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IGIENE.

L’”Igiene” è la scienza che ha come obiettivi la promozione e la protezione della salute utilizzando le
metodologie epidemiologiche per identificare i determinanti della salute e delle malattie operando con
procedure mediche applicate alla prevenzione con interventi di Sanità Pubblica a vantaggio delle singole
persone e della comunità.
Inoltre, è opportuno fare una distinzione tra “Medicina Clinica” e “Medicina di Sanità Pubblica” in quanto la
Medicina Clinica ha il compito di curare la persona malata instaurando un rapporto personale con il
paziente mentre la Medicina di Sanità Pubblica svolge compiti più estesi che vanno dalla promozione della
salute alla prevenzione delle malattie.

CONCETTO DI SALUTE E MALATTIA.


Lo “Stato di Salute” è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non solo l’assenza di
malattia ed infermità (OMS – OTTAWA – 1984).
La “Malattia” è, quindi, l’assenza della salute e può essere:
- MALATTIA FISICA: Che sono cambiamenti nella struttura e nella funzione di Organi ed Apparati;
- MALATTIA MENTALE: Che è un disagio psichico (come sofferenza, ansia e depressione);
- MALATTIA SOCIALE: Che colpisce le relazioni personali e la vita lavorativa.

DETERMINANTI DELLA SALUTE.


I “Determinanti della Salute” sono i fattori che influenzano lo stato di salute di un individuo e di una
comunità che vedono al centro l’individuo con le sue caratteristiche biologiche e non modificabili (come
sesso, età e patrimonio genetico) che rappresentano la condizione minima dei determinanti di salute
perché legati alle caratteristiche modificabili che, invece, possono essere corretti e trasformati.
I Determinanti di Salute possono essere raggruppati in varie categorie:
- PATRIMONIO GENETICO: Che è immodificabile;
- FATTORI INDIVIDUALI:
o STILE DI VITA (abitudini voluttuarie, abitudini alimentari e comportamenti come attività
fisica, fumo ed abuso di alcool);
o CONDIZIONE (culturale, economica, sociale e lavorativa);
o RELAZIONI (affettive, sociali e familiari).
- FATTORI COMUNITARI o AMBIENTALI: Che sono l’inquinamento dell’aria o dell’acqua (come nei
Paesi in cui c’è un basso tasso di depurazione dell’acqua):
o AMBIENTE FISICO (acqua, aria, suolo ed ambienti di vita e di lavoro);
o AMBIENTE BIOLOGICO (microrganismi, vettori, piante ed animali);
o AMBIENTE SOCIALE (culturale, economico e lavorativo).

TUTELA DELLA SALUTE.


La “Tutela della Salute” si basa sulla “Medicina Preventiva” e la “Medicina Clinica”.
La MEDICINA PREVENTIVA ha il compito di promuovere la salute e prevenire le malattie, si attua in assenza
di malattia e la sua unità di intervento è l’intera comunità.
La MEDICINA CLINICA ha il compito di curare e, se possibile, di guarire la persona malata, si attua quando la
malattia si è già instaurata e la sua unità di intervento è il singolo individuo.

PREVENZIONE.
La “Prevenzione” ha il compito di impedire l’insorgere di una malattia progressiva con l’obiettivo del
mantenimento dello stato di salute.
Gli obiettivi strategici della prevenzione possono rappresentare traguardi da raggiungere in tappe
successive nell’ambito di un unico programma di interventi preventivi.
Per alcune malattie è possibile concepire programmi che prevedano il raggiungimento di tutti gli obiettivi
fino all’Eradicazione mentre per altre malattie le caratteristiche epidemiologiche e l’inadeguatezza dei
mezzi preventivi disponibili costringono a limitare gli obiettivi.
Le strategie sono:
- PROTEZIONE DEL SINGOLO INDIVIDUO:
Attraverso cui si raggiunge il controllo della malattia nell’intera popolazione.
Il coinvolgimento delle persone è importante per il successo della maggior parte degli interventi di
Prevenzione Primaria (per esempio, la prevenzione del Cancro al Polmone non ha alcuna possibilità
di successo se le singole persone rifiutano di astenersi dal fumo di sigaretta) ed è ancora più
evidente nella Prevenzione Secondaria perché è necessario che tutti gli esposti al rischio di malattia
si sottopongano ad esami di Screening pur non avendo alcun disturbo o manifestazione di sintomi.
- CONTROLLO NELLA POPOLAZIONE:
È l’approccio ai problemi di salute che richiede interventi all’interno della comunità in cui i problemi
si sono verificati ed è la significativa riduzione dei casi di malattia in una popolazione in
conseguenza di uno specifico intervento di prevenzione.
La riduzione può mantenersi stabile nel tempo ed accentuarsi progressivamente con tassi di
incidenza via via più bassi.
Per alcune malattie è sufficiente un singolo intervento di prevenzione limitato nel tempo, ma spesso
sono necessari programmi di sorveglianza epidemiologica ed interventi preventivi protratti nel
tempo.
Per il controllo è necessaria la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali e la programmazione di
azioni coordinate tra Stato e Regioni con Azioni Legislative, Comuni e Province con Azioni Politiche,
Organizzative e Tecniche, Aziende Sanitarie con Azioni Organizzative, Educative e Tecniche e gli Enti
Scolastici con Azioni Educative.
- ELIMINAZIONE:
È l’assenza di nuovi casi di malattia come effetto di specifici interventi di prevenzione in una data
popolazione, ma nuovi casi di malattia possono presentarsi se viene meno il rispetto delle norme e
delle pratiche preventive.
- ERADICAZIONE:
È la scomparsa di casi di malattia che non potranno più presentarsi in futuro perché è stato
definitivamente rimosso l’agente causale.
L’Eradicazione Mondiale è avvenuta con il VAIOLO il cui agente eziologico è definitivamente
scomparso grazia al programma globale condotto dall’OMS dal 1967 al 1979.
L’Eradicazione Regionale, invece, si può avere in una vasta area geografica omogenea o in un
Continente (come per la POLIOMIELITE nelle Regioni Europee anche se la vaccinazione continua ad
essere obbligatoria perché esistono ancora Regioni dove il microrganismo è presente).

LIVELLI DI PREVENZIONE.
I “Livelli di Prevenzione” si dividono in:
- PREVENZIONE PRIMARIA:
È un intervento preventivo che viene attuato in un soggetto completamente sano prima che venga a
contatto con l’agente patogeno agendo sui determinanti di salute per evitare o diminuire la
probabilità di esposizione.
La Prevenzione Primaria interviene sia sul singolo (come il Counseling che cerca di orientare il
soggetto a riflettere sui diversi motivi per cui è più opportuno evitare un determinato fattore di
rischio) sia sulla comunità (come la vaccinazione, l’intervento normativo e le pubblicità progresso).
Inoltre, si può intervenire sia sull’agente eziologico (cioè microrganismo che è causa necessaria e
sufficiente a determinare una malattia) sia sui fattori di rischio (cioè esposizione ad un
determinante che può anche non sviluppare nessuna patologia legata a questo fattore, ma
determina dalla sensibilità dell’oggetto).
Per esempio, i casi di BRUCELLOSI e di ASBESTOSI con l’individuazione e l’abbattimento degli animali
infetti eliminando totalmente il rischio d’infezione per la popolazione.
La metodologia della Prevenzione Primaria si basa su:
o METODOLOGIA EUGENETICA: Che fa riferimento allo studio dei metodi volti al
perfezionamento della specie umana attraverso selezioni artificiali operate tramite la
promozione dei caratteri fisici e mentali ritenuti positivi (o eugenetici) e la rimozione di
quelli negativi (o disgenici) attraverso la selezione o modifica delle linee germinali. Inoltre,
trova un’applicazione più ampia in botanica ed allevamento e ha come obiettivo quello di
creare delle piante e degli animali più resistenti senza bisogno di utilizzare pesticidi o
antibiotici mentre nell’uomo è molto più limitato e lo si trova in pochi casi (come lo
Screening Pre-natale che dà una visione sulla probabilità di possibili malformazioni
genetiche).
o POTENZIAMENTO DELLE CAPACITA’ DI DIFESA DELL’ORGANISMO: Che fa riferimento al
soddisfacimento delle esigenze fondamentali (come l’assunzione di Vitamine per i bambini
che hanno carenza di Vitamine K che provoca un rischio più alto di sanguinamenti) ed il
potenziamento dei poteri di difesa (come la vaccinazione).
o SELEZIONE E TRATTAMENTO DEGLI STATI E CONDIZIONI DI RISCHIO: Che fa riferimento
all’individuazione e bonifica dei portatori sani di infezione (come la SALMONELLA TIPHY
attraverso la somministrazione di AMPICILLINA) che è il piano terapeutico che riesca ad
eliminare il microrganismo (cosa che non riesce a fare il Sistema Immunitario) intervenendo
a livello farmacologico con qualche antibiotico ed il rilevamento e la correzione degli stati di
rischio e/o predisposizione per patologie non infettive (come il fumo di sigaretta).
o ALLONTANAMENTO E/O CORREZIONE DEI FATTORI CAUSALI E/O DI RISCHIO DELLA
MALATTIA: Che fa riferimento ad interventi sull’ambiente di vita e di lavoro (come
l’inquinamento atmosferico) e l’induzione di comportamenti positivi (come la vita
sedentaria).
- PREVENZIONE SECONDARIA:
È un intervento preventivo che consiste nella diagnosi precoce della malattia nella sua fase Pre-
clinica e/o asintomatica per evitare o limitare la progressione dei processi patogenici prima
dell’instaurarsi della malattia agendo per cercare di diagnosticare una malattia in fase precoce.
La Prevenzione Secondaria si attua esclusivamente sul singolo ed a livello patogenetico avvalendosi
delle tecniche di Screening.
Il test diagnostico può essere: rapido (perché è un’indagine ricognitiva per capire se bisogna
intraprendere un piano terapeutico), sicuro, poco costoso, ben accetto, sensibile (per la capacità di
individuare quanti più soggetti positivi, infatti, più è sensibile e più risulterà positivo) e specifico (per
la capacità di individuare la certezza della negatività).
I risultati dei programmi di Screening sono la storia naturale della malattia nota, periodo di latenza
sufficientemente lungo, rilevanza sociale della patologia, disponibilità di terapie efficaci,
disponibilità di un test attuabile e privo di rischio, rapporto favorevole costo-beneficio ed attuazione
continuativa del programma.
I programmi di Screening possono essere:
o PROGRAMMI DI SCREENING DI MASSA: In cui si scelgono le persone da sottoporre
semplicemente sul fatto di possedere determinate caratteristiche (come la fascia di età o
all’area geografica), quindi, selezionando le persone in base all’appartenenza ad un gruppo
che mostra caratteristiche particolari per la malattia. Per esempio, lo Screening Pap-Test si fa
a donne in età compresa tra 25-65 anni con periodicità di 3 anni.
o PROGRAMMI DI SCREENING SELETTIVI: In cui vengono selezionate persone che certamente
sono entrate in contatto con un fattore di rischio. Per esempio, qualcuno entra in contatto
con un malato di TUBERCOLOSI ed il test di Screening verrà sottoposto a tutte le persone che
sono entrate in contatto con quel paziente.
Nella metodologia della Prevenzione Secondaria, la “Malattia Cronico-Degenerativa” può essere:
o Carcinoma della Cervice Uterina (rilevato tramite uno Striscio Cervicale o un Pap-Test);
o Carcinoma del Grosso Intestino (rilevato tramite la Ricerca del Sangue occulto nelle Feci);
o Carcinoma della Mammella (rilevato tramite Mammografia);
o Infarto o Ictus (rilevato tramite il controllo dei Valori Pressori, Peso e Colesterolo).
Nella metodologia della Prevenzione Secondaria, la “Patologia Infettiva” può essere:
o Puntura accidentale con Ago contenente Sangue HbsAg+ (rilevato tramite Ig specifiche);
o Morso di Animale Rabido;
o TBC (rilevato tramite Test Tubercolinico).
- PREVENZIONE TERZIARIA:
È un intervento preventivo che previene le complicanze gravi di un esito permanente che resta dopo
una patologia che ha superato una fase acuta mirando ad evitare conseguenze indesiderabili della
malattia (come cronicizzazione ed invalidità).
La Prevenzione Terziaria si basa a livello clinico, riabilitativo e sociale concentrandosi essenzialmente
sulla riabilitazione fisica/psichica e sul reinserimento sociale.

PREVENZIONE E SANITA’ PUBBLICA.


La “Sanità Pubblica” è la scienza e l’arte di prevenire le malattie, prolungare la vita, promuovere la salute
fisica e mentale ed efficienza attraverso sforzi organizzati della comunità (WINSLOW – 1920).
La “Sanità Pubblica” è la combinazione di interventi di educazione sanitaria e correlati interventi
organizzativi, economici e politici volti a facilitare modifiche comportamentali ed ambientali per un
miglioramento delle condizioni di salute (GREEN – 1979).
La “Sanità Pubblica” sono gli sforzi organizzati della società per sviluppare politiche per la salute pubblica,
la prevenzione delle malattie, la promozione della salute e per favorire l’equità sociale nell’ambito di uno
sviluppo sostenibile (OMS – 1996).
Le metodologie della Sanità Pubblica sono la sorveglianza e l’analisi epidemiologica (tramite
l’individuazione/identificazione della natura e della rilevanza dei bisogni e l’identificazione dei fattori di
rischio), la programmazione degli interventi, l’attuazione dell’intervento e la valutazione dei risultati.
La promozione della salute avviene con la protezione della salute con una serie di controlli legali ed
amministrativi, di regole e procedure e di codici (che sono tutti destinati ad influenzare la società civile in
modo da favorire la salute come la legge delle cinture di sicurezza, l’inquinamento e le etichette
alimentari).
La promozione della salute avviene con l’educazione sanitaria che è un’attività di comunicazione intesa a
incrementare la salute, eliminare i fattori di rischio e prevenire le malattie.
L’educazione sanitaria è rivolta a soggetti singoli e ad intere comunità ed è realizzata influenzando
positivamente conoscenze (come informazioni sul corpo e le sue cure, la disponibilità delle strutture
sanitarie ed i rischi professionali, comportamentali ed ambientali), le attitudini (che legano insieme
sensazioni, convinzioni ed i valori condizionando i comportamenti di salute) ed i comportamenti del
singolo, della comunità e dei legislatori (come azioni esplicate da ciascun soggetto in funzione di
conoscenza ed atteggiamenti).
I criteri per lo sviluppo di programmi di educazione e promozione della salute sono:
- Indirizzati ad uno o più fattori di rischio definiti, misurabili, modificabili e che rappresentano un
rischio per la salute e la qualità della vita;
- Riflettono le caratteristiche, i bisogni e le preferenze;
- Riducono il fattore di rischio;
- Identificano ed implementano interventi che permettano il miglior utilizzo delle risorse disponibili;
- Permettono una valutazione delle modalità operative e degli effetti.

MALATTIE INFETTIVE.
Le “Malattie Infettive” sono causate principalmente dagli Agenti Microbici relativamente al rapporto tra
essi ed il soggetto, ma non sempre l’incontro tra i due vede come conseguenza l’insorgere di una malattia
anzi alcuni microbi proteggono il soggetto (come per lo Stomaco e la Flora Batterica) e se dovessero essere
compromessi o distrutti ci possono essere delle conseguenze (come l’antibiotico che usato per un lungo
periodo causa un danneggiamento della flora ed è bene prendere delle misure di prevenzione come i
Fermenti Lattici).
Inoltre, tutti i microrganismi (patogeni e non) devono nutrirsi e se un patogeno che entra in un organismo
incontra una regolare colonizzazione della flora intestinale non riuscirà a trovare cibo e, quindi, non riuscirà
a moltiplicarsi ed a trovare la carica sufficiente per causare danni.
In particolare:
- AGENTE PATOGENO: È un agente in grado di superare le difese dell’organismo e di provocare
malattie;
- INFEZIONE: È un’interazione tra Agente Biologico (cioè il microrganismo) e l’ospite recettivo (come
l’uomo o l’animale) ed implica la replicazione dell’agente nell’ospite. Per esempio, il RINOVIRUS si
moltiplica a livello dell’Albero Respiratorio e se il soggetto è vaccinato attiverà la Memoria
Immunitaria e proprio grazie a questo la replicazione non sarà tale da determinare la distruzione
della cellula;
- MALATTIA INFETTIVA: È un’espressione clinica dell’infezione ed un complesso di segni e sintomi che
si sviluppano in conseguenza dell’infezione (come il danno di Organo e vuol dire che la malattia vera
e propria è comparsa);
- INFESTAZIONE: È la penetrazione e lo sviluppo nell’ospite o sulla superficie dell’ospite di Elminti o
Artropodi;
- MALATTIA PARASSITARIA: È una patologia causata da Elminti o Artropodi.
Inoltre, all’Infezione non segue necessariamente la malattia ed il decorso dipende da fattori diversi legati al
microrganismo, all’ospite ed alla modalità di trasmissione, ma alla penetrazione di un microrganismo segue
la malattia solo in presenza di determinate condizioni favorenti.
L’Agente Causale delle Malattie Infettive deve essere: unico, specifico e non necessario.

I microrganismi si possono dividere in:


- SAPROFITI: Quando il loro habitat naturale è l’ambiente;
- COMMENSALI: Quando vivono sui tegumenti senza provocare alcun danno (come pelle, mucose
dell’Apparato Respiratorio, Dirigente, Genito-Urinario e Congiuntive);
- PARASSITI: Quando sono in grado di aggredire l’ospite costituito da un altro organismo vivente
causandogli un danno.
I microrganismi patogeni presentano:
- PATOGENICITA’: È la capacità propria dei microrganismi parassiti di causare un danno all’ospite che
si esprime con uno stato di malattia.
- INVASIVITA’: È il danno diretto che può provocare danni generali anche se la via di penetrazione è
una ed il danno può presentarsi in una zona diversa (come l’EPATITE C che attraverso il sangue il
microrganismo entra, ma il danno di localizza nel Fegato. Inoltre, i Microrganismi Invasivi sono
capaci di invadere tutto l’organismo (come MORBILLO e ROSOLIA) mentre i Microrganismi Non-
Invasivi esplicano la loro capacità lesiva preferenzialmente in alcuni Organi o Apparati e possono
determinare lesioni localizzate e danni generali dovuti alla produzione di Esotossine.
- TOSSIGENICITA’: È il danno che produce e libera le sostanze chimiche e tossiche (cioè le Tossine),
infatti, i Patogeni Invasivi e Non-Invasivi producono o liberano per disfacimento diverse sostanze
(come Metaboliti Tossici, Esoenzimi ed Endotossine) che sono responsabili delle lesioni locali e
generali e della definitiva sintomatologia con cui si manifesta il processo infettivo. Inoltre, la
malattia si può contrarre senza alcun contatto con il microrganismo in cui il Tetano penetra
all’interno di una ferita contaminata e produce a livello locale la Tossina ed il danno neurologico è
causato dalla diffusione della Tossina che attraversa il sangue ed arriva al Sistema Neurologico.
I patogeni possono manifestare la loro capacità aggressiva nei riguardi dell’ospite in rapporto a variazioni
presentate da:
- VIRULENZA: È il diverso grado con cui si esprime la Patogenicità a seconda dell’ospite microbo in
causa e dipende dalla carica infettiva che è quel numero minimo di microrganismi con cui il soggetto
deve andare a contatto perché si sviluppi la Malattia Infettiva.
- CARICA INFETTANTE: È il numero minimo di microrganismi necessario per dare inizio all’infezione
ed è molto variabile da una specie all’altra.
- CONTAGIOSITA’: È la probabilità di trasmissione del microrganismo ad altri soggetti e dipende dalla
via di trasmissione, infatti, è più facile entrare in contatto per Via Aerea che per altre vie.
Nel momento in cui si devono individuare delle misure di prevenzione ciò che è importante è rompere la
Catena di Trasmissione della malattia, infatti, la “Catena Infettiva” è quando i microrganismi per permanere
e moltiplicarsi in una popolazione devono avere un habitat naturale in cui riprodursi e l’opportunità di
diffondere ad altri ospiti suscettibili.
Quindi, deve essere interrotta la corrispondenza tra Serbatoio d’Infezione e la Fonte d’Infezione.
Il “Serbatoio d’Infezione” è l’individuo, animale, pianta o substrato inanimato in cui un Agente Infettivo di
norma risiede e si moltiplica e da cui dipende primariamente per la sopravvivenza.
La “Fonte d’Infezione” (o Sorgente) è il sito dal quale un microrganismo passa immediatamente ad un
ospite e può coincidere con il Serbatoio (nel caso di Infezioni a trasmissione sessuale) o essere
rappresentata da un Veicolo (come acqua ed alimenti) o un Vettore (come gli Artropodi).
In particolare, l’origine delle Infezioni passa dalla Sorgente al Portatore (cioè il soggetto che pur non
presentando manifestazioni morbose alberga nel proprio organismo ed elimina Agenti Patogeni) ed al
Malato e la più frequente fonte di pericolo per gli uomini sono i Portatori.
I Portatori possono essere distinti in:
- PORTATORE SANO: È il soggetto che si infetta ed elimina i parassiti senza contrarre la malattia e
sono i più pericolosi perché pur entrando in contatto con un patogeno riescono a stabilire una
condizione di pacifica convivenza senza sviluppare mai nessuna manifestazione clinica della malattia
rimanendo la fonte di trasmissione più difficile da identificare.
- PORTATORE PRECOCE: È il soggetto che elimina microrganismi prima dell’esordio clinico della
malattia che si trova in fase di incubazione.
- PORTATORE CONVALESCENTE: È il soggetto che continua ad eliminare anche dopo la guarigione
clinica (da pochi giorni a 3 mesi). Per esempio, corrisponde alla fase in cui i bambini non hanno più
le macchie del MORBILLO, ma continuano a rilasciare piccole cariche microbiche.
- PORTATORE CRONICO: È il soggetto che presenta un’eliminazione che perdura per anni i microbi
(per più di 3 mesi). Per esempio, i soggetti affetti da EPATITE B che non guariscono completamente,
ma avranno fasi di riattivazione del virus.
I meccanismi di trasmissione delle Malattie Infettive possono essere:
- ORIZZONTALI:
o DIRETTA: Dal Portatore o Malato al Soggetto Sano;
o INDIRETTA: Dal Portatore o Malato ad un intermediario (Veicoli/Vettori) al Soggetto Sano.
I “Veicoli” possono essere mezzi inanimati (come aria, acqua ed alimenti) mentre i “Vettori”
possono essere mezzi animati che attuano il trasporto dei microrganismi con movimento
proprio.
- VERTICALI:
Dalla Madre al Figlio mediante:
o TRANS-PLACENTARE: Pre-natale (come TOXOPLASMA, ROSOLIA, Malattia da CMV e SIFILIDE);
o DURANTE IL PARTO: Peri-natale (come HERPES SIMPLEX 2, HBV, GONOCOCCO, CANDIDA
ALBICANS, CHLAMIDIA e TRACHOMATIS);
o ALLATTAMENTO: Post-natale (come HIV e HBV).
Il ruolo dell’ospite avviene quando l’organismo umano non subisce passivamente l’ingresso di
microrganismi infettanti, ma attiva vari fattori e linee di resistenza che possono essere:
- ASPECIFICHE: Che sono le integrità degli Organi e delle Barriere Cutanee;
- SPECIFICHE: Che è la Difesa Immunitaria come con l’integrità della Cute, infatti, grazie a questo
difende la testa dei patogeni ed il rischio arriva nel momento in cui c’è la ferita.
L’”Immunità Anti-Infettiva” può essere:
- CONGENITA (o Refrattaria): Che è di specie o di individuo;
- ACQUISITA: Che è la maggior parte della nostra immunità sviluppata sulla base di quelli che sono i
microrganismi con cui entriamo in contatto e può essere:
o NATURALE:
 PASSIVA: Per gli Anticorpi che sono pronti derivati della madre, infatti, i bambini non
sono in grado di riprodurre gli Anticorpi nel momento in cui entrano in contatto con
un virus;
 ATTIVA: Per Infezioni pregresse.
o ARTIFICIALE:
 PASSIVA: È la somministrazione delle Yglobuline per evitare che si sviluppino Malattie
Infettive e che non determina un’Immunità di Memoria perché non si stimola il
Sistema Immunitario;
 ATTIVA: È la somministrazione di vaccini (cioè preparati farmacologici) che hanno
l’obiettivo di attivare il Sistema Immunitario per produrre una Risposta Immunitaria
Specifica che duri nel tempo e che permetta di creare un’Immunità di Memoria.
Le forme principali con cui la Malattia Infettiva può manifestarsi ad una popolazione sono:
- ENDEMIA: È la malattia costantemente presente nella popolazione residente in una determinata
area geografica e che si manifesta con un numero di casi più o meno elevato, ma complessivamente
abbastanza costante (come l’INFLUENZA).
- EPIDEMIA: È la malattia che si verifica in una comunità o area geografica con un numero di casi che
eccede rispetto a quello aspettato o casi collegati anche in questi casi tra loro.
- SPORADICITA’: È la malattia che si presenta isolatamente senza apparenti rapporti con altri casi.
- PANDEMIA: È l’Epidemia ingigantita che si estende a tutto il Continente.
Le vie di trasmissione possono essere:
- AEREA:
Le malattie trasmesse per Via Aerea sono le più diffuse e possono essere DIRETTE o INDIRETTE (cioè
attraverso l’aria), infatti, i microrganismi vengono immessi nell’aria da un soggetto infetto e questo
può rilasciare i microbi attraverso tosse, gocce di saliva o solo parlando.
I fattori di rischio sono le situazioni dove si è in un ambiente chiuso e sovraffollato, infatti, un modo
di prevenire questo tipo di trasmissione è il ricambio d’aria per evitare il raggiungimento della carica
minima microbica con un’adeguata ventilazione, ma anche le dimensioni dei microrganismi sono
importanti per capire il livello di penetrazione:
o I microrganismi con un diametro >10 micron non rappresentano un pericolo in quanto
vengono trattenuti dalle prime Vie Aeree attraverso il muco e possono diventare pericolosi
nel periodo invernale per la temperatura più fredda che causa un ridotto movimento delle
Ciglia Vibranti dell’Albero Respiratorio, è più facile che si rimanga in ambienti sovraffollati e
chiusi raggiungendo la carica microbica minima e le radiazioni solari (che sono sterilizzanti)
diminuiscono.
o I microrganismi con un diametro <1 micron riescono rimangono sospesi nel Flusso Aereo
non riuscendo ad attecchire alla mucosa dell’Albero Respiratorio e non sono particolarmente
pericolosi.
o I microrganismi con il diametro pari a 1 micron riescono ad arrivare alla parte bassa del
Polmone e rappresentano un rischio di media pericolosità.
o I microrganismi con un diametro pari a 5 micron sono quelli che determinano la diffusione di
più patologie.
Le principali misure utili a ridurre il rischio di aereo-diffusione delle Infezioni sono:
o AMBIENTE ESTERNO: Attraverso meccanismi naturali di diluizione e disinfezione.
o AMBIENTI CONFINANTI AD USO ABITATIVO: Attraverso la cubatura e la ventilazione
rapportabile al grado di affollamento che deve essere evitato.
o AMBIENTI CONFINANTI DI INTERESSE SANITARIO: Attraverso il condizionamento con
sterilizzazione dell’aria immessa, le misure antipolvere e le misure individuali (come
mascherine) in: Sale Operatorie, locali per il ricovero dei pazienti infetti da specifiche
patologie, locali per la manipolazione di Agenti Microbici e locali per il confezionamento di
farmaci sterili.
- ORO-FECALE:
Le malattie trasmesse per Via Oro-Fecale sono quelle in cui i microrganismi vengono eliminati con le
Feci e, raramente, con le Urine di uomini o animali infetti in cui albergano dei microrganismi che
sono patogeni (come la SALMONELLA per la gallina).
Queste malattie hanno un ruolo determinante nelle condizioni igieniche e socio-economiche e la
penetrazione avviene attraverso la bocca per le mani sporche ed i cibi infetti, infatti, un buon livello
di Prevenzione Primaria può essere garantito con il semplice rispetto delle principali misure
igieniche (come lavare le mani e gli alimenti).
Quindi, passano dall’Uomo o l’Animale Malato alle Feci/Mani agli Alimenti fino all’Uomo Sano.
Le vie di contaminazione sono gli Animali (attraverso Feci ed Urine), il contatto con le superfici
contaminate (come le stoviglie) ed il contatto con le mani del personale infetto, degli addetti alla
preparazione, del trasporto e della vendita.
I rischi delle modalità di trasmissione dipendono da.
o CONTAMINAZIONE PRIMARIA: È la modalità in cui un alimento primariamente contaminato
è stato preparato.
o CONTAMINAZIONE CROCIATA: È la preparazione a livello domestico in cui si verifica il
trasferimento di un organismo da un alimento contaminato ad uno che non lo è attraverso
l’utilizzo di un utensile non sottoposto ad un processo di bonifica.
o CONTAMINAZIONE DA PARTE DI CHI MANIPOLA: È la scarsa igiene del personale che
manipola gli alimenti.
Inoltre, gli alimenti devono essere conservati ad adatte temperature, infatti, bisogna mantenerli al
di fuori del “Range Critico” (cioè meno di 4°C e più di 67°C), ma solo gli alimenti a rischio che
contengono molto zucchero e proteine perché garantiscono ai microrganismi il substrato per riuscire
a riprodursi mentre frutta e verdura sono meno appetibili per la produzione di microrganismi, ma
soprattutto i vegetali sono a rischio in quanto possono essere irrigati con acque contaminate e
spesso vengono consumati crudi e deve essere rispettato il lavaggio prima del consumo.
Gli alimenti più frequentemente coinvolti nella trasmissione delle malattie trasmesse per Via Oro-
Fecale sono:
o UOVA: A causa del rischio del consumo delle uova congelate o a temperatura ambiente (con
passaggio da: Intestino delle galline – contaminazione dei mangimi con SALMONELLE –
imbrattamento con le Feci – contatto delle superfici sporche – mani del personale infetto).
o CARNE: A causa del rischio del consumo della carne cruda o poco cotta (con passaggio da:
animali infetti – contaminazione della macellazione – vendita – inscatolamento –
preparazione).
o FRUTTI DI MARE: A causa del rischio del consumo di frutti di mare crudi o poco cotti o del
consumo o di molluschi-colture non controllate (con il passaggio da: acque contaminate).
o VEGETALI: A causa del rischio del consumo dei vegetali crudi (con il passaggio da: irrigazione
con acque contaminate).
- PARENTERALE:
Le malattie trasmesse per Via Parenterale hanno l’Agente Causale veicolato dal sangue (come
EPATITE B, C, E, DELTA ed AIDS) e sono meno frequenti perché prevedono una modalità di contatto
più intima.
I fattori di rischio sono: l’elevato numero di partner sessuali, l’età precoce di inizio rapporti sessuali,
l’utilizzo per molto tempo di contraccettivi orali femminili che indeboliscono la mucosa e rendono
più difficile l’espulsione del patogeno ed il fumo di sigaretta che indebolisce le Difese Immunitarie.
Le malattie trasmesse per Via Parenterale passano dall’Uomo Portatore o Malato fino all’Ospite
Umano e ad un nuovo contagio mediante:
o TRASMISSIONE MUCO-CUTANEA: È il contatto tra i liquidi biologici del Portatore e del
Soggetto attraverso rapporto sessuale:
 TRASMISSIONE DIRETTA: Con il contagio sessuale attraverso il liquido seminale, del
secreto vaginale e del sangue;
 TRASMISSIONE VERTICALE: Con la gravidanza in cui un modo di prevenzione può
essere preferire il taglio cesareo per evitare il contatto con secrezioni vaginali infette.
o TRASMISSIONE PERCUTANEA: È il contatto con il sangue conseguenza di una lesione
attraverso un taglio ed i fattori di rischio sono la tossicodipendenza e le trasfusioni, infatti,
un modo di prevenzione è il controllo sui donatori di sangue:
 TRASMISSIONE INDIRETTA: Con il sangue e gli Emo-derivati per le trasfusioni, le
terapie, gli interventi chirurgici, le droghe iniettive e gli oggetti (come rasoi e
spazzolini).
- ZOONOSI:
Le malattie trasmesse per Zoonosi vengono trasmesse dagli animali all’uomo in maniera DIRETTA
(come con il contatto con la pelle, i peli, il sangue o le secrezioni9 o INDIRETTA (come con insetti
vettori o l’ingestione di alimenti infetti).
La trasmissione avviene mediante:
o TRASMISSIONE DIRETTA: Con contatto (come SCABBIA e TIGNA), morso o graffi (come
RABBIA e TETANO), urine (come LEPTOSPIROSI), feci (come SALMONELLOSI, IDATIDOSI,
LARVA MIGRANS CUTANEA e VISCERALE e TOSXOPLASMOSI) e PSITTACOSI (come la FEBBRE
DA PAPPAGALLI).
o TRASMISSIONE INDIRETTA: Con SALMONELLOSI, TOXOPLASMOSI, LISTERIOSI e BRUCELLOSI.

PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE.


La prevenzione delle Malattie Infettive è detta “Profilassi” che consiste nell’insieme di misure volte a
prevenire nell’uomo la comparsa delle Malattie Infettive proteggendolo in vario modo dall’attacco di
microrganismi patogeni.
La Profilassi può avvalersi di:
- METODI DIRETTI: Che sono finalizzati al rafforzamento delle difese dell’individuo (mediante la
vaccinazione), la distruzione dei microrganismi patogeni su un substrato o in un ambiente (come
Asepsi, Antisepsi, Disinfezione, Sterilizzazione e Disinfestazione) ed interventi volti a limitare la
diffusione dei microrganismi patogeni nella popolazione (come la notifica del caso, l’inchiesta
epidemiologica, l’accertamento diagnostico, l’isolamento e la contumacia).
- METODI INDIRETTI: Che è tutto l’insieme di leggi e normative che stabiliscono parametri di
riferimento ed individuano quelle che sono le caratteristiche che un ambiente di vita deve avere per
essere a basso rischio e finalizzati al miglioramento delle condizioni sanitarie individuali e collettive
tramite misure di controllo su ambienti di vita, ambienti di lavoro e qualità ed igiene degli alimenti e
dell’acqua.
Inoltre, per riuscire ad attuare un intervento preventivo efficace bisogna sapere quanto quella patologia
incida sulla popolazione perché sono a carico dello Stato (Sanità Pubblica) e ci si trova in molti casi per
questioni economiche di dover decidere di intervenire in un modo piuttosto che in un altro.
La “Sorveglianza Epidemiologica” è la raccolta di analisi ed interpretazioni di dati essenziali per la
pianificazione, la realizzazione e la valutazione di interventi di Salute Pubblica e nell’ambito degli interventi
rivolti a controllare la diffusione delle Malattie Infettive consente di interventi di sorveglianza che devono
identificare la Sorgente d’Infezione perché se si conosce la Sorgente si può interrompere la Catena di
Trasmissione, ridurre la comunicabilità della Sorgente d’Infezione ed impedire la diffusione dell’Infezione.
Il termine “Sorveglianza” rimane legato fino alla seconda metà del 20° secolo all’oggetto delle Malattie
Infettive e ad un obiettivo di controllo.
Quindi, la Sorveglianza Epidemiologica è la raccolta sistematica (o Continued) e progressiva (o Ongoing),
l’analisi e l’interpretazione dei dati sulla salute essenziali alla pianificazione, al miglioramento, alla
valutazione di attività in Sanità Pubblica, strettamente integrati con una periodica diffusione a quanti ne
hanno necessità.
L’obiettivo finale è l’uso di questi dati per la prevenzione ed il controllo del fenomeno.
Negli anni ’70, il concetto si evolve da controllo di Malattia Infettiva a monitoraggio della salute di una
popolazione o comunità (Public Health Surveillance – PHS).
Un processo dinamico per raccogliere, gestire, analizzare e diffondere dei dati relativi ad eventi che si
verificano in una data popolazione al fine di realizzare interventi di promozione della salute e prevenzione
delle patologie.
La definizione degli obiettivi è come il numero di casi COVID-19/SARS-CoV-2 + Il numero dei casi tra gli
Operatori Sanitari + La mortalità per COVID-19.
Organizzazione ed analisi dei dati – Diffusione dei dati – Applicazione delle informazioni – Sviluppo del
sistema di raccolta dati.
Nell’ambito degli interventi rivolti a controllare la diffusione delle Malattie Infettive consente di:
- Identificare la Sorgente d’Infezione;
- Ridurre la comunicabilità della Sorgente d’Infezione;
- Impedire la diffusione dell’Infezione.
Tutto ciò consta di determinate fasi:
- NOTIFICA:
È la segnalazione obbligatoria che un medico (cioè di chi ha la responsabilità di più persone) che
deve fare nel momento in cui crede che nella sua comunità ci sia una Malattia Infettiva. Per
esempio, in una scuola un bambino ha il MORBILLO (anche solo sospetto) ed il Dirigente Scolastico
ha il compito d’informare l’organo di competenza per arrivare ad una soluzione.
Quindi, è l’atto obbligatorio con cui il Medico (o chiunque abbia la responsabilità di una collettività)
informa l’Autorità Sanitaria di casi di Malattie Infettive e parassitarie, a carattere diffusivo, di cui è
venuto a conoscenza.
Il doppio scopo della Notifica è quello di risolvere il problema a livello locale mentre la denuncia
viene inviata all’ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) che attiva una serie di procedure nei confronti
del malato e dei possibili contatti con l’obiettivo di limitare la diffusione perché questa Notifica
entra, in seguito, in un flusso informativo diretto alla Regione (cioè l’Assessorato della Sanità) che
deve arrivare a livello del Ministero, ma per alcune malattie le notizie vengono trasmesse all’OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanità) mentre l’ISTAT è l’organo che si occupa dell’elaborazione dei
sati scolastici e l’ISS è l’organo che si occupa delle malattie specifiche. Inoltre, durante la
segnalazione vanno raccolti molti dati che fanno riferimento ai sintomi ed una parte che fa
riferimento allo stile di vita del soggetto infetto in quanto serve capire quali sono i contatti
potenziali che l’infetto può aver avuto per, poi, attivare un piano preventivo.
Quindi, il flusso informativo è: Medico – Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) (che procede
all’Inchiesta Epidemiologica con l’Accertamento Diagnostico dei casi e la ricerca e sorveglianza dei
contatti) – Regione – Ministero – ISTAT o ISS – Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.).
Ci sono 5 classi di Malattie Infettive in base alle tempistiche di segnalazione (15/12/1990):
o PRIMA CLASSE: Sono tutte le Malattie Infettive che devono essere segnalate entro 12 ore
della Malattia Infettiva per vie brevi perché sono estremamente gravi e possono facilmente
diffondersi (come la PESTE, COLERA, FEBBRE GIALLA, Febbre ricorrente epidermica, Febbri
emorragiche virali, TIFO ESANTEMATICO, BOTULISMO, DIFTERITE, Influenza con isolamento
virale, RABBIA, TETANO e TRICHINOSI).
o SECONDA CLASSE: Sono tutte le Malattie Infettive che prevedono la Notifica per vie
tradizionali, quindi, non hanno necessità di una particolare urgenza, ma entro 24-48 ore
(come ROSOLIA, VARICELLA, SALMONELLA, BLENORRAGIA, BRUCELLOSI, Diarree Infettive
non da Salmonelle, Epatiti Virali A-B-NANB e non specificate, FEBBRE TIFOIDE,
LEGIONELLOSI, LEISHMANIOSI VISCERALE, LEPTOSPIROSI, LISTERIOSI, MENINGITE ed
ENCEFALITE ACUTA VIRALE, MENINGITE, MENINGOCOCCICA, MORBILLO, PAROTITE,
PERTOSSE, RICKETTSIOSI diversa da Tifo Esantematico, SALMONELLOSI NON TIFOIDEA,
SCARLATTINA, SIFILIDE e TURALEMIA).
o TERZA CLASSE: Sono tutte le Malattie Infettive che prevedono la trasmissione della Notifica
in modo particolare (come fflV in anonimato o la ROSOLIA CONGENITA che va comunicata in
modo diverso dalla ROSOLIA normale, AIDS, LEBBRA, MICOBATTERIOSI NON TUBERCOLARE
e TUBERCOLOSI).
o QUARTA e QUINTA CLASSE: Sono tutte le Malattie Infettive che vengono notificate solo nel
caso in cui si parla di un focolaio (cioè 4-5 malati) (come DERMATOFITOSI (TIGNA),
INFEZIONI, TOSSINFEZIONI ed INFESTAZIONI di origine alimentare, PEDICULOSI, SCABBIA e
MALATTIE INFETTIVE e DIFFUSIVE notificate all’Unità Sanitaria Locale e non comprese nelle
classi precedenti, ZOONOSI indicate dal Regolamento di Polizia Veterinaria).
Inoltre, il “Sistema Informativo delle Malattie Infettive” (SIMI) comprende:
o Archivio di dati computerizzati;
o Dati provenienti da 17 Regioni e 2 Province Autonome (82,5% della popolazione);
o Attivato all’ISS e dal Ministero della Salute,
informazioni delle schede di Notifica per Malattie di Classe I, Classe II e Classe IV;
o Consultabile on-line.
Altri Sistemi di Sorveglianza sono:
o Sorveglianza Sanitaria delle Malattie prevenibili da Vaccino in età pediatrica (“Pediatri
Sentinella”)(SPES);
o Sorveglianza attiva dall’Influenza nella Stagione Epidemica (“Medici Sentinella”);
o HIV/AIDS;
o SEIEVA (Epidemie Virali);
o Meningiti Batteriche;
o Malattie Sessualmente Trasmesse,
o Malattia di Cruetzfeldt-Jakob.
- ACCERTAMENTO DIAGNOSTICO:
È la fase che permette di confermare la diagnosi ottenuta con l’ausilio di indagini laboratoristiche.
In particolare, è la Diagnosi Eziologica di una Malattia Infettiva mediante identificazione
microbiologica di cui gli obiettivi sono: identificare il Microrganismo responsabile, effettuare un
trattamento terapeutico adeguato e programmare misure profilattiche adeguate.
Può essere:
o DIRETTO: È l’isolamento dell’Agente Biologico nel Materiale Patologico microscopico e/o
colturale;
o INDIRETTO: È l’individuare gli Anticorpi nel soggetto infetto, quindi, nella Risposta
Immunitaria dopo il contatto con l’Agente Patogeno.
Per verificare se il caso non sia singolo, il compito dell’ASP è quello di definire l’andamento
dell’Epidemia e queste fasi vengono riportate in un sistema di Assi Cartesiani detta “Curva
Epidemica” e questo grafico porta alla distribuzione temporale dell’esordio dei sintomi nei casi
aiutando a determinare se l’Epidemia ha avuto origine da una fonte comune o puntiforme, da una
fonte continua o da un contagio interumano. Le misure contumaciali consistono nell’obbligo di
rimanere in isolamento (in ospedale o nel proprio domicilio) per un determinato periodo di tempo
seguendo le prescrizioni igienico-sanitarie indicate dalle Autorità Sanitarie con lo scopo di
circoscrivere il focolaio e queste prescrizioni sono:
o ISOLAMENTO: È la separazione del soggetto da tutte le altre persone (ad eccezione di coloro
che lo assistono) e può avvenire in ospedale, domicilio coercitivo e fiduciario;
o SORVEGLIANZA SANITARIA: È l’obbligo di farsi controllare periodicamente dall’ASP senza
alcuna limitazione della libertà personale.
Queste si effettuano su: CONVIVENTI (cioè chi abita dove abita il malato), CONTATTI (cioè chi ha
avuto rapporti con il malato) e SOGGETTI PROVENIENTI DA AREE INFETTE.
- INCHIESTA EPIDEMIOLOGICA:
È la descrizione accurata dell’Epidemia costituisce il primo importante passo dall’Indagine
Epidemiologica.
L’Epidemiologia Descrittiva fornisce l’immagine dell’episodio inquadrandolo secondo le 3
dimensioni:
o CHI?
o DOVE?
o QUANDO?
Questo può bastare per indirizzare le misure immediate di controllo, sviluppare ipotesi sulla
Sorgente d’Infezione e sulle modalità di trasmissione, suggerire campionamenti alimentari ed
ambientali e guidare ulteriori approfondimenti: indagine svolta dall’Autorità Sanitaria, avviata in
seguito alla Notifica di uno o più casi di Malattia Infettiva e fornisce i dati essenziali ed immediati per
la prima applicazione delle misure di Profilassi.
I presupposti per avviare l’Indagine sono:
o GRAVITA’ DELLA MALATTIA;
o FREQUENZA DELLA MALATTIA;
o REALI POSSIBILITA’ DI PREVENZIONE.
Le fasi dell’Inchiesta Epidemiologica sono:
o DEFINIZIONE DI CASO:
Nella definizione di “Caso”, tipicamente si identificano:
 CRITERI CLINICI:
È l’“Insorgenza improvvisa di almeno uno tra i seguenti segni e sintomi: FEBBRE,
TOSSE e Difficoltà Respiratoria”;
 CRITERI DI LABORATORIO:
È la “Conferma di laboratorio effettuata presso il laboratorio di riferimento”;
 CRITERI EPIDEMIOLOGICI:
 È la “Persona che ritorni da aree con presunta trasmissione comunitaria locale”.
Per esempio, SARS-CoV-2:
 CASO SOSPETTO:
Persona con Infezione Respiratoria Acuta (insorgenza improvvisa di uno tra i
seguenti segni e sintomi: FEBBRE, TOSSE e Difficoltà Respiratoria, e senza altra
eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica, e storia di viaggi o
residenza in un Paese/area in cui è segnalata la trasmissione locale durante i
14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi; oppure persona con una
qualsiasi Infezione Respiratoria Acuta, e che è stata a stretto contatto con un
caso probabile o confermato di COVID-19 nei 14 giorni precedenti
l’insorgenza di sintomi; oppure persona con Infezione Respiratoria Acuta
Grave (FEBBRE ed almeno un segno/sintomo come TOSSE e Difficoltà
Respiratoria), e che richieda il ricovero ospedaliero (SARI), e senza un’altra
eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica.
 CASO PROBABILE:
Un caso sospetto il cui risultato del Test per SARS-CoV-2 è dubbio o
inconcludente utilizzando protocolli specifici di Real Time PCR per SARS-CoV-2
presso i laboratori di riferimento Regionali individuati o è positivo utilizzando
un Test Pan-Coronavirus.
 CASO CONFERMATO:
Un caso con una conferma di laboratorio per Infezione da SARS-CoV-2,
effettuata presso il laboratorio di riferimento nazionale dell’Istituto Superiore
di Sanità (ISS) o da laboratori Regionali di riferimento, indipendentemente dai
segni e dai sintomi clinici.
o DEFINIZIONE DEL FENOMENO EPIDEMICO IN TERMINI DI CARATTERISTICHE DELLA
POPOLAZIONE INTERESSATA:
 Numero di casi nella popolazione,
 Periodo di incubazione,
 Modalità di trasmissione;
 Fasi dell’Epidemia;
 Durata dell’Epidemia.
o DEFINIZIONE DEL FENOMENO EPIDEMICO IN TERMINI DI TEMPO E SPAZIO – COSTRUZIONE
DELLA CURVA EPIDEMICA:
Che è un grafico che mostra la distribuzione temporale dell’esordio dei sintomi nei casi aiuta
a determinare se l’Epidemia ha avuto origine da: Sorgente Continua, Sorgente Puntiforme o
Trasmissione Persona-Persona (Epidemia Subentrante) e che consente di stabilire il periodo
di tempo entro il quale le persone hanno subito l’esposizione ed il periodo di incubazione
della Malattia.
- ISOLAMENTO E CONTUMACIA.
I “Provvedimenti” possono essere:
- PROVVEDIMENTI RELATIVI AI MALATI: Sono le interruzioni della catena di trasmissione mediante
isolamento e trattamento;
- MISURE RELATIVE A CONVIVENTI E CONTATTI: Sono le Prevenzioni Primarie (Chemioprofilassi) e le
Vaccinazioni,
- BONIFICA DEI PORTATORI.
Gli interventi effettuati sui CONTATTI sono:
- ACCERTAMENTI: È l’individuazione della fonte di contagio e la verifica dell’avvenuta Infezione.
- INCHIESTA EPIDEMIOLOGICA: È un’indagine svolta dall’Autorità Sanitaria (DdP) che effettua i
controlli sulla popolazione con l’obiettivo di proteggere chi è stato a contatto con il malato ed
individua tutte le persone nei confronti delle quali bisogna attuare un’azione di Profilassi in quanto
sono state a contatto con il soggetto infetto. Per esempio, l’IMMUNOPROFILASSI è un trattamento
preventivo a base di farmaci, quindi, si adotta prima che la malattia avvenga.
I Provvedimenti sui CONTATTI sono:

TIPOLOGIE. CONTATTO STRETTO. CONTATTO REGOLARE. CONTATTO


OCCASIONALE.
CONVIVENZA (famiglia, Familiari e compagni di Persone presenti in Persone che
collettività residenziale, camera da letto. famiglia o con cui si occasionalmente
etc…). condividono spazi visitano la famiglia o le
regolarmente e collettività.
compagni che
condividono spazi
comuni (sala da pranzo,
attività ricreative, etc…).
FREQUENZA DI Studenti e professori Studenti e professori Studenti e professori
AMBIENTI DI VITA della stessa classe e della stessa scuola con i della stessa scuola e
COLLETTIVA PER colleghi di uno stesso quali ci siano momenti colleghi della stessa
PERIODO PROLUNGATO ambiente confinato quotidiani di contatto ditta.
(> 4 ore al giorno) (ufficio, reparto, etc…). (laboratori, palestra,
(scuola, lavoro, centri etc…).
diurni, etc…).
FREQUENZA DI Compagni di squadra o Frequentatori di centri Frequentatori degli
AMBIENTI DI VITA PER gruppo che svolge sportivi/ricreativi negli stessi centri almeno
BREVI PERIODI (< 4 ore attività a stretto stessi giorni ed orari settimanalmente.
al giorno) (discoteche, contatto. almeno 3 volte a
oratori estivi, etc…). settimana pur in gruppi
diversi.
FREQUENZA DI SPAZI Compagni di viaggio Compagni di viaggio che Compagni di viaggio che
NON CONFINATI (mezzi nella stessa auto con quotidianamente sono a quotidianamente
di trasporto). frequenza ravvicinata stretto contatto. frequentano lo stesso
(posti adiacenti). mezzo ai medesimi
orari.
Le “Misure Contumaciali” hanno l’obiettivo di circoscrivere il focolaio infettivo impedendo la trasmissione
di Microrganismi Patogeni dell’individuo malato o portatore al soggetto sano.
- ISOLAMENTO: È la separazione del soggetto da tutte le altre persone, ad eccezione del Personale
Sanitario di Assistenza.
- CONTUMACIA: È l’obbligo per i portatori, contatti e conviventi sani di un malato di permanere in un
dato luogo per il periodo indicato dall’Autorità Sanitaria osservando le prescrizioni imposte.
- SORVEGLIANZA SANITARIA: È l’obbligo di farsi controllare periodicamente dall’Autorità Sanitaria
senza alcuna limitazione della libertà personale.
L’isolamento va mantenuto per il periodo strettamente necessario di effettiva contagiosità della Patologia.
Spesso anche prima della guarigione può essere interrotto per molte Patologie dopo 24-48 ore di Terapia
Antibiotica il paziente non è più contagioso.
In altri casi (come FEBBRE TIFOIDE e PARATIFOIDE) nel soggetto, anche se guarito può persistere lo stato
portatore.
In questi casi è necessario avere risultati di laboratorio che attestino che il soggetto non elimina più il
Microrganismo (come 3 Coprocolture eseguite in successione negative).
Alcuni esempi sono:
MALATTIA. DURATA DEI PERIODI CONTUMACIALI.
COLERA e TIFO Sino a negativizzazione di 3 Coprocolture
DIARREE INFETTIVE Sino a 24 ore dall’ultima scarica diarroica
EPATITE VIRALE A Sino a 7 giorni successivi all’esordio clinico
EPATITE VIRALE E Sino a 14 giorni successivi all’esordio clinico
MENINGITI BATTERICHE (Meningococco e Hib) Sino a 48 ore dopo l’inizio della terapia antibiotica
MORBILLO, PAROTITE, VARICELLA e ROSOLIA Sino a 5 giorni successivi all’esordio clinico (7 giorni
per la ROSOLIA)
Si effettua su:
- CONVIVENTE/I: Che è il soggetto che condivide la stessa abitazione con il malato,
- CONTATTO/I: Che è il soggetto che ha avuto rapporti con il malato, in relazione alle modalità di
trasmissione dell’Agente Patogeno, tali da consentire il possibile contagio,
- SOGGETTI PROVENIENTI DA AREE INFETTE.
Inoltre, gli “Interventi per i Contatti” sono:
- ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI:
Per individuare la fonte di contagio e verificare l’avvenuta Infezione;
- IMMUNOPROFILASSI ATTIVA/PASSIVA:
È il metodo di prevenzione delle Malattie Infettive che sfrutta il Sistema Immunitario attivandolo
direttamente con lo scopo di rendere il soggetto in grado di debellare la malattia, ma
nell’Immunoprofilassi Passiva gli Anticorpi sono già pronti in grado di debellare l’Infezione.
- VACCINOPROFILASSI:
È la somministrazione del vaccino nei soggetti che rientrano tra i contatti ed i tempi per avere una
risposta protettiva dopo un vaccino arrivano dopo 3-4 settimane (come per l’EPATITE B che si
sviluppa dopo 4 settimane di incubazione) garantendo un decorso lieve della malattia nel caso in cui
non eviti totalmente la malattia.
- CHEMIOPROFILASSI:
È la somministrazione di farmaci o antibiotici e sono gli stessi utilizzati per curare il malato, ma
generalmente con schemi terapeutici brevi rispetto il trattamento del malato.
L’”Immunità Anti-Infettiva” può essere:
- IMMUNITA’ CONGENITA: È l’Immunità di specie, di individuo e naturale e può essere:
o PASSIVA: È il tipo di Immunità che la madre trasmette al figlio;
o ATTIVA: È il contrarre la malattia.
- IMMUNITA’ ACQUISITA: È l’Immunità Artificiale che può essere:
o PASSIVA (o SIEROPROFILASSI): È la somministrazione di Anticorpi già pronti in grado di
bloccare un’Infezione nel momento in cui c’è un contatto con l’Agente Patogeno che hanno,
però, un limite vitale passato il periodo di copertura il soggetto è nuovamente a rischio non
proteggendo a vita. L’Immunità si instaura immediatamente (ottima per le emergenze) con
una protezione di una durata media di 1-3 settimane, ma non c’è Memoria Immunologica e
dopo 2-3 mesi il soggetto torna ad essere vulnerabile.
o ATTIVA (o VACCINOPROFILASSI): È la somministrazione di vaccini che attivamente producono
una Risposta Immunitaria. L’Immunità si instaura dopo 2-6 mesi con una protezione della
durata media di 3-5 anni, quindi, c’è Memoria Immunologica, ma non si è da subito protetti.
La “Sieroprofilassi” viene attuata inoculando per Via Intramuscolare sieri ricchi di Anticorpi ottenuti da
animali (detti “Sieri Immuni Eterologhi”) o dall’uomo (detti “Immunoglobuline”) generando una protezione
immediata rispetto a quella ottenuta con i vaccini, ma di breve durata di alcune settimane, quindi, si ricorre
a questa pratica come misura di emergenza.
Le “Reazioni Avverse” sono i rischi di reazioni allergiche che possono essere:
- MALATTIA DA SIERO:
Che può manifestarsi dopo 7-12 giorni dall’inoculazione in soggetti mai precedentemente trattati
con Sieroprofilassi con: febbre, dolori articolari, orticaria (caratterizzata da una colorazione rossa
intensa di Cute e Mucose), edemi (caratterizzati dal gonfiore alle Labbra, alle Dita ed ai Piedi) ed
adenopatie (caratterizzate dal rigonfiamento delle Ghiandole di Collo, Ascelle ed Inguine).
- SHOCK ANAFILATTICO:
Che può manifestarsi in soggetti sottoposti a precedenti inoculazioni o particolarmente sensibili
comparendo da pochi minuti ad un’ora dalla somministrazione, infatti, dopo la somministrazione di
sieri o vaccini il paziente deve essere sorvegliato per almeno un’ora (caratterizzato da Dispnea
seguita da un Collasso Circolatorio fino al rischio della morte).

La vaccinazione dà una Risposta Immunitaria che può essere:


- UMORALE: È la presenza di Anticorpi specifici producono una Risposta Immunitaria nei confronti di
quel microrganismo passando dal Vaccino all’Immunità alla Risposta Immunitaria Umorale
(costituita da Anticorpi specifici) ai Patogeni in forma libera.
- CELLULO MEDIATA: È la presenza di Patogeni Intracellulari (come il Linfocita T con attività
citotossica) passando dal Vaccino all’Immunità alla Risposta Immunitaria Cellulo-Mediata (costituita
Linfociti T) a Patogeni Intracellulari.
Le fasi della Risposta Immunitaria sono:
- Riconoscimento dell’Antigene che deve essere riconosciuto come Non-Self (cioè non appartenente
al Sistema Immunitario).
- Induzione dell’Immunità Umorale e Cellulare. Per esempio, se si vuole sapere se una donna in
gravidanza è soggetta a ROSOLIA bisogna fare Marker per vedere la presenza di IgG ed IgM (cioè
Anticorpi poco efficaci) in quanto con la Risposta Primaria si ha la produzione di Anticorpi IgM meno
specifici con la durata di 1-4 settimane.
- Acquisizione della Memoria Immunologica. Per esempio, con la Risposta Secondaria, che avviene
dopo una successiva dose di vaccino detto “Richiamo”, si ha la produzione di Anticorpi IgM con una
durata da alcuni medi ad alcuni anni.
Nella Vaccinoprofilassi, i vaccini possono essere costituiti da: Microrganismi (vivi o morti), Tossine (cioè la
somministrazione di parte del microrganismo che è a carico del danno) e Costituenti Microbici (che sono
responsabili del Sistema Immunitario perché solo una Glicoproteina è quella specifica che stimola il Sistema
Immunitario.
Quindi, i vaccini sono modificati in modo tale che la loro introduzione nell’uomo provochi la comparsa
dell’Immunità senza che insorga la malattia.
Inoltre, per l’INFLUENZA è possibile produrre più tipologie di vaccino sia con microrganismo sia con
costituenti microbici ed a seconda della composizione del vaccino si avrà un’efficacia diversa, ma in genere
quelli in grado di difendere meglio sono quelli con microrganismo vivo ed attenuato.
I “Vaccini Vivi Attenuati” sono attenuati da forma selvaggia di virus e batteri attraverso passaggi seriati in
animali adatti o in terreni di coltura e sono più efficaci perché simili più realmente a ciò che accade, ma si
ha anche più componenti antigeniche che fanno si che la Risposta Immunitaria sia immediata e duri tutta la
vita senza il bisogno del Richiamo.
I Vaccini Vivi Attenuati possono essere:
- VIRALI (come MORBILLO, PAROTITE EPIDEMICA, ROSOLIA, VARICELLA, FEBBRE GIALLA ed
INFLUENZA);
- BATTERICI: In cui i Batteri allestiti con microrganismi vivi ed attenuati devono essere immessi nello
stesso modo di penetrazione dell’organismo (come BCG e TIFO ORALE). Per esempio, il TIFO si
contrae tramite Via Oro-Fecale e deve rientrare allo stesso modo per bocca.
Inoltre, questi vaccini devono replicare per essere efficaci, avere una Risposta Immune simile all’Infezione
naturale ed essere efficaci in un’unica dose, ma gli svantaggi sono le possibili reazioni avverse, l’interferenza
con gli Anticorpi circolanti e l’instabilità con la possibilità di riacquistare la Patogenicità.
Le “Controindicazioni Assolute” dei Vaccini Vivi Attenuati sono: Gravidanza, Immuno-depressione e
Malattie Neoplastiche in atto.
Le “Controindicazioni Temporanee” dei Vaccini Vivi Attenuati sono: Malattia Febbrile in atto, Temporanea
Immuno-Soppressione ed Uso di Yglobuline nei 3 mesi precedenti.
I “Vaccini Inattivati” possono essere:
- A CELLULE INTERE: In cui sono presenti microrganismi inattivati con Agenti chimici, calore o
radiazioni e gli Antigeni Anti-Microbici, la membrana ed il materiale genetico sono ancora presenti.
Questi vengono preferiti in quanto possiede più materiale disponibile per la Risposta Immunitaria a
differenza di quello a frazione microbica e possono essere:
o VIRALI (come POLIOMIELITE, EPATITE A e RABBIA);
o BATTERICI: In cui bisogna conoscere la frazione in grado di stimolare la Risposta Immunitaria
adeguata (come PERTOSSE, TIFO e COLERA) e possono essere basati su Proteine (Subunità e
Tossoidi) e Polisaccaridi (Puri e Coniugati). Per esempio, il MENINGOCOCCO B è stato l’ultimo
vaccino identificato a cui non si riusciva a definire quale Antigene riuscisse a creare una
Risposta Immunitaria adeguata:
 A SUBUNITA’: Che contengono solo gli Antigeni dei microrganismi che possono
stimolare il Sistema Immunitario (come INFLUENZA e PERTOSSE ACELLULARE).
 TOSSOIDI: Che contengono Esotossine di alcuni microrganismi trattate con Formolo
per un mese a 38-40°C perdendo Tossicità, ma mantenendo il potere Antigene (come
DIFTERITE e TETANO).
 POLISACCARIDICI CONIUGATI: Che uniscono Antigeni o Tossoidi definiti “Carrier” a
Polisaccaridi di Rivestimento del microrganismo. I Polisaccaridi da un punto di vista
immunologico sono deboli, quindi, vengono preparati dei Vaccini Coniugati (sempre a
frazione microbica) che prevedono l’aggiunta a quella che è la frazione antigenica
(cioè al Polisaccaride) di un Carrier (cioè il Tossoide) che ha come obiettivo quello di
rendere più efficace il Sistema Immunitario e possono essere:
 PURI: Che proteggono nei confronti di un solo microrganismo (come
PNEUMOCOCCO, MENINGOCOCCO e SALMONELLA TIPHY);
 CONIUGATI (come HAEMOPHILUS INFLUENZAE di tipo B, PNEUMOCOCCO e
MENINGOCOCCO).
I Vaccini Inattivati sono vaccini che non possono replicare, presentano un’interferenza minima con gli
Anticorpi circolanti, non sono efficaci come i Vaccini Vivi richiedendo 3-5 dosi, la Risposta Immune è
prevalentemente umorale ed il titolo anti-corporale diminuisce nel tempo.
Inoltre, sono più sicuri in quanto hanno solo una porzione morta, ma sono soprattutto per i Vaccini a
Frazione Microbica in quanto la stimolazione del Sistema Immunitario è legata solo a 2-3 Antigeni, quindi,
sarà meno intensa rispetto ad un vaccino con microrganismo vivo ed attivo somministrato in una sola dose
e bisogna aggiungere l’Adiuvante perché stimola la Risposta Immunitaria.
Gli “Adiuvanti” sono sostanze che, associato ad uno specifico Antigene, sono in grado di potenziare
l’Immunogenicità ed i requisiti sono: Biodegradabilità, Modesta o scarsa Reattogenicità, Capacità di esaltare
Immunogenicità, Stabilità (>1 anno a 4-8°C a temperatura ambiente), Costo limitato ed Utilizzabile con
vaccini differenti anche se somministrabile per vie diverse.
Gli Adiuvanti possono essere: PARTICOLATI (come Sali di Alluminio, Emulsioni Acqua-Olio, Emulsioni Olio-
Acqua e Liposomi) e Non-Particolati (come Citochine, Muramyl Dipeptide e derivati, Copolimeri Non-Ionici
e Saponine).
I meccanismi degli Immuno-Modulatori sono: induzione della penetrazione dell’Antigene, modulazione del
rilascio dell’Antigene in circolo, attivazione del processamento antigenico, attivazione della cascata
complemento, induzione della presentazione antigenica con MHC di classe I e di classe II, stimolazione della
produzione di Citochine ed induzione della sintesi degli Anticorpi di Isotopi differenti.
I “Vaccini Ricombinanti” sono vaccini che presentano il materiale genetico del microrganismo contro cui è
preparato il vaccino è inserito in un altro corpo cellulare usato come Vettore e sono i più recenti allestiti con
il Genoma Ricombinante e si conosce la sequenza genica dell’Antigene responsabile.
Inoltre, hanno minor rischi, maggiore produttività e più economicamente vantaggiosi.
Il primo Vaccino Ricombinante è stato utilizzato per l’EPATITE B nel 1991.
I “Vaccini Combinati” sono possibili da somministrare verso più Antigeni combinati insieme e se non è
possibile creare dei Vaccini Combinati per incompatibilità e vie di somministrazione diverse è possibile
ugualmente somministrare nella stessa seduta.
Inoltre, hanno una diminuzione del numero di iniezioni di vaccini con l’aumento dei programmi di
vaccinazione e la diminuzione dei costi personale, per la produzione/conservazione e logistici.
I Vaccini Combinati garantiscono una migliore Risposta Immunitaria nei confronti delle singole malattie,
consentono di migliorare l’adesione al trattamento (con l’adesione alla vaccinazione), garantiscono un
vantaggio economico, impiego di meno personale, costo efficace e massima prestazione al costo minore
possibile. Per esempio, un bambino nel primo anno di vita viene sottoposto a 15-20 vaccini alcuni dei quali
che prevedono più richiami per questo esistono i Vaccini Combinati per garantire l’adesione dei bambini in
quanto vengono ridotte le somministrazioni garantendo anche un vantaggio economico in quanto fa
spendere meno sia nella produzione del farmaco sia nello stoccaggio (come la conservazione nei frigoriferi).
Inoltre, per poter avere il Vaccino Combinato è necessario che i diversi Antigeni siano compatibili, ma è
possibile ricevere 2 vaccini con metodi di inoculazione diversi più volte in un giorno.
I Vaccini Combinati di uso comune sono: Vaccino Trivalente (DPT), Vaccino Trivalente (MPR), Vaccino
Trivalente contro la POLIOMIELITE, Vaccino Polivalente Anti-Meningococcico e Vaccino Polivalente Anti-
Pneumococcico.
La via di somministrazione del vaccino è scelta in modo da ottimare la Risposta Immunologica e può essere:
- SCARIFICAZIONE: Che non è più utilizzata in quanto consisteva nell’utilizzare un ago per graffiare la
superficie della Cute ed entravano le gocce di vaccino nel Derma con la formazione della Papula e
della cicatrice (come per il VAIOLO).
- INTRADERMICA: Che è in grado di stimolare in maniera più efficace il Sistema Immunitario senza
bisogno di un Adiuvante perché a livello del Derma si trovano le cellule deputate a presentare gli
Antigeni al Sistema Immunitario ed innescare una Risposta Immunitaria.
- SOTTOCUTANEA.
- INTRAMUSCOLARE: Che è la più utilizzata ed avviene nel Deltoide dell’adulto e nel Quadricipite
Femorale del neonato.
- ORALE (OPV).
- NASALE.
Le reazioni al vaccino possono essere:
- LOCALI: Che avviene soprattutto con vaccino intradermico ed intramuscolare con arrossamento,
gonfiore e dolorabilità nel punto di inoculazione.
- SISTEMICHE PRECOCI: Che si manifestano dopo 6-12 ore dalla vaccinazione e scompaiono senza
terapie dopo 1-2 giorni con malessere generale, cefalea, stanchezza, febbre ed artro-mialgie.
- SISTEMICHE TARDIVE: Che si manifestano entro 12 giorni dalla vaccinazione e scompaiono dopo 2-3
giorni con la manifestazione della replicazione del virus non comparendo tutti i sintomi, ma solo la
manifestazione cutanea senza essere infettivi (come l’Esantema per il 2-5% del MORBILLO e per il 5-
10% della ROSOLIA).
- REAZIONI ALLERGICHE GRAVI (ESTREMAMENTE RARE): Che è sempre necessario verificare se sono
presenti componenti allergizzanti per il soggetto da vaccinare.
Le “Controindicazioni” per i vaccini sono condizioni in presenza delle quali un vaccino non deve essere
somministrato e possono essere:
- CONTROINDICAZIONI VERE:
o TEMPORANEE: Che riguardano tutti i tipi di vaccini con situazioni transitorie che escludono
la vaccinazione finché presenti (come malattie acute febbrili, terapie in corso con Immuno-
Soppressori e quadri clinici in fase di definizione diagnostiche).
o ASSOLUTE: Che variano in base al tipo di vaccino ed alle caratteristiche del soggetto da
vaccinare con situazioni che possono sospendere definitivamente la vaccinazione o
determinarne l’esecuzione in ambiente ospedaliero (come vaccini a microrganismi vivi ed
attenuati in gravidanza, stati di Immuno-Soppressione Primitiva e Secondaria e soggetti con
Reazioni Anafilattiche al vaccino o ad uno dei suoi componenti).
- CONTROINDICAZIONI FALSE: Che sono erroneamente ritenute controindicazioni alle vaccinazioni
con:
o Modica sintomatologia acuta con febbre o diarrea lieve in bambino in buono stato di salute;
o Terapia antibiotica in corso o convalescenza da una malattia;
o Nati pretermine anche di basso peso, infatti, le vaccinazioni si fanno dal terzo mese di vita,
ma quando i bambini sono prematuri vengono ritardate fino al momento in cui sarebbe
dovuto nascere effettivamente perché si pensa che il Sistema Immunitario non sia
adeguatamente formato poiché ha una protezione più bassa non ricevendo gli Anticorpi
dalla mamma e non venendo allattati non avendo la forza per farlo e vengono incubati e
hanno una rapidità di crescita più veloce di quelli nati non prematuri, infatti, il Sistema
Immunitario in 10 giorni raggiunge la forma giusta;
o Malnutrizione/diarrea perché se si ha un deficit di tipo alimentare ci potrebbe essere una
bassa risposta alla vaccinazione come conseguenza di una bassa disposizione di principi
nutritivi di base e vaccinare un soggetto malnutrito non vuol dire esporlo ad un rischio, ma
svilupperà solo una risposta meno forte;
o Eczema del lattante/dermatosi o infezioni localizzate;
o Infezioni da HIV (come per MPR);
o Modeste reazioni locali o generali alla somministrazione di un Antigene vaccinale;
o Reazione di tipo locale o generale ad una somministrazione di DTP;
anamnesi positiva per allergia alla PENICILLINA o per allergie aspecifiche;
o Anamnesi familiare positiva per casi di morte infantile improvvisa;
o Recente esposizione a contagio (come per MORBILLO);
o Stato di gravidanza della madre o di altra donna facente parte della famiglia;
o Allattamento al seno.

FONDAMENTI TEORICI DELL’IMMUNITA’ DI GREGGE.


Le strategie vaccinali servono, quindi, a rimuovere cause necessarie per lo sviluppo della malattia per la
protezione individuale ed a rimuovere le condizioni che permettono la trasmissione nella popolazione per
la protezione di gruppo.
Infatti, l’Immunoprofilassi può essere intesa sia come un’arma di difesa del singolo individuo, ma anche
rappresentare una modalità di protezione della collettività.
Inoltre, è molto complesso valutare l’impatto e le implicazioni dell’Immunità ottenuta dalle vaccinazioni
all’interno di una comunità perché l’impatto sulla comunità di una strategia vaccinale dovrebbe essere
funzione di 2 fattori:
- EFFICACIA DEL VACCINO (con la protezione del soggetto vaccinato ed impedire la circolazione
dell’Agente infettante);
- GRADO DI COPERTURA VACCINALE.
L’”Immunità di Gregge” è la possibilità di proteggere elementi non vaccinati grazie alla rottura della Catena
di Trasmissione e per ottenerla bisogna raggiungere un valore soglia (cioè il valore minimo di soggetti da
vaccinare per raggiungere l’Immunità di Gregge).
Per definire il valore soglia dipende molto dall’Infettività del microrganismo, ma bisogna prendere in
considerazione aspetti sociali e locali (come la presenza di gruppi Anti-Vaccinali) e, data la presenza di
molte variabilità sociali, il valore soglia deve essere per tutte le vaccinazioni il 95% per garantire l’Immunità
di Gregge e per questo è nato l’obbligo di vaccinazione, ma se le coperture vaccinali ed i fattori di rischio
delle malattie non sono distribuiti casualmente o uniformemente nelle comunità allora l’Immunità di
Gregge risulterà inefficace.
Il valore di riproducibilità esprime l’andamento di una Malattia Infettiva per:
- R0 < 1 = Che si otterrà la scomparsa della malattia;
- R0 = 1 = Che si otterrà una situazione di Endemia;
- R0 > 1 = Che si otterrà una situazione di Epidemia.
Dove R0 indica la trasmissione dell’Infezione in una popolazione di soggetti suscettibili (in condizioni
ideali R0=4 mentre in condizioni reali Rn=R0(S/T)=1) e dove Rn indica la trasmissione dell’Infezione
in una popolazione con 25% di soggetti immuni.
La protezione dalla malattia e la protezione dall’Infezione/trasmissione porteranno alla protezione indiretta
(detta “Herd Immunity”) con:
- Vaccino con Anatossina (come per la DIFTERITE);
- Vaccino che protegge, ma non eradica l’Infezione nella popolazione anche perché l’effetto ha durata
breve di pochi anni (come per la PERTOSSE);
- Vaccino per la Malattia Infettiva non contagiosa (come per il TETANO).
Con Herd=(1-1/R0) dove E indica l’efficacia del vaccino verso la trasmissione del patogeno.

CALENDARIO VACCINALE PER LA VITA.


Quindi, i vaccini sono una forma di Immunoprofilassi Attiva in quanto stimolano l’organismo a produrre una
Risposta Immunitaria che compare dopo 2-3-4 settimane dopo e non ha effetto immediato, ma la
protezione dura per molto tempo in quanto il contatto con l’Agente Patogeno ristabilisce la Memoria
Immunitaria.
Ci sono una serie di vaccini che si fanno nel corso della vita che venivano detti “Calendario Vaccinale
dell’Infanzia” mentre ad oggi sono dette “Calendario Vaccinale per la Vita”, infatti, le campagne vaccinali
erano strutturate in maniera tale che solo i bambini fossero suscettibili a determinate malattie e questo
calendario era tarata per la popolazione pediatrica (cioè solo per i nuovi nati).
Negli ultimi anni, il numero dei vaccini disponibili è aumentato grazie al miglioramento delle tecnologie ed
alla ricerca, ma di pari passo si è visto che ci sono molte patologie che necessitano di Richiami vaccinali più
avanti nella vita (quindi bambini, adolescenti ed anziani).
Un altro cambiamento è legato alla modifica del numero dei vaccini obbligatori, infatti, nel Luglio del 2017
l’obbligatorietà era prevista solo per 4 vaccini ed a questi sono stati aggiunti altri 6 vaccini attualmente
obbligatori che appartenevano già alla classe di quelli fortemente consigliati.
La vaccinazione obbligatoria è indispensabile per garantire l’accesso alle scuole, infatti, i bambini nel
momento in cui si iscrivono alle scuole elementari devono aver fatto le vaccinazioni obbligatorie mentre le
vaccinazioni consigliate erano già presenti nelle offerte per poter procedere alla somministrazione di questi
ulteriori vaccini con la firma di un’autorizzazione.
Nel caso di queste malattie, l’Italia è stata sanzionata per quanto riguarda il MORBILLO e la ROSOLIA.
MALATTIE SOGLIA DELL’IMMUNITA’ DI GREGGE
DIFTERITE 85%
MORBILLO 92-94%
PAROTIE 75-86%
PERTOSSE 92-94%
POLIOMIELITE 50-93%
ROSOLIA 83-85%
INFLUENZA 30-75%
TETANO Non applicabile
VARICELLA ?

PREVENZIONE VACCINALE COME STRUMENTO DI SANITA’ PUBBLICA.


L’obiettivo della Sanità Pubblica è arrivare all’Eradicazione (cioè l’assenza di persone malate per l’assenza
del microrganismo che determina l’Infezione) e per riuscire ad arrivare a questo è necessario che tutti i
Paesi utilizzino la stessa strategia vaccinando un numero consistente di individui garantendo la protezione
della collettività la protezione della collettività.
Per quanto riguarda l’Europa, l’Italia è stato il Paese che ha ritardato questo obiettivo per le pochissime
vaccinazioni avvenute negli ultimi 5-6 anni e venendo sanzionata nel 2016 per quanto riguarda MORBILLO e
ROSOLIA ed il Ministero della Salute ha dovuto trovare una soluzione, infatti, per aumentare il numero di
vaccinazioni che erano consigliate modificando la normativa ed introducendo l’obbligatorietà per rientrare
nel numero di soggetti vaccinati nei limiti previsti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
I vaccini effettuati nel corso della vita (l’attuale “Calendario Vaccinale per la Vita”) erano definiti
“Calendario Vaccinale dell’Infanzia” in cui le campagne vaccinali erano strutturate in maniera tale che solo i
bambini fossero suscettibili a determinate malattie, ma adesso i bambini si vaccinano durate il 1° anno di
vita in quanto se per 5-6 anni si vaccinano pochi bambini in quei 5-6 anni continueranno a nascere bambini
che non verranno vaccinati e diventeranno una popolazione suscettibile.
Negli ultimi anni, il numero dei vaccini disponibili è aumentato grazie al miglioramento delle tecnologie ed
alla ricerca, ma di pari passo si è visto che molte patologie necessitano di Richiami Vaccinali, quindi, non
solo per i bambini, ma anche in adolescenti ed anziani.
Per esempio, le Epidemie di MORBILLO e ROSOLIA non si verificano da diversi anni grazie alle vaccinazioni
costanti come conseguenza dei gruppi No-Vax con il fenomeno della “Regionalizzazione” (cioè ogni Regione
decide in maniera autonoma le Politiche Regionali).
Un altro cambiamento importante è legato alla modifica del numero dei Vaccini Obbligatori.
Nel 2017, l’obbligatorietà era prevista solo per 4 vaccini ai quali sono stati aggiunti altri 6 vaccini
(attualmente obbligatori, ma che appartenevano già alla classe di quelli fortemente consigliati).
La “Vaccinazione Obbligatoria” è indispensabile soprattutto per garantire l’accesso alle scuole, infatti, i
bambini che si iscrivono alle Scuole Elementari devono aver fatto le Vaccinazioni Obbligatorie mentre la
“Vaccinazione Consigliata” è la vaccinazione già presente nelle offerte vaccinali, ma per essere effettuata
viene richiesto un consenso firmato.
I Vaccini Obbligatori e gratuiti sono 10, ma l’obbligatorietà è soggetta a revisione ogni 3 anni in base ai dati
epidemiologici e delle coperture vaccinali raccolte mediante specifico monitoraggio effettuato dalla
Commissione del Ministero della Salute e sono:
- Anti-POLIOMIELITE;
- Anti-DIFTERICA;
- Anti-TETANICA;
- Anti-EPATITE B;
- Anti-PERTOSSE;
- Anti-HEMOPHILUS INFLUENZAE di tipo B;
- Anti-MORBILLO;
- Anti-ROSOLIA;
- Anti-PAROTITE;
- Anti-VARICELLA.
Il “Calendario Vaccinale per la Vita” è una serie di vaccini disponibili che possono essere somministrati in
varie fasi della vita:
- I ANNO e II ANNO DI VITA:
o VACCINAZIONE ESAVALENTE contro DIFTERITE, POLIOMIELITE, TETANO, EPATITE B, PERTOSSE
e HAEMOPHILUS INFLUENZAE di tipo B:
Con 3 dosi nel 1° anno di vita.
o Anti-ROTAVIRUS:
Con 2-3 dosi nelle prime 24-32 settimane (a seconda del tipo di vaccino).
o Anti-PNEUMOCOCCICA:
Con 3 dosi nel 1° anno di vita.
o Anti-MENINGOCOCCICA B:
Con 2 dosi nel 1° anno di vita ed un Richiamo nel 2° anno di vita.
o Anti-MENINGOCOCCICA ACWY:
Con una prima dose nel 2° anno di vita.
o VACCINAZIONE contro MORBILLO, ROSOLIA, PAROTITE e VARICELLA:
Con una prima dose nel 2° anno di vita.
o Anti-INFLUENZALE:
A partire dai 6 mesi d’età e con 2 dosi per i bambini non vaccinati in precedenza ed un
Richiamo ogni anno fino ai 6 anni di età compresi.
- 5-6 ANNI DI ETA’:
o VACCINAZIONE contro DIFTERITE, POLIOMIELITE, TETANO e PERTOSSE:
Richiamo.
o Anti-INFLUENZALE:
Richiamo ogni anno fino ai 6 anni di età compresi.
o VACCINAZIONE contro MORBILLO, ROSOLIA, PAROTITE e VARICELLA:
Richiamo.
- ADOLESCENTI:
o VACCINAZIONE contro DIFTERITE, POLIOMIELITE, TETANO e PERTOSSE:
Richiamo dal compimento dei 12 anni di età.
o Anti-HPV:
Con 2-3 dosi in base all’età a partire dal compimento degli 11 anni di età.
o Anti-MENINGOCOCCICA ACWY:
Richiamo a partire dal compimento dei 12 anni di età.
- ADULTI:
o VACCINAZIONE contro DIFTERITE, POLIOMIELITE, TETANO e PERTOSSE:
Richiamo ogni 10 anni.
o Anti-PNEUMOCOCCICA:
Al compimento dei 65 anni di età.
o Anti-HERPES ZOSTER:
Al compimento dei 65 anni di età.
o Anti-INFLUENZALE:
Per tutte le persone a partire dai 60 anni di età.
Le Vaccinazioni Obbligatorie Selettive nell’adulto sono:
- Anti-MENINGOCOCCO C:
Per militari e viaggiatori verso “La Mecca”.
- Anti-TUBERCOLARE:
Per il personale sanitario che operi in ambiente ad alto rischio e che presenti controindicazioni alla
Chemioprofilassi in caso di contatto a rischio.
- Anti-TETANICA:
Per netturbini, lavoratori del legno, metalmeccanici, operai, manovali dell’edilizia, marittimi e
sportivi.
- Anti-TIFICA:
Per reclute militari all’atto dell’arruolamento.
- Anti FEBBRE GIALLA:
Per viaggiatori verso aree endemiche dell’Africa e del Sud America.
Gli obiettivi del Piano Nazionale Vaccinale sono: garantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni nelle
fasce d’età e popolazioni a rischio indicate, aumentare l’adesione consapevole alle vaccinazioni nella
popolazione generale, mantenere lo stato POLIO-FREE e MORBILLO-FREE, rafforzare la prevenzione del
Cancro della Cervice Uterina e delle altre malattie HPV correlate, raggiungere e mantenere le coperture
vaccinali target rafforzando reti e percorsi di prevenzione vaccinale, promuovere interventi vaccinali nei
gruppi di popolazione ad alto rischio per patologia favorendo un approccio centrato sulle esigenze del
cittadino/paziente, ridurre le disuguaglianze e prevedere azioni per i gruppi di popolazione difficilmente
raggiungibili e/o con bassa copertura vaccinale, completare l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali
regionali e mettere a regime l’anagrafe vaccinale nazionale, migliorare la sorveglianza delle malattie
prevenibili da vaccino, rafforzare la comunicazione in campo vaccinale e promuovere nei professionisti
sanitari la cultura delle vaccinazioni.

