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AGENDA 2030 per la classe 5 A ODO

“Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” è un programma


d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto
nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri
dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo
Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in
un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’
o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo
Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il
mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15
anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il
2030.
Gli Obiettivi per lo Sviluppo danno seguito ai risultati degli
Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development
Goals) che li hanno preceduti, e rappresentano obiettivi
comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo:
la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto
al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. ‘Obiettivi
comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli
individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato
indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo
sulla strada della sostenibilità.
Gli obiettivi e i traguardi da conseguire sono i seguenti:
12.1 Dare attuazione al quadro decennale di programmi sul
consumo e la produzione sostenibile, con la collaborazione di tutti
i paesi e con l’iniziativa dei paesi sviluppati, tenendo conto del
grado di sviluppo e delle capacità dei paesi in via di sviluppo
12.2 Entro il 2030, raggiungere la gestione sostenibile e l'uso
efficiente delle risorse naturali
12.3 Entro il 2030, dimezzare lo spreco pro capite globale di
rifiuti alimentari nella vendita al dettaglio e dei consumatori e
ridurre le perdite di cibo lungo le filiere di produzione e fornitura,
comprese le perdite post-raccolto
12.4 Entro il 2020, ottenere la gestione ecocompatibile di
sostanze chimiche e di tutti i rifiuti in tutto il loro ciclo di vita,
in accordo con i quadri internazionali concordati, e ridurre
significativamente il loro rilascio in aria, acqua e suolo, al fine
di minimizzare i loro effetti negativi sulla salute umana e
l'ambiente
12.5 Entro il 2030, ridurre in modo sostanziale la produzione
di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclaggio e
il riutilizzo
12.6 Incoraggiare le imprese, soprattutto le aziende di grandi
dimensioni e transnazionali, ad adottare pratiche sostenibili e
integrare le informazioni sulla sostenibilità nelle loro relazioni
periodiche
12.7 Promuovere pratiche in materia di appalti pubblici che siano
sostenibili, in accordo con le politiche e le priorità nazionali
12.8 Entro il 2030, fare in modo che le persone abbiano in tutto il
mondo le informazioni rilevanti e la consapevolezza in tema di
sviluppo sostenibile e stili di vita in armonia con la natura
12.a Sostenere i paesi in via di sviluppo a rafforzare la loro
capacità scientifica e tecnologica in modo da andare verso modelli
più sostenibili di consumo e di produzione
12.b Sviluppare e applicare strumenti per monitorare gli impatti di
sviluppo sostenibile per il turismo sostenibile, che crei posti di
lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali
12.c Razionalizzare i sussidi ai combustibili fossili inefficienti che
incoraggiano lo spreco, eliminando le distorsioni del mercato, a
seconda delle circostanze nazionali, anche attraverso la
ristrutturazione fiscale e la graduale eliminazione di quelle
sovvenzioni dannose, ove esistenti, in modo da riflettere il loro
impatto ambientale, tenendo pienamente conto delle esigenze
specifiche e delle condizioni dei paesi in via di sviluppo e
riducendo al minimo i possibili effetti negativi sul loro sviluppo in
un modo che protegga le comunità povere e quelle colpite.
Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.
Per consumo e produzione sostenibili si intende la
promozione dell’efficienza delle risorse e dell’energia, di
