Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1) TEORIA MODERNIZZAZIONE
Modello di Rostow e i suoi 5 stadi (crescita lineare)
2) TEROIA NEOLIBRISTA
Tatcher e Reagan: massimizzazione del l’interesse individuale🡪 massimizzazione del l’interesse comune
Anni 60: presa di coscienza della questione ambientale: sviluppo non significa più semplicemente
“crescita”! Lo sviluppo si riferisce alle due dimensioni: sia qualitativa che quantitativa. Nascono le
3) TEORIE ALTERNATIVE: le disuguaglianze sono viste come elementi funzionali al mantenimento del
sistema capitalista. Le teorie possono essere: teoria della dipendenza, del sistema-mondo (relazioni
gerarchiche), della scambio ineguale.
4) TEORIA OLTRE il BIPOLARISMO: visioni antiutilitaristiche: sviluppo dal basso o post sviluppo.
Come si misura lo sviluppo? Si misura solo tramite elementi “misurabili” economicamente (es pil pro
capite). Ma questo no fornisce informazioni su: distribuzione della ricchezza, costi sociali, ambientali ecc..
per cui, vengono introdotti:
-coefficiente di Gini (parla di distribuzione)
-indice di sviluppo umano (HDI in inglese o in italiano ISU) che tiene in considerazione:
a) del pil pro capite b) dell’aspettativa di vita c) del livello di istruzione.
1
Elementi del sistema globalizzato del cibo:
- VALORE DELLE IMPORTAZIONI/ESPORTAZIONI (=scambi)
-RUOLO DELLE MULTINAZIONALI ( i cosiddetti BIG FOOD): squilibrio di poteri
- DIVISIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO -->Frammentazione processo produttivo: diversi
(Global Value Chains/ Global Commodity luoghi di produzione a seconda della convenienza.
Chains)
-CONCENTRAZIONE DELLA FILIERA (es: concentrazione del potere soprattutto nel settore del RETAIL)
-CREAZIONE DI GEOGRAFIE DISEGUALI che creano differenti "mondi del cibo" *
Es: Land Grabbing significa: deterritorializzazione, Land grabbing= forma di controllo di una
accaparramento, sradicamento quantità di terra inferiore rispetto
all'ordinario, ai fini di speculazione,
estrazione, mercificazione a discapito
delle entità domestiche.
Appurato dunque che queste due sono le forze globalizzanti dei sistemi del cibo, notiamo però che la
globalizzazione risulta incompleta. Perchè?
1) natura (es condizioni climatiche rappresentano un limite)
2) cultura (= consumo legato ad un certo territorio, es: nei paesi musulmani non si consuma maiale)
Wiskerke parla di tre forze che guidano la Conseguenze negative globalizzazione: gli
globalizzazione: agricoltori sono l'anello debole che risente
- la disconnessione tra produttori e consumatori delle pressioni al ribasso, inquinamento,
(rapporto anonimo) calo biodiversità, perdita qualità
-sradicamento del cibo dal proprio luogo di organolettica degli alimenti, incertezza,
produzione sfiducia nei prodotti acquistati (es: scandali
-separazione delle fasi della filiera come mucca pazza fanno perdere la fiducia
ai consumatori)
2
*I "mondi del cibo" (pag 44) sono: industriale, mondo mercato, mondo delle risorse intellettuali, mondo
interpersonale.
Food systems/networks è una definizione che evidenzia la complessità di questi mondi del cibo. I networks
(=le relazioni/le reti) possono essere convenzionali o alternative (vedi in seguito gli Alternative Food
Networks). Quando aumenta l'attenzione dei consumatori per il cibo che deve acquistare, c'è una
contaminazione di "convenzionale" e di "alternativo".
La scala del globale invece è selettiva e diseguale (scelte prese dall'alto e disomogeneità tra vantaggi e
svantaggi).
Si vedano invece i distretti industriali come la Terza Italia (Arnaldo Bognasco): reti
Terza Italia, basati su una maggior cooperazione orizzontali di piccole e medie imprese,
invece che sulla mera competizione, sulle caratterizzate da politiche su scala locale.
conoscenze sedimentate e sulle caratteristiche Approccio contrattuale.
locali.
