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AGROINDUSTRIALE
IL SISTEMA AGROINDUSTRIALE
Definiamo il Sistema Agroalimentare come struttura complessiva, una parte del sistema
agroalimentare e l’Agricoltura, l’Industria Agroalimentare e i Servizi come componenti
strategiche della catena agroalimentare.
1. Prima fase è quella della Povertà di Massa (fino al 1850), dove in questo periodo
l’80% delle spese delle famiglie è in alimenti e quindi il modello adottato è quello
dell’autoconsumo. L’economia che si definisce in questa fase è un’economia di
sussistenza.
2. Seconda fase viene definita fase dell’Industrializzazione (dal 1850 al 1950), dove c’è
una rivoluzione nei trasporti, un’industrializzazione dell’agricoltura e una crescita
urbana (le persone si spostano dalle campagne alle città). Il 50% del bilancio
familiare è spesa alimentare. Inoltre ci sono nuovi modelli di consumo oltre
all’autoconsumo, ovvero commerciale e diversificato;
3. Terza fase è quella dell’accelerazione delle crescita e del Consumo di Massa
(1950−1980), dove in questi anni nasce il sistema agroalimentare. L’industria
alimentare supera l’industria agricola. L’agricoltura è sempre di più integrata sia a
valle che a monte e sui mercati internazionali. Il 20% del bilancio familiare è spesa
alimentare. L’economia viene in questa fase definita industriale produttivistica.
4. Quarta fase è definita della Sazietà Energetica media (1980−1995), in cui c’è uno
sviluppo della ristorazione e della distribuzione. Le famiglie spendono meno del 20%
per gli alimenti.
5. Fase della Globalizzazione e dell’innovazione tecnologica (ai nostri giorni) dove si
vede la nascita di un nuovo consumatore, il cui fine è acquistare beni che hanno
valori ambientali, etici e salutistici. C’è un maggiore interesse per gli alimenti sicuri, di
qualità, tipici e ottenuti nel rispetto dell’ ambiente. Inoltre c’è una forte avversione per
gli alimenti OGM (geneticamente modificati).
6. Infine, vi è la fase dell’Innovazione in agricoltura. Questa fase ha consentito di
passare rapidamente dall’agricoltura 3.0 alla agricoltura 5.0, le quali hanno richiesto
capacità di adattamento dell’agricoltura e del sistema agroalimentare non ancora
interamente assimilate.
Agricoltura 3.0 (agricoltura di precisione)
Non ha introdotto un nuovo metodo di lavoro, ma è un sistema di gestione dell’intera
azienda che fa perno sull’informazione. Queste informano il processo di produzione
affinché quest’ultimo possa raggiungere obiettivi precisi, che possono essere:
● Aumento delle rese di ciascun punto del sistema
● Aumento dell’efficienza
● Aumento della redditività
● Riduzione dell’impatto ambientale
Dai qui possiamo avere prodotti agricoli per uso alimentare (agro−alimentare) e prodotti
agricoli per uso non alimentare (agro−industriale).
Ulteriore contributo di Goldberg è la sua scomposizione del concetto di agribusiness in
principali tipologie di prodotto.
Esistono diversi tipi di sistemi di merci di tipo agribusiness, distinguendo il diretto antenato
delle attuali filiere dal concetto che ciascun sistema è individuato con riferimento a un
determinato tipo di bene agricolo finale e raccoglie tutte le attività che partecipano in modo
diretto e indiretto alla sua produzione, trasformazione e distribuzione.
PLV misura il ruolo dell’agroindustria nella produzione. misura indirettamente il ruolo della
trasformazione e della distribuzione nell’ambito del processo. È chiamato coefficiente
fondamentale dell’economia agroalimentare
Ci sono anche i Grossisti ed altri attori della distribuzione del canale che competono con i
dettaglianti. Distinguiamo appunto anche i Dettaglianti come attori e per ultimi i
Consumatori Finali, classificando vari tipi di consumatori con diversi livelli di reddito, potere
di acquisto, dimensione e struttura della famiglia, disponibilità di tempo per l’acquisto, la
cucina e l’assunzione del cibo, età, reddito e istruzione.
Riguardo le Attività del sistema agroindustriale distinguiamo il Settore Primario tra cui
l’agricoltura, l’allevamento e la pesca, l’Industria Alimentare intesa come attività rivolta alle
trasformazioni di materie prime agricole e naturali in prodotti finiti destinati all’alimentazione
umana, la Distribuzione, intesa come attività di servizio rivolta al trasferimento dei prodotti
alimentari dal produttore al consumatore, in modo da rendere disponibili i prodotti alimentari
nei luoghi e nei tempi desiderati dal consumatore.
Come Prodotti Agricoli distinguiamo i prodotti delle Coltivazioni Erbacee, con processo
produttivo annuale, tra cui cereali come mais, riso, avena e frumento, semi. Distinguiamo
anche i prodotti delle Coltivazioni Arboree, con il processo poliennale con raccolta da
maggio a dicembre (vite, olivo, agrumi e frutta). Prodotti degli dell Allevamenti Zootecnici,
con processo continuo (latte, carne, uova e pesce). Prodotti della Silvicoltura con raccolta
di legname da industria, ad uso energetico e prodotti forestali come castagne e noci. Infine
distinguiamo anche i prodotti della Pesca (pesce da cattura, crostacei).
Possiamo anche elencare le Caratteristiche della Ristorazione che può essere commerciale
oppure collettiva. Nella Ristorazione Commerciale i consumi non sono organizzati in una
comunità e per questo si divide ulteriormente in Ristorazione tradizionale (ristoranti e
trattorie) che rappresenta la quota più importante e la Ristorazione veloce (bar, fastfood).
