DELIBERA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 30 NOVEMBRE 1990
IL MINISTERO DELLAMBIENTE DICHIARAZIONE DI DUE AREE AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE NELLA SICILIA ORIENTALE VISTO l'art. 7 della legge 8 Luglio 1986 n. 349 e l'art. 6 della legge 28 Agosto 1989 n. 305; VISTA la richiesta della Regione Sicilia del 25 Maggio 1988, con la quale si evidenzia l'esigenza della dichiarazione di aree ad elevato rischio di crisi ambientale degli ambiti territoriali interessati dal polo chimico siciliano, in particolare per la fascia della Sicilia sud-orientale; CONSIDERATO che, come risultante della documentazione allegata alla richiesta della Regione Sicilia, le aree in oggetto sono interessate dalla presenza di un notevole numero di industrie caratterizzate dalla emissione di notevoli quantit di inquinanti, e che le stesse abbisognano di consumi di risorse idriche estremamente rilevanti che riducono le gi scarse disponibilit di acqua per gli altri usi; CONSIDERATO che dalla documentazione tecnica presentata dalla Regione Sicilia si evidenzia come l'area in oggetto sia esposta ad un continuo rilascio di sostanze aeriformi di origine industriale e che le autorit locali hanno pi volte segnalato, nel passato, gravi fenomeni di inquinamento atmosferico, con notevoli disagi alle popolazioni locali; CONSIDERATO che, come segnalato alla Regione Sicilia, sono state notate molteplici morie di pesci nelle zone costiere delle aree di cui sopra; CONSIDERATO che, come risultante dalla documentazione presentata, la situazione delle risorse idriche dellarea estremamente deteriorata e le necessit di approvvigionamento idrico degli insediamenti industriali, urbani ed agricoli hanno portato all'esaurimento delle falde superficiali e ad un forte emungimento delle falde profonde; CONSIDERATO che le aree ove sono avvertibili gli effetti del degrado ambientale indotto dalle attivit industriali comprendono nella Provincia di Siracusa i territori dei comuni di Priolo, Melilli, Augusta, Siracusa, Solarino e Floridia mentre nella Provincia di Caltanisetta riguardano il Comune di Gela, Niscemi e Butera;
CONSIDERATO che le zone sopracitate risentono pi direttamente delle ricadute degli inquinanti atmosferici, o della movimentazione e stoccaggio dei 2 materiali di alimentazione e di risulta dei processi produttivi nonch della depurazione dei reflui. CONSIDERATO che in funzione del suddetto rilevante abbassamento delle falde sono in atto una serie di modificazioni geomorfologiche del suolo, nei suoi stati profondi, con l'imminente pericolo di una forte permeazione delle suddette falde da parte dell'acqua di mare; CONSIDERATO che, come segnalato dalla documentazione tecnica elaborata dalla Regione Sicilia, la produzione di rifiuti tossici e nocivi, da parte delle Aziende del polo industriale, molto elevata e non risultano esistere, nella Regione, adeguati impianti di trattamento e smaltimento degli stessi; CONSIDERATO che la normativa sullo smaltimento dei rifiuti solidi (urbani e industriali) stata emanata in tempi successivi a quello di costituzione del polo industriale, ed quindi prevedibile un notevole rischio da inquinamento pregressso per smaltimento di sostanze nocive non adeguatamente regolato da norme; CONSIDERATO l'alto valore paesaggistico, archeologico e naturalistico di alcune delle aree in oggetto, nonch la riconosciuta vocazione turistica di alcune altre; VISTO il parere favorevole della 13a Commissione del Senato del 19 Luglio 1990 e le relative proposte; VISTO il parere favorevole della Commissione VIII della Camera dei Deputati del 1 Agosto 1990 e le condizioni espresse dalla stessa Commissione. PROPONE LA SEGUENTE DELIBERA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI I territori ricadenti nelle Province di Siracusa e Caltanisetta, delimitati come indicato dalla cartografia allegata, che costituisce parte integrante della presente delibera, sono dichiarati aree ad elevato rischio di crisi ambientale, ai sensi e per gli effetti di cui all'art.7 della legge 8 luglio 1986 n.349, cosi come emendato nell'art. 6 della legge 28 agosto 1989 n. 305. Il Ministro dell'Ambiente predisporr, d'intesa con la Regione Sicilia, un piano di disinquinamento per il risanamento del citato territorio, il quale previa ricognizione dello stato di inquinamento delle acque, dell'aria e del suolo, nonch delle fonti inquinanti che hanno un impatto significativo sulle zone da risanare, avr l'obiettivo di definire la tipologia, la fattibilit e i costi degli interventi di risanamento. Tale piano rappresenta l'unico strumento organico di analisi, pianificazione e controllo degli interventi per eliminare o mitigare, il potenziale dei fattori di rischio ambientali possibili e prevedibili, in particolare in relazione ai rischi di incidenti rilevanti, agli effetti sulla salute delle popolazioni e sull'ambiente. 3 La gravit della situazione impone peraltro che, ancor prima dell'avvio dello studio del piano di disinquinamento e riequilibrio ambientale, vengano adottate immediatamente misure di riduzione dei carichi inquinanti attraverso la realizzazione di interventi mirati, nell'ambito dell'area industriale di Siracusa e Caltanissetta. A tal fine viene costituita una apposita Commissione di cui fanno parte le Amministrazioni dello Stato, la Regione e gli Enti locali interessati, con compiti di coordinamento delle attivit per la valorizzazione e la partecipazione degli Enti locali sia ai fini consultivi sia per i processi decisionali nella realizzazione di opere sul territorio. Tale concertazione Stato-Regione-Enti locali risulta sede ove: - puntualizzare in particolare le procedure affidamento delle opere e degli interventi risanamento e di gestione degli stessi; - precisare gli interventi anticipatari, le priorit, la fattibilit, gli importi effettivamente disponibili per l'esecuzione e realizzazione delle opere e degli interventi di risanamento.
Sono inoltre emanate le seguenti direttive per la formazione del piano di disinquinamento: 1) Analisi dei carichi inquinanti complessivi determinati dalle attivit produttive esistenti nell'area e valutazione della loro incidenza sui vari comparti ambientali; 2) Studio dello stato di inquinamento delle acque superficiali e sotterranee, dell'aria e del suolo al fine di individuare l'ambito specifico territoriale di interesse e di caratterizzare le componenti ambientali per le quali e' necessario il risanamento; 3) Ricognizione sullo stato attuale degli interventi a valenza ambientale in corso di realizzazione o programmati nel territorio in esame, sia su iniziativa delle aziende industriali operanti nella zona che da parte degli enti pubblici; 4) Elaborazione di uno studio tendente a valutare la ricettivit del sito per quanto concerne gli effluenti aeriformi e liquidi e i rifiuti solidi in relazione alla natura, comportamento negli ecosistemi e caratteristiche tossicologiche delle specie inquinanti interessate; 5) Indagine epidemiologica su campioni significativi della popolazione di Siracusa e Caltanissetta e dei comuni limitrofi, al fine di accertare l'incidenza delle patologie pi comuni correlabili con lo stato di inquinamento ambientale; 4 6) Effettuazione di bilanci di impatto dei consumi delle risorse e dei principali fattori di inquinamento in relazione all'attuale assetto di produzione infrastrutturale; 7) Definizione e progettazione delle azioni dirette al risanamento dell'ambiente e al riassetto del territorio mediante: a) Elaborazione di un piano di area per la fissazione degli standard ambientali anche sulla base dei risultati emergenti dal censimento dei punti di emissione, del carico inquinante esistente sull'ambiente e della ricettivit dell'ambiente stesso; b) interventi diretti sul comparto produttivo per la minimizzazione dei carichi ambientali che, partendo dall'analisi dei sistemi di produzione, consenta di realizzare consistenti miglioramenti in relazione alle incidenze sull'ambiente e al recupero delle risorse; c) interventi diretti alle riabilitazioni delle strutture consortili e infrastrutture connesse (zona portuale, movimentazione materie prime, viabilit, approvvigionamento idrico ad uso idropotabile e produttivo, ecc.) in relazione alle esigenze di tutela ambientale e alla vocazione turistica e agraria dell'area circostante il polo industriale; d) interventi diretti al recupero ambientale e al risanamento di aree particolarmente compromesse e di particolare rilevanza naturale e ambientale; e) elaborazione di una strategia a livello di area per la gestione di rifiuti risultanti dal polo industriale. Tale strategia dovr basarsi su studi di compatibilit ambientale dei siti proposti per le discariche; 8) Definizione di un piano di controllo e monitoraggio dei parametri ambientali pi significativi ai fini della tutela della popolazione, dei lavoratori e delle componenti ambientali; 9) Pianificazione degli interventi e fattibilit tecnico-economica degli stessi; 10) Predisposizione del piano finanziario con la specifica individuazione degli strumenti per il reperimento delle risorse necessarie. Il Piano, da redigere in accordo agli obiettivi ed alle direttive stabilite, predisposto dal Ministero dell'Ambiente d'intesa con la Regione Sicilia, sar presentato all'approvazione del Consiglio dei Ministri entro il 30/6/1991. Roma li, 30 novembre 1990 http://www.lasvolta.net/tds/19901130.htm
5
INDUSTRIE A RISCHIO: 770 MLD ALLA SICILIA Roma 25 ott. 1995 - (Adnkronos) - Il Ministro dei Lavori pubblici e dell'ambiente, Paolo Baratta, ha sottoscritto l'accordo di programma con la Regione Sicilia e gli Enti Locali interessati per l'avvio degli interventi previsti dai Piani di Risanamento ambientale relativi alle aree a rischio di Siracusa, Priolo e Gela. L'ammontare complessivo degli interventi e' di 770 miliardi di lire. I Piani di Risanamento ambientale prevedono lo sviluppo di nove linee di azione per il raggiungimento dei seguenti obiettivi: - recupero e tutela della qualita' dell'area; - contenimento del rischio industriale; - conservazione delle risorse idriche; - recupero e tutela della qualita' di suoli; - recupero e tutela della qualita' dell'acqua; - recupero e tutela della qualita' dell'ambiente marino costiero; - riqualificazione urbana e territoriale; - sostegno allo sviluppo socio economico; - azioni di supporto e controllo per l'attuazione dei Piani. Con la firma dell'accordo di programma, si rendono immediatamente disponibili le risorse stanziate dal Ministero dell'Ambiente per il triennio 1995/97, corrispondenti a 40 miliardi di lire per l'area di Gela e a 100 miliardi di ire per l'area di Siracusa. I Piani prevedono che oltre a questi finanziamenti pubblici, le imprese industriali investano nel triennio 1995/97, 300 miliardi nell'area di Gela e 330 miliardi nell'area di Siracusa- Priolo. L'accordo di programma e' stato trasmesso per le rispettive firme ai Ministri del Tesoro, Bilancio e Industria, come previsto dal D.p.r. del 17/1/95.
