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S

iamo prossimi alla scaden-


za del 12 dicembre 2010 con
lentrata in vigore della di-
rettiva 2008/98/CE e labrogazio-
ne della direttiva rifuti 2006/12/
CE (attualmente vigente). Le tec-
nologie in materia di trattamento
rifuti avanzano e sono sempre
pi raffnate, proponendo vali-
de soluzioni impiantistiche per
la salvaguardia dellambiente; le
scelte politiche ritardano la loro
applicazione pratica, rallentando
il processo di sviluppo del recu-
pero. E radicale la svolta interve-
nuta con la direttiva 2008/98/CE a
riguardo della gestione dei rifuti.
Limpostazione della prima diret-
tiva quadro sui rifuti prendeva
origine da una prassi industriale
e di gestione dei rifuti degli anni
Sessanta-Settanta poco svilup-
pata ed essenzialmente basata
sul conferimento degli scarti in
discarica e sullapproccio tutto
rifuto. Del tutto assente, quindi,
lapproccio di considerare i rifuti
come una potenziale risorsa da
sfruttare per preservare le risorse
naturali. Con questo spirito, anche
questanno Industria&Ambiente
partecipa con il proprio contribu-
to culturale alla manifestazione di
Ecomondo 2010 a Rimini. Degna
di nota la partecipazione, per
la prima volta, a Remtech 2010
a Ferrara. Segno che la gestione
dei rifuti e dei siti contaminati
sono argomenti di grande attua-
lit in vista delladozione da parte
della politica di uno strumento
fessibile ed adattabile di fronte
a nuovi elementi ed allevolu-
zione della tecnologia. Diamo,
tutti, un impulso forte allo svi-
luppo della societ del RICICLO.
Presidente Consorzio Creta
EDITORIALE
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Periodico di Riuti, Recupero, Ambiente, Energia
Italia
&
Ambiente Industria
Sistri: Nuove modifche
Il manuale utente sar oggetto di variazioni ed integrazioni
PROROGATO AL 1 OTTOBRE IL TERMINE INIZIALE SULLOPERATIVITA DEL SISTEMA
GIUSEPPE ANGELO DALENA
A
ncora una volta e a pochi
giorni da una scadenza
(quella del 13 luglio,
termine ultimo per la consegna
dei dispositivi e per lavvio della
operativit per il primo gruppo
di utenti), la disciplina Sistri
stata sottoposta ad nuovo re-
styling dal Ministero dellAm-
biente con il Dm 9 luglio 2010.
Le principali novit introdotte
dal DM suddetto, consistono
in: proroga al 1 ottobre 2010
del termine iniziale di operati-
vit del Sistri per tutti i soggetti
obbligati (laddove in preceden-
za erano previste due scadenze
distinte, 13 luglio e 12 agosto
2010); proroga al 12 settembre
2010 dei termini per il comple-
tamento delle procedure di di-
stribuzione dei dispositivi Usb
TecnoEcologia
Politica
sEttEmbrE 2010 - N. 11
FIOrE A PAGINA 8
mACCHIA A PAGINA 4
Cresce
la raccolta
differenziata
urICCHIO A PAGINA 15
Un kit
microbiologico
per le acque
RICERCA DEL CNR PUGLIA I DATI CONAI
4
Italia Ambiente Industria
R
accolta del vetro a colore. Il progetto
coinvolge a Verona gli esercizi com-
merciali del centro storico, vale a dire il
bacino dutenza che consuma il maggior
quantitativo di imballaggi in vetro. Verona
la prima grande citt in Italia a scegliere di
intraprendere un percorso di eccellenza nel
campo del riciclo del vetro, abbracciando
una buona pratica diffusa a livello euro-
peo e in via di sperimentazione anche pres-
so alcune citt italiane. (a.m.m.)
Raccolta a colori
COREVE
I
l compost ottenuto dalla decomposizione
dei rifuti organici come farmaco per le
piante o addirittura per la decontaminazio-
ne di acque e terreni inquinati. Sono i nuovi
utilizzi sperimentati da AgriNewTech, uno
spin-off dellUniversit di Torino. Unaltra
propriet del compost allo studio il bio-
risanamenoto di siti inquinati: la microfora
sarebbe in grado di degradare le sostanze
tossiche, decontaminando acque e terreni nei
quali siano presenti idrocarburi. (a.m.m.)
Risanamento innovativo
COMPOST
I
l Consorzio Naziona-
le Imballaggi, con il
patrocinio dei Ministeri
dellAmbiente, dellIstru-
zione e dellUniversit,
lancia il nuovo progetto
scuola sul web. Gli alunni
che seguiranno il proget-
to formativo, potranno
partecipare al concorso
Progetta la Ricicliera
e vincere una piacevole
gita al Parco del Circeo.
Il progetto RicicloTVB,
originale percorso di for-
mazione si rivolge agli
studenti e agli insegnanti
delle scuole secondarie
di primo grado di tutta
Italia, coinvolgendo i ra-
gazzi in un viaggio alla
scoperta dei segreti degli
imballaggi. (a.m.m.)
www.riciclotvb.it
Un progetto
educativo
Nelle regioni del Sud Italia
in aumento la differenziata
Perron: Il Conai ha confermato di essere un sistema efficente
IN ITALIA GLI IMBALLAGGI AVVIATI A RECUPERO SUPERANO IL 72,3%
ANNA MARIA mACCHIA
N
el 2009, come
testimonia lan-
nuale bilancio
di Conai, i risultati di recupero
complessivo dei rifuti di im-
ballaggio di acciaio, alluminio,
carta, legno, plastica e vetro
sono positivi e raggiungono la
percentuale del 72,3%, equi-
valente a 7.762.000 tonnellate
recuperate su 10.742.000 ton-
nellate immesse al consumo.
Il Sistema Conai, anche in
presenza di una congiuntura
economica negativa, ha regi-
strato una crescita del recupe-
ro complessivo di + 3,75 punti
percentuali rispetto allanno
precedente (da 68,5% a 72,3%)
e contestualmente una riduzio-
ne delle quantit di rifuti di im-
ballaggio destinate a discarica,
Piero Perron
Di impulso
laccordo
Anci-Conai
per i risultati
sul recupero
dei materiali
di imballaggio
che nel 2009 sono scese sotto
il 28% del totale dei rifuti da
imballaggio. A livello naziona-
le, grazie allAccordo quadro
Anci-Conai, nellultimo anno
la raccolta differenziata di im-
ballaggi passata da 2.887.000
tonnellate nel 2008 a 3.110.000
tonnellate nel 2009, con un au-
mento del 7,7% sullanno prece-
dente. La crescita ha interessato
tutte le aree dItalia, in partico-
lar modo le Regioni del Sud,
dove si registrato per la prima
volta un aumento percentua-
le dei volumi raccolti del 20%
rispetto allanno precedente,
anche se in termini di risultati
quantitativi pro capite perma-
ne un divario tra le Regioni del
Nord, dove vengono raccolti e
avviati a riciclo 89 kg per abi-
tante allanno, mentre il Centro
si attesta a 52 Kg ed il Sud a
37 kg per abitante. Nel 2009
Conai ha confermato di essere
un sistema effciente spiega
Piero Perron, Presidente di
Conai proprio perch, anche
in presenza di uno scenario cri-
tico, riuscito a raggiungere i
propri obiettivi. Il suo ruolo,
infatti, stato determinante nel
sostenere le attivit di riciclo a
livello nazionale, assicurando il
regolare ritiro e lavvio a riciclo
di tutti i rifuti di imballaggio
conferiti dai Comuni nellambi-
to dellaccordo Anci-Conai, e,
con esso, i risultati di recupero
complessivo dei sei materiali di
imballaggio.
5
Italia Ambiente Industria
L
e Bandiere Blu 2010 sono state assegna-
te dalla Foundation for Environmental
Education (FEE) in collaborazione con il
Cobat a 117 localit rivierasche e 61 approdi
turistici. Il Cobat nella sua nuova veste che
lo vede protagonista nella raccolta di rifu-
ti di pile e accumulatori spiega Giancarlo
Morandi, presidente del Cobat continua a
portare avanti il proprio impegno per la tutela
dellambiente dai rischi derivanti dalla disper-
sione in mare di batterie al piombo. (a.m.m.)
Tutela del mare
COBAT
C
iAL: cresce il recupero. Attivata la rac-
colta differenziata degli imballaggi in
alluminio in oltre 5.500 Comuni italiani (il
70% del totale) e con una partecipazione di
44 milioni di cittadini (il 75% della popola-
zione). Risultati pi che positivi, ottenuti gra-
zie alla rete di 328 operatori convenzionati,
distribuiti su tutto il territorio nazionale. A
fne 2009 la quota di recupero di imballaggi
di alluminio pari al 56,1% dellimmesso sul
mercato. Un dato incoraggiante.
Riciclo con larte
CIAL
Stato dellarte europeo
sul recupero energetico
Sviluppare rapidamente le procedure Pan-Europee
LUTILIZZO DELLSRF E ORMAI DI GRANDE DIFFUSIONE
VLADIMIR KOVACEVIC
I
l valore economico
che sta assumendo l
SRF (Solid Recoverd
Fuels) in Europa un dato in-
confutabile. Lutilizzo di tale
prodotto diventato ormai di
grande diffusione in tutti i pro-
cessi produttivi defniti Ener-
givori . Lutilizzo dellSRF
agevolato dalle scelte politiche
ambientali dei paesi Europei
dove si intrapresa la strada del
recupero energetico dei rifuti
in maniera spinta, sostituen-
do la risorsa fossile con grandi
percentuali di sostituzione (ol-
tre il 70%) di combustibili da
rifuti. In un momento di crisi
economica a livello globale, non
si pu prescindere dallutiliz-
zo dei rifuti come sostituzione
dei combustibili tradizionali. La
tecnologia ormai consolidata
e si tratta solo di credere in tali
utilizzi. Il recupero energetico in
Europa visto come una attivit
di grande interesse dal mondo
delle imprese a quello politico.
Le scelte politiche dei paesi del
nord Europa tendono a agevola-
re tale operazione di recupero,
senza ovviamente compromet-
tere lambiente. I criteri specifci
affnch un RDF non sia pi de-
fnito un rifuto (nozione di End
of Waste) sta ingenerando negli
Stati membri una ampia discus-
sione atta ad intraprendere e svi-
luppare la cosiddetta Recycling
Society. Al fne di rispettare lo
sviluppo sostenibile vi una
tendenza verso la gestione inte-
grata delle risorse e la gestione
dei rifuti. La politica energetica
europea e le politiche ambien-
tali comprendono misure volte
a favorirne il recupero di rifuti
residuali, nonch per promuo-
vere lenergia da biomasse e dai
rifuti. Gli RDF sono combusti-
bili che aiutano garantire la sicu-
La piena
attuazione
della direttiva
sulle discariche
ridurr
signifcatamente
lo smaltimento
dei rifuti
combustibili
in discarica
rezza dellapprovvigionamento
e gli obiettivi del protocollo di
Kyoto. La normativa Europea,
per Solid Recovered Fuels so-
sterr il libero scambio di questi
carburanti sul mercato interno.
La piena attuazione della di-
rettiva sulle discariche ridurr
signifcativamente lo smalti-
mento dei rifuti combustibili in
discarica. In Europa non esiste
ancora la capacit di inceneri-
mento suffciente per raggiun-
gere gli obiettivi della direttiva
sulle discariche. Lutilizzo degli
RDF per la co-generazione o per
la produzione di prodotti ma-
teriali, ad esempio, clinker per
cemento, una valida opzione.
Il mercato dei combustibili so-
lidi recuperati deve essere svi-
luppata rapidamente con laiuto
delle procedure Pan-Europee,
che devono essere accettate da
parte delle autorit competenti.
Ora alcuni cenni sul mandato
325 sui RDF. Primo passo: svi-
luppare un insieme di specifche
tecniche (TSS), vale a dire pre-
standards. Secondo passo: tra-
sformare questo insieme di TSS
in norme europee (EN). Queste
EN sono presentat e come un
pacchetto, dopo la convalida di
un numero minimo di TSS come
concordato tra la Commissione
e il CEN BT. Gli standard inclu-
dono tutte le norme elencate nel
programma di lavoro elaborate
dal CEN TF 118 Solid Recove-
red Fuels (pari a quelle del CEN
/ TC 335 biocombustibili solidi).
Una serie di norme sulla deter-
minazione della frazione bio-
degradabile, come defniti nella
direttiva 2001/77/EC e/o dalla
frazione biogenica del SRF ed i
valori minimi e massimi del po-
tere calorico di queste frazioni.
Il CEN fornir alla Commissio-
ne una relazione con la differen-
za relativa tra le due frazioni di
rifuti al fne di decidere se sia
necessario di sviluppare due
norme differenti od una sola. I
progetti pi importanti prENs
sono passati al CEN e sono in
preparazione per la votazione f-
nale. Questi sono i prEN: 15.357
Terminologia, defnizioni e de-
scrizioni - 15.358 Sistemi di ge-
stione della qualit - 15.359 Spe-
cifche e classi - 15.440 Metodo
per la determinazione del con-
tenuto di biomassa - Metodi di
campionamento 15.442 - 15.443
Metodi per la preparazione del
campione di laboratorio. Quan-
do le EN saranno pubblicate
devono essere attuate da tutti i
membri del CEN. Gli organismi
e le corrispondenti norme nazio-
nali devono essere ritirate.
