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DELIBERA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 30 NOVEMBRE 1990



IL MINISTERO DELLAMBIENTE
DICHIARAZIONE DI DUE AREE AD ELEVATO RISCHIO
DI CRISI AMBIENTALE NELLA SICILIA ORIENTALE
VISTO l'art. 7 della legge 8 Luglio 1986 n. 349 e l'art. 6 della legge 28 Agosto
1989 n. 305;
VISTA la richiesta della Regione Sicilia del 25 Maggio 1988, con la quale si
evidenzia l'esigenza della dichiarazione di aree ad elevato rischio di crisi
ambientale degli ambiti territoriali interessati dal polo chimico siciliano, in
particolare per la fascia della Sicilia sud-orientale;
CONSIDERATO che, come risultante della documentazione allegata alla
richiesta della Regione Sicilia, le aree in oggetto sono interessate dalla
presenza di un notevole numero di industrie caratterizzate dalla emissione di
notevoli quantit di inquinanti, e che le stesse abbisognano di consumi di
risorse idriche estremamente rilevanti che riducono le gi scarse disponibilit di
acqua per gli altri usi;
CONSIDERATO che dalla documentazione tecnica presentata dalla Regione
Sicilia si evidenzia come l'area in oggetto sia esposta ad un continuo rilascio di
sostanze aeriformi di origine industriale e che le autorit locali hanno pi volte
segnalato, nel passato, gravi fenomeni di inquinamento atmosferico, con
notevoli disagi alle popolazioni locali;
CONSIDERATO che, come segnalato alla Regione Sicilia, sono state notate
molteplici morie di pesci nelle zone costiere delle aree di cui sopra;
CONSIDERATO che, come risultante dalla documentazione presentata, la
situazione delle risorse idriche dellarea estremamente deteriorata e le
necessit di approvvigionamento idrico degli insediamenti industriali, urbani ed
agricoli hanno portato all'esaurimento delle falde superficiali e ad un forte
emungimento delle falde profonde;
CONSIDERATO che le aree ove sono avvertibili gli effetti del degrado
ambientale indotto dalle attivit industriali comprendono nella Provincia di
Siracusa i territori dei comuni di Priolo, Melilli, Augusta, Siracusa, Solarino e
Floridia mentre nella Provincia di Caltanisetta riguardano il Comune di Gela,
Niscemi e Butera;

CONSIDERATO che le zone sopracitate risentono pi direttamente delle
ricadute degli inquinanti atmosferici, o della movimentazione e stoccaggio dei
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materiali di alimentazione e di risulta dei processi produttivi nonch della
depurazione dei reflui.
CONSIDERATO che in funzione del suddetto rilevante abbassamento delle falde
sono in atto una serie di modificazioni geomorfologiche del suolo, nei suoi stati
profondi, con l'imminente pericolo di una forte permeazione delle suddette
falde da parte dell'acqua di mare;
CONSIDERATO che, come segnalato dalla documentazione tecnica elaborata
dalla Regione Sicilia, la produzione di rifiuti tossici e nocivi, da parte delle
Aziende del polo industriale, molto elevata e non risultano esistere, nella
Regione, adeguati impianti di trattamento e smaltimento degli stessi;
CONSIDERATO che la normativa sullo smaltimento dei rifiuti solidi (urbani e
industriali) stata emanata in tempi successivi a quello di costituzione del polo
industriale, ed quindi prevedibile un notevole rischio da inquinamento
pregressso per smaltimento di sostanze nocive non adeguatamente regolato da
norme;
CONSIDERATO l'alto valore paesaggistico, archeologico e naturalistico di
alcune delle aree in oggetto, nonch la riconosciuta vocazione turistica di
alcune altre;
VISTO il parere favorevole della 13a Commissione del Senato del 19 Luglio
1990 e le relative proposte;
VISTO il parere favorevole della Commissione VIII della Camera dei Deputati
del 1 Agosto 1990 e le condizioni espresse dalla stessa Commissione.
PROPONE LA SEGUENTE DELIBERA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
I territori ricadenti nelle Province di Siracusa e Caltanisetta, delimitati come
indicato dalla cartografia allegata, che costituisce parte integrante della
presente delibera, sono dichiarati aree ad elevato rischio di crisi ambientale, ai
sensi e per gli effetti di cui all'art.7 della legge 8 luglio 1986 n.349, cosi come
emendato nell'art. 6 della legge 28 agosto 1989 n. 305.
Il Ministro dell'Ambiente predisporr, d'intesa con la Regione Sicilia, un piano
di disinquinamento per il risanamento del citato territorio, il quale previa
ricognizione dello stato di inquinamento delle acque, dell'aria e del suolo,
nonch delle fonti inquinanti che hanno un impatto significativo sulle zone da
risanare, avr l'obiettivo di definire la tipologia, la fattibilit e i costi degli
interventi di risanamento.
Tale piano rappresenta l'unico strumento organico di analisi, pianificazione e
controllo degli interventi per eliminare o mitigare, il potenziale dei fattori di
rischio ambientali possibili e prevedibili, in particolare in relazione ai rischi di
incidenti rilevanti, agli effetti sulla salute delle popolazioni e sull'ambiente.
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La gravit della situazione impone peraltro che, ancor prima dell'avvio dello
studio del piano di disinquinamento e riequilibrio ambientale, vengano adottate
immediatamente misure di riduzione dei carichi inquinanti attraverso la
realizzazione di interventi mirati, nell'ambito dell'area industriale di Siracusa e
Caltanissetta.
A tal fine viene costituita una apposita Commissione di cui fanno parte le
Amministrazioni dello Stato, la Regione e gli Enti locali interessati, con compiti
di coordinamento delle attivit per la valorizzazione e la partecipazione degli
Enti locali sia ai fini consultivi sia per i processi decisionali nella realizzazione di
opere sul territorio.
Tale concertazione Stato-Regione-Enti locali risulta sede ove:
- puntualizzare in particolare le procedure affidamento delle opere e degli
interventi risanamento e di gestione degli stessi;
- precisare gli interventi anticipatari, le priorit, la fattibilit, gli importi
effettivamente disponibili per l'esecuzione e realizzazione delle opere e degli
interventi di risanamento.

Sono inoltre emanate le seguenti direttive per la formazione del piano di
disinquinamento:
1) Analisi dei carichi inquinanti complessivi determinati dalle attivit produttive
esistenti nell'area e valutazione della loro incidenza sui vari comparti
ambientali;
2) Studio dello stato di inquinamento delle acque superficiali e sotterranee,
dell'aria e del suolo al fine di individuare l'ambito specifico territoriale di
interesse e di caratterizzare le componenti ambientali per le quali e' necessario
il risanamento;
3) Ricognizione sullo stato attuale degli interventi a valenza ambientale in
corso di realizzazione o programmati nel territorio in esame, sia su iniziativa
delle aziende industriali operanti nella zona che da parte degli enti pubblici;
4) Elaborazione di uno studio tendente a valutare la ricettivit del sito per
quanto concerne gli effluenti aeriformi e liquidi e i rifiuti solidi in relazione alla
natura, comportamento negli ecosistemi e caratteristiche tossicologiche delle
specie inquinanti interessate;
5) Indagine epidemiologica su campioni significativi della popolazione di
Siracusa e Caltanissetta e dei comuni limitrofi, al fine di accertare l'incidenza
delle patologie pi comuni correlabili con lo stato di inquinamento ambientale;
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6) Effettuazione di bilanci di impatto dei consumi delle risorse e dei principali
fattori di inquinamento in relazione all'attuale assetto di produzione
infrastrutturale;
7) Definizione e progettazione delle azioni dirette al risanamento dell'ambiente
e al riassetto del territorio mediante:
a) Elaborazione di un piano di area per la fissazione degli standard ambientali
anche sulla base dei risultati emergenti dal censimento dei punti di emissione,
del carico inquinante esistente sull'ambiente e della ricettivit dell'ambiente
stesso;
b) interventi diretti sul comparto produttivo per la minimizzazione dei carichi
ambientali che, partendo dall'analisi dei sistemi di produzione, consenta di
realizzare consistenti miglioramenti in relazione alle incidenze sull'ambiente e
al recupero delle risorse;
c) interventi diretti alle riabilitazioni delle strutture consortili e infrastrutture
connesse (zona portuale, movimentazione materie prime, viabilit,
approvvigionamento idrico ad uso idropotabile e produttivo, ecc.) in relazione
alle esigenze di tutela ambientale e alla vocazione turistica e agraria dell'area
circostante il polo industriale;
d) interventi diretti al recupero ambientale e al risanamento di aree
particolarmente compromesse e di particolare rilevanza naturale e ambientale;
e) elaborazione di una strategia a livello di area per la gestione di rifiuti
risultanti dal polo industriale. Tale strategia dovr basarsi su studi di
compatibilit ambientale dei siti proposti per le discariche;
8) Definizione di un piano di controllo e monitoraggio dei parametri ambientali
pi significativi ai fini della tutela della popolazione, dei lavoratori e delle
componenti ambientali;
9) Pianificazione degli interventi e fattibilit tecnico-economica degli stessi;
10) Predisposizione del piano finanziario con la specifica individuazione degli
strumenti per il reperimento delle risorse necessarie.
Il Piano, da redigere in accordo agli obiettivi ed alle direttive stabilite,
predisposto dal Ministero dell'Ambiente d'intesa con la Regione Sicilia, sar
presentato all'approvazione del Consiglio dei Ministri entro il 30/6/1991.
Roma li, 30 novembre 1990
http://www.lasvolta.net/tds/19901130.htm


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INDUSTRIE A RISCHIO: 770 MLD ALLA SICILIA
Roma 25 ott. 1995 - (Adnkronos) - Il Ministro dei Lavori pubblici e dell'ambiente, Paolo
Baratta, ha sottoscritto l'accordo di programma con la Regione Sicilia e gli Enti Locali
interessati per l'avvio degli interventi previsti dai Piani di Risanamento ambientale relativi
alle aree a rischio di Siracusa, Priolo e Gela. L'ammontare complessivo degli interventi e'
di 770 miliardi di lire.
I Piani di Risanamento ambientale prevedono lo sviluppo di nove linee di azione per il
raggiungimento dei seguenti obiettivi:
- recupero e tutela della qualita' dell'area;
- contenimento del rischio industriale;
- conservazione delle risorse idriche;
- recupero e tutela della qualita' di suoli;
- recupero e tutela della qualita' dell'acqua;
- recupero e tutela della qualita' dell'ambiente marino costiero;
- riqualificazione urbana e territoriale; - sostegno allo sviluppo socio economico;
- azioni di supporto e controllo per l'attuazione dei Piani.
Con la firma dell'accordo di programma, si rendono immediatamente disponibili le risorse
stanziate dal Ministero dell'Ambiente per il triennio 1995/97, corrispondenti a 40 miliardi di
lire per l'area di Gela e a 100 miliardi di ire per l'area di Siracusa.
I Piani prevedono che oltre a questi finanziamenti pubblici, le imprese industriali investano
nel triennio 1995/97, 300 miliardi nell'area di Gela e 330 miliardi nell'area di Siracusa-
Priolo. L'accordo di programma e' stato trasmesso per le rispettive firme ai Ministri del
Tesoro, Bilancio e Industria, come previsto dal D.p.r. del 17/1/95.

