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STORIE D’ACQUA

La risorsa acqua

Bere un bicchiere d’acqua è la cosa più semplice del mondo. Di questo mondo: il pianeta terra.
Perché l’acqua sia liquida devono avverarsi condizioni molto speciali e molto rare: il nostro
pianeta è una meravigliosa eccezione. L’acqua liquida è una cosa preziosa e straordinaria.
L’acqua è in ogni cosa della nostra vita. È la vita stessa. Diamo per scontata la sua presenza
rassicurante e quotidiana... e sbagliamo.

Tutti noi siamo fatti d’acqua. Certo, non quanto una medusa, ma circa il 60% del nostro corpo
è fatto d’acqua. Cuore e Cervello sono fatti d’acqua per circa tre quarti, persino le ossa, che
sembrano asciutte, contengono acqua per il 31%, nei polmoni questa proporzione sale
all’83%.

Anche la superficie terrestre è in grande parte coperta d’acqua: il 70% circa. Ma quella dolce
è solo il 3% di tutta l’acqua sul pianeta ed è in gran parte sotto forma di ghiaccio nelle calotte
polari. Il resto è oceano e mare.
L’acqua sembra tanta, in realtà non lo è. Di tutta l’acqua dolce del pianeta solo lo 0,027% è
disponibile all’utilizzo. Per di più, tantissima di questa viene sprecata.

Facendo un po’ di ricerche in rete, si trova un dato ricorrente: l’Istat (l’Istituto nazionale di
statistica) dice che in Italia si prelevano 428 litri al giorno per abitante, ma il consumo medio
è di poco più di 200 litri al giorno. Metà dell’acqua non raggiunge i rubinetti per via degli
impianti colabrodo: tubature vecchie che perdono acqua.

In casa utilizziamo l’acqua per le più svariate cose: principalmente cucinare e lavarsi. Ogni
volta che si aziona lo sciacquone si consumano oltre 10 litri d'acqua. Per una doccia di 5 minuti
se ne vanno 40 litri d’acqua. Ma bisogna anche stare attenti a non sprecare l’acqua, ad
esempio se lasciamo il rubinetto aperto mentre ci laviamo i denti buttiamo una trentina di litri.

L’impronta idrica

Quello che forse non sappiamo è che stiamo consumando acqua anche quando mangiamo
un hamburger o compriamo un paio di jeans. 2500 litri per il primo, 7600 per il secondo.
Stiamo parlando dell’acqua virtuale (o nascosta), ovvero il volume totale di acqua dolce
necessaria per i cicli industriali che portano alla produzione di un bene.
Il nostro stile di vita incide fortemente sul consumo di acqua per persona.

Ecco alcuni esempi:

Un pomodoro richiede 13 litri, 1 kg di cioccolato 17.000 litri, una tazzina di caffè 140 litri, un
bicchiere di latte 200 litri, una maglietta di cotone 2500 litri, un paio di jeans 7600 litri,
la carne di manzo costa 15500 litri d’acqua al chilo, quella di maiale 4800 litri al chilo, un
hamburger fino a 3500 litri di acqua.
L’acqua (virtuale e non) che viene consumata si misura in impronta idrica.
L'impronta idrica è un indicatore del volume totale di risorse idriche utilizzate da un paese per
produrre i beni e i servizi consumati dagli abitanti della nazione stessa. Comprende l’acqua,
prelevata da fiumi, laghi e falde acquifere (acque superficiali e sotterranee), impiegata nei
settori agricolo, industriale e domestico e l’acqua delle precipitazioni piovose utilizzata in
agricoltura.

“L'impronta idrica è una misura dell'appropriazione di acqua dolce da parte dell'umanità in


volumi di acqua consumata e/o inquinata” - Water Footprint Network.

L'impronta idrica ha tre componenti: verde, blu e grigia. Insieme, questi componenti forniscono
un quadro completo dell'uso dell'acqua delineando la fonte dell'acqua consumata, sia come
pioggia/umidità del suolo o acqua superficiale/sotterranea, e il volume di acqua dolce richiesto
per l'assimilazione degli inquinanti.

