Sei sulla pagina 1di 32

IGIENE – Ha come obiettivo la tutela e la promozione della salute umana, attraverso il

coinvolgimento consapevole e responsabile del cittadino (non si occupa di curare perché di


competenza della medicina, ma solo di prevenire). “Non fumare, evita le droghe, fai attività fisica”:
lavorando su questi fattori si può aumentare la speranza di vita del soggetto per molti anni.

SALUTE – è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale, non la semplice assenza di
malattia
L'igiene è il ramo della medicina che tratta le interazioni tra l'ambiente e la salute umana. Elabora
criteri, esigenze e misure riguardanti lo stato ambientale e il comportamento
individuale e collettivo.
Il fine ideale cui tendono l’igiene e la medicina preventiva è che ogni persona nasca sana e
mantenga il proprio stato di salute al più alto livello fino al naturale compimento della vita.

Promozione della salute: serie di indicazioni che sotto il punto di vista dello stato, ministeriale, sono
a costo zero.
A costo 0 si può intervenire direttamente potenziando la salute del soggetto:
 Fare attività fisica riduce il rischio di ipotensione (la pressione del sangue è molto più bassa
rispetto ai valori considerati normali), riduce il rischio di infarti
 Nutrizione: generalmente si è abituati ad associare l’alimento ad una classe sociale,
mentalità influenzata da un dopoguerra catastrofico caratterizzato da carenza di cibo.
La carne nel dopoguerra si consumava una volta a settimana, e a sostituirla vi erano i
legumi, i formaggi. Successivamente, poi, con l’arricchimento dell’italiano medio, egli ha
voluto dimostrare la sua scalata sociale attraverso il consumo di carne in maniera più
assidua. Il cibo, però, va consumato fondendo i vari alimenti senza eccedere nelle quantità.
 Prevenzione: ad esempio, la potabilizzazione delle acque per eliminare le fonti di
contaminazione abbattendo la possibilità che ci si ammali, è competenza di igiene.

Determinanti della salute: elementi su cui posso intervenire.


 Non modificabili: genetica, sesso, età.
 Modificabili:
- Socio-economici: povertà, occupazione, esclusione sociale (se un soggetto è povero vuol
dire che non ha un’occupazione, invece se la ha è escluso socialmente. Di conseguenza
viene data la casa comunale, buoni libri per far andare i bimbi a scuola).
- Ambientali: aria, acqua e alimenti, qualità dell’abitato, ambiente culturale sociale come
l’istruzione.
- Stili di vita: corretta alimentazione, fare attività fisica, non abusare di sostanze come fumo e
alcol, attività sessuale protetta, non fare abuso di farmaci. Abbattono la probabilità di
ammalarsi più facilmente e allungano la vita.
- Accesso ai servizi: istruzione, tipo di sistema sanitario, servizi sociali, trasporti, attività
ricreative. Ad esempio in Italia abbiamo le tasse alte ma possiamo curarci gratis grazie a
questo.

 Tra i FATTORI SOCIALI: l’urbanizzazione, l’industrializzazione l’istruzione e il tempo


libero, i servizi pubblici (sociali, sanitari, ecc.…)
 I FATTORI LAVORATIVI sono connessi al tipo ed all’intensità di attività lavorativa
svolta, e dalla presenza di fattori di rischio o danno ad essa legati.
Il danno può essere prodotto da fattori chimici, fisici, biologici, ed esso può colpire anche
solo il lato psicologico.
 I FATTORI COMPORTAMENTALI sono legati alle abitudini e agli stili di vita: nutrizione,
attività fisica, fumo, alcol, farmaci, droghe.

Gli igienisti misurano lo stato di salute della popolazione analizzando attraverso la ricerca sanitaria
le cause che portano ad una determinata patologia.
Principali indicatori delle condizioni sanitarie di una popolazione:
DIRETTI:
- Demografici: mortalità, natalità, fecondità, immigrazione, durata media della vita, piramide
delle età, indice di vecchiaia.
- Sanitari: mortalità per causa, invalidità permanente.
INDIRETTI:
- Socio-economici: disponibilità di beni essenziali (acqua, abitazione adeguata, cibo),
occupazione - disoccupazione, livello di scolarizzazione.
- Socio-sanitari: diffusione di fattori di rischio di tipo comportamentale, alterazioni genetiche,
degrado e contaminazione ambientale, frequenza di utilizzazione delle strutture assistenziali.

La METODOLOGIA EPIDEMIOLOGICA è una metodologia di indagine da utilizzare quando si


affrontano i problemi sanitari di una popolazione. Si parte indagando sulla sanità della popolazione.
L’Epidemiologia è una scienza che studia la distribuzione e le cause delle patologie dell’uomo.
Studia il flusso di malattie della popolazione.

La transizione epidemiologica è il termine che indica il cambiamento di caratteristiche delle


malattie che ha accompagnato il miglioramento complessivo delle condizioni di salute Insieme al
calare della mortalità e al crescere della speranza di vita, si è avuto uno spostamento delle
caratteristiche delle malattie da un quadro dominato da malattie infettive a uno in cui prevalgono
malattie croniche come le cardiopatie e i tumori. Questo scivolamento verso le patologie croniche si
può in parte spiegare col fatto che molta più gente ha vissuto fino alle età in cui queste malattie
colpiscono.
La transizione epidemiologica è dovuta al miglioramento delle condizioni nutrizionali,
all’incremento delle difese immunitarie specifiche (vaccinazione), miglioramento delle condizioni
ambientali, condizioni di vita, disponibilità di farmaci.
Caratteristiche epidemiologiche differenziali delle patologie infettive e cronico-degenerative:
Innanzitutto, la malattia infettiva è acuta se si sviluppa con tutta la sua violenza, mentre le malattie
non infettive sono dette croniche perché hanno un andamento progressivo.

Caratteristiche Malattie infettive Malattie non infettive (croniche)


Fattori casuali Per lo più specifici e necessari Molteplici, per lo più aspecifici e non
maggiori (l’agente patogeno o agente necessari. Non ci sono fattori correlati
eziologico è specifico perché può ad una malattia cronica ma
produrre solo un tipo di malattia ed è innumerevoli che lavorano insieme
necessario perchè se non è presente spostando la probabilità di ammalarsi
non si può incorrere nella patologia). verso quella numericamente positiva.
Sono a bassa incidenza ma ad alta
prevalenza, che diventa sempre più
lunga nel tempo se assumo farmaci.
Durata del Per lo più breve (giorni o settimane) Per lo più lunga (anni o decenni)
periodo di
latenza*
Esordio Per lo più è clamoroso Più subdolo e lento. Manifestazione
dei sintomi graduale o improvvisa.
Decorso Rapido (giorni o settimane). Lento (anni o decenni).
(o si guarisce o si muore) (si aggrava sempre di più)
Esito Guarigione o letalità Stabilizzazione o progressivo
peggioramento. In molte forme
decesso a distanza di anni o decenni.
Effetto dei Abbreviano il decorso. Diminuisce la Allungano il decorso. Aumenta la
miglioramenti prevalenza (rapporto tra il numero di prevalenza (non muoiono ma sono
terapeutici malati per una tipica malattia e tutti i malati per molto tempo).
malati, mi consente di capire quanti
sono i guariti).
(ex. antibiotici)
*LATENZA= momento in cui la malattia si sta organizzando ma non ha ancora presentato i sintomi. Nel periodo di latenza si interviene per evitare la malattia.
Periodo tra quando vengo infettata e si manifesta il sintomo.
Incidenza: rapporto tra il numero di nuovi malati di una malattia nel tempo e tutte le persone sane a rischio di ammalarsi in quel periodo di tempo, quindi né
positive né immunizzate al virus.
Igiene e sanità pubblica:
Realizzazioni del 20° secolo:
- Miglioramento delle condizioni igieniche
- Miglioramento nel trattamento e conservazione degli alimenti (refrigerazione)
- Miglioramento nel trattamento e gestione dell’acqua e dei reflui (per l’uso diretto dell’acqua come
approvvigionamento, per lavare il cibo o per lavarsi)
- Diffusione delle vaccinazioni
[Una volta, infatti, nei primi anni del 900 erano pochi coloro che potevano permettersi una stalla
separata dalla dimora. Per cui coloro che possedevano come unica fonte redditizia gli animali
vivevano nelle stalle. Non vi erano nemmeno i bagni per cui era facile ammalarsi di malattie
infettive (soprattutto di tipo zoonotico).

Demografia: scienza che studia l’evoluzione della popolazione. Ci consente di interpretare il flusso
di malattie, quindi come poterle eliminare o moderare. Studia le caratteristiche della popolazione (lo
fa l’ISTAT che raccoglie i dati attraverso il censimento: può essere statico: dice quanta gente c’è,
quanti maschi e femmine) e dinamico (quanti nati, morti e immigrati).
Piramide dell’età:
Per rappresentare i tassi di mortalità si può usare la piramide dell’età, un diagramma in cui vengono
riportate le età della popolazione e il numero di soggetti appartenenti ad essa. Questa piramide ha
forma triangolare nei paesi in via di sviluppo, perché è più larga alla base (nuovi nati), ma
estremamente sottile all’apice, perché si fanno molti figli, ma si muore in età più precoce.
Questo tipo di grafico è utile per capire già da un primo sguardo lo stato di salute di una
popolazione.
Oggi in Italia la piramide è più larga nel suo centro, perché la maggior parte della popolazione
rientra nella fascia di mezzo tra infanzia e anzianità (a parità di età sono sempre le donne le più
longeve), e nel cambiamento demografico italiano ha influito molto anche l’immigrazione che ha
fatto crescere soprattutto la popolazione giovane e quella dei bambini.

Invecchiamento della popolazione:


Per misurare l’invecchiamento della popolazione possiamo riferirci a due indici:
- l’indice di vecchiaia, ovvero il rapporto tra l’intera popolazione e la popolazione con età
superiore ai 65 anni;
- l’indice di dipendenza, ovvero il rapporto tra popolazione attiva (tra i 14 e i 65 anni) e
popolazione inattiva (sotto i 14 anni e sopra i 65).
Dobbiamo fare in modo che una persona non si ammali attraverso la prevenzione. La prevenzione è
fatta di atti finalizzati ad eliminare completamente le malattie e le disabilità o a minimizzare il loro
impatto. Gli interventi di medicina preventiva si differenziano, in relazione al momento o alla fase
di intervento rispetto alla storia naturale della malattia, in prevenzione:
primaria, secondaria e terziaria.
Quella primaria si attua su un soggetto sano; quella secondaria su un soggetto che si ritiene sano ma
che rientra già nella fascia di rischio per cui con tale prevenzione si fa un’attività di screening; se
invece la malattia è cronicizzata, a quel punto, si possono soltanto limitare i sintomi: si tratta di
prevenzione terziaria (fondamentale perché allunga la vita, nonostante la malattia, e si migliora
decisamente la sua qualità, ad esempio. per i malati oncologici, funziona la cosiddetta “terapia del
dolore”: in precedenza non si poteva superare una determinata dose di farmaci per alleviare il
dolore lancinante (spesso oppioidi), ora invece la soglia è aumentata e ciò consente al malato
terminale un percorso sicuramente più sereno; questa terapia è entrata in uso anche per il parto di
fatti una volta la madre poteva scegliere un tipo di terapia antidolorifica durante il parto ma era a
pagamento, oggi invece il parto viene visto e vissuto secondo un’altra percezione).

- PREVENZIONE PRIMARIA - Obiettivo: impedire l’insorgenza della malattia, attraverso


interventi sull’ambiente e sull’uomo sano. Naturalmente si agisce diversamente in base al fatto che
la malattia sia infettiva o non infettiva. La malattia infettiva deriva dalla presenza di un patogeno:
eliminare un elemento patogeno O si attua un’attività di disinfezione e disinfestazione dell’ambiente
o si può lavorare invece fortificando e addestrando il sistema immunitario affinché possa
riconoscere per tempo il patogeno e contrastarlo prima che faccia contrarre la malattia nel soggetto
tramite l’immunoterapia (come ad esempio la vaccinazione). Con le malattie cronico-degenerative,
invece, si può agire cercando di ridurre la presenza di fattori nocivi, attraverso l’educazione alla
salute.
- PREVENZIONE SECONDARIA – Obiettivo: ottenere la guarigione o migliorare la
prognosi attraverso una diagnosi precoce della malattia nella sua fase preclinica e/o asintomatica
con il fine di evitarne l’insorgenza. (SCREENING).
- PREVENZIONE TERZIARIA – Obiettivo: prevenzione del deterioramento, delle ricadute e
della dipendenza. Evitare cronicizzazione e invalidità. Si basa sulla riabilitazione fisica, psichica e
reinserimento sociale.

MALATTIE INFETTIVE:
Per INFEZIONE si intende la penetrazione di un microrganismo all’interno di un individuo senza
causare malattia (ciò significa che si potrebbe analizzare il siero (o un ispettorato bronchiale) di una
persona e comunicare che questa possieda un’infezione di tubercolosi ma non l’ha sviluppata).

Per MALATTIA INFETTIVA si intende la penetrazione di un microrganismo all’interno di un


individuo che causa malattia. La guarigione dell’individuo si verificherà quando le difese
immunitarie e/o la corretta terapia farmacologica impediranno al microrganismo di sopravvivere e
riprodursi. La maggior parte delle volte, la malattia infettiva scaturisce un aumento del numero di
microrganismi all’interno dell’ospite, ma se il proprio sistema immunitario è così forte da
mantenerlo bloccato nella sua crescita numerica, non si svilupperà la malattia. In qualunque
comunità (casa, scuola, ospedale, etc,) il pericolo principale è dato dalla trasmissione da persona
infetta (fonte di infezione) a persona sana (oggetto di infezione, del patogeno). Il patogeno per
essere tale è un parassita che presenta due caratteristiche: è molto piccolo, ma soprattutto ha una
velocità altissima di crescita numerica.
L’Ospite è l’individuo suscettibile che apre la possibilità di contrarre l’infezione (accoglie un
parassita da un microrganismo). La resistenza (immunità) di ciascun individuo dipende da
molteplici fattori legati al suo stato di salute e all’efficienza del suo sistema immunitario. Sono
particolarmente suscettibili alle infezioni gli anziani ed i bambini molto piccoli. Ulteriori fattori
aggravanti sono la malnutrizione, l’assunzione di farmaci che riducono difese immunitarie, etc.

