Una malattia infettiva è una patologia causata da agenti microbici che entrano in contatto con un individuo,
si riproducono e causano un’alterazione funzionale. Le malattie infettive sono determinate da diversi
fattori:
La malattia è il risultato della complessa interazione tra sistema immunitario e l’organismo estraneo.
Decrescenti: quelle che in un certo periodo di tempo hanno avuto una diminuzione del numero di
casi, dovuto anche ad un miglioramento igienico-sanitario (febbre tifoide, malattie veneree,
poliomielite)
Stazionarie: il livello di casi rimane costante, senza particolari picchi (epatite virale (C-E),
gastroenteriti virali).
Recrudescenti: malattie la cui incidenza ha iniziato a riaumentare negli anni (tubercolosi,
salmonellosi).
Cicliche: possono essere divise in:
+ Stagionali: influenza, febbre tifoide, malattie esantematiche
+ Poliennali: malattie esantematiche, pertosse
+ Secolari: influenza, colera
La sorveglianza epidemiologica delle malattie infettive è un fondamentale strumento di sanità pubblica, che
permette di:
Oggi in Italia la sorveglianza è affidata al “sistema informativo delle malattie infettive e diffusive” che si
rifà al decreto ministeriale del 15 dicembre 1990:
“obbligo di notifica sanitaria competente per il medico che nell’esercizio della sua professione venga a
conoscenza di un caso di qualunque malattia infettiva o diffusiva o sospetta di esserlo, pericolosa per la
salute pubblica”.
Classe prima: sono malattie per le quali si richiede segnalazione immediata o perché soggette al
regolamento sanitario internazionale o perché rivestono particolare interesse (es. colera, febbri
emorragiche virali, peste, poliomielite, tifo esantematico, botulismo, rabbia, tetano). Il corona virus
fa parte di questa classe.
Classe seconda: sono malattie rilevanti perché ad elevata frequenza e/o possibili di interventi
interventi di controllo (es. epatite virale A, B, C, febbre tifoide, meningite virale e meningococcica,
morbillo, parotite, pertosse, rosolia, scarlattina, sifilide, varicella).
Classe terza: malattie per le quali sono richieste particolari documentazioni (AIDS, lebbra, malaria,
micobatteriosi non tubercolare, tubercolosi).
Classe quarta: malattie per le quali alla segnalazione del singolo caso da parte del medico deve
seguire la segnalazione dell’unità sanitaria locale solo quando si verificano focolai epidemici (es.
infezioni, tossinfezioni ed infestazioni di origine alimentare, pediculosi, scabbia).
Classe quinta: malattie infettive e diffusive notificate all’unità sanitaria locale e non comprese nelle
classi precedenti, zoonosi indicate dal regolamento di polizia veterinaria e non precedentemente
menzionate.
Saprofiti: esseri viventi che si riproducono sui resti di altri organismi, contribuendo alla loro
decomposizione ed al completamento dei cicli nutrienti nell’ambiente esterno. Sono appunto
microrganismi presenti nell’ambiente ed indispensabili al mantenimento dei cicli naturali e vitali, in
quanto decompongono le sostanze organiche in sostanze inorganiche, e quindi più semplici.
Commensali: microrganismi che colonizzano la cute e le mucose non dannosi, alcuni svolgono
funzioni utili per l’organismo, in simbiosi con esso. Oppure sono presenti nel tratto
gastrointestinale e cooperano nella produzione di proteine e vitamine.
Il commensalismo è un’interazione non obbligatoria tra due esseri viventi in cui uno approfitta
degli scarti dell’altro ma senza arrecare danni.
Patogeni: microrganismi in grado di insediarsi nell’organismo, moltiplicarsi e causare danni che si
manifestano con sintomi e segni propri di uno stato di malattia.
Non tutti i microrganismi sono patogeni per l’uomo, nel corso dell’evoluzione quest’ultimo ha imparato a
sfruttarli a proprio vantaggio in diversi processi alimentari:
Più recentemente invece attraverso tecniche di biologia molecolare sono stati utilizzati anche in campo
medico:
OGM: per la produzione di sostanze utili per la cura e la prevenzione di alcune malattie, come ad
esempio l’insulina e alcuni vaccini.