LEGGE 9 DICEMBRE 1998, N. 426,

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno
approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Promulga la seguente legge:
Art. 1
Interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinanti
1. Al fine di consentire il concorso pubblico nella realizzazione di interventi di
bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, ivi compresi aree e specchi
dacqua marittimi, lacuali, fluviali e lagunari in concessione, anche in caso
di loro dismissioni, nei limiti e con i presupposti di cui allarticolo 17, comma
6-bis, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive
modificazioni, nonche per gli impegni attuativi del protocollo di Kyoto sui
cambiamenti climatici di cui alla deliberazione del Comitato
interministeriale per la programmazione economica (CIPE) del 3 dicembre
1997, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 18 del 23 gennaio 1998, del
piano straordinario di completamento e razionalizzazione dei sistemi di
collettamento e depurazione di cui allarticolo 6 del decreto-legge 25 marzo
1997, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n.
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135, e degli accordi e contratti di programma di cui allarticolo 25 del citato
decreto legislativo n. 22 del 1997, sono autorizzati limiti di impegno
ventennali di lire 27.000 milioni a decorrere dallanno 1998, di lire
5.600 milioni a decorrere dallanno 1999 e di lire 16.200 milioni a
decorrere dallanno 2000. Per le medesime finalita e altresi
autorizzata la spesa di lire 130.000 milioni per lanno 2000; per gli
anni successivi, al finanziamento degli interventi di cui al presente articolo si
provvede ai sensi dellarticolo 11, comma 3, lettera d), della legge 5
agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni ed integrazioni.
2. Alla realizzazione degli interventi di cui al comma 1 possono concorrere le
ulteriori risorse destinate dal CIPE al rinanziamento di progetti di
risanamento ambientale, nonche quellc attribuite al Ministero
dellambiente in sede di riprogrammazione dei fondi disponibili
nellambito del quadro comunitario di sostegno 19941999. 1999.
3. Per la realizzazione degli interventi di cui al comma 1 e per la utilizzazione
delle relative risorse finanziarie il Ministero dellambiente adotta, dintesa
con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le
province autonome di Trento e di Bolzano, entro centoventi giorni dalla
data di entrata in vigore della presente legge, previo parere delle
competenti Commissioni parlamentari, un programma nazionale di
bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, che individua gli
interventi di interesse nazionale, gli interventi prioritari, i
soggetti beneficiari, i criteri di finanziamento dei singoli interventi e le
modalita di trasferimento delle relative risorse. Il programma tiene conto dei
limiti di accettabilita, delle procedure di riferimento e dei criteri definiti dal
decreto ministeriale di cui allarticolo 17, comma 1, del decreto legislativo 5
febbraio 1997, n. 22, e successive modificazionii
4. Sono considerati primi interventi di bonifica di interesse nazionale quelli
compresi nelle seguenti aree industriali e siti ad alto rischio ambientale i cui
ambiti sono perimetrati, sentiti i comuni interessati, dal Ministro dellambiente
sulla base dei criteri di cui allarticolo 18, comma 1, lettera n), del decreto
legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni:
a) Venezia (Porto Marghera); b) Napoli orientale; c) Gela e Priolo; d)
Manfredonia; e) Brindisi; f) Taranto; g) Cengio e Saliceto; h) Piombino; i)
Massa e Carrara; l) Casal Monferrato; m) Litorale Domizio-Flegreo e Agro
aversano (Caserta-Napoli); n) Pitelli (La Spezia); o) Balangero; p) Pieve
Vergonte.
((p-bis) Sesto San Giovanni (aree industriali e relative discariche);
p-ter) Napoli Bagnoli-Coroglio (aree industriali); p-quater) Pioltello e Rodano.))
5. Il Ministero dellambiente, nellambito del programma di cui al comma 3,
determina altresi le modalita per il monitoraggio e il controllo, con la
partecipazione delle regioni interessate, delle attivita di realizzazione delle
opere e degli interventi previsti nel programma stesso, ivi compresi i
presupposti e le procedure per la revoca dei finanziamenti e per il riutilizzo
delle risorse resesi comunque disponibili, assicurando il rispetto
delloriginaria allocazione regionale delle risorse. Per le attivita di cui al
presente comma il Ministero dellambiente si avvale dellAgenzia nazionale
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per la protezione dellambiente (ANPA) e delle Agenzie regionali per la
protezione dellambiente (ARPA).
6. Gli enti territoriali competenti, sulla base del programma di cui al comma
3, sono autorizzati a contrarre mutui o ad effettuare altre operazioni
finanziarie con la Cassa depositi e prestiti e altri istituti di credito. Le
regioni sono autorizzate a corrispondere, sulla base di apposita
rendicontazione degli enti territoriali competenti, direttamcnte agli
istituti mutuanti interessati le rate di ammortamento per capitale e
interessi, avvalendosi delle quote di limiti di impegno rispettivamente
assegnate dal Ministero dellambiente.
7. Nel caso di cambio di destinazione, dei siti oggetto degli interventi di
messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale ovvero di alienazione entro
dieci anni dalleffettuazione degli stessi in assenza di cambio di
destinazione, il contributo di cui allarticolo 17, comma 6-bis, del decreto
legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, e restituito allo
Stato in misura adeguata allaumento di valore con seguito dallarea al
momento del cambio di destinazione, ovvero della sua cessione, rispetto
a quello dellintervento di bonifica e ripristino ambientale. Con decreto
del Ministro dellambiente, di concerto con il Ministro del tesoro, del
bilancio e della programmazione economica, verranno determinati i criteri
e le modalita della restituzione.
8. Allarticolo 17, comma 1, alinea, del decreto legislativo 5 febbraio
1997, n. 22, dopo le parole: il Ministro dellambiente sono inserite le
seguenti: avvalendosi dellAgenzia nazionale per la protezione dellambiente
(ANPA),.
9. Allarticolo 17 del decreto legislaitivo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive
modificazioni, dopo il comma 15 sono aggiunti i seguenti:
15-bis. Il Ministro dellambiente, di concerto con il Ministro delluniversita
e della ricerca scientifica e tecnologica e con il Ministro dellindustria, del
commercio e dellartigianato, emana un decreto recante indicazioni ed
informazioni per le imprese industriali, consorzi di imprese, cooperative,
consorzi tra imprese industriali ed artigiane che intendano accedere a
incentivi e finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie di
bonifica previsti dalla vigente legislazione.
15-ter. Il Ministero dellambiente e le regioni rendono pubblica,
rispettivamente, la lista di priorita nazionale e regionale dei siti contaminati da
bonificare.
10. Il decreto del Ministro dellambiente di cui al comma 15-bis dellarticolo
17 del decrcto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, introdotto dal comma 9
del presente articolo, e emanato entro sessanta giorni dalla data di entrata
in vigore della presente legge. 11. Allarticolo 17, comma 11, dcl decreto
legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e aggiunto, in fine, il seguente periodo: Le
predette spese sono altresi assistite da privilegio generale mobiliare . 12.
Allarticolo 22, comma 5, lettera a), del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.
22, dopo le parole: priorita degli interventi sono aggiunte le seguenti:
basato su un criterio di valutazione del rischio elaborato dallANPA .
13. Allarticolo 22, comma 7, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22,
e successive modificazioni, le parole: entro un anno sono sostituite dalle
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seguenti: entro due anni . 14. Allarticolo 57, comma 5, del decreto
legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, le parole:
devono conformarsi alle disposizioni del presente decreto entro tre mesi dal
termine di cui allarticolo 33, comma 6 sono sostituite dalle seguenti:
devono conformarsi alle disposizioni del presente decreto entro e non oltre il
31 dicembre 1998 .
15. Allarticolo 44, comma 3, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22,
e successive modificazioni, e aggiunto, in fine, il seguente periodo: Ai
medesimi fini il ritiro, il trasporto e lo stoccaggio dei beni durevoli da parte
dei rivenditori firmatari, tramite le proprie associazioni di categoria, dei citati
accordi e contratti di programma non sono sottoposti agli obblighi della
comunicazione annuale al catasto, della tenuta dei registri di carico e scarico,
della compilazione e tenuta dei formulari, della preventiva autorizzazione
e della iscrizione allAlbo di cui agli articoli 11, 12, 15, 28 e 30 del presente
decreto .
16. Allarticolo 11, comma 3, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22,
e successive modificazioni, sono soppresse le parole: derivanti dalle
lavorazioni industriali e artigianali e sono aggiunte, alla fine dellultimo
periodo, le seguenti: limitatamente alla quantita conferita .
17. Allarticolo 26 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive
modificazioni, e aggiunto, in fine, il seguente comma: 5-bis. Al fine di
consentire lavviamento ed il funzionamento dellattivita dellOsservatorio
nazionale sui rifiuti, in attesa dellattuazione di quanto disposto al comma
5, e autorizzata la spesa di lire 1.000 milioni per lanno 1998 da iscrivere in
apposita unita previsionale di base dello stato di previsione del Ministero
dellambiente.
18. Allonere di cui al comma 17 si provvede mediante
corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio
triennale 1998-2000, nellambito dellunita previsionale di base di parte
corrente Fondo speciale dello stato di previsione del Ministero del tesoro,
del bilancio e della programmazione economica per lanno 1998, allo
scopo utilizzando laccantonamento relativo al Ministero dellambiente. biente.
19. Allarticolo 30, comma 4, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 le
parole da: Le imprese che svolgono fino a: anche se da essi prodotti
sono sostituite dalle seguenti: Le imprese che svolgono attivita di raccolta e
trasporto di rifiuti non pericolosi prodotti da terzi e le imprese che raccolgono
e trasportano rifiuti pericolosi, esclusi i trasporti di rifiuti pericolosi che
non eccedano la quantita di trenta chilogrammi al giorno o di trenta litri al
giorno effettuati dal produttore degli stessi rifiuti. 20. Allarticolo 41 del
decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, e
aggiunto, in fine, il seguente comma:
10-bis. In caso di mancata stipula degli accordi di cui ai commi 2 e 3, il
Ministro dellambiente, di concerto con il Ministro dellindustria, del
commercio e dellartigianato, puo determinare con proprio decreto lentita
dei costi della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio a carico dei
produttori e degli utilizzatori ai sensi dellarticolo 49, comma 10, nonche
le condizioni e le modalita di ritiro dei rifiuti stessi da parte dei produttori .
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21. Allarticolo 42, comma 2, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22,
la lettera c) e abrogata.
22. Allarticolo 48, comma 1, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22,
sono aggiunte, in fine, le parole: , i beni di cui allarticolo 44 e i rifiuti di cui
agli articoli 45 e 46.
23. Fino al 1 gennaio 2000 e salvo diverso accordo tra enti locali e gestori
del servizio, lapplicazione e la riscossione del corrispettivo della raccolta
e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani sono effettuate dallente locale
secondo le disposizioni dellarticolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre
1997, n. 446.
24. Allarticolo 51, comma 2, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22,
sono soppresse la parola: propri e le parole da: , ovvero effettuano fino alla
fine del comma.
25. Allarticolo 51-bis, comma 1, del decreto legislativo 5 febbraio 1997,
n. 22, e successive modificazioni, e aggiunto, in fine, il seguente periodo:
Con la sentenza di condanna per la contravvenzione di cui al presente
comma, o con la decisione emessa ai sensi dellarticolo 444 del codice di
procedura penale, il beneficio della sospensione condizionale della pena
puo essere subordinato alla esecuzione degli interventi di messa in sicurezza,
bonifica e ripristino ambientale.
26. Al fine di consentire il completamento delle attivita assegnate al
gruppo tecnico di cui allarticolo 6, comma 7, del decreto-legge 25 marzo
1997, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n.
135, e autorizzata la spesa di lire 1.800 milioni per ciascuno degli anni l999 e
2000.
27. Allarticolo 49, comma 5, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22,
sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: ,prevedendo disposizioni transitorie
per garantire la graduale applicazione del metodo normalizzato e della
tariffa ed il graduale raggiungimento dellintegrale copertura dei costi del
servizio di gestione dei rifiuti urbani da parte dei comuni.
28. Allarticolo 49, comma 1, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22,
le parole: 1 gennaio 1999 sono sostituite dalle seguenti: 1 gennaio
2000.

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1998;426

(Interventi per il risanamento ambientale dell'area industriale di Priolo-Melilli-
Augusta-Floridia-Solarino-Siracusa - nn. 3-00804, 3-00943 e 3-01442)


Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 417 del 3/2/2004
PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Giuseppe Gianni n. 3-00804 e n. 3-00943
e Mereu n. 3-01442 (vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 2), che
vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente.
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Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio, onorevole Tortoli, ha
facolt di rispondere.
ROBERTO TORTOLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del
territorio. Con riferimento alle interrogazioni degli onorevoli Giuseppe Gianni e Mereu,
concernenti il risanamento dell'area industriale in provincia di Siracusa, riferisco che la
regione siciliana, il 25 maggio 1988, presentava istanza per la dichiarazione di area ad
elevato rischio di crisi ambientale, nella predetta provincia, del territorio dei comuni di
Augusta, Floridia, Melilli, Priolo Gargallo, Siracusa e Solarino.
Il Consiglio dei ministri, con la deliberazione adottata il 30 novembre 1990, dichiarava
ad rilevato rischio di crisi ambientale l'area della provincia interessata.
Con il decreto del Presidente della Repubblica, il 17 gennaio 1995 veniva approvato il
piano per il risanamento dell'area.
Con i decreti del presidente della regione siciliana nn. 16 e 17 del 23 gennaio 1996
veniva adottato l'accordo di programma per l'attuazione dei piani di risanamento, cos
come previsto nell'articolo 4, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 17
gennaio 1995.
Poich l'articolo 74, comma 1, del decreto legislativo n. 112 del 31 marzo 1998
(disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale) ha abrogato l'articolo 7 della
legge 8 luglio 1986, n. 349, le competenze in materia risultano trasferite alle regioni, per
quanto riguarda sia le eventuali future dichiarazioni sia le aree gi dichiarate ad elevato
rischio di crisi ambientale con la procedura previgente.
Per quanto riguarda il trasferimento delle risorse per l'attuazione del piano, il Ministero
dell'ambiente, entro il 18 novembre 1996, provvedeva al completo trasferimento delle
risorse alla regione Sicilia, come previsto nell'articolo 3 del decreto del Presidente della
Repubblica 17 gennaio 1995, nel complessivo limite di 100 miliardi di lire per il piano di
risanamento.
A seguito dell'inattivit della regione Sicilia, con ordinanza del Presidente del Consiglio
dei ministri n. 3072 del 21 luglio 2000 (articolo 12, comma 1), prorogata fino al 31
dicembre 2004, venivano nominati commissari delegati per l'attuazione degli interventi
previsti nei piani di risanamento i prefetti delle province di Caltanissetta e di Siracusa.
Tali commissari dispongono delle risorse di cui ai decreti del Presidente della
Repubblica 17 gennaio 1995, trasferite a loro dalla regione Sicilia con le medesime
modalit previste dall'articolo 14, comma 1, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio
dei ministri n. 2983 del 31 maggio 1999, su apposite contabilit speciali di Stato
intestate ai prefetti stessi.
Dal giugno 2002 ad oggi, sono stati trasferiti 28.588.061,46 euro sulla contabilit
speciale del commissario delegato all'attuazione del piano di risanamento nella provincia
di Siracusa. Il prefetto di Siracusa ha rappresentato, in pi occasioni, la necessit di
avvalersi di idonea struttura tecnica per l'attuazione del piano.
Da parte della competente direzione del ministero, stata proposta un'integrazione
dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3072 del 21 luglio 2000, sulla
falsariga di quanto gi previsto dalle ordinanze n. 2983 del 31 maggio 1999 e n. 3100 del
22 dicembre 2000, al fine di consentire ai commissari delegati di avvalersi direttamente
di strutture pubbliche o di societ specializzate a totale capitale pubblico.
Ai fini del monitoraggio e della prevenzione dei rischi, il Ministero dell'ambiente ha
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stipulato, il 28 dicembre 1994, un accordo denominato ENVIREG con il Centro comune
di ricerca di Ispra della Commissione europea, rimodulato con un addendo al 29
dicembre 1995, e ha provveduto, il 29 marzo 1999, al collaudo della strumentazione atta
alla realizzazione delle schede finalizzate alle azioni di supporto e di controllo dei piani,
con specifico riguardo a quelle dei piani di risanamento delle province di Caltanissetta e
di Siracusa.
stato stipulato a Roma l'8 maggio 2002, l'accordo di programma tra la direzione IAR e
l'ARPA Sicilia per la presa in carica del progetto ENVIREG.
Si evidenzia che le installazioni e le apparecchiature di tale progetto, integrate nella rete
regionale di monitoraggio, possono fornire dati ed informazioni utili, sia per un
maggiore controllo del territorio sia per orientare ulteriori iniziative tese alla tutela della
salute dei cittadini e dei lavoratori.
Per quanto riguarda lo studio di sicurezza integrato dell'area, il 18 giugno 2002, veniva
istituita la commissione istruttoria dello studio di sicurezza integrato dell'area di
Augusta-Priolo-Melilli per i fini di cui all'articolo 13, comma 1, del decreto legislativo n.
334 del 1999, ossia per la valutazione tecnica dello studio e la predisposizione di un
piano di intervento nel quale siano individuate le misure urgenti atte a ridurre o ad
eliminare i fattori di rischio.
La conclusione dello studio di sicurezza integrato dell'area di Augusta-Priolo-Melilli a
carico dei gestori dell'area stata comunicata al Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio nel dicembre 2003. Si prevede l'avvio dei lavori della commissione istruttoria
nel corso del 2004.
Le istruttorie tecniche relative agli undici rapporti di sicurezza degli stabilimenti
dell'area in questione (ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 334 del 1999),
risultano concluse.
Su undici stabilimenti per i quali il ministero deve disporre le verifiche ispettive (ai sensi
dell'articolo 25 del decreto legislativo n. 334), in sei sono stati eseguiti due cicli di
verifiche nel periodo 2000-2002, in due stabilimenti stata effettuata una verifica
ispettiva, per uno stabilimento la commissione ispettiva appositamente istituita nel 2003
non ha ancora avviato i lavori, mentre gli impianti dei rimanenti due stabilimenti sono
stati oggetto di verifica ispettiva nel periodo 2000-2002, prima della loro acquisizione da
parte dell'attuale propriet.
PRESIDENTE. L'onorevole Giuseppe Gianni ha facolt di replicare per le sue
interrogazioni n. 3-00804 e n. 3-00943.
GIUSEPPE GIANNI. Signor Presidente, signor sottosegretario, nonostante
l'inappuntabile precisione nelle sue spiegazioni e nelle date che ci ha fornito, non sono
soddisfatto, perch queste interrogazioni risalgono a qualche anno fa e oggi si sono
verificati fatti nuovi e diversi. Le commissioni ispettive, che nel 2002 si sono recate in
quella zona e ancora non hanno avviato i lavori, non hanno potuto osservare che
all'interno dell'area marina antistante i tre comuni stato riscontrato mercurio nel mare
(tutto ci ha portato anche all'arresto di almeno 25 persone che lavorano nella zona
industriale). Successivamente, dopo qualche mese, all'interno della rete idrica del
comune di Priolo stata riscontrata una forte presenza di benzene. A tutt'oggi - ed
passato almeno un anno - siamo in attesa di valutare cosa si debba fare, mentre la gente
12
continua a bere acqua al benzene - che, come lei sapr, un alto ricostituente per i
tumori - e continua ad ammalarsi.
Credo vi sia una inaccettabile inezia da parte di chi deve verificare e intervenire. Io
ritengo che lei, signor sottosegretario, sapr individuare mezzi e tempi idonei per
un'azione efficace ed immediata.
http://leg13.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed417/s030r.htm


Allegato A
Seduta n. 417 del 3/2/2004
(Sezione 2 - Interventi per il risanamento ambientale dell'area industriale di Priolo-
Melilli-Augusta-Floridia-Solarino-Siracusa)
B) Interrogazioni
GIUSEPPE GIANNI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per
sapere - premesso che:
da oltre dieci anni l'area di Priolo-Melilli-Augusta-Floridia-Solarino-Siracusa stata
riconosciuta area ad alto rischio ambientale;
per la suddetta zona stato formulato un piano di risanamento ambientale, finanziato
anche dal Governo con una prima tranche di cento miliardi di vecchie lire, piano che
tuttavia non mai stato avviato;
l'ambiente continua ad essere inquinato con grave nocumento per la salute di coloro che
abitano e lavorano in quell'area -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno nominare un commissario straordinario,
affinch si proceda rapidamente ad avviare i lavori per il risanamento ambientale di
quella zona industriale.
(3-00804)
(18 marzo 2002)
GIUSEPPE GIANNI. - Ai Ministri dell'ambiente e tutela del territorio e dell'economia e
delle finanze. - Per sapere - premesso che:
da oltre dieci anni l'area di Priolo-Melilli-Augusta-Floridia-Solarino-Siracusa stata
riconosciuta area ad alto rischio ambientale;
per la suddetta zona stato formulato un piano di risanamento ambientale, fermo da
almeno nove anni, finanziato anche dal Governo con una prima tranche di cento miliardi
di vecchie lire, per l'attuazione del quale il ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio ha nominato un prefetto-commissario;
l'avvio del piano di risanamento ambientale legato all'accredito delle relative somme
disponibili nel bilancio della Regione siciliana -:
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno intervenire affinch vengano al pi
presto accreditati alle casse della prefettura gli stanziamenti messi a disposizione dalla
regione, per dare rapidamente attuazione al risanamento ambientale di quella zona
13
industriale che da anni continua ad essere inquinata, con grave nocumento per la salute
di coloro che abitano e lavorano in quell'area.
(3-00943)
(9 maggio 2002)

MEREU e GIUSEPPE GIANNI. - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e
della salute. - Per sapere - premesso che:
da oltre dieci anni l'area industriale di Priolo-Melilli-Augusta-Floridia-Solarino-Siracusa
stata riconosciuta area ad alto rischio ambientale;
per la suddetta area stato formulato un piano di risanamento, fermo da almeno nove
anni, finanziato anche dal Governo con una prima trance di cento miliardi di vecchie
lire;
l'ambiente continua ad essere inquinato con grave nocumento per la salute di coloro che
abitano e lavorano in quella zona;
infatti, nei comuni del triangolo industriale Priolo-Augusta-Melilli si registrata un'alta
percentuale di malformazioni congenite e mortalit per tumori, nonch di patologie
legate alla presenza di sostanze inquinanti nell'atmosfera e nell'acqua dei medesimi
comuni;
gi negli anni ottanta fu aperto un processo per inquinamento atmosferico della zona e fu
dimostrato che la mortalit per cancro nel triangolo industriale sfiorava il 33 per cento e
che la percentuale dei nati malformati in quell'area era di gran lunga superiore alla soglia
di allarme stabilita dall'Organizzazione mondiale della sanit -:
a che punto sia il piano di risanamento ambientale della suddetta zona industriale;
se non sia opportuno nominare un commissario straordinario per procedere pi
rapidamente nei lavori di risanamento e consentire lo sviluppo economico ed
occupazionale dell'area;
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dell'alta percentuale di malformazioni
congenite, di mortalit per tumori e di altre patologie che si sono registrate negli ultimi
anni nel triangolo industriale e, pi in generale, in tutta la provincia di Siracusa;
se non ritengano opportuno lo stanziamento delle risorse finanziarie necessarie alla
costruzione nella provincia di un ospedale per la prevenzione, diagnosi, cura e
riabilitazione dei tumori e delle patologie inerenti la zona industriale.
(3-01442)
(8 ottobre 2002)
http://leg13.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed417/s030r.htm

AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI
Resoconto stenografico
INDAGINE CONOSCITIVA

