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BERTOGLIO - BRERO
Manuale
ISBN 978-88-23307-57-5
Un ringraziamento particolare alla professoressa Gianna Illecchiani per il prezioso contributo fornito durante la fase
di preparazione di questo volume.
I diritti di traduzione e riproduzione, totali o parziali anche a uso interno e didattico con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti
i Paesi.
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Le riproduzioni per uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15%
del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108,
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La realizzazione di un libro presenta aspetti complessi e richiede particolare attenzione nei controlli: per questo è molto difficile
evitare completamente errori e imprecisioni. L’editore ringrazia sin da ora chi vorrà segnalarli alle redazioni.
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o inesattezze nella citazione delle fonti dei brani o delle illustrazioni riprodotte nel volume. L’editore si scusa per i possibili errori
di attribuzione e dichiara la propria disponibilità a regolarizzare.
Sia le operazioni descritte negli esempi, nelle esercitazioni svolte e negli esercizi da svolgere, sia quelle risultanti da riproduzioni
di titoli di credito e di documenti commerciali e bancari presenti in questo volume sono state immaginate a scopo esclusivamente
didattico, anche nei casi in cui vengono nominate imprese o banche esistenti, e pertanto non rappresentano situazioni o rapporti
reali e non indicano prezzi, tassi, valute e altre condizioni effettivamente applicati.
Inoltre, i testi tratti da articoli di giornale, libri, riviste sono stati liberamente rielaborati dagli autori a fini didattici.
0030.presentazione.qxd 16-01-2008 16:01 Pagina III
PRESENTAZIONE
Presentazione
Lo scopo di questo corso è quello di fornire una visio- di ogni modulo e propone molti esercizi (svolti e da
ne globale della vita dell’azienda e dei suoi rapporti svolgere) strettamente collegati alla parte teorica.
con l’esterno, nonché di quanto avviene al suo inter- Gli esercizi svolti e da svolgere sono incentrati essen-
no, con particolare attenzione alla “rivoluzione” che le zialmente sull’uso di Excel, integrati con proposte di
nuove tecnologie hanno portato anche nel mondo navigazione in Internet e di redazione di relazioni con
economico. Word, nonché di presentazioni con Power Point.
Il testo si caratterizza per il continuo adeguamento L’aggiornamento continuo della teoria contri-
alle nuove realtà, in modo da rispondere pienamente buisce a un maggior equilibrio nella preparazione
alle istanze e alle richieste che provengono dal degli studenti. Inoltre, la trattazione teorica è inte-
mondo scolastico, sia dai docenti sia dagli studenti. grata con rappresentazioni schematiche, numerose
esemplificazioni (semplici esempi ed esercitazioni
La struttura del corso presenta un’oculata raziona- svolte) ai fini di una migliore comprensione dei con-
lizzazione dei contenuti che si concretizza in un cetti esposti.
riordino della successione degli argomenti relativi al La presenza di schemi di ripasso posti alla fine di ogni
programma ministeriale (con gli aggiornamenti legi- unità, il numero considerevole di esercizi nella sezio-
slativi e disciplinari più recenti), al fine di evitare ne Misura la tua preparazione e anche di nuove tipo-
fuorvianti ripetizioni nel volume per la classe quinta. logie di esercizi adeguati alle attuali richieste didatti-
Questa riorganizzazione ci permette, da un lato, di che (per una verifica sinottica e immediata della parte
rispondere meglio alle nuove esigenze didattiche e, di programma svolto) costituiscono l’apparato didatti-
dall’altro, di rendere più immediata la consultazione. co del testo.
La sezione dedicata al Laboratorio, si trova al termine Gli autori
G U I DA
moduloA
M O D U LO A
mico
strumento econo
L’azienda come
Unità 1
L’ azienda eazlaiosunea
l’ambiente
I rapporti con
Unità 2
organizz
ienda
funzioni dell’az
I soggetti e le
Unità 3
zzazion e
Il percorso modulare
Gli studi di organi
Unità 4
da
azione dell’azien
si affronterà l’organizz come strumento economico
In questo modulo
E
S C E NN ZZ E
i concetti di azienda il processo organizzativa
e si approfondiranno i soggetti e le funzioni aziendali, nti dell’azione
aperto, la figura e il ruolo
di manager
Processo e strume
e come sistema tiva e i suoi modelli,
dell’azione organizza zione aziendale. Unità 5
Conoscenze:
• il concetto di
bisogno; collaboratori; zzativi
TE
nditore e dei suoi I modelli organi
ruolo dell’impre ento dell’azienda;
• la figura e il abili per il funzionam
• le funzioni indispens di pensiero negli studi di organizza
zione Unità 6
correnti
• le principali
E COMPE
di strutture organizza decisionale.
• i principali modelli del manager e le fasi del processo er
ruolo del manag
La figura e il
ruolo
• la figura e il
M O dei vincoli
leDe U L O
Unità 7
Competenze: di una situazione
ambienta
A
C O N O
• effettuare l’analisi
essa presenti; un’esperienza
funzioni;
specialità delle singole forme di investimento;
to delle principali Laboratorio
• calcolare il rendimen un organigramma;
• leggere e costruire decisionale e le nuove responsab
ilità del
lo
produzione e vendite (modulo C).
• analizzare il
manager.
processo
I
B 3
f inanz
$ L’apertura di ogni modulo si presenta su due pagine e gli in iamenti
vestim
enti Unità
affiancate e riporta l’introduzione ai contenuti e gli 1 Le so
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agli inveietà di per o di capitale no i concett 2
obiettivi a essi collegati suddivisi per conoscenze e
son
e liqu stimenti azie e e di cap proprio i relativi ai
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172
timen
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Labora
torio
modulo C
m
Gli acquisti, Unità 1 La gestione degli acquisti
Conoscenze:
• le politiche degli approvvigionamenti;
• la gestione degli acquisti e delle scorte;
• il ruolo e l’organizzazione del magazzino; Unità 5 Il sistema informativo delle vendite
• la valorizzazione dei carichi e degli scarichi di magazzino;
• le caratteristiche dei processi produttivi;
• i criteri di gestione e gli elementi del marketing;
• gli aspetti contabili delle operazioni di vendita.
Competenze: Laboratorio
• effettuare le scritture in P.D. delle principali operazioni connesse
con gli acquisti;
Ve r ifica A
SCENZ ). l’area
CONO 10/100 enze del
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gli la ializza o che Fayol
9 Sce “mond ento al fatt dpuò ata da I soggetti e
ssio ne rim teo rizz le funzioni d
ell’azienda
l’espre si fa rife presa rata Unità 3
1. Con onomia” aziende ale
6. L’im a decent struttura Una risorsa
s t rVea t er igf i c a A
dell’ec le struttur cisa M O D U LO A
B
per ion
auna di una pre si adegua 2. ESERCIZIO 53 Confronto tra diverse C
ossibile mercato naz ipotesi di costo della D
E
ta imp co inante bpriva struttura che l’ambiente 54 rete di vendita F
adivenrare in un uni è predom sta 9 Indica se le affermaz G
ope ndo itali cuna tamenti del tralizzata per
ioni sono vere o estim enti 55
o il mo ico cap e ai mu ttura cen ciascuna risposta false e, nella seconda ti e inv
compiti
prodotto venduto:
amen
bin tuttema econom le barrier
esatta = 20/100).
stru ipotesi, spiegane Finanzi
one dei il motivo (2/100 56 Mod. C
il sist a caderei vari Paesi duna egnazi 1. L’obiettivo principale per
MODU
LO B prezzo di vendita
ono e di ass 57 250
ctend merciali tra ndo barrier di
unità 1
erio 2. L’ambiente condizion un’aziend a è la conquista di
7. Il crit ni è nde i nuovi mercati V 58 Struttura del costo:
ndi azie ltinazional
di persone
com
no innalza vari Paesi fun zio gra 3. Il rapporto che a l’azienda solo se
questa non ha la F
stan i le mu lega
dsi merciali tra diffuso
nel nelle nde quello con i mercati
l’azienda ai mercati di acquisizio forza di respinger
ne è unidirezionale, e le pressioni esterne
59 ipotesi 1
tive izzato rappresentanti di commercio
Le società
com anizza l'azien
da ail più iamente util to dalle azie 4. Il vantaggio competitidi sbocco bidirezionale 60 ipotesi 2
ili org izza num. 5 venditori diretti provvigione
variab alità del l’identico bamp amente util die azie
nde 5. Ricerca e sviluppo vo si comprende se si considera
2. Le funzion l’azienda come un 61
ole e me
sono sinonimi
no la che assumono ctipic odotto 6. Alla base delle costo lavoro (per addetto) 5,00%
ura picc le tutto unico
pluripr uso nell e e ulti teorie 62 ipotesi 3
aassic elementi aziende larment e obiettivi dell’impre di Taylor sta una profonda separazio num. 5 venditori diretti rimborso spese + automezzi 26.000
erite l più diff
bsono in tutte le risorse rep
(totale)
di a è partico 7. L’outsourcing sa ne tra motivazioni
del lavoratore
63
costo del lavoro (per 25.000
risalto delle da ienda mm 8. Le posizioni di
rappresen ta un’evoluzione addetto)
o parte ganigra
64
ien dell’az staff sono previste dell’approccio “mercati-g provvigione 18.000
cfann sterno dell’azfunzionalità 8. L’or ienda 9. I mansionari solo a livello alto erarchie”
all’e o la quando quando ta l’az attività contengono dettagli direzionale
liquida una nuova a aziendale 10. Vi è una pluralità in merito rimborso spese + automezzi 1%
iudican forma essere di metodi di previsione alle modalità d’azione delle posizioni (totale)
dpreg riale si iata ttur i
adeve essere iniz tata la stru blea dei soc
25.000
indust urali organizzative La tabella richiesta
tretto rse nat get 3. ESERCIZIO doveva evidenzia
3. Il dis a di riso dizioni bdeve essere pro vocata l’assem ne
tra le 10.000 e
le 20.000 unità, re, per quantità
di prodotto venduto
ondanz crea le con cdeve essere con oluzio dita nelle tre ipotesi. con intervalli di
un’abb e o l’ev 9 Rispondi alle da 1.000 pezzi, il costo compresa
avi è pposita legg cita di azie ò
nde
ddeve sentan seguenti domande un’azien Per
In A67 inserì “quantit prima cosa Rosa procedet
ento di
della rete di ven-
t rappre aperte (3/100 per te alla intestazi
n’a
bu revoli alla nas che per ss uni 1. Qual ciascuna conferim à venduta”, in one delle
relativi al
è la relazione tra risposta esatta = in F67 “ipotesi B67 “ricavi”, in
he azie
nde busine 2. Quali sono le utile di gestione e 30/100). più conveniente”. C, D, E 67 “ipotesi colonne.
favo
o poc ori diversi stesso sett
ore 9. Le struttur
a sopravvivenza nel I calcoli vi al con- A68:A78 inserì Dopo aver digitato
svo lto funzionante
la conseguenze del tempo? 1, 2 e 3”,
i son
cv rano in sett lo del 3. Che cosa si intende fatto che l’azienda io li relati le diverse in A68:10.
