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LA TUTELA

DELL’ACQUA
Carta Europea
dell’acqua
• Il 16 maggio 1968 il Consiglio
d'Europa ha approvato la Carta
europea dell' acqua, di cui riportiamo
il testo, che costituisce ancora oggi un
documento di principi, fondamentale
per una corretta politica locale e
globale di protezione di una risorsa di
importanza vitale.
1) Non c’è vita senza acqua. L’acqua è un bene prezioso, indispensabile, a tutte le attività umane.
2) Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili. E’ indispensabile preservarle, controllarle e, se
possibile, accrescerle.
3) Alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita dell’uomo e degli altri esseri viventi che da lui
dipendono.
4) La qualità dell’acqua deve essere tale da soddisfare tutte le esigenze delle utilizzazioni previste, ma deve
soprattutto soddisfare le esigenze della salute pubblica.
5) Quando l’acqua, dopo essere stata utilizzata, è restituita, al suo ambiente naturale, essa non deve
compromettere i possibili usi, tanto pubblici che privati che in questo ambiente potranno essere fatti.
6) La conservazione di una copertura vegetale appropriata, di preferenza forestale, è essenziale per la
conservazione delle risorse idriche.
7) Le risorse idriche devono formare oggetto di inventario.
8) La buona gestione dell’acqua deve formare oggetto di un piano stabilito dalle autorità competenti.
9) La salvaguardia dell’acqua implica uno sforzo importante di ricerca scientifica, di formazione di specialisti e
di informazione pubblica.
10) L’acqua è un patrimonio comune, il cui valore deve essere riconosciuto da tutti.
11) La gestione delle risorse idriche dovrebbe essere inquadrata nel bacino naturale piuttosto che entro frontiere
amministrative e politiche.
12) L’acqua non ha frontiere. Essa è una risorsa comune, che necessita di una cooperazione internazionale.
Normativa di riferimento in tema dell’acqua
Gli interventi mirati alla gestione, al controllo e all’uso delle risorse idriche sono regolati da un quadro
normativo riconducibile alla L. n.36 del 5/1/94 (“Disposizioni in materia di risorse
idriche”), nota come “legge Galli”.
A questa hanno fatto seguito numerosi interventi normativi, alcuni dei quali di competenza regionale, che
complessivamente costituiscono le linee guida per la corretta pianificazione delle
risorse idriche.
La norma è stata abrogata dal D.lgs. 152/2006, che però ne ha mantenuto quasi totalmente i contenuti.

https://www.isprambiente.gov.it/files/acqua/legge36-94.pdf
La legge n.36/94 definisce il “sistema idrico integrato” (S.I.I.) come l’insieme dei servizi pubblici di captazione,
adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue.
La legge pone quindi l’attenzione sul “ciclo dell’acqua”, a partire dalla sua captazione per differenti usi, fino
alla restituzione ai corpi ricettori, in condizioni compatibili con la protezione e il rispetto di questi ultimi.
L’analisi del ciclo dell’acqua, e quindi il servizio idrico integrato che ne è alla base, tanto in fase costitutiva,
quanto in quella gestionale, va organizzato nell’ambito di un territorio omogeneo, definito “Ambito Territoriale
Ottimale” (A.T.O.).
La scelta di una scala territoriale di ambito ha l’obiettivo di superare la frammentazione della gestione delle
risorse idriche(opere acquedottistiche, fognarie e depurative) e rappresenta la nuova circoscrizione
amministrativa di governo del servizio da parte degli Enti locali, Province e Comuni, chiamati ad esercitare non
più singolarmente.
Ciclo integrato delle acque
BOD e COD
• Il carico organico delle acque reflue viene misurato in tre modi:
1. come domanda biochimica di ossigeno a 5 giorni (BOD5)
2. domanda chimica di ossigeno (COD)
3. carbonio organico totale (TOC)

