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Igiene generale ed applicata – Lezione del 12/04/2020 – Prof.

Laganà – Distribuzione dell’acqua e possibili


contaminazioni

Igiene generale ed applicata


Distribuzione dell’acqua e possibili contaminazioni

L’acqua è molto rappresentata sul pianeta, ne ricopre i 7/10 per un totale di 200.000 km³, ma non
tutta è disponibile per il consumo umano, solo meno dell’1 % è potabile. Il 97,5% è salata e il 2% è
dolce ed è quella che si ritrova nei ghiacciai, nelle calotte polari, nelle acque superficiali (laghi,
fiumi) ma non è adatta per il consumo umano.
L’acqua è una componente importante del corpo in quanto il 60-70% del peso è dovuto ad essa ed
è distribuita per il 67% all’interno delle cellule e per il 33% all’esterno. Quella delle cellule non è
utilizzabile mentre quella al di fuori costituisce il liquido extracellulare.
L’acqua è un ottimo solvente per quasi tutte le sostanze chimiche del corpo e regola il volume
cellulare, regola la temperatura corporea e favorisce i processi digestivi. Il bilancio dell’acqua
dipende dal volume in uscita e da quello in entrata ed è mantenuto dal centro ipotalamico della
sete, che regola la quantità di acqua da ingerire, ed anche dall’ormone antidiuretico, la
vasopressina, che aumenta l’assorbimento renale di acqua. Questo equilibrio viene definito come
“bilancio idrico” e una sua variazione può portare a delle conseguenze:
• una perdita del 10% di acqua, può causare l’insorgenza di gravissimi disturbi funzionali;
• un 20%, porta alla morte.

Può essere introdotta sottoforma di bevanda (fino a 1,5-2 litri/24h) oppure per mezzo degli
alimenti (500-700 ml). Il metabolismo dei carboidrati contribuisce maggiormente alla produzione
di acqua perché rappresentano la fonte energetica principale per l’alimentazione.
Esistono delle varie correnti di pensiero per quello che riguarda l’assunzione di liquidi durante i
pasti, secondo alcune non si dovrebbe bere, secondo altre si deve bere alla fine dei pasti per
evitare di diluire il succo gastrico, sono svariate le affermazioni che possono essere vere o no.
Gli alimenti presentano quantità diverse di acqua come per esempio l’olio che presenta lo 0%, la
frutta l’85%, maggiore è la quantità contenuta maggiore è la possibilità di andare in contro a
contaminazione microbica.

La mancanza di acqua, la disidratazione può portare a morte ed inizia quando già il corpo ne ha
perso 3-4 litri, ciò può essere dovuto anche a disturbi del tratto gastro-intestinale (vomito e
diarrea) che portano ad una abbondante perdita di liquidi che deve essere controbilanciata. I primi
sintomi possono essere capogiri, febbre e si avverte un crescente senso di irritabilità e
disorientamento.

Quando la perdita arriva ad 8 litri, la lingua è così gonfia che non si riesce a deglutire, non si riesce
a camminare, la pelle si disidrata fino a spaccarsi, rene e fegato perdono la propria funzionalità ed
infine viene coinvolto il sistema nervoso che perde capacità di controllare battito cardiaco e
respiro così sopraggiunge il coma e la morte.
Le perdite idriche conseguenti alle attività vitali, come la sudorazione, sono di 35grammi/1 kg di
peso corporeo mentre per i neonati è 4 volte maggiore.

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In condizioni fisiologiche basali e di riposo, alla temperatura ambiente di 18-20°C, le perdite di


acqua sono inferiori ad 1 ml/min. Con l’attività fisica e l’aumento della temperatura i valori
possono arrivare a 14-17ml/min.

Elevate perdite di acqua si possono avere in seguito a :

• Aumento temperatura ambiente da 24° a 31°C (raddoppio delle perdite)


• Aumento della temperatura corporea di 2°C (raddoppio delle perdite)
• Vomito e diarrea

Il fabbisogno idrico necessario per sopperire queste perdite è di 2,5-2,7 L/die per un individuo
adulto.

