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Geografia del cibo di Carlotta Ferrero

Introduzione allo “sviluppo”


“sviluppo” < termine che proviene dalla biologia = processo evolutivo -->aumento di massa = crescita*
-->Trasformazioni dell’individuo
Si associa questo concetto a fenomeni sociali ed economici
*crescita anche in fenomeni sociali: visione lineare irreversibile

1) TEORIA MODERNIZZAZIONE
Modello di Rostow e i suoi 5 stadi (crescita lineare)

2) TEROIA NEOLIBRISTA
Tatcher e Reagan: massimizzazione del l’interesse individuale🡪 massimizzazione del l’interesse comune

Anni 60: presa di coscienza della questione ambientale: sviluppo non significa più semplicemente
“crescita”! Lo sviluppo si riferisce alle due dimensioni: sia qualitativa che quantitativa. Nascono le

3) TEORIE ALTERNATIVE: le disuguaglianze sono viste come elementi funzionali al mantenimento del
sistema capitalista. Le teorie possono essere: teoria della dipendenza, del sistema-mondo (relazioni
gerarchiche), della scambio ineguale.

4) TEORIA OLTRE il BIPOLARISMO: visioni antiutilitaristiche: sviluppo dal basso o post sviluppo.

Come si misura lo sviluppo? Si misura solo tramite elementi “misurabili” economicamente (es pil pro
capite). Ma questo no fornisce informazioni su: distribuzione della ricchezza, costi sociali, ambientali ecc..
per cui, vengono introdotti:
-coefficiente di Gini (parla di distribuzione)
-indice di sviluppo umano (HDI in inglese o in italiano ISU) che tiene in considerazione:
a) del pil pro capite b) dell’aspettativa di vita c) del livello di istruzione.

Anno 2000: MDG (millenium development goals) < ONU in 8 obiettivi


Validi fino al 2015 , anno in cui vengono ideati i SDG (sustainable dev. goals ) in 17 obiettivi.

Globalizzazione dei sistemi del cibo


Globalizzazione = aumento dell ’ interconnessione
Sistemi= interconnessione
Del cibo= l’atto di mangiare è influenzato e influenza. Elemento globalizzato e globalizzante. Esso:
• Ha un impatto ambientale e sociale
• Utilizza catene del valore globali
• Necessita di una “provenienza”
• È soggetto ad influenze culturali e le influenza lui stesso

Da oggetto globalizzato ad agente


globalizzante: nomadi --> scoperta
dell’agricoltura--> stabilità dei popoli -->
creazione delle città--> inizio del commercio
-->nascita del capitalismo--> nascita del
colonialismo--> creazione di periferie
geoeconomiche (opposte ai centri
sviluppati).

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Elementi del sistema globalizzato del cibo:
- VALORE DELLE IMPORTAZIONI/ESPORTAZIONI (=scambi)
-RUOLO DELLE MULTINAZIONALI ( i cosiddetti BIG FOOD): squilibrio di poteri
- DIVISIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO -->Frammentazione processo produttivo: diversi
(Global Value Chains/ Global Commodity luoghi di produzione a seconda della convenienza.
Chains)
-CONCENTRAZIONE DELLA FILIERA (es: concentrazione del potere soprattutto nel settore del RETAIL)
-CREAZIONE DI GEOGRAFIE DISEGUALI che creano differenti "mondi del cibo" *
Es: Land Grabbing significa: deterritorializzazione, Land grabbing= forma di controllo di una
accaparramento, sradicamento quantità di terra inferiore rispetto
all'ordinario, ai fini di speculazione,
estrazione, mercificazione a discapito
delle entità domestiche.

Esistono 2 forze globalizzanti:

il libero mercato la lotta alla fame


attraverso l'esportazione di un modello
Accordi internazionali come:
WTO,GATT--> libero scambio di
Inizialmente per incentivare la lotta alla
prodotti agricoli, influenza delle
fame si pensò di "mercificare il cibo",
multinazionali...
aumentando produttività ed esportazioni.
Successivamente si capì che il problema
non erano le quantità presenti sul
mercato, ma l'accesso alle risorse
alimentari (e non solo).

Appurato dunque che queste due sono le forze globalizzanti dei sistemi del cibo, notiamo però che la
globalizzazione risulta incompleta. Perchè?
1) natura (es condizioni climatiche rappresentano un limite)
2) cultura (= consumo legato ad un certo territorio, es: nei paesi musulmani non si consuma maiale)

Wiskerke parla di tre forze che guidano la Conseguenze negative globalizzazione: gli
globalizzazione: agricoltori sono l'anello debole che risente
- la disconnessione tra produttori e consumatori delle pressioni al ribasso, inquinamento,
(rapporto anonimo) calo biodiversità, perdita qualità
-sradicamento del cibo dal proprio luogo di organolettica degli alimenti, incertezza,
produzione sfiducia nei prodotti acquistati (es: scandali
-separazione delle fasi della filiera come mucca pazza fanno perdere la fiducia
ai consumatori)

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*I "mondi del cibo" (pag 44) sono: industriale, mondo mercato, mondo delle risorse intellettuali, mondo
interpersonale.
Food systems/networks è una definizione che evidenzia la complessità di questi mondi del cibo. I networks
(=le relazioni/le reti) possono essere convenzionali o alternative (vedi in seguito gli Alternative Food
Networks). Quando aumenta l'attenzione dei consumatori per il cibo che deve acquistare, c'è una
contaminazione di "convenzionale" e di "alternativo".

