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Luca Stasi - Legambiente Onlus
Ester Petronella - IFOA
Realizzazione grafica
GIF idea di Paola Baccigalupi
Indice
Introduzione progetto Libera il Campo...................................................................... 5
Normativa di riferimento................................................................................................. 6
Il SISTRI............................................................................................................................... 8
Classificazione dei rifiuti prodotti in un’azienda agricola................................. 10
speciali non pericolosi
speciali pericolosi
Gestione dei rifiuti.......................................................................................................... 12
speciali non pericolosi
speciali pericolosi
Centri di Conferimento provincia di Bari ............................................................... 16
Deposito temporaneo.................................................................................................... 18
Stoccaggio rifiuti particolari........................................................................................ 19
Trasporto dei rifiuti........................................................................................................25
MUD
Registro di carico e scarico
Sanzioni..............................................................................................................................27
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Il progetto
Libera il Campo è un progetto finanziato dalla Provincia di Bari (Avviso n. BA/8/2009,
P.O. Puglia FSE 2007-2013 - Ob. 1 Convergenza - Asse IV - Capitale Umano, D.D.
n. 262/F.P.F. del 24/12/2009, Cod. progetto POR09VIIIBA23.1) realizzato da IFOA e
Legambiente in partnership con Coldiretti.
Il progetto, della durata di 12 mesi e terminato a luglio 2011, si è svolto sui territori
delle Province di Bari e BAT ed ha avuto come obiettivo la sensibilizzazione di tecnici,
agricoltori e amministratori locali al fine di ridurre in entrata e smaltire correttamente
i rifiuti agricoli, in particolare di materiale plastico, avviandoli ai corretti circuiti di
smaltimento e riciclaggio.
Tre azioni di rilevazione (audit diretto su un campione di 160 aziende agricole,
rilevazione diretta sui centri di raccolta e smaltimento, rilevazione su un campione di
amministrazioni locali) hanno consentito di mettere a fuoco le maggiori criticità che
ostacolano il funzionamento della filiera:
• scarsa diffusione di materiali per pratiche agronomiche a basso impatto ambientale
e più facilmente smaltibili o riciclabili;
• complessità organizzativa e procedurale delle attività a carico degli operatori agricoli;
• scarsa diffusione dei centri di conferimento sul territorio provinciale;
• mancata integrazione di sistema tra i diversi attori operanti nel campo della raccolta
e dello smaltimento dei rifiuti;
• debolezza del sistema dei controlli.
Un aspetto importante dell’analisi ha riguardato le problematiche connesse alla mancata
applicazione del Protocollo di Intesa promosso nel febbraio 2009 dalla Provincia
di Bari insieme alle rappresentanze provinciali di CIA, Coldiretti, Confagricoltura,
Confcooperative, Lega delle Cooperative e i Consorzi Obbligatori Polieco, COOU e COBAT.
La fase centrale del progetto ha visto una efficace e capillare azione di informazione
diretta a tutti gli attori coinvolti nella filiera dei rifiuti agricoli attraverso laboratori
pratici, forum pubblici, convegni e seminari a tema.
Di grande interesse è risultato il confronto con progetti europei che hanno in corso
su questo tema interessanti sperimentazioni.
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Normativa di riferimento
COS’È UN RIFIUTO?
In maniera conforme alla direttiva comunitaria 2008/98/CE, l’articolo 183, comma
1, lettera a) del d.lgs. n.152/06 definisce rifiuto “qualsiasi sostanza od oggetto di
cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi”.
È considerato rifiuto, quindi, in primo luogo, qualsiasi materiale di cui si
abbia l’obbligo di disfarsi, perché la legge, o la natura stessa del bene, lo
impongono.
Costituisce parimenti rifiuto qualsiasi bene oggetto dell’atto o del fatto di disfarsi.