LEGGE 9 DICEMBRE 1998, N. 426,
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato; IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Promulga la seguente legge: Art. 1 Interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinanti 1. Al fine di consentire il concorso pubblico nella realizzazione di interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, ivi compresi aree e specchi dacqua marittimi, lacuali, fluviali e lagunari in concessione, anche in caso di loro dismissioni, nei limiti e con i presupposti di cui allarticolo 17, comma 6-bis, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, nonche per gli impegni attuativi del protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici di cui alla deliberazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) del 3 dicembre 1997, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 18 del 23 gennaio 1998, del piano straordinario di completamento e razionalizzazione dei sistemi di collettamento e depurazione di cui allarticolo 6 del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 6 135, e degli accordi e contratti di programma di cui allarticolo 25 del citato decreto legislativo n. 22 del 1997, sono autorizzati limiti di impegno ventennali di lire 27.000 milioni a decorrere dallanno 1998, di lire 5.600 milioni a decorrere dallanno 1999 e di lire 16.200 milioni a decorrere dallanno 2000. Per le medesime finalita e altresi autorizzata la spesa di lire 130.000 milioni per lanno 2000; per gli anni successivi, al finanziamento degli interventi di cui al presente articolo si provvede ai sensi dellarticolo 11, comma 3, lettera d), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni ed integrazioni. 2. Alla realizzazione degli interventi di cui al comma 1 possono concorrere le ulteriori risorse destinate dal CIPE al rinanziamento di progetti di risanamento ambientale, nonche quellc attribuite al Ministero dellambiente in sede di riprogrammazione dei fondi disponibili nellambito del quadro comunitario di sostegno 19941999. 1999. 3. Per la realizzazione degli interventi di cui al comma 1 e per la utilizzazione delle relative risorse finanziarie il Ministero dellambiente adotta, dintesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, un programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, che individua gli interventi di interesse nazionale, gli interventi prioritari, i soggetti beneficiari, i criteri di finanziamento dei singoli interventi e le modalita di trasferimento delle relative risorse. Il programma tiene conto dei limiti di accettabilita, delle procedure di riferimento e dei criteri definiti dal decreto ministeriale di cui allarticolo 17, comma 1, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazionii 4. Sono considerati primi interventi di bonifica di interesse nazionale quelli compresi nelle seguenti aree industriali e siti ad alto rischio ambientale i cui ambiti sono perimetrati, sentiti i comuni interessati, dal Ministro dellambiente sulla base dei criteri di cui allarticolo 18, comma 1, lettera n), del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni: a) Venezia (Porto Marghera); b) Napoli orientale; c) Gela e Priolo; d) Manfredonia; e) Brindisi; f) Taranto; g) Cengio e Saliceto; h) Piombino; i) Massa e Carrara; l) Casal Monferrato; m) Litorale Domizio-Flegreo e Agro aversano (Caserta-Napoli); n) Pitelli (La Spezia); o) Balangero; p) Pieve Vergonte. ((p-bis) Sesto San Giovanni (aree industriali e relative discariche); p-ter) Napoli Bagnoli-Coroglio (aree industriali); p-quater) Pioltello e Rodano.)) 5. Il Ministero dellambiente, nellambito del programma di cui al comma 3, determina altresi le modalita per il monitoraggio e il controllo, con la partecipazione delle regioni interessate, delle attivita di realizzazione delle opere e degli interventi previsti nel programma stesso, ivi compresi i presupposti e le procedure per la revoca dei finanziamenti e per il riutilizzo delle risorse resesi comunque disponibili, assicurando il rispetto delloriginaria allocazione regionale delle risorse. Per le attivita di cui al presente comma il Ministero dellambiente si avvale dellAgenzia nazionale 7 per la protezione dellambiente (ANPA) e delle Agenzie regionali per la protezione dellambiente (ARPA). 6. Gli enti territoriali competenti, sulla base del programma di cui al comma 3, sono autorizzati a contrarre mutui o ad effettuare altre operazioni finanziarie con la Cassa depositi e prestiti e altri istituti di credito. Le regioni sono autorizzate a corrispondere, sulla base di apposita rendicontazione degli enti territoriali competenti, direttamcnte agli istituti mutuanti interessati le rate di ammortamento per capitale e interessi, avvalendosi delle quote di limiti di impegno rispettivamente assegnate dal Ministero dellambiente. 7. Nel caso di cambio di destinazione, dei siti oggetto degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale ovvero di alienazione entro dieci anni dalleffettuazione degli stessi in assenza di cambio di destinazione, il contributo di cui allarticolo 17, comma 6-bis, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, e restituito allo Stato in misura adeguata allaumento di valore con seguito dallarea al momento del cambio di destinazione, ovvero della sua cessione, rispetto a quello dellintervento di bonifica e ripristino ambientale. Con decreto del Ministro dellambiente, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, verranno determinati i criteri e le modalita della restituzione. 8. Allarticolo 17, comma 1, alinea, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, dopo le parole: il Ministro dellambiente sono inserite le seguenti: avvalendosi dellAgenzia nazionale per la protezione dellambiente (ANPA),. 9. Allarticolo 17 del decreto legislaitivo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, dopo il comma 15 sono aggiunti i seguenti: 15-bis. Il Ministro dellambiente, di concerto con il Ministro delluniversita e della ricerca scientifica e tecnologica e con il Ministro dellindustria, del commercio e dellartigianato, emana un decreto recante indicazioni ed informazioni per le imprese industriali, consorzi di imprese, cooperative, consorzi tra imprese industriali ed artigiane che intendano accedere a incentivi e finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie di bonifica previsti dalla vigente legislazione. 15-ter. Il Ministero dellambiente e le regioni rendono pubblica, rispettivamente, la lista di priorita nazionale e regionale dei siti contaminati da bonificare. 10. Il decreto del Ministro dellambiente di cui al comma 15-bis dellarticolo 17 del decrcto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, introdotto dal comma 9 del presente articolo, e emanato entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. 11. Allarticolo 17, comma 11, dcl decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e aggiunto, in fine, il seguente periodo: Le predette spese sono altresi assistite da privilegio generale mobiliare . 12. Allarticolo 22, comma 5, lettera a), del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, dopo le parole: priorita degli interventi sono aggiunte le seguenti: basato su un criterio di valutazione del rischio elaborato dallANPA . 13. Allarticolo 22, comma 7, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, le parole: entro un anno sono sostituite dalle 8 seguenti: entro due anni . 14. Allarticolo 57, comma 5, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, le parole: devono conformarsi alle disposizioni del presente decreto entro tre mesi dal termine di cui allarticolo 33, comma 6 sono sostituite dalle seguenti: devono conformarsi alle disposizioni del presente decreto entro e non oltre il 31 dicembre 1998 . 15. Allarticolo 44, comma 3, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, e aggiunto, in fine, il seguente periodo: Ai medesimi fini il ritiro, il trasporto e lo stoccaggio dei beni durevoli da parte dei rivenditori firmatari, tramite le proprie associazioni di categoria, dei citati accordi e contratti di programma non sono sottoposti agli obblighi della comunicazione annuale al catasto, della tenuta dei registri di carico e scarico, della compilazione e tenuta dei formulari, della preventiva autorizzazione e della iscrizione allAlbo di cui agli articoli 11, 12, 15, 28 e 30 del presente decreto . 16. Allarticolo 11, comma 3, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, sono soppresse le parole: derivanti dalle lavorazioni industriali e artigianali e sono aggiunte, alla fine dellultimo periodo, le seguenti: limitatamente alla quantita conferita . 17. Allarticolo 26 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, e aggiunto, in fine, il seguente comma: 5-bis. Al fine di consentire lavviamento ed il funzionamento dellattivita dellOsservatorio nazionale sui rifiuti, in attesa dellattuazione di quanto disposto al comma 5, e autorizzata la spesa di lire 1.000 milioni per lanno 1998 da iscrivere in apposita unita previsionale di base dello stato di previsione del Ministero dellambiente. 18. Allonere di cui al comma 17 si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1998-2000, nellambito dellunita previsionale di base di parte corrente Fondo speciale dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per lanno 1998, allo scopo utilizzando laccantonamento relativo al Ministero dellambiente. biente. 19. Allarticolo 30, comma 4, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 le parole da: Le imprese che svolgono fino a: anche se da essi prodotti sono sostituite dalle seguenti: Le imprese che svolgono attivita di raccolta e trasporto di rifiuti non pericolosi prodotti da terzi e le imprese che raccolgono e trasportano rifiuti pericolosi, esclusi i trasporti di rifiuti pericolosi che non eccedano la quantita di trenta chilogrammi al giorno o di trenta litri al giorno effettuati dal produttore degli stessi rifiuti. 20. Allarticolo 41 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, e aggiunto, in fine, il seguente comma: 10-bis. In caso di mancata stipula degli accordi di cui ai commi 2 e 3, il Ministro dellambiente, di concerto con il Ministro dellindustria, del commercio e dellartigianato, puo determinare con proprio decreto lentita dei costi della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio a carico dei produttori e degli utilizzatori ai sensi dellarticolo 49, comma 10, nonche le condizioni e le modalita di ritiro dei rifiuti stessi da parte dei produttori . 9 21. Allarticolo 42, comma 2, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, la lettera c) e abrogata. 22. Allarticolo 48, comma 1, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, sono aggiunte, in fine, le parole: , i beni di cui allarticolo 44 e i rifiuti di cui agli articoli 45 e 46. 23. Fino al 1 gennaio 2000 e salvo diverso accordo tra enti locali e gestori del servizio, lapplicazione e la riscossione del corrispettivo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani sono effettuate dallente locale secondo le disposizioni dellarticolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446. 24. Allarticolo 51, comma 2, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, sono soppresse la parola: propri e le parole da: , ovvero effettuano fino alla fine del comma. 25. Allarticolo 51-bis, comma 1, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, e aggiunto, in fine, il seguente periodo: Con la sentenza di condanna per la contravvenzione di cui al presente comma, o con la decisione emessa ai sensi dellarticolo 444 del codice di procedura penale, il beneficio della sospensione condizionale della pena puo essere subordinato alla esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale. 26. Al fine di consentire il completamento delle attivita assegnate al gruppo tecnico di cui allarticolo 6, comma 7, del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 135, e autorizzata la spesa di lire 1.800 milioni per ciascuno degli anni l999 e 2000. 27. Allarticolo 49, comma 5, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: ,prevedendo disposizioni transitorie per garantire la graduale applicazione del metodo normalizzato e della tariffa ed il graduale raggiungimento dellintegrale copertura dei costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani da parte dei comuni. 28. Allarticolo 49, comma 1, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, le parole: 1 gennaio 1999 sono sostituite dalle seguenti: 1 gennaio 2000.
(Interventi per il risanamento ambientale dell'area industriale di Priolo-Melilli- Augusta-Floridia-Solarino-Siracusa - nn. 3-00804, 3-00943 e 3-01442)
Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 417 del 3/2/2004 PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Giuseppe Gianni n. 3-00804 e n. 3-00943 e Mereu n. 3-01442 (vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 2), che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente. 10 Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio, onorevole Tortoli, ha facolt di rispondere. ROBERTO TORTOLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio. Con riferimento alle interrogazioni degli onorevoli Giuseppe Gianni e Mereu, concernenti il risanamento dell'area industriale in provincia di Siracusa, riferisco che la regione siciliana, il 25 maggio 1988, presentava istanza per la dichiarazione di area ad elevato rischio di crisi ambientale, nella predetta provincia, del territorio dei comuni di Augusta, Floridia, Melilli, Priolo Gargallo, Siracusa e Solarino. Il Consiglio dei ministri, con la deliberazione adottata il 30 novembre 1990, dichiarava ad rilevato rischio di crisi ambientale l'area della provincia interessata. Con il decreto del Presidente della Repubblica, il 17 gennaio 1995 veniva approvato il piano per il risanamento dell'area. Con i decreti del presidente della regione siciliana nn. 16 e 17 del 23 gennaio 1996 veniva adottato l'accordo di programma per l'attuazione dei piani di risanamento, cos come previsto nell'articolo 4, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 17 gennaio 1995. Poich l'articolo 74, comma 1, del decreto legislativo n. 112 del 31 marzo 1998 (disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale) ha abrogato l'articolo 7 della legge 8 luglio 1986, n. 349, le competenze in materia risultano trasferite alle regioni, per quanto riguarda sia le eventuali future dichiarazioni sia le aree gi dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale con la procedura previgente. Per quanto riguarda il trasferimento delle risorse per l'attuazione del piano, il Ministero dell'ambiente, entro il 18 novembre 1996, provvedeva al completo trasferimento delle risorse alla regione Sicilia, come previsto nell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 17 gennaio 1995, nel complessivo limite di 100 miliardi di lire per il piano di risanamento. A seguito dell'inattivit della regione Sicilia, con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3072 del 21 luglio 2000 (articolo 12, comma 1), prorogata fino al 31 dicembre 2004, venivano nominati commissari delegati per l'attuazione degli interventi previsti nei piani di risanamento i prefetti delle province di Caltanissetta e di Siracusa. Tali commissari dispongono delle risorse di cui ai decreti del Presidente della Repubblica 17 gennaio 1995, trasferite a loro dalla regione Sicilia con le medesime modalit previste dall'articolo 14, comma 1, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 2983 del 31 maggio 1999, su apposite contabilit speciali di Stato intestate ai prefetti stessi. Dal giugno 2002 ad oggi, sono stati trasferiti 28.588.061,46 euro sulla contabilit speciale del commissario delegato all'attuazione del piano di risanamento nella provincia di Siracusa. Il prefetto di Siracusa ha rappresentato, in pi occasioni, la necessit di avvalersi di idonea struttura tecnica per l'attuazione del piano. Da parte della competente direzione del ministero, stata proposta un'integrazione dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3072 del 21 luglio 2000, sulla falsariga di quanto gi previsto dalle ordinanze n. 2983 del 31 maggio 1999 e n. 3100 del 22 dicembre 2000, al fine di consentire ai commissari delegati di avvalersi direttamente di strutture pubbliche o di societ specializzate a totale capitale pubblico. Ai fini del monitoraggio e della prevenzione dei rischi, il Ministero dell'ambiente ha 11 stipulato, il 28 dicembre 1994, un accordo denominato ENVIREG con il Centro comune di ricerca di Ispra della Commissione europea, rimodulato con un addendo al 29 dicembre 1995, e ha provveduto, il 29 marzo 1999, al collaudo della strumentazione atta alla realizzazione delle schede finalizzate alle azioni di supporto e di controllo dei piani, con specifico riguardo a quelle dei piani di risanamento delle province di Caltanissetta e di Siracusa. stato stipulato a Roma l'8 maggio 2002, l'accordo di programma tra la direzione IAR e l'ARPA Sicilia per la presa in carica del progetto ENVIREG. Si evidenzia che le installazioni e le apparecchiature di tale progetto, integrate nella rete regionale di monitoraggio, possono fornire dati ed informazioni utili, sia per un maggiore controllo del territorio sia per orientare ulteriori iniziative tese alla tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori. Per quanto riguarda lo studio di sicurezza integrato dell'area, il 18 giugno 2002, veniva istituita la commissione istruttoria dello studio di sicurezza integrato dell'area di Augusta-Priolo-Melilli per i fini di cui all'articolo 13, comma 1, del decreto legislativo n. 334 del 1999, ossia per la valutazione tecnica dello studio e la predisposizione di un piano di intervento nel quale siano individuate le misure urgenti atte a ridurre o ad eliminare i fattori di rischio. La conclusione dello studio di sicurezza integrato dell'area di Augusta-Priolo-Melilli a carico dei gestori dell'area stata comunicata al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio nel dicembre 2003. Si prevede l'avvio dei lavori della commissione istruttoria nel corso del 2004. Le istruttorie tecniche relative agli undici rapporti di sicurezza degli stabilimenti dell'area in questione (ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 334 del 1999), risultano concluse. Su undici stabilimenti per i quali il ministero deve disporre le verifiche ispettive (ai sensi dell'articolo 25 del decreto legislativo n. 334), in sei sono stati eseguiti due cicli di verifiche nel periodo 2000-2002, in due stabilimenti stata effettuata una verifica ispettiva, per uno stabilimento la commissione ispettiva appositamente istituita nel 2003 non ha ancora avviato i lavori, mentre gli impianti dei rimanenti due stabilimenti sono stati oggetto di verifica ispettiva nel periodo 2000-2002, prima della loro acquisizione da parte dell'attuale propriet. PRESIDENTE. L'onorevole Giuseppe Gianni ha facolt di replicare per le sue interrogazioni n. 3-00804 e n. 3-00943. GIUSEPPE GIANNI. Signor Presidente, signor sottosegretario, nonostante l'inappuntabile precisione nelle sue spiegazioni e nelle date che ci ha fornito, non sono soddisfatto, perch queste interrogazioni risalgono a qualche anno fa e oggi si sono verificati fatti nuovi e diversi. Le commissioni ispettive, che nel 2002 si sono recate in quella zona e ancora non hanno avviato i lavori, non hanno potuto osservare che all'interno dell'area marina antistante i tre comuni stato riscontrato mercurio nel mare (tutto ci ha portato anche all'arresto di almeno 25 persone che lavorano nella zona industriale). Successivamente, dopo qualche mese, all'interno della rete idrica del comune di Priolo stata riscontrata una forte presenza di benzene. A tutt'oggi - ed passato almeno un anno - siamo in attesa di valutare cosa si debba fare, mentre la gente 12 continua a bere acqua al benzene - che, come lei sapr, un alto ricostituente per i tumori - e continua ad ammalarsi. Credo vi sia una inaccettabile inezia da parte di chi deve verificare e intervenire. Io ritengo che lei, signor sottosegretario, sapr individuare mezzi e tempi idonei per un'azione efficace ed immediata. http://leg13.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed417/s030r.htm
Allegato A Seduta n. 417 del 3/2/2004 (Sezione 2 - Interventi per il risanamento ambientale dell'area industriale di Priolo- Melilli-Augusta-Floridia-Solarino-Siracusa) B) Interrogazioni GIUSEPPE GIANNI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che: da oltre dieci anni l'area di Priolo-Melilli-Augusta-Floridia-Solarino-Siracusa stata riconosciuta area ad alto rischio ambientale; per la suddetta zona stato formulato un piano di risanamento ambientale, finanziato anche dal Governo con una prima tranche di cento miliardi di vecchie lire, piano che tuttavia non mai stato avviato; l'ambiente continua ad essere inquinato con grave nocumento per la salute di coloro che abitano e lavorano in quell'area -: se il Ministro interrogato non ritenga opportuno nominare un commissario straordinario, affinch si proceda rapidamente ad avviare i lavori per il risanamento ambientale di quella zona industriale. (3-00804) (18 marzo 2002) GIUSEPPE GIANNI. - Ai Ministri dell'ambiente e tutela del territorio e dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che: da oltre dieci anni l'area di Priolo-Melilli-Augusta-Floridia-Solarino-Siracusa stata riconosciuta area ad alto rischio ambientale; per la suddetta zona stato formulato un piano di risanamento ambientale, fermo da almeno nove anni, finanziato anche dal Governo con una prima tranche di cento miliardi di vecchie lire, per l'attuazione del quale il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio ha nominato un prefetto-commissario; l'avvio del piano di risanamento ambientale legato all'accredito delle relative somme disponibili nel bilancio della Regione siciliana -: se i Ministri interrogati non ritengano opportuno intervenire affinch vengano al pi presto accreditati alle casse della prefettura gli stanziamenti messi a disposizione dalla regione, per dare rapidamente attuazione al risanamento ambientale di quella zona 13 industriale che da anni continua ad essere inquinata, con grave nocumento per la salute di coloro che abitano e lavorano in quell'area. (3-00943) (9 maggio 2002)
MEREU e GIUSEPPE GIANNI. - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e della salute. - Per sapere - premesso che: da oltre dieci anni l'area industriale di Priolo-Melilli-Augusta-Floridia-Solarino-Siracusa stata riconosciuta area ad alto rischio ambientale; per la suddetta area stato formulato un piano di risanamento, fermo da almeno nove anni, finanziato anche dal Governo con una prima trance di cento miliardi di vecchie lire; l'ambiente continua ad essere inquinato con grave nocumento per la salute di coloro che abitano e lavorano in quella zona; infatti, nei comuni del triangolo industriale Priolo-Augusta-Melilli si registrata un'alta percentuale di malformazioni congenite e mortalit per tumori, nonch di patologie legate alla presenza di sostanze inquinanti nell'atmosfera e nell'acqua dei medesimi comuni; gi negli anni ottanta fu aperto un processo per inquinamento atmosferico della zona e fu dimostrato che la mortalit per cancro nel triangolo industriale sfiorava il 33 per cento e che la percentuale dei nati malformati in quell'area era di gran lunga superiore alla soglia di allarme stabilita dall'Organizzazione mondiale della sanit -: a che punto sia il piano di risanamento ambientale della suddetta zona industriale; se non sia opportuno nominare un commissario straordinario per procedere pi rapidamente nei lavori di risanamento e consentire lo sviluppo economico ed occupazionale dell'area; se i Ministri interrogati siano a conoscenza dell'alta percentuale di malformazioni congenite, di mortalit per tumori e di altre patologie che si sono registrate negli ultimi anni nel triangolo industriale e, pi in generale, in tutta la provincia di Siracusa; se non ritengano opportuno lo stanziamento delle risorse finanziarie necessarie alla costruzione nella provincia di un ospedale per la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei tumori e delle patologie inerenti la zona industriale. (3-01442) (8 ottobre 2002) http://leg13.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed417/s030r.htm
AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI Resoconto stenografico INDAGINE CONOSCITIVA
14 Seduta di marted 12 dicembre 2006
La seduta comincia alle 10,35. (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). Sulla pubblicit dei lavori. PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicit dei lavori della seduta odierna sar assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso. (Cos rimane stabilito). Audizione di rappresentanti di organismi tecnici specializzati della regione siciliana. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla valutazione delle conseguenze ambientali provocate dall'inquinamento urbano, dallo smaltimento dei rifiuti e dalle aree ad alto rischio, l'audizione di rappresentanti di organismi tecnici specializzati della regione siciliana. Scopo dell'indagine conoscitiva quello di acquisire i dati esistenti in merito alle varie forme di nocivit connesse agli inquinamenti ambientali (di natura atmosferica, smaltimento dei rifiuti, aree ad alto rischio). Oggi ascoltiamo il dottor Cuspilici - lo ringraziamo per essere venuto in Commissione -, che ci fornir le informazioni sullo stato dell'arte, sia rispetto alla situazione dei rischi ambientali e sanitari, sia rispetto alla situazione dei piani di risanamento per quanto riguarda le aree a rischio della Sicilia, con particolare attenzione all'area di Gela. Per rendere efficace il nostro lavoro e per permettere un'interlocuzione con i colleghi, pregherei il dottor Cuspilici di concentrare le informazioni che egli ritiene centrali dal punto di vista dell'audizione in un quarto d'ora, in maniera tale che i colleghi possano intervenire con richieste di chiarimento. Aggiungo, dottor Cuspilici, che tutto il materiale che lei ci fornir, indipendentemente da quello che esporr nella seduta odierna, sar messo a disposizione dei parlamentari della Commissione. Ne terremo, ovviamente, adeguato conto nella predisposizione del documento finale, che sar l'atto conclusivo di questa indagine conoscitiva. Cedo ora la parola al dottor Cuspilici. ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. Sono il responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale della regione siciliana. Innanzitutto, cos' un'area a rischio? Sappiamo benissimo che si tratta di territori in cui ci sono alterazioni dell'ambiente tali da determinare la necessit di intervenire con immediatezza (o cos dovrebbe essere). Per quanto riguarda la Sicilia, negli anni Novanta, dopo opportuni studi ed approfondimenti, le zone di Siracusa, Floridia, Priolo, Melilli, Augusta e Solarino, 15 nonch le zone di Gela, Butera e Niscemi furono dichiarate zone ad elevato rischio di crisi ambientale. Ci, in riferimento all'articolo 7 della legge n. 349 del 1986, che la legge istitutiva del Ministero dell'ambiente. Nel 1995, stato pubblicato un volume piuttosto corposo che contiene due piani di risanamento, uno per Gela, l'altro per Siracusa. Con l'andare del tempo, venne pubblicata la norma delega, il decreto legislativo n. 112 del 1998, che prevede il trasferimento delle competenze, in caso di dichiarazione di area a rischio, dallo Stato alla regione. Noi avevamo una terza zona, la zona del Mela (quella di Milazzo, in provincia di Messina), altrettanto danneggiata dall'industrializzazione selvaggia e dall'elevata concentrazione antropica. Dopo un opportuno studio, svolto in precedenza dal Ministero dell'ambiente e condiviso poi dalla regione siciliana, nel 2002 intervenne la dichiarazione di area ad elevato rischio di crisi ambientale. A differenza delle zone di Priolo e di Gela, in questo caso solo adesso si sta avviando la stesura del piano di risanamento. Riguardo al comprensorio del Mela, la regione siciliana ha approntato 12 miliardi di lire per avviare, appunto, il risanamento. Per quanto concerne lo stato dell'arte della stesura del piano di risanamento, vi sono delle linee- guida messe a punto da una struttura dell'amministrazione regionale, la commissione provinciale per la tutela dell'ambiente, alla quale partecipano la provincia, i comuni e, con alcuni rappresentanti, l'universit. Questa struttura ha messo a punto, come dicevo, le cosiddette linee-guida, che non sono nient'altro che la fotografia della realt attuale, quindi il censimento di tutti gli insediamenti produttivi. Si cercato anche di evidenziare gli eventuali danni arrecati da tali insediamenti e di assicurare un aggiornamento del sistema di monitoraggio ambientale, per quanto riguarda le immissioni. Quanto ai piani di risanamento di Siracusa e Gela, nel 1995 furono trasferiti alla regione siciliana 100 miliardi per Siracusa e 40 miliardi per Gela. Questa era una prima tranche di finanziamenti, che doveva essere completata, successivamente, da ulteriori fondi. Le somme ovviamente erano destinate agli interventi dei piani di risanamento per quanto riguarda la parte pubblica, in quanto, come abbiamo detto all'inizio, i piani prevedevano interventi sugli impianti... PRESIDENTE. Le chiedo scusa se la interrompo, ma vorrei sfruttare al meglio la sua presenza in Commissione. Senza dubbio siamo interessati ai piani di risanamento, ma l'indagine conoscitiva prevede, come aspetto prioritario, una fotografia dello stato dell'arte, dal punto di vista delle conseguenze sull'ambiente e sulla salute dei cittadini. Rispetto a tale argomento, dunque, i piani di risanamento vengono dopo, sebbene ci interessino, perch ovviamente, come Commissione parlamentare, siamo interessati a capire quali sono le risposte alle problematiche sollevate. In primo luogo, sarebbe utile per noi avere un quadro conoscitivo, per quanto di vostra conoscenza, della situazione delle aree dal punto di vista ambientale e sanitario; in seguito, possiamo parlare dei piani di risanamento. Diversamente, finiremmo per concentrarci su questo argomento, senza avere gli elementi di base. ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. Gli elementi di base sono i dati raccolti sul territorio dalle strutture che vi operano. In Sicilia, abbiamo l'agenzia regionale per l'ambiente, che ha cominciato la sua attivit da 16 cinque anni e ha raccolto dei dati. Le rilevazioni in base alle quali si arrivati ai piani di risanamento sono oramai piuttosto datate, in quanto risalgono al 1993 circa. Per quanto riguarda, invece, l'area di Milazzo, abbiamo dati ambientali... PRESIDENTE. Non sono state condotte indagini epidemiologiche pi di recente? ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. Indagini epidemiologiche dal punto di vista sanitario esistono. PRESIDENTE. Partiamo da quelle, allora, in quanto l'indagine conoscitiva che stiamo svolgendo riguarda la valutazione delle conseguenze ambientali e sanitarie provocate dall'inquinamento urbano, dallo smaltimento dei rifiuti e dalle aree ad alto rischio. Partiamo da quei dati, e poi veniamo ai piani di risanamento. ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. Benissimo. Uno dei problemi pi grossi che si presentato, nel momento in cui ho ricevuto l'incarico, stato quello di trovarmi di fronte - l'anno scorso, a dicembre - ad indagini epidemiologiche di diverso tipo, che rappresentavano la fotografia della situazione sanitaria dei tre territori e che, ovviamente, mettevano in luce dati di incremento di malattie broncopolmonari e affezioni tumorali in tali siti. Uno di questi Biancavilla, che non stata dichiarata area ad elevato rischio ambientale in quanto si tratta di un sito particolare, collegato alla presenza di una cava, nella quale c' un anfibolo dell'amianto. Pertanto, si tratta di un evento naturale. Questo studio epidemiologico, recentissimo - del 2005 -, arriva alla conclusione che necessario sviluppare ulteriori indagini. La verit che le indagini portate avanti fino ad ora in campo sanitario fotografano la situazione sanitaria, ovvero la situazione dello stato di salute della popolazione. Manca, tuttavia, un nesso tra situazione sanitaria e situazione ambientale. Pertanto, l'ufficio speciale, trovandosi di fronte a questi studi, che nascevano dall'osservatorio epidemiologico - preposto ufficialmente a svolgere queste indagini - o dai registri tumori istituiti in Sicilia, aveva necessit di dati certi. Ovviamente, l'organismo migliore cui rivolgersi a livello internazionale l'Organizzazione mondiale della sanit, con la quale abbiamo pertanto sviluppato un rapporto, tuttora in atto. Questo, ovviamente, non avulso dalla realt locale, nel senso che gli studi finora svolti sono utilizzati, ma verranno validati con le metodologie internazionali. Verranno valorizzate le strutture e le attivit del territorio e, in seguito, su questo verr costruita la fase successiva. Le stesse strutture ospedaliere e quelle dei medici di base sono state coinvolte in questa attivit. L'aspetto importante che i dati ambientali verranno collegati con quelli sanitari, cosa che non era mai stata fatta. Il secondo aspetto che vorrei sottolineare che verranno coinvolte le strutture locali. Oltre a ci, una delle conclusioni alle quali si arrivati immediatamente che, allo stato attuale, sui tre siti non esistono strutture fisse che si occupino di coordinare l'attivit sanitaria e quella ambientale. Si tratta di strutture che, con l'Organizzazione mondiale 17 della sanit, abbiamo pensato di attivare e di sviluppare come presidi di prevenzione dell'inquinamento e delle malattie ad esso collegate. Di queste strutture far ovviamente parte l'ufficio speciale, ma soprattutto l'ARPA e strutture dell'osservatorio epidemiologico. Si tratta di strutture che, pur richiedendo piccoli investimenti, sono fondamentali per avviare la fase di prevenzione, alla quale necessario mirare. Ci sono poi i centri tumori e i centri di eccellenza, che sono da collegare a questa struttura, ma essi dovranno essere coinvolti in fasi alle quali dobbiamo arrivare sempre meno. Questo per quanto riguarda la vicenda sanitaria. Per quanto concerne la vicenda ambientale... PRESIDENTE. I tempi quali sono? E la convenzione? ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. La convenzione, lo ripeto, utilizzer il passato, quindi stiamo valorizzando ed utilizzando i dati in nostro possesso per l'indagine epidemiologica. Questa, per, deve essere, oltre che retrospettiva - azione messa in atto fino a oggi -, anche prospettica. Il mio contratto dura due anni ed ho potuto sviluppare un rapporto con l'Organizzazione mondiale della sanit, appunto, di due anni. Ovviamente, sarebbe opportuno che questo tipo di rapporto fosse portato avanti dal mio eventuale successore. Dal punto di vista ambientale, un altro aspetto importante, presente su tutti e tre i siti, costituito dalle alterazioni della qualit dell'aria. Al riguardo, la situazione non certamente eccellente. Peraltro, abbiamo delle strutture di monitoraggio particolarmente vetuste. Si pensato, anche in questo caso, di affiancare all'ufficio speciale una nuova struttura. Abbiamo ottenuto la collaborazione del CCR di Ispra, centro di ricerca della Comunit europea. Il dottor De Santi stato particolarmente contento di offrircela, anche per l'abbinamento con l'Organizzazione mondiale della sanit. Per questo motivo, proprio in questi giorni stiamo instaurando un rapporto anche con la regione Lombardia, che ha attivato anch'essa una collaborazione con il CCR. Quali sono i problemi pi urgenti? Innanzitutto, predisporre il piano di risanamento per quanto riguarda la zona di Milazzo; le linee-guida ci rivelano la qualit complessiva dell'ambiente, con tutte le matrici, aria, acqua e suolo. Per Siracusa e Gela, abbiamo una situazione diversa, in quanto i piani di risanamento risalgono al 1995, dunque necessario aggiornarli. Per questo motivo, si sviluppato un rapporto con l'Universit di Catania, precisamente con una sua struttura, denominata CUTGANA, che permette di intervenire in maniera complessiva sul territorio. Per quanto riguarda il problema del monitoraggio ambientale, come dicevo, abbiamo tre reti di rilevamento che sono abbastanza superate. Tuttavia, di fatto, su tutte le matrici avevamo delle schede dei vecchi piani di risanamento, che riguardavano aria, acqua e suolo, che non sono state mai sviluppate. Non si mai attuato nessuno degli interventi previsti. A questo punto, si pensato di andare oltre il singolo monitoraggio e di creare una struttura che abbia la gestione totale dell'ambiente e che fornisca i dati sia agli enti locali, sia all'ARPA, sia alla Protezione civile. Il problema delle aree a rischio un problema non solo di inquinamento, ma anche di concentrazione di insediamenti pericolosi. Per questo motivo, si sono assemblate le 18 schede del piano di risanamento e si sviluppato un sistema, in un unico centro di raccolta dati. Se volete, posso preparare un cd per raccogliere tutti questi dati, visto che si tratta di una grossa quantit di carte. Ci siamo resi conto che, fra le cose che non hanno funzionato dei piani di risanamento, vi era la scarsa partecipazione delle popolazioni, dei portatori di interessi nel territorio. Inoltre, avevamo una scarsa priorit rispetto ai finanziamenti europei. Nessuno aveva mai pensato di iscrivere la regione siciliana in Agenda 21; l'abbiamo fatto, ed abbiamo indetto un bando per la sua attivazione o per portare avanti, nel caso in cui qualche comune l'avesse fatto, le procedure di Agenda 21. Un motivo di grossa soddisfazione che, su sedici comuni, ben quindici hanno partecipato al bando ed hanno gi avuto i finanziamenti. Questo avvenuto grazie alla partecipazione democratica alla gestione del piano stesso. Quanto alle somme che abbiamo messo a disposizione per le tre aree, ovviamente abbiamo cercato delle priorit anche nell'ambito dei finanziamenti europei. In questo momento, si sta cercando di inserirsi negli obiettivi del POR 2007-2013, proprio per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale. Un altro problema del risanamento ambientale, presidente, chiama in causa le prefetture. Le prefetture si sono viste trasferire una parte delle somme nel 2000, anno in cui sono stati nominati commissari i prefetti, ed hanno sviluppato delle attivit delle quali siamo poco a conoscenza. Come ufficio speciale, avendo la responsabilit della realizzazione del piano, abbiamo preso contatto con le prefetture e, soprattutto con quella di Siracusa, stiamo sviluppando un rapporto di collaborazione e di supporto dal punto di vista tecnico. Loro, cio, raccolgono le progettazioni dagli enti locali e le trasferiscono all'ufficio speciale per il parere. Questa la situazione complessiva. Un'altra necessit impellente riguarda il problema dell'inquinamento atmosferico, di cui abbiamo gi parlato. Si sono attivati dei piani di prevenzione dell'inquinamento atmosferico, collegando le emissioni degli impianti industriali alle immissioni nell'ambiente. Ovviamente, negli stessi piani di azione si prevede la razionalizzazione e il potenziamento delle reti provinciali. Per quanto concerne Siracusa e Milazzo, abbiamo gi decretato. Per quanto riguarda, invece, Caltanissetta, siamo in via di attivazione, dopo qualche problema di collegamenti. Relativamente alle risorse rimaste sul bilancio regionale per le aree a rischio, sono indicate nel documento. Di seguito, sono indicate le spese che abbiamo sostenuto per attivare i piani di cui abbiamo parlato. Signor Presidente, poich sarebbe piuttosto complicato inviare questi file per e-mail, trattandosi di file molto pesanti, realizzer un cd che vi invier per posta ordinaria. PRESIDENTE. L'indagine proseguir anche nei primi mesi dell'anno prossimo, quindi abbiamo il tempo per recepire il suo contributo. Do ora la parola ai colleghi che intendano porre quesiti o formulare osservazioni. ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Credo che sia stata molto utile l'esposizione del professor Cuspilici, e per questo lo ringrazio. A mio avviso, si deve intanto partire dai dati emersi dallo studio svolto dall'osservatorio 19 epidemiologico della regione siciliana, che indica e registra dati statistici che, per quel che mi dato di sapere, sono molto inquietanti e preoccupanti. Leggiamo, infatti, che dal 1991 al 2002 si sono verificati 520 casi di bambini malformati - parlo della realt di Gela -, soprattutto agli arti, all'apparato digerente e ai genitali. Si tratta di 520 casi su 13060 nati, il doppio rispetto ai dati regionali e nazionali. Anche il numero delle malattie renali, cardiovascolari, respiratorie e tumorali supera la media nazionale; il numero delle malattie agli organi genitali risulta superiore del 250 per cento rispetto alla media nazionale, e cos via. Se questi dati vengono confermati dal professor Cuspilici... ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. il nostro organismo tecnico ad averli rilevati. ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. L'elemento su cui il lavoro della Commissione, anche nelle prossime settimane, dovr soffermarsi il seguente: quali sono i risultati delle attivit del piano di risanamento - attivo da undici anni, cio dal 1995 - in questi anni? Giustamente, il professor Cuspilici sottolinea che quel piano assolutamente inattuale, dunque va modificato, attualizzato e aggiornato in maniera sostanziale. L'azione che riguarda noi, ma anche le istituzioni locali e la regione siciliana, quella di verificare come sono state spese le risorse che lo Stato aveva approntato per questo scopo. Sappiamo che alcuni obiettivi del piano - il monitoraggio, gli studi epidemiologici, le iniziative volte alle bonifiche, e via dicendo - sono stati attivati soltanto dai privati e, stando a quello che ho capito (e chiedo conferma), soltanto in minima parte dalle parti pubbliche. Si riscontra, infatti, una sostanziale inattivit delle parti pubbliche fino al 2005, fino a quando non partito l'ufficio che si occupa del piano. Sarebbe quindi utile sapere se le risorse spese sono state utilizzate in coerenza con gli obiettivi del piano o, al contrario, come purtroppo ritengo di dover affermare, se i fondi sono stati spesi per attivit che non hanno nulla a che vedere con quegli obiettivi prioritari. Ci al fine di comprendere se sia opportuno e necessario effettuare una verifica, anche con la prefettura. Abbiamo qui una parte dei dati a disposizione, ma altri dati, relativi a quanto stato detto, rientrano invece nelle competenze delle prefetture, in maniera particolare di quelle di Siracusa e Caltanissetta. importante capire, a questo punto, qual il ruolo degli enti locali. Non v' dubbio che, riguardo ad obiettivi cos importanti, il coinvolgimento degli enti locali fondamentale, ma sappiamo che fino al 2000 essi sono stati inattivi, costringendo il Governo di allora ad un'iniziativa di commissariamento. Il commissariamento si rese necessario proprio per l'inazione da parte degli enti locali. Quanto agli interventi che sono stati realizzati fino al 2005 e che sono a conoscenza del professor Cuspilici, vorrei sapere se egli ritiene che siano stati coerenti con gli obiettivi prioritari del piano e se, quindi, lo stato di ritardo, anche grave, che viene riscontrato si debba imputare agli enti locali. Le affermazioni che sono state fatte mi sembrano particolarmente significative. Le strutture di monitoraggio attualmente vengono considerate vetuste, dunque in gran parte inefficaci per un monitoraggio puntuale, che riguardi anche lo stato e le alterazioni della 20 qualit dell'aria, dell'acqua, e via dicendo. Peraltro, mi pare di poter dire che, dal punto di vista dei presidi sanitari, la situazione non adeguata. Se il professor Cuspilici in grado di dare una risposta a tali quesiti, probabilmente la Commissione potr avere delle indicazioni o degli indirizzi per poter continuare la sua opera. AURELIO SALVATORE MISITI. Anch'io ringrazio il dottor Cuspilici per i dati che ci ha illustrato. Vorrei porre una domanda relativa alle considerazioni che ci hanno portato a deliberare questa indagine conoscitiva: quali sono le conseguenze sull'ambiente che possono determinare anche degli effetti sulla salute? Il dottor Cuspilici ha affermato che, al riguardo, non vi sono informazioni... PRESIDENTE. Le informazioni non sono validate, pertanto, loro chiedono all'OMS di validarle. AURELIO SALVATORE MISITI. Questo l'aspetto finale. Tuttavia, sulla parte iniziale, quella relativa alle conseguenze sull'ambiente, non sulla salute, i dati dovrebbero essere pi a portata di mano. A parte qualche considerazione, il professor Cuspilici ha parlato dell'esistenza di dati, che per non ci ha illustrato. Il legame tra questi dati e la situazione che si determinata a livello ambientale, nell'aria, nell'acqua e nel suolo, non emerso dalla sua esposizione. ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. A questo punto, una precisazione doverosa. Sono responsabile dell'ufficio speciale per gli interventi del piano. Di questo, dunque, possiamo parlare, e della pianificazione futura. AURELIO SALVATORE MISITI. Cosa significa interventi del piano? ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. Interventi per la realizzazione del disinquinamento e del risanamento. Per quanto riguarda la situazione ambientale, i dati ve li possiamo fornire, come regione siciliana, tramite il nostro ente preposto al monitoraggio e allo studio dell'ambiente, l'ARPA. E non mancheremo di fornirli. AURELIO SALVATORE MISITI. Quei dati ci interessano, perch ci permettono di vedere gli effetti... ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. Tra l'altro, annualmente l'ARPA propone una pubblicazione dei dati. AURELIO SALVATORE MISITI. bene che ce li forniate, altrimenti i dati relativi alla salute rimangono disgiunti. 21 ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. Tra l'altro, i dati sulla salute che ho presentato rappresentano il motivo per il quale, come ufficio speciale, ho avuto la responsabilit di avviare l'indagine epidemiologica con l'Organizzazione mondiale della sanit. AURELIO SALVATORE MISITI. Dunque, ci fornirete tutti i dati. ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. Per quanto riguarda la realizzazione degli interventi, possiamo rispondere in modo parziale, in quanto le prefetture hanno una contabilit speciale e non devono rendicontare alla regione siciliana. ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Lei sa quali sono gli interventi che sono stati realizzati dalle prefetture oppure no? ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. Attualmente non ho dati ufficiali. PRESIDENTE. Dottor Cuspilici, comprendiamo benissimo la condizione in cui si trova, tanto pi che ha ricevuto l'incarico solo nel dicembre scorso. Pertanto, aspettiamo di ricevere i dati che lei ci fornir e la preghiamo, se possibile, di verificare la situazione degli interventi che dovrebbero essere gi stati messi in atto, la cui utilit appare, a tutt'oggi, dubbia. Non una situazione che riguarda solo la Sicilia, ma in questo caso, essendosi la regione dotata di un'organizzazione autonoma, la verifica si resa pi cogente. Non possiamo non rimarcare che, a decenni di distanza dall'individuazione di aree ad alto rischio e dallo stanziamento di fondi - seppur, come sappiamo, insufficienti per affrontare la gravit della situazione -, ci troviamo ancora di fronte ad un quadro conoscitivo carente e non a regime. Lo dimostra il fatto che lei afferma la necessit di ammodernare le strutture di monitoraggio e di integrare la rete di monitoraggio ambientale con la valutazione delle conseguenze anche dal punto di vista della salute. un'azione giusta, quella che lei sta intraprendendo; onestamente, quello che appare , come minimo, un notevole ritardo rispetto all'individuazione di aree ad alto rischio, per le quali sarebbe stata opportuna, sia sotto il profilo conoscitivo, sia sul fronte degli interventi, una continuit di azione. Lo ripeto, un bene che sia stato istituito l'organismo ad hoc da lei diretto, ma la situazione mi pare ancora ad uno stadio primitivo. ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Signor presidente, mi permetta di esprimere una considerazione, solo come traccia e per riferire alla Commissione le mie valutazioni. Dalle notizie in mio possesso risulta che, rispetto alle priorit fissate dal piano di risanamento - che riguardano, ovviamente, l'individuazione della qualit dell'aria, le 22 alterazioni esistenti nella qualit dell'acqua, le iniziative da assumere per modificare i processi produttivi e diminuire i carichi ambientali, e via elencando -, in realt molti interventi sono stati assolutamente incoerenti. Mi risulta, ad esempio, che siano state realizzate alcune fogne urbane nella citt di Gela, nell'ambito degli interventi del piano di risanamento. Mi risulta, altres, che siano stati effettuati interventi, coordinati dalla prefettura, per discariche di rifiuti solidi urbani nella citt di Bufera. Quando parlo di interventi incoerenti, mi riferisco a questo. ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. Presidente, non parlo in qualit di direttore dell'ufficio speciale, ma semplicemente come persona che ha seguito il risanamento ambientale siciliano e nazionale. Mi permetto di dire che il problema del risanamento ambientale nazionale consiste nel fatto che noi abbiamo avuto due fasi di sviluppo: una fase di indirizzo, dettata dai comitati di coordinamento, e una fase di realizzazione, affidata agli enti locali. Ora, questa separazione fra chi decide e chi deve fare ha portato a tale risultato. Io ho qualche marcia in pi perch decido ed ho la possibilit di spendere. Lo dico fuori dalla mia veste ufficiale. ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Fino al dicembre 2006, per, lei ha detto di non avere nessuna possibilit di intervento, n di conoscenza, sulle risorse delle prefetture? ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. No, perch vi era il regime di commissariamento. PRESIDENTE. Grazie, professor Cuspilici. La nostra idea quella di fare un lavoro serio, utilizzando al meglio tutti i contributi conoscitivi, da parte sia delle istituzioni centrali che del territorio. Sentiremo, all'inizio dell'anno prossimo, anche l'Organizzazione mondiale della sanit, per sapere il quadro generale delle conoscenze che ha acquisito nel corso di questi anni sui temi di nostro interesse. Ovviamente, se avr ulteriori informazioni - rispetto ai dati che, come ci ha gi detto, ci far avere -, la invitiamo a trasmetterle alla Commissione, poich nostra intenzione fornire al Parlamento e al paese un quadro conoscitivo per orientare le scelte da compiere e per valutare quanto stato fatto finora. ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. Se ho ben capito, devo fornirvi i piani di risanamento del 1995, le linee-guida per quanto riguarda Milazzo (che rappresenta una situazione a parte), i dati ambientali che mi far carico di recuperare dall'ARPA, nonch i dati sanitari che recuperer dall'osservatorio epidemiologico. AURELIO SALVATORE MISITI. Vorrei capire - non so se chiedo la stessa cosa che ha gi domandato il presidente - sulla base di quali studi e di quali risultati ambientali 23 stato deciso il piano di risanamento. Altrimenti, non mi spiego perch ci sia un piano di risanamento di quel tipo. ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. Inizialmente, le procedure per la dichiarazione di area a rischio erano le seguenti: si faceva la raccolta dei dati sul territorio e si verificava la situazione di alterazione delle matrici ambientali. I piani di risanamento sono stati realizzati su questa base. Inoltre, una volta che venivano raccolti i dati ambientali - parlo degli anni Novanta -, si svolgevano delle riunioni con gli enti locali per definire le priorit. AURELIO SALVATORE MISITI. Quindi, adesso state attuando un piano basato su quelle notizie? ANTONINO CUSPILICI, Responsabile dell'ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale dell'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana. No, stiamo attuando un piano aggiornato, non su quelle notizie. Abbiamo dei dati dell'osservatorio epidemiologico che ci dicono che c' una situazione disastrosa, per cui necessaria un'indagine epidemiologica. I dati ARPA ci dicono che il monitoraggio, per quanto riguarda l'ambiente, non dei migliori, per cui noi potenziamo le strutture che esistono sul territorio. PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Cuspilici per il suo contributo e dichiaro conclusa l'audizione. La seduta termina alle 11,10. http://www.camera.it/_dati/leg15/lavori/stencomm/08/indag/valutazione/2006/1212/s010 .htm
Quaranta milioni spesi dalla Regione per le bonifiche industriali mai fatte Soldi stanziati per le aree a rischio, da Milazzo a Priolo Gargallo, ma senza obbligo di rendicontazione: e gli appalti sono finiti nel nulla
di ALESSANDRA ZINITI
Almeno un terzo dei fondi, gi stanziati, impegnati ed erogati, se ne sono andati per il mantenimento delle strutture commissariali, per pagare gli straordinari del personale, i compensi dei tanti esperti scomodati, gli studi commissionati, i progetti, persino la pubblicazione di bandi di gara poi mai espletati. Quel che certo che con gli oltre 40 milioni di euro erogati dalla Regione negli ultimi vent'anni per la bonifica delle aree industriali a rischio, da 24 quella di Augusta-Priolo-Melilli a quella di Gela e, per ultimo, al comprensorio di Milazzo-San Filippo del Mela, tutto stato fatto tranne quello che doveva essere fatto: nessun intervento sostanziale, niente di quello che dal 1990 esperti e commissioni di Unione europea, ministero per l'Ambiente, Regione pur hanno individuato e messo per iscritto in decine di relazioni. Non un sistema di monitoraggio permanente degli indicatori di rischio nelle aree industriali, non la messa in sicurezza di impianti che - come in tanti denunciano da anni - lavorano inquinando l'ambiente in zone della Sicilia dove l'incidenza delle patologie tumorali vertiginosamente in aumento. Il giallo dei 40 milioni di euro erogati senza alcun obbligo di rendicontazione, mai spesi per le finalit per le quali erano stati impegnati e finiti chiss dove tutto nelle carte agli atti dell'Ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale diretto da Antonino Cuspilici. Ufficio speciale istituito alla scadenza delle strutture commissariali che per 15 anni avrebbero dovuto gestire la bonifica delle aree industriali di Siracusa e Caltanissetta dichiarate aree a rischio nel 1990.
E' una storia lunga pi di vent'anni quella del mancato risanamento delle zone che gravitano attorno a petrolchimici, raffinerie e centrali elettriche che ancora oggi lavorano con le torce che sfiatano 24 ore su 24 inondando i territori di fumi e residui di lavorazione, con le cosiddette bolle di raffineria e soprattutto senza centraline che rilevino sistematicamente i livelli di inquinamento cos come disposto dalla rigida disciplina europea che in Sicilia viene sistematicamente violata senza alcun intervento della magistratura. Nel 1990, dunque, lo stanziamento per gli interventi di bonifica su Siracusa e Gela, dopo la dichiarazione di aree a rischio, di 100 miliardi di vecchie lire. Nel 1995 viene redatto il piano di risanamento con il trasferimento dei fondi dal ministero dell'Ambiente alla Regione ma nulla si muove. Il governo decide dunque di creare delle strutture commissariali affidandone la guida ai prefetti di Siracusa e Caltanissetta.
Le strutture non producono nulla, in termini di interventi, ma costano: ben 40 milioni di euro vengono erogati, poco pi di 30 milioni a Siracusa, il resto a Gela. Ma mentre del previsto "potenziamento delle strutture di controllo ambientale" e di interventi nelle zone a rischio non c' traccia, cifre a sei e nove zero vengono impegnate alle voci "straordinario personale" e "compenso esperti": pi di due milioni e mezzo di euro in un anno, tra il 2000 e il 2001 solo nel Siracusano. Un altro milione di euro viene "girato" ai comuni interessati, Priolo, Augusta, Melilli, pi di venti milioni di euro sono impegnati per generiche "esigenze finanziarie per intervento nella provincia di Siracusa". Non va meglio alla struttura commissariale di Caltanissetta che impegna pi di 8 milioni di euro per l'appalto di opere (mai realizzate) per le quali sono gi state definite progettazioni esecutive, per anticipazioni di somme per indagini, studi e progettazioni. Un milione e 220 mila euro se ne vanno per la pubblicazione e l'aggiornamento del piano di risanamento, per gli oneri previsti 25 per il funzionamento della struttura commissariale, oltre 430 mila euro in spese di pubblicit di bandi di gara e progettazione.
Nell'ottobre 2002 viene dichiarata area a rischio anche il comprensorio del Mela e la Regione stanzia sette milioni di euro. Venticinquemila euro se ne vanno subito per la pubblicazione di un bando di gara che poi viene revocato, 273 mila euro sono impegnati per la gestione 2003-2004 della rete di monitoraggio degli inquinanti atmosferici dell'area a rischio e 3 milioni e seicentomila euro per un appalto a base d'asta per l'affidamento dell'incarico per la creazione di un sistema informativo territoriale.
Vent'anni dopo, le dichiarazioni di aree a rischio a Siracusa e Gela, reiterate per 15 anni, il massimo previsto dalla legge, sono decadute, nessuno sa come sono stati spesi quei soldi e dove sono finiti e soprattutto in nessuna dei territori a forte rischio ambientale stata realizzata neanche una rete di monitoraggio che permetta ai cittadini di quei territori di sapere se e quanto veleno respirano ogni giorno. (03 novembre 2012)
C.5/00646 con decreto del Presidente della Repubblica 17 gennaio 1995 stato approvato il Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Siracusa-Sicilia...