DISINFEZIONE E STERILIZZAZIONE.
La vaccinazione è il metodo di Profilassi Diretta con lo scopo di migliorare la vita dell’individuo mentre la
modalità che permette di eliminare un microrganismo dal substrato è detta “Sanificazione”.
La “Sanificazione” sono, infatti, gli interventi volti a riportare la Carica Batterica in un ambiente o di un
oggetto a livelli di sicurezza interrompendo la catena di contagio mentre la “Bonifica Ambientale” sono gli
interventi volti ad eliminare eventuali Veicoli e/o Vettori coinvolti nella trasmissione dell’Infezione.
Quindi, si parla di “Antisepsi” (che è l’insieme delle pratiche destinate all’eliminazione dei microrganismi
sui Tessuti viventi) e di “Asepsi” (che è l’insieme di Norme atte ad impedire la contaminazione di un
determinato substrato), ma la scelta del trattamento dipende dalla valutazione del rischio infettivo legato
all’utilizzo di quello specifico substrato.
La “Sanificazione” comprende tre procedure distinte, ma non indipendenti tra loro:
- PULIZIA: Che consiste nella rimozione meccanica (attraverso l’uso di spazzole, abrasivi, acqua e
detergenti) di materiale organico che contamina la superficie rendendo l’applicazione del
Disinfettante più efficace, ma non riguarda solo l’ambiente (come pavimenti, arredi e carrelli), ma
anche le attrezzature (come Microbi e termostati). Deve essere operata all’umido per evitare di
sollevare polvere aumentando così la circolazione dei Microrganismi ed è necessario procedere
partendo dalla zona più pulita proseguendo verso quella più sporca.
- DISINFEZIONE: Che consiste nel processo di tipo chimico che conduce all’eliminazione di
Microrganismi Patogeni allo stato vegetativo presenti in un determinato ambiente o substrato, ma
non elimina né le Spore né le forme non patogene.
La Disinfezione può essere:
o CONTINUA: Che avviene nel corso della malattia riguardando oggetti ad uso personale
(come lenzuola e posate) che possano essere stati contaminati dagli escreti del paziente
(come Feci ed Urine).
o TERMINALE: Che avviene alla conclusione della Patologia Infettiva riguardando anche
l’ambiente (come mobili ed infissi).
o PERIODICA: Che avviene per legge almeno una volta l’anno in Scuole, Asili e Palestre.
o OCCASIONALE: Che avviene quando in un locale soggiorna un malato.
La Disinfezione fa uso di:
o ANTISETTICO: Che è una Sostanza Chimica capace di prevenire o bloccare lo sviluppo di
Agenti Patogeni attraverso l’inibizione o la distruzione degli stessi sui Tessuti viventi.
o DISINFETTANTE: Che è una Sostanza Chimica in grado di eliminare Agenti Patogeni da
applicare su oggetti inanimati.
Le caratteristiche del Disinfettante ideale sono: Attività rapida e persistente (dall’1 ai 10
minuti), Spettro d’azione esteso, Attività germicida, Assenza di resistenza, Assenza di
tossicità acuta e cronica, Non irritante (per esempio, per Mucose e Cute), Non sensibilizzante
(o allergizzante), Non corrosivo, Attivo anche in presenza di materiale organico (come
Sangue, Urine, Feci e Pus), Stabile per diluizione e tempi d’uso, Limpidezza ed odore
gradevole, Facile utilizzo e Costo ragionevole.
Per esempio, il Cloro serve a disinfettare le acque e viene aggiunto ogni 15 giorni perché i
Metaboliti che si formano per la denaturazione dei Microrganismi da parte del Cloro sono
ulteriori Disinfettanti.
Inoltre, i Disinfettanti sono diversi e diversa è la modalità che hanno di eliminare i
Microrganismi, infatti, i fattori che influenzano l’efficacia del Disinfettante possono essere:
 INERENTI AL DISINFETTANTE:
Come la Concentrazione (come il volume scritto nell’Acqua Ossigenata) con >MIC, il
Tempo di contatto, la Temperatura ottimale tra 20-37°C, con riduzione dell’attività se
è <20°C e possibile inattivazione se è >37°C, il PH e la Stabilità della Soluzione.
 INERENTI AL SUBSTRATO:
Con la Pulizia del substrato (per esempio, la presenza di sostanze organiche come
Sangue e Pus), la Natura fisico-chimica del substrato e la Completezza e l’intimità del
contatto.
 INERENTI AI MICRORGANISMI:
Come la Specie microbica in quanto hanno una sensibilità differente (per esempio, i
Gram+ sono più sensibili ai Disinfettanti mentre i Virus sono più resistenti) e la Carica
microbica iniziale in quanto più è presente materiale organico contaminato e più sarà
alta la carica microbica.
In ogni caso, le resistenze si sviluppano quando viene utilizzata troppa di quella Molecola
perché il Sistema Immunitario si abitua alla sua presenza.
I livelli di attività dei Disinfettanti sono:
 BASSO:
Con la distruzione della maggior parte dei Batteri allo stato vegetativo utilizzati per la
disinfezione di strumenti non-critici (cioè oggetti che entrano in contatto con la Cute
integra), ma sono inefficaci contro le Spore batteriche, i MYCOBACTERIUM
TUBERCOLOSIS ed i Virus. Le tipologie che rientrano in questo gruppo sono: Sali
dell’Ammonio Quaternario ed i derivati del Mercurio.
In particolare:
 CLOREXIDINA (per ferite superficiali, Cavo Orale ed Antisepsi delle Mani): Con
Livello di attività basso, Forte affinità per la Cute, Bassa tossicità e Si
contamina facilmente.
 AMMONIO QUATERNARIO (per detersione di superfici ambientali): Con Livello
di attività basso, Elevato numero di Infezioni legate alla contaminazione del
prodotto (infatti è sconsigliabile per l’uso come Antisettici per Cute e tessuti),
Bassa tossicità, Facilità d’uso ed Ottimi come detergenti.
 INTERMEDIO:
Con la distruzione di Batteri allo stato vegetativo e con un più alto spettro d’azione,
infatti, non distruggono le Spore, ma sono efficaci contro MYCOBACTERIUM
TUBERCOLOSIS, Miceti e la maggior parte dei Virus. Le tipologie che rientrano in
questo gruppo sono: Alcoli, Cloroderivati Organici e Iodofori.
In particolare:
 ALCOLI (per Antisepsi di Cute integra, Disinfezione degli oggetti non-critici e la
Disinfezione/detersione delle superfici ambientali): Con Livello di attività
intermedio-bassa, Infiammabili, Volatili, Corrosivi sui Metalli, Danneggiano la
gomma ed Inattivati dal materiale organico.
 CLORODERIVATI (per Antisepsi di Cute integra e lesa, Disinfezione di oggetti
non-critici e semi-critici e Disinfezione ambientale): Con Livello di attività
intermedio-alto in relazione alla concentrazione, Possono avere azione
corrosiva sui Metalli, Possono essere inattivati in presenza di materiale
organico e Sono relativamente instabili.
 IODOFORI (per Antisepsi di Cute integra, Cute lesa e Mucose, Disinfezione di
oggetti non-critici e semi-critici e Disinfezione ambientale nelle Sale
Operatorie): Con Livello di attività intermedio e Relativamente atossici e non
irritanti.
 ALTO:
Con la distruzione di tutti i Microrganismi (ad eccezione delle Spore) con uno spettro
d’azione molto più ampio solo nei casi in cui si aumenta la quantità o si modula la
durata riuscendo a distruggere anche le Spore, infatti, possono essere considerati a
metà tra Disinfettanti e Sterilizzanti venendo usati anche come quest’ultimi. Le
tipologie che rientrano in questo gruppo sono: Gluteraldeide al 2%, Perossido di
Idrogeno (o Acqua Ossigenata) al 6% con Acido Fosforico allo 0,85% ed Acido
Peracetico all’1%.
In particolare:
 GLUTERALDEIDE (per Disinfezione strumenti semi-critici sensibili al calore):
Con Livello di attività alto per l’azione sporicida, Tempo di contatto necessario
che va da 20 minuti ad alcune ore, Non ha azione corrosiva, Tossica, Irritante,
Sensibilizzante (infatti richiede un accurato risciacquo dei presidi trattati) e
Deve essere utilizzato solo da personale specializzato.
 PEROSSIDO DI IDROGENO/ACQUA OSSIGENATA (per Disinfezione di piccole
ferite ed Ulcere): Con Livello di attività intermedio-alta, Relativamente
atossico e non irritante a basse concentrazioni e Scarsa azione corrosiva a
basse concentrazioni. Inoltre, è perfetto per disinfettare Piaghe da Decubito
ed Ulcere favorendo il distacco del materiale necrotico e stimolando la
formazione del Tessuto di rigenerazione, ma anche per ferite contaminate da
materiale prevenendo l’Infezione Tetanica per due motivi: Inibisce la fase di
proliferazione della Spora Tetanica se presente e Determina un’azione di
eliminazione meccanica di materiale in profondità.
- STERILIZZAZIONE: Che consiste nel processo che conduce all’eliminazione di tutti i Microrganismi
Patogeni e Non-Patogeni (comprese le Spore) presenti in un determinato ambiente o substrato.
Infatti, la SAL (Sterility Assurance Level) stabilisce che il livello di sicurezza di sterilità deve
corrispondere ad una probabilità minore di 1/1.000.000 di trovare un Microrganismo vivo
all’interno di un lotto di Sterilizzazione.
Quindi, la differenza tra Disinfezione e Sterilizzazione sta nel fatto che la Sterilizzazione è in grado di
eliminare le Spore (che sono fattori di resistenza) mentre la Disinfezione può solo eliminare i
Microrganismi in fase vegetativa.
La Sterilizzazione si basa su:
o MEZZI FISICI:
 CALORE: Che è il più utilizzato essendo il più efficace in quanto uccide le Spore
Termofile (che sono le più resistenti al contrario di Virus, esclusi i Virus Epatotropici
Maggiori, i Batteri in forma vegetativa, i Miceti ed i Protozoi) alterando le strutture
dei Microrganismi (soprattutto le Proteine con funzioni Enzimatiche.
Inoltre, a seconda della temperatura è possibile dividere i processi di Sterilizzazione
tramite Calore in:
 TINDALIZZAZIONE: Che è l’uccisione di Microrganismi a temperatura minore
di 100°C applicata ai liquidi effettuando un’esposizione a temperatura tra 60-
100°C per 30-60 minuti in 3 giorni consecutivi con un intervallo in incubazione
a 30-35°C per consentire la germinazione delle Spore che verranno uccise
nella fase successiva.
 CALORE SECCO: Che è l’uccisione di Microrganismi su vetrerie, strumenti
metallici, polveri e sostanze oleose tramite una stufa a secco che emana aria
calda ad una temperatura di 160°C per 2 ore, a 170°C per 1 ora o a 180°C per
30 minuti non ossidando i Metalli, ma potrebbe avere una cattiva
conducibilità termica, scarso potere di penetrazione per le temperature
elevate ed i tempi di contatto lunghi e non è indicato per la Sterilizzazione di
soluzioni acquose e materiali termosensibili (come plastica, gomma e
tessuto).
 CALORE UMIDO: Che è l’uccisione di Microrganismi su vetrerie, strumenti
chirurgici metallici, biancheria, terreni di coltura, rifiuti infetti e soluzioni
acquose tramite un autoclave che emana vapore acqueo ad una temperatura
di 121°C per 15 minuti sotto una pressione di +1atm con una buona
conducibilità termica ed un elevato potere di penetrazione, ma potrebbe non
essere indicato per materiali sensibili al calore, all’umidità e facilmente
corrodibili o impermeabili al vapore (come olii, grassi e polveri).
Inoltre, la Sterilizzazione in autoclave avviene per: Tessili, Strumenti metallici
e Vetrerie (confezionati) ad una temperatura di 134°C per 7 minuti sotto una
pressione di +2atm; Strumenti metallici e Vetrerie (non confezionati) ad una
temperatura di 134°C per 4 minuti sotto una pressione di +2atm; Materiale in
gomma o plastica non termolabile ad una temperatura di 121°C per 15 minuti
sotto una pressione di +1atm.
 RADIAIZIONI UV: Che è un metodo molto efficace presentano, però, uno spettro
d’azione molto limitato in quanto agisce a livello del fascio di luce color blu, ma
presentando anche una spiccata azione germicida attraverso lesioni del DNA
microbico. Inoltre, vengono prodotte con lampade germicide a vapori di Mercurio e
presentano uno scarso potere di penetrazione con un’azione limitata alle superfici
direttamente esposte rendendo al massimo ad una temperatura di 20°C (soprattutto
contro TBC e LEGIONELLA). Quindi, vengono utilizzate soprattutto per la
Sterilizzazione dell’aria in ambienti confinati (come laboratori, studi odontoiatrici e
zone filtro neonatologia), l’Inattivazione di Microrganismi su una superficie o sospesi
in liquidi, la Protezione/Disinfezione di molti prodotti a composizione instabile che
non possono essere trattati con i metodi convenzionali (come i prodotti
farmaceutici), il Riempimento del Tetrapak (soprattutto in campo alimentare) e la
Potabilizzazione dell’acqua.
 FILTRAZIONE: Che è un metodo che si applica alle Sostanze Termolabili, liquide e
gassose (come le preparazioni farmacologiche) in cui il filtro presenta delle
membrane porose in relazione alle dimensioni delle Particelle da eliminare
bloccando i Microrganismi (come Virus e Batteri).
o MEZZI CHIMICI: Che sono delle Sostanze Chimiche che appartengono alla classe dei
Disinfettanti ad alto livello e sono:
 FORMALDEIDE (per le Superfici, gli Oggetti o i Locali): Che è un Gas irritante, Tossico
e Poco penetrante (facendo parte degli Aldeidi).
 OZONO (per il Materiale chirurgico): Che è Fortemente ossidante ed Altera molti
materiali.
 OSSIDO DI ETILENE (per i Materiali Termolabili come PVC, Polietilene ed alcune
Gomme): Che è Tossico, infatti, attualmente non viene adoperato e può formare
Miscele esplosive con l’aria venendo sostituito dalla Sterilizzazione con Gas-Plasma.
 GAS-PLASMA (per la Sterilizzazione di strumenti in plastica o leghe metalliche, ma
non liquidi, polveri, cotone e carta, come i Microscopi): Che è il quarto stato della
materia che sostituisce l’Ossido di Etilene in quanto in un sistema chiuso in presenza
di Plasma H2O2/Acido Peracetico allo Stato Gassoso e ad elevata azione anti-
batterica ad una temperatura di circa 45°C per 54 minuti crea un Campo Magnetico
che determina l’eccitazione delle Molecole presenti che iniziano a disgregarsi
producendo Particelle instabili (cioè Ioni, Atomi e Radicali Liberi Neutri) altamente
reattive. Questa è ottima per la Sterilizzazione di materiali sensibili al calore,
all’umidità o facilmente corrodibili senza lasciare residui tossici, ma potrebbe
presentare Ridotta capacità di penetrazione del gas negli strumenti cavi, Ridotta
dimensione della Camera di Sterilizzazione, Inefficacia in presenza di Molecole
Organiche e Sopportazione solo di alti livelli di contaminazione.
I “Controlli di Sterilità” si dividono in:
o CONTROLLI FISICI: Che sono i più semplici in quanto avvengono tramite la lettura dei
parametri indicati dagli strumenti di misurazione (come Termometri, Manometri e Spie
luminose).
o CONTROLLI CHIMICI: Che sono i controlli che si basano sull’uso di Sostanze (come Inchiostri
e Cere) che applicate su un supporto di carta sono in grado di reagire a degli stimoli fisici
(come il Calore, la Pressione e l’Umidità) modificando il colore e/o la consistenza, infatti,
viene spesso sfruttata la capacità di cambiare colore di alcuni inchiostri per il raggiungimento
di alcune temperature (tipo la Cartina tornasole) e generalmente si tratta di nastrini o scotch
contenuti al di fuori della confezione che si vuole analizzare e se la temperatura nei diversi
punti si colorano vuol dire che in tutti i punti la temperatura è idonea.
o CONTROLLI BIOLOGICI: Che sono quei controlli che utilizzano Spore altamente resistenti al
calore la cui mancata sopravvivenza è indice che il processo di Sterilizzazione è avvenuto
prevedendo sempre l’effettuazione di una controprova su una confezione di Spore dello
stesso lotto non sterilizzato per verificarne la vitalità. Infatti, le Spore vengono messe
all’interno di provette che inizialmente hanno un colore viola e quando eseguono un ciclo di
Sterilizzazione a 37°C per 24 ore proliferano dalla Reazione Chimica da cui deriva il
cambiamento colorimetrico in cui ci si accorge che la Spora non è stata distrutta perché il
contenuto della provetta è gialla. Quindi, la Sterilizzazione non è andata a buon fine se la
provetta rimane viola. Inoltre, le Spore più utilizzate sono: BACILLUS SUBTIILIS (varietà
NIGER).
TEST DI BOWIE E DICK.
Il “Test di Bowie e Dick” verifica la rimozione dell’aria e della penetrazione del vapore in autoclave in cui il
passaggio di vapore attraverso il foglio determina un omogeneo viraggio di colore del logo e la verifica delle
corrette condizioni di Sterilizzazione e se non c’è stata la completa rimozione dell’aria e la successiva
penetrazione del vapore nell’autoclave rimangono sacche d’aria che sono evidenziate da un non completo
viraggio del colore.

PROMOZIONE DELLA SALUTE NEGLI AMBIENTI CONFINATI.


