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Hanno collaborato alla stesura del manuale:

Prof. Pietro Picuno - Università della Basilicata


Dr. Luigi Nigro - Coldiretti Bari
Ing. Zoe Godosi - Esperta in Materia Ambientale
Dr.ssa Assunta de Santis - Esperto IFOA
Dr.ssa Monica Nigro - Esperto IFOA
Ing. Vincenzo Lanzolla - Esperto IFOA

Coordinamento editoriale
Luca Stasi - Legambiente Onlus
Ester Petronella - IFOA

Realizzazione grafica
GIF idea di Paola Baccigalupi
Indice
Introduzione progetto Libera il Campo...................................................................... 5
Normativa di riferimento................................................................................................. 6
Il SISTRI............................................................................................................................... 8
Classificazione dei rifiuti prodotti in un’azienda agricola................................. 10
speciali non pericolosi
speciali pericolosi
Gestione dei rifiuti.......................................................................................................... 12
speciali non pericolosi
speciali pericolosi
Centri di Conferimento provincia di Bari ............................................................... 16
Deposito temporaneo.................................................................................................... 18
Stoccaggio rifiuti particolari........................................................................................ 19
Trasporto dei rifiuti........................................................................................................25
MUD
Registro di carico e scarico
Sanzioni..............................................................................................................................27
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Il progetto
Libera il Campo è un progetto finanziato dalla Provincia di Bari (Avviso n. BA/8/2009,
P.O. Puglia FSE 2007-2013 - Ob. 1 Convergenza - Asse IV - Capitale Umano, D.D.
n. 262/F.P.F. del 24/12/2009, Cod. progetto POR09VIIIBA23.1) realizzato da IFOA e
Legambiente in partnership con Coldiretti.
Il progetto, della durata di 12 mesi e terminato a luglio 2011, si è svolto sui territori
delle Province di Bari e BAT ed ha avuto come obiettivo la sensibilizzazione di tecnici,
agricoltori e amministratori locali al fine di ridurre in entrata e smaltire correttamente
i rifiuti agricoli, in particolare di materiale plastico, avviandoli ai corretti circuiti di
smaltimento e riciclaggio.
Tre azioni di rilevazione (audit diretto su un campione di 160 aziende agricole,
rilevazione diretta sui centri di raccolta e smaltimento, rilevazione su un campione di
amministrazioni locali) hanno consentito di mettere a fuoco le maggiori criticità che
ostacolano il funzionamento della filiera:
• scarsa diffusione di materiali per pratiche agronomiche a basso impatto ambientale
e più facilmente smaltibili o riciclabili;
• complessità organizzativa e procedurale delle attività a carico degli operatori agricoli;
• scarsa diffusione dei centri di conferimento sul territorio provinciale;
• mancata integrazione di sistema tra i diversi attori operanti nel campo della raccolta
e dello smaltimento dei rifiuti;
• debolezza del sistema dei controlli.
Un aspetto importante dell’analisi ha riguardato le problematiche connesse alla mancata
applicazione del Protocollo di Intesa promosso nel febbraio 2009 dalla Provincia
di Bari insieme alle rappresentanze provinciali di CIA, Coldiretti, Confagricoltura,
Confcooperative, Lega delle Cooperative e i Consorzi Obbligatori Polieco, COOU e COBAT.
La fase centrale del progetto ha visto una efficace e capillare azione di informazione
diretta a tutti gli attori coinvolti nella filiera dei rifiuti agricoli attraverso laboratori
pratici, forum pubblici, convegni e seminari a tema.
Di grande interesse è risultato il confronto con progetti europei che hanno in corso
su questo tema interessanti sperimentazioni.
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Normativa di riferimento
COS’È UN RIFIUTO?
In maniera conforme alla direttiva comunitaria 2008/98/CE, l’articolo 183, comma
1, lettera a) del d.lgs. n.152/06 definisce rifiuto “qualsiasi sostanza od oggetto di
cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi”.
È considerato rifiuto, quindi, in primo luogo, qualsiasi materiale di cui si
abbia l’obbligo di disfarsi, perché la legge, o la natura stessa del bene, lo
impongono.
Costituisce parimenti rifiuto qualsiasi bene oggetto dell’atto o del fatto di disfarsi.
Da ultimo, sulla base della definizione, è rifiuto ciò di cui si abbia “l’intenzione
di disfarsi”. L’imprenditore agricolo, così come ogni produttore di rifiuto, ha la
responsabilità della corretta gestione dei rifiuti prodotti dalla sua attività fino al
loro corretto smaltimento.
In particolare l’art. 193, comma 4, come successivamente modificato, prevede una
deroga all’obbligo di formulario di trasporto nel caso di trasporto di rifiuti speciali
non pericolosi di cui all’art. 184, comma 3, lettera a, effettuato dal produttore
dei rifiuti stessi in modo occasionale e saltuario che non eccedano la quantità di
trenta chilogrammi o 30 litri.
Inoltre l’art. 190 comma 4 prevede che i soggetti la cui produzione annua di
rifiuti non eccede le dieci tonnellate di rifiuti non pericolosi e le due tonnellate di
rifiuti pericolosi possono adempiere all’obbligo della tenuta dei registri di carico
e scarico dei rifiuti anche tramite le organizzazioni di categoria interessate o loro
società di servizi.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato, lo scorso 7 luglio 2011, lo schema di
decreto di recepimento della direttiva comunitaria sui reati ambientali che,
oltre all’introduzione di nuove fattispecie di reato in materia ambientale, ha
espressamente previsto l’esonero della tenuta dei registri di carico e scarico per
le imprese agricole che raccolgono e trasportano i propri rifiuti non pericolosi e
per le imprese che trasportano in conto proprio rifiuti derivanti dalle attività di
demolizione, costruzione e di scavo.
L’entrata in vigore della norma che disponeva l’obbligo di tenuta dei registri
di carico e scarico per i trasporti non professionali di rifiuti non pericolosi era
prevista per settembre prossimo.
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La norma correttiva, quindi – che giunge all’esito delle molteplici segnalazioni


