globalizzazione
Capitolo 1
Lo Stato di diritto nellera della globalizzazione
1.
legge ordinaria alla Carta fondamentale, essa entra a far parte dellordinamento
giuridico. La dichiarazione di incostituzionalit ha effetti ex tunc, ossia come se
non fosse mai esistita. Oggi il giudice, prima di applicare una norma, deve
verificarne la sua conformit non solo con la costituzione nazionale, ma anche
con il diritto comunitario, la convenzione europea per i diritti delluomo. di fronte
a questi documenti, le costituzioni nazionali cessano di essere i punti cardine
dellordinamento. Questo soprattutto dovuto al primato del diritto comunitario
su quello nazionale, introdotto dalla corte di giustizia europea (con sede a
Lussemburgo). Al ruolo della Corte di giustizia si aggiunto quello della Corte
europea dei diritti umani. Limportanza che queste fonti sovranazionali hanno
acquisito nei sistemi giuridici ha provocato un ulteriore indebolimento delle
legislazioni nazionali. Se per la tradizione europea il giudice era soggetto alla
legge e da questa traeva il diritto di giudicare, adesso il giudice si colloca al di
sopra e diventa colui che decide il diritto. Il diritto legicentrico otto-novecentesco,
emanazione dellautorit sovrana dello Stato, in quanto unico detentore del
potere normativo, pretendeva di presentarsi come un corpus normativo
razionale. Oggi sia la razionalit formale, che il diritto legislativo tendono a
divenire marginali, sia per il rilievo delle carte costituzionali, sia per lemergere di
fonti europee e globali, produttrici di un diritto sovranazionale, in cui ogni norma
generale e astratta sempre pi lontana dalla realt sociale. Il magistrato, da un
lato si trasforma in giudice della legge, dallaltro spesso si trova a fare i conti con
norme incomplete, contraddittorie. In questa situazione lordinamento giuridico
non capace di garantire la certezza del diritto. Oggi in Europa, ci troviamo di
fronte al moltiplicarsi, dovuto ai flussi migratori, di minoranze etniche che
tendono a seguire il loro diritto particolare, e dallaltro un diritto positivo che
applica norme diverse a situazioni giuridiche identiche. Il pluralismo giuridico
dovuto al pluralismo sociale, dovuto ai flussi migratori che rendono le societ
sempre meno omogenee.
3. Attivismo giudiziario, mercato e diritti
Fra gli elementi che hanno contribuito ad aumentare i poteri dei giudici, vi sta la
corruzione delle classi politiche. Lintervento dellautorit giudiziaria in campo
politico stato uno dei momenti pi significativi e negli Stati Uniti si adoper la
parola attivismo giudiziario per designare questo fenomeno. Tra la fine degli
anni 80 e linizio degli anni 90, nacquero, in Italia e poi in Francia, il Tribunale
dei ministri e la corte di giustizia della Repubblica. Entrambi gli organi sono nati
a causa del mancato funzionamento del precedente sistema, che attribuiva la
competenza a giudicare sui ministri alla Corte Costituzionale, in Italia, e allAlta
Corte di Giustizia, in Francia. Dunque, lespansione del potere giudiziario
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dovuto sia allindebolimento dello Stato sotto la pressione del mercato, sia alla
crisi delle societ democratiche. Dopo qualche decennio, Polanyi ha affidato alla
politica il compito di difendere gli individui dal mercato. Polanyi considera il
mercato non un assetto sociale spontaneo, ma una creatura dello stato liberale
e confidava nel fatto che la politica sarebbe stata in grado di impedire al
mercato di dominare con le sue leggi. Tuttavia, la politica inizi ad abdicare a
questa funzione, sotto la spinta dei neo liberali, che consideravano lintervento
dello Stato nelleconomia legittimo nella misura in cui realizzato attraverso un
sistema normativo ispirato alla razionalit formale. Lo Stato di diritto rende
illegittimo che un governo persegua lincremento della crescita economica, lo
sviluppo di determinati beni, laumento degli investimenti in un determinato
settore. Hayek afferma che lo Stato non pu intervenire attivamente
nelleconomia. Solo se sar rispettosa, la pubblica autorit potr intervenire
nelleconomia attraverso leggi ispirate alla razionalit formale, non ponendosi
mai fini da raggiungere. Infatti, la pianificazione costringe lautorit pubblica a
violare il principio di eguaglianza fra i cittadini e la loro autonomia. Quindi, il
governo condizionato in tutti i suoi atti da regole prestabilite e immutabili, che
permettono di definire con certezza la prevedibilit delle sue azioni. Dalla tesi
weberiane sulla razionalit formale, viene fatta emergere una concezione dello
Stato di diritto/rule of law come un insieme di regole del gioco cui partecipano i
soggetti economici, ma non lo Stato, che non pu intervenire al loro posto. Lo
Stato di diritto configura quello che Hayek definisce un ordine catallattico, una
societ in cui il coordinamento tra gli individui non affidato al perseguimento di
fini collettivi, ma affidato alla mano invisibile del mercato. Lidea che lo Stato
possa intervenire nelleconomia parte di una visione illuminista, che vede lo
Stato come capace di un sapere universale che gli consente di fissare dei fini.