Microrganismi:
Sono esseri viventi formati da una sola cellula e visibili solo al microscopio. Ne esistono di vari tipi,
i principali sono:
VIRUS: sono molto piccoli, visibili solo al microscopio elettronico. Non hanno capacità di vita
propria (sono infatti endocellulari obbligati) e, pertanto, per la loro sopravvivenza e riproduzione
devono obbligatoriamente colonizzare una cellula. Per tale motivo l’infezione virale avviene per
contatto molto ravvicinato.
BATTERI: sono più “grandi” dei virus e, infatti, possono essere visti al microscopio ottico. Sono
organismi capaci di vita propria e la sopravvivenza all’interno dell’organismo colonizzato o
infettato è indipendente dalla “struttura cellula”
MICETI (o FUNGHI): sono ancora più grandi e con una struttura più articolata dei batteri, che li
rende di difficile eradicazione.

Esistono alcune categorie di microrganismi (rickettsie, clamidie, etc.) ma virus e batteri sono
responsabili della maggior parte delle malattie infettive che interessano l’uomo
Rischio:
Il rischio è qualsiasi elemento che causa la probabilità di sviluppare una patologia (ad esempio, si
inalano sostanze cancerogene tramite il fumo di sigaretta). Il rischio lo si deve individuare, valutare
e gestire.
Il rischio può essere definito come assoluto, relativo, attribuibile e attribuibile di popolazione.

Rischio assoluto = incidenza fra gli esposti ad un fattore:


esempio: tra tutti i f umatori quanti si sono ammalati di cancro?
RAS = EM/E

Rischio relativo = incidenza fra gli esposti e i non esposti


esempio: quanti si sono ammalati di cancro tra i fumatori e i non fumatori?
RR = EM/E
NEM/NE

Rischio attribuibile = incidenza fra gli esposti – incidenza fra i non esposti
esempio: tra i malati di cancro quanti sono stati esposti e quanti no?
RA = (EM/E) – (NEM/NE)

Rischio attribuibile di popolazione = incidenza totale – incidenza fra i non esposti


oppure = rischio attribuibile x Prevalenza fattore di rischio
RAP = RA x P = It – Ine
Se non c’è la causa non può esserci la malattia.

MALATTIE:
Le malattie possono essere suddivise in base alle loro caratteristiche:
- Decrescenti, ridotte nel tempo, come ad esempio il tifo o le malattie veneree;
- Stazionarie, ossia quelle che restano costanti nel tempo, come l’influenza o l’epatite A
derivata da alimenti contaminati;
- Recrudescenti, ossia quelle che nel tempo, nonostante i controlli si innalzano, ad esempio la
tubercolosi, la salmonellosi. In esse un’incidenza significativa è l’uso sconsiderato dei
farmaci e in particolar modo dell’antibiotico-resistenza.
Vi sono, poi, le malattie cicliche che sono a loro volta suddivise in:
- cicli stagionali: ad esempio l’influenza, le malattie esantematiche nel periodo invernale e il tifo
d’estate.
- cicli poliennali: malattie il cui tasso di incidenza raggiunge un apice più alto in un certo anno poi
scende per 4-5 anni successivi e poi risale. Tra un picco epidemico e l’altro si ha sempre un numero
atteso che rimane costante nella popolazione (per cui non sparisce) (ad esempio malattie
esantematiche e pertosse)
- cicli secolari: ad esempio l’influenza come la spagnola e il colera.
Endoparassita: è un parassita che vive nelle cavità interne degli organi dell’ospite, a differenza del
parassita autonomo che può vivere anche al suo esterno. Posso riconoscere il ciclo che svolge
attraverso l’ospite.
Ospite:
- ospite definitivo (o ospite primario): è l'ospite nel quale il parassita raggiunge lo stadio
adulto e si riproduce.
- ospite intermedio (o ospite secondario): è l'ospite nel quale si sviluppano le forme larvali del
parassita.
- ospite di trasporto o accidentale: è l'ospite nel quale il parassita normalmente non si sviluppa
e quindi difficilmente vi può raggiungere il completo sviluppo.

Portatori:
Soggetti che eliminano uno specifico agente patogeno in assenza di segni clinici di malattia.
Sono i cosiddetti asintomatici perché sono coloro che nonostante abbiamo sviluppato l’infezione
non hanno sintomi. Nel momento in cui vi è il periodo di latenza sono in grado di contagiare pur
non avendone la consapevolezza.
I portatori possono essere:
- Portatori precoci: soggetti che si trovano nel periodo di incubazione di una malattia e che
possono diffondere l’agente patogeno anche prima del manifestarsi della malattia stessa (nel
cosiddetto periodo di latenza)
- Portatori convalescenti: malati che continuano ad eliminare l’agente patogeno anche dopo la
guarigione clinica (ex. malattie esantematiche, varicella, rosolia, morbillo con le pustole che
presentano su mani, tronco e viso ed è proprio attraverso queste pustole che il virus si
trasmette ad altre persone)
- Portatori cronici: malati che continuano ad eliminare l’agente patogeno sempre (HIV,
epatite: nonostante la terapia quel portatore cronicizza quella malattia e deve perciò tutelare
la sua condizione affinché si riduca la possibilità di trasmettere la malattia). Ci si infetta ma
non si guarisce mai.
- Portatori sani: soggetti che si infettano ed eliminano l’agente patogeno senza sviluppare la
malattia (ex. asintomatici del covid-19)

Pandemie nel XX sec.:

- La Spagnola (H1N1):
1/3 della popolazione mondiale fu colpito dall’infezione. Non siamo ancora in grado di
comprendere da dove sia partito il virus, sappiamo solo essere di tipo aviario ma non sappiamo da
quale volatile.
La malattia fu eccezionalmente severa, con una letalità circa 50 milioni di decessi (solo stimati),
alcuni ipotizzano fino a 100 milioni.
I discendenti di questo virus circolano ancora oggi nei maiali (da qui l’abbattimento in seguito alla
febbre suina).
Era un virus simile a quelli dell’influenza aviaria, originatosi da un ospite rimasto sconosciuto.
La curva della mortalità per età di un’influenza, che conosciamo per un arco di tempo di circa 150
anni ha sempre avuto una forma ad U, con mortalità più elevata tra i molto giovani e gli anziani.
La curva della mortalità del 1918 della Spagnola è stata W incompleta, simile cioè alla forma da U,
ma con in più un picco di mortalità nelle età centrali tra gli adulti tra 25 e 44 anni (quindi ha colpito
tutta la popolazione).
Il 99% dei decessi furono a carico delle persone con meno di 65 anni, cosa che non si è più ripetuta.

- L’Asiatica (H2N2):
All’epoca il virus era stato isolato nell’uomo poteva essere studiato in laboratorio.
Tranne le persone con più di 70 anni, la popolazione non aveva difese contro il virus.
fu molto diffuso ed evidente il fenomeno di polmoniti primariamente virali.
le morti si verificarono soprattutto nelle persone affette da malattie croniche e meno colpiti furono i
soggetti sani.
Il virus dell’Asiatica (H2N2) era destinato ad una breve permanenza tra gli esseri umani e
scomparve dopo soli 11 anni
-
- Influenza Russa (H1N1):
Questa epidemia si era diffusa nel nord est della Cina, ma fu denominata “Russa”. Essa si diffuse
rapidamente ma soprattutto o quasi unicamente tra i giovani con meno di 25 anni, con
manifestazioni cliniche lievi, anche se tipicamente influenzali. Si ritiene che i giovani non fossero
stati esposti alla spagnola e all’asiatica. In effetti, la caratterizzazione antigenetica e molecolare ha
dimostrato che questo virus era molto simile a quelli circolanti negli anni ’50.

- COVID-19 (2020):
l’OMS l’ha dichiarata pandemia mondiale perché la diffusione nei vari continenti è stata veloce, in
quanto il Covid si trasmette con la fonazione, a causa della quale le goccioline espulse diventano
più grandi con lo starnuto e la tosse. La persona che ha questi sintomi non può circolare, mentre la
mascherina chirurgica ci può garantire protezione. Questa, però, a breve distanza, non protegge;
mentre quelle di stoffa, i cosiddetti dispositivi di protezione generale, non hanno neanche questa
capacità: possiamo usarle all’aperto ma non quando stiamo a contatto con persone. È necessario
applicare regole come lavarsi le mani, stare a distanza, evitare abbracci e strette di mani, usare
mascherine e, là dove è possibile, i guanti.
Un altro elemento importante da considerare è il serbatoio (= l’ambiente da dove è partita
l’infezione), che, nel caso del Covid, si pensa possa essere il pipistrello. In realtà è sull’uomo che ha
scatenato la sua potenza patogena.
Il rischio infettivo:
- Dipende in primo luogo dalla caratteristica del microrganismo.
- Dipende dalla carica microbica (il numero di microrganismi presenti nel soggetto). Ci sono infatti
delle patologie infettive che sono correlate alla carica microbica: se si ha un sistema immunitario
forte, la malattia non si sviluppa; ma se così non dovesse essere, la malattia si svilupperà quando si
raggiungerà un certo numero di microrganismi presenti nell’organismo sano;
- Dipende dalla capacità di sopravvivenza nell’ambiente esterno.

Il serbatoio di infezione:
È l’habitat naturale in cui l’organismo patogeno può essere trasmesso al soggetto che lo riceve, per
cui può essere l’uomo, l’animale, l’ambiente e gli alimenti. Di conseguenza, per ogni patologia
bisogna riconoscerne l’eziologia; solo conoscendo la storia, la vita, il circuito che usa questo
microrganismo, tramite delle misure di prevenzione, lo si può contenere.

Trasmissione:
Le vie di eliminazione come quelle di ingresso per poter produrre la catena di contagio sono la cute,
le mucose, il sangue e gli insetti e possiamo distinguere due tipi di modalità di trasmissione:
- trasmissione diretta: per contatto fisico vero e proprio tra il soggetto malato e il soggetto sano;
- trasmissione indiretta: da ambiente a soggetto sano, tramite acqua, alimenti, aria, oggetti d’uso….
I veicoli sono tutte quelle cose inanimate che intervengono come le goccioline di Flugge, i granuli
di polvere, gli alimenti o gli oggetti; i vettori, nel caso si tratti di organismi animati, fungono da
ospite terminale definitivo e possono essere distinti in meccanici o passivi (ad esempio, la mosca
trasporta i microrganismi e contamina altri veicoli), altri ancora possono essere definiti attivi o
obbligati (ad esempio, è la zanzara a trasferire la malaria nella popolazione, per cui svolge un ruolo
attivo).
- trasmissione parenterale: avviene tramite il contatto con il sangue, le trasfusioni di sangue, gli
strumenti medici, siringhe ed aghi, strumenti da toilette personale, tatuaggi.
- trasmissione verticale: avviene nel momento del parto tramite il contatto tra madre e figlio
(solitamente viene fatto parto cesareo per evitare il contagio attraverso il canale del parto o
placenta).
questi microorganismi per poter accedere in un organismo sano usano tutta una serie di percorsi:
- la cute
- le mucose delle vie respiratorie: come il caso della malattia infettale del Covid
- l’apparato digerente: se si pensa ai vermi intestinali, sono tutti organismi che necessitano di
arrivare all’organo come l’intestino o lo stomaco attraverso l’alimento infetto
- genite-urinarie: le malattie sessualmente trasmettibili usano le mucose genitali o urinarie per
produrre la malattia
- via congiuntivale: per esempio, il laboratorista che deve esaminare del sangue che per questione di
privacy non è tenuto a conoscerne la provenienza, deve usare, oltre la mascherina e i guanti, gli
occhiali protettivi, in maniera che schizzi di sangue non raggiungano la cornea e per non essere
esposti al contagio di epatite A o di epatite B o di AIDS.
- la placenta: (involucro che nutre il bambino in tutta la fase fetale) questo può essere un problema
nel momento in cui quelle infezioni sessualmente trasmissibili possono attraversare la placenta e
colpire il bambino. Questo è il motivo per cui alcune persone, prima o durante la gravidanza, non
effettuano la vaccinazione per evitare che il bambino possa subire danni come la rosolia (il bambino
colpito dalla rosolia può nascere con tutta una serie di problemi importanti), l’epatite (tant’è che il
bambino appena nato viene vaccinato con degli anticorpi direttamente proprio per cercare di evitare
che il bambino si ammali. L’epatite B, essendo dovuta alla commissione di sangue, molto spesso
viene fatto nascere con il parto cesareo per evitare il contatto con la mucosa infetta).

Immunità:
È la capacità di uscire assolutamente indenne da una patologia infettiva, oppure esserne colpito ma
avere come esito finale una veloce guarigione, grazie a condizioni che bloccano la crescita del
microrganismo nell’organismo sano.
Inoltre esiste la cosiddetta immunità di specie: alcune malattie infettive si specializzano su una
specie, rendendo immune le altre.
Vi è anche un’immunità acquisita, che si produce nel momento in cui si è esposti al patogeno, che
può appunto essere acquisita:
- naturalmente: causa lo sviluppo di anticorpi in maniera naturale. Questo porta a creare una sorta di
memoria.
Questo tipo di immunità può essere passiva quando una mamma nutrendo il proprio bambino con il
latte materno trasmette i propri anticorpi.
- artificialmente: se non si vuole che quell’individuo si ammali, per produrre l’anticorpo, e quindi
giungere all’immunità, si usa quella artificiale che anche in questo caso può essere attiva e passiva.
È attiva tramite la vaccinazione, cioè si simula il contatto con il patogeno attraverso un pezzo di
DNA, di RNA...in maniera tale da non creare reazione patogena ma dando al sistema immunitario
umano un target che crei il campanello d’allarme che faccia produrre l’anticorpo.
È passiva, se si usa lo stesso sistema che userebbe la mamma con il neonato: si prende l’anticorpo
di un soggetto malato che ha superato la malattia, si riproduce e si creano i sieri.
[La sieroprofilassi è diversa dalla vaccinoprofilassi. Quest’ultima permette un’attivazione del
sistema immunitario; per la sieroprofilassi, invece, si inietta su soggetto sano il pool di anticorpi
rendendo immuni i soggetti fin quando gli anticorpi rimangono attivi. La risposta immunitaria può
essere la produzione di un anticorpo: l’immunoglobulina che è la molecola proteica specifica,
prodotta dal sistema immunitario, reagisce con l’antigene che ne ha provocato la sintesi. Antigene:
molecola estranea appartenente ad un batterio capace di indurre una risposta immunitaria.
Anticorpo: molecola proteica specifica prodotta dal sistema immunitario che reagisce con l’antigene
che ne ha provocato la sintesi.