o nel rizza e è un sistema aperto?
ese rciz impostare
i calco
continuità Serie, Valore di ipotesi di quantità 000, nella zona
ope
aziende
operan
tore si
caratte division
amulti trice
4. Qual è l’element per dinamismo?
5. In che cosa consiston
o centrale della teoria 1 onico Excel
è possibile modello basato sulla . Tali dati In B68 scrisse
incremento:1000
, Valore finale:
vendute, con
Modifica, Ricopia
dpiù prendi iniziativa
di Porter e come
il foglio elettr funzionante, sia
con il mento dei
valori la formula per 20.000.
ba ma funzionale si articola? minati a percentu il calcolo dei ricavi,
dell’im ee 6. Qual è la differenza o le tre rivoluzioni industriali? Mediante dell’adegua ale utile per calcolare
figura o di capital cpluri 7. Quali sono le tra un’azienda di un’azienda basato sul principio in P.D. nel- assoluto le permise sul fatturato: =$D$56*A68. i costi deter-
4. La ort are ricadute del pensiero orientata al cliente e una customer ferimento o contabili quanto svolto di copiare la formula L’aver fatto uso
per app riale e per dline capo 8. Come si articola , sia con quell ti nelle rilevazioni e in laboratorio di casa, e In C68 inserì del riferimento
driver? classe o a
la di nella sottostan
dito lità nel er è un il sistema di pianificaz Herzberg sulle moderne impostazi dei valori
poi essere
inseri
la applicazion prima in
la formula per
il calcolo del costo te zona B69:B78
impren onsabi rtive manag ership dirigente er 9. Quali sono i principali ione
pregi del modello e di controllo della gestione?
oni del lavoro in potranno costituisce cizio può essere svolto
sentanti, =$G$59 della rete di vendita .
10. Il
di resp azienda? *B68, successi
nzione li e spo ra lead 10. Che cosa si esercizio In D68 consider vamente copiata con rappre-
cultura di sicu ordinato a un ere un lead inati intende per stile plurifunzionale? Il presente teorica. L’eser computer. ò il costo della e incollata nella
aassu unità sociale di iniziative a ota to ess ord di leadership parte
otta e Luca costo seconda zona C69:C78.
zioni ’aziend ad nto sub riesce a ai suoi sub ? l’ambito della in laboratorio con
il annuo di un venditor ipotesi: si trattava
T O R I O
rientrar ... della richezza, .................. che realizza un’attività Gugliotta contabilità
mente copiata
nella zona sottostan $63*B68, formula anche questa
ale dell’1% sul
apuò ting ..................................
.o a favore delle economic
persone che formano a di ................................... e anti dalla L’ipotesi te. successiva-
marke duzione, collegam di altre collettività di riferimento il ................................ niali, risult
L’ultima colonna
2. Gli obiettivi sono ento, distribuzione, fine aziendale (commerciali, economiche, giuridiche ... 500.000 più conveniente era invece destinat
tico dell’ipotesi a ad accogliere
azienda persegue
delle .................................. , soggetto aziendale
).
, direzione, pro-
Fabbricati 150.000 di rete di vendita la determinazione
126 . alle quali tendere facendo uso della più conveniente in
3. Nell’ambiente una molteplicità mediante specifiche commerciali 60.000 funzione SE, inserì per ciascuna quantità automa-
che lo circonda,
di obiettivi, di natura
e importanza diverse ................................... Ogni Attrezzature ogni risultato e in F68 venduta
L A B O R A
duttivo e offre i ................. il sistema azienda 35.000 i restanti due, una formula basata :
(norme, alla ricerca di sul confronto tra
.................. e i ................. ricerca le ................................... necessarimete, direttive, azioni). Merci Se l’ipotesi 1 era
R AT O
468
0040.guida_lettura.qxd 16-01-2008 16:02 Pagina V
G U I DA
ud i
“
Una settimana di contrattazioni a Londra si conclude con l’acquisto del pac-
IL CASO AZIENDALE
re della
- Borsa.
IL CASO AZIENDALE
rruz ione umo . Sia Non [...] I mer
ico.avevano un- penny, hanno venduto la loro idea per 15 milioni di euro a
de tren i senz i del cons tecnolog fron
rsi diamericano,
«Un granr crescere – quas tutti i compart alto contenuto diun gigante
trova e si sono seduti sulle poltrone di manager dell’ultima
e – più sion e quantità dell’eldorado telematico.
ni a vede iuntural
cong quelli a
ità sia creato l’illu
ano asso
o di
rbireavventura
grande ir-
fosse
carattere ra quotidian oni finite, avev a fondo, in grad tale tendenza ti ri-e Alan erano quattro squattrinati studenti di fisica e com-
nost
si della che avere dimensiPozzi quindi senzconvinzione che affat Peter, . MolMik
John,
to così e
LE
cati, più i di San Patrizio. così generata la Ma non è stato sia puter la risultantti. di Nottingham. Solita vita, fatta di spensierati stenti, di
solodell’università
quotidiani e periodici, per lo più a carattere econo- i mercati appartamentini uscida dividere, di letti in affitto, di bohème e di ragazze. Fin-
te a pozz di merci. Si era sempre. o ancora li può
durare per attuale di molt cui non siam
illimitate e destinata a da struttura
ché iPeter, prima di un esame, decise che ne aveva abbastanza del compa-
le che la stasi sfavorevole ha invece radic i a una so- cercarsi una nuova casa. Ma come? «Ah, se ci fosse
reversibi ancora, a torto, ura o che
gno divicin
ai
stanza e voleva
sostitu-
congiunt è orm
NDA
tengono o periodo di urale un fenomene dei mercati si quas
Internettuttiaddiaiutarmi!».
i a som- gli venne il brainwave, il lampo di genio.
gran part in larga misura, Passò
Davantipart alloitaspecchio
di un lung per congiunt ntesca progress io-
are nze. Per ai, una giga enti.l’esame, e convocò gli amici al pub. L’idea era semplice, semplicissi-
Equivoc gravi consegue umi sono orm a La
“
ders unamal di denti, dove tagliarsi i capelli all’ultima moda.
AZIE
ne da part competitor. In i bisogni lasciano mente fungibili. da atten dell’universitario.
Il vademecum se Anche i giovani possono diventare imprenditori di successo: anzi, nella new eco-
dei
scapito suoi comparti, duttili, più facil esse , non sia emente positiva
nomy le loro possibilità sono maggiori rispetto al passato.
ASO
mer
cesso ai ità fra gli esclusi di contamin zie alle loro conoscenze informatiche: lo chiamano “student – net co.uk”.
ORE
mente il proprio cammino in solitudine (un esempio per tutti: Jeff Bezos, il
sta rapid t. Una sorta È is, Sole 24 immediato. Ventimila contatti alla settimana, e solo a Not-
unIlsuccesso fondatore di Amazon.com), il successo spesso arriva nel momento in cui chi
stration effec di G. Fabr
tingham. Visto che la cosa funziona, i quattro si allargano ad altre città. Fun- ha avuto l’idea iniziale viene affiancato da manager di consolidata esperien-
mon olo
un artic
azione di ziona anche meglio. Ma, come sempre in Internet, non rende. Qualche tem- za: insieme possono sviluppare lo spunto di partenza trasformandolo in
Rielabor po dopo John, uno dei quatto, arriva e dice: «Io smetto, mi sono rimasti do- un’attività remunerativa.
IL C
cont
H E che tiene cato,
AT I C ante evol
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con il mer
35
B L E M a una cost o dai rapporti costante
-
P R O keting è
soggetta
che eme
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e deve
essere
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mar difficoltà sistema aziendal circonda.
prensione e l’assimilazione dei concetti proposti. o di risultato succe ssivo, ai soci oppure e al rimborso n e quelle
io il Cont sercizio assegnato della prima quota relative
di capitale del prestito allo storno del rateo all’1/01,
dell’eserciz (utile) che nell’e vale a dire
Piano di ammortam
Alla fine posit ivo destinato, ento finanziario
ta-La quota annua di rimborso del prestito obbligazio all’1/06 dell’anno
n+1.
to o essere di asses
Il risulta economic soci, deve le scritture del prestito si ottiene nario a
dividendo il valore quote di capitale costanti
parte dei rilevato dopo
economico bilancio da a. ste, viene
1.000.000,00 nominale per la
durata in anni:
o a riserv delle impo ⫽ 200.000,00
positivo: l’utile accantonat
cizio, al netto con la seguente
scrittura: 5
L’utile d’eser
Avere In data 01/09 di ogni
MODU
STUDI
Taylor
SCIENTIFIC
MANAGEMENT
Le soci
isu ra la
G U I DA
La simbologia grafica
La nuova veste grafica fa ricorso a una serie di icone che hanno lo scopo di facilitare l’orientamento nonché di
agevolare la comprensione di quanto presentato.
I concetti fondamentali o definizioni sono quelle parti di testo di particolare rilevanza all’interno
della trattazione. Vengono identificati dall’icona a fianco e dalla particolare caratterizzazione del testo.
Titoletto Le postille o titoletti nel colonnino di servizio indicano la sequenza logica degli argomenti oltre a
costituire un percorso sintetico parallelo alla trattazione più estesa dei contenuti.
Le icone, utilizzate per i rimandi ad altre parti del volume, servono a collegare gli argomenti tra i tre
moduli o la teoria con il Laboratorio e contribuiscono a facilitare la comprensione e il ripasso da parte
degli studenti.
L’icona che segnala la presenza del glossario viene utilizzata per spiegare a margine del testo il signi-
ficato di alcuni termini specifici o complessi.
L’icona che simboleggia Internet rinvia ai siti web più interessanti ai fini della ricerca o dell’ap-
profondimento degli argomenti trattati.
L’icona costituita da un punto interrogativo indica i quesiti, proposti nell’ambito degli esercizi e delle
verifiche, ai quali lo studente è chiamato a rispondere.
L’icona utilizzata per il rimando alla sezione di Laboratorio indica le esercitazioni che trovano un’ap-
plicazione informatica.
L’icona lavagna segnala la presenza degli esempi esplicativi che accompagnano la trattazione teo-
rica degli argomenti.
L’icona esercitazione svolta introduce l’applicazione pratica di più argomenti trattati nei
diversi paragrafi dell’unità.
2 = media difficoltà
3 = maggiore difficoltà
0050.indice.qxd 16-01-2008 16:02 Pagina VII
INDICE
Unità 4
Unità 5
Obiettivi: conoscenze e competenze
L’azione organizzativa: processo
Sommario del modulo
e strumenti 73
1. L’assetto organizzativo 74
Unità 1 2. La progettazione della struttura
INDICE
INDICE
M O D U LO A
moduloA
m
L’ azienda e la sua
Conoscenze:
• il concetto di bisogno;
• la figura e il ruolo dell’imprenditore e dei suoi collaboratori;
• le funzioni indispensabili per il funzionamento dell’azienda;
• le principali correnti di pensiero negli studi di organizzazione
aziendale;
• i principali modelli di strutture organizzative;
• la figura e il ruolo del manager e le fasi del processo decisionale.
