Sei sulla pagina 1di 5

GREENTECH

1.
Il termine greentech letteralmente significa “tecnologia verde” e con esso
appunto vengono indicate tutte le possibili collaborazioni e applicazioni tra le
varie scienze ambientali e la tecnologia che hanno come obiettivo principale la
produzione di un’energia pulita utilizzando soprattutto fonti rinnovabili, a zero
impatto ambientale. Il GT è un settore che vanta una storia di sviluppo
relativamente recente, ovvero a partire dagli anni ‘90, ma che sta assistendo
ad un incremento globale davvero importante. Il vero motivo che fa della GT
un’area di così grande attualità è l’interesse a promuovere una tecnologia
ecologica che non abbia nessun effetto deleterio sull’ambiente, che sappia
sfruttare al meglio le risorse del nostro pianeta senza distruggerne i delicati
equilibri, insomma che sia in grado di permettere non solo la sopravvivenza
stessa del pianeta, ma anche proiettarlo verso un futuro più rassicurante. E,
dato l’impatto dei cambiamenti climatici e dell'esaurimento delle risorse
naturali a cui stiamo assistendo, questo sembra essere ormai divenuto il tema
centrale della vita di ogni individuo nonché di molte aziende.

2.
La GT è un mercato in crescita, grazie sia all’interesse dei singoli che ad alcune
politiche governative che ne promuovono l’incremento. I principali settori di
impiego sono:
• Energie rinnovabili, cioè tutte quelle fonti di energia che non si
esauriscono con l’utilizzo, ma si rinnovano naturalmente quali l’energia
del sole, del vento, delle precipitazioni, delle maree, del calore
geotermico, le biomasse;
• La purificazione dell’acqua, quel processo per cui vengono eliminate le
sostanze contaminanti o il sale, al fine di rendere l’acqua idonea al
consumo domestico, all’irrigazione dei campi, all’utilizzo nelle industrie;
• La purificazione dell’aria, cioè la riduzione delle emissioni di carbonio e
gas rilasciati dagli impianti di produzione;
• Anche il riciclaggio e la corretta gestione dei rifiuti sono un tema
fondamentale che vengono incentivati dall’uso dei cosiddetti contenitori
intelligenti e da tecnologie che aiutano a smistare correttamente le
plastiche.
3.
Da studi condotti dalla NASA, la responsabilità del surriscaldamento del nostro
pianeta è da ricondursi alle attività dell’uomo. È per questo motivo che ci si sta
spostando verso tecnologie green in grado di ridurre al minimo gli effetti
negativi sull’ecosistema. Ad esempio la promozione della mobilità sostenibile
con l’uso di auto elettriche, bici, monopattini elettrici, potrebbero aiutare a
diminuire le emissioni di CO2 e quindi l’inquinamento atmosferico; l’ormai
largo impiego dei pannelli solari che permette di ottenere energia elettrica e
rinnovabile alla massima efficienza; l’utilizzo delle biomasse (sottoprodotti del
legno: sansa, nocciolino...) specie negli impianti di riscaldamento o di
produzione di energia elettrica, riduce il problema dello smaltimento dei rifiuti
essendo risorse rinnovabili. Tutto questo ha ovviamente un impatto positivo
anche sui costi e sulla salute di ognuno.

4.
In Italia esiste una rete di imprese impegnate nello sviluppo all’interno dei
settori del riciclaggio dei rifiuti e delle energie rinnovabili. Il suo nome è Green
Tech Italy (GTI), il cui obiettivo è quello di esportare in tutto il mondo le
tecnologie green. Nel 2017 la GTI ha promosso il Veneto Green Cluster che
comprende 80 aziende e 4 atenei universitari (Padova, Venezia, Verona e
Trento) impegnate nel recupero di risorse utili dai rifiuti. Oltre a questa realtà,
se ne muovono altre in maniera autonoma, come quella dell’IIT di Genova che
è riuscita a creare una spugna dagli scarti del caffè in grado di depurare l’acqua
del mare e renderla potabile. Altri esempi sono i droni acquatici a Trastevere
che misurano costantemente i livelli di pulizia delle acque, rilevando la
presenza di metalli e idrocarburi, ma anche la temperatura, il ph, i nutrienti,
etc.... in modo da scorgere minacce sul nascere e prevenirle quando possibile.
Ancora un altro esempio è dato dagli autobus alimentati ad idrogeno di
Bolzano, che hanno un’autonomia di 350 km e i cui unici prodotti di scarto
sono calore e vapore acqueo. Un'ultima innovazione in campo green è data da
Ecotech, un sistema per la pulizia del bucato in modo ecologico e salutare che
non prevede nessun utilizzo di detersivi grazie all’esclusiva tecnologia che
trasforma l’acqua fredda in un potente detergente disinfettante e
antibatterico. Ecotech è un dispositivo che si adatta a tutte le lavatrici in
commercio. Anche in questo caso vi sono molteplici vantaggi: no all’utilizzo dei
flaconi di plastica dei detersivi, risparmio di energia elettrica e dei costi, nessun
contatto con detergenti chimici.

