Sei sulla pagina 1di 25

DIRITTO DELLE BANCHE

Le ragioni della regolazione:

Il settore finanziario è quello più regolato inoltre la sua regolazione muta più frequentemente,
sia il TUF che il TUB viene modificato ogni anno.
Il mercato finanziario è il luogo in cui si incontra la domanda e l’offerta di un bene specifico/
particolare che è il “denaro”, mentre i mercati quelli ordinari prevedono che lo scambio sia
regolato con una corrispettività dove abbiamo da un lato il trasferimento di un bene specifico
e dall’altro il pagamento di un corrispettivo che normalmte è misurato attraverso l’unità di
misura che è il denaro, in cui un determinato soggetto attribuisce a un determinato bene/
servizio.
Questa attribuzione di valore attribuisce un determinato livello di prezzo attraverso la
molteplicità degli scambi…
Com’è possibile avere sia come oggetto di scambio e sia come unità di misura (corrispettivo)
“il denaro”?
Bisogna specificare qual’è l’oggetto del mercato finanziario perchè non è solo il denaro ma
entrano in gioco anche altri elementi, un elemento in particolare è il “fattore tempo”.
es. contratto di mutuo in cui il mutuante cede una quantità di denaro al mutuatario che si
impegna a restituire la medesima quantità di denaro a un determinato tempo/scadenza.
Inoltre entra in gioco la remunerazione del fattore tempo che è l’interesse/corrispettivo di un
servizio/bene.
Tutti i beni che sono oggetto del mercato finanziario possono essere ricondotti a una
composizione di denaro e altri fattori in particolare che è il fattore tempo.
Un altro fattore importante è il “fattore rischio”, questi fattori e beni vengono incorporati nei
contratti giuridicamente sono prodotti o strumenti finanziari.
Quindi questi strumenti e prodotti si riferiscono a dei contartti che incorporano un
trasferimento di denaro con altri fattori e l’eventuale remunerazione
Es. Il fattore tempo e il fattore rischio si combinano tra di loro per determinare quella che è la
tassonomia dei prodotti finanziari (azioni, obbligazioni, scontro bancario, factoring, leasing…)
Conclusione: nel mercato finanziario si incontra la domanda e l’offerta di prodotti finanziari
che riguardano gli strumenti
Rappresentazione del mercato finanziario

2 soggetti
e
8

Soggetti in surplus: che Soggetti in deficit: che hanno


possiedono un surplus di denaro, tipicamente l’esigenza di denaro
Intermediari
Tipicamente sono le famiglie, che che sono :
dovrebbero avere un supero -Pubblica amministrazione
tra le disponibilità e quello che -Imprese (organizza fattori
consumano che sarebbe il produttivi per realizzare dei output
risparmio. da collocare sul mercato, nella
loro organizzazione bisogna
raccogliere tutti gli elementi che
servono per poter produrre che
generano una disponibilità di
denaro)

Il denaro è un bene fungibile cioè non specifico il suo valore si esprime nella sua
quantificazione.
Bene non fungibile: quadro
Dal punto di vista economico il denaro è incorporato in specifici contratti che hanno
determinate caratteristiche in base al fattore tempo o al fattore rischio.

L’incrocio tra domanda e offerta avviene secondo 2 modelli:


1) modello dell’Intermediazione bancaria: il risparmiatore (surplus) cede denaro alla banca
tipicamente sotto forma di deposito e la banca remunera il risparmiatore con un corrispettivo
quantificabile in interessi, le banche raccolgono il denaro da chi ha l’eccedenza di denaro per
erogare il credito andando a soddisfare una determinata tipologia di domanda di risorse
finanziarie che tipicamente è quella delle imprese.
È solo la banca che si interfaccia con il risparmiatore e l’investitore infatti, è un attività
esclusiva della banca che viene definitia un intermediaria in senso forte ovvero avere la
propria cesura/separazione tra il lato dell’offerta e della domanda.
Inoltre il risparmiatore è garantito dalla presenza in senso forte della banca e quindi non corre
il rischio di insolvenza.
Mentre tra banca e impresa c’è la presenza del rischio e dall’altro lato abbiamo la
trasformazione delle scadenze.
Il risparmio che si detiene in banca è poco remunerativo per il risparmiatore mentre per
l’impresa l’intermediazione bancaria è costosa ed il costo è dato dallo spread differenziale tra
il tasso di interesse di remunerazione del risparmio dei clienti della banca e il tasso di
interessa applicato all’erogazione del credito.

2) modello dell’accesso diretto al mercato dei capitali, in cui il processo diretto induce a
realizzare la presenza di un determinato numero di intermediari.
Incontro di domanda e offerta senza la presenza di intermediari, in cui l’investitore acquista
prodotti finanziari che sono tendenzialmente emessi dall’impresa che raccoglie il risparmio
(es. azioni e obbligazioni).
Ciò non comporta dei costi per l’intermediazione bancaria e il risparmiatore che diventa
investitore ha la possibilità di ottenere maggiore remunerazione.
Nel modello precedente abbiamo una trasformazione del prodotto (trasformando rischio e
scadenze) mentre in questo modello ciò che viene venduto è ciò che viene acquistato.
Nel primo modello il risparmiatore sa bene che cosa acquista (che cos’è il deposito) e non gli
interessa che cosa succede oltre il muro della banca mentre nel secondo modello il
risparmiatore riceve una maggiore remunerazione ma supporta il rischio che non viene
trasformato quindi sottoscrive dei prodotti che richiedono una certa conoscenza, esperienza e
comprensione adeguata del livello di rischio in quanto si trova in una situazione di
ASIMMETRIA INFORMATIVA.
La società emittente dei prodotti finanziari che produce informazioni che possiede solo lei si
pone ad una posizione superiore rispetto a colui o colei che non conosce questi prodotti
Nel primo modello non è presente l’asimmetria informativa.

Conseguenza a
dell’asimmetria informativa tra domanda e offerta di risorse finanziarie nel
modello disintermediato comporta la necessità della REGOLAZIONE, quindi un intervento
normativo.
The market for lemons (George Akerlof)

Per comprendere la razio dell’intervento normativo possiamo prendere in considerazione un


modello scientifico-economico realizzato da uno studioso americano di nome AKERLOF che
ha studiato negli anni 70 e ha pubblicato uno studio sul journal economics intitolato “THE
MARKET FOR LEMONS”, in particolare ha studiato il mercato delle auto usate e sente
erogato sul motivo per cui le auto usate hanno un prezzo significativamente inferiore rispetto
al prezzo delle auto nuove.
Akerlof afferma che il motivo è dato dall’asimmetria informativa perché se ipotizziamo che ci
siano sul mercato delle auto usate dei venditori onesti, disonesti e mediamente onesti
abbiamo:
• Il venditore onesto dell’auto vende a 100$ ciò che vale 100$
• Il venditore disonesto vende a 100$ ciò che vale 0$ (lemon=bidone)
• Il venditore mediamente onesto vende a 100$ ciò che vale 50$

Problema chi si pone dal lato dell’acquisto si trova in una situazione di asimmetrie
informative perchè non sa se il venditore è onesto, disonesto o mediamente onesto.

