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Lo spreco alimentare, annoso problema nel mondo

Circa 2 miliardi di tonnellate di cibo sprecato stato denunciato dall'istituto britannico Ime nel gennaio
del 2013.
Il tema dello spreco di alimenti purtroppo un problema molto diffuso nel mondo, poich la societ
moderna ha assunto una mentalit eccessivamente consumistica, che l'ha portata a spendere sempre di
pi. Perci verrebbe da imputare immediatamente allo smodato consumismo la colpa di questo
inconveniente; ma anche le date di scadenza troppo rigide apposte sugli alimenti, numerosi passaggi dal
produttore al consumatore nelle catene di montaggio dei cibi industriali, influenzano la questione dello
spreco alimentare.
A fronte dei miliardi di tonnellate di cibo gettato nella spazzatura, c un miliardo di persone al mondo
che non ha accesso a sufficienti risorse alimentari e, questo un dato allarmante che ci dovrebbe far
riflettere sulla nostra responsabilit di preservare il genere umano in condizioni dignitose, cio di
rispettare tutti allo stesso modo.
Per giunta oltre un terzo del cibo prodotto ogni anno per il consumo umano, cio circa 1,3 miliardi di
tonnellate, va perduto o sprecato, contenuta nello studio intitolato Global Food Losses and Food Waste
(perdite e spreco alimentare a livello mondiale). Il documento era stato commissionato dalla FAO
allIstituto svedese per il cibo e la biotecnologia in occasione di Save the Food.
Solo nei Paesi industrializzati vengono buttate 222 milioni di tonnellate di cibo ogni anno: una quantit
che sarebbe sufficiente a sfamare lintera popolazione dellAfrica subsahariana; mentre in Europa, la
quantit ammonta a 89 milioni di tonnellate, ovvero a una media di 180 kg pro capite. A rafforzare questi
dati interviene spreco domestico maggiore pro capite, che si registra in Inghilterra, seguono Stati Uniti,
Italia, Francia e Germania.
In particolare in Italia la maggior parte degli sprechi alimentari avvengono tra le mura di casa, siccome
ogni anno finiscono tra i rifiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, per un valore di
circa 37 miliardi di euro; ci spiegherebbe uno dei fattori, grazie al quale il nostro paese sta risentendo
una profonda crisi economica.
Dunque ogni cittadino del mondo dovrebbe evitarlo, infatti c' chi afferma che lo spreco alimentare sia
immorale quando c chi muore di fame e produce per lo pi rifiuti da smaltire, affermazioni che non
possono essere ignorate da nessuno.
Dal 14 settembre entra in vigore la legge contro gli sprechi alimentari, approvata il 2 agosto in
Senato e pubblicata marted in Gazzetta Ufficiale. E lultima tappa di un cammino iniziato ormai anni fa,
che si conclude con un testo che chiarisce e semplifica le modalit con cui si pu donare e che servir da
riferimento al settore agricolo, della ristorazione e al Terzo settore e dei soggetti che si occupano della
distribuzione delle eccedenze alimentari a fini caritativi.

Una legge che, a differenza di quella francese, non prevede sanzioni, ma ha come primo intento la
valorizzazione delle buone pratiche e lambizione di coinvolgere un numero crescente di soggetti nella
rete solidale che si costruita in questi anni. Attraverso questa legge, lItalia si propone di dimezzare gli
sprechi alimentari in dieci anni, superando i target definiti dallUnione Europea per il 2020.

Gi a pochi giorni dallapprovazione, abbiamo ricevuto decine di richieste da parte di locali


interessati a donare. Segno che il tema, nel settore, molto sentito. Ora, con lentrata in vigore della
legge, ci aspettiamo un ulteriore impulso, racconta Gregorio Fogliani, alla guida della Onlus QUI
Foundation, che, con il progetto Pasto Buono, dal 2007 si occupa del ritiro e della distribuzione
dellinvenduto del settore della ristorazione per donarlo a chi si trova in difficolt. La legge un buon
inizio, che pone le basi per aprire una nuova fase. Abbiamo calcolato che se tutti i pubblici esercizi
italiani mettessero a disposizione le loro eccedenze, con una media di 20 pasti al giorni, si potrebbero
distribuire addirittura 7 milioni di pasti quotidianamente.

