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Riassunto economia delle amministrazioni pubbliche riccardo


mussari
Economia Aziendale (Università degli Studi della Tuscia)

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LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE: UN QUADRO CONCETTUALE


Il settore amministrazioni pubbliche.
Per governare responsabilmente un paese è importante individuare quanti e quali organismi compongono
l’insieme delle amministrazioni pubbliche (AP). Non è facile da definire il concetto di pubblica amministrazione,
questa difficoltà dipende in primo luogo dalla diversità delle tradizioni storiche giuridiche ed amministrative tra i
vari paesi.
In secondo luogo questa diversità dipende dalle condizioni economiche e sociali che caratterizzano i determinati
periodi storici.
È facil
il succedersi di posizioni politiche e anche di teorie economiche che oscillano fra il maggiore o minore favore
riguarda la presenza dello Stato nella vita economica e sociale tanto sotto il profilo della produzione di beni e
servizi che sotto quello della regolazione dei comportamenti individuali e collettivi.
Ad esempio i processi di liberalizzazione e di privatizzazione e la cosiddetta deregulation che hanno caratterizzato
ampiamente gli ultimi due decenni del secolo scorso, ma che sono poi stati rimessi fortemente in discussione negli
ultimi due anni.
In tal senso, la scelta ricorrente dei governi centrali e locali di spogliarsi di alcune produzioni tradizionalmente
svolte alla loro interno (produzione diretta in economia ) e di affidare lo svolgimento ad altri organismi
(outsourcing) rettili in una pluralità di forme giuridiche, rende sempre più variegato di ampio insieme dei soggetti
riconducibili al controllo dei governi sul piano formale (proprietà della maggioranza del capitale sociale del
fondo di dotazione ) e/o di nominare i organi di governo aziendali).
Per queste ragioni non sono determinabili una volta per tutte i criteri che distinguono le amministrazioni pubbliche
da organismi che non lo sono. Inoltre, la loro applicazione non definisce un quadro stabile nel tempo riguardo a:
- la numerosità degli organismi che non certo frangente temporale definiamo amministrazione pubblica;
- Le funzioni loro assegnate;
- la distribuzione delle funzioni medesime fra i diversi livelli di governo (nazionale, regionale, locale);
- le dimensioni assunte dalle amministrazioni pubbliche in termini di spesa, personale, patrimonio.

Le nozioni di amministrazioni pubbliche.


L’ordinamento italiano non fornisce una definizione di AP e ne detta criteri per conseguire tale scopo, ma si limita
alla enumerazioni di enti che qualifica come AP.
Un’importante nozione giuridica di AP si trova nel decreto legislativo 30 marzo 2001, n 165 dove: per AP si
intendono tutte le amministrazioni dello stato, gli istituti e le scuole di ogni ordine e grado, le istituzioni educative,
le aziende amministrazioni dello stato a ordinamento autonoma, le regioni, le province, i comuni, le comunità
montane, le istituzioni universitarie, gli istituti autonomi case popolari, le camere di commercio, industria
artigianato ed agricoltura e le loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici e le aziende e gli enti del
servizio sanitario nazionale. (Università, Camera di Commercio, lo stato, un consorzio tra comuni, le aziende
sanitarie così come una provincia).
L’elemento che accomuna tutti questi enti è riconducibile al fatto che sono tutti chiamati a svolgere funzioni di
interesse generale, producendo servizi che non dovrebbero essere destinati allo scambio di mercato.1\
Non è meno rilevante ai fini scientifici e pratici la necessità di una codificazione economica statistica di
amministrazione pubblica, per avere a disposizione dati attendibili comparabili del tempo nello spazio, utili a
alimentari processi decisionali pubblici a livello nazionale, comunitario e internazionale.

La definizione di amministrazioni pubbliche secondo il sistemaeuropeo dei conti nazinali.


Le AP sono uno dei cinque settori nei quali sono raggruppate le unità istituzionali, ai fini del funzionamento del
sistema europeo dei conti nazionali e regionali denominato sistema europeo dei conti nazionali, denominato SEC
95.
Il SEC 95 è un sistema contabile che assicura la possibilità di effettuare comparazioni internazionale, classifica le
unità istituzionali di tutto il sistema economico in cinque settori istituzionali: Le AP sono al terzo posto e sono
identificate dalla sigla S.13.
Per classificare l’insieme dei soggetti appartenenti alle AP il SEC 95 utilizza un criterio funzionale, dove vengono
classificati tutti gli operatori del sistema economico.
Il settore AP ( S.13) include tutte le “unità istituzionali che agiscono da produttori di beni e servizi non destinabili
alla vendita, la cui produzione è destinata a consumi collettivi ed individuali, ed è finanziata da versamenti
obbligatori effettuati da unità appartenenti ad altri settori, e \o tutte le unità istituzionali la cui funzione principale
consiste nella redistribuzione del reddito e della ricchezza del paese.
Nel SEC 95 la distinzione tra produttori di beni o servizi destinabili alla vendita e non si basa sulla circostanza che
i prezzi siano o meno economicamente significativi tanto dal punto di vista dell’offerta che dalla domanda. Un
prezzo è significativo quando il suo ammontare influisce in misura rilevante sulle quantità del bene o del servizio
offerto e richiesto.
Si riconosce quindi l’esistenza di una gradualità tra due posizioni estreme:
- organismi: la produzione dei quali è ecceduta in assenza di una controprestazione monetaria diretta da parte di
chi utilizza il bene o il servizio;

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- organismi: la produzione dei quali è ecceduta ad un prezzo remunerativo, che sia in grado di realizzare un nuovo
output.
Fra le due posizioni estreme possono esserci numerose altre: in molte circostanze, pur mancando la volontà
economica di vendere, un organismo pubblico può richiedere al fruitore del bene del servizio la corresponsione
diretta di una somma, tassa o tariffa, che non è un prezzo nel senso economico aziendale del termine ricordato.
Poiché il grado di significatività economica di un prezzo è in ogni caso un criterio discriminatorio di tipo
qualitativo, nel SEC 95 il concetto di prezzo economicamente significativo si traduce ne criterio del 50% ( la
significatività dipende dalla circostanza che le vendite coprono una quota superiore al 50% dei costi di
produzione). Questo criterio è del tutto convenzionale.
Il settore delle AP è suddiviso in quattro sotto-settori:
1 Amministrazioni centrali ( S.13.11), include tutti gli organi amministrativi dello stato e gli altri enti centrali la
cui competenza si estende al territorio nazionali, esclusi gli enti di previdenza ed assistenza centrali (Anas);
2 Amministrazioni di stati federati ( S.13.12), che non risulta utilizzabile nel nostro paese;
3 Amministrazioni locali ( S.13.13), accoglie gli enti pubblici territoriali la cui competenza si estende ad una
parte del territorio nazionale, esclusi gli enti di previdenza ed assistenza sociale;
4 Enti di previdenza ed assistenza sociale (S.13.14), raggruppa le unità istituzionali, centrali e locali, che
erogano prestazioni sociali obbligatorie, in forza di disposizioni legislative o regolamentari e alle quali determinati
gruppi della popolazione sono tenuti a versare contributi ( INPS, INAIL e IMPDAP).
L’istat è tenuto per legge a pubblicare annualmente sulla gazzetta ufficiale la lista delle unitàistituzionali che
compongono il settore S.13 in Italia.

Il SECS95 approvato come regolamento comunitario consente una rappresentazione quantitativa completa e
comparabile dell'economia dei paesi membri dell'unione europea. A tal fine esso classifica tra le unità istituzionali
di tutto il sistema economico in cinque distinti settori istituzionali:
- le società finanziarie che svolgono attività di intermediazione finanziaria e di assicurazione con i
medesimi scopi;
- Le società e quasi società non finanziarie (imprese individuali con almeno cinque addetti e società di
persone) che producono beni e servizi destinabili alla vendita con la finalità di conseguire utili;
- Le amministrazioni pubbliche;
- Le famiglie, che consumano i beni e servizi prodotti dagli altri settori, ma possono anche produrre e
accumulare (imprese individuali;
- Le istituzioni sociali private al servizio delle famiglie, partiti sindacati, che producono servizi non
destinabili alla vendita per consumi finali individuali.
L'unità istituzionali definita come il centro elementare di decisione economica, caratterizzato da un'uniformità di
comportamento, autonomia decisionale nell'esercizio della propria funzione principale e da una contabilità
completa.

Le amministrazioni pubbliche in italia.


per fornire una rappresentazione quantitativa del fenomeno amministrazioni pubbliche in Italia necessario
attingere a una pluralità di fonti, che per i diversi obiettivi istituzionali per la differente metodologia utilizzata, a
volte con i soldati non perfettamente sovrapponibili.
Nelle tavole si fa riferimento ai dati provenienti dalla ragioneria generale dello Stato e dall’ISTAT.
In primo luogo si considerano il numero delle amministrazioni pubbliche italiane, la tabella relativa agli ultimi
cinque anni disponibili, ed è riportata la numerosità delle unità istituzionali classificate come amministrazioni
pubbliche in base ai criteri del Secs95.
Le amministrazioni pubbliche in Italia risultano essere costituite da 10417 unità istituzionali, dato relativo al 2007.
Se si confrontano l'anno iniziale e il finale del periodo considerato si nota che le amministrazioni centrali
diminuiscono da 196 a 178 mentre con le locali crescono da 2753 a 10.212. In questo stato è il numero degli enti
previdenziali ed assistenziali nazionali.
I sottoscrittori invece mostrano degli andamenti difformi: alcuni sono stabili come comuni, camere di commercio;
altri in crescita come unione di comuni, università e istituti di istruzione universitaria; altri ancora in diminuzione
come enti e istituzioni di ricerca, aziende sanitarie locali, azienda ospedaliera.
La numerosità degli organismi che compongono i diversi settori è un indicatore molto generico per comprendere il
significato economico delle AP. E’ quindi indispensabile analizzare il dato relativo all’occupazione per
comprendere meglio il significato economico, nel 2009 il settore AP contava circa 3.541.000 unità di lavoro,
queste unità di lavoro sono una misura che trasforma in unità a tempo pieno le posizioni lavorative ricoperte da
ciascuna persona occupato nel periodo considerato.
Il peso del comparto pubblico un andamento tendenzialmente decrescente nei sei anni considerati. È importante
per i dati sull'occupazione con quelli relativi alla numerosità delle unità istituzionali per sotto settore.
Le 178 unità istituzionali che nel 2007 componevano le amministrazioni centrali che occupavano 2042900 unità
di lavoro. Le amministrazioni locali, articolate in 10.212 unità istituzionali occupavano, nel 2007, 1.000.519 900
unità di lavoro. I 27 enti di previdenza assistenza sociale impiegavano 55.500 unità di lavoro. Pertanto, la
dimensione media in termini di dipendenti, degli enti locali, specie dei comuni, è significativamente più contenuta

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rispetto a quella delle amministrazioni centrali. Tale specificità non è priva di conseguenze nella prospettiva
economico aziendale.

La spesa delle ap.


Nel 2009 le AP hanno speso una cifra pari al 52,5% del PIL.
I conti economici degli organismi concorrono all’elaborazione del conto economico consolidato delle AP. Tale
conto, redatto secondo il principio della competenza economica è stato predisposto per la prima volta nel’97 per
consentire il monitoraggio dei parametri rilevanti per l’adesione all’unione economica e monetaria definita col
Trattato di Mastricht .
In base alle stime elaborate secondo i criteri Secs95, il settore amministrazioni pubbliche nel complesso registra
nel 2009 un ammontare di entrate pari a 718054 milioni di euro e un ammontare di uscite pari a 798.000 854
milioni di euro.
La AP spendono ogni anno cifre intorno al 56% del PIL, la maggior parte di queste uscite sono di tipo corrente
destinate al normale funzionamento delle AP (retribuzioni, interessi passivi, beni a veloce di giro, servizi), e solo
una piccolissima parte di queste è destinata agli investimenti (beni durevoli, infrastrutture).
Confrontando i diversi totali delle entrate e delle uscite potremmo determinare i saldi della finanza
pubblica:
- saldo corrente(entrate correnti-uscite correnti)
- saldo in conto capitale (entrate – uscite in conto capitale);
- saldo primario (entrate totali – uscite totali al netto degli interessi)
- indebitamento netto (entrate – uscite totali, ma può essere dato anche tra la somma del
saldo corrente e saldo in conto capitale. Non è da confondere con il debito pubblico ce è lo
stock complessivo del debito delle AP;
Per conoscere l’onere del debito pubblico basta confrontare il saldo primario e l’indebitamento netto, la somma
dei due valori da gli interessi passivi sul debito delle AP.
Per comprendere appieno l'importanza fondamentale che buon funzionamento delle amministrazioni pubbliche a
per la vita economica e sociale di qualunque cittadino basta tenere a mente che istituzioni, salute, giustizia, di
sicurezza, difesa, assistenza sociale, infrastrutture, trasporti sono solo alcune tra le più significative macro
categorie di attività che il nostro Stato svolge, avvolte in regime di monopolio e garantisce a tutti. Offrirà la
collettività non abbiamo così anche le prestazioni comporta però il suo sentimento di spese molto ingenti e
richiede di esercitare una significativa pressione fiscale.
Non basta sapere quanto le AP spendono ma bisogna capire anche per cosa spendono.
Per capirlo bisogna ricorrere alla COFOG (classification of the fuctionc of governament) che è una modalità
standar utile a classificare la spesa delle AP. È una classificazione articolata su tre livelli, che sono divisioni,
gruppi e classi, indispensabile per la comparazione fra i dati di spesa dei diversi paesi.
La tabella illustra la composizione della spesa pubblica italiana. Osservando i dati si nota che una porzione
sostanziale della spesa pubblica italiana assorbita dalla protezione sociale, ovvero nelle spese di welfare. Parte
significativa di questa spesa è costituita dalle pensioni. Altre voci importante di spesa sono quelle per la sanità e
l'istruzione.

Approfondimento: nella tabella 1.5 sono riportate le spese per funzioni di 16 paesi dell'unione europea.
Da un rapido confronto con gli altri paesi europei emerge una certa uniformità se guardiamo ai valori medi,
mentre si registrano alcune differenze importanti quando ci riferiamo al confronto con i singoli paesi.
I paesi con un elevato debito pubblico, Italia, Grecia e Belgio mostrano 1+ alta percentuale di spesa per la
funzione servizi generali. Diversamente, Francia e Spagna e Germania sono sempre di sotto il 14% del Pil per i
servizi generali.
La spesa per la protezione sociale, in tutti paesi europei, rappresenta la quota più rilevante della spesa pubblica.
Anche la Germania spende per tale funzione oltre il 43% del Pil nel quotidiano considerato, la Francia supera il
42% del Pil nel 2007 e la Spagna si assesta intorno al 33% del Pil.
Trance Spagna spendono nel quadriennio una percentuale di Pil maggiore di quella italiana per l'istruzione. La
Germania nei quattro anni osservati spende percentualmente di Pil dell'Italia per la difesa ma l'Italia, nello stesso
periodo per la medesima funzione, spende in percentuali di Pil, più della Francia della Spagna.

Il settore pubblico allargato.


Il settore pubblico allargato ( SPA) si riferisce ad un aggregato che comprende sia quello delle AP adottato
dall’istat, sia il settore extra AP composto da imprese pubbliche nazionali e locali, controllate o anche solo
partecipate da AP.
La nozione di SPA è stata introdotta anche con l’obiettivo di consentire al ministero dell’economia e delle finanze
di presentare periodicamente al parlamento una relazione sulla stima del fabbisogno dell’intero settore pubblico.
La numerosità degli organismi che compongono i due diversi aggregati di riferimento è dunque il confine stato tra
l'appartenenza di un organismo alle amministrazioni pubbliche o all’EAP, è un elemento variabile nel tempo,
dipendente dalla volontà del legislatore e dalle scelte di politica economica e finanziaria dei governi.
In merito osserviamo che le politiche di privatizzazione avviati in Italia perché del 1992, hanno fatto sì che negli
ultimi anni una serie di servizi prima prodotti direttamente dalle amministrazioni pubbliche venissero affidati ad

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aziende, giuridicamente distinta dall'ente che le ha costituite, rettili forme giuridiche private (società di capitali,
fondazioni) o pubbliche (istituzioni, consorzi) ma formalmente e sostanzialmente controllate da uno o più enti
appartenenti alle amministrazioni pubbliche.
Questo serve a ribadire che la dimensione del SPA così come quella del settore AP non è stabile nel tempo e deve
essere continuamente monitorata.

Le amministrazioni pubbliche nella prospettiva economica aziendale.


Consideriamo ogni singola AP un’azienda con delle sue specificità.

L’inquadramento del concetto di azienda.


L’azienda è un organismo socio-economico vivente il quale si sostanzia in una comunità di individui che si
organizzano per generare valore da destinare al soddisfacimento dei bisogni umani. Ogni azienda esercita funzioni
di produzione, consumo, risparmio, investimento ed innovazione.
L’azienda non è un organismo naturale, dove il coordinamento tra organi e funzioni si svolge in modo armonico,
sono le persone che danno vita, intelligenza, strategia, capacità, organizzazione, regole, cultura e valori
all’azienda, risentendo anche dei limiti e degli errori di chi le ha dato vita.
In una prospettiva aziendale, quindi non c'è contrasto tra la natura, che può essere anche extra economica (sociale)
e i fini di un dato insieme di persone intende perseguire e la natura economica dell'organismo attraverso il quale
gli obiettivi devono essere aggiunti.
Ogni azienda si qualifica per essere un organismo socio – economico che in quanto tale è:
- Aperto: intrattiene rapporti di scambio e cambio con altre aziende;
- Autonomo: dato che è libero di definire i propri obiettivi strategici ed operativi e le modalità per conseguirli;
- Dinamico: capace di anticipare e adattarsi ai mutamenti dello scenario in cui vive e opera per poter mantenere e
sempre attuare la sua ragione di esistere;
- Permanente: con l’obiettivo di durare nel tempo;
- Responsabile: tenuto a rispondere con appositi strumenti di comunicazione per i risultati effettivamente eseguiti,
sul piano economico, giuridico, sociale ed etico;
- Unico: dato che è irrepetibile nei suoi caratteri intimi;
- Unitario: con riguardo agli organi, alle strategie e alle politiche, al patrimonio, alla gestione, ai risultati
conseguiti e all’insieme dei bisogni da soddisfare.
La funzionalità durature dell’organismo è condizionata dalla sua capacità di operare nel rispetto del vincolo
dell’economicità complessiva della gestione. Questo vincolo si sostanzia nel rispetto del principio economico,
nella diffusione del riconoscimento di valore e nel contemporaneo raggiungimento di livelli di efficienza ed
efficacia per dare risposta ai bisogni individuali e collettivi.
Qual’ora non venissero rispettati questi vincoli nel medio andare l’azienda diventa anti- economica e anti –
sociale, quando questa situazione di anti economicità persiste, l’azienda è destinata a morire.
Quindi possiamo dire che l’azienda muore se non genera valore riconosciuto almeno nel medio andare.
Il valore si sostanza nelle utilità che l'azienda capace di raggiungere attraverso il processo di produzione; Il valore
generato deve essere preposto dall’azienda alla comunità per soddisfare i bisogni per la quale è stata costituita e
deve essere riconosciuto da quella stessa comunità.
Solo in tal caso la comunità sarà disposta a dare consenso all’azienda e a trasferire in modo volontario e\o coattivo
le risorse finanziare indispensabili al suo funzionamento e al suo sviluppo.
Se e quando tale consenso viene meno occorre immediatamente cercare le modalità più efficace e rapide per
ricostruirlo; diversamente l'autonoma sopravvivenza dell'azienda è a rischio.
Inoltre bisogna dire che non esiste alcuna contraddizione fra il perseguimento delle finalità di pubblico interesse
che tutte le AP devono perseguire, e l’essere azienda, ovvero operare secondo i principi, i schemi di ragionamento
e utilizzando gli strumenti dell’economia aziendale.
Il valore aggiunto che apporta lo studio delle AP in una prospettiva economico aziendale si sostanzia soprattutto
nel cogliere l’importanza degli effetti positivi sul sistema AP che derivano dai comportamenti virtuosi sul piano
economico e sociale adottati dalle singole unità che compongono quel sistema.
Infinite soluzioni concrete per favorire economica funzionalità delle singole amministrazioni pubbliche
individuando principio uniformità che possono guidarne la gestione può fornire un contributo decisivo affinché
l'azione pubblica nel suo complesso sia benefica vantaggio di tutti e di ciascuno, della prosperità delle famiglie,
delle imprese e di tutte le altre istituzioni sociali che vivono e operano nel nostro paese.
Economica socialità complessiva del sistema amministrazioni pubbliche non si consegue ragionando e
intervenendo solo sui saldi di finanza pubblica, ma anche soprattutto attraverso la combinazione di economicità di
gestione di singole amministrazioni pubbliche il cui conseguimento però è vincolato dal ricorso agli schemi di
ragionamento ed agli strumenti delle discipline economico aziendali.

L’azienda pubblica e privata: un confine labile ed instabile.


sono fenomeno, una decisione, un comportamento, bilancio, un'azienda dominio pubblico piuttosto quello privato
può comportare significative conseguenze sul piano economico, sociale e politico oltre che ovviamente giuridico.
Gli aggettivi pubblico e privato sono spesso usati in modo antietico, dicotomico, totalmente
alternativo, ovvero in contrapposizione l’uno all’altro.

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In realtà la maggiore importanza del settore no - profit, la crescente responsabilità sociale delle imprese, il ricorso
delle AP a logiche manageriali e giuridici , la produzione di servizi pubblici da parte di imprese private, rendono
ardua la distinzione tra due termini. In sostanza vi è una sorta di sovrapposizione tra il pubblico e il privato,
possiamo quindi affermare che la compenetrazione tra
pubblico e privato è ormai così profonda da aver generato un Publicness Puzle. Questa definizione di Barry
Bozman ci fa capire che le aziende sono più o meno pubbliche o private, in base alle loro attività (quelle dove la
politica quale rappresentante garante dell'interesse collettivo legittimata a esercitare il potere decisionale) e più
private con riferimento a (quelle dove la competizione nel mercato sono le forze che regolano e guidano i
comportamenti).
In realtà il carattere pubblico privato di fenomeni e anche di le aziende è spesso questioni di intensità piuttosto che
di esclusività.
Consapevoli dell'impossibilità di tracciare confini netti definiti nel composito universo aziendale si prova a
tracciare i principali carattere qualitativi delle aziende oggetto di studio.

I criteri di classificazione.
Classificare significa organizzare e disporre gli elementi osservati secondo particolari criteri. L’utilità di ogni
classificazione è commisurata al suo grato di arbitrarietà.
Riguardo alla distinzioni tra aziende pubbliche e private, la dottrina aziendale italiana, ha
tradizionalmente fatto riferimento alla soggettività intesa in senso giuridico o economico.
Il soggetto giuridico è la persona fisica o giuridica che riconosciuta dalla legge, assume diritti ed obblighi
derivanti dall’ attività aziendale. Se il soggetto giuridico è persona fisica o giuridica privata, l’azienda relativa è
privata. Dall’altro canto se il soggetto giuridico è persona giuridica pubblica, l’azienda relativa è pubblica.
Quindi la natura dell’azienda dipende dal regime giuridico, questo criterio può sembrare giusto a livello teorico
ma in pratica questo criterio comporterebbe che ad un’azienda privata non dovrebbero applicarsi regole del diritto
pubblico e viceversa, come se operassero dentro regimi giuridici indipendenti. In conclusione non esiste una
assoluta biunivocità fra azienda pubblica e diritto pubblico, ne fra azienda privata e diritto privato.
In conclusione la natura giuridica, di un ente non comporta in modo pieno ed automatico
l’applicazione esclusiva di un singolo regime giuridico in quanto l’ordinamento giuridico non è più caratterizzato
dalla separazione netta tra il diritto amministrativo e quello privato.

Per rendere lo studio più semplice faremo riferimento al soggetto economico per qualificare pubblica o
privata un’azienda. Dovremo quindi studiare il soggetto economico di un’azienda che:
- esercita in modo diretto ed indiretto il supremo potere volitivo;
- è sempre costituito da persone fisiche;
- subisce risultati negativi della gestione e si avvantaggia di quelli positivi;
- è unico pur potendo essere costituito da una molteplicità di persone.

I tratti caratterizzanti delle amministrazioni pubbliche territoriali intese come aziende.


I tratti caratterizzanti sono attributi che negli organismi socio economici indagati assumono una
connotazione tanto marcata da condizionare significativamente la funzionalità economica duratura.
Faremo riferimento alla APT ovvero le amministrazioni pubbliche territoriali come stato, regione e
enti locali, dato che esse rivestono importanza fondamentale sul piano economico, giuridico e
commerciale.

Il ruolo dei politici.


Il soggetto economico delle APT delega ai suoi rappresentanti l’esercizio del potere volitivo. I
rappresentanti del soggetto economico sono i politici eletti, che rappresentano gli interessi della
comunità nazionale, regionale o locale.
Le indagini aziendali possono trascurare le regole attraverso le quali l'ordinamento giuridico vigente consente di
delegare il potere volitivo. Tali regole non sono neutre riguardano alla funzionalità economica delle APT.
Quando il modello istituzionale democratico e disegnati in modo tale da favorire la stabilità dell'esecutivo e la
responsabilizzazione degli organi di governo politico risultati effettivamente conseguiti attraverso l'attuazione
delle politiche pubbliche, si generano le condizioni istituzionali idonee a favorire l'attecchimento delle logiche e
degli strumenti propri del patrimonio culturale dell'economia aziendale.
Nelle ATP come in tutte le altre aziende sono le persone che contano. Tuttavia, se il contesto
istituzionale è sfavorevole la spinta dell’innovazione orientata in senso aziendale risulta
significativamente depotenziata.
L’APT è un organismo economico dotato di due anime la cui composizione unitaria si pone come
problema ricorrente e non trascurabile per lo studioso di economia aziendale. In sostanza le scelte
effettuate dai rappresentanti eletti sono momenti di un unico processo e non possono essere considerati
isolatamente. Ciò vuol dire che gli effetti delle operazioni di gestione si diffondono all’interno e
all’esterno dell’organismo aziendale. Quindi il processo politico e quello tecnico amministrativo
devono essere considerati come un continuo senza sminuire il ruolo dei politici o dei dirigenti.
La scelta dei fini superiori dell’ APT è rimessa ai rappresentanti eletti e al ciò delegati al soggetto

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economico d’azienda. La missione di quella azienda, viene affidata agli organi politici che
inverosimilmente decideranno cosa il governo deve fare. All’estremo opposto del processo
manageriale delle APT è possibile individuare un’area operativa non meno importante della
precedente. Tale assunzione non esclude che questo tipo di operazioni comportino processi di scelta
che abbiano un impatto politico.
È evidente che in una ottica aziendale chi ha la responsabilità più elevata per il corretto livello della
gestione non può disinteressarsi dei risultati dell’attività amministrativa.
Quindi potremmo individuare un’area molto vasta all’interno della quale dovrebbe caratterizzarsi una
collaborazione tra politici e dirigenti, dove verranno prese decisione con grande impatto politico,
come: la definizione degli obiettivi operativi e la ripartizione delle risorse da impiega, l’individuazione
dei livelli qualitativi e quantitativi dei servizi da apprestare ecc. questa attività rivestono importanza
per il buon andamento della APT e devono veder coinvolti in modo attivo e partecipativo i responsabili della
funzione esecutiva per non si specifica di consultazione, anche quando la responsabilità formale dei diritti di
operazioni esclusivamente degli ordini politici frutto
in conclusione, deve essere riconosciuto come premessa indispensabile per un approccio di tipo aziendale che il
modello postulante la mancata coordinazione fra il momento politico quello gestionale non risponde più alle
esigenze di APT che si vorrebbe in azienda.

Il peso delle norme.


La natura pubblica dell’organismo socio economico oggetto delle nostra riflessioni ha un altro importante effetto:
nel nostro paese la gestione, l’organizzazione e le rilevazioni delle APT sono regolate da norme di diversa
gerarchia (costituzione, norme comunitarie, leggi nazionali, leggi regionali, statuti, regolamenti), non sempre
coerenti con le esigenze di buon funzionamento aziendale.
A questi forzuti di solito è affidato il compito di interpretare le norme in chiave aziendale ex post, assunto che
ogni attività economica deve svolgersi nell'ambito delle leggi.
C'è da aggiungere che il contesto regolato in cui operano le APT approssimato nel corso dei decenni la cultura di
queste aziende delle persone che vi operano.
Ciò deve essere tenuto a mente quanto la rapidità con il quale può essere modificato uno specifico sistema
istituzionale dipende dal radicamento culturale di principi sui quali e sfruttato. Così nel nostro caso, tanto più
radicato culturalmente e socialmente modello produttivo e distributivo di servizi pubblici e tanto più forti sono le
istituzioni e le liti in cui ha trovato sviluppo, tanto meno agevole sarebbe forse cambiamenti significativi e le
convenzioni culturali interorganizzative (che regolano le relazioni fra organi della medesima azienda) e
Interorganizzative (che regolano le relazioni fra aziende diverse e più specificatamente tra chi produce chi utilizza
beni servizi) sulle quali il sistema si poggia.
Questo aspetto è visto come una problematica dato che non è possibile o quanto meno è difficile modificare
determinate norme, questo ha favorito i paesi di common law rispetto ai paesi con ordinamenti di civil law.
Possiamo quindi dedurre che poco favorevoli appaiono le caratteristiche dell’ambiente istituzionale del nostro
paese. Infatti: non abbiamo avuto corsi universitari di managment pubblico; non vi è una struttura dove vi è
possibile formare l’elit della burocrazia statale e della classe politica; la nostra letteratura sulle APT è stata
soltanto giuridica, socio – politica, macroeconomica, sociologica o contabile; la tradizione gestionale e culturale
delle APT non è di stampo manageriale ma giuridico; il travaso tra dirigenza pubblica e privata è ancora molto
limitatom rispetto ad altri paesi.
Non è quindi difficile comprendere perché: il servizio pubblico è stato riservato allo stato e da rendere
gratuitamente o in base una tariffa uniformate contenuta; il rapporto fra il produttore del servizio pubblico e
l’utente dello stesso ha per molto tempo ricalcato lo schema tradizionale tra stato e cittadino.

Il reperimento delle risorse finanziarie.


Una significativa caratteristica delle APT attiene alle modalità di reperimento delle risorse finanziarie. Una quota
molto consistente di prezzi monetari affluisce queste aziende sotto forma di tributi, propri e trasferiti, ovvero
attraverso forme di contribuzione coattiva.
In altre parole una parte rilevante degli output di esse non è venduta e per finanziarne la produzione si ricorre
meccanismi diversi da quelli del mercato.
Mentre gli scambi di mercato, il consumatore acquista il risultato dell'attività produttiva in un'azienda portando
nel prezzo, cioè riconoscendo l'azienda che vede un corrispettivo diretto il cui importo rappresenta il valore
riconosciuto, ogni singolo contribuente paga le imposte in funzione di basi imponibili e aliquote e non in
proporzione alla quantità e qualità dei servizi pubblici che direttamente consuma.
Tutto ciò ha fondamentali conseguenze in termini di strumenti di misurazione e le logiche di interpretazione dei
risultati prodotti. Soprattutto, non consente di traslare alle APT sic et simpliciter metodi e criteri di misurazione e
interpretazione dei risultati economici tradizionalmente impiegati con riferimento alle imprese.

Il territorio e la distribuzione delle funzioni fra livelli di governo.


In base all’art 114 della cost. sono elencati comuni, province, città metropolitane, regioni e stato definiti come enti
territoriali. Nell’art 2 del dec. Legge del 18 agosto 2000 sono elencati altri enti territoriali, quali le comunità
montane, isolane e le unioni di comuni. Per questi enti il territorio è l’elemento costitutivo essenziale dato che

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delimita lo spazio entro il quale le APT esercitano la loro potestà nei confronti dei soggetti che si trovano in quel
territorio. Attraverso L’APT si realizza l’auto governo della comunità residente nel territorio di competenza. Molte
politiche che le APT devono porre in essere per far fronte hai bisogni della comunità implicano la partecipazione
di altri organi del governo, o addirittura queste norme sono sancite dall’UE. Inoltre, politiche fondamentali come
quella monetaria, economica, tutela ambientale, emigrazione, sicurezza, difesa, forme definite in sede di unione
europea e sono irrealizzabili senza forme efficaci di cooperazione internazionale e sistemi sanzionatori affidati a
autorità super partes.
La dimensione territoriale è importante sotto l’aspetto politico ma per quanto riguarda l’aspetto economico
finanziario è una limitazione dato che ha riflessi in termini di performance effettivamente conseguita nel
soddisfare bisogni espressi dalla comunità di riferimento, facendo si che vi sia un limite allo sviluppo inteso come
accrescimento quali - quantitativo delle capacità politiche e manageriali.
Mentre normalmente nel ciclo di vita di un'azienda elemento dimensionale può essere una variabile le APT, pur
potendosi modificare nel tempo alcuni di loro parametri dimensionali (numero dei dipendenti, volume dei
proventi) presenta un limite genetico allo sviluppo inteso come accrescimento quali-quantitativo delle capacità
politiche e manageriali nel dare risposte ai bisogni espressi: il confine territoriale entro quale devono operare e nei
quale soffrono di fissare i loro poteri.
La riforma costituzionale del 2001 ha modificato la disciplina dei rapporti interni fra istituzioni pubbliche. Stiamo
così assistendo al rapido passaggio da un sistema amministrativo centralizzato e gerarchico a un sistema in cui la
regola fondamentale è quella dell’attribuzione della funzione all’ente che si trova più prossimo ai cittadini che
esprimono il bisogno da soddisfare.
La molteplicità di funzioni da svolgere, associata al mutamento delle aspettative da parte delle comunità locali che
guardano al miglioramento dei livelli qualitativi e gruppi delle prestazioni non sempre si conciliano
adeguatamente con i limiti di capacità che la dimensione territoriale data impone. Le soluzioni sono individuate
nel TUEL per cercare di ovviare a tali limiti

Le funzioni economiche tipiche.


L’attività economica da una parte prevede la produzione di beni e apprezzamento dei servizi, dall’altra prevede il
consumo dei beni prodotti e l’utilizzo dei servizi resi, per soddisfare i bisogni individuali o
collettivi. Nelle attività economiche oltre a queste due funzioni di produzione e consumo troveremo la
funzione del risparmio, dell’investimento e dell’innovazione.
L’attività economica più importante alla quale poi sono legate tutte le altre funzioni è quella di produzione.
Dovremmo fare quindi una differenza tra produzione per lo scambio di mercato e produzione per il consumo.
Per quanto riguarda la produzione per lo scambio di mercato nelle APT dovremmo distinguere i processi
produttivi di imprese da quelli patrimoniali. I processi produttivi di impresa sono quei processi che prevedono la
trasformazioni dei fattori produttivi acquistati per poi venderli sul mercato, ricevendo il pagamento di un prezzo.
Ci potranno essere anche casi in cui i beni prodotti verranno acquistati dalle aziende e saranno destinati alla
produzione di altri fattori generando così un’operazione intermedia. Quando si produce per vendere il prezzo deve
essere congruo cioè di importo tale che l’ammontare dei ricavi conseguiti riesca a consentire l’adeguata
remunerazione di tutti i fattori utilizzati. Questo è utile per ricevere il consenso dei consumatori che garantirà il
regolare funzionamento dell’attività produttiva.
Mentre il processo produttivo patrimoniale si rappresenta in operazioni di investimento e di conduzione degli
investimenti realizzati nonché, nella contrazione e rimborso di debiti onerosi o finanziamento, e nella concezione
e riscossione dei prestiti onerosi. Tutte queste operazioni andranno a costituire il patrimonio redditizio che è
differente dal patrimonio d’uso, dato che quest’ultimo è costituito dai beni d’uso, dai crediti a breve termine,
debiti di funzionamento e dal denaro
L’insieme del patrimonio d’uso e quello redditizio costituiscono l’unitario patrimonio aziendale.
Mentre la produzione per il consumo riguarda sempre un processo produttivo che però non è destinato allo
scambio di mercato ma è destinato ai membri o componenti interni delle APT. Questi processi produttivi formano
il nucleo di gestione caratteristica di ogni APT.
L’ottenimento di questi prodotti destinati al consumo interno implica il sostenimento dei costi per la loro
realizzazione e non generano ricavi di vendita e sono sostanzialmente finanziati dai proventi tributari.
In ogni caso le APT generano un valore predisponendo una potenzialità di servizi, ciò impone di ricercare le
modalità per utilizzare nel modo più efficiente le risorse impiegate nei processi produttivi, cercando di
minimizzare i costi e cercare aumentare l’aspetto – quantitativo della produzione.
Le APT dovranno quindi soddisfare bisogni individuali e collettivi. Misurare e interpretare in modo armonico
questi due bisogni permette all’APT di generare valore pubblico.
Accanto hai processi di produzione per il consumo nelle APT si svolgono processi produttivi finalizzati allo
scambio di mercato: processi produttivi di impresa (produzione di beni e servizi che vengono ceduti contro un
prezzo) e patrimoniali. Questi processi produttivi sono sempre più scorporati dalla APT e assegnati ad aziende
autonome, controllate però dalla stessa.

IL FINANZIAMENTO E LA PRODUZIONE DEL VALORE PUBBLICO


La teoria dei flussi e degli stocks: richiami definitori.

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Le APT sono un fatto di produzione, all’interno delle quali si svolgono processi di produzione riconducibili a tre
distinti nuclei produttivi: per il consumo, patrimoniale e di impresa.
Il carattere essenziale e la principale complessità del concetto di valore pubblico risiede nel dover cogliere la
prospettiva della soddisfazione dei bisogni individuali e dei bisogni collettivi.

Nella realtà operativa è comune ricondurre le singole operazioni ai diversi nuclei produttivi. A tal scopo è
possibile classificare e combinare opportunamente i valori contabili quando si manifestano a seguito delle
operazioni di gestione esterna ed interna, in modo da poter predisporre report e documenti contabili idonei ad
evidenziare risultati particolari.
Per gestione aziendale intendiamo: il complesso di operazioni che vertono sulle risorse disponibili orifizi
comunque disponibili al livello di singola unità economica e che risultano compiute dagli organi che ne
costituiscono la struttura, ognuno dei quali attende specifici compiti o d'attività, onde permettere a quegli
organismi che assorbe
Questa gestione si concretizza in operazioni attraverso le quali si acquisisce, si combina e si cede
valore. Avremo operazione di gestione esterna e interna. Potremmo quindi distinguere operazioni di:
- Gestione esterna, che consiste nell’acquisto di input e nella cessione di output;
- Gestione interna, riguarda la trasformazione dell’input in output.
Un altro tipo di differenziazione possiamo farla tra:
- Gestione straordinaria, operazioni non ripetitive;
- Gestione ordinaria, operazioni ripetitive o di routine;
Un ultimo tipo di differenziazione l’avremo tra:
- Gestione caratteristica, operazioni correlate all’esercizio dell’attività principale;
- Gestione extra caratteristiche, operazioni relative all’attività secondarie.
Per rappresentare e analizzare le operazioni di gestione esterna della APT faremo ricorso alla teoria dei
flussi e degli stocks. Dovremmo quindi definire:
- Stock aziendali, accumulazione di beni o denaro: per la quantità di oggetti di cui è composto, eventualmente
espresse in termini monetari, e per il momento qui avviene l'accertamento di tale quantità;;
- Stocks economici e finanziari, gli stocks economici sono relativi ai beni materiali, e ai diritti e gli obblighi
economici; gli stocks finanziari sono riconducibili ai mezzi liquidi disponibili, ai diritti e ai obblighi finanziari;
- Stocks effettivi e convenzionali, gli stocks effettivi sono composti dai beni materiali e dai mezzi finanziari;
quelli convenzionali sono composti dai diritti e dagli obblighi economici e finanziari;
- Patrimonio aziendale, insieme coordinato di elementi, ovvero aggregato di stocks;
- Flussi aziendali, riguarda operazioni di gestione esterna che genera flussi reali o economici e\o finanziari o
monetari;
- Caratteri distintivi dei flussi aziendali, ogni flusso risulta definito in funzione della natura
degli oggetti che si spostano da un polo all’altro, dagli organismi aziendali interessati al movimento, dalla
direzione di scorrimento degli oggetti e dalla sua intensità, conto dell'unità di tempo presa come base di
riferimento per l'indagine;
- Intensità dei flussi, rappresenta la quantità di oggetti omogenei relativi ai flussi generati da
una singola operazione di gestione esterna. Per render; possibile per le operazioni contabili sulle intensità di flussi
reali interessanti una certa azienda, è opportuno omogeneizzare quella intensità moltiplicandone per i relativi
prezzi unitari di acquisto di vendita,
- Relazione tra flussi e stocks, le operazioni di gestione generano flussi in entrata e in uscita
che modificano l’elemento patrimoniale, provocando la continua variazione quali –
quantitativa della compagine patrimoniale.

