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ARPA Lombardia
Direttore del Settore Attività Produttive e Laboratori
Ugo Musco
Responsabile U.O. Attività Produttive
Dott.ssa Emma Porro
Redazione a cura di
Flavia Magni
Antonio Carlozzo
Premessa
1: RICHIAMI AL QUADRO NORMATIVO COMUNITARIO, NAZIONALE E
REGIONALE
1.1 Normativa Nazionale
1.2 Normativa Regionale
1.3 Attività di controllo
2: IMPIANTI DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE
2.1 Inquadramento regionale
2.2 Tecnologia di trattamento
2.3 Conformità degli impianti
2.4 Criticità degli impianti
2.5 Formule di calcolo dei carichi influenti e determinazione dei relativi
abbattimenti
3: ANNO 2010: RISULTATI
3.1 Conformità
3.2 Valutazione globale
3.3 Carichi e percentuali di abbattimento
Conclusioni
Glossario
Premessa
ARPA Lombardia sta orientando le sue attività ispettive non solo al fine di
perseguire l’obiettivo di accertare il rispetto delle prescrizioni normative, ma
prevedendo anche attività che consentano la verifica delle condizioni che
danno luogo alla formazione degli scarichi e alla loro qualità.
La presente relazione disamina l’attività di controllo svolta da ARPA sugli
impianti di depurazione con potenzialità di progetto ≥ a 2.000 AE - Anno
2010 – durante il quale si era già orientati verso questo approccio tecnico di
tipo sistemico.
1. RICHIAMI AL QUADRO NORMATIVO COMUNITARIO,
NAZIONALE E REGIONALE
Con il PTUA vengono definiti gli obiettivi di qualità dei corpi idrici superficiali di laghi e
fiumi e quelli relativi alla qualità delle falde, che costituiscono una risorsa di grande pregio
per il nostro territorio. Vi sono esposte le misure che riguardano in particolare gli usi delle
acque e i limiti allo scarico nelle stesse, per ottenere gli obiettivi fissati e vi sono indicate le
azioni di tutela e di riqualificazione della rete idrografica necessarie per ottenere una buona
qualità ambientale dei corpi idrici.
Le Norme Tecniche del PTUA, riprendendo quanto previsto dalla Direttiva 91/271/CEE al
paragrafo 4 dell’articolo 5, stabiliscono anche che i limiti di emissione dei nutrienti per i
singoli impianti possono non essere applicati nelle aree sensibili in cui è dimostrato che la
percentuale minima di riduzione del carico in ingresso a tutti gli impianti di trattamento
delle acque reflue urbane, a servizio di tutti gli agglomerati, compresi quelli con meno di
10.000 AE, in quella determinata area, è pari almeno al 75% per il Fosforo totale o almeno
al 75% per l’Azoto totale.
La direttiva 271/91/CEE prevede che uno o entrambi i parametri della tabella 2 possono
essere applicati a seconda della situazione locale.
Per quanto riguarda le aree sensibili, la Relazione generale del PTUA riporta la
designazione delle aree sensibili, prendendo atto che l’intero territorio regionale, ad
esclusione di aree limitate, costituisce parte del bacino drenante al delta del Po e all’area
costiera dell’Adriatico Nord Occidentale, designate sensibili dalla normativa nazionale, ed
è pertanto soggetto alle stesse politiche d’intervento concernenti le aree sensibili.
Tra le politiche d’intervento finalizzate al controllo del fenomeno dell’eutrofizzazione,
riportate nella relazione sopra menzionata, viene, in particolare, preso atto che l’Autorità di
bacino del Fiume Po ha individuato, quale obiettivo a scala di bacino per i Piani di Tutela,
l’abbattimento del 75% del carico complessivo di fosforo totale e di azoto totale, in
ingresso a tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane ricadenti nel bacino del
fiume Po, essendo quest’ultimo bacino drenante alle predette aree sensibili.
- identifica l’intero territorio regionale, ad eccezione dei bacini dello Spoel e del
Reno di Lei, quale bacino drenante all’area sensibili Mar Adriatico Nord
Occidentale e delta del Po (comma 2);
- indica che gli scarichi di tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane,
presenti nelle singole aree sensibili e nei relativi bacini drenanti, devono essere
adeguati al fine di assicurare una riduzione complessiva del carico in ingresso agli
impianti stessi, pari ad almeno il 75% per il fosforo totale ed al 75% per l’azoto
Il primo gennaio 2009 sono entrate in vigore le disposizioni del Regolamento regionale
n°3/2006 secondo cui gli scarichi di acque reflue urbane provenienti da impianti che
servono agglomerati con più di 2.000 AE che recapitano:
sono soggetti al rispetto delle prescrizioni e dei limiti ridotti per i parametri azoto totale e
fosforo totale (riferimento alla media annua).