infrastrutture sostenibili, così come la garanzia dell’accesso
ai servizi di base, a lavori dignitosi e rispettosi dell’ambiente
e a una migliore qualità di vita per tutti. La sua attuazione
contribuisce alla realizzazione dei piani di sviluppo
complessivi, alla riduzione dei futuri costi economici,
ambientali e sociali, al miglioramento della competitività
economica e alla riduzione della povertà.
Il consumo e la produzione sostenibile puntano a “fare di più
e meglio con meno”, aumentando i benefici in termini di
benessere tratti dalle attività economiche, attraverso la
riduzione dell’impiego di risorse, del degrado e
dell’inquinamento nell’intero ciclo produttivo, migliorando
così la qualità della vita. Ciò coinvolge stakeholder differenti,
tra cui imprese, consumatori, decisori politici, ricercatori,
scienziati, rivenditori, mezzi di comunicazione e agenzie di
cooperazione allo sviluppo. E’ necessario per questo un
approccio sistematico e cooperativo tra soggetti attivi nelle
filiere, dal produttore fino al consumatore. Ciò richiede
inoltre di coinvolgere i consumatori in iniziative di
sensibilizzazione al consumo e a stili di vita sostenibili,
offrendo loro adeguate informazioni su standard ed
etichette, e coinvolgendoli, tra le altre cose,
nell’approvvigionamento pubblico sostenibile.
Per ciò che concerne il settore odontotecnico si è visto che a
MELBOURNE, in Australia un numero crescente di professionisti
del settore dentale sottolinea la necessità di passare a
un’odontoiatria ecologica al fine di ridurre gli sprechi,
l’inquinamento e risparmiare l’energia. L’odontoiatria “green” è
la strada da percorrere ed è probabile che modellerà il futuro
della salute orale.
Alcuni studi dentistici hanno incominciato ad utilizzare barriere e
materie plastiche biodegradabili nonché prodotti chimici
ecocompatibili per i trattamenti dentali che comportano
aspirazione, pulizia e detersione. I prodotti per l’igiene orale
utilizzati nella pratica clinica sono sostenibili e il personale è
sottoposto a una regolare formazione sulla riduzione al minimo
dei rifiuti. Per rendere sostenibile i loro studi dentistici, gli
odontoiatri hanno dovuto attuare alcune misure speciali. Tra
questi, l’installazione di pannelli solari che generano molti kWh di
elettricità e ciò ha fatto risparmiare oltre 200 tonnellate di anidride
carbonica. Gli studi hanno anche installato un sistema solare di
acqua calda con un notevole risparmio di acqua all’anno
installando serbatoi di acqua piovana per l’irrigazione del giardino
e lo scarico dei servizi igienici. Inoltre per gestire i rifiuti, sono
stati acquistati dei contenitori per il compost.
Gli studi dentistici rispettosi dell’ambiente offrono enormi
vantaggi. Oltre a risparmiare elettricità, aiutano a ridurre i costi a
lungo termine e incidono sulla reputazione personale e il
riconoscimento da parte della comunità. Ancora più importante,
migliorano lo status della professione dentale. «La cura
dell’ambiente è essenziale per la salute. È logico che aria pulita,
acqua e vita sostenibili abbiano un impatto positivo sul
benessere».
Rispettare l’ambiente costa fatica (in realtà poca), rinunce (anche
queste poche) e quello dell’impegnarsi per il bene collettivo alla
fine rischia di rimanere una frase che suona bene, ma molto spesso
senza un risvolto pratico.
E forse ci spieghiamo le immagini di alcune città immerse nei
rifiuti.
“Perché devo andare a piedi o con i mezzi quando posso prendere
l’auto, con la bici eviterei le code e contribuirei ad evitare di
inquinare ma tanto gli altri vengono in ufficio in auto, e poi capirai
quanto inquinerà la mia”.
“Il tanto gli altri”: c’è sempre questo pensiero dietro alla difficile
svolta eco sostenibile nel nostro Pese, che deve prima passare dai
singoli. Ed allora perché devo avere il balcone pieno di contenitori
per la raccolta differenziata, tanto a Roma buttano tutto nel
cassonetto. Perché devo andare a piedi, tanto cosa cambia, la
maggioranza “degli altri” usa l’auto.

