Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
“brown” a una “green”. Il termine “green economy” è emerso negli anni ‘70 e ha
1
imprevedibili che causano cambiamenti nelle decisioni riguardo alle politiche
emissioni di CO2.
possibilità di costruire un mondo “green” tenendo conto delle economie più fragili
2
tendenza degli investimenti e dei consumi di beni ad alta intensità energetica,
sostenibili che non siano influenzate dai cambiamenti nel regime politico. Inoltre,
In terzo luogo, la ricerca sostiene che gli investimenti diretti esteri promuovono
È importante notare che la ricerca si basa sui dati di soli cinque paesi fragili, e
prossimi anni, rappresenta una novità ancora non del tutto conosciuta adatta a
fornire dinamiche innovative utili alla trasformazione degli scenari costruiti dalla
una configurazione del valore economico inedita, rispondendo alla necessità del
3
“Orange economy”, vedi (Buitrago Restrepo & Duque Márquez, 2013), trova il
quanto sono beni economici che hanno come caratteristiche l’essere derivati da
settore, rispondono alla crescente consapevolezza del suo impatto positivo, come
4
evidenziato nei rapporti dell’ONU sul commercio e nello sviluppo (Cavaliere,
2024).
occupazionale che si era registrato prima del lockdown nel settore, dopo una breve
italiana, con un effetto moltiplicatore sugli altri settori così che si può parlare di
di proprietà intellettuali e di plagio, mostra criticità anche nel mercato del lavoro.
5
Queste sfide richiedono politiche pubbliche mirate per bilanciare inefficienze e
forza dinamica che richiede una gestione olistica per massimizzare il suo impatto
SDGs delle Nazioni Unite e all’Action plan della Commissione Europea per la
crescita sostenibile.
esistenti.
aristotelica di ricchezza come bene per generare altri beni, producendo reddito e
società. Una economia del genere, che pone al centro la persona piuttosto che il
ha anche in altri settori che ne possono sfruttare idee e innovazioni (BCE, 2024).
6
Il luogo di lavoro è il posto dove le persone vogliono affermare la loro
importanza nel mondo, dare il loro contributo per la crescita ed è impensabile che
essere loro stessi testimoni del cambiamento, della transizione e per questo
nell’orange economy gli impieghi devono essere svolti in nome della sostenibilità
affinché la stessa mission di ogni singolo impiego sia dignitosa e soprattutto più
sfide finanziarie persistono, con istituti di credito che mostrano diffidenza verso
non solo legata ai mezzi, ma anche alla produzione in generale. La cultura diventa
economia così che non è solo produrre e quanto produrre la filosofia ispiratrice
ma anche come produrre e quale impatto crea la produzione così che la distanza
7
tra istanze della collettività e del benessere ambientale viene ridotta anche se la
sottolinea la natura dei suoi prodotti come beni comuni, privi di esclusività e con
escludibili. La non rivalità, specie nei casi in cui le idee possono essere copiate e
contribuire ognuno all’innovazione così che la concorrenza nel settore non è più
8
Le iniziative nell’ambito dell’Orange economy spesso coinvolgono
della concorrenza.
La sostenibilità della qualità del capitale umano è essenziale per uno Stato,
Gli sforzi per valorizzare l’economia creativa e culturale nei Paesi in via di
Rapporti sull’economia creativa pubblicati nel 2004, 2008, 2010 e 2013 dalla
Paesi coinvolti hanno inteso che era necessario cambiare atteggiamento nei
9
culturali sia un viatico per una crescita economica e un vantaggio per tutti i settori
sempre maggiore attenzione alle politiche asset-based per il sociale, per le attività
poi il suo impegno anche nel “Creative Europe 2021-2027” nel quale ha fissato
miliardi di euro, cui si sono aggiunti ulteriori 600 milioni di euro a partire dal
2022.