Competenze:
• effettuare l’analisi di una situazione ambientale e dei vincoli
e opportunità in essa presenti;
• analizzare le ragioni del successo o insuccesso di un’esperienza
imprenditoriale;
• individuare le specialità delle singole funzioni;
• calcolare il rendimento delle principali forme di investimento;
• leggere e costruire un organigramma;
• analizzare il processo decisionale e le nuove responsabilità
del manager.
2
0060.MA_apertura.qxd 16-01-2008 16:02 Pagina 3
Laboratorio
0070.MA_UD01.qxd 16-01-2008 15:46 Pagina 4
P R O B L E M AT I C H E
I bisogni si evolvono: esigenze dovute alle mode, così come alle esperienze culturali
o a una maggiore sensibilità ambientale, possono fare riscoprire abitudini fino a
poco tempo fa considerate superate. Anche questi mutamenti richiedono alle azien-
de, strumento fondamentale per il soddisfacimento dei bisogni umani, di adeguar-
si continuamente a nuove realtà.
4
0070.MA_UD01.qxd 16-01-2008 15:46 Pagina 5
1. L’EVOLUZIONE E IL SODDISFACIMENTO
DEI BISOGNI UMANI
La vita di ciascun essere umano è caratterizzata da una serie di bisogni che richiedo-
no soddisfacimento.
Per bisogno si intende uno stato soggettivo di mancanza di determinati beni materiali o
di servizi o, più in generale, di situazioni psicologicamente o socialmente appaganti
L’attività L’attività economica è l’insieme delle azioni con le quali l’uomo si procura, produce e
economica utilizza i beni e i servizi, individuali o collettivi, necessari a soddisfare i suoi bisogni
e il ruolo
delle aziende Naturalmente facciamo riferimento ai beni e ai servizi economici, ovvero a quelli la
cui disponibilità è limitata e per i quali si è disposti a pagare un prezzo. In quest’ot-
tica non rientrano quelle che abbiamo definito situazioni appaganti (l’amicizia, lo star
bene a scuola, il sentirsi considerati), la cui influenza sullo svolgimento dell’attività
economica è tutt’altro che trascurabile.
PRODUZIONE
CREAZIONE DI UTILITÀ
5
0070.MA_UD01.qxd 16-01-2008 15:46 Pagina 6
contribuisce alla migliore conoscenza dei fenomeni e delle risposte che caratterizza-
no l’attività d’impresa. La disciplina che, invece, tratta espressamente dell’organizza-
zione e della gestione economica delle aziende è l’Economia aziendale, intesa quale
scienza che si occupa dello studio e dell’enunciazione delle leggi e dei principi di con-
duzione economica delle aziende. Al centro dell’attenzione degli studiosi di Economia
aziendale vi sono quindi le aziende.
Le aziende sono unità la cui ragione di esistere risiede nell’esistenza dei bisogni umani,
il cui soddisfacimento richiede consumo e quindi produzione di beni e di servizi
La funzione In questo senso, l’azienda ha una funzione strumentale rispetto agli scopi che i sog-
strumentale getti (uomini o istituzioni) perseguono e che sono relativi al soddisfacimento dei biso-
dell’azienda gni (individuali o collettivi). L’azienda, quindi, è uno strumento mediante il quale
l’uomo opera sistematicamente in campo economico.
Molteplici Le definizioni della “realtà azienda” sono molteplici; alcune ne esaltano le caratteri-
definizioni stiche strutturali, presentandola come un’organizzazione di uomini e beni; altre, evi-
denziando i caratteri operativi e permanenti, presentano l’azienda come un comples-
so che opera sistematicamente in conformità al perseguimento dei propri obiettivi;
altre ancora mettono in risalto i caratteri di durata nel tempo (l’azienda come struttu-
ra destinata a resistere nel tempo) e la funzione sociale (l’azienda come comunità di
lavoro) propria dell’azienda.
Una definizione Facendo riferimento agli studi economico-aziendali più significativi, è di particolare
moderna interesse la definizione di azienda proposta da G. Farneti:
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3. LA CLASSIFICAZIONE E LE STATISTICHE
Le realtà che interessano maggiormente l’Economia aziendale sono le aziende di pro-
duzione (che d’ora in poi denomineremo, semplicemente, aziende o imprese).
Poiché vi è un ampio ventaglio di tipi di azienda, è opportuno effettuare una classi-
ficazione basata sulle principali variabili gestionali riscontrabili nella realtà.
Il settore In relazione al settore di attività avremo le aziende che operano nel:
di attività • settore primario, quali, per esempio, le aziende agricole, di caccia e pesca, di alle-
vamento, minerarie;
• settore secondario, quali le aziende industriali trasformatrici di materie prime e le
aziende edili;
• settore terziario, quali le aziende di servizi come, per esempio, le aziende banca-
rie e finanziarie, le aziende di assicurazione, le aziende di trasporto e di comunica-
zione, le aziende commerciali, turistiche e della ristorazione, le aziende di servizi
vari (per esempio quelle operanti nel settore dell’informatica); le aziende che ope-
rano nel settore terziario, facendo ricorso a strumenti tecnologicamente molto svi-
luppati, costituiscono il cosiddetto terziario avanzato.
La natura In relazione alla natura del soggetto aziendale avremo:
del soggetto a. aziende private nelle quali il soggetto giuridico è di natura privata e si concretiz-
aziendale za in una persona fisica (azienda individuale) oppure in una pluralità di persone fisi-
che (società di persone) o in una persona giuridica (società di capitali);
b. aziende pubbliche nelle quali il soggetto giuridico è pubblico.
Le dimensioni Con un decreto del Ministero delle Attività produttive (oggi Sviluppo Economico),
aziendali che fa seguito a una raccomandazione della Commissione europea, sono stati indivi-
duati i criteri per definire le microimprese, le piccole imprese e le medie imprese.
Viene considerata “impresa” qualsiasi entità che esercita un’attività economica indi-
pendentemente dalla sua forma giuridica. In tale definizione rientrano anche le atti-
vità economiche svolte a titolo individuale, le imprese familiari e le attività artigianali.
7
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alternativi. Per esempio, appartengono alla categoria delle imprese di piccole dimen-
sioni le imprese con meno di 50 dipendenti e con un fatturato e/o un totale dell’atti-
vo di bilancio non superiori a 10 milioni di euro.
Occorre partire dalla considerazione che l’impresa viene gestita alla luce di alcune
scelte che l’imprenditore, cioè l’iniziatore e il propulsore dell’attività aziendale, ha
compiuto nel momento in cui ha deciso di dare vita a una nuova entità economica e
precisamente:
• la scelta della mission, ovvero la scelta del settore in cui operare e l’individuazio-
ne della funzione di utilità che si intende offrire al consumatore-utente: da queste
scelte deriva il ruolo che l’azienda intende ricoprire nella competizione di mercato;
• la messa a punto della tipologia di prodotti o servizi offerti alla clientela, scelta che
viene denominata posizionamento;
• la definizione dei tratti caratteristici dell’azienda che si vuole vengano percepiti
all’esterno e che si sintetizzano nella sua immagine.
Tali scelte caratterizzano profondamente l’azienda e rappresentano una
sorta di identità che permette al mercato di capire quello che può esattamente
ottenere dall’azienda stessa: si crea così una situazione che non è facilmente modi-
ficabile in futuro, a meno di effettuare importanti investimenti, soprattutto sul
piano dell’immagine, per convincere il mercato della bontà delle nuove proposte.
La definizione Alla luce delle decisioni di fondo, vengono definiti gli obiettivi, cioè i risultati, che l’a-
degli obiettivi zienda dovrà conseguire e le strategie, ovvero le scelte concrete, da mettere in atto per
raggiungerli: gli obiettivi sono quindi delle mete alle quali tendere mediante
specifiche azioni.
È importante notare che gli obiettivi vengono definiti prima dell’effettuazione dei vari
atti di gestione, nell’ambito del processo di programmazione.
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La relazione fra
utile di gestione mediante la realizzazione di prodotti e
l’azienda servizi che abbiano il requisito
e sopravvivenza della utilità per il mercato
nel tempo
ha come obiettivo generale ottiene
In un’economia di mercato l’utile viene quindi raggiunto solo se si crea utilità per i
destinatari del prodotto realizzato o del servizio erogato
La creazione Perché si crei utilità occorre che la produzione di beni e servizi avvenga a determi-
di utilità nate condizioni, e cioè: nella quantità richiesta dal mercato; con la qualità
richiesta dai consumatori; al minimo costo.
Altri requisiti Il requisito della produzione di utilità non è, però, da solo, sufficiente per assicu-
rare la sopravvivenza dell’azienda nel tempo. Occorre infatti che l’azienda operi in
condizioni di:
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0070.MA_UD01.qxd 16-01-2008 15:46 Pagina 10
=
RICAVI
PROFITTO
intendendo come oneri figurativi, essenzialmente, la somma del valore del lavoro
svolto dall’imprenditore in azienda (figurativamente pari alla remunerazione che per-
cepirebbe se lavorasse presso un’altra azienda) e del reddito che egli potrebbe otte-
nere investendo i propri capitali sul mercato anziché nella sua azienda.
Alla base Gli esperti di gestione aziendale sostengono che vi è una sorta di “ricetta” a proposi-
della redditività to del raggiungimento di una fondamentale, stabile redditività; questa ricetta preve-
de che la gestione aziendale rispetti tre condizioni fondamentali:
L’efficacia
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L’efficienza
È una condizione più difficile da raggiungere: riprendendo l’esempio della torta, agi-
remo con efficienza se otterremo, con la farina e gli altri ingredienti a disposizione,
la migliore torta possibile. Se però “bru-
ceremo” la torta e saremo costretti a rifa-
re il lavoro, probabilmente avremo agito RISULTATI OTTENUTI
con efficacia, in quanto la torta prima o RISORSE A DISPOSIZIONE
poi riusciremo a prepararla, ma sicura-
mente non con efficienza. =
Le aziende Rossi e Verdi producono lo stesso articolo utilizzando la stessa materia prima: l’azienda Rossi ha ottenuto n. 123.665
unità utilizzando kg 62.457 di materia prima, mentre l’azienda Verdi ha ottenuto n. 84.594 unità consumando kg 38.452 di
materia prima.
Calcoliamo il rapporto tra il risultato ottenuto e la materia prima consumata dalle due aziende e determiniamo quale di esse
ha operato con il maggiore livello d’efficienza.
Il livello di efficienza può essere misurato mettendo a confronto il risultato ottenuto con la quantità di risorsa utilizzata. Sulla
base dei dati a disposizione otteniamo i seguenti risultati:
123.665 84.594
Efficienza ––––––––– = 1,98 ––––––––– = 2,20
62.457 38.452
L’azienda Rossi ha ottenuto 1,98 unità di prodotto per ogni kg di materia prima utilizzata; l’azienda Verdi ha ottenuto inve-
ce 2,20 unità di prodotto per ogni kg di materia prima: quindi, l’azienda Verdi ha operato con maggiore efficienza, in quan-
to ha utilizzato in modo migliore la risorsa che aveva a disposizione.