• Il BOD rappresenta la quantità di ossigeno necessaria per la ossidazione per via biologica dei composti
organici presenti in un campione di acqua. (l’analisi viene effettuata in 5 giorni).
• Il COD rappresenta la quantità di ossigeno necessaria per la completa ossidazione per via chimica dei
composti organici ed inorganici presenti in un campione di acqua e l’analisi può essere effettuata in tre ore.
• l rapporto COD/BOD è un indice che identifica la maggiore o minore biodegradabilità di un refluo.
• In genere, per gli impianti di trattamento delle di scarico civili si è soliti utilizzare il BOD5 come unità di
misura della concentrazione organica all’interno e attraverso l’impianto di depurazione delle acque reflue.
Per gli impianti di depurazione delle acque reflue di tipo industriale, si usa più frequentemente il COD per
determinare la concentrazione della materia organica che viene trasportata verso l’impianto di depurazione.
Importanza dell’acqua in agricoltura
L’agricoltura è responsabile del 70% dell’acqua utilizzata nel mondo.
Per garantire la sostenibilità ambientale ed economica delle attività agricole, è necessario utilizzare ogni goccia
d’acqua con la massima efficienza possibile.
Le cause di sprechi sono molteplici: perdite d’acqua nelle tubazioni, sistemi di irrigazione inefficienti o
antiquati e tempi di irrigazione eccessivi che si traducono in un eccesso d’acqua, dannoso sia per le piante che
per il suolo.
Sistemi d’irrigazione
Water foot-print
L’insieme degli impatti sulle risorse idriche generati da un prodotto,
o un’organizzazione, durante il suo ciclo di vita è denominato Water
Footprint (WF). L’impronta idrica è un indicatore del consumo di
acqua dolce che include sia l’uso diretto che indiretto di acqua da
parte di un’azienda produttrice.

L’impronta idrica di un singolo, una comunità o di un’azienda è


definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre
beni e servizi, misurata in termini di volumi d’acqua consumati
(evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di
tempo.
• La determinazione della water footprint viene definita dalla norma internazionale ISO 14046
• La norma ISO considera due componenti:
-La water availability footprint: aspetti associati al prelievo di acque, dunque al consumo di risorse idriche;
-La water degradation footprint: aspetti che riguardano il rilascio delle sostanze inquinanti nelle acque di
scarico e i relativi impatti.

Costituisce una tipologia di studio LCA semplificata e circoscritta ad un solo indicatore ambientale.

• Quali sono le attività legate alla produzione del vino più impattanti in ambito di emissioni di GHG?

 Le attività di vigneto (17%)


 Il packaging (22%)
 Il fine vita, ossia quando il vino viene consumato e la confezione va smaltita (22%)

In Italia ci vogliono in media 697 litri di acqua per un litro di vino


Quali sono le
motivazioni per
calcolare la WFP?
• Abbattere i costi legati all’utilizzo delle risorse
• Porre attenzione alle problematiche ambientali
• Accrescere il valore del proprio marchi
• Mitigare i rischi operativi e normativi
• Stare al passo con le tendenze del mercato e conquistare
nuovi clienti attenti alla sostenibilità
LCA (life cycle
assestment)
• E’ una metodologia analitica e
sistematica che valuta l'impronta
ambientale di un prodotto o di un
servizio, lungo il suo intero ciclo di
vita (from cradle to gate)
• L’impronta idrica blu rappresenta il volume di acqua dolce prelevato dalla superficie e dalle falde acquifere, utilizzato e
non restituito per scopi agricoli, domestici e industriali.
• L’impronta idrica verde indica l’acqua piovana che evapora o traspira, nelle piante e nei terreni, soprattutto in
riferimento alle aree coltivate.
• L’impronta idrica grigia indica la quantità di risorse idriche necessarie a diluire il volume di acqua inquinata per far sì
che la qualità delle acque, nell’ambiente in cui l’inquinamento è stato prodotto, rimanga al di sopra degli standard idrici
prefissati.