14
Seduta di marted 12 dicembre 2006

La seduta comincia alle 10,35.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicit dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicit dei lavori della
seduta odierna sar assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Cos rimane stabilito).
Audizione di rappresentanti di organismi tecnici specializzati della regione
siciliana.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla
valutazione delle conseguenze ambientali provocate dall'inquinamento urbano, dallo
smaltimento dei rifiuti e dalle aree ad alto rischio, l'audizione di rappresentanti di
organismi tecnici specializzati della regione siciliana.
Scopo dell'indagine conoscitiva quello di acquisire i dati esistenti in merito alle varie
forme di nocivit connesse agli inquinamenti ambientali (di natura atmosferica,
smaltimento dei rifiuti, aree ad alto rischio).
Oggi ascoltiamo il dottor Cuspilici - lo ringraziamo per essere venuto in Commissione -,
che ci fornir le informazioni sullo stato dell'arte, sia rispetto alla situazione dei rischi
ambientali e sanitari, sia rispetto alla situazione dei piani di risanamento per quanto
riguarda le aree a rischio della Sicilia, con particolare attenzione all'area di Gela.
Per rendere efficace il nostro lavoro e per permettere un'interlocuzione con i colleghi,
pregherei il dottor Cuspilici di concentrare le informazioni che egli ritiene centrali dal
punto di vista dell'audizione in un quarto d'ora, in maniera tale che i colleghi possano
intervenire con richieste di chiarimento.
Aggiungo, dottor Cuspilici, che tutto il materiale che lei ci fornir, indipendentemente da
quello che esporr nella seduta odierna, sar messo a disposizione dei parlamentari della
Commissione. Ne terremo, ovviamente, adeguato conto nella predisposizione del
documento finale, che sar l'atto conclusivo di questa indagine conoscitiva.
Cedo ora la parola al dottor Cuspilici.
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
Sono il responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale
della regione siciliana.
Innanzitutto, cos' un'area a rischio? Sappiamo benissimo che si tratta di territori in cui
ci sono alterazioni dell'ambiente tali da determinare la necessit di intervenire con
immediatezza (o cos dovrebbe essere).
Per quanto riguarda la Sicilia, negli anni Novanta, dopo opportuni studi ed
approfondimenti, le zone di Siracusa, Floridia, Priolo, Melilli, Augusta e Solarino,
15
nonch le zone di Gela, Butera e Niscemi furono dichiarate zone ad elevato rischio di
crisi ambientale. Ci, in riferimento all'articolo 7 della legge n. 349 del 1986, che la
legge istitutiva del Ministero dell'ambiente.
Nel 1995, stato pubblicato un volume piuttosto corposo che contiene due piani di
risanamento, uno per Gela, l'altro per Siracusa. Con l'andare del tempo, venne pubblicata
la norma delega, il decreto legislativo n. 112 del 1998, che prevede il trasferimento delle
competenze, in caso di dichiarazione di area a rischio, dallo Stato alla regione.
Noi avevamo una terza zona, la zona del Mela (quella di Milazzo, in provincia di
Messina), altrettanto danneggiata dall'industrializzazione selvaggia e dall'elevata
concentrazione antropica. Dopo un opportuno studio, svolto in precedenza dal Ministero
dell'ambiente e condiviso poi dalla regione siciliana, nel 2002 intervenne la
dichiarazione di area ad elevato rischio di crisi ambientale.
A differenza delle zone di Priolo e di Gela, in questo caso solo adesso si sta avviando la
stesura del piano di risanamento. Riguardo al comprensorio del Mela, la regione siciliana
ha approntato 12 miliardi di lire per avviare, appunto, il risanamento. Per quanto
concerne lo stato dell'arte della stesura del piano di risanamento, vi sono delle linee-
guida messe a punto da una struttura dell'amministrazione regionale, la commissione
provinciale per la tutela dell'ambiente, alla quale partecipano la provincia, i comuni e,
con alcuni rappresentanti, l'universit. Questa struttura ha messo a punto, come dicevo,
le cosiddette linee-guida, che non sono nient'altro che la fotografia della realt attuale,
quindi il censimento di tutti gli insediamenti produttivi. Si cercato anche di evidenziare
gli eventuali danni arrecati da tali insediamenti e di assicurare un aggiornamento del
sistema di monitoraggio ambientale, per quanto riguarda le immissioni.
Quanto ai piani di risanamento di Siracusa e Gela, nel 1995 furono trasferiti alla regione
siciliana 100 miliardi per Siracusa e 40 miliardi per Gela. Questa era una
prima tranche di finanziamenti, che doveva essere completata, successivamente, da
ulteriori fondi. Le somme ovviamente erano destinate agli interventi dei piani di
risanamento per quanto riguarda la parte pubblica, in quanto, come abbiamo detto
all'inizio, i piani prevedevano interventi sugli impianti...
PRESIDENTE. Le chiedo scusa se la interrompo, ma vorrei sfruttare al meglio la sua
presenza in Commissione. Senza dubbio siamo interessati ai piani di risanamento, ma
l'indagine conoscitiva prevede, come aspetto prioritario, una fotografia dello stato
dell'arte, dal punto di vista delle conseguenze sull'ambiente e sulla salute dei cittadini.
Rispetto a tale argomento, dunque, i piani di risanamento vengono dopo, sebbene ci
interessino, perch ovviamente, come Commissione parlamentare, siamo interessati a
capire quali sono le risposte alle problematiche sollevate.
In primo luogo, sarebbe utile per noi avere un quadro conoscitivo, per quanto di vostra
conoscenza, della situazione delle aree dal punto di vista ambientale e sanitario; in
seguito, possiamo parlare dei piani di risanamento. Diversamente, finiremmo per
concentrarci su questo argomento, senza avere gli elementi di base.
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
Gli elementi di base sono i dati raccolti sul territorio dalle strutture che vi operano. In
Sicilia, abbiamo l'agenzia regionale per l'ambiente, che ha cominciato la sua attivit da
16
cinque anni e ha raccolto dei dati. Le rilevazioni in base alle quali si arrivati ai piani di
risanamento sono oramai piuttosto datate, in quanto risalgono al 1993 circa.
Per quanto riguarda, invece, l'area di Milazzo, abbiamo dati ambientali...
PRESIDENTE. Non sono state condotte indagini epidemiologiche pi di recente?
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
Indagini epidemiologiche dal punto di vista sanitario esistono.
PRESIDENTE. Partiamo da quelle, allora, in quanto l'indagine conoscitiva che stiamo
svolgendo riguarda la valutazione delle conseguenze ambientali e sanitarie provocate
dall'inquinamento urbano, dallo smaltimento dei rifiuti e dalle aree ad alto rischio.
Partiamo da quei dati, e poi veniamo ai piani di risanamento.
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
Benissimo.
Uno dei problemi pi grossi che si presentato, nel momento in cui ho ricevuto
l'incarico, stato quello di trovarmi di fronte - l'anno scorso, a dicembre - ad indagini
epidemiologiche di diverso tipo, che rappresentavano la fotografia della situazione
sanitaria dei tre territori e che, ovviamente, mettevano in luce dati di incremento di
malattie broncopolmonari e affezioni tumorali in tali siti. Uno di questi Biancavilla,
che non stata dichiarata area ad elevato rischio ambientale in quanto si tratta di un sito
particolare, collegato alla presenza di una cava, nella quale c' un anfibolo dell'amianto.
Pertanto, si tratta di un evento naturale.
Questo studio epidemiologico, recentissimo - del 2005 -, arriva alla conclusione che
necessario sviluppare ulteriori indagini. La verit che le indagini portate avanti fino ad
ora in campo sanitario fotografano la situazione sanitaria, ovvero la situazione dello stato
di salute della popolazione. Manca, tuttavia, un nesso tra situazione sanitaria e situazione
ambientale.
Pertanto, l'ufficio speciale, trovandosi di fronte a questi studi, che nascevano
dall'osservatorio epidemiologico - preposto ufficialmente a svolgere queste indagini - o
dai registri tumori istituiti in Sicilia, aveva necessit di dati certi. Ovviamente,
l'organismo migliore cui rivolgersi a livello internazionale l'Organizzazione mondiale
della sanit, con la quale abbiamo pertanto sviluppato un rapporto, tuttora in atto.
Questo, ovviamente, non avulso dalla realt locale, nel senso che gli studi finora svolti
sono utilizzati, ma verranno validati con le metodologie internazionali. Verranno
valorizzate le strutture e le attivit del territorio e, in seguito, su questo verr costruita la
fase successiva. Le stesse strutture ospedaliere e quelle dei medici di base sono state
coinvolte in questa attivit. L'aspetto importante che i dati ambientali verranno
collegati con quelli sanitari, cosa che non era mai stata fatta.
Il secondo aspetto che vorrei sottolineare che verranno coinvolte le strutture locali.
Oltre a ci, una delle conclusioni alle quali si arrivati immediatamente che, allo stato
attuale, sui tre siti non esistono strutture fisse che si occupino di coordinare l'attivit
sanitaria e quella ambientale. Si tratta di strutture che, con l'Organizzazione mondiale
17
della sanit, abbiamo pensato di attivare e di sviluppare come presidi di prevenzione
dell'inquinamento e delle malattie ad esso collegate. Di queste strutture far ovviamente
parte l'ufficio speciale, ma soprattutto l'ARPA e strutture dell'osservatorio
epidemiologico. Si tratta di strutture che, pur richiedendo piccoli investimenti, sono
fondamentali per avviare la fase di prevenzione, alla quale necessario mirare.
Ci sono poi i centri tumori e i centri di eccellenza, che sono da collegare a questa
struttura, ma essi dovranno essere coinvolti in fasi alle quali dobbiamo arrivare sempre
meno. Questo per quanto riguarda la vicenda sanitaria.
Per quanto concerne la vicenda ambientale...
PRESIDENTE. I tempi quali sono? E la convenzione?
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
La convenzione, lo ripeto, utilizzer il passato, quindi stiamo valorizzando ed
utilizzando i dati in nostro possesso per l'indagine epidemiologica. Questa, per, deve
essere, oltre che retrospettiva - azione messa in atto fino a oggi -, anche prospettica.
Il mio contratto dura due anni ed ho potuto sviluppare un rapporto con l'Organizzazione
mondiale della sanit, appunto, di due anni. Ovviamente, sarebbe opportuno che questo
tipo di rapporto fosse portato avanti dal mio eventuale successore.
Dal punto di vista ambientale, un altro aspetto importante, presente su tutti e tre i siti,
costituito dalle alterazioni della qualit dell'aria. Al riguardo, la situazione non
certamente eccellente. Peraltro, abbiamo delle strutture di monitoraggio particolarmente
vetuste. Si pensato, anche in questo caso, di affiancare all'ufficio speciale una nuova
struttura. Abbiamo ottenuto la collaborazione del CCR di Ispra, centro di ricerca della
Comunit europea. Il dottor De Santi stato particolarmente contento di offrircela,
anche per l'abbinamento con l'Organizzazione mondiale della sanit. Per questo motivo,
proprio in questi giorni stiamo instaurando un rapporto anche con la regione Lombardia,
che ha attivato anch'essa una collaborazione con il CCR.
Quali sono i problemi pi urgenti? Innanzitutto, predisporre il piano di risanamento per
quanto riguarda la zona di Milazzo; le linee-guida ci rivelano la qualit complessiva
dell'ambiente, con tutte le matrici, aria, acqua e suolo. Per Siracusa e Gela, abbiamo una
situazione diversa, in quanto i piani di risanamento risalgono al 1995, dunque
necessario aggiornarli. Per questo motivo, si sviluppato un rapporto con l'Universit di
Catania, precisamente con una sua struttura, denominata CUTGANA, che permette di
intervenire in maniera complessiva sul territorio.
Per quanto riguarda il problema del monitoraggio ambientale, come dicevo, abbiamo tre
reti di rilevamento che sono abbastanza superate. Tuttavia, di fatto, su tutte le matrici
avevamo delle schede dei vecchi piani di risanamento, che riguardavano aria, acqua e
suolo, che non sono state mai sviluppate. Non si mai attuato nessuno degli interventi
previsti. A questo punto, si pensato di andare oltre il singolo monitoraggio e di creare
una struttura che abbia la gestione totale dell'ambiente e che fornisca i dati sia agli enti
locali, sia all'ARPA, sia alla Protezione civile.
Il problema delle aree a rischio un problema non solo di inquinamento, ma anche di
concentrazione di insediamenti pericolosi. Per questo motivo, si sono assemblate le
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schede del piano di risanamento e si sviluppato un sistema, in un unico centro di
raccolta dati. Se volete, posso preparare un cd per raccogliere tutti questi dati, visto che
si tratta di una grossa quantit di carte.
Ci siamo resi conto che, fra le cose che non hanno funzionato dei piani di risanamento,
vi era la scarsa partecipazione delle popolazioni, dei portatori di interessi nel territorio.
Inoltre, avevamo una scarsa priorit rispetto ai finanziamenti europei. Nessuno aveva
mai pensato di iscrivere la regione siciliana in Agenda 21; l'abbiamo fatto, ed abbiamo
indetto un bando per la sua attivazione o per portare avanti, nel caso in cui qualche
comune l'avesse fatto, le procedure di Agenda 21. Un motivo di grossa soddisfazione
che, su sedici comuni, ben quindici hanno partecipato al bando ed hanno gi avuto i
finanziamenti. Questo avvenuto grazie alla partecipazione democratica alla gestione
del piano stesso.
Quanto alle somme che abbiamo messo a disposizione per le tre aree, ovviamente
abbiamo cercato delle priorit anche nell'ambito dei finanziamenti europei. In questo
momento, si sta cercando di inserirsi negli obiettivi del POR 2007-2013, proprio per le
aree ad elevato rischio di crisi ambientale.
Un altro problema del risanamento ambientale, presidente, chiama in causa le prefetture.
Le prefetture si sono viste trasferire una parte delle somme nel 2000, anno in cui sono
stati nominati commissari i prefetti, ed hanno sviluppato delle attivit delle quali siamo
poco a conoscenza.
Come ufficio speciale, avendo la responsabilit della realizzazione del piano, abbiamo
preso contatto con le prefetture e, soprattutto con quella di Siracusa, stiamo sviluppando
un rapporto di collaborazione e di supporto dal punto di vista tecnico. Loro, cio,
raccolgono le progettazioni dagli enti locali e le trasferiscono all'ufficio speciale per il
parere. Questa la situazione complessiva.
Un'altra necessit impellente riguarda il problema dell'inquinamento atmosferico, di cui
abbiamo gi parlato. Si sono attivati dei piani di prevenzione dell'inquinamento
atmosferico, collegando le emissioni degli impianti industriali alle immissioni
nell'ambiente. Ovviamente, negli stessi piani di azione si prevede la razionalizzazione e
il potenziamento delle reti provinciali.
Per quanto concerne Siracusa e Milazzo, abbiamo gi decretato. Per quanto riguarda,
invece, Caltanissetta, siamo in via di attivazione, dopo qualche problema di
collegamenti.
Relativamente alle risorse rimaste sul bilancio regionale per le aree a rischio, sono
indicate nel documento. Di seguito, sono indicate le spese che abbiamo sostenuto per
attivare i piani di cui abbiamo parlato.
Signor Presidente, poich sarebbe piuttosto complicato inviare questi file per e-mail,
trattandosi di file molto pesanti, realizzer un cd che vi invier per posta ordinaria.
PRESIDENTE. L'indagine proseguir anche nei primi mesi dell'anno prossimo, quindi
abbiamo il tempo per recepire il suo contributo.
Do ora la parola ai colleghi che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Credo che sia stata molto utile
l'esposizione del professor Cuspilici, e per questo lo ringrazio.
A mio avviso, si deve intanto partire dai dati emersi dallo studio svolto dall'osservatorio
19
epidemiologico della regione siciliana, che indica e registra dati statistici che, per quel
che mi dato di sapere, sono molto inquietanti e preoccupanti. Leggiamo, infatti, che dal
1991 al 2002 si sono verificati 520 casi di bambini malformati - parlo della realt di Gela
-, soprattutto agli arti, all'apparato digerente e ai genitali. Si tratta di 520 casi su 13060
nati, il doppio rispetto ai dati regionali e nazionali. Anche il numero delle malattie renali,
cardiovascolari, respiratorie e tumorali supera la media nazionale; il numero delle
malattie agli organi genitali risulta superiore del 250 per cento rispetto alla media
nazionale, e cos via.
Se questi dati vengono confermati dal professor Cuspilici...
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
il nostro organismo tecnico ad averli rilevati.
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. L'elemento su cui il lavoro della
Commissione, anche nelle prossime settimane, dovr soffermarsi il seguente: quali
sono i risultati delle attivit del piano di risanamento - attivo da undici anni, cio dal
1995 - in questi anni? Giustamente, il professor Cuspilici sottolinea che quel piano
assolutamente inattuale, dunque va modificato, attualizzato e aggiornato in maniera
sostanziale. L'azione che riguarda noi, ma anche le istituzioni locali e la regione
siciliana, quella di verificare come sono state spese le risorse che lo Stato aveva
approntato per questo scopo.
Sappiamo che alcuni obiettivi del piano - il monitoraggio, gli studi epidemiologici, le
iniziative volte alle bonifiche, e via dicendo - sono stati attivati soltanto dai privati e,
stando a quello che ho capito (e chiedo conferma), soltanto in minima parte dalle parti
pubbliche. Si riscontra, infatti, una sostanziale inattivit delle parti pubbliche fino al
2005, fino a quando non partito l'ufficio che si occupa del piano. Sarebbe quindi utile
sapere se le risorse spese sono state utilizzate in coerenza con gli obiettivi del piano o, al
contrario, come purtroppo ritengo di dover affermare, se i fondi sono stati spesi per
attivit che non hanno nulla a che vedere con quegli obiettivi prioritari. Ci al fine di
comprendere se sia opportuno e necessario effettuare una verifica, anche con la
prefettura.
Abbiamo qui una parte dei dati a disposizione, ma altri dati, relativi a quanto stato
detto, rientrano invece nelle competenze delle prefetture, in maniera particolare di quelle
di Siracusa e Caltanissetta.
importante capire, a questo punto, qual il ruolo degli enti locali. Non v' dubbio che,
riguardo ad obiettivi cos importanti, il coinvolgimento degli enti locali fondamentale,
ma sappiamo che fino al 2000 essi sono stati inattivi, costringendo il Governo di allora
ad un'iniziativa di commissariamento. Il commissariamento si rese necessario proprio
per l'inazione da parte degli enti locali. Quanto agli interventi che sono stati realizzati
fino al 2005 e che sono a conoscenza del professor Cuspilici, vorrei sapere se egli ritiene
che siano stati coerenti con gli obiettivi prioritari del piano e se, quindi, lo stato di
ritardo, anche grave, che viene riscontrato si debba imputare agli enti locali.
Le affermazioni che sono state fatte mi sembrano particolarmente significative. Le
strutture di monitoraggio attualmente vengono considerate vetuste, dunque in gran parte
inefficaci per un monitoraggio puntuale, che riguardi anche lo stato e le alterazioni della
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qualit dell'aria, dell'acqua, e via dicendo. Peraltro, mi pare di poter dire che, dal punto
di vista dei presidi sanitari, la situazione non adeguata. Se il professor Cuspilici in
grado di dare una risposta a tali quesiti, probabilmente la Commissione potr avere delle
indicazioni o degli indirizzi per poter continuare la sua opera.
AURELIO SALVATORE MISITI. Anch'io ringrazio il dottor Cuspilici per i dati che ci
ha illustrato. Vorrei porre una domanda relativa alle considerazioni che ci hanno portato
a deliberare questa indagine conoscitiva: quali sono le conseguenze sull'ambiente che
possono determinare anche degli effetti sulla salute?
Il dottor Cuspilici ha affermato che, al riguardo, non vi sono informazioni...
PRESIDENTE. Le informazioni non sono validate, pertanto, loro chiedono all'OMS di
validarle.
AURELIO SALVATORE MISITI. Questo l'aspetto finale. Tuttavia, sulla parte
iniziale, quella relativa alle conseguenze sull'ambiente, non sulla salute, i dati
dovrebbero essere pi a portata di mano. A parte qualche considerazione, il professor
Cuspilici ha parlato dell'esistenza di dati, che per non ci ha illustrato. Il legame tra
questi dati e la situazione che si determinata a livello ambientale, nell'aria, nell'acqua e
nel suolo, non emerso dalla sua esposizione.
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
A questo punto, una precisazione doverosa. Sono responsabile dell'ufficio speciale per
gli interventi del piano. Di questo, dunque, possiamo parlare, e della pianificazione
futura.
AURELIO SALVATORE MISITI. Cosa significa interventi del piano?
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
Interventi per la realizzazione del disinquinamento e del risanamento.
Per quanto riguarda la situazione ambientale, i dati ve li possiamo fornire, come regione
siciliana, tramite il nostro ente preposto al monitoraggio e allo studio dell'ambiente,
l'ARPA. E non mancheremo di fornirli.
AURELIO SALVATORE MISITI. Quei dati ci interessano, perch ci permettono di
vedere gli effetti...
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
Tra l'altro, annualmente l'ARPA propone una pubblicazione dei dati.
AURELIO SALVATORE MISITI. bene che ce li forniate, altrimenti i dati relativi alla
salute rimangono disgiunti.
21
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
Tra l'altro, i dati sulla salute che ho presentato rappresentano il motivo per il quale, come
ufficio speciale, ho avuto la responsabilit di avviare l'indagine epidemiologica con
l'Organizzazione mondiale della sanit.
AURELIO SALVATORE MISITI. Dunque, ci fornirete tutti i dati.
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
Per quanto riguarda la realizzazione degli interventi, possiamo rispondere in modo
parziale, in quanto le prefetture hanno una contabilit speciale e non devono
rendicontare alla regione siciliana.
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Lei sa quali sono gli interventi che sono
stati realizzati dalle prefetture oppure no?
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
Attualmente non ho dati ufficiali.
PRESIDENTE. Dottor Cuspilici, comprendiamo benissimo la condizione in cui si trova,
tanto pi che ha ricevuto l'incarico solo nel dicembre scorso. Pertanto, aspettiamo di
ricevere i dati che lei ci fornir e la preghiamo, se possibile, di verificare la situazione
degli interventi che dovrebbero essere gi stati messi in atto, la cui utilit appare, a
tutt'oggi, dubbia.
Non una situazione che riguarda solo la Sicilia, ma in questo caso, essendosi la regione
dotata di un'organizzazione autonoma, la verifica si resa pi cogente. Non possiamo
non rimarcare che, a decenni di distanza dall'individuazione di aree ad alto rischio e
dallo stanziamento di fondi - seppur, come sappiamo, insufficienti per affrontare la
gravit della situazione -, ci troviamo ancora di fronte ad un quadro conoscitivo carente e
non a regime. Lo dimostra il fatto che lei afferma la necessit di ammodernare le
strutture di monitoraggio e di integrare la rete di monitoraggio ambientale con la
valutazione delle conseguenze anche dal punto di vista della salute.
un'azione giusta, quella che lei sta intraprendendo; onestamente, quello che appare ,
come minimo, un notevole ritardo rispetto all'individuazione di aree ad alto rischio, per
le quali sarebbe stata opportuna, sia sotto il profilo conoscitivo, sia sul fronte degli
interventi, una continuit di azione. Lo ripeto, un bene che sia stato istituito
l'organismo ad hoc da lei diretto, ma la situazione mi pare ancora ad uno stadio
primitivo.
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Signor presidente, mi permetta di
esprimere una considerazione, solo come traccia e per riferire alla Commissione le mie
valutazioni.
Dalle notizie in mio possesso risulta che, rispetto alle priorit fissate dal piano di
risanamento - che riguardano, ovviamente, l'individuazione della qualit dell'aria, le
22
alterazioni esistenti nella qualit dell'acqua, le iniziative da assumere per modificare i
processi produttivi e diminuire i carichi ambientali, e via elencando -, in realt molti
interventi sono stati assolutamente incoerenti. Mi risulta, ad esempio, che siano state
realizzate alcune fogne urbane nella citt di Gela, nell'ambito degli interventi del piano
di risanamento. Mi risulta, altres, che siano stati effettuati interventi, coordinati dalla
prefettura, per discariche di rifiuti solidi urbani nella citt di Bufera.
Quando parlo di interventi incoerenti, mi riferisco a questo.
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
Presidente, non parlo in qualit di direttore dell'ufficio speciale, ma semplicemente come
persona che ha seguito il risanamento ambientale siciliano e nazionale. Mi permetto di
dire che il problema del risanamento ambientale nazionale consiste nel fatto che noi
abbiamo avuto due fasi di sviluppo: una fase di indirizzo, dettata dai comitati di
coordinamento, e una fase di realizzazione, affidata agli enti locali. Ora, questa
separazione fra chi decide e chi deve fare ha portato a tale risultato.
Io ho qualche marcia in pi perch decido ed ho la possibilit di spendere. Lo dico fuori
dalla mia veste ufficiale.
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Fino al dicembre 2006, per, lei ha detto di
non avere nessuna possibilit di intervento, n di conoscenza, sulle risorse delle
prefetture?
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
No, perch vi era il regime di commissariamento.
PRESIDENTE. Grazie, professor Cuspilici. La nostra idea quella di fare un lavoro
serio, utilizzando al meglio tutti i contributi conoscitivi, da parte sia delle istituzioni
centrali che del territorio. Sentiremo, all'inizio dell'anno prossimo, anche
l'Organizzazione mondiale della sanit, per sapere il quadro generale delle conoscenze
che ha acquisito nel corso di questi anni sui temi di nostro interesse. Ovviamente, se avr
ulteriori informazioni - rispetto ai dati che, come ci ha gi detto, ci far avere -, la
invitiamo a trasmetterle alla Commissione, poich nostra intenzione fornire al
Parlamento e al paese un quadro conoscitivo per orientare le scelte da compiere e per
valutare quanto stato fatto finora.
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
Se ho ben capito, devo fornirvi i piani di risanamento del 1995, le linee-guida per quanto
riguarda Milazzo (che rappresenta una situazione a parte), i dati ambientali che mi far
carico di recuperare dall'ARPA, nonch i dati sanitari che recuperer dall'osservatorio
epidemiologico.
AURELIO SALVATORE MISITI. Vorrei capire - non so se chiedo la stessa cosa che ha
gi domandato il presidente - sulla base di quali studi e di quali risultati ambientali
23
stato deciso il piano di risanamento. Altrimenti, non mi spiego perch ci sia un piano di
risanamento di quel tipo.
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
Inizialmente, le procedure per la dichiarazione di area a rischio erano le seguenti: si
faceva la raccolta dei dati sul territorio e si verificava la situazione di alterazione delle
matrici ambientali. I piani di risanamento sono stati realizzati su questa base. Inoltre, una
volta che venivano raccolti i dati ambientali - parlo degli anni Novanta -, si svolgevano
delle riunioni con gli enti locali per definire le priorit.
AURELIO SALVATORE MISITI. Quindi, adesso state attuando un piano basato su
quelle notizie?
ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato
rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana.
No, stiamo attuando un piano aggiornato, non su quelle notizie. Abbiamo dei dati
dell'osservatorio epidemiologico che ci dicono che c' una situazione disastrosa, per cui
necessaria un'indagine epidemiologica. I dati ARPA ci dicono che il monitoraggio, per
quanto riguarda l'ambiente, non dei migliori, per cui noi potenziamo le strutture che
esistono sul territorio.
PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Cuspilici per il suo contributo e dichiaro conclusa
l'audizione.
La seduta termina alle 11,10.
http://www.camera.it/_dati/leg15/lavori/stencomm/08/indag/valutazione/2006/1212/s010
.htm