ed istanze formulate da Coldiretti nelle competenti sedi istituzionali – va nella
direzione di assicurare la semplificazione amministrativa nel settore degli
adempimenti in materia di rifiuti, eliminando un onere che,non essendo previsto
come obbligatorio a livello comunitario, rappresentava soltanto un appesantimento
burocratico inutile, non risultando funzionale alla tutela dell’ambiente.
Infine ai sensi dell’art. 212, comma 8, non è richiesta l’iscrizione all’albo per il
trasporto dei propri rifiuti speciali non pericolosi fino a trenta a chilogrammi o
trenta litri al giorno, purché lo stesso trasporto sia esclusivamente finalizzato al
conferimento al gestore del servizio di raccolta dei rifiuti con il quale sia stata
stipulata una convenzione.
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Cos’è il Sistri
Il SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) nasce nel 2009 su iniziativa
del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per permettere
l’informatizzazione dell’intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale.
Il Sistema semplifica le procedure e gli adempimenti riducendo i costi per le imprese e
gestisce in modo innovativo ed efficiente un processo complesso garantendo maggiore
trasparenza, conoscenza e prevenzione dell’illegalità, da un sistema cartaceo basato
sul registro di carico e scarico, sul formulario dei rifiuti e sul MUD, si passa a soluzioni
tecnologiche in grado di monitorare con certezza la movimentazione dei rifiuti.
Il SISTRI costituisce, quindi, strumento ottimale di una nuova strategia volta a
garantire un maggior controllo della movimentazione dei rifiuti speciali (fonte Ministero
dell’Ambiente). Il SISTRI consente di seguire passo dopo passo, attraverso l’ausilio
di un sistema satellitare, il percorso dell’intera filiera dei rifiuti speciali a livello
nazionale, dalla fase produttiva allo smaltimento delle discariche, video sorvegliate
24 ore su 24. Con il decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e
del mare 18 febbraio 2011 n. 52, è stato approvato il Regolamento recante istituzione
del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti.
Il nuovo decreto ha lo scopo di abrogare tutti i precedenti provvedimenti in materia di
SISTRI – che, a partire dal D.M. 17 dicembre 2009, avevano disciplinato a più riprese,
il sistema. Il regolamento, quindi, fatto salvo quanto previsto dal decreto legislativo
152/06 e dal decreto legislativo n. 205/10, rappresenta l’unico riferimento normativo
per la disciplina del SISTRI. Con specifico riferimento alle imprese agricole, l’articolo
39, comma 9 del decreto legislativo n. 205/10 disciplina, transitoriamente, l’esonero
dall’iscrizione al SISTRI per le piccolissime realtà aziendali, disponendo una esenzione,
fino al 31 dicembre 2011, per gli imprenditori agricoli che producono e trasportano ad
una piattaforma di conferimento o conferiscono ad un circuito organizzato di raccolta
modesti quantitativi di propri rifiuti pericolosi in modo occasionale e saltuario (per
non più di quattro volte l’anno, fino a 30 Kg/litri al giorno e al massimo 100 l’anno).
Ai fini dell’esonero, il circuito di conferimento deve essere organizzato:
• dai consorzi istituiti dal d.lgs. n. 152/06 (Conai, Polieco, Coou, Cobat, ecc.), oppure
sulla base di un accordo di programma stipulato con la pubblica amministrazione;
• oppure sulla base di una convenzione-quadro tra associazioni, piattaforma di
conferimento, o impresa di trasporto.
Dopo l’approvazione del “Testo unico sul SISTRI” (decreto ministeriale 18 febbraio
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2011, n. 52) e del decreto ministeriale 26 maggio 2011 con cui sono stati prorogati i
termini di effettivo avvio del sistema, nel maxi emendamento, presentato per la fiducia
alla Camera dei deputati, nell’ambito dell’approvazione della legge di conversione
del “Decreto Sviluppo”, è stata approvata una ulteriore disposizione che vincola il
Governo a garantire che il sistema per le piccole imprese che non hanno più di dieci
dipendenti entri in piena operatività non prima del 1 giugno 2012. Non si tratta di una
proroga vera e propria, ma di un mandato al ministro dell’Ambiente ad adottare un
provvedimento di proroga che consenta ai piccolissimi produttori di rifiuti pericolosi
di partire con il Sistri non dal 2 gennaio 2012 (come previsto dal Dm 26 maggio
2011) ma dalla data che il ministro individuerà e che, in ogni caso, “non può essere
antecedente al 1° giugno 2012”. Fino alla nuova data continueranno a coesistere sia
il Sistri con l’utilizzo delle chiavette Usb sia il vecchio sistema cartaceo basato su
formulari e registri.
Per ulteriori informazioni
www.sistri.it
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Classificazione e gestione
dei rifiuti agricoli
I rifiuti agricoli sono definiti speciali e si distinguono in pericolosi o non pericolosi.
Questi ultimi se assimilati ai rifiuti urbani possono essere smaltiti attraverso il servizio
pubblico di raccolta, ivi comprese le isole ecologiche (ai sensi del DM 8 aprile 2008).
Ogni rifiuto ha un suo proprio codice che lo identifica.
I rifiuti speciali NON pericolosi sono: imballaggi in plastica (teli, teflon, vasi, cassette,
teloni serre, teli pacciamatura, tubi Pvc, manichette, reti, film imballaggio balle, vassoi
e vaschette, etc), gli pneumatici fuori uso, gli imballaggi di plastica (sacchi sementi/
concimi/mangimi, etc.), gli imballaggi in carta/cartone, in legno e in metallo, i laterizi
e calcinacci (purché non contenenti amianto), gli oli e grassi vegetali, i rifiuti umidi e
organici liquidi o meno (sfalci di potatura, scarti vegetali)
I rifiuti speciali pericolosi sono: le batterie e accumulatori esausti, gli oli minerali
esausti da motore o circuiti idraulici, i filtri di nafta e olio, le sostanze agro-chimiche
(fitosanitari scaduti o non utilizzabili), i contenitori di fitofarmaci non bonificati, i
rifiuti sanitari ad uso zootecnico (medicinali veterinari), materiali contenenti amianto
Non rientrano nel campo di applicazione del Dlgs 152/06 e quindi non sono considerati
rifiuti agricoli le carogne degli animali, le sostanze fecali, i letami e liquami, i materiali
litoidi o vegetali e le terre da coltivazione (anche i fanghi). Per queste tipologie di
materiali e sostanze esistono altre disposizioni normative per garantire la tutela
ambientale e sanitaria.