Il nucleo produttivo per il consumo.


La produzione per il consumo costituisce l’attività tipica di ogni APT ed è composta da due fasi: la raccolta delle
risorse e l’impiego di quei mezzi per soddisfare i bisogni della comunità territoriale.
Le risorse utilizzate dalla APT possono essere attinte da fonte interna (propria economia) ed esterne (i condomini
di altre aziende).

L’acquisizione delle risorse provenienti da fonte esterne: le imposte e le tasse.


Queste risorse sono mezzi monetari che persone, famigli e altre aziende trasferiscono all’APT sotto forma di
tributi o donazioni.
I tributi possono essere utilizzati direttamente dalle APT o trasferiti alle altre APT in modo diretto (per es. dallo
Stato ai Comuni) o indiretto (dallo Stato alla Regione e dalla Regione ai Comuni).
L'articolo 119, secondo comma, della nostra costituzione così detta: i comuni, le province, le città metropolitane
le regioni hanno risorse autonomi. Stabiliscono applicano tributi e le entrate propri, in armonia con la
costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di
compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio.
Linea di principio sono tributi propri quelli per i quali le amministrazioni hanno il potere di decidere le aliquote e
tutti gli altri elementi che concorrono a determinare il carico fiscale del singolo contribuente.

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Si scrive di tributo proprio di riparto quando tutto, disciplinato da una legge statale o regionale generano gettito
destinato a un alto livello di governo, provincia o comune, al quale il legislatore riserva 1° di autonomia
circoscritto ex ante entro limiti predefiniti (delle aliquote e base imponibile, l'articolazione di possibili deduzioni
e detrazioni).
Le compartecipazioni invece sono quote di un'imposta che un dato livello di governo cede a un livello di governo
diverso. Ad esempio alla compartecipazione regionale alla cifra oli minerali e dei privati.
A regioni e Apt spettano anche le addizionali di sostanze nell'applicazione di una propria aliquota all'imponibile
di un'imposta dovuta a un alto livello di governo. Ad esempio l'addizionale per imposta gas metano che spetta
alle regioni e le addizionali Irpef che spetta alle regioni e comuni.
Per le APT le imposte e le tasse costituiscono le entrate tributarie in senso stretto, mentre i contributi
previdenziali e assistenziali costituiscono i contributi sociali, sommandole si otterranno le entrate tributarie.
I contributi previdenziali ed assistenziali sono in parte preponderante a carico del datore di lavoro e in proporzione
a carico del lavoratore, sono comunque prestazioni pecuniarie coattive devono essere versate a altre
amministrazioni pubbliche, istituti previdenziali, per il finanziamento di prestazioni pubbliche riconducibili al
welfare (pensioni, cassa integrazione guadagni e altri ammortizzatori sociali).
La distinzione fra entrate tributarie in senso stretto entrate tributarie è utile perché consente di distinguere fra
pressione tributaria, rapporto fra entrate tributarie in senso stretto e Pil, e pressione fiscale, rapporto fra entrate
tributarie e Pil. Ciò spiega perché la pressione fiscale sempre maggiore della pressione tributaria.
Un’altra forma di acquisizione dei mezzi monetari è riconducibile alle sanzioni pecuniarie, dato che
esse sono entrate coattive. L'acquisizione ha una funzione repressiva, e salute a chi trasgredisce un dovere
giuridico.
Un’ultima forma di entrata sono le espropriazioni che però non riguarda
l’acquisizione di forme di denaro ma di beni in natura. In questo caso l’APT deve corrispondere un equo
indennizzo al soggetto che subisce l'esproprio.
\ dalla quantità di mezzi monetari che un contribuente trasferisce all’APT.
Il flusso in questione, al momento in cui effettivamente si manifesta, alimenta le disponibilità liquide
dell'amministrazione pubblica o dello stocco patrimoniale attivo corrispondente a aumenta. Fino a quando il
diritto che l’APT vanta a riscuotere il tributo non si trasforma in un'effettiva riscossione, si viene a costituire uno
Stato patrimoniale attivo che individua un diritto finanziario, vale per un credito dopo un'attesa di flussi finanziari
in entrata.
Si ipotizza che il contribuente versi direttamente all'amministrazione pubblica le somme dovute a titolo d'imposta:

Si tratta di operazioni di gestione esterna molto particolare. Il fatto amministrativo non ottimo rapporto di
scambio, intendendo con tale espressione l'atto mediante il quale si ricevono moneta uno dei sostituti da un lato e
si cedono in contropartita beni servizi dall'altro.
Ogni rapporto di scambio infatti genera sempre il gruppo flussi di natura diversa (economica e finanziaria) di
direzione opposta, in entrate in uscita, e, al termine dell'operazione di pari intensità.
Al momento in cui si perfeziona lo scambio, la compensazione fra l'intensità di flussi un effetto istantaneo, cioè
all'insorgere del fosso economica in entrata non sempre si contrappone direttamente un falso finanziere uscita
della medesima intensità. Ciò porta distinguere tra:
- compensazione parziale totale, a seconda che la compensazione dell'intensità del fosso reale entrata
avvenga, subito in futuro, mediante l'attivazione di un ricorso in uscita;
- compensazione immediata e differita, a seconda che la compensazione dell'intensità del fosso reale
entrata si realizzi, anche sulle parti, immediatamente dopo in via posticipata;
- compensazione diretta o indiretta, a seconda che la compensazione dell'intensità del fosso reale entrata
richiedo meno l'intervento di aziende intermediarie.
È possibile individuare situazioni gestionali risultanti dalla combinazione delle possibili alternative. Dunque
talvolta sono necessari nuovi fatti amministrativi perché l'operazione di scambio possono dirsi effettivamente
concluse
quando il pagamento del debito si realizza nel periodo amministrativo successivo a quello in cui è sorto il flusso
reale entrata, quell'obbligo a pagare appare fra gli elementi passivi del patrimonio aziendale rilevato a fine
periodo.
Ciò in quanto tutti gli scambi di mercato sono volontari e per potersi concludere devono essere vantaggiosi per
entrambe le parti che intervengono nel rapporto.
Le imposte sono prestazioni pecuniarie coattive. Tale obbligo prescinde quindi al fatto che il singolo consideri
eventualmente svantaggioso per se stesso pagare il tributo. Giuridicamente, l'esazione delle imposte si qualifica
come un'attività di IUre imperiI in quanto le APT possono acquisire per i mezzi monetari base alla legge.
La condizione da rispettare affinché le APT possano continuare a svolgere le produzioni finalizzate al
soddisfacimento di bisogni pubblici particolari e generali è che si continuino nel tempo a pagare le imposte. Se da
giovani vogliamo essere certi che in futuro le strutture sanitarie pubbliche ci curino, dobbiamo permettere
attraversano sono tributo fiscale che le stesse strutture curino oggi chi ne ha bisogno e magari avendo sostanze
economica non è tenuto a pagare le imposte.

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Una contropartita economica al prelievo tributario esiste, ma è diffusa in tutto il beneficio sul i pagato le imposte e
non necessariamente immediata.
La controprestazione si concretizza nella seconda fase del processo economico che stiamo analizzando, quando le
risorse finanziarie trasferite sono impiegate dall’ APT per la produzione di servizi politiche pubbliche idonee a
soddisfare bisogni individuali e collettivi.
Il singolo contribuente la collettività nel suo complesso si attendono legittimamente ha seguito il pagamento delle
imposte, di poter usufruire di servizi pubblici. Ciò comporta la necessità di approfondire l'esame dei criteri
utilizzati per stabilire il quantum che ciascun contribuente chiamata a pagare, di valutare la quantità alla qualità
dei servizi pubblici prodotti e l'efficacia, impatto, delle politiche pubbliche. Così potremo considerare non è uno il
riparto dell'onere fiscale tra le diverse categorie generazioni di contribuenti, uno, che il beneficio di contribuenti
non eri forsennato al sacrificio contributo richiesto.
Completamente diverse le ipotesi di trasferimento volontari di ricchezza da un qualsiasi organismo socio
economico all’APT. Questa può definirsi provvista gratuita in quanto soffriva per sua scelta di ricchezza propria lo
fa per scopi filantropici sociali, non per averne una contropartita economica.
La tasso tributo applicato secondo il criterio del beneficio. Si differenzia dall'imposta in quanto si spinge a
seguito di tale regolazione di una prestazione pubblica al contribuente utente che ne trae vantaggio immediato
diretto.
L'importo pagato sottoforma di cassa è sempre inferiore al costo di produzione del servizio o del per offerto in
quanto si ritiene che quella produzione pubblica generi esternalità positive.
La tassa non deve essere confusa con la tariffa che è un prezzo che l'utente paga per un servizio pubblico per il
quale esiste la piena di flessibilità dei vantaggi, trasporto, servizio postale, forniture di gas.
La tariffa dovrebbe essere definita in modo tale da consentire l'adeguata remunerazione e tutti i fattori produttivi
impiegati per la produzione di servizio. Non essendo tributi, le tariffe, diversamente dalle tasse dalle imposte,
sono stabilite con la legge, anche se la loro definizione discende in ogni modo da una decisione politica. Le
tariffe sono controprestazione monetarie di molti servizi pubblici locali ma non sempre sono stabilite a un livello
tale da garantire la copertura dei costi di produzione.
Diverso è invece il discorso relativo al prelievo tributario sotto forma di tassa dato che esiste una chiara relazione
economica tra il pagamento del tributo e l’erogazione del servizio a favore del contribuente. Si viene così a
configurare un’operazione di gestione esterna simile ad un’operazione di scambio. Avremo così un’inflow
finanziario ed un outflow economico.
I due flussi sono logicamente correlati nel senso che il singolo contribuente utente paga la tassa per poter usufruire
direttamente di un bene individuato servizio.
Questa operazione diverge dallo scambio di mercato per il semplice motivo che la tassa non copre per intero il
valore del servizio offerto ma solo una piccola quota perché si ritiene generalmente che l'apprezzamento di un
servizio pubblico, per il quale si richiede il pagamento di questa particolare forma di tributo, pur generando
benefici evidenti per coloro i quali richiedono una certa prestazione, ne godono e pagano la relativa tassa, produca
anche un vantaggio per l'intera collettività alla quale pertanto è richiesto di sopportare una parte del costo della
produzione mediante altre forme di prelievo tributario.
Le esternalità si manifestano quando il comportamento di un soggetto provochi effetti diretti su interessi di un
altro soggetto non direttamente coinvolto. Quando gli effetti sono desiderate esternalità si dice positiva,
altrimenti negativa.
Si distingue fra esternalità di produzione esternalità di consumo. Le prime si rivelano quando l'attività di
produzione di un soggetto danneggiò avvantaggia soggetti e/o la loro produzione.
Anche le esternalità di consumo possono essere positive, un parco curato rende più piacevole le passeggiate; un
negative, il suo ausilio del telefono cellulare di una persona che viaggiano su stesso vagone ferroviario e di
disturbo per legge libro del.
La valutazione soggettiva e determinante per la qualificazione esternalità positiva o negativa.
Esternalità negative di produzione rende il costo sociale della produzione maggiore di quello sostenuto dai
produttori. Il costo derivanti dai danni provocati residenti della zona ove opera la fabbrica inquinante non grava,
salvo specifica azione di contrasto sul produttore che di fatto scarica all'esterno una parte dei suoi costi. La
situazione accrescere i suoi profitti e tenera incentivi per il riparto per i comportamenti.
L’APT in contrasto alle esternalità negative a diversi compiti istituzionali. Esse possono essere contrastate
attraverso disposizioni legislative miranti a vietare specifici comportamenti, tali comportamenti non potrebbero
essere previsti dalla legge.
Un'altra ipotesi è la tassazione, ovvero tassare chi produce esternalità negative. Intorno tributo significa per chi
lo deve pagare una crescita dei costi della produzione e una contrazione dei profitti. In questo caso si parla di
internalizzazione delle esternalità negative.
È possibile anche internalizzare le esternalità di soluzioni positive generate dai privati: gli strumenti utilizzati
sono i sussidi degli incentivi finanziari e la tutela, no attraverso lo strumento normativo, nelle opere dell'ingegno
mediante brevettI.
La tassa di per sé non è un misuratore efficace dell'utilità incorporata nel servizio pubblico. L'impossibilità di fare
ricorso al prezzo per avere una misura attendibile dell'utilità di servizi pubblici in questione non esclude che
esistono tecniche idonee a fornire informazioni sul grado di soddisfazione dell'utenza.

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Se ci trovassimo di fronte a un'operazione di scambio, la traduzione in termini monetari dell'intensità del flusso
reale in uscita si otterrebbe moltiplicando la quantità degli oggetti omogenei che si muovono da un agente
economico all'altro per il relativo prezzo di vendita. In sostanza avremo: Ior= Qv x pv
Dove: Ior intensità espresso in termini monetari di un out flow reale;
Qv quantità di bene o servizio venduto;
pv prezzo unitario di vendita.
Nel caso di pagamento di una tassa a fronte di un servizio pubblico il parametro prezzo unitario di vendita per
definizione, quanti servizi i quali trattiamo non sono prodotti per lo scambio per il consumo.
In presenza di questa situazione, la valorizzazione del flusso reale in uscita può tenersi prendendo in
considerazione un'opportuna configurazione di costo unitario di produzione, ad esempio il costo complessivo che
rappresenta in prima approssimazione il valore del prodotto o del servizio strumento che esso risulta disponibile
per essere ceduto all'esterno.
Nel nostro caso quindi: Ior = Qa x Cpu
Qa quantità di servizio prestato;
Cpu costo di produzione unitario.
Tornando al fatto di gestione esterna notiamo che la mancata compensazione tra l'intensità del flusso reale in
uscita quella del flusso monetaria in entrata non genera una dilazione del pagamento concessa
dall'amministrazione pubblica t a favore del contribuente utente. Per effetto dell'operazione non si forma questo
cattivo nel patrimonio dell’apt. L'operazione di gestione considerarsi concluso con il pagamento della stessa; la
compensazione potenziale dell’outflow reale non è rinviata a un momento successivo e l’apt non vanta il diritto a
riscuotere altre somme dal beneficiari diretto del servizio.
Le risorse finanziarie necessarie compensare l'intensità deflussi sopra considerati possono fruire delle imposte,
dall'autofinanziamento generato eventualmente dei nuclei produttivi per lo scambio di mercato o dal debito
pubblico.
Secondo l'azione tradizionale, la collettività amministrata perché tra i benefici diretto a seguito dell'utilizzo dei
decreti servizi da parte di singoli utenti, cui per finanziare per mezzo di pagamento delle imposte la quota di costo
della produzione di quei servizi che non è compensata dal pagamento delle tasse.
Un percorso di produzione del servizio pubblico offerta dalle tasse fiduciario affidato della prestazione e la quota
di investire un'intera collettività, muta sia secondo le tipologie di prestazioni considerata sia secondo contesti
politici, economici e sociali..
È evidente che tanto più elevata la quota di costo che il singolo beneficiario è chiamato a coprire per mezzo di
pagamento della tassa, tanto più queste si avvicina a un vero e proprio prezzo/tariffa evidenziando per tale via la
volontà politica dell’APT di produrre quella servizio del consumo, ma sempre più per lo scambio.
La riscossioni tributi comporta per essa una variazione proliferativa, aumento di questo cattivo, che
accompagnandosi ad altra variazione negli elementi etiope si esprimono aziendale, comporta un incremento dello
stock netto, perfezionati moneta.
Tale aumento individua componente economico positivo che prende il nome di frumento. Per i proventi, così
come per i costi, non è possibile confondere la fase in cui sono conseguiti dalle dire il momento in cui sorge il
diritto a riscuotere le, come l'arco temporale di loro competenza, in altre parole per il periodo di tempo in cui
L’APT si applica a rendere servizi.
È possibile assumere i proventi tributari siano le competenze economica dell'esercizio in cui effettivamente subito
il diritto riscuoterli, un del loro valore confluisce nel conto economico DELL’APT.
I tributi individuano variazioni economiche positive, proventi, che pur presentando caratteri di affinità con i ricavi
delle vendite, hanno delle specificità sulle quali è opportuno soffermarsi brevemente.
In primo luogo bisogna osservare che l'individuazione del ricavo è possibile solo a seguito del verificarsi di
un'operazione di vendita.
L'ammontare di un ricavo è l'intensità, espresse in termini monetari, di un outflow economico generato da
operazioni di vendita. Il conseguimento del ricavo implica che si acquisiscano moneta e i suoi sostituti e o il
diritto di ricevere moneta in futuro quale corrispettivo spettante a fronte della cessazione di beni e servizi prodotti
per essere scambiati sul mercato quando il pagamento di un prezzo.
Anche le APT conseguono dei ricavi, ma solo a seguito di operazioni di gestione esterna di vendita assimilabili
che comunque rientrano nel novero dei fatti di gestione riconducibili a inutili produttivi per lo scambio di mercato,
patrimoniale e d'impresa.
Possiamo quindi dire, e riferendosi alle imposte, e solo in via immediata alle tasse, che:
- I proventi tributari non derivano dalla vendita di servizi;
- I tempi di acquisizione e l’intensità dei flussi finanziari generati dalla riscossione dei tributi sono al quanto
prevedibili, riducendo così il rischio economico per le APT;
- I contribuenti cedono una quota del proprio reddito in modo involontario;
- I tributi finanziano indistintamente le produzioni pubbliche;
- E’ poi decisivo comprendere che alcune categorie di prestazioni rese dalle APT e finanziate con le imposte non
sono solo servizi, a veri e propri diritti sanciti dalla costituzione e da altre leggi dello stato;
- Il quantum dei mezzi finanziari trasferiti dal singolo contribuente è determinato sulla scortaN di due elementi
stabiliti dal legislatore, ovvero base imponibile e aliquota;

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- Infine vi è il principio della progressività dell’imposizione fiscale sancita dall’art.53 della cost. il quale implica
che al crescere del reddito personale, il complesso delle imposte personale aumenti più che proporzionalmente.
Questo principio favorisce la solidarietà economica che è un principio etico ma anche un obbligo dato che l’art 2
della cost. impone l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

L’acquisizione delle risorse provenienti da fonte esterna: i trasferimenti da altre apt e le contribbuzoni
volontarie.
I trasferimenti non sono altro che un passaggio di risorse finanziarie da una APT all’altra. Per i trasferimenti,
restano, valide le considerazioni proposte in precedenza con riguarda l'operazione di acquisizione delle imposte
indagata nel suo aspetto economico. Un esempio può essere quando vi è il trasferimento di queste risorse dallo
stato verso i comuni, con questo trasferimento i comuni avranno un provento (trasferimento attivo) a seguito di
un'entrata e lo stato sostiene un costo ( trasferimento passivo) a seguito di un'uscita.
I trasferimenti generano un flusso unilaterale di natura finanziaria, comportando quindi un aumento
dello stock netto.
L'acquisizione dei trasferimenti genera un flusso unilaterale di natura finanziaria in entrata che provoca un
aumento dello stock cattivo di cui alle disponibilità liquide e non accompagnandosi a altra variazione patrimoniale
comporta un aumento di stock netto, variazione attiva netta. L'operazione può essere schematizzata così:

I trasferimenti possono essere correnti e in conto capitale. Quelli correnti sono destinati a finanziare le
spese per il normale funzionamento delle APT mentre quelli in conto capitale sono destinati al
finanziamento di investimenti durevoli.
I trasferimenti si dicono vincolati quando hanno una finalizzazione definita ex ante. Il trasferimento attivo
corrente a durata annuale e economicamente, per l'amministrazione che lo riceve, è un po' lento di competenza
economica dell'esercizio cui è riferito.
Nel caso di trasferimento in conto capitale occorre distinguere tra:
- la quota di più lento di competenza economica del periodo che, deve essere inscritta fra i proventi del
conto economico;
- l'ammontare del progetto anticipato pluriennale che trova collocazione fra gli elementi passivi del conto
del patrimonio che andrà diminuito di anno in anno in funzione della quota di competenza economica di
ciascun servizio.
Oltre ai trasferimenti come risorsa proveniente da fonte esterna abbiamo anche le contribuzioni
volontarie che consistono soprattutto in donazioni a favore della APT
Queste operazioni generano un flusso unilaterale, quando sono abbonati beni in natura l'assenza di un prezzo di
scambio implica la necessità di prendere come parametro di riferimento il valore che gli oggetti donati hanno sul
mercato per definire in termini di variazione monetaria l'aumento di valore dello Stato patrimoniale attivo che
risulta interessato dall'operazione.
Questa donazione genera un componente economico positivo che può qualificarsi come straordinario, tale
variazione patrimoniale in aumento non si accompagna a altra variazione patrimoniali.
È il caso di ricordare che anche tributi possono rivestire il carattere di straordinarietà (imposte e/o tasse
straordinarie una tantum).

Le risorse provenienti da fonti interne.


Le risorse che affluiscono all’APT dalla propria economia, autofinanziamento, possono dirsi proventi da fonte
interna. Ci riferiamo, agli eventuali utili derivanti da processi produttivi per lo scambio, patrimoniale e o di
impresa, che si svolgono nell'ambito dell'economia dell'amministrazione.
Tali processi produttivi hanno una giustificazione economica che, almeno nel complesso e nel loro medio andare,
costituiscono fonte aggiuntiva di mezzi finanziari rispetta quelli provenienti, in via diretta o indiretta
(trasferimenti), sotto forma di tributi.
In caso lo svolgimento di quelle produzioni determina le condizioni necessarie ma non sufficienti alla
realizzazione in grado più elevato di soddisfacimento di bisogni collettivi e una al contenimento della pressione
fiscale. Simili situazioni comportano sottrazione di ricchezza al perseguimento di finalità pubbliche istituzionali e
alimentano il debito pubblico. Non è agevole identificare quanta parte delle perdite per tal via subite
dall'amministrazione è da attribuire a inefficienze e manchevolezze manageriali e quanta sia riconducibile a scelte
deliberate dagli organi politici che, in nome del perseguimento dell'interesse pubblico, impone vincoli e
condizionamenti che nessuna azienda si dovrebbe accollare.

Verso il federalismo fiscale: i meccanismi di perequazione.


con l'approvazione della legge 5 maggio 2009, numero 42 il Parlamento ha conferito al governo la delega in
materia di federalismo fiscale in attuazione dell'articolo 119 della costituzione.
La legge delega 42/1999 in materia di federalismo fiscale è stata provata in attuazione dell'articolo 19: i principi
cardine della legge che dovranno poi informare la successiva legislazione delegata sono: autonomia di entrata e di
spesa di comuni, province, città metropolitane e regioni; il superamento del criterio di assegnazione delle risorse

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secondo il principio della spesa storica e l'approdo alla logica del costo del fabbisogno standard per la conseguente
responsabilizzazione delle amministrazioni per un effettivo delle risorse disponibili; il rispetto dei principi di
solidarietà e di coesione sociale; il rafforzamento della trasparenza del controllo democratico sulle
amministrazioni.
La perequazione serve a compensare situazioni sfavorevoli dovuti a fabbisogni differenziati dipendenti, per
esempio, da due punti:
- conformazione geografica dei territori, diversità dei costi di somministrazione dei servizi, ecc;
- diverse capacità fiscali legate a basi imponibili più o meno ampie che generano gettiti differenziati;
Confideremo distintamente la perequazione per gli enti locali e per le regioni
I meccanismi di perequazione previsti per gli enti locali prevede un finanziamento integrale per le
funzioni fondamentali, tale fabbisogno è assicurato da, tributi propri, con partecipazioni al gettito dei
tributi erariali e regionali, addizionali a tali tributi,e fondo periquativo. Allo stesso tempo vi è un
finanziamento anche alle spese non fondamentali finanziate da: tributi propri, con partecipazioni al
gettito dei tributi e fondo perequativo basato sulla capacità fiscale per abitanti. Possiamo quindi
affermare che la perequazione del fabbisogno riguarda la spesa delle APT locali relativa alle funzioni
fondamentali, mentre la perequazione della capacità fiscale è relativa alla spesa delle APT riguardante
le funzioni non fondamentali.
La funzioni fondamentali non sono definite dalla legge. Per determinare quindi queste funzioni è
importante determinare il fabbisogno finanziario standard che è l’ammontare dei mezzi monetari
indispensabile per acquisire ed impiegare tutti gli altri fattori produttivi ovvero beni e servizi. Inoltre il
fabbisogno finanziario è condizionato dal fabbisogno degli altri fattori della produzione, e allo stesso
tempo li condiziona, quindi il dimensionamento del fabbisogno finanziario influenza e a sua volta è
influenzato dai profili economici della gestione dell’APT locale.
In base all’art 2 comm.2 lettera F e L, pare che il legislatore intenda legare il fabbisogno standard con
il costo standard, istituendo il nesso fra l’aspetto finanziario ed economico della gestione della APT
locali, dato che il costo standard per il legislatore è l’indicatore rispetto a cui comparare e valutare
l’azione pubblica, ovvero una sorte di benchmark utile a orientare le scelte di politici e dirigenti locali.
Possiamo quindi dedurre che il costo standard è la determinante quantitativa del fabbisogno finanziario
standard che , è uno dei due elementi che entra nel calcolo del fondo per la perequazione in riferimento
alla copertura finanziaria delle funzioni aziendali.
I costi standard sono una tipologia di costi alternativi, essi devono riflettere ipotesi di utilizzo delle risorse
disponibili (umane, materiali, finanziare) caratterizzate da livelli di efficienza programmati considerati
raggiungibili date le condizioni vincoli esterni (sociali, economici, politici) e interni (strutturali, organizzativi,
finanziari) alle singole combinazioni produttive considerate.
In questa prospettiva il costo standard è strumento per la programmazione, in quanto definisce obiettivi che
presuppongono un comportamento atteso da parte dei responsabili della gestione delle risorse disponibili; ma è
anche uno strumento di controllo concomitante e susseguente in quanto fornisce la base informativa per valutare
in termini economici il divario fra comportamento economico atteso e comportamento economico effettivo.
È proprio grazie a questo calcolo e all'analisi delle variazioni tra questo standard e costo effettivo che è possibile
definire gli eventuali correttivi da porre in essere qualora si riscontrano divari giustificati fra obiettivi e risultati.
Per definire i costi standard bisogna sempre anche definire ex ante la qualità, la quantità e il prezzo di fattori
produttivi che si ritiene debbano essere impiegati per garantire un servizio efficiente secondo lo standard
desiderato.
La determinazione il costo standard non dipende solo da i costi dei volumi produttivi attesi, ma anche dalla
qualità dei servizi da produrre. Il calcolo di essi è di solito riferiti alla singola amministrazione dovendo riflettere
le specificità istituzionali, strutturali e organizzative.
Per quanto attiene il concorso alla copertura delle spese relative all'esercizio di funzioni non fondamentali, la
norma non definisce nell'entità del fondo, nelle fonti da cui attingere, salvo richiamare il principio della
perequazione delle capacità fiscali ai fini del superamento del criterio della spesa storica.
Considerando i criteri di riparto del fondo osserviamo che all’art 13 all’interno del quale si fa riferimento ad un
concetto di fabbisogno finanziario calcolato in modo diverso utilizzando criteri distinti per la spesa corrente e per
quella in conto capitale. Per la spesa corrente, la deroga prevede il riferimento ad un indicatore di fabbisogno
finanziario dato dalla differenza tra la spesa corrente primaria standard e il gettito standardizzato delle entrate e
dei propri tributi. Un ruolo importante è svolto dal criterio delle determinanti che permette di standardizzare la
spesa tramite dei criteri di tipo socio-economici o demografici – territoriali. Quindi il criterio delle determinanti
serve a fornire un misura della spesa pro – capite che la singola amministrazione dovrebbe sostenere per essere
coerente con i modelli di spesa che risultano seguiti dalle APT locali.
Per quanto attiene la spesa in conto capitale la ripartizione del fondo avviene tramite indicatori di fabbisogno
infrastrutturale, coerenti con la programmazione regionale di settore, e valutati al lordo dei finanziamenti europei,
ricevuti per tali finalità. Nello stesso articolo sono definiti i criteri di riparto del fondo perequativo, è quindi
prevista un forma di premialità per amministrazioni minori e per quelle costituite in associazione, ponendo dei
dubbi sulle modalità di trattamento delle fusioni fra amministrazioni.
Per il collocamento di bilancio pubblico dei fondi per i curativi, il meccanismo previsto dall'articolo 13, comma
uno lettera a è quello della perequazione verticale, in cui le differenti posizioni finanziarie del amministrazioni

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pubbliche territoriali locali sono ricomposte livello regionale poi statale, prevedendo peraltro la possibilità di un
intervento correttivo su base regionale.
In sostanza si prevede che nel bilancio di previsione della regione siano istituiti due fondi, uno fuori di comune
l'altro per le province e le città metropolitane e che tali proposte del bilancio regionale siano alimentate da
un'apposita voce fondo perequativo, posta fra le uscite del bilancio di previsione dello Stato con indicazione
separata degli stanziamenti per le diverse tipologie di APT locali.
Al comma uno lettera G e H dell'articolo 13 è prevista la possibilità da parte della regione di competenza, previa
intesa con le APT locali, di ripartire diversamente le risorse del fondo tra le APT locali ricadenti nel suo territorio,
a patto che tale rimodulazione sia specificata entro 20 giorni dal trasferimento delle suddette risorse al bilancio
della regione. Altrimenti, si applicano i criteri definiti dai decreti legislativi.
Le risposte ricevute dalle regioni a titolo di fondo perequativo per le APT locali devono essere messe a
disposizione delle stesse in tempi assai brevi, 20 giorni, e comunque senza ritardi in caso si provveda a ridefinire
la spesa standardizzata.
Sarà pari metri importante la tempestività con la quale lo Stato trasferirà le risorse alle regioni.

I meccanismi di perequazione previsti per le regioni a statuto ordinario. Anche per le regioni è previsto un
doppio regime di perequazione: fabbisogni sulle capacità fiscali. Per le regioni a statuto ordinario così come per
gli enti locali, la legge individua una sequenza logica fra spese legate a specifiche funzioni, finanziamento tramite
tributi e perequazione. Per queste regioni si distinguono fra:
- spese regionali dipendenti da servizi per i quali la legge statale prevede la determinazione di livelli essenziali di
prestazione ( LEP) da garantire sull’intero territorio nazionale;
- spese regionali relative a materie per le quali i LEP non vengono determinati.
Dunque per le regioni si procede: che determina il fabbisogno da finanziare valorizzando i LEP ai relativi costi
standard e si copre integralmente il costo così determinato utilizzando il gettito proveniente dai tributi, in tutto o in
parte, a ciò destinati (tributi propri derivati, tra i quali in fase transitoria, IRAP, addizionale regionale Irpef, con
partecipazione regionale Iva) e le quote del fondo perequativo. Il fondo perequativo nell'ipotesi considerata si
sostanza in una compartecipazione ulteriore al gettito Iva.
Per far funzionare concretamente questo meccanismo la norma prevede che si debba individuare una sorta di
regione standard, ovvero la regione in cui le aliquote di tributi e le compartecipazioni vengono definite in una
combinazione tale da garantire l'integrale finanziamento delle spese delle quali stiamo trattando senza ricorrere al
fondo perequativo.
Questa regione modello non usufruirà quindi del fondo di perequazione, al contrario di tutte le altre che avranno
quote di tale fondo in misura pari alla differenza, per ciascuna regione, tra fabbisogno di spesa standard di
capacità fiscali standard relativa ai tributi specificamente destinati alla copertura di spese generate da servizi per i
quali sono stati definiti i LEP.
Qualora una regione volesse fornire prestazioni oltre i LEP, dovrebbe finanziarle con tributi propri o concetti di di
tributi derivati provenienti da aliquote e base imponibile eccedenti quelli uniformi.
La copertura delle altre spese regionali data da tributi propri regionali derivati dalla legge statale direttamente
dagli istituti delle regioni, da addizionali su tributi erariali e da trasferimenti al fondo perequativo.
Per le spese regionali relative al settore trasporto pubblico locale si distingue fra spese in conto capitale, che sono
da trattare come se fossero spese legate a LEP, e spese correnti che sono a trattare come spese non legate a LEP.
Nel bilancio di previsione dello stato sarà posto quindi un unico fondo perequativo destinato alle
regioni a statuto ordinario, erogando a ciascuna regione in modo differenziato i trasferimenti di
competenza tenuto conto sia della parte derivante dalla perequazione sul fabbisogno che di quella
legata alla perequazione della capacità fiscale.

Il processo di produzione per il consumo: l’impiego delle risorse acquisite.


La seconda fase del processo di produzione per il consumo consiste nell’utilizzo dei mezzi finanziari, provenienti
da fonti interne ed esterne. Una prima possibilità di impiego è il trasferimento passivo di tali risorse verso altre
aziende che decideranno come impiegare quel denaro. Per L’APT questa operazione genera un outflow unilaterale
di natura finanziaria dato che non è prevista alcuna controprestazione.
Questo trasferimento passivo genera una variazione passiva e comporta una variazione dello stock
attivo con la conseguente riduzione dello stock netto aziendale generando così costi di esercizio.
Sugli effetti economici finanziari patrimoniali del operazioni trasferimento di mezzi monetari in conto capitale
valgono le considerazioni dei trasferimenti attivi.
Una parte assai consistente delle risorse finanziarie sono impiegate per l'acquisto di beni e servizi che
opportunamente combinati consentono la realizzazione delle produzioni pubbliche. Tra le spese per beni e servizi
una particolare rilevanza hanno quelle per il personale. Le spese per i redditi da lavoro dipendente rappresenta non
assoluto la seconda voce di spesa per importo del conto consolidato delle amministrazioni centrali.
L'acquisizione di beni e servizi sostanza in fatti di gestione esterna che individuano veri propri scambi di mercato
e generano due flussi di direzione opposta e di natura diversa cioè un inflow di natura economica e un outflow di
natura finanziaria, l'intensità dei quali si compensa al termine dell'operazione.
Nel caso di acquisto di beni d'uso, il flusso economico in entrata comporta una variazione in aumento di uno stock
attivo. In tale ipotesi è fondamentale operare una distinzione a seconda che si tratti di: beni a fecondità ripetuta,

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cioè durevoli al lento rigido a utilizzo pluriennale come gli immobili; beni a fecondità semplice, cioè a bell'agio di
giro a utilizzo annuale come le scorte di magazzino.
I primi vanno a costituire la struttura dell’APT, immobilizzazioni materiali, cedono gradatamente le utilità o
potenzialità di servizio che incorporano e sono quindi destinati a permanere durevolmente per garantire la
continuità nel tempo della produzione di servizi pubblici che essa intende erogare.
I secondi invece consentono l'attivazione della struttura già preordinata e cedono la loro utilità in un singolo atto
produttivo, devono essere continuamente rinnovati.
Al termine di ogni periodo amministrativo, costituiranno elementi del patrimonio aziendale i beni a fecondità
ripetuta per il valore dell'utilità che ancora incorporano e cederanno nei successivi periodi i beni a fecondità
semplice che sono rimasti da utilizzare.
Al contempo il valore dell'utilità cedute dai beni durevoli, quote di ammortamento, il valore dei beni veloci di giro
interamente impiegati nei processi produttivi diventano componenti negativi del risultato economico di periodo,
confluiscono fra i costi annuali o di esercizio rappresenta una quota della ricchezza consumata
dall'amministrazione nell'arco temporale assunto a base del calcolo, per assolvere alla funzione della produzione
per il consumo.
È fondamentale distinguere quindi fra costo sostenuto il costo di competenza economica di un dato periodo.
Ai servizi (lavoro, utenze, servizi bancari e assicurativi, locazioni) è ugualmente assegnato il compito di attivare il
capitale fisso dell'amministrazione. Poiché il consumo di servizi è contemporaneo al loro apprestamento il costo
sostenuto per acquistarli diventa interamente componente di costi annuali, fatta salva l'ipotesi che il flusso reale
attinente l'acquisizione del servizio si protragga e si esaurisca nel periodo amministrativo successivo (t2) a quello
in cui il costo è stato sostenuto (t1).
Al termine del primo periodo amministrativo in cui l'acquisto è stato portato a termine, si origina un elemento
patrimoniale denominato riscontro attivo per la quota di valore del servizio che deve essere quella goduta, mentre
costituisce costo annuale solo la quota di valore del servizio già stilizzata.
Oltre gli stock attivi e passivi di individuano diritti finanziari obblighi bisogna considerare gli stock patrimoniali
relativi ai diritti economici che testimoniano l'attesa di un inflow di natura economica.
I diritti economici possono assumere durata pluriennale o inferiore all'anno. Rientrano tra i primi in tutte le
immobilizzazioni immateriali (costi di ricerca e sviluppo), mentre fra quelli di durata inferiore all'anno si
individuano i riscontri attivi.
Nello svolgimento della gestione aziendale può accadere che il pagamento del corrispettivo di un servizio si è
stabilito al termine del periodo di godimento del servizio medesimo e che tale periodo cada a cavallo di due
periodi amministrativi (t1 e t2). In tal caso, qualora al termine del periodo amministrativo primo il diritto al
godimento di un dado servizio risulti in essere, si genera una situazione per la quale l'amministrazione ha in parte
usufruito di un certo servizio senza che si sia manifestato un outflow numerario.
Quella quota di costo di competenza economica di t1 è misurata da una variazione finanziaria presunta,
tradizionalmente denominata rateo passivo, assimilabile a un debito che emerge al termine del primo periodo solo
per ragioni correttezza contabile e trova collocazione nel passivo del conto del patrimonio.
Una volta acquisiti i fattori produttivi vengono combinati in opportuni processi di lavorazione dando origine a i
fatti di gestione interna che sono rilevanti mediante contabilità analitica il cui obiettivo conoscitivo è
l'apprezzamento dell'economicità della produzione, cioè il grado di efficienza nell'impegno delle risorse
disponibili.
Occorre richiamare due ipotesi principali:
- i servizi vengono cedute senza ricevere alcuna diretta controprestazione monetaria; operazioni di gestione
genera un flusso unilaterale in uscita di natura economica o della sua raffigurazione è la seguente:
- I servizi vengono ceduti contro il pagamento del corrispettivo, una tassa.
Ci sono casi in cui i servizi pubblici sono ceduti senza alcun corrispettive diretto da parte di chi lo utilizza. Si
tratta di servizi pubblici svolti dall'amministrazione con le proprie strutture risorse (produzione in economia)
senza che esso esista la possibilità tecnico la volontà politica di vendere il risultato dell'attività produttiva.
L'utilità di un bene per ogni singola persona può essere rivale non rivale e disponibile o non disponibile.
Non rivalità vuol dire che il costo marginale di fornitura di un bene a un individuo in più è pari a zero o almeno
trascurabile; non escludibili Tar significa che nessuno può essere escluso dai benefici derivanti dal consumo di
dati beni una volta prodotti e ciò in quanto o l'esplosione è tecnicamente e tecnologicamente impossibile o mettere
in atto meccanismo di esplosione troppo costoso.
Si dicono beni collettivi o pubblici puri quei beni l'utilità dei quali è non rivale e non disponibile; al contrario di
altri si dicono beni privati.
Ci sono due sole modalità per poter acquisire le risorse finanziarie necessarie alla copertura dei costi della
produzione di tali beni: la contribuzione volontaria e la contribuzione coattiva. L'offerta volontaria o spontanea di
risorse espone la collettività alcuni rischi, instabilità e insufficiente capacità di alimentazione economica,
particolarismo delle scelte.
La copertura del costo dei servizi irrinunciabili deve scaturire dall'esercizio di legittime forme di coercizione
ovvero dall'imposizione fiscale.
Di norma le APT, ovvero le aziende che importano le imposte producono direttamente beni collettivi.
Le APT quando intendono sostenere il consumo di specifici servizi, rivali e escludibili, possono erogare cittadini
non il servizio pubblico, ma il denaro necessario a comprarlo da produttori pubblici e privati, con o senza scopo di

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lucro, che competono fra loro nel mercato. Infine esse possono compensare produttori privati che forniscono
servizi pubblici quando il produttore pubblico non eroga volumi sufficienti a soddisfare la domanda di specifiche
prestazioni.