Ingegnere
Mikov Consulting GmbH
Spittal/Drau, Austria
6
Italia Ambiente Industria
Combustibili da rifuto:
Due norme a confronto
Diffcolt per le imprese italiane che operano sui mercati internazionali
SPECIFICHE TECNICHE DIVERSE TRA PARAMETRI ITALIANI ED EUROPEI
NICLA rENDINA
L
a ben nota norma
UNI 9903-1:2004
richiamata attual-
mente dalla legislazione nazio-
nale in merito alle caratteristi-
che del Combustibile Solido da
Rifuto (CDR), defnisce le spe-
cifche necessarie affnch un ri-
futo solido possa essere idoneo
al recupero energetico dandone
una classifcazione di qualit
Normale ed Elevata. Tale nor-
ma ha creato non pochi problemi
per le imprese italiane del setto-
re che si sono rivolte ai mercati
europei ed internazionali, per
il numero consistente dei para-
metri normati e soprattutto per
la terminologia utilizzata, dif-
ferente da quella in uso in molti
paesi europei. Da qui nasce prin-
cipalmente lesigenza di revisio-
nare la norma al fne quindi di
creare un collegamento diretto
con la nascente norma europea
prEN 15359:2010 che defnisce
le specifche e classifcazione
dell SRF Solid Recovered
Fuels, ovvero Combustibile So-
lido Secondario (CSS), creata e
studiata, appunto, per rendere
omogenea la classifcazione e
caraterizzazione a livello euro-
peo. In effetti in altri paesi euro-
pei esistono standard diversi di
classifcazione basati sui valori
di pochi parametri ritenuti stra-
tegici per i processi termici di
incenerimento, co-incenerimen-
to e gassifcazione dei rifuti, ov-
vero: Cloro, Hg, Cd+Tl, somma
metalli pesanti. A livello euro-
peo la norma prEN 15359:2010
ha sviluppato un sistema di
classifcazione dei Combustibili
Solidi Secondari (CSS) basato
su soli tre parametri, scelti per la
loro importanza: Mercurio(Hg):
importanza ambientale; Cloro
Totale (Cl): importanza tecno-
logica ed impiantistica; Potere
calorifco Inferiore (PCI): con-
ferisce valore economico e pre-
stazionale al rifuto. In base ai
valori dei tre parametri sono sta-
te defnite cinque diverse classi:
dalla classe I (qualit elevata)
alla classe V (meno pregiata).
Come per le norme serie UNI
9903, di cui esistono 14 parti ri-
portanti metodi per il campiona-
mento e riduzione del campione,
determinazione della pezzatura
e dei parametri chimici, chimi-
co-fsici, ecc. ovvero metodi uf-
fciali a cui i laboratori di analisi
devono attenersi per unidonea
ed adeguata caratterizzazione
del CDR a norma di legge, cos
per la norma di UNI 15359 sono
attese in veste uffciale le norme
tecniche (serie 15400), ad oggi
ancora disponibili sotto forma
di specifche tecniche (CEN/
TS) rivolte a normare tutte le
caratteristiche dei CSS siano
E in corso
uno studio rivolto
a creare
una affnit
tra le due norme,
la italiana
UNI 9903-1
e la europea
UNI 15359
esse peculiari, impiantistiche/
tecnologiche, economiche ed
ambientali. In effetti pur essen-
do solo tre i parametri che de-
terminano la classifcazione del
CSS, possono esseri tanti quelli
che ne determinano le caratteri-
stiche tecniche ed economiche,
da considerare magari negli ac-
cordi commerciali tra Fornitore
ed Utilizzatore di CSS. Gli im-
pianti utilizzatori hanno bisogno
di spingere i processi produttivi
e di fare affdamento ad un com-
bustibile alternativo che sia, per
quanto possibile, OMOGENEO,
ed abbia caratteristiche chimi-
che, meccaniche e chimico-fsi-
che ben determinate, ovvero di
un CSS sempre pi prodotto di
commercio e sempre meno ri-
futo. Le norme tecniche serie
15400 forniscono un importante
e necessario riferimento tecni-
co per la caratterizzazione dei
CSS. In particolare sono previ-
sti metodi standardizzati per il
campionamento e la riduzione
del campione (CEN/TS 15442),
la preparazione del campione
di analisi (CEN/TS 15443), la
determinazione dellumidit
(UNI 15414-1,-2,-3), del Pote-
re calorifco (CEN/TS 15400),
della densit in massa ed in ad-
densato: pellets, bricchetti, ecc.
(CEN/TS 15401 e 15405), delle
ceneri (CEN/TS 15403 e 15404).
In merito ai parametri chimici
sono previsti metodi per la de-
terminazione della composizio-
ne elementare (Carbonio, Idro-
geno e Azoto: CEN/TS 15407),
degli alogeni tra cui il Cloro
(CEN/TS 15406) parametro di
grande importanza tecnologica.
Sono inoltre previsti metodi per
la determinazione degli elemen-
ti maggiori (metalli alcalini e
alcalino-terrosi, ferro, allumi-
nio, fosforo, e silicio), ovvero
quegli elementi normalmente
presenti in quantit nei rifuti
ed in grado di creare non pochi
problemi impiantistici durante i
processi termici (incrostazioni
poco solubili ed aggregati in-
volontari, diminuzione del pun-
to di fusione delle ceneri, ecc.)
ed elementi in tracce (metalli)
e cos via. I metodi si basano
comunque sulle gi note nor-
me nazionali ed internazionali
(UNI, ASTM, ISO, ecc.), per
cui sempre prevista una fase
di preparazione del campione
allanalisi (omogeneizzazione,
setacciatura, macinazione, ecc.),
una fase di digestione o mine-
ralizzazione del campione con-
dotta o in bomba calorimetrica
in corrente di ossigeno oppure
con attacchi acidi e micronde.
Per il dosaggio dei vari elemen-
ti in soluzione sono ammessi i
vari metodi strumentali quali:
Spettroscopia UV, XRF, ICP
(metalli ed elementi maggio-
ri) o cromatografa ionica per
gli alogeni. Restano comunque
applicabili anche metodi non
strumentali come ad esempio
la titolazione complessometrica
per il cloro, pur sempre di facile
applicazione ed economica, ma
non consigliabile per lelevato
rischio degli interferenti, aspet-
to non trascurabile per una ma-
trice complessa come quella dei
rifuti.
Chimico
Amministratore Unico
Apulia Lab Srl
CDR
7
Italia Ambiente Industria
Normativa in evoluzione
per il Cdr ed i Css da rifuti
Le modifche signifcative riguardano lo schema legislativo e tecnico
PER UNA RIDUZIONE DELLA DIPENDENZA DA COMBUSTIBILI FOSSILI
PASqUALE FIOrE
G
randi cambia-
menti in vista
in materia di
combustibili solidi ricavati da
rifuti (noti, in Italia, come Com-
bustibili Solidi Secondari (CSS)
o con lacronimo SRF Solid
Recoverd Fuels), e per il loro
sottoinsieme rappresentato dal
Combustibile Derivato da Rifu-
ti (CDR o Refuse Derived Fuels,
RDF).Le modifche riguardano
sia lambito normativo-legislati-
vo, che quello tecnico. In merito
alle modifche normative sono
da evidenziare quelle della par-
te IV del Dlgs 152/2006: intro-
duzione di nuove defnizioni ed
abrogazioni di altre (art. 183),
eliminazione di un intero arti-
colo sul CDR e sul CDR-Q (art.
229), introduzione di un nuovo
articolo sulla cessazione della
qualifca di rifuto (art. 184-ter).
Da un punto di vista tecnico non
pu non segnalarsi la modifca
in corso della norma UNI 9903-
1, in merito alla classifcazione
ed alle caratteristiche chimico-
fsiche del CDR, nonch sulle
prescrizioni generali per il suo
stoccaggio, movimentazione e
trasporto. Procediamo con ordi-
ne, innanzitutto analizzando le
modifche che saranno apportate
alla parte IV del Dlgs 152/2006,
riferendoci allo schema di de-
creto legislativo che il 16 aprile
scorso il Consiglio dei Ministri
ha approvato in via preliminare
e che deve recepire la nuova di-
rettiva sui rifuti 98/2008. Lar-
ticolo 183 del Dlgs attualmente
vigente, contempla una duplice
defnizione del combustibile da
rifuti: alla lettera r) si defni-
sce il CDR normale come il
combustibile classifcabile, sulla
base delle norme tecniche UNI
9903-1 e successive modifche
ed integrazioni, come RDF di
qualit normale, che ottenuto
dai rifuti urbani e speciali non
pericolosi mediante trattamenti
fnalizzati a garantire un potere
calorifco adeguato al suo utiliz-
zo, nonch (); alla lettera s) si
defnisce il CDR- Q di qualit
come il combustibile classifca-
bile, sulla base delle norme tec-
niche UNI 9903-1 e successive
modifche ed integrazioni, come
RDF di qualit elevata. Nello
schema di decreto legislativo le
due distinzioni vengono, di fatto,
cassate, introducendo due nuove
defnizioni: aa) combustibile
da rifuti (CDR): il combusti-
bile prodotto da rifuti avente
caratteristiche individuate delle
norme tecniche UNI 9903-1 e
successive modifche ed integra-
zioni; fatta salva lapplicazione
dellarticolo 184-ter, il combu-
stibile da rifuti, classifcato
come rifuto speciale; aa-bis)
combustibile solido secondario
(CSS): il combustibile solido
prodotto da rifuti che rispetta le
caratteristiche di classifcazione
e di specifcazione individuate
delle norme tecniche UNI CEN/
TS 15359 e successive modifche
ed integrazioni; fatta salva lap-
plicazione dellarticolo 184-ter,
il combustibile solido seconda-
rio, classifcato come rifuto
speciale. Lo schema di decreto
legislativo, oltre ad eliminare
ex-lege la distinzione tra le due
tipologie di CDR, introduce im-
portanti novit: viene eliminato
il riferimento alla composizione
del CDR, sia nelle defnizioni
(rifuti urbani e speciali non pe-
ricolosi) che con la soppressione
dellart. 229, che prevede il li-
mite massimo del 50% di rifu-
ti speciali nella produzione di
entrambi i tipi di CDR, in con-
traddizione con quanto previsto
dallo stesso DM 05/02/98, che
con il DM 186/2006 avevo gi
cassato la previsione del limite
suddetto; per la prima volta si
fa riferimento ai Combustibili
Solidi Secondari (CSS) ed alla
norma che ne defnisce le speci-
fche e la classifcazione, la UNI
CEN/TS 15359, appunto; viene
introdotta la possibilit che sia
il CDR che i CSS possano es-
sere considerati prodotti a tutti
gli effetti nel momento in cui
risulta applicabile il nuovo ar-
ticolo 184-ter cessazione della
qualifca di rifuto, che recepi-
sce quanto defnito allarticolo 6
della direttiva europea 98/2008.
A ben vedere, quindi, le implica-
zioni delle modifche alla parte
IV del Dlgs 152/2006 contenute
nello schema di decreto legislati-
vo, sarebbero duplici: da un lato,
la UNI EN 15359 e s.m.i. assur-
gerebbe al rango di norma tec-
nica riconosciuta dal legislatore
italiano (come gi avviene per la
UNI 9903-1), e quindi vari com-
bustibili alternativi (diversi dal
CDR) ottenuti da rifuti non pe-
ricolosi sarebbero classifcati ed
impiegati in processi di recupero
energetico; dallaltro lato lo stes-
so legislatore italiano potrebbe,
secondo quanto defnito al com-
ma 2 dellart. 184-ter e laddove
non vi provvedesse il legislatore
comunitario, defnire dei propri
criteri (attraverso uno o pi de-
creti del Ministero dellambien-
te) affnch il CDR (conforme
alla norma UNI 9903) o tutti gli
altri CSS (conformi alla norma
UNI EN 15359) possano essere
considerati prodotti e non rifu-
ti, rispettando certe condizioni.
Da un punto di vista tecnico, i
cambiamenti in materia di Com-
bustibili alternativi da rifuti,
attengono alle modifche sia a li-
vello europeo della norma 15359
del 2006 (da parte del CEN/TC
343 Solid Recovered Fuels),
la cui pubblicazione prevista
per il 2011, sia della norma UNI
9903-1 del 2004 ad opera del
Comitato Termotecnico Italiano
(CTI). La pubblicazione della
nuove norme europee, richiede
necessariamente un allinea-
mento della normativa tecnica
nazionale, rappresentata dalle
14 parti della UNI 9903, a quel-
la europea, espressa dal prEN
15359:2010. In particolare si
rimander alle norme europee
per quanto riguarda i metodi di
campionatura e di riduzione del
campione, i metodi di prova fsi-
ci, chimici e meccanici, mentre
per quanto concerne la classif-
cazione del combustibile stata
avviata la revisione della UNI
9903-1:2004 al fne di: mante-
nere o modifcare le specifche
del CDR di qualit normale e di
qualit elevata; individuare in
quali classi, defnite dal prEN
15359:2010, ricadono le due
tipologie di CDR; introdurre
eventuali aggiornamenti di natu-
ra tecnica, anche alla luce della
futura revisione del Decreto Mi-
nisteriale del 5 febbraio 1998. In
defnitiva la nuova edizione della
norma UNI 9903-1 andr a def-
nire due particolari tipi di CSS
(CDR e CDR-Q), ciascuno dei
quali verr defnito, a livello na-
zionale, dalle specifche tecniche
(parametri). Il CDR e il CDR Q
saranno quindi due CSS di rife-
rimento per il mercato nazionale,
rappresentando due sottoinsiemi
del pi generale insieme dei CSS.
