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Consumo e produzione responsabili

Carolina:
• Ogni anno, circa un terzo del cibo prodotto, corrispondente a 1,3 miliardi di
tonnellate, per un valore pari a circa mille miliardi di dollari, finisce nella spazzatura
dei consumatori e dei commercianti, oppure va a male a causa di sistemi di
trasporti o pratiche agricole inadeguati

• Se la popolazione mondiale raggiungesse 9,6 miliardi all’anno entro il 2050,


servirebbero tre pianeti per soddisfare la domanda di risorse naturali necessarie a
sostenere gli stili di vita attuali.

1. Acqua
• Meno del 3 per cento dell’acqua mondiale è potabile, di cui il 2,5% è congelata
in Antartide, nell’Artide e nei ghiacciai. L’umanità deve quindi affidarsi allo 0,5 per
cento per soddisfare il fabbisogno di acqua potabile dell’uomo e dell’ecosistema
• L’uomo sta inquinando l’acqua mondiale in maniera più rapida rispetto alla
capacità naturale di rigenerazione e purificazione dell’acqua in fiumi e laghi
• Più di un miliardo di persone non dispongono ancora dell’accesso all’acqua
potabili
• L’acqua è un bene libero, ma le infrastrutture necessarie per trasportarla sono
costose.

Come ridurre l’impronta idrica facendo le giuste scelte


a tavola
Matilde:
La maggior parte del consumo d’acqua a livello globale avviene in ambito
agricolo, per produrre i cibi che ogni giorno mangiamo. Adottando una dieta
sostenibile possiamo tutti contribuire alla salvaguardia di questa importante
risorsa. Ecco come fare.

Negli ultimi 50 anni la domanda di acqua è cresciuta in modo evidente a causa


dell’aumento della popolazione e dei nuovi stili di vita. È aumentato quindi,
inevitabilmente, anche lo stress idrico: secondo le stime più recenti, 3,2 miliardi di
persone nel mondo vivono in aree agricole caratterizzate da carenza d'acqua
elevata o molto elevata, di cui 1,2 miliardi (circa un sesto della popolazione
mondiale) in aree dove la scarsità idrica è estrema1.

In questo senso, l'agricoltura gioca un ruolo chiave. A livello globale,


l’agricoltura utilizza infatti il 70% dei prelievi di acqua dolce disponibile per
l’irrigazione2, e causa il 92% dell’impronta idrica dell’umanità3.

Tutto ciò che arriva sulle nostre tavole richiede, per essere prodotto, l'utilizzo di
acqua. Non tutti i cibi, però hanno La stessa impronta idrica. Qualche
esempio? 4 Per produrre un chilo di verdura servono 336 litri di acqua, per un chilo
di legumi essiccati ne servono circa 4.615, per un chilo di carne di maiale 6.299 e
addirittura 15.139 litri per produrre un chilo di carne di manzo.

Numeri che devono spingere tutti a riflettere su quanto sia prezioso “l’oro blu”,
soprattutto considerando che la sua salvaguardia è una questione che ci
riguarda tutti da vicino, dato che la quantità annuale di risorse di acqua dolce
disponibili per persona è diminuita di oltre il 20% negli ultimi due decenni5, e che il
bacino del Mediterraneo è indicato come uno degli hotspot mondiali dove si
verificherà una maggiore riduzione delle risorse idriche disponibili.

Sofia:
Consigli per ridurre l’impronta idrica a tavola
Ogni giorno beviamo mediamente due litri d’acqua, ma ne consumiamo una
quantità decisamente più rilevante attraverso il cibo che mangiamo. Un pasto
sostenibile richiede all’incirca 1.000 litri di acqua per la produzione degli alimenti
che lo compongono, rispetto ai circa 3.000 litri richiesti da un menù non
sostenibile.
Ecco alcuni consigli:

1.Adotta una dieta ricca di verdura, legumi, frutta e cereali integrali → i prodotti di
origine animale hanno generalmente un impatto maggiore sulle risorse idriche
rispetto ai prodotti vegetali. In media, l'acqua necessaria per produrre 1 kg di
carne bovina è quattro volte di più di quella per necessaria per il pollame, più di
sei volte maggiore di quella per il pesce, nove volte più grande di quella utilizzata
per i cereali e quarantacinque volte più grande di quella per le verdure.
L'adozione di una dieta sostenibile ricca di verdure, frutta, legumi e cereali
integrali consente di risparmiare fino a circa 2.000 litri di acqua per singolo
pasto rispetto a un menu a base di carne.

2.Riduci gli sprechi alimentari → ogni volta che sprechiamo il cibo, stiamo
“buttando via” anche tutta l’acqua che è servita per produrlo: sprecando meno,
potremmo contribuire a migliorare la sicurezza alimentare e ad alleviare la
pressione sulle risorse naturali, come l’acqua, che sono state utilizzate proprio per
produrre il cibo che mangiamo7.

3.Bevi molta acqua → bere da una bottiglia riutilizzabile garantirebbe un grande


risparmio di acqua (oltre che una riduzione dell’inquinamento legato alla plastica
monouso): per ogni bottiglia da 1,5 litri di acqua che acquistiamo, infatti, ne
consumiamo ulteriori 1,9 litri impiegati per le operazioni di imbottigliamento, i
processi industriali, l’imballaggio e il trasporto.

