0 valutazioniIl 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
16 visualizzazioni5 pagine
Descrizione:
DECRETO-LEGGE 12 settembre 2014, n. 133
Art. 35. Misure urgenti per l'individuazione e la realizzazione di impianti di recupero di energia, dai rifiuti urbani e speciali, costituenti infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale
1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, individua, con proprio decreto, gli impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, esistenti o da realizzare per attuare un sistema integrato e moderno di gestione di tali rifiuti atto a conseguire la sicurezza nazionale nell'autosufficienza e superare le procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore. Tali impianti, individuati con finalità di progressivo riequilibrio socio economico fra le aree del territorio nazionale concorrono allo sviluppo della raccolta differenziata e al riciclaggio mentre deprimono il fabbisogno di discariche. Tali impianti di termotrattamento costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente.
2. Tutti gli impianti, sia esistenti che da realizzare, devono essere autorizzati a saturazione del carico termico, come previsto dall'articolo 15 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 46. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorità competenti provvedono ad adeguare le autorizzazioni integrate ambientali.
3. Tutti gli impianti di nuova realizzazione dovranno essere realizzati conformemente alla classificazione di impianti di recupero energetico di cui al punto R1 (nota 4), allegato C, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152.
4. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorità competenti provvedono a verificare la sussistenza dei requisiti per la loro qualifica di impianti di recupero energetico R1, revisionando in tal senso e nello stesso termine, quando ne ricorrono le condizioni, le autorizzazioni integrate ambientali.
5. Ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni non sussistendo vincoli di bacino per gli impianti di recupero, negli stessi deve essere data priorità al trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel territorio nazionale e a saturazione del carico termico, devono essere trattati rifiuti speciali non pericolosi o pericolosi a solo rischio sanitario, adeguando coerentemente le autorizzazioni integrate ambientali alle presenti disposizioni nei termini sopra stabiliti.
6. I termini previsti per l'espletamento delle procedure di espropriazione per pubblica utilità, di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale degli impianti di cui al comma 1, sono ridotti alla metà. Se tali procedimenti sono in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono ridotti della metà i termini residui.
7. In caso di mancato rispetto dei termini di cui ai commi 2, 4, 5 e 6 si applica il potere sostitutivo previsto dall'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/09/blog-post_29.html
DECRETO-LEGGE 12 settembre 2014, n. 133
Art. 35. Misure urgenti per l'individuazione e la realizzazione di impianti di recupero di energia, dai rifiuti urbani e speciali, costituenti infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale
1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, individua, con proprio decreto, gli impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, esistenti o da realizzare per attuare un sistema integrato e moderno di gestione di tali rifiuti atto a conseguire la sicurezza nazionale nell'autosufficienza e superare le procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore. Tali impianti, individuati con finalità di progressivo riequilibrio socio economico fra le aree del territorio nazionale concorrono allo sviluppo della raccolta differenziata e al riciclaggio mentre deprimono il fabbisogno di discariche. Tali impianti di termotrattamento costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente.
2. Tutti gli impianti, sia esistenti che da realizzare, devono essere autorizzati a saturazione del carico termico, come previsto dall'articolo 15 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 46. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorità competenti provvedono ad adeguare le autorizzazioni integrate ambientali.
3. Tutti gli impianti di nuova realizzazione dovranno essere realizzati conformemente alla classificazione di impianti di recupero energetico di cui al punto R1 (nota 4), allegato C, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152.
4. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorità competenti provvedono a verificare la sussistenza dei requisiti per la loro qualifica di impianti di recupero energetico R1, revisionando in tal senso e nello stesso termine, quando ne ricorrono le condizioni, le autorizzazioni integrate ambientali.
5. Ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni non sussistendo vincoli di bacino per gli impianti di recupero, negli stessi deve essere data priorità al trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel territorio nazionale e a saturazione del carico termico, devono essere trattati rifiuti speciali non pericolosi o pericolosi a solo rischio sanitario, adeguando coerentemente le autorizzazioni integrate ambientali alle presenti disposizioni nei termini sopra stabiliti.
6. I termini previsti per l'espletamento delle procedure di espropriazione per pubblica utilità, di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale degli impianti di cui al comma 1, sono ridotti alla metà. Se tali procedimenti sono in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono ridotti della metà i termini residui.