Conseguenza= l’agente razionale sconterà l’asimmetria informativa in termini di prezzo e


quindi sarà disposto ad offrire per l’acquisto di un auto ciò che è la media del valore intrinseco
dell’auto scontando il fatto di non sapere che tipo è il venditore e quindi offrirà per esempio
50$ per comprare l’auto e non 100$ e ciò comporta sul mercato la realizzazione della
“selezione avversa” cioè verranno buttai fuori dal mercato i migliori cioè i venditori onesti.
Inoltre con questo sistema verranno buttati fuori anche i venditori mediamente onesti perché
offriranno 25$ al posto di 50$
Inoltre si crea quello che è il market failure senza l’intervento esterno, il mercato non riuscirà
a creare dei anticorpi per essere efficiente ma finirà per fallire.
L’asimmetria informativa determina il fenomeno di selezione avversa lasciando solo i
venditori disonesti inoltre e determina anche un altro fenomeno che è “l’azzardo morale”,
cioè la tendenza dei venditori a non migliorare la propria condotta nella successiva vendita
perchè non ce nessuna funzione di segnalazione (separare chi è quello onesto e quello
disonesto).
Soluzione B
per superare il problema dell’asimmetria informativa è quella di attribuire un
segno distintivo (es. il marchio), così tutti sanno che se comprano un prodotto di quel
produttore per effetto del comportamento nel tempo e della reputazione che si è creato, il
compratore non prenderà un lemon=fregatura ma sa che avrà delle determinate
caratteristiche di qualità (es.Prada).

Per altri mercati tipicamente il mercato dei consumatori c’è la garanzia del bene che c’è per
legge non è il mercato che si autoregola.

Nei mercati laddove i prodotti sono complessi ovvero dove l’assiemtria informativa è più forte
non viene neppur risolta dalla condotta dell’acquirente perché bisogna affrontare dei costi per
ricevere determinate informazioni (telaio ha avuto dei incidenti, modello ha dato problemi in
precedenza), che porta ad un altro fenomeno cioè che il prodotto informazione è un prodotto
non escludibile

Esempio: i fari sulla costa sono di proprità pubblica (dello stato), il faro produce informazione
ovvero segnala con la propria luce un pericolo per i naviganti però non si è mai creato un
mercato dei fari pur essendo un bene utile. Il tema è quello del free riding cioè se io
navigatore sono disposto a pagare per avere quell’informazione il problema non sarà soltanto
riservata a me ma potranno beneficiare tutti quanti (tutti i concorrenti) e porterebbe ad un
fallimento del mercato e nessuno avrò l’interesse di pagare perchè aspetteranno che lo faccia
un altro.
Ecco perché pur essendo utile quel tipo di bene e informazione non esiste un mercato di tipo
privato ma è soltanto lo stato che ha altri interessi come per esempio evitare dei costi
successivi o dei rischi.

Inoltre in un contesto di asimmetria informativa non ha senso aspettarsi che il mercato agisca
con un azione di monitoraggio perchè quell’azione di monitoraggio che va a produrre quel
bene informazione non sarebbe proteggibile, purché nel momento in cui io vado ad
acquistare da quel determinato produttore perchè mi sono informato del bene, nel momento
in cui acquisto tutti gli altri sapendo che mi sono informato, sapranno che quel produttore è
onesto e quindi sfrutteranno la mia informazione.
In un contesto del genere l’agente razionale adotterà un atteggiamento di “apatia razionale”
cioè non si informa, non agisce o non si attiva per ottenere informazione.
Tipicamente la dottrina di analisi economica del diritto deduce la necessita di un intervento
normativo perchè il mercato (diretto senza intermediari) da solo non ha dei meccanismi/
anticorpi autonomi per reagire contro l’asimmetria informativa che determina il fallimento del
mercato.

Mercati degli intermediari finanziari e l’asimmetria informativa

Ci sono dei soggetti che a fronte a dei servizi che riguardano il fatto di distinguere il soggetto
onesto, disonesto e mediamente onesto, questi soggetti sono gli intermediari finanziari e non
bancari.
Non riguarda la banca perchè l’intermediario finanziario è un intermediario in senso debole,
non si frappone tra domanda e offerta per trasformare il rischio e le scadenze perchè il rischio
e il prodotto viene direttamente acquistato dall’investitore/risparmiatore che supporta
interamente il rischio.
l’intermediario offre un servizio (es. consulenza, gestione patrimoniale) di investimento,
supporta attraverso la proprio capacita e conoscenza i risparmiatori/investitori nei corsi sul
mercato dei capitali, dove evidentemente il costo di monitoraggio da parte degli intermediari
finanziari hanno senso in quanto operano su masse che rendono razionale questo
comportamento.

Problema E
si riprodurrà a livello inferiore il medesimo problema di asimmetria informativa
che è a ramo del livello superiore (io non so chi sono gli intermediari onesti, disonesti e
mediamente onesti).

Soluzione Occorre un intervento normativo per evitare un altro fallimento del mercato che è
.

la regolazione degli intermediari finanziari, infatti il mercato finanziario è quello più


regolamentato.
I mercati dei capitali hanno due caratteristiche ulteriori per cui si rende necessaria la
regolazione (l’intervento dello stato):

·
I loro prodotti finanziari sono complessi, È un settore estremamente delicato
in cui i costi per la produzione per un economia di un paese.
dell’informazione sono molto elevati Il funzionamento efficiente di un
mercato di capitali senza che ci sia
l’asimmetria informativa, costi di
monitoraggio e costi transativi è
evidentemente decisivo per
l’evoluzione di un paese.
Una delle funzioni del mercato di
capitali è quella di allocare le risorse
finanziarie che sono scarse, che sono
risorse in eccesso alle famiglie e
fornirli alle imprese.
A parità di input il mercato dei capitali
è in grado di produrre il migliore
output e quindi seleziona i soggetti
virtuosi che su di essi alloca le risorse
tipicamente scarse cioè quelle
finanziarie.