3
opzioni di scala che potrebberi essere più efficienti nel raggiungere gli obiettivi desiderati. Come? La
localizzazione può rinforzare elites (il "locale" non è per forza giusto socialmente). Inoltre un prodotto
classificato come "locale" è poco competitivo di solito. In più la filosofia del locale non è per forza
incompatibile con la globalizzazione. Infine, il locale non è per forza eco-sostenibile (si inquina anche su
piccola scala).
Nonostante i suoi limiti, il locale rappresenta comunque un punto di partenza!
Da qui si può allargare lo sguardo, introducendo il Regionale food network.
Prodotto "tipico" è un ossimoro perchè spesso è fortemente influenzato da fattori e spinte esterni che di
fatto non hanno nulla a che fare con il concetto di locale/tipico.
Il cibo considerato "patrimonio" di un territorio, deve essere:
-identificato come tale
-codificato
-protetto
Ma ricorda: tracciare dei confini, attribuendo un marchio, è una strategia di costruzione socio-economica
(es: cerca la storia del formaggio pleisentif): includere ed escludere è una strategia di potere.
4
City Region Food System (FAO): ibrido che combina diverse modalità di approvvigionamento di prodotti
locali e non.
Cibo e città
La scala su cui il cibo ha più influenza è quella micro (corpo): l'uomo è "ciò" che mangia e "dove" lo mangia.
Il cibo è una forma plastica: le pratiche alimentari cambiano nel tempo e nello spazio. All'inizio il cibo era
assente dalle agende urbane, perchè?
- si ragionava del cibo solo in termini produttivi (approccio limitato)
-si pensava che la città non avesse problemi di approvvigionamento (ma non è così, perchè la città non è
luogo di produzione tendenzialmente. Anzi, si stima che le città abbiano circa 9 giorni di autosufficienza in
casi di emergenza).
Per cui, ora il cibo fa parte della agenda urbana; ergo, il cibo è una questione urbana. Perchè?
1) il numero dei consumatori in città è maggiore rispetto alla campagna e il livello di urbanizzazione è
sempre più elevato
2) il cibo è un elemento di trasformazione materiale e simbolica dello spazio (basti pensare al fenomeno
della gentrification)
3) il cibo è un elemento chiave per leggere le
Gentrification: trasformazione e
disuguaglianze sociale (es le persone ubicate in certi
riqualificazione di un certo territorio.
luoghi della città sono emarginate e dunque non in
Teatro di dinamiche esclusive, ad es: chi
grado di accedere a cibo di qualità: ric i food desert)
non può permettersi il pasto fuori casa è
4) il cibo è un elemento di globalizzazione ed essa è
costretto all' "isolamento sociale".
rappresentata benissimo dalle grandi metropoli
5) la città è l'arena degli Alternative Food Networks (AFN)
Il cibo è anche un elemento sociale perchè è consumato da individui che fanno parte di gruppi sociali e che
condividono l'atto di nutrirsi. Il cibo è un "fatto sociale"--> innesca processi di socializzazione ed è
fortemente connesso con la dimensione spaziale (si modificano reciprocamente).
*Ric inoltre che produzione, consumo e post-consumo avvengono in specifici spazi: spazio e cibo sono
collegati.
Inizialmente la conformazione urbana rispondeva all'esigenza alimentare (basti pensare alla creazione di
spazi come le piazze per i mercati), era dunque "visibile", era un fatto "pubblico". Fino all'invenzione del
primo supermercato (Piggly Wiggly). Così si passò dal pubblico al "privato", all'invisibile. O meglio, è a noi
sconosciuto il modo in cui il cibo arrivi sugli scaffali di un supermercato.