Cibo e sistemi locali


Discorso che nasce dalla necessità di strategie specifiche, cioè appunto locali, localizzate.
La scala del "locale" implica:
-una maggior sostenibilità
-una maggior giustizia sociale
-maggiori/migliori rapporti (es fra consumatori e produttori)

La scala del globale invece è selettiva e diseguale (scelte prese dall'alto e disomogeneità tra vantaggi e
svantaggi).
Si vedano invece i distretti industriali come la Terza Italia (Arnaldo Bognasco): reti
Terza Italia, basati su una maggior cooperazione orizzontali di piccole e medie imprese,
invece che sulla mera competizione, sulle caratterizzate da politiche su scala locale.
conoscenze sedimentate e sulle caratteristiche Approccio contrattuale.
locali.

Caratteristiche dello sviluppo locale:


1. territori come agenti dei processi (politiche differenziate da territorio a territorio: maggior flessibilità)
I territori non sono oggettivi passivi delle forze globalizzanti, il che significa: territorialità attiva.
2. visione relazionale (vedi sopra cooperazione) fra attori diversi
3. "milieu" locale (= conoscenza tacita)
4. visione multidimensionale dello sviluppo (sia crescita che benessere)
5. politiche bottom-up (cioè dal basso, non guidate dall'esterno. La definizione dei problemi avviene dal
basso. Approccio endogeno).
Strumenti e politiche? Programmi internazionali, politiche comunitarie (es piano di sviluppo rurale
europeo) declinazioni lecali, patti territoriali.
"Sviluppo locale" nasce da
Il dibattito dello sviluppo locale porta necessariamente a un un'insofferenza verso modelli di
dibattito sul cibo. perchè? Semplice! I consumatori e i vari sviluppo insostenibili, ma non ha
movimenti del cibo cercano un passaggio da un placeless food a prodotto risultati all'altezza delle
un food from somewhere. Sentono l'esigenza di una aspettative (ad es: pochi strumenti
riterritorializzazione. concreti). Però la scala locale è la più
Es: da grandi imprese multinazionali---a--> produttori artigianali. adatta per sistemi del cibo alternativi.
Da produzioni di grande scala---a--> prod. Piccola scala.
Placeless food--> local food-->food
movements e filosofie come il Km 0.
RIC: Born e Purcell con "La Trappola Del Locale" Questi sono più sostenibili sia
Si tende a confondere il risultato desiderato con la scala del socialmente grazie ad una maggior
locale (infatti se è locale, non è necessariamente la scelta embeddedness, sia ambientalmente.
migliore per ciò a cui aspiravo). Inoltre la local trap oscura altre

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opzioni di scala che potrebberi essere più efficienti nel raggiungere gli obiettivi desiderati. Come? La
localizzazione può rinforzare elites (il "locale" non è per forza giusto socialmente). Inoltre un prodotto
classificato come "locale" è poco competitivo di solito. In più la filosofia del locale non è per forza
incompatibile con la globalizzazione. Infine, il locale non è per forza eco-sostenibile (si inquina anche su
piccola scala).
Nonostante i suoi limiti, il locale rappresenta comunque un punto di partenza!
Da qui si può allargare lo sguardo, introducendo il Regionale food network.

La regionalizzazione del cibo


Regionale è un concetto più esteso rispetto al local.
Nasce dalla riduzione di scala delle grandi filiere attribuendo un'etichetta, cioè un marchio regionale su un
prodotto. Le tradizioni infatti si trasformano in pratiche riconosciute dall'esterno (ad esempio tutti
sappiamo che in Romagna si è soliti mangiare le piadine) e successivamente in pratiche disciplinate*.

Ci sono due modi di intendere la regionalizzazione del cibo:


1. Regional food networks: elementi del sistema del cibo organizzati su base regionale
2. Provenienza geografica del cibo (foodshed=bacino). Foodshed nel senso:
-spaziale (quanto è esteso il bacino di
provenienza di un prodotto)
- analitico (cioè il rapporto popolazione-
territorio)

{{*pratiche disciplinate hanno un doppio effetto:


-salvaguardia di una tradizione
-perde la differenziazione (il prodotto con il marchio deve essere sempre uguale)
Scrivere un disciplinare significa tracciare un confine geografico E simbolico: è un processo altamente
esclusivo.
Es: caso del Taleggio. I piccoli produttori volevano far riconoscere il marchio al formaggio ma siccome nel
processo sono stati coinvolti attori influenti, alla fine il disciplinare l'hanno stabilito gli attori con un maggior
potere decisionale e i piccoli produttori sono rimasti esclusi. Così la produzione è passata alla grande filiera
organizzata e viene confermato il placeless food.

Prodotto "tipico" è un ossimoro perchè spesso è fortemente influenzato da fattori e spinte esterni che di
fatto non hanno nulla a che fare con il concetto di locale/tipico.
Il cibo considerato "patrimonio" di un territorio, deve essere:
-identificato come tale
-codificato
-protetto
Ma ricorda: tracciare dei confini, attribuendo un marchio, è una strategia di costruzione socio-economica
(es: cerca la storia del formaggio pleisentif): includere ed escludere è una strategia di potere.

Elementi nell'attribuzione di un marchio


a) definizione di un prodotto
b)territorio in cui si produce
3) attori ammessi a produrlo }}

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City Region Food System (FAO): ibrido che combina diverse modalità di approvvigionamento di prodotti
locali e non.