In conclusione, importante che
il legislatore italiano intervenga
al pi presto, con lemanazione
di decreti che rendano il CDR (o
i CSS pi in generale) prodotti e
non pi rifuti, a certe condizio-
ni. Di pari passo bisogna proce-
dere con la defnizione di stan-
dard tecnici europei e nazionali
per incrementare luso effciente
dei CSS o del CDR, aumentarne
la sicurezza e la tracciabilit, mi-
gliorarne laccettabilit e creare
un mercato europeo. Solo cos
si raggiungeranno i benefci am-
bientali ed economici di rispar-
mio di risorse naturali, riduzione
della dipendenza da combustibili
fossili, aumento del recupero di
energia, diminuzione del ricorso
a discarica, effcientamento del-
la gestione dei rifuti e riduzione
emissioni CO2.
Amministratore Unico
Apulia System Srl
8
Italia Ambiente Industria
Sistri: Sottoposto a nuovo restyling
Entro lanno saranno avviati corsi di formazione professionali per le offcine e le imprese
PROROGATO AL 1 OTTOBRE IL TERMINE INIZIALE SULLOPERATIVITA DEL SISTEMA
PASqUALE FIOrE
A
ncora una volta
e a pochi giorni
da una scadenza
(quella del 13 luglio, termine ul-
timo per la consegna dei disposi-
tivi e per lavvio della operativi-
t per il primo gruppo di utenti),
la disciplina Sistri stata sot-
toposta ad nuovo restyling dal
Ministero dellAmbiente con il
il Dm 9 luglio 2010. Le principa-
li novit introdotte dal DM sud-
detto, consistono in: proroga al
1 ottobre 2010 del termine ini-
ziale di operativit del Sistri per
tutti i soggetti obbligati (laddo-
ve in precedenza erano previste
due scadenze distinte, 13 luglio
e 12 agosto 2010); proroga al 12
settembre 2010 dei termini per il
completamento delle procedure
di distribuzione dei dispositivi
Usb e di installazione delle black
box (laddove in precedenza era-
no previste due scadenze distin-
te, il 13 giugno e il 12 luglio
2010); riapertura del termine per
la presentazione da parte delle
offcine delle domande di auto-
rizzazione allinstallazione delle
black box (termine scaduto il 13
febbraio 2010); viene inoltre sta-
bilito che nel 2010 sar tenuto
un altro corso di formazione per
le offcine, e che saranno due i
corsi da tenersi annualmente
a partire dal 2011; estensione
della videosorveglianza agli im-
pianti di coincenerimento desti-
nati esclusivamente al recupero
energetico dei rifuti e ricadenti
nel campo di applicazione del
Dlgs 133/2005; nuovo obbligo di
tenuta dei dispositivi Usb pres-
so lunit o la sede dellimpresa
per la quale sono stati rilascia-
ti; nuove regole procedurali da
seguire nel caso di rifuti non
accettati dallimpianto di desti-
nazione; esenzione dai termini
per la comunicazione al Sistri
della movimentazione dei rifuti
pericolosi per le attivit di micro
raccolta; equiparazione della
mancanza di copertura della
rete al non funzionamento del
sistema in relazione alle proce-
dure operative; nuova tabella re-
cante i contributi di enti e impre-
se produttori di rifuti pericolosi
nonch degli imprenditori agri-
coli e modalit di conguaglio di
quanto eventualmente gi versa-
to (cambiano anche i riferimenti
postali/bancari per i pagamenti);
esenzione dalliscrizione per le
unit locali con meno di die-
ci addetti comprese quelle
affdate ad associazioni senza
scopo di lucro (Onlus) che si
occupano di rifuti per conto dei
Comuni di riferimento, a pre-
scindere dal numero di abitanti
del Comune, con gli adempi-
menti che in tal caso vanno sulle
spalle del Comune stesso; rad-
doppio della quota di produzio-
ne di rifuti consentita (da due a
quattro tonnellate per i perico-
losi e da 10 a 20 tonnellate per
i non pericolosi) per usufrui-
re delle modalit semplifcate e
defnizione di nuove regole per
le associazioni imprenditoriale
delegate; nuova e ampia defni-
zione di dipendenti, di cir-
cuito organizzato di raccolta e
di associazioni imprenditoriali
rappresentative sul piano nazio-
nale, che devono essere pre-
senti nel Cnel. Come se non ba-
stasse, verso la fne di luglio, sul
sito del SISTRI viene pubblicata
la prima versione test del tanto
atteso Manuale dellutente,
cio del manuale operativo che
il Ministero dellambiente ha
messo a disposizione delle im-
prese per aiutarle a familiariz-
zare con il sistema. Il manuale,
stando a quanto si legge, sar
oggetto di ulteriori modifche
ed integrazioni, a seguito della
attivit di sperimentazione e di
test e le segnalazioni che per-
verranno da parte dei soggetti
via via coinvolti nel processo di
verifca. Le modifche saranno
apportate in esito alle segna-
lazioni di nuove problematiche,
o di proposte di modifca o di
integrazione che perverranno
da parte di tutti gli utenti. Tali
segnalazioni, per, dovranno
essere prima approvate dal Co-
mitato Tecnico-Scientifco del
Sistri e verranno evidenziate
con indicazione della data di
aggiornamento. Tale Comitato
una novit nel Sistri ed cosa
diversa dal Comitato di cui al
Dm 17 dicembre 2009 (istitutivo
del Sistri) che solo di vigilanza
e controllo. Per, proprio questo
Comitato sembra essere il ful-
cro di tutto il Sistri perch sar
competente per laggiornamento
del documento. Dulcis in fundo,
dallo scorso 26 luglio stato
attivato un test di verifca della
funzionalit del Sistri per con-
sentire ad un insieme rappre-
sentativo di utenti di provare il
sistema e fornire suggerimenti e
proposte per adattarlo alle esi-
genze prospettate delle imprese
ed ai sistemi gestionali presenti
presso le aziende. Questo non
vuol dire che tutti i possessori
dei dispositivi USB potranno
utilizzare la versione demo del
sistema, ma solo un gruppo di
operatori (non si sa sulla base
di quali criteri saranno scelti),
potr partecipare al test. Ancora
una volta il percorso del SITRI si
dimostrato accidentato, a cau-
sa di una metodologia di lavoro
poco effciente. Le modifche
normative, effettuate nellarco
di pochi mesi, si sarebbero potu-
te evitare se fosse stato avviato
un costruttivo confronto con gli
operatori economici coinvolti,
prima ancora della nascita uff-
ciale del SISTRI; analogamente
la fase di test avrebbe dovuto es-
sere avviata in fase preliminare.
Amministratore Unico
Apulia System
9
Italia Ambiente Industria
Nuove modifche
alle procedure di Via
E stato trasposto il Dlgs 59/2005 nel Testo Unico Ambientale
IL TUA E STATO OGGETTO DI NUOVA OPERA DI REVISIONE MAGDA mICCOLIs
C
on il Decreto Le-
gislativo 29 giu-
gno 2010 n.128,
pubblicato sulla Gazzetta Uff-
ciale n.186 dell11.08.2010 - S.O.
n.184, sono state apportate, in at-
tuazione dellart. 12 della legge
18 giugno 2009, n. 69, ulteriori
modifche al Decreto Legislativo
3 aprile 2006 n,152, recante nor-
me in materia ambientale.
A distanza di pochi mesi dallen-
trata in vigore del correttivo
adottato con il D.Lgs. n.4/2008
che ha riformulato le disposizio-
ni contenute nelle Parti I, II, III e
IV, il Testo Unico dellAmbiente
stato oggetto di nuova opera di
revisione.
In particolare, il nuovo decreto
apporta integrazioni alle Par-
ti Prima (Disposizioni comuni
e principi generali), Seconda
(Procedure per la valutazione
ambientale strategica - VAS, per
la valutazione dimpatto ambien-
tale - VIA e per lautorizzazione
ambientale integrata - IPPC) e
Quinta (Norme in materia di
tutela dellaria e di riduzione
delle emissioni in atmosfera) del
D.Lgs n. 152 del 2006, in vigore
dal 26 agosto.
Le disposizioni in materia di Va-
lutazione di Impatto Ambienta-
le, quindi, sono state oggetto di
nuova rielaborazione. Anzitutto,
stata trasposta nel corpus del
Testo Unico dellAmbiente la
disciplina dellAutorizzazione
Integrata Ambientale (AIA),
con introduzione del titolo III
bis e la conseguente abrogazione
del D.Lgs. n.59/2005, sono sta-
te, inoltre, apportate numerose
modifche alle disposizioni con-
cernenti gli aspetti procedurali
della VIA.
Le integrazioni introdotte con
la recente novella rispondono,
allevidenza, allintento di su-
perare le criticit emerse nella
prassi applicativa delle proce-
dure di VIA, che a causa della
formulazione non sempre chiara
delle disposizioni di riferimento
oltre che del non sempre armo-
nico coordinamento delle stesse,
ha evidenziato molteplici situa-
zioni di anomalia, che hanno de-
terminato stasi procedimentali,
frequenti situazioni di sovrap-
posizioni e duplicazioni proce-
dimentali rendendo di fatto ino-
peranti i principi cardine ai quali
risultava ancorata la disciplina,
ovvero quelli della semplifca-
zione e dello snellimento delle
procedure e obliterando, nel
contempo, lesigenza di certezza
e celerit dei tempi della stesse.
Si segnala, prioritariamente, la
nuova defnizione di procedi-
mento attribuita alla VIA dal
legislatore, allart.5, in sostitu-
zione della precedente espres-
sione processo, recependo in
tal modo il consolidato orien-
tamento della giurisprudenza e
della dottrina che avevano con-
siderato la VIA un procedimento
amministrativo dotato di propria
autonomia.
Si rileva, inoltre, la introduzio-
ne di una serie di disposizioni
per garantire il coordinamento
delle procedure di VIA e AIA.
Rispetto, infatti, alla precedente
formulazione dellart.10, il testo
attuale defnisce con maggiore
dettaglio le misure atte a con-
sentire leffettivo coordinamento
delle due procedure. La disposi-
zione riformulata stabilisce, in-
vero, che, nellipotesi di progetti
sottoposti a VIA di competenza
regionale e oggetto di applica-
zione della disciplina di AIA,
deve essere disposta lunicit
delle forme di consultazione.
Lespressione utilizzata sembra
eliminare, quindi, ogni residuo
spazio alla discrezionalit di op-
tare per soluzioni alternative.
Si precisa, inoltre, che, nellipo-
tesi di progetti sottoposti a Veri-
fca di assoggettabilit a VIA, la
procedura di AIA potr espleta-
ta solo allesito della procedura
di screening, rimarcando lim-
possibilit di attuare qualsivo-
glia forma di integrazione fra le
due procedure, in coerenza con
la ratio di questultimo istituto,
procedura fltro volta a verifcare
la presenza di impatti da valuta-
re in altra sede.
Si dispone, poi, che la documen-
tazione da produrre per lesple-
tamento delle procedure deve
essere presentata esclusivamen-
te su supporto informatico e che
la pubblicazione degli elaborati
progettuali a mezzo stampa e
sul sito web dellAmministra-
zione procedente costituisce
comunicazione di avvio del pro-
cedimento, in quanto tali adem-
pimenti tengono luogo delle
comunicazioni di cui allarticolo
7 ed ai commi 3 e 4 dellartico-
lo 8 della legge 7 agosto 1990 n.
241codifcando, in tal modo, un
principio affermato da un orien-
tamento giurisprudenziale ormai
consolidato.
Le disposizioni successive disci-
plinano con maggiore puntuali-
t le sequenze procedimentali
delliter amministrativo fssando
con dettaglio tempi e modali-
t di attuazione degli adempi-
menti istruttori, per richieste
di integrazioni documentali ed
acquisizione di pareri inerenti
alla procedura. Lart.26 novel-
lato stabilisce che in ipotesi di
documentazione incompleta e di
conseguente richiesta di integra-
zione, i termini della procedura
si intendono interrotti, mentre la
mancata presentazione delle in-
tegrazioni documentali richieste
costituisce causa di defnizione
della procedura.
Sempre nellottica semplifca-
zione e per assicurare la certezza
dei tempi, il comma 3 bis intro-
dotto allart.25, stabilisce che in
ipotesi di mancata acquisizione
nei termini previsti dei pareri o
in ipotesi di dissenso, lautorit
competente procede con la deci-
sione.
