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Domande frequenti

 PRONTI CONTRO TERMINE: È una forma tecnica di raccolta di tipo personalizzato (strumenti di
raccolta che dotati di ampio grado di personalizzazione, non di tipo tecnico, bensì ̀ dal punto di vista
commerciale e della relazione con la clientela, visto che si tratta di strumenti le cui caratteristiche
sono oggetto di negoziazione fra banca e cliente. Tale negoziazione consente al cliente di definire
condizioni (importo, i, valute, scadenza e compensi accessori) coerenti con i propri bisogni ed
esigenze finanziarie). Le operazioni PCT sono operazioni con cui un soggetto vende a pronti una
determinata quantità di titoli e contemporaneamente si impegna a riacquistare al termine
convenuto e dalla stessa controparte, un pari quantitativo di titoli della stessa specie a un prezzo
prestabilito. Nelle operazioni PCT passive, la banca è il soggetto che vende i titoli a pronti,
impegnandosi a riacquistarli a termine. In questo modo le banche incassano fondi e realizzano
l’obiettivo di raccolta, e i clienti acquistano titoli a un prezzo inferiore di quello della cessione a
termine, realizzando un frutto sui titoli. Il prezzo a pronti è definito sulla base del valore di mercato
dei titoli, mentre quello a termine si determina capitalizzando il prezzo a pronti sulla base del tasso
di interesse convenuto. Di solito la durata va da 1 a 6 mesi. L’operazione non ammette l’estinzione
anticipata. Tali operazioni non beneficiano della copertura del Fondo Interbancario per la Tutela dei
Depositi. Esempio: Immaginiamo che io oggi acquisto a termine dei titoli; quindi, mi entrano titoli e
mi escono soldi. Immaginiamo che io paghi 90 e mi entrano titoli corrispondenti. Ora a termine io
mi trovo nella situazione che se ho acquistato titoli a pronti devo vendere a termine; quindi, mi
devono uscire titoli e mi devono entrare i soldi. Trattandosi di operazioni a termine quel prezzo di
questi titoli sarà maggiore o minore del prezzo a pronti? Il prezzo a termine è il prezzo spot
capitalizzato e se il tasso di capitalizzazione è un tasso positivo, il prezzo a termine normalmente è
superiore al prezzo pronti.Quindi questi titoli li ho pagati 90 e magari dopo io li rivendo a 100.
Questa operazione rappresenta un vero e proprio investimento in cui io lucro 10 su un
investimento di 90 ed è un’alternativa all’operazione di deposito.Nel caso che qui abbiamo
rappresentato, questi pronti contro termine passivi, sono delle fonti di approvvigionamento per la
banca. Nel caso di specie una forma di raccolta che ha a che fare con l’interbancario nel primo
segmento e con la clientela retail nel secondo segmento. Normalmente il prezzo a pronti è inferiore
al prezzo a termine, ci può essere però un interesse anche se il prezzo a pronti è superiore al prezzo
a termine. In questo caso si parla di un’ipotesi di deporto, cioè di pronti contro termine
praticamente di segno opposto.Quando accade che ci sia un interesse comunque a fare
l’operazione, anche se il tasso di interesse per chi in realtà dovrebbe guadagnare risulta essere
invece un tasso nullo o addirittura negativo, probabilmente c’è un interesse ad avere la
disponibilità seppure temporanea dico i titoli e si chiama in quel caso prestito di titoli.
 2. AUTOGENESI DEL CREDITO: L’autogenesi del credito è il fenomeno attraverso il quale il volume
dei rapporti di provvista e d’impiego hanno una dimensione maggiore della moneta legale metallica
o cartacea originariamente immessa nel circuito creditizio. Fenomeno in virtù del quale il volume
dei rapporti creditizi attinge a un volume maggiore rispetto alla moneta legale immessa nel
sistema.Il numero delle volte per cui si produce il fenomeno può essere sintetizzato nel
moltiplicatore.Il moltiplicatore è il rapporto tra 1 e la somma delle riserve obbligatorie, libere e il
coefficiente c di tobin.Il coefficiente c di tobin è il rapporto tra circolante e deposito.Ci rendiamo
conto del fatto che la riserva obbligatoria agisce in maniera contro tendenziale sul moltiplicatore.
Possiamo anche dire che la banca può modificare la quantità di moneta in circolazione (operazione
di politica monetaria) tramite la manovra della riserva obbligatoria.In particolar modo, aumentando
la riserva il coefficiente diminuisce e da un punto di vista della politica monetaria è sinonimo di
ritiro di liquidità (politica monetaria restrittiva).Al contrario, se la riserva diminuisce il moltiplicatore