Secondo gli ultimi dati diffusi da Coldiretti, dei 12,5 miliardi che vengono sprecati ogni anno, il
54% legato al consumo domestico, il 21% al settore della ristorazione, il 15% nella GDO e l8% nel
settore agricolo.

Tra gli interventi pi importanti della legge contro gli sprechi, che riguarda proprio chi vende
generi alimentari, c la sburocratizzazione e lo snellimento delle procedure per chi vuole donare. Ad
esempio, i locali che vorranno consegnare gratuitamente il cibo a una Onlus non saranno pi obbligati a
segnalarlo con anticipo, ma potranno presentare una dichiarazione consuntiva a fine mese. Inoltre,
aumenta notevolmente la soglia oltre la quale diventa obbligatoria la denuncia della donazione (da
5mila a 15mila euro). La legge apre inoltre ai Comuni la possibilit di prevedere sconti sulla tassa rifiuti
per chi, invece di gettar via, doner linvenduto.

Importante, come nota Andrea Segr, creatore dellosservatorio Waste Watcher, lavorare
parallelamente sulla prevenzione e sulla sensibilizzazione dei cittadini per diminuire la quantit di
rifiuti domestici e spingere a comportamenti virtuosi dei privati, che sono complici di oltre la met dei
volumi sprecati.
Spreco alimentare, si butta 4 volte la quantit di cibo per sfamare 800 milioni di persone -
Repubblica.it

Solo gli Stati Uniti gettano 46milioni di tonnellate di cibo lanno. L'ingente danno allambiente.
Un premio internazionale per stimolare il dibattito e trovare soluzioni concrete della Fondazione Barilla,
in occasione della Giornata dedicata al fenomeno. L'esempio virtuoso francese. L'italia migliora. Maglia
nera all'Arabia Saudita

03 febbraio 2017 ROMA Ogni anno 1/3 del cibo del


mondo (1,3 miliardi di tonnellate) viene sprecato senza arrivare neanche a tavola pur essendo prodotto
perch va a male in azienda, si perde, diventa immangiabile durante la distribuzione o viene gettato via
nei negozi alimentari al dettaglio, ristoranti e cucine (fonte WWF). Si tratta di circa 4 volte la quantit di
cibo necessaria a sfamare le quasi 800 milioni di persone sul pianeta che sono denutrite. Solo gli Stati
Uniti gettano 46milioni di tonnellate di cibo lanno (fonte FSI), mentre il solo cibo buttato in Europa
sfamerebbe circa 200milioni di persone (FAO).

I casi di Paesi virtuosi. Eppure ci sono dei paesi che nella lotta allo spreco di cibo stanno raggiungendo
risultati importanti. il caso di Francia, Australia e Sudafrica, ovvero i paesi pi allavanguardia su
questo fronte, mentre Arabia Saudita, Indonesia ed Emirati Arabi sono quelli che devono affrontare le
sfide maggiori. LItalia, grazie alla recente legge contro lo spreco alimentare, approvata nel 2016, appare
tra le realt che sta facendo i passi avanti pi importanti. la fotografia in un ranking di 25 Paesi
analizzati dal Food Sustainability Index (FSI) di Fondazione Barilla Center for Fodd & Nutrition
(BCFN) e The Economist Intelligence Unit e che rappresentano oltre i 2/3 della popolazione mondiale e
l87% del PIL globale presentata dal Barilla Center for Food & Nutrition in occasione della Giornata
Nazionale Contro lo Spreco Alimentare, prevista il 5 febbraio 2017.