Avvocato
E
una procedura tecnico-
amministrativa per la va-
lutazione sistematica degli ef-
fetti prodotti dalle opere di un
progetto (pubblico o privato)
sullambiente, inteso come siste-
ma complesso di risorse naturali
e umane, nonch delle reciproche
interazioni, al fne di raggiunge-
re un elevato grado di protezione
ambientale. Strumento di buona
gestione amministrativa, assicu-
ra e promuove processi di infor-
mazione e consultazione preven-
tiva tra proponenti, pubbliche
amministrazioni e cittadini.
COSE LA VIA
Una buona gestione
di politica ambientale
10
Italia Ambiente Industria
Una nuova sfda
per salvare il clima
Promuovere la tecnologia e le energie solari
OCCORRE INVESTIRE SULLA RICERCA SCIENTIFICA
Terra e Clima
La strada da percorrere , tuttavia ancora lunga.
Le energie tradizionali, pericolose e destinate a esaurirsi,
costano molto meno di quelle moderne e rinnovabili.
Il cambiamento
climatico
sicuramente
la pi importante
sfda che dovr
affrontare
la nostra
generazione
ANTONIO urICCHIO
I
l cambiamento clima-
tico sicuramente la
pi importante sfda
che dovr affrontare la nostra ge-
nerazione. E noto, infatti, che le
temperature medie sono gi au-
mentate negli ultimi 140 anni di
3/5 gradi e sono previsti ulteriori
incrementi nei prossimi decenni
se non si provveder ad una forte
riduzione delle emissioni di gas
serra sia attraverso un impegno
politico concreto e condiviso
a livello mondiale, supportato
dallinnovazione tecnologica e
dalla ricerca scientifca, sia at-
traverso un graduale mutamento
degli stili di vita. Come eviden-
ziato nel dossier Stand up; uniti
contro la povert e i cambiamen-
ti climatici, curato dalla campa-
gna del millennio, dalla Caritas
Italia, dal wwf e dallUnione per
lo sport per tutti, per fermare il
cambiamento climatico potrebbe
essere suffciente un investimen-
to annuo dell1% del Pil mon-
diale da destinare alla ricerca e
soprattutto al miglioramento dei
processi industriali e alla produ-
zione di energie rinnovabili. Il
rapporto evidenzia, inoltre, gli
effetti dei cambiamenti clima-
tici sulla condizione umana;
laumento delle temperature de-
terminer, tra laltro, una recru-
descenza della malattie infettive
soprattutto nelle aree del Sud
del mondo e quindi della mor-
talit. Siccit e scarsit dacqua
comporteranno la recrudescenza
di un fenomeno ancora limita-
to quello della migrazione dei
profughi ambientali (secondo le
previsioni del rapporto 35 mi-
lioni nei prossimi dieci anni).
Linnalzamento del livello degli
oceani, con aumenti previsti tra
15 e 90 cm, potrebbe dare luogo
a catastrofche conseguenze per
coloro che abitano nel mondo in
prossimit delle zone costiere.
Disastri naturali (alluvioni, ura-
gani, frane, ecc.), il cui numero
gi si quadruplicato nel corso
degli ultimi venti anni, mettono
poi a rischio il 95 % della popo-
lazione mondiale. Le variazioni
di temperatura e precipitazioni
potrebbero causare problemi
di produttivit agricola in alcu-
ne zone del mondo e, a livello
globale, potrebbero causare un
aumento del divario, gi oggi
esistente, tra la produzione agri-
cola tra Paesi sviluppati e Paesi
in via di sviluppo, con evidenti
conseguenze di incremento della
diseguaglianza sociale. Occorre,
quindi, non solo prendere co-
scienza del problema ma soprat-
tutto non indugiare nelladottare
i provvedimenti necessari. Dopo
il protocollo di Kyoto, sottoscrit-
to da pi di 160 paesi (ma non da
Usa e Cina) con il quale stata
prevista la riduzione entro il
2012 delle emissioni di CO2 in
una misura non inferiore al 5%
rispetto a quelle registrate nel
1990 e di un sistema di mecca-
nismi fessibili per lacquisizione
di crediti di emissioni, si profla
ladozione di un documento di
indirizzo che possa preludere
ad un nuovo trattato sul clima.
Eppure non c molto tempo da
perdere; secondo una recente
indagine dellente governativo
britannico Met Offce se conti-
nueremo a immettere nel nostro
pianeta la quantit di CO2 che
abbiamo prodotto negli ultimi
decenni, entro il 2100 avremo un
innalzamento delle temperature
medie globali da 5 a 7 gradi cen-
tigradi. Per lo stesso studio, lin-
nalzamento di soli 4 gradi delle
temperature porterebbe un quin-
to delle specie animali a rischio
di estinzione e 2 miliardi di per-
sone a soffrire la fame oltre a gra-
vi disastri naturali. La maggiore
consapevolezza dellurgenza di
porre rimedio ai mutamenti cli-
matici e ai disastri causati hanno
iniziato a fare breccia anche a li-
vello istituzionale allinterno dei
singoli Stati nonch negli orga-
nismi internazionali. Particolar-
mente impegnati su tale tematica
gli Stati europei: il documento
approvato dal Consiglio ambien-
te dellunione europea sancisce,
infatti, la riduzione del 30% dei
livelli di emissione diCO2 en-
tro il 2020 e laumento del 20%
della produzione di energie rin-
novabili. Eppure, negli Stati
Uniti, la legge voluta da Obama,
che prevede il taglio delle emis-
sioni del 17% (rispetto al 2005)
entro il 2020 e dell83% entro il
2050, approvata alla Camera,
, invece, attualmente ferma in
Senato. Lauspicio che le buo-
ne intenzioni, siano seguite da
programmi concreti, anche volti
a sostenere, anche fnanziaria-
mente, i Paesi in via di sviluppo
nellutilizzo di tecnologie eco-
sostenibili. Fondamentale appa-
re inoltre il ripensamento del
nostro sistema energetico, ridu-
cendo la dipendenza del petrolio
e dal gas (sia in considerazione
della loro quantit comunque li-
mitata sia delle conseguente sul
clima) e puntando su fonti sicu-
re, pulite e rinnovabili vale a dire
su quelle che derivano da produ-
zioni non fossili (eolica, solare,
geotermica, del moto ondoso,
maremotrice, idraulica, biomas-
sa, gas di discarica, gas residua-
ti dai processi di depurazione
e biogas). In questa direzione,
sembrano muoversi le istituzio-
ni comunitarie con il Pacchetto
clima-energia attraverso il qua-
le vengono fssate per il 2020
tre obbiettivi; una riduzione del
20% delle emissioni di CO2; un
incremento delleffcienza ener-
getica del 20% e un aumento al
20% della quota di energia pro-
dotta da fonti rinnovabili (cd.
20-20-20). La strada da percor-
rere , tuttavia, ancora lunga. Le
energie tradizionali, pericolose
e destinate ad esaurirsi, costa-
no ancora molto meno di quelle
moderne e rinnovabili. Occorre
quindi che il legislatore intro-
duca maggiori incentivi fscali
per la produzione di queste ul-
time, programmando interventi
che stimolino maggiormente in-
vestitori e consumatori e sosten-
gano ricerca scientifca e innova-
zione tecnologica.
Preside
II Facolt di Giurisprudenza
Universit di Bari
Sede di Taranto
I disastri naturali,
il cui numero
si quadruplicato
nel corso
di decenni,
mettono a rischio
il 95% del mondo
11
Italia Ambiente Industria
Valorizzare i rifuti
con lultramacinazione
Interessanti i risultati portati avanti dal Politecnico di Bari
NUOVA RICERCA SULLA TECNOLOGIA MECCANOCHIMICA
GIANLUCA INtINI
U
no dei principi su
cui si basa la tec-
nologia meccano-
chimica quello dellattivazione
di reazioni chimiche allo stato
solido (tutti i reagenti coinvolti si
trovano in fase solida) attraverso
la macinazione ad alta energia.
La tecnologia meccanochimica
nasce dallesperienza maturata
negli ultimi ventanni sulla pre-
parazione di nuovi materiali e
sui trattamenti non tradizionali
di metalli, volti allottenimento
di leghe e di materiali ceramici
ad elevatissima resistenza sen-
za utilizzo di energia termica
bens di energia meccanica tra-
sferita alla materia attraverso
un normale mulino che esercita
una comminuzione, cio una
progressiva riduzione dimen-
sionale del materiale. I processi
che hanno luogo durante lultra-
macinazione di solidi sono com-
minuzione di particelle di picco-
lissime dimensioni; formazione
di nuove superfci non alterate;
formazione di dislocazioni e di-
fetti puntuali nelle strutture cri-
stalline; trasformazioni di fase
in materiali poliformi; reazio-
ni chimiche: decomposizione,
scambio ionico, ossidazione-
riduzione, etc. In particolare,
lenergia meccanica trasferita ai
sistemi solidi viene convertita in
parte in calore ed in parte utiliz-
zata per provocare fratture, com-
pressioni e slittamenti a livello
macro-meso e microscopico,
che si rifettono sulla struttura
cristallina dei solidi. Idealmen-
te il fenomeno meccanochimico
avviene su un solido secondo
una sequenza di eventi: induzio-
ne delle deformazioni plastiche:
la superfcie del materiale passa
dallo stato elastico allo stato
plastico; aumento dello stress
interno: il reticolo delle strutture
cristalline si deforma in modo
permanente; in alcuni punti ven-
gono espulse molecole o ioni
(ad as. OH, CO2, etc.); nel caso
delle molecole polimeriche alcu-
ni legami vengono rotti, per dar
luogo a molecole pi semplici;
frattura: divisione del granulo
nei punti di debolezza, destrut-
turazione dei polimeri. Questi
eventi portano alla formazione
di nuove superfci, non alterate.
I granuli prodotti dalla prima
fratturazione saranno a loro vol-
ta interessati dagli stessi feno-
meni ma con velocit superiore
a causa della loro ridotta dimen-
sione e della maggiore superf-
cie specifca totale. Si avranno
quindi nuove reazioni chimiche
e ulteriori cambiamenti a livello
strutturale. Interessanti appa-
iono i risultati delle attivit di
ricerca portate avanti in questi
anni dal DIASS Politecnico
di Bari sulle applicazioni della
meccanochimica nel campo dei
rifuti e dei siti contaminati. In
particolare sono da segnalare
i risultati della valorizzazione
mediante attivazione meccanica
di Combustibili Solidi Secondari
in collaborazione con la Dalena
Ecologia S.r.l. e prodotti a par-
tire da rifuti con aumenti con-
siderevoli del potere calorifco,
abbattimento delle percentuali
di umidit relativa e riduzione
delle ceneri prodotte a seguito
di processi di combustione con
successiva riduzione dei costi di
smaltimento delle ceneri stesse.
Inoltre interessanti risultati si
sono ottenuti nella valorizzazio-
ne delle ceneri da combustione
carbone da utilizzarsi come ad-
ditivi di qualit nellindustria del
cemento. Per quanto riguarda la
detossifcazione dei terreni con-
taminati da PCB, sono state con-
dotte prove di trattamento con
laggiunta di varie percentuali di
reagenti quali NaBH4 e LiBH4.
I risultati ottenuti hanno dimo-
strato che, a fne trattamento, la
concentrazione di PCB risulta al
di sotto dei limiti normativi. Sul
trattamento meccanochimico di
terreni contaminati da idrocar-
buri, si dimostrato che idro-
carburi complessi come bifenile,
naftalene, antracene e fenantra-
cene possono essere demoliti
mediante un attacco meccano-
chimico, con relativa distruzio-
ne delle molecole e riorganiz-
zazione progressiva in strutture
pi semplici fno ad arrivare a
nerofumo Infne, per quanto ri-
guarda un ulteriore problema dei
siti industraili dismessi, ossia la
presenza di materiale conte-
nente amianto, la macinazione
altamente energetica distrugge
progressivamente la struttura
cristallina dellamianto riducen-
do le fbre, in una prima fase, e
rendendole amorfe allaumenta-
re del tempo di trattamento.
Ingegnere
Politecnico di Bari - DIASS
12
Italia Ambiente Industria
Gli effetti della sentenza
della Corte Costituzionale
Dichiarata illegittima la legge regionale Puglia n31/2008
ANCORA DUBBI INTERPRETATIVI SUGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI GIORGIA bArbIErI
C
on sentenza n.
119 del 26 mar-
zo 2010 la Corte
Costituzionale ha dichiarato
lillegittimit dellart. 2, commi
1, 2 e 3 e dellart. 3, commi 1 e
2 della legge regionale Puglia
n. 31/2008, che disciplina lin-
sediamento degli impianti foto-
voltaici sul territorio regionale e
la sottoposizione dei medesimi
al regime della disciplina della
denuncia di inizio attivit (cd.
DIA) per gli impianti con poten-
za nominale fno ad 1 MW. La
decisione della Consulta reca
una impostazione di carattere
generale volta a calmierare le
velleit interpretative di diverse
regioni in materia di procedure
autorizzative semplifcate: basti
pensare alla disciplina sul punto
approntata da Molise e Sicilia.