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Il Conto economico dell’azienda Alfa evidenzia ricavi per 715.821 euro e costi complessivi pari a 606.610 euro; il Conto eco-
nomico dell’azienda Beta evidenzia invece ricavi per 1.240.612 euro e costi per 1.115.321 euro.
Determiniamo il livello di efficienza, in termini economici, delle due aziende.
Entrambe le aziende hanno conseguito un utile di esercizio in quanto in entrambi i casi i ricavi sono stati superiori ai costi. In
particolare, l’azienda Alfa ha ottenuto un utile pari a (715.821 – 606.610) euro = 109.211 euro, mentre l’azienda Beta ha con-
seguito un utile di (1.240.612 – 1.115.321) euro = 125.291 euro.
Il calcolo dell’efficienza in termini economici viene effettuato mettendo a confronto i ricavi con i costi:
Entrambe le aziende sono nell’area dell’efficienza in quanto il rapporto tra i ricavi e i costi è superiore a 1. L’azienda Beta
ha conseguito un utile d’esercizio che in termini assoluti è superiore a quello realizzato dall’azienda Alfa (rispettivamente,
125.291 euro e 109.211 euro), ma in termini economici quest’ultima è gestita con un’efficienza superiore a quella registra-
ta nel caso dell’azienda Beta. Ciò significa che nell’azienda Alfa le risorse a disposizione sono impiegate in modo migliore
rispetto a quanto avviene nell’azienda Beta.
La produttività
La produttività di un determinato
fattore è la quantità di produzione
ottenibile con l’impiego di quel fatto- RISULTATO OTTENUTO
re produttivo, in particolare il fattore lavoro, QUANTITÀ DI FATTORE UTILIZZATA
umano e meccanico
La produttività Se, per esempio, nell’azienda A un operaio, lavorando otto ore, ottiene 200 pezzi
oraria di un prodotto e nell’azienda B un altro operaio, a parità di ore lavorate, ottiene
240 pezzi dello stesso prodotto, avremo la seguente produttività oraria del fattore
lavoro umano:
200 240
NUMERO PEZZI AL GIORNO ––––– = 25 ––––– = 30
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RISORSE A DISPOSIZIONE
AZIENDA A AZIENDA B
PRODUTTIVITÀ ORARIA
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Nell’ipotesi che il costo orario del fattore lavoro umano sia, in entrambe le aziende,
pari a 14 euro, avremo il seguente costo unitario di produzione:
Il significato La competitività delle due aziende sul mercato sarà diversa. A parità di altre condizio-
dell’indice ni, certamente l’azienda B potrà ottenere una redditività maggiore e, in caso di crisi di
mercato (recessione, ingresso di nuovi concorrenti), avrà più ampi margini di mano-
vra: in particolare, la sua maggiore produttività si concretizzerà in minori costi di pro-
duzione e quindi maggiore elasticità in sede di determinazione dei prezzi di vendita.
Un maggiore Maggiore produttività vuole dire per l’azienda maggiore potere di acquisto, in quanto
potere la riduzione dei costi conseguente all’aumento della produttività porterà a maggiori
di acquisto disponibilità e quindi alla possibilità di effettuare nuovi investimenti.
Per esempio, facendo riferimento ai servizi pubblici, la gestione delle risorse impron-
tata alla ricerca di una buona produttività può tradursi in migliori livelli di vita per i
cittadini, in quanto i risparmi di costo così ottenuti possono tradursi in nuovi servizi.
BISOGNI UMANI
ATTIVITÀ ECONOMICA
settore
natura
dimensioni
sopravvivenza utile autonomia
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a Si possono misurare l’efficacia e l’efficienza della gestione delle due filiali? A quali conclusioni si può pervenire?
b Come si può spiegare il fatto che la filiale di Roma ha incrementato il reddito pur in presenza di un fatturato
minore delle aspettative, mentre a Venezia è successo esattamente il contrario?
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per il sottoinsieme degli imprenditori che hanno fondato l’impresa, le imprenditrici forniscono giudizi negativi
sulla redditività in una percentuale maggiore rispetto ai maschi. Infatti il 28,7% delle imprenditrici giudica la red-
ditività della propria impresa “buona o molto buona” contro il 33,4% degli imprenditori.
Nell’analisi sulla nuova imprenditorialità è di particolare rilevanza individuare i fattori economici, burocratici e
sociali che ostacolano o impediscono del tutto lo sviluppo dell’attività imprenditoriale.
La quasi totalità degli imprenditori individua – il 51,8% con il giudizio “molto” e il 35,5% con il giudizio “in parte”
– negli oneri fiscali e amministrativi una delle cause fondamentali che impediscono la crescita dell’impresa.
Tale valutazione è generalizzata e con differenze minime a livello sia territoriale sia settoriale.
Scarsa redditività
Finanziamenti
Oneri fiscali
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Oltre agli oneri fiscali sono il costo del personale, il ritardo nei pagamenti da parte dei clienti e le difficoltà
a reperire finanziamenti i fattori maggiormente percepiti come causa di mancato sviluppo dell’attività di impre-
sa. In particolare il ritardo nei pagamenti è considerato un fattore di ostacolo alla crescita soprattutto dagli
imprenditori che operano nei settori delle costruzioni e degli altri servizi, mentre i costi del personale sono mag-
giormente percepiti come fattori di ostacolo per gli imprenditori dei settori industriali.
Altro elemento che impedisce lo sviluppo dell’attività imprenditoriale è la difficoltà a reperire finanziamenti.
Esso viene individuato come un fattore che “molto” o “in parte” frena la crescita dal 60,2% degli imprenditori,
ed è considerato più rilevante nel Sud e nelle Isole e per gli imprenditori del settore manifatturiero.
Meno problemi sussistono nell’acquisire personale qualificato e know-how (ovvero l’adeguamento a nuovi
standard tecnologici), fattori percepiti come ostacolo prevalentemente dagli imprenditori dell’industria manifat-
turiera e dell’edilizia.
Infine la difficoltà a combinare lavoro e famiglia è considerata un freno alla crescita dell’impresa più dalle
imprenditrici (il 12,3% considera tale fattore “molto” rilevante) che dagli imprenditori.
Elaborazione da Le nuove attività imprenditoriali, “ISTAT”
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P R O B L E M AT I C H E
L’idea di Economia di comunione nasce durante un viaggio di Chiara Lubich (fon-
datrice del Movimento dei Focolari) in Brasile: a contatto con una realtà nella
quale convivono grandi ricchezze ed estreme povertà, viene lanciato un proget-
to per far nascere attività produttive capaci di creare nuovi posti di lavoro e utili
da destinare alla crescita dell’azienda, al sostentamento di indigenti e a suppor-
to di attività di formazione dei dipendenti, nell’ambito di un rapporto positivo tra
impresa e ambiente circostante.
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Gli elementi Il primo elemento che caratterizza il sistema aziendale è la considerazione che esso
caratterizzanti è parte di una realtà più ampia: l’azienda è infatti inserita in un ambiente alle cui
caratteristiche e regole tende a uniformarsi, sia per poter sfruttare le opportunità che
da esso emergono, sia per ricercare il giusto equilibrio che le permetta la sopravvi-
venza nel tempo.
Nell’ambiente che lo circonda, inoltre, il sistema azienda ricerca le risorse
necessarie per attuare il processo produttivo (le risorse umane, tecniche, finan-
ziarie) e offre i beni e i servizi così ottenuti.
Ambiente specifico Poiché l’azione di una qualsiasi impresa avrà sempre un collegamento diretto e imme-
e ambiente diato solo con una parte dell’ambiente esterno, parleremo di ambiente specifico
generale qualora si faccia riferimento ai mercati di approvvigionamento delle risorse e di col-
locamento dei prodotti della singola impresa, e definiremo ambiente generale la
realtà più ampia, comune a tutte le imprese.
Uno schema Mettendo insieme questi elementi possiamo rappresentare il sistema azienda nello
di riferimento schema riportato alla pagina seguente.
Il sistema aziendale si avvale di risorse umane, tecniche e finanziarie che vengono repe-
rite sul mercato e immesse nel ciclo economico-finanziario: il personale in organico e gli
altri collaboratori, gli impianti, i macchinari, le materie prime, i brevetti e, in genere, le
conoscenze di cui dispone l’azienda, i finanziamenti a cui si è attinto e il credito a dispo-
sizione vengono variamente combinati e gestiti alla luce di precise strategie dando origi-
ne a un comportamento organizzativo che è frutto di un preciso progetto e la cui validità
è misurabile nei termini della performance (risultato) che si è ottenuta.
In questo quadro, le variabili che “fanno la differenza”, ovvero portano l’azienda all’ec-
cellenza dandole un vantaggio competitivo, sono essenzialmente le strategie e le
variabili organizzative.
Le strategie Le strategie sono le decisioni, prese dall’imprenditore e dai suoi collaboratori al ver-
tice aziendale, in grado di influenzare, talvolta profondamente e durevolmente, l’atti-
vità futura dell’impresa; rappresentano le linee guida nelle scelte delle altre variabili,
umane e tecniche, presenti in azienda
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AMBIENTE GENERALE
AMBIENTE GENERALE
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impatto
AMBIENTE
AZIENDA
(contesto in cui opera)
condizionamenti
Un collegamento Il collegamento con l’ambiente è a doppia direzione e ciò dà vita a una serie di con-
a doppia direzione dizionamenti che influenzano profondamente l’azienda incidendo sulla qualità e sulla
quantità delle risorse a disposizione e sul comportamento organizzativo
Sono molteplici i casi che si potrebbero citare: ricordiamo, per esempio, l’importan-
za della legislazione sociale in tema di personale, i vincoli amministrativi all’esercizio
di attività e il costo elevato del denaro in presenza di un elevato debito pubblico.
Numerose Il concetto e la realtà di azienda come sistema aperto hanno prodotto, a livello di
conseguenze organizzazione dell’attività aziendale, numerose conseguenze, tra le quali:
• il superamento della divisione del lavoro manuale e intellettuale con la
nascita di nuove figure professionali (per esempio, tutte le categorie di lavoratori a
contatto con le nuove tecnologie);
• la formazione permanente, intesa come necessità di costante aggiornamento
della propria preparazione e delle proprie conoscenze (si è stimato, per esempio, in
5 anni il periodo di validità delle conoscenze acquisite da un ingegnere e quindi
ogni 5 anni occorre, teoricamente, ricominciare da capo);
• l’evoluzione verso l’azienda-rete, intesa quale azienda che sviluppa le idee di
marketing e i processi produttivi affidando a reti di fornitori e di sub-fornitori la realiz-
www.benetton.com zazione operativa del prodotto (un’azienda antesignana in questo campo, per esempio,
è la Benetton, la quale ormai da parecchio tempo funge da azienda guida e da riferi-
mento per moltissime imprese che formano una vera e propria rete di collegamenti).
L’importanza Perché il sistema aperto funzioni realmente e non si inceppi occorre però che alla
della flessibilità base di tutto vi sia flessibilità.
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Opportunità L’ambiente offre opportunità e pone vincoli e di questi l’azienda percepisce con
e vincoli maggiore immediatezza quelli che emergono dai rapporti intercorrenti con i gruppi
sociali ed economici che si pongono come suoi interlocutori.
