za del 12 dicembre 2010 con lentrata in vigore della di- rettiva 2008/98/CE e labrogazio- ne della direttiva rifuti 2006/12/ CE (attualmente vigente). Le tec- nologie in materia di trattamento rifuti avanzano e sono sempre pi raffnate, proponendo vali- de soluzioni impiantistiche per la salvaguardia dellambiente; le scelte politiche ritardano la loro applicazione pratica, rallentando il processo di sviluppo del recu- pero. E radicale la svolta interve- nuta con la direttiva 2008/98/CE a riguardo della gestione dei rifuti. Limpostazione della prima diret- tiva quadro sui rifuti prendeva origine da una prassi industriale e di gestione dei rifuti degli anni Sessanta-Settanta poco svilup- pata ed essenzialmente basata sul conferimento degli scarti in discarica e sullapproccio tutto rifuto. Del tutto assente, quindi, lapproccio di considerare i rifuti come una potenziale risorsa da sfruttare per preservare le risorse naturali. Con questo spirito, anche questanno Industria&Ambiente partecipa con il proprio contribu- to culturale alla manifestazione di Ecomondo 2010 a Rimini. Degna di nota la partecipazione, per la prima volta, a Remtech 2010 a Ferrara. Segno che la gestione dei rifuti e dei siti contaminati sono argomenti di grande attua- lit in vista delladozione da parte della politica di uno strumento fessibile ed adattabile di fronte a nuovi elementi ed allevolu- zione della tecnologia. Diamo, tutti, un impulso forte allo svi- luppo della societ del RICICLO. Presidente Consorzio Creta EDITORIALE EDITORE Consorzio Creta Via Cappuccini 21, 70017 Putignano (Ba) www.consorziocreta.com - info@consorziocreta.com DIRETTORE RESPONSABILE Tommaso Forte info@consorziocreta.com SEGRETERIA DI REDAZIONE Andrea Miccolis info@consorziocreta.com STAMPA Tipografa Mariani via Firenze, 1 70019 Triggiano (Ba) REDAZIONE Tel. 080.4913845 Fax 080.4051761 ieapuglia@libero.it GRAFICA EDITORIALE All Time S.r.l www.alltime.it grafca@alltime.it Iscritto nel Registro della Stampa presso il Tribunale di Bari al n. 35/07 Periodico di Riuti, Recupero, Ambiente, Energia Italia & Ambiente Industria Sistri: Nuove modifche Il manuale utente sar oggetto di variazioni ed integrazioni PROROGATO AL 1 OTTOBRE IL TERMINE INIZIALE SULLOPERATIVITA DEL SISTEMA GIUSEPPE ANGELO DALENA A ncora una volta e a pochi giorni da una scadenza (quella del 13 luglio, termine ultimo per la consegna dei dispositivi e per lavvio della operativit per il primo gruppo di utenti), la disciplina Sistri stata sottoposta ad nuovo re- styling dal Ministero dellAm- biente con il Dm 9 luglio 2010. Le principali novit introdotte dal DM suddetto, consistono in: proroga al 1 ottobre 2010 del termine iniziale di operati- vit del Sistri per tutti i soggetti obbligati (laddove in preceden- za erano previste due scadenze distinte, 13 luglio e 12 agosto 2010); proroga al 12 settembre 2010 dei termini per il comple- tamento delle procedure di di- stribuzione dei dispositivi Usb TecnoEcologia Politica sEttEmbrE 2010 - N. 11 FIOrE A PAGINA 8 mACCHIA A PAGINA 4 Cresce la raccolta differenziata urICCHIO A PAGINA 15 Un kit microbiologico per le acque RICERCA DEL CNR PUGLIA I DATI CONAI 4 Italia Ambiente Industria R accolta del vetro a colore. Il progetto coinvolge a Verona gli esercizi com- merciali del centro storico, vale a dire il bacino dutenza che consuma il maggior quantitativo di imballaggi in vetro. Verona la prima grande citt in Italia a scegliere di intraprendere un percorso di eccellenza nel campo del riciclo del vetro, abbracciando una buona pratica diffusa a livello euro- peo e in via di sperimentazione anche pres- so alcune citt italiane. (a.m.m.) Raccolta a colori COREVE I l compost ottenuto dalla decomposizione dei rifuti organici come farmaco per le piante o addirittura per la decontaminazio- ne di acque e terreni inquinati. Sono i nuovi utilizzi sperimentati da AgriNewTech, uno spin-off dellUniversit di Torino. Unaltra propriet del compost allo studio il bio- risanamenoto di siti inquinati: la microfora sarebbe in grado di degradare le sostanze tossiche, decontaminando acque e terreni nei quali siano presenti idrocarburi. (a.m.m.) Risanamento innovativo COMPOST I l Consorzio Naziona- le Imballaggi, con il patrocinio dei Ministeri dellAmbiente, dellIstru- zione e dellUniversit, lancia il nuovo progetto scuola sul web. Gli alunni che seguiranno il proget- to formativo, potranno partecipare al concorso Progetta la Ricicliera e vincere una piacevole gita al Parco del Circeo. Il progetto RicicloTVB, originale percorso di for- mazione si rivolge agli studenti e agli insegnanti delle scuole secondarie di primo grado di tutta Italia, coinvolgendo i ra- gazzi in un viaggio alla scoperta dei segreti degli imballaggi. (a.m.m.) www.riciclotvb.it Un progetto educativo Nelle regioni del Sud Italia in aumento la differenziata Perron: Il Conai ha confermato di essere un sistema efficente IN ITALIA GLI IMBALLAGGI AVVIATI A RECUPERO SUPERANO IL 72,3% ANNA MARIA mACCHIA N el 2009, come testimonia lan- nuale bilancio di Conai, i risultati di recupero complessivo dei rifuti di im- ballaggio di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro sono positivi e raggiungono la percentuale del 72,3%, equi- valente a 7.762.000 tonnellate recuperate su 10.742.000 ton- nellate immesse al consumo. Il Sistema Conai, anche in presenza di una congiuntura economica negativa, ha regi- strato una crescita del recupe- ro complessivo di + 3,75 punti percentuali rispetto allanno precedente (da 68,5% a 72,3%) e contestualmente una riduzio- ne delle quantit di rifuti di im- ballaggio destinate a discarica, Piero Perron Di impulso laccordo Anci-Conai per i risultati sul recupero dei materiali di imballaggio che nel 2009 sono scese sotto il 28% del totale dei rifuti da imballaggio. A livello naziona- le, grazie allAccordo quadro Anci-Conai, nellultimo anno la raccolta differenziata di im- ballaggi passata da 2.887.000 tonnellate nel 2008 a 3.110.000 tonnellate nel 2009, con un au- mento del 7,7% sullanno prece- dente. La crescita ha interessato tutte le aree dItalia, in partico- lar modo le Regioni del Sud, dove si registrato per la prima volta un aumento percentua- le dei volumi raccolti del 20% rispetto allanno precedente, anche se in termini di risultati quantitativi pro capite perma- ne un divario tra le Regioni del Nord, dove vengono raccolti e avviati a riciclo 89 kg per abi- tante allanno, mentre il Centro si attesta a 52 Kg ed il Sud a 37 kg per abitante. Nel 2009 Conai ha confermato di essere un sistema effciente spiega Piero Perron, Presidente di Conai proprio perch, anche in presenza di uno scenario cri- tico, riuscito a raggiungere i propri obiettivi. Il suo ruolo, infatti, stato determinante nel sostenere le attivit di riciclo a livello nazionale, assicurando il regolare ritiro e lavvio a riciclo di tutti i rifuti di imballaggio conferiti dai Comuni nellambi- to dellaccordo Anci-Conai, e, con esso, i risultati di recupero complessivo dei sei materiali di imballaggio. 5 Italia Ambiente Industria L e Bandiere Blu 2010 sono state assegna- te dalla Foundation for Environmental Education (FEE) in collaborazione con il Cobat a 117 localit rivierasche e 61 approdi turistici. Il Cobat nella sua nuova veste che lo vede protagonista nella raccolta di rifu- ti di pile e accumulatori spiega Giancarlo Morandi, presidente del Cobat continua a portare avanti il proprio impegno per la tutela dellambiente dai rischi derivanti dalla disper- sione in mare di batterie al piombo. (a.m.m.) Tutela del mare COBAT C iAL: cresce il recupero. Attivata la rac- colta differenziata degli imballaggi in alluminio in oltre 5.500 Comuni italiani (il 70% del totale) e con una partecipazione di 44 milioni di cittadini (il 75% della popola- zione). Risultati pi che positivi, ottenuti gra- zie alla rete di 328 operatori convenzionati, distribuiti su tutto il territorio nazionale. A fne 2009 la quota di recupero di imballaggi di alluminio pari al 56,1% dellimmesso sul mercato. Un dato incoraggiante. Riciclo con larte CIAL Stato dellarte europeo sul recupero energetico Sviluppare rapidamente le procedure Pan-Europee LUTILIZZO DELLSRF E ORMAI DI GRANDE DIFFUSIONE VLADIMIR KOVACEVIC I l valore economico che sta assumendo l SRF (Solid Recoverd Fuels) in Europa un dato in- confutabile. Lutilizzo di tale prodotto diventato ormai di grande diffusione in tutti i pro- cessi produttivi defniti Ener- givori . Lutilizzo dellSRF agevolato dalle scelte politiche ambientali dei paesi Europei dove si intrapresa la strada del recupero energetico dei rifuti in maniera spinta, sostituen- do la risorsa fossile con grandi percentuali di sostituzione (ol- tre il 70%) di combustibili da rifuti. In un momento di crisi economica a livello globale, non si pu prescindere dallutiliz- zo dei rifuti come sostituzione dei combustibili tradizionali. La tecnologia ormai consolidata e si tratta solo di credere in tali utilizzi. Il recupero energetico in Europa visto come una attivit di grande interesse dal mondo delle imprese a quello politico. Le scelte politiche dei paesi del nord Europa tendono a agevola- re tale operazione di recupero, senza ovviamente compromet- tere lambiente. I criteri specifci affnch un RDF non sia pi de- fnito un rifuto (nozione di End of Waste) sta ingenerando negli Stati membri una ampia discus- sione atta ad intraprendere e svi- luppare la cosiddetta Recycling Society. Al fne di rispettare lo sviluppo sostenibile vi una tendenza verso la gestione inte- grata delle risorse e la gestione dei rifuti. La politica energetica europea e le politiche ambien- tali comprendono misure volte a favorirne il recupero di rifuti residuali, nonch per promuo- vere lenergia da biomasse e dai rifuti. Gli RDF sono combusti- bili che aiutano garantire la sicu- La piena attuazione della direttiva sulle discariche ridurr signifcatamente lo smaltimento dei rifuti combustibili in discarica rezza dellapprovvigionamento e gli obiettivi del protocollo di Kyoto. La normativa Europea, per Solid Recovered Fuels so- sterr il libero scambio di questi carburanti sul mercato interno. La piena attuazione della di- rettiva sulle discariche ridurr signifcativamente lo smalti- mento dei rifuti combustibili in discarica. In Europa non esiste ancora la capacit di inceneri- mento suffciente per raggiun- gere gli obiettivi della direttiva sulle discariche. Lutilizzo degli RDF per la co-generazione o per la produzione di prodotti ma- teriali, ad esempio, clinker per cemento, una valida opzione. Il mercato dei combustibili so- lidi recuperati deve essere svi- luppata rapidamente con laiuto delle procedure Pan-Europee, che devono essere accettate da parte delle autorit competenti. Ora alcuni cenni sul mandato 325 sui RDF. Primo passo: svi- luppare un insieme di specifche tecniche (TSS), vale a dire pre- standards. Secondo passo: tra- sformare questo insieme di TSS in norme europee (EN). Queste EN sono presentat e come un pacchetto, dopo la convalida di un numero minimo di TSS come concordato tra la Commissione e il CEN BT. Gli standard inclu- dono tutte le norme elencate nel programma di lavoro elaborate dal CEN TF 118 Solid Recove- red Fuels (pari a quelle del CEN / TC 335 biocombustibili solidi). Una serie di norme sulla deter- minazione della frazione bio- degradabile, come defniti nella direttiva 2001/77/EC e/o dalla frazione biogenica del SRF ed i valori minimi e massimi del po- tere calorico di queste frazioni. Il CEN fornir alla Commissio- ne una relazione con la differen- za relativa tra le due frazioni di rifuti al fne di decidere se sia necessario di sviluppare due norme differenti od una sola. I progetti pi importanti prENs sono passati al CEN e sono in preparazione per la votazione f- nale. Questi sono i prEN: 15.357 Terminologia, defnizioni e de- scrizioni - 15.358 Sistemi di ge- stione della qualit - 15.359 Spe- cifche e classi - 15.440 Metodo per la determinazione del con- tenuto di