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Sottoscritta DALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE, il 25 sett. 2015 da 193 Paesi, tra cui
l'Ita, x condividere l'impegno a GARANTIRE UN PRESENTE E 1 FUTURO MIGLIORE AL NOSTRO PIANETA,
ALLE PERSONE CHE LO ABITANO E ALLE GENERAZIONI FUTURE.
PIANO D’AZIONE per le PERSONE, IL PIANETA E LA PROSPERITÀ . che orienta l’umanità verso uno
sviluppo sostenibile. E’ organizzata in 17 OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE (SUSTAINABLE
DEVELOPMENT GOALS – SDGs nell’acronimo inglese) da raggiungere entro il 2030, ARTICOLATI IN 169
TRAGUARDI (TARGET), che rappresentano una BUSSOLA per porre il mondo su un sentiero sostenibile.
= L’UNICO PIANO CHE ABBIAMO PER SALVARE L'UNICO PIANETA CHE ABBIAMO
OBBIETTIVO: invertire la rotta, affermare 1 modello di crescita sostenibile x tutelare l’ambiente e includere
a livello sociale, culturale ed economico tutte le persone.
Ogni Paese del pianeta è tenuto a fornire il suo contributo per affrontare queste grandi sfide verso un sentiero
sostenibile, sviluppando una propria Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.
LE CINQUE "P" DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE = 5 CONCETTI CHIAVE che ogni strategia socio-
economica dovrebbe considerare X un immediato e futuro “sviluppo” secondo l’Agenda 2030
PERSONE. Eliminare fame e povertà in forma, garantire dignità e uguagl. in 1 ambiente sano
PROSPERITÀ. Garantire vite prospere e piene in armonia con la natura
PACE. Promuovere società pacifiche, giuste e inclusive
PARTNERSHIP. Implementare l’Agenda attraverso solide partnership
PIANETA. Proteggere il pianeta dal degrado ambient.=> proteggere le risorse naturali e il clima
son quindi TUTTI COLLEGATI TRA LORO: Garantire un'istruzione di qualità, equa e inclusiva (Goal 4) vuol dire
anche offrire pari opportunità a donne e uomini (Goal 5); per assicurare salute e benessere (Goal 3), occorre vivere in
TUTTI
un Pianeta SONO
sano (Goal CHIAMATI
6, 13, A CONTRIBUIRE
14 e 15) e assicurare un lavoro dignitoso per tutti (Goal 8), che richiede l'eliminazione
delle disuguaglianze (Goal 10).
THE LAZY PERSON'S GUIDE TO SAVING THE WORLD = Chiunque, anche la persona + pigra al
mondo, può fare la sua parte per salvare il mondo. Bastano poche semplici azioni quotidiane per affrontare
grandi sfide 1
Gli OBBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE sono UNIVERSALI =rimandano alla presenza di PROBLEMI
CHE ACCOMUNANO TUTTE LE NAZIONI tutti i Paesi sono chiamati a contribuire alla sfida x portare il
mondo su un sentiero sostenibile, senza distinz. tra Paesi sviluppati, emergenti e in via di svilup..
OGNI PAESE deve impegnarsi a definire una PROPRIA STRATEGIA di sviluppo sostenibile che
consenta di raggiungere gli SDGs e a rendicontare i propri risultati all'Onu.
All'interno dei Paesi serve 1 FORTE COINVOLGIMENTO DI TUTTE LE COMPONENTI DELLA
SOCIETÀ, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle uni e centri di
ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura: per abbracciare lo sviluppo in ogni sua parte è fondamentale
l'impegno di tutti.
ENTRO 2030 =>TUTTI DEVONO AVERE LE COMPETENZE X PROMUOVERE LA CULTURA DELLA
SOSTENIBILITÀ
Il processo di cambiamento del modello di sviluppo viene MONITORATO attraverso i Goal, i Target e oltre 240
indicatori: rispetto a tali parametri, ciascun Paese viene valutato periodicamente in sede Onu e dalle opinioni
pubbliche nazionali e internazionali.
L'agenda definisce 17 obiettivi di sviluppo sostenibile in ≠ aree strateg. articolati in 169 target:
1. POVERTÀ ZERO fine alla povertà in tutte le sue forme in tutto il mondo
2. FAME ZERO no fame + sicurezza alimentare + nutrizione migliore + l'agricoltura sostenibile
3. SALUTE E BENESSERE vita sana e promuovere il benessere per tutti a tutte le età
4. ISTRUZIONE DI QUALITÀ inclusiva e paritaria + apprendim. permanente per tutti
5. UGUAGLIANZA DI GENERE parità di genere +l'empowerment di tutte le donne e le ragazze
6. ACQUA PULITA E IGIENE H2O + servizi igienico-sanitari+ gestione sostenibile risorse idriche
7. ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE a prezzi accessibili, affidabile, sostenibile e moderno per tutti
8. LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICA sostenIb +duratura + inclusiv+ occupaz. produtt.
9. INDUSTRIA, INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE resistenti + industrializzaz. Inclus. + innovaz
10. RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE Ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi
11. CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI città + insediam. umani inclusivi, sicuri, fless e sostenibili
12. CONSUMO E PRODUZIONE RESPONSABILI modelli di consumo e produzione sostenibili
13. AGIRE PER IL CLIMA misure urgenti contro il cambiamento climatico e le sue conseguenze
14. LA VITA SOTT’ACQUA Conserv. + utilizzare in modo durevole oceani, i mari + risorse marine
15. LA VITA SULLA TERRA uso sosten. degli ecosist. terrestri (v. foreste, desertificaz + bio≠’)
16. PACE GIUSTIZIA e istituzioni forti
17. PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI attuaz del partenariato globale per lo sviluppo sostenibile
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AMBIENTALE E SOCIALE) sono strettamente correlate tra loro => ciascun Obiettivo non può essere
considerato in maniera indipendente ma deve essere perseguito sulla base di un APPROCCIO SISTEMICO, che tenga
in considerazione le reciproche interrelazioni e non si ripercuota con effetti negativi su altre sfere dello sviluppo.
Solo la CRESCITA INTEGRATA di tutte e 3 le componenti consentirà il raggiungimento dello sviluppo sostenibile
« DIMENSIONE ECONOMICA = tiene conto del capitale economico inteso come capacità di generare le
reddito e lavoro da parte di ogni individuo. Il lavoro e l'occupazione producono una crescita economica che si
misura con appositi indicatori numerici, di cui il più conosciuto è il PIL prodotto interno lordo. Una buona
occupazione per tutti e una crescita ecnomica duratura e sostenibile sono i capisaldi dell’obiettivo 8 dell’agenda.
« DIMENSIONE SOCIALE =che comprende tutto quello che garantisce il benessere umano: la salute,
l’istruzione, la giustizia, la sicurezza. Il benessere umano dovrebbe essere garantito in modo equo per ogni
individuo, in ogni luogo del mondo, senza discriminazioni legate all’età, al sesso, alla religione.
« DIMENSIONE AMBIENTALE = riguarda la capacità di mantenere in buono stato l’ecosistema e le risorse
naturali del Pianeta. Le esigenze di vita dell’uomo, la sua crescita e il suo benessere devono rispettare la natura e
la biodiversità ed essere in sintonia con l’ambiente naturale nel quale viviamo.
In accordo con le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile delineate nell’Agenda, possiamo suddividere gli SDGs
in tre macrogruppi: quelli relativi all’AMBIENTE (Biosfera) (SdGS 6, 13, 14, 15), alla SOCIETÀ (SdGS
1,11,16,7,3,5,4,2) o all’ECONOMIA (SdGS 8,9,10,12)
Gli obiettivi legati alla Biosfera sostengano quelli legati alla Società, i quali a loro volta sostengono quelli
economici: l’economia non può essere in salute se non lo è la società, la società non può essere in salute se non lo
è l’ambiente.
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3.I TEMPI DELL'AGENDA 2030
L’Agenda 2030 è stata Sottoscritta DALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE, il 25
settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni unite, tra cui l'Italia, per condividere l'impegno a GARANTIRE UN
PRESENTE E UN FUTURO MIGLIORE AL NOSTRO PIANETA, ALLE PERSONE CHE LO ABITANO E ALLE
GENERAZIONI FUTURE, FISSANDO 17 MACROOBIETTIVI.