La questione pi spinosa solle-
vata dalla sentenza in oggetto
riguarda senza dubbio gli effetti
sulla realizzazione di impianti
fno ad 1 MW proposti ed auto-
rizzati in regime di DIA. In par-
ticolare si tratta di valutare se
gli impianti fotovoltaici in fase
di realizzazione o gi realizzati
siano legittimi ovvero realiz-
zati o realizzandi in base ad un
titolo legittimo - o se viceversa
siano soggetti a provvedimenti
di annullamento in sede giudi-
ziale o amministrativa. Parten-
do dallassunto che le pronunce
di incostituzionalit esplicano
i propri effetti retroattivi con
esclusivo riferimento ai rappor-
ti giuridici non ancora esauriti,
non v ombra di dubbio che non
siano travolti dalla declaratoria
quegli impianti gi assentiti e in
esercizio, in quanto tali fattispe-
cie confgurano delle situazioni
giuridiche che non sono travol-
te dagli effetti di una pronuncia
di incostituzionalit (cd. diritti
acquisiti). Diversa sorte hanno
gli impianti per i quali sia stata
presentata la DIA ma per i quali
non si sia ancora perfezionato il
silenzio assenso, nei confron-
ti dei quali la sentenza spiega
i suoi effetti caducatori e, per i
quali, sar necessario attivare il
procedimento di autorizzazio-
ne unica del d. lgs. 387/2003.
Maggiori dubbi interpretativi
e problemi investe la questione
degli impianti per i quali siano
gi decorsi i 30 giorni dalla data
di presentazione della denuncia
di inizio attivit ma per i quali
non siano ancora ultimati i lavo-
ri di costruzione dellimpianto
stesso. Anche in tal caso non v
dubbio che la procedura abilita-
tiva si sia positivamente conclu-
sa ma, in presenza di erigende
opere per le quali non siano an-
cora terminati i lavori, la PA pu
legittimamente esercitare il po-
tere di annullamento o di revoca
ai sensi della 241/90 dei singoli
atti, ovvero inibire lattivit edi-
lizia in itinere e rimuoverne gli
effetti in via di autotutela. Tale
provvedimento di secondo gra-
do potr disporre lannullamen-
to della DIA nel caso in cui non
si siano realizzati quegli effetti
defnitivi in conseguenza della
temporanea vigenza della nor-
ma dichiarata incostituzionale.
Insomma, il diffcile e delicato
equilibrio dellattivit inibitoria
per la realizzazione di detti im-
pianti grava ora sulle ammini-
strazioni comunali, le cui valuta-
zioni discrezionali nellesercizio
del potere di autotutela andran-
no effettuate nel rispetto delle
DIA perfezionatesi prima della
pronuncia della Consulta e nella
valutazione delle situazioni giu-
ridiche consolidatesi per effetto
del medesimo titolo abilitativo.
Avvocato
Conto energia: Nuove linee guida
Saglia: Una spinta decisiva alla strategia di sviluppo delle fonti rinnovabili
APPROVATI DALLA CONFERENZA STATO-REGIONI-ENTI LOCALI NUOVI PROVVEDIMENTI
A
pprovati dalla
Conferenza Sta-
to-Regioni-Enti
Locali il Conto Energia e le Li-
nee Guida amministrative per
le fonti rinnovabili. Entrambi i
provvedimenti sono stati predi-
sposti dal Ministero dello Svi-
luppo Economico di concerto
con il Ministero dellAmbiente.
Il Conto Energia e le Linee
Guida - spiega lOn. Stefano
Saglia, Sottosegretario al Mi-
nistero dello Sviluppo Econo-
mico con delega allEnergia
- attesi da tempo dagli ope-
ratori del settore, danno una
spinta decisiva alla strategia
di sviluppo delle fonti rinno-
vabili delineata dal Governo.
Favoriscono linnovazione in
un settore fondamentale per la
ripresa e la competitivit del
Paese e consentono, inoltre,
larmonizzazione e la semplif-
cazione delle procedure nazio-
nali e regionali. Il nuovo Con-
to energia per lenergia elettrica
prodotta da impianti fotovoltai-
ci a partire dal 2011 opera una
riduzione degli incentivi che
si traduce in un vantaggio per
il consumatore. Infatti, grazie
al contenimento degli oneri di
sistema, questi non andranno a
gravare pi sul conto fnale del-
la bolletta elettrica. Il decreto
riconosce sullenergia prodotta
una tariffa incentivante fssa e
garantita per 20 anni a parti-
re da quando limpianto entra
in esercizio a cui pu accede-
re chiunque (persone fsiche,
giuridiche, soggetti pubblici,
condomini). Il provvedimento
offre ampio spazio allinnova-
zione tecnologica, con partico-
lare attenzione al fotovoltaico
a concentrazione, alle installa-
zioni con sistemi di accumulo
e a quelle ad alta integrazione
architettonica. Lobiettivo, dun-
que, orientare verso una mag-
giore effcienza complessiva.
L
a Direzione Genera-
le energia nucleare,
energie rinnovabili e ef-
fcienza energetica, del
Dipartimento Energia del
Ministero dello Sviluppo
Economico, ha inviato alla
Commissione Europea di
Bruxelles il Piano di Azio-
ne Nazionale per le energie
rinnovabili. Il Piano stato
redatto in attuazione della
nuova direttiva (2009/28/
CE) ed in conformit allo
schema predisposto in sede
europea.
A Bruxelles
il piano Pan
Il provvedimento
offre ampio spazio
allinnovazione
tecnologica,
al fotovoltaico
e alleffcenza
energetica
13
Italia Ambiente Industria
Energie rinnovabili:
Confronto tra giudici
E aumentato il contenzioso amministrativo sulla materia
LUTILIZZO DELLE FONTI ALTERNATIVE E DI PUBBLICA UTILITA
consente limposizione di servit
coattive in favore di soggetti pri-
vati che svolgono, anche in base
alla legge, servizi di interesse
pubblico nei settori dei trasporti,
delle telecomunicazioni, acqua,
energia; b) nellarticolo 1, com-
ma 4, della L. n. 10 del 9/01/91
ROSSANA bALICE
S
i notevolmente
incrementato negli
ultimi tempi il con-
tenzioso dinanzi al giudice am-
ministrativo avente ad oggetto la
materia delle energie rinnovabili,
stante che lutilizzazione di tali
fonti considerata di pubblico
interesse e di pubblica utilit. Tra
le questioni balzate agli onori di
tale tipo di cronaca vi era stata
sicuramente la sentenza del Tar
Puglia n. 2459/08, che aveva so-
stenuto limpossibilit di costitu-
ire coattivamente una servit di
sorvolo del fondo altrui a mezzo
delle pale di un aerogeneratore,
in quanto non prevista tra le ipo-
tesi di legge e perci contraria al
principio della tipicit delle ser-
vit.
Il Consiglio di Stato, invece,
ribaltava completamente quel-
la statuizione, con sentenza n.
3723/09, per cui non vi pi al-
cun dubbio che una servit co-
attiva di passaggio possa essere
costituita per realizzare un im-
pianto di produzione di energia
elettrica da fonte rinnovabile.
Le norme di settore che giustif-
cano il regime speciale si rinven-
gono: a) nellarticolo 43, comma
6 bis, del DPR n. 327/2001 che
che dispone lutilizzazione delle
fonti di energia di cui al comma
3 (tra le quali vi il vento)
considerata di pubblico interesse
e di pubblica utilit e le opere re-
lative sono equiparate alle opere
dichiarate indifferibili e urgenti ai
fni dellapplicazione delle leggi
sulle opere pubbliche; c) nellar-
ticolo 12 del D.Lgs. n. 387 del
29/12/03, nel ribadire che le ope-
re in questione sono di pubblica
utilit ed indifferibili ed urgenti
(primo comma), dispone che non
solo la costruzione e lesercizio,
ma anche gli interventi di modi-
fca, potenziamento, rifacimento
totale o parziale e riattivazione,
nonch le opere connesse e le
infrastrutture indispensabili per
la realizzazione degli impianti in
questione sono soggetti ad auto-
rizzazione unica che, nel rispetto
delle norme di tutela ambientale
e paesaggistica, pu variare gli
strumenti urbanistici.
Ma larticolo 1056 del codice
civile secondo cui ogni proprie-
tario tenuto a dare passaggio
per i suoi fondi alle condutture
elettriche in conformit delle
leggi in materia norma decisi-
va a far propendere nel senso
che se non si vuole che in ogni
occasione in cui si presenti una
innovazione tecnologica ido-
nea a consentire la produzione
dellenergia elettrica ed il suo
trasferimento in modo diverso da
quello tradizionale il legislatore
debba intervenire defnendo vol-
ta per volta le modalit di costi-
tuzione ed esercizio della servit
di sorvolo dellarea interessata si
deve coerentemente ammettere
che il potere concesso allauto-
rit amministrativa dalle norme
qui richiamate consente la def-
nizione di contenuti e modalit
proprie per ogni diversa tipologia
di impianto produttivo di energia
da fonte rinnovabile.
Avvocato
SETTORE DI ATTIVITA
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Industria
14
Italia Ambiente Industria
I
n natura un materiale molto comune. La sua resi-
stenza al calore e la sua struttura fbrosa lo rendono
adatto come materiale per indumenti e tessuti da arre-
damento a prova di fuoco, ma la sua ormai accertata
nocivit per la salute ha portato a vietarne luso in mol-
ti Paesi. Le polveri di amianto, respirate, provocano
infatti lasbestosi, nonch, tumori della pleura, ovvero
il mesotelioma pleurico e dei bronchi, ed il carcinoma
polmonare. Una fbra di amianto 1300 volte pi sotti-
le di un capello umano.
Le polveri di amianto
provocano lasbestosi
I DANNI PER LA SALUTE
Amianto: C allarme
La Puglia senza un Piano
Tarantini: Ogni istituzione deve fare la sua parte
LEGAMBIENTE SOLLECITA IL PIANO REGIONALE AMIANTO
ANNA MARIA mACCHIA
A
diciotto anni dal-
la legge 257/92
che mise al bando
la fbra killer nel nostro Paese,
solo 13 Regioni, alle quali era
stato dato compito di stabilire
in un programma dettagliato
per il censimento della bonifca
e lo smaltimento dei materiali
contaminati, hanno approvato
un Piano Regionale Amianto.
Trentadue milioni di tonnellate
di materiale contenente amianto.
Cinquecento chili per abitante.
Due miliardi e mezzo di metri
quadrati di coperture in eternit.
E 3 mila vittime ogni anno per
malattie asbesto correlate di cui
1200 sono i casi accertati di me-
sotelioma. E questo il quadro
tracciato dallIstituto superiore
per la prevenzione e la sicurezza
del lavoro (Ispesl), sullallarme
amianto.
Legambiente torna a lanciare
lallarme amianto, per lelevata
presenza di materiali contami-
nati in Italia ma soprattutto per
il ritardo con cui si stanno at-
tuando gli interventi di risana-
mento e bonifca delle strutture
contenenti la pericolosa fbra.
Solo 13 regioni hanno approva-
to il Piano Regionale Amianto,
Puglia e Molise non lhanno
ancora fatto e in Abruzzo in
corso di approvazione. In Ita-
lia, ci sono ancora 32 milioni di
tonnellate di amianto. Il quadro
che emerge non confortante ed
purtroppo parziale visto che il
censimento ancora in corso in
gran parte delle Regioni e solo 5
(Basilicata, Lombardia, Molise,
Puglia e Umbria) hanno dati re-
lativi allamianto. E in Italia c
vero allarme. In Puglia manca-
no impianti di smaltimento per
lamianto, sia forni che trasfor-
mano di fatto le fbre in cristalli
che discariche. I siti e le struttu-
re contaminate sono 2.751 per un
totale di 1.140.000 m2 e ad oggi
sono state bonifcate solo il 15%
di quelle censite. Di amianto
ce n molto - spiega Francesco
Tarantini, Presidente di Legam-
biente Puglia e anche in posti
nascosti. Ogni istituzione deve
fare la sua parte. Il Governo
deve garantire una continuit di
risorse economiche per le anali-
si epidemiologiche necessarie a
monitorare gli effetti sanitari del
problema amianto e per nuovi
impianti di smaltimento. Inoltre,
deve completare quanto prima,
attraverso i censimenti regio-
nali, la mappatura nazionale
iniziata nel 2003. Alla Regione
Puglia chiediamo di approvare
fnalmente il Piano Regionale
Amianto e di procedere ad una
capillare mappatura delle strut-
ture interessate per stabilire le
priorit di intervento.
