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La presenza dell'acqua sulla terra è essenziale per lo sviluppo e il sostentamento della vita.

L'acqua è importante perché è alla base di tutte le forme di vita che conosciamo e senza
questa risorsa non avrebbe nemmeno avuto origine la Terra. La stessa vita quotidiana e lo
svolgimento delle azioni più semplici richiede l'utilizzo dell'acqua; basti pensare all'uso che
se ne fa nel campo dell'agricoltura e in quello dell'industria.
L’acqua riveste un ruolo di straordinaria importanza nell’organismo umano in quanto
elemento necessario al corretto mantenimento delle funzioni vitali. Di fatto, la vita è
subordinata all’accessibilità all’acqua, il cui apporto deve essere garantito in modo continuo
affinché possano aver luogo queste funzioni vitali. Quantitativamente l'acqua è il costituente
principale dell'organismo. Ma quindi perché il mantenimento dell'acqua pulita è così
importante?
Perché l'acqua accessibile e pulita è un aspetto essenziale del mondo in cui vogliamo vivere.
Il nostro pianeta possiede sufficiente acqua potabile per raggiungere questo obiettivo. Ma a
causa di infrastrutture scadenti o cattiva gestione economica, ogni anno milioni di persone
muoiono per malattie dovute ad approvvigionamento d’acqua, servizi sanitari e livelli
d’igiene inadeguati e scadenti.
La carenza e la scarsa qualità dell’acqua, assieme a sistemi sanitari inadeguati, hanno un
impatto negativo sulla sicurezza alimentare, sulle scelta dei mezzi di sostentamento e sulle
opportunità di istruzione per le famiglie povere di tutto il mondo. La siccità colpisce alcuni
dei paesi più poveri del mondo, aggravando fame e malnutrizione.
Si stima che entro il 2050 è probabile che almeno una persona su quattro sia colpita da
carenza duratura o ricorrente di acqua potabile.
Per capire perché dovrebbe essere più importante il mantenimento dell'acqua pulita
analizzeremo tutti gli altri problemi proposti.
Iniziamo a parlare dell'inquinamento. L’inquinamento consiste nell’alterazione o
contaminazione di un qualsiasi materiale o ambiente ad opera di agenti inorganici od organici
(scarichi, rifiuti, ecc.) o di batteri, derivanti dalle varie attività umane, produttive o stanziali.
Tali agenti contaminano l’ambiente distruggendone l’equilibrio ed alterando gli habitat delle
specie che lo vivono.Molti agenti inquinanti sono tossici e nocivi e sono in grado di
provocare gravi danni alla salute dell’uomo e degli altri animali. I danni sono di portata
enorme e devastanti. Essi sono sotto gli occhi di tutti: pensiamo alla perdita di biodiversità,
all’acidificazione delle falde acquifere e allo stravolgimento generale degli equilibri naturali
che a volte risulta irreversibile.
Le cause dell’inquinamento sono legate agli elementi inquinanti. Ogni tipologia di
inquinamento è causata da un agente o agenti differenti. Questi producono disagi temporanei,
patologie o danni permanenti per la vita in una data area. L’alterazione che provoca
l’inquinamento ambientale può essere di origine chimica o fisica. In generale l’inquinamento
ha quasi sempre una causa antropica che va rintracciata nelle attività dell’uomo. Esistono
infatti varie forme di inquinamento naturale che prevedono il rilascio di sostanze inquinanti
connesse con eventi naturali. Pensiamo alle eruzioni vulcaniche per esempio. L’inquinamento
che minaccia a livello globale il benessere del pianeta e dell’uomo però è sempre causato
dall’uomo stesso. L’inquinamento dell’acqua è una questione altrettanto importante, ancora
più difficile da contrastare. Praticamente qualsiasi attività umana può arrivare a danneggiare
le nostre acque, e conseguentemente tutte le specie di vita che le abitano. Basti pensare che
alcune aziende sono solite scaricare i loro prodotti di scarto all’interno dei corsi d’acqua,
nella maggior parte dei casi questi ultimi confluiscono all’interno dei mari e negli oceani.
Purtroppo anche i gas rilasciati nell’aria possono entrare a contatto con le superfici marine,
andando a mescolarsi alle acque. Anche noi singoli siamo la causa di questa grande
problematica, attraverso prodotti che utilizziamo giornalmente per l’igiene e le plastiche che
vengono disperse all’interno dei mari.