L'impronta idrica verde è l'acqua proveniente dalle precipitazioni che viene immagazzinata
nella zona delle radici del suolo e che evapora, viene traspirata o incorporata dalle piante. È
particolarmente rilevante per i prodotti agricoli, orticoli e forestali.

L'impronta idrica blu è l'acqua che proviene da risorse idriche di superficie o sotterranee ed
evaporata, viene incorporata in un prodotto o presa da un corpo idrico e restituita a un altro,
o restituita in un momento diverso. L'agricoltura irrigata, l'industria e l'uso domestico dell'acqua
possono avere ciascuno un’impronta idrica blu.

L'impronta idrica grigia è la quantità di acqua dolce richiesta per assimilare le sostanze
inquinanti per soddisfare specifici standard di qualità dell'acqua. L'impronta delle acque grigie
considera l'inquinamento di fonte puntuale scaricato in una risorsa d'acqua dolce direttamente
attraverso un tubo o indirettamente attraverso il ruscellamento, superfici impervie o altre fonti
diffuse.

L’impronta idrica è analoga a quella ecologica: mentre quest’ultima calcola l’area totale di
superficie produttiva necessaria a produrre beni e servizi consumati da una data popolazione,
l’impronta idrica calcola il volume totale di risorse idriche necessarie a produrre gli stessi beni
e servizi.

L'acqua che “mangiamo" quotidianamente attraverso il cibo che consumiamo è molto più di
quella che beviamo. Nella nostra economia globale, ogni consumatore "usa" in media fino a
5.000 litri d'acqua ogni giorno (da 1.500 a 10.000 litri al giorno, a seconda di dove si vive e
cosa si mangia). Tutto ciò che usiamo o consumiamo ha un'impronta idrica, a volte vicino a
dove viviamo ma spesso in bacini fluviali lontani, anche in altri paesi.

Un cittadino americano consuma mediamente 1.280.000 litri all’anno, un europeo 700.000 e


un africano 185.000, cioè un americano consuma 7 volte l’acqua di un africano. Queste
disuguaglianze nel consumo dell’acqua diventano ancora più evidenti se si pensa che circa 1
miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile.
Stress idrico

Il livello di stress idrico è definito come il rapporto tra il totale dei prelievi di acqua dolce da
parte di tutte le attività economiche e il totale delle risorse di acqua dolce disponibili, dopo aver
preso in considerazione i requisiti di flusso ambientali, essenziali per mantenere la salute e la
resilienza dell'ecosistema 1.

I problemi dell'acqua sono spesso legati alla struttura dell'economia globale. Molti paesi hanno
esternalizzato in modo significativo la loro impronta idrica, importando beni ad alta intensità
d'acqua da altrove. Questo mette sotto pressione le risorse idriche nelle regioni esportatrici.

A livello globale, lo stress idrico rimane su un 17% 2. Tuttavia, la media mondiale maschera
enormi variazioni regionali.
L'Asia centrale e meridionale e l'Africa settentrionale registrano tutte uno stress idrico molto
elevato, superiore al 70%, con le prime due regioni che hanno registrato un'impennata dello
stress idrico tra il 2015 e il 2017.
L'Asia occidentale e l'Asia orientale seguono con livelli di stress tra il 45 e il 70%, con entrambe
le regioni che registrano un livello stabile o in diminuzione dal 2015.

La tendenza all'aumento graduale dello stress idrico globale negli ultimi 20 anni riflette uno
stress crescente in diverse aree del mondo, che le diminuzioni in altre aree del mondo non
sono in grado di compensare.
Al contrario, lo stress idrico in alcune regioni come l'Africa sub-sahariana e l'America centrale
e meridionale è abbastanza basso da fornire ad alcuni paesi un margine per aumentare in
modo sostenibile l'uso dell'acqua, a patto che vengano prese precauzioni adeguate. Nelle
regioni colpite da un elevato stress idrico sono, invece, necessarie misure urgenti e concrete
per risparmiare acqua e aumentare l'efficienza nell'uso dell'acqua.