Possiamo fissare quindi un MOMENTO DI PARTENZA, sottoscritta 25 SETTEMBRE 2015 ed è entrata in vigore dal 1
gennaio 2016,possiamo fissare anche il MOMENTO DELL’”ARRIVO”, il traguardo:
L'agenda infatti definisce che i suoi 17 obiettivi, all'interno del cui si snoda il nuovo modello di sviluppo sostenibile da essa
promosso, dovranno essere raggiunti entro il 2030 (alcuni target entro il 2020, ma a seguito dell’emergenza Covid 19 tale
scadenza ha subito uno slittamento)
All'interno di questo arco di tempo, possiamo inoltre dire che i tempi dell'agenda sono scanditi su ULTERIORI DUE
LIVELLI:
1. A livello MACRO, Il processo di cambiamento del modello di sviluppo viene MONITORATO attraverso i Goal, i
Target e oltre 240 indicatori: rispetto a tali parametri, ciascun Paese viene valutato periodicamente in sede Onu e
dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.
OGNI ANNO Ciascun Paese viene infatti valutato in sede ONU attraverso l’attività di un specifico organo (dell’High-
level Political Forum - HLPF), che ha il compito di valutare i progressi, i risultati e le sfide per tutti i Paesi.
OGNI QUATTRO ANNI si svolge, inoltre, un dibattito sull’attuazione dell’Agenda 2030 in sede di Assemblea
Generale dell’ONU, alla presenza di Capi di Stato e di Governo: la prima verifica di questo tipo è stata realizzata nel
settembre 2019.
inoltre ogni Paese ha al suo interno organismi di monioraggio e valutazione dell’andamento dei propri progetti,
che suogono TEMPISTICHE DIFFERENTI IN BASE AL PAESE.
In Italia è stata istituita la Cabina di regia “Benessere Italia”, l’organo della Presidenza del Consiglio cui spetta il
compito di “coordinare, monitorare, misurare e migliorare le politiche di tutti i Ministeri nel segno del benessere dei
cittadini”.
2. A livello MICRO, OGNI GIORNO, i tempi dell’agenda si snodano nel QUOTIDIANO: ogni giorno, ciascuno di noi può
svolgere alcune tra le 170 azioni quotidiane suggerite per trasformare il nostro mondo, per contribuire al raggiungimento di
ciascuno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. AD ES. energia green, nn sprecare H2O/E, carta reciclata stampare
F/R, nn usare cont. Di plastica, raccolta differenz, nn sprecare cibo…
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6.OBIETTIVO 4
OBIETTIVO 4: GARANTIRE UN’ISTRUZIONE DI QUALITÀ INCLUSIVA ED EQUA E PROMUOVERE
OPPORTUNITÀ DI APPRENDIMENTO CONTINUO PER TUTTI (10 targhet)
4.2: che ogni ragazza e ragazzo abbiano uno sviluppo infantile di qualità, + 1accesso a cure ed istruzione pre-
scolastiche X essere pronti alla scuola primaria
4.3: ad ogni donna e uomo 1 accesso equo ad UN’ISTRUZIONE TECNICA, PROFESSIONALE E TERZIARIA -
anche universitaria- ECONOMICAMENTE VANTAGGIOSA E DI QUALITÀ
4.4: Aumento considerevole del num giovani e adulti con COMPETENZE SPECIFICHE -anche tecniche e profess.-
PER L’OCCUPAZIONE E L’IMPRENDITORIA + FOCUS SULLE COMPETENZE UTILI E IN
CORRELAZIONE CON IL MONDO DEL LAVORO => posti di lavoro dignitosi
4.6: che tutti i giovani e gran parte degli adulti, sia uomini che donne, abbiano un livello di alfabetizzazione ed una
capacità di calcolo
4.A: Costruire e potenziare entro 2030 le strutture dell'istruzione che siano sensibili ai bisogni dell'infanzia, alle
disabilità e alla parità di genere e PREDISPORRE AMBIENTI DEDICATI ALL'APPRENDIMENTO CHE SIANO
SICURI, NON VIOLENTI E INCLUSIVI PER TUTTI
4.B: ENTRO 2020 Espandere entro il 2020 a livello globale il num di borse di studio disponibili per i paesi in via di
sviluppo, per GARANTIRE L'ACCESSO ALL'ISTRUZIONE SUPERIORE - COMPRESA LA FORMAZIONE
PROFESSIONALE, LE TECNOLOGIE DELL'INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE e i PROGRAMMI
TECNICI, INGEGNERISTICI E SCIENTIFICI - SIA NEI PAESI SVILUPPATI CHE IN IN VIA DI
SVILUPPO
4.C: AUMENTARE considerevolmente entro il 2030 la presenza di INSEGNANTI QUALIFICATI, anche grazie
alla cooperazione internazionale, per la loro attività di formazione negli stati in via di sviluppo, specialmente nei paesi
meno sviluppati
IN ITA => Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, interviene di concerto con INDIRE (Istituto Nazionale di
Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) e MIUR (ministero dell’istruzione) per attuare i programmi
specifici X l’attuazione dell’agenda 2030
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OBIETTIVO 4: GARANTIRE UN’ISTRUZIONE DI QUALITÀ INCLUSIVA ED EQUA E PROMUOVERE
OPPORTUNITÀ DI APPRENDIMENTO CONTINUO PER TUTTI (10 targhet)
apre le porte alle 1000 sfaccettature del DIRITTO ALL'ISTRUZIONE A TUTTI I LIVELLI, a partire dall'istruz.
prescolastica, per arrivare all'istruzione tecnica professionale e terziaria, muovendosi con 1 approccio che sappia
valorizzare l'apprendim. permanente, l'equità e l'inclusività.
La Missione 4, quindi, è dedicata a come migliorare i percorsi scolastici e univ., garantendo il diritto allo studio e
all’acquisiz. di competenze avanzate, in un contesto sempre più dominato dalla ricerca scientifica e tecnologica.
x attuare il goal 4, pox essere messi in campo ≠ STRUMENTI che devono essere:
1. attuati parallelamente su 2 livelli distinti:
A LIVELLO GLOBALE: INVESTIMENTI A SUPPORTO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO
A LIVELLO NAZIONALE: LE POLITICHE ATTIVE
2. attuati TRASVERSAMENTE su TUTTI I LIVELLI DI ISTRUZIONE dalla preparazione prescolastica a quella
dell’alta formazione)
4.B: ENTRO 2020 Espandere entro il 2020 a livello globale il num di borse di studio disponibili per i paesi in via di
sviluppo, per GARANTIRE L'ACCESSO ALL'ISTRUZIONE SUPERIORE - COMPRESA LA FORMAZIONE
PROFESSIONALE, LE TECNOLOGIE DELL'INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE e i PROGRAMMI
TECNICI, INGEGNERISTICI E SCIENTIFICI - SIA NEI PAESI SVILUPPATI CHE IN IN VIA DI
SVILUPPO
4.C: AUMENTARE considerevolmente entro il 2030 la presenza di INSEGNANTI QUALIFICATI, anche grazie
alla cooperazione internazionale, per la loro attività di formazione negli stati in via di sviluppo, specialmente nei paesi
meno sviluppati
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Quindi possiamo pensare a…
LE POLITICHE ATTIVE A SOSTEGNO DEL DIRITTO ALLO STUDIO : costruzione di scuole, interventi a
sostegno dell'alfabetizzazione delle fasce deboli (fasce sociali deboli- bax livelli di scolarizzazione, migranti) ES.