Però dobbiamo considerare che il problema dell'inquinamento si potrebbe un minimo
arginare, come già è stato fatto in altri paesi, ad esempio il Porto Rico che è uno dei primi
paesi al mondo con zero emissioni, essendo che utilizzano modi alternativi per ricavare
energia. Quindi se ognuno di noi fosse più consapevole delle proprie azioni e delle
conseguenze di esse probabilmente questo problema sarebbe arginabile, cosa che non avviene
con il mantenimento dell'acqua pulita. Il mantenimento dell'acqua pulita dipende anche da
fattori ambientali esterni, certamente non solo da essi ma anche in minima parte, perciò è un
problema più concreto da risolvere, l'acqua pulita porta a infezioni e a rischi maggiori e
immediati rispetto alla lunghezza del dimostrarsi dei rischi dell'inquinamento ambientale.
Ora passiamo ad analizzare il problema della carne e del disboscamento.
Gli animali, infatti, per crescere e “produrre carne” hanno bisogno di nutrirsi e consumano
quasi sempre più risorse alimentari di quanto ne producono in termini di carne, latte e uova.
Praticamente oltre la metà della produzione mondiale annua (2.5 miliardi di tonnellate) di
cereali è destinata agli allevamenti. Cosa significa questo? Che per fare spazio alla
coltivazione del mangime si abbattono foreste. L’industria alimentare sfrutta ad oggi circa il
40% dello spazio disponibile sulla Terra. Comprendere lo scenario globale che provoca
questa deforestazione è necessario per compiere scelte consapevoli. Secondo le ricerche
svolte da organizzazioni per la protezione degli animali come Animal equality e altre realtà
come Greenpeace e Wwf, gli allevatori appiccano illegalmente gli incendi nelle terre native
che possiedono, oppure in quelle statali che invadono, in cerca di nuovi spazi da convertire in
pascoli per bovini che verranno mandati al macello e venduti come prodotti alimentari sul
mercato internazionale. Quindi anche questo problema è legato alla morale e alla
consapevolezza di ognuno di noi, se gli allevatori fossero più consapevoli e avessero una
morale questo problema non ci sarebbe. Con ciò non intendiamo sminuire questi problemi,
certamente sono fondamentali. Contiamo anche che però senza l'acqua l'uomo non può
sopravvivere, quindi anche se fondamentale la produzione di cibo passa in secondo piano. Il
disboscamento é un problema che però preoccupa, essendo che le piante sono responsabili di
mantenere respirabile l'aria che respiriamo e sono responsabili del corretto funzionamento
della catena alimentare.
Ora analizzeremo i cambiamenti climatici.
I cambiamenti climatici sono variazioni delle condizioni climatiche medie della Terra o di
ampie zone del pianeta. Da sempre il clima della Terra subisce mutamenti, attraversando ere
glaciali e periodi con temperature medie elevate. Il problema è che i cambiamenti climatici
osservati a partire dall’inizio del Novecento non sono naturali, bensì causati da attività
umane, in particolare dall’utilizzo dei combustibili fossili. Un’interferenza nei delicati
equilibri della Natura che sta determinando siccità, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento
del livello dei mari, aumento delle precipitazioni, perdita della biodiversità. Però dobbiamo
notare che l'inquinamento e il cambiamento climatico non sono la stessa cosa:
● L’inquinamento è causato dall’immissione in atmosfera di sostanze inquinanti. Tra
queste ci sono le cosiddette polveri sottili come le Pm10 o Pm2,5 (dove la sigla sta
per materia particolata e il numero indica il diametro delle particelle in micron), i due
particolati più noti e dannosi per la salute umana.

● Il cambiamento climatico, invece, è causato dall’emissione di gas serra, in particolare


dalla CO2, ovvero l’anidride carbonica, che però – è bene ricordarlo – non è un
inquinante. Ciò non significa che cambiamento climatico e inquinamento siano
problemi separati, solo che non possiamo legarli in maniera diretta. Perché allora ci
danniamo l’anima per l’anidride carbonica? La risposta è l’effetto serra.
Il cambiamento climatico però è legato anche ad altri problemi, come il disboscamento, che
provoca danni consistenti: gli alberi aiutano a regolare il clima assorbendo l’anidride
carbonica dall'atmosfera, quindi se vengono abbattuti l'effetto benefico si perde e il carbonio
immagazzinato negli alberi viene rilasciato nell'atmosfera, accentuando all'effetto serra.
Oppure l’aumento degli allevamenti intensivi di bestiame e l’uso di fertilizzanti contenenti
azoto contribuiscono ad aumentare le emissioni di gas a effetto serra.