NORMATIVA DI RIFERIMENTO.
Le Normative a cui si fa riferimento per la promozione della salute negli Ambienti Confinanti sono:
- Linee Guida per la Tutela e la Promozione della Salute negli Ambienti Confinati (Ministero della
Salute – 2001);
- Linee Guida per Qualità dell’Aria Indoor: Umidità e Muffe (OMS – 2009);
- Linee di indirizzo per la Prevenzione nelle Scuole dei Fattori di Rischio Indoor per Allergie ed Asma
(Accordo in Conferenza Unificata – Novembre 2010);
- Linee Guida per la Qualità dell’Aria Indoor: Specifici Contaminati (OMS – Regione Europa – 2010).
AMBIENTE INDOOR.
L’”Ambiente INDOOR” è riferito agli ambienti confinati di vita e di lavoro non industriali adibiti a dimora,
svago, lavoro e trasporto e comprende:
- Abitazioni;
- Uffici pubblici e privati;
- Strutture comunitarie (come Ambulatori, ristoranti, bar e palestre);
- Strutture ricreative (come cinema, ristoranti, bar e palestre);
- Mezzi di trasporto pubblici e privati.
PERMANENZA MEDIA GIORNALIERA DI SOGGETTI ADULTI IN DIFFERENTI AMBIENTI.
TIPO DI AMBIENTE. ORE TRASCORSE.
<2 2-4 4-8 8-16 16-20 20-22 22-24
ALL’APERTO 28% 36% 30% 6%
MEZZI DI TRASPORTO 74% 24% 2%
AMBIENTI CONFINATO 14% 86%
I livelli di concentrazione che gli Inquinanti raggiungono all’interno degli edifici sono da 1 a 5 volte superiori
a quelle Outdoor perché negli Ambienti Confinati c’è un minor ricambio di aria e la quantità di tempo
trascorso dalle persone all’interno degli edifici è maggiore rispetto a quello trascorso all’esterno.
La composizione dell’Atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo
all’esterno, ma cambiano le quantità ed i tipi contaminanti ed agli Inquinanti provenienti dall’esterno si
aggiungono Agenti Inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici.
Le Norme di Risparmio Energetico hanno permesso la costruzione di ambienti sempre più sigillati
comunicanti con l’esterno tramite condotte e Sistemi Aeraulici a cui contaminazione o disfunzione è, a sua
volta, oggetto di Inquinamento (come lo è lo scarso ricambio d’aria o in molti ambienti).
Le Sostanze in grado di alterare la qualità dell’Aria Indoor possono essere classificate in 3 categorie
Inquinanti: Chimico, Fisico e Biologico.
I fattori che determinano il benessere per l’uomo in un Ambiente Indoor sono:
- MICRO-CLIMA:
Il “Clima” è un insieme di fattori fisici che condizionano l’ambiente.
Il “Macro-Clima” include: Ambiente esterno detto “Outdoor”, Irraggiamento solare e Fluttuazione
della temperatura dell’aria.
Il “Micro-Clima” include: Ambienti confinati detti “Indoor” ed Omogeneità della temperatura, ma
anche la combinazione di diversi fattori (come temperatura dell’aria, umidità relativa, ventilazione,
velocità dell’aria e calore radiante da macchinari, pareti e caloriferi) che regolano le condizioni
climatiche di un ambiente chiuso o semi-chiuso (come un ambiente di lavoro) e che nell’insieme
contribuiscono al benessere psico-fisico dell’individuo.
Quindi, sono dei Parametri di tipo Fisici, Biologici e Chimici presenti in un Ambiente chiuso che
possono incidere nello Stato di Salute e che possono essere responsabili della comparsa di
alterazioni nell’Organismo.
o TERMOFISIOLOGIA:
L’uomo è “Omeotermo”, ossia incapace di adattarsi alle condizioni ambientali avendo
necessità di mantenere costante la temperatura interna del corpo.
o BENESSERE TERMICO:
L’Organismo Umano è dotato di un complesso Sistema di Termoregolazione (Termogenesi e
Termo-Dispersione) che assicura un Bilancio Termico tale da mantenere la temperatura del
nucleo corporeo costante tra i 36,5 ed i 37C (Equilibrio Omeotermico).
Per garantire questo equilibrio è necessario che la quantità di calore prodotta dall’Organismo
e la quantità di calore assorbita dall’ambiente siano ugual alla quantità di calore dissipata.
Il calore ceduto attraverso la sua superficie è uguale al calore assorbito dall’ambiente + a
quella termica generata dai processi metabolici.
Il Micro-Clima di un locale confinato è idoneo quando gli occupanti raggiungono il Benessere
Termico.
Il Sistema di Termo-Regolazione dell’Organismo che consente di mantenere una condizione
ideale di Omeotermia può essere riassunto mediante l’Equazione del Bilancio Termico (BT):
BT=M+C+R-E
Dove:
 M: Calore Metabolico prodotto dall’Organismo (che è un valore sempre positivo in
quanto è un’attività presente a livello delle Cellule dell’Organismo che attraverso
Reazioni Enzimatiche producono Calore);
 C: Quantità di calore scambiata per Convenzione-Conduzione (che è un valore
variabile che può essere positivo o negativo in base alla media del Calore Radiante);
 R: Quantità di calore scambiata per Irraggiamento (che è un valore variabile che può
essere positivo o negativo in base alla media del Calore Radiante);
 E: Quantità di calore dissipata attraverso l’Evaporazione del sudore (che è
l’eliminazione di Calore da parte dell’Organismo come conseguenza del Sudore o
dell’Attività Respiratoria che rappresenta una situazione di persistente perdita di
Calore da parte dell’Organismo);
 +: Calore sottratto al corpo;
 -: Calore fornito al corpo.
Inoltre, se:
 BT=0: Condizione ideale per favorire l’Omeotermia (cioè il Benessere Termico);
 BT>0: La Temperatura Corporea aumenta (cioè il disagio);
 BT<0: La Temperatura Corporea diminuisce (cioè il disagio).
La dispersione del calore avviene per:
 CONDUZIONE:
È il trasferimento diretto, per continuità, di Energia Cinetica tra Particelle;
 CONVENZIONE:
È il movimento dell’aria che una volta riscaldata sale consentendo il contatto con la
Cute di aria più fredda;
 IRRAGGIAMENTO:
È l’energia che si propaga sotto forma di Radiazioni Infrarosse (Onde
Elettromagnetiche) e qualunque superficie emette Radiazioni Infrarosse e la
trasmissione dipende dalla temperatura degli oggetti mentre sulle superfici nere
presenta una massima emissione ed assorbimento di Radiazioni.
Inoltre, quando il BT viene mantenuto con un minimo sforzo da parte dei Sistemi di Termo-
Regolazione, le Condizioni Micro-Climatiche possono essere definite di benessere ed il
“Comfort Termico” che ne deriva, viene definito come lo “Stato di benessere psicofisico
dell’individuo per l’ambiente in cui vive ed opera” (American Society of Heading,
Refrigerating and Air-Conditioning Engiineers - ASHRAE).
Il Disagio Termico indica l’insoddisfazione (senso di caldo o di freddo) da parte dell’individuo
e sarà tanto maggiore quanto più sono impegnati i Meccanismi di Termo-Regolazione e si
parla di “Stress Termico” quando l’Organismo non riesce più a mantenere costante la
Temperatura Interno potendo sfociare in una vera e propria Malattia (come colpo di calore,
congelamento ed assideramento).
Per la valutazione del Micro-Clima degli ambienti confinati si usano degli Indici che sono:
INDICE. VARIABILI CONSIDERATE. RANGE DI APPLICAZIONE.
TEMPERATURA EFFETTIVA Temperatura aria (T); 0°C<TE<45°C
Umidità relativa (U.R.); VA<2,5m/sec
Velocità dell’aria (VA);
Tipo di vestiario (CLO).
TEMPERATURA EFFETTIVA Temperatura aria (T);
CORRETTA Temperatura radiante (TR);
Umidità relativa (U.R.);
Velocità dell’aria (VA).
TEMPERATURA RISULTANTE Temperatura aria (T); 20<TR<40°C
Temperatura Bulbo bagnato
(TBB);
Velocità dell’aria (VA).
TEMPERATURA Temperatura aria (T); 8<TEQ<24
EQUIVALENTE Temperatura radiante (TR); VA<0,5m/sec
Velocità dell’aria (VA).
EQUAZIONE DI FANGER Tutte Stato di confort
I determinanti del Benessere Termico sono:
 FATTORI FISICI AMBIENTALI:
Che sono correlati alla tipologia costruttiva dell’edificio, ampiezza dell’ambiente,
presenza di finestre in numero adeguato e ricambio naturale dell’aria e sono:
 Temperatura dell’aria;
 Velocità dell’aria (Ventilazione);
 Temperatura media radiante;
 Umidità relativa.
 FATTORI LEGATI ALL’INDIVIDUO:
 Attività fisica svolta;
 Abbigliamento;
 Età e sesso;
 Struttura fisica individuale;
 Condizioni di salute.
o BILANCIO TERMICO:
La Temperatura Corporea va mantenuta costante con Meccanismi Termo-Regolatori riflessi.
In particolare, dei Meccanismi legati all’Attività Metabolica per contrastare il freddo, infatti,
c’è un aumento di sensazione di fame che serve ad aumentare il Metabolismo sono:
 TERMOGENESI (o TERMO-PRODUZIONE):
È l’Energia Chimica derivante da alimenti trasformata in calore;
 TERMOLISI (o TERMO-DISPERSIONE):
 Aria espirata (19%);
 Escreti (2%);
 Cute (79%);
 Conduzione-Convenzione (25-30%);
 Irraggiamento (45-50%);
 Evaporazione (20-30%);
 Sudore (soggetto a Termo-Regolazione);
 Perspiratio Insensibilis (diffusione di vapore acqueo attraverso la Cute non
soggetta al controllo Termo-Regolatore).
Infatti, l’unico modo per produrre il Calore è l’Attività Metabolica e per eliminare il Calore
sono fondamentalmente rappresentati dai Metodi di Dispersione attraverso la Cute (cioè il
Sudore) e l’aria che si inspira ha la Temperatura Corporea e si tende a disperdere una piccola
percentuale di Calore (2%) che è data anche dagli Escreti.
o TEMPERATURA:
È il fattore più importante nella determinazione del BT che deve risentire il meno possibile
delle Variazioni Termiche esterne grazie a idonei criteri costruttivi:
 Orientamento;
 Esposizione solare;
 Ubicazione rispetto alla direzione dei venti (Difesa Termica Naturale);
 Utilizzo di materiali adeguati (Coibentazione Termica dei Materiali).
Inoltre, si considerano adeguati per l’uomo valori di Temperatura in inverno intorno ai 20°C
ed in estate dai 3 agli 8°C in meno della Temperatura esterna in funzione del tempo di
permanenza nel locale.
Lo strumento di misura è il Termometro.
o TEMPERATURA RADIANTE MEDIA:
È la media pesata delle Temperature delle superfici che delimitano l’ambiente, incluso
l’effetto dell’Irraggiamento Solare incidente ed insieme alla Temperatura dell’aria, la TMR è il
fattore che influenza maggiormente la sensazione di calore. La trasmissione del calore
(Irraggiamento) avviene attraverso Onde Elettromagnetiche senza riscaldamento degli strati
d’aria tra sorgente e corpo. L’Irraggiamento può essere positivo o negativo a seconda che la
fonte sia più calda o più fredda ed è considerata una condizione confortevole quella
corrispondente ad una TMR di 2°C più alta della Temperatura dell’aria.
Inoltre, il Sole rappresenta la fonte di calore radiante più importante e negli ambienti
confinati possono agire da fonti di calore radiante: le pareti, i termosifoni e le finestre.
Lo strumento di misura è il Globo-Termometro di Vernon che misura l’effetto radiante
complessivo di un ambiente.
o TEMPERATURA EFFETTIVA:
È l’Effetto Fisiologico prodotto da una data situazione Termica e non una particolare
Temperatura realmente operante.
In altre parole, ambienti caratterizzati da Parametri Micro-Climatici diversi (come
Temperatura, Umidità e Ventilazione), ma tali da dare un’impressione soggettiva simile e
hanno una TE uguale e per il calcolo della TE si utilizzano le Carte Termometriche.
Data la sua semplicità, l’Indice TE viene adottato come riferimento per la determinazione dei
requisiti Micro-Climatici in ambienti di lavoro assumendo come raccomandabili i seguenti
valori:
 Periodo Invernale: 17,1-21,5°C;
 Periodo Estivo: 18,8-24,6°C.
Inoltre, il limite principale della TE è quella di basarsi su sensazioni istantanee che non
tengono conto dell’Acclimatazione (che è un elemento che incide notevolmente sulle
Sensazioni Termiche).
o UMIDITA’ RELATIVA (UR):
È la quantità di vapore acqueo presente nell’aria ad una determinata Temperatura e
Pressione Atmosferica aumentando all’aumentare della Temperatura:
UR%=UA/UMAX
Inoltre, l’Umidità Relativa dipende da:
 Umidità ambiente esterno;
 Quota prodotta persone presenti (cioè una persona a riposo emette circa 5 g/h di
vapore acqueo);
 Presenza di piante ed animali;
 Umidità pareti edificio (cioè inadeguata asciugatura dei materiali edilizi ed
infiltrazioni idriche da tubature lesionate).
L’Umidità dell’Atmosfera, se non è estremamente alta o bassa, ha un effetto lieve sulla
sensazione di BT (cioè un aumento del 10% dell’UR ha lo stesso effetto di un aumento della
Temperatura dell’aria di 0,3°C).
La misura dell’Umidità dell’aria non è misurabile direttamente, ma solo attraverso la
determinazione contemporanea di 2 parametri: la “Temperatura Secca” e la “Temperatura
Umida”.
La misura della Temperatura Secca ed Umida contemporaneamente viene eseguita con gli
Psicometri che sono costituiti da 2 Termometri a Mercurio identici di cui uno ha il Bulbo
ricoperto da una Mussola di Cotone mantenuta umida con Acqua Distillata ed entrambi i
Bulbi devono essere protetti dall’Irraggiamento per mezzo di Schermi lucidi ed a doppie
pareti ed esposti ad una Corrente d’Aria di Velocità superiore a 3m/sec per assicurare un
veloce raggiungimento dell’Equilibrio Termico. Quando l’aria viene fatta passare sopra i
Termometri, quello a Bulbo Secco si equilibra rapidamente con la Temperatura Ambiente
mentre quello a Bulbo Umido, per effetto dell’Evaporazione, si raffredda scendendo fino ad
una Temperatura di Equilibrio incrociando i valori delle 2 Temperature sulla Tabella
Psicometrica si ottengono sia l’UR che la Pressione Parziale di Vapore Saturo.
Inoltre, riportando le Temperature misurate con il Termometro a Bulbo Asciutto ed a Bulbo
Bagnato e la Velocità dell’aria, il punto d’intersezione dei 3 valori corrisponderà alla
Temperatura Effettiva dell’ambiente in esame.
o MOVIMENTO DELL’ARIA (VENTILAZIONE – v):
È il ricambio dell’aria interna con l’aria esterna e si inizia a percepire a 0,3m/s, ma dipende
dai seguenti fattori:
 Presenza di porosità nei muri e di fessure negli infissi;
 Apertura di porte e finestre (in caso di Ventilazione naturale);
 Sistemi artificiali di Ventilazione (come Climatizzatori e Ventilatori);
 Tipo di attività svolta dagli occupanti.
Inoltre, favorisce perdita di calore nel Corpo Umano attraverso Moti Convettivi.
Lo strumento di misura è l’Anemometro a filo caldo.
In particolare:
 INFLUENZA LA QUALITA’ DELL’ARIA INTERNA:
La Ventilazione di un ambiente confinato è un sufficiente se è tale da impedire
l’aumento dell’Anidride Carbonica (presente nell’aria espirata dall’uomo) e l’aumento
della Carica Microbica dell’aria (legata all’emissione da parte dell’uomo).
La CO2 non dovrebbe superare il valore di 1 per 1.000 nell’aria ambiente (indice di
Pettenkofer) ed è il limite oltre il quale insorgono i primi segni di malessere negli
occupanti degli ambienti confinati.
Il calcolo della Ventilazione Pro-Capite necessaria in un ambiente confinato è:
V=K/M-Q
Dove:
 M: 1% di CO2 (Limite o Indice di Pettenkofer);
 K: Circa 22,5 di CO2 (Litri di CO2 per un’ora ad uomo);
 Q: 0,3% di CO2 (in aria pura);
 V: 32 m^3 all’ora (Volume di Aria di Ventilazione Pro-Capite).
Inoltre, il limite di CO2 tende a prevenire il Contagio di Infezioni trasmissibili per Via
Aerea e quando superato non provoca Sintomi Tossici.
L’Indice di Pettenkofer è la percentuale di Anidride Carbonica in un Ambiente
Confinato che non deve essere superata in quanto oltre questo valore insorgono i
primi segni di Malessere.
 FATTORI LEGATI ALL’INDIVIDUO:
Sono, oltre che i 4 Parametri Fisici, la Sensazione Termica di un individuo in un
ambiente confinato che dipende da Parametri fondamentali per l’utilizzo degli Indici
di valutazione del Micro-Clima e vengono calcolati utilizzando Unità di Misura diverse
e si tratta di fattori soggettivi:
 ATTIVITA’ FISICA SVOLTA:
È il Tasso di Metabolismo è l’Energia liberata per Unità di Tempo dalla
trasformazione degli alimenti e la quantità di calore prodotto da un individuo
a riposo è di 1300-1700 Kcal al giorno (Metabolismo Basale) e nel corso di
qualsiasi Attività Fisica si ha un aumento della produzione di calore
proporzionale al tipo di attività svolta.
PRODUZIONE CALORICA. TIPOLOGIA DEL LAVORO.
Circa 60 Kcal all’ora Condizioni di riposo
Fino a 150 Kcal all’ora Lavoro moderato
Fino a 300 Kcal all’ora Lavoro medio
Oltre 300 Kcal all’ora Lavoro pesante
Inoltre, il “Met” è l’Unità Metabolica Standard che esprime la Potenza Totale
Media erogata da un individuo durante un’attività lavorativa divisa per la
superficie corporea dell’individuo:
1Met=58,15Watt/m^2 all’ora oppure 50Kcal/m^2 all’ora
ATTIVITA’. MET. WATT/M^2. KCAL/H.
Sdraiato, a riposo 0,8 47 73
Seduto, a riposo 1 58 90
Attività sedentaria 1,2 70 108
(Ufficio,
abitazione,
laboratorio, scuola,
etc…)
In piedi, a riposo 1,2 70 108
Attività leggera, in 1,6 93 145
piedi (Laboratorio,
industria leggera,
etc…)
Attività media, in 2 117 182
piedi (Vendita,
lavoro domestico,
lavoro su
macchinari, etc…)
Attività pesante 3 175 271
(Lavoro pesante su
macchinari,
garage, etc…)
 ABBIGLIAMENTO:
In quanto il vestiario influisce sulle perdite di calore per Evaporazione, sugli
scambi di calore per Conduzione ed Irraggiamento determinando un
Isolamento Termico delle persone e il cambio del vestiario rappresenta il più
efficace sistema cosciente di controllo sulle Dispersioni Termiche.
L’Isolamento Termico del vestiario è espresso in “Clo” (Clothing):
1Clo=Gradiente Termico di 0,18°C su un’area di 1m^2 attraversata da un
Flusso Termico di 1Kcal all’ora
IMPEDENZA TERMICA DI ALCUNI TIPI DI ABBIGLIAMENTO.
Nudità 0 CLO
Calzoncini 0,1 CLO
Vestiti leggeri estivi 0,5 CLO
Insieme di capi leggeri 0,7 CLO
Completo invernale 1-1,5 CLO
o INDICI DI FANGER:
Sono Indici di Benessere la cui funzione è quella di valutare la
Sensazione Termica avvertita nell’ambiente in esame o il grado di
insoddisfazione soggettivo. Questi 2 Indici, strettamente correlati tra
loro, consentono di valutare le condizioni Micro-Climatiche di un
ambiente di lavoro in funzione del giudizio espresso dai soggetti in
esame e del loro eventuale Disagio Termico. Se il complesso di fattori
(come Resistenza Termica del vestiario, Attività Fisica svolta, Parametri
Ambientali Oggettivi, etc…) è tale da soddisfare l’equazione del
Benessere Termico per una popolazione numerosa di soggetti, è
ragionevole attendersi che mediamente i soggetti esprimeranno una
valutazione positiva nei confronti dell’Ambiente Termico, ma in caso
contrario nascerà una insoddisfazione.
La misurazione dei 2 Indici può essere effettuata mediante Centraline
Micro-Climatiche che rivelano i Parametri Micro-Climatici (come
Temperatura, Velocità dell’aria, Umidità dell’aria, Temperatura
radiante, etc…) e sulla base di questi e delle variabili relative al
soggetto, impostate in precedenza in funzione degli occupanti
dell’ambiente, calcolano automaticamente il valore del PMV e del
PPD.
Infatti, i diversi Parametri visti singolarmente non dicono molto, ma
per stabilire se un Ambiente Indoor è idoneo per la permanenza dei
soggetti si utilizzano degli Indici di Benessere Termico che non
valutano i singoli Parametri che sono:
 PREDICTED MEAN VOTE (Voto Medio Previsto – PMV):
Che rappresenta il valore medio dei voti di un campione di
persone residenti nel medesimo ambiente, le quali esprimono
la propria Sensazione Termica Soggettiva attraverso una Scala
comprendente 7 voci.
VOCI.
+3 Molto caldo
+2 Caldo
+1 Leggermente caldo
0 Neutro
-1 Leggermente fresco
-2 Fresco
-3 Freddo
 PERCENTUALE PREVISTA INSODDISFATTI (PPD):
Che rappresenta il Soggetto Insoddisfatto, ossia quello che
nell’ambiente in esame si dichiarerebbe decisamente
insoddisfatto votando -3, -2 o +2 e +3.
STRETTA CORRELAZIONE TRA I 2 INDICI.
PMV. PPD.
Sensazione di Sensazione di Totale
freddo. caldo. insoddisfatti.
-2,0 76,4% Nessuno 76,4%
-1,0 26,8% Nessuno 26,8%
-0,5 9,9% 0,4% 10,3%
-0,1 3,4% 1,8% 5,2%
0 2,5% 2,5% 5,0%
0,1 1,8% 3,4% 5,2%
0,5 0,4% 9,8% 10,2%
1,0 Nessuno 26,4% 26,4%
2,0 Nessuno 75,7% 75,7%
o REQUISITI TERMOIGROMETRICI:
 Temperatura Ambiente Invernale (20-21°C);
 Umidità Relativa Invernale (35-40%);
 Temperatura Ambiente Estiva (25-26°C);
 Umidità Relativa Estiva (45-55%);
 Velocità dell’aria (0,05-0,15m/s).
Inoltre, il numero di ricambi dell’aria all’ora sono:
R=NxC/Ca
Dove:
 R: Numero di ricambi dell’aria all’ora;
 N: Numero di persone previsto nell’ambiente;
 C: Cubo d’aria individuale;
 Ca: Cubatura dell’ambiente.
NUMERO DI RICAMBI ALL’ORA.
1-2 Abitazioni ed uffici privati
2-3 Stanze di Degenza Ospedaliera
4-5 Aule scolastiche ed uffici pubblici
6-8 Ristoranti e discoteche
8-10 Locali con produzioni di odori e vapori (come
le cucine)
15 Sale Operatorie
o INDICI DI AFFOLLAMENTO:
 Aule universitarie (0,6 persone al mq);
 Laboratori (0,45 persone al mq);
 Uffici singoli (0,3 persone al mq);
 Biblioteche e Sale lettura (0,06 persone al mq).
 ETA’ E SESSO;
 STRUTTURA FISICA INDIVIDUALE;
 CONDIZIONI DI SALUTE.
- INQUINANTI CHIMICI, BIOLOGICI E FISICI:
o MODIFICAZIONI IN NEGATIVO DEL MICRO-CLIMA:
 INQUINAMENTO;
 VIZIATURA DELL’ARIA.
È l’alterazione di un originario stato di Benessere Ambientale (Comfort) dovuta a
modificazione dei Parametri Fisici e Chimici con l’uso in ambienti confinati da parte di
un’utenza numerosa e/o per un lungo periodo di tempo.
Inoltre, l’Organismo Umano modifica le caratteristiche dell’aria sia sotto il Profilo
Chimico che Micro-Biologico.
PARAMETRI CHIMICI. ARIA PURA. ARIA ESPIRATA
DALL’UOMO.
O2 21% 16%
CO2 0,03% 4%
N2 78% 78%
Gas Rari (come Neon, 1% 1%
Argon, etc…)
Inquinanti vari Assenti o tracce minime Assenti

PARAMETRI ARIA PURA. ARIA ESPIRATA DALL’UOMO.