Il nucleo produttivo patrimoniale (npp).


Il secondo nucleo produttivo individuabile all’interno dell’economia della APT. Questa produzione
patrimoniale è informata alle logiche dello scambio di mercato. La formazione di questo nucleo ha
origine dal risparmio generatosi nell’ambito nel nucleo produttivo del consumo e opportunamente
investito nell’acquisizione di beni che procurano rendite. In questo nucleo troviamo le seguenti classi
di operazioni:
- investimenti redditizi, inclusi i prestiti onerosi;
- conduzione degli investimenti realizzati;
- disinvestimenti, inclusi i rimborsi dei prestiti onerosi concessi;
- contrazione e rimborso dei debiti di finanziamento.
La conduzione del patrimonio redditizio comporta il conseguimento di rendite ( interessi sui titoli, dividendo
azionari, fitti attivi, ecc.) e il sostenimento di costi (premi assicurativi, manutenzione e riparazione, pulizia, oneri
bancari, ecc.) patrimoniali che individuano la gestione patrimoniale ordinaria. Queste operazioni danno vita a veri
e propri scambi di mercato.
Vi sono poi da considerare eventuali fatti amministrativi riconducibili alla produzione patrimoniale che, vengono
denominati straordinari, dando così luogo al sorgere di rendite e costi straordinari ( investimento e
disinvestimento).
Nel caso del disinvestimento di un bene patrimoniale possono verificarsi casi di: minusvalenza da realizzo che
rappresenta una sopravvenienza passiva; plusvalenza da realizzo che genera una sopravvenienza attiva; o casi in
cui il valore contabile è uguale al valore di vendita quindi non si avrà ne la minus-plusvalenza.
Nella produzione patrimoniale rientrano anche la contrazione e l’estinsione di debiti e crediti di
finanziamento. Potremmo analizzare la concessione di un mutuo passivo. Il ricevimento del prestito e la sua
restituzione permettono di distinguere;
- un rapporto di cambio, con il quale l’APT riceve mezzi monetari in prestito per poi restituirli successivamente;
- un rapporto di scambio con il quale l’APT riceve dal soggetto finanziatore il servizio d’uso delle risorse
finanziarie e lo remunera attraverso il pagamento degli interessi.
Sotto il profilo patrimoniale, rapporto di cambio momento della concessione del prestito genera un aumento dello
stock attivo di cui alle disponibilità liquide e un correlativo incremento dello stato passivo relativo al debito
contratto. Al momento invece, del rimborso, l'effetto patrimoniale sarà esattamente opposto con una
contemporanea e uguale diminuzione lo stock attivo dello stato passivo.
La gestione del patrimonio redditizio potrebbe essere esternalità da affidandola a un'azienda giuridicamente
distinta dall’APT e specializzata nell'esercizio di tale attività. Si potrebbe anche trasferire la proprietà di quel
patrimonio e quindi anche la sua gestione a altra azienda appositamente costituita e finanziamenti controllata
dal’APT.

Il nucleo produttivo di impresa (np).


Questo nucleo include i processi di produzione di beni e servizi destinati alla vendita svolti nella APT (produzione
in economia).
Si tratta di prodotti che presentano il carattere della completa divisibilità di benefici per i quali, se la produzione
non è esercitata in regime di monopolio, esiste la possibilità per il consumatore di rivolgersi anche a aziende
private, con o senza scopo di lucro. Una parte rilevante di questi servizi è resa dalle APT locali, essendo
prevalentemente riservata allo Stato la produzione di beni collettivi. Possibili esempi: trasporto urbano,
somministrazione di elettricità, acqua e gas.
Lo svolgimento di questo processo produttivo può essere realizzato:
- in modo diretto, assegnando una porzione delle risorse già disponibili nell’ambito delle APT alla produzione di
specifici beni e servizi da destinare alla vendita (piccoli musei e teatri, farmacie comunali,impianti sportivi);
- in modo indiretto con controllo finanziario, cioè tramite la costituzione di una azienda giuridicamente distinta
dalle APT ma finanziariamente controllata dalla stessa, alla quale è assegnata la produzione di determinati beni e
servizi per lo scambio di mercato (trasporto pubblico urbano affidato ad una spa oppure gestione di attività di
assistenza sociale e socio sanitaria);
- in modo indiretto senza controllo finanziario, attribuendo ad un’azienda giuridicamente distinta dalla APT la
produzione di determinati beni e servizi per lo scambio di mercato (affidare la gestione delle residenze sanitarie
assistite comunali a una cooperativa sociale).
La prima delle ipotesi è una soluzione idonea allo svolgimento dei processi produttivi molto semplificati privi di
rilevanza industriale che non richiedono particolari professionalità e ingenti investimenti, lo necessitano di
significative autonomie.
In questo caso i risultati patrimoniali, finanziari ed economici della produzione per lo scambio si confondono con
quelli della gestione complessiva e rientrano nell’NPI.

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Nel secondo caso, invece, si viene a costituire una diversa unità economica, retta in forma giuridica pubblica o
privata, con soggetto economico pubblico dotato di autonomia dagli organi dell’APT, con proprio personale, conti
annuali distinti da quelli di essa e quindi separate risultanze patrimoniali, finanziarie ed ed economiche.
La terza ipotesi consiste nel rivolgersi a altre aziende normalmente private, già operanti nei settori produttivi di
riferimento.
Va da sé che le disposizioni normative regionali, nazionali e europee regolano le modalità e le condizioni da
rispettare per poter svolgere in economia o affidare all'esterno, aziende pubbliche e private, le produzioni servizi
pubblici, così come sono regolate le modalità attraverso le quali selezionare l'eventuale socio privato di minoranza
di una società di capitali a maggioranza pubblica cui affidare la gestione del servizio, dovendosi tutelare principi
della concorrenza per il mercato e nel mercato.
Per questo alcuni specifici servizi pubblici locali sono regolati da normative di settore, ad esempio la raccolta dei
rifiuti solidi urbani, che prevedono la costituzione di autorità d'ambito territoriale ottimale, una forma di
collaborazione fra APT locali che governano territori limitrofi il cui obiettivo è consentire lo svolgimento
congiunto delle funzioni di indirizzo e controllo sul gestore di servizio, che è un'azienda distinta dalle APT.
I fatti di gestione esterna che interessano l'economia dell’APT sono tutti riconducibili allo scambio di mercato
dove se l'azienda che produce distribuisce il servizio pubblico è finanziariamente controllata partecipatA
DALL’APT, i fatti amministrativi rilevanti per l'economia dell’APT (sottoscrizione e cessione di azioni o quote,
riscossione dei dividendi) rientrano certamente nell'ambito della NPP e non del NPL.
Altri servizi possono essere prodotti per lo scambio di mercato, ciò in quanto l'esclusione dal consumo è
tecnicamente possibile ed economicamente non troppo onerosa, essi saranno prodotti non in una situazione di
concorrenza poiché esistono condizioni tecniche naturali che rendono più efficiente la presenza di un unico
produttore (monopolio naturale).
Si tratta dei servizi ad esempio di gas, acqua, energia elettrica, telefonia, che richiedono ampie costose reti di
distribuzione. In tal senso, essendo il costo della rete un costo fisso, che non muta al variare del volume della
produzione, il costo di utilizzo della rete per l'utente diminuisce al crescere del numero degli utenti.
Infine l'ipotesi date le condizioni di monopolio in S.p.A. privata sarebbe particolarmente vantaggiosa per l'azienda
che la svolge. In tali circostanze si richiede un'azione collettiva, ovvero un intervento pubblico. Tale intervento
fino a poco tempo fa si è sostanziato in una produzione pubblica diretta o nel ricorso alla concessione a terzi della
produzione del servizio dietro pagamento di un compenso, mentre recentemente si è trasformato in attività di
regolazione con conseguente istituzione di autorità indipendenti con funzioni di regolazione e controllo di
specifici settori, per esempio energia elettrica e gas.
In molti di questi casi la proprietà la gestione della rete sono affidate a aziende pubblica, mentre l'erogazione del
servizio può essere svolta da più aziende in competizione regolata fra loro che pagano una tariffa per accedere alla
rete.

Il valore pubblico nella prospettiva economico-aziendale.


per approfondire il concetto di valore pubblico nella prospettiva economico aziendale, occorre:
- distinguere fra valore proposto e valore riconosciuto, tanto in termini concettuali che di misurazione;
- tenere presente che la misura del valore, proposto e riconosciuto, va sempre riferita ad un periodo di tempo e può
riguardare tutta la produzione o solo una parte.
Il valore proposto è la somma delle utilità incorporate dei beni e dei servizi realizzati da un’azienda in un dato
periodo ed è quindi sintesi della quantità e qualità degli output prodotti per essere ceduti.
Questo valore si determina computando i costi di produzione di competenza di un dato periodo, discende quindi
dalla contabilizzazione dei fatti di gestione interna. Questo vale per ogni azienda anche per la APT, anche se
queste ultime potrebbero trovare difficoltà dato che sono ancora sprovviste del sistema di contabilità idoneo.
Il valore riconosciuto è indissolubilmente legato alla soddisfazione dei bisogni. Un bene o un servizio vale non
solo in quanto state prodotte quindi incorpora delle utilità, ma perché lo richiede e utilizzando lo soddisfa un
proprio bisogno.
Questo valore diventa riconosciuto se accettato, o meglio se raggiunge il consenso dei consumatori. Questo valore
si fonda sulla nozione della libertà di scelta da parte del consumatore.
Queste condizioni per le APT non ricorrono frequentemente dato che la gestione caratteristica delle APT si
sostanzia per la produzione per il consumo in quanto manca per definizione la possibilità o la volontà di vendere.
Occorre individuare altre direttrice di indagine, valutando il valore riconosciuto e capacità delle aziende di
soddisfare i bisogni attraverso l'esercizio della sua attività produttiva.
Le amministrazioni pubbliche devono soddisfare contestualmente bisogni individuali sia collettivi senza poter
selezionare i segmenti di mercato più redditizi.
Rispondere modo efficiente ed efficace alla domanda di servizio del singolo utente è indispensabile tanto che
l'utente su una persona fisica una famiglia tanto che sia un'impresa. Il consenso non può essere espresso per mezzo
dei ricavi da vendita perché questi mancano; tuttavia coinvolgendo gli utenti nei processi definizione dei contenuti
dei servizi, di determinazione di misurazione della performance è possibile misurare il loro gradimento,
l'efficienza, la qualità ed efficacia dei servizi pubblici resi.
La dimensione collettiva sociale del valore pubblico riconosciuto va ricondotta la capacità dell'amministrazione di
dare risposta per mezzo delle produzioni pubbliche ai bisogni collettivi della comunità di riferimento (domanda

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sociale). A tale scopo esse sono chiamate a definire, attuare valutare politiche pubbliche finalizzata al
conseguimento degli obiettivi sociali.
Tali obiettivi consistono nellELIMINARE allevare problemi (ridurre la disoccupazione, combattere la criminalità
organizzata) che interessano la comunità nel suo insieme e l'individuazione di selezione dei quali emessa
esclusivamente rappresentanti del soggetto economico aziendale (gli organi politici, volitivo e esecutivo
Le politiche pubbliche sono complesse non solo per l'ambizione e vaghezza delle finalità, ma perché richiedono lo
svolgimento di attività diversificate, normative, produttive, di controllo, da parte di numerose aziende (non solo
APT) spesso non adeguatamente coordinate.
Si possono immaginare gli obiettivi di una politica pubblica, disposti secondo U temporale per conseguire
ciascuno dei quali occorre aver conseguito il precedente.
Gli obiettivi immediati si riferiscono al compimento dell'attività necessarie alla produzione del servizio e cioè
l'acquisizione dei fattori produttivi nella quantità necessaria e di un livello qualitativo che risulti compatibile con
le attività e processi che si intendono realizzare e le risorse finanziarie a disposizione.
Sono obiettivi di brevissimo termine, la cui valutazione è indipendente rispetto a quella degli obiettivi di ordine
superiore (intermedi e finali).
Gli obiettivi intermedi sono correlati a un momento successivo, alla fase della produzione e dell'utilizzo delle
prestazioni rese. Bisogna tenere sotto controllo gli aspetti di quantità, qualità, gradimento dei servizi realizzati e il
loro costo, nonché combinazioni di tali parametri.
Essi sono obiettivi di breve termine la realizzazione dei quali si ritiene strettamente connessa al conseguimento
degli obiettivi immediati.
Gli obiettivi immediati e intermedi, obiettivi operativi, sono affidati alla responsabilità dei dirigenti delle
amministrazioni che ne rispondono e ne monitorando il conseguimento attraverso le tecniche del controllo di
gestione.
Gli obiettivi finali strategici, per i quali risponde l'organo politico, consistono nel modificare nella direzione voluta
il problema collettivo da risolvere.
Per avere una stima attendibile del successo delle politiche pubbliche occorre verificare l'effettività di Miss di
casualità ipotizzati in fase di programmazione tra gli obiettivi di diverso livello (controllo strategico)
a tale scopo si adottano le metodologie quantitative qualitative della program/poicy evaluation.
Dunque, gli obiettivi immediati intermedi non sono stati conseguiti, un'eventuale impatto positivo non è da
ascrivere all'intervento pubblico, ma ha fattori esogeni.
La principale conseguenza è che misurare il grado di soddisfazione della domanda individuale è fondamentale
tuttavia, il conseguimento degli obiettivi immediati e intermedi non è condizione sufficiente a poter esprimere una
valutazione di impatto.
Nel valutare l’impatto di una politica non bisogna osservare ciò che si è ottenuto in termini di modifica
(migliorativa o peggiorativa). L’effetto osservato (effetto lordo) va sempre deplorato, con l'ausilio di apposite
tecniche di valutazione quantitative e O qualitative, dagli effetti esogeni per potere ottenere una stima dell'impatto
effettivamente generato dalla politica pubblica (effetto netto).

IL MANAGMENT
L’ascesa e il declino del managment scientifico pubblico.
Molti autori ampliarono i due grandi temi proposti da Wilson (di autonomia fra politica e amministrazione e
individuazione di principi stabili di amministrazione ad applicare in modo neutro per accrescere l'efficienza
tecnica dell'amministrazione) nei primi anni del novecento caratterizzato da taylorismo managment scientifico.
Frederick W. Tayor , ingegnere, è stato il più grande esponente del management scientifico. Per lui e i suoi
seguaci di produzione un processo generico che presenta i medesimi problemi in ogni azienda. Per questo
carattere di ripetitività, l'attività produttiva può essere scomposto in operazioni semplici da studiare con metodo
scientifico al fine di individuare soluzioni univoche, che proprio perché derivano da un'scientifico, possono poi
essere tradotti in cosiddetti principi scientifici di management di generale applicazione.
Il manager scientifico descrivere il comportamento del lavoratore con lo stesso metodo con il quale studio
funzionamento di un macchinario e determinare attraverso il cronometraggio il limite delle sue capacità
lavorativa, qualsiasi mansione di sia assegnata.
Ciò consente di calcolare con precisione il costo di ciascuna azione e di definire tempi, furti e costi standard di
produzione ottimali.
A parere di Taylor, il maggior profitto generato dall'applicazione dei principi scientifici di management per
riportare anche a un aumento della deliberazione del fattore lavoro, soprattutto attraverso il riconoscimento di
incentivi monetari connessi all'incremento della produttività.
L'idea della one best way affascinò molti studiosi.
Gli studiosi interessati al funzionamento e al governo delle APT fecero una delle conclusioni dell'ingegnere
americano.
La coerenza e la continuità logica fra Wilson e Taylor portarono in poco tempo la definizione di un vero proprio
orientamento teorico pratico noto come management scientifico pubblico, che, dando per acquisita la dicotomia
fra politica e amministrazione, si risolveva nel tentativo di applicare logiche, mentre le tecniche del management
scientifico nelle APT.
In sintesi, gli elementi caratterizzanti management scientifico pubblico erano:

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 la dicotomia politica-amministrazione quale premessa teorica indiscussa;


 il management pubblico confinato all'implementazione neutrale delle scelte politiche (leggi);
 la condotta del management pubblico ispirata ai principi di amministrazione certi, in quanto
scientificamente derivati comprovati, e non influenzabili in alcun modo dagli studi politici con
conseguente riduzione al minimo della sfera di discrezionalità di funzionari;
 efficienza come valore guida dell'azione amministrativa; altri parametri (efficacia, qualità) erano
scarsamente considerate comunque secondari;
 la scientificità dei principi di amministrazione garanzie della loro sicura applicabilità in qualsiasi contesto
organizzativo indipendentemente dal tipo di attività economica esercitata, delle dimensioni e della natura
privato pubblica dell'organismo socio economico considerato;
 le tecniche i metodi messi a punto nelle imprese industriali come modello da imitare;
 gli assetti organizzativi dichiaratamente gerarchici, non partecipativi e con specializzazione
standardizzazione delle mansioni, per assicurare la migliore ripartizione del lavoro garantire il
raggiungimento dei massimi livelli di efficienza tecnica;
 i metodi di selezione di remunerazione del personale assolutamente imparziali e disancorati da
cooptazione politiche, per garantire competenza, specializzazione neutralità del personale amministrativo;
 incentivi monetari della forza lavoro legati all'incremento di produttività;
 il controllo delle azioni di lavoratori, favorito dalla dettagliata iscritta individuazione delle mansioni
ciascuna, e stesso e inteso in modo da garantire il rispetto degli standard produttivi.
Il management scientifico pubblico non rimase confinato alle enunciazioni teoriche, ma ebbe vastissima operativa
negli Usa e in altri paesi.
Le fortune del management scientifico pubblico dopo un periodo di grande successo, declinarono
progressivamente. Numerose furono le ragioni che spiegano il superamento di quello che era stato un vero proprio
movimento culturale.
La prima motivazione è il concetto di scientificità che i teorici del management propugnavano. I dichiarati principi
scientifici di amministrazione spesso erano nozioni pratiche tratte da esperienze operative maturate nel settore
industriale, formulati in modo tale da non poter essere provate di confutate, ad esempio dichiarazione di buon
senso.
La definizione di principi scientifici per l'amministrazione delle aziende non va confuso con il concetto di azienda
del quale si parla di primo capitolo.
Nello svolgimento dell'indagine aziendale condotta su base scientifica, troviamo entrambi momenti tipici del
processo conoscitivo: quello induttivo (quando si procede da asserzioni singolari, individuali o particolari e
asserzioni universali o generalizzanti) e quello deduttivo (quando si procede da asserzioni universali a asserzioni
particolari).
Ma, una volta che il giudizio è stato formulato occorre, volendo seguire processo di apprendimento scientifico,
che sia sottoposto a verifica.
Questi principi scientifici, che al livello teorico garantivano il buon funzionamento delle APT, furono demoliti da
Simon, il quale dimostrava la sostanziale non scentificità dei principi di amministrazione suggeriti. Quindi i
principi erano utili solo ex-post quando devono corroborare una decisione già presa un comportamento giusto. E
non servono a scegliere, ovvero a guidare le decisioni
per dare corpo alle sue critiche, lo studioso selezionò quattro dei più importanti principi del management
scientifico e, attraverso un'analisi critica puntualissima, dimostra che in certe situazioni amministrative si possa
individuare più principi mutuamente incompatibili ma, all'apparenza ugualmente applicabili.
Egli riuscì a spogliare il management pubblico da molte false credenze che si erano cumulati i primi decenni del
secolo.
Tuttavia il limite del managment scientifico, non era riconducibile solo alla sua non-scientificità, i propugnatori di
quella dottrina avevano minimizzato sia la particolarità dei processi economici tipici delle APT, strutturalmente
diverse da quelle industriali ai quali si faceva riferimento, sia l'intricato insieme di valori, che si riflettevano
inevitabilmente indicatori di performance, che quelle aziende erano e sono tenute a rappresentare.
La pratica si mostrò molto più complessa della rappresentazione teorica e la possibilità di mantenere separate
politica amministrazione risultò illusoria, con la conseguenza che viene messo in discussione in pratica e poi in
teoria, l'assunto cardine di tutta l'impostazione cosiddetta scientifica del management pubblico.
Inoltre il ruolo marginale che sembrava offrirsi alla componente umana, s'personalizzata, confinata a me era
esaurita dice di mansioni predefinite e standardizzate le cui motivazioni erano ridotte esclusivamente a quelli di
natura monetaria.
Il ruolo dello Stato nella vita economica si era ormai modificato, la spesa pubblica era aumentata
progressivamente con successiva assunzione di compiti diversificati e molteplici da parte delle APT. L'indirizzo
che aveva preso la ricerca andò lentamente smarrendosi per svolgere sempre più verso l'approfondimento della
formazione delle decisioni pubbliche, anche di bilancio, e dell'analisi e valutazione delle politiche poste in essere
dai governi.
Le crisi economiche e la seconda guerra mondiale servirono successivamente rafforzare l'immagine e il ruolo
dello Stato e delle aziende ad essa sottoposte, cresciute per numero importanza, come sostituti del mercato quando
non riesce prontamente a fornire soluzioni socialmente accettabili.

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L'impetuosa crescita della spesa pubblica l'affermarsi progressivo, specie in Europa, di un nuovo modello di Stato,
il cosiddetto welfare state, che si faceva carico di produrre direttamente una vasta gamma di servizi finalizzati a
soddisfare bisogni collettivi a contenuto educativo, assistenziale, sanitario e sociale, affermò il ruolo primario
dello Stato come centro di decisioni politiche restituendo di fatto un primato alla politica sull'amministrazione.
Con il modello del welfare state all'organizzazione statuale era legata unicamente monopolio del potere legittimo e
i suoi compiti erano mantenere la pace, protegge le cittadine possibili aggressioni stranieri, garantire il rispetto
della legge all'interno del corpo sociale.
Due componenti della società, prive di poteri coercitivi, regolavano i loro rapporti di interdipendenza attraverso lo
strumento contrattuale.
I compiti dello Stato erano quindi ridotti e prezzi prestavano a essere gestiti in base ai principi di amministrazione
burocratica, l'osservanza dei quali si potrà garantire il rispetto delle leggi e limitare l'esercizio arbitrario
dell'autorità preferendo al contempo uno stretto controllo di legittimità dell'ordine pubblico.
La principale giustificazione per una ridotta funzione dello Stato poggiava sull'assunzione che la giustizia sociale
il benessere economico erano garantiti da un esercizio regolato della libertà individuale. Questo convincimento
cominciò essere messo in discussione a seguito della rivoluzione industriale. L'emergere del proletariato il
processo di concentrazione economica di generosi che, venuto meno al principio di uguale opportunità, la libertà
individuale tassì non pensava più a armonizzare il bene del singolo e l'equità collettiva.
Toccava allo stato garantire un equilibrio fra le forze che si muovevano all'interno della società, anche a causa
dell'incapacità dello strumento contrattuale di assicurare interdipendenza sociale.
Già nel 19º secolo quindi, lo Stato vende ad assumere sempre maggiore estensione al fine di promuovere obiettivi
che prima gli erano estranei. Fino al sopraggiungere della crisi economica successivo al primo conflitto mondiale,
gli interventi governi centrali erano realizzati tramite lo strumento legislativo (regolamentazione)
negli anni 30 si spinse i governi a intervenire direttamente in campo economico con l'obiettivo di farsi garanti il
superamento della crisi.
Una delle funzioni dello Stato fu assumere la supervisione dell'economia. Per fare ciò, l'organizzazione statuale o
indotta a aumentare le proprie dimensioni e a dotarsi degli strumenti operativi indispensabili a garantire
l’assolvimento di nuovi compiti.
In sostanza il welfare state è un insieme di interventi pubblici connessi al processo di modernizzazione, i quali
forniscono protezione sottoforma di assistenza, assicurazione e sicurezza sociale, introducendo fra l'altro specifici
diritti sociali nel caso di eventi prestabiliti nonché specifici doveri di contribuzione finanziaria.
Solo con la crisi del welfare state tra la fine degli anni 70 e la metà degli anni 80 il dibattito sul management
pubblico torna in auge, pur non essendosi mai spento.
Successivamente a partire dagli anni ’80, prese vita il New Public Management (NPM), come tentativo di dare
risposta alla crsi di risultato delle APT.

La riforma manageriale.
Per molti paesi, incluso il nostro, la ragione fondamentale del processo di riforma manageriale delle APT può
ricondursi alla necessità inderogabile di rendere quegli organismi socio economici effettivamente responsabili per
i risultati ottenuti a seguito dell'impiego, finanziarie e materiali risero disponibili.
Ciò sembra la conseguenza di due macrofenomeni di pari importanza:
- necessità di contenere la spesa pubblica debito pubblico, per i paesi dell'unione europea è poi diventato
alcun obbligo introdotto dall'accordo di Maastricht;
- la rinegoziazione del patto sociale tra cittadini sistema delle APT come principale effetto della profonda
insoddisfazione per la qualità e, in molti casi, la quantità di servizi pubblici stessi in rapporto ai loro costi
e per la scarsa efficacia delle politiche pubbliche.
Capo dello Stato e della burocrazia pubblica nella vita dei cittadini era inverso, e quindi invitava la libertà
individuale; dimensione dello Stato erano enormemente cresciute, modello burocratico di organizzazione e
gestione delle funzioni pubbliche appariva del tutto inadeguato a rispondere alle esigenze mutevoli e diversificate
della comunità.
Inoltre, l'aumento della spesa e del debito pubblico, è stata anche la risultante della capacità di gruppi di interesse
politicamente ben rappresentati, di trasformare privilegi di categoria di interesse pubblico.
Il riflusso nel privato, la ritrovata piena fiducia nella competizione e nel mercato come meccanismi idonei a
garantire immediata efficienza e di equilibrio sociale prima di andare, il dissolversi dell'ideologia comunista e
dell'unione sovietica a seguito della caduta del muro di Berlino del 1989, la riscoperta dell'individualismo, sono
tra gli elementi che definiscono il contesto economico, politico, sociale nel quale si afferma il NPM.
La Public Choice (PC) è una teoria economica che si fa sul tentativo di applicare i metodi e le teorie
dell'economia politica per l'analisi dei comportamenti e dei processi decisionali dei politici, della burocrazia
pubblica e degli elettori.
I politici, i dirigenti pubblici, gli elettori, così come i consumatori e le aziende nelle operazioni di compravendita,
pongo in essere scelte che adottano conseguenti comportamenti che sono individuali e finalizzati a massimizzare
la propria utilità, il proprio benessere e non il benessere collettivo.
I parlamentari essendo eletti localmente sono incentivati a favorire le leggi, politiche programmi che genera
vantaggi a propri elettori anche quando alcune iniziative risultano essere poco vantaggiosi in una prospettiva
nazionale. Gruppi limitati quantitativamente di letture ben organizzati, minoranze, hanno maggiori probabilità di

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vedere sostenuta politicamente un'iniziativa a loro favore rispetto a gruppi più ampi con interessi meno
concentrati.
La PC non esclude la possibilità che il risultato finale dell'agire politico si è del tutto insoddisfacente come effetto
di comportamenti di politici, dirigenti funzionari pubblici animati da perseguimento del proprio interesse
personale. La soluzione alla carente performance non va ricercata nella selezione di persone migliori, ma nella
riduzione delle dimensioni dell'azienda. Tra i nelle definizioni di modelli istituzionali e nell'attuazione di
disposizioni legislative, anche costituzionali, idonee a evitare o limitare gli effetti negativi di comportamenti
assunti dei politici, dirigenti e funzionari pubblici per perseguire i propri interessi individuale.
La riduzione delle dimensioni della produzione pubblica attraverso forme più o meno spinte di privatizzazione,
l'introduzione di meccanismi competitivi per l'erogazione di servizi pubblici, la separazione organizzativa
presupporre responsabili della posizione delle risorse monetarie necessarie per finanziare la produzione dei
servizi pubblici, sono alcune fra le scelte adottate da molti governi che consistono in questo orientamento.
L'efficienza della libertà di scelta dell'individuo sono valori da recuperare attraverso il ricorso quanto più spinto
possibile al mercato e alla competizione con il conseguente ridimensionamento della produzione da parte delle
APT e dalle aziende da questi controllate.
La riforma manageriale delle APT quindi inquadrata in una prospettiva più che travalica il fondamentale
contenuto inerente sistemi di organizzazione, gestione e di elevazione da adottare per rendere le APT idonee a
migliorare le loro performance.
Ancor prima di interrogarsi su come svolgere e sufficientemente le produzioni e le funzioni affidate alle APT si è
dibattuto su quali produzioni dovessero affidarsi a quelle aziende o essere restituite meccanismi di mercato e sulla
migliore distribuzione delle funzioni pubbliche fra diversi livelli di governo. Le scelte a maggior contenuto
finivano per dipendere da scelte politiche.
Il NPM è diventato un movimento globale soprattutto perché ha occupato per anni un posto di rilievo dell'agenda
politica di molti governi in numero elevato di paesi del mondo.
Il percorso di innovazione manageriale delle APT si era quindi articolato lungo tre assi:
1. riforma del sistema istituzionale;
2. rivisitazione dell'ambito di intervento pubblico nella produzione diretta di beni e servizi;
3. introduzione di modelli organizzativi, gestionali e di rilevazione di matrice aziendale, spesso mutuati
dall'esperienza privata.
Il primo ambito della riforma (mutamento del sistema istituzionale) ha per oggetto la nuova configurazione del
sistema di potere delle istituzioni pubbliche nei confronti di altri soggetti sociali e economici e la loro
articolazione all'interno delle stesse.
La ratio della riforma, consulente alla carta europea delle autonomie locali del 1984, può desumersi nel tentativo
disperato progressivo decentramento delle funzioni pubbliche trasferendo agli enti locali una parte delle funzioni
tradizionalmente attribuite alle amministrazioni centrali dello Stato (la cosiddetta sussidiarietà verticale).
L'obiettivo era aumentare il grado di consenso di legittimazione delle scelte pubbliche attribuendo maggiori
funzioni alle APT decentrate che si trovavano a più stretto contatto con il cittadino che operavano due i più U
manifestavano.
A tali compiti si sarebbe dovuto associare un potenziamento della loro capacità di risposta attraverso il
trasferimento di risorse umane e finanziarie e il rafforzamento del binomio autonomia responsabilità dei risultati
conseguiti. Il tentativo del legislatore nazionale di valori rafforzamento del rapporto tra comunità territoriali non
può dirsi concluso nonostante la modifica costituzionale approvata nel 2001.
La riforma dello Stato in senso federale un processo fu avviato, vi è la necessità per le APT locali e regionali di
ricercare costantemente la sintonia con l'ambiente socioeconomico che devono governare. Diventa cruciale per
quelle aziende affinare la capacità di captare i segnali economici, politici e sociali che vengono dalle comunità
territoriali, decodificarli, interpretarli e per ragioni politiche, programmi e azioni gestionali concrete dei quali è
indispensabile rilevare e misurare, valutare e comunicare le performance tanto all'interno che all'esterno.
Dunque, il mutamento del sistema istituzionale sollecita l'esercizio consapevole dell'autonomia (di scegliere
indirizzi, politiche, programmi e di acquisire organizzare le risorse, umane, finanziarie materiali, per realizzare
concretamente quanto deciso) e comporta per le APT locali e regionali la progressiva rinuncia a cercare
esclusivamente in se stessi un'altra amministrazione la giustificazione del proprio esistere.
Tutto ciò obbliga ricercare un'armonia dinamica per valori che presiedono alle scelte all'agire di tutte le
componenti, politica e esecutiva, attive nelle APT e quelli in cui si riconosce la comunità amministrata nelle sue
diverse articolazioni, che proprio interagendo con le APT, ne legittimano e giustificano l'esistenza sotto il profilo
economico, sociale e politico.
Alla diversa articolazione dei bisogni, conseguenza la modifica delle caratteristiche culturali delle comunità che
insistono nei territori governati, L’APT deve rapidamente rispondere non solo adeguando le politiche pubbliche le
variabili X di volumi e qualità dei servizi prestati direttamente direttamente, ma anche modificando le logiche di
programmazione, gestione, rilevazione e 20 contrazioni in modo da rapportarsi coerentemente all'evoluzione degli
scenari socio economici di riferimento.
Nel carattere di dinamicità del rapporto fra gli OGNI APT e l'ambiente risiede un tratto essenziale
dell'imposizione culturale di matrice aziendale.
Uno stimolo in tale direzione viene dalla avviata modifica sostanziale dei processi e delle logiche di reperimento
delle risorse finanziarie necessarie al normale funzionamento e allo sviluppo delle APT locali e regionali.

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Va definitivamente affermandosi il principio secondo il quale non si possono distinguere la responsabilità della
spesa e la responsabilità dell'entrata con la conseguenza che, in quelle aziende:
- aumenta l'importanza della funzione finanza;
- il peso delle entrate proprie dovrebbe tendere ancora crescere;
- si cercano nuove tute elastiche forme di imposizione fiscale;
- si sono affermate modalità alternative rispetto a quelle tradizionali (prestiti obbligazionari/mutui) per il
finanziamento delle opere pubbliche;
- si rivaluta il ruolo del patrimonio come fonte di rendite e i flussi finanziari e fiamme per il numero di
servizi per il quale si richiede il pagamento di una tariffa un prezzo congruo, non essendo più possibile
chiedere a altre APT la copertura dei finanziari ed economici quando generati da scelte palesemente
antieconomiche.
L'accrescersi della quota di risorse finanziarie che pervengono dalla comunità governata rende L’APT locale e
regionale sempre più legati economicamente al proprio territorio, dal quale attingere significativa porzione di
mezzi monetari utilizza e al quale erede politiche e, direttamente o indirettamente, servizi sarà un rapporto che pur
preservando la dimensione sociale politica, acquista progressivamente una forte valenza economica.
Ciò contribuisce al progressivo rarefarsi del modello tradizionale di APT, fortemente sbilanciato verso relazioni
verticali gerarchiche fra amministrazioni livello diverso che provavano una giustificazione nelle vecchie logiche
di reperimento delle risorse finanziarie, avvantaggi di relazioni orizzontali con altre APT la definizione di
politiche programmi e con le diverse componenti della comunità localE (famiglie imprese aziende senza scopo di
lucro) non limitate alle sole dimensioni politica e sociale, ma progressivamente Fina la dimensione economica.
Rileva che la mutuata natura del rapporto fra i livelli di governo consiste non solo mutamenti costituzionali, ma
risponde esigenze pratiche.
Il management pubblico si caratterizza come processo Intel organizzativo ispirato alle logiche di collaborazione
fra APT con conseguente superamento dell'ordinamento gerarchico nelle relazioni fra amministrazioni la
progressiva affermazione del concetto di rete istituzionale.
Il secondo avviso di riforma attiene alla ridefinizione dell'intervento pubblico nelle funzioni di regolazione e in
quelle di produzione diretta di beni e servizi.
I provvedimenti normativi adottato riguardo in Italia sembrano voler realizzare un progressivo arretramento delle
APT e della produzione diretta di servizi pubblici che si associa a un rafforzamento del ruolo di luoghi
istituzionali e economici cui si elaborano, conducono valutano le politiche pubbliche.
Tale ambito prevede la contrazione dell'intervento pubblico diretto tramite processi di privatizzazione delle
propria sia di esternalizzazione. A questi si accompagnano interventi di regolazione della concorrenza (istituzione
dell'autorità di regolazione di controllo l'antitrust) e formE innovative di controllo sui risultati sostanzialmente
riconducibili alle logiche del controllo sul gestore cui viene affidata la produzione di servizi la natura del quale
continua a essere pubblica.
Conseguentemente sono andate affermandosi logiche competitive a scapito di quelle tradizionalmente
monopoliste proprie del produttore pubblico. Le produzioni che erano pubbliche quanto alla titolarità del soggetto
che la svolgeva sono trasferite a aziende private, con e senza scopo di lucro, che sono chiamate esercitarle in
regime di concorrenza nel mercato o per il mercato nel rispetto dei vincoli dell'efficienza e dell'economicità
complessiva della gestione.
Ciò è coerente con il principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale, articolo 118 comma quattro, che non
può essere letta nel senso di una collaborazione subordinata di soggetti privati alla realizzazione delle finalità
pubbliche quanto come una forma di integrazione che contempla la piena capacità responsabilità di cittadini,
singoli e associati, per lo svolgimento di attività finalizzate a perseguire obiettivi non egoistici, ma pubblici
ovvero di interesse generale collettivo.
Privatizzare un'azienda pubblica è un'espressione che può assumere significati molto diversi. La privatizzazione
fredda consiste nel tentativo di modificare il modus operandi dell'azienda pubblica (anche dell’apt) introducendo
con varie metodologie (modifiche normative, assunzione di manager provenienti da imprese private, formazione
professionale) logiche, metodi tecniche importate dall'esperienza delle imprese private.
Tutto ciò accade senza che si alterata la natura giuridica e economica dell'azienda pubblica considerata.
La privatizzazione formale di un'azienda pubblica consiste nel modificare la natura del soggetto giuridico
aziendale e dal pubblico diventa privato. È evidente che questa forma di privatizzazione non riguarda le APT, ma
le aziende, controllate da esse, che producono beni e servizi ai quali si attribuisce una valenza di interesse
generale.
La privatizzazione sostanziale di un'azienda pubblica consiste nel mutamento della natura del suo soggetto
economico. Questa forma di privatizzazione può riguardare solo aziende controllate dalle APT che producono
beni o servizi pubblici ai quali, in un dato contesto storico non si attribuisce una valenza di interesse generale
tale da meritare una produzione pubblica in diretta.
Quando tale ipotesi si realizza L’APT cede l'intera attività dell'azienda, o almeno il suo controllo, a una persona
giuridica privata. Ad esempio la cessione da parte dello Stato italiano di aziende operanti nei settori bancari.
La privatizzazione formale anticipo con la sostanziale, in quanto la trasformazione del soggetto giuridico
consente di vendere, anche in modo frazionato, le quote del capitale sociale dell'azienda giuridicamente
trasformata in privata. Assume rilievo la circostanza che l'azienda pubblica sostanzialmente privatizzata opere in
regime di monopolio, legale o naturale, o in regime di concorrenza.

