INDICE: 1. Agenda 2030; 2. Salute e benessere; 3. Benessere sociale e Salutogenesi; 4. Welfare State; 5. Art. 32 della Costituzione; 6. COVID-19; 7. Commento. 1) AGENDA 2030 “La nuova Agenda è una promessa da parte dei leader a tutte le persone in tutto il mondo. È un'Agenda per le persone, per sradicare la povertà in tutte le sue forme, un'Agenda per il Pianeta, la nostra casa". (Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite) L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030. Questo programma non risolve tutti i problemi ma rappresenta una buona base comune da cui partire per costruire un mondo diverso e dare a tutti la possibilità di vivere in un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico. Gli obiettivi fissati per lo sviluppo sostenibile hanno una validità globale, riguardano e coinvolgono tutti i Paesi e le componenti della società. I 17 Goals fanno riferimento ad un insieme di questioni importanti per lo sviluppo che prendono in considerazione in maniera equilibrata le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, sociale ed ecologica – e sono: Sconfiggere la povertà: Porre fine a ogni forma di povertà nel mondo; Sconfiggere la fame: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile; Salute e benessere: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età; Istruzione di qualità: Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti; Parità di genere: Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze; Acqua pulita e servizi igienico-sanitari: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie; Energia pulita e accessibile: Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni ; Lavoro dignitoso e crescita economica: Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti; Imprese, innovazione e infrastrutture: Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile; Ridurre le disuguaglianze: Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra Nazioni; Città e comunità sostenibili: Rendere la città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili; Consumo e produzioni responsabili: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo; Lotta contro il cambiamento climatico: Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze; Vita sott’acqua: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile; Vita sulla terra: Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica; Pace, giustizia e istituzioni forti: Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, rendere disponibile l’accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficaci, responsabili e inclusivi a tutti i livelli; Partnership per gli obiettivi: Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile. A loro volta, vengono raggruppati in cinque temi prioritari, corrispondenti alle “5P” dello sviluppo sostenibile proposte dall’Agenda 2030, ciascuna delle quali contiene Scelte Strategiche e Obiettivi Strategici per l’Italia, correlati agli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e richiamano alla profonda interrelazione tra dinamiche economiche, crescita sociale e qualità ambientale, aspetti conosciuti anche come i tre pilastri dello sviluppo sostenibile. – Persone: contrastare povertà ed esclusione sociale e promuovere salute e benessere per garantire le condizioni per lo sviluppo del capitale umano; – Pianeta: garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali, contrastando la perdita di biodiversità e tutelando i beni ambientali e colturali; – Prosperità: affermare modelli sostenibili di produzione e consumo, garantendo occupazione e formazione di qualità; – Pace: promuovere una società non violenta ed inclusiva, senza forme di discriminazione. Contrastare l’illegalità; – Partnership: intervenire nelle varie aree in maniera integrata. "Siamo determinati a fare i passi audaci e trasformativi che sono urgentemente necessari per portare il mondo sulla strada della sostenibilità e della resilienza. Nell’intraprendere questo grande viaggio collettivo, promettiamo che nessuno verrà lasciato indietro". (Onu, Agenda 2030) 2)SALUTE E BENESSERE Il differenza principale tra salute e benessere è che la salute è lo stato di completo benessere fisico, mentale e sociale mentre il benessere si riferisce a un processo attivo attraverso il quale le persone diventano consapevoli e fanno scelte verso un'esistenza più riuscita. Quindi, il benessere è una scelta per lo stile di vita. La salute è uno stato di benessere mentre il benessere può essere definito come lo stato di spesa per uno stile di vita sano attraverso il quale una persona può raggiungere una buona salute. "Salute e benessere" è il terzo goal dell’Agenda 2030, una sfida importante contro le malattie e le condizioni di estremo malessere che mira a garantire in tutto il mondo un medesimo standard di prevenzione, assistenza e cura, annullando