Nel corso dei secoli il consumo di acqua è aumentato:


• 10 L pro capite 2000/3000 anni fa
• 100 L a fine Ottocento
• 500/700 L oggi (fino a 2000L in alcune città americane)

Secondo recenti stime 1.5 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua e 2.6 miliardi non
hanno impianti fognari e servizi igienico-sanitari adeguati. Inoltre, secondo alcuni dati, nel 2025
non avranno accesso all’acqua 3.5 miliardi di persone e il 50 % della popolazione mondiale soffrirà
per carenza d’acqua.
L’OMS ha stimato che la carenza e la contaminazione dell’acqua comportano 5 milioni di morti
l’anno.
Le riserve di acqua pura tendono a diminuire e non riescono più a soddisfare le aumentate
esigenze idriche della popolazione, così, per l’approvvigionamento idrico si ricorre sempre più
all’utilizzo di acque superficiali (laghi/fiumi) che il più delle volte risultano inquinate da scarichi
industriali, fertilizzanti sintetici e diserbanti, quindi prima di essere usate devono subire
trattamenti di potabilizzazione spinti che ne alterano la qualità. Accanto al ciclo naturale
dell’acqua (evaporazione dal mare / pioggia / acqua nel sottosuolo che torna nel mare) si è venuto
a creare un secondo cicloartificiale, che consiste nell’utilizzare acqua usata:

• L’acqua captata dai fiumi, dai laghi e dal sottosuolo, passa per impianti di potabilizzazione,
viene usata giungendo alle abitazioni, entrando nel ciclo di distribuzione;
• L’acqua usata (le acque nere) viene mandata in impianti di depurazione;
• L’acqua depurata viene reintrodotta nei fiumi e nei laghi tornando a disposizione.

Il fabbisogno idrico negli anni è aumentato a tal punto da attribuire all’acqua l’appellativo di “oro
blu”.
A questo fabbisogno è legato anche una quota di spesa mensile familiare per l’acqua che viene
distribuita attraverso le reti idriche e per quella minerale. Negli ultimi anni l’acqua minerale ha
mantenuto una certa quota di spesa per il suo consumo e dal 2014 al 2017 è andato aumentando.

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Secondo il grafico, in “blu” sono rappresentati numeri delle famiglie che si lamentano delle
irregolarità nell’erogazione dell’acqua nei comuni e in “giallo” quelle che non si fidano a bere
l’acqua del rubinetto.

Dal 1950 in poi sul territorio l’ISTAT ha cominciato a fare un censimento dell’acqua per uso civile
con rilevazioni quinquennali. Ciò è necessario per avere informazioni a livello territoriale che
riguarda tutta la nazione. L’ultima edizione del censimento risale al 2019 con riferimento ai dati
del 2018 e dovrebbe essere pubblicato nel 2020.

Enti gestori dei servizi idrici

Esistono degli enti gestori dei servizi idrici che possono essere “specializzati” o in “economia” e
questi ultimi sono la maggior parte. Oltretutto come tipologia di servizio ci sono diverse voci
ognuna dei quali presenta un costo:

• Fonti di approvvigionamento
• Distribuzione
• Fognatura
• Depurazione

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Secondo il grafico, in Sicilia i servizi idrici sono gestiti per metà dai gestori in economia e per l’altra
metà dai gestori specializzati.

Grafici sul consumo di acqua

Questo rappresenta in “blu” i valori giornalieri immessi mentre in “giallo” quelli erogati dalle reti
autorizzate, quindi il volume di acqua che arriva per mezzo delle reti idriche. Questa differenza è
dovuta alla perdita di acqua lungo il percorso di distribuzione e questa ammonta al 41 % del
volume totale immesso.

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Come consumo di acqua pro capite, l’Italia si trova al primo posto in Europa con
163 m³ /abitante.