Come per ogni altro settore, anche in quello agricolo chiunque produca
rifiuti speciali, che siano pericolosi o NON pericolosi, ha una serie di norme
comportamentali e obblighi da assolvere:
• divieto di abbandono e di deposito incontrollato di rifiuti sul suolo o nel suolo.
• divieto di immissione di rifiuti nei corsi d’acqua di superficie e nelle falde
sotterranee.
• divieto di miscelazione di rifiuti: è fatto divieto di miscelare rifiuti pericolosi di
diversa natura, ma anche di miscelare rifiuti pericolosi e non pericolosi.
• attivazione del Deposito Temporaneo dei rifiuti, presso l’area di produzione dei
rifiuti stessi e obbligo della gestione del Deposito Temporaneo nel rispetto della
tutela della salute e dell’ambiente.
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Azienda agricola con volume d’affari superiore a 8000 euro:


- rifiuti speciali pericolosi: obbligo della tenuta dei registri di carico e scarico dei
rifiuti e della dichiarazione annuale MUD (legge 25 gennaio 1994, n 709), art. 189,
comma 3, D.lgs 152/2006
- rifiuti speciali NON pericolosi: non c’è obbligo della tenuta dei registri di carico e
scarico dei rifiuti e della dichiarazione annuale MUD (legge 25 gennaio 1994, n 709),
art. 189, comma 3, D.lgs 152/2006

Azienda agricola con volume d’affari inferiore a 8000 euro:


- rifiuti speciali pericolosi e NON pericolosi: non c’è obbligo della tenuta dei registri di
carico e scarico dei rifiuti e della dichiarazione annuale MUD (legge 25 gennaio 1994,
n 709), art. 189, comma 3, D.lgs 152/2006.

Azienda agricola con Azienda agricola con


volume d’affari volume d’affari
superiore a 8000 euro: inferiore a 8000 euro:

Rifiuti Rifiuti Rifiuti Rifiuti


speciali speciali speciali speciali
PERICOLOSI NON PERICOLOSI PERICOLOSI NON PERICOLOSI

Obbligo Non c’è obbligo


della tenuta dei Registri di Carico e della tenuta dei Registri di Carico e
Scarico dei rifiuti e della Scarico dei rifiuti e della
dichiarazione annuale MUD dichiarazione annuale MUD
(legge 25 gennaio 1994, n 709), (legge 25 gennaio 1994, n 709),
art. 189, comma 3, D.lgs 152/2006 art. 189, comma 3, D.lgs 152/2006
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Gestione dei rifiuti PERICOLOSI

Impatto
Tipo di rifiuto Smaltimento
ambientale
FITOSANITARI Si accumulano lungo la
Ditte autorizzate
(scaduti/non utilizzabili) catena alimentare
CONTENITORI DI Residui Ditte autorizzate previa bonifi-
FITOSANITARI di fitosanitari ca con lavaggio in azienda
MEDICINALI VETERINARI Si accumulano lungo la
Ditte autorizzate
(scaduti/non utilizzabili) catena alimentare
Consorzio
BATTERIE AL PIOMBO
Piombo e acido solfori- obbligatorio Cobat, centro di
E ACCUMULATORI
co, tossici e corrosivi conferimento convenzionato.
ESAUSTI
Nessun onere di pagamento
Consorzio obbligatorio
Inquinamento di suolo oli usati (Coou), centro di
OLI MINERALI USATI
e falde acquifere conferimento convenzionato.
Nessun onere di pagamento
Consorzio obbligatorio
FILTRI NAFTA E OLIO Inquinamento di suolo oli usati (Coou), centro di
ESAUSTI e falde acquifere conferimento convenzionato.
Nessun onere di pagamento
MATERIALI CONTENENTI Rilascio di fibre
Ditte autorizzate
AMIANTO cancerogene
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Gestione dei rifiuti NON PERICOLOSI