l’ingiusto divario tra Paesi ricchi e poveri. Proteggere la salute materna e quella infantile, porre fine alle malattie trasmissibili e al disagio mentale, combattere le conseguenze di fumo e sostanze stupefacenti: l’obiettivo salute è ambizioso ma è imprescindibile per dare all’umanità un futuro stabile, sano e felice. La salute dell’uomo ha fatto enormi progressi negli ultimi secoli. A livello mondiale, l’aspettativa di vita alla nascita è andata progressivamente aumentando: nell’età preindustriale si aggirava attorno ai 30 anni; all’inizio del terzo millennio era pari a 66,5 anni; tra il 2000 e il 2016 è aumentata di 5,5 anni passando a 72 anni. Un salto gigantesco dovuto al diverso stile di vita che ha portato al calo dei decessi, in particolare della mortalità infantile, come dimostrano i dati della Organizzazione Mondiale della Sanità. Nei Paesi a basso reddito l’aspettativa di vita alla nascita è inferiore di 18,1 anni rispetto ai Paesi ricchi, le morti delle donne legate alla maternità sono ancora consistenti (1 ogni 41) e un terzo dei bambini soffre di malnutrizione con un conseguente basso tasso di crescita. Una situazione che fotografa un divario ancora troppo importante che divide ingiustamente l’umanità. Altri settori in cui non si sono registrati progressi sensibili sono quelli delle malattie infettive, del fumo e dell’esposizione a fattori di rischio ambientale.L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS o WHO) è l’agenzia dell’ONU che si occupa della salute della popolazione umana con l’obiettivo di portare tutta la popolazione mondiale al miglior livello di salute e benessere possibile. Se i progressi degli ultimi decenni nel miglioramento della salute di milioni di persone rappresentano un dato confortante, va sottolineato però che alcuni ambiti restano ancora deficitari e destano grande preoccupazione. In particolare segna il passo la lotta ad alcune pericolose malattie infettive, come la malaria e la tubercolosi (20 milioni di bambini in tutto il mondo non sono stati sottoposti alla profilassi antimalarica e non hanno ricevuto le vaccinazioni salvavita), o ai danni provocati da droghe e tabacco. Tra gli aspetti che rallentano il raggiungimento dell’obiettivo salute dell’Agenda 2030 riveste un ruolo importante la disuguaglianza economica che priva moltissime persone nel mondo della possibilità di accedere ai servizi sanitari essenziali, relegandole in uno stato di estrema privazione. Il terzo goal è infatti strettamente collegato al primo e al secondo: povertà, mancanza di cibo e malnutrizione privano di buona salute e benessere. Nell’ultimo periodo, inoltre, si sono manifestati con maggiore intensità fenomeni climatici legati all’inquinamento e al riscaldamento globale, elementi che possono influire negativamente sulle condizioni di salute di milioni di persone. I cambiamenti climatici costringono parte della popolazione mondiale a vivere in una situazione sanitaria sempre più carente e compromessa, esponendole al rischio di epidemie, alla carenza di servizi igienici adeguati e alla mancanza di un’assistenza sanitaria efficace. Per facilitare il raggiungimento dell’obiettivo, l’Agenda 2030 ha suddiviso questo goal in 13 target, come per esempio: 3.1 Ridurre il tasso di mortalità materna globale a meno di 70 per 100.000 nati vivi; 3.5 Rafforzare la prevenzione e il trattamento di abuso di sostanze (stupefacenti, alcool, ecc.) ... L’Italia ha raggiunto la maggior parte dei traguardi indicati dal terzo goal dell’Agenda 2030 e nel nostro Paese la qualità della vita, della salute e dei servizi ha raggiunto un buon livello: due terzi della popolazione godono di buona salute e l’aspettativa di vita alla nascita ha valori molto alti tra i Paesi dell’Unione europea.Secondo le ricerche effettuate dall’ASviS tra il 2010 e il 2016 la situazione è migliorata significativamente, anche se rimangono numerosi problemi da risolvere, dall’uso di alcool, tabacco e droghe, all’obesità, ai danni causati dall’inquinamento (le malattie respiratorie sono tra le principali causa di morte). 3)BENESSERE SOCIALE E SALUTOGENESI Il contributo della sociologia in merito agli aspetti che interessano la costruzione e il mantenimento della buona salute è rilevante, e lo è perché è proprio dalle ricerche di un sociologo della salute di nome Aaron Antonovsky che si assiste alla nascita della salutogenesi. Salutogenesi significa: ricerca dei fattori che promuovono la salute (la parola “salutogenesi”, di fatto, deriva dal latino salus = salute e la genesi greca = origine). Essa dà avvio a un nuovo approccio alla salute, con l’obiettivo di andare oltre il modello patogenetico, ovvero la crescita e progressione della malattia, che pensa alla salute come assenza di malattia e si concentra sull’insorgenza, la cura e la prevenzione delle malattie. Il