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RIFIUTI

Dalla

fine

dell'energia, quindi., riciclare o riutilizzare significa


del

secondo

conflitto

mondiale,

la

risparmiare energia.

produzione di rifiuti e progressivamente aumentata e

Gli impianti recupero dei materiali, inoltre, suscitano

rappresenta oggi uno dei pi significativi effetti ed

meno preoccupazione e diffidenza rispetto a quelli di

indicatori della crescita economica e dell'aumento dei

incenerimento; pur prescindendo da considerazioni

consumi.

relative all'emissione di sostanze inquinanti, un

La quantit di rifiuti generata da un paese non

inceneritore

costituisce

l'aspetto

solo

una

misura

della

sua

crescita

tecnologicamente

dell'abbattimento

dei

all'avanguardia
fumi

per

inquinanti,

economica, un'esternalit negativa sviluppata dalle sue

comunque, ha un costo di realizzazione elevato e

attivit produttive, ma rappresenta un indicatore del

necessita di un lungo periodo di ammortamento dei

ritmo di sfruttamento ed impoverimento delle sue

costi(30-35 anni), durante il quale deve riuscire a

risorse: produrre rifiuti significa utilizzare risorse

mantenere un regime di attivit costante: questo

potenziali, sia materiali sia energetiche, che, se non

significa che deve garantirsi, attraverso contratti di

recuperate,

17ambiente,

fornitura, una quantit di rifiuti costante, se non

incidendo sulla sua capacita di assorbimento e

crescente, nel tempo, secondo una logica che stravolge,

rigenerazione. 1 rifiuti, quindi, rappresentano un

quindi, l'ordinamento gerarchico dei principi di gestione

problema ambientale, igienico-sanitario, sociale, prima

dei rifiuti stabilito dalla normativa comunitaria.

che strettamente economico-gestionale.

Il D.Lgs. del 3 aprile 2006 no 152, noto anche come

La Comunit Europea ha legiferato in materia di rifiuti

nuovo "codice dell'ambiente", entrato in vigore da1 3

fin da1 1975, ma solo da1 1989 si dotata di una

maggio 2006, la normativa di riferimento per le

precisa strategia che ha definito le priorit politiche cui

problematiche ambientali. In particolare la parte IV del

gli Stati membri vengono chiamati a conformarsi nel

decreto quella dedicata alle "norme in materia di

dare attuazione ai principi di gestione dei rifiuti, priorit

rifiuti e di bonifica dei siti inquinati" che ha sostituito il

politiche confermate anche nel Quinto e nel Sesto

D.Lgs.

Programma Comunitario di azione ambientale:

precedentemente in vigore in materia di gestione dei

vanno

ridurre

sovraccaricare

quantitativamente

qualitativamente

il

rifiuto

noto

come

"Decreto

Ronchi",

rifiuti. Il comma 1 dell'art. 182 (smaltimento dei rifiuti)


del D .Lgs. 152/06 stabilisce che "lo smaltimento dei

rifiuti effettuato in condizioni di sicurezza e

di

azione

costituisce la fase residuale della gestione dei rifiuti,

stabilito

come

previa verifica, da parte della competente autorit, della

obiettivo per il 2000 la stabilizzazione

impossibilit tecnica ed economica di esperire le

della produzione dei RSU a 300 kg pro

operazioni di recupero di cui all'art.181". Inoltre alla

capite all'anno);

lettera g) comma 1 dell'art.183 si definisce lo

Programma

Comunitario

ambientale

aveva

(il

22/97

smaltimento come "ogni operazione finalizzata a

riutilizzare e recuperare il rifiuto.

sottrarre definitivamente una sostanza, un materiale o

Relativamente a quest' ultimo punto, la strategia

un oggetto da1 circuito economico e10 di raccolta e, in

comunitaria riconosce la preferenza al recupero dei

particolare, le operazioni previste nell'Allegato B alla

materiali rispetto alle operazioni di recupero energetico,

parte IV del decreto".

sulla base di considerazioni energetiche, ambientali ed

Nell'allegato B si elencano, poi, le operazioni di

economico-sociali.

dalla

smaltimento come avvengono nella pratica e si precisa

combustione dei rifiuti, infatti, non e paragonabile a

che i rifiuti devono essere smaltiti senza pericolo per la

quella risparmiata riciclando o riutilizzando il rifiuto: in

salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi

un'ottica di massimizzazione della conservazione

che possono recare pregiudizio all'ambiente.

