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L’impresa e

lo sviluppo sostenibile
RESPONSABILITÀ SOCIALE D'IMPRESA
L'armonizzazione dello sviluppo sostenibile in tema ambientale, economico e
sociale nel breve come nel lungo periodo, ha prodotto da parte delle imprese un
vero e proprio "impegno" all'adozione di comportamenti socialmente ed
eticamente responsabili definito sinteticamente RESPONSABILITÀ SOCIALE
D'IMPRESA.
Come per qualsiasi altro attributo di un bene o di un prodotto o processo, anche il
comportamento responsabile d'impresa va verificato ed in seguito certificato.
La verifica del comportamento aziendale avviene ad opera di terzi, esterni ed
esperti, che verificheranno le azioni messe in campo dalle aziende per il
perseguimento degli obiettivi di responsabilità sociale.
RESPONSABILITÀ SOCIALE D'IMPRESA
Due importanti certificazioni che le aziende possono conseguire sono:
SA8000 uno standard internazionale per la certificazione dell'impegno etico
e sociale delle aziende, ispirata ai principi sanciti nella Carta dei diritti del
fanciullo attraverso la quale si certifica che l'azienda tutela la salute e la
sicurezza dei dipendenti, che non fa ricorso al lavoro minorile, che rispetta
la libertà di associazione
ISO26000 un complesso di regole che si propongono di contribuire allo
sviluppo sostenibile promuovendo la responsabilità sociale delle imprese
che si impegnano ad osservare leggi e principi di legalità, responsabilità di
ciascuna organizzazione nei confronti degli impatti ambientali e sociali,
comportamento etico improntato a onestà, integrità ed equità.
Sostenibilità ed aziende
Nel corso di questi ultimi decenni le aziende hanno compreso anche grazie
all'introduzione dal punto di vista legislativo del reato di danno ambientale la
necessità di "invertire la rotta" dei propri consumi ed inizialmente hanno
impostato le loro policy ambientali prefiggendosi lo scopo di ridurre le
emissioni inquinanti piuttosto che il consumo di materie prime.

Questo impegno seppur meritevole non poteva essere l'unico a maggior


ragione dopo la individuazione dei quattro pilastri dello sviluppo sostenibile
cosicché oggi molte imprese hanno dato maggiore impulso e spinta alla loro
trasformazione "green" e l'hanno fatta diventare un attributo spendibile sul
mercato.
Definizione di sviluppo sostenibile
Lo sviluppo sostenibile è il punto in cui le esigenze umane, sociali, ambientali
ed economiche possono essere soddisfatte contemporaneamente senza
trascurare le altre. Ad esempio, un’azienda è sostenibile quando:
- è redditizia e in crescita;
- si prende cura dei propri dipendenti pagando stipendi ragionevoli,
offrendo benefit e formazione;
- si preoccupa della comunità locale e della società in generale,
sostenendo le associazioni di beneficenza locali;
- rispetta l’ambiente grazie alla progettazione di prodotti sostenibili e alle
tecnologie ecologiche
Nascita del concetto di sviluppo sostenibile
Nei primi anni '70 è emerso a livello di contesto sociale ed economico il concetto di
sostenibilità.
La vera prima definizione di "sviluppo sostenibile" la si deve al Ministro norvegese
Bruntland che presiedeva l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 1982; nel
suo rapporto egli definì: "lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che soddisfa i
bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future
di soddisfare i propri".
Egli analizzando la realtà contemporanea non potè fare a meno di evidenziare la
presenza di una grande fetta di umanità che viveva in condizioni misere
contrapposta ad una porzione di popolazione che godeva di una certa
agiatezza.
Le economie dei Paesi economicamente avanzati era basata su un sistema di
estrazione illimitato di materie prime dell'ambiente, la loro trasformazione in
prodotti per i consumatori e, a fine vita, la dismissione in discarica.

