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GREEN ECONOMY

L’enciclopedia Treccani definisce la green economy o economia verde un “modello teorico


di sviluppo economico che prende in considerazione l’attività produttiva valutandone sia i
benefici derivanti dalla crescita, sia l’impatto ambientale provocato dall’attività di
trasformazione delle materie prime.” Nell’ambito della green economy, l’investimento
privato e la spesa pubblica concorrono alla creazione di un nuovo modello produttivo
focalizzato sulla transizione ecologica. La transizione, oltre a salvare il pianeta dopo secoli
di sfruttamento, è un processo che fa emergere nuove occupazioni, bisogni e, quindi,
anche sviluppo economico. Naturalmente per implementare la green economy sono
necessarie tutte quelle riforme politiche e quei cambiamenti che salvaguardano la natura e
l’ecosistema. Gestire al meglio le risorse naturali, ottimizzando la produzione e facendo
crescere il PIL, aiuterebbe il pianeta a sostenere l’impatto dell’uomo e questo
comporterebbe sicuramente una crescita economica. L’eccessivo consumo delle materie
prime causa l’aumento di prezzo e danneggia il sistema, mentre l’economia verde crea
nuovi impieghi e migliora il mercato del lavoro in ambiti come l’agricoltura, le energie
rinnovabili, la bioarchitettura e il riciclo. Le attività produttive realmente “green” non
derivano solo dalle fonti di energia rinnovabile o dai sistemi di riciclaggio dei rifiuti, ma
includono tutta la riconversione sostenibile dei settori tradizionali, quindi:

• industrie, edifici e uffici, ristrutturati nell’ottima del risparmio energetico, con particolare
attenzione a infissi, riscaldamenti, dispersione del calore e tanto altro
• settori economici che vogliono ridurre l'impatto ambientale in attività di estrazione,
trasporto, trattamento e trasformazione delle materie prime
• innovazione tecnologica per la riduzione del materiale di scarto nei processi produttivi,
in primis riferita agli imballaggi
• innovazioni produttive per la riduzione delle emissioni di CO2 e altri inquinanti

L’innovazione, quindi, può contribuire attivamente a ridurre gli sprechi e l’impatto


ambientale, oltre che a rilanciare un’economia verde.

LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETRICA DA FONTI RINNOVABILI.

Direttiva 2001/77/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 settembre 2001
Il potenziale di sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili è attualmente
sottoutilizzato nella Comunità. Quest'ultima riconosce la necessità di promuovere in via
prioritaria le fonti energetiche rinnovabili, poiché queste contribuiscono alla protezione
dell'ambiente e allo sviluppo sostenibile. Esse possono inoltre creare occupazione locale,
avere un impatto positivo sulla coesione sociale, contribuire alla sicurezza degli
approvvigionamenti e permettere di conseguire più rapidamente gli obiettivi di Kyoto.
Bisogna pertanto garantire un migliore sfruttamento di questo potenziale nell'ambito del
mercato interno dell'elettricità.

DIRETTIVA 2009/28/CE Il controllo del consumo di energia europeo e il maggiore ricorso all’energia da fon
rinnovabili, congiuntamente ai risparmi energe ci e ad un aumento dell’e cienza energe ca, cos tuiscono
par importan del pacche o di misure necessarie per ridurre le emissioni di gas a e e o serra e per
rispe are il protocollo di Kyoto della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamen clima ci e gli
ulteriori impegni assun a livello comunitario e internazionale per la riduzione delle emissioni di gas a
e e o serra oltre il 2012. Tali fa ori hanno un’importante funzione anche nel promuovere la sicurezza degli
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approvvigionamen energe ci, nel favorire lo sviluppo tecnologico e l’innovazione e nel creare pos di
lavoro e sviluppo regionale, specialmente nelle zone rurali ed isolate.

