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“Diritto alla salute e la trasformazione delle nostre consuetudini a causa del

COVID-.19”

"La salute è una condizione di armonico equilibrio, fisico e psichico,


dell'individuo, dinamicamente integrato nel suo ambiente naturale e sociale "

Il concetto di salute formulato nel 1948 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità è


ancora oggi alla base della definizione ufficiale del termine "salute": La salute è uno
stato di completo benessere fisico, psichico, mentale e sociale e non consiste soltanto
in un'assenza di malattia o di infermità. La salute, come definita dalla Costituzione
dell' OMS, viene considerato un diritto: spetta agli Stati il compito di gestire il sistema
sanitario e promuovere quei fattori che influiscono favorevolmente sulla salute
collettiva.

Il testo dell’articolo 32 della Costituzione stabilisce:

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse


della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere
obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La
legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Viene dunque tutelato “l’individuo”, non il solo cittadino.

La tutela costituzionale della salute è orientata a garantire a tutti:

-salute fisica e psichica della persona;

-salubrità dell'ambiente e dei luoghi di lavoro;

-interventi preventivi;

-interventi riabilitativi.

Nel secondo comma dell'articolo 32 della Costituzione sono indicati i due limiti
dell'attività sanitaria dello Stato:

-sono impediti i trattamenti sanitari che non trovino giustificazione in un’espressa


disposizione di legge che li preveda;

-la legge ordinaria, che prevede trattamenti sanitari obbligatori, non può violare i
limiti imposti dal rispetto della persona umana.

La salute è un diritto fondamentale.


Non è obbligatorio curarsi, se non nei casi previsti dalla legge (per esempio,
vaccinazioni obbligatorie per prevenire malattie infettive, oppure provvedimenti di
cura e di isolamento per soggetti portatori di malattie contagiose).

Il paziente può rifiutare di prolungare le cure mediche, lasciando che la malattia


prosegua in modo naturale. Il giudice può autorizzare la disattivazione di apparecchi
che tengono in vita il paziente in coma quando vi sia la prova certa che il malato abbia
o avrebbe dato il proprio consenso e quando è in stato vegetativo non curabile.
Il diritto alla salute coincide col diritto al rispetto dell'integrità fisica dell'individuo e
con il diritto all'assistenza sanitaria: infatti, con la riforma del 1978, l'istituzione del
servizio sanitario nazionale ha esteso l'obbligo dello Stato di assicurare le prestazioni
sanitarie e farmaceutiche non solo agli indigenti, ma anche a tutta la popolazione.

Tutti noi dobbiamo, soprattutto oggi, ripensare ai nostri stili di vita allenando
l’attenzione al nostro corretto atteggiamento mentale, alla nostra sana alimentazione
e ad una costante attività fisica. Queste tre componenti sono la base di partenza per
costruire il nostro benessere quali individui.

In questo momento di emergenza sanitaria, tuttavia, oltre a veder comprimere altri


diritti e libertà, la salute viene declinata più come interesse della collettività e meno
quale diritto fondamentale dell’individuo. Infatti le misure di contenimento
deliberate dal Governo italiano rispondono al principio di precauzione al fine di
contenere il diffondersi del coronavirus nella popolazione e questo a prescindere dal
reale stato di salute del singolo individuo. 
 La nostra società sta attraversando, infatti, il periodo più complesso della sua storia
recente. La pandemia di Covid-19 è stata spesso paragonata a una guerra. E se la
similitudine a molti è parsa impropria, anche per l’invisibilità del virus, di certo è
calzante se si pensa al modo in cui ha modificato radicalmente le abitudini di vita degli
uomini e delle donne di oggi. Per la sua elevata contagiosità è stato indispensabile
attuare, infatti, una serie di provvedimenti, che possano limitarne la diffusione.

“Bisogna restare a casa”.  Questa regola, non è stata un castigo, ma


una protezione per ciascuno di noi, per i nostri cari e per tutta la popolazione.

È stato sicuramente necessario abbandonare le nostre consuetudini sociali e affettive


come gli abbracci e le strette di mano, i baci, il "dammi il cinque", per andare a
interrompere il meccanismo di trasmissione del virus attraverso le goccioline di saliva:
questa è infatti la modalità fondamentale di trasmissione dell’infezione virale”. Ai
tempi del coronavirus le abitudini legate al saluto stanno cambiando in tutto il mondo.

È necessario lavarsi spesso le mani, evitare gli ambienti troppo affollati, stare lontani
dai soggetti che presentano problemi respiratori o sintomi riconducibili all’infezione in
questione, evitare l’uso improprio delle mascherine, coprirsi sempre la bocca con
l’interno del gomito in caso di colpi di tosse, buttare subito i fazzoletti usati per
soffiarsi il naso.

Quando dobbiamo proprio uscire, dobbiamo  mettere la mascherina, mantenere la


distanza di 1 metro e mezzo. Anche abitudini consuete banali è stato indispensabile
modificare: come recarsi all’edicola per comprare i giornali e chiacchierare qualche
minuto, andare in farmacia, acquistando un farmaco per volta, andare a fare una
piccola spesa giornaliera invece di una settimanale, specialmente per chi vive da solo
o vuole evadere da una convivenza forzata così lunga.
Purtroppo però per salvaguardare noi e i nostri cari dal contagio di
questo nuovo coronavirus, l’unica certezza è quella di evitare al massimo possibile i
contatti sociali. Anche ad un amico che vorrebbe bere un caffè con noi, bisogna saper
dire di no. Un banale pranzo con i nonni, che sia di domenica oppure ancor più
importante il pranzo di Natale, una semplice partita di calcetto con gli amici, una
spensierata passeggiata in bicicletta, la tanto attesa uscita del sabato sera, una festa
di compleanno in famiglia, i matrimoni e i funerali. Spesso chi, purtroppo è deceduto
per covid o per altre patologie, che continuano a persistere nella nostra vita, infatti,
non ha potuto avere neanche un degno saluto da questa terra o la vicinanza dei propri
cari nel momento di sofferenza.

Il virus ha avuto, infatti, delle incredibili ripercussioni sull’economia globale, causando


il crollo delle borse e ingenti danni economici per ditte legate al settore della
ristorazione, del trasporto e dei parchi divertimento. Misure eccezionali sono state
prese anche dai governi, come quello italiano che ha predisposto la chiusura delle
scuole, la sospensione di eventi sportivi, congressi e la sanificazione di scuole e mezzi
pubblici.

Restare a casa dunque non è stato uno slogan ma un comportamento socialmente


responsabile per tutelare la nostra salute e aiutare chi è in prima linea per contrastare
l'epidemia di Covid-19. Per vincere questa battaglia c’è bisogno della collaborazione
da parte di ognuno di noi. Soltanto uniti, nella distanza, possiamo farcela.

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