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• industrie, edifici e uffici, ristrutturati nell’ottima del risparmio energetico, con particolare
attenzione a infissi, riscaldamenti, dispersione del calore e tanto altro
• settori economici che vogliono ridurre l'impatto ambientale in attività di estrazione,
trasporto, trattamento e trasformazione delle materie prime
• innovazione tecnologica per la riduzione del materiale di scarto nei processi produttivi,
in primis riferita agli imballaggi
• innovazioni produttive per la riduzione delle emissioni di CO2 e altri inquinanti
Direttiva 2001/77/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 settembre 2001
Il potenziale di sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili è attualmente
sottoutilizzato nella Comunità. Quest'ultima riconosce la necessità di promuovere in via
prioritaria le fonti energetiche rinnovabili, poiché queste contribuiscono alla protezione
dell'ambiente e allo sviluppo sostenibile. Esse possono inoltre creare occupazione locale,
avere un impatto positivo sulla coesione sociale, contribuire alla sicurezza degli
approvvigionamenti e permettere di conseguire più rapidamente gli obiettivi di Kyoto.
Bisogna pertanto garantire un migliore sfruttamento di questo potenziale nell'ambito del
mercato interno dell'elettricità.
DIRETTIVA 2009/28/CE Il controllo del consumo di energia europeo e il maggiore ricorso all’energia da fon
rinnovabili, congiuntamente ai risparmi energe ci e ad un aumento dell’e cienza energe ca, cos tuiscono
par importan del pacche o di misure necessarie per ridurre le emissioni di gas a e e o serra e per
rispe are il protocollo di Kyoto della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamen clima ci e gli
ulteriori impegni assun a livello comunitario e internazionale per la riduzione delle emissioni di gas a
e e o serra oltre il 2012. Tali fa ori hanno un’importante funzione anche nel promuovere la sicurezza degli
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approvvigionamen energe ci, nel favorire lo sviluppo tecnologico e l’innovazione e nel creare pos di
lavoro e sviluppo regionale, specialmente nelle zone rurali ed isolate.
Il Clean Energy Package ( Winter Package) è l’insieme delle iniziative finalizzate a rendere
maggiormente competitiva l’Unione Europea nella transizione energetica e a ridisegnare il profilo del
mercato elettrico europeo. La Commissione Europea vuole che l’Europa assuma il ruolo di guida in
questa sfida che rivoluzionerà il settore energetico. Due sono i pilastri del documento: la riduzione del
40 per cento dell’anidride carbonica entro il 2030 e la crescita economica dell’Europa stessa. Tre gli
obiettivi principali: raggiugere l’efficienza energetica, diventare leader nel settore delle rinnovabili e
concepire il consumatore come un attore attivo del mercato elettrico. L’UE intende finanziare politiche di
ricerca, innovazione per convertire questa transizione in una concreta opportunità di crescita
economica. Mobilitando 117 milioni di euro di investimenti pubblici e privati all’anno a partire dal 2021, il
Clean Energy Package può generare una crescita del PIL pari all’1 per cento entro i prossimi 10 anni.
ll Clean Energy Package è costituito da otto atti legislativi, tutti già formalmente approvati e
pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Tali misure prevedono un
aggiornamento del quadro delle politiche energetiche europee al fine di facilitare la transizione
energetica e definire un moderno mercato energetico europeo. Le disposizioni contenute
nel Clean Energy Package sono volte a delineare il nuovo mercato elettrico europeo,
promuovere ed integrare l’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili,
promuovere l’efficienza energetica e rafforzare il quadro normativo nel quale operano le
istituzioni europee e nazionali. l Clean Energy Package è parte della c.d. strategia dell’Unione
dell’energia elaborata dalla Commissione e pubblicata nel febbraio 2015’, al fine di rafforzare e
armonizzare i mercati energetici dell’Unione Europea. Esso è costituito dai seguenti otto testi
legislativi:
• direttiva 2019/944/UE del 5 giugno 2019 relativa a norme comuni per il mercato interno
dell’energia elettrica;
• regolamento 2019/943/UE del 5 giugno 2019 sul mercato interno dell’energia elettrica;
• regolamento 2019/942/UE del 5 giugno 2019 relativo all’Agenzia per la cooperazione fra i
regolatori nazionali dell’energia (ACER);
• regolamento 2019/941/UE del 5 giugno 2019 sulla preparazione ai rischi nel settore
dell’energia elettrica;
• direttiva 2018/2001/UE dell’11 dicembre 2018 sulla promozione dell’uso dell’energia da
fonti rinnovabili;
• direttiva 2018/2002/UE dell’11 dicembre 2018 che modifica la direttiva 2012/27/UE
sull’efficienza energetica;
• direttiva 2018/844/UE del 30 maggio 2018 che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla
prestazione energetica nell’edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica; e
• regolamento 2018/1999/UE dell’11 dicembre 2018 sulla governance dell’Unione
dell’energia e dell’azione per il clima.