cultura) è stata una mossa significativa, poiché gestisce finanziamenti per diversi
10
finanziabili sottolinea l’impegno dell’Europa nel sostenere concretamente le
creative soggette alle regole dell’art. 107 TFUE, sottolineando che queste si
indicando che gli aiuti sostengono prodotti culturali, soggetti alla normativa sugli
1
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede azioni specifiche per
favorire la transizione digitale nel settore culturale e creativo, come l'Azione A2. Questo
piano mira a erogare contributi a fondo perduto a micro e piccole imprese, enti del terzo
settore e organizzazioni profit e no-profit attive in tali settori, al fine di promuovere
l'innovazione e agevolare l'adozione delle tecnologie digitali. Tuttavia, esistono delle
sfide legate alla diversità nell'interpretazione del concetto di "industrie creative e
culturali", che potrebbe creare incertezze sulle agevolazioni fiscali e normative. Alcuni
autori, come C. E. Baldi e A. Bruno, hanno affrontato questa questione analizzando
l'intervento pubblico nel settore culturale e le implicazioni della programmazione per il
periodo 2021-2027. (Cfr.: C. E. Baldi, “L’intervento pubblico in campo culturale. Il
faticoso iter di linee guida condivise” su www.aedon.ilmulino.it, n.2/2018; A. Bruno,
“Nuove considerazioni in tema di aiuti di stato per imprese culturali e creative:
tassonomie generiche, contrasti normativi e programmazione 2021-2027” su
www.ildirittoamministrativo.it, 2023.)
11
ciascuno Stato dell’UE classifichi in modo accurato i prodotti culturali, al fine di
culturali come risorsa chiave per il Paese. Diversi interventi pubblici sono stati
implementati a partire dagli anni Ottanta, con azioni sempre più specifiche in
dalla legge Ronchey del 1993, che ha introdotto servizi aggiuntivi nei musei,
il rapporto esistente tra Stato ed enti locali sui beni culturali per consentire l’arrivo
servizi turistici che sono diventati l’economia predominante delle imprese un po’
sviluppato.
società.
12
In Italia, le istituzioni pubbliche, a cominciare dal Mibac 2, seguendo le direttive
obbligo sancito dagli articoli 6, comma 1, e 112, comma 1, del Codice dei beni
chiave per realizzare questo obiettivo, attraverso una serie di misure specifiche
alle società che si prodigano nel settore attraverso gli investimenti mirati alla
orientate al mercato
l’innovazione alla produzione e diventare risorsa per l’intera comunità e per una
sostanziale crescita generale del Paese. Le misure sono progettate per essere
2
Acronimo per Ministero della Cultura
3
http://sabap_ssnu.beniculturali.it/it/505/valorizzazione-artt_-111-112
13
Le azioni intraprese dall’Italia riflettono un nuovo paradigma di sviluppo
Gli attori in questo settore sono sia imprenditori che lavoratori, spesso provenienti
Tuttavia, l’Orange economy, non definibile come bene privato o pubblico, lotta
socioeconomica.
14
Il rapporto tra Italia e Orange economy è consolidato nel quadro normativo,
centrale nelle nuove politiche, e la cultura è vista come fondamentale per uno
sviluppo sostenibile.