7. In caso di mancato rispetto dei termini di cui ai commi 2, 4, 5 e 6 si applica il potere sostitutivo previsto dall'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/09/blog-post_29.html
DECRETO-LEGGE 12 settembre 2014, n. 133
Art. 35. Misure urgenti per l'individuazione e la realizzazione di impianti di recupero di energia, dai rifiuti urbani e speciali, costituenti infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale
1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, individua, con proprio decreto, gli impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, esistenti o da realizzare per attuare un sistema integrato e moderno di gestione di tali rifiuti atto a conseguire la sicurezza nazionale nell'autosufficienza e superare le procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore. Tali impianti, individuati con finalità di progressivo riequilibrio socio economico fra le aree del territorio nazionale concorrono allo sviluppo della raccolta differenziata e al riciclaggio mentre deprimono il fabbisogno di discariche. Tali impianti di termotrattamento costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente.
2. Tutti gli impianti, sia esistenti che da realizzare, devono essere autorizzati a saturazione del carico termico, come previsto dall'articolo 15 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 46. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorità competenti provvedono ad adeguare le autorizzazioni integrate ambientali.
3. Tutti gli impianti di nuova realizzazione dovranno essere realizzati conformemente alla classificazione di impianti di recupero energetico di cui al punto R1 (nota 4), allegato C, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152.
4. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorità competenti provvedono a verificare la sussistenza dei requisiti per la loro qualifica di impianti di recupero energetico R1, revisionando in tal senso e nello stesso termine, quando ne ricorrono le condizioni, le autorizzazioni integrate ambientali.
5. Ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni non sussistendo vincoli di bacino per gli impianti di recupero, negli stessi deve essere data priorità al trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel territorio nazionale e a saturazione del carico termico, devono essere trattati rifiuti speciali non pericolosi o pericolosi a solo rischio sanitario, adeguando coerentemente le autorizzazioni integrate ambientali alle presenti disposizioni nei termini sopra stabiliti.
6. I termini previsti per l'espletamento delle procedure di espropriazione per pubblica utilità, di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale degli impianti di cui al comma 1, sono ridotti alla metà. Se tali procedimenti sono in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono ridotti della metà i termini residui.
7. In caso di mancato rispetto dei termini di cui ai commi 2, 4, 5 e 6 si applica il potere sostitutivo previsto dall'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/09/blog-post_29.html
circa 7500! Cementifici, inceneritori, discariche e altre attivit devono possedere lAIA. I cementifici consistono in impianti che generano un considerevole impatto sullambiente. Il combustibile utilizzato rappresentato da carbone, coke, olio combustibile, lignite, gas e rifiuti come gli oli esausti, i solventi organici, le pitture, le vernici, CDR, le plastiche, le resine non clorurate, i pneumatici, le farine animali (rapporto Cembureau). In Italia, ci sono 64 cementifici e 29 centri di macinazione (Europa : 252 cementifici e 68 centri di macinazione). I tipi di processi utilizzati sono per l85% a via secca e la rimanenza a via semisecca e semiumida. Il Veneto al primo posto in Italia, con sei impianti a ciclo completo e 5 di sola macinazione. Lindustria del cemento a elevati consumi energetici. La parte pi importante del processo per quanto riguarda le emissioni la cottura: la farina cruda viene messa nel forno rotante e sottoposta a essiccazione,preriscaldamento,calcinazione e sinterizzazione per produrre il clinker . Le emissioni di maggior rilievo riguardano gli ossidi di azoto, il biossido di zolfo e le polveri. Labbattimento delle polveri perseguito da almeno cinquanta anni, quello del SO2 (biossido di zolfo) una questione specifica di ogni singolo impianto, inoltre labbattimento dei NOx (ossidi di azoto come monossido, protossido) rappresenta un grande problema. Le polveri aerodisperse rappresentano lincidenza fondamentale, e sono da considerare connesse al processo, poich sia le materie prime, movimentate e sottoposte a fasi di frantumazione e macinazione, sia il cemento prodotto si presentano prevalentemente sotto forma di polveri fini e finissime. Altri inquinanti da considerare: CO (monossido di carbonio), COV (composti organici volatili) , HF (acido fluoridrico), HCl (acido cloridrico), IPA (idrocarburi policiclici aromatici), metalli come mercurio e cadmio (Hg, Cd). Leventuale immissione di sostanze organiche contenenti cloro pu causare la formazione di diossine e furani (PCDD e PCDF: i fattori di 1
emissione per i cementifici variano tra un minimo di 0,001
microgrammi per tonnellata di cemento prodotto a uno medio di 0,15) allinterno o a valle del preriscaldatore. Le risultanze analitiche indicano che i forni di cottura clinker rispettano la concentrazione limite (10.000 miliardesimi di grammo di tossicit equivalente per un metro cubo normalizzato di gas). Da segnalare, inoltre, lemissione di composti ammoniacali derivante dalla qualit delle materie prime utilizzate. Altre potenziali fonti inquinanti sono date dai rifiuti, dai rumori e dagli odori. Molti cementifici hanno abbattuto le emissioni attraverso luso di moderni sistemi gravimetrici di alimentazione dei combustibili solidi, linstallazione di raffreddatori ottimizzati, e di sistemi esperti per la gestione dellenergia elettrica. Il problema che, per, nessun legislatore degli ultimi 20 anni ha risolto, risiede nella normativa!