aumenta e aumenta anche la moneta in circolazione (politica monetaria espansiva). Per quanto
riguarda il coefficiente c di tobin esprime la preferenza degli operatori per i depositi o per il
circolante.Se il valore dei depositi è alto vi è preferenza per moneta bancaria e il coefficiente c di
tobin è piccolo. Tanto più piccolo è il coefficiente c di tobin tanto maggiore è il moltiplicatore.Al
contrario se c’è preferenza per Moneta legale, il valore del circolante è superiore dei depositi il
coefficiente c’è alto e il moltiplicatore si ribassa.L’autogenesi, dunque, trova anche alimento nella
funzione monetaria, maggiore è la funzione monetaria in senso lato maggiore è l’autogenesi e
maggiore è il volume degli strumenti di pagamento a disposizione degli operatori in una data
economia.Per quanto riguarda le riserve libere invece è intuitivo sottolineare che la banca che
presenta una maggiore flessibilità delle riserve libere può contrastare i fenomeni di riduzione del
moltiplicatore.In altri termini, se la riserva obbligatoria è elevata la banca può controbilanciare il
fenomeno riducendo le riserve e riportando il moltiplicatore a un volume più elevato. Riserva
obbligatoria= si trova nell’attivo del bilancio delle banche. Si tratta di un obbligo regolamentare.Le
banche sotto forma di depositi in contanti depositano tale riserva presso la BCE.( l’ammontare della
riserva è l’ 1% calcolato sul totale dei depositi a termine, con scadenza inferiore a 24 mesi e
depositi con rimborso anticipato e con preavviso inferiore a 24 mesi).
 3. CURVA DEI RENDIMENTI PER SCADENZE: o yield curve, indica il rendimento, sempre espresso
dal TRES, corrispondente alla durata residua dei titoli. In caso di inclinazione positiva della yield
curve si ha una relazione diretta tra scadenza e rendimento (all’aumento della scadenza del titolo
aumenta il TRES). Quando la Yield curve ha un andamento concavo il rendimento cresce sempre
meno all’aumentare della scadenza. In assenza di imperfezioni e differenti livelli di liquidità, un
titolo con combinazione scadenza-tres al di sotto della yield curve è un titolo sovraprezzato e quindi
presenta un rendimento inferiore a quello che la scadenza del tito indicherebbe come equo. Quindi
la conoscenza della yield curve permette l’identificazione del fair price che un titolo obbligazionario
dovrebbe assumere.
 4. OBBLIGAZIONI CONVERTIBLI IN AZIONI: un’obbligazione convertibile in azione è un titolo di
debito estinguibile mediante la sottoscrizione di azioni tramite le quali la società emittente
trasforma il creditore in azionista che partecipa al capitale di rischio dell’impresa. Tale conversione
avviene con rapporto di conversione prestabilito e puo avvenire in modo diretto se la società
converte le obbligazioni in proprie quote azionare sottoscrivendo contestualmente un aumento di
capitale o in modo indiretto se la conversione avviene in azioni di una società diversa da quella
emittente. Questo tipo di obbligazioni di distinguono dalle obbligazioni cum warrant perché
quest’ultime sono separabili ed è possibile negoziare separatamente warrant e obbligazione.
 5. OBBIETTIVI QUALI-QUANTITATIVI DELLA RACCOLTA BANCARIA: Obiettivi quali-quantitativi della
politica di raccolta: Per politica di raccolta di intende una serie di azioni volte a raccogliere il volume
e la combinazione di risorse finanziarie indispensabili per lo svolgimento della funzione creditizia.Gli
obiettivi della politica di raccolta possono essere scissi in quelli quantitativi e
qualitativi.QUANTITATIVI= la banca, in condizioni di equilibrio del mercato, è propensa all’aumento.
In altri termini, la banca attraverso una combinazione qualitativa degli strumenti finanziari giudicata
ottima pro tempore è volta ad aumentare le dimensioni aziendali.QUALITATIVI= la banca può
raggiungere i propri obiettivi di raccolta con diversi strumenti di raccolta delle risorse. La banca in
tal senso si serve di una serie di strumenti che mostrano caratteristiche tecnico contrattuali
differenti anche per rispondere alle diverse esigenze della clientela.La banca, inoltre, è volta a
trovare una combinazione qualitativa degli strumenti ottima poiché le garantisce stabilità e
flessibilità finanziaria.Una potenziale instabilità avrebbe effetti negativi sulla tesoriera e sulla
liquidità della banca.La flessibilità invece è sinonimo di capacità della banca di adattarsi alle