Provenienza dell’acqua:
• Pozzi (in giallo)
• Sorgenti (in blu)
• Corsi d’acqua superficiali (in marrone)

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Programmi per il controllo della qualità delle acque

Una buona parte dell’acqua prelevata è sottoposta al trattamento di potabilizzazione, la media in


Italia è del 33 %, ma ci sono delle regioni in cui questo trattamento è elevato, per esempio l’80 %
di acqua viene trattata in Basilicata, il 79 % in Sardegna.
In questo fenomeno rientrano diversi enti e le decisioni vengono prese dalla presidenza del
consiglio dei ministri, le agenzie territoriali, il ministero delle politiche agricole, alimentari e
forestali, il ministero dell’ambiente, della salute, il distretto idrografico ed ovviamente anche le
regioni. Per cui prima che vengano emanate delle nuove disposizioni, tutti questi enti devono
mettersi d’accordo formalmente per avere una visione univoca del fenomeno. Data la presenza di
queste diverse compagini, esistono in maniera assoluta delle mancanze informative sulla qualità
delle acque che sono destinate al consumo umano perché c’è una mancanza di comunicazione tra
un ente e l’altro. Alla base dei criteri di potabilità dell’acqua vi è un decreto legislativo che è stato
emanato nel 2001 ed è il D.lgs 31/2001 (importante, bisogna conoscerlo). A questo che ha posto le
basi e che fino a qualche anno fa è stato seguito alla lettera, vi sono stati degli aggiornamenti, tra i
quali il più importante è stato il Decreto ministeriale del 14 giugno 2017. Secondo quest’ultimo, le
Asl, per riuscire a completare il quadro sul territorio della distribuzione dell’acqua, possono basarsi
sulla valutazione del rischio eseguita dal gestore del servizio idrico, che nelle varie regioni presenta
denominazioni differenti. La valutazione del rischio sulla distribuzione dell’acqua a livello capillare
sul territorio, deve comprendere:

• Ridefinizione delle <<water supply zone>> sulla base della descrizione della filiera
idropotabile, cioè deve essere fatto un piano dettagliato che descriva, in modo
preciso e puntuale, tutta la rete idrica regionale, prima a livello provinciale e poi
viene costruito l’assetto regionale;
• Dati di monitoraggio (qualitativo e quantitativo) che viene eseguito dalle ARPA, enti
che dipendono dalle ASP e che hanno il compito di monitorare.

Vengono raccolti tutti i dati che definiscono la portata di un impianto idrico, quindi un database
che associa tutta una rete di distribuzione andando a valutare:
• Infrastrutture
• Dati quantitativi (volumi e portata)
• Dati qualitativi (analisi acque)

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Si ottiene un quadro completo e con elevato dettaglio territoriale sul servizio di prelievo e
distribuzione dell’acqua potabile. È stata avviata, inoltre, una sperimentazione per l’acquisizione e
l’integrazione di tali informazioni.

Parametri di qualità dell’acqua

L’acqua per poter essere dichiarata come potabile, deve presentare dei parametri ben precisi.

Tipi di parametri:

• Parametri di carico tossico:

➢ Arsenico
➢ Cadmio
➢ Mercurio

• Parametri microbiologici:

➢ Coliformi fecali
➢ Streptococchi fecali
➢ Clostridi solfito-riduttori

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• Parametri di carico autoctono:

➢ Temperatura
➢ Ph
➢ Cloruri
➢ Solfati

• Parametri di carico ottico:

➢ Torbidità
➢ Materiali grossolani

• Parametri di carico antropico:

➢ Azoto ammoniacale
➢ Azoto nitroso
➢ Sostanze estraibili in etere di petrolio

Questi parametri presentano dei limiti ben precisi e vengono effettuate delle analisi periodiche su
campioni di acqua.
I parametri autoctoni sono legati alla zona in cui l’acqua viene erogata.
I parametri di carico ottico sono quelli che si riescono a percepire visivamente.
I parametri di tipo antropico sono dovuti alle industrie, tutto ciò che viene immesso nel
sottosuolo, nell’atmosfera, anche varie contaminazioni.