Il canale diretto (o filiera corta) sta diventando sempre più importante. Alcuni esempi
sono:
● Box scheme: consiste nella distribuzione dei prodotti agricoli stagionali ad un
prezzo stabilito: il consumatore accetta il contenuto del box, al prezzo che gli
viene proposto.
● Raccolta libera sul fondo (Pick your own): raccolta di frutta e ortaggi da
parte dei consumatori direttamente sui campi. Il consumatore seleziona
personalmente i prodotti attraverso un’esperienza conviviale e ricreazionale
Le organizzazioni che fanno parte di questo canale sono indipendenti, cioè ciascuna di
esse adotta la propria politica commerciale ed ogni transazione è accompagnata da una
transazione separata. Il risultato di tutto ciò porta ad un’assenza di fedeltà, per cui è difficile
realizzare economie di scala, visto che l’instabilità delle relazioni non permette di prevedere
il volume delle transazioni future e di conseguenza di programmare investimenti strutturali.
Nel Canale Amministrato, invece è presente un’istituzione che dispone di un certo potere
per orientare le decisioni degli altri membri del canale nella direzione ad essa più favorevole.
Solitamente un canale tradizionale finisce quasi sempre col diventare un canale
amministrato.
Quando si costituisce un canale amministrato, il membro che assicura questa
amministrazione, concede agli altri un certo numero di vantaggi (o la minaccia della
perdita di tali vantaggi) per beneficiare in contropartita di una capacità di pianificazione delle
proprie attività. La presenza del connotato amministrativo rende i rapporti più stabili,
diversamente da quelli che c’erano nel canale tradizionale.
L’impresa amministratrice persegue l’obiettivo di controllo del marketing mix degli altri
membri che operano nel canale (prezzi, comunicazione).
L’iniziativa di amministrare un canale può essere presa a qualsiasi livello della catena:
● Dai Produttori, con la capacità di pianificare la loro strategia commerciale grazie alla
forza della loro marca,
● Dai Grossisti, con la capacità di imporre ai dettaglianti quantità minime per ogni
ordine
● Dai Dettaglianti, specificando al produttore norme molto precise riguardanti le
caratteristiche del prodotto.
Chi opera nel Canale Contrattuale cerca di organizzare le proprie relazioni commerciali
sulla base di una strategia win-win, ovvero entrambi i partner vincenti e soddisfatti. In
questo caso diventa necessaria la formalizzazione di un vero e proprio contratto, che
specifichi i diritti e gli obbligo delle parti coinvolte.
Possiamo dire quindi che il canale contrattuale non è altro che un’evoluzione del canale
amministrato, dove il modo di funzionamento e di coordinamento sono assicurati da un
contratto che lega parti per una durata determinata. Anche in questo canale ci sarà sempre
un’impresa leader e ancora una volta la leadership può essere indifferentemente assicurata
da un produttore, grossista o un dettagliante. Le forme contrattuali che regolano i rapporti fra
clienti e fornitori sono assai diversificate, tra le principali ricordiamo i contratti di affiliazione
oppure i contratti di fornitura, come le cooperative o i franchising.
Oggi ci sono anche degli accordi nel canale contrattuale che possono essere assimilati ai
contratti, e che hanno per soggetti delle associazioni. In particolare, si parla di
organizzazioni interprofessionali e di accordi interprofessionali. Non vengono effettuati
tra i singoli imprenditori, ma tra organizzazioni di produttori agricoli e di industriali alimentari.
Non sono obbligatori e vincolanti, ma sono di indirizzo.
Infine il Canale Integrato, caratterizzato da un membro che arriva al totale controllo del
canale di distribuzione in cui opera. Quindi, in questo canale, è solo un partner che si
incarica di gestire tutte le funzioni della catena, dalla fabbricazione dei prodotti alla vendita al
consumatore finale. Tale situazione è il risultato di una ben precisa scelta decisionale dell’
impresa, che si impegna a perseguire una vera e propria strategia di integrazione.
La Conflittualità può essere Funzione Inversa della capacità di controllo dei soggetti
dominanti da parte del soggetto dominante oppure Funzione Diretta del grado di
insoddisfazione dei soggetti dominanti.
Le Risorse che sono alla base del potere sono le Risorse Di Potere del soggetto
dominante, cioè la ricompensa, la legittimazione, la competenza, la identificazione e la
coercizione, oppure le Risorse Controbilancianti il potere del dominante a disposizione del
dominato, cioè la disposizione degli impieghi rivolti al raggiungimento degli obiettivi indicati
da coloro che hanno il potere,
I Conflitti dell’agroalimentare si suddividono in una prima fase dove l’industria si impone per
mezzo del marchio sui propri prodotti alla distribuzione e successivamente una seconda
fase in cui progressivamente la distribuzione raggiunge alti livelli di concentrazione e
imponendo la credibilità della propria insegna al consumatore si assiste al contro
bilanciamento dei poteri con il risultato che i margini lordi della distribuzione aumentano a
scapito di quelli dell’industria.
Nei Periodi di Non Conflittualità i soggetti dimostrano un elevato grado di cooperazione
con il raggiungimento di alti livelli di funzionalità, mentre nei Periodi di Conflittualità ci sono
condizioni di disfunzione nella gestione del canale sino a quando non si è ristabilito e
consolidato il sistema.
