tra il valore del patrimonio


netto in un arco temporale sono indicative (conseguenza)
della capacità aziendale di generare utili o profitti (perdite)
8
Gli elementi principali costituenti il capitale netto sono:

1. Capitale versato (paid-in capital)


Ammontare di denaro (o
• Capitale sociale beni) apportato direttamente
dalla Proprietà (azionisti per
• Riserva da sovraprezzo azioni… SpA)

2. Riserve di utili (retained earnings o utili non distribuiti)


• Utile (perdita) dell’esercizio
• Riserva legale
• Riserva statutaria…

Ricapitalizzazione: ulteriore versamento di mezzi finanziari a


titolo permanente da parte dei proprietari per sanare
situazioni di difficoltà o per effettuare investimenti consistenti
9
Stato Patrimoniale della X al 31/12/2016

Sezione di sinistra Sezione di destra

ATTIVITA’ PASSIVITA’ E
CAPITALE NETTO

Debiti/obblighi/diritti
Passività a lungo
Attività termine

di terzi
immobilizzate (finanziamento)

Passività correnti
(funzionamento)
Attività correnti
Capitale Netto
o proprio
1. Le ATTIVITÀ

- Sono ATTIVITÀ CORRENTI o a BREVE TERMINE

• liquidità vere e proprie


• attività che si “trasformeranno” in liquidità entro l’esercizio
successivo
• attività che produrranno la loro utilità entro l’esercizio successivo

- Sono ATTIVITÀ a LUNGO TERMINE o IMMOBILIZZATE

• immobilizzazioni materiali (tangible assets)

• immobilizzazioni immateriali (intangible assets) Licenze


Marchi e brevetti
Avviamento
• Immobilizzazioni finanziarie (financial receivable) BTP poliennali
Azioni (strategiche)
Crediti a Lungo Ter.
Attività correnti (current assets)
1A. LIQUIDITÀ VERE E PROPRIE
• Cassa
• Banche attive
• Titoli immediatamente smobilizzabili…

1B. ATTIVITÀ CORRENTI

• Crediti commerciali
• Cambiali commerciali attive
• Crediti commerciali verso società del gruppo
• Crediti finanziari a breve
• Rimanenze
• Anticipi a fornitori
• Costi anticipati… (risconti)
12
Attività immobilizzate (fixed assets)
1C. IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Non si trasformano, come quelle
• Terreno finanziarie in cassa, ma al pari di
quelle materiali cedono nel tempo
• Fabbricati e immobili gradualmente la loro utilità
tangibili

• Impianti e macchinari
• Attrezzature e stampi
• Mobili e macchine da ufficio…

1D. IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI


• Concessioni, licenze, marchi e diritti simili
• Avviamento …
Intangibili

1D. IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE


• Partecipazioni (strategiche), BOT poliennali
• Crediti finanziari a lungo termine…
Una seconda possibile classificazione delle attività

Attività
Cose di valore possedute o
controllate dall’azienda

Tangibili Intangibili
Possono essere Non possono essere
«toccate», come «toccate»
fabbricati e macchinari (se pezzi di carta)
riportate al costo storico

Monetarie Non monetarie


• Cassa • Costi anticipati
• Crediti commerciali • Marchi e brevetti
• Titoli • Avviamento
• Azioni

riportate il più delle volte al valore di mercato riportate al costo storico


2. Le Passività correnti (current liabilities)

2A. PASSIVITÀ CORRENTI FINANZIARIE

• Debiti a breve verso banche

• Debiti a breve verso società del gruppo

• Quote a breve termine di debiti a lungo termine…

2B. PASSIVITÀ CORRENTI OPERATIVE


• Debiti verso fornitori
• Cambiali passive commerciali
• Debiti verso fornitori del gruppo
• Debiti verso l’Erario
• Debiti verso i dipendenti
• Costi sospesi… 15
Le passività a lungo termine (long term liabilities)

• Prestiti obbligazionari
• Mutui (esclusa la quota in scadenza)
• Debiti a lungo termine verso società del gruppo
• Debiti a lungo termine verso l’Erario
• Trattamento di fine rapporto (T.F.R.)