Impatto
Tipo di rifiuto Smaltimento
ambientale
Intasamento impianti Consorzio obbligatorio nazionale
di depurazione, di raccolta e trattamento oli e
OLI E GRASSI
compromissione grassi vegetali ed animali esausti,
VEGETALI
dell’apparato radicale centro di conferimento convenzio-
e dei corsi d’acqua nato. Nessun onere di pagamento
Incendi illegali con
emissione di diossina;
PNEUMATICI
degradazione del territorio Ditte autorizzate
FUORI USO
a seguito di abbandono
nell’ambiente
IMBALLAGGI IN Non biodegradabili;
PLASTICA (sacchi l’abbandono è causa di in-
Centri di raccolta autorizzati
sementi/concimi/ quinamento e degrado del
mangimi, etc.) territorio per molti anni
MATERIALI PLASTICI
NON DA
IMBALLAGGIO Isole ecologiche o punti di raccol-
Non biodegradabili;
(teli, teflon, vasi, cas- ta anche occasionali. Ditte auto-
l’abbandono nell’ambiente
sette, teloni serre, teli rizzate dal Consorzio nazionale
è causa di degradazione e
pacciamatura, tubi Pvc, per il riciclaggio di rifiuti e beni a
inquinamento
manichette, reti, film base di polietilene (Polieco)
imballaggio balle, vas-
soi e vaschette, etc.)
IMBALLAGGI IN CARTA
Consumo risorse naturali Centri di raccolta autorizzati
E CARTONE
IMBALLAGGI IN
Consumo risorse naturali Centri di raccolta autorizzati
LEGNO
IMBALLAGGI IN
Consumo risorse naturali Centri di raccolta autorizzati
METALLO
RIFIUTO UMIDO E
ORGANICO LIQUIDI O Compostaggio in azienda
Produzione di percolato e
MENO (lavaggio stalle, oppure smaltimento in centri di
biogas
sfalci di potatura, raccolta autorizzati
scarti vegetali)
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Aziende di stoccaggio sul territorio


Legenda
Tratta soprattutto RSU; iscritta al Polieco Azienda specializzata nella rac-
colta di rifiuti agricoli e raccolta
Impianto di riciclo rifiuti plastici industriali ferro e batterie esauste
non di origine agricola
Azienda specializzata nella rac-
Azienda specializzata nella raccolta, cernita,
x stoccaggio di rifiuti agricoli
colta, cernita, stoccaggio di rifiuti
V agricoli in particolare specializ-
Impianto di riciclo di rifiuti di origine agricola zata nella bonifica di contenitori
fitofarmaci
Azienda specializzata nella raccolta e stoc-
caggio di oli esausti e batterie Impianto di riciclo di rifiuti di ori-
gine agricola
Azienda specializzata nella raccolta di rifiuti
agricoli Azienda specializzata nella rac-
colta di RSU e gestione di isole
ecologiche comunali
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Azienda Indirizzo Recapiti


C.da Gammarola, 3 Z.I. tel. 080.5354906
SkinPlast srl 70026 - Modugno (BA) fax. 080.5354764/5321785
Via Giuseppe Vinci, 7/9 Z.I. tel. 080.3484861
ASIA srl 70023 - Gioia del Colle (BA) fax. 080.3485903
Via Gioacchino Murat
Fraccalvieri srl 70017 - Putignano (BA)
tel. 080.4058295

Via Thaon de Revel, 28


x Ricicla srl 70020 - Cassano delle Murge (BA)
tel. 080.776478

tel. 080.4768571
S.P. 240 Km. 11,800
V CE.RE.BA. 70018 - Rutigliano (BA)
fax. 080.4761294
amministrazione@cereba.it
S.S. 172 per Alberobello tel. 080.4931341
V Dalena Eco Trend 70017 - Putignano (BA) fax. 080.4051761
Via De Gasperi, 74
La Rosa Blu 70027 - Palo del Colle (BA) Sede Bitonto
V global service Via A. del Petto 1 tel. 080.3743571
70032 Bitonto (BA)
tel. 080.4681522
Via C.Contegiacomo sn Z.I.
V Antinia Srl 70027 - Putignano (BA)
fax. 080.4688916
info@antinia.it
Via Giovanni Casalino, 103
tel. 080.4051864
Lombardi 70019 - Triggiano (BA)
fax. 080.4054748
Ecologia srl Uffici: S.P. Triggiano-Carbonara
Km 0,600
info@lombardiecologia.com

Via Del Noce, 26 tel. 080.3101146


Tradeco srl 70022 - Altamura (BA) tradeco_srl@libero.it
Contrada Sopramarzo, 5
Ri.Ma.Plast. srl 70132 - Bari
tel. 080.5346452

tel. 080.5354906
Recuperi Contrada Grammarola, 3 Z.I.
x Pugliesi srl 70026 - Modugno (BA)
fax. 080.5354764/5321785
info@recuperipugliesi.it
Via del Gladioli, lotto G/l 6 tel. 080.5375534
Plastic srl 70026 - Modugno (BA) info@plasticitalia.it
Nicola Veronico Km. 1,680 - Str. Provinciale 231
tel. 080.5328910
srl 70026 - Modugno (BA)