Nel mondo l’utilizzo di acqua è suddiviso in:

• Settore agricolo, 65-70%


• Industria ed energia, 20-23 %
• Usi domestici, 8-12%

I livelli di accessibilità

Esistono vari livelli di accessibilità all’acqua potabile:

• Nessun accesso, per l’approvvigionamento devono percorrere più di 1 km, una distanza
maggiore di 30 minuti; i volumi di acqua raccolti sono al di sotto dei 5 litri pro capite al
giorno; il consumo non può essere assicurato e vengono compromesse le pratiche
igieniche; la priorità di intervento è molto alta, è necessaria una fornitura base.

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• Accesso ottimale, acqua disponibile all’interno dell’abitazione attraverso una molteplicità


di rubinetti; i volumi di acqua raccolti sono di 100-200 litri pro capite al giorno; tutte le
necessità vengono soddisfatte; la priorità di intervento è molto bassa perché tutta la
popolazione accede all’acqua.

L’obiettivo di aumentare la distribuzione dell’acqua non è ancora stato portato a termine, era
stato previsto di ridurre della metà il numero di popoli che necessitano di reti idriche. Se fosse
stato raggiunto l’obiettivo, ci sarebbe una riduzione del 27 % di infezione per il tracoma, del 25 %
di casidi diarrea e la mortalità infantile nei paesi sottosviluppati sarebbe stata ridotta del 30 %.
Esistono delle regioni aride e semiaride che rappresentano circa il 40 % della superficie terrestre,
per cui vi è una sorte di desertificazione che avanza e minaccia la sorte della popolazione
mondiale. L’Italia è coinvolta in questo fenomeno e ci sono delle regioni come la Sicilia, Calabria,
Puglia e Sardegna in cui il rischio è elevato mentre la zona in cui il rischio è basso è la Pianura
Padana.

La povertà dell’acqua è un grafico che mostra i vari paesi con gradi diversi di disponibilità di acqua.
Le zone desertiche sono quelle più carenti mentre le zone più a Nord presentano un’elevata
disponibilità.

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Acqua erogata in Italia per regione:

• Nel Nord e nel Nord-ovest italiano, c’è una maggiore erogazione di acqua potabile pro
capite e i valori regionali più alti sono della zona di Trento (127,4 m³) e della Valle d’Aosta
121,9 m³).
• Il Centro presenta un valore di 96 m³ per abitante.
• Il Sudèl’areain cui vi è la minore erogazione, 80 m³ per abitante.

Nella gazzetta europea del 2001 l’acqua venne definita come alimento che viene ingerito,
direttamente o indirettamente, e come tale deve rispettare dei requisiti precisi. Per il XXI secolo si
era posto come obiettivo quello di fornire acqua da bere sicura da un punto di vista igienico-
sanitario.

Fabbisogno di acqua

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Il fabbisogno umano giornaliero è di 40 litri ma a questi si aggiungono i consumi in ambito


domestico:
• Per una doccia di 5 minuti 75-90 litri di acqua
• Un bagno in vasca 160 litri
• Lo sciacquone dai 9 ai 16 litri
• Un carico di lavatrice 80/120 litri
• Per lavarsi i denti lasciando il rubinetto aperto 15/20 litri
• Per lavarsi i denti senza far scorrere acqua 2 litri

L’acqua per svariati usi come quella per il W.C., per il giardino, per il bucato potrebbe essere
sostituita da acqua piovana filtrata.

Ciclo idrologico

Le riserve di acqua si mantengono costanti grazie a dei fenomeni fisici che costituiscono il ciclo
idrologico ma questo può essere alterato dalla diminuzione delle piogge.
Il terreno ha un elevato potere solvente disciogliendo nell’acqua diverse sostanze minerali e la
depura. Quando, scorrendo, incontra un terreno impermeabile (come l’argilla o la roccia) si arresta
formando una falda idrica (superficiali o profonde). Le prime possono andare in contro più
facilmente a contaminazione batterica, industriale e quindi più la falda è profonda più sarà sicura.
In mancanza di sorgenti, vengono scavati pozzi alla ricerca di acqua che possono essere:

• Pozzi superficiali, captano la falda superficiale


• Pozzi profondi, utilizzano falde sotterranea
• Pozzi artesiani, l’acqua dal pozzo fuoriesce spontaneamente grazie alla pressione
idrostatica positiva rispetto al livello del suolo.