mutevoli condizioni interne ed esterne ad essa. Questi due elementi possono essere raggiunti
grazie al rispetto del principio assicurativo dei grandi numeri e grazie alla massima diversificazione
degli strumenti.Il principio dei grandi numeri afferma che la banca deve frazionare gli strumenti fra
un’ampia massa di clientela modo tale che la raccolta globale sia svincolata dalle decisioni dei
singoli.Il principio della massima diversificazione e teso a farsi che la banca disponga di strumenti
differenti per fronteggiare eventuali mutamenti del contesto in cui opera. Esempio se la clientela
non è più propensa a detenere determinati strumenti a seguito del mutamento del contesto
socioeconomico la banca deve essere in grado di sostituire i strumenti tempestivamente per non
perdere clientela.
 6. SISTEMI MULTILATERALI DI NEGOZIAZIONE: I MTF – Multilateral Trading Facilities – sono delle
piattaforme di negoziazione gestiti da imprese di investimento, banche e gestori dei mercati
regolamentati, alternativi ai tradizionali mercati regolamentati – Borsa Italiana – e sono autorizzati
dalla Consob e regolamentati dall’ESMA.Trattano titoli già quotati in altri sistemi regolamentati e
non possono decretare l’ammissione di nuovi strumenti finanziari che non siano già presenti nei
mercati regolamentati.Questo significa che gli MTF non hanno la funzione dell’asta, per cui un
nuovo strumento finanziario non può accedere al mercato tramite uno di questi, ma solamente
tramite la Borsa Italiana in Italia o istituzioni equivalenti nei mercati esteri.La prerogativa dei
mercati MTF è quella di essere una valida alternativa ad altri mercati per quanto riguarda
l’operatività ed in particolare, aumentando la concorrenza, aumenta di conseguenza anche
l’efficienza dei mercati stessi.In questo senso è approfondito nel modulo dedicato alla Mifid il
concetto di best execution, con la quale bisogna garantire sempre il miglior prezzo nelle
contrattazioni e questo è possibile solo mediante il confronto tra più piattaforme, di conseguenza
gli MTF sono di grande importanza perchè aumentano la trasparenza dei mercati finanziari.Uno dei
principali MTF è l’EuroTlx riconducibile alla Borsa Italiana per il 70% ed altri azionisti tra cui
Unicredit 15% e Banca IMI 15% dove sono scambiati i più importanti volumi di contrattazioni per
quanto riguarda le obbligazioni.L’obiettivo dell’Unione Europea con l’introduzione degli MTF è
quello di una maggiore concorrenza nell’offerta di piattaforme regolamentate per gli scambi degli
strumenti finanziari e una maggiore trasparenza per quanto riguarda la Best Execution.
 7. MERCATI ORDER DRIVEN: Nei mercati order driven i partecipanti al mercato interagiscono sulla
base di una serie di regole di visualizzazione (fisica oppure elettronica) delle loro intenzioni
negoziali e di una serie di regole di abbinamento di tali intenzioni negoziali (ordini) che portano alla
conclusione dei contratti.La principale forma organizzativa dei mercati order driven è l'asta.Le
regole che conducono all'abbinamento delle proposte di negoziazione si suddividono in:• regole di
priorità primarie• regole di priorità secondarie.Esse sono di tipo gerarchico, ossia viene considerata
la regola di livello inferiore (secondario) solo quando la regola di livello superiore (primario) non
consente di decidere a quale prezzo regolare lo scambio oppure con quale controparte concludere
lo scambio. Il contenuto di tali regole viene stabilito dall'autorità che gestisce il mercato.In un
mercato order driven possono esistere ordini a prezzo limitato (limit order) oppure ordini al meglio
o a prezzo di mercato (market order). La differenza tra le due fattispecie consiste nel fatto che i
primi possono essere eseguiti unicamente al prezzo indicato dal soggetto che ha inviato l'ordine
oppure ad un prezzo migliore (cioè più basso in caso di ordine di acquisto o più alto in caso di
ordine di vendita), in caso di mancata esecuzione essi generalmente rimangono sul mercato sino
alla chiusura della seduta. Al contrario, gli ordini al meglio sono eseguiti immediatamente, appena
giungono sul mercato, al prezzo migliore presente sul lato opposto del mercato.Il Mercato
Telematico Azionario (MTA) è un mercato order driven: gli investitori inviano al mercato le loro
proposte di negoziazione che vengono esposte in un book ordinato in funzione del prezzo (regola
primaria) e dell'istante in cui l'ordine è giunto sul mercato (regola secondaria). In particolare le