Quindi in sostanza è un problema molto complesso che richiede un lungo lavoro per riuscire
a risolverlo. Noi siamo del parere che proprio per il fatto che l'acqua non pulita provoca
migliaia di morti per il mondo, è più importante da risolvere per avere un impatto immediato
e a lungo termine.
Ora passiamo al problema della povertà. In tutto il mondo, quasi un bambino su tre, circa
663 milioni, vive in povertà. Di questi, circa 385 milioni vivono in condizioni di estrema
povertà, lottando per sopravvivere con meno di $ 1,90 al giorno. I bambini, in particolare i
bambini piccoli, hanno maggiori probabilità di vivere in povertà rispetto agli adulti. Sono
anche più vulnerabili ai suoi effetti. La povertà priva i bambini delle cose di cui hanno più
bisogno per la sopravvivenza e lo sviluppo come l'alimentazione, l'educazione, i servizi
sanitari, l'acqua e l'igiene. Man mano che i bambini crescono, le conseguenze della povertà si
aggravano, causando un enorme tributo al loro benessere e alla loro capacità di costruire un
futuro migliore per sé stessi, le loro famiglie e le loro comunità. Per due bambini su tre, la
protezione sociale rimane fuori portata. Quasi due terzi dei bambini in tutto il mondo non
sono protetti dalle conseguenze a lungo termine della povertà. Per i bambini colpiti da crisi
umanitarie, le sfide si intensificano. Conflitti prolungati, violenza e cambiamenti climatici
aggravano la povertà e la disuguaglianza, costringendo coloro che hanno il minor numero di
risorse a sostenere il peso maggiore. I bambini sono più a rischio povertà degli adulti e più
vulnerabili ai suoi effetti. Per le bambine e i bambini, la povertà può durare tutta la vita.Agli
occhi di un bambino, la povertà non è solo mancanza di denaro. Molto spesso i bambini
vivono la povertà come mancanza di alloggi, istruzione, alimentazione, acqua o servizi
sanitari. La negazione di questi diritti di base si traduce spesso in mancanze che non possono
essere facilmente colmate in seguito nella vita. Anche quando non si tratta di privazioni
materiali, avere opportunità più povere in una qualsiasi delle precedenti condizioni può
limitare le possibilità di realizzare le proprie aspirazioni future. Ciò si traduce in una perdita
di potenziale non solo per i bambini stessi ma per l’intera società. E’ un problema molto
complesso e dipende da tanti altri fattori, fra cui anche dal consumo di noi paesi civilizzati,
che consumiamo più del dovuto privando o limitando le possibilità dei paesi meno sviluppati
di svilupparsi.

Ora parleremo del problema della fame. Con soffrire la fame si intende non disporre della
quantità sufficiente o dei generi appropriati di alimenti per soddisfare i nostri bisogni
nutrizionali.
Il cibo è essenziale per la vita. Per essere sani e ben nutriti, dobbiamo disporre di alimenti
vari, in appropriate quantità, di origine sicura e di buona qualità.Senza un’alimentazione
appropriata i bambini e i giovani non possono sviluppare al massimo il proprio potenziale.
Gli alimenti ci forniscono l’energia per fare attività, per crescere e solo nel cibo troviamo
questa Quello della fame nel mondo è un problema attuale che negli ultimi anni sta
diventando molto grave, anche a causa della crisi economica che si sta verificando nei vari
paesi del mondo.

Sono 830 milioni, le persone che al mondo soffrono la fame e la maggior parte di essi
provengono dai paesi del Terzo e Quarto mondo.
Le cause della fame nel mondo sono tante:
- bassa produttività dell’agricoltura.
Ciò significa che l’agricoltura non rende ciò che è necessario per l’alimentazione umana. In
questi paesi è infatti diffusa la monocultura, cioè la coltura di uno stesso prodotto in vaste
aree di territorio;
- eccessiva espansione demografica.
Una delle cause è anche questo boom demografico che si sta realizzando in questi ultimi
tempi. La popolazione che cresce e ha bisogno di cibo per sfamarsi ha fatto sì che il problema
della fame si sviluppi. Questo perché ciò che prima veniva prodotto in una certa quantità ed
era sufficiente per sfamare la popolazione, con l’aumento della popolazione non basta più per
sfamare tutti;
- deforestazione, desertificazione ed effetto serra.
Questi problemi rendono il terreno poco fertile e quindi incoltivabile;
- colonializzazione.