Interrogazione a risposta in commissione 5-00646presentato da AMODDIO Sofia PD testo di Mercoled 17 luglio 2013, seduta n. 55
AMODDIO. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per la coesione territoriale . Per sapere premesso che:
con decreto del Presidente della Repubblica 17 gennaio 1995 stato approvato il Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Siracusa-Sicilia Orientale;
http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1998;426 26 la legge 9 dicembre 1998, n. 426, Nuovi interventi in campo ambientale, all'articolo 1 disciplinava la realizzazione di interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, anche al fine di consentire il concorso pubblico;
l'articolo 1, comma 4, della citata legge 9 dicembre 1998, n. 426, ha individuato tra i siti di bonifica di interesse nazionale quello di Priolo;
il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, 10 gennaio 2000, ha approvato il perimetro provvisorio del sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo, e quello del 10 marzo 2006, ha esteso il perimetro del medesimo sito;
il SIN di Priolo si sviluppa su una superficie di circa 5.815 ettari a terra e circa 10.068 ettari a mare, comprensivi delle aree portuali di Siracusa ed Augusta e la parte a terra include aree private per un totale di circa 1.700 ettari e aree pubbliche per circa 1.300 ettari;
il SIN di Priolo ubicato nel territorio dei comuni di Augusta, Priolo Gargallo, Melilli e Siracusa, gi dichiarati Area di elevato rischio di crisi ambientale nell'anno 1990;
all'interno del perimetro del SIN sono inclusi: un polo industriale costituito da grandi insediamenti produttivi, prevalentemente raffinerie, stabilimenti petrolchimici, centrali di produzione di energia elettrica e cementerie; l'area marina antistante comprensiva delle aree portuali di Augusta e Siracusa; numerose discariche di rifiuti anche pericolosi; lo stabilimento ex eternit di Siracusa (dove si producevano manufatti in cemento-amianto); le aree umide (Saline di Priolo e Augusta);
con il decreto ministeriale 18 settembre 2001, n. 468, recante Programma nazionale di bonifica e ripristino dei siti inquinati furono assegnate al sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo risorse pari euro 23.653.725,97; la direttiva 2000/60/CE recepita dal decreto legislativo n. 152 del 2006, ha lo scopo di ottenere la graduale riduzione delle emissioni di sostanze pericolose nelle acque per raggiungere l'obiettivo finale di eliminare le sostanze pericolose prioritarie e contribuire a raggiungere valori vicini a quelli del fondo naturale per le concentrazioni in ambiente marino di sostanze presenti in natura; l'articolo 252-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, relativo ai Siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale, disciplina le modalit di intervento in aree contaminate dove attuare programmi ed interventi di riconversione industriale e di sviluppo economico-produttivo; il comma 3, lettera e), del citato articolo 252-bis prevede, quali azioni idonee a compensare il danno ambientale, il miglioramento della sostenibilit ambientale degli impianti esistenti sotto il profilo del miglioramento tecnologico produttivo e dell'implementazione dell'efficacia dei sistemi di depurazione e abbattimento delle emissioni; con l'articolo 28 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitivit, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria), convertito, con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, stata prevista l'istituzione dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), con l'attribuzione delle funzioni dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) e dell'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (ICRAM); l'ISPRA un ente pubblico scientifico di ricerca non economico vigilato dal Ministero 27 dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che fornisce supporto al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed alle pubbliche amministrazioni; con il decreto ministeriale 28 novembre 2006, n. 308, si preveduto di affidare ad ICRAM (ora ISPRA), attraverso specifica convenzione, il compito di definire le modalit di caratterizzazione ai fini della bonifica dei siti di interesse nazionale; il decreto n. 308 del 2006 all'articolo 2 prevede che l'individuazione dei soggetti beneficiari nonch le modalit, le condizioni e i termini per l'erogazione dei finanziamenti previsti dal Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale, sono regolamentati mediante il ricorso agli accordi di programma da sottoscrivere fra lo Stato, le regioni e gli enti locali territorialmente competenti; l'articolo 5 del suddetto decreto prevede che mediante accordi di programma tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione interessata e l'ISPRA la possibilit, per tutti i siti di bonifica di interesse nazionale, di attribuire ad ISPRA, con le risorse assegnate al singolo sito, l'esecuzione della caratterizzazione e la predisposizione dei progetti preliminari di bonifica; l'ISPRA ha eseguito la caratterizzazione del sito; i dati dell'inquinamento ambientale del SIN di Priolo ricavati dalle caratterizzazioni eseguite dall'ISPRA hanno rilevato elevati livelli di contaminazione: nei suoli: metalli pesanti (arsenico, cromo, mercurio con concentrazioni anche di oltre 1.000 volte il valore limite, zinco, rame, e altro); idrocarburi (con concentrazioni anche di oltre 300 volte il valore limite); composti aromatici (benzene con concentrazioni anche di oltre 500 volte il valore limite); IPA (indenopirene con concentrazioni anche di 28 volte il valore limite); composti alifatici clorurati cancerogeni e non (1,2-dicloropropano con concentrazioni anche di 250 volte il valore limite, 1,2 dicloroetano con concentrazioni anche di 200 volte il valore limite, cloruro di vinile con concentrazioni anche di 40 volte il valore limite); diossine (con concentrazioni anche di oltre 20 volte il valore limite); nella falda: metalli pesanti (arsenico con concentrazioni anche di oltre 130 volte il valore limite); mercurio con concentrazioni anche di oltre 50 volte il valore limite, cromo, piombo, antimonio, selenio, nitriti, zinco, e altro); composti aromatici (benzene con concentrazioni anche di 200.000 volte il valore limite, toluene con concentrazioni anche di oltre 1.600 volte il valore limite); alifatici clorurati cancerogeni e non (cloruro di vinile con concentrazioni anche di oltre 24.000 volte il valore limite, tricloroetilene con concentrazioni anche di 2.000 volte il valore limite, tetracloroetilene con concentrazioni anche di oltre 2.500 volte il valore limite, esaclorobutadiene con concentrazioni anche di oltre 440.000 volte il valore limite, 1,1,2,2-tetracloroetano con concentrazioni anche di 7.000 volte il valore limite); alifatici alogenati cancerogeni (dibromoclorometano con concentrazioni anche di oltre 130 volte il valore limite); clorobenzeni (esaclorobenzene con concentrazioni anche di oltre 30.000 volte il valore limite); idrocarburi totali (con concentrazione anche di oltre 800 volte il valore limite); nell'area marina: contaminazione dei sedimenti, principalmente da mercurio, idrocarburi C>12 ed esaclorobenzene (HCB), e del biota, con concentrazioni di mercurio determinate nei tessuti di pesci e mitili superiori ai limiti normativi fissati per il consumo alimentare, con conseguente rischio di tipo sanitario; nell'area SIN in una ampia fascia di terreno, compresa tra la vecchia linea di costa e quella attuale, costituita da terreno di riporto e materiali di diversa natura (ceneri di pirite, laterizi, mattoni forati, elementi lapidei, suoli con forti odori di idrocarburi) che di fatto costituisce una discarica di rifiuti di natura eterogenea, come evidenziato dalla Conferenza di servizi decisoria del 16 febbraio 2007 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare; nel mese di novembre 2008 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM), il Ministero dello sviluppo economico (MiSE), il Ministero delle 28 infrastrutture e dei trasporti (MIT), il commissario delegato per l'emergenza bonifiche e la tutela delle acque della regione siciliana, la regione Siciliana, la provincia di Siracusa, il comune di Siracusa, il comune di Priolo Gargallo, il comune di Augusta, il comune di Melilli, l'autorit portuale di Augusta e il consorzio della provincia di Siracusa per la zona sud dell'area di sviluppo industriale della Sicilia orientale sottoscrivevano l'accordo di programma finalizzato alla bonifica e riqualificazione ambientale del sito di Priolo al fine di favorire lo sviluppo del tessuto produttivo che insiste sul territorio del sito di interesse nazionale e la realizzazione dell'hub portuale di Augusta e segnatamente: 1) messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda; 2) bonifica dei suoli e delle falde delle aree pubbliche; 3) bonifica degli arenili e dei sedimenti delle aree portuali e marino costiere; 4) messa in sicurezza e bonifica dei suoli e delle falde delle aree private, in sostituzione e in danno dei soggetti obbligati inadempienti; il citato accordo di programma stato integrato nel mese di marzo 2009; l'area industriale della provincia di Siracusa stato oggetto di altri accordi quadro: a) accordo di programma quadro per l'attuazione del Progetto di risanamento delle aree contaminate finalizzato allo sviluppo sostenibile nel sito di interesse nazionale di Priolo sottoscritto in data 11 giugno 2004 tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione Siciliana, il vice commissario delegato per l'emergenza rifiuti e tutela delle acque e il Ministero dell'economia e delle finanze per avviare la realizzazione degli interventi di bonifica e risanamento ambientale nelle aree: dell'ex stabilimento Eternit siciliana spa di Siracusa; della rada di Augusta; della penisola Magnisi; del porto grande di Siracusa; delle discariche pubbliche; Accordo di programma per la Riqualificazione e la reindustrializzazione del polo petrolchimico di Priolo, sottoscritto in data 21 dicembre 2005 che aveva come obiettivi: la riqualificazione del polo petrolchimico di Priolo-Melilli- Augusta al fine di assicurare l'attrattivit e la competitivit del territorio; la reindustrializzazione dell'area industriale, attraverso interventi per il consolidamento delle attivit produttive esistenti e per promuovere la nascita di nuove imprese che impieghino le produzioni e le infrastrutture, i servizi e le utility presenti nell'area industriale; b) 1o atto integrativo all'accordo di programma quadro per l'attuazione del Progetto di risanamento delle aree contaminate finalizzato allo sviluppo sostenibile nel sito di interesse nazionale di Priolo sottoscritto in data 23 dicembre 2005 tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione Siciliana, il vice commissario delegato per l'emergenza rifiuti e tutela delle acque e il Ministero dell'economia e delle finanze, concernente modifiche ed integrazioni di alcuni interventi con relativa rimodulazione finanziaria alla luce di quanto emerso dalle attivit di indagine e progettazione svolte nella prima fase di attuazione dell'APQ sottoscritto nel 2004; c) 2o atto integrativo all'accordo di programma quadro per l'attuazione del Progetto di risanamento delle aree contaminate finalizzato allo sviluppo sostenibile nel sito di interesse nazionale di Priolo sottoscritto in data 7 aprile 2006 tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione siciliana, il vice commissario delegato per l'emergenza rifiuti e tutela delle acque e il Ministero dell'economia e delle finanze; nell'accordo di programma del 2008 era previsto: a) che risultava improcrastinabile definire un percorso certo delle attivit di messa in sicurezza dell'intero sito; b) che l'ammontare complessivo delle attivit di bonifica era stimato in euro 774.500.000,00, di cui: euro 194.000.000,00 per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica della falda; euro 454.000.000,00 per le attivit di bonifica all'interno della Rada di Augusta; euro 41.500.000,00 per la bonifica dell'area marina esterna alla Rada e antistante il sito industriale di Priolo; euro 78.500.000,00 per gli interventi da realizzare sull'area del porto di Siracusa; euro 2.000.000,00 per interventi di riqualificazione ambientale della struttura demaniale ex-Lazzaretto; euro 2.000.000,00 per attivit di 29 valutazione epidemiologica; euro 2.500.000,00 per attivit di monitoraggio e controllo; c) che le risorse disponibili ammontavano a complessivi euro 106.800.000,00 di cui: euro 50.000.000,00 a valere sui fondi assegnati al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con la delibera CIPE del 22 marzo 2006, n. 1; euro 50.000.000,00 a valere sulla programmazione unitaria 2007/2013 della regione siciliana; euro 6.800.000,00 rinvenienti dai ribassi d'asta rispetto alle assegnazioni di cui all'APQ dell'11 giugno 2004 e del Io atto integrativo del 23 dicembre 2005; d) che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti si impegnava a mettere a disposizione risorse finanziarie pari a euro 50.000.000,00, a valere sulle risorse di cui titolare nell'ambito della programmazione unitaria 2007/2013, priorit 6 del QSN Reti e servizi per la mobilit; e) che la regione siciliana si impegnava a mettere a disposizione risorse finanziarie pari a euro 224.000.000,00 a valere sulle risorse afferenti la programmazione unitaria 2007/2013; f) quale soggetto responsabile dell'accordo, il direttore generale della direzione per la qualit della vita