Trattamento delle acque reflue
+ Infettività: misura con quanta facilità il patogeno è in grado di infettare l’ospite, è inversamente
proporzionale al numero degli organismi necessari per l’instaurarsi dell’infezione in un determinato
ospite. L’infettività è quindi la concentrazione di agente patogeno necessaria per far si che si
sviluppi la malattia, questa concentrazione varia a seconda della specie.
infetti
Ed è data dal rapporto , questo perché non tutti gli esposti possono diventare infetti.
esposti
La concentrazione di agente patogeno in grado di condurre a morte il 50% degli organismi infetti.
Dal punto di vista epidemiologico la virulenza non è altro che la letalità, ed è il rapporto tra
morti o ammalati gravi
.
ammalati
Quando un agente patogeno non può essere classificato univocamente in un unico gruppo, esso viene
classificato nel gruppo di rischio più elevato.
La storia clinica di una malattia comprende i diversi stadi che si succedono nel corso di un evento di
malattia:
Esposizione: è l’evento iniziale, che nel caso delle malattie infettive da origine all’infezione
Periodo di incubazione o latenza: è il tempo che intercorre tra l’esposizione e il manifestarsi dei
sintomi clinici.
Periodo prodromico: è un periodo di transizione tra lo stato di salute e quello di malattia, ovvero il
periodo in cui cominciano i primi sintomi.
Malattia clinica: i sintomi raggiungono la massima evidenza. Da qui si possono avere 2 destini diversi:
Morte
Regressione: è il periodo in cui i sintomi iniziano a perdere di intensità, grazie alla produzione di
anticorpi da parte dell’organismo. Ancora una volta si possono avere 2 diversi destini:
Cronicizzazione: la cronicizzazione di una malattia è caratterizzata dall’assenza di
prospettiva di una reale e completa guarigione e dalla necessità di instaurare tutti i presidi
terapeutici atti a evitare il ripresentarsi della malattia in forma acuta.
Convalescenza e guarigione: l’organismo comincia a ristabilire le sue normali funzioni e a
riprendere pian piano il suo stato di salute.
Dal periodo di incubazione a quello di convalescenza tutto il periodo è detto periodo di contagiosità, ed è
lo stesso delle persone asintomatiche.
La penetrazione di un microrganismo patogeno nell’organismo non necessariamente è seguita da un
processo infettivo e dalla manifestazione della malattia. Questo dipende dal tipo di interazione tra ospite e
agente infettante, dipende da un equilibrio tra la capacità di offesa da parte del patogeno e la capacità di
difesa del nostro organismo.
È un habitat naturale di una data specie microbica, che può essere sia un animale che un substrato, dove il
microrganismo si riproduce e si nutre fin quando non trova un organismo da infettare e quindi una
sorgente.
o L’uomo stesso: per i patogeni esclusivi per l’uomo (morbillo, rosolia, parotite, varicella).
o Animali: microrganismi primariamente patogeni per alcune specie animali, che possono infettare
anche l’uomo (salmonelle, brucelle).
o Ambiente: microrganismi che possono occasionalmente venire in contatto con l’uomo (legionelle,
yersine).
SORGENTE
Può essere un uomo o un animale infetto da cui il microrganismo patogeno può essere trasmesso ad un
soggetto recettivo. Per quanto riguarda l’uomo possiamo avere diverse categorie di sorgente:
+ Uomo malato: è l’uomo infetto che va abbondantemente ad eliminare il patogeno per un certo periodo
di tempo, di conseguenza immette il patogeno nell’ambiente andando ad infettare altre persone.
+ Portatore: è un uomo infetto ma senza sintomi. Se ne possono avere diversi tipi:
Portatore sano: soggetti in cui l’infezione inizia e guarisce spontaneamente senza che però si
manifesti lo stato di malattia, ma per tutta la durata dell’infezione può espellere nell’ambiente i
microrganismi patogeni.
Portatore precoce: persona infetta che inizia ad espellere i microrganismi patogeni alcuni giorni
prima di manifestare i sintomi.
Portatore convalescente: soggetto che dopo la guarigione continua ad espellere i microrganismi
ancora per alcuni giorni.
Portatore cronico: soggetto che dopo la guarigione continua ad espellere i microrganismi ancora
per mesi o anni o per tutta la vita (epatiti B e C).