Tornando al discorso della regionalizzazione:


Politica Agricola Comunitaria (prima dava sussidi per l'agricoltura fortemente industrializzata, poi si sviluppa
il sostegno rurale-->piano di sviluppo rurale): ruralità come nuovo paradigma= insieme di politiche rivolte ai
territori rurali. In più aumenta anche l'attenzione per il sociale con un'adeguata valorizzazione delle risorse
endogene dei singoli territori.
Es di politiche comunitarie: programma LEADER

Cibo e città
La scala su cui il cibo ha più influenza è quella micro (corpo): l'uomo è "ciò" che mangia e "dove" lo mangia.
Il cibo è una forma plastica: le pratiche alimentari cambiano nel tempo e nello spazio. All'inizio il cibo era
assente dalle agende urbane, perchè?
- si ragionava del cibo solo in termini produttivi (approccio limitato)
-si pensava che la città non avesse problemi di approvvigionamento (ma non è così, perchè la città non è
luogo di produzione tendenzialmente. Anzi, si stima che le città abbiano circa 9 giorni di autosufficienza in
casi di emergenza).
Per cui, ora il cibo fa parte della agenda urbana; ergo, il cibo è una questione urbana. Perchè?
1) il numero dei consumatori in città è maggiore rispetto alla campagna e il livello di urbanizzazione è
sempre più elevato
2) il cibo è un elemento di trasformazione materiale e simbolica dello spazio (basti pensare al fenomeno
della gentrification)
3) il cibo è un elemento chiave per leggere le
Gentrification: trasformazione e
disuguaglianze sociale (es le persone ubicate in certi
riqualificazione di un certo territorio.
luoghi della città sono emarginate e dunque non in
Teatro di dinamiche esclusive, ad es: chi
grado di accedere a cibo di qualità: ric i food desert)
non può permettersi il pasto fuori casa è
4) il cibo è un elemento di globalizzazione ed essa è
costretto all' "isolamento sociale".
rappresentata benissimo dalle grandi metropoli
5) la città è l'arena degli Alternative Food Networks (AFN)

Il cibo è anche un elemento sociale perchè è consumato da individui che fanno parte di gruppi sociali e che
condividono l'atto di nutrirsi. Il cibo è un "fatto sociale"--> innesca processi di socializzazione ed è
fortemente connesso con la dimensione spaziale (si modificano reciprocamente).
*Ric inoltre che produzione, consumo e post-consumo avvengono in specifici spazi: spazio e cibo sono
collegati.

Inizialmente la conformazione urbana rispondeva all'esigenza alimentare (basti pensare alla creazione di
spazi come le piazze per i mercati), era dunque "visibile", era un fatto "pubblico". Fino all'invenzione del
primo supermercato (Piggly Wiggly). Così si passò dal pubblico al "privato", all'invisibile. O meglio, è a noi
sconosciuto il modo in cui il cibo arrivi sugli scaffali di un supermercato.

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*a. Produzione in città esiste di due tipi: agricoltura
periurbana e/o urbana (urbana Ric: 2 tipi di produzione urbana:
Effetti positivi: valorizzazione del territorio, inclusione - produzione urbana di tipo commerciale, es
sociale, coesione territoriale, apprendimento, aziende agricole destinate alla vendita
contrasto alla sedentarietà, all'obesità, alla fame, - agricoltura urbana di piccola scala legate, ad
all'inquinamento e al cambiamento climatico. es, al consumo familiare o a progetti, ad es, di
educazione ambientale
b. Distribuzione: dal produttore--> al trasformatore-->
al consumatore finale. Coinvolge molti attori e necessita di infrastrutture. Es: GDO (grande distribuzione
organizzata), negozi al dettaglio, mercati, AFN, e-
GDO, caratteristiche: prazzi più bassi,
commerce... A seconda del tipo di distribuzione, si
maggior varietà di prodotti.
distibguono: filiera lunga, corta, diretta. La distribuzione
Svantaggi: placeless food,
intercetta dinamiche spaziali, sociali e ambientali.
bassa/inesistente relazione fra
produttore o consumatore, sistema
altamente energivoro (spreco di risorse
c. Consumo: esso chiama in causa elementi come:
es carburante), ripercussioni
spazi di consuno
ambientali, uccide la concorrenza.
cultura
scelte personali
modi/tempi di consumo
ingiustizie
1/3= 1,3 miliardi di tonnellate di cibo= 4 volte la
d. Post-consumo. 1/3 del cibo prodotto nel quantità di cibo necessario per sfamare le 800 000 000
mondo viene buttato, diventa rifiuto. Gli persone denutrite nel 2017 (FAO).
scarti si dividono in food losses (perdite durante la produzione) e food waste (rifiuto in senso stretto). Gli
scarti si classificano in evitabili, possibilmente evitabili e inevitabili.
Nel dibattito del post consumo è importante incentivare a ridurre gli sprechi, ridurre gli imballaggi, e
trasformare i rifiuti inevitabili in risorse di altra natura (ad
Politiche formali dedicate a un preciso
es in concime naturale). Questi sono esempi di politiche
territorio: fatte DALLA città PER la
urbane: urban food planning che instaura delle urban
città.
food strategies/policies attraverso un approccio place-
based, cioè fortemente radicato al territorio.

Due principali fattori scatenanti per la nascita delle politiche urbane:


1-tassi di obesità molto alti
2-costi sociali (soprattutto l'insicurezza alimentare)
Ogni realtà ha percorsi/politiche diverse. Nascono da forme di critica
all'insostenibilità del sistema alimentare dominante--> food movements. Dunque
Urban Food Planning= insieme ampio e variegato di pratiche e politiche con
l'obiettivo di incrementare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei
sistemi urbani del cibo.

L'approccio deve essere integrato, concreto, partecipato--> pianificazione strategica. Es: MUFPP (Milan
Urban Food Policy Pact) è un trattato internazionale, non vincolante, un patto sulle politiche del cibo.