BIOLOGICI.
MICRORGANISMI:
SAPROFITI Scarsi Più numerosi
PATOGENI Assenti Talora presenti
Le possibili conseguenze sull’uomo sono:
 Diminuzione del rendimento lavorativo;
 Aumento di incidenti ed infortuni (fino al 30-50% in più);
 Malessere;
 Disturbi tipici del collasso da calore (come Congestione, Tachicardia, CEFALEA,
Depressione Psichica e LIPOTIMIA).
Inoltre:
FONTI.
UOMO. STRUMENTI/OGGETTI D’USO PRESENTI
NELL’AMBIENTE.
- Affollamento; - Autoclave;
- Igiene corpo ed abiti; - Cementi;
- Stati morbosi; - Resine;
- Abitudini alimentari; - Medicazioni,
- Età; - Altre Sostanze.
- Funzionalità di alcune Ghiandole;
- Attività svolta.
In particolare, all’aumentare della Temperatura aumenta l’Umidità Relativa con la
produzione di odori molesti:
CORRELAZIONE TRA TEMPERATURA, UMIDITA’ RELATIVA E CAPACITA’ LAVORATIVA.
TEMPERATURA. U.R. CAPACITA’ LAVORATIVA.
21°C 40% Massimo benessere
85% Benessere a riposo
91% Fatica e depressione
26°C 20% Nessun malessere
65% Malessere
80% Riposo necessario
91% Impossibile il lavoro
pesante
30°C 25% Nessun malessere
50% Poche possibilità di lavoro
continuo
65% Impossibile il lavoro
pesante
- DIMENSIONI ADEGUATE (come Grandezza, Disposizione e Numero di Vani):
In cui è legato il fatto che ognuno modifica la Composizione Chimica dell’aria, quindi, la sola
presenza influisce come:
o INQUINAMENTO BIOLOGICO:
SERBATOI E VEICOLI. AGENTI BIOLOGICI. PATOLOGIE.
Uomo Artropodi Allergiche:
Animali Attinomiceti Termofili - Alveolite Allergica,
Alimenti Batteri - Asma;
Aria esterna B.Sporigeni - Congiuntiviti;
Arredi Endotossine - Febbre da
Umidificatori.
Condizionatori Escreti Malattia da Condizionatori:
Impianti idraulici Forfora - Otiti;
Materiale edilizio Miceti - Riniti;
Piante Micotossine - Sinusiti.
Polvere Pollini Infettive:
Tessuti Scaglie Cutanee - Aspergillosi;
Umidificatori Virus - Infezioni Polmonari;
- Legionellosi,
- Malattie
Esantematiche.
 LEGIONELLOSI:
Comprende 61 diverse specie Batteri Gram-Negativi Aerobi e la LEGIONELLA
PNEUMOPHILIA è la specie più frequentemente rilevata nei casi di Malattia
nell’uomo.
Inoltre, il Microrganismo sopravvive per mesi nell’Acqua Distillata o di rubinetto.
HABITAT NATURALE.
AMBIENTE IDRICO NATURALE: AMBIENTE IDRICO ARTIFICIALE:
- Superfici lacustre; - Rete acqua potabile;
- Superfici fluviali; - Impianti idrici singoli edifici;
- Sorgenti termali; - Impianti climatizzazione,
- Falde idriche. - Piscine;
- Fontane.
I fattori favorenti la moltiplicazione dei Sistemi Idrici nella LEGIONELLOSI sono:
 ALCUNE CARATTERISTICHE DELL’ACQUA:
o Temperatura compresa tra 25°C e 45°C;
o Presenza di Alghe ed Amebe che garantiscono nutrimento e
protezione anche in condizioni di Temperatura elevata,
o Presenza di Sostanze Biodegradabili che favoriscono la formazione di
Biofilm;
o Concentrazione di alcuni Ioni Metallici (come Ferro, Rame, Zinco,
etc…).
 ALCUNE CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO IDRICO:
o Fenomeni di ristagno/ostruzione che favoriscono la formazione del
Biofilm;
o Formazione di incrostazioni e depositi calcarei che offrono riparo dai
Disinfettanti;
o Impianto di riscaldamento di tipo centralizzato dotato di estese reti di
condutture, punti di giunzione e rami morti;
o Presenza di un Serbatoio di accumulo dell’acqua e di un sistema di
riciclo;
o Fenomeni di usura e corrosione;
o Gomme e Fibre naturali per guarnizioni.
La Trasmissione all’uomo avviene per Via Respiratoria per inalazione di Aerosol
contenente il Batterio, ma non è dimostrato che la Malattia possa contrarre bevendo
Acqua contaminata ed il Contagio Interumano non è mai stato dimostrato (ma non è
più vero).
L’Aerosol si forma attraverso minuscole gocce generate dallo spruzzo dell’acqua e le
gocce più piccole (<5NM) raggiungono più facilmente le Basse Vie Respiratorie (cioè
gli Alveoli).
Le Manifestazioni Cliniche sono:
 MALATTIA DEI LEGIONARI:
È la forma più severa dell’Infezione (con Letalità fino al 30-50% nel caso di
Infezioni Ospedaliere) con una Polmonite Acuta difficilmente distinguibile da
altre forme di Infezione Respiratorie Acute delle Basse Vie Aeree. La Malattia
si manifesta dopo un periodo di Incubazione variabile da 2 a 10 giorni, con o
senza Manifestazioni Extra-Polmonari (come Sintomi Gastro-Intestinali,
Neurologici, Renali e Cardiaci, Alterazioni dello Stato Mentale, etc…).
 FEBBRE DI PONTIAC:
È una forma Simil-Influenzale con un’Incubazione di 24-48 ore e la risoluzione
spontanea in 2-5 giorni senza Interessamento Polmonare e senza casi di
Mortalità.
 INFEZIONE SUB-CLINICA:
È la non comparsa di Sintomi Clinici e si evidenzia solo con il riscontro di
Anticorpi Anti-LEGIONELLA SPP.
Il Rischio di sviluppare la LEGIONELLOSI dopo un’esposizione a LEGIONELLA
nell’ambiente è:
TIPOLOGIA DI PAZIENTI MOLTO ELEVATO:
ASSISTITI. In Pazienti profondamente Immunodepressi, quali:
- Pazienti sottoposti nel corso del Ricovero a
Trapianto Allogenico di Cellule Staminali
Ematopoietiche o a Trapianto di Organo
solido;
- Pazienti sottoposti a Chemioterapia
particolarmente Immunodepressiva (come
per Leucemia Mielogena Acuta
dell’infanzia);
- Pazienti con Granulocitopenia di lunga
durata (PMN Neutrofili <=500/mL);
- Pazienti affetti da Tumore sottoposti a
Chemioterapia Preventiva e Trattamento
Cortico-Steroideo ad alte dosi (>5mg/kg di
PREDNISONE per più di 5 giorni) o
prolungato (0,5mg/kg di PREDNISONE per
30 giorni o più o equivalenti).