Il mondo si cambia con i piccoli gesti, ma vorremmo che a farli


fossero solo gli altri perché è una rottura modificare le proprie
abitudini. Ed allora meglio evocarli, rivendicarli ma poi “restano
sparsi, disordinatamente, i vuoti a perdere mentali abbandonati
dalla gente”.
In Italia la propaganda ecologista non è neppure buona per fondare
un partito. A differenza degli atri Paesi europei, nel nostro i Verdi
non riescono ad ottenere consenso ed entrare in Parlamento. La
tutela dell’ambiente da noi “non è cosa”, se non per fare soldi con
lo smaltimento illegale.
Però, ora, sembra diventare buona per “battere cassa” in
Europa. Ed allora perché non potrebbe diventare
anche un’opportunità per i dentisti?
Tiziano Caprara ci ha raccontato l’esperienza di chi sta
cercando di trasformare lo studio odontoiatrico in eco sostenibile.
Non certo perché inquina più di altre attività, ma per il motivo che
indicavo prima: se tutti fanno qualcosina, alla fine mettendo tutti
insieme quei “qualcosina”, diventa tantissimo.
Un aspetto, quello dell’impatto sull’ambiente della professione
odontoiatrica, che non è mai entrato nell’agenda politica dei
sindacati ed associazioni di settore. Anzi, quando il legislatore è
intervenuto per evitare che i residui di mercurio contenuti
nell’amalgama finissero nelle acque, si sono alzate le barricate.
Il dott. Caprara dice che l’obiettivo di impostare la propria
professione (non solo lo studio) verso un aspetto “eco salutare”,
“non è quello del risparmio, ma del benessere del paziente e
collettivo”.
E se invece la volontà di inquinare meno permettesse ai dentisti di
risparmiare, innovare, rinnovare il proprio studio?
E’ stato chiesto a Roberto Rosso di Key-Stone se l’introduzione
della diagnostica per immagini in odontoiatria avesse portato una
riduzione dell’uso delle radiografie tradizionali. Dai suoi dati, nel
2010 i dentisti spendevano 3,2milioni di euro per acquistare le
“lastrine” per le radiografie, nel 2018 hanno speso 1,47 milioni di
euro. E poi c’è stato, anche, il risparmio di liquidi per lo sviluppo
e dei costi per smaltire quelli esausti. Nel 2018 i dentisti hanno
speso più di 30 milioni di euro per acquistare materiali da
impronta, circa 140 mila litri (Rosso dice che si misurano così), in
calo del 2,7% rispetto al 2017. E poi ci sono tovagliolini,
bicchierini, aspirasaliva e tutta l’altra plastica e materiali monouso
non eco sostenibili che gli oltre 45 mila studi dentisti italiani
utilizzano.
Perché i sindacati odontoiatrici, l’Ordine, l’UNIDI non
predispongono una richiesta unitaria e provano ad andare a
“battere cassa” chiedendo sgravi fiscali anche per gli studi
odontoiatrici che vogliono dotarsi di attrezzature e strumenti che
permettano di risparmiare rifiuti ed inquinare meno? Uno scanner
intra orale quanto materiale da impronta (rifiuto sanitario) può fare
risparmiare?
E tutto il resto che si può sostituire con materiali riciclabili o
ecosostenibili? La diagnostica per immagini, incentivi per
l’acquisto di un separatore di amalgama etc. Magari anche
proponendo modifiche alle norme sulla prevenzione delle
infezioni in modo da ridurre il monouso, sostenendo soluzioni
alternative altrettanto sicure per i pazienti. Se il tema
dell’ambiente può essere un’occasione per ottenere vantaggi,
perché non provarci. Magari scopriamo che molti pazienti si
sentono gratificati rivolgendosi in uno studio rispettoso
dell’ambiente oltre che della sua salute.
Additive Manufacturing» di materiali ceramici per protesi
dentali.
La tecnologia dell’AM abbinata alla stampa 3D risulta
sicuramente promettente sia in termini di produttività sia di
versatilità, e potrebbe rivoluzionare completamente il mondo della
odontotecnica, incrementando la sostenibilità dell’intero processo
produttivo.

Sono stati svolti numerosi seminari tecnici su “Nuovi materiali


e modalità innovative di lavorazione in campo dentale: come
realizzare strutture in zirconia nel laboratorio odontotecnico con
tecnologia CAD/CAM“ e si è anche discusso sulle attività
del cluster Odontotecnici.
I cluster sono gruppi di piccole e medie imprese che operano nello
stesso settore o in settori affini e che, dato un obiettivo condiviso,
ideano e sperimentano progetti di sviluppo e di innovazione con
l’assistenza e il contributo tecnico-scientifico di centri di ricerca e
università.