Azioni di prevenzione:
1) Verso l’uomo malato: tramite l’isolamento, notifica in modo tale da bloccare la catena di
contagio, educazione sanitaria, bonifica (ad esempio, nel caso della febbre suina è stato abbattuto il
vettore in modo tale da eliminare la malattia).
2) Prevenzione verso l’ambientale, che consiste nel risanamento ambientale, igiene sociale,
sterilizzazione (che uccide tutto, sia le forme patogene che non, ma soprattutto le forme durevoli
come le spore), disinfestazione (distruzione di macro parassiti-vettori), disinfezione (che consiste
nella distruzione di soli germi patogeni in ambienti e materiali).
3) Verso l’uomo sano recettivo, che consiste nell’immunoprofilassi (vaccinazione) e nella
chemioprofilassi. Quest’ultima la conosce chi ha fatto viaggi all’estero, nelle zone tropicali, dove ci
sono patologie come la malaria per la quale non esistono vaccini ma farmaci che evitano la sua
diffusione; pertanto, succede che si può fare una terapia che deve durare circa per un mese anche
nel corso del viaggio: questa terapia è sopportata dall’uomo ma lo rende tossico, rende tossico il suo
sangue se punto da una zanzara affetta e quindi il plasmodio non trova un ambiente ospitale per
riprodursi.

Trasmissione malattie infettive:


Attraverso la bonifica dell’ambiente, delle superfici, degli oggetti con cui siamo a contatto,
possiamo eliminare il rischio di patologie infettive perché eliminiamo direttamente il patogeno
correlato a queste.

 Disinfezione: pratica rivolta alla distruzione di un germe specifico o in generale di tutti i


germi patogeni (non necessariamente degli sporigeni) presenti in un determinato sito.
In generale si ottiene mediante l'impiego di sostanze chimiche dette disinfettanti.

 Sterilizzazione: metodica finalizzata all’eliminazione di tutti gli esseri viventi, patogeni e


non, presenti su un determinato substrato solido, liquido o aeriforme. Si ottiene con
mezzi chimici, ma soprattutto fisici (calore, raggi gamma, filtri).

 Antisepsi o batteriostasi: pratica finalizzata alla neutralizzazione di una carica


microbica per blocco della riproduzione e non necessariamente per uccisione dei germi.

 Asepsi: procedimento finalizzato ad impedire la contaminazione da parte di


microrganismi di substrati precedentemente sterilizzati.

 Decontaminazione: abbattimento della carica microbica esponendo all'azione di agenti


disinfettanti o sterilizzanti articoli non precedentemente detersi.
La bonifica ambientale elimina, quindi, quei fattori favorenti le patologie. Per bonificare l’ambiente
abbiamo mezzi naturali come l’uso dell’ossigeno, luce ultravioletta solare; ma anche mezzi
artificiali che possono essere fisici (come temperature, stufe, autoclave) e chimici (che hanno la
capacità di distruggere le pareti batteriche).
Un’altra forma di prevenzione primaria è anche l’educazione sanitaria cioè le informazioni su cause
e fattori che favoriscono l’insorgenza, la diffusione di una patologia.

La disinfestazione che è una prevenzione che serve per eliminare i vettori i quali possono essere
passivi (come le mosche domestiche per cui fanno solo un trasporto meccanico dei microrganismi
infettati poggiandosi su un individuo sano), attivi che nel loro organismo permettono la
moltiplicazione dei microrganismi infettanti (la pulce del topo per la peste) e anche obbligati cioè
necessari al parassita che, per arrivare a maturazione deve svolgere in essi una parte del suo ciclo (la
zanzara anofele per la malaria).

Malattie infettive e gravidanza:


Un’infezione durante la gravidanza può esporre la madre e il bambino a varie complicanze, per
questo motivo vanno prevenute.
Le vie di contaminazione del feto sono:
- La via ematica (meglio detta via parenterale): attraverso il sangue
- La via ascendente (o verticale): ovvero attraverso la nascita vaginale (collo dell’utero) o
attraverso il contatto con l’amnios (liquido che avvolge il feto.
- Per via diretta quindi con la mucosa della vagina nel canale del parto.

Complesso TORCH:
Questo è un complesso che rappresenta l’insieme di esami che si fanno durante la gravidanza.
TORCH è un acronimo che sta per: Toxoplasmosi, Others (altre infezioni), rosolia (rubella virus),
Cytomegalovirus, Herpes simplex virus.

Toxoplasmosi:
Eziologia: deriva dall’esposizione al toxoplasma gondii, cioè un parassita che vive nei gatti e in altri
animali a sangue caldo, e che si si sposta nei tessuti placentari e fetali.
Epidemiologia: si tratta di un’infezione contratta per via alimentare, che in genere nella persona
normale e non in gravidanza è asintomatica e benigna; o infezione contratta durante la vita
intrauterina, per trasmissione trasplacentale (cioè la mamma si contagia e attraverso la placenta
contagia anche il feto).
Trasmissione: diretta, tramite la saliva del gatto o se si manipolano gli alimenti con mani sporche di
saliva di gatto; indiretta tramite l’ingestione di carni e verdure infette. Motivo per cui la donna in
gravidanza non può assolutamente mangiare carni crude.
Diagnosi: si fa attraverso le analisi del sangue alla mamma.
Profilassi:
- la donna in gravidanza ovviamente ogni 4 settimane deve fare il controllo specialmente se è un
soggetto negativo, cioè che non ha mai avuto la parassitosi.
- ci vuole un’osservazione rigorosa di norme igieniche atte ad evitare il contagio, quindi non
ingerire ad esempio verdure crude e carne poco cotta.
- bisogna evitare il contatto con animali.
- bisogna lavarsi le mani prima dei pasti specialmente in ambienti presumibilmente contaminati.
Terapia farmacologica: sono delle sostanze che servono a uccidere questo protozoo, ad esempio
l’acido folico che si usa ancor prima della gravidanza perché abbassa la probabilità di avere
malformazioni in particolare sull’apparato nervoso, e serve ad uccidere questo parassita.
Rosolia:
Malattia benigna e di breve durata. Viene contratta attraverso l’inalazione delle goccioline
di Flugge emesse attraverso la tosse e gli starnuti, in questo modo può arrivare tramite la placenta
tramite la placenta al feto.
Il neonato è contagioso per un lungo periodo (circa 6 mesi) infatti bisogna evitare che questo stia a
contatto con donne in gravidanza e negative alla precedente infezione.
Diagnosi: si fa attraverso la ricerca sierologica degli anticorpi.
Profilassi: Il vaccino (può essere associato al vaccino del morbillo, della parotite), va somministrato
almeno tre mesi prima dell'insorgenza di un eventuale gravidanza. Ricordiamo che nella donna in
gravidanza non posso produrre la vaccinazione, ma posso usare invece le immunoglobuline, quindi
usare la siero profilassi.

Herpes simplex virus:


L'herpes simplex è un herpes neonatale abbastanza raro, ma gravissimo perché provoca un'infezione
e si trasmette attraverso il canale del parto.
La malattia causa aborto e mortalità perinatale elevata.
Diagnosi: Si evidenziano le vescicole e delle ulcere genitali, quindi i neonati devono essere
assolutamente allontanati dalla madre e isolati per almeno 12 giorni per evitare il contagio, tra le
gravide con lesioni attive si usa il taglio cesareo da eseguirsi a sacco integro (ovvero, mentre
quando si fa un cesareo normale si apre il sacco amniotico e si aspira il liquido per cui il bambino
entra a contatto anche col sangue della mamma, per le donne invece che hanno questa tipologia di
malattia già diagnosticata, si asporta il feto con tutto il sacco integro di liquido amniotico).
Si manifesta con un’irritazione cutanea e la trasmissione avviene attraverso l’inalazione di
goccioline di Flugge emesse attraverso la tosse e gli starnuti.

Cytomegalovirus:
Il Citomegalovirus è un virus presente nei liquidi organici (il sangue, la saliva, le lacrime, le urine,
lo sperma, il latte materno) e si trasmette per contatto diretto.
Diagnosi: la si fa andando a cercare gli anticorpi specifici nel sangue materno o nel sangue fetale.
Profilassi: per curare questo virus è necessario utilizzare le immunoglobuline (sieroprofilassi) per
avere degli ottimi risultati in gravidanza o effettuare l'isolamento quando possibile dalle fonti di
contagio.

“OTHERS” (altre infezioni):


 AIDS, la parotite epidemica (gli orecchioni), il morbillo, l'influenza, la varicella.
 Infezioni batteriche: Gli streptococchi, la tubercolosi.
 Infezioni protozoarie: La malaria, gli elminti (i vermi), infezioni sessuali.
Epidemiologia e profilassi delle principali malattie trasmesse per via aerea

Influenza:
È una malattia contagiosa che colpisce le vie respiratorie e causa la febbre. In genere si ha la
guarigione spontanea dopo circa una settimana. Si trasmette per contatto diretto mediante le
goccioline di saliva emesse attraverso la tosse e gli starnuti. E’ consigliato l’isolamento a casa con
completo riposo ed è necessaria la disinfezione degli oggetti contaminati dal malato. La
vaccinazione non è obbligatoria ma raccomandata per alcune categorie.

Morbillo:
È una patologia contagiosa che provoca febbre, congiuntivite, anoressia e tosse secca.
Successivamente si ha un innalzamento della temperatura e la comparsa di macchie rosse
pruriginose sulla pelle. La malattia colpisce soprattutto i bambini e conferisce un’immunità
permanente. Modalità di trasmissione: la trasmissione dell’infezione avviene per via aerea e per
contatto diretto con le secrezioni nasali della persona infetta.
- Profilassi: l’isolamento deve essere effettuato per cinque giorni dalla comparsa
dell’esantema (macchie rosse). La disinfezione ambientale non è richiesta.

Parotite (orecchioni):
È una malattia infettiva e contagiosa che causa febbre e infiammazione delle ghiandole salivari.
Modalità di trasmissione: l’infezione viene trasmessa con le goccioline di saliva emesse attraverso
la tosse o gli starnuti; rara è la trasmissione mediante oggetti contaminati. Profilassi: è consigliato
un isolamento del paziente.

Difterite:
È una malattia infettiva e contagiosa. Modalità di trasmissione: la difterite è una malattia trasmessa
per via aerea o attraverso l’aria inquinata oppure attraverso il contatto con oggetti contaminati dal
malato.
- Profilassi: è necessario un isolamento e la disinfezione continua di tutti gli oggetti
contaminati dalle secrezioni nasali del paziente.
- Immunizzazione attiva: la vaccinazione è obbligatoria in Italia, spesso associata alla
combinazione di due vaccini: l’antidifterico e l’antitetanico”.

Pertosse:
È una malattia infettiva e contagiosa che causa crisi di tosse e complicanze respiratorie. Modalità di
trasmissione: la malattia si trasmette per contatto diretto con le secrezioni di mucose del tratto
respiratorio di persone infette, probabilmente attraverso le goccioline di saliva. Profilassi: è
consigliato l’isolamento.

Tubercolosi polmonare (TBC):


La tubercolosi è una malattia infettiva e contagiosa ad andamento cronico. E’ molto diffusa
soprattutto nei paesi in via di sviluppo a causa delle cattive condizioni igienico sanitarie. Modalità
di trasmissione: l’infezione si trasmette attraverso le goccioline prodotte da persone infette. Si cura
attraverso una terapia farmacologica. Profilassi: è necessario l’isolamento fino alla fine della
malattia e la disinfezione continua degli effetti personali del paziente.

Varicella:
La varicella è una malattia altamente contagiosa che colpisce soprattutto i bambini e si presenta
attraverso un’irritazione vescicolare dolorosa. Modalità di trasmissione: la malattia si trasmette per
contatto diretto con le secrezioni o con il liquido contenuto nelle vescicole dei soggetti infetti.
Profilassi: è consigliato l’isolamento domiciliare del paziente.

ACQUA: l'acqua potabile è l'acqua che si può bere e quindi destinata al consumo umano.
L’acqua la usiamo per bere, ma anche per lavarci, per cucinare, per lavare le stoviglie, la casa,
quindi vi è una serie di usi di cui noi ormai non percepiamo più l'importanza perché ne abbiamo a
disposizione in grande quantità. Inoltre, l'unica acqua destinata al consumo umano, è l'acqua
potabile ovvero quella del rubinetto.

Vi è una distinzione tra acqua clorata e acqua minerale. La prima ci consente di avere a disposizione
un’acqua pura (a differenza della seconda che, una volta aperta, non lo è più) per poter permetterci
di usarla per lungo tempo, mantenendo comunque la garanzia di sicurezza microbiologica o
chimica.
L'acqua è la sostanza più diffusa sulla terra. L’acqua è necessaria perché in un uomo adulto
rappresenta quasi il 55% del peso corporeo e questo è il motivo per cui la disidratazione in soggetti
come i neonati e gli anziani rappresentano una causa di morte abbastanza repentina. É impossibile
vivere e sopravvivere quando c'è mancanza di acqua.
La disidratazione su un soggetto adulto di 5% del peso porta nausea e sonnolenza, di 10% grave
deterioramento delle condizioni psicofisiche, tra un 15% 20% si arriva alla morte.
Tuttavia, molto spesso l'acqua che viene utilizzata non sempre ha le caratteristiche chimico fisiche e
microbiologiche idonee per garantire la salute della popolazione, per questo si usano dei pozzi
superficiali.