Non basta l’autoregolazione del mercato degli intermediari finanziari i quali, hanno bisogno a
loro volta della produzione dell’informazione da parte dei soggetti emittenti.
Se ci si pone sul mercato dei capitali gli imprenditori sanno che devono essere trasparenti
rispetto ad altri imprenditori perchè la legge glielo impone (es. pubblicare bilanci più frequenti,
dare informazioni rilevanti sotto il profilo del prezzo etc..) sono meccanismi imposti dal
legislatore ai soggetti emittenti per produrre informazioni a basso costo affinché il mercato sia
efficiente dal punto di vista informativo TEORIA DEL CAPITALE EFFICIENTE

Tutto questo è per spiegare la logica della regolazione per esempio la trasparenza e la
necessità di un intervento tra emittente e investitori e intervento tra intermediari e privati.
Regolamentazione del mercato bancario

Lo svolgimento dell’attività bancaria prevede che sia regolamentato sia nell’accesso allo
svolgimento dell’attività bancaria e sia nel suo svolgimento.
Questo perchè si da per scontato che lintermediario sia solido e gestito in modo sano e
prudente in quanto riesce a trasformare i rischi e le scadenze.
Se fosse instabile la posizione del risparmiatore che deposita i suoi risparmi sul c/c si pone il
rischio di credito.
Ecco perché tendenzialmente nei mercati moderni è fondamentale la regolamentazione in
materia di stabilità bancaria (es. parametri di liquidità, regole alla composizione del
patrimonio etc…).
Questo è dovuto anche dalle conseguenze del fallimento delle banche che sono gravi dal
punto di vista economico e sociale.

Conclusione di questa teoria classica dell’intervento regolatorio: necessità di


regolazione, perché il mercato finanziario svolge una funzione centrale nell’ambito del
contesto di un economia di mercato capitalistica sia dal punto di vista allocativo e informativo
e la necessità di superare cuò che sono i fallimenti di mercato dovuti alla presenza di
asimmetria informativa e le cosiddette esternalità negativa di fallimenti bancari.

Teoria public choice di George Stigler

Studioso degli anni ‘80 il quale afferma che l’intervento normativo non è dettato solo da
esigenze di tutale dei soggetti deboli, ma anche da soggetti già presenti sul mercato e che
quindi traggono beneficio da una regolamentazione stringente perchè ciò rende difficile
l’ingresso dei nuovi operatori.
Si crea un fenomeno di “CATTURA DEL REGOLATORE”, il regolatore non è autonomo nel
dettare le norme ma è influenzato da quelle che sono le spinte dei soggetti regolati, spinte
che sono dettate da interessi privati per evitare ingressi di nuovi operatori.
Le caratteristiche della regolamentazione

• Alto tasso di contenuto tecnico: norme complesse, neanche il parlamento riuscirebbe


a modificare e emanare leggi in materia perchè l’iter di approvazione è troppo lungo e in
più hanno competenze a livello pubblico

• Carattere internazionale dell’attività: il mercato non si limita al confine nazionale a


differenza dei parlamenti che legiferano con riferimanto al territorio sovrano nei limiti di
sovranità nazionale.
Le norme elaborate in questo settore devono tenere conto della dimensione
internazionale e lo fannno o attraverso soggetti sovranazionali (l’unione Europa), oppure
adeguarsi alla dimensione internazionale prevedendo che certe normative siano realizzate in
conformità in certi standard sia tecnici che regolatori internazionali

• Forte variabilità del fenomeno economico : variazione delle norme che necessità di
regolazione, e quindi di un intervento tempestivo

• Necessità di un’attività di enforcement pubblica : le norme che regolano i rapporti tra


privati es.contratto di compravendita prevede che non sia la polizia ad interessarsi se il
compratore paga o no se non si rispetta la norma, il soggetto interessato ricorrerà alla
giustizia e l’impulso spetta esclusiva all’ente privato. Se il privato non vuole reagire lo
stato non agisce d’ufficio perchè allo stato non interessa.
Nel contesto di un mercato di capitali è diverso per varie ragioni e ciò prevede un
enforcement di tipo pubblicistico cioè dettato dall’alto, pubblico come impulso e continuo
come controllo (VIGILANZA).

Quali sono le conseguenze ?


STANDARDS AND RULES

La legislazione ha delle caratteristiche specifiche anche nella propria tecnica.


Le norme che detta il legislatore finanziario necessariamente si deve adeguare a quanto
specificato prima e quindi abbiamo 3 elementi:

1. La tecnica legislativa opera utilizzando sia emanando principi (standards ) e sia


emanando delle norme di dettaglio.
L’emanzaione di principi soffre di alcune conseguenze negative per esempio la loro
attuazione
Esempio: è vietato superare il 130 km/h in autostrada la norma proibisce un’azione specifica,
inoltre può non essere efficiente o troppo punitiva questa norma perchè se la strada è vuota o
trafficata potrebbe porre dei vantaggi e svantaggia. Guidare con prudenza è uno standard,
ciò comporta un costo per elaborare e verificare l’applicazione dello standards mentre dal
punto di vista di efficienza c’è maggiore certezza con regole precise e risparmio dei costi

Conclusione: troviamo delle regole di dettaglio affiancate a dei principi generali perchè la
combinazione di queste due è una tecnica utilizzata dal legislatore in questo settore

2. La legislazione in questo settore non è originata dall’iter ordinario (parlamento) ma


abbiamo una delegazione ad altri soggetti, quindi normative di tipo secondario e non
primario.
Questo settore finanziario è soggetto sia sotto il profilo della produzione delle regole e sia
sotto il profilo della sua attuazione enforcement, a differenza di altri settori economici che
hanno una forte incisiva attività politica-amministrativa esercitata da specifiche autorità che
sono sia preposta alla determinazione delle regole e sia al controllo delle stesse.
Esempio: nel mercato delle borsette è il mercato che determina chi sono gli operatori
efficienti non c’è un autorità specifica mentre nel settore finanziario non è così per
l’asimmetria inomativa, i costi di monitoraggio sono troppo alti o è troppo costoso il
fallimento….
3. L’intervento di Enforcement di soggetti che hanno un origine di pubblica amministrazione le
cosiddette autorità indipendenti
AUTORITÀ DI VIGILANZA