CLEAN ENERGY PACKAGE

Il Clean Energy Package ( Winter Package) è l’insieme delle iniziative finalizzate a rendere
maggiormente competitiva l’Unione Europea nella transizione energetica e a ridisegnare il profilo del
mercato elettrico europeo. La Commissione Europea vuole che l’Europa assuma il ruolo di guida in
questa sfida che rivoluzionerà il settore energetico. Due sono i pilastri del documento: la riduzione del
40 per cento dell’anidride carbonica entro il 2030 e la crescita economica dell’Europa stessa. Tre gli
obiettivi principali: raggiugere l’efficienza energetica, diventare leader nel settore delle rinnovabili e
concepire il consumatore come un attore attivo del mercato elettrico. L’UE intende finanziare politiche di
ricerca, innovazione per convertire questa transizione in una concreta opportunità di crescita
economica. Mobilitando 117 milioni di euro di investimenti pubblici e privati all’anno a partire dal 2021, il
Clean Energy Package può generare una crescita del PIL pari all’1 per cento entro i prossimi 10 anni.
ll Clean Energy Package è costituito da otto atti legislativi, tutti già formalmente approvati e
pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Tali misure prevedono un
aggiornamento del quadro delle politiche energetiche europee al fine di facilitare la transizione
energetica e definire un moderno mercato energetico europeo. Le disposizioni contenute
nel Clean Energy Package sono volte a delineare il nuovo mercato elettrico europeo,
promuovere ed integrare l’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili,
promuovere l’efficienza energetica e rafforzare il quadro normativo nel quale operano le
istituzioni europee e nazionali. l Clean Energy Package è parte della c.d. strategia dell’Unione
dell’energia elaborata dalla Commissione e pubblicata nel febbraio 2015’, al fine di rafforzare e
armonizzare i mercati energetici dell’Unione Europea. Esso è costituito dai seguenti otto testi
legislativi:
• direttiva 2019/944/UE del 5 giugno 2019 relativa a norme comuni per il mercato interno
dell’energia elettrica;
• regolamento 2019/943/UE del 5 giugno 2019 sul mercato interno dell’energia elettrica;
• regolamento 2019/942/UE del 5 giugno 2019 relativo all’Agenzia per la cooperazione fra i
regolatori nazionali dell’energia (ACER);
• regolamento 2019/941/UE del 5 giugno 2019 sulla preparazione ai rischi nel settore
dell’energia elettrica;
• direttiva 2018/2001/UE dell’11 dicembre 2018 sulla promozione dell’uso dell’energia da
fonti rinnovabili;
• direttiva 2018/2002/UE dell’11 dicembre 2018 che modifica la direttiva 2012/27/UE
sull’efficienza energetica;
• direttiva 2018/844/UE del 30 maggio 2018 che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla
prestazione energetica nell’edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica; e
• regolamento 2018/1999/UE dell’11 dicembre 2018 sulla governance dell’Unione
dell’energia e dell’azione per il clima.
Il recepimento e l’implementazione delle direttive e dei regolamenti costituenti il Clean Energy
Package nella normativa nazionale è già in corso e richiederà l’impegno degli Stati membri
sino all’estate del 2021.

VERSO LA TRASIZIONE ENERGETICA

• Target iniziale del 27% di produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2030

• Istituzione comunità energetiche (Comunità energetiche rinnovabili e Comunità


energetiche dei cittadini)

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• «Cliente attivo» (c.d. prosumer)

• Semplificazione l’iter autorizzativo di costruzione degli impianti

LEGGE EUROPEA SUL CLIMA 2021

ll 29 luglio 2021 è entrata in vigore la Legge europea sul clima (Regolamento CEE/UE 30
giugno 2021, n. 1119) che “stabilisce l’obiettivo vincolante della neutralità climatica
nell’Unione entro il 2050” e “istituisce un quadro per progredire nel perseguimento
dell’obiettivo globale di adattamento”. Con questo Regolamento l’UE persegue quindi sia
obiettivi di mitigazione (riduzione delle emissioni di gas climalteranti) che di adattamento
(riduzione dei rischi e aumento della resilienza di fronte agli impatti derivanti dai
cambiamenti climatici), coerentemente con quanto previsto dall’Accordo di Parigi. Cos’è la
“neutralità climatica”? Significa raggiungere l’equilibrio tra le emissioni e gli assorbimenti di
tutta l’Unione dei gas a effetto serra, azzerando le emissioni nette entro il 2050.
Successivamente l’Unione mira a conseguire emissioni negative. Il Regolamento pone
anche un traguardo intermedio vincolante, da raggiungere entro il 2030: una riduzione
interna netta delle emissioni di gas a effetto serra (emissioni al netto degli assorbimenti) di
almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990

PRONTI PER IL 55 (FIT FOR 55)

Perché "Pronti per il 55%"?