5
*a. Produzione in città esiste di due tipi: agricoltura
periurbana e/o urbana (urbana Ric: 2 tipi di produzione urbana:
Effetti positivi: valorizzazione del territorio, inclusione - produzione urbana di tipo commerciale, es
sociale, coesione territoriale, apprendimento, aziende agricole destinate alla vendita
contrasto alla sedentarietà, all'obesità, alla fame, - agricoltura urbana di piccola scala legate, ad
all'inquinamento e al cambiamento climatico. es, al consumo familiare o a progetti, ad es, di
educazione ambientale
b. Distribuzione: dal produttore--> al trasformatore-->
al consumatore finale. Coinvolge molti attori e necessita di infrastrutture. Es: GDO (grande distribuzione
organizzata), negozi al dettaglio, mercati, AFN, e-
GDO, caratteristiche: prazzi più bassi,
commerce... A seconda del tipo di distribuzione, si
maggior varietà di prodotti.
distibguono: filiera lunga, corta, diretta. La distribuzione
Svantaggi: placeless food,
intercetta dinamiche spaziali, sociali e ambientali.
bassa/inesistente relazione fra
produttore o consumatore, sistema
altamente energivoro (spreco di risorse
c. Consumo: esso chiama in causa elementi come:
es carburante), ripercussioni
spazi di consuno
ambientali, uccide la concorrenza.
cultura
scelte personali
modi/tempi di consumo
ingiustizie
1/3= 1,3 miliardi di tonnellate di cibo= 4 volte la
d. Post-consumo. 1/3 del cibo prodotto nel quantità di cibo necessario per sfamare le 800 000 000
mondo viene buttato, diventa rifiuto. Gli persone denutrite nel 2017 (FAO).
scarti si dividono in food losses (perdite durante la produzione) e food waste (rifiuto in senso stretto). Gli
scarti si classificano in evitabili, possibilmente evitabili e inevitabili.
Nel dibattito del post consumo è importante incentivare a ridurre gli sprechi, ridurre gli imballaggi, e
trasformare i rifiuti inevitabili in risorse di altra natura (ad
Politiche formali dedicate a un preciso
es in concime naturale). Questi sono esempi di politiche
territorio: fatte DALLA città PER la
urbane: urban food planning che instaura delle urban
città.
food strategies/policies attraverso un approccio place-
based, cioè fortemente radicato al territorio.
L'approccio deve essere integrato, concreto, partecipato--> pianificazione strategica. Es: MUFPP (Milan
Urban Food Policy Pact) è un trattato internazionale, non vincolante, un patto sulle politiche del cibo.
6
Definizioni:
Food System= raccoglie tutti gli elementi e le attività che lo riferiscono alla produzione, alla trasformazione,
distribuzione e consumo del cibo e a tutto ciò che questo causa come risultato.
Food strategy= processo attraverso cui una città immagina di cambiare il suo food system. Può assumere
varie forme ma ha come obiettivo primario l'inserimento del cibo nell'agenda urbana creando un'unione di
interessi fra diversi attori (detti stakeholders).
Food action plan= from strategy to action (es: stabilire il periodo, le priorità, tasks specifiche, risorse ecc..).
Food policy= somma di tutte le azioni e reazioni legate al food system nella sua totalità.
Food policy council= struttura di missione.
Di cosa sono fatte le UFS (urban food strategies)? O meglio, cosa guida le strategie? Due elementi:
Un altro es delle politiche urbane del cibo in Italia è l'Atlante del Cibo di Torino Metropolitana.
7
Accesso al cibo
Fame e sottonutrizione (e i loro opposti) sono fenomeni prima di tutto socioeconomici. La fame estrema è
causa e conseguenza della povertà e della deprivazione relativa: è conseguenza perchè chi è povero è
solitamente malnutrito o affamato, causa perchè chi è sottonutrito di solito ha peggiori performance,
dunque ha poca capacità lavorativa. La fame include tre aspetti:
- sensazione fisica di fame
-sospensione di un modello alimentare socialmente accettato (assenza totale o parziale di cibo)
- non adeguatezza del cibo consumato (in termini di qualità e quantità)
Ricorda inoltre che fame non è sinonimo di insicurezza, o meglio, insicurezza può voler dire tante altre cose.