Da ultimo, sulla base della definizione, è rifiuto ciò di cui si abbia “l’intenzione
di disfarsi”. L’imprenditore agricolo, così come ogni produttore di rifiuto, ha la
responsabilità della corretta gestione dei rifiuti prodotti dalla sua attività fino al
loro corretto smaltimento.
In particolare l’art. 193, comma 4, come successivamente modificato, prevede una
deroga all’obbligo di formulario di trasporto nel caso di trasporto di rifiuti speciali
non pericolosi di cui all’art. 184, comma 3, lettera a, effettuato dal produttore
dei rifiuti stessi in modo occasionale e saltuario che non eccedano la quantità di
trenta chilogrammi o 30 litri.
Inoltre l’art. 190 comma 4 prevede che i soggetti la cui produzione annua di
rifiuti non eccede le dieci tonnellate di rifiuti non pericolosi e le due tonnellate di
rifiuti pericolosi possono adempiere all’obbligo della tenuta dei registri di carico
e scarico dei rifiuti anche tramite le organizzazioni di categoria interessate o loro
società di servizi.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato, lo scorso 7 luglio 2011, lo schema di
decreto di recepimento della direttiva comunitaria sui reati ambientali che,
oltre all’introduzione di nuove fattispecie di reato in materia ambientale, ha
espressamente previsto l’esonero della tenuta dei registri di carico e scarico per
le imprese agricole che raccolgono e trasportano i propri rifiuti non pericolosi e
per le imprese che trasportano in conto proprio rifiuti derivanti dalle attività di
demolizione, costruzione e di scavo.
L’entrata in vigore della norma che disponeva l’obbligo di tenuta dei registri
di carico e scarico per i trasporti non professionali di rifiuti non pericolosi era
prevista per settembre prossimo.
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Cos’è il Sistri
Il SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) nasce nel 2009 su iniziativa
del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per permettere
l’informatizzazione dell’intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale.
Il Sistema semplifica le procedure e gli adempimenti riducendo i costi per le imprese e
gestisce in modo innovativo ed efficiente un processo complesso garantendo maggiore
trasparenza, conoscenza e prevenzione dell’illegalità, da un sistema cartaceo basato
sul registro di carico e scarico, sul formulario dei rifiuti e sul MUD, si passa a soluzioni
tecnologiche in grado di monitorare con certezza la movimentazione dei rifiuti.
Il SISTRI costituisce, quindi, strumento ottimale di una nuova strategia volta a
garantire un maggior controllo della movimentazione dei rifiuti speciali (fonte Ministero
dell’Ambiente). Il SISTRI consente di seguire passo dopo passo, attraverso l’ausilio
di un sistema satellitare, il percorso dell’intera filiera dei rifiuti speciali a livello
nazionale, dalla fase produttiva allo smaltimento delle discariche, video sorvegliate
24 ore su 24. Con il decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e
del mare 18 febbraio 2011 n. 52, è stato approvato il Regolamento recante istituzione
del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti.
Il nuovo decreto ha lo scopo di abrogare tutti i precedenti provvedimenti in materia di
SISTRI – che, a partire dal D.M. 17 dicembre 2009, avevano disciplinato a più riprese,
il sistema. Il regolamento, quindi, fatto salvo quanto previsto dal decreto legislativo
152/06 e dal decreto legislativo n. 205/10, rappresenta l’unico riferimento normativo
per la disciplina del SISTRI. Con specifico riferimento alle imprese agricole, l’articolo
39, comma 9 del decreto legislativo n. 205/10 disciplina, transitoriamente, l’esonero
dall’iscrizione al SISTRI per le piccolissime realtà aziendali, disponendo una esenzione,
fino al 31 dicembre 2011, per gli imprenditori agricoli che producono e trasportano ad
una piattaforma di conferimento o conferiscono ad un circuito organizzato di raccolta
modesti quantitativi di propri rifiuti pericolosi in modo occasionale e saltuario (per
non più di quattro volte l’anno, fino a 30 Kg/litri al giorno e al massimo 100 l’anno).