S.P.Le 231 Km. 80+350 tel. 080.5356358


x Recuperi Sud srl 70026 - Modugno (BA) fax. 080.5309805
Via Sammichele Z.I.
x Teorema spa 70021 - Acquaviva delle Fonti (BA)
tel. 080.769958
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Deposito temporaneo
È fatto obbligo di organizzare un deposito
temporaneo dei rifiuti in ogni azienda per il
raggruppamento dei rifiuti prima della raccolta,
in base al tipo e alla quantità di rifiuto.
I rifiuti vanno raggruppati per gruppi omogenei
(oli, batterie, plastiche, filtri etc.) rispettando
le norme tecniche e in particolare per i rifiuti
pericolosi anche le norme che disciplinano il deposito di sostanze pericolose.
I rifiuti per poter essere avviati al Deposito Temporaneo non devono MAI essere usciti
dall’area dove sono stati prodotti (in azienda) e posso essere avviati al Deposito
Temporaneo solo dal soggetto che li ha prodotti.
Per garantire una corretta gestione del deposito temporaneo è bene osservare alcune
semplici regole:
• destinare un sito particolare per il deposito all’interno dell’area aziendale; lontano
da depositi alimentari, sementi e mangimi;
• non fumare o usare fiamme libere nell’area del Deposito;
• il Deposito Temporaneo NON deve essere accessibile a persone estranee e/o non
autorizzate; inoltre deve essere coperto e riparato dagli agenti atmosferici; anche la
base del Deposito deve essere impermeabile (cemento, plastica etc.);
• per ogni rifiuto prevedere un sistema di stoccaggio particolare: le batterie vanno
collocate in contenitori anticorrosione; gli oli minerali esausti in contenitori a tenuta;
i contenitori di fitofarmaci in contenitori o sacchi di plastica ben chiusi etc etc;
• assolutamente non mescolare i rifiuti tra di loro (che siano pericolosi o non pericolosi);
• il deposito temporaneo non deve superare i limiti di tempo o di peso stabiliti dall’art.
10 del D.Lgs. 205/2010 e cioè: con cadenza almeno trimestrale, indipendentemente
dalle quantità in deposito; quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga
complessivamente i 30 metri cubi di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti pericolosi.
In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il predetto limite all’anno, il
deposito temporaneo non può avere durata superiore ad un anno;
Qualsiasi modalità diversa da quella descritta ha bisogno di specifica autorizzazione.
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Stoccaggio rifiuti particolari

Batterie esauste
Le batterie esauste sono dei rifiuti speciali
pericolosi e necessitano di particolare attenzione.
Devono essere stoccate in appositi contenitori
impermeabili (in plastica, resina o altro materiale
resistenze agli acidi corrosivi).
Le dimensioni del contenitore deve essere
sufficiente a contenere l’intero quantitativo di acidi presenti nella batteria.
Le batterie vanno avviate allo smaltimento prive di rotture che favoriscano la
fuoriuscita dell’acido; in caso contrario bisogna aver cura di controllare che il
contenitore eviti la dispersione dell’acido. Se la batteria è sostituita presso un
centro/officina autorizzati sarà loro cura provvedere al corretto smaltimento.

Oli minerali esausti da motore e


circuiti idraulici
Gli oli minerali esausti sono rifiuti speciali pericolosi. Lo
stoccaggio si effettua in serbatoi e recipienti impermeabili
(plastica, resina, acciaio etc) dotati di accessori e
accorgimenti che rendano facili e sicure le manovre
di riempimento e svuotamento. I serbatoi o recipienti vanno a loro volta
posizionati in una vasca impermeabile, quest’ultima coperta e recintata per
evitare l’accesso a persone estranee. Lo smaltimento si effettua presso i centri
di raccolta convenzionati con il Consorzio Obbligatorio Oli Usati (COOU). Le
diverse tipologie di oli vanno mantenute separate, evitando inoltre la miscela
con acqua o altri liquidi. Se il cambio olio si effettua presso un centro/autofficina
autorizzati sarà loro cura provvedere al corretto smaltimento.
20

Filtri olio
I filtri olio sono rifiuti speciali pericolosi. Lo stoccaggio si
effettua, previo svuotamento dell’olio eventualmente residuo,
in contenitori impermeabili (plastica, resina, acciaio) o buste
anch’esse impermeabile; i contenitori vanno riposti nel Deposito Temporaneo
avendo cura che poggino su una base impermeabile che assicuri la tenuta in
caso di fuoriuscita di liquido. Lo smaltimento si effettua presso i centri di raccolta
convenzionati con il Consorzio Obbligatorio Oli Usati (COOU). Se il cambio dei
filtri si effettua presso un centro/autofficina autorizzati sarà loro cura provvedere
al corretto smaltimento.

Sostanze agro-chimiche
Sono rifiuti speciali pericolosi. Si intendono
per sostanze agro-chimiche i prodotti anti-
parassitari, fungicidi, presidi e diserbanti che
non sono più utilizzabili perché scaduti o per-
chè l’uso non più autorizzato. Lo stoccaggio
si effettua in contenitori impermeabili e chiusi
(plastica, resina, acciaio etc);
La confezione del prodotto, anche se aperta,
deve essere integra. È vietato miscelare le sostanze agro-chimiche con altri tipi di
rifiuti e ovviamente con diverse tipologie di sostanze agro-chimiche.
È buona norma apporre un’etichetta su ogni contenitore con indicazioni sul
prodotto contenuto. I contenitori vanno riposti nel Deposito Temporaneo avendo
cura che poggino su una base impermeabile che assicuri la tenuta in caso di
fuoriuscita e che siano riparati dagli agenti atmosferici; l’accesso ai contenitori
deve essere vietato al personale non autorizzato.
Non esiste un consorzio obbligatorio per lo smaltimento di queste sostanze,
è quindi necessario conferirli presso i centri di raccolta pubblici specializzati
oppure a imprese di smaltimento iscritte all’Albo Gestori Ambientali. Il costo dello
smaltimento è a carico del produttore del rifiuto.
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Contenitori di fitofarmaci
I contenitori di fitofarmaci sono rifiuti speciali
pericolosi. I contenitori devono essere impermeabili
e vanno riposti al riparo dagli agenti atmosferici
e in un’area il cui accesso è consentito al solo personale autorizzato. Se si
utilizzano sacchi di plastica è necessario apporre un’etichetta con le indicazioni
sulla tipologia di rifiuto che consenta una veloce e precisa classificazione della
sua pericolosità.
È vietato mescolare diverse tipologie di rifiuti e immettere rifiuti diversi da quelli
descritti in etichetta.
22