La colonializzazione può essere considerata una delle cause della fame perché è proprio
questo il motivo per cui molti paesi hanno prodotto solo prodotti per l’esportazione (tabacco
ecc.) e non prodotti per l’alimentazione.
- dipendenza dai paesi ricchi. I paesi del Terzo e Quarto mondo dipendono ancora da paesi
ricchi quale è l’Europa. Sarebbe necessaria invece, l’indipendenza e l’autonomia di questi
paesi, perché per quanto i paesi ricchi li possano aiutare, il loro aiuto economico non sarà mai
abbastanza per sfamare tutta la popolazione;
- mancanza di industrie;
- industrie a vantaggio di altri paesi;
- analfabetismo.
L’analfabetismo, che è molto diffuso in queste zone, provoca la mancanza di tecnici ed operai
specializzati, la cui attività è collegata allo sviluppo di questi paesi.
Quindi il problema della fame come gli altri è un problema che dipende da una serie di altre
situazioni molto complesse, forse ancora più di quelle del mantenimento dell'acqua pulita,
perciò se non si ha un intervento importante e profondo e se prima non si interviene anche
negli altri problemi diventa irrisolvibile, o ancora peggio risolto in modo superficiale.
Da qui andiamo a parlare dell'importanza dell'istruzione e della ricerca. Spesso in occidente
prendiamo per scontato l’importanza dell’istruzione e della ricerca, ma non sappiamo quali
sarebbero le conseguenze se da noi venisse a mancare ciò. Infatti nei paesi poveri e arretrati
l’assenza di istruzione è un problema molto importante e con gravi conseguenze. In tutto il
mondo, ci sono quasi ottocento milioni di persone che non hanno le più elementari
competenze per quanto riguarda leggere e scrivere. Questo succede perché le scuole sono
troppo lontane o troppo care, quindi le famiglie non possono permettersi di iscrivere i
bambini. Avere un’istruzione è fondamentale per trovare un lavoro dignitoso e affrancarsi
dalla povertà. Ma chi è povero non ha abbastanza soldi per iscriversi a scuola e comprare
libri. È come un circolo vizioso dal quale è molto difficile, per non dire impossibile, uscire.
La conseguenza di questa situazione può essere riassunta così: povertà estrema. Circa il 60%
degli analfabeti è rappresentato da donne. Spesso, alle bambine non è permesso andare a
scuola. Dal momento che le famiglie sono povere, i genitori preferiscono far studiare i figli
maschi. L’istruzione è uno dei tanti diritti negati alle donne e alle bambine nei Paesi più
poveri del mondo. Invece, la lotta per conquistare la parità di genere comincia tra i banchi di
scuola.
Nei Paesi poveri, l’AIDS non risparmia nemmeno i bambini. Che contraggono la malattia
quando sono nel grembo materno. Secondo una stima, nel mondo ci sono circa due milioni di
persone di età inferiore ai quindici anni affetti da HIV/AIDS. Ma essere sieropositivi non
significa aver già contratto l’AIDS. Occorrono farmaci antiretrovirali per trattare l’HIV. Ma
la vera chiave è la prevenzione. E la prevenzione comincia nelle scuole, con campagne mirate
all’informazione. Senza una possibilità di cura i bambini sono destinati a conseguenze
importanti. E l’essere istruiti gli permette di significa poter sperare in un futuro migliore. Un
futuro che, altrimenti, sarebbe segnato solo dalla fame e dalla miseria. L’istruzione è
importante specialmente per le bambine. Sono loro, di solito, a lasciare la scuola per restare a
casa o sposarsi giovanissime. Invece, garantendo loro il diritto all’istruzione, avremo fatto
tanto anche per regalare un futuro migliore.

Ora parliamo della parità di genere. L'atteggiamento verso l'uguaglianza sta evolvendo, ma
nemmeno la generazione più giovane è immune dagli stereotipi e dalle disparità di genere.
Oggi permangono disuguaglianze tra donne e uomini, in particolare nel mercato del lavoro.