Deal, che fissano la data ultima per le emissioni “0” nel 2050, l’Unione europea
sotto controllo il Climate Change e a tal proposito con il pacchetto “Pronti per il
55%” è stato elaborato il piano di riduzione dei gas serra rispetto a quelle del 1990
entro il 2030, con misure che includono incrementi dei prezzi sui prodotto che
15
che ottimistico per il raggiungimento degli obiettivi in quanto si prevede che
l’impatto sul PIL dei Paesi aderenti in quanto il pacchetto prevede misure
misure, sia dal lato delle entrate che delle spese, sono identificate come tali
sull’energia a livello nazionale o delle accise sui carburanti. Tuttavia, tali misure
non forniscono una panoramica dettagliata sul livello di entrate o spese verdi, né
sull’inflazione complessiva è stimato a circa 0,1 punti percentuali in tutti gli anni
della proiezione, mentre per la crescita del PIL in termini reali si stima un effetto
16
negativo di circa 0,07 punti percentuali nel 2023, -0,01 punti percentuali nel 2024,
PIL varia tra i diversi Paesi: l’inflazione misurata sull’indice armonizzato dei
causa di un rialzo del tasso di variazione dei prezzi dell’energia 4.. Tuttavia, le
alcune misure del pacchetto “Pronti per il 55%”, potrebbero non essere sufficienti
il fatto che gli Stati membri devono ancora adempiere agli obiettivi di riduzione
delle emissioni stabiliti nel pacchetto “Pronti per il 55%” (-29% a -40% entro il
2030 rispetto ai livelli del 2005). Pertanto, le recenti proiezioni sulle emissioni
degli Stati membri indicano un divario significativo rispetto agli obiettivi dell’UE,
sviluppo economico (OCSE), pari a 87 euro per tonnellata di CO2 nel 2023.
emissioni, pari al 18%, in aggiunta alle riduzioni richieste dalle politiche esistenti,
ipotizza aumenti più significativi nella produttività del settore dell’energia pulita e
euro per tonnellata di CO2 entro il 2030. Tuttavia, si sottolinea che tali
manifestano la loro domanda di energia sia per scopi produttivi che di consumo. Questo approccio
è descritto dettagliatamente nel documento Coenen, G., Priftis, R., & Lozej, M. (2023).
Macroeconomic Effects of Carbon Transition Policies: An Assessment Based on the Ecb's New
Area-Wide Model with a Disaggregated Energy Sector. ECB Working Paper No. 2023/2819.
18
imposte da sole non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi di
riduzione dell’UE.
aumentano in modo lineare fino a 225 euro per tonnellata di CO2 entro il
19
3. Scenario policy mix del pacchetto “Pronti per il 55%”: Questo scenario
linearmente fino a 180 euro per tonnellata di CO2 entro il 2030. Gli
tra energia “sporca” ed energia pulita, nonché tra energia e altri fattori di
20
riduzione delle emissioni dell’UE, insieme agli obiettivi europei relativi
prezzo dell’energia pulita dovuto alla domanda più elevata, comporta un aumento
complessivo dei prezzi dei beni energetici. Questo rincaro si riflette nei costi
21
Poiché le emissioni di anidride carbonica sono correlate alla produzione di
Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC), può aumentare da 0,2 a 0,4 punti
percentuali nel 2025 e nel 2026 rispetto allo scenario di riferimento senza misure
risultati sono influenzati dall’entità delle imposte e dal grado di sostituzione tra i
pacchetto “Pronti per il 55%” amplifica gli effetti rispetto allo scenario basato
Nello scenario di policy mix del pacchetto “Pronti per il 55%”, l’aumento della
produttività totale dei fattori (PTF) nel settore dell’energia pulita migliora
dei consumi totali di energia. In termini complessivi, gli impatti negativi sul PIL e
PTF.
22
pacchetto “Pronti per il 55%” e delle attività relative agli investimenti verdi.
bilancio, possono influire sui risultati. Gli scenari proposti sono quindi indicativi e
dell’impatto della grave emergenza sanitaria e delle nuove sfide globali. La crisi
sanitaria ha causato una significativa caduta della produzione e del reddito tanto
che dietro alla previsione della contrazione del PIL dichiarata dal Fondo
finanziato con emissione di debito in conseguenza del quale sono state necessarie
sulla natura di queste risorse e sui nuovi compiti assegnati al bilancio oltre alla
è reso ancor più necessario dopo che le crisi belliche, quella russo-ucraina e quella
23
a creare era ed è cruciale promuovere la competitività economica europea e
garantire la stabilità sociale di fronte alle trasformazioni rapide del mercato del
nazionali si hanno dovuto tener conto dei limiti quantitativi e della struttura di
significative.