ITA: ),); aumentare i sussidi per il diritto allo studio (ES. numero di borse di studio, fornitura di libri di testo,
premi, prestiti d’onore, di merito ecc.),
Pur senza citarlo direttamente, è evidente che l'Agenda 2030 si occupa anche di ABBANDONO SCOLASTICO. Lo fa, ad
esempio, quando chiede alle Nazioni di fare di tutto per dare a ogni ragazzo le stesse opportunità di studio. Abbandono =
perdita della possibilità e del diritto di apprendere, formarsi e istruirsi => è necessario indagare a fondo le ragioni
dell'abbandono nei diversi Stati e intervenire
LE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO = progetti di qualificazione e riqualificazione professionale (ES. IN ITA
PROGRAMMA GOL -garanzia per l’occupabilità lavorativa) programmi per rafforzare l’inserimento lavorativo dei
giovani (orinetamento: pcto, carrerre counseling, tirocinii extracurr, apprendistato), percorsi scolastici mirati
all’acquisizione di competenze specifiche per l’occupazione e l’imprenditoria (basate su concrete richieste dello
specifico MDL + soft skills), solide rete territoriali tra enti scolastici e imprese del territorio/cam di commercio ecc.,
corsi gratuiti di alfabetizz./lingua
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LE POLICHE ATTIVE VOLTE ALLE PO NELL’ISTRUZIONE E ALL’INCLUSIONE DELLE DIVERSITÀ:
programmi volti voi alle pari opportunità [es. Più accesso delle donne alle percorsi di studio tecnico/tecnologico/scientifici => v.
Piano Lauree Scientifiche nelle uni) e all'accesso equo a tutti i livelli di categorie protette tra cui disabili (ES. sostegno scolastico
efficace, + strumenti compensativi e dispensativi x DSA, e altre disabilità; + tutoraggio), bambini in situaz. di vulnerabilità
[popolaz. indigene].
Lo sviluppo tecnologico caratterizza molti aspetti del mondo contemporaneo, e rappresenta una concreta opportunità
per diffondere un grado di istruzione qualitativamente elevato in tutto il mondo. Purtroppo si registra 1 ritardo nell’
alfabetizzaz. digitale dell’istituz. scolastica
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8.OBIETTIVO 1
L’OBIETTIVO 1 PORRE FINE AD OGNI FORMA DI POVERTÀ NEL MONDO
LA SFIDA PIU’ IMPORTANTE DA VINCERE, Nonostante i notevoli progressi compiuti dagli aa
‘90 nella lotta alla povertà, oggi + di 800 milioni di persone vive in condiz. di estrema indigenza. La lotta alla povertà
è in tutte le sue dimensioni: ECONOMICA, SOCIALE, CULTURALE, SANITARIA, AMBIENTALE.
La povertà va ben oltre la sola mancanza di guadagno e di risorse per assicurarsi da vivere in maniera sostenibile. Tra
le sue manifestazioni c’è la fame e la malnutrizione, l’accesso limitato all’istruzione e agli altri servizi di
base, la discriminazione e l’esclusione sociale, così come la mancanza di partecipazione nei processi
decisionali. La crescita economica deve essere inclusiva, allo scopo di creare posti di lavoro sostenibili e di
promuover l’uguaglianza.
7 traguardi entro il 2030 NB: poverta’ è sempre da intendersi “in tutte le sue dimensioni”
1.1 eliminare la povertà estrema (=persone che vivono con meno di $1,25 al g) per tutte le persone in tutto il mondo
1.2 ridurre almeno del 50% la % uomini, donne e bambini di età che vivono in povertà
1.3 Applicare a livello nazionale sistemi adeguati e misure di protezione sociale per tutti, includendo i livelli
minimi, + raggiungere sostanziale copertura dei poveri e dei vulnerabili
1.4 assicurare che tutti gli uomini e le donne, in particolare i poveri e i vulnerabili, abbiano uguali diritti riguardo
alle risorse economiche, così come l'accesso ai servizi di base, a ogni forma di proprietà, eredità, risorse naturali+
new tecnologie e servizi finanziari, tra cui la microfinanza.
1.5 costruire la resilienza dei poveri e dei sogg. in situazioni vulnerabili + ridurre la loro esposiz. e vulnerabilità ad
eventi estremi legati al clima e shock e disastri economici, sociali e ambientali
1.A Garantire una significativa mobilitazione di risorse da una varietà di fonti, anche attraverso 1 cooperaz. allo
sviluppo rafforzata, x fornire mezzi adeguati e prevedibili x attuare programmi e politiche x porre fine alla
povertà nei paesi in via di sviluppo (in partic. i meno sviluppati),
1.B Creare solidi quadri di riferimento politici a livello nazionale, regionale e internazionale, basati su strategie
di sviluppo a favore dei poveri e attenti alla parità di genere, per sostenere investimenti accelerati nelle azioni di lotta
alla povertà
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9.IL PATERNARIATO COME STRUM. DI ATTUAZIONE: QUALI SOGG. METTERE IN
CAMPO
L’OBIETTIVO 17 RAFFORZARE I MEZZI DI ATTUAZIONE E RINNOVARE IL PARTENARIATO
MONDIALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
19 traguardi entro il 2030, articolati all’interno di 3 macroaree: FIANANZA e TECNOLOGIA –
CAPACITÀ DI SVILUPPO – AZIONI DI SISTEMA (Coerenza politica e istituzionale - Programmi di collaborazione
plurilaterale dati - monitoraggio e responsabilità )
Per avere successo, l’agenda per lo sviluppo sostenibile richiede partenariati tra GOVERNI, SETTORE PRIVATO e
SOCIETÀ CIVILE. Queste collaborazioni inclusive, costruite su principi e valori, su una visione comune e su
obiettivi condivisi, che mettano al centro le persone e il pianeta, sono necessarie a livello GLOBALE, REGIONALE,
NAZIONALE E LOCALE.
Es a livello nazionale: Governo, le imprese, le associazioni di categoria, gli esponenti del mondo della ricerca,
del mondo accademico, fondazioni
È necessaria un’azione urgente per mobilitare, reindirizzare e liberare il potere trasformativo di migliaia di miliardi di
dollari di risorse private per realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Investimenti a lungo termine, sono
necessari nei settori chiave (*) maxime nei Paesi di sviluppo.
(*) Tali settori comprendono l’energia sostenibile, le infrastrutture e i trasporti, così come le tecnologie di
informazione e comunicazione.
STRUMENTI
7.a Accrescere entro il 2030 la cooperazione internazionale per facilitare l’accesso alla ricerca e alle tecnologie legate
all’energia pulita – comprese le risorse rinnovabili, l’efficienza energetica e le tecnologie di combustibili fossili più
avanzate e pulite – e promuovere gli investimenti nelle infrastrutture energetiche e nelle tecnologie dell’energia pulita
7.b Implementare entro il 2030 le infrastrutture e migliorare le tecnologie per fornire servizi energetici moderni e
sostenibili, specialmente nei paesi meno sviluppati, nei piccoli stati insulari e negli stati in via di sviluppo senza
sbocco sul mare, conformemente ai loro rispettivi programmi di sostegno
Un bell’esempio (viretà della tipologia degli stakeholders) esempio di rete territoriale locale:
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10. ISTRUZIONE UNIVERSITARIA E SVILUPPO SOSTENIBILE SFIDA rintracciare le
“Il compito di formare le persone alla sostenibilità dello sviluppo nelle diverse caratteristiche da declinare
all'interno della
età della vita a buon diritto può essere definito improcrastinabile” (Vischi) FORMAZIONE DEGLI
Il ruolo dell’istruzione universitaria a sostegno dello sviluppo sostenibible prende le mosse a ADULTI e più in generale
partire da: della COMPETENZA
4 ISTRUZIONE DI QUALITA' =>uole assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e
promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti => FOCUS ON TARGET 4 E TARGET 7
TARGET 4.4 Entro il 2030, AUMENTARE sostanzialmente il NUMERO DI GIOVANI E ADULTI CHE ABBIANO LE
COMPETENZE NECESSARIE, incluse le competenze tecniche e professionali, per l'occupazione, per lavori dignitosi e per
la capacità imprenditoriale =>inserire insegnamenti in cds, + funz edu dei prof in aula+ programm ricerca e
dottorato
TARGET 4.7 Entro il 2030, assicurarsi che TUTTI GLI STUDENTI ACQUISISCANO le conoscenze e le competenze
necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l'educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita
sostenibili, i diritti umani, l'uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale
e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile
UNIVERSITÀ = motori e volani di sviluppo per il territorio => impegno della ricerca nel sociale (non ricerca fine a se
stessa ma RICERCA AZIONE) => uni non sono piu’ quelle “torri d’avorio in cui docenti e ricercatori si sono rinchiusi nel passato
ma delle PIATTAFORME DI CONDIVISIONE DELLA CONOSCENZA CHE ASSIEME AGLI ATTORI
SOCIALI DEL TERRETORIO PORTANO INNOVAZIONE.=> sempre + concepita come INNOVAZIONE
SOCIALE=> IDEA DI CONDIVISIONE alla base.