Sono soggetti che sono parte della pubblica amministrazione (dello stato) ma sono
indipendenti dal governo e dal potere politico, per cerare separazione tra il potere esecutivo e
il governo dell’economia.
Quindi le authorities svolgono un’attività di vigilanza che sono:
1.VIGILANZA INFORMATIVA : attività di controllo, impone ai soggetti vigilati la diffusione di
informazione alle autorità i quali possono chiedere che una determinata banca pubblichi
determinate informazioni o che le comunichi riservatamente alle autorità per svolgere l’attività
di controllo
2.VIGILANZA REGOLAMENTARE : attività regolamentare (produzione di norme secondarie)
come per esempio i regolamenti CONSOB o la circolare 285 di banca Italia che è
regolamentato in base a dei principi espressi da norme primarie (TUF e TUB).
3. VIGILANZA ISPETTIVA : riguarda ispezioni periodiche da parte delle autorità per verificare
il corretto rispetto della normativa e possono esprime un giudizio senza rilievi o con rilievi che
portano a dei provvedimenti gravi che è connesso all’ Irrogazione di sanzioni che è un potere
di queste autorità.
• Emanare norme
Sono soggetti a responsabilità
• Applicarle es.consob sanzionata per non
• Verificare l’attuazione aver svolto queste attività di
vigilanza correttamente
• Irrogare la sanzione
Vigilanza Sanzionatoria

Solo i soggetti autorizzati che hanno una licenza bancaria da parte delle autorità indipendenti
hanno la possibilità di entrare nel mercato e operare.

La situazione della crisi degli intermediari è soggetta alla vigilanza delle autorità e non solo ai
tribunali perchè il rischio è che il fallimento di un soggetto per esempio bancario si propaghi al
sistema ed è ciò che il regolatore vuole evitare
Gli obbiettivi delle autorità di vigilanza

Efficienza e correttezza
Stabilità Trasparenza (concorrenza)
del sistema bancario e è legata particolarmente efficienza per gli operatori
finanziario quindi stabilità delle all’asimmetria informativa, quindi bancari/finanziari perchè
istituzioni dei singoli enti vigilati e svolge l’attività di allocare
trasparenza informativa. Tutte le
stabilità del sistema nel suo le risorse in maniera
imprese sono soggette a
complesso. efficiente.
determinati obblighi informativi a Non è solo efficienza
I rischi devono essere maggior obblighi informativi lo
adeguatamente presidiati allocativa ma anche
sono soggette di più le imprese efficienza operativa degli
sopratutto per i fattori forti commerciali es. registro delle
(banche), per garantire la fiducia stessi intermediari non
imprese mentre per le aziende esiste più un principio di
ai risparmiatori.
bancari e efinanziarie lo finalità di interesse
Inoltre per stabilità si intende il
fatto di evitare crisi dei singoli
richiedono di più sia nei confronti pubblico, le banche non
enti vigilati ovvero gli effetti delle autorità di vigilanza e sia nei sono enti dello stato ma
domino (es. crisi 2008 oppure confronti nel pubblico. sono imprese e come tali
crisi 2020-2021)la crisi di un ente Ciò non riguarda solo il soggetto operano sul mercato
bancario si propaga anche con come per esempio il bilancio ma secondo un regime di
altri enti bancari perchè è un anche nei rapporti contrattuali con concorrenza ed è un bene
sistema interconnesso. i clienti per esempio la disciplina così perchè la concorrenza
Quindi sana e prudente gestione sulla trasparenza bancaria, e è un elemento positivo
non solo rispettosa delle norme impongono se per esempio la perchè impone agli
ma tale da potere controllare i operatori di operare con
banca vuole modificare una
rischi che sono connessi alle prudenza e efficienza
clausola deve comunicarla.
attività sia imprenditoriale e sia perseguendo il massimo
all’erogazione del credito rendimento per il proprio
capitale investito.
Fino al 2005 si è ritenuto che la finalità della stabilità sia in contrasto con la finalità della
concorrenza e cercavano di far prevalere la stabilita che la concorrenza.
Fino alla fine degli anni ‘80 si parlava della foresta pietrificata, perchè il sistema bancario era
inprontato all’immobilismo del sistema, per aprire uno sportello bancario cera bisogno
dell’autorizzazione della banca di Italia che la concedeva con fatica perchè una maggiore
concorrenza del sistema bancario significava maggiore rischi.
Avere un sistema bancario immobile significava che le banche erano poche e c’era poca
trasparenza ed era quasi impensabile cambiare banca ed era poco concorrenziale infatti era
costoso.
(Legge 262 del 2005 legge sul risparmio che ha cambiato il sistema.)
Questi obiettivi vengono perseguiti con l’attività regolamentare, informativa e ispettiva e
sanzionatoria
Il modello per soggetti:
L’attività di vigilanza può essere impostata in modo da Il modello per attività:
attribuire la competenza per la vigilanza ad un’autorità Prevede che la competenza della vigilanza sia
all’altra in funzione della categoria di soggetto di attribuita in funzione dell’attività svolta (attività
appartenenza bancaria, assicurativa, finanziari),
(Es. Autorità di vigilanza competente per le assicurazioni o Funziona bene se c’è una corrispondenza biunivoca
banche o investimento) tra attività e soggetto, diversamente ci sono dei
Vantaggio: la chiarezza, del sistema se io sono una banca problemi di interferenze.
so a chi rivolgermi
Svantaggio: questo sistema funziona molto bene se le
banche svolgono soltanto l’attività bancaria ma nella realtà
la banca non svolge solo l’attività di raccolta di risparmio e
erogazione del credito ma una pluralità di funzioni.
(Es. Offrono servizi di investimento, all’interno del gruppo
ci sono intermediari assicurativi etc.. ).
Conseguenza: la medesima attività sarebbe regolata e
attribuita ad un autorità di vigilanza differenti a seconda di
quale sia il soggetto che lo svolge.
Ciò porterebbe una potenziale disparità concorrenziale
perché le autorità differenti possono avere regole differenti
e seguono dei meccanismi differenti
Sistema bancario
Sistema assicurativo

I diversi modelli di vigilanza

Il modello per finalità: Il modello accentrato:


È il modello prevalente in Europa. Era molto considerato negli anni ‘90 ma che poi
È un modello che prevede che ciascuna ha perso progressivamente per varie ragioni
autorità di vigilanza presidia il suo obbiettivo anche se rimane in Germania e Svizzera.
a prescindere sia di quale sia il soggetto che È un modello in cui c’è un’unica autorità di
svolge l’attività e sia l’attività svolta. vigilanza che si occupa di vigilare l’intero
Questo modello è quello prevalso in Italia, mercato finanziario inteso in senso lato.
Problema: essendo solo un’autorità di vigilanza
anche se è un modello ibridino perchè è
deve diversificarsi e organizzarsi e quindi
misto per finalità e soggetto.
problemi che sorgono a livello interno
Art. 5 del TUB E TUF, “la banca d’Italia si
occupa di presidiare la stabilità del sistema
mentre la consob si occupa della
trasparenza e correttezza ma con riferimento
all’attività bancaria è la banca di Italia che è
competente sia per la sana-corretta gestione
e sia per la trasparenza e correttezza”
Mercato finanziario
Lettura responsabilità della CONSOB