Il dibattito sulla riforma del bilancio europeo parte dal riconoscimento della
risorse proprie, l’articolo 311 definisce una procedura che concede agli Stati
Pluriennale con una procedura che richiede una decisione all’unanimità del
24
Tuttavia, l’attuale bilancio europeo è limitato, costituendo circa l’1% del Pil
prelievi sullo zucchero e risorse legate all’IVA e al reddito nazionale lordo degli
Stati membri.
proprie e promuovendo un approccio più equo ed efficiente per far fronte alle
Nel contesto europeo, l’analisi delle prospettive del federalismo fiscale deve
territoriali. Questa doppia dinamica, spesso trascurata nel dibattito politico attuale,
25
Il crescente decentramento delle funzioni pubbliche verso gli enti territoriali
territoriali, offre una giustificazione economica per una struttura federale dello
Stato. Questo modello non solo ottimizza i benefici politici attraverso un sistema
interdipendenza tra gli Stati membri. Pertanto, la riflessione sulla riforma fiscale e
26
La struttura teorica del federalismo fiscale, derivata dalle analisi di Musgrave e
dalla letteratura.
un ruolo estremamente limitato, rappresentando solo circa l’1% del Pil europeo.
dell’Unione.
mancanza di una struttura federale ben definita può causare problemi durante la
27
transizione, in particolare riguardo all’efficacia della politica di stabilizzazione. La
mercato europeo.
giustificate non solo per ragioni di equità, ma anche a causa delle differenze nella
28
capacità fiscale tra i paesi membri, che comportano la necessità di imporre
gestione della politica sociale e della redistribuzione personale del reddito rimane
territoriali. Tuttavia, è riconosciuto che c’è ancora molto lavoro da fare per
Dal punto di vista politico, sembra che ci sia uno spazio limitato, almeno nel
privato e locale, basandosi sul sentimento di solidarietà che è più forte nelle
del reddito tra gli Stati membri. Questo dovrebbe avvenire in modo compatibile
29
con gli obiettivi del modello sociale europeo, garantendo il rispetto delle
l’accento sulla necessità di condividere il motivo per cui gli Stati europei debbano
programmi di aiuti di Stato negli Stati Uniti per sviluppare tecnologie verdi,
30
quote di mercato, ma piuttosto espandere il mercato, favorendo la cooperazione
internazionale.
considerate dannose, mentre gli aiuti di Stato per lo sviluppo possono attivare
moltiplicatori di crescita.
europea credibile.
Si discute della gestione dei fondi sovrani europei per finanziare investimenti
In tale contesto l’Italia affronta sfide nell’utilizzo degli aiuti di Stato, legate a
31
Negli ultimi anni, il mondo ha affrontato una serie di crisi di grande rilevanza,
utilizzando regole e standard del mercato interno europeo per influenzare paesi e
l’economia globale.
Tuttavia, il passato utilizzo di questo “soft power” non sarà più sufficiente per
industriale europea in risposta alle sfide degli Stati Uniti e della Cina nella
stanno tornando al centro dell’attenzione, con gli Stati Uniti che hanno varato
Tuttavia, tali piani, come l’Inflation Reduction Act (IRA) negli Stati Uniti,
32
negli Stati Uniti o nell’area NAFTA, violando principi fondamentali di non
Il rischio concreto per l’UE è che molte imprese possano ridurre gli
evidente nei settori automobilistici, con alcune grandi aziende europee che hanno
Di fronte a questa sfida, diventa urgente per l’Europa formulare una politica
limiti. La necessità di un’azione coordinata diventa ancora più critica data la fase
reazioni americane sono state limitate, lasciando l’Europa alla ricerca di una
tipo potrebbe generare disaccordi all’interno dell’UE, specialmente tra quei paesi
33
che sostengono il libero scambio e che potrebbero vedere minacciati i loro legami
condivisa tra gli Stati membri dell’UE complica la situazione. Tuttavia, è stata
sull’uso degli aiuti statali. Questa mossa mira a creare un quadro regolamentare
tecnologie sostenibili.
però, limita la capacità di utilizzare gli aiuti statali come risposta efficace alle
politiche industriali degli Stati Uniti e di altri grandi attori globali, evidenziando la
azione intrapresa sia ben ponderata, equilibrata e in linea con gli obiettivi a lungo
34
2.3.1 La comune politica industriale europea per la transizione ambientale
europea.