Quaranta milioni spesi dalla Regione
per le bonifiche industriali mai fatte
Soldi stanziati per le aree a rischio, da Milazzo a Priolo Gargallo, ma senza obbligo di
rendicontazione: e gli appalti sono finiti nel nulla


di ALESSANDRA ZINITI


Almeno un terzo dei fondi, gi stanziati, impegnati ed erogati, se ne sono
andati per il mantenimento delle strutture commissariali, per pagare gli
straordinari del personale, i compensi dei tanti esperti scomodati, gli studi
commissionati, i progetti, persino la pubblicazione di bandi di gara poi mai
espletati. Quel che certo che con gli oltre 40 milioni di euro erogati dalla
Regione negli ultimi vent'anni per la bonifica delle aree industriali a rischio, da
24
quella di Augusta-Priolo-Melilli a quella di Gela e, per ultimo, al comprensorio
di Milazzo-San Filippo del Mela, tutto stato fatto tranne quello che doveva
essere fatto: nessun intervento sostanziale, niente di quello che dal 1990
esperti e commissioni di Unione europea, ministero per l'Ambiente, Regione
pur hanno individuato e messo per iscritto in decine di relazioni. Non un
sistema di monitoraggio permanente degli indicatori di rischio nelle aree
industriali, non la messa in sicurezza di impianti che - come in tanti
denunciano da anni - lavorano inquinando l'ambiente in zone della Sicilia
dove l'incidenza delle patologie tumorali vertiginosamente in aumento.
Il giallo dei 40 milioni di euro erogati senza alcun obbligo di rendicontazione,
mai spesi per le finalit per le quali erano stati impegnati e finiti chiss dove
tutto nelle carte agli atti dell'Ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di
crisi ambientale diretto da Antonino Cuspilici. Ufficio speciale istituito alla
scadenza delle strutture commissariali che per 15 anni avrebbero dovuto
gestire la bonifica delle aree industriali di Siracusa e Caltanissetta dichiarate
aree a rischio nel 1990.


E' una storia lunga pi di vent'anni quella del mancato risanamento delle zone
che gravitano attorno a petrolchimici, raffinerie e centrali elettriche che ancora
oggi lavorano con le torce che sfiatano 24 ore su 24 inondando i territori di
fumi e residui di lavorazione, con le cosiddette bolle di raffineria e soprattutto
senza centraline che rilevino sistematicamente i livelli di inquinamento cos
come disposto dalla rigida disciplina europea che in Sicilia viene
sistematicamente violata senza alcun intervento della magistratura. Nel 1990,
dunque, lo stanziamento per gli interventi di bonifica su Siracusa e Gela, dopo
la dichiarazione di aree a rischio, di 100 miliardi di vecchie lire. Nel 1995
viene redatto il piano di risanamento con il trasferimento dei fondi dal
ministero dell'Ambiente alla Regione ma nulla si muove. Il governo decide
dunque di creare delle strutture commissariali affidandone la guida ai prefetti
di Siracusa e Caltanissetta.


Le strutture non producono nulla, in termini di interventi, ma costano: ben 40
milioni di euro vengono erogati, poco pi di 30 milioni a Siracusa, il resto a
Gela. Ma mentre del previsto "potenziamento delle strutture di controllo
ambientale" e di interventi nelle zone a rischio non c' traccia, cifre a sei e
nove zero vengono impegnate alle voci "straordinario personale" e "compenso
esperti": pi di due milioni e mezzo di euro in un anno, tra il 2000 e il 2001
solo nel Siracusano. Un altro milione di euro viene "girato" ai comuni
interessati, Priolo, Augusta, Melilli, pi di venti milioni di euro sono impegnati
per generiche "esigenze finanziarie per intervento nella provincia di Siracusa".
Non va meglio alla struttura commissariale di Caltanissetta che impegna pi di
8 milioni di euro per l'appalto di opere (mai realizzate) per le quali sono gi
state definite progettazioni esecutive, per anticipazioni di somme per indagini,
studi e progettazioni. Un milione e 220 mila euro se ne vanno per la
pubblicazione e l'aggiornamento del piano di risanamento, per gli oneri previsti
25
per il funzionamento della struttura commissariale, oltre 430 mila euro in
spese di pubblicit di bandi di gara e progettazione.