L'energia

recuperata

Le operazioni di smaltimento, quindi, seguono una

biologica significativa; i rifiuti inerti non

numerazione come gi nel Decreto Ronchi, da1 DI al

si dissolvono, non bruciano n sono

D14.

soggetti ad altre reazioni fisiche o

L'allegato D riporta l'elenco dei rifiuti e dei rispettivi

chimiche, non sono biodegradabili e, in

codici CER conformemente all'art.1 lettera a) della

caso di contatto con altre materie, non

direttiva 751442lCEE relativa ai rifiuti ed all'art. 1

comportano

paragrafo 4 della direttiva 911689lCEE relativa ai rifiuti

provocare inquinamento ambientale o

pericolosi di cui alla decisione della Commissione

danno

200015321CE del 3 maggio 2000 (direttiva Ministero

disposizione di cui all'art. 3, comma 1,

del17Ambiente e della Tutela del Territorio del 9/4/02).

lett. e), aggiunge inoltre che "la tendenza

Rimane valido il principio che stabilisce che consentito

a dar luogo a percolati e la percentuale

smaltire in discarica solo i rifiuti inerti, i rifiuti

inquinante globale dei rifiuti nonch

individuati da specifiche norme tecniche e i rifiuti che

l'ecotossicit dei percolati devono essere

residuano dalle operazioni di riciclaggio, di recupero e

trascurabili

di smaltimento di cui ai punti D2, D8, D9, DI0 e

danneggiare la qualit delle acque,

DI 1 del suddetto allegato B.

superficiali e sotterranee" (a questo

Il termine per l'efficacia di tale divieto (stabilito al 1"

proposito

gennaio 2000 da1 "Decreto Ronchi") stato inizialmente

interpretativo, fornire contenuto concreto

prorogato al 16 luglio 2001 da1 D.L. 30 dicembre 1999,

alla

n. 500 (convertito in legge 25 febbraio 2000, n. 33) e

trascurabilit").

successivamente al 22 agosto 2002 con D.L. 16 luglio

effetti

alla

nocivi

salute

e,

in

umana".

'

da
La

particolare,

occorrer,

predetta

tali

non

livello

"valutazione

di

la nozione di "trattamento" ("i processi

2001, n. 286, (convertito. in legge 33512001).

fisici, termici, chimici o biologici,

In ogni caso il divieto scatta con il recepimento della

incluse le operazioni di cernita, che

direttiva 9913 11CE relativa alle discariche, attuato con

modificano le caratteristiche dei rifiuti,

il D.Lgs. 13 gennaio 2003, n. 36 che abroga le suddette

allo scopo di ridurne il volume o la

disposizioni nonch il D.M. 14111998, .che aveva gi

natura

introdotto alcuni criteri e divieti per lo smaltimento dei

trasporto, di agevolare il recupero o di

rifiuti in discarica.

favorirne lo smaltimento in condizioni di

Fra le principali novit che esso introduce va

sicurezza");

annoverata, senza dubbio, la nuova classificazione (art.

coordinata con l'interpretazione autentica

4) delle discariche nelle seguenti tre categorie: discarica

della definizione di rifiuto introdotta

per rifiuti inerti; discarica per rifiuti non pericolosi;

dalL'art. 6, d. lgs. n. 3612003, individua

discarica per rifiuti pericolosi. Destinate a produrre

ben 14 categorie di rifiuti non ammessi

rilavanti effetti su1 piano pratico appaiono alcune delle

in discarica e stabilisce un preciso

definizioni contenute nell'art. 2. Oltre a quella di

divieto di diluire o miscelare i rifiuti al

"discarica", sinora sconosciuta al nostro ordinamento ed

solo fine di renderli conformi ai criteri di

affidata quindi all'elaborazione della dottrina e,

pericolosa,

essa,

di

facilitarne

peraltro,

il

andr

ammissibilit.