proposte di acquisto vengono ordinate in maniera decrescente rispetto al prezzo, mentre le
proposte di vendita vengono ordinate in maniera crescente. A parità di prezzo le proposte vengono
ordinate cronologicamente dalla più "vecchia" alla più "recente".Quando un nuovo ordine giunge
sul mercato viene automaticamente confrontato con gli ordini presenti sul lato opposto del book e
viene eseguito soltanto se è presente almeno un ordine a condizioni uguali o migliori.
 8. MERCATI QUOTE DRIVEN Contrariamente ad un mercato ad asta, dove i prezzi si formano a
seguito dell'incrocio degli ordini di acquirenti e venditori, un mercato quote driven è "guidato” dalle
quotazioni (prezzi) proposte dai market makers.Il market maker espone con continuità due prezzi:
un prezzo denaro (bid) al quale è disposto ad acquistare l'attività sulla quale fa mercato e un prezzo
lettera (ask, più elevato) al quale è disposto a vendere. La differenza tra i due prezzi è denominata
differenziale denaro-lettera (bid-ask spread). Il market maker costituisce un elemento fluidificante
del mercato poiché assume posizioni in proprio, in contropartita con gli investitori. Tale operatore
trae profitto dalla differenza (spread) tra il prezzo di vendita e quello di acquisto degli strumenti. Le
quotazioni del market maker sono impegnative nel senso che egli è obbligato a concludere lo
scambio alle condizioni (prezzo e quantità) esposte oppure a condizioni migliori nei confronti di
chiunque ne faccia richiesta seguendo le regole del mercato.In un mercato quote driven gli
investitori sono obbligati a servirsi del market maker per effettuare le negoziazioni.Il principale
vantaggio che un mercato quote driven è l'immediatezza, infatti la presenza del market maker
assicura che sia sempre possibile effettuare negoziazioni, in contropartita del market maker
stesso.La procedura di negoziazione che caratterizza il mercato quote driven si contrappone a
quella che contraddistingue il mercato order driven (tipicamente il mercato ad asta), sul quale la
negoziazione e lo scambio degli strumenti finanziari avvengono attraverso un meccanismo d’asta
che fa incontrare domanda e offerta.Esempi di Mercati Quote Driven sono il NASDAQ statunitense
e il MTS italiano.
 9. ASTA MARGINALE E COMPETITIVA: Sono configurate come forma organizzativa del mercato
primario.Si ricorda che il mercato primario è l’insieme di negoziazioni aventi ad oggetto titoli di
nuova emissione con i quali l’emittente è intenzionato a raccogliere risorse finanziarie
indispensabili per la propria funzione creditizia.Asta marginale= asta in cui vengono negoziate
obbligazioni a medio lungo termine come BTP CCT CCTeu.Nell’asta marginale il prezzo di vendita è
uguale per tutti coloro che risultano essere vincitori e coincide col prezzo più basso espresso
dall’ultimo aggiudicatario.La Banca d’Italia in seguito alla proposta della MEF svolge un’operazione
caratterizzata da passaggi standard: 1) Raccoglie le offerte dai singoli operatori, ciascun operatore
esprime 5 proposte differenti per un ammontare nominale non inferiore a 500.0002) La banca
d’Italia scarta le proposte che appaiono non convenienti per il mercato3) Ordina in ordine
decrescente le proposte dei vincitori 4) Procede al riparto dei titoli ad un unico prezzo di
aggiudicazione. Qualora tra gli ultimi aggiudicatari la quantità di titoli fosse insufficiente la banca
provvede a un loro riparto.ASTA COMPETITIVA= bot titolo a breve termine.Qui gli operatori
vincitori ricevono la quantità di titolo richiesta al prezzo offerto in asta. La MEF specifica la quantità
di titoli disponibili e gli operatori provvedono alla formulazione di offerte d’acquisto specificando
l’ammontare e il rendimento che intendono ottenere. La banca ordina in modo decrescente le
offerte partendo dai rendimenti più bassi a quelli più alti e prosegue all’assegnazione di titoli fin
quando questi ultimi non si esauriscono. Sono soddisfatte le domande con i rendimenti più bassi.
Ogni operatore vincitore riceverà il rendimento da lui proposto in asta e facendo la media dei
rendimenti ponderata per le quantità a essi assegnate sarà determinato il rendimento medio
ponderato a cui corrisponderà il prezzo medio ponderato.Sarà anche determinato un rendimento
minimo accoglibile modo da cancellare le proposte non conformi al mercato.
 10. ROE= indice di redditività è il rapporto tra il risultato netto e il patrimonio in essere alla fine
dell’esercizio considerato