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Definizioni:
Food System= raccoglie tutti gli elementi e le attività che lo riferiscono alla produzione, alla trasformazione,
distribuzione e consumo del cibo e a tutto ciò che questo causa come risultato.
Food strategy= processo attraverso cui una città immagina di cambiare il suo food system. Può assumere
varie forme ma ha come obiettivo primario l'inserimento del cibo nell'agenda urbana creando un'unione di
interessi fra diversi attori (detti stakeholders).
Food action plan= from strategy to action (es: stabilire il periodo, le priorità, tasks specifiche, risorse ecc..).
Food policy= somma di tutte le azioni e reazioni legate al food system nella sua totalità.
Food policy council= struttura di missione.

Fasi di una strategy:


- informazioni (provenienza dal basso)
-adozione del problema da parte dei soggetti legittimati
-fase analitica
-fase partecipativa (definizione delle priorità da parte degli
stakeholders)
-dichiarazione di intenti--> strategia
-creazione di un documento (struttura della missione)

Di cosa sono fatte le UFS (urban food strategies)? O meglio, cosa guida le strategie? Due elementi:

1) La rilocalizzazione delle filiere (=creazione di un nuovo e più


Ottica della filiera corta: "locale" in che stretto rapporto tra città e campagna). Come avviene la
senso? Regionalizzazione del locale (ciò rilocalizzazione della filiera? Esempi: agricoltura urbana,
che è collegato a tutta l'area urbana). orticultura, orti urbani, AFN, GAS (gruppi di acquisto solidale),
Si crea un sistema integrato città- la vendita diretta, forni comuni, foodhub, tutela dell'ambiente
campagna. ecc..

2) Educazione: interviene sulle abitudini. Es: food public Campagne di sensibilizzazione e di


procurment, marchi, riconoscimenti, programmi di promozione di un corretto, sano,
educazione alimentare, mense scolastiche, lotta allo sostenibile stile di vita (Es: eat SMART in
spreco ecc.. Svezia).

Quali strumenti vengono utilizzati?


-pianificazione spaziale (es tutela del suolo, rilocalizzazione filiere ecc..)
-strumenti fiscali (es tassazioni o incentivi)
-sviluppo delle infrastrutture a sostegno della produzione o della distribuzione locale
-public procurment (es mense scolastiche) per orientare Food Public Procurment= questione
la produzione e il consumo in una direzione migliore. legata alla salute, alla giustizia sociale,
alla sostenibilità, all'educazione,
all'integrazione..

Un altro es delle politiche urbane del cibo in Italia è l'Atlante del Cibo di Torino Metropolitana.

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Accesso al cibo
Fame e sottonutrizione (e i loro opposti) sono fenomeni prima di tutto socioeconomici. La fame estrema è
causa e conseguenza della povertà e della deprivazione relativa: è conseguenza perchè chi è povero è
solitamente malnutrito o affamato, causa perchè chi è sottonutrito di solito ha peggiori performance,
dunque ha poca capacità lavorativa. La fame include tre aspetti:
- sensazione fisica di fame
-sospensione di un modello alimentare socialmente accettato (assenza totale o parziale di cibo)
- non adeguatezza del cibo consumato (in termini di qualità e quantità)
Ricorda inoltre che fame non è sinonimo di insicurezza, o meglio, insicurezza può voler dire tante altre cose.
Cos'altro si intende per insicurezza alimentare? Fame occulta, sottoalimentazione, sottonutrizione,
malnutrizione, denutrizione,
obesità, ipernutrizione, MCNT MCNT=
(malattie croniche non trasmissibili, -malattie cardiovascolari
ovvero patologie non legate alla -cancro
presenza di virus o batteri, -diabete
caratterizzate da una lunga durata e -malattie respiratorie
una lenta progressione). Esse sono dovute principalmente a fattori come:
-fattori rischiosi del comportamento
-fattori fisiologici o metabolici
-determinanti sociali (es scarso livello di istruzione, reddito
basso..)

Tornando alla fame: essa può essere cronica, intermittente o occasionale a seconda della frequenza con cui
si presenta. La fame è un concetto difficile da definire, dunque difficile da misurare. Per questo si tende a
concentrarsi sul livello di insicurezza alimentare perchè è più facile da analizzare.
Le definizioni di insicurezza alimentare sono circa 200. La FAO per misurarla utilizza il PoU (prevalence of
undernourishment): misura la probabilità che un individuo
Critiche al PoU:
scelto in modo casuale abbia a disposizione una quantità di
- insicurezza alimentare non vuol dire
Kcal insufficiente per condurre una vita sana e attiva (cerca di
solo fame cronica
capire se l'assunzione è < al fabbisogno).
-non dà indicazioni sul grado di serietà
della sottonutrizione

Al momento non esistono alternative valide ma si può


introdurre nell'analisi il FIES, che misura la capacità delle
persone di ottenere cibo adeguato, attraverso 8 domande
permette di costruire una scala che indica la gravità
dell'insicurezza. Si può notare un incremento
*guerre= del 5% dal 2000 al
i paesi teatro
2016 dovuto a due fattori: guerre* e calamità naturali.
di conflitti di lunga
Un terzo indice è il GHI, che misura
durata famecome
(10-18) e malnutrizione a vari
livelli. Il GHI misura la % Sudan,
di popolazione sottonutrita, la % di
Somalia ecc..
bambini (sotto i 5anni) affetti da deperimento, %bambini (<5)
affetti da ritardo di crescita, % tasso mortalità bambini (<5).