Esiste una relazione tra la salute e la disponibilità di acqua:


Se si va a vedere la percentuale di accesso all'acqua si noterebbe che tanto più è bassa la percentuale
tanto più alta la mortalità infantile e tanto più bassa è l'aspettativa di vita. Pertanto, la mortalità
infantile è fortemente correlata alla quantità di acqua che abbiamo a disposizione di ottima qualità.
Abbiamo dei serbatoi naturali come ovviamente i bacini, i pozzi profondi o anche le acque
superficiali (come laghi, fiumi e torrenti), ma oggi si parla anche di dissalatori che ci permettono di
utilizzare l'acqua di mare lavorandola fino a portarla alle condizioni di potabilità. È ovvio che il
consumo umano ha tutta una serie di opzioni di uso delle acque e può essere:
- direttamente captate: resa potabile.
- corretta allo scopo: cioè lavorata e quindi potabilizzata.

Requisiti e criteri di potabilità:


L’acqua è considerata un fattore di benessere finché questa risponda a quattro requisiti di potabilità
(che se non vengono soddisfatti l’acqua non può essere idonea al consumo) ovvero:
 La purezza: cioè l'assenza di contaminazione microbiologica
 L’innocuità: assenza di fattori indesiderabili e tossici
 La gradevolezza: le caratteristiche organolettiche (sarebbe la temperatura, il colore, la
limpidezza e l’odore)
 L'usabilità: tutte quelle caratteristiche chimiche che consentono all'uomo di utilizzare l'acqua
potabile per tutti i suoi usi tecnologici (caldaie a vapore; ferro da stiro; lavastoviglie;
lavatrice; ma anche a tutti quei sistemi industriali che utilizzano l'acqua come elemento di
trasformazione del prodotto)

Per quanto riguarda la purezza, questa ci consente di definirla generalmente microbiologica quando
ci sono analisi microbiologiche che danno la contezza che effettivamente la qualità dell'acqua è
assolutamente buona. Devono, quindi, mancare tutti quegli elementi indesiderabili o patogeni che
possono alterare la qualità dell'acqua arrecando direttamente un’infezione o una tossinfezione
all'uomo che la usa per le vie dirette. Ovviamente, però, è importante anche capire da dove venga
captata l’acqua (studio idrogeologico) in quanto la natura del bacino (il lago, il pozzo, la falda
profonda o il fiume) serve per poter delineare quali potrebbero essere i rischi associabili all'uso di
quell’acqua: è importante anche la natura del terreno che accoglie la falda sottostante o che circonda
il lago o il fiume.

L’innocuità è prettamente definita dall’esame chimico dove dobbiamo considerare:


- i fattori indesiderabili boro, ferro, fluoro, manganese, residui di minerali, idrogeno solforato)
ovvero quegli elementi il cui eccesso può portare un elemento di disturbo al metabolismo o alla
fisiologia del soggetto umano che usa l'acqua perché gli indici di inquinamento fecale sono correlati
all’infezione, che a sua volta è correlata alla carica batterica).
- i fattori tossici (rappresentati dai metalli pesanti, dagli antiparassitari, dai cianuri) cioè tutti quegli
elementi che già a bassissima concentrazione sono fortemente tossici per il consumatore.

Anche per la gradevolezza si deve effettuare un esame chimico organolettico dove si può verificare:
- il colore (che deve essere trasparente)
- deve essere priva di odore
- la limpidezza: deve essere limpida (è chiaro che non berremmo un’acqua se è torbida)
- la temperatura: bere acqua calda non è piacevole
- la quantità di ossigeno e soprattutto di anidride carbonica altera il gusto dell'acqua, (la
frizzantezza) determinata dalla quantità di anidride carbonica aggiunta volontariamente in alcuni
casi o normalmente ritrovata naturalmente nell'acqua se queste sono generalmente delle falde in
prossimità di un vulcano.
- il residuo fisso, quantità di minerali presenti.
- la conducibilità: è data dalla quantità di ioni presenti dissolti all'interno dell’acqua.

L'usabilità, ovvero la presenza della durezza, quindi ferro, manganese, cloruri, solfati, calcio,
magnesio, sodio, potassio, alluminio: elementi che se superano certi limiti possono diventare
problematici (creando quelle cosiddette incrostazioni nel caso di elettrodomestici).

Microelementi disciolti in acqua:


I microelementi sono elementi molto piccoli in concentrazioni ma che sono fondamentali per la
nostra salute. Di fatti, si potrebbe avere un aumento di questi microelementi in funzione dei
trattamenti di potabilizzazione o in base alla sorgente o nel luogo in cui l’acqua viene estratta.
Essi concorrono a stabilire la qualità delle acque destinate a consumo umano e hanno di
conseguenza una serie di requisiti che sono indicati dalla legge.
Ci sono elementi, che sono strutturali, di cui abbiamo un fabbisogno di grammi per giorno (ad
esempio il sodio); altri che eliminiamo perché riteniamo dannosi (ad esempio l’acqua calcarea)

Le patologie connesse all'inquinamento dell'acqua:


Le patologie infettive, le patologie cronico-degenerative e, durante il suo ciclo sia fisico che
biologico, l’acqua ovviamente può diventare veicolo di sostanze patogene, chimiche e biologiche
(quindi fonte di rischio per la collettività).
Pertanto, si deve fare un controllo assiduo soprattutto quando si trovano dei nuovi pozzi o si
cominciano a usare delle acque di cui non si aveva prima una caratterizzazione; un controllo anche
dal punto di vista virale verificando la bontà di queste acque.

Patologie infettive correlate all’acqua:


Sono tanti infatti i casi di morbosità (ovvero il numero di nuovi malati per anno) e di mortalità (il
numero di morti per anno) in relazione a quanta acqua e soprattutto a quale sia la sua qualità.
Per malattie diarroiche ciò è dovuto alla non gestione delle acque o per gli escreti animali o umani
che vanno a contaminare le acque che vengono utilizzate per tutti gli altri usi.
Per le infezioni intestinali con elminti (vermi) malsana eliminazione degli escreti, scarsa igiene
personale e domestica.
La dracunculiasi, invece, è una malattia derivante da un verme la cui cisti viene assunta per via
acquatica (quindi utilizzando un’acqua non potabile) che usa l'uomo come ospite definitivo
all’interno del quale svolge la riproduzione sessuale. Questa malattia è fortemente correlata al
rifornimento di acque contaminate.

Patologie cronico degenerative correlate all’acqua:


Vi sono anche patologie cronico-degenerative correlate a una associazione tra consumo di acqua ed
effetti tossici, e cancerogeni per la presenza di alcuni microinquinanti chimici di natura organica,
inorganica (come i metalli o alcuni ioni).
Ad esempio, in base alla durezza, la carenza di magnesio porta alle patologie cardiovascolari; un
eccesso di alluminio e litio porta le patologie neurologiche; il fluoro invece è borderline ovvero, se
in difetto provoca le malattie dentarie come la carie, se in eccesso porta una patologia che si chiama
fluorosi (che macchia in maniera indelebile e perenne i denti).

Acqua di falda:
L’acqua di falda è un’acqua molto profonda che si auto-depura per percolazione attraverso le rocce:
tanto più è spesso lo strato di roccia, tanto più sarà pura l'acqua. Pertanto, la si utilizza e la si
potabilizza solo dopo una attenta analisi chimica e microbiologica.

Acqua superficiale:
- Fiumi: autodepurazione legata alla rete trofica
- Laghi e bacini: autodepurazione legata al lento ricambio
- Acque meteoriche: necessari trattamenti di potabilizzazione
- Acque di mare: usabilità strettamente legata al fabbisogno

Le cause di inquinamento delle acque sia profonde che superficiali:


Gli scarichi industriali, le attività agricole, le acque di percolazione che arrivano nelle falde), dagli
scarichi urbani (fognature).

Dopo un'attenta valutazione chimica e microbiologica si devono correggere i caratteri che


esulerebbero dai limiti di legge riportandoli in una condizione di sicurezza garantendo la potabilità
all'utente che si trova a chilometri e chilometri dal potabilizzatore e la purezza dell’acqua nel
momento in cui apre il rubinetto.

Potrebbero intervenire, però, tutta una serie di elementi che potrebbero alterare la qualità dell'acqua
nonostante il trattamento: a questo punto si usano i sistemi di disinfezione che servono sia ad
abbattere gli elementi patogeni di natura microbiologica, ma che possono anche abbattere alcune
sostanze organiche. Per cui, si usano l’ozono o il cloro, i quali presentano pregi e difetti:
 Ozono: generalmente lo si usa in ambito industriale perché ha un potenziale (di riduzione)
elevato. L’ozono, distrugge gli enzimi dei microrganismi, inattiva il virus, inattiva i
protozoi, i miceti e gli elminti, evita sapori sgradevoli, ossigena l'acqua e soprattutto ha una
disinfezione rapidissima.
Generalmente, l’ozono è un gas che viene sparato contro corrente all’acqua e che si
disperde. Successivamente, nel momento in cui incontra l'acqua, questa si disinfetta (seppur
in seguito non si avrà la garanzia che questa non sia nuovamente impura). Dunque, l'ozono
si usa per i trattamenti industriali (le acque fisiologiche che vengono iniettate in corpo, solo
dopo averle sterilizzate tramite l’ozono, perché altrimenti si potrebbe produrre l’infezione
nel soggetto che ha fatto uso del farmaco. In pochissimi secondi, evapora, viene chiusa la
provetta e di conseguenza la disinfezione e la sterilizzazione è garantita fino a quando non si
apre l’ampolla). Quindi ha la rapidità di attività e questa alta capacità di sterilizzare;
ma ha il difetto che gli impianti costano moltissimo perché viene prodotta questa molecola
tre-atomica dell'ossigeno (che è fortemente instabile e quindi anche pericolosa dal momento
che gli impianti di produzione possono essere soggetti a esplosioni), manca di azione
residua (cioè non permane nell’acqua, per cui non garantisce nel tempo la disinfezione) e
soprattutto può produrre anche dei sottoprodotti.
 Clororichiesta: quantità necessaria di cloro per una completa potabilizzazione dell'acqua.
Se ne fa un maggiore uso a livello potabile. Per cui la clorazione può essere semplice: si
mette una quantità di cloro che è sufficiente a distruggere tutto e che ne rimane un
pochettino per poter garantire la disinfezione dell'acqua a lungo termine. Con la clorazione
semplice si tiene il cloro per un tempo lungo di contatto, si ha una bassa velocità di reazione
del cloro, si possono formare i clorofenoli.
Per la cloro-ammoniazione si usano dei sali di ammonio contenenti cloro. Questa impedisce
la formazione di clorofenoli.
Quindi ogni tipo di clorazione è basata sul tipo di uso che si deve fare di quell’acqua.
La clorazione può essere usata con cloro gassoso che si usa generalmente per le acque molto
profonde (per le acque profonde dei pozzi del massiccio etneo, quindi del vulcano, essendo
molto profondo e molto puro, si usa il cloro gassoso per cui quando viene bevuta l'acqua ha
una bassissima percezione a livello olfattivo e gustativo del cloro); mentre le acque più
superficiali vengono trattate con biossido di cloro ipoclorito e la quantità di cloro utilizzata
è maggiore perché essendo più superficiale l'acqua potrebbe essere maggiormente esposta a
rischio di contaminazione.
La clorazione ha dei pregi: può garantirmi la disinfezione, ha proprietà decoloranti e
deodoranti (quindi anche l'acqua, di per sé, assume quello che è l'aspetto adeguato dal punto
di vista organolettico per poter essere consumata), distrugge i loro clorofenoli (per cui se
anche si formassero dei sottoprodotti di disinfezione, il cloro stesso li distrugge ma
soprattutto il costo è ridotto rispetto allo ozonizzazione, ma il biossido di cloro rispetto agli
ipocriti, essendo un gas, ha alcuni problemi soprattutto per quello che riguarda la gestione
degli impianti che possono anch’essi creare dei problemi di esplosione.

Se si ha una casa (specialmente se di villeggiatura) e per molti mesi l’acqua potabile non è stata
utilizzata, non si può subito riempire l'acqua del bicchiere dal rubinetto, bensì si apre il rubinetto e
si fa scorrere per parecchi minuti l'acqua in maniera tale che si eliminano le stagnazioni; di fatti,
passando acqua corrente vi è quella quantità di cloro che va a disinfettare tutti i rubinetti.
Pertanto, la clorazione è il metodo più utilizzato per poter rendere potabile l'acqua, ma se non è
fatta con tutti i criteri, potrebbe creare come elemento di disturbo alcune sostanze dette D-DBP
(Disinfection-Disinfection By Products) o dette semplicemente “sostanze alorganiche” o
“sottoprodotti della disinfezione” che sono tossici.

Se si usa acqua potabile con un alto livello di sottoprodotti di disinfezione, si potrebbe avere un
rischio nell'età adulta (70-80 anni) di cancro alla prostata, all'intestino.

Inoltre, se le acque sono cariche di nitrati (che servono a concimare i terreni) entrando a contatto
con l'acqua si trasformano in nitriti (che hanno e rappresentano un'alta tossicità per l'uomo in
quanto cancerogeni). Quando vengono assorbiti, attraverso le verdure o attraverso le carni (perché
molto spesso i nitriti sono dei conservanti utilizzati per conservare carne, salumi e formaggi per non
farl ammuffire), allora in quel caso si consumano nitrosammine. Queste ultime, che si formano nel
nostro stomaco adatto a basso valore di PH e quindi a forte acidità, sono un rischio correlato
all'arricchimento dei terreni e/o delle produzioni agricole con i nitrati o dell’uso dei conservanti; per
cui quando oggi noi parliamo di carne rossa che stimola il cancro, non parliamo della carne fresca,
bensì di tutti i prodotti proteici (compresi i formaggi) di lunga scadenza che hanno nella loro
formula i nitrati e i nitriti. Per cui è ovvio che, nel momento in cui si dà un'indicazione di una
corretta nutrizione, i cibi conservati si cerca di limitarli perché lì sicuramente la quantità di
conservanti è maggiore.

