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Rischio di mercato
È rappresentato da una variazione sfavorevole del valore degli strumenti finanziari negoziati dalla banca. Al
rischio di mercato si collegano altri tipi di rischio:
- Rischio di tasso di interesse, una variazione dei tassi a produrre una riduzione della redditività;
- Rischio dei cambi, che può̀ determinare una variazione sfavorevole nelle posizioni in cambi a pronti
e a termine nonché́ nei prodotti derivati negoziati;
- Rischio del mercato azionario, che può determinare una variazione sfavorevole nel valore dei titoli
azionari;
- Rischio del mercato delle materie prime, che può determinare una variazione sfavorevole nel valore
delle stesse materie prime.
Dal punto di vista gestionale un processo di market risk management si compone di quattro principali fasi
distinte ma allo stesso tempo legate tra loro ovvero:
1. Individuazione dei rischi (rivelazione), si procede a individuare tutte le categorie e i fattori di rischio
ad esse connesso provvedendo ad una loro puntuale mappature nonché a rilevare la loro reciproca
dipendenza;
2. La fase della misurazione dei rischi;
3. La fase di monitoring (gestione) dei rischi, si procede a mettere in atto interventi finalizzati a
modificare il profilo di rischio assunto dalla banca in funzione degli obbiettivi di rischio-rendimento
della banca.
Duration Finanziaria
Misura la media delle scadenze di tutti i flussi tra i singoli cash flow
n
Ft
D=∑ t × ¿ ¿ ¿ ¿
t =1
Duration modificata
Misura la sensività del valore dell’investimento al variare del rendimento.
D
MD=
(1+Tir)
Convexity
Si cerca di determinare il nuovo valore del prezzo a fronte di una variazione molto piccola del
rendimento
Flussi per convexity
C=
Prezzo tel quel
Scenario
Non è un modello né probabilistico né deterministico ma analizza gli effetti di una variazione dei tassi
sul prezzo.
Metodo M-D
È più veloce rispetto allo scenario e analizza la variazione del prezzo ipotizzando un unico shift di delta
tassi.
Maturity ladder
È un obbligo di vigilanza prudenziale con cui si va a calcolare, monitorare e controllare gli sbilanci di
liquidità per fasce di scadenza.
Tassi bassi = investimento a breve termine
Tassi alti = investimento a lungo termine
Esempio: Abbiamo una scala con cinque obbligazioni con scadenza annuale. Al termine del primo anno, la
prima obbligazione scade e l’ultima avrà ancora quattro anni. Se i tassi non sono cambiati, acquisto un’altra
obbligazione quinquennale con i proventi. Se i tassi sono aumentati, acquisto un’obbligazione a lungo
periodo per bloccare i tassi più elevati.
Credit spread
Credit spread indica tutta una serie di misure che servono per determinare quanto un investitore viene pagato
per compensare l'assunzione del rischio di credito intrinseco nel titolo.
La differenza tra il tasso di rendimenti di un’obbligazione e quella di un altro titolo preso a riferimento.
Oppure,
¿
Se abbiamo un tasso rischioso allora abbiamo due modi per calcolarlo:
SI DEFAULT:
EL=EAD*PD*LGD
NO DEFAULT:
EAD x(1-PD) x(1+i) ^t
L’attività non rischiosa dovrebbe essere uguale alle attività Risky ma non è così
Attività rischiosa – attività non rischiosa = differenza.
Rischio di tasso
Le variazioni nei tassi possano impattare negativamente sulla redditività e sul valore economico della banca.
Dipende dal fatto che ci sono scadenze nella banca di attivo/passivo differenti o che il tasso venga
revisionato in momenti differenti
1. Rischio di rifinanziamento: scadenze attivo > scadenze passivo
2. Rischio di reinvestimento: scadente passivo > scadenze attivo
Le variazioni di tasso agiscono sui risultati della banca in due modi:
Direttamente: con le variazioni che subiscono i flussi di interessi attivi e passivi
Indirettamente: con le variazioni dei volumi negoziati
Repricing gap
Osserva il margine di interesse come la differenza degli effetti dal lato interessi attivi – interessi passivi.
L’approccio repricing viene effettuato prevalentemente sulle classi dell’attivo e del passivo e le classi delle
voci di bilancio che hanno scadenze più o meno a lungo termine.
La duration gap viene usata per identificare il rischio tasso di interesse e non solo ma ha un impatto anche
sulle scelte strategiche per destinare una parte del capitale.