L’ambiente L’ambiente specifico è il contesto più particolare e ristretto, nel quale l’azienda si pro-
specifico cura gli input necessari per il processo di trasformazione e offre gli output da esso
risultanti
AMBIENTE SPECIFICO
input output
mercato mercato
sistema azienda
di acquisizione di sbocco
output input
AMBIENTE SPECIFICO
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ha a disposizione adeguati mezzi di pressione: pensiamo, per esempio, alle campagne eco-
logiche contro gli organismi geneticamente modificati presenti nei prodotti alimentari.
In definitiva, il sistema azienda è condizionato dal mercato di acquisizione delle
risorse (influenza che si concretizza nei costi sostenuti per l’acquisizione dei fattori
produttivi e per la qualità di ciò che si acquisisce), ma è anche condizionante (per
LABORATORIO esempio, il sistema azienda può essere il motore dello sviluppo di una zona o la causa,
Unità 2 per esempio nella ipotesi di grave crisi aziendale, del suo declino). Anche per quanto
riguarda il mercato di sbocco ci troviamo nella stessa situazione: il sistema azienda è
condizionato dalle scelte operate dai consumatori ma può, a sua volta, essere ele-
mento condizionante tramite l’azione pubblicitaria e promozionale da esso svolta.
4. L’AMBIENTE GENERALE
L’ambiente fisico-naturale
L’ambiente fisico-naturale è contraddistinto dalla popolazione che in esso vive, con
precise caratteristiche demografiche, dal clima, dalle connotazioni fisiche del territo-
rio, dai beni e dalle risorse naturali in esso presenti, dalle opere costruite dall’uomo e da quel-
le di cui si può avvertire la mancanza
Esso è la dimensione più immediatamente percepibile della realtà nella quale opera
l’azienda.
Le scelte aziendali saranno quindi influenzate dalla disponibilità di materie prime,
dalla possibilità di disporre di efficienti strutture per la movimentazione dei beni
in entrata e in uscita e dalle caratteristiche demografiche della popolazione cui si
rivolge l’azienda; d’altra parte, l’azienda può influire anche pesantemente sull’am-
biente fisico-naturale che la circonda, attraverso fenomeni di inquinamento
ambientale.
L’ambiente culturale
Con il termine ambiente culturale non si fa riferimento soltanto alla quantità di cono-
scenze presenti in una determinata realtà sociale, ma si estende il concetto anche alle
ideologie e ai modi di pensare, e quindi ai valori, condivisi dalla maggior parte della popola-
zione in essa residente
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L’ambiente sociale
L’ambiente sociale è il risultato della suddivisione della società in gruppi (classi) ed
è influenzato dalle relazioni che esistono tra gli stessi e dalla possibilità del passaggio
da un gruppo all’altro
www.lavoro.gov.it L’ambiente sociale è stato al centro degli interessi aziendalistici soprattutto negli
www.perlavoro.it anni 1960 e 1970, periodo nel quale i sindacati dei lavoratori dipendenti sono riu-
www.bancalavoro.com sciti a ottenere sensibili miglioramenti retributivi e normativi, condensatisi nella
legge 20 maggio 1970, n. 300, nota come Statuto dei lavoratori. Inoltre, recente-
mente è stata notevole l’influenza della riforma del mercato del lavoro, nota come
“riforma Biagi”, e delle sue modifiche successive.
L’ambiente politico-legislativo
L’ambiente politico è l’espressione del modello politico applicato nel Paese, che si
concretizza anche nell’ordinamento giuridico e nella legislazione vigente da cui deri-
vano le norme che disciplinano l’attività delle imprese
Il dibattito politico Si comprende l’importanza di questo ambiente se si pensa, per esempio, al dibattito
in corso sulle forme istituzionali più appropriate per il nostro Stato e, in genere, sulle
istanze di rinnovamento tese ad assicurare la governabilità del Paese. Sono il dibatti-
to tra le varie forze politiche e i rapporti di forza che ne scaturiscono a determinare
le scelte del Paese in materia di politica economica ed è il potere legislativo a fissare
i margini di libertà delle imprese, con norme che spaziano dalla sicurezza del lavoro
in fabbrica alle caratteristiche tecniche dei prodotti, dalla fissazione di imposte e
tasse alla difesa dell’ambiente.
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I teorici della prima soluzione sostengono che questa è l’unica via per dare efficien-
za al sistema delle aziende e quindi, con la conseguente riduzione dei costi di pro-
duzione, portare benefici all’intera popolazione.
LABORATORIO I teorici dell’economia mista sostengono invece che solo l’intervento dello Stato
Unità 2 possa tutelare le fasce deboli della popolazione e rappresentare l’elemento di equi-
librio in un mercato sempre più competitivo. Si ritiene che lo Stato sia alla base del-
l’economia moderna in quanto motore dello sviluppo economico e garante dello
stato sociale.
Naturalmente anche lo stadio di sviluppo raggiunto dal sistema economico in cui
operano le aziende e la situazione congiunturale hanno influenze profonde sulla
gestione dell’impresa: la possibilità di moltiplicare le iniziative imprenditoriali, di
avvantaggiarsi della crescita della domanda, interna e internazionale, di utilizzare ser-
vizi competitivi offerti da soggetti privati e dagli enti pubblici, di reperire risorse
finanziarie a prezzi competitivi e con disponibilità abbondante determina il successo
dell’impresa. Nel caso in cui questa non sussista, si provoca o si acuisce la crisi del
sistema produttivo.
L’ambiente tecnologico
Il livello e il ritmo del progresso tecnologico hanno un’influenza determinante sul
successo del sistema azienda e, più in generale, del sistema Paese
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Lo snellimento Questa situazione richiede che venga snellita l’organizzazione dell’azienda. Per otte-
dell’organizzazione nere questo risultato si riducono i livelli gerarchici (ovvero si riduce il numero di
capi che ogni esecutore ha sopra di sé) e si responsabilizza sempre di più la forza
lavoro, ovvero coloro che, usando un termine militare, sono al fronte, a contatto con
l’ambiente specifico in cui opera l’azienda.
Naturalmente quest’operazione, che si presenta come una vera e propria rivoluzione
organizzativa, viene agevolata dai progressi informatici che permettono grande faci-
lità di comunicazione tra il vertice e la base dell’azienda.
Differenziazione La differenziazione dei mercati e la complessità della tecnologia sono una parti-
dei mercati colare espressione del dinamismo
I distretti ll distretto industriale è un sistema economico locale dove una miriade di piccole e
industriali medie imprese produce gli stessi beni, raggiungendo risultati che in alcuni casi sono
assolutamente strepitosi
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Tra i Paesi avanzati, l’Italia presenta un sistema industriale del tutto particolare che si
può così riepilogare: un numero esiguo di grandi gruppi e un numero ancora più limita-
www.distretti.org
to di “pilastri industriali” (cioè gruppi con un fatturato superiore ai 20 miliardi di euro);
www.aaster.it
una straordinaria costellazione di imprese piccole e medie; una specializzazione mani-
www.esteri.it
fatturiera incentrata sui settori tipici del cosiddetto “made in Italy”: moda, arredo casa,
www.lom.camcom.it
alimentari ecc., con aziende leader mondiali nei loro settori, fenomeno, quest’ultimo,
www.regioni.it
assente in simili proporzioni negli altri Paesi sviluppati.
Presentiamo di seguito due tabelle sulla consistenza del fenomeno dei distretti indu-
striali, tratte dall’ultimo censimento generale dell’industria e dei servizi ISTAT.
DISTRETTI INDUSTRIALI E SISTEMI LOCALI DEL LAVORO PER REGIONE E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA
Distretti industriali
Regioni e ripartizioni geografiche
numero addetti di cui addetti manifatturieri
Piemonte 12 297.034 116.326
Valle d’Aosta – – –
Lombardia 27 1.745.042 683.094
Trentino-Alto Adige 4 46.814 14.464
Bolzano-Bozen – – –
Trento 4 46.814 14.464
Veneto 22 861.546 385.105
Friuli-Venezia-Giulia 3 123.244 50.776
Liguria – – –
Emilia Romagna 13 574.432 204.501
Toscana 15 466.494 179.525
Umbria 5 61.823 22.905
Marche 27 435.063 171.524
Lazio 2 31.542 9.903
Abruzzo 6 96.859 31.483
Molise 2 4.307 1.531
Campania 6 26.177 10.395
Puglia 8 144.096 42.557
Basilicata 1 9.927 2.627
Calabria – – –
Sicilia 2 3.236 994
Sardegna 1 2.085 892
ITALIA 156 4.929.721 1.928.602
Nord-ovest 39 2.042.076 799.420
Nord-est 42 1.606.036 654.846
Centro 49 994.922 383.857
Mezzogiorno 26 286.687 90.479
La forza La forza e le potenzialità di sviluppo di un distretto industriale risiedono nel fatto che
di attrazione in esso vi è una elevata concentrazione di aziende che producono lo stesso
bene. Per questo motivo il distretto esercita un’attrazione che non lascia spazio
a chi ne è fuori, in quanto chi intende acquistare quel determinato prodotto sa per-
fettamente che solo lì troverà la qualità migliore.
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AZIENDA
COME SISTEMA
AZIENDA
ambiente specifico ambiente generale
E AMBIENTE
mercati
fisico-naturale
di acquisizione
dinamismo
differenziazione culturale
mercati dei mercati
di sbocco complessità
della tecnologia
sociale
politico-legislativo
distretti industriali
economico
tecnologico
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bparte integrante della Costituzione italiana cforti spostamenti di manodopera tra aziende
cuna norma concordata tra le associazioni dincertezza sul futuro
dei datori di lavoro e dei lavoratori
dun regolamento che deve essere 12. Il distretto industriale si forma quando
applicato da ogni lavoratore avi è un’abbondanza di risorse naturali
bun’apposita legge crea le condizioni
11. Il dinamismo dell’ambiente causa favorevoli alla nascita di aziende
afrenesia cpoche aziende operano in settori diversi
britmi di lavoro sempre più elevati dpiù aziende operano nello stesso settore
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4. LA SINDROME DI ICARO
9 Analizza il brano e rispondi ai quesiti proposti.
È insidiosa, rapida e spietata. Si annida nelle aziende di successo, quelle che navigano sulla cresta dell’onda e
dettano legge sul mercato. Gli esperti di management la chiamano “sindrome di Icaro” o della “rana bollita”,
perché rende l’impresa insensibile ai cambiamenti e la fa volare troppo in alto. Così, quando ci si accorge degli
errori, non c’è più scampo, in cima all’onda ci sono già i concorrenti. «È il rischio che si corre quando manca una
nuova frontiera da conquistare – avverte Gianfilippo Cuneo –. L’azienda si limita a gestire il momento di suc-
cesso e si adagia sulle proprie conquiste». […] Ma come evitare il pericolo di una crisi e il rischio, concreto, di
adagiarsi sugli allori? Una ricetta precisa non c’è. Esistono però alcune regole alle quali attenersi […]. I consigli:
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della libera circolazione delle merci erano più importanti degli interessi sanitari, a tal punto da far affermare a
un medico inglese dell’epoca che «la peste può anche distruggere un centinaio di migliaia di persone ma la per-
dita del traffico può affamare la gente e distruggere dieci volte centomila persone».