Per Hayek, lo Stato deve rinunciare ad imporre un ordine concreto. Sar il gioco
stesso, ossia il processo economico, che con la sua spontaneit, stabilir di
volta in volta lordine. Lordine sar sempre leffetto della propria
autoregolazione. Nel momento in cui legge e piano, ossia razionalit formale e
razionalit materiale del diritto si contrappongono, il potere giudiziario acquista
importanza, in quanto avr il compito di governare lordine spontaneo della vita
economica. Secondo Hayek, il bene che lo Stato deve tutelare lautonomia
degli individui, come facolt di organizzare la propria vita secondo i propri
progetti. La legge deve limitarsi a fissare i limiti generali entro cui i soggetti
fissano le loro attivit. Questa prassi legislativa, da un lato crea distanze sempre
maggiori tra i cittadini e il legislativo, dallaltro produce dei semilavorati che
necessitano di essere completati dal giudice, il quale, ponendosi come terzo
imparziale, conferisce alla soluzione del caso quella autorevolezza che
altrimenti le mancherebbe. Come aveva affermato Tocqueville, la giustiziabilit
un fenomeno universale, che comprende ogni ricorso al giudice, visto
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indifferentemente come arbitro o funzionario. Egli aveva previsto che il ruolo del
giudice era bilanciare il rischio della tirannia delle maggioranze insite in ogni
governo democratico. Diversamente per da Tocqueville, il giudice non deve
solo proteggere i valori aristocratici, ma deve consentire agli esclusi laccesso al
diritto.
4. giudici, pluralismo e democrazia
Il diritto, oggi, non pi concepito come una scienza, ma come una costruzione
sociale, permeabile alle interferenze esterne. La necessit di una nuova
concezione di stato di diritto avvertita molto di pi in Europa, che non in
Inghilterra o negli Stati Uniti. Questa diversa sensibilit dovuta al fatto che
nellarea di common law linfluenza politica dei giudici ormai un elemento
tradizionale. In Inghilterra i giudici erano scelti tra la corporazione degli avvocati
e una volta nominati mantengono il posto per lintero periodo del loro servizio. Il
corpo giudicante inglese ha un controllo interno di tipo sociale, non gerarchico,
dovuto al numero dei magistrati e alla loro omogeneit. Lomogeneit data dal
fatto che i magistrati vengono presi tra i membri della borghesia o
dellaristocrazia. Tale omogeneit permette la certezza del diritto in un sistema
che rifrigge dalla razionalit formale e dal legicentrismo e fonda le proprie
decisioni giudiziali su scelte di merito, cio sulla razionalit materiale. Sui
continenti i giudici sono reclutati mediante concorso pubblico aperto a tutti.
Lorganizzazione gerarchica e lavanzamento di carriera avviene per anzianit
e merito. Il sistema di elezione, insieme al numero dei magistrati, rende
impossibile lomogeneit sociale: tra i magistrati si riscontrano differenze
ideologiche, sociali, culturali, etniche. Per questo c un rigido controllo interno e
da una rigida gerarchia, anche se oggi si sta indebolendo grazie alla crescente
rilevanza della corte di giustizia.
6. Stato di diritto e globalizzazione. Mercato e Law firms: lemergere di
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un nuovo Leviatano
Alla base della teoria ottocentesca dello Stato di diritto, vi stava l'idea che il
sovrano aveva un uso illimitato della sua forza. Oggi questa idea appare del
tutto anacronistica. Oggi lo Stato di diritto deve fare i conti sia con la prassi
consolidata per opera del mercato globale, sia con la maggiore complessit che
caratterizza la societ contemporanea. La globalizzazione dei mercati finanziari,
con i fenomeni della diminuzione degli oneri fiscali, la maggiore flessibilit del
lavoro, privano lo Stato della sua sovranit. Grazie a questo affrancamento del
potere economico da quello politico, si assiste alla maggiore autonomizzazione
del mercato dal potere politico; infatti, mentre le istituzioni economiche incidono
sempre pi spesso sull'esercizio del potere pubblico, lo Stato via via si sta
sempre indebolendo di pi, tendendo ad assumere una connotazione
tipicamente economica. Come ha affermato Weber, il diritto per circa tre secoli,
sempre stato creato dai vari stati, secondo le proprie logiche. Il rapporto tra
Stato e mercato aveva sempre fatto perno sulla supremazia dello Stato. Adesso
questo equilibrio si rotto, ma si sta creando un nuovo equilibrio facente perno
sulla supremazia del mercato. Il mercato si sta ergendo come uno strumento
neutro, imparziale. Oggi, un buon governo non pi un governo giusto, ma un
governo che segue le regole del mercato. Il fatto pi significativo che lo Stato
tende a diventare funzionale alle leggi del mercato e alle sue esigenze. Si
affermata la credenza che la societ deve essere organizzata per corrispondere
alle esigenze di mercato. La globalizzazione dei mercati tende a ridurre al
minimo indispensabile l'interevento statale. Pi il potere statale impersonale,
pi questo permette la libert di contrarre. Ferrarese ha messo in luce la
trasformazione della nozione di contratto. Il contratto oggi ha perso sia ogni
valenza morale, che una valenza normativa, per assumere un ruolo meramente
regolativo. Holmes, partendo dal presupposto che siamo in un mondo
economico guidato dalla concorrenza, trasforma il contratto in uno strumento
attraverso il quale le parti si precostituiscono la possibilit di uscire dalla loro
relazione economica. Il contratto si trasforma da mezzo per garantire la certezza
dei rapporti economici in strumento di mero orientamento dei comportamenti
degli individui. Le esigenze del mercato hanno mutato la natura del contratto:
esso non crea pi obblighi sociali, ma divenuto uno strumento attraverso il
quale ciascun individuo pu creare propri diritti e doveri, trasformandosi in mero
strumento di mercato. Il rapporto tra propriet e contratto si capovolto. Il
contratto non pi lo strumento che permette di gestire la propriet, ma la
propriet diventa prodotto dei contratti. Il capovolgimento di tale rapporto, che
diventa funzionale alle esigenze del mercato, trova il proprio culmine nei
contratti finanziari. Se tradizionalmente il contratto serviva per scambiare beni
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materiali, oggi sul mercato finanziario si scambiano beni che non esistono in
natura. Leconomia diventata unallocazione dei capitali attraverso i mercati
finanziari. Il contratto perde la sua connotazione di strumento cooperativo che
permette accordi a somma positiva, in cui entrambe le parti ne ricavano dei
vantaggi. I contratti finanziari sono a somma zero: il guadagno delluno coincide
con la perdita dellaltro. Talvolta essi sono anche a somma negativa, come ad
esempio i giorni neri delle borse, quando vi una diminuzione del valore della
valutazione delle azioni. Mentre leconomia finanziaria si basa sul rischio,
leconomia industriale cercava di prevenire e di calcolare il rischio.