16
LO STATO PATRIMONIALE (sintetico)

ATTIVO/attività PASSIVO/passività

Crediti verso soci Fondi rischi ed oneri


Immobilizzazioni nette (Capitale fisso) TFR
- immateriali Fondo imposte e tasse
- materiali Debiti (verso fornitori, banche,
- finanziarie obbligazioni… - di breve o lungo
Capitale circolante termine)
Rimanenze (magazzino) Ratei e risconti passivi
Crediti, _________________________________
Partecipazioni, Patrimonio netto
Cassa (c.c. bancario) - K sociale,
- riserve legali,
Ratei e risconti attivi - utili non distribuiti,
- utile/perdita (-) d’esercizio
Lo Stato Patrimoniale Una voce può sintetizzare
una molteplicità di altre voci
di dettaglio che la
Sezione a breve termine costituiscono

Attività Passività e Capitale netto


Attività correnti: Passività correnti:
Cassa e disponibilità liquide € 1.449 Debito vs fornitori € 5.602
Titoli in portafoglio 246 Debito di conto corrente 1.000
Crediti commerciali netti 9.944 Costi sospesi 876
Rimanenze 10.623 Debiti tributari 1.541
Costi anticipati 389 Quota in scadenza debiti
a M/L termine 500
Totale attività correnti € 22.651 Totale passività correnti € 9.519

segue…
Lo Stato Patrimoniale Sezione a M/L termine

Attività Passività e Capitale Netto

Totale attività correnti € 22.651 Totale passività correnti € 9.519

Attività immobilizzate: Passività a lungo termine:


Terreno, fabbricati e impianti Debiti a lungo termine
(al costo) € 26.946 (al netto quota in scadenza) € 2.000
meno: fondo ammortamento 13.534 Imposte differite 824
Terreno, fabbricati, impianti Totale passività a M/L 12.343
al netto del fondo amm.to 13.412
Capitale netto:
Immobilizzazioni finanziarie 1.110 Capitale sociale 1.000
Immobilizzazioni immateriali 403 Riserva sovraprezzo 11.256
Avviamento 663 Totale capitale versato 12.256
Altre attività immobilizzate 2.176 Riserve di utili 13.640
Totale attività immobilizzate 15.588 Totale capitale netto 25.896

Totale attività € 38.239 Totale passività e C.N. € 38.239


Riscrivendo in un unico foglio le voci….
ATTIVITÀ PASSIVITÀ E CAPITALE NETTO
Attività correnti: Passività correnti:
Cassa 1.449 Debiti a breve verso banche 1.000
Titoli in portafoglio 246 Debiti verso fornitori 5.602
Crediti commerciali netti 9.944 Costi sospesi 876
Rimanenze 10.623 Debito a breve verso erario 1.541
Costi anticipati 389 Quota in scadenza debiti a M/L termine 500
Attività correnti 22.651 Passività correnti 9.519

Attività immobilizzate: Passività a lungo termine:


Fabbricati, impianti e macchinari (al costo ) 26.946 Debiti a lungo termine (al netto quota in scadenza) 2.000
meno: fondo ammortamento 13.534 Imposte differite 824
Fabbricati, impianti e macchinari netti 13.412
Immobilizzazioni finanziarie 1.110 Passività a lungo termine 2.824
Marchi e brevetti 403
Avviamento 663 Totale passività 12.343
Attività immobilizzate 15.588 Capitale netto:
Capitale sociale 1.000
Riserva da sopraprezzo delle azioni 11.256
Capitale versato 12.256
Riserve di utili 13640
Totale capitale netto 25.896
TOTALE ATTIVITÀ 38.239 TOTALE PASSIVITÀ E CAPITALE NETTO 38.239
LO STATO PATRIMONIALE CIVILISTICO

• Macroclassi, contrassegnate con lettere maiuscole (A, B,


C,...) sono gli aggregati di primo livello
• Classi, contrassegnate con numeri romani (I, II, III, ...)
sono gli aggregati in cui si scompongono le macroclassi
• Voci, contraddistinte con numeri arabi, (1,2,3,...) sono le
poste che compongono le classi
• le singole voci si suddividono ulteriormente in Sottovoci,
contraddistinte da lettere minuscole (a, b, c, ...)

21
LO STATO PATRIMONIALE CIVILISTICO

B - Immobilizzazioni Macroclassi

I - Immobilizzazioni Immateriali
II - Immobilizzazioni Materiali Classi
III - Immobilizzazioni Finanziarie
1- Partecipazioni in
a – imprese controllate
b – imprese collegate
c – imprese controllanti Sottovoci
d – Altre imprese 22
Le attività sono classificate secondo il criterio della destinazione

•Attivo immobilizzato o immobilizzazioni;


•Attivo circolante.