Ai fini dell’esonero, il circuito di conferimento deve essere organizzato:
• dai consorzi istituiti dal d.lgs. n. 152/06 (Conai, Polieco, Coou, Cobat, ecc.), oppure
sulla base di un accordo di programma stipulato con la pubblica amministrazione;
• oppure sulla base di una convenzione-quadro tra associazioni, piattaforma di
conferimento, o impresa di trasporto.
Dopo l’approvazione del “Testo unico sul SISTRI” (decreto ministeriale 18 febbraio
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2011, n. 52) e del decreto ministeriale 26 maggio 2011 con cui sono stati prorogati i
termini di effettivo avvio del sistema, nel maxi emendamento, presentato per la fiducia
alla Camera dei deputati, nell’ambito dell’approvazione della legge di conversione
del “Decreto Sviluppo”, è stata approvata una ulteriore disposizione che vincola il
Governo a garantire che il sistema per le piccole imprese che non hanno più di dieci
dipendenti entri in piena operatività non prima del 1 giugno 2012. Non si tratta di una
proroga vera e propria, ma di un mandato al ministro dell’Ambiente ad adottare un
provvedimento di proroga che consenta ai piccolissimi produttori di rifiuti pericolosi
di partire con il Sistri non dal 2 gennaio 2012 (come previsto dal Dm 26 maggio
2011) ma dalla data che il ministro individuerà e che, in ogni caso, “non può essere
antecedente al 1° giugno 2012”. Fino alla nuova data continueranno a coesistere sia
il Sistri con l’utilizzo delle chiavette Usb sia il vecchio sistema cartaceo basato su
formulari e registri.
Per ulteriori informazioni
www.sistri.it
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Classificazione e gestione
dei rifiuti agricoli
I rifiuti agricoli sono definiti speciali e si distinguono in pericolosi o non pericolosi.
Questi ultimi se assimilati ai rifiuti urbani possono essere smaltiti attraverso il servizio
pubblico di raccolta, ivi comprese le isole ecologiche (ai sensi del DM 8 aprile 2008).
Ogni rifiuto ha un suo proprio codice che lo identifica.
I rifiuti speciali NON pericolosi sono: imballaggi in plastica (teli, teflon, vasi, cassette,
teloni serre, teli pacciamatura, tubi Pvc, manichette, reti, film imballaggio balle, vassoi
e vaschette, etc), gli pneumatici fuori uso, gli imballaggi di plastica (sacchi sementi/
concimi/mangimi, etc.), gli imballaggi in carta/cartone, in legno e in metallo, i laterizi
e calcinacci (purché non contenenti amianto), gli oli e grassi vegetali, i rifiuti umidi e
organici liquidi o meno (sfalci di potatura, scarti vegetali)
I rifiuti speciali pericolosi sono: le batterie e accumulatori esausti, gli oli minerali
esausti da motore o circuiti idraulici, i filtri di nafta e olio, le sostanze agro-chimiche
(fitosanitari scaduti o non utilizzabili), i contenitori di fitofarmaci non bonificati, i
rifiuti sanitari ad uso zootecnico (medicinali veterinari), materiali contenenti amianto
Non rientrano nel campo di applicazione del Dlgs 152/06 e quindi non sono considerati
rifiuti agricoli le carogne degli animali, le sostanze fecali, i letami e liquami, i materiali
litoidi o vegetali e le terre da coltivazione (anche i fanghi). Per queste tipologie di
materiali e sostanze esistono altre disposizioni normative per garantire la tutela
ambientale e sanitaria.
Come per ogni altro settore, anche in quello agricolo chiunque produca
rifiuti speciali, che siano pericolosi o NON pericolosi, ha una serie di norme
comportamentali e obblighi da assolvere:
• divieto di abbandono e di deposito incontrollato di rifiuti sul suolo o nel suolo.