Cos'altro si intende per insicurezza alimentare? Fame occulta, sottoalimentazione, sottonutrizione,
malnutrizione, denutrizione,
obesità, ipernutrizione, MCNT MCNT=
(malattie croniche non trasmissibili, -malattie cardiovascolari
ovvero patologie non legate alla -cancro
presenza di virus o batteri, -diabete
caratterizzate da una lunga durata e -malattie respiratorie
una lenta progressione). Esse sono dovute principalmente a fattori come:
-fattori rischiosi del comportamento
-fattori fisiologici o metabolici
-determinanti sociali (es scarso livello di istruzione, reddito
basso..)
Tornando alla fame: essa può essere cronica, intermittente o occasionale a seconda della frequenza con cui
si presenta. La fame è un concetto difficile da definire, dunque difficile da misurare. Per questo si tende a
concentrarsi sul livello di insicurezza alimentare perchè è più facile da analizzare.
Le definizioni di insicurezza alimentare sono circa 200. La FAO per misurarla utilizza il PoU (prevalence of
undernourishment): misura la probabilità che un individuo
Critiche al PoU:
scelto in modo casuale abbia a disposizione una quantità di
- insicurezza alimentare non vuol dire
Kcal insufficiente per condurre una vita sana e attiva (cerca di
solo fame cronica
capire se l'assunzione è < al fabbisogno).
-non dà indicazioni sul grado di serietà
della sottonutrizione
8
Malnutrizione da ipernutrizione e obesità Food environment (l'ambiente
Calcolata con l'indice di massa corporea (BMI) colpisce un certo circostante conta), variabili:
ceto es: le persone con basso reddito vivono in ambienti -politiche= strategie che definiscono
obosogenici (cibo principale junk food) e in food desert--> no il contesto
spazi per attività e impossibilità di accedere a cibo di qualità. - ambientali= insieme di elementi
eterogenei attorno
-individuali= fattori personali
Approccio critico all'obesità
Guthman e Dupuis propongono una teoria alternativa (l'obesità non è pià solo l'esito fisico di abitudini
alimentari scorrette): essi fanno un'analisi più approfondita di tutto il sistema. Usano la chiave dell'ecologia
politica in relazione alla governamentalità neoliberale. Per lo stato la magrezza è uno standard non solo
estetico ma soprattutto morale: il magro infatti è considerato meritevole perchè è dotato di autocontrollo,
dunque è un performer di successo. Inoltre i cittadini magri sono meno costosi per lo stato. Infine i quartieri
a basso reddito vengono considerati semplicemente nuovi mercati emergenti.
In base agli elementi appena esposti, gli ambienti obosogenici sono prodotti e sintomi del sistema
alimentare dominante. G&D vogliono criticare l'atteggiamento paternalista dello stato che vede queste
persone come "vittime sfortunate" da dover salvare perchè malate, povere ecc.. ma che poi le sfrutta per
sostenere il sistema capitalistico.
La politica principale per contrastare la fame dunque fu l'aumento dell'offerta di cibo, con l'intento di
raggiungere un livello di autosufficienza. Strumento utilizzato fu la Rivoluzione Verde (1944). Essa
introduce:
1. nuovi macchinari
2. opere infrastrutturali
3. fertilizzanti
4. varietà selezionate
I paesi in cui è stata più utilizzata: Messico e Punjab, ed è infatti proprio in questi paesi che ha avuto anche
le conseguenze peggiori (es: disuguaglianze sociali, collasso ecologico, debiti diffusi).
Critiche alla Rivoluzione verde: essa causò forti ripercussioni ambientali e sociali, senza di fatto risolvere la
questione della sicurezza alimentare.
Anni '80 la svolta: Amartya Sen--> la fame e l'insicurezza alimentare sono fenomeni principalmente socio-
economici e infatti dipendono dalla capacità di accesso al cibo e non dalla quantità di prodotti presenti sul
9
mercato. Basti pensare al caso del Bangladesh, paese che, in periodi in cui la gente moriva per la carestia,
era uno dei massimi esportatori di genere alimentare.