Eccezione al criterio della destinazione:

Tuttavia:
I crediti di funzionamento
vanno sempre inseriti nell’Attivo Circolante

I crediti di finanziamento
vanno sempre inseriti tra le Immobilizzazioni 23
Le passività sono classificate secondo la natura
delle fonti in (infra):

 Mezzi propri

 Mezzi di terzi

24
Definito un arco temporale, l’apprezzamento della misura
iniziale e di quella finale di uno stock patrimoniale
consente di rilevare:
• l’entità della variazione subita dall’elemento patrimoniale
nel periodo dato
• il segno della variazione (aumentativa o diminutiva della
misura iniziale)
ma NON permette di individuarne le cause, ovvero le
motivazioni dell’accertata variazione patrimoniale

NB Ogni operazione di gestione determina variazioni sugli


elementi componenti il patrimonio, ma possono anche
verificarsi situazioni che portano al sorgere di un elemento
nell’attivo o passivo del patrimonio (sopravvenienze) o al
suo venir meno (insussistenze) 25
Terminologia…

• Immobilizzazioni: complesso dei beni materiali ed immateriali a


fecondita ripetuta o lento rigiro (costituiscono il capitale fisso)

• Circolante: complesso delle risorse a fecondita semplice o


veloce rigiro

• Cassa: disponibilità monetaria immediata o di breve termine

• Rimanenze (magazzino): disponibilità di materie prime,


semilavorati e prodotti finiti non utilizzati in un dato esercizio

• Rateo (Attivo o passivo) Pagamento (o incasso) posticipato


rispetto al tempo di fruizione di un bene o servizio

• Risconto (Attivo o passivo) Pagamento (o incasso) anticipato


rispetto al tempo di fruizione di un bene o servizio
Le PASSIVITÀ FITTIZIE (o presunte)

Passività alle quali non corrispondono debiti od obblighi verso


qualcuno, ma integrano e rettificano il patrimonio aziendale per
ragioni prudenziali.

Si estrinsecano in:
I) Accantonamenti, orientati al futuro, implicano la
costituzione di riserve di valore che si alloca in modo generico e
diffuso negli attivi patrimoniali

II) Ammortamenti, orientati al passato, indicano la


distruzione di valore originariamente incorporato in un bene

La costituzione di questi fondi “comprime”, diminuendolo, il


patrimonio netto ma anche il risultato economico del periodo
considerato, essendo considerati alla stregua di costi.
Gli ACCANTONAMENTI
(fenomeno di natura eminentemente economico, non monetaria)

Si configurano in due categorie fondamentali:

Ia. Accantonamenti da utili lordi: costituiti al momento della


determinazione dell’utile d’esercizio per:
• poste correttive (ammortamenti)
• riserve di provvisione per rispondere ad eventi di futura e
incerta manifestazione (fondi rischi, fondi spese future). Esse
fanno variare, temporaneamente se non stabilmente, la
consistenza del patrimonio

Ib. Accantonamenti da utili netti: si determinano al momento


della distribuzione dell’utile d’esercizio (riserve in senso
proprio). 28
Ia Accantonamenti da utili lordi

• Fondi rischi ed oneri: accantonamenti monetari per far


fronte ad eventuali evenienze negative (es. incerto recupero
crediti vantati, garanzia su prodotti venduti…)

• TFR (Trattamento di fine rapporto o liquidazione) impatta sia


sul Conto Economico, come costo annuale, che sullo Stato
Patrimoniale, come variazione della ricchezza patrimoniale.

Si tratta in buona parte di un costo figurato, nel senso che
non è rappresentativo di uscite di cassa se non per le
liquidazioni pagate nell'anno ai dipendenti che vanno in
pensione.
29
30
II) GLI AMMORTAMENTI…

Rettificano contabilmente il valore originario o costo storico (incluso


oneri accessori) delle immobilizzazioni in funzione del consumo
annuo delle stesse per i singoli anni della loro vita utile.

Es.: il valore di un macchinario acquistato per 100€ l’anno X ed


ammortizzato in 10 anni a rata costante, l’anno X+1 sarà posto nello
Stato Patrimoniale per un valore di 90€ (100-10€).