Gli impatti dipendono dalle quantit dinquinanti emessi in un arco
temporale, soprattutto se si pensa a inquinanti persistenti (metalli, diossine). In sostanza per valutare limpatto si deve moltiplicare la concentrazione dellinquinante per la portata. Un cementificio pu anche superare abbondantemente i 130.000 metri cubi/ora di gas per forno. Comodo affermare che si rispettano le concentrazioni, omettendo di considerare la quantit dinquinanti scaricati. Il confronto con un inceneritore pu rendere meglio lidea. Il limite dellinceneritore di Brescia per SOx pari a 150 mg/mc, per quello di Bolzano 50 mentre per il cementificio di Monselice 600 mg/mc; riguardo ai NOx:200 per linceneritore di Brescia, 70 per Bolzano e 1800 il cementificio; per le Polveri: a Brescia 10 mg/mc e il cementificio Monselice 30. Calcolando i flussi di massa, cio moltiplicando la concentrazione per la portata, possiamo pesare le differenze dellinquinamento prodotto. Le portate di un cementificio sono molto pi elevate di quelle di un inceneritore, con un conseguente superiore inquinamento. I cementifici hanno notevoli criticit ambientali, poich caratterizzati da imponenti flussi di massa, e non a caso sono classificati come industrie insalubri di prima classe. Lulteriore, estrema importanza dellAIA risiede in due importantissime questioni, che sembrerebbero formali tecnicismi, ma che costituiscono elementi centrali per la riduzione dellinquinamento: i cosiddetti transitori e il piano di monitoraggio e controllo.
I transitori sono momenti anomali di funzionamento come ad esempio una
cattiva combustione evidenziata dallaumento della concentrazione di monossido di carbonio, oppure il momento dellavvio e della fermata dellimpianto. Non casualmente, nelle autorizzazioni alle emissioni si legge la prescrizione: Lazienda dovr comunicare al Comune il calendario delle fermate programmate dei forni e informare lo stesso dei motivi delle fermate non programmate e della durata prevista, al fine di permettere agli uffici comunali di avvisare adeguatamente la popolazione. Una cattiva combustione, per eccesso di concentrazione di monossido di carbonio, significa pertanto temperature nettamente inferiori ai mitici 1400 C, che sono onore e vanto dei cementifici. In tali momenti anomali (transitori) non esistono limiti per le emissioni che invece valgono per il normale funzionamento. NellAIA, invece, tra le prescrizioni sinseriscono i limiti per le emissioni fuggitive, i malfunzionamenti e larresto dellimpianto (comma 7 art 7 dlgs 59/2005).
Il Piano di Monitoraggio e Controllo costituisce la verifica della
conformit di un impianto a un paradigma normativo predeterminato. La pianificazione dellazione di controllo consente la verifica della conformit ai valori che caratterizzano la prestazione ambientale dellimpianto, e alle condizioni che saranno stabilite nellAIA. La definizione dello scopo del monitoraggio, la definizione dellintensit e della frequenza del monitoraggio, correlata al rischio ambientale, e lottimizzazione della scelta dei parametri consentono di controllare limpatto ambientale dellattivit produttiva, comportano lattenzione a tutta la catena di produzione dei dati e la codifica delle azioni di reporting. Il registro INES (Inventario Nazionale delle Emissioni Inquinanti e loro Sorgenti creato a seguito adempimento art 15 direttiva IPPC) consente o meglio dovrebbe consentire laccesso ai cittadini alle informazioni e al procedimento autorizzatorio.I dati di INES vanno convalidati da ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) . I dati dellultimo anno non sono stati possibile averli considerato che Ispra non ha convalidato ancora i dati del nuovo registro E-PTR (European Pollution Release and Transfer Register, a causa dellevidente azione di smobilitazione in cui versa lIstituto. Il Piano di Risanamento e Tutela dellAria e quello delle Acque (competenza regionale) tengono conto delle caratteristiche complessive della Regione (regime dei venti, inversione termica, concentrazione del manifatturiero, aree da tutelare, inquinamento complessivo etc), delle prescrizioni del Sindaco (comma 11 art 5 Dlgs 59/2005) e dellAIA, che ha anche la finalit di differenziare i limiti rispetto allinquinamento del territorio, e alla voglia della Regione di produrrequalit urbana. Connessa al problema cementificio , inoltre, la regolamentazione delle attivit di cava, dalle quali ogni anno si estraggono tra inerti, sabbia e ghiaia, circa 142 milioni di metri cubi. I primi posti spettano a Puglia, Lombardia e Lazio che 3
estraggono la met del totale. Le Regioni ricavano poco pi di 55 milioni di
euro dai canoni di concessione, il che sorprendentemente ridicolo rispetto ai poco meno due miliardi di euro affluiti nelle tasche dei cavatori dalla vendita.