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Malnutrizione da ipernutrizione e obesità Food environment (l'ambiente
Calcolata con l'indice di massa corporea (BMI) colpisce un certo circostante conta), variabili:
ceto es: le persone con basso reddito vivono in ambienti -politiche= strategie che definiscono
obosogenici (cibo principale junk food) e in food desert--> no il contesto
spazi per attività e impossibilità di accedere a cibo di qualità. - ambientali= insieme di elementi
eterogenei attorno
-individuali= fattori personali
Approccio critico all'obesità
Guthman e Dupuis propongono una teoria alternativa (l'obesità non è pià solo l'esito fisico di abitudini
alimentari scorrette): essi fanno un'analisi più approfondita di tutto il sistema. Usano la chiave dell'ecologia
politica in relazione alla governamentalità neoliberale. Per lo stato la magrezza è uno standard non solo
estetico ma soprattutto morale: il magro infatti è considerato meritevole perchè è dotato di autocontrollo,
dunque è un performer di successo. Inoltre i cittadini magri sono meno costosi per lo stato. Infine i quartieri
a basso reddito vengono considerati semplicemente nuovi mercati emergenti.
In base agli elementi appena esposti, gli ambienti obosogenici sono prodotti e sintomi del sistema
alimentare dominante. G&D vogliono criticare l'atteggiamento paternalista dello stato che vede queste
persone come "vittime sfortunate" da dover salvare perchè malate, povere ecc.. ma che poi le sfrutta per
sostenere il sistema capitalistico.

Diritto al cibo e food security


Per contrastare fame e nutrizione, le politiche ruotano attorno a a) DIRITTO AL CIBO
b) SICUREZZA ALIMENTARE

a) diritto al cibo prende le sue prime mosse da:


-'41 Roosvelt e le 4 libertà (libertà di parola, di culto, dal bisogno e dalla paura). Perchè libertà dal bisogno?
Il cibo (insieme all'acqua e all'aria) è una risorsa fondamentale per la sopravvivenza
-ONU (Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo) nel '48 parla di dignità e benessere sottolineando la
necessità di un tenore di vita adeguato a garantirsi la salute.
-Patto Internazionale sui diritti civili e politici nel '66 parla di alimentazione adeguata e libertà dalla fame (in
questi anni si pensava ancora che la fame fosse strettamente collegata alla disponibilità di cibo presente sul
mercato, le cose cambieranno in seguito)

La politica principale per contrastare la fame dunque fu l'aumento dell'offerta di cibo, con l'intento di
raggiungere un livello di autosufficienza. Strumento utilizzato fu la Rivoluzione Verde (1944). Essa
introduce:
1. nuovi macchinari
2. opere infrastrutturali
3. fertilizzanti
4. varietà selezionate
I paesi in cui è stata più utilizzata: Messico e Punjab, ed è infatti proprio in questi paesi che ha avuto anche
le conseguenze peggiori (es: disuguaglianze sociali, collasso ecologico, debiti diffusi).
Critiche alla Rivoluzione verde: essa causò forti ripercussioni ambientali e sociali, senza di fatto risolvere la
questione della sicurezza alimentare.

Anni '80 la svolta: Amartya Sen--> la fame e l'insicurezza alimentare sono fenomeni principalmente socio-
economici e infatti dipendono dalla capacità di accesso al cibo e non dalla quantità di prodotti presenti sul
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mercato. Basti pensare al caso del Bangladesh, paese che, in periodi in cui la gente moriva per la carestia,
era uno dei massimi esportatori di genere alimentare.
Dunque: l'attenzione si sposta dalla scala macro (il mercato globale)--alla--> scala micro (individui e capacità
di accesso alle risorse). L'attenzione si sposta inoltre dalla quantità di risorse presenti--ai-->mezzi necessari
per accedervi.
Come si arriva a pensare questo? Sen dimostra che il problema non è la quantità, ma la distribuzione
diseguale del reddito (discriminazioni sociali). Ad es: discriminazione di genere= il 60% delle persone
sottonutrite è di sesso femminile.
Si passa dunque da diritto al cibo--a-> diritto a tutte le condizioni necessarie per accedervi (visione
multidimensionale).

Anni '90: 1996 c'è il World Food Summit (WFS) in cui si specifica che il diritto al cibo viene realizzato quando
qualsiasi individuo ha accesso (fisico ed economico) in ogni momento a cibo o mezzi adeguati per il suo
approvvigionamento. I doveri di uno stato nei confronti dei titolari di questi diritti sono dunque: rispettare
questo diritto, proteggerlo, facilitarlo (es creando un ambiente favorevole) e provvedervi (sopperendo alle
mancanze).

b. Food security: filosofia che si manifesta negli anni '70 e fa riferimento alla produzione del cibo, alla
distribuzione, alla stabilità dei prezzi e allo sviluppo dei paesi del sud
Fao parla di sicurezza
globale. Riflette periodo storico instabile perciò si intendeva: aumentare
alimentare come un
la produzione, garantire forniture al sud per soddisfare i bisogni
elemento chiave della
nutrizionali e condurre una vita sana e attiva (in un ambiente sano).
sicurezza nutrizionale, che
tiene conto anche di fattori
4 pilastri della food security:
come condizioni iginiche ecc..
1) disponibilità (quantità di cibo sano e nutriente)
2) accesso (risorse sufficienti ed adeguate)
3) utilizzo (opportuno per soddisfare le necessità in un ambiente sano)
4) stabilità (per tutti in ogni momento)

Si va verso una convergenza diritto al cibo-sicurezza alimentare?


-Entrambi sono inseriti nei MDG
- si parla di entrambi nel WFS del 2002 (ideato per verificare i progressi di quello del '96)
- SDG (sustainable) del 2015: obiettivo 2 "fame zero".