Il controllo viene effettuato con l’obbiettivo di analizzare quei parametri di tabella 3 del
decreto citato rappresentativi della qualità degli scarichi produttivi immessi nelle reti
fognarie e della rilevanza dell’impianto di depurazione pubblica terminale alla rete, per la
presenza nei suoi scarichi di sostanze la cui ricerca è determinante per le valutazioni
connesse con gli obbiettivi di qualità.
e promuove la piena responsabilizzazione dei soggetti cui spetta la gestione delle reti e
degli impianti e l’erogazione del servizio idrico integrato ai sensi dell’articolo 2 della L. R.
26/2003, creando le opportune sinergie con le strutture pubbliche cui sono demandate le
attività di pianificazione e di controllo in materia di acque.
Per quanto riguarda la verifica dei valori limite previsti per i parametri delle Tab. 1 e Tab.
2 dell’Allegato 5 alla parte terza del D.Lgs. 152/06, è prevista la possibilità di sostituire i
campionamenti effettuati dall’Autorità competente con quelli effettuati dal Gestore,
qualora quest’ultimo garantisca un sistema di rilevamento (e quindi di campionamento e
analisi) e di trasmissione dei dati ritenuto idoneo dall’autorità di controllo.
Nella D.G.R. n. 528/2005 vengono forniti criteri e indirizzi per la predisposizione di
Protocolli d’Intesa per regolare i rapporti tra Province, ARPA, AATO e Gestori Integrati
/Erogatori del Servizio.
(°)nel caso i valori limite di emissione da rispettare siano quelli di cui alla Tab. 4 del regolamento regionale 3/2006,
solo fosforo totale., mentre la Tabella 6 del regolamento non prevede valori limite per azoto totale e fosforo totale
Nel caso sia stata attribuita l’idoneità al sistema di rilevamento e trasmissione dei dati, le
attività di campionamento sono svolte dall’Erogatore del Servizio/Gestore Integrato, che
compie un adeguato numero (almeno quello minimo previsto dalla legge e comunque
indicato dall’Autorità competente) di controlli annuali per i parametri di cui alle tabelle 1 e
2 dell’allegato 5 alla parte terza del d.lgs. 152/2006, secondo la frequenza di cui alla tab.
1.2 sotto riportata.
L’Erogatore del Servizio / Gestore Integrato deve eseguire per tutti gli impianti con
potenzialità ≥ 2000 AE un analogo numero di autocontrolli, in ingresso all’impianto e in
Potenzialità di progetto N. campioni per i parametri di Tabella 1 N. campioni per i parametri di Tabella 2
(AE) D.lgs. 152/06 D.lgs. 152/06
≥ 50.000 24 24
≥ 10.000 e < 50.000 12 12
≥ 2.000 e < 10.000 12 (*) 12 (*)(°)
(*) (°) vedi pari riferimenti della tab. 2
I controlli minimi effettuati dal Dipartimento ARPA in caso d’idoneità del sistema di
rilevamento e di trasmissione dei dati dell’erogatore del servizio/gestore integrato sono
riportati nella tab. seguente
In ambito regionale risultano censiti1 448 impianti di trattamento delle acque reflue urbane
dotati almeno di trattamento secondario, per una capacità depurativa totale pari a quasi 13
milioni di abitanti equivalenti circa (si ricorda a tal proposito che le acque reflue urbane
convogliate in rete fognaria sono il risultato del miscuglio di acque reflue domestiche,
industriali e meteoriche di dilavamento, e che in alcune province, come ad esempio quella
di Brescia, la componente industriale risulta particolarmente consistente).
Gli impianti depurazione di potenzialità superiore ai 2.000 AE, esistenti ed attivi al 2010,
sono 448, di cui 262 al di sotto dei 10.000 AE, 114 tra 10.000 e 49.999 AE, 72 con
potenzialità ≥ 50.000 AE.
Le tabelle e i grafici seguenti riportano il numero degli impianti e la rispettiva potenzialità
nominale (AE) suddivisi per provincia e per classe di potenzialità.