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I primi due casi, la privatizzazione sostanziale deve essere accompagnata da politiche di liberalizzazione dei
mercati mirata favorire l'ingresso di competitori nonché dall'istituzione di autorità indipendenti di regolazione del
mercato e autorità antitrust.
Dunque si può dubitare che la privatizzazione sostanziale serva trasferire benefici del monopolista pubblico
monopolista privato a danno degli utenti.
Estinguere il committente la produttore del servizio pubblico distribuisce le responsabilità fra le APT e altre
aziende: alle prime resta la responsabilità di definire e controllare in modo coordinato politiche e strategie e al
singolo produttore esterno il compito di produrre i servizi in modo efficiente ed efficace da rispettare il mandato
delle APT.
Vi è quindi la necessità di selezionare e reperire le capacità dirigenziali politiche necessarie per svolgere in modo
efficace i ruoli che vanno delineandosi. Inoltre vi è la necessità di individuare meccanismi di programmazione,
gestione, misurazione controllo e quindi contrazione dei risultati alternative o complementari a quelli tradizionali.
Il trasferimento della funzione produttiva, ampiamente associata all'affermarsi del contratto come strumento di
regolazione dei rapporti fra APT e altri attori dello scenario socio economico richiede di tener conto dell'aumento
del numero della varietà di aziende che non operano nel rispetto di metodologie tradizionali di controllo e il cui
operato non può essere direttamente vagliato mediante verifiche politico elettorali.
In tal senso ha grande rilievo la cosiddetta agency theory e il conseguente managment by contract da interpretare
nella prospettiva del public governante.
Tale teoria è basato sull'incentivazione economica e analizza le modalità con le quali il principale, colui che
conferisce l'incarico oggetto del contratto, può definire un contratto in modo tale da motivare la gente, colui che
riceve l'incarico, ad assumere comportamenti coerenti armonici con i suoi interessi economici.
I problemi sono: la selezione avversa, il principale non può accertarsi se la gente fornisce di sé una
rappresentazione completa curata con riferimento alle sue capacità di portare a termine l'incarico da assegnare
tramite contratto; e l'azzardo morale, il principale non può essere certo che la gente abbia profuso il massimo suo
impegno nello svolgimento dell'incarico.
Essendo solitamente la gente uno specialista nello svolgimento dei compiti che il principale intende assegnare
per contratto si registrano normalmente un'asimmetria informativa fra agente principale, a favore del primo, che
induce la gente assumere un comportamento opportunistico orientato a massimizzare il proprio beneficio a
scapito del principale.
Tanto più ampia tali divergenza tanto maggiori saranno i costi di agenzia connessi alla riduzione di questo gap.
Dunque è prevalente rapporto diretto e individuale fra produttore e utenti del servizio, dove la dimensione
prevalente del valore riconosciuto è quella del singolo utente, domanda individuale.
Un secondo livello di controllo e di responsabilità riguarda il controllo strategico e la responsabilità politica,
ricondotta alla capacità di coordinare i vari soggetti che concorrono alla realizzazione delle politiche pubbliche
definite e sempre più spesso coordinati in sede politica.
In tale prospettiva l'impatto socioeconomico delle politiche e dei programmi pubblici che diventa il principale
obiettivo rispetto al quale misurare la performance delle apt di cui occorre rendere conto.
La dimensione plurale e collettiva del valore riconosciuto (domanda sociale) diventa prevalente ma connessa e
mai indipendente dalla dimensione singolare (domanda individuale).
Il terzo ambito di riforma attiene alle modalità di gestione delle apt; l'obiettivo è l'individuazione di soluzioni
tecnico organizzative e di modalità operativo gestionale in grado di aprire spazi per il miglioramento delle
prestazioni, al fine di incrementare, le dimensioni quali quantitative, la capacità di risposta di quelle aziende e
conseguentemente il livello di soddisfazione dell'utenza singola e collettiva.
L'esigenza generalmente avvertita è quella di una managerializzazione delle APT, con un'attenzione specifica alla
dimensione gestionale e al rapporto tra obiettivi e risultati, ma anche all'ottimale impiego delle nuove tecnologie
(E-GOVERNMENT).
Con esso ci si riferisce all'utilizzo della rete internET da parte delle APT per fornire info e servizi ai cittadini.
Questo canale di comunicazione tende a modificare il rapporto tra produttore e utente.
L’erogazione di prestazioni tramite internet è non generarchica,non lineare, a doppio canale e disponibile h24.
Consente a ciascun utente di utilizzare ciò che gli serve quando gli serve e quando ha il tempo e la possibilità per
farlo, non solo durante l’apertura dell’ufficio.
La diffusione di ciò potrebbe mutare la qualità delle relazioni fra APT e i cittadini, spingere le amministrazioni a
essere più trasparenti, accrescere la fiducia nelle APT e a trasformare completamente i processi di produzione di
molti servizi pubblici, almeno quelli istituzionali.
Non sempre i risultati sono in linea con le aspettative; ciò perché resta ancora consistente il divario digitale,
ovvero il divario tra chi ha accesso alle nuove tecnologie e chi invece per scelta, per carenza di formazione per
mancanza di infrastrutture, non lo ha.
Molti siti delle APT si limitano a fornire informazioni e non servizi; le informazioni rese disponibili non sempre
sono aggiornate tempestivamente o facilmente reperibili né organizzate o utilizzabili autonomamente dall'utente
in modo tale da soddisfare le proprie esigenze conoscitive e informative in tempi rapidi in modo esaustivo.
Molti siti rimangono attivi al termine delle attività per informare.
Per risolvere le carenze operative nel nostro paese, ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione ha
emanato una direttiva 8/2009 il cui obiettivo di sviluppare, promuovere e diffondere le pubbliche amministrazioni

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un processo molto fornire attraverso ipotesi riguardo un accesso diretto semplificato e valido all'informazione e
servizi resi all'utenza.
Con tale atto si individua il dominio .gov.it come obbligatorio per tutti i siti che le amministrazioni desiderano
mantenere attivi e si definiscono le linee guida da seguire per tutti i siti web della PA.
Si pensi ad es. alle innovazioni introotte nei sistemi di rilevazione contabile sempre più orientati a misurare le
variazioni economiche e patrimoniali e non solo quelle finanziarie e monetarie.
Nello scenario italiano è stata determinante la riforma della dirigenza pubblica che suscità lo sdegno di
tangentopoli.
Tale riforma ha cercato di conferire maggior razionalità organizzativa alle APT. In passato alcuni compiti grstionai
erano svolti da politici e il ruolo di dirigente era spesso usurpato. Intromissione nella sfera esecutiva degli eletti.
Infatti:
- i rappresentati eletti sono spesso privi delle competenze necessarie per svolgere efficacemente le funzioni
impropriamente svolte;
- sorgono difficoltà nel distinguere i diversi livelli di responsabilità e i contenuti della responsabilità;
- non si incentica la formazione di una classe dirigenziale pubblica e si finisce per alimentare la cultura
dell’amministrazione per atti che rafforza la concezione formalista del controllo, onde il rispetto della
norma diviene l’unico paramento di riferimento. Non costituiscono oggetto di verifica il rapposto tra
risorse/risultati e la valutazione sull’efficacia e o l’impatto dell’azione pubblica di cui nei fatti nessuno è
responsabile;
- la classe politica trascura di svolgere efficacemente il suo ruolo di impulso strategico e di controllo di
risultati e disperde le sue energie nella gestione ordinaria;
- conflitto tra rappresentanti eletti e dirigenti e la diffidenza degli uni verso gli altri accrescono;
- non si avverte la necessità di avere a disposizione dati quali quantitativamente adeguati ne per il sistema
delle decisioni e dei controlli interni, ne per il controllo esterno dei risultati da parte della collettività
amministrata e di organi terzi a ciò preposti, dove l’adeguamento dei sistemi informativi anche quando
imposto dalla normativa si limita a meno adempimento formale.
A partire dalla legge 8 giugno 1990, riguardante gli enti locali, e con molti altri provvedimenti si è formata una
soluzione al problema della confuzione tra politica e gestione, contribuendo a stimolare un processo di
cambiamento mirato a neutralizzare gli effetti negativi sopra detti.
Il principio fondamentale è che le funzioni di indirizzo e di controllo politico-amministrativo spettano agli organi
di governo, mentre la gestione e la conseguente responsabilità per i risultati sono attribuite ai dirigenti.
Sembra delinearsi un modello di APT non distante da quello indicato da tempo dalla dottrina economico aziendale
in cui si distinguono le funzioni di indirizzo e controllo da quelle di gestione inducendo ogni organo a svolgere
efficacemente in modo collaborativo la propria funzione: l'organo politico elaborando nelle sedi istituzionali
strategie e obiettivi, attribuendo gli incarichi dirigenziali di vertice, a locanda le risorse, controllando i risultati
selezionando cui incentivando la dirigenza; la dirigenza fornendo supporto nell'individuazione di obiettivi e piani
realizzando autonomamente a quelli approvati e senza sottrarsi alle responsabilità che da quella stessa autonomia
discendono.
Sembra fondamentale il raccordo fra politici e dirigenti, tanto nel momento di definizione degli obiettivi che in
quello di verifica dei risultati.
In base al dettato del comma uno dell'articolo quattro del decreto legislativo 165/2000 e uno modificato dal
decreto legislativo 150/2009 gli organi di governo esercitano le funzioni di indirizzo politico amministrativo,
definendo gli obiettivi programmi da attuare ed adottando gli altri atti rientranti nello svolgimento di tali
funzioni, e verificano la rispondenza dei risultati dell'attività amministrativa e della gestione agli indirizzi
impartiti. Agli organi di governo spettano:
- decisioni in materia di atti normativi e adozione dei relativi atti di indirizzo interpretativo e applicativo;
- definizione di obiettivi, priorità, piani, programmi e direttive generali per l'adozione amministrativa per
la gestione;
- individuazione delle risorse umane, materiali ed economico finanziarie da destinare alle diverse finalità
e alla loro ripartizione tra gli uffici di livello dirigenziale generale;
- definizione dei criteri generali in materia di ausili finanziari a terzi e di determinazione di tariffe, canoni
e analoghi oneri a carico di terzi;
- le nomine, designazioni e atti analoghi ad essi attribuiti da specifiche disposizioni;
- richieste di pareri alle autorità amministrative indipendenti al Consiglio di Stato;
- gli atti indicati dal presente decreto.
Dunque i dirigenti devono adottare gli atti e provvedimenti amministrativi che impegnano l'amministrazione
verso l'esterno, nonché la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa mediante autonomi poteri di spesa e
organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo.
Sono responsabili in via esclusiva dell'attività amministrativa della gestione dei risultati.
Le attribuzioni di essi possono essere erogate solo espressamente e a opera di specifiche disposizioni legislative.
Il decreto legislativo 150 ribadisce che gli organi politici devono individuare gli obiettivi assegnati dirigenti su
base triennale e definirli anno per anno, prima dell'inizio del rispettivo esercizio, sentiti vertici
dell'amministrazione che a loro volta consultano i dirigenti o i responsabili delle unità organizzative.

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Gli obiettivi vanno definiti in coerenza con quelli fissati con la programmazione finanziari di bilancio. Gli organi
di indirizzo politico amministrativo, con il supporto dei dirigenti devono verificare l'andamento delle
performance rispetto gli obiettivi assegnati durante il periodo di riferimento e devono proporre se necessario,
interventi correttivi in corso di esercizio.
Agli organismi indipendenti di valutazione della performance, da nominare in ciascun amministrazione,
competono la misurazione valutazione della performance di ciascuna struttura amministrativa nel suo complesso
e la proposta di valutazione annuale di dirigenti di vertice d'avanzare all'organo di indirizzo politico
amministrativo e l'attribuzione a essi dei premi.
Ai dirigenti ciascun amministrazione spetta di effettuare la valutazione del personale assegnato ai propri uffici
nel rispetto del merito, ai fini della progressione economica tra le aree e la corresponsione di indennità e premi
incentivanti.
Ruolo fondamentale è assegnato dal legislatore alla commissione per valutazione della trasparenza e l'integralità
delle amministrazioni pubbliche. Ad esempio definizioni dei parametri modelli di riferimento del sistema di
misurazione e valutazione dell'performance in termini di efficienza e produttività.

Il processo manageriale
il management pubblico è un processo unitario, Inter organizzativo e Intra organizzativo che coinvolge tutto
l'agire dell’APT e non solo quella porzione assegnata all'autonomia e responsabilità della dirigenza.
Per le funzioni, di indirizzo controllo politico amministrativo, che la legge attribuisce agli organi politici di
governo, questi sono includere nel concetto di management pubblico tanto quanto la dirigenza.
Il management pubblico ha evidentemente anche un contenuto tecnico, ma soprattutto questo è un orientamento
culturale. Esso deve favorire il governo socialmente e economicamente responsabile delle APT tanto nella fase
operativa che in quella strategica.
Le decisioni assunte dai rappresentanti eletti non sono, non possono e non devono essere neutrali rispetto alla
generazione del valore proposto e riconosciuto. Le modalità con la quale essi esercitano le loro funzioni influenza
in modo decisivo gli equilibri organizzativi, economici e finanziari delle singole APT e non possono che trovare
concreta attuazione piena integrazione nel complesso processo manageriale pubblico.
Ridurre management pubblico alla sola IMPLEMENTATION del POLICY MAKING, ovvero lasciarlo fuori le
funzioni di indirizzo di controllo politico amministrativo, significa semplificare la realtà operativa, limitare il
valore aggiunto degli studi aziendali.
Non si può pensare di scomporre apt tra chi pensa e chi decide e chi esegue meccanicamente poiché significa
confinare le questioni di valore nella sua sfera politica sottoporre al vincolo della performance da sola diligenza.
I valori dell'agire pubblico, equità merito efficienza ed efficacia parità di opportunità, obbligano tutti i
comportamenti dell’APT o si riducono le dichiarazioni di intenti.
Il profilo più tecnico del management pubblico sarà interiorizzato nella cultura delle APT solo se la responsabilità
per i risultati diventerà effettiva per politici, dirigenti altro personale. Ciò in quanto quelle tecniche di
programmazione, rilevazione, misurazione valutazione delle performance saranno un indispensabile ausilio per
guidare un'azione di governo politico e dirigenziale e per dare efficacemente contro i risultati conseguiti e non
saranno più interpretate come un'imposizione legislativa conseguente un fenomeno passeggero.
È molto difficile creare condizioni affinché ci siano continuità e armonia fra politica e dirigenza. Questo poi che
molto spesso le relazioni e delle interdipendenze non sono più confinate all'interno del perimetro della singola
amministrazione e coinvolgono riti di aziende che assumono ogni forma giuridica.
Limitare il management pubblico al solo momento esecutivo rischia di alterare la posizione dei ruoli all'interno
delle APT con deleteri effetti sulla performance aziendale complessiva. Isolare dirigenti funzionari dai politici
porta inevitabilmente il crearsi di due sottoinsiemi sostanzialmente indipendenti e interminabili, ciascuno dei quali
finisce per avere obiettivi suoli e si orienta a massimizzare i propri interessi a scapito degli interessi espressi dal
soggetto economico, salvo l'ipotesi di casuale convergenza.
Dunque è necessario garantire una fluida continuità tra i compiti e funzioni degli organi politici, di dirigenti e
dell'altro personale delle APT. Bisogna individuare e rendere espliciti gli obiettivi di performance del sistema, le
performance organizzative, e individuali, responsabilizzare diversi organi aziendali per il loro effettivo
conseguimento.
Il processo manageriale pubblico è unitario, così come l'azienda nella quale ha manifestazione, investe tutti gli
organi dell’APT e li responsabilizza a seconda dei compiti affidati, per gli effettivi risultati conseguiti.
I tentativi di frazionare complementarietà, interconnessione e interdipendenza fra gli organi, funzioni, processi
decisionali, sono strategie da respingere.

Il public performance management.


I termini performance e management sono strettamente legati tra loro. Non c'è management pubblico senza
performance e non c'è performance senza management pubblico.
Il management pubblico implica e presuppone la responsabilità per i risultati.
Si scrive di public performance management volendo significare la necessità che tutte le componenti dell’unitario
processo manageriale pubblico siano guidate, responsabilizzate, incentivate, e valutate all’interno e all’esterno del
perimetro aziendale da un sistema di obiettivi performance (risultati attesi) reso esplicito e operante.

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La performance è un elemento istitutivo del processo manageriale pubblico che qualifica e orienta le scelte
strategiche e operative dell’ APT. È quindi la misura dell’effetto conseguente allo svolgimento di un’attività
finalizzata all’ottenimento di uno specifico obiettivo. È una stima ex ante ed ex post del verificarsi di
eventualità più o meno probabili.
Il public performance management presuppone dubbio, incertezza rischio, delega del potere decisionale,
discrezionalità nell’agire, caratteri che sono del tutto estranei alla cultura delle APT.
Ciò induce a individuare una risposta ex ante per ogni categoria predefinita e di conseguenza definire e armare i
comportamenti da adottare in base al presupposto che l'esecuzione puntuale di quanto prescritto comporterà
automaticamente la soddisfazione del bisogno.
Pur fondandosi sulla predisposizione di piani e programmi che prefigurano la selezione delle classi di bisogni da
soddisfare, acquisizione combinazioni di risorse, produzione rilevazione dei risultati, è caratteristica propria della
cultura manageriale aziendale riconoscere discrezionalità (non arbitrio) all'azione del management. Da qui
discende la necessità di una costante verifica fra risultato realizzato effettivamente (performance conseguita) e
risultato ipotizzato (performance obiettivo), alla costante ricerca della migliore combinazione possibile fra valore
proposto balordo conosciuto in termini di capacità di soddisfare i bisogni.
Ricade quindi su ogni APT l’obbligo di ritagliarsi in modo autonomo le soluzioni organizzative, gestionali e di
rilevazione sistematica ritenute più idonee per innestare le logiche del public performance management.
Ogni azienda e che generalmente ogni APT è un fenomeno economico, sociale e politico in sé specifico e
irripetibile, cioè non standardizzatele.
Ogni APT è qualificata da condizioni ambientali e di funzionamento interno specifiche e dinamiche, non
deprecabili esattamente, ma la comprensione delle quali si rivela indispensabile per garantire un corretto
funzionamento del processo manageriale.

Gli indicatori di performance.


Le performance sono di norma misurate rappresentate attraverso indicatori.
Gli indicatori sono capaci di fornire informazioni sintetiche e segnaletiche su singoli aspetti dei fenomeni
gestionali sui quali si intende indagare. Tali misure sono riferite a scale ottenute come quozienti tra valori e O
quantità appositamente misurate tratte dagli database generati alimentati dai sistemi informativi in uso nelle APT
da loro accessibili. Essi sono in grado di:
guidare i comportamenti organizzativi di tutti gli organi dell’ APT attraverso la definizione ex ante di valori-
obiettivo, collegandoli congruamente con le responsabilizzazioni ai fini del controllo, in relazione alle leve
decisionali a disposizione della singola posizione e del relativo impatto sul valore dell’indicatore;
catturare le variabili critiche per la prestazione aziendale , in relazione al conseguimento del finalismo dell’
APT, in modo suddiviso e articolato lungo la struttura delle responsabilità organizzative;
effettuare l’analisi degli scostamenti, attraverso la definizione a preventivo del sistema di indicatori e degli
obiettivi da perseguire e la rilevazione dei risultati conseguiti. L’analisi è rivolta verso l’interno e finalizzata
all’analisi delle cause del mancato raggiungimento degli obiettivi, nonchè alla gestione del sistema di
incentivazione;
permettere i confronti spazio-temporali, per favorire un dialogo sugli obiettivi e sui risultati della gestione
mediante l’osservazione dell’evoluzione nel tempo e il confronto con le altre ATP sufficientemente simili dal
punto di vista socio-economico e gestionale. In questo indicatore conta il valore relativo. Questo strumento inoltre
consente di individuare delle tendenze da leggersi assieme agli altri elementi quali-quantitativi di cui si compone
il supporto informativo,
esprimere i risultati economici dell’ ATP. Si vuole quindi ottenere un’analisi economica complessiva,
confrontando poi il valore proposto e quello riconosciuto;
svolgere in modo consapevole e efficace attività di comunicazione esterna, consentendo una maggiore
trasparenza del sistema nei confronti dei cittadini, gli associati. Soggetti esterni avranno differente fabbisogni
informativi, ma avendo una conoscenza parziale dell'attività dell’APT avranno anche una differente capacità di
lettura di informazioni relative alla stessa.
È richiesta una particolare cautela quando è rivolta a destinatari non tecnici o specialisti della materia;
svolgere in modo consapevole e efficace attività di comunicazione interna, ai destinatari interni
dell’informazione, che si collocano a diversi livelli lungo la struttura organizzativa in relazione agli specifici
ambiti di responsabilizzazione, avranno differenti fabbisogni formativi, specificità e analiticità cresceranno man
mano che si scende di livello.
Ai dirigenti responsabili di unità organizzative semplice complesse, le informazioni sulle performance conseguita
forniscono uno strumento di monitoraggio costante, alimentato da la vita artistica periodica suo conseguimento
degli obiettivi relativi alla propria area di responsabilità.
In caso di scostamenti negativi bisogna attuare con tempestività le azioni correttive o segnalare con immediatezza
la necessità di ridefinire gli obiettivi di fronte a elementi sopravvenuti e non previsti.
Se viene meno questa catena di coerenze, la performance non è utile a guidare i comportamenti manageriali.
Attraverso la performance passa non solo la responsabilizzazione degli attori del sistema, ma anche monitoraggio
tempestivo delle situazioni di difficoltà il conseguimento degli obiettivi.
Il momento diagnostico si avvantaggia del processo di disaggregazione degli obiettivi e dei segnali informativi
che derivano dal sistema di misurazione delle performance lungo la struttura organizzativa. Coinvolge anche gli

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organi politici che sono chiamati a assumere di loro competenza e rispondere dei complessivi risultati dell’agire
dell’ATP nei confronti della comunità amministrata.
La valenza di una misura di performance è sempre segnaletica. Cioè fornisce un valore che deve essere sempre
soggetto a interpretazione in coniugazione con altre misure di performance e in una prospettiva dinamica, cioè
analizzando rispetto ad un arco di tempo le variazioni di risultati e le cause che li hanno generati.
Una misura di performance non dà mai la soluzione ad un problema, ma se questa misura è opportunamente
determinata, calcolata, correlata e comparata dà un segnale relativo all’andamento del fenomeno osservato.

La determinazione della performance e la responsabilità dirigenziale.


La performance dirigenziale viene valutata in base a 4 caratteristiche, che sono: l’economicità, l’efficienza,
l’efficacia e la qualità. L’apprezzamento della performance richiede l’elaborazione di un sistema informativo ad
hoc basato sulla misurazione dei processi in cui la gestione si articola.
L’efficacia rivela in che porzione un obiettivo è stato realizzato; l’efficienza rivela quanto bene stiamo lavorando,
cioè quante unità dell’obiettivo sono state realizzate.
La qualità può essere riconducibile ad ognuna delle altre 3 caratteristiche (efficienza, efficacia, economicità).

Nella figura: le dimensioni di performance di cordate vanno misurate valutati in relazione distinti momenti del
processo di produzione e apprestamento del servizio pubblico. Nello schema si considera la qualità una
componente da includere nella determinazione delle tre classiche dimensione della performance dirigenziale.
Tuttavia è possibile e utile definire appositi indicatori di qualità dei servizi resi (come tempestività delle
prestazioni, cortesia degli addetti, polizia e comfort).
Gli input sono le risorse (beni e servizi) destinate alla produzione da realizzare (ovvero i fattori produttivi). Esso
può esprimersi in termini monetari (costo un valore in denaro) in altre unità di misura (fisiche) proprie del fattore
utilizzato (ore di lavoro, chili di materia prima) È importante distinguere le risorse acquisite da quelle utilizzate.
L’ output è la quantità di beni e servizi prodotti ossia il volume di produzione risultato del processo produttivo.
Per essere espresse. L'unità di misura, secondo il bene o servizio considerato (kilometri, numero di studenti
laureati).
L’outcome è l’effetto positivo o negativo, voluto non. Prodotto all’esterno dell’APT come conseguenza
dell’insieme di produzioni riconducibili all’attuazione di un programma pubblico di una politica pubblica,
piuttosto che all'azione di fattori ambientali o comunque diversi dalle azioni poste in essere dall’apt.
Dovrà esserci una relazione causa effetto tra output e outcome, normalizzata fin dalla fase della programmazione
strategica dell'attività aziendale pubblica.
L'impatto dei programmi delle politiche pubbliche risponde l'organo politico di governo.

L'economicità nell'acquisizione dei fattori produttivi.


L’economicità la performance ha per oggetto l’input. L’obiettivo informativo riguarda la minimizzazione del costo
di acquisizione dei fattori produttivi.
È fondamentale la definizione di una soglia minima di quantità da determinare in funzione della destinazione
economica del bene o servizio prestato, cioè dell'impiego concreto al quale fattore produttivo destinato.
Qui ci interessa il rapporto tra qualità-prezzo.
Le variabili di interesse sono: il prezzo costo e la qualità. La definizione della soglia di qualità è fondamentale
perché in sua assenza si potrebbe orientare in modo distorto il comportamento dirigenziale, finendo per
incentivare lo spendere meno possibile a scapito della qualità con effetti economici, nel di andare, poco
favorevoli.
L'acquisizione di fattori produttivi scadenti si traduce in un risparmio momentanea, che si concretizza in un
maggiore e più oneroso questo futuro, spesso non requisiti di manutenzione, ammodernamento.
Chi è responsabile degli acquisti deve conoscere e deve essere informato sulla destinazione economica dei fattori
produttivi. Spesso gli acquisti sono centralizzati per ragioni di risparmio e il responsabile degli acquisti per
rispondere l'efficienza nell'uso che gli altri dirigenti sono due fattori distruttivi, anche se i suoi comportamenti
influenzano significativamente quella dimensioni performance.
La variabile prezzo è una variabile che ha rilevanza contabile, e può essere facilmente attinta anche quando la
contabilità dell’APT fosse tenuta su base finanziaria non economico patrimoniale, perché qui a rilievo il costo di
opposizione al costo sostenuto e non il costo di competenza.
La variabile qualità è una grandezza extra-contabile e richiede definizioni tecniche e specifiche , in relazione agli
aspetti qualitativi rilevanti di ogni fattore produttivo.
L'analisi dell’economY può fornire informazioni molto limitate, solo sulla bontà del processo.

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Ciò non toglie delle prestazione tenuti in ciascuna fase dell'unità di processo produttivo incidano sulle fasi
successive.

Efficienza nell'uso dei fattori produttivi.


L’efficienza consiste nell’attitudine a trasformare l’input in output e può essere dal rapporto tra i due (input/
output e viceversa).
Nel caso in cui consideriamo il rapporto INPUT/OUTPUT,l’obiettivo sarà quello di minimizzare le risorse
utilizzate per un determinato output.
Nel caso in cui consideriamo il rapporto OUTPUT/INPUT l’obiettivo sarà la massimizzazione dell’output.
L’input e l’output messi a rapporto devono essere correlabili dal punto di vista temporale, dal punto di vista
organizzativo e dal punto di vista tecnico-produttivo.
La scelta di una formula uno dell'altra è indifferente ai nostri fini. L'importante impiegare lo stesso formato del
rapporto in tutti gli indirizzi che se ne fanno, in relazione allo stesso processo attività.
Input e output posti a rapporto devono essere correlabili dal punto di vista temporale, ovvero riferisse medesimo
arco di tempo: mese, trimestre, semestre, hanno, e dal punto di vista organizzativo e tecnico produttivo, devono
essere riferiti agli stessi processi produttivi svolti nelle medesime unità organizzative.
L’efficienza, come l’efficacia, riguarda i dirigenti responsabili di tutte le unità organizzative dell’ APT sia che esse
rendono servizi all'utenza esterna sia che rendono servizi all'utenza interna.
ESEMPIO PAG. 114
Nell’ efficienza dovremmo tenere conto degli input non acquistati, ma di quelli effettivamente utilizzati, in un
determinato arco di tempo.
Inoltre è importante l’impianto della contabilità economica analitica che permette di: seguire i fatti di gestione,
determinare razionalmente il costo del servizio reso, apprezzare il grado di efficienza nell’uso delle risorse
disponibili, attribuire alla dirigenza la responsabilità per l’uso delle risorse assegnate.
Vi sono inoltre 3 cautele da osservare prima di esprimere un parere sull’efficienza. Esse sono:
- la determinazione dell’efficienza è riferita soltanto alla quantità complessiva del bisogno da
soddisfare. Il criterio dell’efficienza è un criterio neutrale e di universale apprezzamento.
Questo porta a trascurare almeno 2 elementi: i bisogni non hanno tutti lo stesso peso e
quindi non sono equivalenti, inoltre le APT possono trovarsi nella necessità di fare ricorso a
soluzioni tecnicamente poco efficienti per appagare le esigenze della popolazione;
- alcune delle produzioni delle APT hanno effetti significativi in termini di output soltanto nel
medio e nel lungo periodo. Di conseguenza nel breve periodo le risorse utilizzate per la
produzione potrebbero apparire inefficiente;
- non sempre tutti gli output prodotti sono della stessa qualità. Quindi per avere un calcolo
dell’efficienza più attendibile sarebbe opportuno: suddividere gli output in classi di qualità
diverse; escludere output che non superano una soglia di qualità che si ritiene la minima
accettabile.
Da quanto scritto deriva che un contenimento del costo unitario il quale comporta una riduzione non programmata
della qualità del prodotto, non può essere considerato un vero e proprio incremento di efficienza.
ESERCIZIO PAG. 118
Per valutare il grado di efficienza è sempre necessario effettuare una comparazione.
Non si può esserre efficienti in sè, ma più o meno efficienti. Il termine a confronto può riferirsi a: un valore
Programmato assegnato come obiettivo a un dirigente; uno standard tecnico;un dato passato; il
risultato conseguito da un’altra azienda.
Il presupposto di ogni confronto l'omogeneità dei fenomeni comparati. È più semplice quindi porre in essere una
comparazione interna, basata su dati disponibili nell’APT piuttosto che un'esterna. Per questo le comparazioni con
altre APT spesso si limitano alle sull'informazione di natura finanziaria (spesa prevista o congiuntiva) la
determinazione delle quali è più oggettiva ma meno importante per le valutazioni sulla performance della
Repubblica.
Inoltre l'utilizzo di questi strumenti di misurazione della performance passa attraverso:
- la fissazione di standard di risultato;
- l'individuazione delle posizioni organizzative in grado di muovere leve decisionali effettivamente
influenti sul raggiungimento.
Ad esempio: la responsabilizzazione su cose sulla gestione delle risorse umane, a carico dei dirigenti, dovendo
scontare le rigidità e vincoli che ne possonO caratterizzare la gestione l'ambito dell’APT dovrà essere mirata più al
miglioramento delle prestazioni ottenute che al perseguimento di risparmi di costo.

L'efficacia operativa.
Un’attività è efficace quando l’utilizzo dell’output permette il conseguimento degli obiettivi programmati. La
produzione pubblica è efficace se consente di soddisfare la domanda individuale e sociale dei servizi, programmi e
politiche pubbliche. L’efficacia dei servizi, dei programmi e delle politiche della APT, è più complessa da valutare
rispetto all’efficienza. Per questo è importante definifire i fini (obiettivi temporali). Il soddsfacimento della
domanda sociale e l’obiettivo di breve periodo, mentre quelli di medio e lungo termine riguardano l’efficacia
globale.

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Esistono diversi criteri in base ai quali si distinguono e classificano gli obiettivi. Basandosi su criterio temporale si
distinguono: gli obiettivi ultimi, finali o strategici noti come fini.
E si dividono in modo sintetico l'effetto finale che ci si propone di produrre in termini di modifica del bisogno
sociale attraverso l'adozione di un programma una politica pubblica. Il riferimento è ad un bisogno espresso dalla
comunità amministrata nel suo insieme (domanda sociale).
Sono obiettivi di medio lungo termine.
Il conseguimento dell'obiettivo finale ha come premessa necessaria ma non sempre sufficiente, l'efficace
realizzazione delle attività programmate e il conseguimento degli obiettivi intermedi e quelli immediati.
Gli obiettivi immediati si riferiscono al compimento delle attività preliminari alla produzione delle attività
(acquisizione dei fattori produttivi). Sono obiettivi di brevissimo termine, il cui raggiungimento e valutazione
sono indipendenti, avvengono prima, rispetto a quella degli obiettivi di ordine superiore (intermedi e finali).
Gli obiettivi intermedi riguardano un momento successivo e cioè la fase della produzione in senso tecnico e
dell’utilizzo delle prestazioni rese.
Sono obiettivi di breve termine la realizzazione dei quali, pur potendosi valutare in modo distinto, è strettamente
connessa al conseguimento degli obiettivi immediati. In questo caso di riferimento è quello espresso la figura del
servizio (domanda individuale).
L’individuazione di obiettivi di livello diverso, porta all’individuazione di 2 tipi di efficacia:
efficacia operativa, relativa agli obiettivi operativi, la responsabilità per la realizzazione dei quali è affidata al
dirigente;
efficacia globale (sociale) è connessa al raggiungimento degli obiettivi strategici, la responsabilità per la
realizzazione dei quali è da ricondurre al governo politico.
La misurazione e la valutazione dell’efficacia può avere a oggetto ciascuno dei livelli di obiettivoprima definiti.
Per determinare l’ecfficacia operativa la misurazione e la valutazione:
- si orientano alle attività svolte nell’ APT a favore di un utente interno o esterno;
- hanno un arco di riferimento temporale breve;
- si concentrano su misurazioni e correlazioni di input, outpu e includono anche riferimenti e alcune
dimensioni di qualità nelle fasi di produzione e consumo dei servizi.
Per costruire opportuni indicatori di efficaci è possibile scomporre l’efficacia in 3 sub-dimensioni:
- miglioramento dell’efficienza;
- attitudine a soddisfare la domanda potenziale e espressa;
- analisi del gradimento qualitativo percepito e espresso dall’utenza.
Queste SUBdimensioni ci fanno capire che l’efficacia non si basa solo sugli aspetti quantitativi, ma anche su
quelli qualitativi.
La misurazione dell’efficacia è esprimibile su 3 livelli. Ad un primo livello l’efficacia è esprimibile come rapporto
tra i risultati conseguiti e gli obiettivi programmati. A un secondo livello l’efficacia può essere espressa come
percentuale di soddisfazione della domanda potenziale o della domanda espressa.
Con gli indicatori di terzo livello diventa possibile il superamento di alcuni limiti. Questi indicatori mirano a
misurare il livello di soddisfazione dell’utenza. La misurazione del grado di soddisfazione dell’utenza dovrebbe
assumere un carattere di maggiore oggettività e essere suscettibile di utilizzazione ai fini dell’orientamento delle
decisioni dell’APT in merito all’erogazione del servizio.
Spesso però ai bisogni pubblici non associato a una domanda (positiva) vera e propria, nel senso che i destinatari
degli interventi possono non coincidere con i beneficiari che i beneficiari pubblici della produzione pubblica
possono essere distribuite nello spazio nel tempo in modo da renderne difficile il monitoraggio.
È difficile fissare standard qualitativi per i servizi a domanda negative, quelli cioè ai quali le persone volentieri si
sottrarrebbero e che costituiscono uno dei nuclei irriducibili dell'intervento pubblico anche a livello locale.
Le problematiche travalicano le potenzialità e il ruolo degli indicatori di efficacia riguardando addirittura il
quesito di base sulla opportunità di intraprendere un intervento pubblico in taluni settori.
Tipicamente invece la valutazione dell'efficacia è un'indagine di tipo retrospettivo e quindi in un certo senso
presuppone l'esistenza di programmi e dei relativi obiettivi, anche se la sua utilità consiste proprio nel fornire dati
utili per il mare costi e effetti futuri di nuovi programmi o incentivi.
Indicatori di efficacia, scontando tutti i limiti, saranno quindi sono degli strumenti da utilizzare nel difficile
compito di valutare le performance e guidare le scelte gestionali.
Sul contributo che la definizione di indicatori di efficacia porta all'attività decisionale dell’APT, valgono anche le
altre riflessioni. Si sottolinea ancora una volta l'indispensabilità della definizione ex ante degli standard che
posseggono tutte le caratteristiche di parametri obiettivo, ai fini della responsabilizzazione per il risultato.

La determinazione della performance e la responsabilità dell'organo di governo politico.


L’organo di governo politico è responsabile per il conseguimento degli obiettivi strategici dell’APT, cioè
l’efficacia globale. Per misurare quest’ultima è necessario stimare l’impatto dell’APT all’esterno come effetto
dello svolgimento di un certo programma.
Il nesso di consequenzialità fra il raggiungimento degli obiettivi operativi (efficacia operativa) e di quelli strategici
(efficacia globale) va esplicitato in fase di programmazione è sottoposta a verifica al momento della misurazione e
valutazione dell'impatto. Se gli obiettivi non sono conseguiti, il programma o la politica pubblica essi connessa
non potrà essere efficace.

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Nella prospettiva economico aziendale, responsabilità dirigenziale responsabilità dell'organo di governo politico
non sono indipendenti.
Quindi i punti fondamentali per la valutazione dell’efficacia globale sono: spingersi oltre i confini aziendali
guardando quindi all’esterno, riferirsi a un arco temporale di medio lungo termine, verificare gli obiettivi
conseguiti non da singole unità ma dall’intero complesso aziendale.
Chi si propone di valutare un programma non deve valutare il conseguimento di un obiettivo. Anche se l'incarico
assegnato consiste nel valutare l'efficacia del conseguimento dell'obiettivo strategico, chi svolge tale compito deve
comunque interrogarsi criticamente su come sul perché si sono determinati risultati, positivi o negativi, osservati.
Ciò impone al valutatore di ripercorrere, a ritroso, tutto il cammino delle produzioni che hanno generato l'effetto
ultimo sul quale bisogna esprimere un giudizio.
Avendo disposizione le informazioni generate dal sistema CDG riguarda conseguimento degli obiettivi operativi,
la misurazione la valutazione dell'efficacia globale ne risultano efficacemente facilitate.
Quindi chi esprime un giudizio sull’efficacia globale dovrebbe non essere interessato solo a conoscere in quale
misura si sono prodotti gli effetti voluti, ma anche capire cosa di quanto programmato è stato utile o meno, in
modo da apportare cambiamenti per aumentare l’efficacia del programma.
Esempio combattere la disoccupazione di ragazzi tra i 20 24 anni residenti in particolare le regioni del paese. Si
ritiene utile organizzare corsi di formazione tuttavia in questo caso gli obiettivi immediati potrebbero tra gli altri
essere: selezionare correttamente i corsisti, reperire locali idonei per tenere corsi, acquisire materiale didattico
attrezzature necessarie.
Obiettivi intermedi potrebbero essere: a soddisfarne la frequenza dei corsisti, puntualità e chiarezza espositiva dei
docenti.
Tutto ciò mette in evidenza come nella logica di conduzione della valutazione dell'efficacia globale, il programma
si è normalmente considerato studiato con una sequenza temporale e gerarchica di obiettivi legati fra loro da
relazioni di causalità, del tipo mezzi fini, in cui il conseguimento di un obiettivo è premessa indispensabile per
l'ottenimento del successivo.
È pertanto decisivo assumere prima e verificare poi messi di causalità esistenti fra gli obiettivi di diverso livello.
Dunque ad esempio questo caso bisognerebbe verificare: disponendo di locali adatti, attrezzature idonee di corsisti
hanno appreso le nozioni impartite; se i corsisti hanno trovato nei tempi nel numero previsti, il posto di lavoro per
il quale erano stati preparati.
La relazione fra il conseguimento degli obiettivi intermedi finali è ipotizzata in fase di programmazione ex ante,
ma deve essere poi dimostrata in fase di misurazione valutazione ex post e non può mai considerarsi garantita.
Diversamente frequente constatare come politici e dirigenti pubblici ritengono un obiettivo strategico conseguito
semplicemente perché riescono a dimostrare che le attività di cui il programma si compone sono state svolte in
modo efficace.
Rinunciare a misurare l'efficacia globale la politica si sottrarrebbe alla responsabilità per i risultati e finirebbe per
moltiplicare programmi dei quali non è nota l'efficacia complessiva, con il rischio concreto di impiegare ingenti
quantità di risorse pubbliche lasciando inalterati problemi sociali ai quali si dichiara di voler dare risposta.
In sintesi:
Se l’efficacia operativa non è stata conseguita, l’efficacia globale programmata non può dirsi conseguita;
l'efficacia operativa è stata conseguita, ciò non comporta modo automatico certo che l'efficacia globale
programmata sia stata conseguita.
Cioè immaginiamo che l’obiettivo sia che il 100% dei corsisti che superino l’esame con il voto di 9/10 troveranno
lavoro entro 8 mesi. Per misurare l’efficacia globale sarebbe errato limitarsi a verificare quanti allievi hanno
trovato lavoro entro 8 mesi, ma bisogna accertarsi se gli allievi abbiano trovato lavoro per il solo fatto di aver
frequentato il corso e sostenuto l’esame.
Per valutare l'impatto non è sufficiente ottenere una misura dal confronto tra le due situazioni osservate prima e
dopo l'effettuazione dell'attività delle quali il programma si compone. Occorre depurare l'effetto osservato,
confronto dopo prima, favorevole sfavorevole dall'effetto favorevole o sfavorevole generato da fenomeni diversi
dalla produzione pubblica, partire dall'autonomo trend del problema sociale che si intende aggredire.
L'effetto osservato e misurato potrebbe essere maggiore di quello realmente attribuibile al programma; l'effetto
osservato misurato potrebbe essere inferiore a quello realmente attribuibile al programma.
Si può scegliere di valutare l'efficacia globale avendo riguardo solo agli effetti voluti, ma bisogna aver ben chiaro
che gli effetti non tutti possono rivelarsi sia desiderabili che non desiderabili. Un programma una politica
potrebbero avere un effetto negativo che si ritiene positivo poiché determina una modifica.
Per valutare l’efficacia globale si fa ricorso a metodi quantitativi che si basa su una comparazione tra ciò che si
osserva e si misura dopo il programma e ciò che si sarebbe osservato se il programma non fosse stato sostenuto.
L'uso dei metodi quantitativi sempre necessario giungere alla quantificazione della situazione contrattuale, ovvero
alla situazione che si verrebbe ipoteticamente determinatasi programma non fosse stato realizzato. Essa è solo
stimabile praticamente.
Vi sono poi i metodi qualitativi, che mirano alla descrizione di quanto accade nel contesto spazio-temporale
osservato piuttosto alla spiegazione di quanto avviene.
Normalmente si ritiene che metodi quantitativi siano più utili nelle valutazioni di impatto; tuttavia la valutazione
qualitativa è più flessibile di quella quantitativa.