• divieto di immissione di rifiuti nei corsi d’acqua di superficie e nelle falde
sotterranee.
• divieto di miscelazione di rifiuti: è fatto divieto di miscelare rifiuti pericolosi di
diversa natura, ma anche di miscelare rifiuti pericolosi e non pericolosi.
• attivazione del Deposito Temporaneo dei rifiuti, presso l’area di produzione dei
rifiuti stessi e obbligo della gestione del Deposito Temporaneo nel rispetto della
tutela della salute e dell’ambiente.
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Impatto
Tipo di rifiuto Smaltimento
ambientale
FITOSANITARI Si accumulano lungo la
Ditte autorizzate
(scaduti/non utilizzabili) catena alimentare
CONTENITORI DI Residui Ditte autorizzate previa bonifi-
FITOSANITARI di fitosanitari ca con lavaggio in azienda
MEDICINALI VETERINARI Si accumulano lungo la
Ditte autorizzate
(scaduti/non utilizzabili) catena alimentare
Consorzio
BATTERIE AL PIOMBO
Piombo e acido solfori- obbligatorio Cobat, centro di
E ACCUMULATORI
co, tossici e corrosivi conferimento convenzionato.
ESAUSTI
Nessun onere di pagamento
Consorzio obbligatorio
Inquinamento di suolo oli usati (Coou), centro di
OLI MINERALI USATI
e falde acquifere conferimento convenzionato.
Nessun onere di pagamento
Consorzio obbligatorio
FILTRI NAFTA E OLIO Inquinamento di suolo oli usati (Coou), centro di
ESAUSTI e falde acquifere conferimento convenzionato.
Nessun onere di pagamento
MATERIALI CONTENENTI Rilascio di fibre
Ditte autorizzate
AMIANTO cancerogene
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14
tel. 080.4768571
S.P. 240 Km. 11,800
V CE.RE.BA. 70018 - Rutigliano (BA)
fax. 080.4761294
amministrazione@cereba.it
S.S. 172 per Alberobello tel. 080.4931341
V Dalena Eco Trend 70017 - Putignano (BA) fax. 080.4051761
Via De Gasperi, 74
La Rosa Blu 70027 - Palo del Colle (BA) Sede Bitonto
V global service Via A. del Petto 1 tel. 080.3743571
70032 Bitonto (BA)
tel. 080.4681522
Via C.Contegiacomo sn Z.I.
V Antinia Srl 70027 - Putignano (BA)
fax. 080.4688916
info@antinia.it
Via Giovanni Casalino, 103
tel. 080.4051864
Lombardi 70019 - Triggiano (BA)
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Km 0,600
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Plastic srl 70026 - Modugno (BA) info@plasticitalia.it
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tel. 080.5328910
srl 70026 - Modugno (BA)
Deposito temporaneo
È fatto obbligo di organizzare un deposito
temporaneo dei rifiuti in ogni azienda per il
raggruppamento dei rifiuti prima della raccolta,
in base al tipo e alla quantità di rifiuto.
I rifiuti vanno raggruppati per gruppi omogenei
(oli, batterie, plastiche, filtri etc.) rispettando
le norme tecniche e in particolare per i rifiuti
pericolosi anche le norme che disciplinano il deposito di sostanze pericolose.
I rifiuti per poter essere avviati al Deposito Temporaneo non devono MAI essere usciti
dall’area dove sono stati prodotti (in azienda) e posso essere avviati al Deposito
Temporaneo solo dal soggetto che li ha prodotti.