Riguarda una sentenza della Cassazione (organo supremo giurisdizionale con due gradi di
merito cioè che i giudici si pronunciano sia del fatto che del diritto, ed è di terzo grado cioè
che oltre non c’è nulla).
il caso in cui il tribunale ha accolto le richieste risarcitorie di investitori che hanno perso il
proprio patrimonio ritenendo che la CONSOB ha avuto una responsabilità rispetto all’effetto
pregiudizievole posto in essere dall’intermediario che si è comportato scorrettamente.
Il fatto alla base riguarda questi signori che hanno investito delle somme affidandole ad una
società commissionaria che era un’impresa di investimento che aveva un’autorizzazione
inizialmente ad adoperare ai cosiddetti “grida delle borse” ovvero, quando le borse erano
fisiche dove alcuni soggetti erano ammessi a partecipare fisicamente alle chiamate ma era
ammessa alle contrattazione formulare e avanzare proposte di acquisto o vendita rispetto a
titoli negoziati sul mercato per conto dei proprio clienti.
Questi signori avevano affidato queste somme al sig. Girardi, che ha chiesto e ha ottenuto
l’autorizzazione di operare come SIM che sono le società di intermediazione immobiliare che
sono state introdotte in Italia nel 1991, per avere l’autorizzazione bisognava presentare dei
documenti alla CONSOB e ricevere la conferma da loro.
I signori che avevano affidato le somme alla commissionaria Girardi che poi è diventata
Girardi SIM, dicevano che hanno perso tutto perchè poi la SIM è fallita, e dicevano che la
responsabilità non era solo della SIM ma anche della CONSOB perchè nell’autorizzare
l’apertura della SIM non è stata impedita che avrebbe impedito il fatto dannoso.
In primo grado viene condannata la CONSOB con certe limitazioni
In secondo grado viene confermato la responsabilità della CONSOB
La CONSOB prova a fare ricorso per cassazione lamentando sostanzialmente che le norme
non prevedevano degli oneri di controllo tali da determinare queste conseguenze che gli
investitori chiedevano.
In realtà la cassazione afferma in base all’art.2043 del c.c. “chiunque compie il fatto colposo o
doloso e provoca un danno ad altri soggetti è tenuto a risarcire il danno”.
struttura dell’extra-contrattuale prevede che ci sia una condotta omissiva o commissiva che ci
sia un pregiudizio nei confronti di un altro soggetto e che ci sia un nesso causale tra la
condotta e il danno. Condotta deve essere doverosa che non è stata tenuta con colpa o dolo
La dimensione internazionale della vigilanza

Nazionale (banca di Italia, Consob e Eivas).


Per il settore bancario c’è l’autorità di vigilanza che è il M.E.F. (ministero dell’economia e
finanze)+ C.I.C.R.(Comitato internazionale del credito e risparmio ) che sono autorità che
hanno una caratteristica ovvero che fanno parte del potere esecutivo il MEF fa parte del
governo essendo un ministero mentre il CICR è un comitato interministeriale quindi formato
da più ministri e quindi, non sono indipendenti e questa è una eccezione perchè il sistema
bancario è estremamente rilevante per un paese.
MEF :
materie inerenti alla caratteristiche e qualità dei membri, dei consigli di
amministrazione delle società intermediarie che operano nel mercato bancario e finanziario
CICR ⑤
Opera come organo sovraordianto rispetto alla banca di Italia con potere di
coordinamento.

Tra le autorità di vigilanza dei vari paesi c’è un coordinamento tra di loro.
Prevedono obblighi di coordinamento tra le autorità dove vi siano fenomeni internazionali
es. intermediario italiano che svolge attività all’estero in questo caso si prescrive che l’autorità
di vigilanza nazionale si coordina con le autorità di vigilanza del paese di competenza inoltre
si prevede che le autorità di vigilanza nazionale isperino la propria azione anche al
coordinamento degli organi internazionali.
VIGILANZA EUROPEA ⑤SìÀïÀ
In ambito europeo il trattato prevede la libertà di circolazione sia
delle persone giuridiche e sia dei capitali.
Finché la vigilanza sia fondamentalmente nazionale c’è una crescente attività di
coordinamento storicamente crescente tra le autorità di vigilanze europee perchè non si ha
libertà di circolazione se le regole sono diverse e se sono applicate diversamente per avere
un mercato unico di capitali.
Oggi abbiamo un mercato unico bancario con certi limiti ma c’è un maggiore grado di
integrazione in ambito bancario e minore in ambito nel mercato dei capitali ma attendere c’è
la volontà dell’UE di raggiungere un mercato unico di capitali.
Nel tempo si è assistito alla necessita di uniformare le azioni di vigilanze delle diverse autorità
di vigilanza europee, attività di coordinamento che prima è stata svolta attraverso la
introduzione di comitati di cui facevano parte le autorità di vigilanze nazionali che sarebbe la
procedura Lamfalussy (passato), era uno schema per procedere ad un avvicinamento delle
legislazioni.
Oggi ai comitati di Lamfalussy si sono sostituite dopo la crisi del 2007-2008 le cosiddette
autorità di vigilanza europee o meglio definito come sistema europeo di vigilanza
finanziario (ESFS) “European system of financial supervision”, questo sistema origina dalla
crisi del 2008 è stato introdotto che il sistema europeo di vigilanza finanziario non poteva
basarsi su un semplice coordinamento come nel sistema lam. Ma dove a essere improntato a
una maggiore attività di vigilanza basato su 2 pilastri:

1) ESRB: vigilanza macroprudenziale le autorità di vigilanza si occupavano della stabilita dei


singoli enti vigilati ma non avevano la visione di insieme e quindi era necessario intoridurre
un ente che si occupassi dei possibili rischi sistemici

2) ESAS: che si occupano della vigilanza micropurednziale e si dividono secondo il modello