Pensiero Salutogenico presuppone, infatti, che tutte le persone siano più o meno sane e più o meno malate: l’obiettivo è capire in che modo un individuo può diventare più sano o meno malato. In questo paradigma la salute è concettualizzata come un continuum salute-malattia in cui ciascuna persona si può collocare in un dato momento della sua vita. Ciò significa che, in qualsiasi punto del continuum una persona si trovi, potrà disporre sempre di risorse e opportunità per spostarsi verso il polo della salute. I due pilastri principali della Salutogenesi sono: le Risorse Generali di Resistenza e il Senso di Coerenza. Le risorse sono di diverso tipo: interne (fattori biologici, caratteristiche di personalità, atteggiamenti, capacità vitali o life skills) ed esterne (beni a disposizione nel proprio contesto, relazioni, servizi); non ci si riferisce solo a ciò che c’è a disposizione ma a ciò che le persone sono in grado di utilizzare e riutilizzare. Il muoversi in direzione della salute è favorito da quello che Aaron Antonovsky definisce “Senso di Coerenza”. Esso indica l’orientamento del soggetto adulto a muoversi verso il mondo e la sua percezione di questo come comprensibile e governabile. Si possono definire risorse utili quelle che contribuiscono al verificarsi di esperienze di vita che diano un senso, sia di tipo cognitivo che emotivo, al suo mondo. La capacità di saper usare le proprie risorse di resistenza è basata sul proprio senso di coerenza. Per Antonovsky il Senso di Coerenza è “un globale, sebbene penetrante, sentimento che qualsiasi cosa accada nella vita essa può divenire comprensibile e può essere gestita. Ci sono anche uno scopo e un significato legati a ogni cosa”. Il Senso di Coerenza si correla positivamente agli esiti di salute, di qualità di vita e con le condizioni psicologiche di benessere più importanti e rappresenta una delle risorse interne per la salute. La profondità del Senso di Coerenza incide sulle capacità delle persone di utilizzare le risorse disponibili per conservare salute e benessere infatti le persone con un marcato Senso di Coerenza reagiscono in maniera flessibile alle sollecitazioni e possono attivare risorse adeguate alla situazione. Un fattore che influenza il benessere è quello sociale ed è ormai stato riconosciuto da tempo e ne sono testimonianza le diverse definizione di benessere date negli anni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La salute sociale è stata definita dal filosofo J. H. McDowell e dallo psicologo A. Newell, come quella dimensione del benessere di un individuo che riguarda le sue relazioni con altri, come le persone reagiscono nei suoi riguardi e come egli interagisce con le istituzioni sociali e le norme della società; in quest’ottica l’adattamento e il sostegno sociale si identificano come due dimensioni del benessere sociale. Per il sociologo e psicologo C.L.M. Keyes invece, gli individui si sviluppano all’interno di contesti di vita comunitari e per comprenderne il funzionamento ottimale è necessario prendere in considerazione la dimensione sociale del benessere. Quest’ultimo sostiene la centralità dell’integrazione, della condivisione e della coesione sociale al fine del miglioramento della qualità di vita riconoscendo cinque dimensioni fondamentali del benessere sociale: integrazione sociale: valuta la qualità della relazione con la comunità di appartenenza e con la società e misura il senso di unione con gli altri; contributo sociale: esprime la convinzione di poter dare un contributo concreto e originale alla società attraverso le proprie azioni; accettazione sociale: si riferisce alla valutazione degli altri come degni di fiducia; attualizzazione sociale: esprime la convinzione che la società possa realizzare le sue potenzialità tramite le istituzioni e i cittadini e il livello di fiducia posseduta nei confronti delle strutture civiche e politiche attraverso sui la società stessa diviene espressione di valori e volano di cambiamento; coerenza sociale: rappresenta l’interesse per la conoscenza del mondo, del suo funzionamento e dei valori di cui esso è intriso. Queste connessioni con l’esterno potrebbero costituire un’importante strategia volta ad aumentare la qualità di vita percepita e portare a una significativa diminuzione del disagio e del malessere grazie allo sviluppo di abilità interpersonali e alla valorizzazione delle risorse possedute. 