1
Le informazioni a seguire sono frutto di una rielaborazione dei dati inseriti per l’anno 2010 nel sistema S.I.Re.; gli impianti sono tutti
quelli esistenti o comunque avviati durante l’anno di controllo
60
50
40 2.000 - 9999 AE
10.000 -49999 AE
30 ≥ 50.000 AE
20
10
0
Bg Bs Co Cr Lc Lo Mn Mi Mb Pv So Va
TABELLA 2.3 -POTENZIALITÀ TOTALE DEGLI IMPIANTI DIVISI PER CLASSE DI AE E PROVINCIA
5000000
4500000
4000000
3500000
< 2000 AE
3000000 2.000 - 9999 AE
AE
Numero Impianti
8%
6%
100.000 AE
50.000 AE e < 100000
10.000 e < 50000 AE
27%
59% 2.000 AE e < 10000
FIGURA 2.3 – POTENZIALITÀ TOTALE DEGLI IMPIANTI PER PROVINCIA GRAFICO A TORTA
Nelle province di Milano, Monza e Brianza, Bergamo e Varese si rileva la maggior
concentrazione di impianti al di sopra dei 100.000 AE, a causa della presenza di importanti
distretti industriali.
- la linea acque;
- la linea fanghi.
Nella linea acque vengono trattati i liquami grezzi provenienti dalle fognature e di regola
comprende tre stadi, chiamati:
Nella linea fanghi vengono trattati i fanghi prodotti durante le fasi di sedimentazione
previste nella linea acque. Lo scopo di tale linea è quello di eliminare l´elevata quantità di
acqua contenuta nei fanghi e di ridurne il volume, nonché di stabilizzare (rendere
imputrescibile) il materiale organico e di distruggere gli organismi patogeni presenti, in
modo tale da rendere lo smaltimento finale meno costoso e meno dannoso per l’ambiente.
L’effluente finale trattato viene convogliato in una condotta detta emissario, con recapito
finale nelle acque superficiali (corsi d’acqua, mare, ecc.), incisioni o nello strato
superficiale del terreno (es. trincee drenanti). L’effluente finale può anche essere usato per
l’irrigazione o nell’industria. A seguire si fornisce una breve descrizione del trattamento
depurativo del tipo a fanghi attivi, con schema semplificato (tipo Eckefelder).
- Le acque reflue vengono raccolte dalle reti fognarie e sono convogliate mediante
collettori all’impianto di depurazione. In molti casi (per problemi di quote) è
indispensabile il sollevamento (1) dei liquami convogliati dal collettore per inviarli alle
fasi successive di trattamento.
- Come primo trattamento è solitamente prevista la grigliatura (2), necessaria per la
Acque reflue urbane: relazione controlli Anno 2010
11
rimozione del materiale grossolano (pezzi di plastica, legno, sassi, carta ecc.), che
potrebbe altrimenti intasare tubazioni o provocare l’usura delle parti elettromeccaniche.
Il grigliato viene trattato e pressato e portato in discarica.
- Nella dissabbiatura - disoleatura (3) avviene la separazione delle sabbie per
sedimentazione naturale, mentre la separazione e la risalita degli oli e grassi in
superficie viene favorita nella maggior parte degli impianti mediante insufflazione di
aria che, assicurando una limitata turbolenza impedisce anche la sedimentazione di
sostanze organiche.
- Nella vasca di sedimentazione primaria (4), non sempre prevista, avviene la
separazione per gravità dei solidi sedimentabili. I fanghi che si accumulano sul fondo
della vasca vengono sospinti dalla lama di fondo del carroponte raschiatore nelle
tramogge di raccolta e da queste vengono poi prelevati per essere inviati ai trattamenti
successivi.
- L’eliminazione delle sostanze disciolte e i solidi sospesi avviene per la maggior parte
degli impianti in sistemi con vasca a fanghi attivi ( 6 ). Questo processo si basa
sull’azione metabolica di microrganismi p.e. batteri che utilizzano le sostanze organiche
e l’ossigeno disciolti nel liquame per la loro attività e riproduzione. In tal modo si
formano fiocchi costituiti da colonie di batteri facilmente eliminabili nella successiva
fase di sedimentazione. Per un’ottimale assorbimento delle sostanze è necessaria una
sufficiente presenza di ossigeno, che viene fornito mediante insufflazione di aria dal
fondo.