La politica industriale comune è vista come uno strumento per garantire una
dipendenze.
35
Le priorità di intervento includono la creazione di nuove imprese, il sostegno ai
industriale con paesi terzi. La creazione di grandi gruppi europei richiede una
d’azione per l’unione dei mercati dei capitali e completando le proposte legislative
nell’ambito del Green Deal Industrial Plan, mirando a sviluppare una strategia
delle risorse umane per elevare le competenze necessarie per la transizione verde
in Europa.
presentato il Net Zero Industry Act, il primo elemento del Piano industriale verde,
zero emissioni.
proposta, tuttavia, affronta divisioni tra i Paesi membri dell’UE, con alcuni
37
Nel 2020, l’Unione Europea ha introdotto il Next Generation EU, destinando
all’Italia la più ampia quota di risorse (circa 209 miliardi di euro) tra prestiti e
utilizzo dei fondi europei, che a sua volta richiedeva una rapida e accurata spesa
Tuttavia, dopo tre anni, l’Italia ha incontrato difficoltà su tutti e tre i fronti. La
alcune voci specifiche. Il percorso delle riforme è incerto, con molte iniziative del
amministrative.
38
non dovrebbe essere considerato come un mezzo per compensare il divario con
paesi più ricchi come Germania e Francia, ma come un modo per migliorare la
Il dualismo persistente nel sistema industriale italiano, con un forte focus sulle
39
Oltre alla manifattura, i servizi giocano un ruolo sempre più rilevante nella
opportunità reciproche.
per ottenere flessibilità nelle nuove regole di bilancio. L’Italia dovrà cercare
alleanze con altri paesi membri, in particolare con Germania e Francia, per
l’Europa (ibidem).
Purtroppo, come spesso accade, gli interessi di parte comportano ritardi sui
40
omogenee, il rischio forte di decentramenti rispetto agli obiettivi proposti dalle
gioco sono ingenti, si assiste a derive di impieghi delle finanze verso progetti
sullo stretto” senza che le linee di collegamento interne alla Regione Sicilia siano
governativa per faccende personali pone forti dubbi sulla stabilità e sulla serietà
degli impegni presi così che si rallentano gli investimenti e la fiducia dei mercati.
dare il colpo di grazia alla ripresa e alla piena applicazione del PNNR che fu
ideato per cercare di colmare il divario interno e rilanciare il Sud del nostro Paese.
Dirottare gli investimenti destinati al sud per arricchire le economie già sane del
nostro Paese è come coltivare su terreno già coltivato lasciando inaridire quello
che spesso la gestione finanziaria diventa arma politica, come nel caso del blocco
dei Fondi di Coesione destinati alle Regioni con guida politica avversa a quella
41
Questo principio abbraccia diverse pratiche e principi volti a preservare
economica per il benessere umano e la salute del pianeta nel lungo periodo.
pubblico. In altre parole, gli elementi ESG devono essere considerati nel contesto
col finanziare progetti rivolti alla sostenibilità. Questo settore gioca un ruolo
42
Schilirò (Schilirò, 2024). La crisi climatica accentua l’importanza del settore
finanziario come attore primario, poiché le questioni ESG influenzano sempre più
con l’obiettivo di creare valore nel lungo periodo, investendo in attività che
generino valore economico, siano utili alla società e non dannose per l’ambiente.
sfide ambientali e sociali. Questo settore svolge un ruolo cruciale nel dirigere il
6
Finanza sostenibile: cos’è, come funziona, ESG e come investire, Consulenza vincente, 20
luglio. https://www.consulenzavincente.it/finanza-sostenibile/
43
atteggiamento dei consumatori, che preferiscono aziende in linea con i loro valori.
