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L’IGIENE

Il termine “igiene” deriva dalla dea greca Igea, dea della salute, a cui si rivolgevano i sani per
mantenere più a lungo possibile la loro condizione di benessere; sua sorella era Panacea, dea
guaritrice di ogni male, a cui si rivolgevano i malati invocando la guarigione.

Per parlare di igiene, bisogna puntualizzare su concetto e sulla definizione di salute. Il concetto di
salute ha subito nel corso dei secoli delle modifiche relativamente alla sua definizione. Fino al 19°
secolo, periodo nel quale non avevamo a disposizione le attuali conoscenze relative alle malattie, alle
diagnosi, alle cause e alle cure, la salute veniva intesa esclusivamente come assenza di malattia: un
individuo che non aveva segni e sintomi della malattia era definito sano; questo concetto veniva
portato avanti dal fatto che la malattia nella sua forma conclamata era l’unica condizione
oggettivamente rilevabile. Sempre in questi tempi, la letalità era molto elevata.

Bisogna specificare la differenza tra letalità (tasso di letalità) e mortalità (tasso di mortalità).

 La letalità si riferisce al numero di morti sul numero di malati di una certa malattia
entro un tempo specificato. La letalità è una misura della gravità di una malattia.
 La mortalità mette a rapporto il numero di morti per una determinata malattia (o
addirittura per tutte le cause) sul totale della popolazione media presente nello
stesso periodo di osservazione. Di conseguenza, esistono malattie che pur avendo
una letalità altissima hanno una mortalità insignificante, in quanto poco frequenti
nella popolazione totale.

Un esempio è il tetano. Il tetano è una malattia divenuta, grazie alla vaccinazione,


infrequente, cioè il tasso di mortalità sarà molto basso; al contrario, il tasso di letalità è
molto alto, poiché il 70/80% di tutti quelli che contraggono il tetano va incontro a morte.

A cavallo tra il 19° e il 20° secolo, con lo sviluppo delle conoscenze scientifiche, lo sviluppo della
prevenzione, l’introduzione dei primi vaccini e le migliorate condizioni igienico-sanitarie (ad esempio
la separazione delle “acque bianche”, cioè quelle usate per il consumo e l’utilizzo domestico, rispetto
alle “acque reflue”), la visione della salute si modificò in senso positivo: dall’assenza di malattia (star
bene) al senso di benessere (sentirsi bene). Adesso, la salute veniva vista come una componente
soggettiva (se io mi sento bene, sono in salute) che si configura sia con l’assenza di una serie di
condizioni negative sia con il possesso di una serie di fattori positivi attinenti: sistema biologico e
cognitivo, il comportamento, il sistema socio-culturale e l’ambiente.

Così si arriva alla definizione dello stato di salute dato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:
“stato di benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto assenza di malattia” (1948). Il possesso
del miglior stato di salute costituisce uno die diritti fondamentali di ogni essere umano qualunque
siano la razza, la religione, le opinioni politiche e le condizioni economico-sociali.

Quasi tutte le costituzioni dei Pesi contemplano lo stato di salute come un diritto fondamentale
dell’uomo, tra cui la costituzione della Repubblica Italiana (1948) nell’articolo 32: “la Repubblica
tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce
cure gratuite agli indigenti...”. Il nostro Sistema Sanitario Nazionale (SSN) è un’organizzazione che
molti Paesi ci invidiano poiché, nonostante numerose pecche, garantisce e fornisce un’assistenza di
qualità anche a chi non se la può permettere economicamente.
L'igiene, rispetto ad altre discipline mediche e cliniche, ha delle prerogative e delle differenze che
fanno riferimento essenzialmente:

 All’oggetto di interesse: l’oggetto non è l’uomo malato, ma l’uomo sano. Infatti, gli interventi
della prevenzione, uno dei grossi ambiti di applicazione della disciplina, sono rivolti agli
individui sani della popolazione; perlopiù si parla di prevenzione primaria, ad esempio i
vaccini.
 All’obiettivo: promuovere e conservare la salute (promozione della salute e prevenzione
delle malattie), sia da un punto di vista individuale che collettivo. L'esempio è sempre quello
dei vaccini: il vaccino viene somministrato al singolo individuo per proteggerlo dalla malattia,
ma l’efficacia della vaccinazione si realizza soltanto nel momento in cui gran parte della
popolazione è vaccinata; prove tangibili sono quelle della pandemia da covid-19, in cui la
copertura vaccinale è stata estesa a tutta la popolazione.
 Agli interventi: gli interventi non sono limitati solo all’uomo, ma anche all’ambiente, termine
con il quale si intente l’ambiente fisico (ciò che ci circonda nelle diverse matrici ambientali),
l’ambiente biologico e l’ambiente sociale in cui il singolo è inserito. Questo, nella maggior
parte dei casi, perché le malattie riconoscono delle componenti che non sono strettamente
ed esclusivamente legate all’uomo, ma anche a fattori esterni come la salubrità alimentare,
la presenza di microorganismi nell’aria e nell’acqua...

L'igiene si articola in tre parti: epidemiologia, promozione della salute e prevenzione delle malattie,
programmazione e management sanitari.

 La promozione della salute e la prevenzione delle malattie.


 Programmazione e management sanitari: programmare e organizzare i servizi e le attività
sanitarie in funzione dei bisogni della popolazione.

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