- Oltre ai processi meccanici e biologici risultano necessari anche altri trattamenti che
hanno lo scopo di limitare le sostanze nutritive come azoto e fosforo nello scarico
finale, sostanze che possono portare a problemi di ipertrofia nei fiumi e laghi. La
rimozione dell’azoto avviene con processi biologici tramite batteri speciali che si
formano già nelle vasche di ossidazione, mentre per l’eliminazione del fosforo si
utilizza il processo biologico o un processo chimico, che consiste nell’aggiunta di un
prodotto flocculante (p.e. sali di ferro ) durante il processo depurativo.
- La separazione dei fiocchi di fango dalla miscela aerata si ottiene per sedimentazione
nella vasca di sedimentazione finale ( 7 ). Un ponte raschiatore raccoglie il fango
sedimentato.
- Una parte del fango attivo viene fatta ricircolare nella vasca di aerazione ( 9 ) e la parte
in esubero viene inviata al trattamento successivo
- L’acqua reflua in uscita dalla sedimentazione finale viene recapitata al corso d’acqua
superficiale ( 8 ).
- Non coincidenza tra Gestore ed Erogatore del servizio: nei casi in cui il Gestore
dell’impianto, che è titolare della autorizzazione allo scarico, abbia affidato la
conduzione operativa dell’impianto ad un Erogatore del servizio, si possono creare
problemi formali di relazione tra il Gestore e l’Autorità Competente, che rendono
potenzialmente meno efficiente il processo di rilevamento e trasmissione dei dati.
In generale una gestione tecnica carente si traduce in una minor capacità di avere
costantemente sottocontrollo tutti gli aspetti delle fasi depurative con conseguente
riduzione della capacità effettiva di trattamento. In particolare vi sono alcune condizioni di
esercizio che se non attentamente regolate o limitate, possono rendere potenzialmente
meno efficiente il processo di rilevamento e trasmissione dei dati. A seguire sono
individuate le condizioni di esercizio critiche, rilevate durante le attività di controllo
dell’anno 2010.
- L’altezza raggiunta dal fango dipende anche dal tipo di raccoglitore dei fango di
cui è dotato il sedimentatore. Una lama discontinua impiega molto tempo a
portare il fango al pozzetto centrale e quindi consente uno strato di accumulo
più marcato. Un sistema ad "aspirapolvere" generalmente lascia poco fango sul
fondo;
- La variazione di portata secca notte/giorno può determinare una differenza tra
input/output di fango per cui il sedimentatore potrebbe presentarsi al mattino
vuoto di fango e a alla sera con molto fango sul fondo;
- I periodi di pioggia, in conseguenza dell’aumento di portata, provocano un
dilavamento dei fango nel reattore e un conseguente aumento dello strato di
fango nel sedimentatore.
- La variazione delle caratteristiche di sedimentabilità dei fango, espresse come
aumento di SVI, sono una delle cause principali dell’aumento dell’altezza dei
fango: in questo caso si verifica anche una diminuzione della concentrazione di
fango in questo strato.
- La rottura della pompa di ricircolo, l’interruzione di corrente elettrica, la
ostruzione di una valvola di spurgo possono implicare un accumulo di fango in
sedimentazione.
- Assenza di SAP in uscita e/o ingresso: laddove non vi siano installati SAP non è
possibile determinare i carichi inquinanti in ingresso e in uscita all’impianto. In
particolare la mancanza di un SAP in ingresso impedisce il monitoraggio in
continuo del carico idraulico trattato.
- Campionamento non proporzionale alla portata: i carichi calcolati non sono reali
La valutazione del carico inquinante rilasciato mediamente nel corso dell’anno dai sistemi
depurativi fornisce un’indicazione della pressione esercitata sul corpo idrico recettore.
L’analisi deve essere considerata indicativa del comportamento medio degli impianti nel
corso dell’anno. Tuttavia non va dimenticato che i valori calcolati sono soggetti a
variazioni, giornaliere e stagionali, che possono influire in modo consistente sulla qualità
del corpo idrico recettore.
Il calcolo del carico inquinante mediamente in ingresso nel corso dell’anno in ciascun
impianto di depurazione, consente sia di determinare la performance impiantistica, per
ciascun parametro, di ogni impianto di depurazione, sia di valutare a livello regionale il
raggiungimento delle percentuali minime di abbattimento dei carichi fissate dalla
normativa per perseguire gli obiettivi di qualità.
Il calcolo dei carichi in ingresso e in uscita viene effettuato utilizzando di norma i risultati
degli autocontrolli effettuati dai Gestori.