COME LAVARE I CONTENITORI DI FITOFARMACI:


LINEE GUIDA PER IL TRIPLO RISCIACQUO
I contenitori di fitofarmaci, prima di essere avviati allo smaltimento, devono
essere bonificati; a seguito di tale trattamento di bonifica i contenitori sono
classificati come rifiuti speciali NON pericolosi e non più rifiuti speciali pericolosi,
ed è quindi possibile conferirli ai Centri di Raccolta convenzionati; personale
specializzato ispezionerà i contenitori per verificare la corretta bonifica. Esiste
una tecnica detta del Triplo Risciacquo, proceduralizzata nelle Linee Guida del
progetto AGROCHEPACK (www.agrochepack.aua.gr), che garantisce la corretta
bonifica manuale per i contenitori di plastica, metallo (non pressurizzati) e di
vetro. I contenitori di carta e cartone internamente plastificati possono essere
bonificati, ma spesso sono troppo fragili per garantire una bonifica corretta.
Il Triplo Risciacquo prevede 3 diverse metodologie a seconda
dei contenitori;
per tutti vale però la regola che la bonifica deve avvenire immediatamente dopo
la preparazione della miscela da irrorare, poiché potrebbe diventare difficile
rimuovere eventuali residui di prodotto chimico all’intero del contenitore:

1
Piccoli contenitori fino a 20lt:
• Preparare la miscela versando il fitofarmaco nel
serbatoio dell’irroratrice ed agitando più volte il
contenitore, in modo che tutto il prodotto chimico defluisca
e non ne rimanga intrappolato all’interno del manico. Una
volta che il flusso si riduce a poche gocce, mantenere sotto
sopra il contenitore per ulteriori 30 secondi.
• Versare acqua pulita nel contenitore vuoto per circa un
quarto (1/4) del suo volume.
• Chiudere ermeticamente il contenitore utilizzando lo
specifico tappo e, tenendo il contenitore con l’apertura verso sinistra, agitarlo da
sinistra a destra, su una distanza di 10-15 cm, per circa due volte al secondo per
30 secondi, facendo in modo che tutte le superfici interne del contenitore siano
ben sciacquate.
• Scaricare completamente il contenitore nel serbatoio dell’irroratrice in modo
che il refluo di lavaggio si integri con la miscela preparata per il trattamento
fitosanitario.
• Versare nuovamente acqua pulita nel contenitore per circa un quarto del suo
volume.
• Riposizionare il tappo sul contenitore e, mantenendolo con l’apertura verso
23

il basso, agitarlo come al punto 3. Poi, risvuotare il contenitore nel serbatoio


dell’irroratrice.
• Infine, riempire per la terza volta il contenitore con altra acqua pulita (1/4 del
suo volume). Ritappare il contenitore e, mantenendolo con l’apertura rivolta
verso l’alto, riagitarlo come al punto 3.
• Scaricare il refluo di risciacquo nel serbatoio. A questo punto se il refluo dovesse
essere ancora colorato o lattescente bisognerà che il processo di risciacquo
continui fino a che l’acqua non sia limpida.
• Mantenendo basso il flusso di acqua per evitare schizzi, lavare anche il tappo
del contenitore, tenendolo sopra il serbatoio dell’irroratrice.

2 Grandi contenitori – Bidoni


La procedura di bonifica dei bidoni potrebbe
richiedere l’intervento di due persone.
• Svuotare i bidoni del loro contenuto quanto più
possibile.
• Versare nel bidone vuoto un quantitativo di acqua pulita pari a circa un quarto
del suo volume. Chiudere ermeticamente il bidone utilizzando lo specifico
tappo.
• Poggiare il bidone su di un lato e farlo rotolare avanti e indietro, garantendo
almeno un giro completo, per 30 secondi.
• Posizionare il bidone sulla sua base e farlo roteare più volte il modo da pulire
gli angoli.
• Capovolgere il bidone facendolo poggiare sulla base superiore e ripetere come
al punto 4.
• Svuotare accuratamente il bidone facendo defluire nel serbatoio dell’irroratrice
il refluo di lavaggio in modo che si integri con la miscela preparata per il
trattamento fitosanitario.
• Ripetere tutto il procedimento altre due volte.
• Sciacquare accuratamente il tappo tenendolo sul serbatoio dell’irroratrice e
smaltirlo come un normale rifiuto solido.
• Nel caso in cui i bidoni non possano essere bonificati mediante la tecnica del
Triplo risciacquo, essi verranno classificati come rifiuti pericolosi e come tali
saranno smaltiti.
24

3
Sacchi di plastica contenenti fitofarmaci
solidi (granulari e polveri bagnabili)
• Usare guanti.
• Svuotare accuratamente il sacchetto di plastica nel serbatoio dell’irroratrice.
• Scuotere delicatamente il sacchetto in modo da svuotarlo completamente.
• Praticare con un coltello un foro nell’angolo in basso del sacchetto.
• Mantenere il sacchetto sul serbatoio dell’irroratrice e versarvi dentro dell’acqua
in modo che defluisca attraverso il foro.
• Lasciare scorrere l’acqua attraverso il sacchetto per almeno un (1) minuto.
• Nel caso in cui i sacchetti non vengano bonificati mediante la tecnica del Triplo-
risciacquo, saranno considerati rifiuti speciali pericolosi e come tali seguiranno
specifiche procedure di smaltimento.