ESAS
per soggetti e prevedono la presenza di 3 autorità di vigilanza:
• EBA, era a Londra ma dal 2019 a Francoforte
• EIOPA, assicurazione dei fondi pensione sede a Francoforte
• ESMA, sede a Parigi e si occupa essenzialmente dei mercati finanziari
Queste 3 vigilanze sono le eredi dei comitati di Lamfalussy che hanno caratteristiche e poteri
propri diversi dalle autorità di vigilanze nazionali perchè le autorità di vigilanza europeee non
hanno la vigilanza delle singole imprese, banche… di quello si occupa l’autorità di vigilanza
nazionale che sono NCAS.
Queste autorità di vigilanza Europa coordinano, regolamentano e vigilano sull’attività di
vigilanza svolto dalle singole autorità di vigilanza nazionale.
(Esempio: ESMA vigila che la CONSOB dia una corretta attuazione della normativa europea
e che coordini la propria azione con le altri autorità di vigilanza europee nel caso di contrasto
tra autorità di vigilanza risolve il contrasto… )
Tendenzialmente hanno delle competenze sovraordinate rispetto alle autorità di vigilanza
nazionale particolarmente all’ESMA per le agenzie di rating è di sua competenza.
Inoltre hanno l’obbligo di verificare il rispetto da parte delle autorità nazionali le normative
europee per uniformare la legislazione nazionale a quella europa per avere un mercato unico
europeo.
BCE nata nel 2011, ha una competenza sovranazionale ed è introdotta come autorità di
vigilanza direttamente competente sulle banche significant cioè quelle banche che hanno una
dimensione sovranazionale + banche less significant per esempio per certe autorizzazioni.

BCE è Competente sugli stati membri che hanno adottato l’€.


L’attività bancaria e finanziaria

Cenni storici ⑳ ciò che è contenuto nel TUB è frutto dell’evoluzione storica. Fino al
medioevo, il concetto di banca non esisteva ed emerge questo concetto quando c’è la figura
del commerciante che nasce nel basso medioevo ovvero XI-XII secolo e storicamente lo
collocano in Italia.
Nasce collegato all’esigenza dei commercianti per il fatto che avevan bisogno di disponibilità
di moneta ed effettuare pagamenti in luoghi diversi e in tempo diverso.
Banca deriva da “banco” che sarebbe il banco del commerciante dove si stipulavano queste
contrattazioni dove si arrivava a cambiare moneta per consentire il fiorire dei traffici
commercianti.
Il vero periodo in cui nascono le banche fu nel 1800, intesa come raccolta del risparmio/
deposito del denaro dei privati/commercianti per effettuare operazione di prestito.
Questa attività alcuni erano specializzati nell’ emissione o cambio di moneta. Fino al 1926 i
soggetti che potevano battere moneta in Italia erano più di uno ed erano almeno 6 le banche
di emmissione cioè i soggetti che rilasciavano carta di moneta come impegno di pagamento
del possessore (es. lire), quella carta moneta era pagabile a vista dove le banche potevano
convertire la carta moneta in valore intrinseco e poi è arrivata la conversione in oro.
Nel 1800 non c’era ne una connotazione economica comune di banche ne una disciplina
generale di banche.
Dal punto di vista economico ci sono più soggetti che svolgono attività bancaria:
• Banche di emissione (es.banca nazionale, banca di Roma , banca di Napoli etc…)
• Banche private (addirittura persone fisiche) fino al 1926 c’era la possibilità di esercitare
l’attività bancaria anche da parte dei soggetti privati
• Banche specializzate nell’ esercitare crediti speciali (es. il credito erogato a fronte di una
figura giuridica “ pegno”. )
• Banche che svolgono attività bancaria in forma cooperative e che operano nel settore
agricolo che sono le casse rurali. Essenzialmente le banche raccoglievano risparmio per
erogare credito nel settore agricolo le cui eredi oggi sono le banche di credito
cooperative. Le casse rurali erano di origine cattolica e si contrapponevano con le banche
popolari anche esse organizzate in forma di Cooperativa che era laica la quale operava
nel settore del piccolo commercio della piccola industria.
• Casse di risparmio altra tipologia bancaria dedicata alla raccolta del risparmio e
erogazione di piccole somme di credito.
Sono evoluzioni per evidenziare quanto l’Italia in particolare e il mondo bancario del 1800
fosse pluralistico con la presenza di pluralità di soggetti che svolgono una pluralità di attività.
Quello che c’è oggi, prima non c’era ovvero la raccolta su grande scala di denaro per
l’erogazione di credito nelle varie forme, tipologie offerte da un unico operatore.