Riguardo le Responsabilità dei membri del canale e dei fornitori, l’impresa e i suoi
intermediari devono accordarsi riguardo ai termini e alle responsabilità di ciascun membro
del canale. Inoltre l’impresa, dopo aver selezionato i membri del proprio canale, dovrà
provvedere a motivarli continuamente. Un’impresa deve sempre comunicare con i membri
del proprio canale e fornire loro adeguato supporto.
Parlando di Tracciabilità, possiamo considerarla come una risposta alle crescenti richieste
di sicurezza alimentare da parte del consumatore e lo strumento di condivisione delle
responsabilità tra gli attori della filiera. Inoltre la tracciabilità è lo strumento di competitività
e razionalizzazione dei sistemi produttivi, nonché di valorizzazione delle produzioni
agroalimentari di qualità.
Tra gli strumenti e capacità gestionali a disposizione del settore c’è scarsa
imprenditorialità negli operatori del settore e mancanza di strumenti di supporto per
l’attività di impresa. Nel codice civile viene definita Azienda il complesso di beni organizzati
dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa.
L’azienda e l’impresa vengono usate come sinonimo ma sono due concetti differenti. Dalla
nozione del codice emerge l’aspetto statico di azienda (come semplice stock di beni
strumentale all’esercizio dell’attività di impresa) e il fondamentale ruolo dell’organizzazione
dei beni aziendali per definire la corretta natura giuridica dell’azienda ed esprimere il valore
di un’azienda. Visono due teorie riguardo la definizione di azienda:
● Teoria Atomistica secondo la quale l’azienda è descrivibile e definibile
esclusivamente come complesso di beni dove il titolare vanta solo singoli
dirittisuisingoli beni dell’azienda
● Teoria Unitaria secondo la quale l’azienda costituisce un bene unitario, distinto dai
singoli beni che la compongono dove il titolare dell’azienda vanta un diritto distinto
dai diritti che lo stesso vanta suisingoli beni dell’azienda. Il valore dell’azienda non
coincide con la somma dei singoli beni che la compongono.
I mercati delle Commodity sono mercati all’origine dove vengono scambiati Merci sfuse
derivanti dall’attività di coltivazione e allevamento e Prodotti di prima trasformazione e
venduti allo stato sfuso (ad esempio vino, olio).
Le imprese che operano sono price−taker.
Nel Mercato delle Speciality invece si trattano prodotti confezionati e avviene uno
scambio di merci differenziate dove basta il marchio aziendale e avviene uno scambio di
merci e i prodotti. Il consumatore conosce la marca e il prodotto che vorrebbe acquistare e
dedica tempo alla sua ricerca perché i beni sono considerati unici e per questo hanno prezzi
unitari elevati.
Gli obbiettivi di classificazione e standard servono per facilitare gli scambi fornendo un
numero limitato di categorie omogenee, agevolare l’individuazione della relazione
prezzo−valore, e consentire una migliore trasmissione delle informazioni.
La Tipologia di Certificazione può essere Cogente quando attesta il rispetto delle norme di
carattere obbligatorio stabilite per garantire la sicurezza dei prodotti, oppure Volontaria
quando si tratta di una scelta dell’impresa che si sottopone a una forma di controllo da parte
di un organismo indipendente.
Tra le tipologie di certificazione volontaria possiamo trovare le:
● IGP (indicazione geografica protetta),
● DOP (denominazione di origine protetta),
● STG (specialità tradizionali garantite)
● DOCG (denominazione di origine controllata e garantita),
● DOC (denominazione di origine controllata),
● IGT (indicazione geografica tipica) e prodotti biologici.
Per quanto riguarda i vini vi è una particolare iter di applicazione della certificazione.
L’indicazione geografica tipica IGT indica vini prodotti in aree generalmente ampie ma
secondo dei requisiti specificati. Questi vini prendono il nome dalla zona geografica di
produzione dell’uva da cui sono ottenuti (per almeno l’85%).
Per quanto riguarda la classificazione DOC si riferisce a zone tradizionalmente vocate a
dare vini di qualità che hanno mantenuto la classificazione IGT per almeno 5 anni.
I vini DOC devono esprimere un carattere peculiare fortemente legato al territorio di
coltivazione dell’uva e rispettare, in tutte le fasi di produzione, le prescrizioni del disciplinare
di riferimento (zona di produzione, vitigno, resa per ettaro, gradazione alcolica minima,
acidità totale).
La denominazione DOCG infine è riservata a tipologie di vini che avendo militato per almeno
10 anni
Dal punto di vista gestionale è possibile distinguere un momento strategico, per cui il
marketing è un’attività di pianificazione per ottenere la fedeltà di tutti gli attori del mercato
Confrontando questi ultimi con i relativi ricavi si determina la condizione di massimo profitto.
Da considerare anche la tecnologia che può essere soggetta a modificazioni, innovazioni
che possono essere meccaniche, biologiche, chimiche e organizzative.
Si possono distinguere due tipologie di effetti del cambiamento tecnologico, uno neutrale e
uno non neutrale. Il cambiamento tecnologico si dice neutrale quando lascia invariata la
proporzione ottimale in cui i fattori sono impiegati, mentre si dice invece non neutrale,
quando la sua introduzione determina una variazione dell’ intensità d’ uso dei fattori di
produzione.
2.6 Strategia
La strategia rappresenta un processo decisionale relativo alle azioni da attuare per
assicurare all’impresa uno sviluppo futuro.
La strategia svolge la funzione di orientare le risorse aziendali sulle azioni più rilevanti per il
raggiungimento degli obiettivi che l’imprenditore e il management considerano rilevanti per
il futuro dell’impresa.
