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NEL MONDO

IN EUROPA
CAUSE
IN ITALIA
WWF
NEL MONDO
La quantità di acqua dolce sul Pianeta è
appena il 3% e più della metà è
immagazzinata nei ghiacciai. Nei fiumi e nei
laghi resta solo lo 0,3% di acqua, una
quantità piccolissima, e ancora meno se ne
trova nell’atmosfera, che ne contiene lo
0,04%.

IN EUROPA
CAUSE
IN ITALIA
WWF
NEL MONDO

IN EUROPA
Nel XX secolo, in molti paesi europei, è stata
registrata una perdita di oltre il 50% della
superficie originaria di zone umide. In Italia una
recente indagine dell’ISPRA ha evidenziato
come il 47,6% di questi ambienti sia in “cattivo”
stato di conservazione, il 31,7% sia
“inadeguato” e solo il 4,7% è in uno stato
“favorevole”.

CAUSE
IN ITALIA
NEL MONDO
IN EUROPA
CAUSE
Le cause sono molteplici:
• Lo sviluppo degli insediamenti urbani,
• L’agricoltura intensiva,
• L’inquinamento,
• Le modificazioni del regime idrogeologico,
• L’introduzione di specie invasive
• I cambiamenti climatici.
Tutti questi elementi agiscono in sinergia e su
scale diverse, causando effetti assai rilevanti, e
spesso irreversibili, sugli ecosistemi. Le
conseguenze sono evidenti su piante e animali
legati agli ambienti acquatici, soprattutto gli
anfibi e i pesci d’acqua dolce.

IN ITALIA
NEL MONDO
IN EUROPA
IN ITALIA
Consumo
L’impronta idrica dei consumi in Italia è di circa 132
miliardi di m3 di acqua l’anno (oltre 6mila litri pro
capite al giorno) e comprende anche l’acqua nei beni
importati. Da solo, il consumo di cibo contribuisce
all’89% dell’impronta idrica totale giornaliera degli
italiani. Il consumo di acqua per usi domestici è solo il
4 % dell’acqua che consumiamo ogni giorno, mentre
l’acqua “incorporata” nei prodotti industriali
rappresenta il 7%. I prodotti di origine animale
rappresentano quasi il 50% dell’impronta idrica totale
dei consumi in Italia. Il consumo di carne, da solo,
contribuisce a un terzo di quest’ultimo.

Utilizzo nelle produzioni


IN EUROPA
IN ITALIA
Consumo
Utilizzo nelle produzioni
L’agricoltura è il settore economico più assetato
d’Italia con l’85% dell’impronta idrica della
produzione, comprendendo l’uso di acqua per
la produzione di colture destinate
all’alimentazione umana e al mangime per il
bestiame (75%), e per pascolo e allevamento
(10%). Il restante 15% dell’impronta idrica
della produzione è suddiviso tra produzione
industriale (8%) e uso domestico (7%). Un
apposito percorso di sostenibilità legato
proprio alla riduzione dei consumi idrici è
quello intrapreso, assieme al WWF, da Mutti,
azienda impegnata nella produzione di
pomodori.
IN ITALIA
Consumo
Utilizzo nelle produzioni

WWF
Un rapporto del WWF lanciato in
occasione della Giornata Mondiale
dell’Acqua – 22 marzo – mostra per la
prima volta quanta acqua è nascosta
nel cibo. A rischio sono non solo le
nostre falde acquifere ma anche le
risorse idriche di angoli remoti del
pianeta potenzialmente a rischio siccità:
siamo infatti il terzo Paese importatore
al mondo di acqua ‘virtuale’ o nascosta
nei cibi ‘stranieri’, con 62 miliardi di m3
l’anno.
IN ITALIA
Consumo
Utilizzo nelle produzioni

WWF
Il rapporto WWF “L’impronta idrica dell’Italia”,
con l’aiuto di un team di ricercatrici tutte italiane si
è inserito all’interno della roadmap WWF di
avvicinamento ad EXPO Milano 2015, che ha
visto l’associazione impegnata – in qualità di “Civil
Society Participant”- in una serie di iniziative per
portare il tema dell’alimentazione sostenibile
all’attenzione di istituzioni, imprese e cittadini
coinvolti nell’evento, nell’ambito del programma
WWF One planet food. Il report distingueva due
componenti: l’impronta idrica della produzione e
quella del consumo

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