Lindebolimento della sovranit statale, il mercato che si erge come strumento
per permettere unallocazione ottimale delle risorse, la mancanza di istituzioni
giuridiche idonee a regolare il mercato globale, hanno consentito che lo stesso
diritto degli scambi globali divenisse un mero strumento di contrattazione. La lex
mercatoria un diritto commissionato da soggetti privati che perseguono il
prorpio profitto, le transnational law firms: studi professionali, letteralmente
imprese del diritto, che preparano le strategie giuridiche mirate a favorire e
proteggere il profitto delle imprese e a sviluppare la loro presenza sui mercati. In
questo modo si compie la parabola del diritto: da strumento di regolazione del
mercato diviene merce scambiata nel mercato, spinto dalla concorrenza tra i
fornitori, le law firms, ad adattarsi alle richieste degli acquirenti. In mancanza di
organi giuridici regolatori, il diritto tende a coincidere con le grandi law firms. I
soggetti deboli non possono fare altro che accettare le condizioni unilaterali
decise dai soggetti pi forti. Gli operatori economici si trovano di fronte una
pluralit di ordinamenti giuridici; per questo decidono di rivolgersi ai giudici, per
proteggere i propri investimenti. I servizi giuridici cautelari svolgono questa
funzione. Tuttavia le imprese ricercano, oltre allattivit cautelare, un po di lawmaking, ossia un po di consigli finanziari, di innovazioni giuridiche. Il potere
delle law firms deriva dalla loro capacit di dislocare a livello internazionale i loro
investimenti e dalla loro mobilit. Se il diritto oggi si configura come parte
essenziale della strategia di imprese, ci in parte dovuto alla fragilit degli
stati, della facilit con cui le imprese dislocano i loro affari, dai meno vincoli
guridici agli investimenti. La decisione su dove investire dipende, oltre che dalle
regole esistenti nei vari paesi, anche dai vuoti normativi, ossia dallassenza di
regole in determinati settori. Il compito delle law firms non quello di
interpretare il diritto esistente nei vari stati, ma di creare strumenti idonei per
rispondere alle esigenze di mercato. Compito delle law firms dunque quello di
mettere in competizione tra loro gli ordinamenti giuridici. Linteresse delle grandi
corporation per il diritto meramente strumentale. A loro interessa la valenza
pratica del diritto; nello stesso tempo per interessano loro anche le prestazioni
simboliche del diritto, la capacit di evocare valori come giustizia, legalit,
imparzialit. In questo senso il formalismo giuridico il principale mezzo di
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legittimazione delle law firms. Le forme giuridiche non vengono create per
imporsi ai soggetti economici, ma sono strumenti a loro diposizione. La lex
mercatoria , dunque, un diritto che funge da strumento e non da regola per gli
attori economici. Il carattere non imperativo della lex mercatoria priva di ogni
significato la distinzione tra contratti tipici e atipici. Secondo Weber, i contratti
tipici, da cui discendono gli effetti giuridici stabiliti, tranne diversa pattuizione tra
le parti, servono per dirigere lattivit economica dei soggetti, di modo tale che
essi non devono farsi assistere dai giuristi per ogni singola transazione.
lattivismo giudiziario appare impotente, a causa della mancanza di un quadro di
riferimento che consenta ai giudici di corrispondere alle concrete esigenze della
societ contemporanea. Si sta affermando la figura dellintellettuale specifico,
contrapposto alla figura dellintellettuale universale, che si erge a sfidare il
sovrano o il funzionario corrotto e si pronuncia in nome dei valori di tutti.
7. Dallo stato di diritto allo Stato dei diritti: un approccio
dello Stato. Il rule of law un mezzo che serve per raggiungere determinati fini.
Per raggiungere tali fini, si devono rispettare i vincoli che il rule of law impone.