Un caso eclatante quello della Puglia da dove si estraggono circa 25
milioni di tonnellate, con introiti per i cavatori di oltre 300 milioni di euro e nulla versato al territorio! Siamo convinti delle ragioni dellambientalismo, a dispetto delle sue numerosi vestali, e della possibilit di coniugare le ragioni della tutela dei beni ambientali con uno sviluppo economico rispettoso delle vocazioni dei territori. http://www.agoramagazine.it/agora/AIA-Cementifici-e-impatti
ITALCEMENTI AZIENDA INSALUBRE Testo unico delle leggi sanitarie decreto
27 luglio 1934, n. 1265 Articolo 216 Le manifatture o fabbriche che producono vapori, gas o altre esalazioni insalubri o che possono riuscire in altro modo pericolose alla salute degli abitanti sono indicate in un elenco diviso in due classi. La prima classe comprende quelle che debbono essere isolate nelle campagne e tenute lontane dalle abitazioni; la seconda quelle che esigono speciali cautele per la incolumit del vicinato. Questo elenco, compilato dal consiglio superiore di sanit, approvato dal Ministro per l'interno , sentito il Ministro per le corporazioni , e serve di norma per l'esecuzione delle presenti disposizioni. Le stesse norme stabilite per la formazione dell'elenco sono seguite per iscrivervi ogni altra fabbrica o manifattura che posteriormente sia riconosciuta insalubre. Una industria o manifattura la quale sia inscritta nella prima classe, pu essere permessa nell'abitato, quante volte l'industriale che l'esercita provi che, per l'introduzione di nuovi metodi o speciali cautele, il suo esercizio non reca nocumento alla salute del vicinato. Chiunque intende attivare una fabbrica o manifattura compresa nel sopra indicato elenco, deve quindici giorni prima darne avviso per iscritto al podest , il quale, quando lo ritenga necessario nell'interesse della salute pubblica, pu vietarne l'attivazione o subordinarla a determinate cautele. Il contravventore punito con la sanzione amministrativa da lire 40.000 a lire 400.000 . Ministro della sanit. Ministro del lavoro e previdenza sociale. Ora, Sindaco. La sanzione 4
originaria dell'ammenda stata depenalizzata dall'art. 32, l. 24
novembre 1981, n. 689. L'importo della sanzione stato cos elevato dall'art. 114, primo comma, della citata l. 24 novembre 1981, n. 689. A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA ISOLA DELLE FEMMINE http://isoladellefemmineitalcementieambiente.blogspot.it/2010/08/azienda-insalubre-italcementinel.html
I Peccati di Grande Petrolio: Come le multinazionali distruggono il nostro pianeta, il clima e l'economia mentre fanno profitti folli e usano il greenwashing per ingannare la società!