I ricercatori ENEA del


Laboratorio Tecnologie dei Materiali di Faenza (Ravenna) hanno
messo a punto un innovativo processo per realizzare con
la stampa 3D protesi dentali di alta qualità a costi inferiori
rispetto alle tecniche standard attualmente utilizzate. Il processo si
basa sul “Digital Light Processing” (DLP) che utilizza tecnologie
di Additive Manufacturing per realizzare componenti per protesi
dentali polimerizzando strati di resina liquida fotosensibile
addizionata con polvere ceramica.
“Si tratta di una tecnica molto promettente che potrebbe
rivoluzionare il mondo dell’odontotecnica riducendo costi, tempi
di lavorazione e sprechi di materiale a beneficio dei clienti finali
anche in termini di adattabilità e versatilità”, sottolinea Giuseppe
Magnani, responsabile del Laboratorio ENEA di Tecnologie dei
Materiali. “Infatti, protesi o ponti in ceramica verrebbero stampati
in 3D con miscele ceramico-polimeriche innovative dopo una
semplice scansione tridimensionale dell’interno della bocca, con
un’elevata personalizzazione di forma, dimensioni, materiale e
colorazione”.

Questa procedura
innovativa consentirebbe, in futuro, di superare la tecnologia
computerizzata CAD/CAM attualmente utilizzata che è basata
sull’asportazione di materiale e comporta tempi di lavorazione più
lunghi, minore precisione e più residui di lavorazione da smaltire.
“La maggiore efficienza, l’incremento di produttività e la
riduzione degli scarti di lavorazione consentono di abbattere i
costi di produzione; inoltre, la possibilità di vedere l’“anteprima”
della protesi da impiantare consente di realizzare un prodotto di
maggiore qualità e con più precisione a beneficio dei pazienti”
evidenzia ancora Magnani.
Il Laboratorio di Tecnologie dei Materiali dell’ENEA di Faenza è
specializzato nella ricerca e sviluppo di materiali ceramici
strutturali e funzionali (monolitici, rivestimenti e compositi) e dei
relativi processi di produzione compresa la realizzazione di
prototipi; altri campi di attività sono lo sviluppo di
materiali biobased, l’ingegnerizzazione di componenti innovativi
e il trasferimento tecnologico di processi; la caratterizzazione
termomeccanica, microstrutturale e chimico-fisica di materiali
ceramici, compositi, metallici avanzati, biomasse e fertilizzanti e
qualifica di componenti.
L’ENEA è impegnata dagli anni ’90 in attività di ricerca, sviluppo
e ingegnerizzazione del settore dei materiali ceramici avanzati per
applicazioni nella produzione e recupero di energia e nei settori
trasporti, aerospaziale, biomedicale, agroalimentare, industria
chimica, costruzioni e manifatturiero.
La stampa 3D per il settore dentale

Come nella maggior parte delle industrie, la stampa 3D per il


settore dentale è in costante crescita e sviluppo.
Nel corso degli ultimi anni, l’industria dentale è stata fortemente
influenzata dalla tecnologia 3D, il cui impiego ha trovato spazio in
diverse applicazioni, dal fissaggio dei denti rotti alla
semplificazione del filo interdentale, da guide e modelli chirurgici
a componenti di restauro dentale per soluzioni temporanee o
permanenti.
La stampa 3D può essere eseguita non solo in laboratori
specializzati, ma anche nello studio dentistico, portando così
importanti vantaggi in termini di tempo e di costi.
Fonte: Smart Tech Analysis
Il report Smar Tech Publishing evidenzia uno sviluppo positivo
del mercato della stampa 3D nel settore dentale. Ecco alcuni dei
principali elementi del report:
 Il valore dei prodotti dentali che verranno realizzati attraverso
la produzione additiva ammonterà a $ 3,5 miliardi nel 2021,
con il maggior ricavo derivante dalle sottostrutture di corone
PFM, dai modelli dentali e dalle guide chirurgiche.
 Nel 2021, le vendite di materiali per la stampa 3D nel settore
dentale, come i fotopolimeri e polveri metalliche, arriveranno
a circa $ 310 milioni.
 Nel 2021, i servizi aumenteranno di $ 2,7 miliardi soprattutto
in Europa.
 Entro il 2021, le vendite di software nel settore
dell’odontoiatria per le stampanti 3D raggiungeranno quasi i
150 milioni di dollari.
Attualmente, la crescita annuale del mercato della stampa 3D per
il settore dentale registra un +35%. Questa crescita è dovuta alla
capacità di stampare in 3D una varietà di forme complesse in
volumi significativi, utilizzando diversi materiali applicabili.