soprattutto, della giurisprudenza, e la distinzione, a

I1 successivo art. 7 prevede in via generale che i rifiuti

livello soggettivo, gestore della discarica e detentore del

possano essere collocati in discarica soltanto dopo

rifiuto, vanno segnalate:

trattamento (fanno eccezione pero i rifiuti inerti il cui

l'introduzione

specifica

trattamento non sia tecnicamente fattibile e quelli il cui

definizione di "rifiuti inerti": "i rifiuti

trattamento non contribuisce al raggiungimento delle

solidi

finalit del decreto e non risulta indispensabile ai fini

che

trasformazione

di
non

una
subiscono

fisica,

alcuna

chimica

del rispetto dei limiti di legge).

L'uso delle discariche per il rifiuto indifferenziato deve

emissioni ad alto contenuto di metano e anidride

essere assolutamente evitato. Infatti, i residui di molti

carbonica, due gas serra molto attivi; una moderna

rifiuti, soprattutto di RSU organici, restano attivi per

discarica deve pertanto prevedere sistemi di captazione

oltre 30 anni e, attraverso i naturali processi di

di tali gas (in particolare il metano, che pu essere usato

decomposizione

anzich disperso in atmosfera).

anaerobica,

producono

biogas

numerosi liquami (percolato) altamente contaminanti


per il terreno e le falde acquifere per cui il conferimento
senza preventivo trattamento di compostaggio da
evitarsi. Dati gli enormi tempi di degradabilit dei
materiali normalmente conferiti in discarica (come le
plastiche e ancor peggio i rifiuti pericolosi)
ragionevole stimare la possibilit di rilevare tracce di
queste sostanze dopo la chiusura di una discarica per un
periodo che va fra i 300 e i 1000 anni, per cui
]

andrebbero trattati differentemente .

hanno eliminato il conferimento in discarica di rifiuti


trattati

le

essere ridotti o eliminati con l'adozione di tecniche


costruttive specifiche e con il pretrattamento dei rifiuti:
in particolare la raccolta differenziata di quanto
riciclabile e della frazione umida (responsabile delle
citate emissioni liquide e gassose), e il cosiddetto
trattamento a freddo mediante cui si accelera la
decomposizione dei rifiuti prima del conferimento in
discarica.

Alcuni paesi come la Germania, l'Austria e la Svizzera


non

I problemi delle emissioni di gas possono tuttavia

discariche

sono

utilizzate

principalmente per lo stoccaggio delle ceneri dei


termovalorizzatori o dei residui degli impianti di
trattamento biologico e compostaggio.

Purtroppo, specialmente in Italia, esistono numerose


abusive (inquinanti e pericolose), non controllate,
spesso connesse con attivit mafiose come la camorra
per il lucroso traffico illegale dei rifiuti (ecomafie).
Queste

discariche,

non

controllate

regolarmente,

contengono materiali tossici spesso trasportati dalle


fabbriche del settentrione fino al meridione. Le

Attualmente lo smaltimento in discarica in Italia il

conseguenze sono facilmente immaginabili.

principale metodo di eliminazione dei rifiuti, in quanto


semplice ed economico. Dati relativi al 2004 indicano
che il 51,9% dei rifiuti totali prodotti stato smaltito in
discarica. L'uso della discarica molto intenso nei paesi
poco sviluppati, mentre la tendenza generale volta a
limitare il conferimento in discarica applicando
attivamente politiche di riduzione, riuso e riciclo, e
sfruttando

tecnologie

quali

il

compostaggio

l'incenerimento per i residui.

Dal punto di vista energetico i rifiuti solidi sono molto


pi efficientemente trasformati se li si recupera e ricicla
con

tecniche

moderne.