Differenze tra diritto al cibo e sicurezza alimentare in questi tre ambiti:


il cosa
--> sicurezza: concetto politico trattato attraverso strumenti non vincolanti (soft laws)= no contenuto
normativo!
--> diritto: nozione legale con contenuto normativo! Dunque, riconosciuto e trattato attraverso la
giurisprudenza internazionale
gli obiettivi
--> sicurezza: raggiungere un certo livello di sicurezza alimentare
--> diritto: applicazione di un diritto che si rifà alla DIGNITà umana
la pratica
--> sicurezza: ampia discrezionalità di gestione
--> diritto: requisiti minimi da soddisfare (deve dare conto ad altri attori)
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Per concludere: La sicurezza alimentare rappresenta una condizione assai favorevole perchè si realizzi il
diritto al cibo, il quale è un obiettivo più ampio perchè tiene in considerazione la dignità umana e riconosce
l'individuo come un soggetto agente* di cambiamento e titolare di diritti.
* agente in che senso ? Dagli anni 2000 infatti si parlerà di responsabilità e partecipazione.

Movimenti del cibo


Approcci
1. NEOLIBERISTA
Ric: Polany dice che il
Riproduce apertamente le narrative neoliberiste: ovvero le stesse
capitalismo ha due tensioni
dinamiche e istituzioni che controllano il regime stesso. Ciò che le guida è
tra loro opposte:
la imprenditoria alimentare.
-penetra e mercifica ogni
aspetto della vita sociale
2. RIFORMISTA
(neoliberismo)
Prevede un controllo maggiore da parte della società ma, di fatto, è
-produce delle resistenze e
riproduzione del sistema dominante perchè è volto al profitto e perchè
delle forme di controllo
non si oppone al sistema; semplicemente prova a correggere le sue
(creazione di movimenti
conseguenze più estreme. Narrativa guida: sicurezza alimentare
alternativi)
(sviluppo/aiuti)

3. PROGRESSISTA
Narrativa guida: giustizia alimentare*
Approccio caratterizzato dall'attivismo (più attori coinvolti) per: -cibo di qualità
-riconnessione produttori-consumatori
-riconnessione campagna-città
-modificare il mercato
*giustizia alimentare o food justice (= conferimento di potere)
Nessun documento ma insieme di riflessioni sulla distribuzione delle risorse, sulla dignità umana (bisogni
fondamentali), sull'opportunità di partecipazione e di inclusione nei gruppi sociali, sulla sicurezza, ecc.. I
rischi e i benefici della filiera devono essere equamente condivisi. La giustizia sociale prende le sue mosse
dalla giustizia ambientale, ma aggiunge questioni e
categorie sociali (con un occhio di riguardo per il razzismo FOOD JUSTICE= attinge da giustizia
strutturale). Chi sono gli attori coinvolti? Combinazione di ambientale, introducendo poi categorie di
gruppi tra cui ONG, associazioni ecc.. etnia, genere, classe da interpretare alla
Che pratiche svolgono? luce del razzismo strutturale e della
-rilocalizzazione del cibo (es pratiche di agricoltura geografia delle minoranze etniche.
urbana)
-riconnessione città-campagna
-coinvolgimento di minoranze a basso reddito

Critica principale:
°per quanto si possa apprezzare lo sforzo collettivo, non riesce a mettere in discussione la struttura di base
--> si muovono entro una retorica fondamentalmente neoliberista

4. RADICALE
Narrativa di base: sovranità alimentare* (= conferimento di diritti per mezzo di redistribuzione).
Questo approccio contesta il sistema dominante per due motivi:
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-insostenibilità ambientale
-non garantisce sicurezza alimentare universale
La tendenza radicale vuole, dunque, a) trasformazione strutturale del sistema globale
b) proporre un paradigma alternativo

*sovranità alimentare o food sovereignity


È il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile
ed ecologica: è il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo. Caratteristiche:
- gli attori (tutti) sono il cuore del sistema, al di sopra delle esigenze di mercato
- difende gli interessi delle generazioni future
-strategia per smantellare il regime attuale
-produzione locale (favorisce pesca e allevamento tradizionali, agricoltura familiare, alimentazione
sostenibile)
-promuove un commercio trasparente La sovranità alimentare invoca una
-garantisce diritti di accesso democratizzazione del sistema
--> si crea un sistema di nuove relazioni sociali, libere da alimentare a favore dei soggetti più
oppressioni e disuguaglianze. deboli, il controllo democratico del
cibo, del modo in cui viene prodotto e
Via Campesina= si organizza in forum consumato.
mondiali, sollecita gli stati sovrani a
attuare riforme territoriali, ES: "Via Campesina" del '93, raccoglie 182 organizzazioni in
redistributive: i "piccoli" possono avere 81 paesi differenti per un tot 200 milioni di persone. È un
una grande influenza sulle politiche movimento autonomo, pluralista e multiculturale che si
statali e sovranazionali. propone come una "internazionale contadina".

Prima, parlando di sicurezza alimentare, non si parlava di regime politico, infatti sembrava potesse esistere
food security anche in regimi dittatoriali (o i prigione per esempio). La sovranità alimentare inevce incarna
anche gli aspetti politici che mancavano. Essa afferma il diritto al cibo non solo attraverso l'accesso ma
anche attraverso il controllo democratico del cibo e della sua produzione.

Ecco che tramite questo passaggio si introducono altre prospettive come: la sostenibilità ambientale*,
democrazia alimentare**, cittadinanza alimentare***, community food security****.

*La sostenibilita ambientale (<USA)


Soggetti: ambientalisti, agricoltori alternativi, consumatori ecc.. preoccupati per impatti negativi
dell'industrializzazione del sistema alimentare. Limiti: ha natura descrittiva non normativa (poco vincolante)
e non risponde ad alcuni interrogativi (ad esempio equità sociale). Essa è inoltre caratterizzata da conflitti di
interessi e valori (ad esempio le grandi multinazionali inquinanti spesso sono disinteressate ai danni che
provocano) e non esiste autorità che li risolva.