Il recepimento e l’implementazione delle direttive e dei regolamenti costituenti il Clean Energy
Package nella normativa nazionale è già in corso e richiederà l’impegno degli Stati membri
sino all’estate del 2021.
• Target iniziale del 27% di produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2030
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• «Cliente attivo» (c.d. prosumer)
ll 29 luglio 2021 è entrata in vigore la Legge europea sul clima (Regolamento CEE/UE 30
giugno 2021, n. 1119) che “stabilisce l’obiettivo vincolante della neutralità climatica
nell’Unione entro il 2050” e “istituisce un quadro per progredire nel perseguimento
dell’obiettivo globale di adattamento”. Con questo Regolamento l’UE persegue quindi sia
obiettivi di mitigazione (riduzione delle emissioni di gas climalteranti) che di adattamento
(riduzione dei rischi e aumento della resilienza di fronte agli impatti derivanti dai
cambiamenti climatici), coerentemente con quanto previsto dall’Accordo di Parigi. Cos’è la
“neutralità climatica”? Significa raggiungere l’equilibrio tra le emissioni e gli assorbimenti di
tutta l’Unione dei gas a effetto serra, azzerando le emissioni nette entro il 2050.
Successivamente l’Unione mira a conseguire emissioni negative. Il Regolamento pone
anche un traguardo intermedio vincolante, da raggiungere entro il 2030: una riduzione
interna netta delle emissioni di gas a effetto serra (emissioni al netto degli assorbimenti) di
almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990
"Pronti per il 55%" si riferisce all'obiettivo dell'UE di ridurre le emissioni nette di gas a
effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. Il pacchetto proposto mira ad allineare la
normativa dell'UE all'obiettivo per il 2030. Il pacchetto Pronti per il 55% è un insieme di
proposte volte a rivedere e aggiornare le normative dell'UE e ad attuare nuove
iniziative al ne di garantire che le politiche dell'UE siano in linea con gli obiettivi climatici
concordati dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Il pacchetto di proposte mira a fornire
un quadro coerente ed equilibrato per il raggiungimento degli obiettivi climatici dell'UE, in
grado di:
ART 9
ART 41
L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o
in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità
umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica
pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali
• Attuazione PNR
Regimi di sostegno
Incentivi: principi
2. Gli incentivi non si applicano alle opere di manutenzione ordinaria e alle opere
effettuate per adeguare l'impianto a prescrizioni di legge
Incentivi: meccanismi
GSE Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) è l’unico Soggetto attuatore che qualifica gli
impianti fotovoltaici, eroga gli incentivi previsti dal Conto Energia ed effettua attività di
verifica e controllo. E’ il secondo operatore nazionale per energia intermediata: ritira e
colloca sul mercato elettrico l’energia prodotta dagli impianti e certifica la provenienza
da fonti rinnovabili dell’energia elettrica immessa in rete. Le attività attribuite al GSE
dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 maggio 2004 riguardano
principalmente le seguenti aree:
• Attività, rapporti giuridici e personale impegnato nella compravendita dell’energia
e nell’emissione e verifica dei certificati verdi;
• Incentivazione energia da fonti rinnovabili: sostengono la produzione elettrica
della quasi totalità degli impianti a fonti rinnovabili in Italia attraverso la qualifica
tecnico-ingegneristica e la verifica degli impianti nonché la gestione dei
meccanismi di incentivazione previsti dalla normativa;
• Ritiro commerciale e vendita dell’energia sul mercato: si occupa del ritiro e
del collocamento sul mercato dell’energia prodotta da impianti da fonti rinnovabili
e assimilate;
• Supporto alle Istituzioni e alla Pubblica Amministrazione: supporta le Istituzioni
per l’attuazione delle politiche energetiche attraverso la fornitura di studi, dati e
consulenza tecnica nonché la Pubblica Amministrazione attraverso l’erogazione
di servizi specialistici in campo energetico;
• Promozione dell’efficienza energetica e dell’energia termica: promuove interventi
per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica
da fonti rinnovabili.