L'Italia migliora: al 9 su 25. Paesi Secondo i dati del Food Sustainability Index - indice molto
specifico nel suo genere che rivoluziona la visione del cibo come lo conosciamo e che, per la prima volta,
analizza le scelte alimentari del pianeta non solo sulla base del gusto, ma anche del valore complessivo
che il cibo rappresenta lItalia occupa il 9 posto in termini di Cibo perso e sprecato, nella speciale
classifica stilata su 25 Paesi. Il nostro Paese, in particolare, ottiene il massimo punteggio su alcuni
indicatori, come quello relativo alle politiche messe in campo per rispondere allo spreco di cibo (100
su 100), grazie alla legge approvata nel 2016, che punta a incentivare le aziende e i produttori che donano
cibo ai pi bisognosi.

Il grande paradosso e i punti da migliorare. Sui punti da migliorare, invece, molto deve essere fatto
per quanto riguarda lo spreco domestico, ossia quello del consumatore finale (29 punti su 100), che
arriva a gettare una medi di 110,5 Kg di cibo allanno. Anche il ruolo delle aziende produttrici, per, non
pu essere trascurato, visto che lo spreco legato alla produzione e distribuzione di cibo ottiene un
positivo 63 su 100 che lascia comunque margini di miglioramento. Lo spreco di cibo alla base di uno
dei grandi paradossi del nostro sistema alimentare - dice Luca Virginio, vice presidente BCFN - e la
legge da poco approvata in Italia un passo importante nella soluzione di questo problema, anche se
molto deve essere ancora fatto da tutti, dallindustria ma anche da ogni singola persona.

Uno strumento utile per gli studiosi. Il Food Sustainability Index - ha detto ancora Virginio - vuole
essere uno strumento utile agli studiosi e ai decisori politici per capire come orientare ricerche e scelte
politiche. Ma per mantenere viva lattenzione dellopinione pubblica abbiamo pensato di integrare il
nostro lavoro lanciando un Premio con la Fondazione Thomson Reuters destinato a giornalisti, fotografi
e videomaker (o aspiranti tali), che hanno messo al centro del loro lavoro la sicurezza alimentare, la
sostenibilit, lagricoltura e la nutrizione. Puntiamo a far luce sui paradossi del sistema alimentare - ha
concluso - ma anche a valorizzare chi propone soluzioni per combattere la coesistenza di fame e obesit,
lo spreco alimentare e lo sfruttamento della Terra. Perch solo mantenendo viva lattenzione su questi
temi potremo vincere le sfide che ci aspettano.

Il primato francese, ma restano gli sprechi domestici. Francia, Australia e Sudafrica i Paesi che
meglio contrastano lo spreco di cibo (e lItalia tra i pi virtuosi). Il primato della Francia sul food
waste stato raggiunto grazie a un approccio olistico basato su un programma ministeriale molto
focalizzato sul sistema agricolo-alimentare e su nuove pratiche commerciali volte a limitare lo spreco di
cibo. Nel Paese transalpino sono per gli sprechi domestici di cibo a rimanere una piaga difficile da
combattere (29 punti su 100 come per lItalia secondo lIndex). LAustralia eccelle, invece, sia per le
politiche anti-spreco studiate per il mondo dei produttori sia per i risultati che queste politiche hanno
saputo ottenere (100 su 100). Di contro, lo spreco domestico ottiene uno scadente 19 punti su 100 che
mostra tutte le difficolt della soluzione di questo problema.

La maglia nera all'Arabia Saudita. Tra i paesi dove si spreca pi cibo, maglia nera allArabia Saudita
(427 kg per persona lanno), seguita dallIndonesia (300 kg) e dagli Emirati Arabi (169 kg). Male, in
questo senso, anche gli Stati Uniti che, pur posizionandosi al sesto posto della graduatoria grazie a
politiche molto apprezzate nella lotta agli sprechi legati alla produzione e distribuzione di cibo e a quelli
domestici, devono comunque registrare risultati pessimi per quanto riguarda proprio lo spreco casalingo.
Ogni americano, infatti, si stima che sprechi circa 277 kg anno di cibo, peggio cio degli Emirati Arabi
che si posizionano per al terzultimo posto della classifica.