Agricoltura e sicurezza alimentare

L'agricoltura è sia una delle cause principali, che una vittima della scarsità d'acqua. Essa
rappresenta quasi il 70% di tutti i prelievi d'acqua, e fino al 95% in alcuni paesi in via di
sviluppo 3. Dovremo usare le nostre risorse naturali in modo più saggio e quando si tratta di
acqua non c'è eccezione.
Per esempio, la scelta della coltura influisce notevolmente sulla quantità d'acqua necessaria.
Sapevate che le colture di legumi hanno una piccola impronta idrica, il che significa che per
produrre 1 kg di lenticchie abbiamo bisogno solo di 1.250 litri d'acqua? Confrontate questo
dato con i 13.000 litri d'acqua di cui abbiamo bisogno per produrre 1 kg di carne di manzo.

Si prevede che la scarsità d'acqua si intensificherà a causa del cambiamento climatico. Siccità
più frequenti e gravi stanno avendo un impatto sulla produzione agricola, mentre l'aumento
delle temperature si traduce in un aumento della domanda di acqua per le colture. Oltre a
migliorare l'efficienza nell'uso dell'acqua e la produttività agricola, dobbiamo agire per
raccogliere e riutilizzare le nostre risorse di acqua dolce e aumentare l'uso sicuro delle acque
reflue. Fare ciò non impedirà che si verifichi una siccità, ma può aiutare ad evitare che la
siccità si traduca in carestie e disordini socioeconomici.
Cibo sprecato equivale ad acqua sprecata. Quando sprechiamo il cibo, sprechiamo anche le
risorse che sono state utilizzate per produrlo. Ogni anno, un terzo di tutto il cibo prodotto viene
perso o sprecato - il che si traduce in un volume di acqua sprecata pari a circa tre volte il
volume del lago di Ginevra. Tutti noi possiamo fare piccoli cambiamenti nella nostra vita
quotidiana per ridurre lo spreco di cibo, dall'usare gli avanzi, alla spesa solo per quello che ci
serve.

L'acqua è spesso usata in modo inefficiente nella catena del valore alimentare. Inoltre,
decisioni chiave come la scelta del sito, della tecnologia e dei fornitori sono spesso prese
senza tener conto dell'impatto sulle risorse idriche, specialmente quando l'acqua non è un
fattore limitante in termini di quantità e/o di prezzo.
La FAO (Food and Agriculture Organization) lavora con i paesi per assicurare che l'uso
dell'acqua in agricoltura sia reso più efficiente, produttivo, equo e rispettoso dell'ambiente.
Questo implica produrre più cibo con meno acqua, costruire la resilienza delle comunità
agricole per far fronte a inondazioni, siccità e al clima in continuo cambiamento, e applicare
tecnologie per l'acqua pulita che proteggano l'ambiente.

La questione della scarsità d'acqua è al centro dello sviluppo sostenibile. Si riduce al fatto che
non possiamo semplicemente coltivare il cibo di cui abbiamo bisogno se non abbiamo
abbastanza acqua. Dobbiamo cambiare le nostre abitudini e agire ora per proteggere questa
preziosa risorsa.

Acqua pulita e servizi igienico-sanitari: Obiettivo 6

Il valore dell'acqua è molto più del suo prezzo: l'acqua ha un valore enorme e complesso per
le nostre case, il cibo, la cultura, la salute, l'educazione, l'economia e l'integrità del nostro
ambiente naturale. Se trascuriamo uno di questi valori, rischiamo di gestire male questa
risorsa finita e insostituibile. L'SDG 6 è garantire l'acqua e i servizi igienici per tutti. Senza una
comprensione completa del vero valore multidimensionale dell'acqua, non saremo in grado di
salvaguardare questa risorsa critica a beneficio di tutti4.