Dal campo alla tavola: quanta acqua è necessaria per


produrre i cibi che mangiamo?
Marianna:
L’acqua è un bene prezioso che va tutelato, a partire dalla scelta degli alimenti
che scegliamo di consumare quotidianamente. Ecco una piccola guida agli
impatti delle diverse tipologie di cibo, per indirizzarci verso una dieta meno più
sostenibile.

L’acqua che beviamo (2 litri in media al giorno), è solo una piccola parte di quella
che - più o meno consapevolmente - consumiamo ogni giorno. Al consumo
diretto (per lavarsi, cucinare, pulire o innaffiare le nostre piante, che varia dai 20 ai
50 litri) va aggiunto infatti quello indiretto, che passa attraverso l’acqua
“nascosta” necessaria per produrre i beni e i servizi che utilizziamo e il cibo che
portiamo sulle nostre tavole ogni giorno, il quale a sua volta necessita, per essere
prodotto, di variabili quantità di acqua.

La somma di tutti questi consumi rappresenta, per ogni individuo, la sua impronta
idrica quotidiana. Quella italiana, complessivamente, è di circa 6.300 litri
consumati per persona al giorno, un dato che risulta essere di 1,65 volte più alto
rispetto alla media globale1.

Impronta idrica e cibo


Pur dipendendo, come appena visto, da diverse variabili, il 90% dell’impronta
idrica di ciascuno di noi è però determinata dal cibo che porta in tavola2.
L’acqua che “mangiamo” è nettamente superiore a quella che beviamo: seppur
non rendendocene conto, ogni giorno portiamo a tavola cibi che, per essere
prodotti, necessitano di grandi (in alcuni casi, enormi) quantità di acqua.

Nikoleta:
Ma quali sono gli alimenti che gravano di più sulle risorse idriche del nostro
pianeta? Quanta acqua è mediamente necessaria per produrre gli alimenti che
consumiamo? Ecco una piccola panoramica3.

I numeri della carne


La carne è l’alimento maggiormente “idrovoro”. La sua impronta idrica è legata
principalmente all’acqua necessaria per l’alimentazione del bestiame, ed è
influenzata da diversi fattori, che vanno dal sistema di produzione impiegato alla
composizione e origine del mangime utilizzato. Mediamente, a livello globale, per
produrre un chilo di carne di origine bovina servono 15.139 litri di acqua. Più di
quanto ne servano per produrre la stessa quantità di carne di agnello (10.412 litri),
maiale (6.299 litri) e pollame (3.960 litri).

Altri prodotti di origine animale


In ordine decrescente per impronta idrica, alla carne seguono gli altri prodotti di
origine animale come il formaggio (5.253 litri per kg prodotto), le uova (2.562 litri) e
il pesce (2.314 litri).

Cereali, pane e pasta


Anche per quanto riguarda i cereali e loro derivati, come pane e pasta,
l’impronta idrica varia in base alla provenienza e alle modalità di
coltivazione adottate, oscillando tra i 902 litri medi necessari per produrre 1 chilo
di pane, ai 1.509 litri della pasta, fino ai 1.597 litri del riso.
Frutta, verdura per un'alimentazione amica dell'ambiente
La produzione di frutta e verdura richiede, nella maggior parte dei casi, uno sforzo
idrico nettamente inferiore a quello degli alimenti di origine animale: per produrre
un chilo di verdura occorrono, in media, 336 litri di acqua, mentre per produrre la
stessa quantità di frutta ne sono necessari in media 748. Un consumo di acqua
maggiore è richiesto per produrre i legumi (4.165 litri), mentre patate e tuberi sono
fra gli alimenti con la minore impronta idrica in assoluto (287 litri).

Giulia:
E l’ONU cosa fa?
• L’obiettivo 12 promuove l’attuazione del programma decennale dell’ONU per
un modello di consumo e di produzione sostenibile.

• L’obiettivo è adottare un approccio rispettoso dell’ambiente ai prodotti chimici


e ai rifiuti.

- Attuare il Quadro Decennale di Programmi per il Consumo e la Produzione


Sostenibili, rendendo partecipi tutti i paesi, con i paesi sviluppati alla guida, ma
tenendo presenti anche lo sviluppo e le capacità dei paesi in via di sviluppo

- Entro il 2030, raggiungere la gestione sostenibile e l’utilizzo efficiente delle risorse


naturali

- Entro il 2030, dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita


al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di
produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto

- Entro il 2030, ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la


prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo

- Incoraggiare le imprese, in particolare le grandi aziende multinazionali, ad


adottare pratiche sostenibili e ad integrare le informazioni sulla sostenibilità nei loro
resoconti annuali

- Promuovere pratiche sostenibili in materia di appalti pubblici, in conformità alle


politiche e priorità nazionali

- Entro il 2030, accertarsi che tutte le persone, in ogni parte del mondo, abbiano le
informazioni rilevanti e la giusta consapevolezza dello sviluppo sostenibile e di uno
stile di vita in armonia con la natura

- Supportare i Paesi in via di sviluppo nel potenziamento delle loro capacità


scientifiche e tecnologiche, per raggiungere modelli di consumo e produzione più
sostenibili
- Sviluppare e implementare strumenti per monitorare gli impatti dello sviluppo
sostenibile per il turismo sostenibile, che crea posti di lavoro e promuove la cultura e
i prodotti locali

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