Spunto tratto da C.M. Cipolla, Il burocrate e il marinaio, il Mulino, Bologna
a Quali sono gli elementi che caratterizzavano l’ambiente italiano e quello inglese del Seicento?
b Quali erano le conseguenze economiche derivanti dai provvedimenti presi dai Magistrati alla Sanità?
c Qual è il tuo giudizio sull’affermazione del medico inglese?
d Ritieni che questa vicenda possa rivestire una certa attualità?
7. I DISTRETTI E LA GLOBALIZZAZIONE
9 Analizza il brano e redigi una breve relazione che metta in evidenza le problematiche dei distretti
industriali in un’economia sempre più globalizzata.
L’economia globale sta cambiando distretti industriali dall’interno. Per occupare i nuovi spazi, e non rimanere
spiazzato, ciascun distretto deve modificare i prodotti che fa, e il modo con cui li fa, a partire dal nucleo su cui si
regge il suo vantaggio competitivo: le competenze esclusive accumulate in un certo campo di “saper fare”.
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Prendiamo il caso del distretto di Montebelluna: se multinazionali come Salomon, Rossignol-Lange, Nike si
attrezzano per essere presenti nel distretto veneto della scarpa sportiva e dello scarpone da sci è perché capiscono
che lì possono entrare in contatto con competenze, idee, varietà e flessibilità non disponibili altrove. Solo se queste
capacità riusciranno a riprodursi nel prossimo futuro, l’ingresso delle multinazionali non significherà colonizzazione
del distretto, ma piuttosto espansione globale della rete di fornitura e di mercato su cui possono contare le imprese
ivi localizzate.
Per seguire questa evoluzione, tuttavia, il distretto deve specializzare in modo sempre più fine le competenze
possedute e diversificare il loro campo di applicazione. Seguendo questa strada, per esempio, a Montebelluna si
è passati nel tempo dallo scarpone classico, in cuoio, allo scarpone in plastica, dalla plastica agli stampi che servono
per darle forma, dagli stampi al CAD usato per disegnarli, dal CAD alla prototipazione rapida. E così via. Non si
sopravvive restando fermi, ma cambiando continuamente prodotti (ciò che si fa) e processi (il modo di farlo).
Ma, è difficile realizzare i cambiamenti che servono quando riguardano non la singola impresa, ma l’ambiente e
le risorse collettive: come formare le nuove professionalità che servono? Come integrare in modo civile gli immigrati
da impiegare nella produzione? Come investire in risorse immateriali? Come governare i processi di delocalizzazione,
sfuggendo al pericolo di avvitare tutta la subfornitura in una spirale di crisi (come accade oggi al tessile abbigliamento)?
Insomma: la globalizzazione può anche essere un ottimo affare, ma solo se le sue valenze positive non vengono
bloccate da “colli di bottiglia” che possano frenare la trasformazione dei distretti esistenti e rallentarne la velocità.
Ora è proprio di questo che bisogna preoccuparsi. I sistemi locali, anche quando assumono forme altamente
organizzate sotto il profilo tecnico-produttivo, sono in realtà formazioni acefale, prive di una “testa” che possa
progettare i cambiamenti e organizzare il consenso e le risorse necessarie per realizzarli. Ma per investire in
formazione, creare le infrastrutture, gestire l’immigrazione, avvicinare la pratica del fare ai saperi della ricerca e
dell’istruzione superiore, irrobustire finanziariamente le imprese occorrono decisioni collettive, prese da attori
collettivi che abbiano la capacità di guardare al sistema nel suo insieme, progettandone le trasformazioni e
intervenendo sui problemi che di volta in volta si aprono.
a Per quali motivi, a tuo parere, le aziende citate nel caso hanno modificato così radicalmente la propria mission?
È possibile individuare un elemento comune nelle scelte da loro compiute?
b Sei al corrente di analoghe esperienze vissute da grandi aziende italiane? Quali?
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“ Da 0 a 15 in una settimana
Come tutte le favole, anche questa incomincia di mattina, nella terra di nes-
suno tra il sogno e la veglia, davanti allo specchio con lo spazzolino da den-
ti tra le mani e un turbinio di pensieri nella testa.
Come tutte le favole del “Nuovo Mondo”, anche questa corre lungo le linee
telefoniche della rete, è benedetta dalla bacchetta magica della fatina di In-
ternet, capace di trasformare quattro cenerentoli di 22 anni, poveri in can-
na ma ricchi di creativa incoscienza, in altrettanti miliardari, uomini di af-
IL CASO AZIENDALE
Peter, John, Mik e Alan erano quattro squattrinati studenti di fisica e com-
puter dell’università di Nottingham. Solita vita, fatta di spensierati stenti, di
appartamentini da dividere, di letti in affitto, di bohème e di ragazze. Fin-
ché Peter, prima di un esame, decise che ne aveva abbastanza del compa-
gno di stanza e voleva cercarsi una nuova casa. Ma come? «Ah, se ci fosse
Internet ad aiutarmi!»
Davanti allo specchio gli venne il brainwave, il lampo di genio.
Passò l’esame, e convocò gli amici al pub. L’idea era semplice, semplicissi-
ma, quasi banale: mettere su un sito web per aiutare gli studenti a districarsi
tra le fatiche e le delizie della vita universitaria. Dove trovare alloggio, come
mangiare a basso costo, dove andare a bere la sera, arrangiarsi per chiedere
un prestito in banca, trovare il corso giusto con gli orari giusti, a chi rivol-
gersi per curare un mal di denti, dove tagliarsi i capelli all’ultima moda. Il
vademecum dell’universitario.
dici penny in tasca». I ragazzi hanno pure lasciato i loro lavoretti part time
da bagnini alla piscina comunale, per inseguire il sogno. Sono alla frutta.
Quando appunto arriva la fatina, sotto le spoglie di una grande società del
Nevada, l’“International Media Products Group” disperatamente a caccia di
una buona idea per entrare in Internet, condizione indispensabile per re-
stare in vita.
Una settimana di contrattazioni a Londra si conclude con l’acquisto del pac-
chetto di maggioranza del sito per la cifra di 15 milioni di euro.
I quattro restano a dirigere l’attività, con stipendi da 1,5 milioni di euro al-
l’anno ciascuno: l’obiettivo è di allargarsi a tutto il globo, e far sì che il sito
da loro creato diventi il compagno fedele di ogni universitario in ogni ango-
lo dell’universo.
“
IL CASO AZIENDALE
P R O B L E M AT I C H E
Anche i giovani possono diventare imprenditori di successo: anzi, nella new eco-
nomy le loro possibilità sono maggiori rispetto al passato.
Quel che conta è avere un’idea. Deve essere originale ma anche applicabile e
appetibile. Tuttavia occorre non dimenticare che la rete è uno spazio che abbon-
da di idee, molte delle quali però non sono realmente interessanti sotto il profi-
lo economico.
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1. LE FUNZIONI IMPRENDITORIALE
E TECNICO-ESECUTIVA
Le aziende di produzione di qualsiasi dimensione e settore sono accomunate
dal fatto che in esse vengono svolte attività identiche, quali, per esempio,
l’acquisizione delle risorse necessarie, la gestione del processo di trasformazione, la
vendita ai clienti dei beni o servizi ottenuti. Varia invece il modo in cui tali atti-
vità vengono svolte. Infatti, in base alle dimensioni dell’azienda, al settore econo-
mico in cui opera, alle scelte compiute nella divisione del lavoro ecc., ogni azienda,
in relazione alla sua specificità seguirà una propria strada per individuare le modalità
e l’intensità di svolgimento delle attività ritenute necessarie per l’ordinato procedere
della gestione.
I due tipi di attività Queste attività, o funzioni, variamente combinate e definite, possono essere rag-
gruppate e ricondotte a due tipi:
L’importanza a. da un solo soggetto, ed è il caso che si verifica nella one-man firm, cioè nell’im-
e la competenza presa formata da una sola persona;
b. separatamente, da due categorie distinte di soggetti: essi sono l’imprenditore
e gli esecutori della volontà dell’imprenditore, a lui legati da un rapporto di lavoro
dipendente.
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1. La visione imprenditoriale
Essa consiste nella sicurezza di poter cambiare la realtà concretizzando un proprio
sogno: la grandezza di un imprenditore è direttamente proporzionale alla sua capacità
di trasmettere la sua visione imprenditoriale a chi lo affianca e lo aiuta.
L’importanza Spesso non sono necessarie molte parole per far capire quello che si vuole realizza-
di uno slogan re, bastano una o poche frasi. La visione di Henry Ford era bene sintetizzata in due
brevi frasi: «Ingrandiremo l’impresa e la vedrete crescere a salti e balzi. Il sistema giu-
sto, quello che ho in mente, è portare l’automobile alla gente».
La visione imprenditoriale è alla base della mission aziendale e anche questa viene
spesso espressa in forma di slogan per trasmettere con chiarezza i principi ispiratori
della gestione aziendale.
Ne sono esempio frasi altisonanti del tipo: «Se un giorno si costruiranno delle mac-
Ricordi altri
chine migliori, saremo noi a costruirle» (Buick), «Il meglio o niente» (Daimler-Benz)
slogan
e frasi più modeste quali, per esempio: «Noi rappresentiamo un’attività da 5 centesi-
significativi legati a
mi e nessuno in questa azienda se lo deve mai dimenticare» (Wrigley, produttore di
un’idea di impresa?
gomma da masticare).
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3. LA FUNZIONE TECNICO-ESECUTIVA
MODULO A La funzione tecnico-esecutiva compete ai collaboratori dell’imprenditore: al manage-
Unità 7 ment e al personale impiegatizio e operaio
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Il ruolo cruciale Oggi in tutte le aziende si assiste a rapidi mutamenti e la risorsa umana, termine
del capo tecnico che meglio esprime l’importanza oggi attribuita al fattore lavoro umano, si
trova in una posizione difficile ed è ritenuta una risorsa critica.
Per questo motivo diminuisce l’importanza del management che opera a livello alto dire-
zionale e si esalta la funzione del “capo” che opera a stretto contatto del personale ese-
cutivo o che dirige il lavoro di altri capi, ai livelli più bassi della gerarchia.
L’importanza attribuita alla risorsa umana discende dal fatto che, quando si vive in
una situazione di rapidi e profondi mutamenti, sono proprio le persone a essere gli agen-
ti del cambiamento.
Il lavoro umano deve quindi affrontare una sfida complessa che si caratterizza per i
seguenti aspetti:
• il “nuovo che avanza” trasforma ogni azienda in un “laboratorio”, in un
ambiente, cioè, nel quale si ricercano soluzioni adatte a risolvere i problemi gestio-
nali; per riuscirci, si richiede ai lavoratori una nuova professionalità;
• le risorse umane, a un certo livello, scarseggiano; è difficile, quindi, acqui-
sirle e farle crescere;
• cambiano i rapporti tra persone e ambiente di lavoro, soprattutto per l’im-
piego massiccio delle nuove tecnologie, le quali sollecitano nuove conoscenze e il
riadattamento degli individui, sia a livello psicologico sia a livello sociale.