5.
È ovvio che la sfida che ci vede impegnati sul fronte dei cambiamenti climatici e
del degrado ambientale, è una sfida che coinvolge anche l’Europa e tutto il
globo. Per questa ragione l’UE ha adottato il Green Deal il 14 luglio 2021 il cui
obiettivo primario è rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050:
entro tale data la quantità di emissioni del continente dovrà bilanciarsi con la
capacità del pianeta di assorbirle. L'Unione punta a ridurre i livelli delle
emissioni del 55% entro il 2030 attraverso una politica che regoli azioni mirate
e incentivi in diversi ambiti:
• La gestione dei rifiuti: ogni cittadino produce in media 5 tonnellate di
rifiuti all’anno e solo in Italia ne vengono riciclati il 79%, contro il 56%
della Francia e il 43% della Germania;
• Costruzione di “smart buildings” ovvero edifici intelligenti che riescono a
gestire l’illuminazione, il riscaldamento e altri sistemi in maniera
ecosostenibile;
• Creazione di “imprese sostenibili”, dove vengono valorizzati i dipendenti,
offrendo loro orari flessibili, avendo così cura del loro benessere;
• Il settore dei trasporti è responsabile del 25% delle emissioni di gas serra
in Europa. Per questo il Green Deal promuove forme di mobilità
alternativa, come le auto e i camion a emissioni 0, oltre all’obiettivo
entro il 2035 dei primi aerei a emissioni 0!
• La trasformazione delle città in “15-minutes cities”, in cui tutti i servizi di
cui il cittadino avrà bisogno saranno alla distanza di 15 minuti a piedi o in
bici: alcuni esempi sono già presenti a Milano, Roma, Napoli e Venezia,
dove sono stati avviati progetti di riqualificazione urbana.

6.
Se molti degli obiettivi sono ancora da raggiungere o si tratta solo di progetti
regolati da politiche che cercano di attuarne i contenuti, alcune realtà come
abbiamo visto sono già concrete. Un ulteriore esempio proviene stavolta dal
sud Italia, precisamente dal Trapanese dove il prototipo di una serra autonoma
è realtà: si chiama “Easy Drop” il sistema inventato dalla startup siciliana Saba
Technology che è in grado di condensare l’acqua dall’atmosfera e irrigare una
serra di 600 mq con acqua completamente purificata. Un sistema che si
dimostrerebbe altamente utile in ambiente proibitivi quali il Medio Oriente,
dove ha già suscitato l’interesse di alcuni investitori. Da considerare come
tendenze già in atto sono le DER ovvero le risorse di energia distribuita: sono
risorse di approvvigionamento di elettricità su piccola scala, possono essere
utilizzati privatamente o in forma aggregata per dare valore alla rete. Anche
per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, esistono alcuni robot che riescono a
riciclare in base a dimensioni e composizioni chimiche.

7.
Anche la cinematografia si fa portavoce dei problemi urgenti del nostro tempo.
La 77esima Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia ospita
per il nono anno consecutivo il Green Drop Award nel tentativo di
sensibilizzare la platea premiando quelle pellicole che meglio interpretano i
valori dell’ecologia, dello sviluppo sostenibile e della collaborazione fra i
popoli. Un film che tratta queste tematiche, sebbene non abbia ricevuto
questo tipo di premio, è “Il ragazzo che catturò il vento”, che narra la vera
storia di un ragazzo africano che salva il proprio villaggio dalla carestia grazie
alla costruzione di una pala eolica che aziona una pompa per l’acqua che
irrigherà i campi.

8.
La transizione verso l’ecosostenibilità è ormai iniziata, ma di certo occorrono
ancora tempo e risorse economiche molto importanti per portarla a
compimento, visti gli elevati costi di gestione e di acquisto di alcune soluzioni
green. Non va ignorato che, come affermava un noto economista, più la
disuguaglianza sociale è grande e più risulterà difficile attuare politiche rispetto
al cambiamento climatico, poiché un povero che non riesce a soddisfare i
bisogni di base non valuterà di alcuna importanza le problematiche legate a
questo argomento. Un punto cruciale che va affrontato poi è quello del lavoro,
cioè la possibilità di compensare le perdite di lavoro legate ad esempio ai
settori delle fonti fossili con politiche complementari che accompagnino e
proteggano i lavoratori e garantiscano che la transizione sia giusta. Tale
transizione ecologica sembra ormai una tappa obbligatoria per affrontare gli
enormi problemi del nostro tempo, ma non bisogna sottovalutare l’impatto
sociale e occupazionale che ne verrà fuori. Insomma l’equità sociale deve
essere al centro della transizione ecologica! Le stime parlano della creazione di
24 milioni di green jobs entro il 2030, se gli obiettivi della sostenibilità
ambientale verranno raggiunti. Certo è tutto legato a progetti ancora in corso
di attuazione e di cui ancora non si hanno riscontri tangibili. Solo il tempo e
una buona politica ci aiuteranno a capire quale sarà la direzione di una
transizione giusta che non vada ad accentuare le disuguaglianze in atto, ma che
miri al vero benessere del singolo e della collettività.

Potrebbero piacerti anche