Le acque delle falde possono essere definite come “acque telluriche”.

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Filtrazione e depurazione delle acque

L’acqua piovana (detta anche “acqua meteorica”) quando arriva sulla terra attraversa degli strati
che possono essere contaminati. Allora, prima di essere deputata all’uso umano deve essere
depurata per filtrazione, che è basato su due processi:

• Filtri inglesi (lenti)


• Filtri americani (rapidi)

Filtri lenti
Sono costituiti da strati di sabbia e di ghiaia, richiedono un certo tempo perché sulle particelle si
formi in modo naturale una membrana biologica formata da saprofiti acquatici che assorbono ogni
sostanza organica dell’acqua che passa, con una capacità di purificazione del 99 %. Il problema è
dovuto alla lentezza del filtro ed alla sua tendenza ad intasarsi quando la membrana biologica
diventa spesso oltre un certo limite, per cui una volta che vengono puliti e svuotati, è necessario
un altro periodo di tempo affinché questa membrana naturale venga a riformarsi.

Filtro rapido
Il suo utilizzo prevede una fase iniziale di flocculazione con solfato di alluminio che chiarifica le
acque e permette la precipitazione batterica sul fondo delle vasche.
A differenza del tipo precedente, purifica l’acqua per il 95 – 99 %; ha una resa superiore di 40, 50
volte; necessità un trattamento ulteriore dell’acqua che viene trattata da queste vasche.

Clorazione

L’acqua per essere utilizzata deve essere sottoposta al trattamento con il Cloro, l’ossidante più
usato sia sotto forma di prodotto gassoso sia di composto. Viene immessa una quantità di cloro
necessaria ad un’acqua per la sua depurazione e varia a secondo il tipo di acqua. Alla fine della sua
azione, viene misurata la quantità rimanente dopo 30 minuti, definito come cloro residuo,
secondo le linee guida del decreto(?).

Ozonizzazione

Può essere utilizzato in quanto ha una forte azione ossidante, quindi battericida. La sua
produzione è più costosa ed inoltre non agisce sulle uova degli elminti, parassiti come la tenia,
perciò viene usato poco.

Acqua potabile

La sua composizione non è caratterizzata solo dal composto puro formato da H2O ma anche da un
contenuto di Sali minerali che varia tra le diverse fonti e che è influenzata dalla composizione del
terreno attraverso cui passa. La presenza dei Sali è necessaria per il corretto funzionamento
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dell’organismo quindi le acque destinate all’uso alimentare devono rispondere a determinati


requisiti fisici, chimici, e microbiologici, stabiliti dal decreto legge del 2001.
Una buona acqua è caratterizzata da:

• Temperatura costante
• Conducibilità costante
• Limpidità permanente
• Portata idrica costante non influenzata dal regime pluviometrico

Per regime pluviometrico si intende la misurazione della pioggia, la portata idrica non deve
aumentare se piove, altrimenti significa che è stata contaminata da altra acqua che è entrata nella
falda. Esistono delle tipologie di acqua che contengono dei minerali che presentano un potere
terapeutico.

Requisiti principali di potabilità

• L’acqua deve essere gradevole: sia dal punto di vista olfattivo che gustativo.
• Essere usabile: consentire l’ottenimento degli scopi a cui viene destinata quindi cottura
degli alimenti, pulizia della persona e della casa, ecc.
• Essere innocua: non provocare effetti dannosi sulla salute dell’uomo.