Quando un fine contrasta con esso, vuol dire che illegittimo, che non pu
essere raggiunto mediante il diritto. Quindi, se il diritto lo strumento per
guidare le azioni degli individui, esso deve essere tale da poter essere
conosciuto da tutti, in modo che essi si possano conformare. Il diritto deve
essere stabile, chiaro, omogeneo, generale. Inoltre, secondo Raz,
lorganizzazione della giustizia deve essere caratterizzata da udienze pubbliche
ed eque e dallassenza di pregiudizi per garantire la giusta applicazione del
diritto. Queste caratteristiche presuppongono una Costituzione rigida, una
giurisdizione costituzionale, una divisione dei poteri. Per Raz, il rule of law
svolge solo una funzione negativa: impedisce ogni arbitrio del potere. Per i
liberali europei il bene minacciato era la libert dei cittadini e la minaccia deriva
dallarbitrio del potere esecutivo. Per Raz invece il bene minacciato
lautonomia dei cittadini e il pericolo deriva dal potere legislativo. La nozione di
Raz di rule of law si basa su una concezione fulleriana del diritto. I requisiti
(non retroattivit, chiarezza, pubblicit ecc.) che Lon Luvois Fuller considera
elementi costitutivi del diritto, vengono trasformati da Raz in requisiti funzionali:
sono presentati come qualit del diritto. Fuller considera il rule of law come un
sistema giuridico capace di dare ai soggetti la possibilit di progettare la propria
vita e che rispetti la moralit giuridica, cio trattare lindividuo come un soggetto
autonomo. Ci che rende questa concezione anacronistica che Raz prende
come elementi costitutivi del diritto, elementi otto-novecenteschi come la
costanza nel tempo, la generalit della legge, la promulgazione, lirretroattivit,
la chiarezza delle norme, la non contraddittoriet. Questi elementi non
caratterizzano neppure lordinamento giuridico statale. Il fatto che il rule of law
presentato come unideologia normativa capace di proteggere in primo luogo il
diritto e le libert fondamentali dei cittadini, fa della teoria di Dicey il punto di
partenza di grande attualit, in una situazione in cui le norme sono in continua
evoluzione e le controversie sono risolte da chi ha il potere di decidere quale
norma applicare al caso concreto. Oggi non accettabile una concezione del
rule of law, basata solo sugli elementi formali del diritto. Lidea che, nel
determinare i diritti dei cittadini, i giudici devono seguire la ragione artificiale del
giurista, la caratteristica saliente della teoria di Dicey. Per ragione artificiale si
intende non la razionalit illuministica, ma quella ragione che i giudici
acquistano con lesperienza. Il common law inglese, come quello statunitense,
cresciuto in modo disordinato e spontaneo, seguendo limpulso dei privati che
cercavano tutela per i loro interessi. Le Corti hanno svolto un ruolo di cerniera
tra la sfera giuridica e la societ, configurando il diritto come un catalogo a
disposizione dei cittadini. Il common law statunitense non fu concepito come un
modo per limitare il Leviatano statale e ci ha contribuito a farlo diventare uno
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Capitolo 2
Albert Venn Dicey e la tradizione di common law
1. Il diritto e le libert degli inglesi
inglese
Dicey, in The Law of the Costitution del 1885, descrive il funzionamento del
sistema costituzionale inglese presentandolo come imperniato sulla nozione di
rule of law. Nelle successive edizioni del libro, le parti che subirono maggiori
modifiche furono quelle concernenti non il diritto costituzionale britannico, ma il
diritto amministrativo francese.
3. Dalla common law mind classica a quella moderna
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Il nucleo della dottrina classica del common law fu descritta da Davies, che nella
Preface dei suoi Irish Reports del 1612 afferma che il diritto comune
dellInghilterra la consuetudine comune del regno, un diritto non scritto, in
quanto consiste in una questione di fatto e consistendo nelluso e nella prassi
pu essere scritta unicamente nella memoria del popolo. Questa dottrina
riprende la concezione medievale, secondo cui il diritto non opera del
monarca, del Parlamento o dei giudici, ma espressione di una realt profonda.
Tali organi sono solo il posto in cui il diritto trova espressione. Il diritto inglese
una consuetudine scritta da tempi immemorabili nella memoria del popolo. Il
diritto inglese consiste in una serie di atti compiuti nel passato che, essendo
stati trovati buoni e utili al popolo si sono ripetuti senza interruzioni da tempo
immemorabile e sono diventati diritto riconosciuto, dichiarato e registrato nelle
Corti di common law. Per Coke, infatti, il diritto non creato dal sovrano, come
sostenevano gli assolutisti, n il teorema di una ragione naturale, come
dicevano i giusnaturalisti, ma il common law non altro che la ragione, ossia la
rielaborazione delle consuetudini popolari operata dai common lawyers sulla
base delle loro abilit. La legittimit del common law si basa, dunque, non sulla
sua corrispondenza a un logos trascendente o immanente, ma sulla
condivisione sociale della sua ragionevolezza o adeguatezza storica. Per
Blackstone, invece, non basta che i membri di una comunit riconoscano che
una norma sia ragionevole o buona, ma devono accertare che gli altri membri
della comunit condividano effettivamente questo giudizio. Per questo la
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continuit storica delle norme fondamentale. Solo la stabilit nel tempo rende
legittime le norme giuridiche. Ragionevole ci che si inserisce nella tradizione
e la continuit col passato dipende da ci che pu essere considerato come la
proiezione del diritto antico sui problemi attuali. Per Coke il diritto non n il
risultato di un atto di produzione umana, n il frutto della volont di Dio o di un
sovrano. Esso non , come afferma Weber, razionale, cio riducibile a principi
che lo rendano prevedibile. Il diritto qualcosa di non conoscibile attraverso la
ragione naturale, speculativa o teoretica: non un sistema logico i cui principi
possono essere colti mediante luso delle facolt razionali. Esso un fenomeno
che pu essere dominato solo grazie alla ragione artificiale, che si acquista
mediante lo studio delle decisioni dei giudici. Per Hobbes invece, secondo
limpostazione di Coke, il diritto non si identifica con la ragione. Attraverso la
distinzione tra ragione naturale, di cui tutti sono dotati e la ragione artificiale,
propria del giurista, il diritto nelle mani di un ceto di giuristi, che costituiscono
la legge nel momento in cui la dichiarano. Per Hobbes, il diritto la ragione del
giudice o dellinsieme di giudici indipendentemente dal re. Contro Hobbes, Hale
sostiene che la ragione permette di cogliere la connessione logica tra le cose.
Ma un individuo, solo mediante la ragione, non pu cogliere interamente il diritto
e applicarlo. Il diritto il campo della morale applicata, ossia un campo non
meramente conoscitivo ma pratico. Questo rende il suo dominio complicato e
permette di essere concentrato nelle mani di poche persone. Hale distingue il
ragionamento morale da quello del giudice di common law. Il primo permette di
cogliere le connessioni logiche tra idee astratte, ma da queste idee non possono
derivare soluzioni definite. Le soluzioni complesse che da queste derivano
creano interminabili controversie. Anche nel campo della morale,
lindividuazione della norma da applicare in una determinata circostanza viene
resa difficile dalla complessit e instabilit del contesto nel quale si applica. il
giudice di common law opera dallinterno del diritto; la conoscenza e la capacit
di giudizio sono acquisiti dal giudici non attraverso lo studio di un sistema di
conoscenze, ma attraverso lunghi anni di immersione nello studio del diritto.