Il risultato del calcolo delle concentrazioni medie annue viene rapportato alla media
annuale del dato di portata.
Di seguito si riportano le formule di calcolo utilizzate
dove [X] ing è la concentrazione giornaliera in ingresso impianto misurata dal Gestore in
sede di autocontrollo
dove [X] usc è la concentrazione giornaliera nello scarico misurata dal Gestore in sede di
autocontrollo
I dati delle portate sono stati rilevati dai gestori degli impianti di depurazione mediante
misuratori di portata posizionati in ingresso all’impianto; negli impianti sprovvisti di
misuratori di portata all’ingresso sono stati utilizzati i dati di portata media annuale
calcolati per l’uscita.
I valori delle portate sono stati determinate dai gestori degli impianti di depurazione
mediante misuratori di portata posizionati in uscita dall’impianto. Negli impianti sprovvisti
di qualsiasi sistema di misura della portata, è stato necessario elaborare i dati dei contaore
installati sulle pompe di sollevamento, o in assenza, per alcuni impianti con potenzialità
inferiore ai 10.000 AE effettuare dei calcoli o delle stime.
3.1. Conformità
I dati analitici risultanti dai campionamenti effettuati Dipartimenti provinciali di ARPA
Lombardia, nel 2010, in uscita agli impianti di depurazione, in occasione dei controlli
fiscali, associati ai dati analitici risultanti dai prelievi effettuati dai Gestori, hanno
consentito di effettuare per tutti gli impianti presenti in Lombardia una verifica della
conformità dei loro scarichi, come previsto dalla Direttiva 271/91/CE.
La programmazione delle attività di controllo ha tenuto conto per l’anno 2010 della
potenzialità di riferimento indicata nel provvedimento provinciale.2
Nel 2010 circa il 10% degli impianti di depurazione della regione risulta non conforme per
uno o più parametri di Tabella 1.
Non conformità per BOD5 Non conformità per COD Non conformi tà per SS *
Pr N impianti % N impianti % N impianti %
BG 4 8,51% 3 6,38% 4 8,51%
BS 16 18,18% 6 6,82% 15 17,05%
CO 2 9,09% 0 0,00% 1 4,55%
CR 4 19,05% 0 0,00% 4 19,05%
LC 4 17,39% 3 13,04% 4 17,39%
LO 0 0% 0 0,00% 0 0%
MN 0 0% 0 0,00% 0 0%
MI 5 12,82% 3 7,69% 6 15,38%
MB 2 66,67% 0 0,00% 1 33,33%
PV 5 12,82% 1 2,56% 3 7,69%
SO 2 10,00% 0 0% 2 10,00%
VA 0 0% 0 0% 0 0%
TABELLA 3.1 – CONFORMITÀ DEI SISTEMI DI DEPURAZIONE AI REQUISITI DELLA DIRETTIVA
91/271/CE- PARAMETRI TABELLA 1 (* FATTA ECCEZIONE DEI SS CHE NON SONO RICHIESTI DALLA
DIRETTIVA)
2
I valori di potenzialità inseriti nel S.I.Re. sono differenti per alcuni impianti da quelli autorizzati dalla
Province e di riferimento per il 2010 delle attività di controllo.
Acque reflue urbane: relazione controlli Anno 2010
20
FIGURA 3.1 – CONFORMITÀ DEI SISTEMI DI DEPURAZIONE AI REQUISITI DELLA DIRETTIVA
91/271/CE – PARAMETRI TABELLA 1
A seguire sono raffigurate le situazioni di conformità relative agli impianti soggetti ai
limiti previsti per i parametri di Tabella 2 dell’allegato 5 alla parte terza del D.lgs.
152/2006
90,00%
80,00%
70,00%
60,00%
% P tot
50,00%
% Ntot
40,00%
30,00%
20,00%
10,00%
0,00%
BG BS CO CR LC LO MN MI MB PV SO VA
I risultati delle valutazioni di conformità effettuate per l’anno 2010 sono riassumibili in
quattro categorie, identificate da icone espressive, come dettagliato nel seguente riquadro.
impianto che ha presentato criticità per due parametri o una forte criticità
per un solo parametro
POT DI POT DI
Comune Comune
Nome Impianto PROGETTO Nome Impianto PROGETTO
Impianto 2010 Impianto 2010
(A.E.) (A.E.)