AUMENTATO IN PRESENZA DI PATOLOGIE,


CONDIZIONI INDIVIDUALI, QUALI:
- Abitudine al fumo;
- Diabete Mellito;
- Compenso Cardiaco;
- BPCO;
- Nefropatie;
- Intervento Chirurgico in Anestesia Generale;
- Tumori Maligni;
- Infezione da HIV;
- Trattamento con Cortico-Steroidei;
- Chemioterapia Anti-Tumorale;
- Radioterapia;
- Farmaci Anti-TNF-Alpha (Tumor Necrosis
Factor-Alpha) o altri Immunodepressivi, che
per durata e/o dosaggio dei Farmaci non è
tale da indurre un’Immunodepressione
profonda;
- Aumentare dell’età;
- Etilismo Cronico;
- Tossico Dipendenza per Via Venosa (tutte
queste sono molto diffuse nella popolazione
generale, e di conseguenza anche tra i
Pazienti Ospedalizzati, pertanto, più che per
definire i Reparti a rischio, vanno considerati
come Fattori di Rischio Individuali).
PRATICHE SANITARIE CHE - Parto in acqua;
AUMENTANO IL RISCHIO. - Pratiche inerenti le Vie Aeree (come
Intubazione, Ventilazione, Aspirazione,
Aerosol, etc…).
STORICO ANTECEDENTE Il Rischio di Trasmissione di LEGIONELLA può
DELLA STRUTTURA. aumentare in una qualsiasi delle condizioni
riportate di seguito:
- Precedenti casi di LEGIONELLA
NOSOCOMIALE;
- Isolamento in passato di LEGIONELLA dagli
impianti idrici od aeraulici.
La gestione del Rischio di contrarre la LEGIONELLOSI è regolamentata da nuove Leggi
che riuniscono, aggiornano e integrano tutte le indicazioni riportate nelle precedenti
Leggi Nazionali e Normative:
 Linee Guida per la Prevenzione ed il Controllo della Legionellosi (pubblicate in
G.U. del 5 Maggio 2000);
 Linee Guida Recanti Indicazioni sulla Legionellosi per i Gestori di Strutture
Turistico-recettive e Terminali;
 Linee Guida Recanti Indicazioni ai Laboratori con Attività di Diagnosi Micro-
Biologica e Controllo Ambientale della Legionellosi (G.U. n.28 del 4 Febbraio
2005 e G.U. n.29 del 5 Febbraio 2005).
Inoltre:
 TRATTAMENTO TERMICO:
È un mantenimento costante della Temperatura tra 55-60°C all’interno della
rete ed a monte della miscelazione con acqua fredda e pur garantendo una
buona efficacia presenta l’inconveniente degli elevati consumi di energia.
o SHOCK TERMICO:
Elevare la Temperatura dell’acqua a 70-80°C continuativamente per 3
giorni e far scorrere l’acqua quotidianamente attraverso i rubinetti per
un tempo di 30 minuti.
 VANTAGGI:
Non richiede particolari attrezzature e, quindi, può essere
messo in atto immediatamente ed è un vantaggio non
trascurabile in presenza di un Cluster Epidemico.
 SVANTAGGI:
Richiede tempo e personale ed è una modalità di Disinfezione
Sistemica, ma temporanea.
o CLORAZIONE:
 IPER-CLORAZIONE SHOCK:
Deve essere effettuata su acqua a Temperatura <30°C con una
singola immissione di dosi in acqua fino ad ottenere
concentrazioni di Cloro residuo libero di 20-50mg/L in tutto
l’impianto e dopo un periodo di contatto, l’acqua viene drenata
e nuova acqua viene fatta scorrere nell’impianto fino a che il
livello di Cloro ritorna alla concentrazione di 0,5-1mg/L.
 IPER-CLORAZIONE CONTINUA:
Aggiunta continua di Cloro ed il Disinfettante residuo nei
rubinetti deve essere compreso tra 1 e 3 mg/L.
 VANTAGGI:
Garantisce una concentrazione residua del
Disinfettante in modo da minimizzare la colonizzazione
della LEGIONELLA nei punti distali.
 SVANTAGGI:
Il Cloro è corrosivo e può provocare danni alle tubature
e la quantità di Cloro residuo è difficilmente
compatibile con gli standard dell’acqua potabile.
L’efficacia dipende fortemente da Temperatura e pH
dell’acqua.
o LAMPADE A RAGGI ULTRAVIOLETTI:
La Luce Ultravioletta inattiva i Batteri interferendo con il loro DNA.
 VANTAGGI:
Facilità d’installazione dell’apparecchio e assenza di effetti
avversi sull’acqua o sulle tubature ed il trattamento può essere
più efficace se localizzato in aree piccole (come il Reparto di
Terapia Intensiva).
 SVANTAGGI:
Il flusso dell’acqua sottoposta all’azione dei Raggi deve avere
uno spessore di pochi centimetri.
o FILTRAZIONE:
Impiego di filtri, dotati di apposita membrana capace di trattenere
Particelle di dimensioni superiori a 0,2NM da applicare ai punti d’uso
(come rubinetti e docce) ed in Ambito Ospedaliero sono utilizzati
soprattutto nei Reparti a Rischio.
 VANTAGGI:
Soluzione generalmente applicabile a tutti gli impianti, anche
quelli vetusti e facilità di utilizzo ed economicità nella gestione.
 SVANTAGGI:
Sono monouso, con possibilità di utilizzo fino a 14 giorni.
 SICK BUILDING SYNDROME:
È una Sindrome che colpisce la maggior parte degli occupanti di un edificio e che si
manifesta con Sintomi Aspecifici ma ripetitivi, non riconducibili ad un Agente
Eziologico Specifico.
In particolare:
 Epidemia con FEBBRE, Mal di Testa, Dolori Muscolari tra gli Impiegati di alcuni
uffici pubblici (Michigan, USA – 1968);
 Alveoliti Allergiche tra impiegati di uffici con Aria Condizionata cui si attribuì il
nome di “Sindrome da Edificio Malato” (1970).
Inoltre, presenta:
 Eterogenee Alterazioni dello Stato di Salute che occorrono in determinati
ambienti confinati “Malati”;
 Elevata frequenza tra gli occupanti di un dato edificio,
 Eziopatogenesi non definita e probabilmente Multi-Fattoriale;
 Diagnosi escludendo altre Patologie Organiche;
 Assenza di Lesione Organica o altri Segni Fisici tangibili;
 Quadri Clinici (come CEFALEA, Sonnolenza, Bruciore agli Occhi, Senso di
Ostruzione Nasale, Senso di Irritazione della Gola, Tosse, Costrizione Toracica,
Irritazione Cutanea, etc…);
 Malesseri avvertibili solo ed esclusivamente durante la permanenza
all’interno possono essere localizzati solo in determinate stanze o settori o
generalizzati all’intero edificio.
I Fattori di Rischio sono:
 FISICI:
o Temperatura ideale (20-26°C);
o Umidità Relativa (<=70%);
o Ventilazione (30m^3 all’ora per persona);
o Luce Artificiale;
o Rumore;
o Vibrazioni.
 CHIMICI:
o Particelle e Fibre;
o Fumo di Tabacco;
o FORMALDEIDE;
o Composti Organici Volatili;
o Altre Sostanze Gassose (CO2, CO, NO2, O3 e SO2);
o Odori.
 BIOLOGICI:
o Microrganismi Patogeni.
 FISIOLOGICI:
o Suscettibilità;
o Stress.
La Diagnosi è effettuata attraverso l’esclusione di 4 gruppi di Malattie tipiche dei
luoghi confinati (come ASMA, RINITE, Iper-Sensibilità Polmonare, Alveolite Allergica
Estrinseca ed Infezioni dell’Apparato Respiratorio).
Le Misure di Gestione riguardano l’analisi di edifici sospetti effettuate in presenza di:
 Segnalazione di Sintomi tipici al Medico Competente da un numero elevato di
occupanti gli edifici;
 Elevato Tasso di Assenteismo superiore alla Norma.
Le Raccomandazioni dell’OMS riguardano:
 Esame di progetto architettonico e le ispezioni locali;
 Distribuzione del questionario agli occupanti;
 Verifica degli impianti soprattutto di condizionamento e ricambio dell’aria;
 Misura caratteristiche Micro-Climatiche;
 Indagini Cliniche sui soggetti colpiti per escludere forme Organiche.
o INQUINAMENTO CHIMICO:
 DERIVANTI DA COMBUSTIONI:
Gli effetti sulla salute sono un incremento della frequenza dei Sintomi Respiratori
Cronici e degli episodi Infettivi Acuti.
 FUMO DI TABACCO (ETS):
Gli Effetti Fisio-Patologici sono:
o Tossici;
o Irritanti;
o Vaso-Motori;
o Psico-Attivi;
o Immunitari;
o Infiammatori;
o Mutageni/Cancerogeni.
Il Fumo origina dalla Combustione delle Sigarette contiene Sostanze sia allo
stato di Gas che in forma di Polveri del Diametro sufficientemente piccolo da
consentire loro di raggiungere i Bronchioli e gli Alveoli Polmonari (<5NM).
Tra le oltre 4.000 Sostanze Tossiche presenti nel Fumo di Sigaretta, molte delle
quali si formano durante il processo di Combustione, almeno 4 gruppi sono
particolarmente Nocivi per l’Organismo (come Nicotina, Monossido di
Carbonio, Ossidanti e Cancerogeni del Catrame).
Inoltre, ogni 7 minuti muore una persona per Patologia legata al Fumo.
In Italia, il Fumo provoca 85.000 morti all’anno di cui:
o 45.000 per Tumori (30.000 per Tumore Polmonare e 15.000 per
Tumore Vescicale, Cavo Orale, Faringe e Laringe);
o 25.000 per Bronchite Cronica ed Enfisema Polmonare;
o 15.000 per Patologia Vascolare Cardiaca e Cerebrale.
Inoltre, sono attribuibili al Fumo di Tabacco:
o 90-95% dei Tumori Polmonari (OMS);
o 80-85% delle BPCO (OMS);
o 50% dei Fumatori over 40 che sviluppa BPCO;
o Aggravamento dell’Asma Bronchiale negli adulti;
o Favorisce l’insorgenza di ASMA nei bambini esposti a Fumo Passivo.
 BIOSSIDO DI AZOTO (come fornelli e stufe a gas);
 MONOSSIDO DI CARBONIO (come stufe, impianti di riscaldamento, sigaretta,
etc…):
Per concentrazioni di CO superiori all’80% si ha l’Exitus per Arresto Cardio-
Respiratorio (Carbossiemoglobina).
In Italia, si hanno 500-600 morti all’anno in seguito ad un’Intossicazione Acuta
da CO di cui circa 2/3 di origine volontaria.
Il problema è sottostimato poiché molti casi di Intossicazione soprattutto
quelli accidentali o i Casi Non-Mortali non vengono correttamente
diagnosticati e registrati, particolarmente sensibili sono gli anziani soggetti
con Affezioni dell’Apparato Cardio-Vascolare e Respiratorio, ma anche donne
in Gravidanza, neonati e bambini in genere.
 ANIDRIDE SOLFOROSA (come stufe a Cherosene);
 FUMO DI LEGNA (come caminetti e stufe a legna).
 COMPOSTI ORGANICI VOLATILI (VOC):
Le Classi Chimiche sono:
 Idrocarburi Alifatici, Aromatici e Clorurati;
 Aldeidi;
 Terpeni;
 Alcooli;
 Esteri;
 Chetoni.
Le Fonti sono presenti a centinaia negli Ambienti Confinati, possono provocare
Intossicazioni Acute e Croniche (alcuni sono Cancerogeni e per altri si sospetta che lo
siano) e contribuiscono all’Insorgenza della Sindrome da Edificio Malato.
Le Fonti sono:
 Fumo;
 Materiali da costruzione;
 Arredi, Moquettes e rivestimenti;
 Impianti e dispositivi di riscaldamento;
 Strumenti di lavoro e da ufficio;
 Prodotti per la pulizia.
o INQUINAMENTO FISICO:
FONTI. AGENTI FISICI. PATOLOGIE.
Materiale edilizio Radon, Particolato e Fibre Mutagenesi e Cancerogenesi
Minerali
Ambiente costruito Rumore, Vibrazioni, Nausea, Irritabilità, Ansia e
Temperatura, Umidità, Vertigini
Viziatura aria ed
Irraggiamento
Condizioni illumino-tecniche Energia Luminosa Irritazione Occhi e Disturbi
Visivi
Condizionatori Aria Secca, Particolato ed Secchezza Mucose e
Ionizzazione Dermatiti
Videoterminali Energia Luminosa e Irritazione Occhi e Cefalea
Radiazioni Non-Ionizzanti
La Prevenzione dell’Inquinamento Chimico Indoor presenta:
 MINOR APPORTO INQUINANTI “INDOOR”:
 Riduzione dell’Inquinamento dell’aria esterna;
 Ubicazione razionale nelle zone abitate.
 MINOR PRODUZIONE INQUINANTI “INDOOR”:
 Idonea scelta di materiali ed arredi;
 Idonea scelta di prodotti ad uso domestico;
 Riduzione delle combustioni.
 MINOR ACCUMOLO INQUINANTI “INDOOR”:
 Adeguata Ventilazione.
In particolare:
 RADON:
È un Gas Radioattivo di origine naturale, incolore e inodore, ma è Cancerogeno certo
(1-IARC) ed è prodotto dal Decadimento Radioattivo di Torio e Uranio (Radioattività
Naturale):
2,4mSv all’anno:
1mSv da Irraggiamento esterno dovuto a Radiazioni Cosmiche + 1,4mSv da
Irraggiamento interno per Inalazione di Radon e dei suoi derivati.
A causa della sua Natura Gassosa e della sua Inerzia Chimica diffonde rapidamente
dal luogo di formazione fino a raggiungere lo spazio esterno in quanto nei luoghi
aperti si disperde e nei luoghi chiusi (come case ed uffici) si accumula e può
raggiungere concentrazioni elevate.
 DISTRIBUONE IN ITALIA:
La distribuzione Eterogenea dei Pro-Genitori del Radon nei diversi tipi di rocce
causa una produzione non uniforme di Radon e nei punti di risalita di
materiale roccioso, dal mantello verso la crosta, si riscontrano le maggiori
concentrazioni:
o ROCCE INTRUSIVE: Alpi, Calabria, Liguria, Sardegna e Toscana;
o ROCCE SEDIMENTARIE CONTINENTALI E/O MARINE: Lombardia,
Emilia-Romagna e Piemonte;
o ROCCE EFFUSIVE: Lazio, Campania, Toscana, Basilicata e Sicilia;
o ROCCE SEDIMENTARIE MARINE: Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia,
Umbria, Marche, Campania, Molise, Puglia e Sicilia.
 DETERMINANTI CONCENTRAZIONE DI RADON INDOOR:
In cui Umidità e minore Temperatura (notturna) tendono a far diminuire la
concentrazione di Radon in superficie in quanto rallentano l’Evaporazione
mentre la pioggia aumenta la concentrazione di Radon perché questo può
legarsi Elettrostaticamente alle gocce d’acqua e precipitare al suolo anche da
quote più alte, invece, la neve crea una copertura in grado di rallentare la
diffusione del Radon dal sottosuolo.
Inoltre, la concentrazione di Radon nel piano terra è molto alta, al primo
piano è meno elevata mentre ai piani superiori è più scarsa.
 EFFETTI SULLA SALUTE:
Il Radon è inquadrato al secondo posto dopo il Fumo come causa per
l’insorgenza di Tumori Polmonari in quanto l’inalazione aumenta il rischio di
Cancro del Polmone attraverso il danno al DNA Cellulare determinato dalle
Particelle-Alpha prodotte dal suo Decadimento.
L’effetto Radon è potenziato dal Fumo di Tabacco, quindi, nei fumatori è
aumentato il rischio di 20 volte.
Inoltre, il 10% dei Tumori Polmonari in Italia è attribuibile al Radon con
ipotizzato ruolo nell’insorgenza di altre Neoplasie e ad oggi nessuna evidenza
scientifica.
 MISURE DI PREVENZIONE:
Il Radon è un Gas Ubiquitario e, pertanto, impossibile da eliminare
totalmente.
In Italia, una Normativa Nazionale per la protezione dall’esposizione al Radon
nelle abitazioni non è stata eliminata, ma a Livello Europeo è in vigore la
Direttiva 2013/59 Euratom per la protezione da Radiazioni Ionizzanti e che
individua la soglia di 300BQ/m^3 per gli Ambienti Indoor.
Inoltre, il risanamento degli edifici vecchi avviene con vasche di raccolta
Radon collegate ad un Ventilatore accanto o sotto l’edificio che porta
all’aumento della Pressione interna per contrastare la risalita del Radon dal
suolo e migliorando la Ventilazione degli edifici.
L’adeguamento Normativo porta nuove costruzioni con la predisposizione di
mappe di rischio per la Pianificazione Urbanistica del Territorio e con
l’adozione di metodiche in grado di ridurre l’ingresso del Radon negli edifici
sigillando le possibili vie d’ingresso dal suolo, creando un vespaio dove
posizionare una Pompa Aspirante ed impiegando gli idonei materiali da
costruzione.
 RADIOATTIVITA’ NATURALE:
L’uomo è sottoposto a Irradiazione Naturale dovuta a Sorgenti sia esterne che
interne:
 IRRADIAZIONI ESTERNA NATURALE:
Quando l’individuo si trova sulla traiettoria delle Radiazioni emesse da una
Sorgente Radioattiva situata all’esterno dell’Organismo: Raggi Cosmici e
Radioattività del suolo e dell’aria (Irradiazione).
 IRRADIAZIONE INTERNA.
Quando la Sorgente Radioattiva si trova all’interno dell’Organismo a causa di
Inalazione e/o Ingestione o per introduzione attraverso una ferita e gran parte
deriva da Sorgenti Terrestri (Contaminazione).
La Dose efficace è la Dose media di RI assorbita che tiene conto della Radiosensibilità
del Tessuto/Organo (2,4mSv all’anno) e l’Unità di Misura è il Sievert.
Inoltre, di tutti i Radionuclidi di origine naturale solo alcuni contribuiscono in maniera
sensibile alla Dose efficace annua, ma esistono 3 tipi di Radiazioni Naturali:
 RAGGI ALPHA: Che sono trattenuti da un semplice foglio di carta;
 RAGGI BETA: Che vengono bloccati dall’Alluminio;
 RAGGI GAMMA: Che sono assorbiti soltanto da uno spesso schermo di
Piombo.
La Patogenesi del danno da Radiazioni Ionizzanti include:
 MECCANISMO DIRETTO:
In cui vengono danneggiati DNA-Proteine-RNA attraverso fenomeni di
Eccitazione o Ionizzazione Diretta;
 MECCANISMO INDIRETTO:
In cui è presente la scissione di Molecole di H2O-Formazione Radicali liberi
(OH-O) che reagiscono con le Macro-Molecole (DNA-Proteine-RNA).
Inoltre, dal Danno Molecolare al Danno Cellulare si include:
o Depressione velocità di Sintesi DNA;
o Ritardo o blocco Divisioni Cellulari;
o Alterazioni Cromosomiche;
o Morte Cellulare.
Gli Effetti Biologici delle Radiazioni Ionizzanti sono:
 EFFETTI NON STOCASTICI-DETERMINISTICI:
Che si manifestano solo se viene superato un determinato valore di Dose
assorbita colpendo tutti gli individui esposti (salvo modeste differenze di
suscettibilità individuale) e la gravità delle Manifestazioni Cliniche è
proporzionale alla Dose assorbita con una Relazione Dose-Effetto (come Pan-
Irradiazione, Congiuntiviti, Cheratiti, Dermatiti, etc…) comparendo solo dopo
un periodo di latenza inversamente proporzionale alla Dose assorbita
dipendendo dal tipo di Radiazione (Globale o Parziale).
 EFFETTI STOCASTICI-PROBABILISTICI:
Che si manifestano non richiedendo il superamento di un valore soglia di
Dose assorbita rappresentati da Leucemie e Tumori solidi dove il carattere
probabilistico è la probabilità direttamente proporzionali alla Dose assorbita
in cui la gravità degli effetti non è proporzionale alla dose in quanto sono
manifestazioni del tipo si/no (cioè tutto o nulla) ed il periodo di latenza è del
tutto indipendente dalla dose.
Inoltre, la Radiosensibilità di un Tessuto è direttamente proporzionale all’Attività
Mitotica ed inversamente proporzionale al grado di differenziazione delle sue Cellule
(Legge di Bergonie e Tribondeau).
ORGANO/TESSUTO. CELLULE. SENSIBILITA’.
Linfo-Ghiandole, Milza e Linfociti. ELEVATA.
Timo.
Testicolo/Ovaio. Spermatogoni/Cellule Uovo.
Midollo Osseo. Eritrociti-Mielociti-
Mieloblasti e Megacariociti.
Intestino Tenue. Cellule Epiteliali.
Cute. Cellule Strato Germinativo. MEDIA.
Annessi Cutanei. Cellule Follicolo Pilifero e
Ghiandole Sebacee
Sudoripare.
Occhio. Epitelio del Cristallino.
Vasi. Endoteli.
Osso in accrescimento. Cellule Cartilaginee ed
Osteoblasti.
Fegato, Rene e Polmone. Epatociti ed Endoteli SCARSA.
Alveolari.
Sistema Nervoso. Cellule Nervose.
Muscolatura. Cellule Muscolari.
Connettivo. Cellule Connettivali.
Scheletro. Osteociti.
- ILLUMINAZIONE:
L’Illuminazione rappresenta uno dei principali Fattori Ambientali atti ad assicurare il benessere ed
una corretta Illuminazione oltre a contribuire all’incremento della produttività, riveste grande
importanza nella Prevenzione degli infortuni sul lavoro.
L’Illuminazione degli Ambienti Indoor deve essere ottenuta, per quanto possibile, luce naturale
perché meno affaticante per l’Occhio Umano.
La Luce è l’Energia Radiante che si propaga nel vuoto sotto forma di Onde Elettromagnetiche, alla
Velocità di circa 300.000km/s ed il Range delle Radiazioni visibili all’Occhio Umano è costituito da
Radiazioni Elettromagnetiche di Lunghezza d’Onda compresa tra 380 e 780NM mentre la
distribuzione dell’Energia tra le Lunghezze d’Onda determina il colore e la tonalità della luce.
Nelle Sorgenti di Luce la schematizzazione dei Fenomeni Luminosi permette di individuare 3
elementi:
o CORPI PRODUTTORI DI LUCE:
Che sono Sorgenti che trasformano Energia da una forma ad un’altra che viene emessa come
Luce;
o OGGETTI VISIBILI:
Che sono Sorgenti secondarie che ricevono Energia Luminosa da una Sorgente primaria e la
riemettono, in parte trasformata, ma sempre sotto forma di Energia Luminosa;
o SENSORI DI LUCE.
Che sono strumenti che quando stimolati dalla Radiazione Luminosa forniscono una risposta
di varia natura e l’Occhio trasforma i Segnali Luminosi in Segnali Bio-Chimici ed è più
sensibile ai colori compresi tra 500 e 600NM di lunghezza (cioè verde-giallo).
I Requisiti di un Ambiente Luminoso in ambienti confinati devono essere adeguatamente illuminati
ed a tal fine è opportuno che siano dotati di: Quantità di Luce adeguata, Adeguata distribuzione
delle fonti (naturali e7o artificiali) di Illuminazione e Qualità dell’Illuminazione.
Inoltre, è preferibile la Luce naturale perché è più gradita all’Occhio Umano e meno affaticante,
possiede discreta Azione Germicida grazie alla Componente UV e contribuisce alla riduzione
dell’Umidità per la sua Componente Termica.
L’”Illuminamento” è la grandezza che valuta la quantità di Luce che investe la superficie di un
oggetto (si esprime in Lux e può essere misurata con un Luxmetro), esprime quanto agevolmente
l’occhio può vedere ed il livello di Illuminamento richiesto per lo svolgimento di una specifica attività
deve garantire la percezione distinta degli oggetti e, contemporaneamente, evitare fenomeni di
abbagliamento.
La “Luminanza” è la grandezza che valuta la quantità di Luce che restituisce la superficie di un
oggetto (Luce emessa o riflessa) e si esprime in Candele al metro quadrato (cd/m^2) e può essere
misurata con un Fotometro.
Inoltre, si misura lungo la direzione che congiunge la Sorgente Luminosa con l’osservatore, in linea
generale non è fondamentale valutare il livello di Luminanza dei vari oggetti, ma il contrasto tra di
loro con eccessive differenze di Luminanza tra oggetti contenuti nel campo visivo non facilitano la
percezione distinta degli oggetti e provocano fenomeni di Abbagliamento.
o MODALITA’ DI ILUMINAZIONE:
L’Illuminazione di un ambiente deve fornire condizioni ottimali per lo svolgimento del
compito visivo richiesto.
Un Ambiente Luminoso può essere realizzato utilizzando diverse tipologie di Sorgenti
Luminose di tipo naturale ed artificiale (per compensare la carenza o l’assenza di
Illuminazione naturale.
L’Illuminazione Artificiale si distingue in:
 ILLUMINAZIONE DIRETTA (come la lampada a vista diretta verso il pavimento):
 VANTAGGI:
Illuminazione più intensa, utile sull’area di lavoro, che facilita la percezione
della profondità e fa risaltare le forme e le dimensioni degli oggetti, ma anche
costi minori poiché si illumina solo dove necessario (evitando sprechi).
 SVANTAGGI:
Posizionamento delle lampade vincolato agli arredi ed alle postazioni di
lavoro, la Luce non uniforme con zone d’ombra che rendono poco visibili altre
aree non direttamente illuminate, ma facilita anche il fenomeno di
Abbagliamento.
 ILLUMINAZIONE INDIRETTA (come la lampada coperta diretta verso il soffitto che dà
vita ad una Luce diffusa):
 VANTAGGI:
Luce diffusa priva di zone d’ombra (simile alla Luce naturale come quella
prodotta dalla riflessione della Luce dal soffitto), la riduzione del fenomeno di
Abbagliamento ed il posizionamento delle lampade indipendente da arredi e
postazioni di lavoro.
 SVANTAGGI:
Riduce la percezione della profondità attenuando eccessivamente le ombre
ed i contrasti e, quindi, il senso di orientamento, ma anche costi maggiori
poiché è necessario illuminare tutto l’ambiente e le lampade sono più
costose.
 ILLUMINAZIONE MISTA (come la lampada costituita da componente diretta ed
indiretta):
 VANTAGGI:
Riduce gli aspetti negativi ed amplifica gli effetti positivi dei 2 sistemi a Luce
Diretta ed Indiretta, ma anche la possibilità di illuminare anche con uno solo
dei 2 sistemi.
 SVANTAGGI:
Costi elevati ed in un ambiente di lavoro è preferibile un’Illuminazione Mista
Diretta-Indiretta che fa sì che non si crei un eccessivo contrasto tra le zone
che ricevono la Luce Diretta e le altre aree dell’ambiente pur lasciando una
buona Illuminazione dell’area di lavoro.
o RISCHI NEGLI AMBIENTI INDOOR:
La Luce Solare Diretta è sconsigliabile negli ambienti di lavoro in quanto determina
Abbagliamento o fastidiosi riflessi con conseguente affaticamento della vista e nella
disposizione della postazione di lavoro si deve fare in modo che non ci siano Fonti Luminose
Naturali o Artificiali davanti o alle spalle dell’Operatore. In questi casi si presenterebbe la
possibilità di Abbagliamento dell’Operatore per la presenza della Fonte Luminosa o del suo
riflesso nel campo visivo dell’individuo.
 EFFETTI DI UN’ILLUMINAZIONE INADEGUATA:
 Sintomi Oculari (come Sensazioni Anormali, Bruciori, Lacrimazione, etc…);
 Sintomi Visivi (come Visione Offuscata, DIPLOPIA, Vertigini, etc…);
 Sintomi Muscolo-Scheletrici (come da Posture Incongrue);
 Sintomi Generali (come CEFALEA, Disturbi del Sonno, etc…).
 EFFETTI DI UN’ILLUMINAZIONE CORRETTA:
 Favorisce la produttività;
 Contribuisce alla Prevenzione degli Infortuni;
 Agisce positivamente su Benessere Individuale e Psiche.
- RUMORE:
Il Rumore è il responsabile dell’Inquinamento Acustico perché costituito dall’insieme di suoni
indesiderati, d’intensità eccessiva o improvvisi che generano una sensazione sgradevole e fastidiosa
dell’Orecchio.
Le Grandezze Fisiche che caratterizzano il suono sono:
o POTENZA SONORA (Watt):
 Energia sonora trasmessa al mezzo e che si diffonde nello stesso in un certo intervallo
di tempo;
 Viene espressa in Watt (W);
 Il rapporto tra Potenza Sonora (W) e Superficie (m^2) è l’Intensità Sonora.
o INTENSITA’ SONORA (Watt/m^2 o Decibel):
 L’Orecchio è sensibile ad uno spettro di Intensità molto ampio;
 Diversi livelli di Intensità;
 Scala Logaritmica in base 10 per esprimere l’Intensità di un Suono (Decibel – DB);
 Scala in DB che presenta una soglia di Udibilità intorno a 0DB (10^-12 Watt/m^2) ed
una del dolore intorno a 130-140DB.
Inoltre, il numero di oscillazioni compiute dall’Onda Sonora nell’Unità di tempo si misura in
Hertz.
o FREQUENZA (Hertz):
 L’Udito è in grado di percepire un suono che si trasmette con una Frequenza
compresa tra 16 e 20.000 Hertz:
 16-20.000: È la banda dell’udibile;
 <16: Sono Infrasuoni;
 >20.000: Sono Ultrasuoni.
Al di fuori di questo spettro, l’Orecchio non è in grado di udire rumori, ma è
comunque sensibile alle Frequenze comprese tra 1.000 e 3.000 Hertz mentre è meno
sensibile alle Frequenze superiori ed inferiori.
o EFFETTI SULLA SALUTE:
 DANNO:
È un’alterazione irreversibile e si riferiscono sia all’Apparato Uditivo che ad altri
Apparati (come Digerente, Respiratorio, Alterazioni Circolatorie, Disturbi Psichici,
etc…) e dipende dall’Intensità, dallo Spettro, dalla Durata del suono, ma anche dalle
caratteristiche di discontinuità e sorpresa ed è percepito come più fastidioso di notte
(perché durante la notte si riduce le capacità di recupero dell’Organismo).
Gli effetti nocivi del Rumore si sommano ad altri Fattori Ambientali negativi.
Il rischio di Danno all’Udito è maggiore per esposizione Indoor:
 Maggiore Vicinanza alle Sorgenti del Rumore;
 Minore Dispersione del Rumore.
 DISTURBO: Alterazione reversibile dopo un periodo di riposo lontano dalla Sorgente
rumorosa;
 FASTIDIO: Sensazione Soggettiva di disagio cui non segue solitamente alcun Effetto
Organico.
Gli Effetti Uditivi nella percezione sonora nella vita quotidiana sono:
 >160DB: Che causano una Rottura Timpanica con Sordità Permanente;
 120-140DB: Che causano Dolore Timpanico;
 80-90DB: Che causano Danni Cronici (come l’innalzamento della Soglia Uditiva e se le
sollecitazioni si ripetono nel tempo si può avere una Perdita Uditiva irreversibile).
Gli Effetti Non-Uditivi nella percezione sonora nella vita quotidiana cominciano a
manifestarsi a livelli sonori di 60-70DB e sono:
 Alterazioni Circolatorie (come Ipertensione Arteriosa);
 Disturbi Psichici (come Depressione, NEVROSI, Ansia, Irritabilità, ASTENIA, Insonnia e
Depressione con conseguenze negative su attenzione, apprendimento e riflessi9;
 Disturbi dell’Apparato Digerente (come l’aumento delle Secrezioni Acide e Peristalsi);
 Disturbi dell’Apparato Respiratorio (come l’aumento della Frequenza Respiratoria).
Gli Effetti Non-Uditivi nella percezione sonora nella vita quotidiana possono manifestarsi con
esposizioni protratte nel tempo a 70-115DB e possono provocare un aumento
dell’Eliminazione Urinaria di ADRENALINA, NORADRENALINA e CORTICOSTEROIDI, ma anche
Ipertensione, Ulcere Peptiche, NEVROSI ed Alterazioni Glicemiche.
Gli Effetti Non-Uditivi nella percezione sonora nella vita quotidiana a livelli di circa 140DB
possono provocare la stimolazione dei Canali Semi-Circolari (come il tremore del Capo,
Nausea, Vomito, Vertigini, Nistagmo ed Andatura Vacillante).
o PREVENZIONE:
 Riduzione del Rumore alla Sorgente;
 Utilizzo di DPI;
 Regolamentazione del Traffico Stradale;
 Riordinamento delle Aree Urbane;
 Sistemi di protezione degli edifici,
 Educazione Sanitaria.
- Acqua idonea al consumo umano;
- Allontanamento dei rifiuti.

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