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Ad esempio la principale caratteristica dei metodi qualitativi riconducibile a gruppi di discipline scientifiche come
la sociologia, è il coinvolgimento personale del valutatore processo di raccolta delle informazioni.
La valutazione si realizzano operando laddove il programma si svolge e a contatto diretto ma anche psicologico
con le persone che concretamente rendono e utilizzano i servizi che compongono il programma da valutare.
Essa è sostanzialmente induttiva mira la descrizione di quanto accade nel contesto spazio-temporale osservato
piuttosto che alla spiegazione di quanto avviene.
Il risultato di essa qualitativa ha natura sistematica; è un tutto coordinato al quale si può approdare solo dopo aver
compreso appieno, attraverso l'esperienza vissuta in prima persona, il contesto in il programma si svolge.
Due sono le principali fonti informative alle quali attingere quando si ricorre a metodologie qualitative:
l'osservazione (che coinvolge tutti i sensi e non solo la vista) e le interviste (strutturate e non strutturate).
L'osservazione, celato palese, non è solo finalizzata alla ricerca di un quid individuato anticipatamente, ma deve
essere libera, a parte non limitata. Diventa mirata quando il valutatore ha acquisito una certa confidenza con il
fenomeno osservato decide di soffermare la propria attenzione solo su una ristretta porzione di processi da
studiare.
L'oggetto dell'osservazione è l'ambiente fisico in cui il programma si svolge, ma poi anche quello sociale umano,
il comportamento di coloro i quali a prestare servizi e di chi le utilizza, il loro linguaggio, gli eventi imprevisti
quelli attesi, ma non realizzati.
Ogni osservatore fonda le sue conclusioni su percezioni individuali che sono inevitabilmente influenzate dalla sua
cultura del suo sistema di valori. Dunque forte rischio di una rappresentazione distorta della realtà osservata.
Inoltre bisogna considerare che le condizioni di tempo e di luogo nel quale avvengono le osservazioni del singolo
limitano significativamente l'attendibilità delle conclusioni raggiunte e ciò in quanto, mancando controllo
statistico rigoroso, non si può escludere che quanto osservato sia semplicemente frutto del caso.
Tutte le metodologie, quantitative qualitative, per definire l'impatto di un programma di una politica pubblica
presentano vantaggi limiti, alcune sono indicate in talune circostanze, altre in situazioni diverse.
I metodi quantitativi forniscono misurazioni che per la loro natura sono sintetiche, spesso riassumibili nello spazio
di un foglio di carta; i metodi qualitativi forniscono descrizioni, impressioni, interpretazioni e di norma sono,
dettagliate, non standardizzate volte composte da interpretare, quindi non sempre trasferibili a un pubblico di non
esperti.

L’ORGANIZZAZIONE
il concetto di organizzazione.
Anzitutto è necessario individuare le attività strumentali all'esecuzione del processo di trasformazione. In seguito
si devono determinare le risorse necessarie alla realizzazione delle suddette attività, sia individuare quelle già
disponibili e approvvigionarsi delle risorse mancanti.
Infine si devono correttamente combinare le risorse e le attività al fine di impiegare efficacemente gli input
ottenere l'output nella quantità all'nella qualità desiderata.
È necessario anche coordinare le persone che lavorano in azienda. Poiché le attività da svolgere richiedono
competenze diverse per essere realizzati, indispensabile tra la pluralità di persone potenzialmente impiegabili che
siano individuate quelli in possesso delle competenze necessarie. Inoltre necessario coordinare anche l'apporto
delle persone che realizzino di attualità nei modi di tempo stabilito.
Nelle aziende le funzioni e le attività aventi a oggetto problematiche di tipo organizzativo hanno assunto la
crescente importanza a seguito dell'affermarsi di una visione meccanicistica dell'attività aziendale della
conseguente adozione dei principi della specializzazione del lavoro. Questo stabilisce che per accrescere
l'efficienza nello svolgimento di qualsiasi attività è necessario indicare specificatamente una persona più alla sua
realizzazione.
A seguito della trasposizione pratica di tale principio si è assistito nel tempo a una maggiore parcellizzazione delle
attività aziendali alla quale ha fatto seguito con conseguente specializzazione delle corrispondenti competenze fra
i diversi soggetti operanti all'interno degli organismi socioeconomici.
La parcellizzazione delle attività lavorative la specializzazione le competenze necessarie allo svolgimento delle
stesse permette agli organismi aziendali di conseguire tra le diverse tipologie di economia.
Quelli specializzazione derivano dall'utilizzo di risorse umane strumentali specifiche per l'esercizio di determinati
compiti e quindi maggiormente in grado di operare con rendimenti ottimali.
Le economie di apprendimento derivano dalla capacità cognitiva del singolo soggetto di apprendere il modo più
facile e rapido quando la sua attività si sostanze in una gamma ridotta di operazioni che gli permettono di
maggior livello di concentrazione.
Le economie di scala produttive, con F ha aspetti di tipo dimensionale, si sostanze invece nella riduzione dei costi
unitari di produzione dei beni ed i servizi prestati dall'azienda. Tale riduzione di costo è ottenuta dalla
distribuzione assorbimento dei costi fissi aziendali sono da una quantità maggiore di produzione.
Esiste anche l'economia di scope oro varietà diversificazione, essa non deriva dalla specializzazione, il
presupposto per il suo conseguimento l'utilizzo delle medesime risorse umane strumentali per lo svolgimento di
attività e per finalità tra loro diverse.
La parcellizzazione dell'attività la specializzazione le competenze lavorative si possono rilevare in termini
verticali e orizzontali. Nel primo caso, a seconda del livello ritenuto ottimale dal punto di vista gestionale, si ha la

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disarticolazione di un processo in un numero più o meno elevato di attività. La specializzazione orizzontale si


sostanze ha invece nella suddivisione di una determinata attività in un numero ampio di compiti.
Il terreno relazione può essere interpretato utilizzato in modo diverso, a seconda che se ne vogliono evidenziare
gli aspetti dell'essere parte di un tutto più complesso, o quelli dinamici ovvero l'essere strumento a disposizione
delle altre parti nell'ambito di un processo.
In campo economico aziendale con il termine organizzazione si può riferire a:
- l'aspetto organizzativo, come quota parte dell'azienda che insieme alle altre permette all'organismo di
realizzare la preferita gestionale e conseguire risultati programmati;
- la specifica funzione aziendale che si occupa di sistemare migliore dei modi possibili le risorse umane
strumentali disposizione per l'esercizio di una determinata attività e permettere il raggiungimento degli
obiettivi previsti;
- le diverse teorie che informano l'attività organizzativa.
Generalmente le funzioni di tali sono svolte da organi interni alle aziende per le quali sono definibili: parametro
di competenza, contenuto in termini di attività da svolgere, risorse umane finanziarie disponibili e irresponsabile.
Per la funzione di organizzazione non è semplice definire il contenuto quale insieme decisione, ma non è tanto più
semplice l'indicazione dei soggetti delle risorse ad essa riferibile e relative responsabilità.
I soggetti coinvolti nella funzione di organizzazione sono sia persone afferenti a organi specialistici interni
all'azienda, sia ai vertici strategici che ai dirigenti operanti nei vari organi aziendali.
Spesso anche le persone che in azienda lavorano a livello operativo contribuiscono alla definizione degli assetti
organizzativi realmente operanti. I vertici strategici hanno in genere la responsabilità delle decisioni relative alla
definizione complessiva del disegno organizzativo.
I dirigenti hanno una forte influenza sull'assetto organizzativo sia perché da loro dipende l'operato del personale
impiegato nella realizzazione dell'attività operative, sia perché si trovano in una situazione di vantaggio
informativo rispetto devono assumere decisioni di carattere organizzativo.
Assetto organizzativo dato da un insieme di variabili, definizione delle quali interventi determinare il modo in cui
il lavoro è suddiviso tra le persone che operano in azienda le modalità di coordinamento di tali persone, tra loro e
con le altre risorse aziendali, finché se è possibile generare comportamenti azioni strumentali alla produzione
degli output necessari al raggiungimento degli obiettivi delle strategie aziendali.
Tra le variabili sono:
- la struttura organizzativa: è dato dall'insieme degli organi ai quali è assegnata la responsabilità dello
svolgimento delle funzioni aziendali e dalle relazioni che intercorrono tra suddetti organi che permettono
di coprire l'unitarietà dell'azienda.
- I principali meccanismi operativi sono: il sistema di programmazione e controllo di gestione, il sistema
formativo e il sistema di gestione delle risorse umane, in particolare il sistema di valutazione personale.
- L'ultima variabile è lo stile di direzione o leadership: costituisce l'elemento immateriale attraverso il quale
struttura meccanismi operativi sono filtrati interpretati dalle persone che operano azienda. Lo stile di
direzione non deve essere confuso con i modelli soggettivi di comportamento. Questi ultimi guidano i
singoli nervi realizzazione delle proprie attività, invece lo stile di direzione individui criteri generali da
adottare nella conduzione delle persone all'interno dell'azienda.
Con il processo di riforma delle amministrazioni pubbliche territoriali si è reso necessario sostituire la concezione
classica della leadership, intesa in termini autoritari, con una basata sul principio della responsabilità condivisa.
La cultura del cambiamento nelle abitudini pubbliche deve basarsi sulla condivisa assunzione che per ogni
problema gestionale possibile individuare la soluzione a qualsiasi livello dell'organizzazione, secondo la tipologia
del problema da affrontare.
I dirigenti della misoginia pubbliche devono insegnare a generare le condizioni per favorire l'esplicitarsi delle
diverse competenze capacità presenti in ogni membro della comunità aziendale.
.
Dunque il dirigente leader individuo personalmente e in modo autonomo degli obiettivi, comprende le
motivazioni del personale operante nel proprio gruppo di lavoro definisce coerentemente nelle appropriati e
motivanti forme di ricompensa come incentivi monetari, promozione.
I modelli di leadership partecipativa richiedono l'instaurarsi di un processo tendente a coinvolgere il personale
dell'azienda la definizione di valori e visioni da condividere a livello aziendale.
Il coinvolgimento personale non deve avvenire valendosi del carisma del leader, un solo facendo assumere un
ruolo passivo di accettazione e condivisione le persone coinvolte. Esso deve contribuire a definire le policy, le
strategie e la struttura organizzativa dell'azienda, in modo che l'organismo socioeconomico possa funzionare in
modo efficace e efficiente.
Il leader opera su due livelli: all'interno dell'azienda, prendendo in considerazione l'impatto che l'esercizio
dell'autorità connessa al ruolo ricoperto può avere soggetti da guidare virgole cosiddetti followers; all'esterno
dell'azienda, facendosi carico della partecipazione dell'organismo centrale al raggiungimento di più ampi obiettivi
sociali.

La struttura organizzativa delle APT.


Gli organi di qualsiasi azienda sono raggruppabili in cinque categorie fondamentali, seconda del ruolo delle
tipologie di funzioni loro attribuite.

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In particolare, gli organi vanno a costituire in termini organizzativi:


- il vertice strategico: è costituito dagli organi responsabili del governo dell'amministrazione pubblica
territoriale e dei risultati globali conseguiti. Dunque compiti sono: definire, lottando, anche con l'ausilio
di strumenti contabili e extra contabile, strategie, programmi e piani di medio termine
dell'amministrazione e controllarne il conseguimento in fase concomitante susseguente;
- la linea di direzione intermedio: comprende le figure dirigenziali e loro le posizioni organizzative presenti
all'interno dell'amministrazione pubblica territoriale. Esso ha il compito di collegare il vertice strategico
dell'amministrazione quello operativo di base;
I compiti fondamentale segnare dirigenti sono essenzialmente due: i dirigenti di più alto livello della
spesa pubblica territoriale hanno la responsabilità di tradurre le linee strategiche fissate dall'organo di
vertice in piani esecutivi, da assegnare alle diverse strutture operative di cui è dotata l'amministrazione; i
dirigenti posti a livelli organizzativi su basi sono chiamati a coordinare le diverse strutture operative
affinché queste possano porre in essere in modo efficiente le attività necessarie alla realizzazione dei
programmi e per aziendali e permettere la migrazione pubblica territoriale di conseguire gli obiettivi
strategici;
- Il nucleo operativo di base: è costituito dagli organi dediti alla produzione e all'apprestamento dei servizi.
È identificabile con l'insieme delle persone poste nelle unità organizzative dell'amministrazione che
contribuiscono direttamente alla realizzazione della sua funzione produttiva. Ad esempio coloro che si
occupano dell'approvvigionamento degli input necessari alla produzione di beni e servizi pubblici.
Negli ultimi decenni si è assistito all'assottigliamento del nucleo operativo di base. Il processo di
esternalizzazione lo spoglio tuttavia l'amministrazione della responsabilità per risultati ultimi.
In altri casi soggetti affidatari dei servizi pubblici sono soggetti giuridicamente privati, ma
economicamente pubblici e dunque le attività e se analizzati, pur essendo fuori dal perimetro
organizzativa dell'amministrazione rientra punto di vista gestionale nella sua sfera di controllo diretto.
Altre volte le attività inerenti alla produzione alla distribuzione servizi pubblici sono affidate a soggetti
privati al punto di vista economico e giuridico e dunque gestiti effettivamente a soggetti terzi. In tutti
questi casi l'amministrazione è comunque chiamata svolge la funzione di indirizzo e controllo. A tal fine
rapporti tra le amministrazioni soggetti terzi sono regolati o mediante convenzione, nel caso delle
agenzie, o mediante la stipula del contratto di servizio negli altri casi;
- la tecnostruttura: comprende l'insieme di organi soggetti che affiancano gli organi di line , offrendo
specifici strumenti di programmazione, controllo di regolazione del funzionamento dell'azienda ad essi.
Le attività delle quali la tecnostruttura è responsabile possono essere più o meno ampie, seconda degli
orientamenti gestionali seguiti dagli organi di vertice e di direzione intermedia e dai bisogni formativi
espressi dagli stessi.
Il processo di riforma portato alla crescita della tecnostruttura delle amministrazioni pubbliche territoriali.
Logiche, tecniche strumenti di controllo manageriale utilizzati in ambito privato si sono aggiunte, non
sostituite, le tradizionali forme di controllo formale utilizzate nelle amministrazioni, generando problemi
sia in termini di quantità e qualità di dati, sia di coordinamento fra fonti informative potentemente
generatrici di indicazioni comportamentali contraddittorie. I processi hanno effettuato anche un
cambiamento di metodi di coordinamento fra gli stessi, da supervisione a standardizzazione;
- gli organi di supporto: sono costituiti da un'unità organizzative e attività delle quali ne facilitano e
sopportano lo svolgimento. Le attività di competenza di tali organi possono essere le più disparate ad
esempio di competenza di reso porta la sanzione degli affari legali.
I diversi organi della struttura aziendale possono operare in modo efficace ed efficiente, non è sufficiente
che svolgono le attività loro assegnate ma necessario che il loro funzionamento sia coordinato.

I meccanismi di coordinamento degli organi aziendali.


La parcellizzazione del lavoro ha portato a suddividere processo manageriale pubblico in una serie concentrata di
funzioni e attività. Queste non essendo assegnate ad un unico organo, hanno bisogno di essere coordinati in
termini spaziali temporali, per garantire lo svolgimento efficace efficiente del processo unitario del quale sono tre.
Diversi sono i meccanismi di spedizione di un'amministrazione pubblica territoriale per coordinare le attività
svolte dai soggetti che in essa operano:
 la supervisione diretta: si realizzò attraverso l'emanazione le direttive, ordini e l'effettuazione dei
controlli. Questo meccanismo di coordinamento tipico delle organizzazioni burocratiche e d'è
stato il principale utilizzato dalle amministrazioni pubbliche territoriali;
 il reciproco adattamento di sostanza nell'interazione funzionale esistente tra due soggetti operanti
allo stesso livello organizzativo. In tal caso le persone sono lasciati liberi di individuare e
decidere, attraverso la loro interazione, la soluzione ai problemi che potrebbero insorgere
dell'attività.
L'utilizzo di reciproco adattamento come meccanismo di coordinamento ha un duplice vantaggio:
i risparmi di tempo e di energia direzionale ai vari livelli orientativi e la maggiore flessibilità e
rapidità di risposta ai problemi gestionali;
 la standardizzazione: realizzano il coordinamento tra gli organi mediante la definizione di modelli di
azioni e routine che devono essere eseguiti per lo svolgimento dell'attività gestionali. Sebbene deliberate

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da organi componenti il vertice aziendale, meccanismi di coordinamento utilizzati sono definiti, seconda
delle esigenze, dagli organi competenti la tecnostruttura.
A volte procedure e routine sono scoperti dagli stessi organi che le realizzano e la tecnostruttura chiamata
sull'abbagliarle e a rendere esplicite.
Nella standardizzazione di processo, tecnostruttura definisce le azioni che vari organi devono compiere e
le connesse modalità di esecuzione.
La standardizzazione di output si concretizza nella definizione dei caratteri che deve possedere il prodotto
delle attività realizzate da un determinato organo.
L'adozione di tale meccanismo di coordinamento fa sì che vari organi operanti lungo il processo siano
perfettamente coscienti delle caratteristiche del valore dell'output intermedio da consegnare all'organo che
li segue e che quest'ultimo abbia la medesima consapevolezza riguardo la output ricevuto da chi lo
precede.
Qualora processo di output non fossero standardizzate le virgole coordinamento tra gli organi aziendali
può avvenire mediante la standardizzazione degli input, e in particolare delle competenze delle capacità
delle persone che operano nei diversi organi aziendali. Questa permette il coordinamento, poiché
definisce le premesse decisionali criteri di scelta dei soggetti che operano nei diversi organi aziendali.
Le competenze delle persone subiscono nelle loro conoscenze ma sono costituite da una pluralità di elementi fra
loro connessi.
Gestire in modo efficace efficiente le competenze significa necessariamente occuparsi dei singoli elementi che le
compongono e delle possibili interazioni esistenti tra gli elementi.
Una persona è riconosciuta competenza in grado di risolvere efficacemente situazione complessi problemi
utilizzando le sue conoscenze e il suo know-how.
Le competenze risultano costituite da una pluralità di elementi tra loro interdipendenti ma visibili all'esterno in
modo differenziato:
- le motivazioni che sono gli schemi mentali o le spinte interiori che normalmente inducono individuo a
agire;
- i tratti che rappresentano le principali caratteristiche fisiche, ossia la predisposizione di ognuna
comportarsi in un certo modo in una determinata situazione;
- l'immagine di sé ossia i valori, gli atteggiamenti o i concetti di sé;
- la conoscenza che ha una competenza complessa, in quanto misura la capacità di scegliere la risposta
giusta fra più opzioni, ma non è la capacità di agire sulla base di quella nazione;
- la skill, abilità, che riguarda l'abilità di eseguire un determinato compito intellettivo fisico.

Nel modello dell'icebergs di Spencer e Spencer è possibile evidenziare, in base alla distinzione i suddetti elementi
in osservabili e non osservabili, le conoscenze e le abilità che sono le componenti della competenza su cui è più
facile intervenire, per esempio mediante la formazione, la fine di permettere 1+ elevata efficacia ed efficienza
nello svolgimento dell'azione attività strumentali al raggiungimento degli obiettivi programmati.
Altri studiosi hanno cercato di esplicitare le connessioni esistenti tra i diversi elementi costituenti la competenza
nella sua globalità e i fattori che permettono la sua efficace efficiente applicazione dell'attività svolta da
qualunque soggetto.
Il modello è quello di Boyatzis, lo studioso ha individuato i fattori del modello delle competenze individuali, nella
specificità del ruolo svolto da un individuo all'ambiente organizzativo in cui soggetto realizza la propria attività.
Sono efficaci e efficiente combinazioni di questi elementi a permettere soggetti di avere una performance
lavorativa superiore.

I vari meccanismi di coordinamento possono operare simultaneamente.

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La scelta del meccanismo da impiegare avviene in base due variabili: lo stile di leadership e la complessità
organizzativa.
Lo stile di leadership adottato in azienda può essere autoritario partecipativo a seconda del grado di libertà,
autonomia gestionale e partecipazione riconosciute soggetti che operano ai diversi livelli organizzativi.
La complessità gestionale dipende dal grado di parcellizzazione del lavoro. Quanto più l'attività delle lettere sono
suddivisi attribuita una elevato di soggetti, tanto maggiore risulta la complessità gestionale.
L'adozione di uno stile di leadership autoritario e la presenza di un basso livello di complessità gestionale portano
all'adozione meccanismi di coordinamento strutturati e formali e dunque maggiormente invasivi dal punto di vista
gestionali come la supervisione diretta.
Si dovrebbe preferire strumenti di coordinamento che lasciano, rispetto alla supervisione diretta, maggior grado di
libertà gestionale agli organi aziendali, del quale la stabilizzazione degli input e degli output.
L'adozione a livello di dal i nostri leadership autoritario in condizioni di alta complessità gestionale conduce di
nuovo a adottare la standardizzazione come meccanismo di coordinamento. Però in tal caso il voler concentrare
processi decisionali degli organi direttivi, porta aumentare l'ampiezza della standardizzazione: da i soli input e
output si passa a definire in modo più o meno dettagliato le azioni che soggetti devono compiere nello
svolgimento dell'attività di loro competenza, standardizzazione di processo.
Diversamente, nelle situazioni di complessità gestionale, l'uso di uno stile di leadership partecipativa dovrebbe far
proprie modelli di coordinamento meno invasivi dal punto di vista comportamentale gestionali. Pertanto il
meccanismo di coordinamento maggiore utilizzato è l'adattamento reciproco.
Sono gli stessi futuri delle potrà accordarsi mediante l'interazione personale. Questo può avvenire in modo più o
meno formalizzato, ad esempio attraverso la costruzione di specifici gruppi di lavoro definiti per affrontare
problemi alle problematiche gestionali, mediante la volontaria consultazione diretta anche per via telematica, tra
soggetti nel momento cui si verifica l'insorgere di un problema da risolvere.

Il vertice strategico delle APT.


Le funzioni di competenza del vertice strategico delle amministrazioni pubbliche del litorale possono essere così
riassunte:
- definizioni strategie, programmi e piani;
- guida coordinamento controllo degli ulteriori livelli organizzativi;
- gestione delle relazioni con gli altri soggetti operanti sia nel proprio ambiente di riferimento sia a diversi
livelli istituzionali di governo.
Nelle amicizie pubbliche del sociali sopra riportate sono attribuita per organi componenti il vertice strategico di
esse.
Nelle apts, poteri di indirizzo strategico, è individuabile a due diversi livelli organizzativi: generale e particolare.
A livello generale tale potere è attribuito al consiglio dei ministri, organo collegiale al quale partecipano i ministri
e il presidente del consiglio, tutti nominati del presidente della Repubblica. Esso determina la politica generale del
governo e ai fini della pensione di essa, indirizzo generale dell'azione amministrativa; delibera su ogni questione
relativa all'indirizzo politico fissato dal rapporto fiduciario con le camere.
A livello particolare, il potere di indirizzo politico amministrativo è attribuito a ogni singolo ministro, con
riferimento alle funzioni di competenza di ciascun ministero.
Il Consiglio dei Ministri delibera sospetta tassativamente definiti per legge. In particolare assume decisioni
relative a:
- gli atti interni l'indirizzo politico, gli impegni programmatici le questioni su cui il governo chiede la
Parlamento;
- le linee di indirizzo in tema di politica interrazziale comunitaria e progetti dei trattati e degli accordi
internazionali;
- i disegni di legge le proposte di ritiro dei disegni di legge presentati al Parlamento i decreti aventi valore
la forza di legge e regolamenti di emanare con decreto del presidente la Repubblica;
- gli atti di promozioni della questione di legittimità, qualora una legge un atto avente forza di legge
promulgato da una APTR si ritenga leda la competenza del governo;
- le direttive da impartire tramite il commissario del governo per l'esercizio delle funzioni amministrative
delegate alle APTR, che sono tenuti a osservare le;
- le proposte che il ministro competente formula per disporre il compito degli atti in sostituzione la
meditazione regionale, in caso di persistente inattività degli organi dell'esercizio delle funzioni delegate;
- gli atti concernenti i rapporti tra tori e le altre confessioni;
- i provvedimenti da emanare con decreto del presidente della Repubblica, previo parere del Consiglio di
Stato, se il ministro competente non intende conformarsi a tale parere;
- Le proposte motivate trasferimento dei consigli regionali;
- gli altri provvedimenti per i quali sia prescritta può il presidente del consiglio dei ministri ritengo
opportuna la deliberazione consiliare.
Per le decisioni assunte dal consiglio dei ministri sono collegialmente responsabili tutti ministri.
È fondamentale per il funzionamento del consiglio dei ministri ha svolto dalla presidente del consiglio che dirige
la politica generale del governo e ne è responsabile mantiene l'unità d'indirizzo politico amministrativo,

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promuovendo e coordinando l'attività dei ministri. Ricevuto l'incarico a parte presente Repubblica, è lo stesso
presidente consiglio a proporre i nominativi dei vari ministri.
Inoltre spetta al presidente del consiglio convocare il consiglio dei ministri e fissare l'ordine del giorno. Sempre ai
fini di coordinamento e di impulso all'attività dei vari ministri, il presidente del consiglio dei ministri:
- indirizza ministri direttive politiche amministrative in attuazione delle deliberazioni del consiglio dei
ministri;
- può sospendere l'adozione di atti da parte dei ministri competenti in ordine a questioni politiche
amministrative, sottoponendole al consiglio dei ministri nella riunione immediatamente successiva;
- può riferire al consiglio dei ministri e fini di una complessiva valutazione armonizzazione degli interessi
pubblici coinvolti la decisione di questioni sulle quali siano emerse valutazioni contrastanti tra
amministrazioni a diverso titolo competenti in ordine alla definizione di atti provvedimenti;
- adotta le direttive per assicurare l'imparzialità, il buon andamento e l'efficienza degli uffici pubblici e
promuove le verifiche necessarie;
- promuove l'azione di ministro per assicurare che le aziende di enti pubblici svolgano la loro attività
secondo gli obiettivi indicati dalle leggi che ne definiscono autonomia e in coerenza con i conseguenti
indirizzi politici amministrativi del governo; può disporre con proprio decreto l'istituzione di particolare
comitati di ministri, con il compito di esaminare in via preliminare questioni di comune competenza, di
esprimere pareri su direttive dell'attività di governo sui problemi di rilevante importanza la futura
consumo dei ministri, eventualmente avvalendosi anche di esperti non appartenente la pubblica
amministrazione;
- disporre la costituzione di gruppi di studio e di lavoro composto in modo da assicurare la presenza di tutte
le competenze dicasteri agli interessati ed eventualmente di esperti anche non appartenenti alla pubblica
amministrazione.
Per lo svolgimento di tutte queste funzioni, il presidente del consiglio si è vale di un'apposita struttura, presenza
del consiglio dei ministri.
Questa gode di autonomia organizzativa e lo stesso presidente del consiglio a organizzarla mediante decreto.
Esso si compone di uffici di diretta collaborazione il presidente del consiglio, prese profilo consigliere
diplomatico che assiste presente il consiglio nella sua attività di in materia di relazioni internazionali in Italia e
all'estero.
Infine, la sincronizzazione la presidenza si compone di uffici dotati di autonomia funzionale, ad esempio di
bilancio, che complessivamente costituiscono il segretariato generale, con a capo un segretario generale. Queste
responsabile della progettazione delle politiche generali delle decisioni indirizzo politico amministrativo generale.
Oltre all'unità organizzative di chiamate, la presidenza vi sono i dipartimenti. Questi possono essere letti o da capi
di dipartimento da sottosegretari di Stato o da ministri senza portafoglio.
Mentre il capo di dipartimento è una carica di tipo amministrativo, il sottosegretario svolge una funzione politica.
Il primo ha il compito di coordinare dal punto di vista amministrativo le attività del proprio dipartimento, il
secondo quadro di uva il ministro e esercita i compiti delegati di.
Al sottosegretario può essere attribuito il titolo di vice ministro qualora gli fossero conferite deleghe relative a
aree una progetti di competenza di una o più strutture dipartimentali, ovvero di più direzioni generali.
In ogni caso il viceministro può essere conferito non più di 10 sottosegretari.
I ministri, come senza portafoglio, a seconda che siano preposti o almeno a un ministero, sono nominati dal
presente la Repubblica su proposta del presidente del consiglio e sono responsabili degli atti realizzati nell'ambito
delle funzioni loro assegnate.
A fronte alle suddette responsabilità, i ministri hanno il potere di indirizzo politico amministrativo del dicastero
che governano. Dunque ogni ministro periodicamente, e comunque ogni anno entro 10 giorni dalla pubblicazione
della legge di bilancio, definisce mediante l'emanazione di direttive generali, obiettivi, priorità, livello di servizi,
piani e programmi da attuare ed effettua l'assegnazione delle risorse umane, strumentali e economico finanziarie ai
dirigenti preposti centri di responsabilità delle rispettive amministrazioni.
Il decreto di assegnazione delle risorse deve essere comunicato alla competenza Rag., anche per il controllo dei
costi, e alla corte dei conti.
Nelle APTR e nelle APTL il vertice strategico della struttura organizzativa è composto dal consiglio, dalla giunta
dal presidente della giunta provinciale.
Nelle APTR le modalità di elezione funzionamento degli organi componenti il vertice strategico dipendono dalle
specifiche previsioni statuarie.
Il consiglio è l'organo al quale è deputato il potere di indirizzo politico amministrativo delle APTR, che controlla
la trazione. Spetta al consiglio approvare: il programma di governo; gli atti della programmazione regionale,
generale e di settore; gli atti di pianificazione territoriale regionale; i bilanci di previsione e nei casi previsti dalla
legge le loro variazioni.
Inoltre verifica solitamente la gestione complessiva dell'attività economica e finanziaria di esse; la rispondenza dei
risultati delle politiche regionali agli obiettivi di governo, i risultati gestionali degli enti delle aziende e degli altri
organismi dipendenti dall'amministrazione.
La giunta è l'organo esecutivo delle APTR. Delibere proposte di legge; prove regolamenti di competenza; delibera
proposta di regolamento di competenza del consiglio tutti, fra l'attuazione delle leggi.

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L'attività la politica della giunta diretta del presidente il quale ne è responsabile. Nelle APTR gli assessori sono
scelti, nominati e revocati dal presidente della giunta, tra loro esiste un rapporto fiduciario che dovrebbe garantire
unitarietà e concorrenza delle loro azioni.
Il presidente della giunta inoltre troppo la legge e i regolamenti regionali e dirige le funzioni amministrative
delegate dall’APTS alle APTR.
Nelle APTL la legge riserva al consiglio le funzioni di indirizzo e di controllo politico amministrativo. Se al
consiglio da un lato spetta assumere decisioni che fungevano da qui la per gli altri organi dell'amministrazione
nello svolgimento delle loro attività, dall'altro è compito del medesimo organo verificare, senza sentimenti
contrazione che di gestione, la coerenza tra gli indirizzi forniti e i risultati conseguiti, per individuare eventuali
scostamenti e relative cause e tenere conto della successiva attività di indirizzo.
A tal fine, il consiglio partecipa alla definizione, all'adeguamento e alla verifica periodica dell'attuazione delle
linee programmatiche da parte del sindaco o del PGP e di singoli assessori, con periodicità stabilita dal
regolamento di contabilità delle APTL, e comunque almeno una volta entro il 30 settembre di ciascun anno,
provvede a effettuare la ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi.
Le attribuzioni del consiglio sono indicate dalla legge all'articolo 42 TUEL. Sono di competenza del consiglio: gli
atti riguardanti i frutti dell'ente e delle aziende speciali; i regolamenti; i criteri generali in materia di ordinamento
degli uffici e dei servizi molte, programmi, e le reazioni personali e programmatiche; e finanziari.
Prima il consigliere un organo a competenza generale che vedeva svuotati i propri poteri dell'attività della giunta e
del sindaco che molto spesso agivano in via d'urgenza. Attualmente, le deliberazioni in ordine agli argomenti di
competenza del consiglio non possono essere adottati in via d'urgenza da altri organi della APTL. Fanno eccezione
quelle attinenti alle variazioni di bilancio, pur potendo essere assunte dalla giunta, devono essere a pena di
decadenza sottoposta alla ratifica del consiglio di 60 giorni successivi.
Il PGP/sindaco è eletto a suffragio universale diretto. Esso è per legge i responsabili dell'amministrazione della
APTL. Responsabilità che si dovrebbe differire all'attuazione delle linee programmatiche contenute nel
programma elettorale presentato a palazzo dalla maggioranza dei componenti la collettività amministrata
attraverso loro espressioni frutto.
Il sindaco ha potere di nomina e revoca degli assessori che insieme a lui compongono la giunta, del segretario, il
direttore generale, di rappresentanti della APTL presso enti, aziende e istituzioni, dei responsabili degli uffici di
servizi delle persone esterne alle quali affidare incarichi dirigenziali.
Nei comuni sindaco, oltre a esercitare le funzioni a lui riferibili quale organo della APTL, anche quelle relative ai
servizi a esso riconducibili come ufficiale di governo, ad esempio i servizi elettorali e di anagrafe.
La giunta, organo di governo della APTL, è composta dal sindaco e dagli assessori, il cui numero stabilito dallo
statuto e comunque di rientrare nei limiti di legge, definiti in funzione del numero di abitanti.
I comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti e nelle province, gli assessori sono nominati dal sindaco
anche al di fuori dei componenti il consiglio, fra i cittadini in possesso dei requisiti di candida abilità, e leggibilità
di compatibilità alla carica di consigliere.
Nelle APTL culturali con popolazione inferiore a 15.000 abitanti, lo statuto può prevedere la nomina a assessori
cittadini non facenti parte del consiglio in possesso dei requisiti di candida abilità, e leggibilità è compatibilità alla
carica di consigliere.
Gli assessori, oltre a essere nominati, possono essere revocati dal sindaco non è motivata comunicazione al
consiglio.

La dirigenza delle APT.


Una delle innovazioni significative del processo di riforma delle amministrazioni pubbliche territoriali è stata la
distinzione delle funzioni politiche da quelle gestionali.
Le prime sono state attribuite agli organi erano individuati come facenti parte del vertice strategico
dell'amministrazione, le seconde sono state attribuite all'organo dirigenziale.
Ai dirigenti spetta l'adozione degli atti e dei provvedimenti amministrativi, compresi tutti gli atti che impegnano
l'amministrazione verso l'esterno, nonché la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa mediante autonomi
poteri di spesa e di organizzazione delle risorse umane strumentali.
Essi sono responsabili in via esclusiva dell'attività amministrativa, della gestione e dei relativi risultati.
Spetta loro di finire, entro principi generali fissati dalla legge, le linee fondamentali di organizzazione degli uffici,
individuare gli uffici di maggiore rilevanza i metodi di conferimento della titolarità dei medesimi.
Mentre per la APTS il suo ruolo per ministero, nel cui ambito sono definite apposite sezioni, una amministrativa
una tecnica, in modo da rilevare e garantire l'eventuale specificità delle competenze dei soggetti che vi rientrano;
nelle APTR e nelle APTL che ha un ruolo senza alcuna distinzione per competenze.
Il ruolo dirigenziale dei ministeri è suddiviso in prima e seconda fascia.
I primi sono quelli titolari di uffici dirigenziali di livello generale uno equivalenti. I secondi sono quelli titolari di
uffici dirigenziali di livello generale, ovvero i dirigenti titolari di uffici dirigenziali di livello generale con quel enti
che non abbiano ancora compiuto nell'incarico almeno cinque anni.
I dirigenti di uffici dirigenziali generali, essendo al vertice della struttura amministrativa, svolgono il ruolo di
collegamento tra l'apparato amministrativo del ministero dell'organo di indirizzo politico amministrativo. In
particolare:
- formula proposte esprime pareri al ministro le materie di sua competenza;

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- propone le risorse e i profili professionali necessario lo svolgimento di compiti dell'ufficio cui è preposta;
- cura attuazione di piani, programmi e direttive generali dal ministro e attribuisce ai dirigenti gli incarichi
la responsabilità di specifici progetti e gestione;
- definisce gli obiettivi che dirigenti devono perseguire attribuisce le conseguenti risorse umane;
- finanziarie e materiali;
- adotta gli atti relativi all'organizzazione degli uffici di livello dirigenziale non generale;
- adotta gli atti e i provvedimenti amministrativi e l'esercito degli spesa, di acquisizione delle entrate
rientranti nella competenza dei propri uffici;
- dirige, coordina e contro l'attività di dirigenti dei responsabili dei procedimenti amministrativi anche con
un potere sostitutivo in caso di inerzia.
Dirigenti seconda fascia sono il trait-d’union tra il vertice amministrativo e il nucleo operativo della APTS.
Formulano proposte esprimono pareri dirigenti degli uffici dirigenziali generali, curano l'attuazione dei progetti
delle gestioni essi assegnati ai dirigenti degli uffici dirigenziali generali, adottando i relativi atti provvedimenti
amministrativi esercitando poteri di spesa e di acquisizione delle entrate. Gli uni coordinano l'attività degli uffici
che da essi dipendono.
Le principali innovazioni introdotte dal decreto Brunetta sono connesse all'aver basato il sistema incentivanti in
esso previsto non solo di compensi di monetario, ma anche su aspetti di autostima motivazionali. I meccanismi
incentivanti previsti nel decreto per i dipendenti sono:
- il bonus annuale dell'eccellenza;
- il premio annuale per l'innovazione;
- progressioni economiche;
- le progressione di carriera;
- i premi di efficienza;
- l'attribuzione di incarichi di responsabilità;
- l'accesso a percorsi di alta formazione e di crescita professionale, in ambito nazionale e internazionale.
Il bonus delle eccellenze, determinato in fase di contrattazione collettiva, di essere assegnato ogni anno, entro il
mese di aprile facendo concorrere tutto il personale sia dirigenziale che non.
Altro strumento incentivanti è il premio annuale per l'innovazione, il cui valore deve essere uguale al bonus
annuale dell'eccellenza per ogni dipendente premiato. Deve essere assegnato al miglior progetto realizzato
nell'anno, in grado di produrre un significativo cambiamento di servizi offerti o dei processi interni di lavoro, con
un elevato impatto sulla performance dell'organizzazione.
Una forma indiretta di incentivazione da dalle progressioni economiche. Questi devono essere attribuite in modo
selettivo a una quota limitare i dipendenti in relazione allo sviluppo delle competenze professionali e risultati
individuali e collettivi rilevati dal sistema di valutazione e di posizionamento nella fascia alta prevista al sistema
di valutazione della performance da anni consecutivi.
Ugualmente per quelle di carriera, oltre alle necessarie competenze, il posizionamento nella fascia alta prevista
dal sistema di valutazione della performance per tre anni consecutivi, ovvero per cinque annualità anche non
consecutive.
Il primo di efficienza di sostanze nel destinare una quota fino al 30% dei risparmi sui costi di funzionamento
derivanti da processi di ristrutturazione, le organizzazioni innovazione all'interno dell'amministrazione pubblica
territoriale, in misura fino a due terzi, a premiare, secondo criteri generali definiti dalla contrattazione collettiva
integrativa, il personale indirettamente coinvolto e per la parte residua a incrementare le somme disponibili per
la contrattazione stessa.
L'attribuzione di incarichi di responsabilità, l'accesso a percorsi di alta formazione di crescita professionale sono
passati sulla motivazione. Questi prevedono lo sviluppo delle proprie professionalità debba essere inserito come
criteri per l'assegnazione di incarichi di responsabilità e l'accesso a percorsi di alta formazione.
Anche nelle APTL il legislatore ha individuato una figura di collegamento fra la componente politica quella
amministrativa: il direttore generale. La nomina di esso deve essere di tipo fiduciario, viene nominato dal sindaco
e deve essere individuato tra soggetti esterni alla dotazione organica della APTL.
Il suo contratto deve essere a tempo determinato, con scadenza oltre a quelle del mandato del sindaco. Il rapporto
fiduciario tra il sindaco e il direttore generale giustifica anche l'attribuzione a quest'ultimo della predisposizione
del piano di dettagliato di obiettivi.
La possibilità di nomina da parte del sindaco, previa deliberazione della giunta, nei comuni con una popolazione
superiore ai 15.000 abitanti e al PGP nelle province.
Nei comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti è consentito procedere alla nomina, previa stipula di
convenzioni tra comuni le due popolazioni assommate raggiungono i 15.000 abitanti.
Quando non risultano stipulati le suddette convenzioni, le relative funzioni possono essere conferite dal sindaco al
segretario.
Il direttore generale revocato dal sindaco o dal PGT, previa deliberazione della giunta comunale provinciale.
Il segretario è un dirigente nominato su base fiduciaria dal sindaco fra gli iscritti a un apposito albo per un periodo
pari a quello del sprofondato.
Svolge oltre alla eventuale funzione di direttore generale, compiti di collaborazione funzioni di assistenza
giuridico amministrativa nei confronti dell'organo della APTL in ordine alla conformità dell'azione amministrativa
alle leggi, allo statuto regolamenti.