biomassa - Metodi di campionamento 15.442 - 15.443 Metodi per la preparazione del campione di laboratorio. Quan- do le EN saranno pubblicate devono essere attuate da tutti i membri del CEN. Gli organismi e le corrispondenti norme nazio- nali devono essere ritirate. Ingegnere Mikov Consulting GmbH Spittal/Drau, Austria 6 Italia Ambiente Industria Combustibili da rifuto: Due norme a confronto Diffcolt per le imprese italiane che operano sui mercati internazionali SPECIFICHE TECNICHE DIVERSE TRA PARAMETRI ITALIANI ED EUROPEI NICLA rENDINA L a ben nota norma UNI 9903-1:2004 richiamata attual- mente dalla legislazione nazio- nale in merito alle caratteristi- che del Combustibile Solido da Rifuto (CDR), defnisce le spe- cifche necessarie affnch un ri- futo solido possa essere idoneo al recupero energetico dandone una classifcazione di qualit Normale ed Elevata. Tale nor- ma ha creato non pochi problemi per le imprese italiane del setto- re che si sono rivolte ai mercati europei ed internazionali, per il numero consistente dei para- metri normati e soprattutto per la terminologia utilizzata, dif- ferente da quella in uso in molti paesi europei. Da qui nasce prin- cipalmente lesigenza di revisio- nare la norma al fne quindi di creare un collegamento diretto con la nascente norma europea prEN 15359:2010 che defnisce le specifche e classifcazione dell SRF Solid Recovered Fuels, ovvero Combustibile So- lido Secondario (CSS), creata e studiata, appunto, per rendere omogenea la classifcazione e caraterizzazione a livello euro- peo. In effetti in altri paesi euro- pei esistono standard diversi di classifcazione basati sui valori di pochi parametri ritenuti stra- tegici per i processi termici di incenerimento, co-incenerimen- to e gassifcazione dei rifuti, ov- vero: Cloro, Hg, Cd+Tl, somma metalli pesanti. A livello euro- peo la norma prEN 15359:2010 ha sviluppato un sistema di classifcazione dei Combustibili Solidi Secondari (CSS) basato su soli tre parametri, scelti per la loro importanza: Mercurio(Hg): importanza ambientale; Cloro Totale (Cl): importanza tecno- logica ed impiantistica; Potere calorifco Inferiore (PCI): con- ferisce valore economico e pre- stazionale al rifuto. In base ai valori dei tre parametri sono sta- te defnite cinque diverse classi: dalla classe I (qualit elevata) alla classe V (meno pregiata). Come per le norme serie UNI 9903, di cui esistono 14 parti ri- portanti metodi per il campiona- mento e riduzione del campione, determinazione della pezzatura e dei parametri chimici, chimi- co-fsici, ecc. ovvero metodi uf- fciali a cui i laboratori di analisi devono attenersi per unidonea ed adeguata caratterizzazione del CDR a norma di legge, cos per la norma di UNI 15359 sono attese in veste uffciale le norme tecniche (serie 15400), ad oggi ancora disponibili sotto forma di specifche tecniche (CEN/ TS) rivolte a normare tutte le caratteristiche dei CSS siano E in corso uno studio rivolto a creare una affnit tra le due norme, la italiana UNI 9903-1 e la europea UNI 15359 esse peculiari, impiantistiche/ tecnologiche, economiche ed ambientali. In effetti pur essen- do solo tre i parametri che de- terminano la classifcazione del CSS, possono esseri tanti quelli che ne determinano le caratteri- stiche tecniche ed economiche, da considerare magari negli ac- cordi commerciali tra Fornitore ed Utilizzatore di CSS. Gli im- pianti utilizzatori hanno bisogno di spingere i processi produttivi e di fare affdamento ad un com- bustibile alternativo che sia, per quanto possibile, OMOGENEO, ed abbia caratteristiche chimi- che, meccaniche e chimico-fsi- che ben determinate, ovvero di un CSS sempre pi prodotto di commercio e sempre meno ri- futo. Le norme tecniche serie 15400 forniscono un importante e necessario riferimento tecni- co per la caratterizzazione dei CSS. In particolare sono previ- sti metodi standardizzati per il campionamento e la riduzione del campione (CEN/TS 15442), la preparazione del campione di analisi (CEN/TS 15443), la determinazione dellumidit (UNI 15414-1,-2,-3), del Pote- re calorifco (CEN/TS 15400), della densit in massa ed in ad- densato: pellets, bricchetti, ecc. (CEN/TS 15401 e 15405), delle ceneri (CEN/TS 15403 e 15404). In merito ai parametri chimici sono previsti metodi per la de- terminazione della composizio- ne elementare (Carbonio, Idro- geno e Azoto: CEN/TS 15407), degli alogeni tra cui il Cloro (CEN/TS 15406) parametro di grande importanza tecnologica. Sono inoltre previsti metodi per la determinazione degli elemen- ti maggiori (metalli alcalini e alcalino-terrosi, ferro, allumi- nio, fosforo, e silicio), ovvero quegli elementi normalmente presenti in quantit nei rifuti ed in grado di creare non pochi problemi impiantistici durante i processi termici (incrostazioni poco solubili ed aggregati in- volontari, diminuzione del pun- to di fusione delle ceneri, ecc.) ed elementi in tracce (metalli) e cos via. I metodi si basano comunque sulle gi note nor- me nazionali ed internazionali (UNI, ASTM, ISO, ecc.), per cui sempre prevista una fase di preparazione del campione allanalisi (omogeneizzazione, setacciatura, macinazione, ecc.), una fase di digestione o mine- ralizzazione del campione con- dotta o in bomba calorimetrica in corrente di ossigeno oppure con attacchi acidi e micronde. Per il dosaggio dei vari elemen- ti in soluzione sono ammessi i vari metodi strumentali quali: Spettroscopia UV, XRF, ICP (metalli ed elementi maggio- ri) o cromatografa ionica per gli alogeni. Restano comunque applicabili anche metodi non strumentali come ad esempio la titolazione complessometrica per il cloro, pur sempre di facile applicazione ed economica, ma non consigliabile per lelevato rischio degli interferenti, aspet- to non trascurabile per una ma- trice complessa come quella dei rifuti. Chimico Amministratore Unico Apulia Lab Srl CDR 7 Italia Ambiente Industria Normativa in evoluzione per il Cdr ed i Css da rifuti Le modifche signifcative riguardano lo schema legislativo e tecnico PER UNA RIDUZIONE DELLA DIPENDENZA DA COMBUSTIBILI FOSSILI PASqUALE FIOrE G randi cambia- menti in vista in materia di combustibili solidi ricavati da rifuti (noti, in Italia, come Com- bustibili Solidi Secondari (CSS) o con lacronimo SRF Solid Recoverd Fuels), e per il loro sottoinsieme rappresentato dal Combustibile Derivato da Rifu- ti (CDR o Refuse Derived Fuels, RDF).Le modifche riguardano sia lambito normativo-legislati- vo, che quello tecnico. In merito alle modifche normative sono da evidenziare quelle della par- te IV del Dlgs 152/2006: intro- duzione di nuove defnizioni ed abrogazioni di altre (art. 183), eliminazione di un intero arti- colo sul CDR e sul CDR-Q (art. 229), introduzione di un nuovo articolo sulla cessazione della qualifca di rifuto (art. 184-ter). Da un punto di vista tecnico non pu non segnalarsi la modifca in corso della norma UNI 9903- 1, in merito alla classifcazione ed alle caratteristiche chimico- fsiche del CDR, nonch sulle prescrizioni generali per il suo stoccaggio, movimentazione e trasporto. Procediamo con ordi- ne, innanzitutto analizzando le modifche che saranno apportate alla parte IV del Dlgs 152/2006, riferendoci allo schema di de- creto legislativo che il 16 aprile scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare e che deve recepire la nuova di- rettiva sui rifuti 98/2008. Lar- ticolo 183 del Dlgs attualmente vigente, contempla una duplice defnizione del combustibile da rifuti: alla lettera r) si defni- sce il CDR normale come il combustibile classifcabile, sulla base delle norme tecniche UNI 9903-1 e successive modifche ed integrazioni, come RDF di qualit normale, che ottenuto dai rifuti urbani e speciali non pericolosi mediante trattamenti fnalizzati a garantire un potere calorifco adeguato al suo utiliz- zo, nonch (); alla lettera s) si defnisce il CDR- Q di qualit come il combustibile classifca- bile, sulla base delle norme tec- niche UNI 9903-1 e successive modifche ed integrazioni, come RDF di qualit elevata. Nello schema di decreto legislativo le due distinzioni vengono, di fatto, cassate, introducendo due nuove defnizioni: aa) combustibile da rifuti (CDR): il combusti- bile prodotto da rifuti avente caratteristiche individuate delle norme tecniche UNI 9903-1 e successive modifche ed integra- zioni; fatta salva lapplicazione dellarticolo 184-ter, il combu- stibile da rifuti, classifcato come rifuto speciale; aa-bis) combustibile solido secondario (CSS): il combustibile solido prodotto da rifuti che rispetta le caratteristiche di classifcazione e di specifcazione individuate delle norme tecniche UNI CEN/ TS 15359 e successive modifche ed integrazioni; fatta salva lap- plicazione dellarticolo 184-ter, il combustibile solido seconda- rio, classifcato come rifuto speciale. Lo schema di decreto legislativo, oltre ad eliminare ex-lege la distinzione tra le due tipologie di CDR, introduce im- portanti novit: viene eliminato il riferimento alla composizione del CDR, sia nelle defnizioni (rifuti urbani e speciali non pe- ricolosi) che con la soppressione dellart. 229, che prevede il li- mite massimo del 50% di rifu- ti speciali nella produzione di entrambi i tipi di CDR, in con- traddizione con quanto previsto dallo stesso DM 05/02/98, che con il DM 186/2006 avevo gi cassato la previsione del limite suddetto; per la prima volta si fa riferimento ai Combustibili Solidi Secondari (CSS) ed alla norma che ne defnisce le speci- fche e la classifcazione, la UNI CEN/TS 15359, appunto; viene introdotta la possibilit che sia il CDR che i CSS possano es- sere considerati prodotti a tutti gli effetti nel momento in cui risulta applicabile il nuovo ar- ticolo 184-ter cessazione della qualifca di rifuto, che recepi- sce quanto defnito allarticolo 6 della direttiva europea 98/2008. A ben vedere, quindi, le implica- zioni delle modifche alla parte IV del Dlgs 152/2006 contenute nello schema di decreto legislati- vo, sarebbero duplici: da un lato, la UNI EN 15359 e s.m.i. assur- gerebbe al rango di norma tec- nica riconosciuta dal legislatore italiano (come gi avviene per la UNI 9903-1), e quindi vari com- bustibili alternativi (diversi dal CDR) ottenuti da rifuti non pe- ricolosi sarebbero classifcati ed impiegati in processi di recupero energetico; dallaltro lato lo stes- so legislatore italiano potrebbe, secondo quanto defnito al com- ma 2 dellart. 