Nell'ottobre 2002 viene dichiarata area a rischio anche il comprensorio del Mela
e la Regione stanzia sette milioni di euro. Venticinquemila euro se ne vanno
subito per la pubblicazione di un bando di gara che poi viene revocato, 273
mila euro sono impegnati per la gestione 2003-2004 della rete di monitoraggio
degli inquinanti atmosferici dell'area a rischio e 3 milioni e seicentomila euro
per un appalto a base d'asta per l'affidamento dell'incarico per la creazione di
un sistema informativo territoriale.


Vent'anni dopo, le dichiarazioni di aree a rischio a Siracusa e Gela, reiterate
per 15 anni, il massimo previsto dalla legge, sono decadute, nessuno sa come
sono stati spesi quei soldi e dove sono finiti e soprattutto in nessuna dei
territori a forte rischio ambientale stata realizzata neanche una rete di
monitoraggio che permetta ai cittadini di quei territori di sapere se e quanto
veleno respirano ogni giorno.
(03 novembre 2012)

LEGGI / Gela, inchiesta sui bimbi malformati

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/11/03/news/quaranta_milioni_spesi_dalla_regi
one_per_le_bonifiche_industriali_mai_fatte-45847365/



C.5/00646 con decreto del Presidente della Repubblica 17 gennaio 1995 stato
approvato il Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della
provincia di Siracusa-Sicilia...


Interrogazione a risposta in commissione 5-00646presentato da AMODDIO Sofia PD testo
di Mercoled 17 luglio 2013, seduta n. 55


AMODDIO.
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare,
al Ministro per la coesione territoriale .
Per sapere
premesso che:

con decreto del Presidente della Repubblica 17 gennaio 1995 stato approvato il Piano
di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Siracusa-Sicilia
Orientale;

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1998;426
26
la legge 9 dicembre 1998, n. 426, Nuovi interventi in campo ambientale, all'articolo 1
disciplinava la realizzazione di interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati,
anche al fine di consentire il concorso pubblico;

l'articolo 1, comma 4, della citata legge 9 dicembre 1998, n. 426, ha individuato tra i siti di
bonifica di interesse nazionale quello di Priolo;

il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, 10 gennaio
2000, ha approvato il perimetro provvisorio del sito di bonifica di interesse nazionale di
Priolo, e quello del 10 marzo 2006, ha esteso il perimetro del medesimo sito;

il SIN di Priolo si sviluppa su una superficie di circa 5.815 ettari a terra e circa 10.068
ettari a mare, comprensivi delle aree portuali di Siracusa ed Augusta e la parte a terra
include aree private per un totale di circa 1.700 ettari e aree pubbliche per circa 1.300
ettari;

il SIN di Priolo ubicato nel territorio dei comuni di Augusta, Priolo Gargallo, Melilli e
Siracusa, gi dichiarati Area di elevato rischio di crisi ambientale nell'anno 1990;

all'interno del perimetro del SIN sono inclusi: un polo industriale costituito da grandi
insediamenti produttivi, prevalentemente raffinerie, stabilimenti petrolchimici, centrali di
produzione di energia elettrica e cementerie; l'area marina antistante comprensiva delle
aree portuali di Augusta e Siracusa; numerose discariche di rifiuti anche pericolosi; lo
stabilimento ex eternit di Siracusa (dove si producevano manufatti in cemento-amianto); le
aree umide (Saline di Priolo e Augusta);