Ogni settore o gruppo di imprese che compete per conquistarsi la propria domanda di
mercato è dominato da Forze Competitive la cui intensità determina l’attrattività di un
settore produttivo. Le forze competitive possono essere raggruppate in 5 tipologie
● L’intensità della competizione, vale a dire la rivalità tra le singole imprese
● Potere contrattuale dei fornitori a monte della filiera produttiva
● Potere contrattuale degli acquirenti a valle del processo produttivo
● Minacce derivanti dall’entrata potenziale di nuove imprese
● Minaccia derivante da prodotti sostitutivi.
La Minaccia dei Prodotti Sostitutivi sussiste quando il prezzo del prodotto sostitutivo
incide sulla quantità venduta del prodotto mercato (elasticità incrociata), ovvero in presenza
effettiva di alternative di consumo che soddisfano il bisogno, in presenza di una propensione
dei consumatori verso i prodotti sostitutivi e un andamento dei prezzi (dinamiche
competitive) nei settori sostitutivi.
Il Vantaggio Competitivo può essere di tipo interno, quando indica una superiorità
dell’azienda basata sul controllo dei oppure di tipo esterno quando si basa su caratteristiche
distintive particolarmente gradite al cliente rispetto a quelle dei prodotti concorrenti.
L’Attrattività di un settore dipende dalle interazioni delle cinque forze competitive, ovvero i
settori frammentati, quelli basati sulla specializzazione, quelli bloccati e i settori basati sul
volume.
Nei Settori Frammentativi vi sono numerosi elementi di differenziazione ma nessuna
azienda è capace di creare un vantaggio durevole e decisivo. Le dimensioni delle aziende e
le quote di mercato non sono elementi significativi.
Nei Settori Basati sulla Specializzazione vi sono numerosi elementi di differenziazione che
possono costituire un vantaggio durevole che viene a creare una situazione di concorrenza
monopolistica.
Nei Settori Bloccati le possibilità di differenziazione sono limitate e l’esperienza non è fonte
di vantaggio competitivo. Introdurre la nuova tecnologia può costituire un fattore critico
disuccesso.
Nei Settori Basati sul Volume il vantaggio competitivo può essere esclusivamente grazie a
crescenti volumi produttivi che consentono la realizzazione di economie discala e di
esperienza. La redditività è strettamente collegata alla quota di mercato.
Le imprese che operano in uno stesso settore tendono a conseguire il proprio Vantaggio
Competitivo e a difenderlo nel tempo dagli attacchi degli altri competitors attraverso strategie
sostenibili dal punto di vista finanziario e temporale, strategie orientate a due principali
obiettivi: −
● La costituzione di un Vantaggio di Costo rispetto ai concorrenti
● La costituzione di un Vantaggio di Differenziazione dei propri prodotti rispetto
alla concorrenza.
La Catena del Valore è l’elemento più operativo per la costituzione del vantaggio
competitivo. L’impresa è considerata come un complesso di attività che svolge lungo il
percorso che dalla progettazione di un prodotto giunge fino alla sua distribuzione e vendita,
con l’obiettivo di disaggregare le attività per comprendere e controllare i costi di produzione
e le fonti della differenziazione dei prodotti per conseguire il vantaggio competitivo.
Il Problema è l’individuazione delle attività rilevanti dal punto di vista strategico. Il governo
dell’impresa non si esaurisce attraverso il governo della catena del valore interna ma anche
attraverso una Rete del Valore, che coinvolge il complesso del capitale relazionale
accumulato dall’impresa nel corso del tempo attraverso Relazioni Verticali tra imprese
coinvolte nel processo produttivo e Relazioni Reticolari con gli altri attori del sistema e le
istituzioni pubbliche.
Riguardo queste ultime entra in gioco l’Ingegneria Genetica che consente di trasferire i geni
di un organismo in un altro che, in condizioni naturali, non avrebbe mai avuto occasione di
possedere. Inoltre si superano le barriere che in natura non permettono alle specie di
mescolarsi tra loro.
Gli OGM hanno Caratteri importanti, infatti riguardo le colture geneticamente modificate esse
sono resistenti agli erbicidi, agli insetti e addirittura a virus. Per le colture GM resistenti agli
Erbicidi (HT), l’inserzione del gene resistente agli erbicidi in una pianta consente agli
agricoltori di diserbare con un ampio spettro di erbicidi uccidendo tutte le piante tranne
quelle GM. Per questa ragione i nuovi semi GM hanno stimolato sia il mercato delle sementi
GM sia il mercato degli erbicidi.
L’AZIENDA AGRARIA
Definiamo invece Imprenditore Agricolo chi esercita una delle attività di coltivazione del
fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse. Sono attività che utilizzano o
possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine.
Per il Requisito soggettivo per la connessione, il soggetto che esercita le attività dirette
alla manipolazione deve essere un imprenditore agricolo principali quindi deve svolgere in
forma di impresa una delle tre attività agricole: coltivazione del fondo, selvicoltura e
allevamento di animali
L’attività svolta per connessione deve essere coerente con quella agricola esercitata
dall’imprenditore in via principale.
Per il Requisito oggettivo per la connessione invece le attività dirette alla manipolazione
devono avere ad oggetto: prodotti ottenuti prevalentemente dall’esercizio dell’attività agricola
principale, beni o servizi forniti attraverso l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse
dell’azienda agricola.