Depuratore di Depuratore di
Antegnate Antegnate 2.500 Fontanella Fontanella 5.000
(Uniacque) (Uniacque)
Depuratore di
Depuratore di
Bagnatica Bagnatica 120.000 Ghisalba 12.000
Ghisalba
(Uniacque)
Depuratore Depuratore di
Bergamo Bergamo (BAS 220.000 Gorlago Gorlago 10.000
SII) (Uniacque)
Depuratore di
Depuratore di
Bolgare 8.500 Grassobbio Grassobbio 13.000
Bolgare
(Uniacque)
Depuratore di Depuratore di
Boltiere Boltiere 26.000 Grumello Grumello (Servizi 10.000
(Uniacque) Comunali)
Depuratore di Depuratore di
Bottanuco Bottanuco 5.000 Lurano Lurano 91.300
(Hidrogest) (Uniacque)
Depuratore di Depuratore di
Brembate Brembate 179.000 Martinengo Martinengo 10.000
(Hidrogest) (Uniacque)
Depuratore di Depuratore di
Calcinate Calcinate 12.000 Mornico al Serio Mornico 4.000
(Uniacque) (Uniacque)
Depuratore di
Depuratore di
Calcio 10.000 Mozzanica Mozzanica 150.000
Calcio
(COGEIDE SPA)
Depuratore di Depuratore di
Carona 2.500 Onore 16.500
Carona Onore (Comune)
Depuratore di
Depuratore di
Casnigo Casnigo 75.000 Orio 5.000
Orio (Comune)
(Uniacque)
Depuratore di
Castelli Depuratore di
3.600 Palosco Palosco 8.000
Calepio Tagliuno
(Uniacque)
Depuratore di
Castelli Depuratore di Piazza
5.450 Piazza 2.600
Calepio Cividino Brembana
Brembana
Depuratore di
Depuratore di
Cerete 2.500 Ponte Nossa Ponte Nossa 20.000
Cerete (Uniacque)
(Uniacque)
Depuratore di Depuratore di
Chiuduno Chiuduno 6.000 Ranica Ranica 250.000
(Uniacque) (Uniacque)
Depuratore di
Depuratore di
Cisano 1.990 Rovetta Rovetta 5000-10000
Cisano
(Uniacque)
Depuratore di Depuratore di
3000 - 12000
Cividate Cividate 8.000 Selvino Selvino
(turistico)
(Uniacque) (Uniacque)
Depuratore di Depuratore di 12000 -
Clusone Clusone 20.000 Strozza Strozza 36000
(Uniacque) (CMValleImagna) (turistico)
Depuratore di Depuratore di
Cologno al
Cologno al Serio 107.000 Telgate Telgate 11.000
Serio
(Uniacque) (Uniacque)
Depuratore di
Depuratore di
Cortenuova 3.000 Trescore Trescore 50.000
Cortenuova
(Uniacque)
Brescia
POT DI POT DI
Comune PROGETTO Comune PROGETTO
Impianto Nome Impianto (A.E.) 2010 Impianto Nome Impianto (A.E.) 2010
Corteno Golgi Corteno Golgi 4.000 Sabbio Chiese Sabbio Chiese 12.000
POT DI POT DI
Comune PROGETTO Comune PROGETTO
Impianto Nome Impianto (A.E.) 2010 Impianto Nome Impianto (A.E.) 2010
Bulgarograsso Alto Lura 54.000 Lanzo d' Intelvi Lanzo Intelvi 5.000
Cremona
POT DI POT DI
Comune PROGETTO PROGETTO
Impianto Nome Impianto (A.E.) 2010 Comune Impianto Nome Impianto (A.E.) 2010
3.350 4.000
Annicco Annicco San Bassano San Bassano
Bagnolo 62.000 San Giovanni In San Giovanni In 3.800
Cremasco Serio 2 Croce Croce
16.000 3.600
Casalbuttano Casalbuttano Sergnano Sergnano
40.000 7.800
Casalmaggiore Casalmaggiore Soncino Soncino
138.000 14.000
Crema Serio 1 Soresina Soresina
Cremona 180.000 6.560
Cremona Morbasco Sospiro Sospiro
4.000 5.500
Gussola Gussola Spino D'adda Spino D'adda
8.400 9.000
Pizzighettone Pizzighettone Vescovato Vescovato
13.500
Rivolta D'adda Rivolta D'adda
Acque reflue urbane: relazione controlli Anno 2010
26
Lecco
POT DI POT DI
Comune PROGETTO PROGETTO
Impianto Nome Impianto (A.E.) 2010 Comune Impianto Nome Impianto (A.E.) 2010
13.300 30.000
Ballabio Ballabio Nibionno Nibionno
24.000 29.000
Barzio Barzio Olginate Olginate
Bellano - Via per 8.000 36.340