I danni degli sprechi sull'ambiente. Ma lo spreco di cibo da anche un contributo negativo


sull'ambiente. L'impronta di carbonio dei rifiuti alimentari, infatti, pari a circa 3,3 giga tonnellate di gas
serra, ossia 1/3 delle emissioni annuali derivanti dai carburanti fossili. E ancora, il gas metano prodotto
dal cibo che finisce in discarica 21 volte pi dannosa della Co2. Eppure, riducendo lo spreco di cibo nei
soli Stati Uniti del 20% in 10 anni si tradurrebbe in una riduzione delle emissioni serra annuali di 18
milioni di tonnellate. Insomma, quando sprechiamo del cibo evidente che stiamo facendo un danno
anche al Pianeta.

Il premio giornalistico. Per mantenere viva lattenzione del mondo sul nostro sistema alimentare, la
Fondazione BCFN ha lanciato il Food Sustainability Media Award, concorso giornalistico
internazionale, ideato in collaborazione con la Fondazione Thomson Reuters. Il Food Sustainability
Media Award un premio destinato a giornalisti, blogger, freelance e singoli individui che vogliono
presentare i propri lavori, sia inediti che gi pubblicati, legati alla sicurezza alimentare, alla sostenibilit,
allagricoltura e alla nutrizione. Saranno accettati articoli, video e foto che puntano a far luce sui
paradossi del sistema alimentare, denunciando e proponendo soluzioni per combattere la coesistenza di
fame e obesit, lo spreco alimentare e lo sfruttamento della Terra.

Come funziona il concorso Il Food Sustainability Media Award si divide in tre categorie: giornalismo
scritto, video e foto. Per ogni categoria verr premiato un lavoro inedito e uno gi pubblicato. I vincitori
premiati per un lavoro gi pubblicato riceveranno un premio di 10.000 euro. I vincitori che presenteranno
lavori inediti riceveranno come premio un viaggio completamente spesato per partecipare ad un corso di
media training sulla sostenibilit alimentare organizzato dalla Fondazione Thomson Reuters. Inoltre, i
lavori inediti dei vincitori verranno pubblicati sui siti della fondazione Thomson Reuters e della
Fondazione BCFN, oltre a essere distribuiti attraverso lagenzia di stampa di Reuters che conta circa un
miliardo di lettori. I pezzi potranno essere presentati fino al 31 maggio 2017 e i partecipanti potranno
iscriversi attraverso il sito web del Food Sustainability Media Award . I vincitori di ogni categoria
saranno annunciati durante lottavo Forum Internazionale della Fondazione Barilla Center for Food &
Nutrition (BCFN) il 5 dicembre 2017. Riproduzione riservata 03 febbraio 2017 repubblica.it
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Spreco alimentare in Italia e nel mondo - Idee Green

Spreco alimentare in Italia e nel mondo

Spreco alimentare in Italia e spreco alimentare nel mondo: statistiche, raccolta dati e
informazioni sulla criticit degli sprechi alimentari.
Lo spreco alimentare non solo una questione di cibo. Per arrivare sulle nostre tavole, gli
alimenti di cui ogni giorno ci nutriamo, hanno visto linvestimento di numerose risorse naturali con un
altrettanto importante impatto ambientale.