15
Italia Ambiente Industria
Un kit microbiologico per le acque
Il progetto di ricerca promosso dal Cnr Puglia, Regione Puglia e Politecnico di Bari
LIMPEGNO DEI KIT BIOLOGICI SONO UTILIZZATI PER LA DECONTAMINAZIONE
VITO FELICE urICCHIO
L
e condizioni di
vita delle comu-
nit microbiche
nelle matrici ambientali acqua
e suolo, grazie ad un innovativo
progetto dimostrativo, possono
diventare un utilissimo strumen-
to per valutare dinamicamente
lo stato di contaminazione: il
progetto intitolato Application
of microbiological indicators
to support monitoring of pol-
luted sites and to improve en-
vironmental legislation AM-
BITION stato candidato al
LIFE+ Politica e governance
ambientali dal CNRIRSA,
ISPRA, il CRA, lIstituto Supe-
riore della Sanit, il Politecnico
di Bari e l Assessorato Quali-
t dellAmbiente della Regione
Puglia. Infatti, la struttura e le
funzioni delle popolazioni mi-
crobiche che vivono nel suolo
e nelle acque sono strettamente
legate alle caratteristiche sito-
specifche e uneventuale conta-
minazione di un ecosistema si
rifette sulla presenza/assenza
e/o dominanza di gruppi batteri-
ci specifci con particolari carat-
teristiche di resilienza e capacit
di trasformazione/rimozione dei
contaminanti. In tale direzione
il trasferimento delle attivit di
ricerca ad applicazioni concrete
nel settore delle bonifche, mira
a dimostrare come lo stato di
qualit di un sito possa essere
determinato attraverso lutiliz-
zo di indicatori microbiologici
che utilizzano lidentifcazione
(tramite tecniche di ibridazione
in situ in fuorescenza) di specie
ubiquitarie particolarmente sen-
sibili a fenomeni dinquinamen-
to (es. Dehalococcoides spp.),
lisolamento di specie nuove con
particolari caratteristiche, e la
loro identifcazione tramite se-
quenza dellrRNA ribosomiale
e/o la FISH, la descrizione del-
la composizione delle comunit
microbiche tramite il full-cycle
rRNA approach, la determina-
zione delle propriet cataboliche
presenti nella biomassa del suolo,
tramite determinazione di speci-
fche sequenze geniche legate ad
attivit enzimatiche (dealogena-
si, ossidasi, etc.), etc. Limpiego
di kit biologici a basso costo
consente la determinazione ra-
pida dello stato di contamina-
zione delle matrici ambientali
con la possibilit di valutare
anche eventuali effetti sinergici
di pi contaminanti regolamen-
tati e non ed i loro prodotti di
degradazione (metaboliti): de-
terminazione non contemplata
dalla normativa vigente. In tale
direzione lapplicazione di tali
risultati della ricerca scientifca
a situazioni di siti contaminati
presenti in Puglia, potr porta-
re anche alla defnizione di una
proposta di revisione normativa
tesa ad implementare la legisla-
zione ambientale vigente in tema
di identifcazione e pre-caratte-
rizzazione dei siti potenzialmen-
te contaminati.
Infne, occorre sottolineare che
esaminare lo stato di salute dei
microrganismi estremamente
importante anche per valutare
le possibilit di loro impiego
nella realizzazione di attivit
di bonifca con tecniche di bio-
risanamento microbico in situ:
infatti i microrganismi sono tra
i principali responsabili della
capacit di autodepurazione del
suolo e dellecosistema connesso
dalle perturbazioni antropiche
introdotte.
Cnr Puglia
La nuova
ricerca consente
di realizzare
interventi
di bonifica
di siti
contaminati
con costi
pi esigui
ed evitando
contaminazione
Bonifche del suolo
con il biorisanamento
La nuova tecnica poco invasiva e tutela lecosistema
NUOVE RICERCHE DAI PROCESSI NATURALI
VITO FELICE urICCHIO
L
a decontami-
nazione per via
biologica di ma-
trici ambientali, nota come bio-
remediation, rappresenta una
nuova frontiera che trae le sue
origini dallo studio dei processi
naturali di auto depurazione,
spesso ascrivibili allattivit di
consorzi microbici presenti in
natura, la cui effcienza pu
essere massimizzata attraverso
strumenti scientifci, tecnologi-
ci e metodologici, che possono
contrastare gli effetti deleteri
della contaminazione. Infatti,
la presenza di sostanze conta-
minanti nel suolo e nelle acque
innesca fenomeni di degrado
che si rifettono anche sulla
biocenosi del biotopo contami-
nato, inducendo modifche che
interessano il livello di popo-
lazione microbica (variazioni
di struttura, di catena trofca,
di biomassa) fno a variazioni
comportamentali e morfologi-
che a carico di singoli indivi-
dui. Semplifcando la descrizio-
ne del fenomeno, basti pensare
che un solo grammo di suolo
in buone condizioni contiene
circa 600 milioni di batteri con
15.000-20.000 specie diverse,
mentre in un grammo di suolo
contaminato i batteri si riduco-
no a circa 1 milione con 5.000-
8.000 specie diverse.Elemento
essenziale nella progettazione
di un intervento di bonifca con
le metodologie del biorisana-
mento rappresentato dallo
studio di microcosmo che, at-
traverso attivit di laboratorio
consente di ottenere puntuali
informazioni sulla reattivit
biologica di un suolo o di una
falda contaminata, esploran-
do le possibilit di utilizzare
popolazioni microbiche native
autoctone per la decontamina-
zione e/o tecnologie in grado di
accelerare i processi di bonifca
senza generare sostanze inter-
medie potenzialmente tossiche.
Eseguite le opportune verifche
preliminari, innanzi menziona-
te, il biorisanamento pu diven-
tare uneffcace soluzione che
consente di realizzare interven-
ti di bonifca di siti contaminati
con costi spesso notevolmente
pi esigui, evitando di trasferire
la contaminazione in altre fasi
e/o in altri luoghi (di fatto non
si produce rifuto secondario da
trattare on-site od off-site), an-
nullando anche i potenziali ri-
schi relativi allesposizione dei
lavoratori. Le attivit di ricerca
ed in particolare il progresso
dei metodi di biologia mole-
colare, ha portato ad accertare
lapplicabilit di tali tecniche di
intervento ad un ampio spettro
di contaminanti, intervenendo
anche sulla mobilit di alcu-
ne sostanze tossiche e consen-
tendo la defnizione delle stra-
tegie per migliorare le tecniche
di biorisanamento stimando
le conseguenze, i benefci ed i
rischi. In tale direzione, occor-
re considerare che le tecniche
di biorisanamento opportuna-
mente programmate, possono
essere utilizzate in maniera
integrata con altri sistemi di
bonifca, modulando interventi
che possano associare caratteri-
stiche di effcienza economica a
quelle delleffcacia della rimo-
zione. In aggiunta lintervento
di biorisanamento ha il pregio
di essere poco invasivo nei con-
fronti di ecosistemi che hanno
gi subito signifcative altera-
zioni. La ricerca scientifca ne-
gli ultimi anni stata orientata
allimplementazione di soluzio-
ni che hanno consentito il supe-
ramento di una serie di criticit
che nel passato hanno costituito
il vero ostacolo alla diffusione
di tali tecnologie, quali i lunghi
tempi di attivazione, la bassa
permeabilit, lelevata eteroge-
neit del suolo, condizioni geo-
chimiche inibenti.

Cnr Puglia
16
Italia Ambiente Industria
S
i costituito presso il Ministero dellAmbiente il Gruppo
Mob, Gruppo per la Comunicazione della Mobilit soste-
nibile. Il Gruppo nato con lobiettivo di sostenere con idee,
iniziative e supporti scientifci lattivit di comunicazione del
Ministero dellAmbiente nellambito delle attivit della diffu-
sione della cultura della mobilit sostenibile. Il gruppo aperto
alla partecipazione di tutti i soggetti che hanno conoscenze,
tecniche, scientifche e professionali in grado di fornire ade-
guati contributi alla diffusione della cultura della mobilit so-
stenibile. (a.m.m.)
Costituito il Gruppo Mob
MINISTERO DELLAMBIENTE
L
a Regione Puglia e il WWWF Puglia, hanno attivato il
numero verde contro i reati ambientali. Unica regione
italiana ad essersi dotata di questo servizio, chiamando il n.
800.085898, i cittadini attiveranno lintervento delle guardie
giurate volontarie del WWF ed il coordinamento del Gruppo
Interforze con gli organi di Polizia. Particolare attenzione sar
posta, ad esempio, nella lotta alle attivit dei reati ambientali e
alla individuazione di discariche abusive, di amianto sgretola-
to, di fusti dolio, di rifuti speciali, di trasporto di rifuti senza
autorizzazione. (a.m.m.)
Numero verde per i reati
REGIONE PUGLIA E WWF
Lutilizzo del Cdr
nel ciclo del cemento
Nei paesi europei il recupero enegetico di routine
I RIFIUTI VALORIZZATI NEI CEMENTIFICI COME RISORSA
DANIELE GIZZI
I
l comparto cemen-
to pu entrare in un
ciclo virtuoso di ge-
stione dei rifuti. Lutilizzo di
materiali e combustibili alter-
nativi nel ciclo produttivo del
cemento infatti una grande
opportunit, che consente di ri-
sparmiare preziose risorse natu-
rali, di avere un minore impatto
sullambiente, di generare un
indotto signifcativo sul territo-
rio, di costituire un vantaggio
economico per le cementerie
che possono ridurre i costi di
approvvigionamento di energia
e i costi legati allattuazione del
protocollo di Kyoto. Nel 2008
280.000 tonnellate di combusti-
bile da rifuti (CDR, pneumatici
ed altre gomme non pi recu-
perabili, ecc.) hanno sostituito
220.000 tonnellate di combu-
stibili fossili, generando una ri-
duzione delle emissioni di CO2
del settore cemento di 320.000
tonnellate. Solo il 6% dellener-
gia termica necessaria per la
produzione del cemento in Italia
derivata da combustibili al-
ternativi che, grazie al maggior
contenuto di biomassa e al minor
contenuto di carbonio rispetto ai
combustibili fossili, hanno con-
sentito una diminuzione del 3%
sul totale delle emissioni di CO2
del settore. Gli impianti italiani
possono fare molto di pi: a pa-
rit di cemento prodotto si pu
arrivare subito ad una sostitu-
zione calorica del 20%, cui cor-
risponde il risparmio di 800.000
tonnellate di combustibili fossili
e di 1.000.000 tonnellate di CO2
(10% delle emissioni del settore).
In breve tempo possibile rag-
giungere il 50% di sostituzione
calorica, ottenendo un rispar-
mio di 2.000.000 tonnellate di
combustibili fossili e una dimi-
nuzione delle emissioni di CO2
di 2.700.000 tonnellate lanno,
pari al 25% del comparto. Rag-
giungere il 50 % di sostituzione
calorica un obiettivo assoluta-
mente coerente con lapproccio
con il quale la Commissione EU
si appresta a negoziare con gli
Stati Membri le regole di asse-
gnazione delle quote di CO2 per
il periodo 2013-2020. Proprio in
questi giorni sono in discussione
i livelli di riferimento settoriali
che implicano per il settore del
cemento lutilizzo di un mix di
combustibili con una frazione di
biomassa del 20-30% (la media
Italiana, riferita al 6 % di sosti-
tuzione calorica pari oggi al 1,8
% !!). I rifuti e i residui che pos-
sono essere utilizzati in cemen-
teria provengono dalla raccolta
differenziata domestica, dalla
depurazione delle acque fogna-
rie, dalle industrie meccaniche,
metallurgiche, siderurgiche,
dalle raffnerie, dalle centrali
termoelettriche, dalle costruzio-
ni e perfno dagli inceneritori
di rifuti. Tutti questi rifuti per
essere utilizzati nei forni da ce-
mento devono rispondere ad al-
cune caratteristiche: ad esempio,
quelli di provenienza domestica
devono essere compatibili con
il processo di produzione (es.
bassa umidit) e con la qualit
del prodotto fnale (basso con-
tenuto di cloro). In altre parole,
devono provenire da fonti certe
e devono essere di qualit nota
e costante (tracciabilit dei rifu-
ti). Queste precauzioni servono
a garantire la qualit del prodot-
to cemento e il rispetto dellam-
biente. Si tratta sempre di rifuti
giunti a fne vita. Se non utiliz-
zati nelle cementerie, o in altri
impianti industriali esistenti,
sono destinati alle discariche,
allincenerimento, o addirittura
al traffco illegale. Nei paesi pi
industrializzati del mondo il re-
cupero energetico da rifuti nelle
cementerie una pratica diffu-
sa. Come si vede nella tabella
seguente le cementerie italiane
recuperano quantit molto pi
basse dei competitor di settore.
Il nostro Paese nel 2008 stato
il primo produttore di cemento
in Europa, seguito dalla Spa-
gna. In Germania, dove il tasso
di sostituzione calorica pari al
50 %, si produce circa un terzo
in meno del cemento prodotto
in Italia. Le ragioni del mino-
re utilizzo dei rifuti nei forni
da cemento italiani sono legate
alla tempistica per il rilascio
delle autorizzazioni (oggi solo
il 60 % degli impianti soggetti
alla direttiva IPPC ha ottenuto
lAutorizzazione Integrata Am-
bientale) e allopposizione delle
comunit locali, spesso infor-
mate in modo superfciale e a
volte in modo non corretto. La
semplifcazione delle procedure
e la defnizione di tempi certi
per il rilascio delle autorizza-
zioni possono portare ad un in-
cremento nellutilizzo dei com-
bustibili alternativi e di materie
prime secondarie, a signifcativi
benefci ambientali e al recupe-
ro di competitivit dellindustria
italiana del cemento.