UNIVERSITA’ = UNA GUIDA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE Le università, insieme alle scuole e alle
famiglie, alle associazioni e alle imprese, => SFIDA DI COSTRUIRE LA CITTADINANZA PLANETARIA . =>
designano gli ambienti educativi fondamentali; esse rappresentano un contesto per “allargare i confini della ragione” al
fine di saper riconoscere il bisogno di relazioni buone nella società plurale e “COMPIERE UNA PROGETTAZIONE
EDUCATIVA PER LA VITA IN COMUNE, TESSUTO DI PRATICHE VIRTUOSE .
UNI = RUOLO CARDINE PER LA FORMAZIONE INNOVATIVA DELLE GIOVANI GENERAZIONI:
hanno il compito di stimolare intelligenze e coltivare talenti per affrontare il nuovo che incalza, nella direzione delle
emergenze planetarie e per sostenere l’impegno dei Paesi membri a migliorare la coesione sociale, l’equità e l’occupabilità.
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2. ANCHE NELL’AF È IMPORTANTE PROMUOVERE LA ENTREPRENEURSHIP EDUCATION = Capacitare
entrepreneurship significa portare le persone a saper pensare e realizzare un proprio progetto di sviluppo
lavorativo ed umano. Così, ciascuna persona sarà chiamata alla piena responsabilità della propria dimensione
realizzativa (e della propria POSSIBILITÀ DI EUDAIMONIA), avendola però prima dotata di strumenti
fondamentali quali visione, di qualità progettuale, problem solving, decision making, forza agentiva e di azione”
= permettere a ciascun stud lo sviluppo della propria ‘bussola’ affinché ciascuno sappia orientarsi e possa essere
proattivo nel complesso e variegato ambito della sostenibilità, per promuovere azioni di cambiamento per il bene
comune.
1+2 =>Link OBIETTIVO N. 8 dell’Agenda 2030 si focalizza sulla “ produttività economica attraverso la
diversificazione, il progresso tecnologico e l’innovazione, e, sulla promozione della “ politiche orientate allo
sviluppo, che supportino le attività produttive, la creazione di posti di lavoro dignitosi per tutti, l’imprenditoria, la
creatività e l’innovazione, e che incoraggino la formalizzazione e la crescita delle piccole-medie imprese”.
In italia:
RETE DELLE UNIVERSITA’ PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE = unisce le uni ita, 78 atenei, circ 700 delegati che
lavorano attorno a 8 GDL: energia -mobilità- cambiamento climatico -rifiuti e risorse -cibo -inclusione -
giustizia sociale -educazione => azioni concrete e sostenibili a favore di studenti, territorio, ambiente
HACKATHON = MARATONA DI IDEE =sfide tra studenti delle uni della rete su temi della sostenibilità => i giovani
lavorano in TEAMS MULTIDISCIPLINARI => idee di sviluppo innovative => voi possono essere portate all'attenzione delle
industrie, a volte i progetti migliori si traducono in startup
GIOVANI = AMBASCIATORI nelle SCUOLE= hanno maggior capacità di INCISIONE nella società UNI =>
formano la nuova classe dirigente => luogo privilegiato x unione delle forze
UNIVERSITA’ INTERAGISCE CON IL TERRITORIO (con le amministrazioni dei piccoli borghi e delle città
metropolitane) per una transizione ecologica del territorio che tenga conto della trasferibilità ambientale sociale ed economica
=> UNI STANNO PREPARANDO GLI STUD A QUESTO CAMBIAMENTO => LE UNIVERSITA’ DEVONO FORNIR
AGLI STUDENTI TUTTE LE CAPACITÀ ANCHE QUELLE TRASVERSALI, PER PTER RISPONDERE IN
MANIERA EFFICACE ALLE SFIDE che verranno poste:
DAL MERCATO DEL LAVORO
COME CITTADINI DI UN MONDO IN TRASORMAZIONE
=> due filoni del sapere multidisciplinari e trasversali che vanno seguiti dalle uni molto attentamente a livello educativo.
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ELIMINAZIONE DELLE DISPARITÀ di genere NELL'ISTRUZIONE e garantire un ACCESSO EQUO A TUTTI
I LIVELLI di istruzione e formazione professionale delle categorie protette, tra cui: persone con disabilità, popolazioni
indigene e bambini in situazioni di vulnerabilità
NEL METTERE IN CAMPO IL LORO CONTRIBUTO NEL COMBATTERE LE DISPARITÀ DI GENERE LE UNI POSSONO:
Bilanciare la presenza di professori e professoresse nei CDL
Bilanciare la presenza dei ricercatori e delle ricercatrici
mirare al bilanciamento di genere nella composizione nei gruppi di lavoro costituiti per la realizzazione di
specifici obiettivi di struzione (es. gdl per l’innovazione didattica)
mirare al bilanciamento di genere nella composizione nei gruppi di ricerca
mirare al bilanciamento di genere nelle commissioni (anche concorsuali), nei comitati (es. CDG)
promuovere una presenza bilanciata dei due sessi in tutte le istituzioni di eccellenza
introdurre a tutti i livelli regolamentari e statutari specifiche misure volte al riequilibrio delle componenti
maschili e femminili in organismi, commissioni, comitati
Istituire specifici organismi di controllo e promozione della parità (es. Comitato pari opportunità ecc.)
formare il personale universitario (docenti e personale amministrativo) sulle problematiche specifiche della
valutazione di genere;
attuare il bilancio di genere per monitorare i loro progressi verso gli obiettivi di parità;
inserire iniziative didattiche e formative sui temi di genere: sia nei CDL che nei corsi postlaurea
introdurre, nella maniera più consona a ciascuna disciplina, le specificità di genere nella declaratoria dei
raggruppamenti disciplinari universitari
Sensibilizzare gli studenti alla cultura della parità di genere, attraverso la funzione educativa dei professori
nelle aule
istituire strutture di ricerche/progetti di ricerca/ programmi di dottorato sulle tematiche di genere
Istituire specifici gruppi di lavoro sulle tematiche di genere
promuovere iniziative per favorire un maggior accesso delle studentesse alle lauree scientifiche, ma anche ai
corsi di formazione, perfezionamento e master, attraverso un adeguato supporto del servizio di orientamento,
l’istituzione di borse di studio e premi di merito ( es. v. piano lauree scientifiche => va monitorato anche
nell’ottica dell’orientamento delle studentesse verso le discipline STEM)
modificare le scelte linguistiche in tutti gli atti amministrativi, formativi, scientifici e progettuali, che posano
avere effetti discriminatori anche involontari verso 1 dei due sessi
Per valorizzare la differenza di genere ed evitare che continui ad essere fonte di potenziale discriminazione è
necessario un intervento che richiede uno sforzo consapevole, informato e continuo da parte di uomini e donne,
contro la persistenza di mentalità sessiste e situazioni di iniquità. Il risultato atteso è un avanzamento della
conoscenza, un arricchimento intellettuale, un guadagno economico-culturale, di cui vi è desiderio e necessità in
ampie fasce della popolazione italiana.
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12. CERTIFICAZ. DELLE COMPETENZE CHE PRINCIPI INTRODUCE LA
L.FORNERO?