I principali casi d’uso della stampa 3D per il settore dentale
Stampa 3D per microfusione. Si costruisce uno stampo
personalizzato utilizzando una versione stampata in 3D del
dispositivo dentale desiderato (corona, ponte, ecc) colando del
materiale liquido (ceramica, metallo …) nello stampo.
Produzione diretta di apparecchi. Il prodotto finito viene
realizzato interamente nella stampante 3D dentale. Ad esempio,
una corona dentale può essere stampata in 3D utilizzando
una stampante 3D in metallo.
Produzione diretta di guide chirurgiche e strumenti
dentali. Ad esempio, le guide chirurgiche possono essere stampate
in 3D con resine specifiche.
Alcune delle principali applicazioni della stampa 3D nel settore
dentale sono:
Bite notturni e allineatori dentali.
Scansionando in 3D i denti del paziente, si può realizzare un
modello in 3D che poi verrà stampato in 3D. L’apparecchio
dentale stampato in 3D, utilizzando una resina speciale,
biocompatibile, va direttamente nella bocca del paziente.
Il vantaggio principale dell’utilizzo della stampa 3D per realizzare
questi pezzi è la velocità. In poche ore, praticamente, si può
produrre un lotto completo. Questa tecnologia rende inoltre
ogni prodotto più accurato e personalizzato, essendo stato
creato a seguito delle scansioni dei denti del paziente.
Corone e ponti
La stampa 3D dentale ha reso la creazione di corone estremamente
semplice e veloce. Il medico esegue la scansione 3D del dente
rotto e poi, in meno di 30 minuti lo può realizzare utilizzando una
stampante 3D per il settore dentale.
Guide per la chirurgia dentale
La stampa 3D per il settore dentale può facilitare il dentista negli
interventi chirurgici. La perforazione dentale richiede un alto
grado di precisione e colpire il nervo sbagliato può persino causare
una parziale paralisi facciale. Scansionando la bocca del paziente
si realizza poi, attraverso la tecnologia 3D, una guida in resina che
si adatta perfettamente alla bocca del paziente, facilitando il
dentista nella determinazione della posizione ottimale,
angolazione e profondità per posizionare un impianto.
La stampa 3D per il settore dentale proposta da Selltek Srl
La tecnologia di stampa 3D HP Multi Jet Fusion è la soluzione
perfetta per il settore medicale / dentale, grazie ai preziosi
vantaggi che offre:
 Alta produttività
 Alto livello di risoluzione e definizione nei piccoli dettagli
 Costi bassi
 Nessuna post-elaborazione necessaria
 Materiali certificati, biocompatibili

La tecnologia 3D di HP è in grado di realizzare termoformature


per allineatori dentali personalizzati, fino a 10 allineatori per
paziente.
Un ottimo esempio ci viene fornito dalla Nivellmedical AG,
l’azienda svizzera che utilizza già con successo la tecnologia 3D
Multi Jet Fusion per la stampa 3D di una serie di allineatori dentali
in plastica, trasparenti, fatti su misura, che aiutano a raddrizzare
gradualmente i denti di un paziente.
Con questa soluzione 3D, Nivellmedical è stato in grado
di migliorare il proprio flusso di lavoro digitale e creare un
vantaggio sostenibile.

La stampa 3D per il settore dentale con ProtoFab


Le stampanti 3D professionali Proto Fab utilizzano una tecnica
chiamata stereolitografia, che permette di realizzare oggetti
tridimensionali a partire da dati digitali elaborati da un software
CAD/CAM. La loro principale applicazione è la prototipazione
rapida per avere oggetti fisici da testare prima della produzione,
oppure per preparare modelli sui quali realizzare stampi di colata o
pressofusione.