Tra i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile fissati dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030, c’è
l’Obiettivo 6, quello di “Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile delle risorse idriche
e servizi igienico-sanitari per tutti”. L’ONU prevede infatti che entro il 2030 circa il 47% della
popolazione mondiale vivrà in aree con grossi problemi di approvvigionamento di acqua e già
oggi le crisi alimentari e umanitarie legate alla scarsità di acqua sono moltissime, soprattutto
in alcune aree a maggior rischio, come il Medio Oriente o l’Africa. L’acqua è distribuita in modo
poco omogeneo. Cioè sul pianeta ci sono zone ricche di acqua e altre molto povere.

Il rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche per il 2021, si intitola
proprio “Il valore dell’acqua”. Il documento invita a dare un valore corretto alla risorsa acqua,
valore che molto spesso non riconosciamo perché diamo l’acqua per scontata: la sprechiamo,
e se la usiamo male è perché non ne riconosciamo il valore reale che, in effetti, non è facile
valutare.
Però questo valore è fondamentale. Le Nazioni Unite ci ricordano che per gestire le risorse
idriche in modo equo e sostenibile serve che questo valore sia ben chiaro a tutti, in particolare
a chi governa e prende le decisioni. Garantire acqua buona per tutti è il sesto obiettivo
dell’agenda 2030, ma è un punto centrale: senza acqua nessuno dei 17 Obiettivi è
raggiungibile.

Le Nazioni Unite indicano diversi parametri per conferire un valore complessivo alla risorsa
acqua. Per esempio, pare ovvio, la qualità dell’acqua, della fonte. E poi le caratteristiche delle
infrastrutture, pozzi, acquedotti, che ne consentono la distribuzione. C’è la questione degli
impianti dell’acqua potabile e i servizi igienico sanitari. E poi acqua come promotrice e
sostegno dell’agricoltura, dell’industria e di tutte le attività economiche, quindi
dell’occupazione. C’è l’acqua come fonte di energia. E infine, ma non secondario, c’è il ruolo
dell’acqua nella cultura, nella spiritualità e anche nel divertimento.

La distribuzione è parte del valore dell’acqua. Se l’acqua buona arriva nelle scuole, negli
ospedali e nelle case ha più valore. Quindi sono valide le infrastrutture che distribuiscono
l’acqua, a tutti. Acquedotti, trasporti, luoghi di conservazione, dove funzionano bene ci sono
notevoli vantaggi sociali ed economici. Di conseguenza, nei paesi con carenza di infrastrutture
per la gestione dell’acqua lo sviluppo socioeconomico è limitato.

L’acqua soddisfa bisogni essenziali ed è un diritto inalienabile. L’accesso all’acqua e ai servizi


igienico-sanitari migliora la vita, l’istruzione e la produttività della forza lavoro, e distribuisce
dignità ed eguaglianza.

Nel mondo, 4 persone su 10 non hanno abbastanza acqua potabile. 2 miliardi di persone
vivono in una condizione di carenza d’acqua. Nel mondo, un bambino su 5 non ha abbastanza
acqua per soddisfare i bisogni quotidiani. La maggior parte di questi bambini vive in Africa. 3
miliardi di persone, cioè due su 5, non hanno l’acqua in casa.

L’agricoltura usa la quota più consistente (69%) delle risorse mondiali di acqua dolce. E costa
generalmente molto poco, meno di 0,05 dollari per metro cubo, secondo il rapporto. Ma questo
è solo il valore effettivo, del metro cubo. Non tiene conto di altri valori legati all’agricoltura e
all’alimentazione, come una migliore nutrizione, la creazione di posti di lavoro e quindi il
contributo alla riduzione della povertà e al rafforzamento delle economie contadine.

1
Indicator 6.4.2 – Water stress, https://sdg6data.org/indicator/6.4.2
2
Indicator 6.4.2 - Level of water stress: freshwater withdrawal as a proportion of available freshwater
resources, http://www.fao.org/sustainable-development-goals/indicators/642/en/
3
Water Scarcity – One of the greatest challenges of our time, http://www.fao.org/fao-
stories/article/en/c/1185405/
4
Celebration of World Water Day 2021 – Valuing Water,
https://www.unwater.org/worldwaterday2021/

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