standardizzazione dei dati ESG richiedono ulteriori sforzi per far progredire
crescere nei prossimi anni, guidata dalla consapevolezza delle sfide ambientali e
che non sempre affrontano in modo efficace i problemi legati alla sostenibilità e
investimenti dell’UE all’interno del “Green Deal”, che ambisce a raccogliere 1,14
trilioni di dollari entro il 2050 per rendere l’Europa a zero emissioni. Tuttavia,
questo piano ha incontrato resistenze da parte di alcuni gruppi sociali, come gli
44
agricoltori, che si sentono danneggiati da alcune misure contenute nel programma
Governance).
di intermediari.
45
Lo sviluppo sostenibile, essendo una sfida che richiede considerevoli
progressi verso l’Agenda 2030 sono lenti e poco omogenei, con il rischio che
produzione.
46
La cooperazione internazionale è fondamentale per mitigare gli impatti
progetti sostenibili.
sintesi, la finanza sostenibile, sia pubblica che privata, si configura come uno
essere emessi da varie entità, tra cui imprese, banche, Stati e organismi
sovranazionali.
7
Le obbligazioni verdi sono un sottoinsieme di obbligazioni obbligatorie, insieme alle
obbligazioni sociali, di sostenibilità e legate alla sostenibilità, concepite per promuovere progetti
ambientali e sociali. Queste obbligazioni forniscono risorse finanziarie, finanziano progetti sociali
e ambientali e sostengono attività sociali.
47
Secondo l’International Capital Market Association (IMCA), i Green Bond
devono essere allineati con i quattro principali componenti dei Green Bond
Principles (GBP):
ambientali.
criteri ambientali.
dall’emittente.
all’anno.
1. Green Bond con utilizzo dei proventi di tipo standard: Questi titoli
48
2. Green Bond sui ricavi: Questi titoli di debito hanno un rimborso garantito
3. Green Bond di progetto: Questi titoli sono emessi per uno o più progetti
indipendenti per confermare l’allineamento dei Green Bonds alle linee guida e per
verificare che i fondi raccolti siano effettivamente utilizzati per gli scopi previsti
Le caratteristiche finanziarie dei green bonds non sono dissimili da quelle delle
proventi raccolti per finanziare attività economiche sostenibili dal punto di vista
ambientale.
Il mercato dei green bonds ha registrato una crescita esponenziale tra il 2014 e
il 2022, grazie all’ingresso nel mercato di operatori dei paesi emergenti, alla
Nel 2007, la Banca Europea per gli Investimenti ha emesso la sua prima
obbligazioni verdi.
49
In Europa, il primo paese a emettere obbligazioni verdi sovrane è stata la
Polonia nel 2016. Successivamente, hanno emesso titoli di Stato green Irlanda,
ancora un certo ritardo rispetto ai principali paesi europei. Nel marzo 2021, lo
Nel complesso, la percentuale del volume mondiale di titoli della specie emessi
La Banca Europea per gli Investimenti ha emesso il suo primo green bond nel
2007 per finanziare progetti di energia rinnovabile. Nel 2015, la Banca Popolare
sovrane nel 2016. Successivamente, Irlanda, Belgio e Olanda hanno emesso titoli
Il mercato italiano dei green bonds, pur in crescita costante, mostra ancora un
ritardo rispetto ai principali paesi europei. Nel marzo 2021, l’Italia ha emesso il
Nel 2021, la percentuale del volume mondiale di titoli della specie emessi
modelli per l’informativa volontaria per gli emittenti di obbligazioni della specie.
dei revisori esterni. Per poter svolgere l’attività, i revisori devono essere registrati
soddisfare una serie di requisiti, tra cui il possesso, da parte dell’alta dirigenza e
8
Il “greenwashing” è un termine usato per descrivere le azioni di un’organizzazione che
esagera o falsifica il proprio impegno o contributo alla sostenibilità. Questa strategia di marketing
può riguardare un’organizzazione, un prodotto finanziario o un servizio. In Italia, tali pratiche sono
considerate ingannevoli e sono regolamentate dall’Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato.