Le Attività connesse devono risultare non prevalenti dal punto di vista del rilievo economico
rispetto all’attività agricola principale e possono essere di:
● Manipolazione, dove la lavorazione non altera la natura del bene primario (ad
esempio la pulitura e cernita dell’insalata);
● Trasformazione, dove la lavorazione altera la natura del bene (ad esempio
l’acquisto del latte per la produzione del formaggio);
● Conservazione, commercializzazione e valorizzazione dei prodotti propri o di
prodotti acquistati da terzi, solo se precedute da attività di manipolazione o
trasformazione.
Deve essere inoltre rispettato il Requisito della Prevalenza dei prodotti aziendali rispetto a
quelli di terzi e si calcola in termini di: quantità (beni simili) e valore (beni di natura
differente).
Definiamo ora l’Agriturismo come l’attività di un imprenditore agricolo che offre ai turisti, nei
propri fondi, vitto e alloggio, utilizzando prodotti propri e organizzando talvolta attività
ricreative o culturali. L’agriturismo è soggetto a una specifica disciplina giuridica, infatti si
segue la legge 20 febbraio del 2006 art 2 amministrativa e fiscale che distinguono tale
attività da ogni forma di attività turistica in ambito rurale ed è rappresentata dalla fusione
della attività agricola prevalente e attività turistica in rapporto di connessione.
Il Reddito Agrario è costituito dalla parte del reddito medio ordinario dei terreni imputabile
al capitale d’esercizio e al lavoro di organizzazione impiegati, nei limiti della potenzialità del
terreno, nell’esercizio di attività agricole su di esso.
L’imprenditore agricolo non è tassato sulla base del reddito effettivamente prodotto ma sulla
base del reddito normale cioè determinato mediante applicazione di tariffe stabilite dalla
legge catastale.
I Redditi Fondiari rappresentano la quota di reddito attribuibile ad un fondo agricolo sulla
base delle tariffe d’estimo. Il reddito dei terreni si distingue in:
● Reddito Dominicale RD è di esclusiva spettanza del Dominus titolare del diritto
reale sul bene, è il reddito derivante dalla terra nel suo stato naturale e dai capitali in
esso investito
● Reddito Agrario RA è il reddito ritraibile dall’esercizio delle attività agricole, è
derivante dalla terra per l’opera umana, è attribuibile anche al non proprietario del
bene quando per effetto di un valido titolo tale attività è concessa a terzi
Al proprietario del terreno o al titolare di altro diritto reale spetta sia il reddito dominicale sia il
reddito agrario, nel caso in cui lo stesso svolga direttamente l’attività agricola. Se l’attività
agricola è esercitata da un’altra persona, il reddito dominicale spetta sempre al proprietario
mentre il reddito agrario spetta a chi svolge l’attività agricola.
Per la produzione di energia eccedente i suddetti limiti il reddito è invece determinato ai fini
Irpef e Ires applicando un coefficiente del 25% all’ammontare dei corrispettivi delle
operazioni soggette a registrazione agli effetti dell’IVA relativamente alla componente
riconducibile alla valorizzazione dell’energia ceduta con esclusione della quota di incentivo.
3.3 – Analisi di Tipo Aziendale
L’imprenditore è la figura economica che organizza i fattori produttivi cioè natura, capitale e
lavoro con lo scopo di ottenere una produzione di beni o servizi e se ne assume il rischio
economico. Il suo compenso è rappresentato dal tornaconto.
Per analizzare un’azienda che opera in qualsiasi settore economico occorre considerare in
via preliminare i Fattori Produttivi impiegati, la Dimensione Aziendale e la Forma
Organizzativa.
La disponibilità del capitale fondiario non è infatti sufficiente per l’imprenditore agricolo che
dovrà impiegare macchinari, attrezzature agricole e sono di capitale di scorta. Mentre invece
quando si tratta di anticipare somme di denaro è capitale di anticipazione.
Secondo il CCNL per gli operari agricoli e florovivaisti, l’assunzione degli operai a tempo
determinato può avvenire con contratto di Lavoro a Termine:
● Per l’esecuzione di lavori di breve durata stagionali
● Per l’esecuzione di più lavori stagionali o per più fasi lavorative nell’anno con
garanzia occupazionale minima superiore a 100 giornate annue, nell’arco di 12 mesi
dalla data di assunzione;
● Di durata superiore a 180 giornate di effettivo lavoro, da svolgersi nell’ambito di un
unico rapporto continuativo.
Per quanto riguarda il Lavoro Stagionale si stima al 32% l’incidenza del sommerso (lavoro
in nero) in agricoltura nei primi sei mesi del 2014. Con la riforma Fornero 2012 vengono
introdotti i Voucher come contrasto al lavoro in nero per pensionati e studenti tra i 16 e 25
anni, studenti solo durante vacanze feste o week end, compenso massimo 7000 euro netti
l’anno, netto orario dipendente 7,50 euro più copertura previdenziale e assistenziale
compresa.
Il Rischio di Mercato è legato alle possibilità e ai prezzi di vendita oppure alla disponibilità e
ai costi di acquisto dei fattori produttivi. La struttura e il funzionamento del mercato
agroalimentare pongono l’imprenditore agricolo in una posizione di grande difficoltà:
● Le ridotte dimensioni dei produttori agricoli comportano uno scarsissimo potere
contrattuale;
● I prezzi di vendita dei prodotti agricoli NON vengono fissati sulla base dei costi di
produzione;
● L’imprenditore deve subire i prezzi fissati dagli equilibri tra domanda e offerta di beni
agricoli;
● L’apertura dei mercati e la concorrenza internazionale accentuano l’instabilità dei
prezzi.