con il decreto ministeriale 18 settembre 2001, n. 468, recante Programma nazionale di
bonifica e ripristino dei siti inquinati furono assegnate al sito di bonifica di interesse
nazionale di Priolo risorse pari euro 23.653.725,97;
la direttiva 2000/60/CE recepita dal decreto legislativo n. 152 del 2006, ha lo scopo di
ottenere la graduale riduzione delle emissioni di sostanze pericolose nelle acque per
raggiungere l'obiettivo finale di eliminare le sostanze pericolose prioritarie e contribuire a
raggiungere valori vicini a quelli del fondo naturale per le concentrazioni in ambiente
marino di sostanze presenti in natura;
l'articolo 252-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, relativo ai Siti di preminente
interesse pubblico per la riconversione industriale, disciplina le modalit di intervento in
aree contaminate dove attuare programmi ed interventi di riconversione industriale e di
sviluppo economico-produttivo;
il comma 3, lettera e), del citato articolo 252-bis prevede, quali azioni idonee a
compensare il danno ambientale, il miglioramento della sostenibilit ambientale degli
impianti esistenti sotto il profilo del miglioramento tecnologico produttivo e
dell'implementazione dell'efficacia dei sistemi di depurazione e abbattimento delle
emissioni;
con l'articolo 28 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti per lo
sviluppo economico, la semplificazione, la competitivit, la stabilizzazione della finanza
pubblica e la perequazione tributaria), convertito, con modificazioni, dalla legge del 6
agosto 2008, n. 133, stata prevista l'istituzione dell'Istituto superiore per la protezione e
la ricerca ambientale (ISPRA), con l'attribuzione delle funzioni dell'Agenzia per la
protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) e dell'Istituto centrale per la ricerca
scientifica e tecnologica applicata al mare (ICRAM);
l'ISPRA un ente pubblico scientifico di ricerca non economico vigilato dal Ministero
27
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che fornisce supporto al Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed alle pubbliche amministrazioni;
con il decreto ministeriale 28 novembre 2006, n. 308, si preveduto di affidare ad ICRAM
(ora ISPRA), attraverso specifica convenzione, il compito di definire le modalit di
caratterizzazione ai fini della bonifica dei siti di interesse nazionale;
il decreto n. 308 del 2006 all'articolo 2 prevede che l'individuazione dei soggetti
beneficiari nonch le modalit, le condizioni e i termini per l'erogazione dei finanziamenti
previsti dal Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale, sono regolamentati
mediante il ricorso agli accordi di programma da sottoscrivere fra lo Stato, le regioni e gli
enti locali territorialmente competenti;
l'articolo 5 del suddetto decreto prevede che mediante accordi di programma tra il
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione interessata e
l'ISPRA la possibilit, per tutti i siti di bonifica di interesse nazionale, di attribuire ad
ISPRA, con le risorse assegnate al singolo sito, l'esecuzione della caratterizzazione e la
predisposizione dei progetti preliminari di bonifica;
l'ISPRA ha eseguito la caratterizzazione del sito;
i dati dell'inquinamento ambientale del SIN di Priolo ricavati dalle caratterizzazioni
eseguite dall'ISPRA hanno rilevato elevati livelli di contaminazione:
nei suoli: metalli pesanti (arsenico, cromo, mercurio con concentrazioni anche di oltre
1.000 volte il valore limite, zinco, rame, e altro); idrocarburi (con concentrazioni anche di
oltre 300 volte il valore limite); composti aromatici (benzene con concentrazioni anche di
oltre 500 volte il valore limite); IPA (indenopirene con concentrazioni anche di 28 volte il
valore limite); composti alifatici clorurati cancerogeni e non (1,2-dicloropropano con
concentrazioni anche di 250 volte il valore limite, 1,2 dicloroetano con concentrazioni
anche di 200 volte il valore limite, cloruro di vinile con concentrazioni anche di 40 volte il
valore limite); diossine (con concentrazioni anche di oltre 20 volte il valore limite);
nella falda: metalli pesanti (arsenico con concentrazioni anche di oltre 130 volte il valore
limite); mercurio con concentrazioni anche di oltre 50 volte il valore limite, cromo, piombo,
antimonio, selenio, nitriti, zinco, e altro); composti aromatici (benzene con concentrazioni
anche di 200.000 volte il valore limite, toluene con concentrazioni anche di oltre 1.600
volte il valore limite); alifatici clorurati cancerogeni e non (cloruro di vinile con
concentrazioni anche di oltre 24.000 volte il valore limite, tricloroetilene con concentrazioni
anche di 2.000 volte il valore limite, tetracloroetilene con concentrazioni anche di oltre
2.500 volte il valore limite, esaclorobutadiene con concentrazioni anche di oltre 440.000
volte il valore limite, 1,1,2,2-tetracloroetano con concentrazioni anche di 7.000 volte il
valore limite); alifatici alogenati cancerogeni (dibromoclorometano con concentrazioni
anche di oltre 130 volte il valore limite); clorobenzeni (esaclorobenzene con concentrazioni
anche di oltre 30.000 volte il valore limite); idrocarburi totali (con concentrazione anche di
oltre 800 volte il valore limite);
nell'area marina: contaminazione dei sedimenti, principalmente da mercurio, idrocarburi
C>12 ed esaclorobenzene (HCB), e del biota, con concentrazioni di mercurio determinate
nei tessuti di pesci e mitili superiori ai limiti normativi fissati per il consumo alimentare, con
conseguente rischio di tipo sanitario;
nell'area SIN in una ampia fascia di terreno, compresa tra la vecchia linea di costa e
quella attuale, costituita da terreno di riporto e materiali di diversa natura (ceneri di pirite,
laterizi, mattoni forati, elementi lapidei, suoli con forti odori di idrocarburi) che di fatto
costituisce una discarica di rifiuti di natura eterogenea, come evidenziato dalla Conferenza
di servizi decisoria del 16 febbraio 2007 del Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare;
nel mese di novembre 2008 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare (MATTM), il Ministero dello sviluppo economico (MiSE), il Ministero delle
28
infrastrutture e dei trasporti (MIT), il commissario delegato per l'emergenza bonifiche e la
tutela delle acque della regione siciliana, la regione Siciliana, la provincia di Siracusa, il
comune di Siracusa, il comune di Priolo Gargallo, il comune di Augusta, il comune di
Melilli, l'autorit portuale di Augusta e il consorzio della provincia di Siracusa per la zona
sud dell'area di sviluppo industriale della Sicilia orientale sottoscrivevano l'accordo di
programma finalizzato alla bonifica e riqualificazione ambientale del sito di Priolo al fine di
favorire lo sviluppo del tessuto produttivo che insiste sul territorio del sito di interesse
nazionale e la realizzazione dell'hub portuale di Augusta e segnatamente: 1) messa in
sicurezza e bonifica delle acque di falda; 2) bonifica dei suoli e delle falde delle aree
pubbliche; 3) bonifica degli arenili e dei sedimenti delle aree portuali e marino costiere; 4)
messa in sicurezza e bonifica dei suoli e delle falde delle aree private, in sostituzione e in
danno dei soggetti obbligati inadempienti;
il citato accordo di programma stato integrato nel mese di marzo 2009;
l'area industriale della provincia di Siracusa stato oggetto di altri accordi quadro:
a) accordo di programma quadro per l'attuazione del Progetto di risanamento delle aree
contaminate finalizzato allo sviluppo sostenibile nel sito di interesse nazionale di Priolo
sottoscritto in data 11 giugno 2004 tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio
e del mare, la regione Siciliana, il vice commissario delegato per l'emergenza rifiuti e tutela
delle acque e il Ministero dell'economia e delle finanze per avviare la realizzazione degli
interventi di bonifica e risanamento ambientale nelle aree: dell'ex stabilimento Eternit
siciliana spa di Siracusa; della rada di Augusta; della penisola Magnisi; del porto grande di
Siracusa; delle discariche pubbliche; Accordo di programma per la Riqualificazione e la
reindustrializzazione del polo petrolchimico di Priolo, sottoscritto in data 21 dicembre
2005 che aveva come obiettivi: la riqualificazione del polo petrolchimico di Priolo-Melilli-
Augusta al fine di assicurare l'attrattivit e la competitivit del territorio; la
reindustrializzazione dell'area industriale, attraverso interventi per il consolidamento delle
attivit produttive esistenti e per promuovere la nascita di nuove imprese che impieghino le
produzioni e le infrastrutture, i servizi e le utility presenti nell'area industriale;
b) 1o atto integrativo all'accordo di programma quadro per l'attuazione del Progetto di
risanamento delle aree contaminate finalizzato allo sviluppo sostenibile nel sito di
interesse nazionale di Priolo sottoscritto in data 23 dicembre 2005 tra il Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione Siciliana, il vice
commissario delegato per l'emergenza rifiuti e tutela delle acque e il Ministero
dell'economia e delle finanze, concernente modifiche ed integrazioni di alcuni interventi
con relativa rimodulazione finanziaria alla luce di quanto emerso dalle attivit di indagine
e progettazione svolte nella prima fase di attuazione dell'APQ sottoscritto nel 2004;
c) 2o atto integrativo all'accordo di programma quadro per l'attuazione del Progetto di
risanamento delle aree contaminate finalizzato allo sviluppo sostenibile nel sito di
interesse nazionale di Priolo sottoscritto in data 7 aprile 2006 tra il Ministero dell'ambiente
e della tutela del territorio e del mare, la regione siciliana, il vice commissario delegato per
l'emergenza rifiuti e tutela delle acque e il Ministero dell'economia e delle finanze;
nell'accordo di programma del 2008 era previsto:
a) che risultava improcrastinabile definire un percorso certo delle attivit di messa in
sicurezza dell'intero sito;
b) che l'ammontare complessivo delle attivit di bonifica era stimato in euro
774.500.000,00, di cui: euro 194.000.000,00 per gli interventi di messa in sicurezza e
bonifica della falda; euro 454.000.000,00 per le attivit di bonifica all'interno della Rada di
Augusta; euro 41.500.000,00 per la bonifica dell'area marina esterna alla Rada e
antistante il sito industriale di Priolo; euro 78.500.000,00 per gli interventi da realizzare
sull'area del porto di Siracusa; euro 2.000.000,00 per interventi di riqualificazione
ambientale della struttura demaniale ex-Lazzaretto; euro 2.000.000,00 per attivit di
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valutazione epidemiologica; euro 2.500.000,00 per attivit di monitoraggio e controllo;
c) che le risorse disponibili ammontavano a complessivi euro 106.800.000,00 di cui: euro
50.000.000,00 a valere sui fondi assegnati al Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare con la delibera CIPE del 22 marzo 2006, n. 1; euro 50.000.000,00 a
valere sulla programmazione unitaria 2007/2013 della regione siciliana; euro 6.800.000,00
rinvenienti dai ribassi d'asta rispetto alle assegnazioni di cui all'APQ dell'11 giugno 2004 e
del Io atto integrativo del 23 dicembre 2005;
d) che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti si impegnava a mettere a disposizione
risorse finanziarie pari a euro 50.000.000,00, a valere sulle risorse di cui titolare
nell'ambito della programmazione unitaria 2007/2013, priorit 6 del QSN Reti e servizi
per la mobilit;
e) che la regione siciliana si impegnava a mettere a disposizione risorse finanziarie pari a
euro 224.000.000,00 a valere sulle risorse afferenti la programmazione unitaria
2007/2013;
f) quale soggetto responsabile dell'accordo, il direttore generale della direzione per la
qualit della vita del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al quale
era attribuito il coordinamento e la vigilanza sull'attuazione delle attivit e degli interventi
indicati nel Programma degli Interventi;
il progetto di bonifica della Rada nella versione aggiornata al giugno 2008, ed approvata
in conferenza di servizi del 7 ottobre 2008, secondo la sentenza del TAR di Catania n.
2117/2012 depositata l'11 settembre 2012 appare illegittimo perch:
a) bonifica della Rada mediante attivit di dragaggio dei sedimenti contaminati:
l'amministrazione non ha svolto alcuna attivit di indagine per individuare gli interventi
effettivamente necessari alla rimozione dell'inquinamento accertato;
il progetto ICRAM non stato preceduto da alcuna analisi di rischio sito-specifica che,
consentendo di valutare i rischi effettivi per la salute umana derivanti dall'accertato
inquinamento da mercurio, esaclorobenzene ed in parte da idrocarburi, avrebbe consentito
una pi adeguata individuazione degli obiettivi della bonifica; stato invece acclarato che
non sono esattamente identificate le modalit di conduzione degli interventi (vale a dire le
metodologie), per le quali non sono valutabili, quindi, l'efficacia e l'efficienza; peraltro, non
sono individuate e stimate le possibili conseguenze sulle componenti ambientali, per cui
non sono valutabili i suoi effetti;
a) il progetto riporta solo una illustrazione generale delle tecniche utilizzabili per la
rimozione dei sedimenti e conseguentemente non spiega le ragioni della soluzione
prescelta, n identifica delle possibili alternative anche in funzione della minimizzazione
dell'impatto ambientale;
b) non risulta possibile valutare la sostenibilit in termini di costi/benefci e tempi del
progetto, poich in esso non vengono stimati in maniera adeguata n i costi sommari
necessari per l'intervento... n i tempi richiesti sia per il completamento delliter progettuale
che per la sua esecuzione;
c) alla data delle operazioni peritali non risultavano eseguiti i test di trattabilit sui
sedimenti, per i quali erano stati individuati solo gli obiettivi da perseguire, nonch in
maniera generica le modalit di indagine che si intendeva applicare;
d) invero, a seguito della fase di caratterizzazione dei sedimenti svolta da ICRAM e della
riscontrata contaminazione, l'Amministrazione avrebbe dovuto valutare da un lato gli
effettivi rischi per la salute umana connessi alla presenza di inquinanti nelle matrici
ambientali, calcolare i valori di intervento e valutare la fattibilit delle opere,
approfondendo gli effetti del dragaggio sulle componenti ambientali;
e) la carenza di istruttoria evidente anche per quanto riguarda l'analisi dei principali
problemi indotti dalle operazioni di dragaggio, quale lo smaltimento delle acque di risulta
dalle operazioni di trattamento dei sedimenti ovvero gli eventuali interventi di ripristino e
30
miglioramento ambientale;
f) inoltre, proprio per la mancata effettuazione di un analisi di rischio sito specifica, non
appare ragionevole la previsione che l'intervento debba interessare anche le aree meno
contaminate della Rada, atteso che date le dimensioni della Rada stessa sarebbe pi
ragionevole limitare gli interventi alle sole zone pi contaminate;
g) quanto al progetto di realizzazione delle casse di colmata, la consulenza tecnica pone
in evidenza la mancata individuazione della modalit di esecuzione delle vasche, nonch
la non coerenza con il progetto di bonifica dei sedimenti, come aggiornato nel luglio 2008,
poich essendo prevista in quest'ultimo la drastica riduzione dei sedimenti da dragare,
anche il progetto relativo alle casse di colmata avrebbe dovuto essere adeguato di
conseguenza, in modo da considerare il minor volume di sedimento da riversare nelle
vasche;
h) il vizio di carenza di istruttoria risulta confermato altres dalle dichiarazioni, contenute
nella memoria depositata dall'avvocatura il 10 ottobre 2011, di dover ancora formulare, in
via definitiva, la scelta circa gli interventi da attuare per la bonifica della Rada (Ora, nella
fattispecie, evidente che la scelta finale dell'intervento pi opportuno dovr essere
valutata caso per caso e modulata in funzione della qualit e quantit dei volumi di
sedimento contaminati, del regime idrodinamico della Rada, della morfologia dei fondali...
pag. 8);
i) in conclusione sul punto, la scelta dell'amministrazione in ordine alle modalit e tecniche
da utilizzare per la bonifica dei fondali della Rada non supportata da adeguata istruttoria
e motivazione a fronte del rischio di una dispersione incontrollata di sedimenti contaminati,
che potrebbe essere determinata dall'attivit di dragaggio e potrebbe vanificare l'opera di
risanamento; specie a fronte degli studi prodotti delle societ a sostegno delle obiezioni
sollevate circa i presupposti della bonifica e le modalit dell'intervento;
la sentenza sopra citata annulla le prescrizioni relative alla bonifica della Rada mediante
attivit di dragaggio dei sedimenti contaminati;
Barrieramento fisico della falda lungo la linea di costa per il contenimento delle acque di
falda:
per avere l'autorit prescritto una misura la cui realizzabilit stata affermata in assenza
di qualsivoglia indagine tecnica che ne dimostri l'idoneit al conseguimento dello scopo,
nonch la compatibilit dal punto di vista idrogeologico; adeguata istruttoria e motivazione
erano tanto pi necessarie se si considera che le societ presenti sulla rada hanno
rappresentato di avere realizzato, o di avere in corso di realizzazione, i progetti di
contenimento delle acque di falda cos come approvati dal MATTM, e fondati
prevalentemente su un barrieramento di tipo idraulico, anche se non esclusivamente
(Syndial ha realizzato un barrieramento fisico lato mare per 4 km circa);
l'opera sarebbe quasi impossibile da realizzare in alcune zone (a nord del Vallone della
Neve), dove la presenza di rilevanti spessori di materiale litoide renderebbe impossibile
l'immorsamento della barriera, non rinvenendosi un substrato impermeabile neppure a
profondit superiori a 180 metri, sicch la barriera fisica non darebbe garanzia di arginare
la falda inquinata impedendone il trasferimento in mare, e potrebbe creare problemi di
carattere idrogeologico;
la circostanza che gli elaborati esaminati non consentissero di accertare
l'efficacia/efficienza della barriera idraulica, non giustificava l'adozione di una misura
cos impattante come il barrieramento fisico, ma comportava la necessit di approfondire
in via istruttoria la tenuta della barriera idraulica e gli effetti delle alternative, comparando
le diverse tecnologie applicabili e valutando i costi ed i benefci ambientali attesi, prima di
prendere una decisione;
quanto sopra anche in considerazione che il marginamento fisico un intervento molto
invasivo, che determina modifiche permanenti al naturale flusso ed andamento della falda
31
e che rende di fatto impossibile il ripristino delle condizioni originarie naturali dell'acquifero
anche una volta raggiunti gli obiettivi di bonifica;
allo stato, la prescrizione sull'obbligo di realizzare un contenimento fisico della falda
inquinata si rivelata illegittima, in quanto non supportata da alcuna motivazione tecnica o
da alcun accertamento istruttorio;
la provincia di Siracusa oltre ad avere subito rilevanti ed accertati fenomeni di
inquinamento delle falde, delle aree a terra e dell'area mariana oggetto di ulteriori
altrettanto rilevanti fenomeni di inquinamento dell'aria ed in tal senso l'interrogante ha
depositato un'interrogazione scritta ancora non esitata;
nello stato di attuazione del piano d'azione della coesione datato marzo 2013 il Ministro
per la coesione territoriale affermato che:
a) per le bonifiche del sito di interesse nazionale PRIOLO la regione ha assicurato che
sono in corso di individuazione gli interventi per il sito di Priolo con l'estensione di iniziative
all'intera area di Augusta con ulteriori risorse (60 milioni a disposizione della struttura
commissariale che vanno ad aggiungersi ai 50 previsti);
b) per le bonifiche non pervenuta documentazione utile all'avvio dell'istruttoria per la
stipula dell'APQ;
il fabbisogno complessivo per le bonifiche del SIN di Priolo ammonta a euro
774.500.000,00, di cui:
euro 194.000.000,00 per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica della falda;
euro 454.000.000,00 per le attivit di bonifica all'interno della Rada di Augusta;
euro 41.500.000,00 per la bonifica dell'area marina esterna alla Rada e antistante il sito
industriale di Priolo;
euro 78.500.000,00 per gli interventi da realizzare sull'area del porto di Siracusa;
euro 2.000.000,00 per interventi di riqualificazione ambientale della struttura demaniale
ex-Lazzaretto;
euro 2.000.000,00 per attivit di valutazione epidemiologica;
euro 2.500.000,00 per attivit di monitoraggio e controllo;
nel 2008 le risorse economiche per eseguire gli interventi sopra descritti, ammontavano a
complessivi euro 106.800.000,00 (derivanti dal II atto integrativo all'Accordo di programma
quadro sottoscritto in data 7 aprile 2006), di cui euro 50.000.000,00 della regione siciliana
che aveva mantenuto il vincolo della disponibilit finanziaria pari a euro 50.000.000,00
originariamente imputata al POR 2000/2006 misura 1.15. ed euro 50.000.000,00 a
valere sui fondi assegnati al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare
con la delibera CIPE del 22 marzo 2006, n. 1 a valere sulla programmazione unitaria
2007/2013 della regione siciliana ed euro 6.800.000,00 rinvenenti dai ribassi d'asta
rispetto alle assegnazioni di cui all'APQ dell'11 giugno 2004 e del I Atto integrativo del 23
dicembre 2005;
nell'accordo di programma la realizzazione delle bonifiche era suddiviso in due fasi;
gli interventi indicati nell'accordo di programma con fase 1 erano immediatamente
attivabili in quanto disponevano della necessaria copertura finanziaria e dovevano essere
realizzati entro 4 anni dalla data di sottoscrizione dell'accordo;
gli interventi indicati nell'accordo di programma con fase 2 non erano immediatamente
attivabili in quanto non disponevano della necessaria copertura finanziaria;
nell'accordo di programma era previsto che il Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare, programmazione unitaria 2007/2013 si impegnava a rendere
disponibili risorse per euro 224.000.000,00, la Regione Siciliana mediante la
programmazione unitaria 2007/2013 euro 224.000.000,00 e le ulteriori risorse mediante le
transazioni con soggetti privati presenti nel sito per euro 219.700.000,00;
nell'accordo di programma il Responsabile dell'Accordo era individuato nel direttore
generale della direzione per la qualit della vita del Ministero dell'ambiente e della tutela
32
del territorio e del mare al quale era attribuito il coordinamento e la vigilanza sull'attuazione
delle attivit e degli interventi indicati nel programma degli interventi;
nella Delibera del 3 agosto 2012 n. 87 del CIPE avente ad oggetto il Fondo per lo
sviluppo e la coesione (FSC). Programmazione regionale delle residue risorse del FSC a
favore del settore ambiente per la manutenzione straordinaria del territorio, sono previste
risorse per euro 50.000,00;
da quanto sopra esposto di tutta evidenzia che:
a) al di l della mera sottoscrizione degli accordi di programma, allo stato la progettazione
e l'esecuzione della bonifica del sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo ben lungi
dall'essere stata avviata per quanto di competenza delle amministrazioni pubbliche;
b) l'istruttoria della progettazione della bonifica dell'area marina e di quella antistante era
inadeguata sotto il profilo istruttorio;
c) nonostante gli impegni presi dai Ministeri e dall'amministrazione regionale nell'accordo
di programma del 2008, non sono state previste ulteriori risorse per realizzare la bonifica
del sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo;
d) nonostante fosse stato previsto nell'accordo di programma del 2008
l'improcrastinabilit di definire un percorso certo delle attivit di messa in sicurezza
dell'intero sito, ad oggi il percorso risulta tutt'altro che definito;
e) l'emergenza ambientale del sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo un fatto
acclarato che incide non solo e soprattutto sulla salute dei cittadini che vivono nell'area
citata ed in quella circostante, ma anche sull'economia atteso che non stato avviato
nessun percorso reale di riconversione industriale e che qualsivoglia investimento sul
territorio risulta precluso dalla mancata esecuzione della bonifica;
f) ad oggi le bonifiche sembrano ancora una chimera;
g) l'inerzia delle istituzioni ha trasformato l'emergenza ambientale in emergenza sanitaria;