Con il cibo sprecato vengono, infatti, gettate via risorse come acqua, fertilizzanti, suolo,
combustibili fossili e fonti energetiche di ogni tipo; per non parlare dello spreco economico e dello
spreco in termini di risorse umane. Gran parte del fabbisogno idrico mondiale legato proprio alla
produzione di cibo e lo spreco alimentare sinonimo di spreco dacqua.
Spreco alimentare nel mondo

Dal 1974 a oggi lo spreco alimentare nel mondo aumentato del 50% ma solo di recente,
complice la crisi economica globale, la questione trattata come un vero problema.
II 40% del cibo prodotto negli Stati Uniti finisce in discarica. In Gran Bretagna si buttano tra i
rifiuti 6,7 milioni di tonnellate di cibo ancora perfettamente consumabile, per un costo annuale di 10
miliardi di sterline. In Svezia, mediamente ogni famiglia getta via il 25% del cibo acquistato. La
situazione non molto diversa in Italia e per approfondimento vi rimandiamo al paragrafo successivo.
Lo spreco alimentare nel mondo una realt drammatiche che vede finire nella pattumiera
miliardi di tonnellate di cibo. Attenzione! Miliardi e non milioni! Stando allanalisi realizzata dalla FAO,
gli sprechi alimentari nel mondo ammontano a pi di 1,3 miliardi di tonnellate allanno, pari a circa un
terzo della produzione totale. Insomma, su 3,9 miliardi di tonnellate di alimenti prodotti, 1,3 finiscono
nella spazzatura. La FAO non lunica ad aver indagato su quello che lo spreco alimentare nel
mondo; stando a unaltra ricerca (Smil, 2010), solo il 43% dellequivalente calorico dei prodotti coltivati
a scopo alimentare a livello globale viene consumato dalluomo.
Lo spreco alimentare nel mondo vede tre punti critici:
Food losses
Si riferisce alle perdite che si determinano a monte della filiera agroalimentare, durante la coltivazione o
lallevamento, la raccolta e il trattamento della materia prima.
Food waste
Vale a dire gli sprechi che avvengono durante la trasformazione industriale, distribuzione e le
produzioni in eccedenza (prodotto invenduto).
Sprechi domestici
Ossia gli alimenti acquistati ma che non finiscono sulla tavola dei consumatori perch lasciati scadere
nel frigo o nella dispensa.
Spreco alimentare in Italia