Il Rischio Personale è legato alle capacità personali dell’imprenditore e degli altri soggetti
operanti nell’impresa, scarso livello di istruzione e formazione prevalentemente sul campo
Parlando ora della Correlazione tra rischio e rendimento, possiamo prendere in
considerazione che il funzionamento del mercato agro alimentare è caratterizzato: −
● Dal ruolo dominante della grande distribuzione da un lato e da una moltitudine di
piccoli produttori agricoli dall’altro;
● Da una concorrenza internazionale tra i fornitori di beni agricoli, dall’impossibilità per
le imprese agricole di intervenire in modo effettivo nella fissazione dei prezzi di
vendita
● Dall’aumento dei prezzi di acquisto dei fattori produttivi che le imprese agricole
devono subire. Questo fa sì che all’elevato grado di rischio dell’attività agricola non
corrisponda una più elevata remunerazione del capitale investito.
Una risposta ai Punti di debolezza relativi alla ridotta dimensione delle imprese agricole
può essere individuata nella cosiddetta integrazione verticale: strategia di sviluppo con la
quale l’impresa cerca di acquisire il controllo sui propri input (integrazione a monte) o sui
propri output (integrazione a valle) o su entrambi. L’impresa mira ad ottenere autonomia
rispetto al mercato acquisendo il controllo delle proprie risorse e dei propri prodotti finali.
La Tassazione del Reddito Agrario è un forte incentivo all sfruttamento delle economie di
scala (tassazione non effettiva). Lo Sviluppo delle attività connesse rappresenta una
strategia di internalizzazione delle fasi industriali e/o commerciali del processo produttivo.
3.7 – La Forma Giuridica e Organizzativa dell’Azienda Agraria
La Forma Giuridica e Organizzativa dell’azienda agraria può essere categorizzata in: −
● Persone fisiche (ditte individuali) nella realtà italiana;
● Società di persone nella realtà italiana
● Società di capitali
● Enti
● Cooperative
Le Cooperative Agricole sono quelle che svolgono la loro attività prevalentemente in favore
dei soci, consumatori o utenti di beni o servizi che si avvalgono prevalentemente nello
svolgimento della loro attività, delle prestazioni lavorative e degli apporti di beni o servizi dei
soci.
Le Cooperative di Vendita hanno lo scopo di assicurare alla azienda una maggiore forza
contrattuale nel collocamento dei prodotti agricoli presso i vari grossisti oppure quello di
limitare il più possibile il numero dei passaggi intermedi.
In Italia c’è una forte presenza di ditte individuali (persone fisiche) e società semplici.
Secondo l’ISTAT l’azienda agricola, forestale e zootecnica viene Definita come unità
tecnico economica costituita da terreni.
L’utilizzo della contabilità agraria permette di analizzare con precisione i costi, le rese e i
profitti di produzione, a livello aggregato e analitico. Consente di formulare accurate
previsioni sui livelli di produzione attesi, così da organizzare in modo più efficiente l’attività
futura. È indispensabile per individuare eventuali sprechi e/o nella gestione aziendale.
In Italia c’è una scarsa diffusione della contabilità agraria per via delle caratteristiche
dimensionali delle aziende (agli occhi dell’imprenditore il sacrificio in termini di tempo e costi
non è giustificato), insufficienza preparazione professionale e per le normative civilistiche e
fiscali. L'imprenditore che esercita un'attività commerciale deve tenere il libro giornale e il
libro degli inventari. Deve altresì tenere le altre scritture contabili che siano richieste dalla
natura e dalle dimensioni dell'impresa e conservare ordinatamente.
Il codice civile non prevede alcun obbligo di tenuta delle scritture contabili per soggetti
diversi dall’imprenditore commerciale. L’imprenditore agricolo non è pertanto destinatario di
alcun onere di tipo contabile, se titolare di un’azienda organizzata sotto una forma giuridica
non commerciale (impresa individuale e società semplice)
I Libri Contabili sono il Libro Giornale (in cui si annotano cronologicamente tutte le
rilevazioni contabili) e il Libro Mastro (ordina tutte le operazioni raggruppandole per natura,
in base al conto utilizzato)
Il libro degli inventari è il registro all’interno del quale l’imprenditore deve indicare la
suddivisione del proprio patrimonio fra gli elementi attivi e passivi a disposizione
dell’impresa, indicandone la relativa valutazione di terreni e fabbricati, macchinari e
attrezzature, crediti e debiti commerciali, rimanenze di materie prime e prodotti finiti.
L'imposta sul valore aggiunto si applica sulle cessioni di beni e le prestazioni di servizi
effettuate nel territorio dello Stato nell'esercizio di imprese o nell'esercizio di arti e professioni
e sulle importazioni da chiunque effettuate.
Per la Fatturazione delle Operazioni, per ciascuna operazione imponibile deve essere
emessa una fattura, anche sotto forma di nota, conto, parcella e simili. La fattura si ha per
emessa all'atto della sua consegna o spedizione all'altra parte. La fattura deve essere datata
e numerata in ordine progressivo e deve contenere:
● Soggetto emittente (Partita Iva e C.F.) e soggetto destinatario;
● Natura, qualità e quantità dei beni/servizi;
● Corrispettivi (e altri dati per determinare l’imponibile);
● Imponibile, aliquota ed ammontare dell’imposta.