Avvia un concreto percorso di carattere sistemico e normativo con disposizioni per l’apprendim. permanente =ponendo le
basi per il successivo decreto legislativo n. 13/2013. Il testo della Legge
individua i temi della validazione dell'apprendimento non formale e informale e
del sistema nazionale di certificazione delle competenze, pubblico (certificaz. Competenze = atto pubblico=>rispetta tutti
i principi della 241) come due elementi fondamentali per ASSICURARE E CONCRETIZZARE L'APPREND,
PERMANENTE IN FUNZIONE DEL MANTENIMENTO/INNALZAM. DI CONDIZIONI DI OCCUPABILITÀ
DEI CITTADINI.
Individua, a tal fine, anche l'importanza di fondare su elementi condivisi e omogenei il SNCC tra cui:
NORME GENERALI, STANDARD MINIMI E LIVELLI ESSENZIALI di prestazioni (la cui definizione è demandata a
data successive), reti territoriali ( dei servizi di istruzione, formazione e lavoro ), DORSALE INFORMATIVA UNICA, 1
REPERTORIO NAZIONALE DEI TITOLI di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali accessibile e
pubblicamente riconosciuto + aggiornato (ogni 3aa)
Pone al centro l’individuo quale protagonista attivo dell’apprendimento: focalizza l’attenzione sul riconoscimento delle
competenze (anche come cfu e come singola competenze), come processo volontario richiesto dal cittadino
Centralita' della persona, volontarieta' del processo, certificazione come atto pubblico richiedono la garanzia, per
tutti i cittadini, dei principi di: ACCESSIBILITA' TRASPARENZA, OGGETTIVITA', TRACCIABILITA',
RISERVATEZZA DEL SERVIZIO (GDPR) CORRETTEZZA METODOLOGICA, COMPLETEZZA, EQUITA' E NON
DISCRIMINAZIONE NORME ACCESSO AGLI ATTI
In particolare l’art. 4 introduce alcuni principi che verranno poi ripresi dalla successivo D L: 13/13:
1. Le ESPERIENZE LAVORATIVE sono RICONOSCIUTE COME PARTE ESSENZIALE DEL PERCORSO
EDUCATIVO, FORMATIVO E PROFESS.
2. Le politiche volte a garantire il diritto all’apprendimento permanente devono essere determinate a LIVELLO
NAZIONALE e A PARTIRE DALL’ INDIVIDUAZIONE E RICONOSCIMENTO DELL’APPRENDIMENTO (“del
patrimonio culturale e professionale comunque accumulato dai cittadini e dai lavoratori nella loro storia personale
e professionale”), da documentare attraverso la piena realizzazione di una DORSALE INFORMATIVA UNICA
mediante l'interoperabilità delle banche dati centrali e territoriali esistenti.
3. PROCEDURE DI CONVALIDA E DI RICONOSCIMENTO DEGLI APPRENDIM. NON FORMALI E INFORM.
COME CREDITI FORMATIVI in relazione ai titoli di istruz e formaz. e alle qualificaz del repertorio nazionale
4. CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE (apprendimento F, NF, INF) COME ATTO PUBBLICO finalizzato a
garantire la TRASPARENZA E IL RICONOSCIMENTO DEGLI APPRENDIMENTI, in coerenza con gli indirizzi
EU, conduce al rilascio di un certificato/ diploma/titolo che documenta formalmente l'accertamento e la
convalida effettuati DA UN ENTE PUBBLICO O DA UN SOGGETTO ACCREDITATO O AUTORIZZATO
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Servizi by semplicità, trasparenza, qualità e valorizzazione del patrimonio culturale E professionale del
sogg
Servizi possono essere a pagamento in base a norme regionali
DEFINIZIONE DEI LEP-LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI X l'erogazione dei servizi BY
sogg istituzionalmente competenti in materia di ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO
6. sarà 1 SISTEMA PUBBLICO NAZIONALE DI CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE fondato SU
ELEMENTI CONDIVISI e OMOGENEI sul territorio naz.:
□ SMS – standard minimi di servizio
In coerenza con gli indirizzi EU
□ LEP - livelli essenziali di prestazione
□ NORME GENERALI
Basato su QUADRI DI RIF. E REGOLE NAZIONALI in linea con livelli e sistemi di referenziazione EU + t.d.
garantire EQUITÀ, PARI TRATTAMENTO, COMPARABILITA' DELLE COMPETENZE CERTIFICATE a livello
naz.
Il principale quadro di riferimento è
COMPETENZA CERTIFICABILE: insieme strutturato di conoscenze e di abilità acquisite nei contesti formali, non formali e
inf.
Tutti gli standard delle qualificazioni e competenze certificabili ai sensi del SNCC sono raccolti in REPERTORI
CODIFICATI A LIVELLO NAZIONALE O REGIONALE, pubblicamente riconosciuti e accessibili in un repertorio
nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali, che dovrà essere aggiornato ogni
3aa:
REPERTORIO NAZIONALE DEI TITOLI DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE E DELLE QUALIFICAZ
PROFESS= comprende tutti i repertori naz o regionali riconosciuti e contenenti tutti gli STANDARD DELLE
QUALIFICAZIONI E COMPETENZE CERTIFICABILI ai sensi del sistema pubblico di certificazione.
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13.PERCHÉ SI PUÒ AFFERMARE QUALIFICAZIONE VALE TITOLO?
Possiamo definire il concetto di qualificazioni facendo riferimento al DL 13/13:
«QUALIFICAZIONE»: titolo di istruzione e di formazione, ivi compreso quello di istruzione e formazione professionale, o
di qualificazione professionale rilasciato da un ente pubblico titolato nel rispetto delle norme generali, dei livelli essenziali
delle prestazioni e degli standard minimi
QUINDI NELLA STESSA DEF. DI QUALIFICAZ. È INSITA L'EQUIVALENZA QUALIFICAZ. = TITOLO.
Tutte le qualificazioni rilasciate in Italia sono ricomprese nel REPERTORIO NAZIONALE DEI TITOLI DI
ISTRUZIONE E FORMAZIONE E DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI istitutito con il DL 13/13. Che
«comprende tutti i repertori dei titoli di istruzione formazione anche professionale, regionali e naz. riconosciuti e che
rispettino i seguenti STANDARD MINIMI:
Identificazione dell’ente pubblico titolare
identificazione delle qualificazioni e delle relative competenze
referenziazione delle qualificazioni con codice ateco + cp istat
referenziazione delle qualificazioni con EQF (quadro europeo delle qualificazioni)
Il Repertorio, è attualmente inserito all'interno del piu’ ampio ATLANTE DEL LAVORO E DELLA DELLE
QUALIFICAZIONI che è, ad oggi, la più precisa e puntuale mappa del mondo del lavoro e delle qualificazioni.
L’atlante nella sua sezione “Atlante e qualificazioni” , suddivisa in 3 sezioni, restituisce in maniera molto evidente
l'equivalenza qualificazione -titolo, organizzando le qualificazioni in:
A. SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE: contiene le Qualificazioni della Scuola secondaria di secondo grado e
dell’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP)
B. ISTRUZIONE SUPERIORE: contiene le Qualificazioni dell’Università, dell'Alta Formazione Artistica, Musicale e
Coreutica (AFAM), dell’Istruzione Tecnica Superiore (ITS)
C. FORMAZIONE PROFESSIONALE REGIONALE E IFTS: contiene le qualificazioni della formazione regionale del
Quadro Nazionale delle Qualificazioni Regionali (QNQR) e dell’Istruzione e della Formazione Tecnica Superiore
(IFTS)
Il riconoscimento del credito avviene all’interno del processo di valutazione dell’apprendimento pregresso ad opera di
una commissione qualificata.
A cosa serve il riconoscim.del credito? per ridurre il numero di cfu da acquisire all’interno di 1 1 percorso di studi
universitario /post universitario per completare il percorso
16.COSA SI INTENDE PER APPRENDIMENTO PERMANENTE
Possiamo definire lil concetto di qualificazioni facendo riferimento al DL 13/13:
APPRENDIMENTO PERMANENTE = qualsiasi attività intrapresa dalla persona in modo formale, non formale e
informale, nelle varie fasi della vita al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze in una prospettiva
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di CRESCITA PERSONALE, CIVICA SOCIALE E OCCUPAZIONALE
DA FORNERO 92/12 Le politiche PER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE sono determinate a livello naz
su proposta del MIUR + MLPS sentito il e sentite le PARTI SOCIALI, + realizz. di una DORSALE
INFORMATIVA UNICA mediante l'interoperabilita' delle banche dati centrali e territoriali esistenti.
