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ART 41 L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità
sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla
dignità umana.La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività
economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a ni sociali e
ambientali
Il dirigismo (dal francese dirigisme) è una politica economica in cui il governo esercita
una forte in uenza sui settori produttivi, attraverso un sistema di incentivi che indirizzano
l'economia verso quello che viene riconosciuto come l'interesse pubblico o generale. Per
tale ragione, il dirigismo si distingue marcatamente da quelle forme di economia
piani cata, come i sistemi statali socialisti e collettivisti, a cui è stato spesso associato, in
cui lo Stato controlla direttamente i processi produttivi e distributivi. Esso infatti indica un
sistema essenzialmente capitalista in cui lo Stato partecipa in maniera attiva conservando
un ruolo prettamente coordinativo. Si può de nire in altre parole come una variante del
Capitalismo di Stato. In questo senso la politica economica di molti Stati, tra cui la
maggior parte di quelli occidentali, contiene un certo grado di dirigismo. Sono infatti
esempi di dirigismo i sussidi alla ricerca scienti ca e i programmi di spesa pubblica, come
le forniture militari, sanitarie, ecc.
• Sovvenzioni
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LO STATO PROGRAMMATORE: LE PROGRAMMAZIONI ECONOMICHE
Ogni azione razionalmente coordinata da parte dell'autorità pubblica per scopi di sviluppo
economico, consistente, essenzialmente, nell'elaborazione di una strategia di politica
economica globale e di lungo periodo. In questo processo, il ruolo dello Stato si
manifesta nell'e ettuare le scelte, nell'eliminare i con itti tra i diversi obiettivi ed optare
per un tipo di piani cazione più o meno estesa, più o meno autoritaria.
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IL PIANO NAZIONALE PER L’ENERGIA E IL CLIMA
Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 è uno strumento
fondamentale che segna l’inizio di un importante cambiamento nella politica energetica e
ambientale del nostro Paese verso la decarbonizzazione. Il Piano si struttura in 5 linee
d’intervento,che si svilupperanno in maniera integrata:
dalla decarbonizzazione all’e cienza e sicurezza energetica, passando attraverso lo
sviluppo del mercato interno dell’energia, della ricerca, dell’innovazione e
della competitività. L’obiettivo è quello di realizzare una nuova politica energetica che
assicuri la piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica del territorio nazionale e
accompagni tale transizione. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il testo
Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, predisposto con il Ministero
dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti, che recepisce le novità contenute nel Decreto Legge sul Clima nonché quelle
sugli investimenti per il Green New Deal previste nella Legge di Bilancio 2020. Il PNIEC è
stato inviato alla Commissione europea in attuazione del Regolamento (UE) 2018/1999,
completando così il percorso avviato nel dicembre 2018, nel corso del quale il Piano è
stato oggetto di un pro cuo confronto tra le istituzioni coinvolte, i cittadini e tutti gli
stakeholder. Con il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima vengono stabiliti gli
obiettivi nazionali al 2030 sull’e cienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione
delle emissioni di CO2, nonché gli obiettivi in tema di sicurezza energetica,
interconnessioni, mercato unico dell’energia e competitività, sviluppo e mobilità
sostenibile, delineando per ciascuno di essi le misure che saranno attuate per assicurarne
il raggiungimento. “L’obiettivo dell’Italia - dichiara il Ministro dello Sviluppo Economico
Stefano Patuanelli - è quello di contribuire in maniera decisiva alla realizzazione di un
importante cambiamento nella politica energetica e ambientale dell’Unione europea,
attraverso l’individuazione di misure condivise che siano in grado di accompagnare anche
la transizione in atto nel mondo produttivo verso il Green New Deal”. L’attuazione del
Piano sarà assicurata dai decreti legislativi di recepimento delle direttive europee in
materia di e cienza energetica, di fonti rinnovabili e di mercati dell’elettricità e del gas,
che saranno emanati nel corso del 2020.