Per garantire una corretta gestione del deposito temporaneo è bene osservare alcune
semplici regole:
• destinare un sito particolare per il deposito all’interno dell’area aziendale; lontano
da depositi alimentari, sementi e mangimi;
• non fumare o usare fiamme libere nell’area del Deposito;
• il Deposito Temporaneo NON deve essere accessibile a persone estranee e/o non
autorizzate; inoltre deve essere coperto e riparato dagli agenti atmosferici; anche la
base del Deposito deve essere impermeabile (cemento, plastica etc.);
• per ogni rifiuto prevedere un sistema di stoccaggio particolare: le batterie vanno
collocate in contenitori anticorrosione; gli oli minerali esausti in contenitori a tenuta;
i contenitori di fitofarmaci in contenitori o sacchi di plastica ben chiusi etc etc;
• assolutamente non mescolare i rifiuti tra di loro (che siano pericolosi o non pericolosi);
• il deposito temporaneo non deve superare i limiti di tempo o di peso stabiliti dall’art.
10 del D.Lgs. 205/2010 e cioè: con cadenza almeno trimestrale, indipendentemente
dalle quantità in deposito; quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga
complessivamente i 30 metri cubi di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti pericolosi.
In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il predetto limite all’anno, il
deposito temporaneo non può avere durata superiore ad un anno;
Qualsiasi modalità diversa da quella descritta ha bisogno di specifica autorizzazione.
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Batterie esauste
Le batterie esauste sono dei rifiuti speciali
pericolosi e necessitano di particolare attenzione.
Devono essere stoccate in appositi contenitori
impermeabili (in plastica, resina o altro materiale
resistenze agli acidi corrosivi).
Le dimensioni del contenitore deve essere
sufficiente a contenere l’intero quantitativo di acidi presenti nella batteria.
Le batterie vanno avviate allo smaltimento prive di rotture che favoriscano la
fuoriuscita dell’acido; in caso contrario bisogna aver cura di controllare che il
contenitore eviti la dispersione dell’acido. Se la batteria è sostituita presso un
centro/officina autorizzati sarà loro cura provvedere al corretto smaltimento.
Filtri olio
I filtri olio sono rifiuti speciali pericolosi. Lo stoccaggio si
effettua, previo svuotamento dell’olio eventualmente residuo,
in contenitori impermeabili (plastica, resina, acciaio) o buste
anch’esse impermeabile; i contenitori vanno riposti nel Deposito Temporaneo
avendo cura che poggino su una base impermeabile che assicuri la tenuta in
caso di fuoriuscita di liquido. Lo smaltimento si effettua presso i centri di raccolta
convenzionati con il Consorzio Obbligatorio Oli Usati (COOU). Se il cambio dei
filtri si effettua presso un centro/autofficina autorizzati sarà loro cura provvedere
al corretto smaltimento.
Sostanze agro-chimiche
Sono rifiuti speciali pericolosi. Si intendono
per sostanze agro-chimiche i prodotti anti-
parassitari, fungicidi, presidi e diserbanti che
non sono più utilizzabili perché scaduti o per-
chè l’uso non più autorizzato. Lo stoccaggio
si effettua in contenitori impermeabili e chiusi
(plastica, resina, acciaio etc);
La confezione del prodotto, anche se aperta,
deve essere integra. È vietato miscelare le sostanze agro-chimiche con altri tipi di
rifiuti e ovviamente con diverse tipologie di sostanze agro-chimiche.
È buona norma apporre un’etichetta su ogni contenitore con indicazioni sul
prodotto contenuto. I contenitori vanno riposti nel Deposito Temporaneo avendo
cura che poggino su una base impermeabile che assicuri la tenuta in caso di
fuoriuscita e che siano riparati dagli agenti atmosferici; l’accesso ai contenitori
deve essere vietato al personale non autorizzato.
Non esiste un consorzio obbligatorio per lo smaltimento di queste sostanze,
è quindi necessario conferirli presso i centri di raccolta pubblici specializzati
oppure a imprese di smaltimento iscritte all’Albo Gestori Ambientali. Il costo dello
smaltimento è a carico del produttore del rifiuto.