APPRENDIMENTO PERMANENTE NEL XXI SECOLO: V. APPRENDIMETO LIFELONG LIFEDEEP – LIFEWIDE
LEARNING
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Un quadro delle qualifiche classifica le qualifiche in funzione di una serie di criteri basati sul raggiungimento di
determinati livelli di apprendimento. Mira a integrare e ordinare le qualifiche e a migliorarne la trasparenza,
l’accessibilità e la qualità in relazione al mercato del lavoro, al sistema di istruzione e formazione e alla società civile.
IL QUADRO NAZIONALE DELLE QUALIFICHE ITALIANE è lo strumento di descrizione e classificazione delle
qualificazioni rilasciate nell'ambito del Sistema nazionale di certificazione delle competenze; inoltre contiene l’elenco
delle professioni regolate in Ita=>
è stato istituito nel 2018 PER:
- far dialogare tra loro in modo coerente i ≠ sistemi di classificaz. delle profess. italia:ni: Repertori regionali, Classificaz.
CPISTAT 2011, Ateco 2007…
- riferire le qualifiche nazionali al Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF) (tassonomia a 8 liv.)
IL QUADRO EUROPEO DELLE QUALIFICHE (EQF) è uno strumento di classificazione unitario che coordina il
sistema delle qualifiche nazionali dei diversi paesi membri. Si tratta di un vero e proprio dispositivo di traduzione che
facilita la comparazione tra qualifiche conseguite non solo in ≠ paesi, ma anche presso enti ≠ o organizz. internaz. -
istituito nel 2008 e rev nel 2017,
DEFINIZIONE DI ABILITA’
DA QNQ (DM 8 gennaio 2018) = capacità di APPLICARE CONOSCENZE E DI UTILIZZARE IL KNOW
HOW per portare a termine i compiti e risolvere problemi utilizzando specifici strumenti (operativi,procedimenti,
tecniche, metodo, tecnologie). Nel contesto del quadro Eu (EQF) sono descritte come:
« COGNITIVE (comprendenti l’uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e
« PRATICHE (comprendenti la manualità e l’uso di metodi, materiali, strumenti e utensili).
Questo concetto era già stato ben anticipato dall’At.4 della precedente L. Fornero, che tra i principi direttivi da adottarsi nella
costituzione del futuro SNCC specifica che i servizi di INDIVIDUAZIONE E VALIDAZIONE DEGLI
APPRENDIMENTI NON FORMALI E INFORM. = servizi effettuati su richiesta del sogg, e finalizz. a valorizzare il
patrimonio culturale e profess delle persone e la consistenza e correlabilita' con le competenze certificabili e i CFU
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riconoscibili.
Il quadro europeo delle qualifiche (EQF) è infatti uno schema di riferimento (sistema di classificazione) per
“tradurre” quadri di qualifiche e i livelli di apprendimento dei diversi paesi e che agisce come dispositivo per
renderli più leggibili, consentendo di confrontare le qualifiche di paesi e istituzioni diversi favorisce una reale
libera circolazione dei professionisti nell’Unione. contribuisce a MIGLIORARE LA TRASPARENZA, LA
COMPARABILITÀ E LA PORTABILITÀ DELLE QUALIFICAZIONI-
NB. EQF è un quadro basato sui RISULTATI DELL'APPRENDIMENTO (learning outcomes: conoscenze e abilità
contenute nella qualificazione) ARTICOLATO SU 8 LIVELLI per tutti i tipi di qualificazioni.
o
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28.QUALI SONO GLI STANDARD MINIMI DI PROCESSO/29.QUALI SONO GLI
STANDARD MINIMI DI SISTEMA
IL DL 23/13 DEFINISCE una serie di STANDARD MINIMI DI SERVIZIO DA GARANTIRSI SU TUTTO
IL TERRITORIO NAZIONALE, A LIVELLO DI: ACCESSO AL SERVIZIO, INDIVIDUAZIONE, VALIDAZIONE
E CERTIFICAZIONE=soglia minima accettabile delle prestaz. essenziali che devono essere garantite dall'ENTE
TITOLARE e a cui si deve uniformare il sogg. erogatore (ente TITOLATO)
ARTICOLAZIONE IN 3 FASI:
IDENTIFICAZIONE - individuo e metto in trasparenza le competenze del soggetto riconducibili a uno più
qualificazione (SE apprendimento NF e INF: supporto il soggetto all' analisi della documentazione dell’esperienza e a
correlare gli esiti a uno più qualificazioni)
VALUTAZIONE - accertamento del possesso delle competenze individuate (SE apprendimento NF e INF: specifiche
metodologie valutative e d riscontri/prove)
ATTESTAZIONE - rilascio di documenti di validazione e certificazione standardizzati che documentano le
competenze individuate, validate e certificate.
Le competenze acquisite dalla persona in contesti formali, non form. o inform. il cui possesso sia comprovabile da
riscontri e prove sono l’ogg. di individuazione e validazione e certificazione
Da di 5 GEN
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STANDARD MINIMI DI SISTEMA
L’ENTE PUBBLICO TITOLARE x il SISTEMA NAZ. DI CERTIFICAZ DELLE COMPETENZE
assicura 7 STANDARD minimi:
LINGUA
Adozione di: PROCE
REPERTORIO DI RIFERIMENTO: Garantire l’operatività di uno o più Repertori di qualificazioni dei CONDIV
rispettivi ambiti di titolarita'
QUADRO REGOLAMENTARE UNITARIO: delle condizioni di fruizione e garanzia del servizio e di relativi
format e procedure standardizzate=>
PROCEDURE STANDARDIZZATE conformi alle norme generali dei LEP e SMS
+ TRASPARENZA
REQUISITI PROFESSIONALI idonei per il PERSONALE che eroga i servizi (aspetti curricolari,
professionali di metodologia della valutazione) RUOLO
DEGLI
ESPER
CONDIZIONI CHE ASSICURINO NELLE FASI DI INDIVIDUAZIONE, VALIDAZIONE,
CERTIFICAZ + COMMISSIONE DI VALUTAZIONE:
COLLEGIALITÀ
OGGETTIVITÀ
TERZIALITÀ
INDIPENDENZA
COMMISSIONE VALUTATRICE Must have almeno 1 membro ex IDONEO (requisiti profess. nel rispetto
della regolam. degli enti pubblici titolari.
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STANDARD MINIMI DI ATTESTAZINE
L’ENTE PUBBLICO TITOLARE X il processo di individuazione, validazione e certificazione: assicura 2
STANDARD:
ELEMENTI MINIMI NEI DOCUMENTI DI VALIDAZIONE E NEI CERTIFICATI
rilasciati:
dati anagrafici del destinatario;
dati dell'ente pubblico titolare + titolato con indicazione dei rif normativi di
autorizzazione/accreditamento;
competenze acquisite, almeno indicare: denominazione - repertorio -qualificazioni di
riferimento (indicando: denominazione, la descrizione, livello EQF, se applicabile, codici ATECO e CP
ISTAT)
modalita' di apprendimento e valutazione delle competenze
se apprendimento F: dati essenziali del percorso formativo e della valutazione
se NF o INF: dati essenziali dell’esperienza svolta
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21.COSA SI INTENDE PER ENTI TITOLARE E COSA SI INTENDE PER ENTE
TITOLATO/
IN LIGURIA:
30.Q UALI SONO GLI ENTI TITOLARI
Ogni cittadino ha il diritto di accedere ad una qualificazione mediante il servizio di individuazione,
validazione ed eventuale certificaz. di competenze acquisite ( F, NF, INF)
Il riferimento per le qualificazioni ottenibili è esclusivamente il Repertorio ligure.
Regione Liguria è Ente Titolare, ossia responsabile dell’aggiornamento della disciplina e del
controllo dell’attuazione
Alfa - Agenzia per il Lavoro, la Formazione, e l’Accreditamento è l’ente responsabile della gestione
del Sistema.
il DL 13/13 istituisce i 2 attori istituzionali del SNCC: ente titolare e enti titolato.