Dunque: l'attenzione si sposta dalla scala macro (il mercato globale)--alla--> scala micro (individui e capacità
di accesso alle risorse). L'attenzione si sposta inoltre dalla quantità di risorse presenti--ai-->mezzi necessari
per accedervi.
Come si arriva a pensare questo? Sen dimostra che il problema non è la quantità, ma la distribuzione
diseguale del reddito (discriminazioni sociali). Ad es: discriminazione di genere= il 60% delle persone
sottonutrite è di sesso femminile.
Si passa dunque da diritto al cibo--a-> diritto a tutte le condizioni necessarie per accedervi (visione
multidimensionale).
Anni '90: 1996 c'è il World Food Summit (WFS) in cui si specifica che il diritto al cibo viene realizzato quando
qualsiasi individuo ha accesso (fisico ed economico) in ogni momento a cibo o mezzi adeguati per il suo
approvvigionamento. I doveri di uno stato nei confronti dei titolari di questi diritti sono dunque: rispettare
questo diritto, proteggerlo, facilitarlo (es creando un ambiente favorevole) e provvedervi (sopperendo alle
mancanze).
b. Food security: filosofia che si manifesta negli anni '70 e fa riferimento alla produzione del cibo, alla
distribuzione, alla stabilità dei prezzi e allo sviluppo dei paesi del sud
Fao parla di sicurezza
globale. Riflette periodo storico instabile perciò si intendeva: aumentare
alimentare come un
la produzione, garantire forniture al sud per soddisfare i bisogni
elemento chiave della
nutrizionali e condurre una vita sana e attiva (in un ambiente sano).
sicurezza nutrizionale, che
tiene conto anche di fattori
4 pilastri della food security:
come condizioni iginiche ecc..
1) disponibilità (quantità di cibo sano e nutriente)
2) accesso (risorse sufficienti ed adeguate)
3) utilizzo (opportuno per soddisfare le necessità in un ambiente sano)
4) stabilità (per tutti in ogni momento)
3. PROGRESSISTA
Narrativa guida: giustizia alimentare*
Approccio caratterizzato dall'attivismo (più attori coinvolti) per: -cibo di qualità
-riconnessione produttori-consumatori
-riconnessione campagna-città
-modificare il mercato
*giustizia alimentare o food justice (= conferimento di potere)
Nessun documento ma insieme di riflessioni sulla distribuzione delle risorse, sulla dignità umana (bisogni
fondamentali), sull'opportunità di partecipazione e di inclusione nei gruppi sociali, sulla sicurezza, ecc.. I
rischi e i benefici della filiera devono essere equamente condivisi. La giustizia sociale prende le sue mosse
dalla giustizia ambientale, ma aggiunge questioni e
categorie sociali (con un occhio di riguardo per il razzismo FOOD JUSTICE= attinge da giustizia
strutturale). Chi sono gli attori coinvolti? Combinazione di ambientale, introducendo poi categorie di
gruppi tra cui ONG, associazioni ecc.. etnia, genere, classe da interpretare alla
Che pratiche svolgono? luce del razzismo strutturale e della
-rilocalizzazione del cibo (es pratiche di agricoltura geografia delle minoranze etniche.
urbana)
-riconnessione città-campagna
-coinvolgimento di minoranze a basso reddito
Critica principale:
°per quanto si possa apprezzare lo sforzo collettivo, non riesce a mettere in discussione la struttura di base
--> si muovono entro una retorica fondamentalmente neoliberista
4. RADICALE
Narrativa di base: sovranità alimentare* (= conferimento di diritti per mezzo di redistribuzione).
Questo approccio contesta il sistema dominante per due motivi:
11
-insostenibilità ambientale
-non garantisce sicurezza alimentare universale
La tendenza radicale vuole, dunque, a) trasformazione strutturale del sistema globale
b) proporre un paradigma alternativo
Prima, parlando di sicurezza alimentare, non si parlava di regime politico, infatti sembrava potesse esistere
food security anche in regimi dittatoriali (o i prigione per esempio). La sovranità alimentare inevce incarna
anche gli aspetti politici che mancavano. Essa afferma il diritto al cibo non solo attraverso l'accesso ma
anche attraverso il controllo democratico del cibo e della sua produzione.