Riguardo il Registro delle Fatture, il contribuente deve annotare entro quindici giorni le
fatture emesse, nell'ordine della loro numerazione e con riferimento il numero progressivo e
la data di emissione di essa, la ditta, denominazione o ragione sociale, o il cognome e nome
del cliente, e l'ammontare dell’imponibile e dell'imposta, distinti per aliquota.
Tali scritture contabili si limitano a semplici annotazioni delle operazioni sui registri IVA degli
acquisti e delle vendite (o corrispettivi). Il semplice rispetto della normativa IVA (e relative
registrazioni contabili) non fornisce all’imprenditore agricolo alcuno strumento utile ai fini
dell’esercizio dell’attività imprenditoriale e del processo decisionale in particolare.
Le imprese di tipo Commerciale invece sono soggette alla tenuta di scritture contabili
ulteriori rispetto alle registrazioni ai fini IVA. A seconda della dimensione dell’impresa in
termini di fatturato l’obbligo riguarderà la tenuta di contabilità Semplificata oppure di
contabilità Ordinaria. Per le imprese minori il regime naturale è quello della Contabilità
Semplificata costituita da scritture semplici (registrazione di soli costi e ricavi) e che non
consente di gestire i conti di tipo patrimoniale (cassa, banca, crediti, debiti)
La Contabilità Ordinaria è il regime naturale per le imprese con fatturato che raggiunge
determinate soglie ed è l’unico regime contabile previsto per le società di capitali. Rileva tutti
i fatti di gestione che riguardano l’impresa, sia dal punto di vista patrimoniale che dal punto
di vista economico, riassumendoli nella redazione del Bilancio.
Lo strumento alla base della Contabilità Ordinaria è la tenuta della Partita Doppia secondo
il sistema del patrimonio e del risultato d’esercizio. Il regime ordinario rappresenta
sicuramente il sistema più analitico, più puntuale e più preciso per rilevare i fatti e gli
accadimenti aziendali nel corso dell’esercizio. Consiste, sostanzialmente, nell’analitica
annotazione di tutte le movimentazioni contabili che avvengono giornalmente all’interno
dell’impresa, analizzate sotto l’Aspetto Finanziario che riguarda le variazioni di liquidità, di
crediti, di debiti, e sotto l’Aspetto Economico che riguarda i ricavi e i costi (e le variazioni
del patrimonio netto).
Tale analitica annotazione comporta la redazione di almeno due distinti prospetti di sintesi
(che compongono il bilancio di esercizio), il Conto Economico trasformare i fattori (costi) in
prodotti (ricavi) e lo Stato Patrimoniale che sintetizza la capacità dell’impresa di che è un
prospetto degli impieghi e delle fonti (crescita dell’impresa e autofinanziamento).
La diffusione della contabilità ordinaria e delle regole della partita doppia nel mondo agricolo
trova notevoli resistenze e difficoltà connessa ad Assenza di obblighi, Assenza di
competenze e professionalità, Assenza di regole condivise, e Peculiarità legate al settore e
alla natura dei processi produttivi (e dunque peculiarità di alcune valutazioni e registrazioni
contabili).
Tenuto conto degli scenari attuali e futuri, il bilancio economico può diventare, in particolare
per il piccolo e medio imprenditore agricolo, uno strumento di vitale importanza per misurare
in modo corretto e completo la performance ottenuta, al fine di garantire la continuità
dell’attività. Il più tradizionale (forse l’unico) strumento d’analisi e di pianificazione
dell’impresa agraria è il Bilancio Economico. L’Obiettivo fondamentale del bilancio
economico utilizzato direttamente dall’imprenditore agricolo diventa:
● La determinazione dei risultati della gestione di un determinato esercizio;
● La misurazione delle capacità produttive e reddituali di una determinata azienda;
● La valutazione dell’efficienza economica, ma anche tecnica e produttività dei
processi produttivi.
La distinzione tra costi espliciti e impliciti sottolinea una differenza sostanziale tra il punto di
vista dell’economista e quello del contabile nell’analisi delle attività economiche. I
contabili si limitano a registrare tutti i movimenti monetari da e verso l’impresa (costi
espliciti). Gli economisti invece sono interessati a studiare le modalità secondo le quali le
imprese prendono le proprie decisioni di prezzo e di produzione (costi impliciti)
Il Bilancio Contabile è un documento che consente di analizzare la situazione economica
esterna, (patrimoniale e finanziaria) di un’impresa alla fine di un determinato periodo di
riferimento seguendo determinate procedure e si limita alla sola osservazione.
Il bilancio economico permette la rappresentazione del valore dei prodotti finiti ottenuti
dall’azienda e del contributo generato dai diversi fattori produttivi impiegati. I valori di attivo e
passivo possono essere rappresentati nella cosiddetta Equazione del tornaconto.
Non sono compresi solo i beni e i servizi effettivamente venduti, ma anche quelli solo
potenzialmente collocabili sul mercato (ad esempio quelli auto consumati dall’imprenditore o
destinati ai lavoratori). Non rientrano nella PLV i prodotti destinati alla trasformazione in
azienda oppure destinati al reimpiego in azienda (paglia, letame).
La Produzione Lorda Vendibile non sempre coincide con la Produzione Totale Aziendale
in quanto per alcune produzioni può porsi il problema dei reimpieghi.
Per ottenere un valore di Produzione Lorda Vendibile coerente con l’effettivo risultato dei
cicli produttivi aziendali occorre considerare, accanto ai veri e propri ricavi di vendita, la
variazione intervenuta nelle scorte di magazzino durante l’annata agraria (prodotti
accumulati in magazzino consumati o venduti in esercizi successivi rispetto a quelli di
produzione).