4) WELFARE STATE Welfare state indica quel complesso di servizi erogati dallo Stato che vanno oltre i compiti normalmente affidati a quest’ultimo, come l’assicurare la difesa, mantenere l’ordine interno e garantire la tutela giurisdizionale dei cittadini; tra i compiti assunti dall’operatore pubblico nel Welfare state rientra soprattutto l’erogazione di servizi sociali che favoriscono il benessere ed il progresso della comunità.Questo implica la costituzione di forme sempre più complesse di assistenza sociale come un servizio sanitario pubblico, assicurazioni sociali, pensioni e altre forme di sussidi sociali, nonché la garanzia del diritto al lavoro ed alla casa. Se la Costituzione repubblicana, quindi, attraverso il Welfare state pubblico, ha creato una serie di meccanismi finanziati esclusivamente dalla collettività a tutela del percorso vitale dell’individuo, questo sistema non è, però, sempre generalizzato in tutti i paesi socialmente più avanzati. Infatti, alcuni Stati (in primis gli Stati Uniti) rifiutano di assumersi una responsabilità collettiva di così ampia importanza e delegano alle imprese e ai singoli, sotto forme di assicurazioni private, la tutela del benessere di ciascuno attraverso un sistema di libera contribuzione individuale. Negli anni 1883-1892, in Germania, Otto von Bismarck (1815-1898) istituisce un regime di leggi sociali a favore dei ceti più bisognosi. Precedente sono le poor law, letteralmente "leggi per i poveri", varate in Inghilterra nel 1601 e soppresse nel 1834. Solo dagli anni '20, tuttavia, queste misure raggiungono un'estensione e un'organicità tali da poter parlare di vere e proprie politiche sociali. Una pietra miliare nell'edificazione dello Stato sociale è il Social Security Act, "Atto per la Sicurezza Sociale", promulgato negli Stati Uniti nel 1935. In Europa una menzione particolare va alla politica sociale inglese dopo il Rapporto Beveridge del 1942, che diviene il manifesto teorico-programmatico del Welfare State. Oggi, entrambe le forme di Welfare state sono in crisi: — quello del Welfare state pubblico prevalentemente italiano ed europeo, che nei periodi più difficili non riesce a reggere, accentuandosi così, il divario tra assistenza gratuita pubblica (sempre più difficilmente finanziabile) e privata (la cui migliore qualità è assicurata dal costo delle prestazioni che solo gli «stati sociali» più ricchi possono permettersi «in toto»); — quello del Welfare state privato (tipico degli Stati Uniti), che ha condotto anche le pubbliche autorità ad assumersi gradualmente in forma personale la responsabilità collettiva partendo dai livelli primari di sopravvivenza (es. Social, Security, Medical, etc.). 5) ART. 32 DELLA COSTITUZIONE "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana." L'articolo 32 della Costituzione Italiana riconosce che la salute costituisce un diritto fondamentale, la cui violazione impone il risarcimento del danno: tutti hanno diritto ad essere curati, anche se non tutti hanno diritto a cure gratuite, destinate esclusivamente agli indigenti, cioè a coloro che non sono in grado di far fronte economicamente alle cure indispensabili per la proprie salute. Viene escluso qualsiasi obbligo a curarsi, viene, al contrario, affermato il diritto a non essere curati, se non nei casi previsti dalla legge (ad esempio, vaccinazioni obbligatorie per prevenire malattie infettive, oppure provvedimenti di cura e di isolamento per soggetti portatori di malattie contagiose). È consentito il rifiuto espresso dal paziente di prolungare le cure mediche, lasciando che la malattia prosegua nel suo decorso naturale. Tuttavia, anche recenti sentenze della Magistratura hanno precisato che il giudice può autorizzare la disattivazione di apparecchi che tengono in vita il paziente in coma quando vi sia la prova certa che il malato abbia o avrebbe dato il proprio consenso e quando la condizione di stato vegetativo sia irreversibile. Il diritto alla salute coincide col diritto al rispetto dell’integrità fisica dell’individuo; ma esso comporta anche il diritto all’assistenza sanitaria: infatti, con la riforma sanitaria del 1978, l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale ha esteso l’obbligo dello Stato di assicurare le prestazioni sanitarie e farmaceutiche non solo agli indigenti, ma anche a tutta la popolazione. La protezione della salute, intesa come diritto di accedere alla prevenzione sanitaria e di ottenere cure mediche, è stata inserita anche nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Va infine osservato che il diritto alla salute comporta anche il diritto alla salubrità dell’ambiente, poiché la prevenzione di varie patologie impone di eliminare le cause dell’inquinamento ambientale. 