Ecco che tramite questo passaggio si introducono altre prospettive come: la sostenibilità ambientale*,
democrazia alimentare**, cittadinanza alimentare***, community food security****.
**democrazia alimentare
Idea: moltiplicare spazi di resistenza in cui le persone possano partecipare per determinare le scelte
politiche e le pratiche a vari livelli (locale, regionale, nazionale, globale..). Es: Food Policy Council è un
tentativo concreto di mettere in pratica la democrazia alimentare come spazio di resistenza e opposizione.
12
***accanto alla democrazia, si sviluppa la cittadinanza alimentare. Il termine "cittadinanza" implica doveri e
diritti (il cittadino non è più solo un semplice consumatore, lui ha diritti e doveri perchè appartiene ad una
comunità). Le persone si attivano in comportamenti che supportino lo sviluppo di un sistema alimentare
democratico e sostenibile.
****Community food security: è quando viene applicata la sicurezza alimentare per tutte le persone di una
certa comunità, che hanno così accesso al cibo appropriato, attraverso fonti locali non emergenziali.
-giuridico: Stefano Rodotà (Commissione per la riforma del codice civile in materia di beni pubblici)-->
Commissione Rodotà dice che i beni sono-->non rivali
-->esauribili, non escludibili
La legge deve garantire la fruizione collettiva da parte di tutti (anche le generazioni future). Es: fiumi,
ghiacciai, beni archeologici ecc sono beni comuni da preservare.
La tutela risarcitoria spetta allo Stato ma quella inibitoria spetta a chiunque eserciti il diritto alla fruizione.
Bene comune come diritto universale (--> costituzionalismo dei BISOGNI).
Dice semplicemente che la proposizione "il cibo come bene è un diritto" non basta.
-movimenti dal basso: riappropriazione di tutto ciò che è "comune" da parte di movimenti destrutturati a
potere diffuso. Critica radicale ai fondamenti filosofici e politici del libero mercato (es: mercificazione del
cibo, controllo egemonico di grandi attori come multinazionali...) rifiutando il modello gerarchico a favore
di quello collaborativo .
Il cibo è quindi un bene comune? È un bene privato (poichè è un bene scarso, quindi genera un prezzo
inotlre è escludibile e rivale), ma di natura mista.
È infatti soggetto a regole e politiche di natura pubblica--> nuova attenzione ai beni comuni come cambio di
paradigma--> caratteristiche dei nuovi paradigmi alternativi: giustizia sociale, demercificazione del cibo,
redistribuzione del potere, sostenibilità ambientale.
Bisogna quindi superare le logiche del mercato attuale considerando il cibo e le dinamiche ad esso collegato
in un'ottica sistemica: le SCELTE legate al cibo hanno una valenza critica e politica. I cittadini, i produttori, i
consumatori sono parte integrante di questo sistema con una prospettiva che si avvicina a quell'idea di
territorio come bene comune. Perciò:
-se il cibo è un bene comune non può essere prodotto tramite pratiche non ecologiche e socialmente non-
giuste.
-necessità di una più equa distribuzione alimentare
- spreco alimentare abbattutto tramite calibrazione del sistema
13
-ritorno al territorio con l'obiettivo di un cibo democratico, giusto, sostenibile.
-politiche bottom-up: dal basso c'è bisogno di una redistribuzione del potere--> deresponsabilizzazione
degli attori pubblici.
Tre approcci:
-food movements: per risolvere le disuguaglianze sociali AFN, critica: a volte assomigliano a
-AFN come strumenti per costruire catene economiche pratiche di nicchia (meccanismi di
del valore TERRITORIALIZZATE (sviluppo rurale e locale) esclusione sociale). Infatti spesso sono
-filiere internazionali di prodotti sostenibili pratiche che appartengono alla classe
medio-alta dei paesi economicamente
Perchè questo nome? più avanzati (Es: si pensi a quanto sia
"alternative"= si oppongono al sistema dominante. costoso uno stile di vita ZeroWaste. È
"food"= gli AFN si occupano delle caratteristiche del cibo, una pratica alternativa, ma che in
della sua produzione e del suo consumo. pochi si possono permettere. Stessa
"networks"= si riferisce alla struttura della filiera, cioè una cosa vale per l'acquisto di prodotti
rete di attori. biologici).