Elementi dannosi rintracciabili nell’acqua:


Tra le molecole di cui tener conto nell’analisi dell’acqua a scopo preventivo, rivestono un ruolo
importante i sottoprodotti della disinfezione, i nitriti che derivano dall'ossigenazione e
dall’idratazione dei nitrati e:
 IPA (idrocarburi policiclici aromatici):
Gli IPA sono sostanze organiche particolarmente grandi di dimensioni e pesanti che non
sono sostanze cancerogene di per sé, ma lo sono alcuni derivati in cui essi vengono
convertiti dall’organismo nel tentativo di renderli idrosolubili (quando assumiamo sostanze
non idrosolubili il nostro organismo deve trasformarle in idrosolubili per poterle eliminare
attraverso le feci o le urine; questo avviene attraverso gli enzimi secreti dal fegato e questi
ultimi possono essere a volte dannosi per l’organismo). Gli IPA sono una classe molecolare
piuttosto vasta (più di 150), quelli nocivi sono cancerogeni e mutageni (provocano un
cambiamento nel DNA) sono circa 16; essi sono fortemente lipofili (si disciolgono bene in
sostanze grasse) e possono essere presenti negli alimenti, soprattutto se cotti a temperature
elevate per molto tempo. Queste sostanze possono costituire un pericolo anche per le donne
in allattamento, in quanto queste sostanze dannose vanno a depositarsi nell’accumulo di
grasso che poi permette la produzione del latte materno e quindi queste sostanze possono
passare al bambino (in gravidanza viene proibita l’assunzione di sostanze grasse di origine
animale, l’uso del salmone, del tonno o del pesce spada perché possono contenere grandi
quantità di sostanze nocive attraverso la loro alimentazione). Gli IPA si possono trovare
nelle acque superficiali (mare, fiumi, laghi), ma anche nelle falde acquifere profonde, se
inquinate da rifiuti; sono presenti anche nel fumo e nei cibi troppo cotti.
Arsenico:
Un elemento importante da tenere sotto controllo è la presenza di metalli che possono essere
utili all’organismo se presenti in concentrazioni basse, ma se in eccesso possono essere
tossici. Uno dei metalli più pericolosi da questo punto di vista è l’arsenico, in quanto in alte
dosi è considerato letale. L’acido arsinico, in particolare, forma legami stabili con i gruppi
reattivi degli enzimi della pelle e dei reni e per questo motivo può essere causa di tumori
della pelle (il melanoma veniva attribuito all’esposizione senza protezione ai raggi UV del
sole, ma la medicina del lavoro ha rilevato un’incidenza del melanoma negli agricoltori che
sono molto esposti al sole, ma anche ai metalli presenti nei prodotti fitosanitari).
come insetticidi e altre sostanze che servono ad eliminare parassiti animali o erbe non utili.
[I prodotti fitosanitari, detti anche antiparassitari o pesticidi, sono composti chimici utilizzati in
agricoltura per combattere parassiti e altri organismi dannosi per l’uomo, gli animali e le piante. Tra
questi prodotti rientrano gli antiparassitari per gli animali, gli insetticidi (anche quelli per evitare le
punture di zanzare) e i prodotti contro i parassiti delle piante.

Durante la gravidanza l’esposizione eccessiva a determinati pesticidi può portare a malformazioni


come le ipospadie (malformazioni alla parte finale dell’intestino o ai genitali del bambino); queste
sostanze sono cancerogene, per cui bisogna fare attenzione all’uso e alla dispersione che se ne fa.]

L’acqua pubblica deve essere salvaguardata e tutelata e deve essere percepita come un diritto, ma
soprattutto come un dovere sensibilizzando le persone a un corretto utilizzo dell’acqua, a
un'accurata gestione del territorio, a un adeguato smaltimento dei rifiuti solidi, a un adeguato
smaltimento dei liquami affinché non avvenga la contaminazione delle acque.
Riguardo alla disinfezione delle acque, l’OMS ha affermato che, anche se questo processo provoca
la presenza di sostanze che possono causare effetti sulla salute dei consumatori a lungo termine, se
questo processo non si facesse i rischi sarebbero ancora più gravi a causa di agenti patogeni presenti
nell’acqua. La disinfezione può essere resa più blanda, agendo con sostanze meno dannose.

Rifiuti liquidi:
Fanno parte della gestione delle acque anche i rifiuti, soprattutto i rifiuti liquidi, indicati dalla legge
come reflui (rifiuti liquidi).
I reflui possono essere distinti in reflui industriali e reflui urbani (o assimilati). I primi hanno
delle caratteristiche che sono particolarmente diverse da quelle chimico-fisiche delle acque rispetto
a quelle prodotte dalle città (ovvero i reflui urbani). Questi ultimi si dividono a loro volta in acque
bianche (meteoriche che derivano dal lavaggio delle strade o dalle grondaie dopo la pioggia) e
acque nere (acque domestiche o derivate dagli scarti umani che vengono convogliate nelle
fognature).
I reflui urbani presentano dei rischi perché possono arrecare dei danni:
- per il benessere: dovuti al cattivo odore, allo sviluppo di animali (in particolare insetti) se non
vengono mandate al di fuori della città attraverso il sistema fognario
- per la salute: perché possono essere ricettacolo di patogeni che sono alla base della trasmissione
delle malattie infettive o della tossicità nel caso in cui fossero ricche di sostanze tossiche (se
consideriamo ciò che facciamo con le acque all’interno di case o negozi con l’ausilio dei detergenti)
- per l’ambiente: perché le acque ricche di queste sostanze sono molto più nutrienti per le alghe
rispetto ad un’acqua trattata, per cui i bacini idrici che raccolgono acque di scarico come mare,
fiumi e laghi tendono ad atrofizzarsi incrementando l’ipossia (carenza di ossigeno) delle acque dal
momento che le alghe sottraggono ossigeno alle acque.

La gestione dei rifiuti:


Nella gestione dei rifiuti possiamo rilevare 3 tipi di approccio:
1) l’approccio primitivo per cui i rifiuti liquidi venivano scaricati direttamente in strada, come
accadeva nel medioevo (si era fatto un passo indietro perché già in epoca romana erano stati
creati acquedotti e fogne);
2) l’approccio consociativo per cui i rifiuti venivano scaricati nel sottosuolo, aspettando che
l’ambiente svolgesse la sua funzione autodepurativa (ciò può avvenire solo se i reflui sono
in piccole quantità, se sono biodegradabili, se esistono dei microrganismi che si nutrono del
refluo);
3) l’approccio tecnologico che prevede un trattamento chimico e microbiologico (sistemi di
depurazione delle acque) prima che il rifiuto sia scaricato nell’ambiente.

Lo smaltimento dei rifiuti liquidi segue diverse fasi:


Prima Fase
- conferimento - il refluo non è rilasciato in natura ma viene conferito in uno spazio limitato;
- raccolta - avviene nelle colonne fognarie che sono distribuite per tutto il territorio in cui il
sistema fognario è presente;
- allontanamento - dunque dal luogo di produzione fino al luogo di trattamento.
Seconda Fase
- trattamento, ovvero una serie di trattamenti da fare sull’acqua arrivata al depuratore per
abbassarne il carico inquinante permettendone lo smaltimento;
- smaltimento, ovvero il conferimento dell’acqua trattata nei bacini idrici.
Questo riguarda l’uomo tecnologico, quindi uno smaltimento di tipo artificiale. Invece per quanto
riguarda l’uomo primitivo lo smaltimento era di tipo naturale, ovvero avveniva attraverso il suolo,
sottosuolo e acque superficiali.

Sistema Fognario:
Attualmente i sistemi fognari sono di tipo doppio misto, ovvero con doppia coibentazione per
evitare che una fratturazione esterna o interna possa produrre la dispersione delle acque fognarie.
É importante conoscere il carico inquinante del refluo fognario, per cui è necessario fare un
monitoraggio attraverso il prelevamento di campioni rappresentativi che vengono analizzati per
stabilire che sostanze contengano e in che quantità.

Rifiuti Solidi:
Sappiamo già che rifiuti solidi possono essere sia industriali che urbani e a loro volta i rifiuti
industriali possono essere distinti in pericolosi, non pericolosi e inerti; i rifiuti urbani possono
derivare dalla pulizia delle strade, dai materiali di rifiuto, degli uffici e negozi, i rifiuti ospedalieri e
da tutto quello che produciamo nelle attività domestiche. Possono arrecare:
- danni di natura estetica;
- danni all’ambiente (possono inquinare le falde acquifere, l’atmosfera per esalazioni di
sostanze tossiche o il suolo);
- danni di tipo infettivo, diretto o indiretto, in base al tipo di rifiuto solido e a quanto liquido
rilascia nell’ambiente, che ovviamente si carica di sostanze tossiche diventando un
ricettacolo per tutti quegli insetti che hanno necessità di questi ambienti per riprodursi
(mosche, zanzare, ratti, blatte);
- danni in termini di dispendio energetico, per le procedure di smaltimento e i relativi costi.

Trattamento dei rifiuti solidi:


Il trattamento dei rifiuti urbani solidi deve essere efficace (eliminazione danni) ed efficiente
(repentino, poco oneroso, tutela all’ambiente) e quindi si sviluppa in varie fasi:
 conferimento;
 raccolta (in alcuni casi svolta direttamente dai cittadini attraverso la raccolta differenziata);
 allontanamento;
 smaltimento (di solito avviene attraverso i servizi municipali o le cooperative che vincono
la gara d’appalto per la gestione dei rifiuti), che, a sua volta, comprende varie fasi:
- la cernita, ovvero la separazione dei rifiuti che può avvenire o nelle case della gente
(raccolta differenziata) o in appositi centri di cernita dei rifiuti;
- lo smaltimento che può comprendere il compostaggio (anche se non esiste ancora una
normativa che controlli la presenza di microplastiche nel composto che in questo caso può
essere dannoso per l’ambiente) o l’incenerimento (soluzione da preferire alle discariche che
sono più difficili da gestire, anche perché gli inceneritori moderni sono tecnologicamente
avanzati e quindi più sicuri, oltre ad avere costi più bassi).
 stoccaggio in discarica controllata;
 riciclaggio, un processo importante come presupposto per lo sviluppo sostenibile, in quanto
permette di avviare il rifiuto al recupero, trasformandolo in nuova materia senza farlo
diventare rifiuto quindi si hanno benefici sia in termini di risparmio di materie prime, che in
termini di inquinamento.

Le biotossine algali: un fattore di rischio emergente nella catena alimentare


Le biotossine algali sono delle sostanze tossiche rilasciate dalle alghe e che si trovano in mare come
anche in acque dolci: problema di difficile gestione perché coinvolge la catena alimentare e
conseguentemente anche l’acqua potabile. Le alghe rosse sono delle alghe la cui tossicità distrugge
i vasi sanguigni e dato che i pesci respirano attraverso le branchie, dei tessuti ricchi di sangue, la
prima parte ad essere colpita dalla tossicità è la branchia causando la morte del pesce per mancato
atto respiratorio. Le alghe tossiche possono provocare degli effetti negativi sull’ambiente
(colorazione della superficie del mare), possono provocare la morte dei pesci e possono
contaminare la catena alimentare. In alcuni casi il pesce contaminato da queste acque è letale una
volta ingerito come alimento.
L’ingresso nel Mar mediterraneo di queste specie algali è avvenuto attraverso:
- Trasporto volontario: mediante le attività di maricoltura ovvero l’importazione di pesci e
molluschi che provengono da aree tropicali.
Trasporto involontario: mediante l’importazione di specie algali e animali attraverso l’acqua di
zavorra delle navi. L’acqua di zavorra serve a controbilanciare il peso delle merci trasportate, che
dovrebbe essere poi rilasciato nell’ambito portuale; per obbligo igienico-sanitario non possono
rilasciare in mare aperto o nelle zone limitrofe alle coste queste acque altrimenti diventerebbero un
rifiuto, per cui vanno scaricate con le autobotti e gestito come elemento pericoloso ma, dal
momento che quest’attività risulta essere molto costosa, alle volte si ricorre al loro rilascio in mare
aperto contribuendo alla diffusione di tali specie tossiche).

Queste specie algali possono essere classificate in base alle conseguenze che causano in:
- Paralitiche: causano una paralisi facciale in seguito all’ingestione di alimenti contaminati
da queste sostanze.
- Neurotossiche: provocano problemi al sistema nervoso.
- Diarroiche: provocano dei problemi all’intestino.
- Amnesiche: alterano la capacità di conservare i ricordi.
- Ciguatera: il pesce è letale per via alimentare.
Nel Mar Mediterraneo troviamo la palitossina, una tossina diffusa a causa dei ricci di mare che
perdono gli aculei e delle stelle marine che perdono alcune braccia. E’ una tossina rischiosa infatti è
pericoloso mangiare il sushi. Essa attraverso la balneazione arriva all’uomo e causa le ulcerazioni
(lesioni della pelle).
Esiste una normativa che stabilisce che gli alimenti devono essere trattati con acqua pulita e
destinata al consumo umano. Per verificare la presenza di tossine algali gli alimenti possono essere
analizzati e se queste superano una certa soglia l’alimento non può più essere consumato. La
presenza di tossine algali deve essere controllata anche nei recipienti di raccolta dell’acqua esposti
al sole (recipienti posti sulle terrazze).

Igiene e sicurezza degli alimenti:


La nutrizione costituisce un fattore determinante per la salute delle persone, in quanto tramite essa
si possono evitare i fattori di rischio che portano all’insorgere di patologie.
Nel nostro paese abbiamo un elemento fondamentale nella prevenzione: la dieta mediterranea,
considerata come un presidio medico chirurgico (seguirla è come assumere un farmaco) e se seguita
correttamente può apportare benefici alla salute, purtroppo però oggi difficilmente viene seguita,
soprattutto perché è un’alimentazione che caratterizzava una popolazione che svolgeva lavori di
sforzo fisico, mentre oggi siamo molto più sedentari.
La dieta mediterranea è una dieta piuttosto povera, basata sull’attività fisica e sull’assunzione in
grande quantità di alimenti come verdure e frutta fresca non importata, legumi e cereali di tipo
integrale, formaggi, uova e pesce in quantità moderate.
L’uso di carboidrati integrali fornisce un buon apporto di fibre e aiuta a controllare il colesterolo, in
quanto i grassi aderiscono alle fibre e vengono così eliminati con le feci, evitando l’accumulo di
questi ultimi e le patologie che ne possono derivare (diabete, tumori al colon).