Accanto alla tradizionale valutazione dei prodotti accumulati in magazzino, alcune aziende
agrarie sono chiamate a procedere al calcolo di grandezze del tutto particolari:
● ULS acronimo di utile lordo stalla (attività zootecnica), ovvero il valore delle variazioni
quantitative e qualitative del bestiame, nell’arco dell’annata agraria;
● ULB acronimo di utile lordo bosco (selvicoltura).
I proventi che non derivano da una specifica attività aziendale sono Entrate Accessorie
(trattamento in bilancio non sempre chiaro e condiviso). Possono ragionevolmente rientrare
nella definizione di entrate accessorie:
● Le somme riscosse dalle imprese di assicurazione quali compensazione dei danni
subiti dalle produzioni per eventi accidentali verificatesi durante l’anno;
● Gli interessi attivi sul conto corrente aziendale;
● I vari contributi integrativi alla produzione o alla realizzazione di servizi, previsti dalla
politica agraria comunitaria (PAC), contributi regionali.
La Sezione Passiva del bilancio economica presenta grandezze di costo Esplicito ed altre
di costo Implicito. Il passivo comprende il valore dei beni materiali impiegati e trasformati e la
remunerazione delle persone economiche che li hanno forniti.
Con il termine Spese Varie (SV) si è soliti indicare tutti gli acquisti di beni e servizi extra
aziendali a fecondità semplice (fattori produttivi a utilità immediata), che vengono cioè
utilizzati nel corso di un solo ciclo produttivo e che si distruggono con esso. Appare dunque
evidente come in questa voce del bilancio economico rientrino una pluralità di costi molto
eterogenei tra loro. Costi per acquisto di beni materiali, mezzi tecnici, servizi (carburanti e
lubrificanti, fertilizzanti, antiparassitari ed erbicidi, mangimi, spese di stalla, noleggi, servizi
elettrici e telefonici, consulenze varie).
Aldilà della eterogeneità e della variabilità delle componenti della voce SV (a seconda delle
attività esercitate dalla singola impresa), la valutazione di tale voce del bilancio economico
non comporta particolari problematiche. I costi di beni e servizi sono infatti ricavabili da
documenti cartacei solitamente a disposizione dell’imprenditore (fatture, ricevute).
Le Quote(Q) rappresentano il costo annuo necessario per mantenere costante l’entità e
l’efficienza dei capitali a logorio parziale. Sono quote di costo relative a beni a utilità ripetuta
che esplicano la loro funzione in più esercizi o cicli produttivi.
La Quota di Assicurazione (QA) infine rappresenta la spesa sostenuta per assicurare i vari
elementi del capitale dall’eventuale rischio di danneggiamento per cause accidentali. A
differenza delle quote di ammortamento e manutenzione, quelle di assicurazione non
interessano solo ed esclusivamente i fattori a utilizzo pluriennale, ma anche gli elementi del
capitale circolante come i prodotti di scorta, e addirittura le produzioni attese: si pensi al
caso delle assicurazioni contro i danni provocati dalla grandine.
Tra le voci, che la dottrina inserisce nella categoria dei Redditi, vi sono i compensi per le
attività umane (di tipo lavorativo) prestate presso l’azienda agraria.
Tali compensi sono riassumibili in:
● Salario (SA) rappresenta il compenso del lavoro manuale ovvero quello impiegato
nell’esecuzione delle attività aziendali;
● Stipendio (ST) corrisponde invece al compenso del lavoro intellettuale che
comprende le attività di amministrazione, direzione e sorveglianza.
Di norma per la Determinazione dei Costi Impliciti si ricorre al tradizionale criterio del
costo−opportunità. La remunerazione dei fattori apportati dall’imprenditore è determinata
sulla base dei compensi che tali fattori riceverebbero qualora destinati ad analoghi impieghi
fuori dall’azienda.
La quantificazione del costo del lavoro secondo criteri di mercato comporterebbe per molte
aziende agricole la determinazione di un risultato di reddito netto negativo (l’attività
d’impresa risulterebbe antieconomica). Il criterio più idoneo per la Valutazione dei Costi
Impliciti ai fini della compilazione del bilancio economico sembra essere quello definito
come retribuzione minima soddisfacente, in quanto connesso alle esigenze del singolo
agricoltore.
Per la determinazione dei Salari e degli Stipendi Impliciti, a prescindere dal criterio scelto,
occorre procedere al calcolo delle giornate (o delle ore di lavoro) prestate dall’imprenditore e
dai componenti della famiglia, distinguendo le qualifiche dei vari soggetti prima di attribuire
un valore monetario ai relativi compensi.
Il Capitale di Scorta è formato dagli strumenti di scorta quindi mezzi e fattori produttivi
utilizzabili in azienda per più ciclo produttivi (macchine e bestiame) e dai prodotti di scorta
quindi capitali utilizzati in un unico ciclo produttivo (foraggi, concimi, carburanti). Il valore del
capitale di scorta sul quale devono essere calcolati gli interessi è individuato nel valore delle
scorte presenti in azienda all’inizio dell’anno.
Il Capitale Fondiario è il capitale fisso è costituito dalla terra nuda e dai capitali stabilmente
investiti su di essa, i cosiddetti miglioramenti fondiari.
Per l’imprenditore agricolo conoscere con precisione la misura effettiva della redditività
dell’attività svolta diventa un aspetto sempre più cruciale. Il bilancio economico fornisce, in
tal senso, informazioni indispensabili e costituisce al contempo la base informativa da cui
partire per pianificare e programmare l’attività futura.