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sovranità alimentare
24/10/2022
Per questo vorrei fare un po’ di chiarezza rispetto alla sua genesi
e al significato profondo; si tratta di un concetto importante,
essenziale per il futuro dell’umanità e che non deve essere
confuso né con sovranismo e neppure con autarchia.
Innanzitutto è un’espressione che nasce ed evolve dall’esperienza e analisi critica di
gruppi di contadini alla luce degli effetti provocati dai cambiamenti nelle politiche
agricole durante l’ultimo ventennio del secolo scorso. Correva l’anno 1986 e il gotha
della politica internazionale riunito a Ginevra decise, durante una seduta plenaria
dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, di includere la produzione primaria
all’interno dell’Accordo Generale sulle Tariffe Doganali e sul Commercio.
Da quel momento in poi anche le scelte in merito alla produzione e al commercio del
cibo, l’ambiente, l’accesso alla terra e la cultura legata alla vita nei campi, sarebbero
state assoggettate alle regole neoliberiste del mercato internazionale. Come
controrisposta, a livello mondiale iniziarono a costituirsi movimenti di base del mondo
contadino con l’obiettivo di difendere il vero valore del cibo non come bene da
commerciare, ma come diritto umano da garantire e tutelare. Nato in seno alla società
civile, questo concetto entra poi a far parte del vocabolario istituzionale internazionale
nel 1996 quando alcune organizzazioni internazionali riunite alla Fao a Roma ne
conferiscono una definizione esaustiva.