Parola chiave degli AFN è RITERRITORIALIZZAZIONE, es: local food system, filiere corte (nuovo rapporto
produttori-consumatori), vendita diretta in azienda (come il pick-your-own), farmer markets, mercati
municipali, GAS, acquisti collettivi, CSA (community supported agricolture), bio-distretti, eco-regioni ecc..
I movimenti alternativi del cibo sono spinti dal desiderio di: condivisione dei rischi e dei vantaggi, per motivi
salutistici, miglioramento delle relazioni sociali, mangiare cibo di qualità, appoggiare sistemi sostenibili e
giusti socialmente...
{{Ric: la local trap! La convinzione che il locale sia migliore, non regge. Infatti: si confonde una scala con il
risultato desiderato; osservando solo il locale, non si tengono in considerazione altre opzioni che
potrebbero essere più efficienti; infine può rinforzare l'elite locale, può essere una scala poco competitiva e
14
non è necessariamente incompatibile con la globalizzazione (tanto che si può pensare di creare un
"glocal").}}
Cooperazione internazionale allo sviluppo
Elementi da analizzare nel dibattito sulla geografia del cibo:
-territorializzazione (=riproduzione e trasformazione del territorio)
- territorialità (=rapporto fra attori e territorio)
-geographicalness (=approcci politici alla geografia)
AGENDA 2030
MDG (dal 2000 al 2015) si trasformano in SDG (ora sono 17 obiettivi)
Il cibo è l'elemento chiave trasversale di tutti gli obiettivi. L'idea di fondo è realizzare i diritti umani in vari
aspetti: economia, società e ambiente. I 17 sustainable development goals si dividono in 5 macroinsiemi:
persona, pianeta, prosperità, pace e collaborazione.
Il cibo dunque è l'ombrello sotto cui è possibile e necessario provare a connettere i soggetti politici, gli
attori economici e la società civile per cercare una visione condivisa di sviluppo sia del sistema alimentare
che del futuro del mondo in generale.
-filiera energetica= insieme di tutte le attività e le relazioni sociospaziali che consentono di socializzare una
fonte
-sistema energetico= insieme di tutte le filiere
Il sistema attuale è il risultato del processo di organizzazione territoriale vincolata (il vincolo localizzativo)
dall'ubicazione delle fonti energetiche. Infatti:
1°fonte: legno
2°fonte:carbone--> rivoluzione industriale
3°fonte: elettricità-->rivoluzione materiale (infrastrutture es lampioni)
-->rivoluzione economica (l'energia è vendibile)
-->rivoluzione in ambito politico (l'energia è un servizio pubblico)
--> rivoluzione sociale (cambia la vita di tutti)
15
4°fonte: petrolio--> internazionalizzazione dei mercati energetici che crea nuove dinamiche e nuovi
equilibri geopolitici.
Negli anni '70 ci sono le crisi petrolifere (OPEC)--> esigenza di un sistema energetico differente. Inoltre negli
anni '90 si instaura il concetto di sviluppo sostenibile (è importante garantire risorse alle generazioni
future).
I paesi come il nostro, importatori di petrolio sono legati/dipendenti rispetto ai produttori (c'è uno
squilibrio di potere)
I gas serra aumentano la temperatura terrestre e causano il cambiamento climatico. Il settore energetico è
fortemente responsabile dell'emissione dei gas serra.
"Rinnovabile" significa che non si esaurisce e la premessa sembra allettante, ma ci sono delle barriere alla
diffusione delle rinnovabili:
-barriere economiche
-barriere tecnologiche
-barriere socio-territoriali
Ric trattati ed eventi importanti come: il Protocollo di Kyoto, Accordi di Parigi, Libro Verde ecc..
16