Sul piano giuridico per quanto riguarda la pluralità non c’era ne alcuna disciplina nel 1800
dell’attività bancaria e ne cenno nel codice dell’unità d’Italia che era il codice di commercio
che era presente dal 1885. Risulta qualche cenno nel codice di commercio del 1882 ma sono
norme che si occupano del fatto che chi svolge queste attività viene considerato imprenditore
commerciale questo è rilavante perchè un tempo in Italia sul modello francese si distingueva
tra un codice civile (si applicava ai rapporti tra privati ) e codice di commercio (si applicava
ai rapporti tra privati e commercianti ), per capire chi erano i commercianti bisognava andare
a vedere un elenco di atti di commercio che era nel art.3 del codice del commercio dell’82
e tra gli atti c’era anche per esempio l’erogazione del credito.
Un altro credito importante è il credito fondiario che è il credito che viene erogato a fronte di
una garanzia immobiliare es. mutuo fondiario. La prima disciplina del credito fondiario si ha
alla fine nel 1800 e poi in particolare in un testo unico del 1905 che è un testo che va
solamente a regolamentare questa attività bancaria, inoltre ci sono norme che si occupano
del credito agrario ma fino al 19926 non ce una disciplina genarle dell’attività bancaria.
Nel periodo fascista ce un forte sviluppo di opere infrastrutturali e quindi la creazione delle
banche per il finanziamento di opere infrastrutturali come per es. crediob.
Quindi fino al 1926 abbiamo credito specializzato, pluralismo delle imprese bancaria e
assenza di una disciplina generale.
A cosa si assiste a questo periodo?
Crisi bancaria
Abbiamo una serie di fallimenti delle banche che poi hanno delle ripercussioni sulla vita
sociale perché non c’era una disciplina sul risparmiatore e quindi se falliva la banca il
risparmiatore perdeva il suo risparmio e quindi per porre un rimedio nel 1926 viene emanata
una prima legge di legislazione bancaria e monetaria fortemente influenzata dalla politica
fascista sopratutto in ambito monetario.
Sul piano monetario nel 1926 viene centralizzata la facoltà di emissione di biglietti di banca e
viene riservata esclusivamente alla nascente Banca di Italia ed è proprio con questa legge
che viene centralizzato la facoltà di emissione per effetto della fusione di 3 banche
preesistenti (la banca nazionale del regno, la banca nazioanle Toscana e la banca Toscana di
credito ) che danno luce alla Banca di Italia, diverso dalla CONSOB che è un autorità creata
exlegge mentre la banca di Italia è erede di 3 banche private infatti la banca di Italia non e di
proprietà pubblica ma delle banche c’è un bilancio e un utile che viene distribuito.
Sul piano bancario la prima disciplina bancaria si occupa delle banche che assumono il nome
di aziende di credito che sono specializzate nella raccolta di depositi. Queste attività è
esercitata solo dietro ad un’autorizzazione discrezionale di una struttura di vertice di natura
politica infatti il ministero delle finanze che embrionalmente esercita una prima attività di
vigilanza avvalendosi della banca di Italia. Inoltre vengono introdotte per la prima volta con
questa legge, delle regole sul capitale minimo e sulle riserve obbligatorie, viene
disciplinata per la prima volta la crisi delle banche prevedendo una legge sul concordato
delle imprese bancarie e la disciplina della limitazione delle riserve viene poi estesa anche
ad altre forme bancarie in particolare alla casse di risparmio e monti di pietà. Non è una
disciplina particolarmente completa dal punto di vista organico ma la legge del 26 finisce non
per riformare l’attività bancaria ma per consolidare l’esistente quindi viene confermata la
situazione di pluralismo bancario (nascono nuove banche es. banca nazioanle del lavoro
come banca pubblica), inoltre viene rafforzata/ confermata la specializzazione per legge e
resta un’ampia facoltà di operatività da parte delle banche quindi non viene limita la loro
attività.
Viene solo introdotta una embrionale forma di vigilanza e vengono introdotta singole norme
funzionale a limitare i rischi della esposizione delle banche nella raccolta del risparmio e
nell’erogazione dei grandi fidi. Dopo la legge del ‘26, c’è la grande crisi del ‘29 che è
soprattutto una crisi bancaria, questa crisi è provocata dal fatto che le banche in particolare in
Italia e USA hanno avuto la possibilità di operare senza limiti nella cosiddetta attività
commerciale tradizionale (raccolta del risparmio e erogazione del credito ) senza particolare
limitazioni verso le imprese al contempo esercitando attività di investimento mobiliare, ciò ha
comportato al fatto che le banche avevano erogato credito a soggetti di cui avevano anche
larga parte di partecipazioni quindi in pieno conflitto di interessi erano al contempo titolari di
un crescente peso nel commercio
Al contempo ne erano le principali finanziatrici, questo ha portato alla sovraesposizione delle
3 banche private più importanti in Italia dell’epoca il banco di Roma, la banca commerciale e
il credito italiano che sono andate completamente in default perchè il fallimento delle attività
industriali hanno determinato non solo la perdita dell’investimento effettuato dalle banche ma
anche la perdita del credito, e ha determinato l’impossibilità di poter fare fronte alle richieste
dei clienti ovvero la cosiddetta “corsa agli sportelli” e conseguentemente il default della
stessa banca con effetto domino anche nei confronti di altre banche.
Quindi lo stato italiano nei primissimi anni 30 doveva fronteggiare la più grande crisi
storicamente rilevata del mercato bancario. Nessuna banca sarebbe in grado di soddisfare la
richiesta di tutti i risparmiatori di ritirare i propri denari, tutti si basano su un meccanismo di
fiducia del sistema e quindi della normale situazione per cui i depositanti lasciano i propri
valori presso le banche.
Lo stato deve intervenire salvare le imprese bancarie perchè senza un sistema bancario
nessuna economia può reggere, iniettando prima grandi somme di denaro per consentire la
continuità delle liquidità alle imprese bancarie e infine sostituendosi alle proprietà delle
banche procedendo alla nazionalizzazione delle banche cioè le banche dopo la crisi degli
anni 30 diventano sostanzialmente di proprietà pubblica.
Qui si collocano una serie di normative a livello internazionale in Italia la legge bancaria del
1936 e negli USA è l’epoca in cui vengono emanate le norme di separazione della banca
commerciale dalla banca di investimenti ovvero il cosiddetto “Glass Steagall Act”, che è
rimasto in vigore fino al 1999, ed è l’epoca dove nascono anche le grandi autorità di controllo
la SEC nasce nel 1933 per vigilare anche sull’attività di mercato immobiliare.
In questa epoca nasce sia l’IRI (istituito di costruzione industriale) e sia l’IMI (istituito
immobiliare italiano.)
La separazione di banca e industria vuol dire che le attività industriali tendenzialmente
devono restare separate sul piano partecipativo dalle attività bancarie in pratica questa
separazione determinava il divieto per le banche di acquisire partecipazioni di rilievo nelle
attività industriali e viceversa, le attività industriali non potevano acquisire partecipazioni di
rilievo nelle banche, questa limitazione si ha nei primi anni 30.
A luce di questi antefatti viene emanata la legge bancaria del 36 (periodo fascista) ed è
stata abrogata con il Testo Unico Bancario del 1993.
Questa grande legge bancaria del 36, ha segnato lo sviluppo economico italiano attraverso
Due filosofie fondamentali:
1) evitare che si verificassero altri casi di crisi
2) assicurare allo stato un controllo molto forte sul mercato finanziario
La norma più evidente è l’art.1 che l’attività bancaria è in funzione di interesse pubblico non
soltanto le banche dell’epoca erano dello stato ma si prevedeva per legge che la stessa
attività bancaria non fosse un’attività com’era nel 1882 commerciale ma doveva essere
considerata come una funzione di interesse pubblico. Diverso da oggi dove le imprese