L'ammontare di tutti questi rifiuti inquinanti ha inciso ulteriormente sulle condizioni


dell'ecosistema provocando l'intensificarsi di piogge acide, tornado ed altri
violenti fenomeni meteorologici.

La dimensione ambientale tuttavia non è l'unica da prendere in considerazione


quando ci si riferisce allo sviluppo sostenibile, vi sono due altre dimensioni molto
importanti ovvero la dimensione sociale e quella economica.
I pilastri della sostenibilità
Il concetto di sviluppo sostenibile è articolato su una pluralità di dimensioni:
I primi tre pilastri sono un diretto portato del trattato di Amsterdam, firmato nel

corso del 1997; proprio in quell’occasione l’Unione Europea, infatti, decise di

dare un seguito concreto al rapporto Brundtland pubblicato dieci anni prima,

dando luogo ad un nuovo accordo per uno “

sviluppo armonioso delle attività umane”.

Solo successivamente ad essi si è andato ad aggiungere il quarto pilastro,

quello rappresentato dall’etica.


Sostenibilità ambientale

Per sostenibilità ambientale si intende


- la capacità di mantenere nel tempo qualità e riproducibilità delle risorse naturali;
- di preservare la diversità biologica;
- di garantire l’integrità degli ecosistemi
È quindi necessario preservare le riserve naturali essenziali alla vita, prima fra tutte
l'acqua ma anche l'aria ed il suolo (che sempre di più viene impoverito dalle colture
intensive), ridurre i consumi energetici o almeno riuscire a tramutare il consumo di
risorse non rinnovabili in consumo di energie rinnovabili come ed esempio solare ed
eolica.
Sostenibilità economica
La sostenibilità economica va intesa come la capacità di generare in modo
duraturo reddito e lavoro, e di raggiungere l' eco-efficienza intesa come uso
razionale delle risorse disponibili e come riduzione dello sfruttamento delle
risorse non rinnovabili.
Sostenibilità sociale
La dimensione sociale della sostenibilità può essere rintracciata nella
capacità di garantire l’accesso a beni considerati fondamentali (sicurezza,
salute, istruzione) e a condizioni di benessere (divertimento, serenità,
socialità), in modo equo all’interno delle comunità odierne e anche tra la
generazione attuale e quella futura.
Sostenibilità umana/etica

Questo pilastro è basato in particolare sulla necessità di garantire una giusta

remunerazione a tutti gli attori della filiera in grado di garantire non solo la sostenibilità

ma anche l’effettiva qualità del prodotto finale.

Forse proprio il pilastro etico è quello più complicato da conseguire, alla luce degli

appetiti sempre più voraci mostrati dagli attori economici e finanziari.


L’Agenda 2030

A indicare gli obiettivi per uno sviluppo effettivamente sostenibile, è stata l’

Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile.

Il programma d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità, sottoscritto il 25

settembre 2015 dall’Assemblea generale dell’Onu, ovvero dai governi dei 193 Paesi

che ne fanno parte.

Il documento ha in pratica indicato 17 Obiettivi per lo Sviluppo sostenibile

(Sustainable development goals, SDGs), inglobandoli in un grande programma

d’azione il quale ha individuato ben 169 traguardi da conseguire al fine di renderlo

effettivo.
I 17 goals di Agenda 2030 1. sconfiggere la povertà
2. porre fine alla fame conseguendo la
sicurezza alimentare
3. conseguire la salute ed il benessere
di tutti
4. istruzione di qualità
5. parità di genere
6. acqua pulita e servizi generico -
sanitari
7. energia pulita ed accessibile
8. lavoro dignitoso e crescita umana
9. imprese, innovazione ed infrastrutture
10. ridurre le disuguaglianze
11. città e comunità sostenibili
12. consumo e produzione responsabili
13. lotta contro il cambiamento climatico
14. la vita sott’acqua
15. la vita sulla terra
16. pace, giustizia ed istituzioni solide
17. parteniship per gli obiettivi

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