Il repricing gap osserva tutti i gap, che si legano a una rivisitazione del tasso che in genere riguarda il
margine di interesse.
Sistemi di rating
È una valutazione sintetica del merito creditizio e sintetizza la capacità di un determinato soggetto
economico di onorare tempestivamente le proprie obbligazioni. Si può attribuire ad un Issue rating o Issuer
rating. L’approccio di rating si muove su una stima quantitativa e qualitativa. Si basa su un’analisi di tipo
quantitativo, e quindi si basa sulla PD. Possiamo trovare due tipi di rating quelli “interni” e quelli “esterni”.
Il rating interno viene elaborato dalla banca stessa, è un rating meno costoso e si basa su strumenti
standardizzati. Quello esterno invece, viene affidato alle agenzie di rating che si basano su dati oggettivi,
inoltre qui i costi sono maggiori, e ci sono soggetti di elevate dimensioni. Questi risultati vengono poi
giudicati da un comitato, che potrebbe confermare il rating già assegnato oppure assegnargliene uno nuovo.
Tasso di insolvenza
Viene usato come stima della probabilità futura dei soggetti economici assegnati ad una determinata classe.
Tassi d’insolvenza marginali che sono tassi di default riferiti agli intervalli di tempo che vanno da 0 a t.
D (insolvenze registrate)
d' t =
N (num di soggetti economici)
Indicatori RAPM
Gli Indicatori RAPM (Risk adjustted performance measures) sono misure di redditività ponderate per il
rischio e servono per confrontare investimenti con livello di rischio-rendimento eterogenei al fine di
selezionare il più adatto per il proprio capitale. In totale sono cinque:
( RLG−EL )
Rorac=
capitale assorbito
RLG−EL−costo capitale
Rarorac=
cap assorbito
RLG−EL−costo capitale
Raroc=
capitale allocato
NOPAT =RLG−EL−imposte
IRRBB
Si riferisce al rischio attuale o potenziale per il capitale o gli utili della banca, dati i movimenti avversi del
tasso di interesse che incidono sul portafoglio bancario. Quando i tassi di interesse cambiano, cambiano
anche i flussi di cassa futuri e di conseguenza anche il sottostante il valore di attività, passività e voci fuori
bilancio. Le voci fuori bilancio sono delle operazioni bancarie che non hanno origine nella provvista o negli
impieghi, ma concorrono alla formazione del reddito di esercizio. (garanzie ed impieghi, derivati)
Un IRBB elevato può portare a significative minacce per il patrimonio e i successivi guadagni futuri.
Ci sono tre tipi di IRRBB:
Rischio GAP per la differenza delle scadenze.
Rischio base per strumenti che hanno scadenza simile ma indici di tasso diversi.
Rischio opzionale deriva da posizioni in derivati o elementi opzionali in attività, passività e voci
fuori bilancio su cui la banca può modificare i flussi di casa.
LGD (Loss given default)
Frazione di credito che sicuramente non verrà recuperata in caso di default. Non ha un ex ante, infatti, varia
da 0 e 1. LGD dipende da RR, ovvero il tasso di recupero. Possiamo usare la formula: LGD=1−RR
Abbiamo sia il Market LGD che utilizza i prezzi dei prestiti del debitore diventato insolvente come stima del
RR,
sia il Workout LGD, che invece utilizza i dati storici dei prestiti debitori diventati insolventi.
Il Workout LGD dipende dal RR del credito nominale.
LGD=1−( RRN −CA ) /¿
Logica di portafoglio
Perdita attesa di portafoglio è la somma delle perdite attese delle singole esposizioni creditizie
n
EL=∑ PDi × LGDi × EADi
i=0
Tasso di perdita atteso:
ERL=EL/ ∑ EADi
Per la perdita inattesa di considera la matrice di correlazione.
1. Nulla – Se A defaulta B potrebbe sia farlo che non farlo
2. Positiva – Se A default allora lo farà anche B, Se A non lo fa allora non lo farà neanche B
3. Negativa – Se A va in default B non lo farà, se A non va in default B lo farà
Pricing at risk
Quando vado a finanziare un soggetto, devo tener conto di alcune variabili per capire quanto mi costa:
ip=¿
TIT Tasso interno di trasferimento;
ELR=PD × LGD tasso di perdita attesa;
CO costi operativi;
KE costo capitale economico che viene richiesto dall’azionista;
VaR assorbimento di capitale.