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Al segretario possono essere attribuiti ulteriori compiti base a quanto stabilito dallo statuto e dal regolamento
sull'ordinamento degli uffici di servizi.
La revoca del segretario può avvenire con provvedimento motivato del sindaco o del PGP, previa deliberazione
della giunta per violazione dei doveri d'ufficio.

I modelli organizzativi delle APT.


Il modello organizzativo che graficamente rappresentato nel cosiddetto organigramma, permette anche di
individuare il numero di livelli organizzativo gerarchici in cui si struttura l'amministrazione pubblica territoriale.
Le aptr e le aptl, essendo autonome dal punto di vista organizzativo, possono adottare gli schiavi che ritengono
maggiormente idonei al perseguimento delle loro strategie.
L’apts invece di adottare gli schemi organizzativi stabiliti dal decreto legislativo 300 del 1999.
Gli schemi organizzativi caratterizzano per i criteri sottostanti la suddivisione del lavoro, i livelli organizzativi, il
decentramento decisionale, la consistenza e il ruolo degli organi di staff e i meccanismi di coordinamento
utilizzati.
Gli schemi generalmente adottabili sono detti:
- funzionale: proprio la suddivisione del lavoro per funzioni cioè, per gruppi omogenei in termini
economici tecnici, di processi gestionali. I livelli organizzativi presenti in tali modello sono solitamente
tre: il coordinamento generale, il coordinamento funzionale e le unità operative.
Dal punto di vista del decentramento decisionale, proporzionali definita accentrata. Il meccanismo di
coordinamento più coerente con tale modello organizzativo è la standardizzazione e o la supervisione
diretta a seconda del livello di specializzazione funzionale e dello stile di leadership adottato.
Gli organi di staff sono principalmente presenti accanto agli organi operativi delle proprie, ponendosi al
loro medesimo livello gerarchico, più dipendente da livello di coordinamento generale.
I la funzionale a tra i suoi punti di forza il raggruppare nelle medesime unità organizzative persone con
abilità le conoscenze omogenee, contribuendo a formare degli ambienti in grado di permettere una
marcata specializzazione delle persone che vi operano. Inoltre la specializzazione funzionale dovrebbe
permettere il raggiungimento di maggiori livelli di efficienza nell'utilizzo delle risorse.
- Il modello divisionale si caratterizza per la divisione del lavoro basata sull'auto tutto inteso in senso di
categoria e classe di beni o servizi che l'azienda produce, zona geografica servita, tipologia di potenza. I
livelli organizzativi gerarchici presenti in tale modello sono solitamente cinque: il coordinamento
generale, gli staff centrali, il coordinamento divisionale, le unità funzionali e le unità operative.
Il primo foglio funzioni di coordinamento di tutte le unità organizzative sottostanti adottando una
prospettiva di tipo strategico.
Gli organi di staff centrali sono specializzati in termini funzionali per lo svolgimento dell'attività che per
motivi di economicità si ritiene debbano essere svolti in modo centralizzato.
Le divisioni sono le unità caratterizzanti modello organizzativo in esame. Sono strutturate questi livelli
organizzativi che contengono questi potessero unità aziendale a sé stante. Pertanto dirigenti di queste
unità organizzative godono di un'ampia autonomia gestionale.
Solitamente sono assegnate alle divisioni tutte le funzioni operative che riguarda uno specifico atto
dell'azienda.
Unità funzionali sono specializzate per le diverse attività che rientra nelle divisioni e le unità operative
realizzano le attività gestionali rientranti nel coordinamento funzionale cui appartengono.
Il decentramento il modello divisionale è definito parallelo perché tutti dirigenti divisione hanno
autonomia e sono responsabili per la gestione operativa dei medesimi ambiti funzionali.
Quanto più interdipendenza tra divisioni di tipo funzionale, tanto più necessaria a seconda dello stile di
leadership adottato, un'attività di coordinamento superiore. Il vantaggio del modello divisionale risiede
nella possibilità di gestire in modo unitario ogni classe categoria di auto tutta dell'azienda. Il principale
limite di tale modello risiede nella duplicazione di attività di risorse presso le varie direzioni aziendali che
spesso conduce a una propria di efficienza livello globale.
- Il modello speciale non è definibile in modo preciso. Si caratterizza per l'utilizzo di criteri per la
suddivisione del lavoro direttivo e per l'esistenza di un sistema di comando multiplo. I criteri utilizzabili
per la suddivisione del lavoro direttivo potrebbero essere ad esempio il prodotto della funzione.
Il livello di rifiuti presenti in un modello speciale sono almeno tre: il coordinamento generale, il
coordinamento del medio, disposto su un le due dimensioni della matrice e di livello operativo.
Relativamente ai dirigenti posti a livello di coordinamento intermedio, e si svolgono le alquanto diversi,
nonostante si trovino dal punto di vista gerarchico nel medesimo piano. I dirigenti del livello di
coordinamento intermedio di entrambe le dimensioni e la matrice dipendono dall'organo di
coordinamento generale, i dirigenti della dimensione prodotti progetti sono una funzione direttiva nel
senso comune del termine ma impiegano la maggior parte del loro tempo in attività di collegamento e di
contrattazione, soprattutto nei confronti dei dirigenti della dimensione funzionale.
Questi ultimi invece coordino le diverse attività necessaria lo svolgimento della funzione di cui sono
responsabili.
Le due tipologie di dirigenti si differenziano anche per il contenuto della loro responsabilità: il dirigente
la dimensione funzionale è solitamente responsabile per l'efficiente utilizzo delle risorse assegnate, quello

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della dimensione prodotti progetti è responsabile per il rispetto della tempistica fissata per la
realizzazione del prodotto progetto per l'ottenimento dei livelli tecnico qualitativi prestabiliti.
Nell'emblema speciale numero dei dirigenti è solitamente superiori rispetto a quello dei due modelli
organizzativi prima considerati, caratterizzandosi per un maggiore livello di decentramento decisionale.
Il modello matriciale presenta vantaggi del modello funzionale e divisionale rispettivamente l'efficienza
la specializzazione delle risorse la gestione integrata di ogni auto tutto inoltre vi sono la maggiore
flessibilità gestionale resa possibile dal minor peso della gerarchia, istituzione eventuali organi
temporanei, possibilità di spostare risorse da output ad un altro output.
Problemi invece sono che è molto alta, a causa del maggior livello di decentramento e condivisione della
verità decisionale, la probabilità di insorgenza di conflitti tra organi diversi. Inoltre si potrebbero
verificare fenomeni di insicurezza decisionale e soggetti operanti ai diversi livelli organizzativi.
Mentre le APTR/L possono autonomamente scegliere lo schema organizzativo da lottare, l’APTS hanno schemi
che sono fissati dalla legge, in particolare l'articolo due del decreto legislativo 300 del 1999 adotta, il modello per
divisioni che sono denominati dipartimenti.
Solo tre per ministeri (affari esteri, difese, beni attività culturali) si opta per il modello funzionale.
Ai dipartimenti, coerentemente modello presentato in precedenza sono attribuiti compiti finali concernenti grandi
aree di materie omogenee e i relativi compiti strumentali, compresi quelli di indirizzo e coordinamento dell'unità
di gestione in cui si articolano i dipartimenti stessi, quelli di organizzazione cui gestione delle risorse strumentali,
finanziarie e umane a essi assegnate.
Il compito di coordinamento a livello dipartimentale è assegnato al capo di dipartimento che dipende direttamente
dal ministro.
I tre ministeri per i quali è stata prevista l'adozione di un ordinamento funzionale, le unità organizzative di primo
livello sono le direzioni al di sopra delle quali imposizione gerarchicamente superiore è prevista la figura del
segretario generale, che opera alle dirette dipendenze del ministro.
Il segretario generale assicura il coordinamento dell'attività amministrativa, provvede all'elaborazione degli
indirizzi e programmi di competenza il ministero, coordina e gestisce le attività del ministero e vigila sulla loro
efficienza e rendimento e ne riferisce periodicamente al ministro.
Nel decreto per entrambi gli schemi organizzativi sono previsti gli uffici di diretta collaborazione con il ministro,
aventi esclusive competenze di supporto di raccordo con l'amministrazione.
Organizzativa lettrice avviene mediante regolamento ministeriale. L'importanza attribuita all'ufficio di gabinetto
le quali è il capo di gabinetto. Quest'ultimo tramite il proprio ufficio ha il compito di qua di fare il ministro lo
svolgimento della funzione di indirizzo controllo è segnata dalla legge.

La dimensione esterna dell'organizzazione delle APT.


Il processo di riforma prodotto importanti cambiamenti anche sulla dimensione esterna dell'organizzazione della
distrazione pubblica territoriale, soprattutto a seguito di processi di esternalizzazione che le hanno interessate.
Il processo di esternalizzazione ha portato al ridimensionamento dei nuclei operativi delle amministrazioni
pubbliche territoriali, in base all'assunto gli organismi non soggetti a vincoli tipici delle organizzazioni
burocratiche pubbliche operino in modo più efficiente.
La diffusione di tali soluzioni organizzative per gestire i contenuti operativi delle funzioni attribuite ai ministeri
deriva dall'esigenza di far ricorso per il perseguimento dei fini istituzionali a procedure più snelle di di quelle
previste dalle regole tradizionali di diritto amministrativo.
Si è cercato di concentrare in appositi organismi competenze tecnico operativi similari e specifiche, in modo da
sfruttare a maggior livello possibile vantaggi derivanti dalla specializzazione lavorativa.

Dell'agenzia c'è il direttore generale, nominato mediante decreto del PR, previa deliberazione del consiglio dei
ministri, su proposta del ministro competente.
Il direttore nell'espletamento delle funzioni di direzione contro la sua competenza, è coadiuvato da un comitato
direttivo composto da dirigenti dei principali settori di attività dell'agenzia. Le attività realizzate dall'agenzia sono
sottoposte al controllo sia del collegio dei revisori dei conti di corte dei conti.
Il ministro ha nei confronti dell'agenzia i medesimi poteri di indirizzo politico amministrativo che esercita rispetto
al ministro del governo: definisce obiettive programmi dell'agenzia deve attuare e verifica la rispondenza dei
risultati dell'attività amministrativa e della gestione agli indirizzi impartiti.
Dal punto di vista amministrativo, le protesi sostanze nella stipula di una convenzione tra ministero agenzia.
Anche il processo di riforma dei servizi pubblici ha generato dei cambiamenti nell'organizzazione delle APT e in
particolare delle APTL. L'articolo 112 TUEL attribuisce esplicitamente alla APTL, nell'ambito delle rispettive
competenze, la responsabilità di provvedere alla gestione di servizi pubblici che abbiano per oggetto produzione
di beni e attività rivolte a realizzare fini sociali a promuovere lo sviluppo economico e civile della comunità
locale.
Nell'adempiere a tale dovere, esse non possono scegliere in completa autonomia le modalità organizzative che
intendono lottare, ma devono attenersi a quanto previsto negli articoli 113 e 113 bis TUEL.
La normativa contenuta nel TUEL stabilisce modalità organizzativo gestionali diverse a seconda dei servizi da
gestire siano o meno di rilevanza economica, intendendosi per servizi aventi rilevanza economica quelli per i quali

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esiste almeno potenzialmente una redditività, potenzialmente competitori, anche se siano previste forme di
finanziamento pubblico.
I servizi privi di rilevanza economica dovrebbero essere gestiti internamente e Q esternamente, ma senza
coinvolgere soggetti privati.
Nel primo caso il servizio gestito dall'istituzione, un organismo strumentale della APTL per l'esercizio dei servizi
sociali, dotato di autonomia gestionale. Qualora l'amministratore scegliesse di voler gestire il servizio pubblico al
di fuori del proprio perimetro organizzativo potrebbe farlo con un'azienda speciale o con una società di capitali a
capitale interamente pubblico, a condizione che gli enti pubblici soci esercitano sulla società un controllo analogo
a quello esercitato sui propri servizi e che la società realizzi la parte più importante della propria attività con l'ente
sugli enti pubblici che la controllano.
Gestione in economia dovrebbe essere per le APTL una scelta di tipo residuale, lo stabile solo quando, per le
modeste dimensioni per caratteristiche del servizio, non sia opportuno procedere ad affidare il servizio all'esterno.
La normativa inerente i servizi aventi rilevanza economica è più articolata e prevede delle scelte organizzativo
gestionali diverse, a seconda che si tratti di: probità degli impianti e delle reti utilizzate fra prestare servizio,
gestione delle reti e degli impianti e gestione del servizio.
La società delle reti non può essere solo da terzi dalla APTL. Sulla cessione prevista dall'articolo 113 comma 13
TUEL nel quale è stabilito che le APTL, anche in forma associata, nei casi in cui non sia vietato dalle normative di
settore, possono conferire la povertà delle reti, degli impianti delle altre dotazioni patrimoniali a società a capitale
interamente pubblico.
Il capitale di tale aziende è incedibile.
La gestione delle reti e degli impianti, qualora separata dall'attività di erogazione dei servizi pubblici, può essere
direttamente affidata a:
- società cui le APTL hanno conferito la metà degli impianti e delle reti;
- soggetti specificamente costituiti nella forma di società di capitali con la partecipazione totalitaria di
capitale pubblico, condizione che gli enti pubblici titolari del capitale sociale esercitano sulla società un
controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi e che le società realizzi la parte più importante
della propria attività con l'ente o con gli enti pubblici che la controllano;
- aziende idonee, da individuare mediante le stesse procedure previste per il conferimento della gestione
del servizio.
Il conferimento della gestione del servizio avviene, in via ordinaria:
- a favore di imprenditori di società in qualunque forma costituita individuati mediante procedure
competitive a evidenza pubblica, nel rispetto dei principi del trattato che istituisce la comunità europea e
dei principi generali relativi ai contratti pubblici e i principi di economicità, efficacia, imparzialità,
trasparenza;
- a società a partecipazione mista pubblica e privata, condizione che la selezione del socio avvenga
mediante procedure competitive a evidenza pubblica, realizzate nel rispetto dei principi riportati sopra, e
dei quali abbiano ad oggetto al tempo stesso la qualità di socio l'attribuzione dei compiti operativi
connessi alla gestione del servizio e che al socio sia attribuita una partecipazione non inferiore al 40%.
È ammessa deroga per situazioni eccezionali che a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali,
ambientali o di of morfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso
al mercato.
In tali casi, l'affidamento può venire a favore di società a capitale interamente pubblico, partecipata dalle APTL,
che ha dei requisiti richiesti all'ordinamento comunitario per la gestione cosiddetta in house e nel rispetto dei
principi la disciplina comunitaria in materia di controllo analogo fra società e di prevalenza dell'attività svolta
dalla stessa con l'ente o gli enti pubblici che la controllano.
In questo caso di ricorso alla deroga, la aptl affidante deve dare adeguata pubblicità alla scelta motivando la, in
base a un'analisi del mercato e contestualmente trasmettere una relazione contenente gli esiti della predetta
verifica all'autorità garante della concorrenza e del mercato per l'espressione di un parere preventivo, da rendere
entro 60 giorni dalla ricezione della predetta relazione.
Decorso il termine, il parere se non reso si intende espresso in senso favorevole.
Il criterio della rilevanza economica, utilizzato per individuare le diverse modalità organizzative utilizzabili dalle
APTL per la gestione dei servizi pubblici locali, sostituito altri due criteri: la rilevanza imprenditoriale e la
rilevanza industriale. Il primo può portare erroneamente concludere che sia possibile gestire alcuni servizi pubblici
locali in modo non imprenditoriale; la rilevanza industriale di un servizio pubblico locale è maggiormente
definibile dal punto di vista interpretativo, pone problemi di tipo applicativo. Qualora essa fosse consistita nella
necessità di porre in essere un processo produttivo di tipo industriale, le APTL avrebbero dovuto ad esempio
affidare a soggetti terzi, privati o pubblici i servizi di trasporto, quelli idrici, ma non quelli sociali.
Le conseguenze principale processo di esternalizzazione di servizi pubblici locali sono stati: i formati di avere
proprio gruppo aziendale pubblico locale, costituito da aziende giuridicamente private ma di propriet delle’APTL,
che si spogliano della funzione di produzione diretta di servizi finali, per assumere quella di indirizzo controllo
strategico di un sistema articolato di aziende produttrici di servizi pubblici locali con le quali hanno relazioni tipo
contrattuale e proprietario.

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Il gruppo aziendale è una forma intensa di aggregazione aziendale. Per distinguerlo dalle altre forme di
aggregazione si ricorre al criterio di vincoli che raggruppamento pone all'operare delle aziende che vi rientrano.
Tali vincoli possono impattare sia sulla struttura sia sul funzionamento della gruppo mentre aziendale.
Dei gruppi aziendali, i suddetti vincoli sono di tipo proprietario e sostanza nella partecipazione, diretta e O in
diretta, dell'azienda cosiddetta capogruppo nel capitale di altre aziende.
Il vincolo orbitale permette al gruppo di controllare l'attività gestionale delle aziende partecipate. Il controllo
può essere più o meno intensa seconda del livello di partecipazione al capogruppo nel capitale delle altre aziende
della gruppo mento.
In base all'articolo 2359 del codice civile, partecipazione al capitale di un'azienda genera controllo, nel caso in
cui si dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria o si dispone di voti sufficienti per
esercitare un'influenza dominante nell'assemblea ordinaria, oppure si ha un'influenza dominante su un'altra
azienda in virtù di particolari vincoli contrattuali con essa.
La gestione del gruppo pubblico locale richiede che le APTL individuino e dispongano stabilmente le competenze
idonee a indirizzare, equilibrare controllare interessi, volte anche contrapposti che le singole aziende vorrebbero
perseguire.
Dal punto di vista organizzativo questa funzione potrebbe essere svolta in tre diversi modi: gli organi politici si
possono valere di organi già esistenti nelle APTL e componenti nelle diverse aree di attività in cui opera l'azienda
del gruppo; costituzione di un'unità organizzativa ad hoc, finalizzata mantenere gestire stabilmente le relazioni tra
la APTL nell'assunzione le decisioni di loro competenza e essendo costante punto di riferimento per le aziende del
gruppo durante l'esercizio della normale attività gestionale; la costruzione ex novo di un organismo aziendale
interamente posseduto dalla APTL, qui trasferito l'intero pacchetto di partecipazione dell’APTL.
Quest'ultima presenta il vantaggio di avere un soggetto, la holding, caratterizzato la flessibilità gestionale
derivante dall'origine privatistico, che opera a supporto del gruppo ad esempio per l'acquisizione finanziamenti.

LA PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE
Programmare significa definire cosa si vuole realizzare (fini), come (mezzi) e quando farlo (tempi),, in un periodo
futuro breve (fino a un anno), medio (fino a tre anni), o lungo (oltre i tre anni).
Programmazione non è però sinonimo di pianificazione. Sono due funzioni strettamente legate ma diverse,
infatti, intendiamo per programmazione lo strumento atto alla rappresentazione delle operazioni necessarie
per raggiungere un obiettivo, e per pianificazione lo strumento atto alla rappresentazione dei valori relativi alle
operazioni future contenute nella programmazione (In termini generali la pianificazione è il processo con in
quale, dato un sistema sociale, si stabilisce uno stato futuro dello stesso ritenuto desiderabile [obiettivo], si
individuano le azioni per conseguirlo).
La distinzione, dunque, non è temporale ma funzionale: La pianificazione traduce scelte future in termini
economici finanziari, la programmazione è invece, il momento in cui la volontà dell’ amministrazione
pubbliche territoriali (APT) si sostanzia in documenti dove si individuano si spiegano e si motivano le scelte
future. Tali documenti assumono la forma di bilanci di previsione (BP).
Programmazione e pianificazione definiscono l’ipotesi di futuro, con la quale l’APT decide di confrontarsi,
decidere sul futuro è sempre difficile, perché si alternano periodi di turbolenza a quelli di calma. Proprio nei
momenti turbolenti è indispensabile guidare l’azione aziendale. Il sistema di pianificazione e programmazione è
normalmente connesso al sistema di controllo di gestione, il quale ha lo scopo di guidare la gestione aziendale
verso il conseguimento degli obiettivi pianificati, evidenziando gli scostamenti tra questi ultimi e i risultati della
gestione e mettendo così in grado i responsabili di decidere e attuare le opportune azioni correttive. Le APT sono
condizionate dall’ambiente politico, sociale ed economico in cui operano, e allo stesso tempo devono
condizionarlo.
Bisogna prefigurare la selezione delle classi di bisogno da soddisfare, l'acquisizione la combinazioni risorse, la
produzione e la rilevazione dei risultati, tutto ciò serve a guidare l'azione del management pubblico ma non vale
annegare la discrezionalità.
Di qui discende la necessità di una costante verifica fra risultato realizzato effettivamente (performance
conseguita) e risultato ipotizzato (performance attesa)
alla funzione di controllo è indissolubilmente associata la programmazione la pianificazione, a cui spetta il
compito, già mentre la gestione si svolge, di verificare se in quale misura si manifestano scostamenti tra quanto
ipotizzato quanto effettivamente si va concretizzando per valutare, se e in quale misura, si sono modificate le
assunzioni.
La relazione fra ambiente e APT nella programmazione pianificazione particolarmente complessa. E se sono
condizionate dall'ambiente politico, sociale ed economico in cui operano, ma al tempo stesso sono chiamate a
condizionarlo, a determinarlo, a farlo.
Già per almeno due ragioni: le funzioni pubbliche, specie quando ci riferiamo beni pubblici puri contribuiscono a
definire caratteri strutturali e Val orali del contesto sociale ed economico dove le APT insieme a tutte le altre
aziende si trovano a svolgere le proprie funzioni (istruzione, trasporti); il territorio costituisce motivo essenziale
per le APT, nonché spazio fisico del quale il deserto sono le loro potestà pubblicistica nei confronti di soggetti che
si trovano (in modo permanente o temporaneo, seconda di poteri).

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È comune distinguere tra programmazione e pianificazione strategica e operativa. Le prime, riguardano i modi di
volersi proporre da parte dell’APT in un certo orizzonte spazio-tempo, le seconde invece, riguardano la traduzione
in concreti atti di gestione eseguiti giorno per giorno.
Quindi le scelte operative si esauriscono nel breve termine a differenza di quelle strategiche. I tre pilastri su cui
poggia le scelte strategiche sono:
- Missione, cioè rendere noto il perché l’ATP esiste, e come fa a conseguire le sue finalità.
- Visione, cioè il modo in cui l’ATP dimostrerà il suo successo.
- Valori, cioè i principi a cui si ispira l’ATP e che definiscono il modo di comportarsi in azienda.
Destinando la missione l’APT deve esplicitare il suo finalismo aziendale e la natura delle attività svolte. È nelle
diverse tipologie di bisogni pubblici, nelle categorie di soggetti che li esprimono e nelle soluzioni proposte per
dare risposta a quelle esigenze che ogni APT deve individuare la propria missione.
La visione è una definizione di successo aziendale, un'esplicitazione del modo in cui sarà verificabile la
generazione di valore pubblico riconosciuto.
I valori sono i principi irrinunciabili (merito, pari opportunità, equità, eguaglianza) ai quali si ispira la cultura
organizzativa dell’APT e definiscono il modo di comportarsi di quell'azienda.
Questi tre spesso devono essere formalmente esplicativi tanto all'interno che all'esterno dell’APT. Sono punti di
riferimento irrinunciabili.

Il ciclo di programmazione e pianificazione nelle APT.


I cicli di programmazione e pianificazione nelle APT sono lunghi, articolati e la cui complessità è legata alla
dimensione dell’azienda, essi sono regolati dalla legge del 31/12/2009 n°196.
Il ciclo di pianificazione e programmazione trova il suo momento conclusivo nell'approvazione dei BP, di solito
entro il 31 dicembre di ogni anno, ma richiede la predisposizione della proposta da parte dell'organo di governo
(governo, giunta) di altri documenti a valenza programmatica sul quale l'organo volitivo (Parlamento, consiglio) è
chiamato a pronunciarsi nelle forme consone (legge, di libera).
I contenuti principali di provvedimenti normativi da adottare nelle varie fasi: la relazione sull'economia la finanza
pubblica, che il ministro dell'economia e delle finanze deve presentare alle camere entro il 15 aprile di ogni anno
contiene: l'analisi dell'andamento economico del conto economico del conto di cassa delle AP nell'anno
precedente e degli eventuali scostamenti rispetto gli obiettivi indicati nella decisione di finanza pubblica;
l'aggiornamento delle previsioni macroeconomiche, del conto economico delle AP e dei relativi sotto settori
nonché del saldo di cassa di esse per il periodo di definizione della DEF.
In caso di scostamento dagli obiettivi, le eventuali misure correttive che il governo intende adottare, anch'esso
contenute; le indicazioni sul saldo di cassa del settore statale e sulle correlate modalità di copertura.
La relazione inoltre fornisce le informazioni di dettaglio sui consuntivi e sulle previsioni dei conti dei principali
settori di spesa, con particolare riferimento a quelli relativi al pubblico impiego, la protezione sociale e alla sanità,
nonché sul debito delle amministrazioni pubbliche e sulle relativo costo medio.
In appendice alla relazione sono presentati dati relativi al bilancio statale con particolare riferimento alle principali
tipologie di spesa tra cui: reddito da lavoro dipendente per comparti; consumi intermedi; trasferimenti correnti in
conto capitale, distinti per principali programmi.
Inoltre essa dovrà tener conto del parere del consiglio dell'Unione Europea, ove disponibile, su aggiornamento del
programma di stabilità. Entro il 15 luglio il governo, tenendo conto delle determinazioni assunte in sede di
definizione del patto di convergenza, invia alla conferenza permanente per il coordinamento della finanza
pubblica, per il preventivo parere da esperire entro il 10 settembre, alle linee guida per la ripartizione degli
obiettivi programmatici (linee guida per le decisioni di finanza pubblica) indicati per ciascun anno del periodo di
riferimento, per l'indebitamento netto, per il saldo di case di riposo della prestazione pubbliche.
Lo schema del DEF inoltre contiene gli obiettivi di politica economica il quadro delle previsioni economiche e di
finanza pubblica almeno per il treno successivo e definisce gli obiettivi articolati per i sottoscrittori del conto delle
amministrazioni pubbliche relative alle prestazioni centrali, le amministrazioni locali e agli enti di previdenza
Stato sociale.
Inoltre in essa sono portati gli obiettivi programmatici, indicati per ciascun anno del periodo di riferimento per le
l'indebitamento netto, per il saldo di cassa per il debito delle amministrazioni pubbliche, al netto e al lordo degli
interessi delle eventuali misure una tantum ininfluenti sul saldo strutturale il conto economico amministrazione
pubblica, articolati per i sottoscrittori sopra richiamati.
La manovra triennale di finanza pubblica composta dalla leggi stabilità e dalla legge di bilancio dello Stato.
I disegni di legge relative sono da presentare alle camere da parte del governo su proposta del ministro per
l'economia e le finanze entro il 15 ottobre di ogni anno.
La manovra contiene, per il triennio riferimento, le misure qualitative quantitative necessarie per realizzare gli
obiettivi programmatici indicati nella DEF. In caso di aggiornamenti dati da cambiamenti delle condizioni
economiche, la manovra annuale real termina gli interventi per gli anni successivi a quello in corso.
La legge di stabilità deve individuare: il livello massimo del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato; la
variazione delle aliquote delle imposte; l'importo complessivo destinato al rinnovo dei contratti pubblici.
Essa non può far altro che contiene norme relative a interventi di natura logistica micro settoriale.
Alla legge di stabilità è allegata una nota tecnico illustrativa: un documento conoscitivo di raccordo tra il disegno
di legge di bilancio presentato alle camere il conto economico delle AP, che espone contenuti della manovra, i

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relativi effetti speciali finanza pubblica articolati nei vari settori di intervento e i criteri utilizzati per la
quantificazione gli stessi.
L'approvazione del BP non segna il termine della programmazione della pianificazione se in tali espressioni
vogliamo includere la programmazione la pianificazione operativa.
Una volta che l'organo volitivo della APT ha approvato il BP i documenti collegati allegati, spetta all'organo di
governo attribuire risorse e obiettivi dirigenti affinché l'intera struttura organizzativa responsabile rispetto ai
risultati che ci si attende di conseguire.
Le modalità attraverso le quali tale passaggio in essere sono diverse. Ad esempio nell’APTS, i ministri assegnano,
per l'anno a venire, obiettivi risorse dirigenti generali titolari di centri di responsabilità nelle rispettive
amministrazioni, per mezzo di apposite direttive, entro 10 giorni dalla pubblicazione della legge di bilancio.
Procedure simili sono adottate nelle APTR.

I processi pubblici decisionali


Trattare di programmazione e pianificazione porta inevitabilmente ad affrontare il tema di come nelle APT si
prendano le decisioni.
La sostanza del decidere è scegliere un'alternativa per orientare la lealtà verso l'ipotesi di futuro prescelta. Se un
tema, un argomento non entra nell'agenda politica, questa non sarà oggetto di decisione.
Spetta all'indagine speculativa il compito di spiegare come si decide. Si può far ricorso a:
1. modelli normativi (prescrittivi) quando desideriamo spiegare come si dovrebbe giungere a
formulare decisioni e lo facciamo definendo sistemi di regole formali che, una volta seguiti
dovrebbero teoricamente portare a scelte vantaggiose e razionali;
2. modelli descrittivi (esplicativi) quando preferiamo spiegare come, nella pratica gli individui e i
gruppi assumono le loro decisioni.
Possiamo ricorrere a tre modelli fondamentali:
Il modello razionale (con la sola variante razionale limitato):il decisore “homo oeconomicus” è dotato di una
conoscenza assoluta che gli permette di valutare tutte le alternative e le conseguenze in anticipo. Detto ciò
specifichiamo è un modello in cui si prendono in considerazione tutte le alternative possibili, tutte le probabili
conseguenze alle alternative, e si sceglie la migliore alternativa in base al calcolo ottimizzante, cioè quella col
rapporto costi/benefici più favorevole.
Sceglierebbe sempre la stessa alternativa a parità di condizioni, ed è in grado di ricostruire il comportamento che
ha condotto alla sua decisione, dunque giustificare la decisione assunta.
Nella prospettiva razionale i mezzi sono valutati e scelti in funzione dei fini che sono stati selezionati
indipendentemente e prima dei mezzi, quindi deve esserci certezza sui valori ai quali i fini si riconducono, i valori
devono essere stabili nel tempo.
L’elemento chiave del modello razionale è che l’analisi deve prendere in esame tutte le alternative e i fattori che
sono rilevanti ai fini delle decisioni.
Le decisioni non razionali sono prese senza valutare tutti i costi e benefini di tutte le alternative possibili, mentre
le irrazionali quelle che sembravano razionali ma si sono dimostrate non razionali.
Una variante è il modello della razionalità limitata. Premettiamo che secondo Herbert Simon l’uomo
(Administrative man) gode di razionalità limitata e quindi prende le decisioni nei limiti delle sue capacità
computazionali.
Il comportamento umano è intenzionalmente razionale ma:
- non tutti gli obiettivi e preferenze sono chiari;
- a conoscenza dele possibili alternative sono costose (non si possono considerare tutte ma solo alcune);
- la capacità di eaborare le info è limitata;
- non è possibile ordinare perfettamente in graduatoria le alternative;
- la scelta è un processo sequenziale che avviene su base soddisfacente (non ottimizzante).
Questo modello fu usato fino alla metà degli anni 50. Lindblom in un celebre articolo propose un modello
alternativo, e mise in chiaro le ragioni per cui il modello razionale classico è inapplicabile, non adatto a predire il
comportamento effettivo di singole persone o gruppi:
è impossibile valutare le alternative in termini di costi e benefici e perché non è realistico che prima si scelgano i
fini e poi i mezzi, lo è ancora meno nelle APT. Il decisore politico ha bisogno di consenso e opera in un contesto
molto condizionato da vincolo le limitano le alternative possibili. Esso non è libero di scegliere tra tutte le
alternative.
Non è realistico che prima si scelgono i fini e dopo i mezzi; la scelta dovrebbe essere simultanea o in un ordine
inveso. Sono i mezzi che diventano i fini o li determinano.
Per questi motivi dopo gli anni ’50 si è diffuso il modello per successivi confronti limitati.

Il modello dei confronti limitati (modello incrementale):


secondo l’orientamernto teorico di tipo esplicativo messo a punto da Lindblom è inevitabile e desiderabile che le
scelte di programmazione pubblica siano assunte nell’ambito di un insieme molto contenuto di alternative.
In base a tale approccio per successivi confronti limitati (incrementalismo):
- il processo decisionale non muove da obiettivi specifici da conseguire attraverso la politica pubblica, ma
dalle politiche esistenti hanno vantaggi di essere scaturite da un accordo;

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- la decisione riguardo solo cambiamenti incrementali, mutamenti al margine, rispetto alla politica esistente
e discende da confronti successivi limitati, nell'ambito di tutto di alternative. L'analisi non è mai
esaustiva;
- esiste una continua reciproca relazione fra mezzi e fini. I problemi di aggredire sono costantemente
soggetti alla ridefinizione in funzione dei mezzi che sono disponibili per risolverli. L'oggetto della
decisione viene trasformarsi a seguito dell'analisi. L'aggiustamento al margine riguardano solo la
soluzione del problema, ma anche la sua definizione;
- l'attenzione posta fondamentalmente sul breve termine e sulle conseguenze più rilevanti che potrebbero
derivare dalla decisione;
- le teorie contano relativamente poco nell'influenzare la decisione;
- valutazione dei costi benefici e meno formalizzata che nel modello razionale;
- la scelta migliore è quella sulla quale si presume un accordo;
- l'accordo scaturisce dal confronto fra alternative disponibili.
Assumere decisioni sulle politiche e programmi pubblici imprese raggiungere un accordo tra gruppi che
esprimono interessi di parte. Avere processi decisionali porta a influenzare la decisione finale.
Non conviene impiegare tempo per cercare un accordo su valori obiettivi, è più facile trovare un accordo su una
proposta di soluzione specifica che partono dallo status quo e la modifichi al margine.
L'ipotesi è che le rinegoziazioni attuali coinvolgono interessi, conflitti tra valori, preferenze che sono simili a
quelle coinvolte nel processo portato la decisione dalla quale si parte.
L'approccio per successivi confronti limitati policentrico, mentre l'approccio razionale è accentratore. Fa
risparmiare risorse tensioni.
Molti autori attribuiscono gravi difetti all’incrementalismo (modello incrementale), perché blocca l’innovazione,
dato che promuove mutamenti di breve termine e perché funziona solo se le politiche già esistenti sono
soddisfacenti. La maggiore forse gruppi di interesse le forze che hanno gli hanno avuto maggiore potere lasciando
potenzialmente fuori gli interessi che sono poco o nulla rappresentati organizzati dal punto di vista politico; porta
decidere su temi non fondamentali dove il
conflitto minimo.

Il modello misto (mixed scanning) È stato quindi creato il modello misto (Mixed scanning) (Amitai Etzioni anni
60 autore più importamente).
Il modello distingue le decisioni in fondamentali e non fondamentali,le decisioni di minore importanza sono prese
dopo quelle fondamentali.

Per quelli non fondamentali l'adozione di un approccio per successivi confronti limitati e appropriato, mentre le
decisioni fondamentali devono essere prese in un orizzonte decisionale molto più ampio per meglio valutare le
conseguenze delle scelte da assumere.
efficiente è l'esempio che lo stesso usa: il satellite meteorologico d'alta quota in orbita intorno alla terra. A bordo
di un satellite ci sono due macchine fotografiche, una con un obiettivo a angolo a può analizzare un'area vasta e
rilevare i principali andamenti meteorologici, l'altra con un obiettivo ad uno stretto capace di localizzare le
turbolenze. Esse offrono info utili ma sono tutte le sue utilizzare insieme.
Le decisioni fondamentali devono assumersi considerando le principali alternative disponibili, ma diversamente
dal modello razionale, omettendo i dettagli e accontentandosi di una visione panoramica. Le decisioni
incrementali sono assunte dopo le fondamentali nell'ambito del contesto queste definito.
Però il modello lascia irrisolto il problema su come stabilire se una decisione sia fondamentale.

Il bilancio di previsione
Le APT come tutte le aziende utilizzano documenti contabili per evidenziare i risultati scaturiti dalla gestione in
un certo periodo, futuro o già grascorso. Come per qualsiasi bilancio, anche nelle APT sono contrapposti valori
positivi e negativi la cui differenza individua il risultato delle operazioni di gestione che hanno determinato quei
valori.
A seconda che i valori di bilancio si riferiscano a operazioni di un periodo futuro o annuale, oppure ad un periodo
trascorso, si distingue
- il bilancio di previsione (BP) e il bilancio consuntivo (BC). I BP sono lo strumento per la
pianificazione nelle ATP: i valori esposti in questi documenti esprimono la quantificazione monetaria dei probabili
effetti di una politica aziendale, finalizzata al perseguimento di specifici obiettivi programmati. Il BC consente di
confrontare i risultati ottenuti con quelli previsti al fine di verificare se sono stati raggiunti gli obiettivi
programmati.
I valori esposti nel BC sono la base informativa per indagini sullo stato di salute economico e finanziario
dell’APT.
Tali valori costituiscono base informativa per lo svolgimento di successive indagini sullo stato di salute
economico e finanziario dell’APT condotte merdiante l’ausilio delle tecniche di analisi di bilancio.
Gli esiti di tali analisi sono utili per la predisposizione dei futuri BP.
Le quantità monetarie accolte nel BP si denominano prospettiche mentre quelle nel BC storiche o consuntive.

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Le quantità prospettiche, cioè quelle riferite a situazioni future, sono generalmente considerate di natura
soggettiva poiché si tratta di determinazioni fondate sull'ipotesi e prospettive formulate dall'estensore del BP e
inerenti al futuro svolgimento della gestione.
Età storiche, viceversa, sono considerati di obiettiva determinazione. In realtà la distinzione non metta: dati i
caratteri di continuità e unitarietà nel tempo della gestione aziendale, è agevole convenire sul fatto che esistono
quantità prospettiche di determinazione obiettiva, perché esprimono la continuazione di operazioni già iniziate.
Quantità monetarie oggettive si rinvengono soprattutto nelle operazioni di gestione esterna, specie quando i
rapporti di scambio tra aziende sono regolati moneta di conto e quindi individuabile una misura oggettiva del
valore dei beni dei servizi scambiati. Tuttavia molte delle quantità monetarie esposte nel rendiconto sono frutto
oggettive.
Tutte le APT devono, per obbligo di legge predisporre il BP e BC. Tuttavia il bilancio quando differita ad una APT
significa BP, e in particolare quello che individuammo come BP finanziario annuale.