**democrazia alimentare
Idea: moltiplicare spazi di resistenza in cui le persone possano partecipare per determinare le scelte
politiche e le pratiche a vari livelli (locale, regionale, nazionale, globale..). Es: Food Policy Council è un
tentativo concreto di mettere in pratica la democrazia alimentare come spazio di resistenza e opposizione.

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***accanto alla democrazia, si sviluppa la cittadinanza alimentare. Il termine "cittadinanza" implica doveri e
diritti (il cittadino non è più solo un semplice consumatore, lui ha diritti e doveri perchè appartiene ad una
comunità). Le persone si attivano in comportamenti che supportino lo sviluppo di un sistema alimentare
democratico e sostenibile.

****Community food security: è quando viene applicata la sicurezza alimentare per tutte le persone di una
certa comunità, che hanno così accesso al cibo appropriato, attraverso fonti locali non emergenziali.

Il cibo come bene comune


3 approcci ai "commons"
- economico: i beni sono -->non escludibili (=è difficile impedirne l'usufruizione)
--> rivali (nel consumo= impedisce ad altri di consumarlo)
Ostrom propone di promuovere la gestione diretta e cooperativa ad opera delle comunità che hanno
interesse alla conservazione del ebbene (no privatizzazione e no statalizzazione). Incoraggia la gestione
collettiva dal basso riconoscendo il diritto delle comunità alla proprietà e quindi alla gestione delle risorse.
Critica: a livello macro è troppo difficile!

-giuridico: Stefano Rodotà (Commissione per la riforma del codice civile in materia di beni pubblici)-->
Commissione Rodotà dice che i beni sono-->non rivali
-->esauribili, non escludibili
La legge deve garantire la fruizione collettiva da parte di tutti (anche le generazioni future). Es: fiumi,
ghiacciai, beni archeologici ecc sono beni comuni da preservare.
La tutela risarcitoria spetta allo Stato ma quella inibitoria spetta a chiunque eserciti il diritto alla fruizione.
Bene comune come diritto universale (--> costituzionalismo dei BISOGNI).
Dice semplicemente che la proposizione "il cibo come bene è un diritto" non basta.

-movimenti dal basso: riappropriazione di tutto ciò che è "comune" da parte di movimenti destrutturati a
potere diffuso. Critica radicale ai fondamenti filosofici e politici del libero mercato (es: mercificazione del
cibo, controllo egemonico di grandi attori come multinazionali...) rifiutando il modello gerarchico a favore
di quello collaborativo .

Il cibo è quindi un bene comune? È un bene privato (poichè è un bene scarso, quindi genera un prezzo
inotlre è escludibile e rivale), ma di natura mista.
È infatti soggetto a regole e politiche di natura pubblica--> nuova attenzione ai beni comuni come cambio di
paradigma--> caratteristiche dei nuovi paradigmi alternativi: giustizia sociale, demercificazione del cibo,
redistribuzione del potere, sostenibilità ambientale.
Bisogna quindi superare le logiche del mercato attuale considerando il cibo e le dinamiche ad esso collegato
in un'ottica sistemica: le SCELTE legate al cibo hanno una valenza critica e politica. I cittadini, i produttori, i
consumatori sono parte integrante di questo sistema con una prospettiva che si avvicina a quell'idea di
territorio come bene comune. Perciò:
-se il cibo è un bene comune non può essere prodotto tramite pratiche non ecologiche e socialmente non-
giuste.
-necessità di una più equa distribuzione alimentare
- spreco alimentare abbattutto tramite calibrazione del sistema
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-ritorno al territorio con l'obiettivo di un cibo democratico, giusto, sostenibile.
-politiche bottom-up: dal basso c'è bisogno di una redistribuzione del potere--> deresponsabilizzazione
degli attori pubblici.

Gli Alternative Food Networks (pratiche agroalimentari alternative)


Essi rappresentano una reazione alla deterritorializzazione del
Nascono perchè:
cibo (placeless food). Ruolo centrale è dei consumatori nella
1)Quality turn degli anni '90
scelta dei prodotti. Criteri/caratteristiche:
I consumatori perdono la fiducia nel
- diminuire la distanza consumatore-produttore (incentivando
sistema produttivo e iniziano a essere
filiere corte)
molto attenti al cibo che mangiano-->
-aumento delle agricolture di piccola scala (che è più
cercano delle buone alternative (es
sostenibile)
discorso del biologico).
-modelli alternativi di distribuzione e acquisto basati sulla
2)Gli AFN inoltre rappresentano un
prossimità* (es: vendita diretta nei
campo di azione politica per indirizzare *la prossimità può
luoghi di produzione tramite
attraverso le proprie scelte di consumo essere:
piccoli negozietti nell'azienda)
il sistema politico nel suo complesso -spaziale
-sostenibilità
(=fenomeno del consumerismo -cognitiva
politico) -organizzativa

Tre approcci:
-food movements: per risolvere le disuguaglianze sociali AFN, critica: a volte assomigliano a
-AFN come strumenti per costruire catene economiche pratiche di nicchia (meccanismi di
del valore TERRITORIALIZZATE (sviluppo rurale e locale) esclusione sociale). Infatti spesso sono
-filiere internazionali di prodotti sostenibili pratiche che appartengono alla classe
medio-alta dei paesi economicamente
Perchè questo nome? più avanzati (Es: si pensi a quanto sia
"alternative"= si oppongono al sistema dominante. costoso uno stile di vita ZeroWaste. È
"food"= gli AFN si occupano delle caratteristiche del cibo, una pratica alternativa, ma che in
della sua produzione e del suo consumo. pochi si possono permettere. Stessa
"networks"= si riferisce alla struttura della filiera, cioè una cosa vale per l'acquisto di prodotti
rete di attori. biologici).