Bellano Colico Osnago Osnago
15.000 2.000
Calolziocorte Calolziocorte Premana Premana
Colico - 10.000 26.000
Colico Monteggiolo Taceno Taceno
40.800 2.400
Lomagna Lomagna Vestreno Vestreno
Mandello del Mandello del 20.000
Lario Lario
Mantova
POT DI POT DI
Comune PROGETTO Nome PROGETTO
Impianto Nome Impianto (A.E.) 2010 Comune Impianto Impianto (A.E.) 2010
Acquanegra sul
Chiese Capoluogo 2.500 Poggio Rusco Capoluogo 5.500
Milano
POT DI POT DI
Comune PROGETTO Nome PROGETTO
Impianto Nome Impianto (A.E.) 2010 Comune Impianto Impianto (A.E.) 2010
49.000 Milano San 1.000.000
Abbiategrasso Abbiategrasso Milano Rocco
105.000 7.000
Assago Assago Motta Visconti Motta Visconti
87.000 50.000
Bareggio Bareggio Nerviano Parabiago
16.000 16.000
Basiglio Basiglio Paullo Paullo
5.000 720.000
Besate Besate Pero/Milano Pero
30.000 566.000
Binasco Binasco Peschiera Peschiera
Dep. di
400.000 Rescaldina 17.000
Milano Bresso Rescaldina
15.000 330.000
Calvignasco Calvignasco Robecco Robecco
270.000 105.000
Canegrate Canegrate Rozzano Rozzano
Depuratore
San Colombano al
3.300 intercomunale 20.000
Lambro
Carpiano Carpiano di
6.000 12.000
Dresano Dresano Segrate Segrate
Gaggiano 10.000 Sesto San Sesto San 130.000
Gaggiano Capoluogo Giovanni Giovanni
Gaggiano 3.500 40.000
Gaggiano Vigano Settala Settala
Gudo Visconti Gudo Visconti 2.700 Trezzano sul Trezzano sul 49.000
Naviglio Naviglio
25.000 165.000
Lacchiarella Lacchiarella Truccazzano Truccazzano
32.000 80.000
Lainate Origgio Turbigo Turbigo
40.000 4.000
Melegnano Melegnano Vernate Vernate
Monza e Brianza
POT DI
Comune Nome
PROGETTO
Impianto Impianto 2010
(A.E.)
Monza S.
Brugherio 700.000
Rocco
Varedo
Varedo 120.000
Seveso Nord
Pavia
POT DI POT DI
Comune Nome PROGETTO PROGETTO
Impianto Impianto (A.E.) 2010 Comune Impianto Nome Impianto (A.E.) 2010
2.300 4.500
Bascape' Bascape' Gropello C. Gropello C.
12.000 4.000
Belgioioso Belgioioso Linarolo Linarolo
2.634 4.500
Bereguardo Bereguardo Lungavilla Lungavilla
5.000 15.000
Bressana B. Bressana B. Mede Mede
33.000 3.000
Broni Broni Miradolo Terme Miradolo Terme
Casorate 7.500 Parona Strada Parona Strada 5.000
Casorate Primo Primo Marziana Marziana
5.000 160.000
Cassolnovo Cassolnovo Pavia Pavia
70.000 2.800
Casteggio Casteggio Pieve Del Cairo Pieve Del Cairo
8.600 49.000
Cilavegna Cilavegna Stradella Stradella
4.000 5.800
Copiano Copiano S.Martino(Rotta) S.Martino(Rotta)
5.000 3.000
Dorno Dorno Varzi Varzi
6.000 60.000
Gambolò Gambolò Vigevano Vigevano
22.500 5.843
Garlasco Garlasco Villanterio Villanterio
2.500 80.000
Gravellona L. Gravellona L. Voghera Voghera
Sondrio
POT DI POT DI
Comune Nome PROGETTO PROGETTO
Impianto Impianto (A.E.) 2010 Comune Impianto Nome Impianto (A.E.) 2010
9.000 16.500
Aprica Aprica Mese Mese
24.000 18.000
Ardenno Ardenno Morbegno Morbegno
10.000 2.500
Chiuro Ponte-Chiuro Piantedo Piantedo
4.365 30.000
Civo Civo-Dazio Rogolo Cosio E Uniti
3.000 8.500
Delebio Delebio Samolaco Samolaco
Dubino N. 5.000 49.500
Dubino Olonio Sondrio Sondrio
25.000 30.000
Gordona Gordona A.I. Teglio Teglio
Livigno 1.600 20.500
Livigno Trepalle Torre S. Maria Valmalenco
32.000 40.000
Livigno Livigno Valdisotto Valdisotto
POT DI POT DI
Comune Comune
Nome Impianto PROGETTO 2010 Nome Impianto PROGETTO 2010
Impianto Impianto
(A.E.) (A.E.)