Ciò si traduce nel computare annualmente nel conto economico una


porzione di costo del bene in oggetto alla voce Ammortamenti,
accreditandola nell’apposito “fondo ammortamento” (o detraendola
dal valore iscritto nell’attivo di bilancio). 31
Ci sono tre metodi per contabilizzare nei dati contabili
patrimoniali l’ammortamento delle immobilizzazioni:
1. creando un apposito fondo ammortamento nel passivo
nel quale si assommano le quote ammortizzate
annualmente relative al bene in oggetto
2. posizionando il suddetto fondo nell’attivo con segno
inverso
3. inserendo nell’attivo direttamente il valore residuo
dell’immobilizzazione netta.

In caso di alienazione di un’immobilizzazione, la differenza


tra il prezzo di vendita e il valore contabile netto è
denominata plusvalenza (in caso contrario minusvalenza) e
viene rilevata in conto economico.
32
• La differenza tra costo storico e ammontare del relativo
fondo d’ammortamento di un’immobilizzazione tecnica è
detto valore contabile netto.
• Quando il valore contabile netto è pari a zero, non si
contabilizza più alcun ammortamento; il costo d’acquisto,
infatti, è stato interamente ammortizzato.
• Poiché esistono vari criteri di ammortamento; il valore
contabile netto di un bene è, dunque, frutto di una stima;
che risponde anche a regole normative.

NB I terreni non vanno ammortizzati ma considerati al costo


storico d’acquisto poiché si ritiene che la abbiano un’illimitata
utilità nel tempo o vita utile.
33
L’AUTOFINANZIAMENTO PATRIMONIALE…

Accantonamenti, ammortamenti e ritenzione di utili


(autofinanziamento in senso stretto) da destinare a riserve,
sono considerate una fonte interna primaria di
autofinanziamento aziendale.

Il processo di autofinanziamento non genera risorse


finanziarie, ma impedisce che escano dall’azienda
dirigendosi verso gli aventi diritto (in sintesi si riduce l’utile
accrescendo i costi).

È detto autofinanziamento corrente o operativo, invece, la


capacità dei ricavi conseguiti con le vendite di coprire i costi
correnti sostenuti dall’azienda per alimentare i processi di
creazione del valore.
NB: sono fonti esterne di finanziamento gli apporti di
capitale proprio e il capitale di debito
Il ricorso all’autofinanziamento:
• non comporta interessi passivi per l’azienda
• non prevede una tempistica di rimborso
• non altera i rapporti di forza tra i possessori del capitale di
rischio
• non costringe a sottostare ai vincoli di mercato per
l’acquisizione di mezzi finanziari.

Tuttavia, esso:
• presuppone una gestione “attiva”, con conseguimento di utili
• non consente di fronteggiare fabbisogni finanziari che si
determinano in uno specifico momento
• il reinvestimento di utili va opportunamente indirizzato
• comporta una rinunzia agli utili
35
problema del differente interesse aziendale
verso il consolidamento patrimoniale di lungo termine e
l’ottenimento di risultati reddituali di breve termine (la
cosiddetta “miopia” manageriale).

Spesso si realizza un autofinanziamento occulto attribuendo


particolari valutazioni a talune poste di bilancio (ad es.
comprimendo il valori delle rimanenze, accrescendo le
quote di ammortamento o gli accantonamenti per fondi
rischi).

Ovviamente può accadere anche il fenomeno opposto


(annacquamento del capitale).
36
Per molte poste di bilancio, dunque, la rilevazione
computistica del loro ammontare spesso non
corrisponde alla realtà del momento

Col termine cash-flow si è soliti indicare la grandezza


che sintetizza contabilmente le riserve da utili lordi o
“avanti bilancio” (accantonamenti ed ammortamenti) e
quelle da utili netti o “dopo bilancio”.

37
Capitale proprio o di rischio (equity): il capitale conferito
dagli investitori nella vita dell’azienda (capitale sociale nelle
SpA) e l’autofinanziamento di utili netti (risparmio d’impresa
sugli utili conseguiti).

Esso, dunque, è una fonte di finanziamento:


• sia interna che esterna
• di lungo termine ed a elevato grado di rigidità
• non ricorrente
• soggetta a remunerazione incerta o variabile tramite capital
gain e dividendi

L’utile di esercizio è una quantità economica che non trova


necessariamente corrispondenza in un dato ammontare di
moneta.
I dividendi determinano una distribuzione di cassa agli
azionisti, ma non sono costi. 38
Capitale di terzi il flusso di finanziamenti proveniente da
terzi soggetti che conferiscono mezzi con vincolo di debito.