Dalle tesi di Hale emerge che il diritto non riducibile a meri principi generali,
ma ogni decisione per sua natura un atto unico.
3.1.2.
Alle tesi di Coke e Hale secondo cui il diritto coincide con la ragione, la dottrina
o la sapienza dei giudici, Hobbes contrappone la sua dottrina della sovranit,
secondo cui il diritto prodotto dalla ragione del re. Il diritto non n la ragione
artificiale di Coke, n la consuetudine immemorabile di Hale. Il problema per
Hobbes quello di stabilire un ordine nella situazione di conflitto che domina la
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nuove esigenze sociali; via via i precedenti vengono adattati alle nuove
situazioni. Il common law, dunque, si rinnova continuamente, perch fondato
esclusivamente sulla prassi, in continuo divenire, proprio perch viene
riformulato dai cittadini, dal parlamento, dai giudici in risposta alle nuove
esigenze. Tutti questi soggetti non lhanno riadattato ex novo, ma
reinterpretando le antiche decisioni. La societ produce costantemente nuovo
diritto, raffinando i precedenti e accumulando sapienza che radicata in
esperienze passate e non mai razionalmente analizzabile nei suoi singoli
elementi. Il diritto trae origine non da principi razionali o religiosi, ma dalla storia;
dunque, non conoscibile attraverso un ragionamento deduttivo. Rispetto a
Coke, Hale attenua il valore dichiarativo delle pronunce giudiziali, affermando
che i giudici esprimono unopinione autoritaria solo per la causa posta in
questione.
3.1.4 Il mito della costituzione antica
La dottrina classica del common law non si limit solo a definire le relazioni
sociali, ma deline anche lassetto politico dellintera Inghilterra. Se il common
law una consuetudine immemorabile, dunque pre-esiste al potere del
monarca; quindi la legge non pu essere intesa come comando del re e il suo
potere deve essere limitato dal diritto stesso. Questa lessenza della
costituzione antica. Elemento fondamentale del mito della costituzione antica
doveva essere lesistenza di una leggendaria costituzione sassone pre-esistente
allinvasione normanna, se infatti si fosse attribuita alla conquista di William una
portata costituzionale, il monarca avrebbe potuto rivendicare una sovranit
illimitata. Coke e i common lawyers sostennero che William era stato un
pretendente alla corona, attraverso la battaglia con Harold; la vittoria in questa
battaglia confer validit alla sua pretesa ma non gli attribu alcun titolo per
cambiare le leggi dellInghilterra. Quindi, Coke tent di sottolineare il nesso fra
common law e parlamento, contro linvadenza del monarca. Coke, nel secondo
volume delle Institutiones dedicate alla Magna Charta del 1215, mette in
evidenza la necessit di tutelare gli aspetti essenziali della persona: vita,
integrit fisica, beni, libert personale. La Magna Charta diviene la carta delle
libert degli inglesi. Secondo Coke, la libert un riflesso del diritto ed
dallordine oggettivo delle norme che il soggetto ottiene protezione. La vera
fonte della libert dunque il common law, il quale limita il potere del sovrano e
garantisce la libert degli inglesi. Il consolidamento definitivo di questa dottrina
si ebbe con la Glorius Revolution e dallaffermarsi del governo dei whigs. La
rivoluzione era stata ispirata dallidea che esisteva una costituzione antica da
difendere. La rivoluzione era stata fatta in nome del diritto immemorabile, pi
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che in nome delle dottrine del contratto sociale, dei diritti naturali e della ragione
naturale evocate da Locke. Blackstone importa in questa tradizione la dottrina
giusnaturalistica, che sanciva la supremazia della legge naturale sul diritto
positivo: la legge un comando rivolto da Dio alluomo, la cui determinazione
affidata alla ragione. Lordine naturale, determinato dalla volont di Dio, coincide
con il sistema delle felicit individuali. Blackstone distingue tra diritti relativi e
diritti assoluti. I diritti relativi sono quelli che un soggetto ha nel rapportarsi con
gli altri. i diritti assoluti sono invece attribuiti al soggetto per permettergli di
cercare la sua felicit. Essi sono attribuiti dalle leggi immutabili della natura e
devono quindi essere tutelati e rispettati dal legislatore. Essi sono lincarnazione
della libert naturale, la quale pu essere limitata dalla societ nella misura
necessaria per la convivenza. Apparentemente Blackstone stravolge la dottrina
della costituzione antica: non la costituzione il fondamento ultimo dei diritti del
soggetto, come sosteneva Coke, ma la legge di natura. La costituzione
garantisce solo il rispetto dei diritti naturali e di controllare le disarmonie derivate
dalle azioni individuali. I diritti assoluti, fondati dalla legge naturale e scoperti
mediante la ragione, si realizzano positivamente in un sistema determinato. Il
mito della costituzione antica viene tramandato allottocento da Edmund Burke.
Egli afferma che la comunit inglese dotata di una propria vita interiore,
negando, in contrapposizione a Locke, che la ragione individuale abbia il potere
di cogliere questo processo nel suo insieme. Lautorit della costituzione risiede
nel fatto che essa ha valore normativo perch esiste da tempi immemorabili.
La prescriptive constitution di Burke ha due caratteristiche: immemorabile, e
questo ci che le d valore normativo conferendole lautorit di Costituzione;
ed una consuetudine.
3.1.5 Blackstone e il riammodernamento del castello gotico
Lultima formulazione del paradigma classico del common law fu fatta da Sir
William Blackstone. I suoi celebri Commentaries on the Law of England,
pubblicati tra il 1765 e il 1769, affermano che il common law un corpo di
pratiche, concezioni, modi di pensare tramandate dalla tradizione, dalluso,
dallesperienza. Il common law, secondo Blackstone, Coke, Hale, Davies, un
insieme di consuetudini non scritte, registrate nella memoria del popolo.