184-ter e laddove non vi provvedesse il legislatore comunitario, defnire dei propri criteri (attraverso uno o pi de- creti del Ministero dellambien- te) affnch il CDR (conforme alla norma UNI 9903) o tutti gli altri CSS (conformi alla norma UNI EN 15359) possano essere considerati prodotti e non rifu- ti, rispettando certe condizioni. Da un punto di vista tecnico, i cambiamenti in materia di Com- bustibili alternativi da rifuti, attengono alle modifche sia a li- vello europeo della norma 15359 del 2006 (da parte del CEN/TC 343 Solid Recovered Fuels), la cui pubblicazione prevista per il 2011, sia della norma UNI 9903-1 del 2004 ad opera del Comitato Termotecnico Italiano (CTI). La pubblicazione della nuove norme europee, richiede necessariamente un allinea- mento della normativa tecnica nazionale, rappresentata dalle 14 parti della UNI 9903, a quel- la europea, espressa dal prEN 15359:2010. In particolare si rimander alle norme europee per quanto riguarda i metodi di campionatura e di riduzione del campione, i metodi di prova fsi- ci, chimici e meccanici, mentre per quanto concerne la classif- cazione del combustibile stata avviata la revisione della UNI 9903-1:2004 al fne di: mante- nere o modifcare le specifche del CDR di qualit normale e di qualit elevata; individuare in quali classi, defnite dal prEN 15359:2010, ricadono le due tipologie di CDR; introdurre eventuali aggiornamenti di natu- ra tecnica, anche alla luce della futura revisione del Decreto Mi- nisteriale del 5 febbraio 1998. In defnitiva la nuova edizione della norma UNI 9903-1 andr a def- nire due particolari tipi di CSS (CDR e CDR-Q), ciascuno dei quali verr defnito, a livello na- zionale, dalle specifche tecniche (parametri). Il CDR e il CDR Q saranno quindi due CSS di rife- rimento per il mercato nazionale, rappresentando due sottoinsiemi del pi generale insieme dei CSS. In conclusione, importante che il legislatore italiano intervenga al pi presto, con lemanazione di decreti che rendano il CDR (o i CSS pi in generale) prodotti e non pi rifuti, a certe condizio- ni. Di pari passo bisogna proce- dere con la defnizione di stan- dard tecnici europei e nazionali per incrementare luso effciente dei CSS o del CDR, aumentarne la sicurezza e la tracciabilit, mi- gliorarne laccettabilit e creare un mercato europeo. Solo cos si raggiungeranno i benefci am- bientali ed economici di rispar- mio di risorse naturali, riduzione della dipendenza da combustibili fossili, aumento del recupero di energia, diminuzione del ricorso a discarica, effcientamento del- la gestione dei rifuti e riduzione emissioni CO2. Amministratore Unico Apulia System Srl 8 Italia Ambiente Industria Sistri: Sottoposto a nuovo restyling Entro lanno saranno avviati corsi di formazione professionali per le offcine e le imprese PROROGATO AL 1 OTTOBRE IL TERMINE INIZIALE SULLOPERATIVITA DEL SISTEMA PASqUALE FIOrE A ncora una volta e a pochi giorni da una scadenza (quella del 13 luglio, termine ul- timo per la consegna dei disposi- tivi e per lavvio della operativi- t per il primo gruppo di utenti), la disciplina Sistri stata sot- toposta ad nuovo restyling dal Ministero dellAmbiente con il il Dm 9 luglio 2010. Le principa- li novit introdotte dal DM sud- detto, consistono in: proroga al 1 ottobre 2010 del termine ini- ziale di operativit del Sistri per tutti i soggetti obbligati (laddo- ve in precedenza erano previste due scadenze distinte, 13 luglio e 12 agosto 2010); proroga al 12 settembre 2010 dei termini per il completamento delle procedure di distribuzione dei dispositivi Usb e di installazione delle black box (laddove in precedenza era- no previste due scadenze distin- te, il 13 giugno e il 12 luglio 2010); riapertura del termine per la presentazione da parte delle offcine delle domande di auto- rizzazione allinstallazione delle black box (termine scaduto il 13 febbraio 2010); viene inoltre sta- bilito che nel 2010 sar tenuto un altro corso di formazione per le offcine, e che saranno due i corsi da tenersi annualmente a partire dal 2011; estensione della videosorveglianza agli im- pianti di coincenerimento desti- nati esclusivamente al recupero energetico dei rifuti e ricadenti nel campo di applicazione del Dlgs 133/2005; nuovo obbligo di tenuta dei dispositivi Usb pres- so lunit o la sede dellimpresa per la quale sono stati rilascia- ti; nuove regole procedurali da seguire nel caso di rifuti non accettati dallimpianto di desti- nazione; esenzione dai termini per la comunicazione al Sistri della movimentazione dei rifuti pericolosi per le attivit di micro raccolta; equiparazione della mancanza di copertura della rete al non funzionamento del sistema in relazione alle proce- dure operative; nuova tabella re- cante i contributi di enti e impre- se produttori di rifuti pericolosi nonch degli imprenditori agri- coli e modalit di conguaglio di quanto eventualmente gi versa- to (cambiano anche i riferimenti postali/bancari per i pagamenti); esenzione dalliscrizione per le unit locali con meno di die- ci addetti comprese quelle affdate ad associazioni senza scopo di lucro (Onlus) che si occupano di rifuti per conto dei Comuni di riferimento, a pre- scindere dal numero di abitanti del Comune, con gli adempi- menti che in tal caso vanno sulle spalle del Comune stesso; rad- doppio della quota di produzio- ne di rifuti consentita (da due a quattro tonnellate per i perico- losi e da 10 a 20 tonnellate per i non pericolosi) per usufrui- re delle modalit semplifcate e defnizione di nuove regole per le associazioni imprenditoriale delegate; nuova e ampia defni- zione di dipendenti, di cir- cuito organizzato di raccolta e di associazioni imprenditoriali rappresentative sul piano nazio- nale, che devono essere pre- senti nel Cnel. Come se non ba- stasse, verso la fne di luglio, sul sito del SISTRI viene pubblicata la prima versione test del tanto atteso Manuale dellutente, cio del manuale operativo che il Ministero dellambiente ha messo a disposizione delle im- prese per aiutarle a familiariz- zare con il sistema. Il manuale, stando a quanto si legge, sar oggetto di ulteriori modifche ed integrazioni, a seguito della attivit di sperimentazione e di test e le segnalazioni che per- verranno da parte dei soggetti via via coinvolti nel processo di verifca. Le modifche saranno apportate in esito alle segna- lazioni di nuove problematiche, o di proposte di modifca o di integrazione che perverranno da parte di tutti gli utenti. Tali segnalazioni, per, dovranno essere prima approvate dal Co- mitato Tecnico-Scientifco del Sistri e verranno evidenziate con indicazione della data di aggiornamento. Tale Comitato una novit nel Sistri ed cosa diversa dal Comitato di cui al Dm 17 dicembre 2009 (istitutivo del Sistri) che solo di vigilanza e controllo. Per, proprio questo Comitato sembra essere il ful- cro di tutto il Sistri perch sar competente per laggiornamento del documento. Dulcis in fundo, dallo scorso 26 luglio stato attivato un test di verifca della funzionalit del Sistri per con- sentire ad un insieme rappre- sentativo di utenti di provare il sistema e fornire suggerimenti e proposte per adattarlo alle esi- genze prospettate delle imprese ed ai sistemi gestionali presenti presso le aziende. Questo non vuol dire che tutti i possessori dei dispositivi USB potranno utilizzare la versione demo del sistema, ma solo un gruppo di operatori (non si sa sulla base di quali criteri saranno scelti), potr partecipare al test. Ancora una volta il percorso del SITRI si dimostrato accidentato, a cau- sa di una metodologia di lavoro poco effciente. Le modifche normative, effettuate nellarco di pochi mesi, si sarebbero potu- te evitare se fosse stato avviato un costruttivo confronto con gli operatori economici coinvolti, prima ancora della nascita uff- ciale del SISTRI; analogamente la fase di test avrebbe dovuto es- sere avviata in fase preliminare. Amministratore Unico Apulia System 9 Italia Ambiente Industria Nuove modifche alle procedure di Via E stato trasposto il Dlgs 59/2005 nel Testo Unico Ambientale IL TUA E STATO OGGETTO DI NUOVA OPERA DI REVISIONE MAGDA mICCOLIs C on il Decreto Le- gislativo 29 giu- gno 2010 n.128, pubblicato sulla Gazzetta Uff- ciale n.186 dell11.08.2010 - S.O. n.184, sono state apportate, in at- tuazione dellart. 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69, ulteriori modifche al Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n,152, recante nor- me in materia ambientale. A distanza di pochi mesi dallen- trata in vigore del correttivo adottato con il D.Lgs. n.4/2008 che ha riformulato le disposizio- ni contenute nelle Parti I, II, III e IV, il Testo Unico dellAmbiente stato oggetto di nuova opera di revisione. In particolare, il nuovo decreto apporta integrazioni alle Par- ti Prima (Disposizioni comuni e principi generali), Seconda (Procedure per la valutazione ambientale strategica - VAS, per la valutazione dimpatto ambien- tale - VIA e per lautorizzazione ambientale integrata - IPPC) e Quinta (Norme in materia di tutela dellaria e di riduzione delle emissioni in atmosfera) del D.Lgs n. 152 del 2006, in vigore dal 26 agosto. Le disposizioni in materia di Va- lutazione di Impatto Ambienta- le, quindi, sono state oggetto di nuova rielaborazione. Anzitutto, stata trasposta nel corpus del Testo Unico dellAmbiente la disciplina dellAutorizzazione Integrata Ambientale (AIA), con introduzione del titolo III bis e la conseguente abrogazione del D.Lgs. n.59/2005, sono sta- te, inoltre, apportate numerose modifche alle disposizioni con- cernenti gli aspetti procedurali della VIA. Le integrazioni introdotte con la recente novella rispondono, allevidenza, allintento di su- perare le criticit emerse nella prassi applicativa delle proce- dure di VIA, che a causa della formulazione non sempre chiara delle disposizioni di riferimento oltre che del non sempre armo- nico coordinamento delle stesse, ha evidenziato molteplici situa- zioni di anomalia, che hanno de- terminato stasi procedimentali, frequenti situazioni di sovrap- posizioni e duplicazioni proce- dimentali rendendo di fatto ino- peranti i principi cardine ai quali risultava ancorata la disciplina, ovvero quelli della semplifca- zione e dello snellimento delle procedure e obliterando, nel contempo, lesigenza di certezza e celerit dei tempi della stesse. Si segnala, prioritariamente, la nuova defnizione di procedi- mento attribuita alla VIA dal legislatore, allart.5, in sostitu- zione della precedente espres- sione processo, recependo in tal modo il consolidato orien- tamento della giurisprudenza e della dottrina che avevano con- siderato la VIA un procedimento amministrativo dotato di propria autonomia. Si rileva, inoltre, la introduzio- ne di una serie di disposizioni per garantire il coordinamento delle procedure di VIA e AIA. Rispetto, infatti, alla precedente formulazione dellart.10, il testo attuale defnisce con maggiore dettaglio le misure atte a con- sentire leffettivo coordinamento delle due procedure. La disposi- zione riformulata stabilisce, in- vero, che, nellipotesi di progetti sottoposti a VIA di competenza regionale e oggetto di applica- zione della disciplina di AIA, deve essere disposta lunicit delle forme di consultazione. Lespressione utilizzata sembra eliminare, quindi, ogni residuo spazio alla discrezionalit di op- tare per soluzioni alternative. Si precisa, inoltre, che, nellipo- tesi di progetti sottoposti a Veri- fca di assoggettabilit a VIA, la procedura di AIA potr espleta- ta solo allesito della procedura di screening, rimarcando lim- possibilit di attuare qualsivo- glia forma di integrazione fra le due procedure, in coerenza con la ratio di questultimo istituto, procedura fltro volta a verifcare la presenza di impatti da valuta- re in altra sede. Si dispone, poi, che la documen- tazione da produrre per lesple- tamento delle procedure deve essere presentata esclusivamen- te su supporto informatico e che la pubblicazione degli elaborati progettuali a mezzo stampa e sul sito web dellAmministra- zione procedente costituisce comunicazione di avvio del pro- cedimento, in quanto tali adem- pimenti tengono luogo delle comunicazioni di cui allarticolo 7 ed ai commi 3 e 4 dellartico- lo 8 della legge 7 agosto 1990 n. 241codifcando, in tal modo, un principio affermato da un orien- tamento giurisprudenziale ormai consolidato. Le disposizioni successive disci- plinano con maggiore puntuali- t le sequenze procedimentali delliter amministrativo fssando con dettaglio tempi e modali- t di attuazione degli adempi- menti istruttori, per richieste di integrazioni documentali ed acquisizione di pareri inerenti alla procedura. Lart.26 novel- lato stabilisce che in ipotesi di documentazione incompleta e di conseguente richiesta di integra- zione, i termini della procedura si intendono interrotti, mentre la mancata presentazione delle in- tegrazioni documentali richieste costituisce causa di defnizione della procedura. Sempre nellottica semplifca- zione e per assicurare la certezza dei tempi, il comma 3 bis intro- dotto allart.25, stabilisce che in ipotesi di mancata acquisizione nei termini previsti dei pareri o in ipotesi di dissenso, lautorit competente procede con la deci- sione. Avvocato E una procedura tecnico- amministrativa per la va- lutazione sistematica degli ef- fetti prodotti dalle opere di un progetto (pubblico o privato) sullambiente, inteso come siste- ma complesso di risorse naturali e umane, nonch delle reciproche interazioni, al fne di raggiunge- re un elevato grado di protezione