Il bilancio di previsione finanziario, economico e patrimoniale.


I BP contengono due serie di valori tra loro correlate, riferita a fatti di gestione futura.

La natura dei valori è diversa a seconda che si indaghi la gestione aziendale nell’aspetto finanziario, economico,
patrimoniale. Per cui possiamo distinguere in quello economico: il BP finanziario economico e patrimoniale.
Nel BPF sono contrapposte entrate e uscite previste.
Le due serie di valori che il BPF accoglie nelle sue sezioni sono: le entrate previste, mezzi finanziari che si
renderanno disponibili e le uscite spese previste, risorse finanziarie sono utilizzate.
Dal confronto algebrico fra Ep e Up scaturisce un risultato saldo che può essere: avanzo finanziario previsto,
parete finanziario previsto e disavanzo finanziario previsto.

Nel primo caso, si prevede una sovrabbondanza di mezzi finanziari rispetto alle necessità della gestione aziendale,
onde si renderà disponibile un certo quantitativo di risorse che potrà essere utilmente impiegato in futuro.
Tale situazione può generalmente considerate favorevole. Un'eccedenza delle Ep rispetto alle Up potrebbe essere
interpretata come l'effetto probabile di una pressione tributaria iniqua e eccessiva rispetto alle finalità che l’APT
vuole perseguire e O come un'ingiustificata probabile riduzione dei livelli quali quantitativi di servizi e dei
programmi pubblici.
Anzi individua una situazione futura di pericolo. I mezzi finanziari disponibili non basteranno per conseguire gli
obiettivi da raggiungere. Insieme di sensazioni, qualora non si pervenga a un contenimento delle uscite,
eventualmente accompagnato da un aumento del volume delle entrate ordinarie occorre prevedere il ricorso
entrate straordinarie come ad esempio quelle derivate cessione di beni patrimoniali.
La contrazione di un prestito originerà flussi finanziari in entrata in un primo momento; nei periodi successivi
però richiederà nuovi e più intensi flussi finanziari in uscita dovendosi riportare le somme ricevute in prestito per
pagare, sotto forma di interessi passivi, il servizio d'uso di mezzi finanziari con conseguente incremento dei costi
di esercizio.
Il deficit spendign è la situazione nella quale lo Stato finanzia parte della sua spesa non con le entrate tributarie
attraverso il debito pubblico.
Il pareggio potrebbe tenersi anche prospettando la cessione di elementi del patrimonio aziendale. Tra le entrate
distruggono la fonte da cui provengono data la loro non ricorrenza nel tempo, qualora non si giunga
successivamente alla contrazione dell'uscite e all'incremento delle entrate ordinarie, situazioni disavanzo si
ripresenterà nuovamente con l'aggravante di avere impoverito il patrimonio collettivo.
Terza ipotesi, il pareggio finanziario previsto, è quella cui dovrebbero normalmente mirare le APT. In questo caso
il volume delle entrate sarebbe sufficiente a far fronte alle uscite da attuare per il perseguimento delle finalità
pubbliche.
Il BPPa è uno stato patrimoniale preventivo. Le due serie di valori accolte in tale documento sono: le attività osta
attivi previsti (SAp), cioè il valore degli impieghi o investimenti che l'amministrazione prevede al termine di un
certo periodo futuro; le passività o stock passivi previsti SSp cioè finanziamenti alle fonti da cui
l'amministrazione prevede di attingere risorse finanziarie da impiegare nell'arco temporale individuato.
Confrontando il valore attribuito al totale di questi due si determina un saldo che individua il valore contabile
assegnato il patrimonio aziendale alla data in cui il BPPa è riferito, cioè il cosiddetto stato netto.
Tale grandezza margine, si configura come un patrimonio netto previsto un deficit patrimoniale previsto a seconda
che si realizzi una delle seguenti ipotesi operative:

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La redazione del BPPa consente di apprezzare la futura composizione quali quantitativa del patrimonio aziendale
e le correlazioni fra gli elementi aggregati dell'attivo e del passivo. Potendosi prevedere il valore attribuito alla PN
all'inizio del periodo cui si riferisce, il documento permette anche di conoscere il valore della previsto risultato
economico.
Confrontando i valori previsti del PN finale e iniziale sono configurabili tre diverse possibili situazioni:

Avanzo economico previsto; pareggio economico previsto; disavanzo economico previsto.


L'informazione così ottenibile consentì prevedere quale sarà l'effetto delle operazioni future sul valore contabile
del patrimonio. Tale calcolo non consente di conoscere le ragioni economiche che determinano quel risultato.
Al fine di soddisfare l'esigenza informativa richiamata, occorre muovere verso un'analisi dinamica, cioè in termini
di flussi, e redigere il BPE.
Le due serie di valori contrapposti in tale documento contabile sono: i costi di competenza economica del periodo
futuro di riferimento, le risorse che si prevede di consumare per lo svolgimento dell'attività produttiva; i
proventi/ricavi di competenza economica del medesimo periodo futuro.
Confrontando algebricamente le due classi di valori e possibile determinare un risultato saldo che si configura
diversamente a seconda che si realizzi una delle tre possibili situazioni operative: avanzo economico
pareggio economico disavanzo economico.
Il perito all'obiettivo al quale le APT dovrebbe mirare.
Il DEp è, naturalmente, l'ipotesi più perniciosa per le funzionalità fratture della APT. Poiché rappresenterebbe un
impoverimento del patrimonio pubblico, con aggravio per le generazioni future.
In caso di AEp, in primo luogo, non è possibile attribuire quel risultato lo stesso valore segnaletico di norma
assegnato l'utile di esercizio conseguibile da un'azienda che produce per vendere. Nel nostro caso è interpretabile
come un surplus economico, un risparmio da impiegare in ambito aziendale.
La condizione di economicità complessiva delle APT non coincide automaticamente con quella di equilibrio
economico e quello finanziario di bilancio ad esso collegato. Ciò non vuol dire che la redazione dei BPE è inutile,
esso è indispensabile per determinare i costi di produzione previsti dei beni e delle funzioni pubbliche inoltre,
informa sulle cause positive negative che concorrono alla determinazione del risultato economico previsto,
consente di valutare la capacità dell’APT di vivere nei limiti dei suoi mezzi, ovvero conseguire proventi e ricavi
per far fronte ai costi necessari per attuare un programma di soddisfacimento di bisogni pubblici, senza alterare il
valore del patrimonio collettivo.

I bilanci di previsione finanziaria.


Il bilancio annuale e pluriennale.
A seconda che le previsioni finanziari si estendono solo al successivo esercizio oppure al più esercizi futuri
consecutivi, distinguiamo fra bilancio annuale e pluriennale.
È necessario richiamare a l'anno finanziario, in base alla legislazione vigente, coincide con l'anno solare, per cui
inizio dal 1 gennaio per una al 31 dicembre del medesimo anno.
L’esercizio finanziario è il complesso di operazioni che hanno luogo nell’anno finanziario (es.2011) o
eventualmente in più anni finanziari, (es. triennio 2011-2013).Dal confronto algebrico tra le entrate e le uscite
previste, scaturisce un saldo che può essere attivo (avanzo finanziario previsto) o passivo (disavanzo finanziario
previsto).
Tuttavia il BPFP contiene anche le previsioni finanziari relativi all'esercizio immediatamente successivo a quello
in cui è redatto, o dei valori finanziari previsti per il primo anno di quel documento coincidono con quelli del
BPFA.
Le entrate e le uscite accolte nel BPFA per il 2000 oggi se corrispondono a quelle relative al primo degli anni (il
2011) in cui il BPFP si articola. Permette di coordinare la pianificazione finanziaria medio termine con quella a
breve.
Di norma hanno un estensione triennale e un allegato della loro BPFA, la loro attuazione di norma avviene entro il
31 dicembre di ogni anno da parte dell'organo volitivo (Parlamento, consiglio) è simultanea.

Il bilancio di competenza e di cassa.


Le entrate e le uscite transitano attraverso due cicli o processi noti come processo finanziario d’entrata e d’uscita.
Quando si rileva contabilmente aumentato un'uscita di denaro si distingue in primo luogo fra la parte giuridica di
diritto e la fase materiale o di fatto.
Con riferimento al processo finanziario d’entrata si rilevano tre momenti:
- Accertamento: l’APT acquista il diritto di riscuotere una certa somma. Per le uscite la fase di diritto a
denominata impegno, atto unilaterale che di norma l’APT assume a seguito di un'obbligazione
giuridicamente perfezionata.

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- Riscossione: si concretizza l’incasso di denaro. La fase di diritto, individuo per le entrate e per uscite, il
momento di avvio del processo finanziario, mentre la fase di fatto ne segna la conclusione.
- La previsione dell'entrata del uscite può riferirsi alla fase di diritto alla fase di fatto poi si distingue fra
BPF di competenza (BPFco) che può anche chiamarsi competenza di cassa.
Competenza e cassa vanno mantenute logicamente e contabilmente distinte.
Se un comune prevede che nel 2011 accerterà euro 100 per ICI, questa somma sarà iscritta nella sezione delle
entrate del solo BPFCo 2011 indipendentemente dal fatto che si preveda di incassarla tutta, in parte al limite per
nulla nel 2011. Lo stesso vale per l'uscite.
Diversamente, nel BPFCa si inscrivono riscossione pagamenti che possono conseguire, rispettivamente, a
accertamenti e gli impegni assunti nell'esercizio cui il BP si riferisce, ma anche a esercizi precedenti o successivi a
quello. Così per esempio se la regione prevede nella sezione delle entrate del BPFCa 2011 una riscossione di euro
500 per canone di locazione di un immobile a uso abitativo di proprietà, ciò non implica necessariamente che
quell'importo dei divi interamente le entrate che si accerteranno nel 2011.
Lo stesso può affermarsi con riguardo alle uscite. Dunque il primo individuo esercizio, mentre questa peculiarità
non è attribuita quest'ultimo.
Il BPFCo espone valori che permettono la determinazione di risultato finale di competenza previsto, che ha dato la
differenza fra entrate che si prevedono di accertare le uscite che si prevede di impegnare e può configurarsi come
avanzo, pareggio o disavanzo finanziario di competenza.
Il BPFCa accoglie valori utili alla determinazione del risultato finanziario di cassa previsto che il dato dalla
differenza fra riscossioni previste Rp e pagamenti previsti Pp. Il risultato può configurarsi come avanzo, pareggio
o disavanzo a seconda che si preveda una delle seguenti situazioni:

Si dicono residui attivi di un dato anno le entrate accertate, ma non riscosse entro il termine di quell'anno.
Si dicono residui passivi di un dato anno finanziare le uscite impegnate ma non pagate entro il termine di
quell'anno. È necessario tenere distinti.

Individuazione dei residui attivi e passivi è indispensabile per determinare un altro significativo risultato
finanziario: il risultato di amministrazione.

E se trascurabile ipotesi del pareggio di amministrazione, è possibile che si determina un avanzo disavanzo di
amministrazione, a seconda che si prospetta una delle situazioni operative seguenti:

Chiariamo che:
 il fondo di cassa il denaro che si trova in cassa la fine dell'anno finanziario relativamente al quale
vogliamo determinare il risultato di amministrazione;
 i residui attivi residui passivi inclusi nel calcolo non sono solo quelli formati si durante l'anno finanziario
di cui intendiamo misurare risultato di amministrazione, ma anche quelli generati da operazioni di
competenza di esercizi precedenti.
Esercizio.
Se al termine di un esercizio non ci fossero residui passivi, risultato di amministrazione coinciderebbe col fondo di
cassa. Tuttavia questo è il reale, è fisiologico dal termine di ciascun anno finanziare alcune operazioni, iniziate in
quel periodo seguito di accertamenti e gli impegni, non siano state ancora portati finanziamento a termine con
incassi e pagamenti: da qui la formazione dei residui attivi e passivi.
Il fenomeno da fisiologico può diventare patologico, quando si manifesta eccessiva lentezza di trasformare i
residui attivi in riscossioni e i residui passivi in pagamenti.
I residui non devono accumularsi e occorre vigilare affinché ciò non accada.
Risultato di amministrazione è una grandezza finanziaria stock in quanto determinata dalla somma algebrica di
altre grandezze stocco. Il suo ammontare quindi rappresenta la situazione finanziaria di un’APT a un certo
momento della sua vita e non l'effetto che le entrate le uscite relative a un esercizio hanno prodotto sulla
situazione finanziaria aziendale.
Per sapere quale è stato il miglioramento peggioramento della gestione finanziaria per effetto di operazioni
realizzate ad esempio nel 2010 si può alternativamente calcolare la differenza fra risultato di amministrazione del
mila 10 a quello del 2000 9O fra accertamenti e impegni del 2010.
Un risultato di amministrazione positivo può coesistere con un peggioramento della situazione finanziaria.

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Il bilancio di competenza pura e mista.


Il BPF come si riportano le entrate che si prevede di accertare le uscite che si prevede di impegnare è
propriamente denominata delle di competenza pura e va distinto dal bilancio di competenza mista che accoglie in
aggiunta ai valori di competenza, il risultato di amministrazione dell'esercizio precedente a quello cui il bilancio si
riferisce.
Se il risultato è un avanzo, comparirà nella sezione delle entrate quale prima voce, trattandosi di risorse di cui si
potrà eventualmente disporre dell'esercizio cui il bilancio si riferisce, in aggiunta a quelli di sua competenza.
Nel caso di disavanzo di amministrazione, quel valore aggravando le uscite di competenza dell'esercizio sarà
posto nella sezione delle uscite, quale prima voce, dovendosi necessariamente far carico della sua copertura.
All'approvazione del BPFCoM, il risultato di amministrazione riportato è ancora un valore presunto, perché il suo
ammontare definitivo determinato solo dopo l'approvazione del BC.
Tutta la materia inerente bilanci alla contabilità delle APT è regolata da norme di varia gerarchia (costituzione, le
leggi, leggi regionali, regolamenti).
Nella tabella elenchiamo le più importanti fonti normative, ricordando che le aptr hanno potestà legislativa,
ognuna ha una sua legge regionale di contabilità, pur dovendo tutte le leggi regionali muoversi entro una cornice
di principi definiti da una legge nazionale.
Ogni amministrazione ha anche un suo regolamento di contabilità.

Le disposizioni normative in vigore prevedono per esse l'obbligo di redazione dei BP riportati.

Le funzioni di bilancio
Il bilancio BPF delle APT ricopre tre funzioni: politica, di guida, e di autorizzazione limite.
Il contenuto della funzione politica va ricercato nello sforzo di composizione unitaria tra gli interessi e gli obiettivi
rappresentati dagli organi politici, ai quali attingere per soddisfare quegli obiettivi e interessi. L
la funzione di guida che dovrebbe rendere i BPF documenti idonei a permettere il dominio della gestione
aziendale e risultare un punto di riferimento per il governo delle vicende economico finanziarie dell’APT.
L’efficacia di tale funzione dipende dalla completezza dei dati, per un verso la attendibilità dei dati raccolti nei
BPF e dalla materia in quegli stessi sono organizzati, per l'altro, dalla coerenza fra i contenuti dei B dalPF e quelli
del documento di programmazione che le accompagnano.
La funzione di autorizzazione e limite, infatti l’organo volitivo (organo decisionale dell’azienda) con
l’approvazione del bilancio BPF predetermina limiti quantitativi e qualitativi da rispettare. Il più noto in
particolare è lo stanziamento che costituisce un limite di quantità , ovvero un tetto massimo di spesa. Ciò implica
che non è possibile impegnare per ciascuna voce di spesa autorizzata una somma superiore a quella stanziata nel
BPFA.
Con riferimento alle spese, la previsione posta nel BPF costituisce alcun vincolo di specie, posto che l'impegno di
spesa è possibile solo se esiste nel BPFA una voce il cui oggetto essa sia rapportabile.
Qualora durante l'esercizio occorre impegnare somme superiori a quelle previste o non previste affatto nel BPFA,
è necessario far ricorso a appositi strumenti di elasticità del bilancio (fondi di riserva), oppure ottenere dall'organo
che ha approvato il BPFA ulteriori autorizzazioni a spendere (variazioni di bilancio), fatto salvo il vincolo
necessità di copertura pareggio.
I vincoli al quale può fatto cenno con riferimento alle spese non sono simmetricamente riferibili alle entrate.
In particolare gli importi previsti possono nel corso dell'anno finanziario essere modificati superati.
Nessun problema sorge nell'ipotesi in cui gli stanziamenti di entrata e di spesa iscritti nel BPFA risultino superiori
alle necessità di gestione. In tal caso si hanno rispettivamente minori accertamenti e economie di spesa che
concorrono a determinare i risultati finali della gestione.
Esercizio.

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I principi di bilancio
il legislatore la dottrina ragionieristica dettano principi generali di redazioni per i BPFA BPFP delle APT:
annualità, integrità, pareggio finanziario, pubblicità, unità, universalità, veridicità.
La novità è l'unico principio riferibile al solo BPFA. Esso si riferisce all'anno finanziario, che coincide con l'anno
solare.
Per ogni anno solare occorre un relativo BPF. Dopo il 31 dicembre, il BPFA è scaduto e non può più essere
assunto come base giustificativa e autorizzativa per le spese. Esso deve essere proposto dall'organo di governo,
governo congiunta, e deliberato dall'organo volitivo, Parlamento o consiglio. Ogni anno.
Può accadere che esso non sia esecutivo prima che abbia inizio dell'esercizio cui si riferisce. Documento che
autorizza la posizione e soprattutto l'impiego delle risorse finanziarie, la gestion
Dell’APT risulterebbe di fatto paralizzata. Per impedire tale evenienza, si ricorre all'esercizio provvisorio, Istituto
comune a tutti gli enti in regime di contabilità pubblico. Esso mira a garantire la continuità dell'azione di governo,
dura un massimo di quattro mesi e ha conferito per legge.
Con riferimento alle APTL, questa situazione del tutto particolare prevista nella TUEL sono nel caso in cui la
scadenza del termine per la deliberazione del BPFA si è fissata da norme statali in un periodo successivo all'inizio
dell'anno finanziario di riferimento. In tal caso è automaticamente autorizzate all'esercizio provvisorio sulla base
dell'ultimo BPFA definitivamente approvato.
Durante l'esercizio provvisorio prevista la possibilità di impegnare per ciascuna voce di spese iscritte in bilancio,
una somma non superiore mensilmente a un 12º dell'importo complessivamente stanziato.
I limiti citati, per l’APTS e l’APTR, sono riferiti anche alle autorizzazioni di cassa. Il limite quantitativo
superabile solo se occorre far fronte a spese tassativamente regolate dalla legge o non suscettibili di pagamento
frazionato in dodicesimi.
Diversa ipotesi per le APTL, è l'ipotesi in cui il consiglio, nei termini prescritti dalla legge, non abbia ancora
provveduto a deliberare il BPFA per il seguente esercizio.
In tal caso in attesa che si esplichi no le procedure previste dall'articolo 141 TUEL, è consentita la cosiddetta
gestione provvisoria durante la quale è possibile far fronte a spese derivanti da obbligazioni assunte in precedenza
ed operazioni necessarie per evitare che siano arrecati danni gravi e certi all’APTL.
Per integrità si intende che tutte le entrate devono essere iscritte in bilancio al lordo delle spese di riscossione a
carico dell’APT e di altri eventuali spese esso connesse e tutte le spese devono essere iscritte integralmente senza
alcuna riduzione delle correlative entrate.
La materia per le APTS è regolata dall'articolo 81 della costituzione.
Per le APTR è previsto l'obbligo di pareggio per le previsioni di cassa (fondo di cassa+ riscossioni= pagamenti),
mentre per la competenza è previsto il pareggio complessivo si possa ottenere anche mediante la contrazione di
mutui e di altre forme di indebitamento autorizzati con legge di approvazione del BPA nei limiti della legge.
La legge individua per le APTL, due distinti profili di pareggio finanziario: complessivo e di parte corrente.
Quello complessivo consiste nella perfetta eguaglianza fra il totale degli Ap e il totale degli Ip. Perché il confronto
avviene tra tutte le entrate e tutte le spese, fatta eccezione delle entrate da servizi per conto di terzi delle spese per
servizi per conto di terzi, il pareggio complessivo concretamente perseguibile per effetto dell'iscrizione di entrate
derivanti dall'assunzione di prestiti, nel rispetto dei vincoli qualitativi e quantitativi imposti dalla legge.
Inoltre al fine di garantire la salvaguardia dell'equilibrio finanziario di breve termine, è imposto rispetto al
pareggio fra entrate correnti, cioè la somma dei primi tre titoli dell'entrata deve essere maggiore o uguale alla
somma fra le spese correnti, ovvero il primo titolo della spesa, e le quote di capitali delle rate di ammortamento
dei prestiti pluriennali, cioè mutui e prestiti obbligazionari (QCPP).
Per la pubblicità, il bilancio deve essere pubblico e cioè facilmente accessibile a chiunque abbia interesse a
conoscere contenuti. E se si è spesso risolto in modo formale. Oggi ormai la rete Internet la modalità più efficace
per acquisire informazioni sui bilanci delle APT. Insieme a molte informazioni rese disponibili anche sul sito della
RGS, APTR, APTL.
Prima del bilancio significa il complesso dell'entrata finanza indistintamente il complesso delle uscite, onde non è
possibile contrapporre singole entrate a singole spese.
Per universalità del bilancio si intende che il bilancio deve comprendere tutte le entrate tutte le spese dell’APT. La
gestione finanziaria unica come è unico il bilancio. È vietata la contabilità fuori piangere contabilità separate, che
non rientrano nel novero dei valori riportati nel bilancio.
Le entrate e le uscite iscritte nel bilancio devono essere realisticamente realizzabili (veridicità) e i rispettivi valori
monetari devono essere attendibile. Sonorità di sopravvalutazione e sottovalutazioni di entrate e di spesa.
Altri principi da rispettare sono la specializzazione la chiarezza.
La prima significa adeguata classificazione delle entrate dell'uscire di bilancio, entrasse omogenee e
sufficientemente analitiche che rendono più chiare la lettura dei bilanci soprattutto più efficace il controllo che,
attraverso bilancio, il potere legislativo e esercita su quello esecutivo.
Il rispetto di esso impone di evitare un'esposizione eccessivamente sintetica delle voci di bilancio, particolare delle
uscite, che si tradurrebbe illusione di controllo antecedente dell'organo volitivo su quello di governo e garantire
un'adeguata base informativo decisionale ai soggetti esterni a qualunque titolo interessati alle future vicende
gestionali delle APT.

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Non bisogna però neanche troppo per utilizzare le voci del bilancio perché renderebbe il BPA incomprensibile e
troppo rigido.
Il requisito della chiarezza portata generale dovendosi riferire a qualsiasi forma di comunicazione. Chiarezza vuol
dire comprensibilità e costituisce un obbligo non solo giuridico ma anche etico, prende di informazione contabile
preventiva intelligibile alla maggior numero di soggetti.

La struttura del bilancio.


I PBF si compongono le due parti o sezioni denominate entrata e spesa.
Per L’APTS il BPFA si compone di uno stato di previsione per l'entrata e tanti stati di previsione della spesa quanti
sono i ministeri con portafoglio.
Entrate spese sono definite in esso in funzione dell'unità di voto.
L'approvazione di esso da parte dell'organo volitivo intende dare effettività al principio del diritto al bilancio.
Il BPF, così come è concepito oggi, un fenomeno relativamente recente. Il percorso evolutivo verso la definizione
di un processo normalizzato che conduce alla predisposizione di un BPF pubblico può distinguersi in tre fasi:
- PAY-AS-YOU GO: totale assenza di pianificazione. I tributi venivano definiti e richiesti durante l'anno
ma non mano che era necessario far fronte alle spese;
- TAX LEVY PROCEDED BY DETAILED ESTIMATES: una previsione delle spese era predisposto al
fine di definire l'ammontare complessivo dei tributi da richiedere. Gli organi di governo non erano però
vincolati in alcun modo alla previsione di spesa.
- TAX LEVY WITH DETAILED APPROPRIATIONS: le unità organizzative titolari di un proprio budget
e il governo devono predisporre una richiesta di risorse finanziarie in modo dettagliato e sottoporla al
Parlamento.
L'esito definitivo di questo processo è stato il budget format , ovvero un bpf con una struttura basata su oggetti di
spesa dettagliati distinti in tre macro classi: spese correnti, destinate alla posizione e servizi bene veloce giro;
spese di investimento spese in conto capitale destinate alla posizione di beni durevoli e le spese per rimborso
prestiti.
La natura contabile dei valori posti nel bp e la modalità con la quale le informazioni sono organizzate condiziona
logiche tecniche di rivelazione, controllo valutazione dei risultati.
Per tali ragioni, uno dei punti cardine delle riforme manageriali delle APT è stato il superamento del budget forma
tanto con riferimento alle modalità di predisposizione che alla natura dei valori contabili del documento.
Con il termine program budget ci si riferisce generalmente a un BP dove l'informazione contabile è organizzata
per programmi, intendendo un insieme coordinato di attività finalizzate a conseguire specifici obiettivi. I
programmi vengono attraverso il budget, non sono definiti e finanziati, ma anche assegnati alle responsabilità di
una o più unità organizzative di più ministeri, dipartimenti, agenzie o aree, dove è possibile ricondurli a
responsabilità sia di tipo politico che dirigenziale.
La base contabile di un program budget può essere tanto finanziaria quanto economica, ma la base finanziaria
stato storicamente prevalente per questo format.
Il performance budget ancora l'uso di un previsto ammontare di risorse da impiegare a un definito livello di
risultato, che può essere espresso in termini di quantità e qualità del volume della produzione, output, necessario
per soddisfare un individuato livello di una specifica classe di bisogni pubblici e in termini di impatto che ci si
attende di produrre a seguito delle attività previste due genereranno i costi inclusi nel budget.
La base contabile del budget è economica, la contabilità è a base economico patrimoniale.
Un performance budget può ben essere organizzato per programmi. Qualunque sia la formaT del BP dagli organi
politici la scelta di cosa e quanto finanziare.
Si distingue fra due approcci alternativi: incrementale e a base zero.
Il primo implica il dover ripartire dalle somme assegnate nel ciclo del budget precedente (spesa storica) e
modificarle al margine in più o in meno, tenendo conto del tasso di inflazione programmato, di vincoli di finanza
pubblica, di esigenze aggiuntive di spesa, senza mai mettere in discussione quanto è stato fatto e speso negli anni
precedenti.
La traccia base zero al contrario richiederebbe che ogni anno, al momento della formulazione delle richieste del
budget, ogni unità organizzativa presumesse di ripartire da zero obbligo si riproponesse la necessità di motivare
tutte le richieste giustificandoli in termini organizzativi, gestionali e di risultato atteso.
La struttura dei BP delle APT italiane è definita la legge e rigida. Generalmente si può affermare che a partire
dalla seconda metà degli anni 90 la struttura di essi sia andata snellendo con l'obiettivo di rendere la discussione
politica più attenta ai programmi e alle politiche pubbliche e meno ai dettagli finanziari.
Così si distingue, soprattutto per le APTS R, fa un bilancio politico, e bilancio amministrativo, di competenza del
governo che dettaglia le entrate e le spese ai fini della gestione e della re di contrazione.
La struttura dei BP in Italia non è uniforme, sono diverse le funzioni e le loro strutture organizzative.
Un'ultima importante provvedimento normativo, fra dal governo la delega a adottare, entro un anno dalla data di
entrata in vigore della legge, o più decreti legislativi per l'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di
bilancio delle amministrazioni pubbliche e dei relativi termini di presentazione e approvazione, esclude da questo
processo di armonizzazione le APTR L.

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Varie sono le soluzioni possibili per la risposta alle esigenze informative richiamate, specie in merito alla
classificazione delle uscite. A tale riguardo la struttura dei BPF può cercare di rispondere a due finalità formative:
per quali obiettivi si prevede di spendere e chi avrà la responsabilità di spendere quelle risorse per conseguire gli
obiettivi posti.
È necessario comprendere come si possano allineare obiettivo strutture organizzative dell’APT per definire
opportunamente la relazione tra obiettivi, risorse responsabilità politiche dirigenziali.
Negli scambi sono presentate le strutture dei BPF, prima per la parte entrata tra per la spesa.
Tabelle

IL SISTEMA DEI CONTROLLI.


Il ruolo del controllo nelle APT.
Per controllo, si intende il processo con il quale si confronta un dato realizzato rispetto a un obiettivo prefissatosi.
Il termine anglosassone utilizzato è audit benché nel vocabolario italiano abbia un estensione concettuale più
ampia. La più importante motivazione dell’importanza del controllo dell’APT risiede nel fatto che tali aziende
utilizzano risorse pubbliche, ciò rende dunque, necessario, il monitoraggio del loro utilizzo.
La seconda importante ragione riguarda la rilevanza in termini economici e sociali, oltreché giuridici delle
produzioni che le APT svolgono. Essi utilizzano risorse finanziarie, impregnano numero dei dipendenti molto
cospicuo e apprestano, volte in regime di monopolio, servizi fondamentali per l'ordinato sviluppo economico e
civile del nostro paese.
Da ciò deriva che non solo le attività e i risultati di esse sono tradizionalmente state oggetto di diverse tipologie di
controlli, ma anche che la pervasività del monitoraggio è stata e continua a essere tuttora presente, sebbene con
forme tecniche in continua evoluzione.
La diffusione di tali pratiche è molto importante tanto che alcuni autori considerano quella contemporanea come
la società di controlli. Ogni attività e risultato sono oggetto di qualche forma di monitoraggio.
Aver riconosciuto alle amministrazioni discrezionalità ai loro vertici politici e amministrativi ha progressivamente
generato un intricato sistema di controlli, spesso reciproci.
Il tradizionale modello burocratico di APT, caratterizzato dall'altro da processi produttivi verticalmente integrati,
contro l'illegittimità e di merito, riguardanti il contenuto, erano in prevalenza antecedenti, effettuati prima dello
svolgimento della gestione.
Il processo di riforme chiare manageriale, anche a seguito delle modifiche dei modelli organizzativi, ha
progressivamente spostato l'attenzione sul controllo della performance che ha svolto prevalentemente in fase
concomitante e il susseguente, ovvero mentre la gestione si svolge al termine di un arco di tempo definito,
solitamente all'anno finanziario, rispetto al quale si intendono misurare i risultati.
Il quadro che emerge non può considerarsi definitivo di organico. Da un lato, infatti, il legislatore con il recente
decreto legislativo 27 ottobre 2009, ha rimesso in moto il processo di riforma dei sistemi di controllo e
misurazione delle performance delle APT, dall'altra, occorre avere piena consapevolezza del fatto che ogni nuovo
provvedimento, specie materie di controlli, prima di poter dispiegare gli effetti ai quali mira l'azione legislativa
deve necessariamente essere assorbito e fatto proprio da chi opera nelle APT.
Spesso il primo ostacolo che si frappone tra l'innovazione la sovrapposizione le discipline giuridiche, genera
confusione nell'orientare comportamenti degli operatori pubblici.

Il controllo nelle APT: principali classificazioni.


Occorre distinguere il controllo che attiene al merito dell'azione amministrativa, da quello che riguarda la sua
legittimità, ossia la conformità a regole predeterminate.
Il primo consiste nella possibilità di valutare il contenuto degli atti e/o delle decisioni, indagandone la capacità di
raggiungere gli obiettivi per i quali sono stati predisposti; il secondo valuta invece l'aderenza dell'azione
amministrativa rispetta le regole che la disciplinano.
Il controllo può attuarsi ex ante, prima che la gestione si svolga (controllo antecedente), durante lo svolgimento
della gestione (controllo concomitante), è disposto, al termine di un periodo di tempo definito (controllo
susseguente).
Altra distinzione riguarda il posizionamento del soggetto controllore rispetto all'organismo controllato. Ci si
riferisce a controlli interni qualora il soggetto che deve svolgere l'attività di controllo appartiene alla stessa
organizzazione controllata e esterni, dove invece esiste un'indipendenza organizzativa del controllore che si trova
quindi al di fuori del perimetro organizzativo del soggetto controllato.
Tale suddivisione implica che il requisito fondamentale del controllore esterno se l'indipendenza, assenza di
rapporti con il soggetto controllato che possa influenzare il giudizio e la valutazione.
Qualora la normativa modificasse le funzioni la composizione degli organi di controllo, potrebbe anche il loro
livello di indipendenza. Inoltre, i controlli cosiddetti interni hanno come destinatari delle informazioni gli organi
dell’APT e come obiettivo quello di migliorare la gestione la funzionalità per il soddisfacimento dei bisogni quale
l'azienda è chiamata a dare risposta.
In questo senso la contrapposizione tra controlli interni ed esterni è molto meno chiara nel momento in cui esse
sono dotati di pari dignità costituzionale e non è quindi possibile utilizzare una logica gerarchica per definire
processi di controllo.

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Il processo evolutivo del sistema dei controlli è conseguentemente rafforzato il sistema di controlli interni
trasformato quelli esterni, facendo loro assumere spesso una natura collaborativa anche quando svolti da
organismi come la corte dei conti che secondo il dettato costituzionale svolge anche le funzioni di giurisdizione
contabile.
Infine si può distinguere tra controllo di conformità, tipico delle aggregazioni burocratiche, richiama il concetto di
controllo di legittimità: si verifica la coerenza dell'azione degli atti amministrativi alla norma fosse presente agli
standard di riferimento.
Il controllo manageriale, guide comportamenti e ha l'obiettivo di orientare l'agire pubblico verso il raggiungimento
di più elevati livelli di performance.
Combinando le caratteristiche sopra richiamate è possibile distinguere fra tipologie di controllo di seguito
elencate:
- controllo normativo: rientrano tutte le tipologie di utilità attese alla riscontro alla verifica del grado di
aderenza dell'operazione aziendale o una disposizione scritta che possiede carattere normativo (leggi,
statuti, regolamenti, procedure). Può essere sia interna che esterna si svolge prevalentemente in una fase
concomitante e susseguente, anche se non può escludersi antecedentemente. Un esempio concomitante e
susseguente è rappresentato dalla verifica del possesso dei requisiti richiesti dalla normativa dalla
procedura durante e dopo la realizzazione di un atto. In fase antecedente si effettua un controllo di tipo
normativo cui si vada a predisporre una procedura in modo puntualmente aderente al dettato della legge;
- controllo dell'operazione: consiste nell'ispezione, episodica o continuata, sulle azioni realizzate
nell'organismo aziendale. Per chi esercita tale forma di controlli punto di riferimento potrebbe essere
ancora rispetto di una norma scritta ma, a differenza di quanto accade controllo normativo, l'attività di
ispezione si focalizza prevalentemente sulle azioni natura esecutiva. Sono controlli concomitanti,
prevalentemente di carattere interno;
- controllo sociale: potendo considerare le aziende come una comunità di persone il comportamento degli
operatori aziendali è condizionato oltre che da meccanismi formalizzati, anche da un insieme di valori
culturali condivisi nell'organismo socio economico di una sua unità organizzativa. Quando ci si focalizza
controllo sociale si pone l'attenzione sull'attitudine dell'individuo a rispettare i principi di comportamento
e di funzionamento del collettivo, come la capacità di gestire i propri dipendenti.
È una forma di controllo che prevede la presenza di un insieme di valori condivisi in una collettività che
automaticamente si dota di regole. Possono essere previste sanzioni per il mancato rispetto delle regole e
nei casi più gravi nell'espulsione dalla comunità di chi non ha rispettato le regole;
- controllo di gestione: rappresenta una possibile traduzione in management contro. La parola contro
l'assume tradizionalmente il significato di guida e non quello di ispezione o verifica formale. Inoltre
affiancare ad essa il termine management implica che si tratta di un controllo di natura manageriale, cioè
che avuto origine, applicazione sviluppo nei contesti progettati. Esso deve mettere a disposizione della
dirigenza pubblica le informazioni necessarie per guidare il proprio comportamento, maledire per aiutarla
ad assumere decisioni che permettano al conseguimento di obiettivi precedentemente individuati,
attraverso l'impiego efficiente delle risorse disponibili.
Esso non è mai concepibile come strumento di contrasto alla dirigenza, ma sempre di ausilio, in quanto ne
sopporta facili da lavoro fornendo informazioni utili anche a valutarla.
È un meccanismo operativo per mezzo del quale la gestione di ogni azienda è guidata verso obiettivi
prefissati, ciò che possa monitoraggio sono i risultati che l'operato aziendale produce. Devono essere
definiti quantificati gli obiettivi aziendali e che questi siano riferiti a dei responsabili di unità
organizzative più o meno ampie, i quali saranno valutati in base all'grado di raggiungimento degli stessi.
Tali obiettivi sono tradizionalmente espressi in termini quantitativo monetari.
Per la revisione si intende un'attività di controllo, concomitante susseguente, che può essere sia interna che esterna
all’APT.
La revisione può riguardare la conformità dell'azione amministrativa rispetto al sistema delle regole delle
procedure, soprattutto contabili, ma anche le diverse dimensioni di performance. In questo secondo caso la
revisione si può definire gestionale.

Il sistema dei controlli interni.


La disciplina vigente dei controlli interni si impernia sul decreto legislativo 30 luglio 1999 numero 286, in parte
modificata dal decreto-legge da 250 del 2009.
Secondo il dettato normativo le forme di controllo interno per le amministrazioni pubbliche sono:
 il controllo di regolarità amministrativa e contabile;
 il controllo di gestione;
 la valutazione della dirigenza;
 la valutazione e il controllo strategico.
I quattro forme di controllo sono svolte da organi distinti e per finalità diverse anche se nell'insieme dovrebbero
configurarsi a sistema.
Per quanto concerne il controllo di regolarità amministrativa e contabile, la norma prescrive che debba garantire la
legittimità, la regolarità e la correttezza amministrativa. A tale forma di controllo sono deputati gli organi di
revisione, ovvero gli uffici di ragioneria, nonché i servizi ispettivi.