VIE DI ELIMINAZIONE
Sono vie che permettono di espellere gli agenti patogeni che andranno ad infettare nuovi individui,
nell’essere umano sono generalmente:
Vie respiratorie
Cute La fuori uscita avviene tramite secreti
Emazie e droplet.
Tratto gastrointestinale ed urinario.
VIE DI TRASMISSIONE
Trasmissione diretta: per contatto fisico vero e proprio o per estrema vicinanza, a sua volta può essere:
Orizzontale: prevede un contatto intercutaneo, mucocutaneo o mucomucoso con l’individuo
infetto.
Verticale: la trasmissione dell’infezione avviene da una generazione all’altra, dalla madre al
feto per i mammiferi e in ovo per gli ovipari.
Trasmissione indiretta: tramite veicoli come l’aria, acqua, alimenti, suolo o oggetti in uso, avviene
tramite:
Veicoli: oggetti inanimati o materiale su cui l’agente microbico si trova.
Vettori: è un insetto o un grosso animale capace di trasportare il microrganismo, può essere:
+ Biologico: in esso l’agente patogeno replica o va a completare una fase essenziale del suo
ciclo di vita, prima di essere trasmesso all’ospite.
+ Meccanico: l’animale funge soltanto da veicolo non avviene nessuna modifica del vettore.
VIE DI PENETRAZIONE
Sono i percorsi che il microrganismo segue per raggiungere il soggetto da infettare, e ciascun
microrganismo predilige una particolare porta di ingresso:
Si trova alla fine della catena epidemiologica e se ne possono avere di diversi tipi:
Ospite definitivo: il termine ospite viene usato in parassitologia per indicare un organismo in cui il
parassita compie la fase di riproduzione sessuata.
Ospite primario o di mantenimento: è la specie animale che mantiene l’infezione in una zona,
ovvero se in quella zona vi è un focolaio è l’ospite che mantiene sempre viva l’infezione.
Ospite secondario o specie addizionale: è una specie che aiuta l’ospite primario poiché è anch’essa
coinvolta nel ciclo vitale dell’agente patogeno.
Ospite intermedio: è l’ospite nel quale l’agente va incontro ad uno sviluppo.
Ospite accidentale: è un ospite che non trasmette l’infezione.
Ospite paratenico: in esso l’agente non compie alcuno sviluppo, ma viene soltanto trasmesso
meccanicamente.
Ospite di amplificazione: è una specie animale che per un cambiamento temporaneo del numero
di individui e quindi nella dinamica della popolazione, favorisce una rapida disseminazione
dell’agente.
Ospite serbatoio: ospite in cui un agente vive e replica spesso senza provocare malattia, e
rappresenta una fonte di infezione occulta.
La capacità di un ospite a trasmettere una malattia è condizionata da numerosi fattori, tra i quali i più
importanti sono:
Ed infine abbiamo l’ospite potenziale è colui che non possedendo le sufficienti capacità immunitarie perché
debilitato non può difendersi dall’aggressione dei microrganismi. Costituiscono elementi di rischio per
un’infezione una malattia in corso:
È stata istituita nel 1948 con sede a Ginevra ed è l’agenzia delle Nazioni unite specializzata per le questioni
sanitarie.
È costituita da 194 stati membri divisi in 6 regioni (Europa, Americhe, Africa, Mediterraneo orientale,
Pacifico occidentale, Sud-est asiatico).
Il suo obbiettivo è:
“il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute, definita come uno
stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattie o infermità”.
L’OMS deve promuovere e incrementare la sicurezza sanitaria, attraverso due necessità strategiche:
ENDEMIA: è una forma di malattia costantemente presente o molto frequente in una popolazione o
territorio, in base alla sua prevalenza si classifica in:
+ Malattia ipoendemica: se la sua prevalenza è bassa
+ Malattia iperendemica: se la sua prevalenza è alta
EPIDEMIA: è la diffusione rapida di una malattia contagiosa in una zona più o meno vasta, un esempio è
la Sars.
PANDEMIA: è la trasformazione dell’epidemia in pandemia, questa trasformazione si ha quando la
malattia non è più circoscritta in una determinata area geografica ma si diffonde in tutto il mondo,
esempio Covid-19.