il consumo di acqua verde, ad esempio, provoca un impatto meno invasivo sugli equilibri ambientali rispetto alla blu
• Con l’obiettivo di sensibilizzare l’uomo allo spreco evidente di acqua è stata fondata nel 2008 la WATER
FOOTPRINT NETWORK , una rete globale tra settore privato , Governi mondiali e NATO che mira a guidare
all’innovazione e a ispirare cambiamenti nell’uso dell’acqua.
Settore vinicolo
• La Carbon e la Water Footprint di prodotto si stanno
rapidamente diffondendo nel settore agroalimentare e
come strumenti di conoscenza e miglioramento, ma
anche di comunicazione e marketing. Questo avviene
soprattutto nel settore vitivinicolo. Da qui l’idea di
mettere a punto la linea guida che consenta alle
aziende vitivinicole di comprendere i contenuti e i
campi d’applicazione della Carbon e Water Footprint
di prodotto e le modalità di verifica e certificazione.
EUTROFIZZAZIONE
• L'eutrofizzazione è un processo degenerativo delle acque indotto da eccessivi apporti di sostanze ad effetto
fertilizzante (azoto, fosforo ed altre sostanze fitostimolanti) trasportate a mare dai fiumi e dagli insediamenti
costieri.
• L'accumulo di elementi come l'azoto e il fosforo causa la proliferazione di alghe microscopiche che, a loro
volta, non essendo smaltite dai consumatori primari, determinano una maggiore attività batterica; aumenta
così il consumo globale di ossigeno, e la mancanza di quest'ultimo provoca alla lunga la morte dei pesci.
• Per porre rimedio a questo problema oltre a limitare l’uso e la dispersione di sostanze elaborate e l’utilizzo di
depuratori negli ultimi anni si stanno mettendo in pratica metodi alternativi come la Fitodepurazione e la
Biomanipolazione
• Ma le problematiche non sono solo di tipo microbiologico ma anche di tipo tossicologico; infatti si può
verificare un avvelenamento acuto nel caso in cui un individuo entri a contatti con elevata quantità di
sostanze nocive (es. incidenti nell’uso di diserbanti ) o avvelenamento cronico ossia l’assunzione ripetuta di
piccole dosi di sostanze tossiche per cui gli effetti non sono immediati ma si presentano dopo un certo
periodo dall’esposizione.
DIRETTIVA 2000/60/CE
• valutazione del fenomeno di Eutrofizzazione in base ad un parametro definito INDICE TRIX
 Presenza di clorofilla nelle acque
 Quantità di ossigeno disciolto
 Presenza di azoto e fosforo totali
 Presenza di azoto inorganico disciolto (DIN) sommato alle sue forme ammoniacali e nitriche.

• INDICE TRIX = Log (Ch x D%O x NT x PT)- (-1,5)/1.2

( Dove Ch è la Clorofilla D%O è l’Ossigeno calcolato in base alla percentuale di saturazione, NT è l’azoto totale
nelle sue forme chimiche, PT è il fosforo presente)
INDICE TRIX oligotrofica

