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vuoto che lascia la noia a quelle frivole anime che non riescono a godersi la
bellezza delle piccole cose delle loro giornate. Ognuno di quegli uomini
aristocratici è preso dall'egocentrismo portatogli dalla potenza, non sono altro
ciò che la società gli impone di essere. Sono assillati dalla ricerca di una puerile
felicità, basata su balli e banchetti, la paura di esprimere infelicità, e quindi di
poter essere giudicati dal mondo che li circonda, li perseguita e li dilania.
Ma nell'alta società francese degli inizi del XIX secolo, seppur in minoranza,
qualcuno ancora aspira ad infrangere questo sistema che nega in ogni modo la
libertà e l'emancipazione femminile.
<<Il popolo soffre, il popolo grida uguaglianza, il popolo ha fame. E voi? Voi vi
godete i vostri pasti ricchi e abbondanti, qui, a Versailles. Come può un sovrano
ben governare se non conosce il patibolo del suo popolo? Ogni gloria, ogni
occasione, ogni ricchezza si trova nel piatto del ricco... e nel piatto del povero
cosa si trova? Non è forse giunto il momento di riequilibrare questa bilancia che
pende ormai da troppo tempo dalla parte dei borghesi?>> Grida Camille
Brienne, nella speranza di aprire una breccia nel cuore del padre, il re di
Francia, ormai cinico e inamovibile da ogni tipo di emozione.
Adesso, invece, si trova sola in questo intento. Se prima, all'età di nove anni,
aveva la madre a proteggerla e spronarla. Ora, con la sua morte, aveva solo sé
stessa.
In fondo il re odia sua figlia, ma a lei non interessa molto, dato che nemmeno lei
sopporta il suo essere meschino e attaccato ad una società patriarcale e rigida.
Quando provava a proferir parola con lui sembrava ogni volta una perdita di
tempo, i due finivano sempre per attaccarsi e gli insulti sembravano scorrere
senza mai fermarsi. Quella volta infatti non era molto diversa dal solito,
solamente che quel giorno il padre si sentiva più indisposto del solito. Era stata
una pessima giornata, a palazzo erano arrivate delle lettere anonime contenenti
minacce di morte, e questa situazione pressava molto sulla stabilità del sovrano.