"Pronti per il 55%" si riferisce all'obiettivo dell'UE di ridurre le emissioni nette di gas a
effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. Il pacchetto proposto mira ad allineare la
normativa dell'UE all'obiettivo per il 2030. Il pacchetto Pronti per il 55% è un insieme di
proposte volte a rivedere e aggiornare le normative dell'UE e ad attuare nuove
iniziative al ne di garantire che le politiche dell'UE siano in linea con gli obiettivi climatici
concordati dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Il pacchetto di proposte mira a fornire
un quadro coerente ed equilibrato per il raggiungimento degli obiettivi climatici dell'UE, in
grado di:

• garantire una transizione giusta e socialmente equa


• mantenere e rafforzare l'innovazione e la competitività dell'industria dell'UE
assicurando nel contempo parità di condizioni rispetto agli operatori economici dei
paesi terzi
• sostenere la posizione leader dell'UE nella lotta globale contro i cambiamenti
climatici
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ART 9

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica Tutela il


paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità
e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato
disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

ART 41

L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o
in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità
umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica
pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali

L’attività di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è attività


di interesse pubblico? «La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è
un’attività di interesse pubblico che contribuisce anch’essa non solo alla salvaguardia
degli interessi ambientali ma, sia pure indirettamente, anche a quella dei valori
paesaggistici»

La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (normativa


nazionale) (INSERIRE FOTO SLIDE 11)

La transizione energetica nel PNRR (INSERIRE FOTO SLIDE 12)

Promozione delle energie rinnovabili: il d.lgs. 199/2021

• Obiettivo: accelerare il percorso di crescita sostenibile del Paese, recando


disposizioni in materia di energia da fonti rinnovabili, in coerenza con gli obiettivi
europei di decarbonizzazione del sistema energetico al 2030 e di completa
decarbonizzazione al 2050 (art. 1)

• Disciplina degli strumenti, dei meccanismi, degli incentivi e del l quadro


istituzionale, finanziario e giuridico, necessari per il raggiungimento degli obiettivi di
incremento della quota di energia da fonti rinnovabili al 2030

• Attuazione PNR

Obiettivi nazionali in materia

• L’Italia intende conseguire un obiettivo minimo del 30 percento come quota


complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo

• Obiettivo di incremento indicativo di energia da fonti rinnovabili nei consumi finali


per riscaldamento e raffrescamento pari a 1,3 punti percentuali come media
annuale calcolata per i periodi dal 2021 al 2025 e dal 2026 al 2030

Regimi di sostegno

«Strumento, regime o meccanismo, applicato da uno Stato membro o gruppo di Stati


membri, inteso a promuovere l’uso di energia da fonti rinnovabili riducendone i costi,
aumentando i prezzi a cui può essere venduta o aumentando, per mezzo di obblighi in
materia di energie rinnovabili o altri mezzi, il volume acquistato di tale energia, includendo
a titolo esemplificativo, ma non esaustivo, gli aiuti agli investimenti, le esenzioni o gli sgravi
fiscali, le restituzioni d’imposta, i regimi di sostegno nella forma di obblighi in materia di
energie rinnovabili, inclusi quelli che usano certificati verdi, e i regimi di sostegno diretto
sui prezzi, ivi comprese le tariffe onnicomprensive e le tariffe premio fisse o variabili»

Incentivi: principi

• Regimi di sostegno informati ai seguenti principi/criteri:

1. Equa remunerazione dei costi di investimento ed esercizio

2. Gli incentivi non si applicano alle opere di manutenzione ordinaria e alle opere
effettuate per adeguare l'impianto a prescrizioni di legge

3. Conformità alla disciplina degli aiuti di Stato

4. Copertura sulle tariffe energia

5. Semplificazione amministrativa delle procedure

Incentivi: meccanismi

• Incentivo per la realizzazione di nuovi impianti, riattivazioni di impianti dismessi,


integrali ricostruzioni, potenziamenti e rifacimenti di impianti esistenti assegnato dal
GSE ( sull’energia elettrica prodotta dall’impianto