4. IL VANTAGGIO COMPETITIVO
Il raggiungimento degli obiettivi aziendali, ovvero il successo o il fallimento di un
imprenditore e della sua idea, dipende dal vantaggio competitivo di cui essa è dotata.
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Uno dei massimi esperti mondiali di gestione aziendale, Michael Porter, afferma
che le imprese possono creare e sostenere un vantaggio competitivo all’interno del
settore in cui operano e che i manager possono dotarsi degli strumenti per valuta-
re la posizione competitiva della propria impresa e concretamente operare per
migliorarla.
La catena L’elemento centrale della teoria di Porter è il concetto di catena del valore.
del valore Secondo questo studioso, non si può comprendere che cosa sia e da che cosa derivi
il vantaggio competitivo se si considera l’azienda come un tutto unico: il vantaggio
deriva dalle varie attività (funzioni) distinte che l’impresa svolge nel progettare, produr-
re, vendere e assistere i suoi prodotti. Ciascuna di queste attività ha influenza sul livel-
lo di costi raggiunto dall’impresa e può contribuire alla creazione di una differenzia-
zione rispetto alla concorrenza. Tutte queste attività si possono rappresentare utiliz-
zando una catena del valore schematizzata come segue.
attività infrastrutturali
attività di supporto
MA
RG
sviluppo della tecnologia
IN
E
approvvigionamento
attività primarie
E
logistica attività logistica marketing
IN
servizi
RG
in entrata operative in uscita e vendite
MA
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5. LE ATTIVITÀ PRIMARIE
Il marketing
MODULO C «Il marketing è la funzione tecnica dello scegliere a chi vendere, che cosa vende-
Unità 4 re e come vendere, nonché del programmare le azioni conseguenti, perseguendo
la realizzazione del profitto tramite la soddisfazione dei bisogni del consumatore» (G.
Corigliano)
L’azienda Nei contesti sociali più evoluti, l’attività di marketing assume uno spiccato orienta-
marketing oriented mento al mercato, con la suddivisione del medesimo in segmenti caratterizzati
dalla omogeneità dei bisogni dei consumatori che ne fanno parte: le aziende che scel-
gono queste strategie assumono una connotazione marketing oriented.
È partendo dai bisogni dei consumatori che l’azienda definisce la propria offerta,
individuando e caratterizzando nel marketing mix gli elementi che permetteran-
no di soddisfare le attese dei clienti e programmando molto attentamente e con
coerenza le azioni che verranno intraprese in questa direzione (il marketing mix è
l’insieme degli elementi che caratterizzano il prodotto sul mercato: qualità, prez-
zo, immagine e marca, confezione, politica di vendita, pubblicità, promozione,
distribuzione).
Un’ulteriore Man mano che l’attenzione al cliente diventa l’elemento strategico più importante,
evoluzione l’azienda diventa orientata al cliente (con un legame che è quasi simile a una vera
e propria simbiosi) e poi, espressione più avanzata di questa attenzione di fondo,
customer driver (cioè guidata nelle sue scelte dalle esigenze del cliente).
Un diverso In altre realtà, oggi meno frequenti, il punto di partenza dell’offerta commerciale è
orientamento invece il prodotto, e l’attività di marketing ha il compito di collocarlo presso la clien-
tela sfruttando la mancanza di particolari esigenze della clientela (orientamento
alla produzione), oppure puntando sulla superiorità della qualità del proprio pro-
dotto rispetto a quello della concorrenza (orientamento al prodotto).
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Le ricerche interne Per quanto riguarda le ricerche rivolte all’interno dell’azienda, tramite elaborazioni
all’azienda statistiche o con il ricorso a tecniche contabili specifiche, verranno prodotte infor-
mazioni relative alla:
• evoluzione delle vendite, sia in termini di fatturato sia in termini di quantità;
• suddivisione delle vendite per prodotto, per tipo di cliente, per zona geografica,
per canale di distribuzione, per venditori;
• struttura e origine dei costi commerciali.
Le ricerche esterne Le indagini rivolte al contesto esterno dell’azienda si avvalgono, invece, di tecniche
di ricerca appositamente ideate per rilevare e misurare le dimensioni quantitative e
qualitative del mercato di riferimento, nella sua globalità e negli aspetti di parti-
colare interesse per l’azienda. Tramite queste tecniche, che vengono globalmente
definite ricerche di mercato, è possibile acquisire informazioni importanti relati-
vamente a molte variabili di marketing.
b. L’attività di vendita
L’attività di vendita è la funzione con la quale si provvede alla distribuzione del pro-
dotto
Scelte precise Per poter pervenire a uno svolgimento ottimale, l’attività di vendita richiede una serie
di scelte precise, legate tra loro da un filo logico e consequenziale. Gli ambiti nei
quali si procede a queste scelte sono i seguenti:
• canali di vendita: si tratta di dare una risposta alla domanda A chi vendiamo?
Poiché normalmente le aziende non si rivolgono direttamente ai consumatori fina-
li, ma agli intermediari commerciali, si tratta, più precisamente, di scegliere gli
operatori attraverso i quali vendere;
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LABORATORIO
• zone di vendita: riguarda il Dove vendiamo? Anche in questo caso si tratta di defi-
Unità 3
nire esattamente le caratteristiche del mercato e decidere in quali zone vi sono le
potenzialità di vendita ricercate dall’azienda, tenendo conto della specificità
“ambientale” e non trascurando il comportamento della concorrenza;
• modalità di vendita, nel cui ambito occorre decidere in merito a tre aspetti fon-
damentali:
– il tipo di vendita, inteso quale metodo per acquisire l’ordine del cliente;
– il tipo di servizio offerto alla clientela;
– la frequenza di visita alla clientela;
• organizzazione di vendita: dopo aver scelto il canale attraverso il quale vendere,
le zone in cui offrire i propri prodotti, il tipo di vendita da utilizzare, occorre deci-
dere se curare la vendita con proprio personale o ricorrere alle prestazioni di ausiliari
del commercio, principalmente agenti e rappresentanti, pagati con una percentuale
sulle vendite realizzate;
• condizioni di vendita: esse comprendono, essenzialmente, gli sconti e le
modalità di pagamento che l’azienda pratica alla clientela. Con i primi, l’impre-
sa influisce sui margini di ricarico e quindi di guadagno riconosciuti ai rivenditori;
con le seconde, l’azienda può finanziare, e quindi legare a sé, il ciclo produttivo del
commerciante.
Mediante questa attività, l’azienda “dialoga” con il mercato, percependone gli stimoli
e gli umori e inviando messaggi destinati a far crescere la sua immagine presso i con-
sumatori e a favorire la vendibilità dei prodotti.
L’attività di comunicazione aziendale si avvale principalmente di tre forme di
comunicazione che vengono variamente utilizzate e combinate:
1. pubblicità commerciale (advertising): è quella forma di comunicazione
mediante la quale si forniscono informazioni ai consumatori, si cerca di influi-
re sui loro bisogni e si propongono motivi che facciano preferire i prodotti del-
l’azienda;
2. sponsorizzazioni: sono forme di comunicazione che associano il nome dell’a-
zienda a manifestazioni sportive, ad avvenimenti culturali o a spettacoli di intrat-
tenimento, con lo scopo di rafforzare la diffusione del marchio aziendale e contri-
buire al potenziamento dell’immagine dell’impresa;
3. pubbliche relazioni: rappresentano forme di comunicazione mediante le quali
far affluire ai mezzi di comunicazione di massa (mass media) informazioni di varia
natura sull’azienda e sulle sue attività. Oggi si parla più frequentemente di comu-
nicazione d’impresa che estende la sua attenzione anche al monitoraggio del
mondo esterno, della concorrenza e delle esigenze dei clienti.
Anche queste attività si caratterizzano per il fatto che vengono programmate con
attenzione, seguendo un filo logico preciso:
• innanzitutto vi è la individuazione del pubblico a cui rivolgersi (target), che può
coincidere con l’intero mercato o con un suo segmento;
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L’attività di promozione delle vendite ha il compito di stimolare gli acquisti del consu-
matore, fornire incentivi al rivenditore e alla forza di vendita e incrementare la vendi-
bilità dei prodotti aziendali
Un’attività
Questa attività è diventata oggi particolarmente importante, in quanto rappresenta la
strategica
tecnica più adatta per superare il generale livellamento qualitativo dei pro-
dotti concorrenti e l’inefficacia di campagne pubblicitarie che non riescono a far
emergere elementi di reale vantaggio per i consumatori. L’ attività di promozione delle
vendite è comunque uno strumento di azione nel breve periodo e non sostituisce né
MARKETING
Comunicazione Promozione
Ricerca di marketing Vendita
aziendale delle vendite
Pubblicità
Ricerche interne Canali di vendita
commerciale
Pubbliche relazioni
Modalità di vendita (comunicazione
d’impresa)
Organizzazione
Condizioni
di vendita
La produzione
Nelle realtà ambientali più evolute, questa attività deve essere svolta alla luce di proble-
matiche tecniche, qualitative ed economiche che sovente la rendono molto complessa.
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MODULO A Ai tempi di Fayol e Taylor, esponenti di punta degli studi di organizzazione aziendale
Unità 4 a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, vendere era facile, il difficile era pro-
durre, ed è per questo motivo che nell’elenco delle funzioni aziendali stilato da Fayol
il primo posto era occupato dalle funzioni di produzione.
L’evoluzione Oggi è il “mercato”, inteso come insieme dei consumatori che agiscono in una deter-
dei processi minata realtà territoriale (che si sta ampliando sempre di più, tanto che si parla di
di produzione mondializzazione della competizione economica), a condizionare le scelte azien-
dali, e allora l’attività di produzione ha il compito della programmazione e della rea-
lizzazione operativa di quei prodotti e servizi che l’azienda ha deciso di offrire al mer-
cato in quanto sa (o meglio, ragionevolmente presume) che il mercato li accetterà.
L’attività di produzione si svolge sulla base di processi che hanno subito, nel tempo, uno
sviluppo sempre più incalzante.
Dal sistema Fino alla metà del Settecento imperava il sistema artigianale, con protagonista
di produzione l’artigiano, inteso come lavoratore totale: una persona, cioè, in grado di eseguire
artigianale tutte le fasi della produzione. Verso la metà del Settecento, in Inghilterra, si ebbe-
alla prima ro un balzo in avanti della tecnologia e lo sfruttamento di nuove fonti di energia
rivoluzione (nuove macchine utensili e, soprattutto, l’utilizzo del carbone e del vapore in luogo
industriale dell’acqua per portare energia alle macchine): si trattò di una vera e propria rivo-
luzione, la prima rivoluzione industriale, caratterizzata dall’affermarsi di nuovi
ambienti di lavoro, le fabbriche, e di una nuova categoria produttiva, gli operai. In
questa fase, le macchine sono polivalenti, servono cioè a compiere molti tipi di
operazioni, e gli operai sono fondamentalmente degli specialisti, ancora impre-
gnati di cultura artigianale.