9
L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) è un’autorità
indipendente dell’UE il cui obiettivo è migliorare la protezione degli investitori e promuovere
mercati finanziari stabili e ordinati.
Gli obiettivi dell'agenzia sono tre:
tutela degli investitori - garantire un migliore soddisfacimento delle esigenze finanziarie
dei consumatori e rafforzare i loro diritti in quanto investitori, riconoscendo al tempo
stesso le loro responsabilità
corretto funzionamento dei mercati - promuovere l'integrità, la trasparenza, l'efficienza
e il corretto funzionamento dei mercati finanziari e una solida infrastruttura di mercato
stabilità finanziaria - rafforzare il sistema finanziario in modo che sia in grado di
resistere agli shock e al logorio degli squilibri finanziari, e favorire la crescita economica.
L'ESMA ha inoltre il compito di coordinare le misure prese da autorità di vigilanza sui valori
mobiliari o di adottare misure di emergenza in caso di crisi.
51
Ai revisori esterni viene richiesto l’impiego di sistemi, risorse e procedure
procedure interne di due diligence, tali da assicurare che gli interessi aziendali non
e iv) ad attuare misure destinate ad assicurare che le revisioni pre e post emissione
rilevanti.
52
Sono regolate le ipotesi di possibili errori nelle metodologie di valutazione o
potenziali) riguardanti, tra gli altri, gli azionisti e dipendenti del revisore nonché
gli azionisti che detengono almeno il 10 per cento dei capitali o dei diritti di voto
ad altra autorità competente in maniera tale da indicare o suggerire che tali organi
impone inoltre ai revisori di pubblicare e rendere disponibili sui loro siti web,
Si consente ai revisori esterni dei paesi terzi di prestare i propri servizi, purché
abbia fondati motivi per ritenere che il revisore esterno del paese terzo: i) agisce
53
funzionamento dei mercati; o ii) ha commesso una grave violazione delle
Gli articoli 44-67 regolano il sistema di vigilanza cui sono sottoposti gli
10
https://www.tidona.com/green-bonds-struttura-mercato-e-nuove-regole-europee/
54
2.5.2 Investire in green bond fa bene al portafoglio oltre che all’ambiente?
questo processo. I green bond sono obbligazioni che finanziano progetti legati
ogni anno dal 2016 al 2021. Un esempio di questo forte interesse è la raccolta
record di 12 miliardi di euro del primo green bond dell’UE emesso nel 2021.
stima che saranno necessari investimenti medi annuali di 9,4 mila miliardi di
I green bond hanno la stessa struttura dei bond tradizionali e non presentano
che i green bond finanziano progetti o attività con chiari propositi di tutela
dell’ambiente. Sostituire parte del portafoglio obbligazionario con green bond può
avere benefici che vanno oltre il supporto degli obiettivi climatici, come il
nel tempo.
ovvero la paura che investire in green bond possa comportare un costo per la
performance finanziaria, non esiste alcuna ragione teorica per cui essere ‘verde’
dovrebbe impattare sul prezzo delle obbligazioni. Anche se i green bond hanno
55
qualche costo aggiuntivo, come la necessità di una revisione da parti terze e di
Nonostante la forte volatilità e l’aumento dei tassi di interesse che nel 2022
portando il mercato a valere più di 2.000 miliardi di euro. Questo è anche grazie
economics”, che abbraccia concetti come economia verde, circolare, blu e a basse
Baranoff nel 1920 per descrivere un livello ottimale di sfruttamento delle risorse
11
https://www.we-wealth.com/enterprise/goldman-sachs/news/green-bond-punti-di-forza-
portafoglio-verde
56
letteratura economica offre tre narrazioni principali sulla bioeconomia: la prima la
considera come economia delle risorse rinnovabili, la seconda come utilizzo delle
comportamenti pro-ambientali.
dalla ricerca nelle biotecnologie, dove la ricerca e sviluppo (R&S) svolge un ruolo
57
obiettivi a lungo termine come la decarbonizzazione e la mitigazione dei
temporali.