«ENTE pubblico TITOLARE»: amministrazione pubblica, centrale, regionale e delle province autonome
TITOLARE a norma di legge, quindi RESPONSABILE,DELLA REGOLAMENTAZIONE DEI SERVIZI DI
INDIVIDUAZIONE E VALIDAZIONE DELLE COMPETENZE e CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE,
Nello specifico sono da intendersi enti pubblici titolari: MLPS – MIUR - REGIONi e Province Autonome di
TN e BZ– MISE (Ministero Dello Sviluppo Economico) - ALTRE AUTORITÀ COMPETENTI in materia di
individuazione e validazione e certificazione di competenze riferite a qualificazioni delle professioni
regolamentate.
L'ente pubblico titolare GARANTISCE che l’erogazione dei servizi di individuazione e validazione e
certificazione avvenga NEL RISPETTO DEGLI STANDARD MINIMI DI EROGAZIONE DEI
SERVIZI (di processo - di attestazione- di sitema)
L’ente titolare AUTORIZZA O ACCREDITA GLI ENTI TITOLATI a Erogare in tutto o in parte servizi di
Individuazione, Validazione e Certificazione delle Competenze
à IN LIGURIA L’ente titolare è Regione Liguria che è responsabile dell’aggiornamento della disciplina e del
controllo dell’attuazione del Sistema di IVC delle competenze, mentre Alfa - Agenzia per il Lavoro, la Formazione,
e l’Accreditamento è l’ente responsabile della gestione.
Regione Liguria ha determinato che gli enti titolati liguri Il sistema prevede la presenza di svolgano le prime due fasi
del processo (individuazione e validazione), mentre la terza (certificazione) resta in capo all’Ente Titolare (Regione)
Regione Liguria RILASCIA quindi LE CERTIFICAZIONI:
« CERTIFICATO DI COMPETENZA (solo alcune competenze)
« CERTIFICATO DI QUALIFICAZIONE (tutte le competenze di 1 fig. profess.)
« CERTIFICATO DELLE COMPETENZE DI CITTADINANZA (competenze chiave di cittadinanza)
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«ENTE TITOLATO»: sogg. PUBBLICO O PRIVATO AUTORIZZATO O ACCREDITATO DALL'ENTE
PUBBLICO TITOLARE (son escluse le imprese!) a Erogare in tutto o in parte servizi di Individuazione,
Validazione e Certificazione delle Competenze RIFERITE ALLE QUALIFICAZIONI COMPRESE in
REPERTORI CODIFICATI A LIVELLO REGIONALE O NAZIONALE, SECONDO I CRITERI DI
REFERENZIAZIONE DELL’EQF - Quadro Europeo delle Qualificazioni.
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COSTITUISCONO LE TRE FASI PRONCIPALI DEL PROCESSO CHE PORTA ALLA CERTIFICAZIONE DELLE
COMPETENZE ALL’INTERNO DEL SNCC
IL PROCESSO DI IVC È UN PERCORSO, DECLINATO IN 4 MOMENTI PRINCIPALI, CHE PERMETTE DI
OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DELLE COMPETENZE ACQUISITE, AI SENSI DELLA NORMATIVA
VIGENTE.
L’Italia riconosce, infatti, a ogni cittadino il diritto alla valorizzazione delle proprie competenze e all’eccesso ad
una qualificazione mediante il servizio di individuazione, validazione ed eventuale certificazione di competenze
acquisite con esperienze professionali ed extra professionali, anche di volontariato, e non necessariamente
attraverso i contesti formali quali la scuola, l’università o la formazione professionale.
L’Individuazione, la Validazione e la Certificazione degli apprendimenti formali, non formali e informali è
possibile nell’ambito del Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze (SNCC), che è regolato da
norme nazionali e regionali che ne definiscono gli standard minimi di servizio. Il MIUR, il MISE, il MLPS, le
REGIONI e le Province Autonome di TN e BZ sono gli Enti pubblici titolari del SNCC . Essi autorizzano enti
pubbl. o privati (Enti titolati) ad attivare processi di IVC
Il processo di IVC si articola in 4 FASI PRINCIPALI che seguono un primo momento di accoglienza e
informazioni rispetto al processo (“fase 0”):
0. ACCOGLIENZA E PRIMA INFORMAZIONE
1. INDIVIDUAZIONE (identificazione delle competenze potenzialmente validabili, redazione del dossier
individuale e del l’eventuale documento di trasparenza)
2. VALIDAZIONE (riconoscimento, by dell’ente titolato, delle competenze, acquisite dalla persona, by
valutazione del dossier e eventuale valutazione diretta dell’apprendim=> se ok doc di validazione)
3. ATTESTAZIONE – DOCUMENTO DI VALIDAZIONE
4. CERTIFICAZIONE Servizio a Sé [ENTE TITOLARE] valutazione diretta dell'apprendimento da parte di
una commissione regionale - sela validazione è andata a buon fine => CERTIFICAZIONE
1+2+4 = standard minimi di processo
DL 13/13:
«SISTEMA NAZIONALE DI CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE»: insieme dei servizi
di individuazione, validazione e certificazione e delle competenze
Erogati nel rispetto di:
«INDIVIDUAZIONE e VALIDAZIONE delle competenze»: processo che conduce al norme generali
riconoscimento da parte dell’ente TITOLATO delle competenze acquisite dalla persona in un contesto non
LEP- livelli
formale o informale. si conclude con RILASCIO DI DOCUMENTO DI VALIDAZIONE. Può proseguire
essenziali di
con la certificazione.
prestazione
«CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE»: procedura formale di riconoscimento da parte
standard minimi di
dell’ente TITOLARE delle competenze acquisite in contesti formali - anche con interruzione del percorso
servizio (SMS).
formativo - o di quelle validate in contesti informali e non formali
IL PROCESSO DI IVC, inoltre, DEVE garantire a livello nazionale degli standard minimi:
« STANDARD MINIMI DI PROCESSO, relativi alle fasi del processo
« STANDARD MINIMI DI ATTTESTAZIONE relativi alle documentazioni prodotte
« STANDARD MINIMI DI SISTEMA relativi al “macrosistema” di certificazione
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Il riferimento per le qualificazioni ottenibili è esclusivamente il Repertorio ligure.
Regione Liguria è Ente Titolare, ossia responsabile dell’aggiornamento della disciplina e del controllo
dell’attuazione, mentre Alfa - Agenzia per il Lavoro, la Formazione, e l’Accreditamento è l’ente responsabile
della gestione del Sistema.
LA VALIDAZIONE
La validazione verrà svolta – rispetto alla qualificazione e/o alle competenze individuate - attraverso i
seguenti CRITERI GENERALI, RICAVABILI DAL DOSSIER :
o completezza di tutte le parti, obbligatorie e facoltative;
o qualità dei contenuti, con particolare riguardo alle evidenze prodotte;
o pertinenza rispetto a tutte le abilità e conoscenze riferite alla competenza/qualificaz. scelta;
o esaustività, rispetto alla documentazione prodotta e finalizzata a provare il possesso di tutte le abilità e
conoscenze riferite alla competenza/qualificazione scelta.
I CRITERI DI VALUTAZIONE
Può essere previsto un COLLOQUIO TECNICO con il candidato e se necessario, anche una PROVA
PRATICA.
LA CERTIFICAZIONE
Se la validazione ha dato esito positivo, sarà possibile alla fase di Certificazione, tramite una
COMMISSIONE REGIONALE.