ambientale. Strumento di buona gestione amministrativa, assicu- ra e promuove processi di infor- mazione e consultazione preven- tiva tra proponenti, pubbliche amministrazioni e cittadini. COSE LA VIA Una buona gestione di politica ambientale 10 Italia Ambiente Industria Una nuova sfda per salvare il clima Promuovere la tecnologia e le energie solari OCCORRE INVESTIRE SULLA RICERCA SCIENTIFICA Terra e Clima La strada da percorrere , tuttavia ancora lunga. Le energie tradizionali, pericolose e destinate a esaurirsi, costano molto meno di quelle moderne e rinnovabili. Il cambiamento climatico sicuramente la pi importante sfda che dovr affrontare la nostra generazione ANTONIO urICCHIO I l cambiamento clima- tico sicuramente la pi importante sfda che dovr affrontare la nostra ge- nerazione. E noto, infatti, che le temperature medie sono gi au- mentate negli ultimi 140 anni di 3/5 gradi e sono previsti ulteriori incrementi nei prossimi decenni se non si provveder ad una forte riduzione delle emissioni di gas serra sia attraverso un impegno politico concreto e condiviso a livello mondiale, supportato dallinnovazione tecnologica e dalla ricerca scientifca, sia at- traverso un graduale mutamento degli stili di vita. Come eviden- ziato nel dossier Stand up; uniti contro la povert e i cambiamen- ti climatici, curato dalla campa- gna del millennio, dalla Caritas Italia, dal wwf e dallUnione per lo sport per tutti, per fermare il cambiamento climatico potrebbe essere suffciente un investimen- to annuo dell1% del Pil mon- diale da destinare alla ricerca e soprattutto al miglioramento dei processi industriali e alla produ- zione di energie rinnovabili. Il rapporto evidenzia, inoltre, gli effetti dei cambiamenti clima- tici sulla condizione umana; laumento delle temperature de- terminer, tra laltro, una recru- descenza della malattie infettive soprattutto nelle aree del Sud del mondo e quindi della mor- talit. Siccit e scarsit dacqua comporteranno la recrudescenza di un fenomeno ancora limita- to quello della migrazione dei profughi ambientali (secondo le previsioni del rapporto 35 mi- lioni nei prossimi dieci anni). Linnalzamento del livello degli oceani, con aumenti previsti tra 15 e 90 cm, potrebbe dare luogo a catastrofche conseguenze per coloro che abitano nel mondo in prossimit delle zone costiere. Disastri naturali (alluvioni, ura- gani, frane, ecc.), il cui numero gi si quadruplicato nel corso degli ultimi venti anni, mettono poi a rischio il 95 % della popo- lazione mondiale. Le variazioni di temperatura e precipitazioni potrebbero causare problemi di produttivit agricola in alcu- ne zone del mondo e, a livello globale, potrebbero causare un aumento del divario, gi oggi esistente, tra la produzione agri- cola tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo, con evidenti conseguenze di incremento della diseguaglianza sociale. Occorre, quindi, non solo prendere co- scienza del problema ma soprat- tutto non indugiare nelladottare i provvedimenti necessari. Dopo il protocollo di Kyoto, sottoscrit- to da pi di 160 paesi (ma non da Usa e Cina) con il quale stata prevista la riduzione entro il 2012 delle emissioni di CO2 in una misura non inferiore al 5% rispetto a quelle registrate nel 1990 e di un sistema di mecca- nismi fessibili per lacquisizione di crediti di emissioni, si profla ladozione di un documento di indirizzo che possa preludere ad un nuovo trattato sul clima. Eppure non c molto tempo da perdere; secondo una recente indagine dellente governativo britannico Met Offce se conti- nueremo a immettere nel nostro pianeta la quantit di CO2 che abbiamo prodotto negli ultimi decenni, entro il 2100 avremo un innalzamento delle temperature medie globali da 5 a 7 gradi cen- tigradi. Per lo stesso studio, lin- nalzamento di soli 4 gradi delle temperature porterebbe un quin- to delle specie animali a rischio di estinzione e 2 miliardi di per- sone a soffrire la fame oltre a gra- vi disastri naturali. La maggiore consapevolezza dellurgenza di porre rimedio ai mutamenti cli- matici e ai disastri causati hanno iniziato a fare breccia anche a li- vello istituzionale allinterno dei singoli Stati nonch negli orga- nismi internazionali. Particolar- mente impegnati su tale tematica gli Stati europei: il documento approvato dal Consiglio ambien- te dellunione europea sancisce, infatti, la riduzione del 30% dei livelli di emissione diCO2 en- tro il 2020 e laumento del 20% della produzione di energie rin- novabili. Eppure, negli Stati Uniti, la legge voluta da Obama, che prevede il taglio delle emis- sioni del 17% (rispetto al 2005) entro il 2020 e dell83% entro il 2050, approvata alla Camera, , invece, attualmente ferma in Senato. Lauspicio che le buo- ne intenzioni, siano seguite da programmi concreti, anche volti a sostenere, anche fnanziaria- mente, i Paesi in via di sviluppo nellutilizzo di tecnologie eco- sostenibili. Fondamentale appa- re inoltre il ripensamento del nostro sistema energetico, ridu- cendo la dipendenza del petrolio e dal gas (sia in considerazione della loro quantit comunque li- mitata sia delle conseguente sul clima) e puntando su fonti sicu- re, pulite e rinnovabili vale a dire su quelle che derivano da produ- zioni non fossili (eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica, biomas- sa, gas di discarica, gas residua- ti dai processi di depurazione e biogas). In questa direzione, sembrano muoversi le istituzio- ni comunitarie con il Pacchetto clima-energia attraverso il qua- le vengono fssate per il 2020 tre obbiettivi; una riduzione del 20% delle emissioni di CO2; un incremento delleffcienza ener- getica del 20% e un aumento al 20% della quota di energia pro- dotta da fonti rinnovabili (cd. 20-20-20). La strada da percor- rere , tuttavia, ancora lunga. Le energie tradizionali, pericolose e destinate ad esaurirsi, costa- no ancora molto meno di quelle moderne e rinnovabili. Occorre quindi che il legislatore intro- duca maggiori incentivi fscali per la produzione di queste ul- time, programmando interventi che stimolino maggiormente in- vestitori e consumatori e sosten- gano ricerca scientifca e innova- zione tecnologica. Preside II Facolt di Giurisprudenza Universit di Bari Sede di Taranto I disastri naturali, il cui numero si quadruplicato nel corso di decenni, mettono a rischio il 95% del mondo 11 Italia Ambiente Industria Valorizzare i rifuti con lultramacinazione Interessanti i risultati portati avanti dal Politecnico di Bari NUOVA RICERCA SULLA TECNOLOGIA MECCANOCHIMICA GIANLUCA INtINI U no dei principi su cui si basa la tec- nologia meccano- chimica quello dellattivazione di reazioni chimiche allo stato solido (tutti i reagenti coinvolti si trovano in fase solida) attraverso la macinazione ad alta energia. La tecnologia meccanochimica nasce dallesperienza maturata negli ultimi ventanni sulla pre- parazione di nuovi materiali e sui trattamenti non tradizionali di metalli, volti allottenimento di leghe e di materiali ceramici ad elevatissima resistenza sen- za utilizzo di energia termica bens di energia meccanica tra- sferita alla materia attraverso un normale mulino che esercita una comminuzione, cio una progressiva riduzione dimen- sionale del materiale. I processi che hanno luogo durante lultra- macinazione di solidi sono com- minuzione di particelle di picco- lissime dimensioni; formazione di nuove superfci non alterate; formazione di dislocazioni e di- fetti puntuali nelle strutture cri- stalline; trasformazioni di fase in materiali poliformi; reazio- ni chimiche: decomposizione, scambio ionico, ossidazione- riduzione, etc. In particolare, lenergia meccanica trasferita ai sistemi solidi viene convertita in parte in calore ed in parte utiliz- zata per provocare fratture, com- pressioni e slittamenti a livello macro-meso e microscopico, che si rifettono sulla struttura cristallina dei solidi. Idealmen- te il fenomeno meccanochimico avviene su un solido secondo una sequenza di eventi: induzio- ne delle deformazioni plastiche: la superfcie del materiale passa dallo stato elastico allo stato plastico; aumento dello stress interno: il reticolo delle strutture cristalline si deforma in modo permanente; in alcuni punti ven- gono espulse molecole o ioni (ad as. OH, CO2, etc.); nel caso delle molecole polimeriche alcu- ni legami vengono rotti, per dar luogo a molecole pi semplici; frattura: divisione del granulo nei punti di debolezza, destrut- turazione dei polimeri. Questi eventi portano alla formazione di nuove superfci, non alterate. I granuli prodotti dalla prima fratturazione saranno a loro vol- ta interessati dagli stessi feno- meni ma con velocit superiore a causa della loro ridotta dimen- sione e della maggiore superf- cie specifca totale. Si avranno quindi nuove reazioni chimiche e ulteriori cambiamenti a livello strutturale. Interessanti appa- iono i risultati delle attivit di ricerca portate avanti in questi anni dal DIASS Politecnico di Bari sulle applicazioni della meccanochimica nel campo dei rifuti e dei siti contaminati. In particolare sono da segnalare i risultati della valorizzazione mediante attivazione meccanica di Combustibili Solidi Secondari in collaborazione con la Dalena Ecologia S.r.l. e prodotti a par- tire da rifuti con aumenti con- siderevoli del potere calorifco, abbattimento delle percentuali di umidit relativa e riduzione delle ceneri prodotte a seguito di processi di combustione con successiva riduzione dei costi di smaltimento delle ceneri stesse. Inoltre interessanti risultati si sono ottenuti nella valorizzazio- ne delle ceneri da combustione carbone da utilizzarsi come ad- ditivi di qualit nellindustria del cemento. Per quanto riguarda la detossifcazione dei terreni con- taminati da PCB, sono state con- dotte prove di trattamento con laggiunta di varie percentuali di reagenti quali NaBH4 e LiBH4. I risultati ottenuti hanno dimo- strato che, a fne trattamento, la concentrazione di PCB risulta al di sotto dei limiti normativi. Sul trattamento meccanochimico di terreni contaminati da idrocar- buri, si dimostrato che idro- carburi complessi come bifenile, naftalene, antracene e fenantra- cene possono essere demoliti mediante un attacco meccano- chimico, con relativa distruzio- ne delle molecole e riorganiz- zazione progressiva in strutture pi semplici fno ad arrivare a nerofumo Infne, per quanto ri- guarda un ulteriore problema dei siti industraili dismessi, ossia la presenza di materiale conte- nente amianto, la macinazione altamente energetica distrugge progressivamente la struttura cristallina dellamianto riducen- do le fbre, in una prima fase, e rendendole amorfe allaumenta- re del tempo di trattamento. Ingegnere Politecnico di Bari - DIASS 12 Italia Ambiente Industria Gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale Dichiarata illegittima la legge regionale Puglia n31/2008 ANCORA DUBBI INTERPRETATIVI SUGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI GIORGIA bArbIErI C on sentenza n. 119 del 26 mar- zo 2010 la Corte Costituzionale ha dichiarato lillegittimit dellart. 2, commi 1, 2 e 3 e dellart. 