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I servizi ispettivi sono costituiti nell'amministrazione a norma dell'articolo uno, comma 62 del decreto legislativo
del dicembre 1996. E si svolgono sia attività di controllo interno che esterno.
Il principale compito responsabile del servizio finanziario consiste nell'apporre il visto di regolarità contabile sulle
determinazioni di soggetti abilitati alla spesa, i dirigenti ove presenti, oppure responsabili di struttura.
Anteriore i revisione sono coinvolti nel controlli di regolarità amministrativo e contabile. In particolare essi sono
responsabili della vigilanza sulle regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione relativamente
all'acquisizione delle entrate, all'effettuazione della spesa, all'attività contrattuale, all'amministrazione e bene.
Si tratta dunque di un monitoraggio eseguito durante la gestione, con riferimento alla corretta effettuazione delle
procedure di entrata e di spesa già descritte in altro capitolo.
Il cdg mira a verificare l'efficacia, efficienza e l'economicità dell'azione amministrativa al fine di ottimizzare,
anche mediante tempestivi interventi di correzione il rapporto tra costi e risultati. Gli esiti di tale forma di
controllo sono destinati al vertice amministrativo delle amministrazioni pubbliche territoriali.
Esso è un meccanismo operativo e non può prescindere dalla programmazione pianificazione operativa. In tali
casi infatti si scelgono e si quantificano gli obiettivi di breve periodo, cioè i risultati attesi con i quali si dovranno
confrontare i risultati effettivamente conseguiti. Tale raffronto serve per attivare i meccanismi di feedback e
avvenire a intervalli di tempo ragionevolmente brevi (mese, trimestre) in modo da:
- verificare l'insorgere di eventuali differenze, note anche come scarti (possono essere sia positive, negative
o nulle);
- spiegare le cause degli scostamenti;
- individuare la responsabilità manageriale;
- consentire alla dirigenza di porre in essere tutte le opportune azioni al fine di favorire il riallineamento fra
i risultati effettivamente conseguito e quello programmato, qualora le condizioni interne e ambientali lo
impongano, permettere ai supremi centri decisionali riformulare, adottandoli ai nuovi contesti, gli
obiettivi programmati.
Per consentire un'efficace funzionamento del controllo di gestione occorre garantire il rispetto di alcune
condizioni minimali tipo organizzativo che richiamano: il disegno della struttura organizzativa deve presentare
caratteristiche idonee a favorire la responsabilizzazione formale e guidare comportamenti delle persone
responsabilizzate.
Quanto appena osservato presuppone che l'interno all'amministrazione si è reso operante un processo di delega
grazie al quale è possibile individuare soggetti quali sono assegnati obiettivi da raggiungere. Per l'assegnazione
degli obiettivi, la misurazione e la successiva valutazione dei risultati conseguiti, occorre individuare centri di
responsabilità.
In termini del tutto generali esso è un'unità organizzativa delle amministrazioni pubbliche territoriali, un gruppo
di persone coordinate guidata da un unico responsabile impiega beni e servizi per raggiungere specifici obiettivi
del cui conseguimento risponde in via esclusiva i responsabili centro.
Nel definire dimensione organizzativa del controllo di gestione dovrebbe tenersi conto almeno dei seguenti
fattori: la natura dei processi economici che in essi si svolgono; possibile ad individuare nell'ambito
dell'amministrazione pubblica territoriale figure professionali che possiedono capacità manageriali coerente con
la posizione organizzativa di responsabili di centro; la significatività, rispetto al valore complessivo delle risorse
umane, finanziari e materiali assegnabili a ciascun centro; la opportunità di distinguere e classificare i centri di
responsabilità in funzione della natura dell'attività svolta e delle leve decisionali delle quali responsabili di centro
dispone. Richiami che si distinguono i centri di responsabilità in: centri di costo, di Provenza, di risultato
economico. Inoltre vi è la necessità di garantire l'efficace svolgimento del processo di definizione e approvazione
dei contenuti dei documenti di programmazione pianificazione operativa in vista del bisogno di garantire
coordinamento tra centri e rispettivo obiettivi nonché fra gli obiettivi assegnati centri e le leve gestionali a
disposizione dei responsabili centro.
L'ambito temporale un carattere fondamentale del controllo; nel caso del controllo di gestione di riferimento è il
breve periodo, hanno finanziario e intervalli infra annuali. Perché possa effettuarsi efficacemente una guida
controllo sulle raggiungimento degli obiettivi di breve termine, occorre che questi posseggano le caratteristiche
elencate:
- chiarezza punti imprescindibile in ogni forma di comunicazione. L'obiettivo deve essere comprensibile
per tutte le persone che lavorano in un singolo centro, a partire da responsabile. Sul significato
dell'obiettivo non possono sussistere fraintendimenti;
- miserabilità: ogni obiettivo deve essere il rilevabile con riferimento a una specifica unità di misura.
Tradizionalmente, nel budget aziendale gli obiettivi sono espresse in termini monetari, perciò il loro
conseguimento si rileva per mezzo della rilevazione contabile. Tuttavia per le amministrazioni pubbliche
del litorale è frequente la definizione di obiettivi espressi o rilevabili in unità di misura diverse dal
modulo monetario. Occorre sempre evitare che il rischio che un obiettivo sia misurabile sono
potenzialmente, perché l'amministrazione non dispone di strumenti di misurazione necessaria verifica del
grado di raggiungimento. La miserabilità il presupposto della controllabilità. I responsabili centro devono
poter valutare il grado di raggiungimento dell'obiettivo loro assegnato durante il concreto svolgersi della
gestione, cioè in fase concomitante. Ciò implica la necessità di individuare, sin dalla fase di definizione
dei documenti di programmazione pianificazione operativa, quali siano gli indicatori idonei allo scopo.

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- Coerenza con gli indirizzi stategici: occorre che l’intera APT si muova in modo coordinato e armonico
verso mete definite al fine di evitare che interessi settoriali di singoli centri finiscano per prevalere sugli
interessi più generali (interessi pubblici). È compito degli organi politici definire indirizzi stategici,
programmi e piani pluriennali e garantire che esista coerenza fra questi e i programmi e piani a breve
scadenza.
Gli obiettivi operativi devono essere strumentali rispetto al conseguimento degli indirizzi strategici. I
rapporti di causa effetto necessari in un sistema di pianificazione programmazione prevedono che il
raggiungimento di tutti gli obiettivi di breve periodo comportasse automaticamente il raggiungimento di
quegli di un periodo. Questa realtà poco realistica.
- Raggiungibilità: i responsabili dei centri devono disporre effettivamente di leve gestionali coordinate e
coerenti col sistema di autonomia responsabilità dell'amministrazione, ma sufficienti a raggiungere
l'obiettivo. In caso contrario il processo di responsabilizzazione su raggiungimento degli obiettivi, che
costituisce una componente fondamentale del CDG viene reso impossibile, con il rischio di generare
effetti negativi sul clima interno all'azienda;
- condivisibilità: la condivisione degli obiettivi un'intesa nel senso di favorire nella maggiore misura
possibile uno stile partecipativo e negoziale nei centri, fra i centri e fra i responsabili dei centri e i vertici
dirigenziale politico. Lo scopo è agevolare il concorso di numerosi attori e professionalità alla definizione
degli obiettivi. Ciò consente un'elevata autonomia decisionale e valorizzazione delle professionalità
esistenti nella amministrazione. Ciò comporta la necessità di individuare le soluzioni organizzative le
procedure formali e informali utili allo scopo, e la necessità di definire i contenuti in documenti di
pianificazione programmazione operativa entro le scadenze imposti dalla normativa;
- orientamento all'utenza: in ogni centro si svolgono processi produttivi finalizzati alla realizzazione di
output, servizi, che sono destinati a un utente interno, un altro centro, e O esterno, utente finale. Eppure
procedimenti svolti in un centro devono essere funzionali rispetto al soddisfacimento di bisogni di altri
che qualunque sia l'attività svolta di un singolo centro, essere strumentale rispetto al soddisfacimento di
bisogni dell'utente finale. L'amministrazione deve, fin dalla fase programmatica, adottando al migliore
soddisfacimento di bisogni dell'utenza finale, abbandonando la dirigente logica per I la quale era l'utente
finale dovessi conformare alle esigenze alle proprie dell'amministrazione pubblica territoriale;
- orientamento al miglioramento: gli obiettivi devono essere connessi a azioni, processi attività che di
migliorare i servizi prodotti nel centro. I miglioramenti non si devono tradurre necessariamente nuovi
servizi. Iniziative con effetti misurabili volte a aumentare l'efficienza, introdurre le misure organizzative,
elevare gli standard qualitativi di delle prestazioni offerte, sono degli esempi. Un subunità organizzativa
dell'amministrazione saranno svolte attività di routine che non costituiscono obiettivi nel senso proprio,
ma che è comunque necessario a monitorare al fine di evitare che si smetta di fare il lavoro ordinario per
quello straordinario. Ciò è possibile attraverso l'individuazione e l'impiego di indicatori scelti in funzione
del tipo di attività e procedure amministrative svolte nell'unica considerata;
- armonia con le risorse disponibili: non è possibile distinguere gli obiettivi delle risorse umane, finanziari
strumentali disponibili e valutare nei loro profili quantitativi qualitativi. Nella pratica occorre tenere un
comportamento ispirato al realismo, in considerazione del fatto che le risorse sono sempre minori di
quelle che sarebbero necessarie per conseguire tutti gli obiettivi desiderati. Rientra tra i compiti del
responsabile del centro valorizzare, motivare incentivare nella maggiore misura possibile le risorse umane
già disponibili;
- coerenza con gli obiettivi assegnati altri centri: occorre garantire coerenza fra gli addetti assegnati singoli
centri al fine di evitare il rischio di danneggiare l'azienda per migliorare i risultati dei singoli centri.
Poiché le amministrazioni pubbliche territoriali sono responsabili del soddisfacimento di varie notevoli
bisogni pubblici, è raggiungimento di obiettivi strategici relativi a uno di potrebbe confliggere con gli
altri. Ad esempio quando assume contemporaneamente l'obiettivo di favorire lo sviluppo del commercio a
ridurre il traffico nel centro storico;
- connessione meccanismi incentivanti: bisogna abituare e definire i meccanismi incentivanti, così che
siano percepibili per dirigenti funzionari le conseguenze del perseguimento del mancato ottenimento
degli obiettivi assegnati. Tali meccanismi non possono attribuire a pioggia la componente variabile della

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retribuzione, a prescindere dalla prestazione individuale effettivamente conseguita, pena il rischio di


generare un effetto opposto a quello desiderato;
- rivedibilità: deve essere sempre possibile rivedere gli obiettivi e le connesse dotazioni nel corso dell'anno,
qualora ciò si renda necessario come conseguenza dell'analisi degli scostamenti fra obiettivo assegnate
risultato ottenuto e misurato, oppure in seguito a fatti nuovi, interni e o esterni all'amministrazione della
territoriale, che impongano una revisione dei contenuti del BPA e O le conseguenti documenti gestionali
di programmazione pianificazione operativa. Ciò implica la necessità che si producano a cadenza
periodica infrannuale, mese per mese o trimestre, ed in modo tempestivo REPORTS sul grado di
conseguimento degli obiettivi sono delle risorse.

Il CDG a un ambito temporale di riferimento di breve andare strettamente dipendente dalla programmazione
pianificazione di lungo medio e breve periodo.
Prendiamo in considerazione i più significativi documenti di pianificazione operativa delle APT che costituiscono
la base per l'applicazione del CDG. Considereremo, distintamente APTS, APTR APTL.
Nelle prime, le direttive ministeriali sono gli atti con i quali i ministri assegnano ai vari dirigenti generali obiettivi,
risorse e le risorse correlative responsabilità una volta che il BPFA è stato approvato.
Per la seconda, occorre evidenziare come resistendo un aspetto normativo comune, dal punto di vista
dell'ordinamento contabile e se mantengono un elevato livello di autonomia. E consegue che non è possibile
individuare in modo univoco strumento che, similmente alle direttive ministeriali, volta la medesima funzione per
tutte le APTR.
Infine per le ultime, il documento che funge da perno per la pianificazione operativa e quindi per il CDG, è il
PEG, disciplinato dall'articolo 169 TUEL. E sospeso tra il legame tra obiettivi di breve andare, dotazione di
risorse responsabilità gestionali connesse.
Tutti questi documenti hanno un contenuto similare: risultati attesi, obiettivi, risorse finanziarie, ma a volte anche
materiali e umane, indicatori ovvero metriche per misurare il grado di conseguimento degli obiettivi.
Quanto alle tecniche del CDG, esse sono lasciate alla scelta delle amministrazioni, tuttavia la legge richiede per
tutte le amministrazioni pubbliche territoriale determinazione analitica dei costi, e pertanto ai fini del CDG
l'impianto della COA dovrebbe considerarsi non solo imprescindibile sul piano aziendale, obbligatorio da un
punto di vista normativo. Ciò dovrebbe pensare a sua volta il sistema contabile da adottare quando come nel caso
delle APTL la sua scelta è lasciata le amministrazioni.
La valutazione delle prestazioni dirigenziali e dell'altro personale dipendente è la forma di controllo
maggiormente rinnovata dal decreto legislativo 150 del 2009. In conformità a quanto previsto dal comma due
dell'articolo tre del decreto ogni amministrazione pubblica tenuta misurare e a valutare la performance con
riferimento all'amministrazione nel suo complesso, alle unità organizzative o aree di responsabilità in cui si
articola e ha i singoli dipendenti.
Gli articoli 8:09, congiuntamente considerati. Una partizione delle performance organizzative e individuali.
Il PEG non è obbligatorio per tutte le APTL. La redazione del documento facoltativo per i comuni con
popolazione inferiore a 1500 abitanti e per comunità montane e obbligatoria per tutte le rimanenti. Esso si
riferisce allo stesso periodo del BPFA ma non è solo strumento di pianificazione finanziaria, dovendo contenere
anche dati quali i quantitativi di natura economica gestionale.
È presuntuoso dalla giunta, prima dell'inizio dell'esercizio, sulla base del BPFA deliberato dal consiglio. Esso
non ha una struttura predefinita obbligatoria ma deve costruire tutta l'attività delle amministrazioni, includendo
tutte le entrate e le spese comprese nell'anno finanziario.
La realizzazione di esso ci consente di ottenere: la distinzione tra attività di indirizzo controllo spettante agli
organi politici le attività di gestione spettante dirigenti in quanto strumento per la traduzione dei programmi di
spesa le scelte per la gestione in responsabilità direzionali; il collegamento tra programmazione finanziaria la
specifica struttura organizzativa dell'amministrazione; la predisposizione di un piano operativo condiviso e di
supporto all'attività dei responsabili dei servizi.
In tal modo, la predisposizione di esso sono conduce l'assegnazione di responsabilità manageriali e della
necessità di autonomia operativa, ma pone anche le indispensabili premesse per la valutazione in fase

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concomitante susseguente dei risultati ottenuti in termini di efficienza, efficacia e economicità della gestione e
non solo di rispetto nei limiti di spesa.
Gli ambiti di misurazione valutazione della performance pubblica a livello individuale sono trattati in modo
distinto nell'articolo nove del decreto. Da un lato, per il dirigente personale responsabili di unità organizzativa e,
dall'altro per il restante personale.
Con riferimento ai primi la performance sarà misurata e valutata rispetto a: la performance nell'ambito
organizzativo di diretta responsabilità; il raggiungimento di specifici obiettivi individuali; la qualità di un
contributo assicurato alla performance generale della struttura; le competenze professionali manageriali
dimostrate. Poiché è ragionevole assumere che la principale qualità che un dirigente dovrebbe possedere proprio
quella di governare coordinare le risorse disponibili verso il conseguimento degli obiettivi dati, è corretto
ipotizzare che la performance del dirigente dipenda in misura significativa delle performance dei suoi
collaboratori. Sarà quindi necessario verificare in che termini sarà prodotto il grado di correlazione tra
performance dirigenziale performance dell'altro personale.
La performance dell'unità organizzativa dovrà anche essere ancorata gli obiettivi della struttura amministrativa cui
appartiene. In tal senso non appare di immediata percezione significato da attribuire all'espressione nell'articolo
8C dove ci si riferisce alla qualità del contributo assicurato la performance generale della struttura.
Oltre che per i risultati raggiunti, il dirigente responsabile dell'unità organizzativa devono essere valutati per le
competenze le capacità possedute. In particolare alla lettera C e D dell'articolo nove si individuano specificamente
le competenze professionali manageriali le capacità di valutazione quali ambiti di misurazione valutazione.
Tale previsione richiede che le amicizie pubbliche territoriali siano definitivamente messa. I metodi i sistemi che
permettono di individuare le competenze che caratterizzano il tipo di personale di cui si tratta e poi anche di
misurarle.
Nell'ultima lettera del comma uno dell'articolo nove, il legislatore ha individuato come ambito di misurazione
valutazione della performance individuale una specifica capacità, quella di valutazione dei propri collaboratori,
individuandone anche una modalità di misurazione.
Il dirigente o il responsabile dell'unità organizzativa è tanto più capace di valutare i propri collaboratori quanto più
significativa è la differenziazione dei gesuiti espressi su di loro.
La ragione dell'inserimento di tale previsione è connessa al perseguimento di finalità di incentivazione della
performance individuata nel comma uno dell'articolo 17, dove si statuisce che gli strumenti di valorizzazione del
merito e i metodi di incentivazione della produttività e della qualità della prestazione lavorativa devono essere
informati a principi di selettività e concorso qualità nelle progressione di carriera nel riconoscimento degli
incentivi.
Una valutazione marcatamente differenziata può essere una valutazione fatta male. Preconcetti favoritismi
personali si osteggia soprattutto con la definizione chiara trasparente e partecipata di obiettivi e relativi indicatori
di performance e valendosi di sistemi informativi e contabili affidabili e controllabili.
Dirigenti pubblici saranno chiamati a evitare che nelle unità organizzative si generi un clima di collaborazione di
dipendenti e che si fermi all'idea che l'incentivo monetario dipende tutta la qualità della relazione personale e
politica che dall'effettivo risultato prodotto.
La valutazione deve essere realizzata sulla base di specifici obiettivi di gruppo individuali, della qualità del
contributo assicurato la performance dell'unità organizzativa di appartenenza, le competenze dimostrate le
comportamenti professionali organizzativi.
È dal CDG che scaturiscono parte delle misure utili a valutare la diligenza, proprio nella fase di programmazione
pianificazione necessari allo svolgimento di esso che si stabiliscono gli obiettivi e le relative aree di responsabilità.
La valutazione della dirigenza era svolta nelle amministrative pubbliche territoriale organi appositamente costituiti
a composizione variabile, generalmente comprendente degli esperti di valutazione.
Il decreto-legge 250 a profondamente rinnovato la normativa prevedendo l'istituzione di organismi indipendenti di
valutazione della performance in sostituzione dei dirigenti organi.
Essi competono la misurazione e la valutazione della performance di ciascuna struttura amministrativa nel suo
complesso e la proposta di valutazione annuale di dirigenti di vertice da avanzare all'organo di indirizzo politico
amministrativo l'attribuzione ad essi dei premi.

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Essi curano annualmente la realizzazione delle indagini sul personale dipendente volte a rilevare il livello di
benessere organizzativo e il grado di condivisione del sistema di valutazione. Le valutare il proprio superiore
gerarchico da parte del personale, e riferisce poi la commissione per la valutazione, la trasparenza l'integrità delle
amministrazioni pubbliche.
Questo significativo il legame fra gli OIV e tale organo. Essi sono responsabili della corretta applicazione delle
linee guida, delle metodologie disposte dalla commissione e anche ad essa devono riferire eventuali criticità
riscontrate. La commissione informa sua volta annualmente il ministro per l'attuazione del programma di governo
sull'attività svolta.
Infine, la valutazione il controllo strategico hanno l'obiettivo di determinare l'adeguatezza delle scelte compiute in
sede di attuazione dei piani, programmi altri strumenti di determinazione dell'indirizzo politico, in termini di
congruenza tra risultati conseguiti obiettivi predefiniti.
Risponde una dalle controllo indirizzano le proprie valutazioni in via riservata agli organi di indirizzo politico.
Secondo il decreto-legge 250 del 2009, dalle responsabilità spetta al uno costitutivo dell’OIV. L'obiettivo di questa
tipologia di controllo interno è la comprensione dell'adeguatezza dei risultati rispetto la programmazione
strategica, intesa come quella di medio lungo periodo.
Il controllo strategico riguarda ogni attività che raramente sono realizzate per intero dalla singola spesa pubblica
territoriale.
L'arco temporale, spesso pluriennale, introduce la complessità derivante dagli effetti positivi negativi che nel
tempo possono essere causate da fenomeni esterni sovente non controllabili.

Il sistema dei controlli esterni.


È stato fortemente modificato nella stagione delle riforme degli ultimi decenni. Il quadro che ne è scaturito è
frammentario, sia per la numerosità dei soggetti che intervengono, sia per le diverse forme di controllo che la
legge prevede.
Quando era vigente una gerarchia tra livelli di governo, c'è una sorta di subordinazione delle aptl rispetto alle aptr
e di queste rispetto all’apts, erano possibili forme di controllo che la successiva riforma costituzionale approdato
perché lesive della riconosciuta autonomia di quelle che si denominavano amministrazioni sottostanti.
Il sistema dei controlli esterni è stato progressivamente modificato per garantire da un lato l'autonomia così
forzatamente attribuita dall'altra possibilità di esercitare un monitoraggio da parte di un soggetto indipendente, in
grado di individuare stazionare comportamenti illeciti.
Sull'onda della necessità di cooperare verso il raggiungimento di obiettivi finanziari comuni, preme rilevare come
la natura dei controlli esterni che sono in vigore è sempre maggiormente orientata alla collaborazione. Non si
tratta, salvo casi specifici, di un controllo esterno che era identificare errori e le prassi errate con l'esclusivo fine di
irrogare sanzioni, quanto piuttosto di un'attività di ausilio e supporto che ha la finalità di indicare alle APT le
migliori pratiche per l'l'utilizzo responsabile delle risorse disponibili.
Non significa che non possono essere inflitte sanzioni, potere sanzionatorio è connaturato al significato di
controllo esterno.
Vale la pena sottolineare che il requisito dell'indipendenza, da scriversi necessariamente alle forme di controllo
esterno, vacilla nei casi in cui il controllore debba svolgere le funzioni di supporto e collaborazione con il
controllato.
Di ogni contrazione obbligatoria previsti per le APT le diverse normative non esauriscono le possibilità di
comunicazione le loro performance. Negli ultimi anni recenti interesse sono dedicato dalle stesse a documenti di
ogni contrazione dei risultati sociali ambientali non posso dalla normativa.
Alle profilo essere osservato nell'ambito delle aziende private con la denominazione di responsabilità sociale
d'impresa e successivamente si è diffusa in Europa
alla fine del 90, si è esteso anche il settore pubblico.
Il legislatore nazionale si è interessato l'esperienza prassi la rende contrazione sociale delle amministrazioni
pubbliche.
Esistono delle linee di indirizzo ministeriali che riguardano tutte le pubbliche amministrazioni in procinto di
adottare strumenti di ogni contrazione sociale e bilancio sociale.

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Si tratta della direttive del ministro della funzione pubblica sul rendiconto sociale, ma la sei. Con tale direttiva si
prende atto dello spontaneo diffondersi di pratiche di ogni contrazione sociale e si cerca di mettere ordine in un
settore che beneficia e talvolta approfitta della discrezionalità.
Si fissano i requisiti per i documenti rende contrazione sociale e per il bilancio sociale.
Secondo la direttiva, esso devolute le informazioni concernenti i seguenti ambiti: valori di riferimento, vice di
programma dell'amministrazione: s'resezione esplicita la propria identità attraverso i valori; politiche servizi
resi: l'amministrazione rende conto del proprio operato nelle diverse aree di intervento e di conseguenti risultati
in relazione agli obiettivi dichiarati;
risorse disponibili e utilizzate: l'amministrazione dà conto delle risorse di cui ha potuto disporre delle azioni
poste in essere dei risultati conseguiti con la loro gestione.
La prima parte è utile ai fini di contestualizzazione e descrizione il soggetto pubblico che fare di contando; la
seconda parte deve consentire ai destinatari del documento di formarsi un giudizio consapevole sull'adeguatezza
dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi dichiarati.
In riferimento è non solo a obiettivi di natura manageriale e operativa, ma anche quelli di un termine più
specificatamente politici, ottenuti sovente nei programmi di mandato dei candidati alle cariche elettive.
Infine la terza parte contiene ampie informazioni riguardo l'utilizzo delle risorse a disposizione, volta a
dimostrare la costante attenzione a criteri dell'efficienza dell'efficacia.
La direttiva lascia ampi margini di discrezionalità in merito contenuti, impedendo di fatto la comparazione dello
spazio tra bilancio sociale di diverse amministrazioni pubbliche territoriali, consentendo ogni amministrazioni di
esprimersi dei modi e linguaggi ritenuti più opportuni.
Secondo la direttiva e sono i presupposti per l'adozione del bilancio sociale tra i quali: Chiara formulazione dei
valori e delle finalità che presiedono all'azione dell'amministrazione pubblica e l'identificazione dei programmi,
piani e progetti in cui si articola; l'esistenza di un sistema informativo in grado di supportare efficacemente
l'attività di rende contrazione; coinvolgimento interno degli organi di governo e ogni struttura amministrativa; il
coinvolgimento della comunità nella valutazione degli esiti e nella individuazione degli obiettivi di
miglioramento.
Infine, il sistema dei controlli esterni non trova regolamentazione in un unico provvedimento normativo, ma deve
essere ricostruito all'interno della disciplina complessiva per le amministrazioni pubbliche territoriali.
A questi controlli occorre affiancare anche un'attività di monitoraggio esterno condotta direttamente dalla
collettività amministrata attraverso le occasioni di contatto e dialogo delle risorse pubbliche offrono e in alcuni
casi stimolano attraverso l'utilizzo di strumenti di ogni contrazione volontaria.
La pubblicazione rendiconti sociali, lo costituzioni di occasioni di partecipazione diretta ai processi decisionali,
piuttosto che l'organizzazione di incontri tra la messa che le pubbliche cittadini, rappresentano momenti in cui una
comunità può esercitare un controllo esterno maggiormente attuativo sull'azione amministrativa.
Esistono due grandi tipologie di controlli esterni: la prima professionale, in quanto svolta da soggetti a ciò abilitati
dalla normativa, la cui professionalità sono state vagliate e qui tutti sono previsti per la legge; la seconda collettiva
ma sicuramente non professionale, che ha realizzato in modo asistematico e portare da parte dei membri della
collettività amministrata. La base documentale quei cittadini possono avere accesso è oggi molto ampia grazie agli
obblighi di trasparenza introdotti dalla legge.
Si hanno quindi a disposizione: di dati: la prima, obbligatoria, contiene la documentazione prodotta
dall'amministrazione pubblica che per legge deve rispondere alla requisito della pubblicità e la seconda,
volontaria, è messa a disposizione per il vaglio solo nei casi in cui la stessa abitazione pubblica lo ritengo
opportuno.

I controlli esterni professionali.


Sono esercitati da: ispettori ministeriali, appartenenti ai servizi ispettivi costituiti nei ministeri e in particolare
all'ispettorato generale di finanza, la corte dei conti e specie per le aptl, l'organo di divisione.
I servizi ispettivi operano non solo all'interno del ministero di riferimento, ma si occupano anche degli enti terzi
vigilati del medesimo dicastero.
In particolare il ministero dell'economia e delle finanze tradizionalmente beneficiato di una potestà ispettiva fino
alle origini dello Stato unitario.
Il ministero delle finanze esercita Il riscontro finanziare contabili su tutte le amministrazioni dello Stato sulle
aziende autonome che ne difendono e ha facoltà di disporre verifiche e ispezioni presso qualsiasi ufficio servizio
cave di essere finanziaria o attribuzioni contabili.
I controlli sono svolti dall'ispettorato generale di finanza che forma, assieme agli altri otto ispettorati generali al
servizio studi dipartimentale, sutura centrale della RGS, che è uno dei dipartimenti in cui è suddiviso il ministero
dell'economia e delle finanze.
Con la legge 26 luglio 1939, si chiarifica il ruolo dell'ispettorato generale di finanza. In base alla norma richiamata
esso deve verificare che:

- l'effettuazione della spesa sociale in conformità delle rispettive leggi e norme di attuazione e nel modo
più proficuo ai fini dello Stato;
- le gestioni dei consegna tali dei fondi e beni dello Stato siano regolarmente condotte;
- in genere, abbiano regolare funzionamento dei servizi che interessano in qualsiasi modo, diretto diretto, la
finanza dello Stato.

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Con le riforme del pubblico impiego sono stati definiti, in modo preciso gli ambiti di intervento del potere
ispettivo dei servizi ispettivi di finanza pubblica, funzionalmente dipendenti all'ispettorato generale di finanza, che
si stavano tutte le amicizie pubblica assoggettati alla disciplina del decreto legislativo 165 del filosofo.
L'articolo 60 comma cinque del decreto prevede che il ministero dell'economia delle finanze possa disporre di
visite ispettive, per la valutazione e la verifica delle spese con particolare riferimento agli oneri dei contratti
collettivi nazionali e decentrati.
La verifica ispettiva consiste nell'accertamento della conformità delle attività svolte rispetto all'enorme disciplina.
Questo ci fossero delle irregolarità che hanno cagionato un danno erariale, la relazione del servizio ispettivo viene
consegnata non sulla legge interessato, ma compete alla competente procura della corte dei conti per il successivo
accertamento delle responsabilità.
Qualora invece non risultano danni erariali, il servizio ispettivo in via all'ente una comunicazione contenenti i
rilievi sollevati, che possono essere posti dall'ente mediante un contraddittorio che ha il fine di stimolare la
riflessione della bisettrice pubbliche territoriali sulle proprie pratiche tecnico contabile alla ricerca di
miglioramenti.
La verifica termina con la predisposizione di una lettera del procedimento ispettivo cura dell'ispettore capo.
Il secondo anche partecipa attivamente alle attività di controllo esterno è la corte dei conti, corte suprema
magistratura contabile organo previsto nella costituzione dagli articoli 100 103. Essa una struttura organizzativa
complessa decentrata, operando nella sede centrale di Roma e in sedi distaccate presso capoluoghi di regione.
Efficace controllo di giurisdizione. In corrispondenza delle principali attività che essa svolge. I raggruppamenti a
loro volta si dividono in due sezioni.
Il controllo sulle aptl e sulle aptr è svolto dagli uffici regionali, ma esiste anche la sezione delle autonomie, che
espressione delle sezioni regionali di controllo e di chi ha in carico il coordinamento delle attività delle sedi
regionali.

Essa ha la responsabilità del controllo di tutti gli enti che ricevono risorse finanziarie dello Stato, e di presentare al
Parlamento sugli estimi tale controllo. A competenze di controllo, e si sono inseriti di competenze introducendo
quella che potrebbe definirsi una revisione di carattere gestionale, si sono focalizzate sull'efficienza e
l'economicità degli enti.
Nel 2003 si è assegnato alla corte il compito del monitoraggio del rispetto del patto di stabilità e ha parzialmente
innovato il controllo sulla risorse pubbliche territoriali introducendo un controllo sulla gestione degli enti che
comprende, nel rispetto di natura collaborativa del, controllo sulla gestione, la verifica il perseguimento degli
obiettivi posti dalle leggi statali e regionali di principio di programma.
Infine il 2006 la legge numero 296 imposto alle APTL una serie di obblighi di invio di informazioni alla corte sia
con riferimenti agli effetti sul CDG, Ai BC e anche l'attività contrattuale per il personale in di espletamento.
Le sue competenze sono duplici: da un lato svolge l'attività di controllo sugli enti, tra cui le amministrazioni
pubbliche territoriali (ex articolo 100 della costituzione), dall'altro con la magistratura contabile (ex articolo 103
della costituzione) costituisce la fede disegnata per l'eventuale svolgimento dei processi a carico di amministratori
pubblici.
Le attività elencate all'articolo 100 della costituzione, che la corte svolge ai fini del controllo sulla bisettrice
pubbliche territoriali sono:

- controllo preventivo di legittimità sugli atti di governo;


- controllo successivo sulla gestione del bilancio dello Stato;
- controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria.

Il destinatario di tale attività sono le camere, le quali sono indirizzate i riscontri del controllo.
Altre funzioni attribuite alla corte la legislazione ordinaria sono:

- Controllo copertura finanziaria delle leggi di spesa;


- refertazione speciale, ad esempio sul costo del lavoro pubblico;
- certificazione finanziare dei contratti collettivi di lavoro;
- effetti sulla finanza regionale e locale.

Il controllo preventivo di legittimità degli atti del governo aveva un'estensione abbastanza ampia, che si è
progressivamente ristretto con successivi interventi normativi. Si tratta di un controllo di tipo normativo che inizia
con l'invio dell'atto al competente ufficio della corte.
Nei casi in cui l'atto risulti legittimo, la corte l'ho vista e lo registra e questo acquisisce efficacia giuridica;
viceversa nei casi in cui la legittimità dell'atto sia in discussione la procedura deve comportarsi in 60 giorni.
La corte invia al governo i rilievi sugli atti che devono essere modificati secondo le indicazioni proposte.
La normativa prevede tuttavia la possibilità per il governo di rendere comunque efficace la norma cui sussistono
interessi pubblici superiori.
Il controllo più propriamente contabile di cui la corte responsabile attiene non solo al bc delle apts, nella forma del
cosiddetto giudizio di parificazione, ma anche più generalmente alla gestione finanziare le diverse tipologie di
organismi:

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- enti che godono della contribuzione periodica dello Stato;


- enti che si finanziano con imposte, contributi e tasse che sono autorizzati a imporre;
- enti che godono di un rapporto al patrimonio in capitale, servizi, beni, ovvero mediante concessione di
garanzia;
- società derivanti dalla trasformazione degli enti pubblici economici in società per azioni, fino a quando
permanga la partecipazione maggioritaria dello Stato o degli altri pubblici poteri al capitale sociale.

Il giudizio di parificazione più volte richiama una procedura per la quale ciascun ministero, al termine dell'anno
finanziario a obbligo di compilare il conto del bilancio e il conto del patrimonio relativi alla propria
amministrazione e inviarlo alla RGS, la quale li trasmette alla corte. Esso è volto a accertare la conformità dei
risultati rendiconto alla legge di bilancio. Costituiscono oggetto di valutazione complessiva equipe di finanza
pubblica.
Rispetto agli enti precedentemente elencati il controllo della corte attestano sulla legittimità dei comportamenti
contabili, ma anche la gestione che deve essere improntata al perseguimento dell'efficacia della economicità.
Nel caso vengano dei rilievi da parte della corte sarà compito dei singoli ministeri vigilanti imporre l'applicazione
agli enti controllati.
Ulteriore tipologia di attività svolta dalla corte è il controllo successivo alla gestione. Riguarda anzitutto la verifica
della legittimità e regolarità delle gestioni, nonché del funzionamento dei sistemi di controllo interno di ciascuna
amministrazione.
La corte ha responsabilità non solo di verificare ex sposta sugli atti compiuti sono legittimi, ma anche se il
controllo o interno alle prestazioni pubbliche sono effettivamente funzionanti.
Esso inoltre riguarda l'accertamento della rispondenza dei risultati dell'attività amministrativa agli obiettivi
stabiliti dalla legge, valutando comparativamente costi, modi e tempi dello svolgimento dell'azione
amministrativa.
Il controllo viene svolto attribuendo alla corte la possibilità di richiedere all'amministratore pubbliche e agli organi
di controllo interno qualsiasi atto o notizia, nonché di procedere all'ispezione verifiche. L'esito del controllo sulla
gestione non influisce sull'efficacia dell'atto, visto che si tratta di un controllo successivo, consiste nella
predisposizione di relazioni osservazioni di cui destinatari sono le stesse amministrative pubbliche territoriali.
I suggerimenti della corte sono importanti per le amministrazioni che sono tenute a comunicare le misure adottate
per ottemperare.
Gli esiti dei controlli sugli enti costituiscono oggetto di referto al Parlamento ai consigli regionali. Tale tipologia
di controllo viene definita collaborativa. Non si drogano sanzioni ma si stimolano le amministrazioni pubbliche di
reali il perseguimento di più elevati livelli di efficienza efficacia. Esso riguarda tutte le risorse pubbliche per i
cereali e è proprio la sua natura collaborativa che lo rende armonico con i livelli di autonomia costituzionalmente
garantiti.
Il controllo che la corte svolge merito la copertura finanziaria delle leggi di spesa è stato introdotto dalla legge 5
agosto 1278 prevede che ogni altra legge che importi nuove maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte.
La corte ha l'obbligo di trasmettere ogni quattro mesi al Parlamento una redazione sono copertura delle leggi
adottate nel periodo, nonché osservazioni in ordine alle metodologie di determinazione degli oneri generati da
queste leggi.
Inoltre essa dovrà certificare la contabilità dei costi derivanti dal contratto collettivo di lavoro del pubblico
impiego degli strumenti di programmazione di bilancio. Tale attività bene in sé ostativa alla stipula di un contratto,
ma impone all'agenzia per la rappresentanza negoziale delle amministrazioni pubbliche di adeguare gli importi
anche attraverso la riapertura della contrattazione con le organizzazioni sindacali.
Infine la corte riferisce almeno una volta all'anno al Parlamento circa l'andamento generale della finanza regionale
e locale, passando la propria analisi di riscontri effettuati sugli enti da parte delle sezioni locali della corte stessa.

Il controllo esterno dell'organo di revisione.


È obbligatorio per le aptl, mentre può essere previsto nelle normative autonoma delle aptr e svolge funzioni di
grande importanza per quanto riguarda sia il controllo susseguente, revisione, sia quello concomitante.
Fino alla legge 142 del 1990 esclude la divisione nelle prime era ancora disciplinato da norme dei primi decenni
del secolo, in parte attuati durante il fascismo, comunque antecedenti alla costituzione. Tali norme prevedevano
che il consiglio delle amministrazioni provvedesse annualmente alla nomina di tre divisioni scelti fra i consiglieri
in carica estranei alla giunta, soprattutto essenzialmente era sottoporre a esame il BC entro il termine di due mesi
dalla nomina e di riferire al consiglio.
Due. L'attività nel migliore dei casi si limitava alla verifica della regolarità formale della documentazione per ogni
voce di entrata e di spesa, senza che fosse per la necessità di formulare considerazioni che travalica estero un
contenuto strettamente contabile.
Le riforme degli anni 90 hanno mutato l'assetto della divisione. Il TUEL all'articolo 134, prevede che a formare
odr siano professionisti dipendenti iscritti ai rispettivi registri e Albi: un revisore contabile, il quale svolge la
funzione di presidente del collegio; un dottore commercialista; un ragioniere. Molto ampie sono le funzioni
attribuite all'organo di revisione:

- attività di collaborazione con l'organo consiliare secondo le disposizione lo statuto del regolamento;

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- pareri sulla proposta di BPA e dei documenti allegati e sulle variazioni di bilancio. I pareri è spesso
motivato giudizio di congruità, di coerenza di attendibilità contabile delle previsioni bilancio dei
programmi e progetti. I pareri sono suggerite al consiglio tutte le misure atte ad assicurare l'attendibilità
delle importazioni. I pareri sono obbligatorie. Il consiglio è tenuto ad adottare provvedimenti conseguenti
a motivare adeguatamente la mancata adozione delle misure proposte dall'avere visioni;
- la vigilanza sulla regolarità contabile, finanziare economica della gestione relativamente la posizione
delle entrate, istituzioni spese, attività contrattuale, amministrazione dei beni;
- relazione sulla proposta di deliberazione consiliare del BC e sul tema di essi entro il termine, previsto dal
regolamento di contabilità e comunque non inferiore ai 20 giorni, decorrenti dalla trasmissione della
stessa proposta approvata dalla giunta. La relazione contiene attestazione sulla corrispondenza del
rendiconto alle risultanze della gestione nonché rilievi, considerazioni proposte tendenti a conseguire
efficienza, produttività e economicità della gestione;
- referto così gravi irregolarità di gestione, con contestuale denuncia ai competenti organi giurisdizionali,
ove si configurino ipotesi di responsabilità;
- verifiche di cassa si ordinarie, ovvero trimestrali sia straordinarie, da effettuarsi ogni qualvolta il vertice
dell'amministrazione.

Emergono sia funzione ascrivibili al controllo esterno sia a quello interno. Questa duplicità di ruoli costituisce la
peculiarità della divisione nelle aptl.
La legislazione recente ha ulteriormente ampliato le attribuzioni dell'organo di divisione, particolare attraverso
leggi finanziarie si è potenziato il ruolo esterno della corte e dall'altro lato le stesse funzioni dell'organo di
divisione che funge spesso da filtro tra sistemi di controllo interni e la corte medesima.
La legge costituzionale 18 ottobre 2001 ha riformato il titolo quinto della costituzione, dedicato alle autonomie
locali rapporti con lo Stato.
Le principali novità della normativa sono state le più ordinazioni istituzionali ovvero di più ordinazioni dal punto
di vista della rilevanza costituzionale tra le autonomie locali, la modifica dell'articolo 117 relativo alla
distribuzione delle competenze legislative tra APTS e APTR. È stato abrogato il comma dell'articolo 125 che
recitava di legittimità sugli atti amministrativi della regione è esercitato, in forma decentrata da un organo dello
Stato, dei modi nei limiti stabiliti da leggi della Repubblica. La legge può in determinati casi ammette il controllo
di merito, al suo effetto di promuovere, con richiesta motivata, il riesame della le deliberazione del consiglio
regionale. E l'intero articolo 130 per il quale un organo della regione costituito modi stabiliti da leggi della
Repubblica, esercita, anche in forma decentrata, contro le legittimità sugli atti delle province, dei comuni e degli
altri enti locali. I casi determinati dalla legge può essere esercitato il controllo di merito nella forma di richiesta
motivata dagli ex delibera di di riesaminare la loro deliberazione.
Tra le forme di controllo preventivo di legittimità non sono presenti nell'ordinamento, è progressivamente sono
state soppresse.
Tale modifica ha generato conseguenze sono ordinaria che regolamenta l'ordinamento delle APTL.

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