Manuale delle procedure ambientali: relative agli scarichi delle acque reflue domestiche o urbane nella pubblica fognatura, sul suolo, in corpo idrico superficiale o in acque marino-costiere
2014 2 APRILE GIUNTA 45 2014 26 MARZO GIUNTA 45 AVV PELLEGRINO TAR PA 831 833 1045 2014 SPATOLA ROSA DANGELO GIOVANNI CL ED DE RICORSO AL TAR DI PALERMO
2014 25 LUGLIO CL ED DE SAS D'AMGELO SENT 412 2014 RIC 613 14 29 04 14 ROSA SPATOLA SENT 373 14 RIC 1045 14 2014 2 MAGGIO SPATOLA ROSA SENT 368 14 RIC 833 14 CL ED DE
2015 12 OTTOBRE DELIBERAZIONE CONSILIARE 43 12 OTTOBRE 2016 BRICOMAN CENTER NELL'AEX SITO SICAR SASSARI 68 SAS MONTICCIOLO GASPARED CC 43 12 OTTOBRE 2015 CC 3 15 02 18 CC 16 19 06 18
2015 12 OTTOBRE DELIBERAZIONE CONSILIARE 43 12 OTTOBRE 2016 BRICOMAN CENTER NELL'AEX SITO SICAR SASSARI 68 SAS MONTICCIOLO GASPARED CC 43 12 OTTOBRE 2015 CC 3 15 02 18 CC 16 19 06 18-ilovepdf-compressed
2015 12 OTTOBRE DELIBERAZIONE CONSILIARE 43 12 OTTOBRE 2016 BRICOMAN CENTER NELL'AEX SITO SICAR SASSARI 68 SAS MONTICCIOLO GASPARED CC 43 12 OTTOBRE 2015 CC 3 15 02 18 CC 16 19 06 18
2017 20 SETTEMBRE BOLOGNA SINDACO COMMISSIONE ESAMINATRICE DEL CONCORSO ALTA PROFESSIONALITA' 1 PARTECIPANTE 1 VINCITORE MAGGIORE CROCE ANTONINO BALISTRERI PIETRO PARENTE CROCE
2017 28 OTTOBRE FACEBOOK CIMITERO TRIBOTO BRUNO RANDAZZO LA NONNA SPARITA VENTIMIGLIA AIELLO MARIA AIELLO BEATRICE FAVALORO CRISCI MARCO DE BLASI FERRANTE GUTTUSO
2017 28 OTTOBRE FACEBOOK CIMITERO TRIBOTO BRUNO RANDAZZO LA NONNA SPARITA VENTIMIGLIA AIELLO MARIA AIELLO BEATRICE FAVALORO CRISCI MARCO DE BLASI FERRANTE GUTTUSO
2017 28 OTTOBRE FACEBOOK CIMITERO TRIBOTO BRUNO RANDAZZO LA NONNA SPARITA VENTIMIGLIA AIELLO MARIA AIELLO BEATRICE FAVALORO CRISCI MARCO DE BLASI FERRANTE GUTTUSO
2017 28 OTTOBRE FACEBOOK CIMITERO TRIBOTO BRUNO RANDAZZO LA NONNA SPARITA VENTIMIGLIA AIELLO MARIA AIELLO BEATRICE FAVALORO CRISCI MARCO DE BLASI FERRANTE GUTTUSO
2017 28 OTTOBRE FACEBOOK CIMITERO TRIBOTO BRUNO RANDAZZO LA NONNA SPARITA VENTIMIGLIA AIELLO MARIA AIELLO BEATRICE FAVALORO CRISCI MARCO DE BLASI FERRANTE GUTTUSO
2017 28 OTTOBRE FACEBOOK CIMITERO TRIBOTO BRUNO RANDAZZO LA NONNA SPARITA VENTIMIGLIA AIELLO MARIA AIELLO BEATRICE FAVALORO CRISCI MARCO DE BLASI FERRANTE GUTTUSO
2017 28 OTTOBRE FACEBOOK CIMITERO TRIBOTO BRUNO RANDAZZO LA NONNA SPARITA VENTIMIGLIA AIELLO MARIA AIELLO BEATRICE FAVALORO CRISCI MARCO DE BLASI FERRANTE GUTTUSO
2017 28 OTTOBRE FACEBOOK CIMITERO TRIBOTO BRUNO RANDAZZO LA NONNA SPARITA VENTIMIGLIA AIELLO MARIA AIELLO BEATRICE FAVALORO CRISCI MARCO DE BLASI FERRANTE GUTTUSO
2017 28 OTTOBRE FACEBOOK CIMITERO TRIBOTO BRUNO RANDAZZO LA NONNA SPARITA VENTIMIGLIA AIELLO MARIA AIELLO BEATRICE FAVALORO CRISCI MARCO DE BLASI FERRANTE GUTTUSO
2017 28 OTTOBRE FACEBOOK CIMITERO TRIBOTO BRUNO RANDAZZO LA NONNA SPARITA VENTIMIGLIA AIELLO MARIA AIELLO BEATRICE FAVALORO CRISCI MARCO DE BLASI FERRANTE GUTTUSO