Aitec
Associazione Italiana
Tecnico Economico Cemento
www.aitec-ambiente.org
www.aitecweb.com
17
Italia Ambiente Industria
L
Assessore alla Qua-
lit della Vita della
Regione Puglia, Lorenzo
Nicastro, promuove nuovi
impulsi sullAccordo di
Programma per la Tutela
Ambientale. Alla base dei
nuovi obiettivi il coinvol-
gimento diretto delle isti-
tuzioni locali, la gestione
integrata delle banche dati della Regione Puglia, il pi ampio
ricorso alla collaborazione dei cittadini e dei nuovi sistemi
legati allimpiego di tecnologie satellitari. Dunque, Nicastro,
mira ad un maggior coinvolgimento della legalit.
LINIZIATIVA
Lobiettivo di contribuire a creare
una comune sensibilit ambientale
in linea con gli orientamenti dellUE
REGIONE PUGLIA
Cabina di regia sui reati ambientali
Libera il Campo
dai rifuti agricoli
Nigro: Vogliamo sensibilizzare e aiutare lambiente
INIZIATIVA DI COLDIRETTI E PROVINCIA DI BARI
ANNA MARIA mACCHIA
A
partire da un
protocollo a van-
taggio degli agri-
coltori che riguarda le principali
criticit nellintera fliera dei ri-
futi agricoli, Libera il Campo
ha creato il suo obiettivo: contri-
buire a creare una comune sen-
sibilit ambientale in linea con
gli orientamenti della Comu-
nit Europea. Il workshop Il
buongoverno dei rifuti plastici
in agricoltura ha avuto luogo a
Bari ed solo il primo di una se-
rie di incontri fnalizzati al dia-
logo tra enti pubblici e soggetti
privati. Sono intervenuti Luigi
Nigro, della Coldiretti di Bari,
Vito Brugnola, Responsabile
Area Puglia di Ifoa e Francesco
Tarantini, Presidente di Le-
gambiente Puglia per presentare
nel dettaglio il progetto Libera
il campo, un valore aggiunto al
Protocollo di Intesa per la ge-
stione dei rifuti agricoli che, lo
ricordiamo, stato frmato nel
febbraio 2009 dalla Provincia
Il progetto
ha lobiettivo
di contribuire
a creare
una sensibilit
ambientale
in linea
con le norme
europee
di Bari, con le rappresentanze
provinciali di Confederazione
Italiana Agricoltori (CIA), Col-
diretti, Confagricoltura, Con-
fcooperative, Lega delle Coope-
rative ed i Consorzi Obbligatori
per il riciclaggio e smaltimento
Polieco, COOU e COBAT, ma
pochi sono gli agricoltori che
hanno aderito per mancanza di
informazione. I seminari for-
mativi sulla semplifcazione
del Protocollo, i laboratori di
aggiornamento, i workshop che
coinvolgono comuni e associa-
zioni di categoria, gli audit per
lassistenza tecnica presso le im-
prese agricole, ma soprattutto i
concorsi a premi destinati agli
imprenditori agricoli costitui-
scono degli input per migliora-
re le aziende agricole, incenti-
vando il rispetto dellambiente
e la qualit dei servizi, come
plus-valore per vincere la sf-
da del mercato e sbaragliare i
competitors. Libera il Campo
ambisce a raggiungere il pi alto
numero di adesioni al Protocollo
attraverso la partecipazione di
Coldiretti Puglia. Con questo
progetto spiega Luigi Nigro,
Coldiretti di Bari - vogliamo
da un lato incidere sulla scarsa
informazione degli operatori
agricoli in materia di gestione
dei rifuti e allaltro sulla scarsa
presenza sul nostro territorio di
aziende o consorzi atti alla ge-
stione dei rifuti agricoli speciali
che provoca disastri territoriali,
spazi di manovra alle ecomafe
e alti costi per i produttori per
smaltire i rifuti. La Coldiretti
chiede prodotti sani in ambienti
altrettanto sani, in quanto non
c agricoltura senza territorio,
ma non c territorio senza agri-
coltura.
Saranno avviati seminari formativi,
laboratori di aggiornamento e workshop
che coinvolgono le associazioni
18
Italia Ambiente Industria
ANNA MARIA mACCHIA
U
na delle carte
vincenti della
prossima edizio-
ne di Ecomondo, 14a fera inter-
nazionale del recupero di mate-
ria ed energia e dello sviluppo
sostenibile, la gran mole di sa-
peri diffusa nelle giornate della
manifestazione. Il calendario
dei seminari, messo a punto da
un comitato scientifco compo-
sto dai pi autorevoli esponenti
del mondo dellambiente, pre-
sieduto dal Prof. Luciano Mor-
selli. Per grandi titoli spiega
Morselli - declineremo il tema
dellambiente come motore del-
la green economy: le innova-
zioni tecnologiche e le ricerche
industriali verso la sostenibilit
dei prodotti, processi e sistemi
di gestione; i nuovi modelli di
sviluppo sociali e la formazione
per professioni sempre pi in-
tersettoriali. Le recenti criticit
ambientali, siano esse a carat-
tere naturale che di natura an-
tropica, si aggiungono a quelle
delle crisi climatico-ecologica
e fnanziaria-economica di in-
teresse ai settori produttivi, so-
Ecomondo genera bussines
a favore della sostenibilit
Morselli: Affronteremo i temi della green economy e delle tecnologie
DAL 3 AL 6 NOVEMBRE A RIMINI FIERA RITORNA LEVENTO INTERNAZIONALE
Al centro
dei dibattiti,
leffcenza
energetica,
la rivoluzione
low-carbon
delle citt
ciali ed anche culturali. Le so-
luzioni passano attraverso una
economia sobria e consapevole,
con strategie effcaci per uno
sviluppo di Sostenibilit e di
Eco-effcienza con un disegno
ecologico del tutto innovativo
dei processi, prodotti e sistemi
dedicati al mondo produttivo e
dei servizi che prendono origi-
ne dal pensiero flosofco del-
la cultura della responsabilit
per trovare applicazione nelle
strategie dettate dagli econo-
misti. Al centro dei dibattiti,
quindi, la conversione allef-
fcienza da parte della grande
industria, la rivoluzione low
carbon nelle citt, il tema che
tiene insieme ecologia e proftti,
la tendenza a zero-emission, la
diffusione di prodotti verdi e i
progetti per trarre energia dai
residui, lIndustrial Symbiosis
e le Aree Produttive Ecologica-
mente Attrezzate. Raggiunta
una leadership europea - spie-
ga Alessandra Astolf, project
manager di Ecomondo - abbia-
mo deciso di aggiungere alla
formula espositiva tradizionale
un plus in termini di progetti e
di relazioni made in Ecomondo.
Stiamo promuovendo ed orga-
nizzando eventi nellarco tem-
porale che da qui ci porter alla
fera. Inoltre, abbiamo avviato
una forte interazione coi sog-
getti protagonisti della mani-
festazione attraverso strumenti
online, compresa lapertura
totale ai contenuti scientifci di
Ecomondo. Crediamo, infatti,
sia questa la nuova sfda di una
manifestazione che ha raggiun-
to il vertice del successo, quella
cio di aggiungere pi valore
alle relazioni.
19
Italia Ambiente Industria
Con le energie rinnovabili
cresce la Green Economy
Ronco: LUnione Europea promuove lo sviluppo ambientale
IN EUROPA CRESCE LA PRODUTTIVITA ELETTRICA DA FONTI SOLARI
S
petta alla Puglia il primato della mag-
gior produzione di elettricit da solare,
seguita da Lombardia, Emilia Romagna e
Piemonte. Ed sempre la Puglia la regione
che lo scorso anno ha maggiormente incre-
mentato la produzione da impianti fotovol-
taici, con 72 gigawattora in pi pari ad oltre
un terzo dellintera crescita (37,3%). Non
solo: nel confronto internazionale la Puglia
batte addirittura il gigante Cina per potenza
di impianti solari installati, 161 mw contro i
160 cinesi. Sulla base dei dati 2009 dellEu-
ropean PhotoVoltaic Industry Association
(Epia), lItalia , infatti, il secondo mercato
al mondo nel fotovoltaico con il 9,9% della
potenza installata nellanno, dietro alla Ger-
mania che da sola rappresenta il 51,6% del
mercato mondiale.
FOTOVOLTAICO
Confronto mondiale
tra Puglia e Cina
GIOVANNI rONCO
I
l settore delle ener-
gie rinnovabili pre-
senta tassi di cre-
scita molto elevati, rilevandosi
il comparto pi attraente della
Green Economy. Nel 2008 in
Europa oltre met della nuo-
va capacit produttiva elettri-
ca stata da fonti rinnovabili
(13600MW su 24000), di cui il
93% le nuove rinnovabili, cio
eolico (8500MW) e fotovoltaico
(4200MW). In Italia, la capacit
delleolico cresciuta del 37%
nel 2008 (1000MW installati e
6TWh prodotti); invece quel-
la del fotovoltaico aumentata
6 volte sullanno precedente
(incremento di 258MW). Nel
complesso, il settore delle nuo-
ve rinnovabili ha una capacit
installata di circa 4.000MW, di
cui le societ quotate alla Borsa
Italiana coprono il 45%. Nove di
queste societ hanno come core
business prevalente le energie
rinnovabili e costituiscono la
base di calcolo dellIrex (Ita-
lian Renewable Index). LIrex
di recente sta raggiungendo i
valori massimi, perch lindu-
stria delle rinnovabili acquista
nuovi stimoli dopo la presen-
tazione della bozza del piano
nazionale richiesto dalla UE il
15 giugno scorso. LItalia dovr
raggiungere nel 2020 una quota
complessiva di fonti alternative
sul consumo fnale di energia
elettrica del 28,9%, equivalen-
te a una capacit installata di
45.885MW e a una produzione
lorda di 105,950 GWh. Il piano
conferma il target e ribadisce
limpegno del Governo a favo-
rire la crescita del settore. Un
messaggio contrastante arriva
per dalla recente manovra f-
nanziaria, che abolisce lobbli-
go per il GSE del riacquisto dei
Certifcati Verdi, rischiando di
frenare la crescita del settore e
di compromettere la possibilit
di raggiungere i target del 17%
di energia rinnovabile entro il
2020 (8-10% alla fne del 2009).
Le tecnologie FER (Fonti di
energia rinnovabile) rappre-
sentano un punto cardine della
strategia comune dellEuropa
per lo sviluppo sostenibile, con-
ciliando un positivo impatto
sullambiente ed apportando
miglioramenti alla competiti-
vit industriale. Segnale evi-
dente della forte e accelerata
dinamicit tecnologica del
settore sono: la proliferazione
delle registrazioni dei brevetti
ed unespansione signifcativa
della produzione e delloccu-
pazione nellambito dei sistemi
economici dei maggiori paesi
industriali. Ci ulteriormente
rafforzato dai dati pi recen-
ti sullespansione del mercato
mondiale delle rinnovabili: $
148 miliardi di investimenti
nel 2007, con un incremento di
quasi il 60% rispetto al 2006; il
23% della nuova capacit ener-
getica installata, pari a 10 vol-
te quella nucleare; il 19% del
capitale fnanziario riversato
sul settore rappresentato dalle
imprese. Tali tendenze positive
non sono state minate n dal
trend negativo del prezzo del
petrolio n dalla gravit della
crisi internazionale. LUE con
il 30% del fatturato mondiale
del settore (2,2% del PIL; 3,4
milioni di posti lavoro) diventa
il leader. Tale situazione rap-
presenta linizio di un percorso
piuttosto che un punto darrivo,
visto lespansione della doman-
da. La doppia crescita prevista
entro 2020 richieder soprat-
tutto un sostanziale incremento
degli sforzi dinvestimento fno-
ra profusi, soprattutto quello re-
lativo alla Ricerca e Sviluppo.
Dal 28 gennaio 2004 lUE ha
adottato un piano, che promuo-
ve le tecnologie ambientali, ri-
duce la pressione sulle risorse
naturali e migliora la qualit
della vita, favorendo la cresci-
ta economica. Obiettivo del
programma realizzare tutte
le potenzialit delle tecnologie
ambientali e mobilitare tutti gli
interessati affnch sostengano
questi obbiettivi.
Responsabile Rete
Energy4Life
Giovanni Ronco
20
Italia Ambiente Industria
S
ilvia Paparella, geologa, la re-
sponsabile di progetto RemTech
sin dalla sua nascita, quattro anni fa
e, senza dubbio, la persona pi in-
dicata per evidenziare la natura e le
caratteristiche della manifestazione.
RemTech nato da una scommessa
vinta, ossia lidea che fosse possibile
creare un evento dedicato in maniera
esclusiva alla tematica delle boni-
fche e della riqualifcazione. Negli
anni, non solo abbiamo avuto una
crescita costante (+30%) in termini di
visitatori e di espositori, ma abbiamo
soprattutto creato una comunit di
operatori, aziende, enti pubblici, uni-
versit e centri di ricerca che si dan-
no ogni anno appuntamento a Ferrara
per condividere in maniera interdi-
sciplinare idee, strategie e nuovi svi-
luppi. La forza della manifestazione
inoltre confermata da quelli che io
chiamo spin-off, ossia eventi paral-
leli e sezioni speciali, nati in seno a
RemTech, che stanno acquisendo una
propria identit. Penso a GeoTher-
mExpo, il Salone sullEnergia Geo-
termica, di cui presentiamo questan-
no la seconda edizione, e a Coast
Expo 2010, il primo Salone sulla Tu-
tela della Costa e del Mare. Questan-
no - conclude Paparella - proponiamo
una sessione congressuale rivolta alla
ripresa economica, alla normativa,
alle innovazioni tecnologiche ed a
tematiche trasversali. Di particolare
rilievo sono i percorsi congressuali
a tema legati ai quei settori di parti-
colare interesse per i nostri operatori.