Lo spreco alimentare in Italia altrettanto preoccupante. Nel nostro paese, nel giro di un anno,
si spreca tanto cibo quanto potrebbe soddisfare il fabbisogno alimentare di tre quarti della popolazione
italiana. Un anno di spreco alimentare in Italia sfamerebbe ben 44.472.924 abitanti, avete capito bene,
quasi 44 milioni e mezzo di persone. Non c da meravigliarsi, allora, nellapprendere che gli sprechi
alimentari nel mondo potrebbero arrivare a sfamare lintera Africa! Per approfondimento: Fonte: FAO.
Lo spreco alimentare in Italia stato per troppo tempo sottostimato, le prime documentazioni
sullo spreco di cibo in Italia sono relativamente recenti; stata la crisi economica globale a puntare la
lente dingrandimento sugli sprechi alimentari cercando di ottimizzare al meglio limpiego di risorse su
tutti i fronti.
Come premesso, spreco alimentare sinonimo di spreco di risorse, in primis quella idrica; altro
punto critico dato che ormai risaputo, le risorse idriche del pianeta sono destinate a finire.
Stando a una ricerca scientifica dellUniversit di Napoli, nel 2012, lo spreco alimentare in
Italia ha toccato i 1.226 milioni di metri cubi dacqua impiegata per la produzione del cibo che poi stato
gettato via senza essere consumato. Uno spreco idrico incredibile se si pensa che la stessa quantit di
acqua avrebbe potuto soddisfare il fabbisogno idrico annuo di 19 milioni di italiani. Dei 1.226 milioni di
metri cubi dacqua sprecati, 706 milioni di metri cubi sono stati sprecati dai consumatori (in modo
indiretto, sempre mediante gli sprechi alimentari), mentre i restanti 520 milioni di metri cubi sono stati
sprecati durante la filiera produttiva, ancora prima di arrivare nelle case dei consumatori.
Lo spreco alimentare inquina anche in Italia. Sul fronte delle emissioni, sono 24,5 i milioni di
tonnellate di biossido di carbonio sprigionati inutilmente in atmosfera per produrre beni alimentari
destinati alla pattumiera. Il 20% di questi gas serra legato al settore trasporti, di queste, 14,3 milioni di
tonnellate di CO2 sono associate al cibo sprecato dai consumatori e 10,2 milioni di tonnellate sono legate
alle perdite lungo la filiera alimentare.
Per approfondire il tema dello spreco alimentare in Italia vi segnalo il proposto su Amazon al
prezzo di 10,20 con spedizione gratuita.
Il 2 agosto 2016 sono state approvate al Senato le disposizioni concernenti la donazione e la
distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidariet sociale e per la limitazione
degli sprechi, meglio conosciute come Legge sugli Sprechi alimentari.
La norma intende favorire:
- il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidariet sociale, destinandole in via
prioritaria all'utilizzo alimentare delle persone;
- il recupero e la donazione di prodotti farmaceutici e di altri prodotti a fini di solidariet sociale;
e contribuire:
- alla limitazione degli impatti negativi sull'ambiente e sulle risorse naturali mediante azioni volte a
ridurre la produzione di rifiuti e a promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il ciclo di vita dei
prodotti;
- al raggiungimento degli obiettivi generali stabiliti dal Programma nazionale di prevenzione dei
rifiuti, adottato ai sensi dell'articolo 180, comma 1-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e dal
Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare previsto dal medesimo Programma nonch alla
riduzione della quantit dei rifiuti biodegradabili avviati allo smaltimento in discarica;
- ad attivit di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni sulle materie
oggetto della presente legge, con particolare riferimento alle giovani generazioni.
Diventa cos possibile anche in Italia per gli operatori del settore alimentare cedere
gratuitamente le eccedenze alimentari a soggetti donatari i quali possono ritirarle direttamente o
incaricandone altro soggetto donatario e destinare, in forma gratuita, le eccedenze alimentari ricevute,
idonee al consumo umano, prioritariamente a favore di persone indigenti.
Le eccedenze alimentari non idonee al consumo umano possono essere cedute per il sostegno vitale di
animali e per la destinazione ad auto - compostaggio o a compostaggio di comunit con metodo aerobico.
Noi di Cares accogliamo con piacere questa normativa che faciliter le attivit di recupero e
riciclo delle derrate alimentari che altrimenti verrebbero sprecate.
Lo spreco alimentare un inaccettabile paradosso del nostro tempo: infatti se da un lato vi la
necessit nei prossimi anni di incrementare la produzione alimentate del 60-70% per nutrire una
popolazione sempre crescente, dallaltro nel mondo si spreca oltre un terzo del cibo prodotto, di cui
l80% sarebbe ancora consumabile.
Lo spreco alimentare tanto pi illogico quanto pi aumentano la produzione di rifiuti e la crisi
ambientale nonch limpoverimento e la denutrizione (oltre 1 miliardo di persone attualmente).
Se fosse infatti possibile recuperare gli sprechi questi sfamerebbero 2 miliardi di persone al
mondo. Gli sprechi riguardano tutti i passaggi che portano gli alimenti dal campo alla tavola e
colpiscono indistintamente tutti i Paesi. LUnione europea con 180 kg pro-capite e lItalia con 149 kg
pro-capite risultano sopra la media dei paesi sviluppati.
Nel nostro Paese, gli sprechi a livello domestico sono i pi rilevanti, il 42% del totale, e costano oltre 25
euro al mese a famiglia. Infine un cibo che non nutre nessuno non solo inutile, ma anche dannoso.
Con il cibo buttato vengono, infatti, sprecati anche la terra, lacqua, i fertilizzanti- senza contare le
emissioni di gas serra che sono stati necessari per la sua produzione e lambiente stato quindi
inquinato, sfruttato o alterato invano. Ridurre lo spreco di cibo significa anche salvare il Pianeta.
Combattere lo spreco alimentare e le sue conseguenze ambientali una delle nostre missioni: in molti
casi sono sufficienti semplici azioni da parte di singoli cittadini, produttori, rivenditori, ristoratori e
imprese per contribuire a raggiungere la sicurezza alimentare e una migliore sostenibilit ambientale.