ipertrofica
Potabilità dell’acqua
• Acque torbide contengono materiale particolato, come argilla, sedimento, particelle colloidali, e
microorganismi, con dimensioni variabili tra 1mm e 1nm. Il consumo di acqua con un alto grado di torbidità
può costituire un rischio sanitario in quanto stimola la crescita batterica
• Le acque calde sono le acque in uscita dalle industrie che non sono stabilizzate termicamente e vengono
scaricate nei corsi d’acqua, stimolano la proliferazione batterica e la morte di microrganismi acquatici che
costituiscono una parte della catena alimentare.
• Le acque reflue devono perciò depurate prima di poter essere reintrodotte nell’ambiente.
Normative in Italia
• Lgs. 152/1999 che riprende la direttiva Comunitaria 91/271/CEE
• Lgs. 152/2006 – Testo Unico Ambientale
• 20 novembre 2017, 167 – Legge europea 2017
• Il D.Lgs. 152/1999 contiene il principio fondamentale in materia di trattamento di acque reflue,
prescrivendo che “tutti gli scarichi devono essere autorizzati”. Il decreto tiene in considerazione ciò che è
stato stabilito dalla direttiva comunitaria 91/271/CEE, che prevede un valore limite di concentrazione di
determinate sostanze contenute nelle acque reflue. Inoltre, il decreto stabilisce che la qualità del corpo idrico
recettore sia costantemente monitorato, così da quantificare il danno ambientale esercitato dall’uomo, e da
poter scegliere l’impianto di depurazione più adatto in base a specifici obiettivi di qualità delle acque naturali.
• Una regolare autorizzazione è la prima, semplice regola da rispettare se non vuoi incorrere in pesanti
sanzioni.
• Il D.Lgs. 152/2006, Testo Unico Ambientale, recepisce i principi del precedente decreto, fissando i valori
massimi degli scarichi in funzione delle differenti tipologie di acque reflue: urbane, domestiche e industriali.
• Negli articoli 16-18 della Legge 20 novembre 2017, 167, Legge europea 2017, vengono introdotte regole
più severe per il monitoraggio degli inquinanti e nuove disposizioni sulla diffusione dei dati da parte delle
autorità di controllo.
Depuratore
• Le acque reflue vengono raccolte dalle singole reti fognarie e convogliate mediante collettori all’impianto di depurazione. Come
primo trattamento all’interno di un impianto di depurazione troviamo la grigliatura, che serve per la rimozione del materiale
grossolano (pezzi di plastica, legno, prodotti per l'igiene, sassi, carta ecc.) tutto ciò, che potrebbe altrimenti intasare tubazioni e
pompe. Il grigliato viene lavato, pressato e portato in discarica.
• Nella dissabbiatura e disoleatura avviene la separazione delle sabbie per sedimentazione naturale, mentre la separazione e la
risalita degli oli e grassi in superficie viene favorita mediante insufflazione di aria.
• Nella vasca di sedimentazione primaria avviene la separazione per gravità dei solidi sedimentabili. I fanghi che si accumulano
sul fondo della vasca vengono sospinti dalla lama di fondo del carroponte raschiatore nelle tramogge di raccolta e da queste
vengono poi prelevati per essere inviati ai trattamenti successivi.
• L’eliminazione delle sostanze disciolte e i solidi sospesi avviene nella vasca a fanghi attivi. Questo processo si basa sull’azione
metabolica di microrganismi e batteri che utilizzano le sostanze organiche e l’ossigeno disciolti nel liquame per la loro attività e
riproduzione. In tal modo si formano fiocchi costituiti da colonie di batteri facilmente eliminabili nella successiva fase di
sedimentazione.
• La separazione dei fiocchi di fango dalla miscela aerata si ottiene per sedimentazione nella vasca di sedimentazione finale. Un
ponte raschiatore raccoglie il fango sedimentato. Una parte del fango attivo viene fatta ricircolare nella vasca di aerazione e la
parte in esubero viene inviata al trattamento successivo. L’acqua in uscita dalla sedimentazione finale può definirsi a questo punto
pulita e può pertanto essere restituita al corso d’acqua superficiale.
PFAS
• I PFAS, acronimo inglese di “perfluorinated alkylated substances” ( polifluorurate) nascono negli anni '40