La seconda Solo la scoperta di nuove fonti di energia (energia elettrica) applicate a nuovi mac-
rivoluzione chinari monovalenti (con i quali si può compiere un’unica operazione) permise un
industriale nuovo balzo in avanti: la cosiddetta seconda rivoluzione industriale. Negli USA
all’inizio del XX secolo, essa ebbe come protagonista la catena di montaggio, con l’uo-
mo ridotto ad accessorio della macchina.
Una terza Sul finire del secolo scorso, dagli anni 1980 in poi, si è assistito a una terza rivolu-
rivoluzione zione industriale, caratterizzata dall’applicazione dell’intelligenza artificiale alle
macchine e dalle tecnologie flessibili di produzione computer based.
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La logistica
MODULO C La logistica è l’attività mediante la quale si garantisce alla clientela la consegna dei
Unità 2 prodotti richiesti, nella quantità giusta e al momento giusto
Un approccio In un ambito più ampio, tenendo conto che l’esigenza di ottimizzare i movimenti dei
più ampio beni è comune all’intera azienda e non specifica della sola distribuzione dei prodotti
finiti alla clientela, la logistica è l’attività mediante la quale vengono gestiti tutti i
movimenti di materie e prodotti in entrata e in uscita e la permanenza dei medesimi
in azienda.
In questo senso, la logistica è la somma di competenze che classicamente rientrava-
no nell’area marketing (distribuzione fisica e gestione del magazzino prodotti), nell’a-
rea produzione (programmazione della produzione e gestione delle scorte di materie
prime) e nell’area acquisti (programmazione, trasporto e accettazione acquisti).
Per quanto riguarda i motivi alla base di questa evoluzione, essi sono riconducibili alla
esigenza di ottimizzare il servizio offerto alla clientela, garantire il corretto procedere
dell’attività di produzione e tenere sotto controllo il fabbisogno finanziario collegato
alla gestione delle scorte.
Due visioni Se tradizionalmente, in molti settori, questa attività è considerata come un obbli-
a confronto go che è necessario rispettare per non abbandonare il cliente nel momento in cui
l’uso del prodotto acquistato crea difficoltà, in molti casi viene invece reputata
come un’attività determinante per differenziare la propria offerta commerciale e
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6. LE ATTIVITÀ DI SUPPORTO
L’attività amministrativa
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• gestione delle risorse umane presenti nell’impresa, e quindi “governo” del fattore lavoro;
• gestione del sistema informativo, inteso quale insieme di mezzi e procedure che,
attraverso l’opera di personale fornito di un’ampia specializzazione, produce,
gestisce e distribuisce le informazioni e i dati necessari per supportare la gestio-
ne dell’azienda.
Uno stretto L’attività di ricerca e sviluppo richiede uno stretto collegamento e una reale
collegamento integrazione con le aree marketing e produzione, per poter dare concretezza
agli stimoli, alle esigenze e ai suggerimenti che da esse provengono e per evitare il
rischio di produrre innovazioni che non siano concretamente utilizzabili, sia perché
non in linea con i bisogni dei consumatori, sia perché tecnicamente non realizzabili.
Per produrre efficacemente ed efficientemente innovazioni, occorre quindi che vi sia
uno stretto legame tra queste tre aree, ma occorre anche che l’azienda ricorra
sistematicamente a ricerche, scientifiche e commerciali, per produrre informa-
zioni utilizzabili a questo scopo.
L’attività di approvvigionamento
MODULO C Per quanto riguarda l’attività di approvvigionamento o acquisto, essa è tal-
Unità 1 volta collocata nell’area marketing o nell’area produzione. Nel primo caso, essa è
ritenuta funzionale allo svolgimento dell’attività commerciale, cui fornisce, evi-
dentemente, gli input da collocare sul mercato; nel secondo caso, che si riscontra
tipicamente nelle aziende industriali, essa è considerata una sub-funzione al ser-
vizio della produzione.
Una collocazione Nella realtà odierna, al crescere delle dimensioni aziendali, le esigenze di una più
autonoma attenta ricerca e selezione dei fornitori, la complessità dell’attività di negoziazione del
prezzo migliore, le implicazioni finanziarie delle operazioni di acquisto e di perma-
nenza in magazzino delle scorte rendono opportuna, invece, la concessione di autono-
mia funzionale a questa attività, riconoscendole un’importanza interfunzionale.
Sarà quindi compito di questa area, in abbinamento con la logistica, definire:
• che cosa, quanto e quando acquistare;
• la scelta dei fornitori;
• le modalità più appropriate per l’acquisto.
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attività primarie
marketing
produzione
FUNZIONE logistica
TECNICO-ESECUTIVA
attività di supporto
FUNZIONE
IMPRENDITORIALE attività
amministrativa
CATENA
DEL VALORE attività
(PORTER) di organizzazione
e gestione
risorse umane
ricerca
VANTAGGIO e sviluppo
COMPETITIVO
approvvigionamento
AZIENDA
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1. I SOGGETTI AZIENDALI
9 Scegli la risposta esatta.
1. Il management è costituito 5. I rapporti tra persone e ambiente di lavoro
adall’imprenditore e dai suoi collaboratori cambiano
bdal personale tecnico-esecutivo ain conseguenza delle difficoltà di dialogo
cdall’insieme dei dirigenti bgrazie alla accresciuta semplicità
ddal personale impiegatizio della tecnologia
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V F
7. L’operaio deve possedere competenze commerciali e contabili
8. È necessario compiere ricerche di mercato sui consumatori
9. Ai tempi di Taylor e di Fayol produrre era facile, era difficile vendere
10. L’attività di produzione non richiede una preventiva attività di programmazione
11. La logistica è un’attività che viene svolta in alternativa all’attività di spedizione delle merci
12. Ricerca e sviluppo sono sinonimi
13. La ricerca e sviluppo di nuovi processi produttivi garantisce il soddisfacimento
dei bisogni della clientela
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rato urbano di sette-otto milioni di persone sul delta del Fiume delle Perle, provincia del Guangdong, Cina del
sud: se cercate gli spiriti animali del capitalismo del ventunesimo secolo, eccoli qua; hanno il profilo crudele ma
una forza magica che suscita speranze. E stanno sconvolgendo il mondo.
I costi
Lavoro. Un operaio cinese lavora 2.370 ore all’anno, senza contare gli straordinari, contro le 1.670 di un ope-
raio italiano. Il costo, che in Italia è di 20-22mila euro, in Cina è meno di mille euro. Il costo del lavoro all’o-
ra è 0,45 euro contro i 13 euro dell’Italia.
Strutture. Costruire una fabbrica, compresi i macchinari, in Cina costa 30 euro al metro quadrato, in Italia
5-600 euro. I costi sono meno di un trentesimo di quelli italiani.
a Al di là dell’aspetto tecnologico connesso alla nuova economia, perché la Ford, secondo te, ha deciso di
regalare un pc a tutti i suoi dipendenti?
b Qual è il tuo giudizio sulla decisione della Ford?
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Serie storica dei tassi trimestrali di iscrizione, cessazione e crescita delle imprese
(secondo trimestre di ogni anno)
Anno Iscrizioni Cessazioni (*) Tasso di crescita
2003 1,67% 0,92% 0,74%
2004 2,00% 1,10% 0,90%
2005 1,94% 1,10% 0,84%
2006 1,81% 1,13% 0,67%
2007 1,90% 1,25% 0,66%
(*) Al netto delle cancellazioni d’ufficio effettuate nel periodo.
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Le forme giuridiche
Nel secondo trimestre del 2007 le società di capitale, come ormai succede da anni con regolarità, hanno fatto regi-
strare il più elevato tasso di crescita (1,42%) rispetto a tutte le altre forme giuridiche.
Tale dato non è tanto il frutto delle nuove iscrizioni che rappresentano il 19,7% di quelle complessive, quanto soprat-
tutto di un flusso di cessazioni decisamente contenuto, pari al 7,8% delle cessazioni complessive (inferiore di ben
11,8 punti percentuali rispetto alla dimensione dello stock delle società di capitale sul totale delle forme giuridiche).
Una così forte differenza è senza dubbio legata a una oggettiva maggior solidità delle imprese che nascono adot-
tando la forma della società di capitale.
A eccezione delle imprese costituite adottando una qualche “altra forma” giuridica (in prevalenza cooperative e con-
sorzi), le altre forme (società di persone e ditte individuali) hanno fatto registrare nel trimestre un tasso di crescita
nettamente inferiore.
Serie storica dei tassi di crescita
(secondo trimestre degli anni 2002-2007 per forme giuridiche)
Anno Società di capitale Società di persone Ditte individuali Altre forme
2002 1,84% 0,90% 0,49% 1,73%
2003 1,49% 0,61% 0,57% 0,92%
2004 1,64% 0,71% 0,74% 1,08%
2005 1,56% 0,77% 0,65% 0,64%
2006 1,46% 0,54% 0,46% 0,64%
2007 1,42% 0,36% 0,49% 0,87%
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59.288
50.000
501/600 cc 35.120 37.531 6,87%
39.837
32.727
26.905
20.446
21.125
10.000
Immatricolazioni moto per segmento anni 2005 e 2006
2005 2006 Variazione
rzo
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IL CASO AZIENDALE
meno discutibili. Il guru è, fondamentalmente, un “consigliere di fiducia”,
che con le sue idee e le sue teorie, nei campi più disparati dell’attività uma-
na, propone soluzioni atte alla risoluzione di problemi.
In un mondo in cui «il management è l’arte e la scienza del nostro tempo, i
grandi teorici del management sono diventati i suoi sommi sacerdoti»: ov-
vero “i suoi guru”.
Sono certamente personaggi oggi molto in vista, al contrario di quanto succe-
deva fino ad alcuni decenni or sono, quando i pensatori economici «lavoravano
in silenzio e con diligenza nelle stanze deputate del mondo accademico, impe-
gnati a scrivere articoli e libri fitti di contenuti che sarebbero stati pubblicati su
oscure riviste specialistiche». Il mondo del pensiero manageriale è cambiato
profondamente e i suoi leader sono sempre più “stelle”, tanto che dalla loro at-
tività e, soprattutto, dalla loro celebrità, traggono fama e guadagni consistenti.
I due autori propongono un elenco di caratteristiche indispensabili per pre-
il legame con qualche tema o area specifica, un posto regolare nel circuito
“
tendere la “promozione in serie A” di un pensatore: una business school pre-
stigiosa, qualche rigorosa ricerca accademica, libri di successo sul business,
delle conferenze dei guru, la sfrontatezza per chiedere parcelle alte, buone
capacità di performance, una vivacità nello stare sulla scena, capacità di bat-
tute a effetto.
P R O B L E M AT I C H E
Al giorno d’oggi è normale sentire parlare di economia, un po’ ovunque sui vari
mezzi d’informazione. Sono molti i personaggi assurti al ruolo di “guru” del pensie-
ro economico che esternano le loro idee pressoché continuamente. Il pensiero eco-
nomico moderno ha cominciato a svilupparsi e a prendere coscienza di sé verso la
fine dell’800, quando sono nati gli antesignani dei moderni “guru” dell’economia.