• 27 maggio 2020: Commissione UE propone uno strumento, il Next Generation EU, per
far fronte alla pandemia di Covid-19
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NEXT GENERATION EU
Il 21 luglio 2020, in risposta alla crisi sanitaria che tutti i paesi europei stavano
a rontando, il consiglio europeo delibera l’istituzione del Next generatio Eu (NgEu). A
seguito di questo si sono tenute varie discussioni per a nare lo strumento.
• la rati ca della decisione sulle risorse proprie da parte degli stati membri;
• l’approvazione delle modalità di utilizzo dei vari fondi europei presenti nel NgEu;
Queste priorità si traducono poi nella diversa composizione dei fondi europei del NgEu e
nelle di erenti quote di spesa in base alla voce interessata.
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RECOVERY AND RESILIENCE FACILITY
PNRR
• Istruzione e ricerca;
• Coesione e inclusione;
• Salute.
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Il piano distingue 4 diverse tipologie di riforme:
La gestione e l’attuazione del Pnrr in ne sono state de nite con uno speci co decreto
legge. Ogni soggetto coinvolto nel piano (inclusi i ministeri e le altre amministrazioni sia
centrali che locali) sarà chiamato ad attuare gli interventi e le riforme di propria
competenza. Al ministero dell’economia e delle nanze sarà istituita una struttura di
coordinamento per il monitoraggio e il controllo dell’attuazione oltre al contatto con la
commissione europea.
A palazzo Chigi sarà invece creata una cabina di regia che avrà il compito di monitorare
l’avanzamento del piano, proporre l’eventuale attivazione dei poteri sostitutivi e le
modi che normative necessarie per l’attuazione del piano.
• Nel 1957 nasce la Comunità Economica Europea→apertura dei mercati nazionali per
creare un «mercato comune» (detto in seguito «mercato unico» o «mercato interno»)
• ... con il Trattato di Lisbona (2007, entrato in vigore nel 2009), nasce l’Unione Europea
(UE)
Fonti primarie
Direttive (stabiliscono obiettivi che devono essere perseguiti dagli SM – gli SM scelgono
come raggiungere questi obiettivi attraverso disposizioni nazionali)
Le fonti del diritto dell’U.E. sono di due diversi tipi: fonti primarie (o di diritto
convenzionale) e fonti secondarie (o di diritto derivato). Le fonti primarie consistono nei
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trattati istitutivi dell’U.E. e nelle loro successive modi cazioni e integrazioni. Secondo la
giurisprudenza della Corte di giustizia dell’U.E., le fonti primarie sono sovraordinate, da un
punto di vista gerarchico, alle fonti secondarie, dal momento che ne disciplinano la
formazione, le competenze e gli e etti giuridici. Dal punto di vista del diritto costituzionale
italiano, poi, le fonti primarie hanno una notevole capacità derogatoria del nostro sistema
costituzionale, trovando il proprio limite nei soli principi fondamentali dell’ordinamento
costituzionale e nei diritti inviolabili della persona umana, come a ermato dalla Corte
costituzionale.
IL MERCATO UNICO
Il mercato interno è un'area di prosperità e libertà che permette di avere accesso a beni,
servizi, opportunità lavorative e commerciali nonché alla diversità culturale. È necessario
un impegno costante per garantire l'ulteriore approfondimento del mercato unico, che
potrebbe produrre vantaggi signi cativi per i consumatori e le imprese dell'Unione. In
particolare, il mercato interno digitale dischiude nuove opportunità per rilanciare
l'economia (attraverso il commercio elettronico) riducendo nel contempo la burocrazia
(attraverso la pubblica amministrazione elettronica e la digitalizzazione dei servizi
pubblici). Nonostante i notevoli progressi compiuti verso la realizzazione di un mercato
unico (digitale), restano alcune s de da a rontare. Con la pandemia di COVID-19 sono
riapparsi alcuni ostacoli alle quattro libertà (libera circolazione delle merci, dei servizi, dei
capitali e delle persone). Il mercato comune instaurato dal trattato di Roma nel 1958
mirava a eliminare le barriere commerciali tra gli Stati membri al ne di accrescere la loro
prosperità economica e di contribuire a «un'unione sempre più stretta fra i popoli
europei». L'Atto unico europeo del 1986 ha integrato l'obiettivo della creazione del
mercato interno nel trattato che istituisce la Comunità economica europea (CEE),
de nendo tale mercato come «uno spazio senza frontiere interne nel quale è assicurata la
libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali».