Caso indice: il primo caso di malattia che introduce il contagio nel gruppo
Tasso di attacco: è la % di soggetti recettivi che si ammalano in un determinato periodo
Casi secondari: sono quei casi che prendono origine dal caso indice
Tasso di attacco secondario: la % di soggetti recettivi che si ammalano a seguiti dell’esposizione al
caso indice
Una delle più comuni forme di visualizzazione dell’andamento nel tempo di una malattia in una popolazione
è la rappresentazione attraverso un grafico, in cui sull’asse delle y troviamo l’incidenza dei nuovi casi e
sull’asse delle x il tempo:
Il grafico che si ottiene genera una curva epidemica, questo aspetto dipende anche da numerose
variabili: via di escrezione, velocità di propagazione dell’agente eziologico, densità della
popolazione, proporzione di animali recettivi.
Questo grafico ci permette di capire l’andamento dell’epidemia in corso, possiamo distinguere:
Curva primaria: è rappresentata dai primi casi, avuti successivamente al primo contagio
Curva secondaria: rappresenta i nuovi contagi avvenuti a causa dei primi casi
Il tempo che intercorre tra le due curve è il tempo di incubazione della malattia.
+ Rappresentazione spaziale
Ha lo scopo di facilitare l’identificazione di concentramenti di casi in determinate aree, con lo
scopo di identificare una causa di malattia.
Rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una
popolazione completamente suscettibile cioè mai venuta a contatto con il nuovo patogeno
emergente. Questo parametro misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva.
PANDEMIA
È la fase in cui l’intera popolazione mondiale sarà probabilmente esposta ad un’infezione e
potenzialmente una parte di loro si ammalerà.
Secondo l’OMS, le condizioni per cui possa avvenire una vera e propria pandemia sono 3:
1. La comparsa di un nuovo agente patogeno
2. La capacità di tale agente di colpire gli umani
3. La capacità di tale agente di diffondersi rapidamente per contagio
L’OMS ha utilizzato una classificazione in sei stadi, che descrive il processo secondo il quale un
nuovo virus influenzale inizia dai primi contagi fino ad arrivare alla pandemia.
Periodo interpandemico: (fase 1-3) in questa fase il virus infetta principalmente gli animali, e
più raramente gli uomini.
Periodo di allerta pandemica: (fase 4) è il periodo in cui inizia la trasmissione tra uomo e
uomo.
Fase 5-6: prevede la trasmissione da uomo a uomo su vasta scala.
Fase di post picco: ovvero la fase in cui si ha la possibilità di una seconda ondata di contagi.
Pandemia: diffusione della malattia su scala mondiale.
Periodo post pandemico: I livelli di attività influenzale sono tornati a quelli tipici dell’influenza
stagionale nella maggior parte dei Paesi con sorveglianza adeguata.
COLERA
Agente eziologico: Vibrio cholerae (batterio)
Azione patogena: potente esotossina
Sintomi e segni: diarrea profusa, dolori addominali, disidratazione
Prognosi: i casi non trattati portano a morte nel 30-60% dei casi, se la terapia e tempestiva la
letalità non supera l’1%
Trasmissione: oro-fecale, mediante acqua ed alimenti contaminati (frutti di mare). Legato a cattive
condizioni sanitarie. Possibilità di portatori sani.
Diagnosi: batterio isolabile dalle feci di individui infetti.
Principali cause di diffusione: assenza o carenza di acqua potabile o non contaminata e
inadeguate condizioni sanitarie.
Aree a maggior rischio di diffusione: Paesi in via di sviluppo.
Per quanto riguarda l’Italia:
1973: ultima epidemia importante di colera in Campania e Puglia.
1994: epidemia di porzioni limate a bari, meno di 10 casi.
2008: un unico caso di un uomo rientrato dall’Egitto e deceduto a Milano.
Per quanto riguarda l’Europa, il colera è una malattia di importazione, i casi di colera sono limitati
e vengono presto stabilizzati.
Prevenzione: la prevenzione dal colera è multisettoriale:
Interventi maggiori riguardano la depurazione dell’acqua e il funzionamento del sistema
fognario.
Garantire la sicurezza del cibo e dell’acqua, migliorare l’igiene, educazione al rispetto di
accorgimenti igienici durante la preparazione o l’assunzione del cibo
I vibrioni del colera sono estremamente sensibili all’azione dei comuni detergenti e disinfettanti.