Parametri di qualità

Sono ben delineati, non sono casuali e sono:


• Organolettici, riferiti ai sensi dell’uomo (colore, odore, sapore, torbidità).
• Fisici:pH, conducibilità, temperatura.
• Chimici: cloruri, solfati, calcio, magnesio, ammoniaca, ecc.
• Microbiologici: carica batterica totale a 22° e 27° , coliformi totali e fecali, streptococchi
fecali, spore di clostridi solfito-riduttori.

Parametri organolettici: aspetto

• Limpidezza: carattere organolettico indispensabile.


• Torbidità permanente: dovuta a sospensioni di Sali, non è pericolosa (per esempio le acque
termali).
• Torbidità transitoria: improvvisa, dovuta alle forti piogge, può indicare una infiltrazione.
• Falsa torbidità: dovuta per esempio alla pressione dell’acqua ed è un fenomeno transitorio.
• Colore:non sempre è legato ad un danno, perché possono contenere, per esempio, una quantità
maggiore di ferro e possono essere più rosee; generalmente l’acqua potabile deve essere incolore.

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Parametri organolettici: assaggio

• Sapore: deve essere gradevole in virtù dei sali ed i gas disciolti, alcune acque possono avere
un sapore metallico perché contenenti sai ferrosi o un sapore terroso.
• Odore: ci sono acque potabili che presentano odore sulfureo (termali), odore di erba,
putridi ma quella potabile deve essere inodore.

Parametri fisici: temperatura

• Misurazione: avviene tramite termometro obbligatoriamente al momento del


campionamento perché si potrebbe modificare durante il trasporto.
• Gradi:una buona acqua deve possedere una temperatura compreso tra 10° e 15° C, la
normativa attuale la considera accettabile fino a 25°C.
• Variazioni di temperatura: indica l’infiltrazione di acqua di altro genere in quella che si sta
campionando.

Parametri fisici: conducibilità elettrica

• Purezza: l’acqua ad elevata purezza ha una conducibilità elettrica estremamente bassa.


• Sostanze ionizzanti: la presenza di questi porta ad un aumento della conducibilità elettrica
proporzionale alla loro concentrazione.
• La misura della conducibilità elettrica permette di ottenere un’informazione circa il suo
grado di mineralizzazione.

Parametri fisici: valori di conducibilità

• Per uso agricolo o urbano dovrebbe avere valori inferiori a 1500 – 1800 microS/cm.
• Per uso domestico generalmente si aggira sui 750 microS/cm.
• Variazioni improvvise di conducibilità indicano l’infiltrazione di acqua di altro genere in
quella che si sta campionando.

Parametri chimici

Un’analisi di potabilità dell’acqua si divide nella ricerca di due parametri fondamentali, ovvero
quelli chimici e quelli microbiologici. Non si può consumare l’acqua senza entrambi i test che
devono essere fatti in contemporanea.

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Vi sono delle sostanze che, sia dal punto di vista microbiologico e sia da quello chimico, sono degli
indicatori (come quelli per gli alimenti) i quali permettono di stabilire se una determinata acqua sia
potabile.

Parametri chimici: il pH

Un’acqua ha un pH compreso tra 6.5 e 9.5 ma per definizione dovrebbe avere un pH neutro e
quindi intorno a 7.
A seconda delle sostanze disciolte, l’acqua può avere delle proprietà incrostanti e corrosive
dipendenti dal pH.

Parametri chimici: il residuo fisso

Il residuo fisso viene definito come il contenuto totale in minerali delle acque destinate ad uso
potabile.
Esprime il totale dei Sali in soluzione e in sospensione nelle acque e i limiti variano tra 100 e 500
mg per litro.

• Acque che ne contengono di più risultano pesanti alla digestione


• Acque che ne contengono di meno vengono classificate come oligominerali e sono indicate
per i soggetti che presentano patologie quali calcolosi renale.

Parametri chimici: la durezza

Per durezza si intende la quantità di cationi multivalenti in essa contenuti, quelli maggiormente
presenti sono gli ioni Calcio e Magnesio. Per cui quando si parla di durezza si indica la
concentrazione di questi ioni.