L’igiene alimentare riguarda il controllo dell’ambiente in cui il cibo viene prodotto e le catene di
trasformazione, la distribuzione e la ristorazione.
L’alimentazione è molto importante, per questo motivo l’epidemiologia deve fare delle analisi per
stabilire se determinati patogeni si stanno diffondendo negli alimenti o nelle acque.
Esistono diversi tipi di infezioni alimentari:
- Infezioni alimentari determinate dal consumo di alimenti contenenti tossine e batteri.
- Infezioni alimentari causate dal consumo di alimenti contenenti microrganismi vivi che
agiscono sull’intestino.
- Intossicazioni alimentari determinate dal consumo di alimenti contenenti tossine prodotte da
microrganismi che si sono moltiplicati sull’alimento prima del consumo.
La cattiva gestione della conservazione degli alimenti (temperature inadeguate di conservazione,
contiguità di alimenti che non dovrebbero stare vicini nel frigorifero, come carni crude e alimenti
cotti) causano una serie di patologie (per questo motivo un assistente sociale che lavora in enti
pubblici o sanitari come case famiglia, ospedali, mense scolastiche, deve avere una consapevolezza
della gestione del rischio alimentare) La patologia più comune è la salmonellosi (la salmonella è
un batterio che contamina gli alimenti e causa dei sintomi come febbre, diarrea, nausea, vomito e
può provocare la meningite). I soggetti più a rischio sono gli anziani, i bambini, i soggetti con un
sistema immunitario debole e quelli con una patologia.
L’uomo, per mantenere il funzionamento corretto dell’organismo, ha bisogno di nutrirsi
correttamente con proteine, carboidrati, grassi, vitamine, acqua. Gli
alimenti possono essere distinti in:
- Alimenti plastici: contengono proteine (carne bianca, uova, pesce, latte, legumi).
- Alimenti energetici: contengono amidi e vitamine (cereali).
- Alimenti protettivi: contengono vitamina A e C (verdure).
L’alimentazione deve essere distribuita correttamente durante la giornata. La prima fase è la
colazione che attiva il metabolismo, poi seguono lo spuntino a metà mattina e il pranzo, nel
pomeriggio si può fare un altro spuntino e infine c’è la cena.
L’alimentazione può fare insorgere alcune patologie: l’eccessiva assunzione di calorie può causare
l’obesità e l’infarto, l’abuso di alcol può causare danni neurologici e anche tumori, l’eccessivo
consumo di zuccheri può causare carie e diabete, l’eccessivo consumo di sale può provocare
l’ipertensione arteriosa.
Il cibo può rappresentare un elemento di distinzione tra culture differenti. Esistono scelte alimentari
che escludono alcuni alimenti per scelte etiche (vegani, vegetariani) ma anche culture dove non si
mangiano certi alimenti per questioni religiose. La
condivisione dello stesso cibo può rappresentare un’occasione d’incontro in occasione di alcuni
avvenimenti come le feste. Il rispetto della diversità passa anche attraverso la comprensione delle
abitudini alimentari delle altre culture.
L’alimentazione può essere correlata anche al cancro:
- Cancro all’esofago: causato da alcol e fumo.
- Cancro allo stomaco: causato dall’assunzione di cibi conservati.
- Cancro al fegato: causato da alcol.
Un'altra patologia molto diffusa è la malattia da reflusso gastro esofageo che viene spesso
sottovalutata e curata attraverso farmaci che non curano la malattia ma attutiscono i sintomi. Lo
stile di vita che aiuta a non incorrere in questa malattia comprende l’eliminazione di bevande acide,
l’abbassamento del peso (se in sovrappeso), evitare pasti molto abbondanti e di sdraiarsi dopo aver
mangiato.

Modalità di trasmissione dei microrganismi:


I microrganismi patogeni possono trasmettersi per:
- CONTAMINAZIONE DIRETTA: da uomo o animale malato/portatore sano a uomo sano
- CONTAMINAZIONE INDIRETTA: tramite veicoli o vettori. Per veicoli si intende dei mezzi
inanimati di trasmissione ad esempio acqua, stoviglie, contenitori… Per vettori si intende dei
mezzi animati di trasmissione come le mosche, le zanzare, i topi…
- CONTAMINAZIONE CROCIATA: da alimento infetto ad alimento sano (a causa di
comportamenti scorretti da parte del personale).

Alcol:
Un luogo comune sostiene che bere un bicchiere di vino rosso possa far bene alla salute, ma in
realtà non è proprio così, in quanto gli antiossidanti contenuti nel vino sono in quantità ridotte, per
cui bisognerebbe berne quantità enormi per avere i benefici di cui si parla.
Oltretutto l’alcol contiene delle sostanze che il nostro organismo non è in grado di metabolizzare,
quindi l’introduzione dell’alcol nella nostra dieta può causare più danni che benefici.
Il cervello si abitua sempre di più all’alcol creando dipendenza e facendo sì che i bevitori usuali non
abbiano più l’ebbrezza, mentre i bevitori occasionali vanno in stato di ebbrezza anche con una
quantità di alcol più modesta. La dipendenza da alcol può causare problemi a livello neurologico e
alterazioni delle capacità di discernimento.
L’alcol viene classificato come una droga, in quanto appartiene alle sostanze che creano
dipendenza, anche se la sua produzione e vendita sono legali, l’uso viene pubblicizzato, anche se
vengono taciuti gli effetti di un cattivo uso (cosa che non accade più con le sigarette, in quanto sui
pacchetti per legge devono essere presenti dei messaggi di avvertimento sulle conseguenze nocive
del fumo).
Gli effetti dell’alcol, oltre alla dipendenza, possono essere problemi fisici (inappetenza, ridotto
assorbimento degli alimenti, deperimento, deficit della memoria e delle capacità di apprendimento,
difficoltà a camminare, formicolii agli arti, esofagite, gastrite, emorragie gastrointestinali, cirrosi
epatica, pancreatite acuta, ipertensione, delirium tremens), ma anche problemi relazionali, in quanto
viene a mancare l’inclusione sociale essendoci un decadimento delle facoltà intellettive e una
perdita del senso etico.
I problemi relazionali sono in genere legati a tutte le conseguenze dell’alcolismo, come i
cambiamenti repentini di umore, gli incidenti stradali, l’aggressività e i frequenti ricoveri
ospedalieri. L’alterazione dei sensi causata dall’alcolismo è spesso causa di incidenti stradali e
lavorativi, per cui il codice della strada vieta di mettersi alla guida se si è in stato di ebbrezza (in
caso di incidente stradale con morti, se in stato di ebbrezza si viene perseguiti penalmente per
omicidio stradale).
Per alcolismo si intende una condizione in cui un individuo si inserisce volontariamente ed è dovuta
all’assunzione eccessiva di alcol etilico. Le cause possono essere psicologiche, sociali ed ereditarie
(i figli di alcolisti spesso diventano alcolisti, soprattutto se la madre ha bevuto durante la
gravidanza).
La categoria più colpita è quella degli adulti di sesso maschile, anche se recentemente l’alcolismo si
sta diffondendo anche tra i giovani (anche minorenni) e tra le donne (il consumo di alcol crescente
tra le donne ha fatto aumentare anche i tumori all’utero, al seno e allo stomaco).

Il fumo:
Il fumo di sigaretta costituisce un problema non solo per la salute umana, ma anche per
l’inquinamento atmosferico.
Il fumo non è un vizio, né un’abitudine, ma una vera e propria tossicodipendenza; il tabagismo è
quindi una malattia e va trattata come tale.
Attraverso il fumo di tabacco si inala un aerosol micidiale di circa 4000 sostanze nocive e
cancerogene (IPA, nitrosamine, benzopirene, benzoantracene), ma anche irritanti per la mucosa
bronchiale (acido cianidrico, acetaldeide, formaldeide, ammoniaca).
Inoltre, si inala monossido di carbonio che si lega all’emoglobina più dell’ossigeno riducendo lo
scambio di ossigeno e anidride carbonica e creando ipossia polmonare.
La dipendenza da nicotina fa sì che il fumatore senta il bisogno di fumare sempre e non riesca a
farne a meno.
La nicotina è stata riconosciuta dalla medicina tra le sostanze che creano dipendenza, al pari di altre
droghe pesanti, solo nel 1988, mentre le industrie che producevano tabacco ne conoscevano gli
effetti già prima e continuavano ad affermare che non creasse dipendenza per continuare a vendere i
loro prodotti.
In molti casi, nelle sigarette veniva associata alla nicotina anche la caffeina, in quanto essa
rappresenta un diuretico e in questo modo la nicotina viene smaltita velocemente tramite le urine,
portando il fumatore ad avere bisogno di sempre più nicotina e incentivando quindi il consumo di
sigarette (questo costituisce una frode, infatti la legge vieta di aggiungere caffeina alle sigarette,
anche se si è ripresentata nei liquidi per sigarette elettroniche aromatizzati al caffè o al cappuccino).
Il fumo di sigarette elettroniche non è privo di rischi, ma può essere un buon metodo per allontanare
il fumatore dal fumo di sigaretta, riducendo gradualmente l’apporto di nicotina, fino ad arrivare al
fumo di liquido con zero nicotina.
Un’altra possibile modalità per smettere di fumare è costituita da una vera e propria terapia
farmacologica a base di sostituti della nicotina (cerotti, gomme da masticare, compresse) che ne
rilasciano una piccola quantità per superare le crisi d’astinenza.
La terapia farmacologica deve essere consigliata da personale sanitario e deve durare almeno due
mesi a dosaggi pieni, per poi andare a diminuire.
Per migliorare i risultati si può associare alla terapia farmacologica quella psicologica.

può portare all’ipertensione arteriosa.

SINTESI:

ALCOL: L’alcol contiene delle sostanze che il nostro organismo non può metabolizzare
quindi può causare dei danni. Esso viene considerato una droga perché causa
dipendenza anche se la sua produzione e vendita sono legali, inoltre la dipendenza da
alcol può causare dei problemi a livello neurologico. Esso può causare dei problemi fisici
come la mancanza dell’appetito, il ridotto assorbimento degli alimenti e un deficit della
memoria, ma anche problemi relazionali causati dai cambiamenti d’umore e
dall’aggressività. Il codice della strada vieta di mettersi alla guida se si ha assunto alcol
perché potrebbe causare degli incidenti.

FUMO: Il fumo di sigaretta costituisce un problema per la salute umana ma anche per
l’inquinamento atmosferico. Esso è una vera e propria tossicodipendenza.
Attraverso il fumo di tabacco si inalano sostanze nocive e cancerogene.
Il fumo della sigaretta elettronica non è privo di rischi ma può essere un buon metodo per
allontanare il fumatore dal fumo di sigaretta, riducendo gradualmente l’apporto di nicotina.
Un’altra possibile modalità per smettere di fumare è seguire una terapia farmacologica a
base di sostituti della nicotina (compresse, gomme da masticare) che ne rilasciano una
piccola quantità per superare le crisi d’astinenza.

Malattie legate all’alimentazione:


Malattie del benessere:
Esistono delle malattie legate all’alimentazione che possono essere suddivise in malattie del
benessere, dovute a un eccesso ponderale e malattie della povertà, legate alla malnutrizione.
Per malattie del benessere ci si riferisce solitamente ai disturbi alimentari come anoressia e bulimia
e all’obesità.
- L’anoressia e la bulimia sono malattie di origine psicologica: nel primo caso avviene un rifiuto
totale del cibo; nel caso della bulimia, invece, si ricorre a delle grandi abbuffate per poi
provocarsi il vomito. I primi segnali per riconoscere l’anoressia (principalmente diffusa tra le
donne, anche se si sta diffondendo anche tra gli uomini) possono essere: eccessiva dedizione
allo sport praticato al fine di dimagrire a tutti i costi, avere un regime alimentare ristrettissimo.
L’anoressia può portare ad osteoporosi, infertilità e perdita della capacità di autoregolazione del
fegato. I segni della bulimia possono manifestarsi nell’arcata dentale, in quanto provocarsi il
vomito danneggia la dentina; il bulimico non è eccessivamente magro, ma il suo peso oscilla.
L’anoressia e la bulimia sono due facce dello stesso disturbo alimentare che spesso si
trasformano in una malattia che solo uno specialista può curare.
- L’obesità contraddistingue soprattutto le persone che hanno uno stile di vita sedentario. Un dato
preoccupante riguarda l’obesità infantile, diffusa soprattutto al sud Italia, dove i bambini sono
più sedentari e tendenzialmente mangiano di più, in quanto le madri spesso non lavorano e
cucinano, mentre l’alimentazione dei bambini con entrambi i genitori lavoratori spesso è
affidata alle mense scolastiche, che sono molto controllate dal punto di vista nutrizionale. Si
definisce sovrappeso un individuo che supera il suo peso forma del 10%, obeso chi lo supera
del 30%, mentre si ha l’obesità grave se il peso viene superato del 60%. Anche l’obesità può
avere cause psicologiche, in cui il disagio viene sfogato attraverso il cibo.
Malattie della povertà:
Le malattie della povertà causano danni ingenti e sono dovute alle condizioni di povertà, diffuse
soprattutto in alcuni paesi, per cui mancano i beni di prima necessità come cibo e acqua.
A causa della malnutrizione nei paesi poveri sono molto diffuse malattie come la tubercolosi e la
malaria, in quanto un organismo malnutrito ha difese immunitarie più basse e contrae più
facilmente un’infezione.
Anche l’HIV si diffonde nei paesi soprattutto dell'Africa a causa dell’iponutrizione e nei paesi in
cui i farmaci contro l’AIDS sono troppo cari o introvabili, una buona nutrizione può essere l’unica
via di scampo per evitare la diffusione della malattia.