Materiali edili contenenti amianto


L’amianto è un minerale particolarmente pericoloso
per la salute e per l’ambiente. La sua presenza è
stata molto diffusa in ambito edile ed è quindi facilmente rinvenibile in molte
imprese e aziende agricole. L’amianto è stato usato per costruire coperture, canne
fumarie, cassoni e contenitori per l’acqua, tubazioni, pareti prefabbricare etc.
Tutte le operazioni che riguardano la rimozione, lo stoccaggio e il trasporto di
materiale contenente amianto deve essere fatto da ditte specializzate e autorizzate,
previa presentazione di un piano di smaltimento alla ASL di competenza.
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Trasporto dei rifiuti


Il trasporto dei rifiuti speciali deve essere sempre
effettuato da una ditta specializzata e iscritta
all’Albo dei Gestori Ambientali (D.Lgs 152/2006,
art. 193). Ogni trasporto deve essere accompagnato
dal formulario che identifichi la natura dei rifiuti.
Le imprese che trasportino i propri rifiuti non
pericolosi con cadenza ordinaria e regolare o
anche i propri rifiuti pericolosi ma non oltre 30kg/
lt al giorno devono iscriversi all’Albo dei Gestori
Ambientali mediante semplice richiesta per iscritto da presentare alla sezione Albo
Regionale presso la Camera di Commercio competente territorialmente. Anche gli
agricoltori possono effettuare il trasporto propri rifiuti non pericolosi (utilizzando i
propri mezzi di trasporto) senza alcuna autorizzazione o iscrizione all’Albo dei Gestori
Ambientali, purché si tratti di un trasporto occasionale e saltuario (non ordinario e
regolare) e che non si superino 30Kg/lt: in questo caso non occorre il formulario di
identificazione dei rifiuti.
Valgono sempre alcune semplici regole per il trasporto dei rifiuti:
• solo rifiuti NON pericolosi
• durante il trasporto i rifiuti devono essere separati per tipologie
• è assolutamente vietato rilasciare o disperdere i rifiuti nell’ambiente
DICHIARAZIONE ANNUALE AMBIENTALE (MUD)
Le imprese agricole con un volume d’affari annuo maggiore di 8.000 euro che
producono rifiuti pericolosi hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione annuale
MUD dei rifiuti pericolosi alla propria Camera di Commercio competente entro il 30
Aprile. La dichiarazione deve contenere informazioni sulla quantità e qualità dei rifiuti
pericoli prodotti. Ne sono esentate le imprese agricole che non superano un volume
d’affari annuo di 8.000 euro.
REGISTRO DI CARICO E SCARICO
È obbligatorio per gli agricoltori tenere un registro di carico e scarico dei soli rifiuti
pericolosi, annotando le informazioni su quantità e qualità dei rifiuti prodotti. Il
registro va aggiornato entro dieci giorni lavorativi dalla produzione del rifiuto o dallo
scarico dello stesso. Le annotazioni sono necessarie per compilare il MUD citato in
precedenza.
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Sanzioni
Abbandono di rifiuti
Art. 187 D.Lgs. 152/2006
Chiunque miscela categorie diverse di rifiuti pericolosi ovvero rifiuti pericolosi con
rifiuti non pericolosi è tenuto a procedere a proprie spese alla separazione dei rifiuti
miscelati qualora sia tecnicamente ed economicamente possibile.
Art. 192 D.Lgs. 152/2006
Chiunque abbandona o deposita in modo incontrollato rifiuti sul suolo o nel
suolo, o immette rifiuti di qualsiasi genere, allo stato solido o liquido, nelle acque
superficiali e sotterranee è tenuto a procedere alla rimozione, all’avvio a recupero
o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il
proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento sull’area, ai quali
tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o colpa, in base agli accertamenti
effettuati, in contraddittorio con i soggetti interessati, dai soggetti preposti al
controllo. Il Sindaco dispone con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il
termine entro cui provvedere, decorso il quale procede all’esecuzione in danno dei
soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate.
Art. 255 D.Lgs. 152/2006
Chiunque abbandona o deposita rifiuti ovvero li immette nelle acque superficiali
o sotterranee è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 125 euro a
620 euro Se l’abbandono di rifiuti sul suolo riguarda rifiuti non pericolosi e non
ingombranti si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 25 euro a 155 euro.
La mancata ottemperanza delle precedenti prescrizioni comporta la pena dell’arresto
fino ad un anno.

Attività di gestione dei rifiuti non autorizzata


Art. 256 D.Lgs. 152/2006
Chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio
ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, iscrizione o
comunicazione è punito:
a) con la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o con l’ammenda da 2.600 euro a
26.000 euro se si tratta di rifiuti non pericolosi;
b) con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammenda
da 2.600 euro a 26.000 euro se si tratta di rifiuti pericolosi.
28

Violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei


registri obbligatori e dei formulari
Art. 258 D.Lgs. 152/2006
Chiunque, produttore di rifiuti pericolosi, non effettua la comunicazione MUD
ovvero la effettua in modo incompleto o inesatto è punito con la sanzione
amministrativa pecuniaria da 2.600 euro a 15.500 euro;
se la comunicazione è effettuata entro 2 mesi dalla scadenza del termine di
presentazione (30 Aprile) si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 26
euro a 160 euro.
Chiunque omette di tenere ovvero tiene in modo incompleto il registro di carico
e scarico dei rifiuti è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 15.50
euro a 93.000 euro. Inoltre è prevista la sanzione amministrativa accessoria della
sospensione da un mese a un anno dalla carica rivestita dal soggetto responsabile
dell’infrazione e dalla carica di amministratore. Per le imprese che occupino un
numero di unità lavorative inferiore a 15 dipendenti, le misure minime e massime
sono ridotte da 2.070 euro a 12.400 euro.
Chiunque effettua il trasporto di rifiuti senza l’apposito formulario ovvero indica nel
formulario stesso dati incompleti o inesatti è punito con la sanzione amministrativa
pecuniaria da 1.600 euro a 9.300 euro. Si applica la pena di cui all’articolo 483 del
codice penale nel caso di trasporto di rifiuti pericolosi. Tale ultima pena si applica
anche a chi, nella predisposizione di un certificato di analisi di rifiuti, fornisce
false indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristiche chimico-
fisiche dei rifiuti e a chi fa uso di un certificato falso durante il trasporto
Se le informazioni contenute nel MUD o nel Registro di carico e scarico dei rifiuti
sono formalmente incomplete o inesatte ma i dati riportati in altre comunicazioni
o negli altri documenti come i formulari o altre registrazioni contabili consentono
di ricostruire le informazioni dovute, si applica la sanzione amministrativa
pecuniaria da 260 euro a 1.550 euro. La stessa pena si applica se il formulario
contiene informazioni formalmente incomplete o inesatte ma contengono tutti
gli elementi per ricostruire le informazioni dovute per legge, nonché nei casi di
mancato invio alle autorità competenti e di mancata conservazione dei registri
e/o del formulario.
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Partner del progetto

IFOA - Sapere utile


IFOA è una storia che inizia nel 1971 e che si è rinnovata
anno dopo anno. La nostra formazione è prioritariamente
orientata al saper fare, un saper fare che nasce da una
costante e intensa relazione con le aziende e le persone.
Alle aziende offriamo corsi a catalogo e soluzioni formative
su misura. Alle persone e i giovani, in particolare, offriamo
master post laurea e decine di corsi per diplomati. All’offerta formativa,
IFOA affianca inoltre rigorosi servizi a supporto dell’inserimento nel mon-
do del lavoro: ricerca e selezione del personale, tirocinio formativo e ap-
prendistato. IFOA è impegnato in progetti Europei, Nazionali e Regionali,
insieme ad una pluralità di soggetti di altri paesi. Con loro realizziamo, in
una molteplicità di contesti nazionali, azioni di qualificazione dei sistemi
formativi, di istruzione e di sperimentazione nel mercato del lavoro. È dal
1996 che IFOA è certificato secondo le norme ISO 9001 (e dal 2002 UNI EN
ISO 9001:2000). IFOA è anche socio ASFOR. Per maggiori informazioni e
per trovare il centro IFOA più vicino a te visita www.ifoa.it

La COLDIRETTI con un milione e mezzo di associati è


la principale organizzazione degli imprenditori agricoli a
livello nazionale e a livello europeo. È una forza sociale
che rappresenta le imprese agricole, radicata sul territo-
rio, con 19 Federazioni regionali, 97 Federazioni provin-
ciali e interprovinciali, oltre 724 uffici di zona e 5.668
sezioni periferiche, che sono il riferimento della maggio-
ranza assoluta delle imprese agricole italiane. La presenza sul territorio
è accompagnata dalla crescente rappresentatività e alla Coldiretti fanno
capo il 69 per cento delle imprese agricole iscritte alle Camere di Com-
mercio che sono associate ad organizzazioni con la maggioranza assoluta
della superficie agricola coltivata, degli animali allevati e del Pil agricolo.
Per maggiori informazioni visita il sito www.coldiretti.it
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Partecipazione e cambiamento: sono queste le


parole chiave che Legambiente ha scelto per
l’anno 2011. Partecipazione per sottolineare e ri-
cordare a tutti noi che Legambiente è una comu-
nità di donne e uomini che con il loro contributo
cercano di costruire un mondo migliore.
Cambiamento perché vogliamo trasformare questo Pianeta: renderlo più
pulito, più sicuro, più giusto. Lo facciamo iniziando dai territori in cui abi-
tiamo, combattendo gli scempi e gli abusi sull’ambiente, costruendo storie
di alternative sostenibili in campo ambientale, energetico, economico.
Dopo trent’anni di storia abbiamo ancora voglia di partecipare e di cam-
biare le cose. In un periodo in cui il senso collettivo e il bene comune
sembrano principi dimenticati, diventa ancora più prezioso costruire un
luogo che trasmetta la voglia e l’importanza di contribuire in prima per-
sona. Legambiente è uno spazio aperto in cui nuove idee e nuove forme
di partecipazione trovano cittadinanza; è, attraverso i circoli sul territorio,
un laboratorio di idee e di impegno; le sue battaglie rappresentano un
antidoto contro il disinteresse e l’individualismo. Contro l’offensiva nucle-
arista, per continuare a combattere le ecomafie, per promuovere le energie
alternative e sostenibili, per denunciare il saccheggio del territorio, per
sostenere un nuovo modello economico, per rilanciare quanto di bello
e peculiare è racchiuso dai nostri territori dobbiamo e possiamo essere
in tanti. Perché in questi 30 anni Legambiente ha fatto crescere nelle co-
scienze e nelle esperienze quotidiane l’idea che cambiare è necessario e
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