del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al quale era attribuito il coordinamento e la vigilanza sull'attuazione delle attivit e degli interventi indicati nel Programma degli Interventi; il progetto di bonifica della Rada nella versione aggiornata al giugno 2008, ed approvata in conferenza di servizi del 7 ottobre 2008, secondo la sentenza del TAR di Catania n. 2117/2012 depositata l'11 settembre 2012 appare illegittimo perch: a) bonifica della Rada mediante attivit di dragaggio dei sedimenti contaminati: l'amministrazione non ha svolto alcuna attivit di indagine per individuare gli interventi effettivamente necessari alla rimozione dell'inquinamento accertato; il progetto ICRAM non stato preceduto da alcuna analisi di rischio sito-specifica che, consentendo di valutare i rischi effettivi per la salute umana derivanti dall'accertato inquinamento da mercurio, esaclorobenzene ed in parte da idrocarburi, avrebbe consentito una pi adeguata individuazione degli obiettivi della bonifica; stato invece acclarato che non sono esattamente identificate le modalit di conduzione degli interventi (vale a dire le metodologie), per le quali non sono valutabili, quindi, l'efficacia e l'efficienza; peraltro, non sono individuate e stimate le possibili conseguenze sulle componenti ambientali, per cui non sono valutabili i suoi effetti; a) il progetto riporta solo una illustrazione generale delle tecniche utilizzabili per la rimozione dei sedimenti e conseguentemente non spiega le ragioni della soluzione prescelta, n identifica delle possibili alternative anche in funzione della minimizzazione dell'impatto ambientale; b) non risulta possibile valutare la sostenibilit in termini di costi/benefci e tempi del progetto, poich in esso non vengono stimati in maniera adeguata n i costi sommari necessari per l'intervento... n i tempi richiesti sia per il completamento delliter progettuale che per la sua esecuzione; c) alla data delle operazioni peritali non risultavano eseguiti i test di trattabilit sui sedimenti, per i quali erano stati individuati solo gli obiettivi da perseguire, nonch in maniera generica le modalit di indagine che si intendeva applicare; d) invero, a seguito della fase di caratterizzazione dei sedimenti svolta da ICRAM e della riscontrata contaminazione, l'Amministrazione avrebbe dovuto valutare da un lato gli effettivi rischi per la salute umana connessi alla presenza di inquinanti nelle matrici ambientali, calcolare i valori di intervento e valutare la fattibilit delle opere, approfondendo gli effetti del dragaggio sulle componenti ambientali; e) la carenza di istruttoria evidente anche per quanto riguarda l'analisi dei principali problemi indotti dalle operazioni di dragaggio, quale lo smaltimento delle acque di risulta dalle operazioni di trattamento dei sedimenti ovvero gli eventuali interventi di ripristino e 30 miglioramento ambientale; f) inoltre, proprio per la mancata effettuazione di un analisi di rischio sito specifica, non appare ragionevole la previsione che l'intervento debba interessare anche le aree meno contaminate della Rada, atteso che date le dimensioni della Rada stessa sarebbe pi ragionevole limitare gli interventi alle sole zone pi contaminate; g) quanto al progetto di realizzazione delle casse di colmata, la consulenza tecnica pone in evidenza la mancata individuazione della modalit di esecuzione delle vasche, nonch la non coerenza con il progetto di bonifica dei sedimenti, come aggiornato nel luglio 2008, poich essendo prevista in quest'ultimo la drastica riduzione dei sedimenti da dragare, anche il progetto relativo alle casse di colmata avrebbe dovuto essere adeguato di conseguenza, in modo da considerare il minor volume di sedimento da riversare nelle vasche; h) il vizio di carenza di istruttoria risulta confermato altres dalle dichiarazioni, contenute nella memoria depositata dall'avvocatura il 10 ottobre 2011, di dover ancora formulare, in via definitiva, la scelta circa gli interventi da attuare per la bonifica della Rada (Ora, nella fattispecie, evidente che la scelta finale dell'intervento pi opportuno dovr essere valutata caso per caso e modulata in funzione della qualit e quantit dei volumi di sedimento contaminati, del regime idrodinamico della Rada, della morfologia dei fondali... pag. 8); i) in conclusione sul punto, la scelta dell'amministrazione in ordine alle modalit e tecniche da utilizzare per la bonifica dei fondali della Rada non supportata da adeguata istruttoria e motivazione a fronte del rischio di una dispersione incontrollata di sedimenti contaminati, che potrebbe essere determinata dall'attivit di dragaggio e potrebbe vanificare l'opera di risanamento; specie a fronte degli studi prodotti delle societ a sostegno delle obiezioni sollevate circa i presupposti della bonifica e le modalit dell'intervento; la sentenza sopra citata annulla le prescrizioni relative alla bonifica della Rada mediante attivit di dragaggio dei sedimenti contaminati; Barrieramento fisico della falda lungo la linea di costa per il contenimento delle acque di falda: per avere l'autorit prescritto una misura la cui realizzabilit stata affermata in assenza di qualsivoglia indagine tecnica che ne dimostri l'idoneit al conseguimento dello scopo, nonch la compatibilit dal punto di vista idrogeologico; adeguata istruttoria e motivazione erano tanto pi necessarie se si considera che le societ presenti sulla rada hanno rappresentato di avere realizzato, o di avere in corso di realizzazione, i progetti di contenimento delle acque di falda cos come approvati dal MATTM, e fondati prevalentemente su un barrieramento di tipo idraulico, anche se non esclusivamente (Syndial ha realizzato un barrieramento fisico lato mare per 4 km circa); l'opera sarebbe quasi impossibile da realizzare in alcune zone (a nord del Vallone della Neve), dove la presenza di rilevanti spessori di materiale litoide renderebbe impossibile l'immorsamento della barriera, non rinvenendosi un substrato impermeabile neppure a profondit superiori a 180 metri, sicch la barriera fisica non darebbe garanzia di arginare la falda inquinata impedendone il trasferimento in mare, e potrebbe creare problemi di carattere idrogeologico; la circostanza che gli elaborati esaminati non consentissero di accertare l'efficacia/efficienza della barriera idraulica, non giustificava l'adozione di una misura cos impattante come il barrieramento fisico, ma comportava la necessit di approfondire in via istruttoria la tenuta della barriera idraulica e gli effetti delle alternative, comparando le diverse tecnologie applicabili e valutando i costi ed i benefci ambientali attesi, prima di prendere una decisione; quanto sopra anche in considerazione che il marginamento fisico un intervento molto invasivo, che determina modifiche permanenti al naturale flusso ed andamento della falda 31 e che rende di fatto impossibile il ripristino delle condizioni originarie naturali dell'acquifero anche una volta raggiunti gli obiettivi di bonifica; allo stato, la prescrizione sull'obbligo di realizzare un contenimento fisico della falda inquinata si rivelata illegittima, in quanto non supportata da alcuna motivazione tecnica o da alcun accertamento istruttorio; la provincia di Siracusa oltre ad avere subito rilevanti ed accertati fenomeni di inquinamento delle falde, delle aree a terra e dell'area mariana oggetto di ulteriori altrettanto rilevanti fenomeni di inquinamento dell'aria ed in tal senso l'interrogante ha depositato un'interrogazione scritta ancora non esitata; nello stato di attuazione del piano d'azione della coesione datato marzo 2013 il Ministro per la coesione territoriale affermato che: a) per le bonifiche del sito di interesse nazionale PRIOLO la regione ha assicurato che sono in corso di individuazione gli interventi per il sito di Priolo con l'estensione di iniziative all'intera area di Augusta con ulteriori risorse (60 milioni a disposizione della struttura commissariale che vanno ad aggiungersi ai 50 previsti); b) per le bonifiche non pervenuta documentazione utile all'avvio dell'istruttoria per la stipula dell'APQ; il fabbisogno complessivo per le bonifiche del SIN di Priolo ammonta a euro 774.500.000,00, di cui: euro 194.000.000,00 per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica della falda; euro 454.000.000,00 per le attivit di bonifica all'interno della Rada di Augusta; euro 41.500.000,00 per la bonifica dell'area marina esterna alla Rada e antistante il sito industriale di Priolo; euro 78.500.000,00 per gli interventi da realizzare sull'area del porto di Siracusa; euro 2.000.000,00 per interventi di riqualificazione ambientale della struttura demaniale ex-Lazzaretto; euro 2.000.000,00 per attivit di valutazione epidemiologica; euro 2.500.000,00 per attivit di monitoraggio e controllo; nel 2008 le risorse economiche per eseguire gli interventi sopra descritti, ammontavano a complessivi euro 106.800.000,00 (derivanti dal II atto integrativo all'Accordo di programma quadro sottoscritto in data 7 aprile 2006), di cui euro 50.000.000,00 della regione siciliana che aveva mantenuto il vincolo della disponibilit finanziaria pari a euro 50.000.000,00 originariamente imputata al POR 2000/2006 misura 1.15. ed euro 50.000.000,00 a valere sui fondi assegnati al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con la delibera CIPE del 22 marzo 2006, n. 1 a valere sulla programmazione unitaria 2007/2013 della regione siciliana ed euro 6.800.000,00 rinvenenti dai ribassi d'asta rispetto alle assegnazioni di cui all'APQ dell'11 giugno 2004 e del I Atto integrativo del 23 dicembre 2005; nell'accordo di programma la realizzazione delle bonifiche era suddiviso in due fasi; gli interventi indicati nell'accordo di programma con fase 1 erano immediatamente attivabili in quanto disponevano della necessaria copertura finanziaria e dovevano essere realizzati entro 4 anni dalla data di sottoscrizione dell'accordo; gli interventi indicati nell'accordo di programma con fase 2 non erano immediatamente attivabili in quanto non disponevano della necessaria copertura finanziaria; nell'accordo di programma era previsto che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, programmazione unitaria 2007/2013 si impegnava a rendere disponibili risorse per euro 224.000.000,00, la Regione Siciliana mediante la programmazione unitaria 2007/2013 euro 224.000.000,00 e le ulteriori risorse mediante le transazioni con soggetti privati presenti nel sito per euro 219.700.000,00; nell'accordo di programma il Responsabile dell'Accordo era individuato nel direttore generale della direzione per la qualit della vita del Ministero dell'ambiente e della tutela 32 del territorio e del mare al quale era attribuito il coordinamento e la vigilanza sull'attuazione delle attivit e degli interventi indicati nel programma degli interventi; nella Delibera del 3 agosto 2012 n. 87 del CIPE avente ad oggetto il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC). Programmazione regionale delle residue risorse del FSC a favore del settore ambiente per la manutenzione straordinaria del territorio, sono previste risorse per euro 50.000,00; da quanto sopra esposto di tutta evidenzia che: a) al di l della mera sottoscrizione degli accordi di programma, allo stato la progettazione e l'esecuzione della bonifica del sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo ben lungi dall'essere stata avviata per quanto di competenza delle amministrazioni pubbliche; b) l'istruttoria della progettazione della bonifica dell'area marina e di quella antistante era inadeguata sotto il profilo istruttorio; c) nonostante gli impegni presi dai Ministeri e dall'amministrazione regionale nell'accordo di programma del 2008, non sono state previste ulteriori risorse per realizzare la bonifica del sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo; d) nonostante fosse stato previsto nell'accordo di programma del 2008 l'improcrastinabilit di definire un percorso certo delle attivit di messa in sicurezza dell'intero sito, ad oggi il percorso risulta tutt'altro che definito; e) l'emergenza ambientale del sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo un fatto acclarato che incide non solo e soprattutto sulla salute dei cittadini che vivono nell'area citata ed in quella circostante, ma anche sull'economia atteso che non stato avviato nessun percorso reale di riconversione industriale e che qualsivoglia investimento sul territorio risulta precluso dalla mancata esecuzione della bonifica; f) ad oggi le bonifiche sembrano ancora una chimera; g) l'inerzia delle istituzioni ha trasformato l'emergenza ambientale in emergenza sanitaria;