Regimi autorizzatori
• Autorizzazione unica: rilasciata dalle Regioni a seguito di procedimento
amministrativo (per grandi impianti)
• Procedura abilitativa semplificata (PAS): dichiarazione al Comune con relazione a
firma di progettista abilitato
• Dichiarazione di inizio lavori asseverata (interventi su impianti già esistenti)
• Comunicazione: attività libera (impianti piccoli)
Autoconsumo collettivo
• Autoconsumo: clienti finali che producono energia elettrica rinnovabile per il proprio
consumo e possono immagazzinare o vendere energia elettrica rinnovabile
• Autoconsumo collettivo: almeno due auto consumatori agiscono collettivamente (es.
condominio con un impianto in cui è prodotta energia rinnovabile; la quota eccedente
venduta)
Con la definizione di autoconsumo collettivo si fa riferimento alla possibilità di produrre
energia elettrica da fonti di energia rinnovabile per poi consumarla per le proprie
necessità, non come singolo ma come insieme o gruppo di entità differenti. Si può trattare
di un condominio, di aziende o soggetti che condividono uno stesso edificio, di enti
pubblici e persone fisiche. Come definito nella Direttiva UE 2018/2001,
gli “autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sono un gruppo
di almeno due autoconsumatori che si trovano nello stesso edificio o condominio che
intendono produrre energia elettrica rinnovabile per il proprio consumo e accumulare o
vendere energia elettrica rinnovabile autoprodotta in rete, purché tali attività non
costituiscano l’attività commerciale o professionale principale”.
In questa nuova configurazione, il consumatore diventa prosumer ovvero produttore e
consumatore di energia allo stesso tempo, creando un meccanismo virtuoso con una serie
di vantaggi economici, energetici e ambientali.
• Membri e soci mantengono diritti e obblighi alle loro qualità di clienti civili o attivi
SMART GRID
• Preleva informazioni, in tempo reale, dai contatori, dai veicoli e da tutti i prodotti e
gli strumenti connessi agli utenti, per poi razionalizzare e distribuire l’energia in
maniera efficiente, evitando i sovraccarichi e le variazioni di tensione
La rete elettrica non è più solo quindi un canale per trasmettere e distribuire energia elettrica
dalle grandi centrali ai clienti finali ma una rete “intelligente”, ovvero una Smart Grid. Si tratta
di una rete comune in grado di fare interagire produttori e consumatori, di determinare in
anticipo le richieste di consumo e di adattare con flessibilità la produzione e il consumo di
energia elettrica. Una rete che si compone di tante piccole reti collegate tra loro e in grado di
comunicare. Queste reti si scambiano informazioni sui flussi di energia e gestiscono con
migliore efficienza i picchi di richiesta, evitando interruzioni di elettricità e riducendo il carico
ove necessario. Una smart grid possiede strumenti di monitoraggio intelligenti per
tenere traccia di tutto il flusso elettrico del sistema, come pure strumenti, quindi, per
integrare energia rinnovabile nella rete.
Quando il costo dell’energia diventa minore, ad esempio, una smart grid può decidere di
attivare processi industriali oppure elettrodomestici casalinghi. Oppure, gli eventuali surplus di
energia di alcune zone possono essere ridistribuiti dalla rete laddove vi sia la necessità, in
modo dinamico ed in tempo reale, grazie ai software di gestione. Efficienza è la parola chiave
che meglio descrive queste reti. meccanismi che regolano una Smart Grid, insomma,
sono simili a quelli su cui si fonda la rete Internet. Qui tutti gli utenti sono interconnessi tra
di loro, ricevendo e inviando informazioni, fuori dal tradizionale schema di distribuzione da uno
a molti. In sintesi, la rete elettrica del futuro dovrà garantire:
1. la fornitura dell’energia elettrica;
2. l’accesso alle fonti di produzione rinnovabile;
3. minori costi e minori emissioni di gas serra;
4. notevole flessibilità, per venire incontro alle nuove esigenze dei consumatori.