come composti chimici di sintesi ed includono gli acidi perfluoroacrilici che sono sostanze resistenti ai
maggiori processi naturali di degradazione grazie alla presenza di legami molto forti tra atomi di fluoro e
carbonio.
• Si trovano soprattutto in: padelle antiaderenti, tessuti e abbigliamento impermeabile, igiene personale e
prodotti per la pulizia
• Il loro pericolo deriva dalla facilità di trasporto nelle falde e di conseguenza nella catena alimentare perché
perdurano per anni
• Ad elevate concentrazioni possono portare a neoplasie
APPROVIGIONAMENTO
IDRICO IN AGRICOLTURA
• In Italia ci sono 7 distretti idrografici
Divisione
distretti di
bonifica
• I distretti si dividono in comprensori
irrigui suddivisi a loro volta in sub-
comprensori, distretti e settori irrigui
• Un comprensorio è costituito da tutti i
terreni e impianti irrigui gestiti da un
Consorzio di Bonifica già realizzati, da
realizzare e/o previsti nel piano
comprensoriale di bonifica.
• Il Consorzio di Bonifica è un ente
pubblico amministrato dai propri
consorziati
Superficie comprensorio
• Sup. totale= sup. topografica
• Sup. irrigabile
• Sup. irrigua
Gestione
• Aree irrigate divise in unità irrigue
di 10-20 ha in cui l’acqua è
distribuita con teste d’idrante
monitorate elettronicamente
• Esiste una piattaforma Sigrian, per
monitorare i sistemi irrigui, i
volumi distribuiti e le varie
problematiche
Infrastruttura consorzio di bonifica
• Opere di presa tramite canale adduttore o conciotto servono i canali principali
• Da questi sono collegati canali secondari sub ripartitori e terziari dispensatori che terminano con le bocchette
di utenza
COMPETENZ
E RETE
IDROGRAFIC
A
Di cosa si occupa il Consorzio di Bonifica?
• Bonifica del territorio e gestione della rete idrica secondaria
• Irrigazione
L’importanza
dell’irrigazione
Cos’è la rete
idrica
secondaria?
E’ l’equivalente delle nostre strade
statali, provinciali e comunali
Ci sono diramazioni e «semafori»
Rete idrografica minore (distribuzione capillare)
• Il Reticolo Idrico Minore di competenza comunale, individuato in base alla definizione del regolamento di
attuazione della legge 36/94, è il reticolo idrografico costituito da tutte le acque superficiali ad esclusione di
tutte "le acque piovane non ancora convogliate in un corso d'acqua". Nel Reticolo Idrico Minore sono inseriti
tutti i corsi d’acqua demaniali che non appartengono al reticolo idrico principale, al reticolo di bonifica e che
non si qualificano come canali privati.
10 Consorzi di bonifica nel Veneto
Cos’è il Consorzio di bonifica?
• Ente di diritto pubblico e associazione proprietari immobili nel comprensorio (carattere pubblico-privato)
• Autogestito e finanziato ma sotto controllo regionale
Compiti del
Consorzio
• Tutta la pianura Veneta è classificata di bonifica
• La legge incarica i Consorzi della gestione e
manutenzione delle opere di bonifica esistenti, il
cui onere è in capo ai proprietari di immobili e
terreni beneficiari
• Lo Stato e la Regione possono incaricare i
Consorzi della progettazione ed esecuzione di
nuove opere di bonifica, con oneri a carico
pubblico
Non solo acqua ma anche servizi ecosistemici
STORIA
RETI
IDRICHE
IERI
OGGI
Manutenzioni
Organizzazione
• Esercizio e sorveglianza
• Squadre di manutenzione
• Reperibilità e pronto intervento
Prese
idrauliche
Gestione problemi ambientali
Casse d’espansione
Produzione energia
elettrica
• Un consorzio come quello del Brenta può
produrre fino a 12 milioni di kWh anno di
energia pulita (una famiglia ne consuma circa
3500 l’anno)
• Attenzione però perché ne consuma 7 milioni
Fito-
depurazione
ATTIVITA’
APPROVIGIONAMENTO INDUSTRIA CONTAMINAZIONE
ANTROPICHE

PIANO GENERALE DI H20 VERDE


BONIFICA
WATER
H20 BLU
FOOTPRINT

H20 GRIGIA

CONSORZIO DI
BONIFICA TUTELA DELLE ECOMONITORAGGIO
ACQUE
ACQUE ACQUE
SUPERFICIALI SOTTERRANEE
PIANO DI CLASSIFICA E
RIPARTO

ANALISI ANALISI
QUALITATIVA QUANTITATIVA

• Diatomee • Indice trix


• Macrofite
• Fitoplancton
Quiz

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