Si distinguono debiti di:


a) funzionamento (di breve termine verso i fornitori come
dilazioni commerciali)
b) finanziamento (riconducibili ad operatori specializzati
che garantiscono entrate monetarie, ad es. mutui, leasing,
obbligazioni, factoring, anticipazione crediti, apertura crediti,
finanziamento soci…).

Il capitale di terzi, dunque, è una fonte di finanziamento :


• esterna
• flessibile
• di breve o lungo termine
• di rischio limitato
• ordinaria o straordinaria. 39
Fabbisogno finanziario complessivo (FFC) = totale dei
mezzi finanziari di cui abbisogna l’azienda per i suoi
investimenti

Fabbisogno finanziario residuale (FFR) = totale dei


mezzi di cui necessita l’azienda per i suoi investimenti al
netto dei normali “recuperi” (ammortamenti e fondi rischi)
che già si verificano nell’attività di gestione (copertura
naturale degli investimenti)

Il F.F.R., informazione più utile ai fini dell’equilibrio aziendale,


dipende anzitutto dalla velocità di circolazione degli
investimenti che caratterizza l’attività aziendale. Ad es. a
parità di FFC un supermercato ha un minor FFR di un
40
costruttore di navi; quindi minori oneri finanziari.
Esempi di transazioni sullo stato patrimoniale

Versamento (10.000) di capitale iniziale


GLENDALE MARKET
Stato Patrimoniale al 2 gennaio

Attività Passività e Capitale Netto

Cassa e liquidità 10.000 Capitale versato 10.000

Totale Attività 10.000 Totale Passività e Capitale Netto 10.000

Accensione di debiti (5.000)

GLENDALE MARKET
Stato Patrimoniale al 3 gennaio
valori
valore precedenti
precedente Passività e Capitale Netto
Attività

10.000 Cassa e liquidità 15.000 Debito verso banche 5.000 0

Capitale versato 10.000 10.000

10.000 Totale Attività 15.000 Totale Passività e Capitale Netto 15.000 10.000
Acquisto di merce (2.000) in contanti

GLENDALE MARKET
Stato Patrimoniale al 4 gennaio

Attività Passività e Capitale Netto

15.000 Cassa e liquidità 13.000 Debito verso banche 5.000 5.000

0 Rimanenze 2.000 Capitale versato 10.000 10.000

15.000 Totale Attività 15.000 Totale Passività e Capitale Netto 15.000 15.000

42
Vendita di merci (per 300, acquistata a 200) in contanti

GLENDALE MARKET
Stato Patrimoniale al 5 gennaio
Attività Passività e Capitale Netto