Blackstone per sostiene che il common law non si fonda solo sulla semplice
prassi; la sua validit deriva anche dal riconoscimento pubblico e dalla
condivisione di questa prassi nel corso del tempo. Blackstone d un ruolo
importante alla ragione e considera il diritto come una scienza razionale basata
su principi primi e generali. Secondo limpostazione dei Commentaries, i principi
devono essere comunque scoperti mediante la riflessione su casi particolari,
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un testo capace di imprimere nelle loro menti i principi della costituzione. Dicey
vuole utilizzare il metodo analitico della Costituzione non scritta inglese al fine di
identificare i suoi principi base e di far acquistare al diritto costituzionale una sua
autonomia metodologica e sostanziale. Dicey in primo luogo critica la didattica
che proponeva lo studio del diritto pubblico attraverso la storia costituzionale e
afferma che diritto e storia sono due campi nettamente distinti e che
linsegnamento del diritto costituzionale esclude lapproccio storico. Anche
Austin aveva preso le distanza da questo approccio: il fenomeno della
formazione spontanea della costituzione non era un unicum inglese, ma era
comune a molti stati. Austin non aveva mostrato troppa ostilit a questa idea,
per si era allontanato del tutto dalla tesi di Locke, il quale aveva affermato che
la costituzione era fissata in un contratto sociale. Tuttavia Austin non aveva dato
a questa Costituzione una connotazione giuridica, ma laveva inserita nella
moralit positiva. Austin afferma che in una Costituzione sviluppatasi
spontaneamente, governano le leggi e non gli uomini. Tuttavia, senza uomini
che creano le leggi e che le facciano rispettare, le leggi umane si ridurrebbero a
nulla.
Dicey adotta in toto latteggiamento di Austin, affermando in The True Nature of
Costitutional Law che, il costituzionalista deve accostarsi alloggetto del suo
studio con un atteggiamento distaccato. Dicey, da un lato prende le distanze dal
mito della costituzione antica, dallaltro riprende la tesi di Bentham delle finzioni
giuridiche che da Coke a Blackstone caratterizzano gli studi giuridici. A causa di
tali finzioni, infatti, si finisce per far perdere la nozione dei confini effettivi del
potere dei diversi organi costituzionali.
Leggendo i Commentaries di Blackstone, sostiene Dicey, il re appare come il
solo detentore del potere statale, il ruolo del parlamento appare molto limitato e
il governo non viene neppure citato. Dicey afferma che il linguaggio usato
molto efficace, ma lo stato di cose che illustra tutto il contrario della verit. Il
potere esecutivo in Inghilterra attribuito di fatto ad un organo chiamato
gabinetto.
Il vero obbiettivo di Dicey polemizzare contro Freeman. Questautore,
riprendendo alcuni temi tipici dei whigs, aveva affermato uno stretto legame tra
la Costituzione e il temperamento della stirpe. Egli intendeva esaltare lerede di
questa stirpe, cio il mondo anglosassone, comprendente lInghilterra e gli Stati
Uniti. Questi, con la rivoluzione del 1776 non avevano rotto i legami con la
madrepatria, ma al contrario, avevano recuperato la loro identit inglese, dando
vita alla cosiddetta Europa teutonica, costituita dalla Gran Bretagna e dagli
Stati Uniti.
Secondo Freeman, la scienza storica studiava i progressi dellumanit cos
come le scienze fisiche illustrano le leggi della natura. Le razze contenevano, a
suo parere, uno schema genetico ereditario che determinava tutti i loro sviluppi
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futuri e le risposte che essi avrebbero dato ai problemi posti dal processo di
adattamento evolutivo. La polemica di Dicey contro Freeman si rivolge alla sua
idea di collocare le origini della costituzione inglese in un remoto passato e di
interpretare ogni evoluzione come un ritorno a questa mitica costituzione
originaria. Dicey afferma che se si guarda solo al processo evolutivo della
costituzione inglese, si rischia di non capire le caratteristiche della costituzione
esistente.
Dicey non critica tanto la tesi di Freeeman dellesistenza di una Costituzione
teutonica iscritta nei geni del popolo anglosassone, ma critica lapproccio storico
al diritto costituzionale. Dicey critica Freeman che santifica una mitica
costituzione piuttosto che vedere nel mito della costituzione antica la fonte della
validit dellassetto costituzionale. secondo Dicey, lapproccio storico studia
lorigine della Costituzione e non da molta importanza agli sviluppi pi recenti.
Non esiste per Dicey alcuna incompatibilit tra il paradigma moderno del
common law che si sviluppa a partire dalle tesi austiniane e il mito della
Costituzione antica. Anzi, Dicey e gli altri giuristi tra ottocento e novecento, si
rendono conto che loro interesse difendere la costituzione antica.