Inquinamento atmosferico e salute:


Le sorgenti di inquinamento possono essere di tipo:
● naturale, come nel caso delle eruzioni vulcaniche, delle movimentazioni di sabbie e
sostanze erose dal vento (l’area del catanese e tutta la Sicilia orientale sono esposte sia alle
ceneri dell’Etna, sia alle sabbie che arrivano dai deserti africani), trasporto di sali marini,
pollini, detriti vegetali, sostanze derivate da processi di combustione di foreste;
● artificiale, come nel caso dei riscaldamenti domestici, impianti di produzione industriale,
traffico autoveicolare, impianti di smaltimento dei rifiuti.
Gli inquinanti presenti nell'atmosfera si possono distinguere in inquinanti primari o secondari.
- Gli inquinanti primari sono emessi direttamente in atmosfera attraverso gli scarichi delle
automobili che immettono direttamente nell’atmosfera sostanze inquinanti.
- Gli inquinanti secondari sono gli inquinanti primari che si combinano con elementi presenti in
atmosfera per dare vita a sostanze ancora più nocive (ad esempio il biossido di azoto).
Un'altra distinzione riguarda gli inquinanti gassosi-particolati, che sono le sostanze distinte in
base alla loro struttura fisica:
- i gas sono sostanze che a temperatura ambiente sono disperse nell’aria;
- i particolati sono polveri molto sottili che proprio per la loro dimensione molto ridotta
rimangono sospesi nell’area bassa dell’atmosfera (antroposfera, ovvero la parte dell’atmosfera
con cui veniamo a contatto).
Un’altra categoria di inquinanti sono gli aerosol composti da una parte liquida (vapore) e una parte
gassosa aerodispersa. Se ne possono distinguere diverse forme:
● fumi: derivano dai processi di combustione;
● polveri: derivano dai processi di frantumazione;
● nebbie: formate da particelle liquide suddivise in aria;
● smog: formato da polveri sospese e nebbia (dall’inglese smoke+fog).
Un’altra categoria è rappresentata dai gas e dai vapori: i primi sono sostanze naturalmente allo
stato gassoso, i secondi sono sostanze che normalmente si trovano allo stato liquido, ma in forma di
vapore si trovano allo stato gassoso.

Inquinamento dell’aria:
L’inquinamento dell’aria influisce sulla qualità della vita delle persone e viene misurato attraverso:
● emissione, ovvero la quantità di inquinanti che viene prodotta ed eliminata da una sorgente di
inquinamento (camini delle industrie da cui fuoriescono inquinanti);
● concentrazione, ovvero il rapporto tra la quantità di sostanze e un determinato volume d’aria;
● immissione, ovvero la concentrazione di inquinanti nel suolo di un perimetro industriale o vicino
a una sorgente di emissione (es: le ceneri dell’Etna che ricadono sul suolo dopo le eruzioni; le
polveri sottili emesse dalle industrie che poi ricadono sui terreni circostanti).

Una delle conseguenze dell’inquinamento atmosferico è l’effetto serra, causato dai raggi solari che
attraversano l’atmosfera arrivando al suolo e surriscaldandolo; il calore acquisito durante il giorno
viene poi rilasciato durante la notte per raffreddare il suolo, ma l’inquinamento in forma di gas
inquinanti e polveri sottili ostacola la risalita del calore, bloccandolo all’interno dell’atmosfera.
L’effetto serra fa surriscaldare il pianeta ed è causato soprattutto da un eccesso di metano e di
anidride carbonica (dovuti ad esempio dall’eccesso di allevamenti intensivi).
Nelle parti più alte dell’atmosfera è presente uno strato di ozono (buco dell’ozono), che filtra i
raggi solari facendo passare solo le radiazioni utili al pianeta; l’uso di sostanze (spray, circuiti dei
frigoriferi,) ha danneggiato il buco dell’ozono in corrispondenza dei poli, soprattutto nella zona
dell’Antartide, facendo sì che passino anche i raggi solari dannosi per la salute e per l’inquinamento
ambientale.
Il riscaldamento del globo terrestre sta causando problemi di natura ambientale (scioglimento
ghiacciai, innalzamento dei mari), ma anche di natura sanitaria, in quanto aumenta anche la
mortalità tra i soggetti cardiopatici che a causa di temperature più alte tendono a perdere molti
liquidi, aumentando la concentrazione del sangue e di conseguenza si hanno maggiori probabilità di
avere delle trombosi.

Effetto serra, effetto frigorifero ed effetto UV:


L’effetto serra è dato dall’energia solare che oltrepassa l’atmosfera e surriscalda la crosta terrestre
che quindi ha necessità di cedere nuovamente questa energia per riscaldarsi, ma l’eccesso di
anidride carbonica impedisce al calore di risalire generando questo effetto e facendo aumentare la
temperatura terrestre.
È stata tuttavia rilevata anche la presenza di un effetto frigorifero dovuto alle polveri (nel
momento in cui i vulcani eruttano, rilasciano una grande quantità di polveri che causano un
raffreddamento del suolo.
L'effetto UV (le radiazioni ultraviolette), infine è responsabile di fenomeni come l’abbronzatura e
l’eritema solare o anche dei tumori alla pelle. Qualsiasi organismo verrebbe danneggiato dai raggi
UV provenienti dal sole se una parte delle radiazioni non fosse filtrata dall’atmosefra.
La mortalità è più elevata nelle categorie a rischio, cioè in coloro che sono più esposti giornalmente
al traffico (vigili urbani, tassisti, benzinai) e per questo motivo queste categorie sono anche più
controllate dalla medicina del lavoro.
Ogni cittadino dovrebbe:
- Ridurre la temperatura negli ambienti domestici perchè non dovrebbe esserci una differenza
maggiore di 6° tra l’ambiente interno e l’ambiente esterno.
- Utilizzare di meno i veicoli privati (automobili) sostituendoli con le biciclette, la metropolitana e i
bus elettrici.
- Evitare l’attività fisica in aree inquinate perché durante l’attività motoria si assorbe molta più aria
e quindi molti più inquinanti.

Gli inquinanti maggiormente riscontrati nell’ambiente sono:


 MONOSSIDO DI CARBONIO: è un gas incolore, inodore, infiammabile e molto tossico.
Si forma a causa della mancanza di ossigeno ed è molto diffuso nelle aree urbane a causa
dell’inquinamento prodotto dagli scarichi degli autoveicoli. L’intossicazione da monossido
di carbonio conduce ad uno stato di incoscienza perché il cervello riceve poco ossigeno e
quindi causa la morte per asfissia.
 BENZENE: E’ un gas che ha odore di canfora ed è quell’odore che percepiamo quando
facciamo benzina. Una volta al posto del benzene nei carburanti si metteva il piombo, ma
adesso non lo si utilizza più perché è tossico e potrebbe causare la leucemia. Purtroppo non
possiamo sapere prima quali potrebbero essere i rischi causati da queste sostanze, infatti è
stato tolto il piombo che provoca la leucemia per sostituirlo con il benzene che provoca
anch’esso la leucemia. L’unico modo per risolvere questo problema potrebbe essere quello
di non utilizzare i combustibili fossili. Le cause di esposizione al benzene sono il fumo di
tabacco, le emissioni industriali e i gas rilasciati dai veicoli. L’inalazione di un tasso elevato
di benzene può provocare la morte. Negli ultimi anni nelle bibite gassate sono stati trovati
elevati livelli di benzene, il quale è una sostanza altamente cancerogena. Esso non viene
aggiunto volontariamente alle bibite ma si può sviluppare se ad esempio la bibita è stata per
troppo tempo al sole ad esempio durante il trasporto o nell’immagazzinaggio.
 MERCURIO: è una sostanza tossica che può provocare delle alterazioni nello sviluppo
cerebrale dei bambini o delle alterazioni neurologiche negli adulti. La fonte principale
d’assunzione è il pesce (tonno, polpo, pesce spada). I pesci lo assimilano assorbendolo dalle
branchie o con l’alimentazione. E’ impossibile esportare le parti contaminate prima che quel
pesce venga mangiato dall’uomo perché il mercurio si distribuisce in tutti i tessuti. Il
mercurio assunto attraverso l’alimentazione, una volta arrivato nel sangue, si concentra nei
globuli rossi, dal sangue si distribuisce nei vari tessuti e poi arriva al cervello dove colpisce
il sistema nervoso centrale e periferico causando la morte dei neuroni, debolezza muscolare,
perdita dell’udito e della vista ma anche il coma e la morte. Il mercurio può raggiungere il
latte materno e arrivare così al bambino, per questo motivo alle donne in gravidanza o che
stanno allattando viene consigliato di non mangiare questi pesci. Si possiedono degli
elementi in grado di riscontrare la presenza di questo elemento però bisogna ugualmente
limitare le dosi di questi pesci. Il mercurio ha la capacità di passare da una catena alimentare
all’altra fino ad arrivare all’uomo. All’uso di questa sostanza è collegata la Sindrome di
Minamata in Giappone (la strage iniziò negli anni 50 quando vennero versate grandi
quantità di mercurio nella baia di Minamata. Il mercurio che si trovava nei pesci provocò
numerose vittime. I gatti che vivevano nella baia manifestarono la sindrome danzante
ovvero l’alterazione del comportamento e la poca coordinazione dei movimenti. Poco tempo
dopo questi sintomi comparvero anche tra gli uomini).
Nel tempo è aumentata la concentrazione dei metalli presenti nell’ambiente, il mercurio è
l’elemento più tossico. Le immissioni arrivano sia per via aerea nel suolo o nelle acque del
mare, sia attraverso lo scarico delle industrie.

Le sorgenti di emissione del mercurio possono essere suddivise in:


- Naturali: si disperde nell’atmosfera attraverso le attività vulcaniche oppure evapora dagli
oceani.
- Antropiche: deriva dai processi di combustione del carbon-fossile e dell’olio combustibile,
dalla produzione di vernici, carta e plastica.
- Riemissioni: viene rilasciato nell’atmosfera tramite processi biologici o geologici che agiscono
su un deposito di mercurio accumulato sulla superficie terrestre.
- IPA, Arsenico

Ambienti indoor:
L’esposizione ad inquinamento ambientale non riguarda solo le emissioni industriali, artificiali o
naturali dell’ambiente esterno (outdoor), ma a scopo preventivo è fondamentale anche tenere sotto
controllo l’esposizione a possibili inquinanti anche negli ambienti indoor (ambienti domestici, di
lavoro, di svago).
Spesso si è portati ad avere diffidenza solo verso l’aria che si respira in ambienti esterni, non
applicando la stessa diffidenza all’aria che si respira nella propria abitazione, ma in realtà
bisognerebbe prestare attenzione soprattutto a quest’ultima, in quanto è l’ambiente in cui
trascorriamo più tempo.
Negli ambienti di lavoro la qualità dell’aria deve essere gestita, per evitare l’alterazione dei prodotti
o per garantire condizioni di salute ottimali ai lavoratori.
Nelle scuole gli insegnanti hanno l'abitudine di far aprire le finestre alla fine dell’ora, per bonificare
l’aria presente in quella stanza con tante persone.
L’assistente sociale deve quindi valutare le condizioni ambientali a cui i soggetti sono esposti (se ci
sono sufficienti ricambi d’aria, se c’è abbastanza luce, se c’è umidità, se la temperatura è adeguata).

Le fonti di inquinamento degli ambienti chiusi (indoor) possono essere:


● le attività umane che generano inquinamento (attività metaboliche, respirazione);
● presenza di animali domestici con possibile rilascio di sostanze (allergeni);
● il fumo di tabacco;
● cottura dei cibi;
● uso di detersivi e detergenti;
● emissioni da parte dei materiali da costruzione e degli arredi;
● emissioni dovute a impianti di riscaldamento;
● polvere;

Queste fonti possono provocare sull’uomo:


• Irritazioni cutanee Esempio: dopo una giornata fuori ritorno a casa e, non appena entro, mi viene
la tosse secca, la lacrimazione, prurito; questo può essere un campanello d’allarme che non è
sempre correlato alle allergie, ma può essere correlato anche alla qualità dell’aria dell’ambiente
(avendo lasciato la casa chiusa per molto tempo) che non è stata ricambiata e quelle sostanze
tossiche vengono rilasciate, soprattutto la sera, dai mobili.
• Effetti sul sistema nervoso (emicranie)
• Effetti sensoriali (bruciore alla gola, lacrimazione, difficoltà a dormire):
• Effetti genotossici (alterazione delle cellule, cancro)
• Effetti respiratori (asma, allegrie, bronchiti, infezioni)

Controllo ambientale:
È necessario effettuare un controllo ambientale, infatti all’interno dell’abitazione il proprietario
deve valutare la qualità dell’aria o deve semplicemente fare cambiare spesso l’aria aprendo le
finestre. La qualità dell’aria è considerata accettabile quando in essa non sono presenti contaminanti
in concentrazioni dannose. Nell’aria sono presenti diversi microrganismi che vengono trasportati da
essa e vengono diffusi attraverso la polvere o delle particelle sospese nell’aria. Questi
microrganismi provengono dall’uomo (tosse, starnuto) e rimangono sospesi nell’aria sotto forma di
goccioline. Per questo motivo è necessario fare un controllo dell’aria per verificare la presenza di
questi microrganismi e per apportare le dovute bonifiche.

Igiene del lavoro:


Occuparsi di igiene del lavoro è importante per mantenere la salute dei lavoratori e prevenire i
possibili rischi correlati al lavoro.
Il fine dell’igiene del lavoro è quello di salvaguardare la salute fisica e mentale del lavoratore
cercando di eliminare le situazioni di pericolo. I possibili pericoli per il lavoratore possono esserele
caratteristiche dell’immobile in cui lavorano, gli agenti inquinanti, l’età e lo stato di salute iniziale
del lavoratore, l’organizzazione del lavoro.
Il datore di lavoro deve mantenere buone condizioni dell’ambiente di lavoro, ma deve anche
controllare che i lavoratori svolgano il proprio lavoro in sicurezza. Bisogna sempre controllare le
temperature, l’umidità, il tipo di illuminazione, il rumore, la presenza di elementi radioattivi.
Per prevenire il rischio chimico si ricorre all’etichettamento delle sostanze chimiche dannose per
mettere in guardia il lavoratore sui possibili pericoli. Inoltre i lavoratori devono seguire dei corsi per
essere preparati su come utilizzare in sicurezza le sostanze chimiche.
I rischi meccanici sono rappresentati dalle cadute dall’alto, le abrasioni, gli scivolamenti.
Il rischio termico riguarda le ustioni.
Poi abbiamo il rumore che costituisce un rischio fisico.