13.000 Cassa e liquidità 13.300 Debito verso banche 5.000 5.000

2.000 Rimanenze 1.800 Capitale versato 10.000 10.000

Riserve di utili 100 0


15.000 Totale Attività 15.100 Totale Passività e Capitale Netto 15.100 15.000

43
Acquisto di merce (2.000) a credito

GLENDALE MARKET
Stato Patrimoniale al 6 gennaio

Attività Passività e Capitale Netto

13.300 Cassa e liquidità 13.300 Debito verso banche 5.000 5.000

1.800 Rimanenze 3.800 Debito verso fornitori 2.000 0

Capitale versato 10.000 10.000

Riserve di utili 100 100


15.100 Totale Attività 17.100 Totale Passività e Capitale Netto 17.100 15.100

44
Vendita di merce (per 800 acquistata per 500) in contanti

GLENDALE MARKET
Stato Patrimoniale al 7 gennaio

Attività Passività e Capitale Netto

13.300 Cassa e liquidità 14.100 Debito verso banche 5.000 5.000

3.800 Rimanenze 3.300 Debito verso fornitori 2.000 2.000

Capitale versato 10.000 10.000

Riserve di utili 400 100

17.100 Totale Attività 17.400 Totale Passività e Capitale Netto 17.400 17.100

45
Vendita di merce (per 900 acquistata per 600) a credito

GLENDALE MARKET
Stato Patrimoniale al 8 gennaio

Attività Passività e Capitale Netto

14.100 Cassa e liquidità 14.100 Debito verso banche 5.000 5.000

0 Crediti commerciali 900 Debito verso fornitori 2.000 2.000

3.300 Rimanenze 2.700 Capitale versato 10.000 10.000

Riserve di utili 700 400

17.400 Totale Attività 17.700 Totale Passività e Capitale Netto 17.700 17.400

46
Acquisto di una polizza assicurativa (200) pagata anticipatamente

GLENDALE MARKET
Stato Patrimoniale al 9 gennaio

Attività Passività e Capitale Netto

14.100 Cassa e liquidità 13.900 Debito verso banche 5.000 5.000

900 Crediti commerciali 900 Debito verso fornitori 2.000 2.000

2.700 Rimanenze 2.700 Capitale versato 10.000 10.000

0 Costi anticipati 200 Riserve di utili 700 700

17.700 Totale Attività 17.700 Totale Passività e Capitale Netto 17.700 17.700

47
Acquisto di terreni (10.000) per 2.000 in contanti e per 8.000 con mutuo

GLENDALE MARKET
Stato Patrimoniale al 10 gennaio

Attività Passività e Capitale Netto

13.900 Cassa e liquidità 11.900 Debito verso banche 5.000 5.000

900 Crediti commerciali 900 Debito verso fornitori 2.000 2.000

2.700 Rimanenze 2.700 Mutuo ipotecario 8.000 0

200 Costi anticipati 200 Capitale versato 10.000 10.000

0 Terreni 10.000 Riserve di utili 700 700

17.700 Totale Attività 25.700 Totale Passività e Capitale Netto 25.700 17.700

48
Vendita di terreni (acquistati a 5.000) per 1.000 in contanti e per il resto
trasferendo sull’acquirente il mutuo per 4.000

GLENDALE MARKET
Stato Patrimoniale al 11 gennaio

Attività Passività e Capitale Netto

11.900 Cassa e liquidità 12.900 Debito verso banche 5.000 5.000

900 Crediti commerciali 900 Debito verso fornitori 2.000 2.000

2.700 Rimanenze 2.700 Mutuo ipotecario 4.000 8.000

200 Costi anticipati 200 Capitale versato 10.000 10.000

10.000 Terreni 5.000 Riserve di utili 700 700

25.700 Totale Attività 21.700 Totale Passività e Capitale Netto 21.700 25.700

49
Prelievo di capitale (cash) (200) e di merce (400) da parte del proprietario

GLENDALE MARKET
Stato Patrimoniale al 13 gennaio

Attività Passività e Capitale Netto

12.900 Cassa e liquidità 12.700 Debito verso banche 5.000 5.000

900 Crediti commerciali 900 Debito verso fornitori 2.000 2.000

2.700 Rimanenze 2.300 Mutuo ipotecario 4.000 4.000

200 Costi anticipati 200 Capitale versato 10.000 10.000

5.000 Terreni 5.000 Riserve di utili 100 700

21.700 Totale Attività 21.100 Totale Passività e Capitale Netto 21.100 21.700
Riduzione del debito bancario per 2.000
GLENDALE MARKET
Stato Patrimoniale al 15 gennaio

Attività Passività e Capitale Netto

12.700 Cassa e liquidità 10.700 Debito verso banche 3.000 5.000

900 Crediti commerciali 900 Debito verso fornitori 2.000 2.000

2.300 Rimanenze 2.300 Mutuo ipotecario 4.000 4.000

200 Costi anticipati 200 Capitale versato 10.000 10.000

5.000 Terreni 5.000 Riserve di utili 100 100

21.100 Totale Attività 19.100 Totale Passività e Capitale Netto 19.100 21.100
51
Il capitale netto e il reddito

Data Natura della Riserve di utili


transazione
aumentano di: nessun effetto

03-gen Prestito X
04-gen Acquisto X
05-gen Vendita 100
06-gen Acquisto X
07-gen Vendita 300
08-gen Vendita 300
Totale 700

52
Le variazioni del capitale netto dovute alla gestione

RICAVI
Variazione del (2.000)
C.N. per effetto Ricavi 5-gennaio: + 300
della gestione - Ricavi 7-gennaio: + 800
Ricavi 8-gennaio: + 900
COSTI
(1.300)
Costi 5-gennaio: - 200
= Costi 7-gennaio: - 500
Costi 8-gennaio: - 600
UTILE
(700)

53
Reddito e variazione del capitale netto
Transazioni relative alla
gestione che aumentano il Transazioni relative alla
valore del capitale netto! gestione che riducono il
valore del capitale netto!

Data Ricavi Costi Variazione C.N.