Roe = RN/PAT

Il ROE può essere scomposto come prodotto tra più indici in particolar modo

MI/TA x MINT/MI x RLG/MINT x RG/RLG x RL/RG x RN/RL x TA/PAT

MI= MARGINE DI INTERESSE è IL RAFFRONTO TRA INTERESSI ATTIVI E PROVENTI ASSIMILATI

INTERESSI PASSIVI E PROVENTI ASSIMILATI E DIVIDENTI E PROVENTI ASSIMILATI.


SI PROCEDE ALLA DEFINIZIONE DEI RICAVI NETTI DA SERVIZIO :

1) COMMISSIONI ATTIVE
2) COMMISSIONI PASSIVE
3) UTILI/ PERDITE DI ESERCIZIO
4) RISULTATO NETTO DELLE ATTIVITA’ DI NEGOZIAZIONE
5) RISULTATO NETTO DELLE ATTIVITA’ DI COPERTURA
6) RISULTATO NETTO DELLE ATTIVITA’ E PASSIVITA’ VALUTATE AL fair value.

LA DIFFERENZA TRA MARGINE DI INTERESSE E I RICAVI NETTI DA SERVIZIO = MARGINE DI


INTERMEDIAZIONE ( MINT)

PER DEFINIRE IL RISULTATO LORDO DI GESTIONE ( RLG) BISOGNA PROCEDERE ALLA DEFINIZIONE DEI COSTI
OPERATIVI:

1) SPESE AMMINISTRATIVE
2) ALTRI ONERI E PROVENTI
3) RETTIFICHE O RIPRESA DI VALORE DELLE ATTIVITA’ IMMATERIALI E MATERIALI

IL RISULTATO LORDO DI GESTIONE È UGUALE ALLA DIFFERENZA TRA MARGINE DI INTERMEDIAZIONE E


COSTI OPERATIVI

IL RISULTATO DI GESTIONE (RG) È UGUALE ALLA DIFFERENZA TRA RISULTATO LORDO DI GESTIONE E GLI
ACCANTONAMENTI E RETTIFICHE.

IL RISULTATO LORO (RL) È COSTITUITO DA UTILI/ PERDITE DA CESSIONE DI INVESTIMENTI, UTILI / PERDITE
DI GRUPPI DI ATTIVITA’ IN VIA DISMISSIONE , RETTIFICHE VALORE DI AVVIAMENTO.

IL RISULTATO NETTO ( RN) È IL RISULTATO LORDO AL NETTO DELLE IMPOSTE.

 11. RISERVE LEGALI = DAGLI UTILI NETTI ANNUALI ACCANTONO LA VENTESIMA PARTE FIN
QUANDO ON RAGGIUNGO IL QUINTO DEL CAPITALE SOCIALE.
SI TRATTA DI UNA RISERVA CHE PUO’ ESSERE UTILIZZATA PER RICOPRIRE EVENTUALI PERDITE DI
ESERCIZIO E QUALORA SCENDESSE AL DI SOTTO DEL MINIMO LEGALE STABILITO E’ NECESSARIO
TEMPESTIVAMENTE RICOSTRUIRNE L’AMMONTARE
LA RISERVA LEGALE RIENTRA TRA LE POSTE INDISPONIBILI POICHE’ NON E’ NELLA DISPONIBILITA’
DEI SOCI
( NON È DISTRIBUIBILE) . TROVA COLLOCAMENTO NEL PASSIVO DELLO STATO PATRIMONIALE
NELLA VOCE PATRIMONIO NETTO.