• Incentivo proporzionato all’onerosità dell’intervento e diversificazione

• Per grandi impianti incentivo attraverso procedure competitive di aste al ribasso


effettuate in riferimento a contingenti di potenza

GSE Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) è l’unico Soggetto attuatore che qualifica gli
impianti fotovoltaici, eroga gli incentivi previsti dal Conto Energia ed effettua attività di
verifica e controllo. E’ il secondo operatore nazionale per energia intermediata: ritira e
colloca sul mercato elettrico l’energia prodotta dagli impianti e certifica la provenienza
da fonti rinnovabili dell’energia elettrica immessa in rete. Le attività attribuite al GSE
dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 maggio 2004 riguardano
principalmente le seguenti aree:
• Attività, rapporti giuridici e personale impegnato nella compravendita dell’energia
e nell’emissione e verifica dei certificati verdi;
• Incentivazione energia da fonti rinnovabili: sostengono la produzione elettrica
della quasi totalità degli impianti a fonti rinnovabili in Italia attraverso la qualifica
tecnico-ingegneristica e la verifica degli impianti nonché la gestione dei
meccanismi di incentivazione previsti dalla normativa;
• Ritiro commerciale e vendita dell’energia sul mercato: si occupa del ritiro e
del collocamento sul mercato dell’energia prodotta da impianti da fonti rinnovabili
e assimilate;
• Supporto alle Istituzioni e alla Pubblica Amministrazione: supporta le Istituzioni
per l’attuazione delle politiche energetiche attraverso la fornitura di studi, dati e
consulenza tecnica nonché la Pubblica Amministrazione attraverso l’erogazione
di servizi specialistici in campo energetico;
• Promozione dell’efficienza energetica e dell’energia termica: promuove interventi
per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica
da fonti rinnovabili.

Regimi autorizzatori
• Autorizzazione unica: rilasciata dalle Regioni a seguito di procedimento
amministrativo (per grandi impianti)
• Procedura abilitativa semplificata (PAS): dichiarazione al Comune con relazione a
firma di progettista abilitato
• Dichiarazione di inizio lavori asseverata (interventi su impianti già esistenti)
• Comunicazione: attività libera (impianti piccoli)

Autoconsumo collettivo

• Autoconsumo: clienti finali che producono energia elettrica rinnovabile per il proprio
consumo e possono immagazzinare o vendere energia elettrica rinnovabile
• Autoconsumo collettivo: almeno due auto consumatori agiscono collettivamente (es.
condominio con un impianto in cui è prodotta energia rinnovabile; la quota eccedente
venduta)
Con la definizione di autoconsumo collettivo si fa riferimento alla possibilità di produrre
energia elettrica da fonti di energia rinnovabile per poi consumarla per le proprie
necessità, non come singolo ma come insieme o gruppo di entità differenti. Si può trattare
di un condominio, di aziende o soggetti che condividono uno stesso edificio, di enti
pubblici e persone fisiche. Come definito nella Direttiva UE 2018/2001,
gli “autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sono un gruppo
di almeno due autoconsumatori che si trovano nello stesso edificio o condominio che
intendono produrre energia elettrica rinnovabile per il proprio consumo e accumulare o
vendere energia elettrica rinnovabile autoprodotta in rete, purché tali attività non
costituiscano l’attività commerciale o professionale principale”.
In questa nuova configurazione, il consumatore diventa prosumer ovvero produttore e
consumatore di energia allo stesso tempo, creando un meccanismo virtuoso con una serie
di vantaggi economici, energetici e ambientali.

Comunità energetiche rinnovabili


• Clienti finali possono organizzarsi in comunità energetiche rinnovabili per produrre
benefici ambientali, economici e sociali per i suoi membri o soci o al territorio in cui
opera
• Criterio prossimità
• Partecipazione aperta e volontaria
• Persone fisiche, PMI ed enti locali
• Gli associati possono scegliere il fornitore e uscire dalla comunità energetica
Vediamo innanzitutto come creare una comunità energetica. Il primo passo da
compiere è la costituzione di un’entità legale tra i futuri soci della comunità, siano
essi persone fisiche, piccole o medie imprese, enti territoriali o amministrazioni
pubbliche locali. Dal momento che, per legge, lo scopo di una comunità energetica
non può essere il profitto, le forme più comunemente utilizzate per ragioni di
praticità e convenienza sono quelle dell’associazione riconosciuta o
della cooperativa. Il passo successivo consiste nell’individuare l’area dove
installare l’impianto (o gli impianti) di produzione, che dev’essere in prossimità dei
consumatori. Questo significa, per esempio, che una PMI oppure una Pubblica
Amministrazione possono installare un impianto fotovoltaico, rispettivamente sul
proprio stabilimento produttivo o scuola, e condividere l’energia prodotta e immessa
in rete con i cittadini del Comune che hanno deciso di far parte della comunità. Allo
stesso modo si possono costituire comunità di quartiere, comunità agricole,
comunità di borgo e così via. L’impianto non deve necessariamente essere di
proprietà della comunità: può essere messo a disposizione da uno solo o più dei
membri partecipanti o addirittura da un soggetto terzo