Altra

possibilit

l'incenerimento che comunque necessita di discariche


per i residui (le ceneri, rifiuti pericolosi e pari a circa
10% in volume e 30% in peso del rifiuto introdotto) non
riutilizzati e per il materiale non combustibile non
recuperato (cosiddetto inerte). Dal punto di vista
ambientale entrambe le tecniche di smaltimento

Dal punto di vista dell'emissione in atmosfera di gas

(discarica

responsabili dei cambiamenti climatici, le discariche del

considerate un male minore, da limitare in favore delle

tipo per rifiuti non pericolosi e quelle del tipo per rifiuti

tecniche di recupero e riciclaggio. Tuttavia, anche una

pericolosi risultano nocive se il rifiuto non viene

societ educata alla minore produzione di rifiuti, al loro

preventivamente

massimo riutilizzo e riciclaggio, non potr mai fare a

trattato

e/o

differenziato

(come

purtroppo spesso capita). infatti scientificamente


provato

dall'organizzazione

internazionale

e termovalorizzazione) possono essere

meno di un certo numero di discariche.

sui

cambiamenti climatici, IPCC (Intergovernmental Panel


on Climate Change) che i rifiuti in discarica causano

In Italia l'onere della gestione e del trattamento dei


rifiuti caricato sui bilanci dei comuni, che finanziano

questo servizio con un'apposita tassa per la spazzatura

Proprio

(la Tarsu). In genere essa proporzionale ai metri

sottoscrizione del Protocollo di Kyoto pongono una

gli

impegni

assunti

dall'Italia

con

la

quadri dell'abitazione e al numero delle persone che vi

serie di problematiche in tema di utilizzo delle fonti

risiedono, ma sarebbe pi corretto valutare l'effettiva

rinnovabili per produrre energia.

produzione di rifiuti differenziati/indifferenziati come

Questi impianti sono stati al centro di grandi polemiche

avviene in alcuni comuni pi virtuosi, dove si applica la

concernenti la loro pericolosit ambientale ed igienico-

Tia a norma di legge.

sanitaria: differenti sono state le voci che si sono


alternate nel dibattito pubblico, alcune rivendicanti

La spesa principale consiste nel costo di trasporto


(operatori e camion) dalle utenze fino alla discarica, che
di solito sita in territorio demaniale, di propriet dello
stesso comune. Se la spazzatura depositata nel terreno
di un privato o di un altro comune, i rifiuti vengono
pesati e viene pagato un corrispettivo proporzionale al
volume e/o peso introdotto in discarica. Il costo

l'autorit e l'autorevolezza in materia, derivante da anni


di studi, ma ugualmente divisi sulle valutazioni ed i
giudizi complessivi. Gli inceneritori, o termodistruttori,
sono altoforni, che operano una combustione di rifiuti,
riducendone il peso ed il volume, producendo ceneri
pari a circa un terzo in peso del rifiuto immesso e
permettendo un recupero energetico delle calorie
(potere calorifico) contenute nella massa di rifiuti:

quindi proporzionale alla produzione di rifiuti.

queste calorie vengono quindi sfruttate per generare del


vapore (teleriscaldamento) o per produrre energia
La permanenza dei rifiuti per lunghi periodi di tempo in
discarica (su terreno demaniale) comporta pochi oneri
economici di gestione, se non ci si preoccupa
dell'impatto ambientale. La saturazione delle discariche,
con la conseguenza di non potervi pi conferire rifiuti,
una questione molto attuale che tra l'altro rappresenta
una delle principali cause del cosiddetto "turismo dei
rifiuti", che comporta spesso lunghi viaggi in attesa
dello smaltimento finale: si veda ad esempio il caso
della Campania, che per la cosiddetta emergenza
rifiuti in corso da molti anni ha esportato centinaia di
migliaia di tonnellate di rifiuti in altre regioni italiane e
persino all'estero, mentre recentemente si ribadita
l'importanza dell'autonomia delle singole province nella
gestione dei rifiuti.

elettrica.
Nel

funzionamento

di

ogni

impianto

di

termodistruzione possibile distinguere 5 parti principali:


1. la sezione di accumulo e stoccaggio dei rifiuti, in cui
i rifiuti vengono accumulati prima della combustione;
2. la sezione di combustione, costituita da una camera
di ossidazione (forno) realizzata secondo forme e
tecnologie differenti a seconda della tipologia del rifiuto
e che pu essere di tre tipologie: a) "combustori a
griglia" (fissa o mobile) per rifiuti urbani tal quali o
materiale non omogeneo, con potere calorifico non
troppo elevato; b)"combustori a letto fluido" per
frazioni di rifiuti ad alto potere calorifico, come il CDR
(combustibile derivato dai rifiuti) o i fanghi di
depurazione dei reflui civili; c) "forni a tamburo
rotante" per varie tipologie di rifiuti (solidi, liquidi,