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Contenitori di fitofarmaci
I contenitori di fitofarmaci sono rifiuti speciali
pericolosi. I contenitori devono essere impermeabili
e vanno riposti al riparo dagli agenti atmosferici
e in un’area il cui accesso è consentito al solo personale autorizzato. Se si
utilizzano sacchi di plastica è necessario apporre un’etichetta con le indicazioni
sulla tipologia di rifiuto che consenta una veloce e precisa classificazione della
sua pericolosità.
È vietato mescolare diverse tipologie di rifiuti e immettere rifiuti diversi da quelli
descritti in etichetta.
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Piccoli contenitori fino a 20lt:
• Preparare la miscela versando il fitofarmaco nel
serbatoio dell’irroratrice ed agitando più volte il
contenitore, in modo che tutto il prodotto chimico defluisca
e non ne rimanga intrappolato all’interno del manico. Una
volta che il flusso si riduce a poche gocce, mantenere sotto
sopra il contenitore per ulteriori 30 secondi.
• Versare acqua pulita nel contenitore vuoto per circa un
quarto (1/4) del suo volume.
• Chiudere ermeticamente il contenitore utilizzando lo
specifico tappo e, tenendo il contenitore con l’apertura verso sinistra, agitarlo da
sinistra a destra, su una distanza di 10-15 cm, per circa due volte al secondo per
30 secondi, facendo in modo che tutte le superfici interne del contenitore siano
ben sciacquate.
• Scaricare completamente il contenitore nel serbatoio dell’irroratrice in modo
che il refluo di lavaggio si integri con la miscela preparata per il trattamento
fitosanitario.
• Versare nuovamente acqua pulita nel contenitore per circa un quarto del suo
volume.
• Riposizionare il tappo sul contenitore e, mantenendolo con l’apertura verso
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3
Sacchi di plastica contenenti fitofarmaci
solidi (granulari e polveri bagnabili)
• Usare guanti.
• Svuotare accuratamente il sacchetto di plastica nel serbatoio dell’irroratrice.
• Scuotere delicatamente il sacchetto in modo da svuotarlo completamente.
• Praticare con un coltello un foro nell’angolo in basso del sacchetto.
• Mantenere il sacchetto sul serbatoio dell’irroratrice e versarvi dentro dell’acqua
in modo che defluisca attraverso il foro.
• Lasciare scorrere l’acqua attraverso il sacchetto per almeno un (1) minuto.
• Nel caso in cui i sacchetti non vengano bonificati mediante la tecnica del Triplo-
risciacquo, saranno considerati rifiuti speciali pericolosi e come tali seguiranno
specifiche procedure di smaltimento.
Sanzioni
Abbandono di rifiuti
Art. 187 D.Lgs. 152/2006
Chiunque miscela categorie diverse di rifiuti pericolosi ovvero rifiuti pericolosi con
rifiuti non pericolosi è tenuto a procedere a proprie spese alla separazione dei rifiuti
miscelati qualora sia tecnicamente ed economicamente possibile.
Art. 192 D.Lgs. 152/2006
Chiunque abbandona o deposita in modo incontrollato rifiuti sul suolo o nel
suolo, o immette rifiuti di qualsiasi genere, allo stato solido o liquido, nelle acque
superficiali e sotterranee è tenuto a procedere alla rimozione, all’avvio a recupero
o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il
proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento sull’area, ai quali
tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o colpa, in base agli accertamenti
effettuati, in contraddittorio con i soggetti interessati, dai soggetti preposti al
controllo. Il Sindaco dispone con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il
termine entro cui provvedere, decorso il quale procede all’esecuzione in danno dei
soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate.
Art. 255 D.Lgs. 152/2006
Chiunque abbandona o deposita rifiuti ovvero li immette nelle acque superficiali
o sotterranee è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 125 euro a
620 euro Se l’abbandono di rifiuti sul suolo riguarda rifiuti non pericolosi e non
ingombranti si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 25 euro a 155 euro.
La mancata ottemperanza delle precedenti prescrizioni comporta la pena dell’arresto
fino ad un anno.
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