3, commi 1 e 2 della legge regionale Puglia n. 31/2008, che disciplina lin- sediamento degli impianti foto- voltaici sul territorio regionale e la sottoposizione dei medesimi al regime della disciplina della denuncia di inizio attivit (cd. DIA) per gli impianti con poten- za nominale fno ad 1 MW. La decisione della Consulta reca una impostazione di carattere generale volta a calmierare le velleit interpretative di diverse regioni in materia di procedure autorizzative semplifcate: basti pensare alla disciplina sul punto approntata da Molise e Sicilia. La questione pi spinosa solle- vata dalla sentenza in oggetto riguarda senza dubbio gli effetti sulla realizzazione di impianti fno ad 1 MW proposti ed auto- rizzati in regime di DIA. In par- ticolare si tratta di valutare se gli impianti fotovoltaici in fase di realizzazione o gi realizzati siano legittimi ovvero realiz- zati o realizzandi in base ad un titolo legittimo - o se viceversa siano soggetti a provvedimenti di annullamento in sede giudi- ziale o amministrativa. Parten- do dallassunto che le pronunce di incostituzionalit esplicano i propri effetti retroattivi con esclusivo riferimento ai rappor- ti giuridici non ancora esauriti, non v ombra di dubbio che non siano travolti dalla declaratoria quegli impianti gi assentiti e in esercizio, in quanto tali fattispe- cie confgurano delle situazioni giuridiche che non sono travol- te dagli effetti di una pronuncia di incostituzionalit (cd. diritti acquisiti). Diversa sorte hanno gli impianti per i quali sia stata presentata la DIA ma per i quali non si sia ancora perfezionato il silenzio assenso, nei confron- ti dei quali la sentenza spiega i suoi effetti caducatori e, per i quali, sar necessario attivare il procedimento di autorizzazio- ne unica del d. lgs. 387/2003. Maggiori dubbi interpretativi e problemi investe la questione degli impianti per i quali siano gi decorsi i 30 giorni dalla data di presentazione della denuncia di inizio attivit ma per i quali non siano ancora ultimati i lavo- ri di costruzione dellimpianto stesso. Anche in tal caso non v dubbio che la procedura abilita- tiva si sia positivamente conclu- sa ma, in presenza di erigende opere per le quali non siano an- cora terminati i lavori, la PA pu legittimamente esercitare il po- tere di annullamento o di revoca ai sensi della 241/90 dei singoli atti, ovvero inibire lattivit edi- lizia in itinere e rimuoverne gli effetti in via di autotutela. Tale provvedimento di secondo gra- do potr disporre lannullamen- to della DIA nel caso in cui non si siano realizzati quegli effetti defnitivi in conseguenza della temporanea vigenza della nor- ma dichiarata incostituzionale. Insomma, il diffcile e delicato equilibrio dellattivit inibitoria per la realizzazione di detti im- pianti grava ora sulle ammini- strazioni comunali, le cui valuta- zioni discrezionali nellesercizio del potere di autotutela andran- no effettuate nel rispetto delle DIA perfezionatesi prima della pronuncia della Consulta e nella valutazione delle situazioni giu- ridiche consolidatesi per effetto del medesimo titolo abilitativo. Avvocato Conto energia: Nuove linee guida Saglia: Una spinta decisiva alla strategia di sviluppo delle fonti rinnovabili APPROVATI DALLA CONFERENZA STATO-REGIONI-ENTI LOCALI NUOVI PROVVEDIMENTI A pprovati dalla Conferenza Sta- to-Regioni-Enti Locali il Conto Energia e le Li- nee Guida amministrative per le fonti rinnovabili. Entrambi i provvedimenti sono stati predi- sposti dal Ministero dello Svi- luppo Economico di concerto con il Ministero dellAmbiente. Il Conto Energia e le Linee Guida - spiega lOn. Stefano Saglia, Sottosegretario al Mi- nistero dello Sviluppo Econo- mico con delega allEnergia - attesi da tempo dagli ope- ratori del settore, danno una spinta decisiva alla strategia di sviluppo delle fonti rinno- vabili delineata dal Governo. Favoriscono linnovazione in un settore fondamentale per la ripresa e la competitivit del Paese e consentono, inoltre, larmonizzazione e la semplif- cazione delle procedure nazio- nali e regionali. Il nuovo Con- to energia per lenergia elettrica prodotta da impianti fotovoltai- ci a partire dal 2011 opera una riduzione degli incentivi che si traduce in un vantaggio per il consumatore. Infatti, grazie al contenimento degli oneri di sistema, questi non andranno a gravare pi sul conto fnale del- la bolletta elettrica. Il decreto riconosce sullenergia prodotta una tariffa incentivante fssa e garantita per 20 anni a parti- re da quando limpianto entra in esercizio a cui pu accede- re chiunque (persone fsiche, giuridiche, soggetti pubblici, condomini). Il provvedimento offre ampio spazio allinnova- zione tecnologica, con partico- lare attenzione al fotovoltaico a concentrazione, alle installa- zioni con sistemi di accumulo e a quelle ad alta integrazione architettonica. Lobiettivo, dun- que, orientare verso una mag- giore effcienza complessiva. L a Direzione Genera- le energia nucleare, energie rinnovabili e ef- fcienza energetica, del Dipartimento Energia del Ministero dello Sviluppo Economico, ha inviato alla Commissione Europea di Bruxelles il Piano di Azio- ne Nazionale per le energie rinnovabili. Il Piano stato redatto in attuazione della nuova direttiva (2009/28/ CE) ed in conformit allo schema predisposto in sede europea. A Bruxelles il piano Pan Il provvedimento offre ampio spazio allinnovazione tecnologica, al fotovoltaico e alleffcenza energetica 13 Italia Ambiente Industria Energie rinnovabili: Confronto tra giudici E aumentato il contenzioso amministrativo sulla materia LUTILIZZO DELLE FONTI ALTERNATIVE E DI PUBBLICA UTILITA consente limposizione di servit coattive in favore di soggetti pri- vati che svolgono, anche in base alla legge, servizi di interesse pubblico nei settori dei trasporti, delle telecomunicazioni, acqua, energia; b) nellarticolo 1, com- ma 4, della L. n. 10 del 9/01/91 ROSSANA bALICE S i notevolmente incrementato negli ultimi tempi il con- tenzioso dinanzi al giudice am- ministrativo avente ad oggetto la materia delle energie rinnovabili, stante che lutilizzazione di tali fonti considerata di pubblico interesse e di pubblica utilit. Tra le questioni balzate agli onori di tale tipo di cronaca vi era stata sicuramente la sentenza del Tar Puglia n. 2459/08, che aveva so- stenuto limpossibilit di costitu- ire coattivamente una servit di sorvolo del fondo altrui a mezzo delle pale di un aerogeneratore, in quanto non prevista tra le ipo- tesi di legge e perci contraria al principio della tipicit delle ser- vit. Il Consiglio di Stato, invece, ribaltava completamente quel- la statuizione, con sentenza n. 3723/09, per cui non vi pi al- cun dubbio che una servit co- attiva di passaggio possa essere costituita per realizzare un im- pianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Le norme di settore che giustif- cano il regime speciale si rinven- gono: a) nellarticolo 43, comma 6 bis, del DPR n. 327/2001 che che dispone lutilizzazione delle fonti di energia di cui al comma 3 (tra le quali vi il vento) considerata di pubblico interesse e di pubblica utilit e le opere re- lative sono equiparate alle opere dichiarate indifferibili e urgenti ai fni dellapplicazione delle leggi sulle opere pubbliche; c) nellar- ticolo 12 del D.Lgs. n. 387 del 29/12/03, nel ribadire che le ope- re in questione sono di pubblica utilit ed indifferibili ed urgenti (primo comma), dispone che non solo la costruzione e lesercizio, ma anche gli interventi di modi- fca, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione, nonch le opere connesse e le infrastrutture indispensabili per la realizzazione degli impianti in questione sono soggetti ad auto- rizzazione unica che, nel rispetto delle norme di tutela ambientale e paesaggistica, pu variare gli strumenti urbanistici. Ma larticolo 1056 del codice civile secondo cui ogni proprie- tario tenuto a dare passaggio per i suoi fondi alle condutture elettriche in conformit delle leggi in materia norma decisi- va a far propendere nel senso che se non si vuole che in ogni occasione in cui si presenti una innovazione tecnologica ido- nea a consentire la produzione dellenergia elettrica ed il suo trasferimento in modo diverso da quello tradizionale il legislatore debba intervenire defnendo vol- ta per volta le modalit di costi- tuzione ed esercizio della servit di sorvolo dellarea interessata si deve coerentemente ammettere che il potere concesso allauto- rit amministrativa dalle norme qui richiamate consente la def- nizione di contenuti e modalit proprie per ogni diversa tipologia di impianto produttivo di energia da fonte rinnovabile. Avvocato SETTORE DI ATTIVITA COGNOME VIA CAP CITTA PROV. FAX SITO INTERNET AZIENDA NOME QUALIFICA TELEFONO E-MAIL Il sottoscritto chiede di ricevere gratuitamente il periodo Industria&Ambiente.Italia TRASMETTERE A MEZZO FAX AL 080.4051761 Firma Ai sensi della legge 196/03 Le comunichiamo che i dati personali sono trattati ai fini organizzativi e che non saranno oggetto di comunicazione e diffusione a terzi. Lei potr in qualsiasi momento richiedere la modifica o la cancellazione. Presto il consenso ABBONAMENTO GRATUITO PER E-MAIL A MEZZO POSTA Firma Industria 14 Italia Ambiente Industria I n natura un materiale molto comune. La sua resi- stenza al calore e la sua struttura fbrosa lo rendono adatto come materiale per indumenti e tessuti da arre- damento a prova di fuoco, ma la sua ormai accertata nocivit per la salute ha portato a vietarne luso in mol- ti Paesi. Le polveri di amianto, respirate, provocano infatti lasbestosi, nonch, tumori della pleura, ovvero il mesotelioma pleurico e dei bronchi, ed il carcinoma polmonare. Una fbra di amianto 1300 volte pi sotti- le di un capello umano. Le polveri di amianto provocano lasbestosi I DANNI PER LA SALUTE Amianto: C allarme La Puglia senza un Piano Tarantini: Ogni istituzione deve fare la sua parte LEGAMBIENTE SOLLECITA IL PIANO REGIONALE AMIANTO ANNA MARIA mACCHIA A diciotto anni dal- la legge 257/92 che mise al bando la fbra killer nel nostro Paese, solo 13 Regioni, alle quali era stato dato compito di stabilire in un programma dettagliato per il censimento della bonifca e lo smaltimento dei materiali contaminati, hanno approvato un Piano Regionale Amianto. Trentadue milioni di tonnellate di materiale contenente amianto. Cinquecento chili per abitante. Due miliardi e mezzo di metri quadrati di coperture in eternit. E 3 mila vittime ogni anno per malattie asbesto correlate di cui 1200 sono i casi accertati di me- sotelioma. E questo il quadro tracciato dallIstituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl), sullallarme amianto. Legambiente torna a lanciare lallarme amianto, per lelevata presenza di materiali contami- nati in Italia ma soprattutto per il ritardo con cui si stanno at- tuando gli interventi di risana- mento e bonifca delle strutture contenenti la pericolosa fbra. Solo 13 regioni hanno approva- to il Piano Regionale Amianto, Puglia e Molise non lhanno ancora fatto e in Abruzzo in corso di approvazione. In Ita- lia, ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di amianto. Il quadro che emerge non confortante ed purtroppo parziale visto che il censimento ancora in corso in gran parte delle Regioni e solo 5 (Basilicata, Lombardia, Molise, Puglia e Umbria) hanno dati re- lativi allamianto. E in Italia c vero allarme. In Puglia manca- no impianti di smaltimento per lamianto, sia forni che trasfor- mano di fatto le fbre in cristalli che discariche. I siti e le struttu- re contaminate sono 2.751 per un totale di 1.140.000 m2 e ad oggi sono state bonifcate solo il 15% di quelle censite. Di amianto ce n molto - spiega Francesco Tarantini, Presidente di Legam- biente Puglia e anche in posti nascosti. Ogni istituzione deve fare la sua parte. Il Governo deve garantire una continuit di risorse economiche per le anali- si epidemiologiche necessarie a monitorare gli effetti sanitari del problema amianto e per nuovi impianti di smaltimento. Inoltre, deve completare quanto prima, attraverso i censimenti regio- nali, la mappatura nazionale iniziata nel 2003. Alla Regione Puglia chiediamo di approvare fnalmente il Piano Regionale Amianto e di procedere ad una capillare mappatura delle strut- ture interessate per stabilire le priorit di intervento. 