Capitolo 3
Rule of law e libert degli inglesi nella teoria costituzionale di Albert
Venn Dicey
1. La teoria costituzionale di Dicey: rule of law e sovranit parlamentare
Nellultimo scorcio dell800, la teoria giuridica inglese era dominata dalle tesi di
Austin, secondo cui in uno stato vi deve essere un organo sovrano, il cui potere
non deve essere soggetto a limiti. Dicey, in The Law of the Constitution, fonda la
tesi austiniana con la retorica whig, sostenendo che i due principi fondamentali
della costituzione inglese sono la sovranit del Parlamento e il rule of law. Il rule
of law presentato come garante della libert degli inglesi e garante contro
lazione arbitraria del potere esecutivo. Dal principio della sovranit del
Parlamento deriva che ha il potere di fare e disfare qualsiasi legge. In forza di
questo principio, nessuno ha il diritto di abrogare una legge o di creare una
norma in contrasto con quella del parlamento. Dunque, il Parlamento sovrano,
in quanto detentore di un potere assoluto, non limitato da alcuna norma. Quindi
da questo deriva che non esiste alcun diritto intangibile. Dicey tuttavia sottolinea
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common law
A Dicey andrebbe imputato un sostanziale indebolimento del diritto
costituzionale inglese, che in The Law of the Constitution, sarebbe fondato su
basi contraddittorie, incerte e insicure. Invece, Dicey insiste sul fatto di studiare
il sistema giuridico inglese dal punto di vista della tutela delle libert civili oltre
che dal punto di vista del controllo dei poteri del governo. La polemica di Dicey
contro il sistema francese, consiste nel fatto che tale sistema ha un potere che
pu modificare i diritti costituzionali. La supremazia del sistema inglese, per
Dicey, sta nel fatto che i diritti fondamentali sono affidati non solo al Parlamento,
ma anche al corpo giudiziale. Dicey non afferm mai che il Parlamento fonte di
ogni regola legale, anche se intriso di austinianismo. Anzi afferm che le Corti
sono gli arbitri della validit del diritto parlamentare.
Lintento di Dicey fu quello di dimostrare che rule of law e sovranit del
Parlamento sono i due principi a cui si pu ricondurre il diritto costituzionale
inglese, anche se questa teoria riduce il rule of law a mero principio di legalit.
Dicey, muovendo dalle tesi austiniane, afferma che in uno stato deve esservi un
organo sovrano, il cui potere non pu essere limitato. Se in uno Stato deve
esservi tale organo supremo, solo la sovranit del Parlamento garantisce
questo.
Dicey per afferma che se vero che la sovranit del Parlamento garantisce la
supremazia del diritto, non vero che questo accade in tutti i paesi che hanno
un governo parlamentare. Dicey sostiene che lassemblea nazionale francese, i
cui poterei corrispondono in sostanza a quelli del Parlamento inglese, lascia al
potere esecutivo amplissimi poteri non solo esecutivi, ma anche legislativi.
Dicey, quindi, riconosce che la singolarit dellInghilterra stava nella legalit del
suo sistema di governo. Quindi il rule of law si identifica col mero principio di
legalit, ossia assicura la certezza del diritto. Dicey sottolinea che essenziale
per la vigenza del rule of law che le corti interpretino la legge con riferimento alle
parole del testo approvato. Quindi, i giudici non devono assolutamente tener
conto dellintenzione del legislatore, per garantire lautorit dei giudici e la
stabilit del diritto. Hale e Coke possono considerarsi i padri fondatori del
common law. Hale sostiene che compito del giudice interpretare la
legislazione parlamentare come un insieme di atti dichiarativi del common law.
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Dalle tesi di Dicey emerge che le Corti non possono disapplicare le leggi
prodotte dal Parlamento, In quanto questo vorrebbe dire negarne la sovranit.
Tuttavia possono interpretarle in maniera restrittiva, fino a ridurle allimpotenza
pratica, se contrastano con qualche principio fondamentale. La tutela dei diritti
individuali garantita dalle Corti consente a Dicey di sostenere che rule of law,
inteso come tutela giudiziale dei diritti individuali e sovranit del Parlamento
sono compatibili.
Gli Habeas Corpus Acts mostrano chiaramente che il diritto costituzionale
inglese un diritto giurisprudenziale, in quanto questi atti si possono
considerare la base su cui poggia la libert degli inglesi. Il primo Habeas Corpus
Act fu emanato da Carlo II e garant il controllo giudiziale a tutti coloro che erano
detenuti sotto accusa di aver commesso un crimine. Il secondo Habeas Corpus
Act fu emanato da Giorgio III ed estese tale garanzia a tutti coloro che fossero
privati della libert per altri motivi. Per il primo Habeas Corpus Act, una persona
accusata di un reato, se questo non era grave, poteva essere liberata in attesa
del processo. Se il reato era grave, aveva solo il diritto di essere processata
rapidamente. Nel secondo atto, potevano ricorrere alle Corti tutti coloro che
erano stati privati della libert senza essere accusati di un reato. In queste
occasioni il Parlamento approv gli Habeas Corpus Suspension Acts, con i quali
proibiva alle Corti di liberare o processare le persone accusate o sospettate di
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Capitolo 4
Stato di diritto e interpretazione: per una concezione giusrealista e
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Sia il sistema continentale, sia quello del common law soffrirono una crisi di
legittimazione allinizio del XX secolo. La crisi nasce dal fatto che non era pi
garantita la certezza del diritto. Nel corso del XX secolo emerge una nuova
concezione del diritto, secondo cui il giudice non pu essere vincolato dalle
norme. Egli ricorre alle norme per motivare la sua decisione, ma le norme non
possono decidere le controversie. Il positivismo giuridico invece affermava che il
giudice doveva solo applicare la legge, verificando i presupposti da essa fissati.
Secondo il modello rousseauiano-montesquieuano dello Stato di diritto, la
giurisdizione soggetta alla legge e trae da essa la propria legittimazione. Il
giudice chiamato solo ad accertare i fatti previsti dalla legge. La personalit di
chi decide in una controversia ininfluente: i giudici decidono in modo corretto
quando nulla influisce sulla loro decisione al di fuori delle norme. Il giurista
lautore di unoperazione conoscitiva che si trova davanti al diritto, che
qualcosa di gi dato, definito e il suo compito quello di scoprire cos il diritto
in un dato contesto. Il sapere giuridico non deve essere segnato dalla
soggettivit, ma solo se scientifico il discordo giuridico valido.
Il ruolo dellinterpretazione giuridica quello di interrogare il diritto cos come
espresso nei testi normativi, per vedere quale soluzione si impone al caso.