Lavena Ponte Lavena Ponte
Angera Angera 20.000 9.000
Tresa Tresa
Laveno
Besozzo Besozzo 9.334 Laveno-Mombello 30.000
Mombello
Luino -
Brebbia Brebbia - Varè 3.000 Luino 25.000
Voldomino
Caronno Caronno
400.000 Olgiate Olona Olgiate Olona 137.544
Pertusella Pertusella
Porto Val
Casalzuigno Casalzuigno 13.100 Porto Valtravaglia Travaglia - Cave 10.200
del Trigo
Per gli impianti con potenzialità ≥ a 2.000 AE, attivi nel 2010, sono stati determinati
anche i rendimenti di abbattimento, per mezzo dei valori di misurati in ingesso e in uscita
all’impianto di depurazione, utilizzando i risultati delle attività autocontrollo svolte dal
Gestore. Laddove non si aveva disponibilità del dato analitico si è utilizzata una procedura
di calcolo oppure una procedura di stima.
Le acque parassite ed estranee sono intrusioni inattese di acqua il cui apporto non è
previsto all’interno del condotto fognario e si originano dalla perdita della tenuta idraulica
dei condotti e/o a sistemi di drenaggio artificiali o naturali che sversano in fognatura (es.
rogge, condotti di bianca, connessioni non previste con pluviali, ecc.). Il permanere di
carichi diluiti e di elevate portate, indipendentemente dagli eventi meteorici, comporta
svantaggi e complicazioni nella gestione e nel rendimento delle stazioni di depurazione, in
particolare la diluizione e l’abbassamento della temperatura dei liquami riducono l’effetto
dei trattamenti chimici e biologici e il sovraccarico idraulico può causare notevoli problemi
in particolare al sedimentatore secondario. Tutti questi aspetti hanno come possibile
conseguenza il “superamento dei limiti allo scarico”.
In aggiunta a quanto esposto sopra, la presenza di acque estranee costituisce un’ulteriore
minaccia per le acque superficiali, in quanto vengono direttamente riversate in ruscelli,
fiumi e laghi aliquote maggiori di acque contaminate, provenienti da sfioratori e troppo
pieni installati nelle tubature (sovraccarico della rete).
e) Scarichi anomali
Le criticità su cui ARPA può più intervenire direttamente ed in modo efficace nell’ambito
della propria attività di controllo sono quelle di tipo gestionale.
Punto di partenza per poter esaminare più a fondo il processo depurativo ed effettuare le
opportune valutazioni è sicuramente l’applicazione di un attento piano di monitoraggio che
si traduce sicuramente in una responsabilizzazione del Gestore e una conduzione migliore
del processo depurativo.
Le fasi di progettazione e costruzione degli impianti sono fondamentali per mettere le basi
di un valido risultato in termini di benefici ambientali ma la mancanza di una corretta
gestione ne vanifica il risultato. In alcuni casi anche un’insufficiente responsabilizzazione
dei progettisti ha causato problemi.
L’adozione di un’adeguata politica di monitoraggio e controllo, è il primo passo per
conoscere come l’impianto funziona e capire come eventualmente intervenire; conoscere il
livello di efficienza di trattamento del sistema biologico permette al Gestore del S.I.I. di
individuare le criticità e in caso di sovraccarichi o inefficienze provvederà ad effettuare gli
opportuni approfondimenti prima di intervenire con operazioni di potenziamento.
Un “upgrading gestionale” può conseguire validi risultati ambientali senza dispendiosi e a
volte ingiustificati “up-grading strutturali”.
Dal quadro di sintesi illustrato con la presente relazione, riferito ai dati ed alle informazioni
raccolte, si evidenzia che siano soddisfacenti, seppure non pienamente conformi, i risultati
conseguiti al 2010 per l’abbattimento del 75% del carico di N e P.