Parola chiave degli AFN è RITERRITORIALIZZAZIONE, es: local food system, filiere corte (nuovo rapporto
produttori-consumatori), vendita diretta in azienda (come il pick-your-own), farmer markets, mercati
municipali, GAS, acquisti collettivi, CSA (community supported agricolture), bio-distretti, eco-regioni ecc..
I movimenti alternativi del cibo sono spinti dal desiderio di: condivisione dei rischi e dei vantaggi, per motivi
salutistici, miglioramento delle relazioni sociali, mangiare cibo di qualità, appoggiare sistemi sostenibili e
giusti socialmente...

{{Ric: la local trap! La convinzione che il locale sia migliore, non regge. Infatti: si confonde una scala con il
risultato desiderato; osservando solo il locale, non si tengono in considerazione altre opzioni che
potrebbero essere più efficienti; infine può rinforzare l'elite locale, può essere una scala poco competitiva e

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non è necessariamente incompatibile con la globalizzazione (tanto che si può pensare di creare un
"glocal").}}
Cooperazione internazionale allo sviluppo
Elementi da analizzare nel dibattito sulla geografia del cibo:
-territorializzazione (=riproduzione e trasformazione del territorio)
- territorialità (=rapporto fra attori e territorio)
-geographicalness (=approcci politici alla geografia)

La cooperazione può essere governativa* o non-governativa**.

*governativa-->multilaterale (es di attori FAO, WWF, Unione Europea, BM).


-->bilaterale
-->decentrata
**non governativa: gli attori sono associazioni ed organizzazioni espressione della società civile con scopo
non lucrativo. Propongono forme alternative alle politiche tradizionali (Ad esempio la Via Campesina è una
forma alternativa ai trattati internazionali del WTO).

AGENDA 2030
MDG (dal 2000 al 2015) si trasformano in SDG (ora sono 17 obiettivi)
Il cibo è l'elemento chiave trasversale di tutti gli obiettivi. L'idea di fondo è realizzare i diritti umani in vari
aspetti: economia, società e ambiente. I 17 sustainable development goals si dividono in 5 macroinsiemi:
persona, pianeta, prosperità, pace e collaborazione.
Il cibo dunque è l'ombrello sotto cui è possibile e necessario provare a connettere i soggetti politici, gli
attori economici e la società civile per cercare una visione condivisa di sviluppo sia del sistema alimentare
che del futuro del mondo in generale.

Geografia delle fonti rinnovabili


- metabolismo sociale= ogni organizzazione sociale ottiene dall'ecosistema materie prime da trasformare in
energia o in sostanze utili al fine di svolgere le proprie attività/funzioni vitali. Società e ambiente
interagiscono.

-socializzazione energia= processo di trasformazione delle risorse primarie in energia utilizzabile

-filiera energetica= insieme di tutte le attività e le relazioni sociospaziali che consentono di socializzare una
fonte
-sistema energetico= insieme di tutte le filiere

Il sistema attuale è il risultato del processo di organizzazione territoriale vincolata (il vincolo localizzativo)
dall'ubicazione delle fonti energetiche. Infatti:
1°fonte: legno
2°fonte:carbone--> rivoluzione industriale
3°fonte: elettricità-->rivoluzione materiale (infrastrutture es lampioni)
-->rivoluzione economica (l'energia è vendibile)
-->rivoluzione in ambito politico (l'energia è un servizio pubblico)
--> rivoluzione sociale (cambia la vita di tutti)

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4°fonte: petrolio--> internazionalizzazione dei mercati energetici che crea nuove dinamiche e nuovi
equilibri geopolitici.

Negli anni '70 ci sono le crisi petrolifere (OPEC)--> esigenza di un sistema energetico differente. Inoltre negli
anni '90 si instaura il concetto di sviluppo sostenibile (è importante garantire risorse alle generazioni
future).
I paesi come il nostro, importatori di petrolio sono legati/dipendenti rispetto ai produttori (c'è uno
squilibrio di potere)
I gas serra aumentano la temperatura terrestre e causano il cambiamento climatico. Il settore energetico è
fortemente responsabile dell'emissione dei gas serra.

Le fonti rinnovabili e il territorio


In relazione a:
-ambiente
-questione socio-economica
VEDI TABELLA DEL RIASSUNTO DEL LIBRO: la collocazione delle risorse in un punto della tabella dipende dal
grado di coinvolgimento della dimensione soocio-economica e dagli impatti ambientali che la fonte genera.

"Rinnovabile" significa che non si esaurisce e la premessa sembra allettante, ma ci sono delle barriere alla
diffusione delle rinnovabili:
-barriere economiche
-barriere tecnologiche
-barriere socio-territoriali

Le politiche attuabili sono dirette* o indirette**.


*dirette= strumenti che sostengono direttamente la prooduzione di energia da fonti rinnovabili attraverso
ad esempio finanziamenti ecc..
**indirette= azioni o strumenti che modificano il contesto e i conseguenti comportamenti (es: innovazione
tecnologica, campagne di sensibilizzaizione ecc..).

Ric trattati ed eventi importanti come: il Protocollo di Kyoto, Accordi di Parigi, Libro Verde ecc..

In cocnlusione, le rinnovabili sono considerate come:


-modello energetico sostenibile, ovvero una soluzione alternativa ai fossili (ric che alcune fonti rinnovabili,
comunque, inquianano o causano danni di altro tipo)
-perno della green economy (= sviluppi economico e una particolare attenzione per l'ambiente)
- strumento di autonomia e democrazia energetica

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