h) allo stato i procedimenti di bonifica delle aree inquinate hanno provocato numerosi
contenziosi penali e amministrativi, molti dei quali tuttora in corso;
i fenomeni di emergenza ambientale non sono diminuiti e nel corrente anno il 18 aprile
2013 stata registrata a mare una vasta chiazza rosso scuro causata da liquido rossastro
che fuoriusciva copiosamente da un pozzetto industriale di ispezione; un'altra gravissima
emergenza mare rosso, si ebbe a Priolo nel gennaio 2003 che fin sotto inchiesta della
magistratura;
in data 1o giugno 2013 il quotidiano regionale La Sicilia ha riportato che Legambiente
ha presentato un esposto per la mancata bonifica di due aree che, insistono nel sito di
bonifica di interesse nazionale e che non sono state bonificate;
in data 20 giugno 2013 il quotidiano regionale La Sicilia ha riportato che la procura
della Repubblica di Siracusa ha disposto il sequestro di due aree site nel sito di bonifica di
interesse nazionale per 30 ettari per la presenza di cenere di pirite incustodita e che
secondo quanto previsto nell'accordo di programma dovevano essere bonificate per
eliminare proprio la citata sostanza;
in data 2 luglio 2013 il quotidiano regionale La Sicilia ha riportato l'esistenza di tre filoni
di inchiesta sull'inquinamento del petrolchimico ed aventi ad oggetto le bonifiche della area
sito di bonifica di interesse nazionale;
in data 28 giugno 2003 il quotidiano regionale La Sicilia ha riportato che stato
presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Siracusa per accertare le
responsabilit e per capire come mai del piano di bonifica non sembra esserci traccia;
nell'articolo di giornale anche affermato che sar la magistratura a fare luce sul buco
nero che sembra aver inghiottito cento miliardi stanziati dalla regione e dallo Stato;
nell'ultimo mese sono intervenuti sulla questione delle bonifiche del sito di bonifica di
interesse nazionale Priolo tutti i soggetti sociali (Sindacati Confindustria) ed istituzionali
33
(enti locali, presidente della regione siciliano) chiedendo un immediato intervento del
Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare :
se sia a conoscenza della problematica esposta e quali immediati interventi intenda
adottare in relazione a quanto rappresentato in premessa;
se e quando sia stata disposta una verifica dello stato di attuazione dell'accordo di
programma del 2008 e quali siano stati gli elementi di verifica forniti dal responsabile
dell'attuazione dell'accordo di programma del 2008;
se e come siano state utilizzate le risorse disponibili ammontanti a euro 106.800.000,00;
se e quali interventi di bonifica siano stati eseguiti tra quelli previsti nell'accordo di
programma del 2008;
se il progetto di bonifica della Rada di Augusta sia stato riformulato eliminando le
illegittimit statuite dal TAR di Catania n. 2117/12 depositata l'11 settembre 2012;
se sia intenzione del Ministro interrogato disporre un'ispezione amministrativa per i fatti
riportati dal quotidiano La Sicilia ed oggetto di accertamento della procura della
Repubblica di Siracusa specie per il presunto buco nero delle somme a disposizione del
Ministero per la realizzazione delle bonifiche;
se dal marzo 2013 ad oggi il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare
abbia trasmesso al Ministro per la coesione territoriale la documentazione utile richiesta
per la stipula dell'APQ;
se sia intenzione dei Ministri interrogati impegnare i rispettivi Ministeri e le amministrazioni
locali a rilanciare i programmi di bonifica del sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo
in grave ritardo, garantendo una forte concentrazione delle risorse per realizzare dopo
oltre 18 anni dalla dichiarazione di area a rischio ambientale: la bonifica e la
riqualificazione ambientale del sito di Priolo al fine di favorire lo sviluppo del tessuto
produttivo che insiste sul territorio del SIN e la realizzazione dell'hub portuale di Augusta; il
Progetto di risanamento delle aree contaminate finalizzato allo sviluppo sostenibile nel
sito di interesse nazionale di Priolo; la Riqualificazione e la reindustrializzazione del polo
petrolchimico di Priolo, perch si realizzi: la riqualificazione del polo petrolchimico di
Priolo-Melilli-Augusta al fine di assicurare l'attrattivit e la competitivit del territorio; la
reindustrializzazione dell'area industriale, attraverso interventi per il consolidamento delle
attivit produttive esistenti e per promuovere la nascita di nuove imprese che impieghino le
produzioni e le infrastrutture, i servizi e le Utilities presenti nell'area industriale;
se si intenda valutare l'opportunit di costituire un tavolo permanente fra Ministeri
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero per la coesione territoriale,
il Ministero dello sviluppo economico, la regione siciliana, l'autorit portuale di Augusta e le
istituzioni locali del SIN di Priolo per assicurare la riqualificazione economica dei siti
industriali contaminati la cui valorizzazione risulta strategica sia per la tutela dell'ambiente,
della salute e per l'economia nazionale. (5-00646)

http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/10996
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Marted 17 settembre 2013 nell'allegato al bollettino in
Commissione VIII (Ambiente) 5-00646

Con riferimento alle problematiche ambientali relative al Sito di Interesse Nazionale di
Priolo, di cui all'interrogazione n. 5-00646 presentata dall'On.le Amoddio, utile
premettere che la caratterizzazione di molte aree ha coinvolto Aziende private ed Autorit
competenti in una intensa attivit che ha inevitabilmente prolungato le fasi iniziali dell'iter
di bonifica. Infatti, mentre l'ISPRA ha realizzato la caratterizzazione dell'area marina della
34
Rada di Augusta, delle aree umide Saline di Priolo, di Augusta e di Siracusa, tutte le
elaborazioni finalizzate alla bonifica delle aree ricadenti all'interno del SIN di Priolo, invece,
sono state realizzate da parte di Aziende proprietarie e/o conduttrici, ciascuna per le aree
di propria competenza.
Il rischio sanitario connesso alla contaminazione nell'area marina ed al consumo
alimentare dei pesci e di mitili non stato considerato rilevante, come si evince anche
dalla perizia del CTU nominato dal Tribunale Amministrativo regionale di Catania del 16
febbraio 2009.
In merito alle fasce di terreno, dove sono stati abbancati materiali di riporto di varia
natura, oggi qualificabili come rifiuti, si precisa che:
1. su tali aree insistono strutture industriali attive (edifici e impianti);
2. la loro rimozione, pertanto, comporterebbe la sospensione di tutte le attivit industriali
presenti e lo smantellamento delle sopra citate strutture con costi elevatissimi a fronte di
un'elevata complessit tecnica.
Riguardo al Progetto di bonifica dei fondali della Rada di Augusta, si precisa che:
1. la caratterizzazione della Rada, eseguita dall'ICRAM (oggi ISPRA), su indicazione
dell'amministrazione ha permesso di distinguere le varie classi di pericolosit dei sedimenti
presenti sul fondale;
2. il primo Progetto di bonifica dei sedimenti della Rada di Augusta stato approvato dalla
Conferenza di Servizi decisoria del 20 dicembre 2007, a seguito della la fase di
caratterizzazione disposta da questo Ministero, che preveda la rimozione di 18.000.000 di
mc;
3. il secondo Progetto di bonifica dei sedimenti della Rada di Augusta stato approvato
dalla Conferenza di Servizi decisoria del 7 ottobre 2008, a seguito della 2a fase di
caratterizzazione di dettaglio disposta sempre da questo Ministero, con una nuova
volumetria di sedimenti da rimuovere pari a 13.300.000;
4. l'Analisi di Rischio non stata elaborata in quanto non esiste ad oggi un Protocollo
operativo ufficiale per la matrice sedimenti marini;
5. questa Amministrazione ha messo a disposizione del perito tecnico d'ufficio nominato
dal Tribunale amministrativo di Catania tutti i dati tecnici relativi alle 2 fasi di
caratterizzazione;
6. la perizia del CTU ha disposto la rimozione dei soli sedimenti pericolosi per una
volumetria pari a 1.000.000 mc e, pertanto, questa Amministrazione sta elaborando
un'ulteriore revisione del Progetto di bonifica sulla proposta di dragare e rimuovere solo i
sedimenti definiti pericolosi.
La richiesta di marginamento fisico era conseguenza del fatto che gli interventi realizzati
dalle Aziende private e protrattisi nel tempo non avevano mostrato una riduzione sensibile
della contaminazione.
Relativamente alla mancanza di un chiaro e programmato percorso di riconversione
industriale, la Conferenza di Servizi decisoria del 25 agosto 2007 ha approvato il Progetto
di bonifica dei suoli per aree industriali dismesse per circa 185 ettari e a tutt'oggi risulta
che non stato riconvertito alla produzione industriale alcuno dei suddetti 185 ettari.
In ordine alla verifica dello stato di attuazione dell'Accordo di programma del 2008, si
evidenzia che, cos come previsto dall'articolo 7 del decreto ministeriale n. 468/2001, il
Commissario Delegato per l'emergenza bonifiche e tutela delle acque della Regione Sicilia
predispone, con cadenza annuale, il monitoraggio finanziario delle risorse stanziate a
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favore del SIN di Priolo con indicazione degli interventi finanziati, dei relativi impegni e
delle spese sostenute. Tale monitoraggio, verificato dal Ministero dell'ambiente ed stato
aggiornato al 31 dicembre 2012.
Rispetto, poi, alle risorse disponibili ammontanti a euro 106.800.000,00, si precisa che:
1. ai sensi dell'articolo 6 dell'Accordo di Programma del 7 novembre 2008 sono state
sottoscritte specifiche Convenzioni con i soggetti attuatori di cui all'articolo 4 dell'Accordo
medesimo;
2. ad oggi sono stati impegnati euro 3.000.000 in quanto tutte le attivit sono relative alla
esclusiva fase progettuale.
Al fine di fornire un dettagliato quadro dello stato di attuazione degli interventi di bonifica,
a disposizione dell'interrogante e della Commissione la tabella allegata, riepilogativa
degli interventi previsti dall'Accordo in parola, redatta dalla Regione Sicilia ed aggiornata a
luglio 2013, con l'indicazione del costo realizzato, dei pagamenti e delle economie per
singolo intervento.
In merito agli interventi di bonifica previsti nell'Accordo di programma del 2008, si
proceduto:
1. alla caratterizzazione delle acque di falda lungo la fascia degli arenili;
2. allo studio di fattibilit MISE e la bonifica della falda acquifera, approvato dalla
Conferenza di Servizi decisoria del 25 ottobre 2011;
3. alla Progettazione del 1o stralcio funzionale e messa in sicurezza e bonifica della falda
acquifera con barrieramento antistante le aree industriali prospicienti la Rada di Augusta,
approvato con Decreto in data 11 novembre 2011;
4. alla caratterizzazione dell'area marina antistante l'area industriale di Priolo;
5. alla caratterizzazione delle Saline di Augusta.
La realizzazione del progetto di messa in sicurezza e bonifica della falda acquifera, di cui
al sopra citato punto 3, approvato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela e del Mare gi
dal 25 ottobre 2011, non stata avviata dal Soggetto attuatore, Commissario delegato per
l'emergenza bonifiche e acque della regione Siciliana, anche in seguito ai ricorsi presentati
dalle Aziende private interessate dalle opere previste nel Progetto medesimo.
Lo stesso Commissario ha in corso la revisione del suddetto Progetto per adeguare il
costo alle risorse disponibili.
Al fine di fornire un dettagliato quadro dello stato di attuazione degli interventi di bonifica,
si trasmette in allegato una tabella riepilogativa degli interventi previsti dall'Accordo in
parola, redatta dalla Regione Siciliana ed aggiornata a luglio 2013, con l'indicazione del
costo realizzato, dei pagamenti e delle economie per singolo intervento.
In merito, poi, alla trasmissione al Ministro per la Coesione Territoriale della
documentazione utile per la stipula dell'APQ, per l'utilizzo delle risorse di cui alla Delibera
CIPE n. 87 del 3 agosto 2012 (euro 50.000.000,00), si rappresenta che la Regione con
nota del 12 giugno 2013 ha proposto di finanziare prioritariamente il Progetto Definitivo
degli Interventi di Messa in sicurezza e bonifica della falda all'interno della Rada di
Augusta. Allo stato, il Ministero dell'Ambiente in attesa di acquisire da parte della
Regione Siciliana una nuova proposta di Accordo di Programma Quadro, riformulata alla
luce delle osservazioni avanzate dal Ministero dell'ambiente e dal Ministero dello Sviluppo
Economico.
Da ultimo, in merito al protrarsi dei tempi previsti per la bonifica ed il rilancio industriale
del SIN di Priolo, si precisa che dalla data di perimetrazione del S.I.N. sono stati approvati
n. 17 Progetti di Bonifica di suoli ed acque di falda per un'estensione complessiva di oltre
1.000 ettari. Le Aziende nel corso degli anni si sono opposte per vie legali alle richieste
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formulate dal Ministero dell'Ambiente, rallentando di conseguenza le attivit di bonifica
delle aree di propria pertinenza e dell'intero S.I.N..
In merito ai ritardi nelle attivit di bonifica, si precisa che tutti gli atti di questa
Amministrazione sono stati oggetto di impugnazione da parte dei Soggetti privati dinanzi al
tribunale amministrativo regionale che, in molti casi con sospensiva, ha comportato
l'apertura di un nuovo procedimento, rallentando ulteriormente l'iter procedurale.

http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/34362

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