• Le acque dure sono quelle che contengono molti ioni Calcio e Magnesio.
• Le acque molli sono quelle ne contengono pochi.

L’unità di misura sono i “gradi francesi” infatti la definizione storica afferma che:
la durezza può essere definita come la capacità dell’acqua di far precipitare il sapone di Marsiglia.
Esistono tre tipi di durezza:
• Durezza totale: indica il contenuto totale di questi Sali.
• Durezza temporanea : indica il contenuto di bicarbonati ed è temporanea in quanto con il
riscaldamento questi Sali precipitano.
• Durezza permanente: indica il contenuto di altri Sali, quali solfati e cloruri, che non
scompaiono con l’ebollizione, quindi rimangono e posso essere analizzati.

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Inconvenienti da acqua molto dure

• Incrostazioni di caldaie e tubature delle industrie.


• Consumo eccessivo di sapone, che fa difficilmente schiuma.
• Cattiva cottura dei vegetali.
• Cattiva estrazione degli alcaloidi (thè, caffè).

Parametri chimici: solfati e cloruri

• Lo ione solfato è presente nelle acque naturali in quantità variabile, a seconda dei terreni
che ha percorso, può andare da pochi milligrammi a qualche centinaio di milligrammi per
litro.
• I cloruri sono presenti in tutti i tipi di acqua ma se la loro quantità supera il valore soglia,
può essere utilizzato come un indice di eventuale inquinamento antropico.

Indici chimici di inquinamento

Delle sostanze presenti in tracce nell’acqua sono un indice di inquinamento, come pesticidi,
diserbanti, fertilizzanti, piombo, ferro, ecc. Potrebbero ritrovarsi anche antibiotici che vengono
somministrati agli animali, i quali si cibano di mangimi addizionati anch’essi con antibiotici, infine
le deiezioni emesse dagli animali dal terreno posso passare alle falde acquifere.

Indici chimici da attività produttive:

• Pesticidi
• Piombo
• Ferro
• Metallipesanti: cromo, cadmio, bromo, non devono essere presenti neanche in tracce
nell’acqua i quanto considerati come veleni.

Indici chimici di inquinamento organico: significato

La loro presenza o la presenza di prodotti da essi derivati, indica che vi è stata una possibile
presenza di microrganismi patogeni e non patogeni che potrebbero essere stati presenti
nell’acqua o potrebbero ancora essere presenti. Si misura in modo indiretto ammoniaca, nitrati,
nitriti, cloruri, fosforo, idrogeno solforato.
Il rilevamento di questi inquinanti organici e non, dà il quadro completo sull’acqua da utilizzare.

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Indici chimici di inquinamento organico: T.O.C.

Il T.O.C. (Total Organic Carbon o Carbonio Organico Totale) è una misura della quantità di carbonio
che si può ritrovare nell’acqua.
In un campione di acqua il carbonio è presente sottoforma di composti organici e non, dalla
somma tra questi due numeri si ottiene il T.O.C.

Indici chimici di inquinamento organico: Composti azotati

La presenza di composti azotati corrisponde a fenomeni di inquinamento in atto, recente in


quanto alcuni di questi elementi poi si disperdono. Permettono di capire se in determinate acque
ci sia stato una contaminazione microbiologica recente o passata, in quanto:

• I nitriti, costituiscono una fase intermedia dell’azoto organico e si ritrovano nelle acque
per decomposizione biologica di sostanze di natura proteica, corrispondono ad un
inquinamento recente.
• I nitrati corrispondono ad un inquinamento passato.

Indice microbiologico

È la presenza di germi nell’acqua e vi sono degli indicatori:


• Carica batterica totale nell’acqua, a 22°C c’è una carica microbica di germi ambientali
mentre a 37°C ci sono i germi patogeni per l’uomo.
• Coliformi totali e fecali (e. coli o coliformi).
• Streptococchi fecali ( o Enterococchi).
• Spore di Clostridi solfito riduttori.

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