 12. RISERVE STATUTARIE= Trattasi di riserve costituite in relazione ad una previsione statutaria.
Hanno sostanzialmente gli stessi vincoli della riserva legale. Non possono essere infatti destinate
diversamente da quanto previsto dallo statuto, salvo diversa delibera presa dall'assemblea
straordinaria dei soci. Il conto corrisponde alla voce A) del passivo dello schema di Stato
patrimoniale.

 13. RISERVE OCCULTE= si generano nel momento in cui il capitale viene sottostimato e vale a dire
quando si attribuisce un valore inferiore a quello reale. In altri termini, quando il valore contabile
(quello di libro) risulta essere inferiore rispetto al valore economico del capitale (patrimonio netto,
stato patrimoniale passivo). Le circostanze che possono dare luogo a questa differenza sono la
sottovalutazione degli asset o sopravvalutazione delle passività vale a dire annotazione di una
passività superiore al valore effettivo. ( esempio accantonamento al fondo rischi su crediti ,
strumenti ibridi di patrimonializzazione o prestiti subordinati).

 14. DIFFERENZA TRA OTC E MERCATO REGOLAMENTATO.

Il mercato OTC è caratterizzato da un elevato grado di personalizzazione degli strumenti poiché qui non
esistono limiti circa il quantitativo e la tipologia di strumenti che possono essere negoziati.

È caratterizzato da una bassa liquidità degli strumenti e una ridotta trasparenza in quanto non vi sono
meccanismi di tutela degli investitori.

L’ OTC è il mercato ove non configura una cassa di compensazione che garantisce la solvibilità della
controparte nonché l’eliminazione del rischio di controparte. ( OTC è mercato degli swap e forward).

Cosa ben differente riguarda i mercati regolamentati. Il mercato regolamentato è il sistema gestito dal
gestore del mercato, che consente e facilita, al suo interno l’incontro di proposte di acquisto e di vendita di
terzi con l’intento di garantire la conclusione dei contratti aventi ad oggetto strumenti finanziari.

Il mercato regolamentato è caratterizzato da una bassa personalizzazione. Sono previste regole


standardizzate in tema di tipologia e quantitativo di strumenti. Vi è un elevato grado di liquidità e
soprattutto meccanismi di tutela degli investitori che proteggono loro da rischi di credito come la CASSA DI
COMPENSAZIONE. ( mercato dei futures). Vi è un elevato grado di trasparenza poiché il mercato stesso è
soggetto a obblighi informativi imposti dalla CONSOB.

Vi sono anche regole che disciplinano l’accesso degli emittenti e strumenti finanziari e le relative modalità
di negoziazione.

Per quanto riguarda gli emittenti: sono ammessi solo emittenti che presentano caratteristiche di
professionalità, onorabilità e soggetti che hanno un’elevata capacità di generare reddito per evitare
l’accesso a soggetti non in grado di operare in condizioni di equilibrio.

Per quanto riguarda gli strumenti: devono essere emessi nel rispetto delle leggi, regolamenti e disposizioni
ad essi applicabili. Conformi ai regolamenti e norme a cui sono sottoposti, liberamente negoziabili, idonei a
formare oggetto di compensazione nel sistema di liquidazione e idonei a essere negoziati in modo equo,
ordinato e corretto.

Sono negoziabili ad esempio le azioni, obbligazioni, titoli di capitale di rischio, obbligazioni garantite, quote
di OICR…

Ovviamente i titoli devono avere una capitalizzazione pari a 40 milioni, il flottante diffuso tra il pubblico
deve essere pari al 25% del capitale rappresentato dalla categoria di appartenenza.

Le modalità di negoziazione : proposte con e senza limite di prezzo , modalità di incrocio di proposte e di
liquidazione. ( per questo ultimo vedere il libro troppo lungo 16 fabrizi)

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