Il rumore spesso viene sottovalutato e non considerato come dannoso per la salute. Esso può
causare dei danni all’udito ma può anche alterare il battito cardiaco e la respirazione, inoltre
rappresenta un rischio ambientale. Esso provoca sulla salute stress psicologico, riduzione
dell’attenzione, danni all’apparato cardio vascolare e a livello emotivo (ansia, aggressività, attacchi
di panico, cambiamenti di umore). Il suono è
una variazione di pressione dell’aria rispetto alla pressione atmosferica prodotta dalle vibrazioni dei
corpi e rilevata dai timpani che le trasmettono al cervello il quale poi le trasforma in sensazioni
uditive. L’orecchio si divide in:
- Esterno: costituito dal padiglione auricolare che intercetta le pressioni dell’aria e la conduce
verso il canale uditivo.
- Medio: troviamo il timpano il quale riceve le vibrazioni che gli arrivano dal condotto
esterno, inoltre troviamo anche martello, incudine e staffa i quali a contatto con il timpano si
muovono e trasmettono il movimento alla membrana.
- Interno: troviamo la coclea, una specie di “chiocciola” al cui interno si trovano delle cellule
ciliate le cui ciglia si muovono in base al movimento del liquido che è contenuto nella
coclea. Il movimento di queste ciglia provoca una scarica elettrica che viene trasmessa al
nervo acustico e tramite questo arriva poi al cervello, quindi l’energia meccanica diventa
energia elettrica (i suoni diventano segnali elettrici).
Le tecnologie a nostra disposizione ci permettono di correggere eventuali problemi uditivi, ad
esempio gli impianti uditivi nei bambini nati sordi permettono il recupero dell’udito.
La sensazione uditiva che ci consente di capire cosa avviene intorno a noi è definita suono, ma è
diversa dal rumore il quale invece rappresenta una sensazione uditiva che non ci dà informazioni
ma piuttosto ci arreca disturbo. ES: la campana della scuola è considerata un suono perché ci
comunica la fine delle lezioni quindi ci fornisce un’informazione; il martello pneumatico che rompe
l’asfalto arreca disturbo infatti è considerato un rumore.
Il rumore rappresenta quindi un pericolo per cui è necessario prevenire i rischi legati all’intensità e
al tempo di esposizione al rumore. Ad esempio è importante controllare l’udito dei neonati per
intercettare eventuali problemi d’udito.
L’esposizione al rumore può essere:
- Diretta: può causare la perdita dell’udito.
- Indiretta: può causare disturbi del sonno, della comunicazione, stress.
Per prevenire i danni da rumore raccomandano di non ascoltare musica in cuffia ad alto volume
oppure di evitare di suonare il clacson se non è necessario.
I danni all’udito possono essere monolaterali se riguardano un solo orecchio e bilaterali se
riguardano entrambe le orecchie. Essi possono essere diversi: ci possono essere danni dovuti alle
malformazioni neonatali (mancanza di ossicini, timpano non formato) oppure danni provocati da
farmaci che intaccano l’udito perché aterano la capacità vibratoria e meccanica dell’orecchio. Si
può verificare anche una lesione che può provocare l’ipocusia ovvero l’abbassamento della capacità
uditiva (sento di meno) oppure la sordità ovvero la completa perdita della capacità uditiva.
Gli effetti uditivi sono diversi:
- Sensazione di orecchio pieno, senso di stordimento: provocato dall’esposizione al rumore
lieve. L’allontanamento dall’esposizione permette il recupero della normale soglia uditiva.
- Deficit uditivo che non può essere risolto pur in assenza di sintomi: si può verificare sia nei
primi mesi di esposizione al rumore sia dopo anni, in base all’intensità del rumore e alla
sensibilità della persona.
- Deficit uditivo evidente: il soggetto, cosciente del proprio disturbo, comincia ad avere
difficoltà nella percezione della voce bisbigliata e necessita di aumentare il volume per
ascoltare la tv.
- Deficit uditivo generalizzato: caratterizzato dalla grave compromissione degli scambi
verbali.
In caso di esposizione a rumori che possono causare un danno alla salute avviene automaticamente
una risposta biologica detta sindrome generale di adattamento. Essa si compone di tre fasi:
- Fase di allarme: durante la quale si attivano le energie (risveglio improvviso durante la
notte per un allarme che suona. Per fare ciò è necessario il glucosio per dare la spinta al
corpo e per permettergli di svegliarsi di soprassalto).
- Fase di resistenza: quando l’organismo cerca di adattarsi alla situazione sforzandosi
(l’allarme continua a suonare, si percepisce che è partito accidentalmente e che prima o poi
finirà. Si cerca di riaddormentarsi, ma per fare ciò bisogna adattarsi al rumore).
- Fase di esaurimento: se la condizione stressante continua si entra in una fase di
esaurimento in cui l’organismo non riesce più ad adattarsi.
A causa dei problemi uditivi possono insorgere delle patologie extrauditive: aumenta la
produzione di ormoni come l’adrenalina, inoltre il rumore può provocare effetti psichici come
l’aggressività, l’ansia e la depressione.
Il rumore inquina l’ambiente, inoltre molti studi dimostrano che l’esposizione al rumore e
all’inquinamento atmosferico amplificano i danni alla salute dell’uomo.

Vaccinazioni:
un vaccino è un prodotto costituito da una piccolissima quantità di microrganismi (virus e batteri)
uccisi o attenuati, progettato in modo da stimolare nel corpo la naturale reazione immunitaria. Fa
sviluppare una specifica resistenza alle Infezioni. Per essere messo in vendita un vaccino deve
essere efficace, deve garantire la protezione per molto tempo, inoltre quando si fa il vaccino una
persona sana deve rimanere sana e tanto più è facile l’uso dei vaccini tanto più le persone lo
utilizzeranno. Per poter effettuare la vaccinazione è necessario che la persona non abbia la
temperatura maggiore a 38 gradi, inoltre i soggetti che hanno avuto un trapianto d’organi non
possono essere vaccinati finché le loro condizioni non saranno migliorate, ma anche i soggetti con
tumori o che assumono determinati farmaci.

Prevenzione immunitaria:
La prevenzione immunitaria si dice attiva nel caso del vaccino-profilassi, passiva nel caso di
sieroprofilassi (passiva perché il sistema immunitario del soggetto vaccinato non si attiva, piuttosto
vive di quello che già sta dando come protezione l’anticorpo inoculato). I sieri, a loro volta, possono
essere eterologhi (vengono da animali e successivamente inoculati nell’uomo) o omologhi (se le
immunoglobuline sono di origine umana).
Vi è anche la chemioprofilassi vale a dire la somministrazione di farmaci a scopo preventivo (la
malaria: l’unica forma di profilassi che può utilizzare un uomo che deve partire e che abbia il
rischio di contrarre tale malattia è fare una cura farmacologica prima e durante il viaggio in modo
da rendere inospitale il suo sangue per un determinato insetto).

Requisiti dei vaccini:


Vi sono delle caratteristiche per essere messo in vendita un determinato tipo di vaccino.
Sicuramente, l’efficacia (un vaccino che protegge solo una piccola parte della popolazione non è
efficace), la durata della protezione (tanto più è lunga la sua durata, tanto più è valido il vaccino),
l’innocuità (quando si fa il vaccino, una persona sana deve rimanere sana), la praticità di impiego
(tanto più è facile l’uso dei vaccini, tanto più le persone percepiranno un’attrazione maggiore nei
confronti di questi).

Le donne incinte possono effettuare il vaccino, a eccezione di quello per le malattie esantematiche.
Ciò avviene perché queste ultime, a differenze delle altre malattie, necessitano di un vaccino fatto
con microrganismi vivi ma depotenziati. Per questo motivo si consiglia la siero-profilassi che le
mantiene protette dal possibile contagio di alcune malattie, e poi appena avranno partorito potranno
fare il vaccino. Con le vaccinazioni vengono evitati molti decessi, inoltre esse iniziano dal 3 mese
del bambino in poi. Per la futura madre si consiglia una serie di escamotage per poter prevenire tali
malattie (le si consiglia di non frequentare luoghi affollati e con bambini piccoli (in quanto serbatoi
di tali malattie).

Malattie sessualmente trasmissibili (MST):


Esse vengono trasmesse attraverso i rapporti sessuali, colpiscono l’apparato riproduttivo e si
diffondono in altri organi. Colpiscono prevalentemente i giovani. E’ necessaria la diagnosi precoce
di tali malattie per permettere al soggetto malato di contenere la malattia, di evitare la
cronicizzazione e di avere la consapevolezza di essere malato. Esistono malattie come la sifilide, la
gonorrea, la chlamydia, l’HIV, l’Herpes virus e tante altre. Esse talvolta si manifestano con sintomi
tanto lievi da non essere presi in considerazione infatti è necessario informare le persone sui rischi
legati alla propria vita sessuale e su come prevenire e riconoscere i sintomi. Chi si occupa di
verificare i sintomi di tali malattie è il dermatologo (macchie sulla pelle, irritazioni cutanee). Dagli
anni 80 è comparsa l’epidemia di HIV la quale è responsabile della pandemia di AIDS.
Non sempre le malattie sessualmente trasmissibili si presentano con un sintomo, per questo motivo
è facile trasmettere l’infezione durante i rapporti sessuali non protetti.
I fattori di rischio sono l’elevato numero di partner sessuali soprattutto se occasionali e il mancato
utilizzo di contraccezioni.
I sintomi principali sulla donna sono le perdite vaginali, bruciore e dolore, invece sull’uomo sono
dolore all’inguine e bruciore.
Queste malattie possono provocare sterilità, gravidanze extrauterine, aborto, infezione neonatale,
insorgenza di tumori. Per prevenirle è necessario effettuare corsi sull’educazione sessuale, terapia
vaccinale, controlli sanitari, screening sierologici

L'assistente sociale svolge un ruolo importante anche a livello sanitario, in quanto si occupa di fare
da “ponte” tra il medico e il tribunale, essendo colui che redige la relazione da presentare al giudice,
per cui deve essere in grado di individuare se nel quadro clinico della persona aiutata si manifesti
una patologia che potrebbe essere collegata a qualche disagio di tipo sociale (abusi, ambienti
domestici non consoni…

Assistenza alla famiglia:


Il periodo neonatale, l’età evolutiva e l’anzianità rappresentano le fasi più suscettibili da un punto
di vista temporale a quelli che sono i rischi sulla salute di vario genere.
Il servizio sociale è una meta-istituzione del sistema organizzato delle risorse sociali e una
disciplina di sintesi che, attraverso il lavoro professionale rivolto a individui, famiglie e gruppi in
situazioni problematiche di bisogno, concorre:
- alla rimozione delle cause del bisogno (economico, sociale, di disturbo psichico);
- alla promozione della piena autonomia e realizzazione delle persone;
- a facilitare il rapporto cittadino-istituzioni;
- a collegare il bisogno dei singoli al sistema dei servizi e viceversa e contribuisce ai processi di
modifica delle istituzioni prevalentemente considerate nell’ambito dei servizi sociali.

L’assistenza però, in realtà, ha avuto un cambiamento nel corso del tempo rispetto a come è oggi.
 Assistenza tout court (volontarietà, discrezionalità): interventi di soccorso rivolti ad
individui bisognosi temporaneamente o permanentemente incapaci di risolvere
autonomamente la propria situazione
 Assistenza sociale (obbligo a dare): intervento dipendente da atti normativi che limitano,
circoscrivono o escludono volontarietà e discrezionalità e prevedono degli obblighi
Assistenza sociale nello stato moderno (diritto a ricevere): sempre più basata sul diritto del
cittadino e realizzata attraverso servizi sociali e prestazioni monetarie finanziate dalla
fiscalità generale, eventualmente cofinanziata dai cittadini stessi, destinare a rimuovere o
contenere condizioni, bisogni, difficoltà.

Per cui, a livello assistenziale, possiamo avviare molteplici procedure, ma naturalmente, il nucleo
primario da aiutare è certamente la famiglia. La famiglia è il nucleo primario in cui l’individuo
trova risorse materiali ed affettive per crescere in modo sano ed equilibrato. Essa ha un ruolo
fondamentale ed attivo nella presa in carico dei bisogni poiché si dedica alla cura dei soggetti più
deboli (minori, anziani, disabili, etc.). I servizi sono chiamati a collaborare intensamente con la
famiglia nella definizione e nell’attivazione del processo di aiuto.

LA TUTELA DEI DISABILI:


La condizione di disabilità tocca vari aspetti della vita di una persona: fisico, psichico, relazionale,
culturale, sociale, giuridico.
I bisogni vengono colti dalle istituzioni, soprattutto le necessità della famiglia su cui grava il carico
assistenziale e la cura del proprio caro.
Ai servizi specialistici sono demandati interventi per l’inserimento scolastico, lavorativo e la
socializzazione, oltre alle tradizionali attività di prevenzione, cura e riabilitazione.

LA TUTELA DEGLI ANZIANI:


La popolazione italiana sta subendo un forte processo di invecchiamento e ciò comporta un
aumento degli oneri sociali a sostegno dei bisogni degli anziani non autosufficienti.
La vecchiaia non è solo un dato biologico, ma anche un progressivo venir meno delle difese rispetto
ai cambiamenti dell’ambiente che porta una graduale perdita delle capacità funzionali, per cui gli
anziani man mano perdono la capacità di gestire la propria vita autonomamente.
La vecchiaia è influenzata anche da fattori socio-culturali che dipingono l’anziano esaltando i tratti
somatici, la conclusione del ciclo lavorativo con il pensionamento e la malattia con la conseguente
perdita di autonomia. Alcuni degli obiettivi degli operatori sociali sono quelli di trasmettere
immagini positive della terza età, valorizzare le risorse residue di ogni persona e favorire il
mantenimento dell’anziano all’interno del proprio ambiente di vita e familiare. (es: la famiglia deve
essere aiutata attraverso sostegni anche di natura economica per cercare di tenere l’anziano a casa,
piuttosto che portarlo in qualche struttura.)

Procedure assistenziali rivolte agli anziani:


I servizi sociali di assistenza devono aiutare gli anziani ad affrontare situazioni di difficoltà, in
combinazione coi servizi socio-sanitari che sono diretti a chi ha problemi di salute, oltre che di
natura sociale; questi ultimi vengono gestiti dagli enti locali, ovvero i comuni che organizzano ed
erogano le varie prestazioni in base ai bisogni particolari della città e alle risorse disponibili.

Potrebbero piacerti anche