15 Italia Ambiente Industria Un kit microbiologico per le acque Il progetto di ricerca promosso dal Cnr Puglia, Regione Puglia e Politecnico di Bari LIMPEGNO DEI KIT BIOLOGICI SONO UTILIZZATI PER LA DECONTAMINAZIONE VITO FELICE urICCHIO L e condizioni di vita delle comu- nit microbiche nelle matrici ambientali acqua e suolo, grazie ad un innovativo progetto dimostrativo, possono diventare un utilissimo strumen- to per valutare dinamicamente lo stato di contaminazione: il progetto intitolato Application of microbiological indicators to support monitoring of pol- luted sites and to improve en- vironmental legislation AM- BITION stato candidato al LIFE+ Politica e governance ambientali dal CNRIRSA, ISPRA, il CRA, lIstituto Supe- riore della Sanit, il Politecnico di Bari e l Assessorato Quali- t dellAmbiente della Regione Puglia. Infatti, la struttura e le funzioni delle popolazioni mi- crobiche che vivono nel suolo e nelle acque sono strettamente legate alle caratteristiche sito- specifche e uneventuale conta- minazione di un ecosistema si rifette sulla presenza/assenza e/o dominanza di gruppi batteri- ci specifci con particolari carat- teristiche di resilienza e capacit di trasformazione/rimozione dei contaminanti. In tale direzione il trasferimento delle attivit di ricerca ad applicazioni concrete nel settore delle bonifche, mira a dimostrare come lo stato di qualit di un sito possa essere determinato attraverso lutiliz- zo di indicatori microbiologici che utilizzano lidentifcazione (tramite tecniche di ibridazione in situ in fuorescenza) di specie ubiquitarie particolarmente sen- sibili a fenomeni dinquinamen- to (es. Dehalococcoides spp.), lisolamento di specie nuove con particolari caratteristiche, e la loro identifcazione tramite se- quenza dellrRNA ribosomiale e/o la FISH, la descrizione del- la composizione delle comunit microbiche tramite il full-cycle rRNA approach, la determina- zione delle propriet cataboliche presenti nella biomassa del suolo, tramite determinazione di speci- fche sequenze geniche legate ad attivit enzimatiche (dealogena- si, ossidasi, etc.), etc. Limpiego di kit biologici a basso costo consente la determinazione ra- pida dello stato di contamina- zione delle matrici ambientali con la possibilit di valutare anche eventuali effetti sinergici di pi contaminanti regolamen- tati e non ed i loro prodotti di degradazione (metaboliti): de- terminazione non contemplata dalla normativa vigente. In tale direzione lapplicazione di tali risultati della ricerca scientifca a situazioni di siti contaminati presenti in Puglia, potr porta- re anche alla defnizione di una proposta di revisione normativa tesa ad implementare la legisla- zione ambientale vigente in tema di identifcazione e pre-caratte- rizzazione dei siti potenzialmen- te contaminati. Infne, occorre sottolineare che esaminare lo stato di salute dei microrganismi estremamente importante anche per valutare le possibilit di loro impiego nella realizzazione di attivit di bonifca con tecniche di bio- risanamento microbico in situ: infatti i microrganismi sono tra i principali responsabili della capacit di autodepurazione del suolo e dellecosistema connesso dalle perturbazioni antropiche introdotte. Cnr Puglia La nuova ricerca consente di realizzare interventi di bonifica di siti contaminati con costi pi esigui ed evitando contaminazione Bonifche del suolo con il biorisanamento La nuova tecnica poco invasiva e tutela lecosistema NUOVE RICERCHE DAI PROCESSI NATURALI VITO FELICE urICCHIO L a decontami- nazione per via biologica di ma- trici ambientali, nota come bio- remediation, rappresenta una nuova frontiera che trae le sue origini dallo studio dei processi naturali di auto depurazione, spesso ascrivibili allattivit di consorzi microbici presenti in natura, la cui effcienza pu essere massimizzata attraverso strumenti scientifci, tecnologi- ci e metodologici, che possono contrastare gli effetti deleteri della contaminazione. Infatti, la presenza di sostanze conta- minanti nel suolo e nelle acque innesca fenomeni di degrado che si rifettono anche sulla biocenosi del biotopo contami- nato, inducendo modifche che interessano il livello di popo- lazione microbica (variazioni di struttura, di catena trofca, di biomassa) fno a variazioni comportamentali e morfologi- che a carico di singoli indivi- dui. Semplifcando la descrizio- ne del fenomeno, basti pensare che un solo grammo di suolo in buone condizioni contiene circa 600 milioni di batteri con 15.000-20.000 specie diverse, mentre in un grammo di suolo contaminato i batteri si riduco- no a circa 1 milione con 5.000- 8.000 specie diverse.Elemento essenziale nella progettazione di un intervento di bonifca con le metodologie del biorisana- mento rappresentato dallo studio di microcosmo che, at- traverso attivit di laboratorio consente di ottenere puntuali informazioni sulla reattivit biologica di un suolo o di una falda contaminata, esploran- do le possibilit di utilizzare popolazioni microbiche native autoctone per la decontamina- zione e/o tecnologie in grado di accelerare i processi di bonifca senza generare sostanze inter- medie potenzialmente tossiche. Eseguite le opportune verifche preliminari, innanzi menziona- te, il biorisanamento pu diven- tare uneffcace soluzione che consente di realizzare interven- ti di bonifca di siti contaminati con costi spesso notevolmente pi esigui, evitando di trasferire la contaminazione in altre fasi e/o in altri luoghi (di fatto non si produce rifuto secondario da trattare on-site od off-site), an- nullando anche i potenziali ri- schi relativi allesposizione dei lavoratori. Le attivit di ricerca ed in particolare il progresso dei metodi di biologia mole- colare, ha portato ad accertare lapplicabilit di tali tecniche di intervento ad un ampio spettro di contaminanti, intervenendo anche sulla mobilit di alcu- ne sostanze tossiche e consen- tendo la defnizione delle stra- tegie per migliorare le tecniche di biorisanamento stimando le conseguenze, i benefci ed i rischi. In tale direzione, occor- re considerare che le tecniche di biorisanamento opportuna- mente programmate, possono essere utilizzate in maniera integrata con altri sistemi di bonifca, modulando interventi che possano associare caratteri- stiche di effcienza economica a quelle delleffcacia della rimo- zione. In aggiunta lintervento di biorisanamento ha il pregio di essere poco invasivo nei con- fronti di ecosistemi che hanno gi subito signifcative altera- zioni. La ricerca scientifca ne- gli ultimi anni stata orientata allimplementazione di soluzio- ni che hanno consentito il supe- ramento di una serie di criticit che nel passato hanno costituito il vero ostacolo alla diffusione di tali tecnologie, quali i lunghi tempi di attivazione, la bassa permeabilit, lelevata eteroge- neit del suolo, condizioni geo- chimiche inibenti.
Cnr Puglia 16 Italia Ambiente Industria S i costituito presso il Ministero dellAmbiente il Gruppo Mob, Gruppo per la Comunicazione della Mobilit soste- nibile. Il Gruppo nato con lobiettivo di sostenere con idee, iniziative e supporti scientifci lattivit di comunicazione del Ministero dellAmbiente nellambito delle attivit della diffu- sione della cultura della mobilit sostenibile. Il gruppo aperto alla partecipazione di tutti i soggetti che hanno conoscenze, tecniche, scientifche e professionali in grado di fornire ade- guati contributi alla diffusione della cultura della mobilit so- stenibile. (a.m.m.) Costituito il Gruppo Mob MINISTERO DELLAMBIENTE L a Regione Puglia e il WWWF Puglia, hanno attivato il numero verde contro i reati ambientali. Unica regione italiana ad essersi dotata di questo servizio, chiamando il n. 800.085898, i cittadini attiveranno lintervento delle guardie giurate volontarie del WWF ed il coordinamento del Gruppo Interforze con gli organi di Polizia. Particolare attenzione sar posta, ad esempio, nella lotta alle attivit dei reati ambientali e alla individuazione di discariche abusive, di amianto sgretola- to, di fusti dolio, di rifuti speciali, di trasporto di rifuti senza autorizzazione. (a.m.m.) Numero verde per i reati REGIONE PUGLIA E WWF Lutilizzo del Cdr nel ciclo del cemento Nei paesi europei il recupero enegetico di routine I RIFIUTI VALORIZZATI NEI CEMENTIFICI COME RISORSA DANIELE GIZZI I l comparto cemen- to pu entrare in un ciclo virtuoso di ge- stione dei rifuti. Lutilizzo di materiali e combustibili alter- nativi nel ciclo produttivo del cemento infatti una grande opportunit, che consente di ri- sparmiare preziose risorse natu- rali, di avere un minore impatto sullambiente, di generare un indotto signifcativo sul territo- rio, di costituire un vantaggio economico per le cementerie che possono ridurre i costi di approvvigionamento di energia e i costi legati allattuazione del protocollo di Kyoto. Nel 2008 280.000 tonnellate di combusti- bile da rifuti (CDR, pneumatici ed altre gomme non pi recu- perabili, ecc.) hanno sostituito 220.000 tonnellate di combu- stibili fossili, generando una ri- duzione delle emissioni di CO2 del settore cemento di 320.000 tonnellate. Solo il 6% dellener- gia termica necessaria per la produzione del cemento in Italia derivata da combustibili al- ternativi che, grazie al maggior contenuto di biomassa e al minor contenuto di carbonio rispetto ai combustibili fossili, hanno con- sentito una diminuzione del 3% sul totale delle emissioni di CO2 del settore. Gli impianti italiani possono fare molto di pi: a pa- rit di cemento prodotto si pu arrivare subito ad una sostitu- zione calorica del 20%, cui cor- risponde il risparmio di 800.000 tonnellate di combustibili fossili e di 1.000.000 tonnellate di CO2 (10% delle emissioni del settore). In breve tempo possibile rag- giungere il 50% di sostituzione calorica, ottenendo un rispar- mio di 2.000.000 tonnellate di combustibili fossili e una dimi- nuzione delle emissioni di CO2 di 2.700.000 tonnellate lanno, pari al 25% del comparto. Rag- giungere il 50 % di sostituzione calorica un obiettivo assoluta- mente coerente con lapproccio con il quale la Commissione EU si appresta a negoziare con gli Stati Membri le regole di asse- gnazione delle quote di CO2 per il periodo 2013-2020. Proprio in questi giorni sono in discussione i livelli di riferimento settoriali che implicano per il settore del cemento lutilizzo di un mix di combustibili con una frazione di biomassa del 20-30% (la media Italiana, riferita al 6 % di sosti- tuzione calorica pari oggi al 1,8 % !!). I rifuti e i residui che pos- sono essere utilizzati in cemen- teria provengono dalla raccolta differenziata domestica, dalla depurazione delle acque fogna- rie, dalle industrie meccaniche, metallurgiche, siderurgiche, dalle raffnerie, dalle centrali termoelettriche, dalle costruzio- ni e perfno dagli inceneritori di rifuti. Tutti questi rifuti per essere utilizzati nei forni da ce- mento devono rispondere ad al- cune caratteristiche: ad esempio, quelli di provenienza domestica devono essere compatibili con il processo di produzione (es. bassa umidit) e con la qualit del prodotto fnale (basso con- tenuto di cloro). In altre parole, devono provenire da fonti certe e devono essere di qualit nota e costante (tracciabilit dei rifu- ti). Queste precauzioni servono a garantire la qualit del prodot- to cemento e il rispetto dellam- biente. Si tratta sempre di rifuti giunti a fne vita. Se non utiliz- zati nelle cementerie, o in altri impianti industriali esistenti, sono destinati alle discariche, allincenerimento, o addirittura al traffco illegale. Nei paesi pi industrializzati del mondo il re- cupero energetico da rifuti nelle cementerie una pratica diffu- sa. Come si vede nella tabella seguente le cementerie italiane recuperano quantit molto pi basse dei competitor di settore. Il nostro Paese nel 2008 stato il primo produttore di cemento in Europa, seguito dalla Spa- gna. In Germania, dove il tasso di sostituzione calorica pari al 50 %, si produce circa un terzo in meno del cemento prodotto in Italia. Le ragioni del mino- re utilizzo dei rifuti nei forni da cemento italiani sono legate alla tempistica per il rilascio delle autorizzazioni (oggi solo il 60 % degli impianti soggetti alla direttiva IPPC ha ottenuto lAutorizzazione Integrata Am- bientale) e allopposizione delle comunit locali, spesso infor- mate in modo superfciale e a volte in modo non corretto. La semplifcazione delle procedure e la defnizione di tempi certi per il rilascio delle