ProtoFab 300 SLA


La stampante ProtoFab SLA 300 è adatta alle esigenze degli studi
dentistici e consente di produrre componenti dentali a basso costo,
direttamente sul posto.
I principali vantaggi delle stampanti 3D professionali SLA
di ProtoFab sono:
 Componenti di alta qualità
All’interno del solido telaio in acciaio si trova una piattaforma di
stampa rinforzata in granito altamente stabile con modulo Z-axis
in alluminio aerospaziale.
 Precisione True-to-CAD e finitura superficiale
La serie SLA di ProtoFab vanta un’elevata velocità di scansione e
migliora significativamente l’efficienza di produzione.
Visti i tempi che corrono bisogna cominciare a parlare di “
odontoiatria sostenibile ”.
Cosa significa? Che le cure dentali devono essere sostenibili come
spesa per i pazienti e come costi, soprattutto fiscali, da affrontare
per i dentisti. E che va ritrovato il rapporto di fiducia fra medico e
cittadino. Anche perché le cose nel nostro settore non stanno
andando per il meglio. Anzi… A partire dalla presunta
liberalizzazione della professione.
La verità è che oggi per un giovane laureato, con un minimo di
curriculum e di esperienza è veramente difficile allestire un suo
ambulatorio, anche in forma di studio associato, e avviare una
concorrenza reale e leale nei confronti della vecchia guardia, di
cui io faccio parte. Altro che autonomia professionale. Se va bene,
per molti di loro c’è solo un futuro da stipendiato, dipendente di
fatto di certi potentati economici: assicurazioni sanitarie, grande
distribuzione, società di franchising…che richiedono una notevole
produttività con ritmi di lavoro tipo catena di montaggio e
inseguono più la logica del profitto
che del servizio sanitario. In molti casi più che una apertura alla
concorrenza pare una mistificazione: potrà anche sembrare
conveniente al portafoglio del paziente ma a scapito del benessere,
della qualità degli interventi e del rapporto individuale fra medico
e cittadino. Purtroppo ci troviamo di fronte ad una
spersonalizzazione del rapporto fiduciario medico-paziente. C’è
un gran fermento economico in campo odontoiatrico ma si rischia
di relegare in secondo piano la salute del paziente, oggi visto come
un numero, un preventivo, una speculazione e non come una
persona di cui tutelare la salute con spirito di servizio.
Poi è stata abolita la tariffa minima, nata per garantire la
deontologia e la
professionalità medica, in nome di una concorrenza più selvaggia
che conveniente.
È evidente che sotto una certa cifra è oggettivamente impossibile
garantire la qualità minima di un intervento, dei materiali
utilizzati, dell’igiene.
Piuttosto bisognerebbe calmierare il prezzo massimo. Non è
possibile che a pari prestazioni (o similari) un paziente possa
spendere anche il triplo!
Il problema è la correttezza dell’informazione. Per esempio, una
capsula o un ponte dentale si può fare con metodica e materiali
mediocri, a valore medio, o in modo eccellente e individuale. Di
queste prestazioni diversificate il paziente deve essere sempre
informato preventivamente. Così da poter scegliere e decidere
cosa gli conviene, sia per la sua salute che per il suo budget.
Le statistiche dicono che l’odontoiatria italiana sta regredendo:
negli ultimi anni ha perso circa il 40% dei clienti. Di fronte a
questa “emorragia” gli ambulatori non riescono più a sostenere
spese di gestione e tassazione. Il divario fra quanto costa al
paziente un intervento odontoiatrico e quanto resta al
professionista per il giusto guadagno e gli investimenti per
l’innovazione è enorme e controproducente. Purtroppo, la crisi ha
allontanato i cittadini dalla prevenzione sanitaria e anche dalla
cura, mentre una parte sempre più ampia di chi ha problemi alla
bocca non prorogabili si rivolge all’estero, in particolare nei paesi
dell’Est europeo, dove imposte e
costi di gestione sono molto più lievi e le prestazioni meno care.
Anche se la qualità e l’efficienza delle cure non è sempre
garantita. Che fare allora?
Sicuramente, visto che stiamo parlando di salute che non è un
bene secondario ma un diritto, bisognerebbe ridurre l’aliquota
dell’iva sulle prestazioni dentistiche oggi al massimo del 22%, a
parte l’eccezione per gli impianti che è fissata al 4%. Inoltre,
sempre sul piano fiscale, sarebbe molto positivo anche consentire
una detrazione totale delle spese per le cure indispensabili, quelle
da pronto soccorso per capirci. E poi prevedere una detrazione
attorno al 50% per gli interventi di conservazione dei denti
naturali o altre cure opzionali.
Affiancati ad altre agevolazioni questi alleggerimenti fiscali
potrebbero incentivare i cittadini a rivolgersi con più tranquillità e
fiducia agli odontoiatri professionisti italiani quando hanno
problemi di denti.

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