05-gen €300 200 100


07-gen 800 500 300
08-gen 900 600 300
Totale €2.000 €1.300 € 700

Reddito (utile o perdita) =


variazioni del capitale netto per
effetto della gestione
L’utile rappresenta la variazione del capitale netto
generata in un certo periodo dalla gestione

Variazione del C.N.


per effetto della Ricavi realizzati nel periodo
gestione -
Costi sostenuti nel periodo
=
Utile (perdita) del periodo

Variazione del C.N.


non legata alla gestione
+
Apporti di capitale
-
Dividendi

Variazione del C.N. del periodo < = > Reddito del


periodo
Le variazioni del capitale netto della Glendale

GLENDALE MARKET
Variazione del C.N.
Conto Economico dal 2 all'8 gennaio
per effetto della
gestione Ricavi 2.000
Costi 1.300

Utile (reddito) del periodo 700


+
Variazione del C.N.
(non legate alla gestione)
per: (1) nuovi apporti Dividendi (riduzione delle riserve di utili) - 600
di capitale e (2) dividendi Nuovi apporti di capitale nel periodo 0
 Capitale Netto non dovuto alla gestione -600
=
100 =  Capitale Netto
56
Le variazioni del capitale netto della Glendale

Riserve di utili in data 2 gennaio €0

Reddito del periodo (ricavi-costi) + 700

Dividendi - 600

Riserve di utili al 13 gennaio €100


Capitale versato iniziale 10.000
Nuovi apporti di capitale nel periodo 0

Capitale versato al 13 gennaio 10.000


CAPITALE NETTO AL 13 GENNAIO 10.100

57
Punti chiave da ricordare
• Le attività sono le risorse che l’azienda possiede o controlla o
che sono state acquistate.
• Il loro «valore» per alcune è dato dal mercato, per altre
dall’utilità che avranno nello svolgimento delle future operazioni
aziendali. Le attività monetarie sono riportate in bilancio al loro
valore di mercato; le altre attività al costo storico.

• Le fonti finanziarie che hanno reso possibili gli impieghi nelle


attività sono:
- le passività
- il capitale netto.
• Le passività sono le fonti finanziarie messe a disposizione dai
creditori.
• Il capitale netto comprende: le fonti di denaro (o il valore di
beni) non distribuiti.
• L’ammontare di attività, passività e capitale netto di un’azienda
ad un una certa data è riportato nello stato patrimoniale.
• attività = passività + capitale netto (principio del
duplice aspetto) sempreeeeeeeeee

• Le attività correnti comprendono la cassa e quelle attività


che ci si aspetta si trasformeranno in cassa (o comunque
verranno utilizzate) entro il breve periodo (un anno dalla
data del bilancio) come i titoli in portafoglio.
• Le passività correnti sono debiti (e obblighi a tenere un
determinato comportamento) che verranno a scadere entro
l’esercizio successivo (ad es. debito verso fornitori).
• Il quoziente di liquidità è il rapporto tra le attività
correnti e le passività correnti.
• Le attività immobilizzate comprendono risorse che
cederanno gradualmente la loro utilità su un arco temporale
pluriennale o che si trasformeranno in liquidità in momenti
situati oltre l’esercizio successivo a quello del bilancio (ad es.
fabbricati, gli impianti e i macchinari).
• I creditori vantano diritti prioritari sulle attività e possono
chiedere il fallimento dell’azienda qualora questa non
onori i propri debiti. I proprietari, cioè i detentori del
capitale netto, godono conseguentemente solo di un
diritto residuale.
• Le passività a lungo termine sono obblighi che verranno a
scadere nel medio-lungo periodo, cioè oltre l’esercizio
successivo a quello della data del bilancio (ad es. i debiti
obbligazionari).
60
• Il capitale netto è costituito da capitale versato (che in una
società per azioni è rappresentato da azioni) e utili non
distribuiti (riserve di utili), cioè utili accumulati sin dalla data di
costituzione dell’azienda.
• Le riserve di utili non sono “cassa o liquidità, bensì una
parte dei diritti vantati dai detentori del capitale di rischio
sulle attività aziendali.

• Il capitale netto non riflette il valore di mercato delle azioni.


• Coerentemente con l’equazione fondamentale del bilancio
“attività = passività + capitale netto”, qualsiasi transazione
influisce su almeno due voci dello stato patrimoniale: la
contabilità è un sistema in partita doppia.