autorizza- zioni possono portare ad un in- cremento nellutilizzo dei com- bustibili alternativi e di materie prime secondarie, a signifcativi benefci ambientali e al recupe- ro di competitivit dellindustria italiana del cemento. Aitec Associazione Italiana Tecnico Economico Cemento www.aitec-ambiente.org www.aitecweb.com 17 Italia Ambiente Industria L Assessore alla Qua- lit della Vita della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, promuove nuovi impulsi sullAccordo di Programma per la Tutela Ambientale. Alla base dei nuovi obiettivi il coinvol- gimento diretto delle isti- tuzioni locali, la gestione integrata delle banche dati della Regione Puglia, il pi ampio ricorso alla collaborazione dei cittadini e dei nuovi sistemi legati allimpiego di tecnologie satellitari. Dunque, Nicastro, mira ad un maggior coinvolgimento della legalit. LINIZIATIVA Lobiettivo di contribuire a creare una comune sensibilit ambientale in linea con gli orientamenti dellUE REGIONE PUGLIA Cabina di regia sui reati ambientali Libera il Campo dai rifuti agricoli Nigro: Vogliamo sensibilizzare e aiutare lambiente INIZIATIVA DI COLDIRETTI E PROVINCIA DI BARI ANNA MARIA mACCHIA A partire da un protocollo a van- taggio degli agri- coltori che riguarda le principali criticit nellintera fliera dei ri- futi agricoli, Libera il Campo ha creato il suo obiettivo: contri- buire a creare una comune sen- sibilit ambientale in linea con gli orientamenti della Comu- nit Europea. Il workshop Il buongoverno dei rifuti plastici in agricoltura ha avuto luogo a Bari ed solo il primo di una se- rie di incontri fnalizzati al dia- logo tra enti pubblici e soggetti privati. Sono intervenuti Luigi Nigro, della Coldiretti di Bari, Vito Brugnola, Responsabile Area Puglia di Ifoa e Francesco Tarantini, Presidente di Le- gambiente Puglia per presentare nel dettaglio il progetto Libera il campo, un valore aggiunto al Protocollo di Intesa per la ge- stione dei rifuti agricoli che, lo ricordiamo, stato frmato nel febbraio 2009 dalla Provincia Il progetto ha lobiettivo di contribuire a creare una sensibilit ambientale in linea con le norme europee di Bari, con le rappresentanze provinciali di Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), Col- diretti, Confagricoltura, Con- fcooperative, Lega delle Coope- rative ed i Consorzi Obbligatori per il riciclaggio e smaltimento Polieco, COOU e COBAT, ma pochi sono gli agricoltori che hanno aderito per mancanza di informazione. I seminari for- mativi sulla semplifcazione del Protocollo, i laboratori di aggiornamento, i workshop che coinvolgono comuni e associa- zioni di categoria, gli audit per lassistenza tecnica presso le im- prese agricole, ma soprattutto i concorsi a premi destinati agli imprenditori agricoli costitui- scono degli input per migliora- re le aziende agricole, incenti- vando il rispetto dellambiente e la qualit dei servizi, come plus-valore per vincere la sf- da del mercato e sbaragliare i competitors. Libera il Campo ambisce a raggiungere il pi alto numero di adesioni al Protocollo attraverso la partecipazione di Coldiretti Puglia. Con questo progetto spiega Luigi Nigro, Coldiretti di Bari - vogliamo da un lato incidere sulla scarsa informazione degli operatori agricoli in materia di gestione dei rifuti e allaltro sulla scarsa presenza sul nostro territorio di aziende o consorzi atti alla ge- stione dei rifuti agricoli speciali che provoca disastri territoriali, spazi di manovra alle ecomafe e alti costi per i produttori per smaltire i rifuti. La Coldiretti chiede prodotti sani in ambienti altrettanto sani, in quanto non c agricoltura senza territorio, ma non c territorio senza agri- coltura. Saranno avviati seminari formativi, laboratori di aggiornamento e workshop che coinvolgono le associazioni 18 Italia Ambiente Industria ANNA MARIA mACCHIA U na delle carte vincenti della prossima edizio- ne di Ecomondo, 14a fera inter- nazionale del recupero di mate- ria ed energia e dello sviluppo sostenibile, la gran mole di sa- peri diffusa nelle giornate della manifestazione. Il calendario dei seminari, messo a punto da un comitato scientifco compo- sto dai pi autorevoli esponenti del mondo dellambiente, pre- sieduto dal Prof. Luciano Mor- selli. Per grandi titoli spiega Morselli - declineremo il tema dellambiente come motore del- la green economy: le innova- zioni tecnologiche e le ricerche industriali verso la sostenibilit dei prodotti, processi e sistemi di gestione; i nuovi modelli di sviluppo sociali e la formazione per professioni sempre pi in- tersettoriali. Le recenti criticit ambientali, siano esse a carat- tere naturale che di natura an- tropica, si aggiungono a quelle delle crisi climatico-ecologica e fnanziaria-economica di in- teresse ai settori produttivi, so- Ecomondo genera bussines a favore della sostenibilit Morselli: Affronteremo i temi della green economy e delle tecnologie DAL 3 AL 6 NOVEMBRE A RIMINI FIERA RITORNA LEVENTO INTERNAZIONALE Al centro dei dibattiti, leffcenza energetica, la rivoluzione low-carbon delle citt ciali ed anche culturali. Le so- luzioni passano attraverso una economia sobria e consapevole, con strategie effcaci per uno sviluppo di Sostenibilit e di Eco-effcienza con un disegno ecologico del tutto innovativo dei processi, prodotti e sistemi dedicati al mondo produttivo e dei servizi che prendono origi- ne dal pensiero flosofco del- la cultura della responsabilit per trovare applicazione nelle strategie dettate dagli econo- misti. Al centro dei dibattiti, quindi, la conversione allef- fcienza da parte della grande industria, la rivoluzione low carbon nelle citt, il tema che tiene insieme ecologia e proftti, la tendenza a zero-emission, la diffusione di prodotti verdi e i progetti per trarre energia dai residui, lIndustrial Symbiosis e le Aree Produttive Ecologica- mente Attrezzate. Raggiunta una leadership europea - spie- ga Alessandra Astolf, project manager di Ecomondo - abbia- mo deciso di aggiungere alla formula espositiva tradizionale un plus in termini di progetti e di relazioni made in Ecomondo. Stiamo promuovendo ed orga- nizzando eventi nellarco tem- porale che da qui ci porter alla fera. Inoltre, abbiamo avviato una forte interazione coi sog- getti protagonisti della mani- festazione attraverso strumenti online, compresa lapertura totale ai contenuti scientifci di Ecomondo. Crediamo, infatti, sia questa la nuova sfda di una manifestazione che ha raggiun- to il vertice del successo, quella cio di aggiungere pi valore alle relazioni. 19 Italia Ambiente Industria Con le energie rinnovabili cresce la Green Economy Ronco: LUnione Europea promuove lo sviluppo ambientale IN EUROPA CRESCE LA PRODUTTIVITA ELETTRICA DA FONTI SOLARI S petta alla Puglia il primato della mag- gior produzione di elettricit da solare, seguita da Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. Ed sempre la Puglia la regione che lo scorso anno ha maggiormente incre- mentato la produzione da impianti fotovol- taici, con 72 gigawattora in pi pari ad oltre un terzo dellintera crescita (37,3%). Non solo: nel confronto internazionale la Puglia batte addirittura il gigante Cina per potenza di impianti solari installati, 161 mw contro i 160 cinesi. Sulla base dei dati 2009 dellEu- ropean PhotoVoltaic Industry Association (Epia), lItalia , infatti, il secondo mercato al mondo nel fotovoltaico con il 9,9% della potenza installata nellanno, dietro alla Ger- mania che da sola rappresenta il 51,6% del mercato mondiale. FOTOVOLTAICO Confronto mondiale tra Puglia e Cina GIOVANNI rONCO I l settore delle ener- gie rinnovabili pre- senta tassi di cre- scita molto elevati, rilevandosi il comparto pi attraente della Green Economy. Nel 2008 in Europa oltre met della nuo- va capacit produttiva elettri- ca stata da fonti rinnovabili (13600MW su 24000), di cui il 93% le nuove rinnovabili, cio eolico (8500MW) e fotovoltaico (4200MW). In Italia, la capacit delleolico cresciuta del 37% nel 2008 (1000MW installati e 6TWh prodotti); invece quel- la del fotovoltaico aumentata 6 volte sullanno precedente (incremento di 258MW). Nel complesso, il settore delle nuo- ve rinnovabili ha una capacit installata di circa 4.000MW, di cui le societ quotate alla Borsa Italiana coprono il 45%. Nove di queste societ hanno come core business prevalente le energie rinnovabili e costituiscono la base di calcolo dellIrex (Ita- lian Renewable Index). LIrex di recente sta raggiungendo i valori massimi, perch lindu- stria delle rinnovabili acquista nuovi stimoli dopo la presen- tazione della bozza del piano nazionale richiesto dalla UE il 15 giugno scorso. LItalia dovr raggiungere nel 2020 una quota complessiva di fonti alternative sul consumo fnale di energia elettrica del 28,9%, equivalen- te a una capacit installata di 45.885MW e a una produzione lorda di 105,950 GWh. Il piano conferma il target e ribadisce limpegno del Governo a favo- rire la crescita del settore. Un messaggio contrastante arriva per dalla recente manovra f- nanziaria, che abolisce lobbli- go per il GSE del riacquisto dei Certifcati Verdi, rischiando di frenare la crescita del settore e di compromettere la possibilit di raggiungere i target del 17% di energia rinnovabile entro il 2020 (8-10% alla fne del 2009). Le tecnologie FER (Fonti di energia rinnovabile) rappre- sentano un punto cardine della strategia comune dellEuropa per lo sviluppo sostenibile, con- ciliando un positivo impatto sullambiente ed apportando miglioramenti alla competiti- vit industriale. Segnale evi- dente della forte e accelerata dinamicit tecnologica del settore sono: la proliferazione delle registrazioni dei brevetti ed unespansione signifcativa della produzione e delloccu- pazione nellambito dei sistemi economici dei maggiori paesi industriali. Ci ulteriormente rafforzato dai dati pi recen- ti sullespansione del mercato mondiale delle rinnovabili: $ 148 miliardi di investimenti nel 2007, con un incremento di quasi il 60% rispetto al 2006; il 23% della nuova capacit ener- getica installata, pari a 10 vol- te quella nucleare; il 19% del capitale fnanziario riversato sul settore rappresentato dalle imprese. Tali tendenze positive non sono state minate n dal trend negativo del prezzo del petrolio n dalla gravit della crisi internazionale. LUE con il 30% del fatturato mondiale del settore (2,2% del PIL; 3,4 milioni di posti lavoro) diventa il leader. Tale situazione rap- presenta linizio di un percorso piuttosto che un punto darrivo, visto lespansione della doman- da. La doppia crescita prevista entro 2020 richieder soprat- tutto un sostanziale incremento degli sforzi dinvestimento fno- ra profusi, soprattutto quello re- lativo alla Ricerca e Sviluppo. Dal 28 gennaio 2004 lUE ha adottato un piano, che promuo- ve le tecnologie ambientali, ri- duce la pressione sulle risorse naturali e migliora la qualit della vita, favorendo la cresci- ta economica. Obiettivo del programma realizzare tutte le potenzialit delle tecnologie ambientali e mobilitare tutti gli interessati affnch sostengano questi obbiettivi. Responsabile Rete Energy4Life Giovanni Ronco 20 Italia Ambiente Industria S ilvia Paparella, geologa, la re- sponsabile di progetto RemTech sin dalla sua nascita, quattro anni fa e, senza dubbio, la persona pi in- dicata per evidenziare la natura e le caratteristiche della manifestazione. RemTech nato da una scommessa vinta, ossia lidea che fosse possibile creare un evento dedicato in maniera esclusiva alla tematica delle boni- fche e della riqualifcazione. Negli anni, non solo abbiamo avuto una crescita costante (+30%) in termini di visitatori e di espositori, ma abbiamo soprattutto creato una comunit di operatori, aziende, enti pubblici, uni- versit e centri di ricerca che si dan- no ogni anno appuntamento a Ferrara per condividere in maniera interdi- sciplinare idee, strategie e nuovi svi- luppi. La forza della manifestazione inoltre confermata da quelli che io chiamo spin-off, ossia eventi