Sto parlando del settore immobilia-
re, del settore industriale - ospitere-
mo anche una tappa del Safety Tour
(Confndustria) - e del settore pubbli-
co con il Forum della Pubblica Am-
ministrazione. (a.m.m.)
A REMTECH 2010 E PREVISTA UNAFFLUENZA PIU DEL 30%
Abbiamo creato una comunit di aziende
per condividere progetti e nuove strategie di ricerca
D
al 21 al 23 set-
tembre 2010 si
terr a Ferrara un
importante appuntamento per
il settore ambientale. Il Centro
feristico di Ferrara ospita per
la quarta volta RemTech Expo
2010, il Salone sulle Bonifche
dei Siti Contaminati e sulla Ri-
qualifcazione del Territorio.
LExpo promosso da Ferrara
Fiere Congressi, gruppo Bolo-
gna Fiere, che negli ultimi anni
si sta caratterizzando sempre
pi per manifestazioni di alto
livello nel settore della conser-
vazione ambientale. RemTech
rappresenta una comunit che
ogni anno si ritrova per condivi-
dere tematiche, strategie, nuove
conoscenze sul tema delle boni-
fche e della riqualifcazione del
territorio, spiega Nicola Zanar-
di, Presidente di Ferrara Fiere.
Da questo punto di vista, la spe-
cializzazione della manifesta-
zione un fattore importante e il
supporto di un Comitato Scien-
tifco e di indirizzo autorevoli,
dove sono presenti grandi realt
industriali ed associative, istitu-
zioni ed enti pubblici, universit
e centri di ricerca, garantisce
la forte presenza espositiva e
la qualit del programma con-
gressuale. RemTech sponso-
rizzato questanno da una real-
t mondiale come Saipem-eni,
vede i contributi del Consiglio
Nazionale dei Chimici, di Fe-
derchimica, della Camera di
Commercio di Ferrara, e conta
un panel importante di patrocini
tra cui il patrocinio del Mini-
stero dellAmbiente. Il mondo
delle bonifche - aggiunge Sil-
via Paparella, project manager
di RemTech - ha bisogno di una
sostanziale revisione per quanto
riguarda sia lapproccio norma-
tivo che tecnico. Andrebbero,
inoltre, agevolati i percorsi di ri-
sanamento attraverso tecnologie
in situ e promosse le attivit di
riqualifcazione dei siti dismes-
si e degradati che gravano sul
nostro Paese dal punto di vista
economico e sociale. Levento
si presenta con unampia area
espositiva, un ricco programma
congressuale, una signifcativa
dimensione internazionale gra-
zie al contributo della Regione
Emilia-Romagna con la NBA
National Brownfeld Associa-
tion degli USA e del Canada -,
una sessione poster, incontri
tecnici organizzati dalle aziende
espositrici, visite a impianti in-
dustriali. Tra le novit delledi-
zione 2010 Coast Expo 2010, una
sezione speciale dedicata alla
protezione delle coste, promossa
in collaborazione con la Regio-
ne Emilia-Romagna, e il Safety
Tour di Confndustria-INAIL,
dedicato ai temi della sicurezza
e dellambiente e rivolto alla pic-
cola, media e grande impresa.
Infne, il mondo delluniversit
e della ricerca coinvolto an-
che grazie ai Premi di Laurea e
Dottorato RemTech 2010, spon-
sorizzati da ANDIS, Unione Pe-
trolifera, ALA, Assoreca, Con-
siglio Nazionale dei Chimici e
Federambiente. (a.m.m.)
Riecco RemTech Expo 2010
il salone sulle bonifche dei siti
Zanardi: In fiera importanti realt industriali, istituzioni e associazioni
LEXPO E PROMOSSO DA FERRARA FIERE CONGRESSI, GRUPPO BOLOGNA FIERE
Allevento
sono presenti
autorevoli
esperti
accademici,
centri di ricerca
e una forte
presenza
di espositori
pubblici e privati
RemTech
rappresenta
una comunit
che si ritrova
ogni anno
per condividere
tematiche,
strategie
e nuove
conoscenze
21
Italia Ambiente Industria
Intervento innovativo di bonifca
nelle discariche RSU di Manfredonia
Utilizzato per la prima volta il sistema di perforazione direzionata orizzontale HDD
NEI SITI E PREVISTA LA CAPTAZIONE, IL TRATTAMENTO E LA RIMOZIONE DI BIOGAS
ambientali e le esigenze operative
dei due diversi siti e comunque in
congruit con la vigente norma-
tiva di settore, allo scopo di otti-
mizzare al massimo i tempi per
la realizzazione della messa in
sicurezza permanente delle due
discariche, e la gestione delle
risorse economiche necessarie
per lesecuzione degli interventi
previsti, si pensato di formulare
una proposta progettuale alterna-
tiva. La proposta progettuale mira
ad isolare idraulicamente il corpo
delle due discariche con barriere
perimetrali e con interventi di ri-
duzione della permeabilit degli
strati di calcarenite che si trovano
al di sotto del fondo delle discari-
che. Gli interventi verranno con-
dotti operando dalla superfcie,
allesterno del perimetro inqui-
nato, nella confgurazione attuale
senza la necessit di svuotare le
discariche e senza la necessit
che gli interventi interessino il
rifuto accumulato. Questultimo
aspetto rappresenta un indub-
bio vantaggio in termini di
impatto ambientale complessivo
nonch una notevole sempli-
fcazione, in termini gestio-
nali e di tempistiche esecuti-
ve, rispetto alle altre possibili
soluzioni alternative considerate
nelle precedenti fasi progettuali.
Ai fni del confnamento tota-
le del corpo rifuti delle due
discariche, si individuano tre
ambiti principali di intervento:
Cinturazione perimetrale: per
lisolamento laterale del corpo
rifuti dal terreno circostante
prevista lesecuzione una bar-
riera fsica verticale imperme-
abile, nel terreno naturale in
vicinanza al bordo planimetrico
ALESSANDRO rEINA
MAURIzIO CrOCE
L
a Commissione
Europea ha noti-
fcato il parere
motivato emesso nei confronti
della Repubblica Italiana in re-
lazione alla procedura dinfra-
zione 1998/4802 (non corretta
applicazione degli artt. 4 e 8 della
direttiva 75/442/CEE relativa ai
rifuti, come modifcata dalla di-
rettiva 91/156/CEE) per le disca-
riche di rifuti urbani nel Comune
di Manfredonia (Pariti 1 e Conte
di Troia). Nella Conferenza di
servizi istruttoria del 21 aprile
2009, stato redatta una nuova
proposta progettuale, a segui-
to delle richieste formulate dal
Ministero dellAmbiente e della
Tutela del Territorio e del Mare
e dal Commissario Delegato
per lEmergenza Ambientale
nella Regione Puglia (on. Nicola
Vendola), che prevedeva: Alle-
stimento di n. 2 aree di stoccag-
gio opportunamente attrezzate;
Rimozione dei rifuti presenti
nelle due discariche e deposito
nelle aree di stoccaggio; Carat-
terizzazione dei rifuti abbancati
in cumuli nelle due aree di stoc-
caggio; Adeguamento delle due
discariche Conte di Troia e
Pariti RSU mediante imperme-
abilizzazione di fondo, laterale e
capping secondo le norme italia-
ne vigenti (D.M. 36/03); Riabban-
camento dei rifuti caratterizzati
nelle due discariche regolarizzate.
Considerato che la proposta pro-
gettuale si presentava piuttosto
dispendiosa ed ambientalmente
impattante, tenendo in conside-
razione le diverse problematiche
degli accumuli. La barriera sar
continua e chiusa, con uno spes-
sore pari a 80 cm. Con questo
dimensionamento, considerando
i vincoli normativi di cui sopra
ed una tolleranza dello 0.3%
sulla verticalit dello scavo,
si pu considerare uno spessore
minimo garantito del diaframma
di 60 cm . Di conseguenza per
il rispetto della normativa dei
rifuti pericolosi la permeabili-
t da ottenere, intrinseca della
barriera, dovr essere k 1.2 10
-8 cm/sec. Dai riscontri effet-
tuati in sito si evidenziata
la presenza di calcareniti con
resistenza meccanica piuttosto
elevata (15 MPa) sovrastanti
una formazione calcarea con
resistenza circa doppia (UCS
3040 MPa). Per la consisten-
za dei materiali da scavare, la
profondit scavo e lesigenza di
mantenere un elevato controllo
della verticalit risulta neces-
sario limpiego della tecno-
logia denominata idrofresa.
Questa tecnologia permette lese-
cuzione di uno schermo continuo
verticale tramite la combinazio-
ne di elementi primari e secon-
dari la cui continuit assicu-
rata da giunti fresati direttamente
sui bordi dei pannelli primari. La
barriera dovr essere approfondi-
ta fno ad almeno 45 m rispetto
alla profondit locale degli accu-
muli di RSU. Lesecuzione della
barriera prevede lasportazione
del terreno e la sostituzione me-
diante calcestruzzo plastico di
bassissima permeabilit con im-
piego di leganti ed additivi spe-
cifci per queste applicazioni. Im-
permeabilizzazione del fondo:
analogamente alla cinturazione
perimetrale si mira a costituire
uno schermo impermeabile al di
sotto degli accumuli di rifuti e
della fascia di materiale in posto
inquinato. Non essendo applica-
bile una procedura di sostituzio-
ne dei materiali, come per il
perimetro, si opta per un
trattamento impermeabilizzante
dellammasso roccioso in posto
mediante iniezioni di miscele ce-
mentizie e/o silicatiche in grado
di saturare le fessure, discon-
tinuit e vuoti che ne carat-
terizzano lattuale permeabilit.
Lo schermo seguir il proflo
di fondo della discarica man-
tenendosi al di sotto dello stesso
ad una distanza di almeno 2.5/3
metri e si intester entro le bar-
riere perimetrali senza soluzio-
ne di continuit. I trattamenti di
iniezione verranno eseguiti per la
prima volta per questo tipo di in-
tervento di impermeabilizzazio-
ne con tecnica MPSP allinterno
di perfori eseguiti con tecnologie
di perforazione direzionata cur-
vilinea (HDD). Obiettivo prin-
cipale ridurre la permeabilit
secondaria dovuta al sistema di
fatturazione della calcarenite, da
un valore di 60 Unit Lugeon a
un valore dopo il trattamento di 5
UL. Le unit di perforazione
vengono collocate al perime-
tro esterno del deposito rifuti
ad una distanza tale da con-
sentire il sotto- attraversamento
dello stesso, evitando cos di at-
traversare il corpo dei rifuti e del
terreno contaminato sottostante.
Risulta evidente il vantaggio
ambientale di questo approc-
cio rispetto ad una soluzione
tradizionale di trattamento del
fondo realizzato con una miriade
di perforazioni verticali attraver-
so lammasso dei rifuti. Ricoper-
tura superfciale (capping): in
ottemperanza a quanto previsto
dal Dlgs. 13 Gennaio 2003 n. 36,
si proceder, anche attraverso la
realizzazione per lotti successivi
da svilupparsi, ove possibile, in
parallelo alle altre lavorazioni,
alla sistemazione della copertu-
ra fnale (Capping) dei due bacini.
Gli interventi proposti consento-
no di raggiungere in tempi brevi
gli obiettivi progettuali (isola-
mento e riduzione della perme-
abilit): permettono immediate
cantierizzazioni e la possibilit di
operare con pi squadre ed at-
trezzature contemporaneamente
in diversi settori con ampia fes-
sibilit esecutiva tale da garantire
il controllo sui tempi esecutivi
con la possibilit di accelerazioni
o modifche al cronoprogramma.
Il programma dei lavori non ri-
chiede macrofasi temporalmente
in sequenza rigida. Le attivit
preliminari (piste, tracciamenti,
spostamento parziale di rifuti,
corree di guida) e di controllo
dellesecuzione interessano am-
biti locali con tempi esecutivi
molto brevi e possono essere
sviluppate contemporaneamente
allesecuzione dei trattamenti nei
settori via via preparati. Con la
tecnologia proposta per limper-
meabilizzazione del basamento,
le lavorazioni di capping risul-
tano indipendenti e possono
iniziare appena sagomate le
aree di intervento con le cin-
turazioni perimetrali cantierizza-
bili contemporaneamente.
Geologo
Biologo
le azioni,
le tecnologie,
il business
sostenibile
3,6
novembre
2010
Rimini Fiera 14
a
Fiera
Internazionale
del Recupero
di Materia
ed Energia
e dello Sviluppo
Sostenibile
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