La FAO calcola che ogni anno si sprechino 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari a 1/3 della
produzione totale destinata al consumo umano. Il solo spreco di cibo in Italia ha un valore economico che
si aggira intorno ai 13 miliardi di euro allanno.
possibile distinguere tra due tipologie di spreco di cibo.
Food losses: ossia le perdite che si determinano a monte della filiera agroalimentare,
principalmente in fase di semina, coltivazione, raccolta, trattamento, conservazione e prima
trasformazione agricola.
Food waste: ossia gli sprechi che avvengono durante la trasformazione industriale, la
distribuzione e il consumo finale.
Lo spreco alimentare un fenomeno che pone interrogativi sugli squilibri di consumo nel
mondo e sulla disparit sociale tra chi spreca e chi non ha da mangiare. La FAO indica che sono 222
milioni le tonnellate di cibo buttato nei Paesi industrializzati, una cifra pari alla produzione alimentare
dellAfrica Subsahariana (circa 230 milioni di tonnellate).
A livello europeo si sprecano in media 180 kg di cibo pro-capite allanno; il 42% di questo
spreco avviene a livello domestico. Il Paese con maggiore spreco pro-capite lOlanda con i suoi 579 kg
pro-capite allanno; quello che spreca meno la Grecia (44 kg pro-capite allanno).
LItalia si trova allincirca a met strada tra questi due Paesi, con 149 kg di cibo sprecato
annualmente per persona. interessante notare come la crisi economica abbia ridotto lo spreco di cibo
del 57%; per risparmiare, gli italiani hanno iniziato a programmare meglio le proprie spese ed i propri
consumi, riducendo le quantit acquistate, riutilizzando gli avanzi e prestando maggior attenzione alle
scadenze.
Le perdite e gli sprechi di cibo avvengono a diversi livelli del percorso dalla produzione al
consumo finale. Possono verificarsi a livello di produzione e raccolto, a causa di intemperie, di
malattie o infestazioni, o a causa di difetti nel sistema di coltivazione o trasporto. Pu verificarsi invece
durante la trasformazione dei prodotti, che produce gli scarti della produzione alimentare. Gli scarti
possono anche avvenire nella fase di distribuzione allingrosso, dove il cibo resta invenduto perch non
corrisponde ai canoni estetici dei compratori. La ristorazione e il consumo domestico, in ultimo, creano
scarti alimentari a causa delle porzioni eccessive, della mancata consumazione degli alimenti entro la
data di scadenza e di difficolt ad interpretare letichetta e le indicazioni relative alla consumazione
(Fonte SlowFood).
Mentre per i Paesi in via di sviluppo c molta strada da fare per ridurre le perdite nella prima
parte della filiera alimentare nei Paesi sviluppati i maggiori problemi sono nella fase di consumazione
(ristorazione e consumo domestico).

Ci sono per delle piccole azioni quotidiane che noi cittadini e consumatori possiamo mettere in atto
per contribuire a ridurre il proprio spreco alimentare e di conseguenza la propria impronta ecologica
come:
fare la lista della spesa e comprare solo quanto necessario;
comprare se possibile da produttori locali;
scegliere prodotti di stagione;
usare meno trasformati e pi ingredienti;
imparare a cucinare con quello che c, usando avanzi e scarti
non servire porzioni eccessive!

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