La valutazione finalizzata alla certificazione di competenze potrà avvenire:
o in sessioni di esame finale di percorsi formativi che prevedano il rilascio della stessa qualificazione richiesta
dal candidato.
o mediante commissioni di esame specifiche
Attestazione finale
A seguito di esito positivo della certificazione, verrà rilasciato
o CERTIFICATO DI QUALIFICAZIONE nel caso in cui siano certificate SOLO ALCUNE DELLE
COMPETENZE legate alla figura
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o CERTIFICATO DI QUALIFICAZIONE quando siano certificate TUTTE LE COMPETENZE LEGATE
ALLA FIGURA
o CERTIFICATO DELLE COMPETENZE DI CITTADINANZA , che avrà validità nel solo territorio regionale
– SPECIFICA DELLA LIGURIA!!
la CERTIFICAZIONE è la terza fase del processo di ivc, segue l’identificazione e la validazione e permette, una volta
conclusa, di passare alla successiva ed ultima fase di attestazione, che porta al rilascio del certificato da parte dell’ente
TITOLARE:
« CERTIFICATO DI COMPETENZA (solo alcune competenze)
« CERTIFICATO DI QUALIFICAZIONE (tutte le competenze di 1 fig. profess.)
« CERTIFICATO DELLE COMPETENZE DI CITTADINANZA (competenze chiave di cittadinanza) SOLO X
LIGURIA)
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24.CON QUALE STRUMENTO POSSO AVVIARE LA FASE DI
INDIVIDUAZIONE
Relativamente al sistema nazionale di identificazione, Validazione e certificazione delle competenze (IVC) il DL
13/13 definisce, tra le altre cose, che:
1. SONO OGGETTO DI CERTIFICAZIONE UNICAMENTE LE COMPETENZE LE QUALIFICAZIONI
COMPRESE REPERTORIO NAZIONALE DELLE QUALIFICHE
2. In linea con gli indirizzi dell'EU, sono oggetto di individuazione e validazione e certificazione le competenze
acquisite dalla persona in contesti formali, non formali o informali, il cui possesso risulti comprovabile
attraverso riscontri e prove, def. nel rispetto degli standard min. di processo.
La fase di INDIVIDUAZIONE è appunto la fase del processo di IVC che, viene introdotta da quella di
accoglienza/informazione, ha l’obiettivo di individuare le competenze possedute dal soggetto che abbiano,
appunto, le caratteristiche per poter essere successivamente validate e eventualmente certificate: quindi che
siano collegate a qualificazioni presenti nel repertorio nazionale e che siano comprovabili con riscontri e prove.
Gli standard minimi di processo definiscono che le tre fasi di individuazione validazione e attestazione devono
essere precedute da una fase di informazione e orientamento personalizzato, rispetto al quale vengono chiariti al
cittadino rispetto al servizio e viene verificata requisiti di accesso al servizio e all’identificazione di un effettivo
fabbisogno del servizio.
Al termine di questa fase il cittadino deciderà se proseguire con il servizio, dando avvio alla fase di individuazione
con la stipula DOCUMENTO DI ADESIONE ALLA PROCEDURA (AD ESEMPIO UN PATTO DI
SERVIZIO) del patto di servizio, o se rinuciare (riceve allora il documento di trasparenza)
ATTESTAZIONE DI ATTESTAZIONE
28 DI ATTESTAZIONE DI
PARTE PRIMA PARTE SECONDA PARTE TERZA
SERVIZI OFFERTI PER TIPOLOGIA DI UTENTI
2 tipi di servizi che hanno lo scopo di equiparare:
1. la formazione NF e INF a quella F
2. la formazione F, NF e INF a livello EU
1. IDENTIFICAZIONE E VALIDAZIONE => apprendimenti F e INF
a. Identificazione [dossier delle evidenze; documento di trasparenza]
b. Valutazione
c. Attestazione
5 FASI
0. ACCESSO AL SERVIZIO, ACCOGLIENZA
1. IDENTIFICAZIONE
2. VALIDAZIONE
3. ATTESTAZIONE
4. CERTIFICAZIONE- Servizio a Sé [ENTE TITOLATO]
FASI
0. ACCESSO AL SERVIZIO, ACCOGLIENZA(art. 5 b. D.L. 13/2013)
Questa fase è finalizzata all’informazione e accoglienza del candidato, alla verifica dei requisiti di accesso al
servizio e all’identificazione di un effettivo fabbisogno del servizio.
29 accreditate o autorizzate al servizio attraverso una
Questa fase può essere curata da chi opera presso le strutture
modalità in presenza (ad esempio a sportello, attraverso sessioni informative di gruppo o individuali) o a distanza
ISTANZA DI ACCESSO AL SERVIZIO :
SE PROSEGUO => PATTO DI SERVIZIO
SE INTERROMPO => DOCUMENTO DI TRASPARENZA
1. IDENTIFICAZIONE
A cura degli ADDETTI ALLA “FUNZIONE DI ACCOMPAGNAMENTO E SUPPORTO
ALL’INDIVIDUAZIONE E MESSA IN TRASPARENZA DELLE COMPETENZE” che applicano
idonee metodologie per:
• ricostruire le esperienze, anche a partire da un confronto delle stesse con i descrittivi delle attività e dei
risultati attesi presenti nell’Atlante del lavoro e delle qualificazioni;
• precodificare le competenze, con riferimento alle qualificazioni di interesse per la validazione;
• accompagnare o pianificare la composizione di un DOSSIER DELLE EVIDENZE e di un
DOCUMENTO DI TRASPARENZA identificando attività pertinenti e competenze potenzialmente validabili o
certificabili +promuovendo la raccolta ragionata delle evidenze documentali
(anche preventivamente all’avvio di un percorso di apprendimento in ambito F o NF)
consigliare l’interruzione del servizio se non se ne rilevino le condizioni minime di successo;
fornire ogni elemento informativo utile alle fasi successive, ivi incluse eventuali indicazioni per le prassi
valutative e sottoscrivere il PATTO DI SERVIZIO se si sceglie di posguire
Tutto by UNO O PIÙ COLLOQUI INDIVIDUALI.
Le info raccolte sono rese tracciabili nell’ambito di un sistema informativo dall’ente titolare, nel rispetto della
normativa sul trattamento dei dati personali.
A conclusione della fase di identificazione si prevede l’elaborazione di un documento, il «Documento di
trasparenza» quale sintesi dei risultati della fase di identificazione, rilasciato solo in caso di interruzione o
dilazione del servizio, o su richiesta dell’utente se non si procede alla successiva fase di valutazione presso lo
stesso ente titolato.
TUTTO IL PERSONALE DEVE AVERE I REQUISITI professionali idonei al presidio degli aspetti di
contenuto curriculare, professionale e di metodologia valutativa.
2.VALIDAZIONE
Segue la fase di identificazione ma è tecnicamente indipendente da essa.
Può essere realizzata come fase propria del servizio oppure può inserirsi direttamente nella procedura di
certificazione utilizzando le opportune prassi valutative (dipende da modalità organizzative dell’ente titolare)
DEVE RISPETTARE i principi di OGGETTIVITÀ, COLLEGIALITÀ, INDIPENDENZA, TERZIETÀ E
COMPLETEZZA E CORRETTEZZA METODOLOGICA.
La fase è a cura di PERSONALE ADDETTO ALLA “FUNZIONE DI PIANIFICAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ VALUTATIVE
30”, che opera in qualità di referente e responsabile del
processo di valutazione.
3. ATTESTAZIONE
La struttura accreditata o autorizzata al servizio rilascia il «DOCUMENTO DI VALIDAZIONE» con valore di
parte seconda.
4. CERTIFICAZIONE- Servizio a Sè
Può essere la fase successiva alla validazione o un servizio a sè identificato fin dall’inizio, nelle fasi di erogazione
del servizio dovranno essere assicurati i seguenti elementi minimi:
FASE DI IDENTIFICAZIONE: presa d’atto del raggiungimento dei risultati di apprendimento previsti nel
percorso formale, secondo le norme dell’ente titolare, o tramite l’acquisizione del «DOCUMENTO DI
VALIDAZIONE» in esito a un processo di individuazione e validazione per l’apprendimento NF e INF
FASE DI VALUTAZIONE: valutazione diretta e sommativa realizzata con prove orali, scritte o pratiche (es.
audizione, colloquio tecnico, prova pratica) secondo le norme dell’ente titolare, se consentito anche da remoto con
idonee tecnologie digitali.
Valutazione si svolgerà a cura di una commissione di valutazione che assicuri il rispetto dei principi di
collegialità, oggettività, terzietà, indipendenza, completezza e correttezza metodologica del processo
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