FEBBRE TIFOIDE
Agente eziologico: Salmonella typhi (batterio)
Epidemiologia: ubiquitaria, diffusa nei Paesi con basse condizioni igienicosanitarie.
In Italia:
anni ‘70 e ’90: rapido declino (da > 6600 casi nel 1976 a 662 casi nel 1998);
2001: tassi di incidenza maggiori in Puglia, Campania, Basilicata e Lazio.
Sintomi e segni: dolori addominali, febbre, possibile compromissione del sensorio. La febbre ha un
andamento caratteristico:
+ 1° settimana: innalzamento a temperature elevate con profilo “a sega”;
+ 2° settimana: stabilita a 39-40°C;
+ 3° settimana: discesa delle temperature con profilo “a sega”.
Necessita di isolamento! Profilo a “sega”.
VAIOLO
Agente eziologico: Virus del Vaiolo, famiglia Poxviridae (virus a DNA)
L’OMS ha dichiarato il pianeta esente dal vaiolo nel maggio 1979 Ultimo caso verificatosi in Africa
nel 1977 (in Europa nel 1972).
Ceppi del virus sono ancora mantenuti presso due laboratori: Center for Disease Control and
Prevention di Atlanta (USA) e Laboratorio di Ricerche Virologiche e Biotecnologiche di Koltsovo
(Novosibirsk – Russia).
Almeno 300 milioni di persone sono morte di vaiolo.
Il virus del vaiolo e stato inserito nella lista dei possibili patogeni strumenti di bioterrorismo
insieme a Bacillus anthracis, Yersinia pestis, tossina botulinica, virus Ebola.
La vaccinazione obbligatoria è stata sospesa a partire dagli anni ’70 e ’80 in tutti i Paesi. In Italia, la
vaccinazione è stata sospesa nel 1977 e definitivamente abrogata nel 1981.
INFLUENZA
Agente eziologico: Virus influenzali, famiglia Orthomyxoviridae (virus a RNA)
Il virus Influenza è costituito da una particella virale di forma sferica-ovoidale, con un diametro di
circa 110 nanometri e un nucleo centrale di circa 70 nanometri.
INFLUENZAVIRUS A
Agente eziologico: Virus influenzali, famiglia Orthomyxoviridae (virus a RNA)
Sintomi e segni: gravissime complicazioni a livello polmonare che sono responsabili della maggior
parte dei decessi.
Trasmissione: per via aerea attraverso le gocce di saliva trasportate starnuti o colpi di tosse di
persone infette e per mezzo del contatto con materiali o superfici infette.
CORONA VIRUS
Sono virus RNA a filamento positivo, con aspetto simile a una corona al
microscopio elettronico. La sottofamiglia Orthocoronavirinae della famiglia
Coronaviridae è classificata in quattro generi di coronavirus (CoV):
+ Alpha-,
+ Beta-,
+ Delta—
+ Gammacoronavirus.
Le cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale.
La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove "CO" sta per corona,
"VI" per virus, "D" per disease e "19" indica l'anno in cui si è manifestata). Lo ha annunciato, l’11
febbraio 2020 il Direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Trasmissione: soprattutto per via aerea, attraverso le cosiddette “particelle di Flügge“. Si tratta di
microgocce di saliva emesse soprattutto con tosse e starnuto che veicolano, sospese nell’aria,
agenti infettivi di numerose patologie, fino alla distanza di oltre 1 metro. I virus possono essere
trasmessi anche per contatto diretto o indiretto tramite oggetti.
Sintomi e segni:
febbre, che nel 99% dei casi è il primo sintomo,
tosse secca presente nel 68% e faticabilità nel 38%,
dolori muscolari e cefalea nel 14%
nausea e diarrea (4%).
SARS-CoV
Periodo epidemico: 8096 casi e 774 decessi nel 2003 in 29 paesi e regioni.
Il WHO (World Health Organization) ha dichiarato la fine dell’epidemia nel
luglio 2003.
Possibile serbatoio animale: civetta delle palme
Periodo di incubazione: da 2 a 7 giorni, massimo 10
Vie di trasmissione: attraverso droplets, e in maniera molto più rara per via aerea.
Contagiosità: è molto bassa all’inizio della malattia, ma aumenta con il peggioramento della
sintomatologia.
Mortalità: 10%
Periodo post epidemico: 4 casi di ricomparsa
MERS- CoV