• Limitazione degli aiuti di Stato : Innalzata la soglia per la fruizione degli aiuti di Stato, il
limite generale per singola impresa sale da 800.000 euro a 1,8 milioni di euro. Lo
prevede il decreto Sostegni al ne di favorire le imprese nella concreta fruizione di tutte
le misure agevolative anti-Covid messe in campo con i decreti emergenziali. Le nuove
disposizioni sono state inserite nel decreto legge per adeguare la normativa italiana a
quella dell’UE che ha incrementato l’ammontare degli aiuti fruibili attraverso l’ultima
modi ca del Quadro temporaneo, prorogato al 31 dicembre 2021. Il provvedimento
rimanda, Inoltre, alle regole europee sulla disciplina delle basi di calcolo dei plafond per
i gruppi d’impresa.
• LIBERA CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI: La libera circolazione dei capitali è una delle
quattro libertà fondamentali del mercato unico dell'UE e, oltre a essere quella di più
recente introduzione, è anche la più ampia in virtù della sua peculiare dimensione extra
UE. La liberalizzazione dei ussi di capitale è progredita gradualmente. Le restrizioni ai
movimenti di capitali e ai pagamenti, sia tra Stati membri che con paesi terzi, sono
vietate dall'inizio del 2004 a seguito del trattato di Maastricht, sebbene possano
esistere eccezioni.
Una nuova Costituzione europea deve quindi designare una nuova Unione. La priorità
oggi, chiaramente, è quella di risolvere il lack di competenze dell’Unione Europea in
materia di a) salute e b) questioni nanziarie. In secondo luogo, una nuova Costituzione
europea dovrebbe mirare alla sempli cazione delle Istituzioni. Uno dei grandi
problemi dell’UE è che i cittadini non conoscono tutto quello che l’Unione fa per loro, non
possono comprenderne le funzioni, né il complesso riparto di competenze. Come si fa ad
avere un Consiglio dell’Unione Europea, che è diverso dal Consiglio Europeo, ed entrambi
che non devono assolutamente essere confusi col Consiglio d’Europa? Dal momento in
cui vi è un Parlamento Europeo a tutela degli interessi dei cittadini; una Commissione
Europea chiamata ad agire nell’interesse esclusivo dell’Unione; è mai possibile che gli
interessi nazionali debbano essere rappresentati dal Consiglio dell’Unione Europea, dal
Consiglio Europeo e dagli Eurogruppi? Sono davvero necessari tutti questi attori, o
costituiscono semplicemente un rallentamento nella realizzazione di politiche comuni,
proprio a causa di questa disparità strutturale? E ancora, a proposito di sempli cazione,
bisognerebbe ripensare con urgenza alla procedura di adozione di un atto legislativo
europeo. Per citare il professor Giuseppe Tesauro, il processo decisionale europeo,
infatti, non è una “corsa ad ostacoli”, ma piuttosto “una passeggiata ad ostacoli”, vista la
sua lentezza e arzigogolo. Sarebbe, poi, ormai ora di eliminare i resti
dell’intergovernamentalismo in seno all’UE, e sostituire la votazione all’unanimità e il veto,
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con il metodo comunitario e la votazione a maggioranza degli Stati, in ogni settore di
politica dell’UE.
• Autorizzazioni/licenze/autorizzazioni generali
Regolazione condizionale
• «La regolazione è retta dal principio «if... what», caratterizzata da prescrizioni non
direttive ma ipotetiche, dal veri carsi delle quali le norme o la regolazione stessa fa
discendere conseguenze che sono predeterminate» (Cassese, 2002)
RULEMAKING E ADJUDICATION
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