Loperazione logica, ma il problema sorge quando il giudice, per decidere una
controversia, non trova la norma per regolare la fattispecie. Solo in questo caso
il giurista compie uninvenzione di qualcosa, attraverso linterpretazione della
norma. Il nemico primo del discorso giuridico la soggettivit. Infatti, tale
discordo deve essere oggettivo, basato sullosservazione dei fatti e sui
procedimenti della logica. Il giudice non deve essere altro che la bocca della
legge.
2. I presupposti antropologici del formalismo normativistico
Le correnti realiste del 900 sono accomunate dallidea che il giudice non trova
un diritto gi dato, ma lo crea inquadrandolo nella cornice dei testi che
interpreta. Non esiste un significato letterale della norma e non esiste alcun
significato precedente allinterpretazione che possa essere usato come
parametro per distinguere le interpretazioni giuste da quelle sbagliate.
In The Concept of Law, Hart polemizza contro i realisti americani, affermando
che se non si attribuisce alle parole almeno un significato autoevidente, allora
esse possono essere interpretate dal legislatore secondo il proprio arbitrio. Un
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mondo in cui le parole non sono in grado di dare una base per definire un
criterio di giudizio, secondo Hart, un mondo hobbesiano in cui lunico criterio
la forza. Infatti, se le parole non vincolano linterprete, qualunque soggetto
chiamato ad interpretare la legge non ha alcun limite. Secondo invece il
paradigma rousseauiano-montesquieuano, lelemento che definisce una
comunit civile una razionalit, intesa come criterio di giudizio per risolvere le
controversie. Una comunit che non accetta tale criterio irrazionale, fondata
sullarbitrio e sulla forza.
3. Le risposte alla sfida dellincertezza
raggiungere. Sostiene che le Corti non devono basare le loro decisioni sulle
policies, ma devono richiamarsi esclusivamente a norme e principi. In questa
teoria, il diritto viene concepito come una complessa attivit di interpretazione,
non lasciata alla discrezionalit dei giudici, ma fermamente ancorata a principi.
come nella teoria economica, compito del giudice trovare la soluzione pi
giusta. Se la decisione si dimostra incapace di raggiungere il fine prefissato,
deve essere cambiata da una decisione migliore.
4. Diritto come pratica versus diritto come decisione
La decisione con cui il giudice rimette lordine, come scrive Schmitt, non pu
essere dedotta dal contenuto di una norma precedente, n da un ordinamento
preesistente, altrimenti essa sarebbe applicazione di ci che gi in vigore o
espressione di un ordinamento gi dato, quindi, non instaurazione ma
restaurazione dellordine. Il diritto, come ha sottolineato Fish, non va inteso n
come decisione, n come norma, n come ordinamento, ma come pratica
sociale. Solo linterpretazione consente ai testi normativi di essere diritto. La
capacit del diritto di guidare le azioni umane affidata non a soluzioni
assolutistiche, ma ad una soggettivit-oggettivit, garantita e controllata
allinterno di una comunit nella quale il diritto viene elaborato e vissuto.
Secondo tale approccio, come sostengono i realisti americani, il giudice ha un
potere normativo, non vincolato dalle parole del testo normativo e agisce
secondo le sue preferenze personali. Lattore giuridico postulato
dallimpostazione normativista un soggetto visto come un insieme di desideri
che devono essere tenuti a freno dalla razionalit e dalla legge. Norme, leggi e
principi sono vincoli necessari per tenere sotto controllo gli impulsi naturali degli
individui. Le persone responsabili (razionali) sono quelle che accettano questi
vincoli e li usano come criteri per decidere come comportarsi. Le persone
irresponsabili (irrazionali) sono quelle che rifiutano tali criteri e agiscono in modo
egoistico. Per un verso tutte le preferenze sono espressione di principi, in
quanto sono articolazione di una qualche visione del mondo. E tutti i principi
sono preferenze in quanto elementi di una visione del mondo opinabile. Se in un
certo periodo storico prevalsa una qualche caratterizzazione, questo fu dovuto
al fatto che essa si impose con la forza sullaltra, la forza non intesa come
violenza bruta. Secondo lapproccio formalistico, i vincoli imposti allindividuo,
inteso come massa confusa di desideri, dovrebbero impedirgli di comportarsi
come vuole. Lidentit dellindividuo, in quanto fatta di desideri, per definizione
composta da principi che delimitano lindividuo stesso: non serve nessun altro
vincolo se non quelli che sono gi stati interiorizzati. non c bisogno che un
giudice abbia vincoli esterni: alcuni vincoli sono parte costitutiva della sua
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giudici sia indirizzata alla garanzia dei diritti costituzionali. Il profilo del giudice
tracciato da Dicey riprende quello tracciato da Ferrajoli. Egli contrario allidea,
cara a Posner e Dworkin, che c bisogno di criteri esterni per definire il compito
del diritto. Per Ferrajoli, come per Dicey, il costituzionalismo progettazione del
diritto da parte del diritto medesimo. Questo compito per rimesso ai principi
del normativismo formalista e non, come in Dicey, alle condizioni di asseribilit
elaborate da una comunit di giuristi. La sua principale preoccupazione che la
soggezione della legge alla costituzione, introduce un elemento di incertezza
sulla validit della prima, che in qualsiasi momento pu essere dichiarata in
contrasto con la seconda. Per afferma che la Costituzione riduce la
discrezionalit interpretativa sia della giurisprudenza che della scienza giuridica.
Bentham identifica lo Stato di diritto con lo stato della legge. Secondo lui, se il
giudice si arroga il compito di interpretare la legge, tutto diventa arbitrio
imprevedibile. Questa visione fa dello stato di diritto uno stato della legge.
Obiettivo delle Corti non deve essere quello di risolvere una situazione concreta
di conflitto, ma di prevenire il possibile manifestarsi di comportamenti
indesiderati. La pena deve essere commisurata non al reato commesso ma ad
indici legati alla sua condotta, ai precedenti o alle modalit del reato.
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