Comunità energetiche dei cittadini

• Producono/gestiscono energia da fonti rinnovabili e non

• Partecipazione volontaria e aperta

• Membri e soci mantengono diritti e obblighi alle loro qualità di clienti civili o attivi

• Responsabile riparto energia

Come funzionano le comunità energetiche? Una volta messo in esercizio


l’impianto, la comunità può fare istanza – anche tramite un’azienda esterna allo
scopo delegata – al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere
gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa. È bene chiarire che gli
incentivi non sono riconosciuti a tutta l’energia prodotta, ma solo a quella condivisa
all’interno della comunità, cioè a quella consumata dai membri nella stessa fascia
oraria di produzione. Qualora la produzione sia superiore al consumo, per l’energia
eccedente viene riconosciuto alla comunità il solo valore economico dell’energia,
senza ulteriori benefici. Tale energia può anche venire immagazzinata in sistemi di
accumulo (tipicamente batterie elettrochimiche agli ioni di litio) per essere poi
utilizzata quando le fonti rinnovabili non sono utilizzabili (per esempio di notte nel
caso dei pannelli solari) o quando se ne verifichi la necessità (per esempio per far
fronte a picchi di domanda).
Da un punto di vista pratico, ogni membro della comunità continua a pagare per
intero la bolletta al proprio fornitore di energia elettrica, ma riceve periodicamente
dalla comunità un importo per la condivisione dei benefici garantiti alla comunità.
Tale compenso, non essendo tassato, equivale di fatto a una riduzione della
bolletta.

Comunità energetiche: vantaggi e benefici

Le comunità energetiche hanno numerosi impatti positivi su persone, enti e comunità


coinvolte:

• Benefici economici. Grazie ai meccanismi di incentivazione derivanti dall’energia


prodotta e utilizzata, la comunità è in grado di produrre un “reddito energetico” da
redistribuire.
• Benefici ambientali. Da un lato si evita di produrre energia da fonti fossili liberando
CO 2, dall’altro di dissipare energia in perdite di rete.
• Benefici sociali. Si stimola l’aggregazione sociale sul territorio e si educano i
cittadini a una cultura rivolta alla sostenibilità urbana, coinvolgendo tutte le fasce
della popolazione.

RePowerEU (presente anche in lezioni precedenti)


• La Commissione propone di rivedere al rialzo l’obiettivo per il 2030 della
direttiva sulle energie rinnovabili, passando dal 40 % della proposta dello
scorso anno al 45 %
• Strategia UE energia solare
• Diffusione idrogeno
• Accelerare procedure amministrative

La digitalizzazione per la transizione energetica


SMART METERS
• Sistemi di misurazione «intelligenti» (art. 9, d.lgs. 102/2014)
• Devono fornire ai clienti informazioni sulla fatturazione «precise, basate sul
consumo effettivo e sulle fasce temporali di utilizzo dell’energia»
• Sicurezza dei dati e riservatezza dei dati misurati al momento della raccolta,
conservazione, elaborazione e comunicazione
• I contatori devono tenere conto anche dell’energia elettrica immessa nella
rete direttamente dal cliente
• Dati messi a disposizione del cliente a sua richiesta
Con il termine "smart metering" si intendono i sistemi che consentono la telelettura e
telegestione dei contatori di energia elettrica, gas e acqua. I vantaggi dei sistemi di smart
metering sono numerosi: oltre alla riduzione di costi per le letture e per le operazioni di
gestione del contratto (es., cambio fornitore, disattivazione etc.) che possono essere
effettuate in modo automatico a distanza, e con maggiore frequenza, senza un intervento
in loco dell'operatore i sistemi di smart metering consentono altri vantaggi, che dipendono
dal settore in cui sono applicati. Tra questi vantaggi vi sono:
• Per tutti i settori con contatori individuali: migliore consapevolezza del cliente finale
in relazione ai propri consumi e promozione dell'efficienza energetica e dell'uso
razionale delle risorse;
• Per tutti i settori (energia elettrica, gas, idrico, teleriscaldamento): migliore gestione
della rete e migliore individuazione delle perdite tecniche e commerciali.
• Per i settori liberalizzati (energia elettrica e gas): facilitazione della concorrenza per
la possibilità di ottenere una lettura "spot" (al di fuori del ciclo di lettura) in
occasione del cambio di fornitore
Smart meters (art. 9 d.lgs.210/2021)
• L'ARERA fissa i requisiti funzionali e tecnici minimi dei sistemi di misurazione
intelligenti, assicurandone la piena interoperabilità
• I requisiti rispettano le seguenti condizioni:

1. Consumo di energia elettrica deve essere accuratamente misurato e devono essere


fornite ai clienti informazioni sul tempo effettivo d’uso
2. Sicurezza dei sistemi di misurazione e della comunicazione dei dati deve essere
conforme alla pertinente normativa europea, tenendo conto delle migliori tecniche
disponibili di cyber-sicurezza e dei costi, alla luce del principio di proporzionalità
3. Riservatezza client
• Accesso ai dati misurazione e consumi
• Operatori devono assicurare che i contatori dei clienti attivi che immettono energia
elettrica nella rete siano in grado di registrare l’energia immessa nella rete
• Messa a disposizione dei dati, a richiesta del cliente, con un’interfaccia
standardizzata
• Informazione relativa al dispositivo da parte dell’operatore
• Misurazione e pagamento

SMART GRID

• «Reti intelligenti»: reti di informazioni e di reti di distribuzione dell’energia elettrica

• Decentralizzate; fase di distribuzione

• Fa comunicare produttori e consumatori

• Preleva informazioni, in tempo reale, dai contatori, dai veicoli e da tutti i prodotti e
gli strumenti connessi agli utenti, per poi razionalizzare e distribuire l’energia in
maniera efficiente, evitando i sovraccarichi e le variazioni di tensione

• Progetto pilota dell’ARERA in materia di smart grids per «ammissione a


trattamento incentivante» (2010)

• «Ai distributori di energia elettrica che effettuano interventi di ammodernamento


secondo i concetti di smart grid spetta una maggiorazione della remunerazione del
capitale investito per il servizio di distribuzione, limitatamente ai predetti interventi
di ammodernamento. I suddetti interventi consistono prioritariamente in sistemi per
il controllo, la regolazione e la gestione dei carichi e delle unità di produzione, ivi
inclusi i sistemi di ricarica di auto elettriche» (art. 18, d.lgs. 28/2011)

• PNRR: investimento su smart grid

La rete elettrica non è più solo quindi un canale per trasmettere e distribuire energia elettrica
dalle grandi centrali ai clienti finali ma una rete “intelligente”, ovvero una Smart Grid. Si tratta
di una rete comune in grado di fare interagire produttori e consumatori, di determinare in
anticipo le richieste di consumo e di adattare con flessibilità la produzione e il consumo di

energia elettrica. Una rete che si compone di tante piccole reti collegate tra loro e in grado di
comunicare. Queste reti si scambiano informazioni sui flussi di energia e gestiscono con
migliore efficienza i picchi di richiesta, evitando interruzioni di elettricità e riducendo il carico
ove necessario. Una smart grid possiede strumenti di monitoraggio intelligenti per
tenere traccia di tutto il flusso elettrico del sistema, come pure strumenti, quindi, per
integrare energia rinnovabile nella rete.
Quando il costo dell’energia diventa minore, ad esempio, una smart grid può decidere di
attivare processi industriali oppure elettrodomestici casalinghi. Oppure, gli eventuali surplus di
energia di alcune zone possono essere ridistribuiti dalla rete laddove vi sia la necessità, in
modo dinamico ed in tempo reale, grazie ai software di gestione. Efficienza è la parola chiave
che meglio descrive queste reti. meccanismi che regolano una Smart Grid, insomma,
sono simili a quelli su cui si fonda la rete Internet. Qui tutti gli utenti sono interconnessi tra
di loro, ricevendo e inviando informazioni, fuori dal tradizionale schema di distribuzione da uno
a molti. In sintesi, la rete elettrica del futuro dovrà garantire:
1. la fornitura dell’energia elettrica;
2. l’accesso alle fonti di produzione rinnovabile;
3. minori costi e minori emissioni di gas serra;
4. notevole flessibilità, per venire incontro alle nuove esigenze dei consumatori.



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