L’uguaglianza di genere è una condizione nella quale le persone ricevono pari trattamenti,
con uguale facilità di accesso a risorse e opportunità. Purtroppo al giorno d’oggi esistono
ancora delle diversità di genere e si possono vedere confrontando i posti di lavoro occupati
dalle donne rispetto agli uomini, le cariche politiche che sono minori rispetto agli uomini, la
paura delle donne di camminare da sole per strada, e tante altre situazioni. Tutto questo
accade perché la figura della donna viene vista inferiore rispetto alla figura maschile e perché
in passato le donne si occupavano di sistemare casa e badare i bambini, mentre gli uomini
erano coloro che lavoravano e portavano il pane in casa. Se pur molte cose sono cambiate,
come ad esempio il diritto di voto o la figura della donna in carriera, nella mentalità di molte
persone e nella società in generale ancora si vede la donna minore rispetto all’uomo, proprio
per questo motivo bisogna cambiare mentalità, idee e modi di fare, perché siamo tutti uguali e
nessuno può farci sentire di meno rispetto agli altri. La donna spesso è vista come più debole,
indifesa, manipolabile, infatti sono moltissime coloro che subiscono violenze. L’ignoranza è
ciò che crea questo problema, sono milioni le donne al mondo trattate in modo deplorevole e
senza un minimo di dignità. Milioni sono le bambine che sono vittime di MGF (mutilazione
genitale femminile), milioni le bambine che vengono maritate in cambio di soldi anche non
avendo nemmeno compiuto 18 anni. In alcune parti del mondo si stanno facendo grandi passi
avanti, ma altre parti del mondo stanno tornando in dietro, e questo preoccupa l’andamento
del raggiungimento della parità di genere mondiale. Possiamo vedere per esempio il texas,
che dal 13 luglio 2022 vieterà l’aborto pure in caso di stupro dopo 15 giorni dall’inizio della
gravidanza. Spesso in molte circostanze le donne non hanno nemmeno la possibilità di
scegliere cosa fare con il proprio corpo. Ed io da donna non voglio pensare di vivere in un
mondo così, è un problema molto complesso, che per essere risolto bisognerebbe istruire le
persone all’amore, all’educazione, al rispetto, senza pregiudizi e idee misogine o
antifemministe.

Ora passiamo al problema di combattere le disuguaglianze. Le disuguaglianze si possono


dividere in più categorie. Le disuguaglianze globali sono molto ampie e rappresentano uno
dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile e alla lotta contro la povertà. Negli ultimi anni
in molti Paesi le disuguaglianze sono aumentate. Esse limitano le possibilità di alcuni settori
della società di partecipare alla vita sociale, culturale, politica ed economica e di apportare un
contributo utile. Le pari opportunità dovranno essere garantite eliminando leggi, politiche e
pratiche discriminatorie. Dovranno essere agevolate una migrazione e una mobilità ordinate e
sicure, tra l’altro mediante una politica responsabile in materia di migrazione. I Paesi in via di
sviluppo dovranno godere di una rappresentanza migliore nelle istituzioni economiche e
finanziarie internazionali e avere maggiori opportunità di esprimere il proprio parere nei
processi decisionali. Si mira a potenziare e promuovere l’inclusione sociale, economica e
politica di tutti, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, etnia, origine, religione, stato
economico o altro. Assicurare pari opportunità e ridurre le disuguaglianze nei risultati, anche
eliminando leggi, politiche e pratiche discriminatorie e promuovendo legislazioni, politiche e
azioni appropriate a tale proposito. Adottare politiche, in particolare fiscali, salariali e di
protezione sociale, per raggiungere progressivamente una maggior uguaglianza. Migliorare la
regolamentazione e il monitoraggio di istituzioni e mercati finanziari globali e rafforzare
l’attuazione di tali norme. Assicurare una migliore rappresentanza che dia voce ai paesi in via
di sviluppo nelle istituzioni responsabili delle decisioni in materia di economia e finanza
globale e internazionale, per creare istituzioni più efficaci, credibili, responsabili e legittimate
Rendere più disciplinate, sicure, regolari e responsabili la migrazione e la mobilità delle
persone, anche con l’attuazione di politiche migratorie pianificate e ben gestite. Attuare il
principio del trattamento speciale e differente riservato ai paesi in via di sviluppo, in
particolare ai meno sviluppati. Incoraggiare l’aiuto pubblico allo sviluppo e i flussi finanziari,
compresi gli investimenti diretti esteri, per gli stati più bisognosi, in particolar modo i paesi
meno sviluppati, i paesi africani, i piccoli stati insulari in via di sviluppo e i paesi in via di
sviluppo senza sbocco al mare, in conformità ai loro piani e programmi nazionali. Le
disuguaglianze soprattutto negli ultimi decenni stanno prendendo un ruolo importante nella
lotta mondiale, famosi sono i motti contro le disuguaglianze di etnia, come il black lives
matter, disabilità, o sesso.