I1 recupero energetico da rifiuti sembra acquistare

fanghi e rifiuti ospedalieri), in particolare per quelli

sempre

industriali;

pi

importanza

nell'immediato

futuro,

soprattutto in considerazione di due fattori contrapposti:

3. la sezione. di post-combustione (camera secondaria

la necessita di rispettare gli obiettivi di emissione dei

di combustione), introdotta in Italia solo nel 1984, per i

gas sena stabiliti da1 Protocollo di Kyoto e il crescente

cosiddetti composti clorurati (diossine e furani);

fabbisogno energetico che, da un lato, necessita di una

4. 'la sezione di raffreddamento fumi;

organica politica di risparmio, dall'altro, richiede

5. la sezione di trattamento fumi, suddivisa in tre parti:

un'azione di ricerca e sfruttamento delle fonti

depolverizzazione. per la rimozione delle polveri

rinnovabili in alternativa ai combustibili fossili.

effettuata mediante filtri; abbattimento dei gas acidi


(acido cloridrico, fluoridrico, ossidi di zolfo); rimozione

degli ossidi di azoto effettuata in caldaia mediante un

nelle ceneri e nelle scorie, il cui impatto, sull'ambiente

sistema catalitico o attraverso iniezione di alcuni

sar registrato solo al momento della loro deposizione

composti (ammoniaca o urea).

in discarica.

Sulle ultime 3 sezioni si appuntano le numerose critiche

, Pcdf, policlorodibenzofurani, policloronaftalene e

sull'efficienza dei termovalorizzatori per impedire gli

clorobenzene, Ipa, idrocarburi policiclici aromatici,

impatti ambientali derivanti dallo sprigionamento dei

Voc, composti organici volatili, metalli pesanti, come

fumi tossici prodotti dalla combustione. Gli inquinanti

piombo, cadmio, mercurio ecc.).

emessi

sotto

forma

di

gas

si

dividono

in

microinquinanti e macroinquinanti: tra i primi si


trovano

composti

organici

del

cloro

(Pcb,

policlorobifenili, Pcdd, policlorodibenzodiossine Tra i


macroinquinanti, invece, compaiono le polveri, l'acido
cloridrico, gli ossidi di azoto, gli ossidi di zolfo e gli
ossidi di carbonio. Le sostanze solide emesse si
distinguono in ceneri di fondo (che si depositano alla
base della caldaia durante il processo di combustione) e
ceneri volanti (perch non trattenute dai sistemi di
filtraggio aereo). Molti dei microinquinanti sono noti
per essere persistenti, bioaccumulabili e tossici.
I meccanismi che causano la presenza di Pcdd
(policlorodibenzodiossine)

Pcdf

(policlorodibenzofurani) nei flussi in uscita dalla


combustione dei rifiuti sono di.aria natura: questi
composti si formano da precursori organici clorurati
presenti nei rifiuti immessi negli inceneritori. 11 40%
del cloro contenuto nei rifiuti e dovuto alla presenza di
cartoni e carta che rappresentano il 26,5% in peso dei
rifiuti solidi urbani ma corrispondono al 55% del potere
calorfico degli stessi.
La presenza di Pcdd e Pcdf nei fumi prodotti dai
termovalorizzatori, quindi. e principalmente dovuta alle
reazioni termiche che si sviluppano tra i precursori
clorurati cd i coinposti inorganici clorurati presenti in
queste sostanze. Attraverso l'incenerimentto i metalli
pesanti (piombo, cadmio, mercurio, arsenico ecc.),
presenti negli originali rifiuti solidi. sono emessi sotto
forma di gas, in associazione a particelle aeree
minuscole, di ceneri e di altri residui solidi.
Molti metalli sono tossici e persistenti nell'ambiente e
provocano notevoli impatti negativi sulla salute
dell'uomo. Come per le diossine, la riduzione delle
emissioni ir1 atmosfera di metalli, determinata da1
miglioramento delle tecnologie di abbattimento dei
fumi causa un corrispondente aumento dei loro livelli

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