bancarie sono imprese private anche se le radici di questa funzionalità all’interessante
pubblico dell’impresa bancaria continua ad essere presente costantemente.
Il controllo negli anni 36 prima della riforma costituzionale era affidata ancora al governo
attraverso il consiglio dei ministri e poi il ministero dell’economia e finanze alle sue
dipendenze si poneva l’ispettorato per la difesa del risparmio e per l’esercizio del credito che
era inserito nella banca di Italia.
Con la legge del 36 nasce la vera e propria vigilanza regolamentare cioè vengono emanante
delle norme funzionali a limitare la possibilità di erogare crediti indiscriminatamente e quindi
vengono posti limiti all affidanti alle imprese dal punto di vista quantitativo la cosiddetta
disciplina dei grandi fidi inoltre limiti rispetto al patrimonio per la posssibilita di erogare credito
vigilanza prudenziale.
La legge bancaria non conferma solo il pluralismo nel sistema ma fissa una distinzione che
rimase anche essa per 50 anni art.5 elenca quali sono le forme bancarie:
• Gli istituti di credito di diritto pubblico
• Le banche di interesse nazionale
• Le aziende di credito
• Le banche popolari
• Gli istituti di credito stranieri
• Le casse di risparmio
• I monti di credito su pegno
• Casse rurali
• Casse artigiane
La legge bancaria introduce una distinzione tra le aziende di credito e gli istituti di credito
Aziende di credito sono le banche che effettuano attività a breve termine fanno raccolta del
risparmio a vista cioè mediante depositi e possono anche erogare credito anche a
Medio-breve termine. Sono soggette a maggiori vincoli di stabilità e limiti negli impieghi
perchè sono esposti al rischio del ritiro dei depositi.
Gli istituti di credito sono specializzati nella raccolta del risparmio a medio-lungo termine (es.
obbligazioni) e possono erogare credito anche a lungo termine.
Quindi con la legge del 36 si crea una netta separazione degli operatori in funzione delle
scadenze e ciò risponde alla logica di stabilità perchè limita il rischio di trasformazione delle
scadenze e ciò rimane fino al 1993.
Legge del 36 si assiste :
• alla conferma del pluralismo bancario
• Specializzazione e distinzione tra aziende e isitituti di credito
• Si vincola lo svolgimento delle attività ad una autorizzazione
• Alla vigilanza
• Alla separatezza tra banca e industria
Cade il regime fascista e si hanno degli effetti anche in tutto il sistema giuridico.
Viene ribaltata la gerarchia tra banca di Italia e governo dove la banca di Italia viene posta al
vertice della vigilanza.
Consob nasce nel 1974 per legge ed è una pubblica amministrazione mentre la banca di
Italia no.
In questo periodo tra il 36-93 è un periodo che è caratterizzato dal sistema bancario italiano è
essenzialmente pubblico la gran parte degli enti di credito sono di proprietà pubblica (es.
monte paschi). Le grandi banche dello sviluppo economico italiano 60-70-80 sono banche
essenzialmente pubbliche, anche alcune casse di risparmio sono pubbliche e le banche
private sono essenzialmente le banche cooperative (es. banche popolari, BCC (casse rurali
dell’ artigiano che poi si sono trasformate in BCC).
Che cosa comporta la presenza del pubblico nelle banche ?
Significa che le imprese bancarie non sono solo citate ad alcuna attività concorrenziali in
questo facilitata anche dall’azione della vigilanza di banca di Italia che non incentiva per nulla
la concorrenza tra gli enti di credito.
Oggi ogni comune ha più di una filiale di banche che comporta alla concorrenza ma fino agli
anni 80 questo non esisteva e la mancanza di concorrenza era favorita dalla banca di Italia
che preferiva avere un sistema stabile che efficiente (es.foresta pietrificata fino alla fine degli
anni 70 la banca di Italia concedeva con scarsa generosità di aprire nuove filiali)
Cosa si assiste per effetto di questa politica di immobilismo bancario ?
Quando vengono approvate le direttive bancarie fine anni ‘70, il sistema bancario italiano non
è più in grado di reggere perchè le direttive comunitarie eliminano la discrezionalità assoluta
nella concessione di autorizzazioni bancarie, la discrezionalità è solo di natura tecnica-
amministrativa, e soprattutto viene introdotto il principio del mutuo riconoscimento per cui le
banche straniere possono entrare anche nel mercato italiano.
Quindi “cade il mondo ”, i primi anni ‘90 epoca della grande privatizzazione,nel settore
bancario viene approvata la legge AMATO, che comporta la privatizzazione delle banche, in
cui abbiamo il conferimento da parte delle banche pubbliche delle aziende bancarie in nuove
società per azioni aperte ai privati.
Le azioni delle S.P.A. vengono affidate alle fondazioni bancarie che sono partecipate da enti
pubblici (provinciali comunali, regionali ) che avrebbero dovuto amministrare i ricavi, dividendi
derivanti dallo svolgimento delle attività bancarie e destinarli a finalità di pubblico interesse
ma viene imposto alle fondazioni bancarie di progressivamente cedere le partecipazioni a
privati dal 1990 ad oggi si assiste alla progressiva messa sul mercato vendita delle
partecipazioni bancarie di proprietà delle fondazioni.
La privatizzazione delle banche ha aperto l’ingresso a dei nuovi soggetti e quindi alla
concorrenza.
Le fondazioni bancarie con grande lentezza hanno cedute le partecipazioni ancora oggi ci
sono delle principali banche italiane (Intesa e UniCredit ), che sono ancora di proprita di
fondazioni bancarie, quindi ancora oggi il mercato bancario è parzialmente partecipato dalle
fondazioni bancarie che amministrano patrimoni migliardari in termini di euro.
La legge bancaria del 36 era inadeguata e occorre adeguare le norme alle direttive
comunitarie, il che portò all’emanazione di un Testo Unico (sono state raccolte in maniera
organica più leggi che rancò tar di loro separate)
Con il testo unico bancario si consolida :
• La banca non è più in funzione di interesse pubblico
• L’attività bancaria è attività imprenditoriale
Art.10 TUB “ la raccolta di risparmio tra il pubblico e l’esercizio del credito costituiscono
l’attività bancaria essa a carattere di impresa “ è carattere di impresa c’è lo diceva il codice di
commercio nell’82 la necessità di evidenziare il fatto che l’attività bancaria è a carattere di
impresa c’è solo perché si è vissuti i 50 anni in cui il sistema bancario era in funzione
di interesse pubblico, quindi con il testo unico del 93 si ha la :
• Privatizzazione del sistema bancario sia nel senso dell’attività che proprietà.
• Viene abrogata la distinzione tra aziende di credito e istituti di credito, e viene introdotta il
modello dell banca universale perchè non c’è più bisogno di utilizzare queste tecniche per
assicurare un adeguata tutela del risparmio.
• Viene ribadita l’importanza del controllo da parte della banca Italia non come vigilanza
discrezionale politica ma tecnica.
• Viene attribuita alla banca di Italia un potere regolamentare e incentivato la concorrenza.
Dal punto di vista storico c’è stata una forte presenza del pubblico sia nei rapporti tra le
banche e l’organo di vigilanza sia nei rapporti tra banche e privati.
Questo ha dei effetti sui rapporti microeconomici perchè disincentiva il passaggio da una
impresa all’altra e quindi anche gli effetti concorrenziali ai privati.
CICR e MEF sono effetto di questa storia e inoltre comprendiamo perchè oggi le fondazioni
bancarie hanno una rilevanza nelle imprese bancarie perchè sono società per azioni e inoltre
abbiamo le bcc e le popolari che sono ancora rilevanti che sono altre forme.
La specialità dell’attività bancaria ha una serie di impatti sulla specialità del soggetto che
svolge questa attività, le spa cresce con la legge amato, utilizzano il modello delle spa ma le
norme che le regolamentano sono speciali e in molti casi derogano alla disciplina comune
ovvero la disciplina che vale per tutte le altre spa (es. nomina degli amministratori.)

Potrebbero piacerti anche