C’è una discrasia tra gli obiettivi a lungo termine delle politiche e delle
sull’analisi dei modelli che consentono alle imprese di creare e catturare valore
58
generare valore utilizzando risorse biologiche, fornendo una visione chiara dei
produttore.
59
sua implementazione è facilitata se l’organizzazione dispone già di un Sistema di
implica non solo il rispetto dei limiti di legge, ma anche il miglioramento continuo
dell’economia circolare.
sostenibilità.
60
Studi internazionali, come quelli condotti da Lacy, Rutqvist e Lamonica (Lacy
trilioni di dollari entro il 2030. Questi studi hanno proposto cinque modelli di
valore.
attribuisce valore non tanto agli oggetti, ma ai significati derivati dalle esperienze
di coloro che sono coinvolti nella loro produzione e consumo. Questi significati
creazione di senso.
campo cruciale di innovazione sia per il settore terziario, che sta modernizzandosi
62
Bibliografia
Anwar, A., Huong, N. T. T., Sharif, A., Kilinc‐Ata, N., Çitil, M., & Demirtaş, F.
(2024). Is a green world real or a dream? A look at green growth from
green innovation and financial development: Evidence from fragile
economies. Geological Journal, 59(1), 98-112.
BCE. (2024). Bollettino Economico 1/2024. Banca Centrale Europea
Broom, D. (2022). What is sustainable finance and how it is changing the world.
World Economic Forum,
Buitrago Restrepo, F., & Duque Márquez, I. (2013). La economía naranja: una
oportunidad infinita. Banco Interamericano de Desarrollo, Washinton DC.
Cavaliere, S. (2024). Un innovativo approccio dell’intervento pubblico
nell’economia: l’Orange economy. DIALOGHI DI DIRITTO
DELL'ECONOMIA, 1-25.
Chen, R., Ramzan, M., Hafeez, M., & Ullah, S. (2023). Green innovation-green
growth nexus in BRICS: does financial globalization matter? Journal of
Innovation & Knowledge, 8(1), 100286.
Coenen, G., Priftis, R., & Lozej, M. (2023). Macroeconomic Effects of Carbon
Transition Policies: An Assessment Based on the Ecb's New Area-Wide
Model with a Disaggregated Energy Sector. ECB Working Paper No.
2023/2819
Guerrieri, P. (2023). La transizione ambientale e il ruolo dell'industria europea.
Spostare il baricentro: il PNRR, l'Europa e la politica industriale.-
(Campus; 83), 115-129.
Lacy, P., Rutqvist, J., & Lamonica, B. (2016). Circular economy: Dallo spreco al
valore. EGEA spa,
Lepore, A., Palermo, S., & Pomella, A. (2021). Dalla green economy alla
bioeconomia circolare. Un nuovo paradigma di crescita per il Sud e per il
Paese. Rivista economica del Mezzogiorno, 35(2-3), 523-539.
Majocchi, A. (2022). Una fiscalità europea per uno sviluppo equo e sostenibile.
Pago, dunque sono (cittadino europeo). Il futuro dell’UE tra
responsabilità fiscale, solidarietà e nuova cittadinanza europea.
OECD. (2011). Towards green growth: monitoring progress. OECD: Paris,
France
63
Schilirò, D. (2024). Finanza sostenibile e sistema di finanza pubblica sostenibile.
MPRA.
Tria, G. (2023). La ricerca di una politica industriale europea: tra aiuti di stato e
regole di bilancio. Spostare il baricentro: il PNRR, l'Europa e la politica
industriale.-(Campus; 83), 109-114.
64