6) COVID-19 Sono ormai frequenti gli studi che evidenziano quali siano gli effetti del long-Covid. È stato più volte dimostrato infatti come i pazienti che hanno contratto il Sars-Cov-2 possono andare incontro a malattie cardiache e non solo. Eppure, esistono alcune conseguenze del Covid sulla salute che a oggi risultano essere invisibili, perché non legate strettamente al virus. In effetti sono stati evidenziati alcuni effetti collaterali causati della pandemia e dal lockdown. Non si tratta quindi malattie contratte solo da chi ha avuto effettivamente il virus, ma un peggioramento dello stato di salute per le persone che hanno vissuto il lockdown (non per tutti ovviamente). Molti medici, infatti, hanno testimoniato come la salute di molti pazienti sia peggiorata: a causa del lockdown sono state interrotti controlli di routine, gli screening, arrivando spesso a diagnosticare in ritardo tumori e altre malattie. Anche lo stesso stile di vita mutato a causa della pandemia - si pensi allo smartworking - promuove stili di vita sedentari con evidenti ripercussioni sul sistema immunitario. Le conseguenze del Covid sono molto più ampie di quanto ci si possa immaginare. Non si tratta solo degli effetti del virus, del long-Covid, ma anche delle ripercussioni della pandemia sullo stato di salute fisica e mentale della popolazione. Gli effetti collaterali della pandemia sono molteplici e purtroppo non scompariranno presto, di seguito quelli maggiormente riscontrati: Con l’arrivo del Covid sono state interrotte molte forme di screening medici e di conseguenza alcuni medici diagnosticano forme più avanzate di cancro, diabete e altre condizioni croniche rispetto a prima del Covid; I fattori di stress pandemici hanno comportato a più diagnosi di disturbi dell’umore, ansia e abuso di sostanze. Lo ha testimoniato la stessa presidente del consiglio specializzato in malattie infettive dell’American Board of Internal Medicine, Erica Johnson. A risentirne maggiormente sono stati i bambini e gli adolescenti, ma non ne sono rimasti immuni adulti e anziani. “Penso che sia un vero problema, e non è probabile che scompaia presto” ha concluso la Johnson; L’aumento di peso, lo stress e livelli di consumo superiori alla media hanno contribuito a un maggior numero di malattie cardiache; L’elenco è ampio come si può constatare, ma probabilmente anche incompleto e purtroppo, come spiegato dal dottor Eric Winer direttore dello Yale Centro del cancro, gli effetti della pandemia non potranno essere rilevati statisticamente “per un altro anno o due”. I tempi per avere un quadro più chiaro sono quindi lunghi. Anche quando il Covid sarà svanito è probabile quindi che rimangano alcuni degli effetti collaterali. Lo stress pandemico può sopravvivere alla pandemia stessa. Così come il lavoro da casa - e quindi una vita più sedentaria - potrebbero essere conservate in una forma o nell’altra. I medici suggeriscono quindi di imparare a convivere con gli effetti non virali della pandemia. Questo vuol dire che sarà necessario tornare alle routine sanitarie pre-Covid, sottoponendosi di nuovo agli screening e alle visite annuali da oculisti, dentisti, mammografie. Inoltre, è fondamentale prendersi cura della propria salute mentale, magari ricorrendo ai consigli di esperti psicologi e psicologhe. 7) COMMENTO “La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente” ( filosofo tedesco Arthur Schopenhauer) Questa massima sottolinea l'importanza dell'Obiettivo 3, ovvero del fatto che la salute sta alla base della vita umana e del suo sviluppo. Questo fondamentale lo abbiamo capito principalmente negli ultimi anni, in seguito alla catastrofe che ha portato il Covid-19 nel mondo odierno: malattie legate alle vie respiratorie, sedentarietà per via del lockdown, stress post-pandemia e tutti i disturbi psichici e, nei casi peggiori, la morte. Per evitare di cadere in una di queste problematiche bisogna tentar di mantenersi in salute tornando alla routine passate, prevenendo il possibile e prestando la massima attenzione, ma in alcune circostanze ciò viene ostacolato dalla o poca o avanzata età, che rende non sufficienti le persone, e a causa di alcune mancanze o inaccessibilità dello Stato. La copertura sanitaria e i servizi sanitari pubblici in alcuni Stati non sono efficienti o addirittura sono inesistenti, basti pensare agli Stati Uniti con la sanità privata che condanna migliaia di persone o che ne obbliga altrettante ad affrontare una spesa, magari al di fuori della loro portata, conducendoli così alla miseria. A mio parere tutta la sanità globale dovrebbe essere pubblica e lo Stato dovrebbe investire di più su di essa, perchè la salute è un diritto inviolabile che dovrebbe essere garantita a tutti. Purtroppo, nel Mondo c'è ancora un'abissale differenza sanitaria tra gli Stati, i quali magari non riescono nemmeno ad assicurare i vaccini obbligatori, come l'anti-tetanica o l'anti-morbillo, o i medicinali di base. Bisognerebbe affrontare il problema con il pensiero che sia un problema collettivo, quale è, e non come un singolo problema di Stato. Concludo col dire che la salute è la prima e la più importante ricchezza dell'uomo, ed essendo tutti collegati dall'imprescindibile fatto che siamo esseri umani, dovremmo lottare tutti insieme per la salvaguardia della sanità mondiale per dare così a tutti pari opportunità.