61
• I ricavi e i costi sono, rispettivamente, incrementi e
decrementi che il capitale netto subisce in un periodo per
effetto della gestione.

• Il capitale netto aumenta quando i proprietari apportano


nuovo capitale e si riduce se effettuano prelievi in conto
capitale. Queste transazioni non sono di gestione e non
influiscono quindi sul reddito.

• Una vendita presenta due aspetti: uno di ricavo e uno di


costo. I ricavi si realizzano al momento della vendita,
indipendentemente dal momento dall’entrata monetaria. Il
relativo costo è, invece, quello pagato per acquistare gli input
venduti.

• Il reddito di un certo periodo è dato dalla differenza tra i


ricavi e i costi di quel periodo (di competenza).
62
• Alcuni eventi determinano cambiamenti delle attività e/o
passività, senza influire sul capitale netto: l’accensione di
debiti di conto corrente e di mutui ipotecari; l’acquisto di
polizze assicurative; l’acquisto e la vendita (al costo storico)
di un terreno; la riduzione di un debito bancario...

• In accordo con il principio d’omogeneità, la contabilità


riporta esclusivamente quei fatti che possono essere
espressi in termini monetari.

• Gli eventi che non rappresentano transazioni, pertanto, non


sono rilevati dalla contabilità. Ad es.: un cambio di valore di
mercato dei terreni; avviamento realizzato ma non
acquistato; la trasformazione dell’azienda da impresa
individuale a società di capitale.

63
Capitale di funzionamento e di finanziamento
Il capitale di funzionamento o di gestione rappresenta le fonti di
finanziamento, ovvero i flussi che raggiungono l’azienda per
alimentare la propria attività: = capitale proprio + capitale di
finanziamento (ovvero le passività anche dette capitale di terzi).

Il capitale di funzionamento è, quindi, il sistema di valori +/- che


esprimono il valore delle condizioni patrimoniali di un’azienda.

Regole giuridiche indicano che non si possono contabilizzare beni che


non hanno avuto scambi con terze economie. Nel capitale di
funzionamento, pertanto, non sono valorizzati gli invisible assets:
- competenze risorse umane
- elementi patrimoniali immateriali.

Per una loro valutazione si ricorre al concetto di capitale


economico, che è maggiormente orientato al futuro e lascia
presupporre la capacità dell’azienda di produrre reddito nel tempo.
• Il capitale di funzionamento è inadeguato ad esprimere
correttamente il valore di un’azienda poiché la sua
determinazione è condizionata dalle finalità del bilancio di
rilevare il reddito di esercizio nel rispetto dei principi di
competenza e di prudenza.
• Pertanto non riesce normalmente ad esprimere quanto possa
valere l’impresa alla luce delle sue prospettive future.

• Ad es., valutare le attività al costo storico senza


considerare (se non eccezionalmente) eventuali incrementi
di valore e la difficoltà nell’iscrivere beni che sono pur
generatori di utilità futura, quali gli intangibiles, il cui valore
va ad aumentare la dotazione patrimoniale dell’impresa.
65
• Il capitale economico è la grandezza comprensiva di ogni elemento in
grado di contribuire alla futura generazione di valore; in altri termini
rappresenta il valore di mercato dell'azienda determinatosi
nell’ambito delle negoziazioni (compravendite).

• L’eventuale effettuazione delle rettifiche al capitale di funzionamento


non farebbe pervenire comunque alla determinazione di un’entità
razionalmente definibile “capitale economico”, in quanto si
giungerebbe comunque ad un valore dato dalla somma algebrica dei
valori attribuiti a singole componenti patrimoniali. Il capitale
economico è, al contrario, “un valore unico, risultante dalla
capitalizzazione dei redditi futuri”.

• Capitale economico - Capitale contabile = avviamento


• L’avviamento (infra) non è un’attività, a meno che non sia stato
pagato (acquistando un’azienda).
66
L’AVVIAMENTO

solitamente definito come differenza tra market e book value,


anche rappresentativo del valore delle attività intangibili o
capitale intellettuale in senso lato

Esempio.
Rossi spa acquista la società Y spa pagando € 1.400.000 in contanti. Le
attività di Y sono valutate in €1.500.000 e le passività in € 500.000.

Attività 1.500.000
Passività (-) 500.000
Capitale netto 1.000.000
Prezzo d’acquisto 1.400.000
Avviamento 400.000
§

Potrebbero piacerti anche