paral- leli e sezioni speciali, nati in seno a RemTech, che stanno acquisendo una propria identit. Penso a GeoTher- mExpo, il Salone sullEnergia Geo- termica, di cui presentiamo questan- no la seconda edizione, e a Coast Expo 2010, il primo Salone sulla Tu- tela della Costa e del Mare. Questan- no - conclude Paparella - proponiamo una sessione congressuale rivolta alla ripresa economica, alla normativa, alle innovazioni tecnologiche ed a tematiche trasversali. Di particolare rilievo sono i percorsi congressuali a tema legati ai quei settori di parti- colare interesse per i nostri operatori. Sto parlando del settore immobilia- re, del settore industriale - ospitere- mo anche una tappa del Safety Tour (Confndustria) - e del settore pubbli- co con il Forum della Pubblica Am- ministrazione. (a.m.m.) A REMTECH 2010 E PREVISTA UNAFFLUENZA PIU DEL 30% Abbiamo creato una comunit di aziende per condividere progetti e nuove strategie di ricerca D al 21 al 23 set- tembre 2010 si terr a Ferrara un importante appuntamento per il settore ambientale. Il Centro feristico di Ferrara ospita per la quarta volta RemTech Expo 2010, il Salone sulle Bonifche dei Siti Contaminati e sulla Ri- qualifcazione del Territorio. LExpo promosso da Ferrara Fiere Congressi, gruppo Bolo- gna Fiere, che negli ultimi anni si sta caratterizzando sempre pi per manifestazioni di alto livello nel settore della conser- vazione ambientale. RemTech rappresenta una comunit che ogni anno si ritrova per condivi- dere tematiche, strategie, nuove conoscenze sul tema delle boni- fche e della riqualifcazione del territorio, spiega Nicola Zanar- di, Presidente di Ferrara Fiere. Da questo punto di vista, la spe- cializzazione della manifesta- zione un fattore importante e il supporto di un Comitato Scien- tifco e di indirizzo autorevoli, dove sono presenti grandi realt industriali ed associative, istitu- zioni ed enti pubblici, universit e centri di ricerca, garantisce la forte presenza espositiva e la qualit del programma con- gressuale. RemTech sponso- rizzato questanno da una real- t mondiale come Saipem-eni, vede i contributi del Consiglio Nazionale dei Chimici, di Fe- derchimica, della Camera di Commercio di Ferrara, e conta un panel importante di patrocini tra cui il patrocinio del Mini- stero dellAmbiente. Il mondo delle bonifche - aggiunge Sil- via Paparella, project manager di RemTech - ha bisogno di una sostanziale revisione per quanto riguarda sia lapproccio norma- tivo che tecnico. Andrebbero, inoltre, agevolati i percorsi di ri- sanamento attraverso tecnologie in situ e promosse le attivit di riqualifcazione dei siti dismes- si e degradati che gravano sul nostro Paese dal punto di vista economico e sociale. Levento si presenta con unampia area espositiva, un ricco programma congressuale, una signifcativa dimensione internazionale gra- zie al contributo della Regione Emilia-Romagna con la NBA National Brownfeld Associa- tion degli USA e del Canada -, una sessione poster, incontri tecnici organizzati dalle aziende espositrici, visite a impianti in- dustriali. Tra le novit delledi- zione 2010 Coast Expo 2010, una sezione speciale dedicata alla protezione delle coste, promossa in collaborazione con la Regio- ne Emilia-Romagna, e il Safety Tour di Confndustria-INAIL, dedicato ai temi della sicurezza e dellambiente e rivolto alla pic- cola, media e grande impresa. Infne, il mondo delluniversit e della ricerca coinvolto an- che grazie ai Premi di Laurea e Dottorato RemTech 2010, spon- sorizzati da ANDIS, Unione Pe- trolifera, ALA, Assoreca, Con- siglio Nazionale dei Chimici e Federambiente. (a.m.m.) Riecco RemTech Expo 2010 il salone sulle bonifche dei siti Zanardi: In fiera importanti realt industriali, istituzioni e associazioni LEXPO E PROMOSSO DA FERRARA FIERE CONGRESSI, GRUPPO BOLOGNA FIERE Allevento sono presenti autorevoli esperti accademici, centri di ricerca e una forte presenza di espositori pubblici e privati RemTech rappresenta una comunit che si ritrova ogni anno per condividere tematiche, strategie e nuove conoscenze 21 Italia Ambiente Industria Intervento innovativo di bonifca nelle discariche RSU di Manfredonia Utilizzato per la prima volta il sistema di perforazione direzionata orizzontale HDD NEI SITI E PREVISTA LA CAPTAZIONE, IL TRATTAMENTO E LA RIMOZIONE DI BIOGAS ambientali e le esigenze operative dei due diversi siti e comunque in congruit con la vigente norma- tiva di settore, allo scopo di otti- mizzare al massimo i tempi per la realizzazione della messa in sicurezza permanente delle due discariche, e la gestione delle risorse economiche necessarie per lesecuzione degli interventi previsti, si pensato di formulare una proposta progettuale alterna- tiva. La proposta progettuale mira ad isolare idraulicamente il corpo delle due discariche con barriere perimetrali e con interventi di ri- duzione della permeabilit degli strati di calcarenite che si trovano al di sotto del fondo delle discari- che. Gli interventi verranno con- dotti operando dalla superfcie, allesterno del perimetro inqui- nato, nella confgurazione attuale senza la necessit di svuotare le discariche e senza la necessit che gli interventi interessino il rifuto accumulato. Questultimo aspetto rappresenta un indub- bio vantaggio in termini di impatto ambientale complessivo nonch una notevole sempli- fcazione, in termini gestio- nali e di tempistiche esecuti- ve, rispetto alle altre possibili soluzioni alternative considerate nelle precedenti fasi progettuali. Ai fni del confnamento tota- le del corpo rifuti delle due discariche, si individuano tre ambiti principali di intervento: Cinturazione perimetrale: per lisolamento laterale del corpo rifuti dal terreno circostante prevista lesecuzione una bar- riera fsica verticale imperme- abile, nel terreno naturale in vicinanza al bordo planimetrico ALESSANDRO rEINA MAURIzIO CrOCE L a Commissione Europea ha noti- fcato il parere motivato emesso nei confronti della Repubblica Italiana in re- lazione alla procedura dinfra- zione 1998/4802 (non corretta applicazione degli artt. 4 e 8 della direttiva 75/442/CEE relativa ai rifuti, come modifcata dalla di- rettiva 91/156/CEE) per le disca- riche di rifuti urbani nel Comune di Manfredonia (Pariti 1 e Conte di Troia). Nella Conferenza di servizi istruttoria del 21 aprile 2009, stato redatta una nuova proposta progettuale, a segui- to delle richieste formulate dal Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dal Commissario Delegato per lEmergenza Ambientale nella Regione Puglia (on. Nicola Vendola), che prevedeva: Alle- stimento di n. 2 aree di stoccag- gio opportunamente attrezzate; Rimozione dei rifuti presenti nelle due discariche e deposito nelle aree di stoccaggio; Carat- terizzazione dei rifuti abbancati in cumuli nelle due aree di stoc- caggio; Adeguamento delle due discariche Conte di Troia e Pariti RSU mediante imperme- abilizzazione di fondo, laterale e capping secondo le norme italia- ne vigenti (D.M. 36/03); Riabban- camento dei rifuti caratterizzati nelle due discariche regolarizzate. Considerato che la proposta pro- gettuale si presentava piuttosto dispendiosa ed ambientalmente impattante, tenendo in conside- razione le diverse problematiche degli accumuli. La barriera sar continua e chiusa, con uno spes- sore pari a 80 cm. Con questo dimensionamento, considerando i vincoli normativi di cui sopra ed una tolleranza dello 0.3% sulla verticalit dello scavo, si pu considerare uno spessore minimo garantito del diaframma di 60 cm . Di conseguenza per il rispetto della normativa dei rifuti pericolosi la permeabili- t da ottenere, intrinseca della barriera, dovr essere k 1.2 10 -8 cm/sec. Dai riscontri effet- tuati in sito si evidenziata la presenza di calcareniti con resistenza meccanica piuttosto elevata (15 MPa) sovrastanti una formazione calcarea con resistenza circa doppia (UCS 3040 MPa). Per la consisten- za dei materiali da scavare, la profondit scavo e lesigenza di mantenere un elevato controllo della verticalit risulta neces- sario limpiego della tecno- logia denominata idrofresa. Questa tecnologia permette lese- cuzione di uno schermo continuo verticale tramite la combinazio- ne di elementi primari e secon- dari la cui continuit assicu- rata da giunti fresati direttamente sui bordi dei pannelli primari. La barriera dovr essere approfondi- ta fno ad almeno 45 m rispetto alla profondit locale degli accu- muli di RSU. Lesecuzione della barriera prevede lasportazione del terreno e la sostituzione me- diante calcestruzzo plastico di bassissima permeabilit con im- piego di leganti ed additivi spe- cifci per queste applicazioni. Im- permeabilizzazione del fondo: analogamente alla cinturazione perimetrale si mira a costituire uno schermo impermeabile al di sotto degli accumuli di rifuti e della fascia di materiale in posto inquinato. Non essendo applica- bile una procedura di sostituzio- ne dei materiali, come per il perimetro, si opta per un trattamento impermeabilizzante dellammasso roccioso in posto mediante iniezioni di miscele ce- mentizie e/o silicatiche in grado di saturare le fessure, discon- tinuit e vuoti che ne carat- terizzano lattuale permeabilit. Lo schermo seguir il proflo di fondo della discarica man- tenendosi al di sotto dello stesso ad una distanza di almeno 2.5/3 metri e si intester entro le bar- riere perimetrali senza soluzio- ne di continuit. I trattamenti di iniezione verranno eseguiti per la prima volta per questo tipo di in- tervento di impermeabilizzazio- ne con tecnica MPSP allinterno di perfori eseguiti con tecnologie di perforazione direzionata cur- vilinea (HDD). Obiettivo prin- cipale ridurre la permeabilit secondaria dovuta al sistema di fatturazione della calcarenite, da un valore di 60 Unit Lugeon a un valore dopo il trattamento di 5 UL. Le unit di perforazione vengono collocate al perime- tro esterno del deposito rifuti ad una distanza tale da con- sentire il sotto- attraversamento dello stesso, evitando cos di at- traversare il corpo dei rifuti e del terreno contaminato sottostante. Risulta evidente il vantaggio ambientale di questo approc- cio rispetto ad una soluzione tradizionale di trattamento del fondo realizzato con una miriade di perforazioni verticali attraver- so lammasso dei rifuti. Ricoper- tura superfciale (capping): in ottemperanza a quanto previsto dal Dlgs. 13 Gennaio 2003 n. 36, si proceder, anche attraverso la realizzazione per lotti successivi da svilupparsi, ove possibile, in parallelo alle altre lavorazioni, alla sistemazione della copertu- ra fnale (Capping) dei due bacini. Gli interventi proposti consento- no di raggiungere in tempi brevi gli obiettivi progettuali (isola- mento e riduzione della perme- abilit): permettono immediate cantierizzazioni e la possibilit di operare con pi squadre ed at- trezzature contemporaneamente in diversi settori con ampia fes- sibilit esecutiva tale da garantire il controllo sui tempi esecutivi con la possibilit di accelerazioni o modifche al cronoprogramma. Il programma dei lavori non ri- chiede macrofasi temporalmente in sequenza rigida. Le attivit preliminari (piste, tracciamenti, spostamento parziale di rifuti, corree di guida) e di controllo dellesecuzione interessano am- biti locali con tempi esecutivi molto brevi e possono essere sviluppate contemporaneamente allesecuzione dei trattamenti nei settori via via preparati. Con la tecnologia proposta per limper- meabilizzazione del basamento, le lavorazioni di capping risul- tano indipendenti e possono iniziare appena sagomate le aree di intervento con le cin- turazioni perimetrali cantierizza- bili contemporaneamente. Geologo Biologo le azioni, le tecnologie, il business sostenibile 3,6 novembre 2010 Rimini Fiera 14 a Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile www.ecomondo.com organizzata da: in contemporanea con: www.keyenergy.it www.cooperambiente.it in collaborazione con: Registrazione gratis on-line su www.ecomondo.com/freepass