I Diritti Umani sono i diritti inalienabili dell’uomo, cioè i diritti che devono essere
riconosciuti ad ogni persona per il solo fatto di essere una persona, indipendentemente dalla
religione, dalla etnia, dalla cultura, dal sesso o dall’orientamento sessuale. I Diritti Umani
non sono altro che l’insieme dei diritti fondamentali dell’essere umano. Essendo i Diritti
Umani i diritti inalienabili e fondamentali della persona, è inevitabile che siano nati con la
persona stessa, fin dalle civiltà antiche. Diversamente il loro riconoscimento formale, e
quindi la legislazione e la tutela, nascono con l’evoluzione della civiltà moderna. I diritti
umani ottengono una esplicita trattazione solo successivamente alla Seconda Guerra
mondiale, furono proprio gli orrori della guerra a mostrare la necessità di prevedere strumenti
che fossero in grado di garantire i diritti inviolabili e a produrre un forte interesse degli Stati a
proteggere e ad assicurare tali diritti. Il fine fu proprio quello di sensibilizzare l’intera
popolazione mondiale. Dal dopoguerra in poi, vennero alla luce un numero rilevante di
legislazioni internazionali in materia di Diritti Umani. Gli Stati, difatti, in collaborazione gli
uni con gli altri, dimostrarono un grande interesse per la questione e vennero fatti molti
trattati, convenzioni, patti. Al momento della sua nascita, la Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani fu un codice etico di importanza storica fondamentale: per la prima volta nella
storia dell’umanità, difatti, veniva prodotto un documento che riguardava tutte le persone del
mondo, senza distinzioni; per la prima volta veniva scritto che esistono diritti di cui ogni
essere umano deve poter godere per la sola ragione di essere al mondo. Tuttavia, la
Dichiarazione non nacque come strumento giuridicamente vincolante, ciò nonostante
divenne fonte di successive Convenzioni con portata vincolante, nonché, ancora ad oggi,
mostra di essere fra i principali riferimenti dell’universo dei diritti fondamentali. Fu la
Commissione dei Diritti Umani, un comitato creato dal Consiglio economico e sociale delle
Nazioni Unite ad occuparsi della predisposizione materiale della Dichiarazione. Detta
Commissione era presieduta da Eleanor Roosevelt, vedova del presidente americano Franklin
Roosevelt, grande sostenitrice dei diritti fondamentali ed attività del settore. I lavori della
commissione ebbero inizio nel 1947 e la prima stesura della Dichiarazione venne presentata
nel settembre 1948. L’articolo 1 e l’articolo 2 sanciscono i diritti fondamentali di dignità,
uguaglianza, libertà e fratellanza, capostipiti dell’intero documento. Gli articoli successivi,
invece, enunciano i diritti inalienabili di ciascuno: il diritto alla vita, la proibizione della
schiavitù e della tortura, il diritto all’uguaglianza davanti alla legge, alla presunzione di
innocenza, il diritto alla libertà di movimento, di pensiero, di espressione, di coscienza e
religione. La Dichiarazione Universale si basa sul concetto di interdipendenza dei diritti
umani, affianca ai diritti civili e politici quelli economici, sociali e culturali, riconoscendo il
diritto alla proprietà privata, alla sicurezza sociale, all’istruzione, al lavoro ed alla libera
scelta dell’impiego, ad una remunerazione equa e ad un tenore di vita dignitoso. I Diritti
umani possono essere classificati in diritti civili, politici e sociali. I diritti civili sono quelli
che attengono alla personalità dell’individuo, quindi la libertà di pensiero, la libertà
personale, di riunione, di religione e la libertà economica. Così da garantire all’individuo un
arbitrio, purché il suo agire non violi i diritti civili di altre persone. I diritti politici sono,
invece, quelli che attengono alla formazione dello Stato democratico e comportano una
libertà attiva, ossia una partecipazione dei cittadini nel determinare l’indirizzo politico dello
Stato: tali sono, ad esempio, la libertà di associazione in partiti, ossia diritti elettorali e di
suffragio universale. I diritti sociali, diritto al lavoro, all’assistenza, allo studio, tutela della
salute, ossia i diritti derivanti dalla maturazione di esigenze nuove e nate relativamente allo
sviluppo della moderna società industriale. Questi diritti, invece, implicano un
comportamento attivo da parte dello Stato, il quale deve garantire ai cittadini una situazione
di concretezza e certezza nella tutela degli stessi e nel riconoscimento delle relative garanzie.

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