h) allo stato i procedimenti di bonifica delle aree inquinate hanno provocato numerosi contenziosi penali e amministrativi, molti dei quali tuttora in corso; i fenomeni di emergenza ambientale non sono diminuiti e nel corrente anno il 18 aprile 2013 stata registrata a mare una vasta chiazza rosso scuro causata da liquido rossastro che fuoriusciva copiosamente da un pozzetto industriale di ispezione; un'altra gravissima emergenza mare rosso, si ebbe a Priolo nel gennaio 2003 che fin sotto inchiesta della magistratura; in data 1o giugno 2013 il quotidiano regionale La Sicilia ha riportato che Legambiente ha presentato un esposto per la mancata bonifica di due aree che, insistono nel sito di bonifica di interesse nazionale e che non sono state bonificate; in data 20 giugno 2013 il quotidiano regionale La Sicilia ha riportato che la procura della Repubblica di Siracusa ha disposto il sequestro di due aree site nel sito di bonifica di interesse nazionale per 30 ettari per la presenza di cenere di pirite incustodita e che secondo quanto previsto nell'accordo di programma dovevano essere bonificate per eliminare proprio la citata sostanza; in data 2 luglio 2013 il quotidiano regionale La Sicilia ha riportato l'esistenza di tre filoni di inchiesta sull'inquinamento del petrolchimico ed aventi ad oggetto le bonifiche della area sito di bonifica di interesse nazionale; in data 28 giugno 2003 il quotidiano regionale La Sicilia ha riportato che stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Siracusa per accertare le responsabilit e per capire come mai del piano di bonifica non sembra esserci traccia; nell'articolo di giornale anche affermato che sar la magistratura a fare luce sul buco nero che sembra aver inghiottito cento miliardi stanziati dalla regione e dallo Stato; nell'ultimo mese sono intervenuti sulla questione delle bonifiche del sito di bonifica di interesse nazionale Priolo tutti i soggetti sociali (Sindacati Confindustria) ed istituzionali 33 (enti locali, presidente della regione siciliano) chiedendo un immediato intervento del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare : se sia a conoscenza della problematica esposta e quali immediati interventi intenda adottare in relazione a quanto rappresentato in premessa; se e quando sia stata disposta una verifica dello stato di attuazione dell'accordo di programma del 2008 e quali siano stati gli elementi di verifica forniti dal responsabile dell'attuazione dell'accordo di programma del 2008; se e come siano state utilizzate le risorse disponibili ammontanti a euro 106.800.000,00; se e quali interventi di bonifica siano stati eseguiti tra quelli previsti nell'accordo di programma del 2008; se il progetto di bonifica della Rada di Augusta sia stato riformulato eliminando le illegittimit statuite dal TAR di Catania n. 2117/12 depositata l'11 settembre 2012; se sia intenzione del Ministro interrogato disporre un'ispezione amministrativa per i fatti riportati dal quotidiano La Sicilia ed oggetto di accertamento della procura della Repubblica di Siracusa specie per il presunto buco nero delle somme a disposizione del Ministero per la realizzazione delle bonifiche; se dal marzo 2013 ad oggi il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare abbia trasmesso al Ministro per la coesione territoriale la documentazione utile richiesta per la stipula dell'APQ; se sia intenzione dei Ministri interrogati impegnare i rispettivi Ministeri e le amministrazioni locali a rilanciare i programmi di bonifica del sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo in grave ritardo, garantendo una forte concentrazione delle risorse per realizzare dopo oltre 18 anni dalla dichiarazione di area a rischio ambientale: la bonifica e la riqualificazione ambientale del sito di Priolo al fine di favorire lo sviluppo del tessuto produttivo che insiste sul territorio del SIN e la realizzazione dell'hub portuale di Augusta; il Progetto di risanamento delle aree contaminate finalizzato allo sviluppo sostenibile nel sito di interesse nazionale di Priolo; la Riqualificazione e la reindustrializzazione del polo petrolchimico di Priolo, perch si realizzi: la riqualificazione del polo petrolchimico di Priolo-Melilli-Augusta al fine di assicurare l'attrattivit e la competitivit del territorio; la reindustrializzazione dell'area industriale, attraverso interventi per il consolidamento delle attivit produttive esistenti e per promuovere la nascita di nuove imprese che impieghino le produzioni e le infrastrutture, i servizi e le Utilities presenti nell'area industriale; se si intenda valutare l'opportunit di costituire un tavolo permanente fra Ministeri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero per la coesione territoriale, il Ministero dello sviluppo economico, la regione siciliana, l'autorit portuale di Augusta e le istituzioni locali del SIN di Priolo per assicurare la riqualificazione economica dei siti industriali contaminati la cui valorizzazione risulta strategica sia per la tutela dell'ambiente, della salute e per l'economia nazionale. (5-00646)
http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/10996 Atto Camera
Risposta scritta pubblicata Marted 17 settembre 2013 nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente) 5-00646
Con riferimento alle problematiche ambientali relative al Sito di Interesse Nazionale di Priolo, di cui all'interrogazione n. 5-00646 presentata dall'On.le Amoddio, utile premettere che la caratterizzazione di molte aree ha coinvolto Aziende private ed Autorit competenti in una intensa attivit che ha inevitabilmente prolungato le fasi iniziali dell'iter di bonifica. Infatti, mentre l'ISPRA ha realizzato la caratterizzazione dell'area marina della 34 Rada di Augusta, delle aree umide Saline di Priolo, di Augusta e di Siracusa, tutte le elaborazioni finalizzate alla bonifica delle aree ricadenti all'interno del SIN di Priolo, invece, sono state realizzate da parte di Aziende proprietarie e/o conduttrici, ciascuna per le aree di propria competenza. Il rischio sanitario connesso alla contaminazione nell'area marina ed al consumo alimentare dei pesci e di mitili non stato considerato rilevante, come si evince anche dalla perizia del CTU nominato dal Tribunale Amministrativo regionale di Catania del 16 febbraio 2009. In merito alle fasce di terreno, dove sono stati abbancati materiali di riporto di varia natura, oggi qualificabili come rifiuti, si precisa che: 1. su tali aree insistono strutture industriali attive (edifici e impianti); 2. la loro rimozione, pertanto, comporterebbe la sospensione di tutte le attivit industriali presenti e lo smantellamento delle sopra citate strutture con costi elevatissimi a fronte di un'elevata complessit tecnica. Riguardo al Progetto di bonifica dei fondali della Rada di Augusta, si precisa che: 1. la caratterizzazione della Rada, eseguita dall'ICRAM (oggi ISPRA), su indicazione dell'amministrazione ha permesso di distinguere le varie classi di pericolosit dei sedimenti presenti sul fondale; 2. il primo Progetto di bonifica dei sedimenti della Rada di Augusta stato approvato dalla Conferenza di Servizi decisoria del 20 dicembre 2007, a seguito della la fase di caratterizzazione disposta da questo Ministero, che preveda la rimozione di 18.000.000 di mc; 3. il secondo Progetto di bonifica dei sedimenti della Rada di Augusta stato approvato dalla Conferenza di Servizi decisoria del 7 ottobre 2008, a seguito della 2a fase di caratterizzazione di dettaglio disposta sempre da questo Ministero, con una nuova volumetria di sedimenti da rimuovere pari a 13.300.000; 4. l'Analisi di Rischio non stata elaborata in quanto non esiste ad oggi un Protocollo operativo ufficiale per la matrice sedimenti marini; 5. questa Amministrazione ha messo a disposizione del perito tecnico d'ufficio nominato dal Tribunale amministrativo di Catania tutti i dati tecnici relativi alle 2 fasi di caratterizzazione; 6. la perizia del CTU ha disposto la rimozione dei soli sedimenti pericolosi per una volumetria pari a 1.000.000 mc e, pertanto, questa Amministrazione sta elaborando un'ulteriore revisione del Progetto di bonifica sulla proposta di dragare e rimuovere solo i sedimenti definiti pericolosi. La richiesta di marginamento fisico era conseguenza del fatto che gli interventi realizzati dalle Aziende private e protrattisi nel tempo non avevano mostrato una riduzione sensibile della contaminazione. Relativamente alla mancanza di un chiaro e programmato percorso di riconversione industriale, la Conferenza di Servizi decisoria del 25 agosto 2007 ha approvato il Progetto di bonifica dei suoli per aree industriali dismesse per circa 185 ettari e a tutt'oggi risulta che non stato riconvertito alla produzione industriale alcuno dei suddetti 185 ettari. In ordine alla verifica dello stato di attuazione dell'Accordo di programma del 2008, si evidenzia che, cos come previsto dall'articolo 7 del decreto ministeriale n. 468/2001, il Commissario Delegato per l'emergenza bonifiche e tutela delle acque della Regione Sicilia predispone, con cadenza annuale, il monitoraggio finanziario delle risorse stanziate a 35 favore del SIN di Priolo con indicazione degli interventi finanziati, dei relativi impegni e delle spese sostenute. Tale monitoraggio, verificato dal Ministero dell'ambiente ed stato aggiornato al 31 dicembre 2012. Rispetto, poi, alle risorse disponibili ammontanti a euro 106.800.000,00, si precisa che: 1. ai sensi dell'articolo 6 dell'Accordo di Programma del 7 novembre 2008 sono state sottoscritte specifiche Convenzioni con i soggetti attuatori di cui all'articolo 4 dell'Accordo medesimo; 2. ad oggi sono stati impegnati euro 3.000.000 in quanto tutte le attivit sono relative alla esclusiva fase progettuale. Al fine di fornire un dettagliato quadro dello stato di attuazione degli interventi di bonifica, a disposizione dell'interrogante e della Commissione la tabella allegata, riepilogativa degli interventi previsti dall'Accordo in parola, redatta dalla Regione Sicilia ed aggiornata a luglio 2013, con l'indicazione del costo realizzato, dei pagamenti e delle economie per singolo intervento. In merito agli interventi di bonifica previsti nell'Accordo di programma del 2008, si proceduto: 1. alla caratterizzazione delle acque di falda lungo la fascia degli arenili; 2. allo studio di fattibilit MISE e la bonifica della falda acquifera, approvato dalla Conferenza di Servizi decisoria del 25 ottobre 2011; 3. alla Progettazione del 1o stralcio funzionale e messa in sicurezza e bonifica della falda acquifera con barrieramento antistante le aree industriali prospicienti la Rada di Augusta, approvato con Decreto in data 11 novembre 2011; 4. alla caratterizzazione dell'area marina antistante l'area industriale di Priolo; 5. alla caratterizzazione delle Saline di Augusta. La realizzazione del progetto di messa in sicurezza e bonifica della falda acquifera, di cui al sopra citato punto 3, approvato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela e del Mare gi dal 25 ottobre 2011, non stata avviata dal Soggetto attuatore, Commissario delegato per l'emergenza bonifiche e acque della regione Siciliana, anche in seguito ai ricorsi presentati dalle Aziende private interessate dalle opere previste nel Progetto medesimo. Lo stesso Commissario ha in corso la revisione del suddetto Progetto per adeguare il costo alle risorse disponibili. Al fine di fornire un dettagliato quadro dello stato di attuazione degli interventi di bonifica, si trasmette in allegato una tabella riepilogativa degli interventi previsti dall'Accordo in parola, redatta dalla Regione Siciliana ed aggiornata a luglio 2013, con l'indicazione del costo realizzato, dei pagamenti e delle economie per singolo intervento. In merito, poi, alla trasmissione al Ministro per la Coesione Territoriale della documentazione utile per la stipula dell'APQ, per l'utilizzo delle risorse di cui alla Delibera CIPE n. 87 del 3 agosto 2012 (euro 50.000.000,00), si rappresenta che la Regione con nota del 12 giugno 2013 ha proposto di finanziare prioritariamente il Progetto Definitivo degli Interventi di Messa in sicurezza e bonifica della falda all'interno della Rada di Augusta. Allo stato, il Ministero dell'Ambiente in attesa di acquisire da parte della Regione Siciliana una nuova proposta di Accordo di Programma Quadro, riformulata alla luce delle osservazioni avanzate dal Ministero dell'ambiente e dal Ministero dello Sviluppo Economico. Da ultimo, in merito al protrarsi dei tempi previsti per la bonifica ed il rilancio industriale del SIN di Priolo, si precisa che dalla data di perimetrazione del S.I.N. sono stati approvati n. 17 Progetti di Bonifica di suoli ed acque di falda per un'estensione complessiva di oltre 1.000 ettari. Le Aziende nel corso degli anni si sono opposte per vie legali alle richieste 36 formulate dal Ministero dell'Ambiente, rallentando di conseguenza le attivit di bonifica delle aree di propria pertinenza e dell'intero S.I.N.. In merito ai ritardi nelle attivit di bonifica, si precisa che tutti gli atti di questa Amministrazione sono stati oggetto di impugnazione da parte dei Soggetti privati dinanzi al tribunale amministrativo regionale che, in molti casi con sospensiva, ha comportato l'apertura di un nuovo procedimento, rallentando ulteriormente l'iter procedurale.
Manuale delle procedure ambientali: relative agli scarichi delle acque reflue domestiche o urbane nella pubblica fognatura, sul suolo, in corpo idrico superficiale o in acque marino-costiere
Sosteniamo la natura. I servizi ecosistemici della posidonia oceanica (praterie e spiaggiamenti) nel contrasto all’erosione costiera e ai cambiamenti climatici. Tutele e criticità gestionali.
2014 25 Luglio CL Ed de Sas D'amgelo Sent 412 2014 Ric 613 14 29 04 14 Rosa Spatola Sent 373 14 Ric 1045 14 2014 2 Maggio Spatola Rosa Sent 368 14 Ric 833 14 CL Ed de
2014 2 Aprile Giunta 45 2014 26 Marzo Giunta 45 Avv Pellegrino Tar Pa 831 833 1045 2014 Spatola Rosa Dangelo Giovanni CL Ed de Ricorso Al Tar Di Palermo
2015 12 OTTOBRE DELIBERAZIONE CONSILIARE 43 12 OTTOBRE 2016 BRICOMAN CENTER NELL'AEX SITO SICAR SASSARI 68 SAS MONTICCIOLO GASPARED CC 43 12 OTTOBRE 2015 CC 3 15 02 18 CC 16 19 06 18-ilovepdf-compressed
2017 20 Settembre Bologna Sindaco Commissione Esaminatrice Del Concorso Alta Professionalita' 1 Partecipante 1 Vincitore Maggiore Croce Antonino Balistreri Pietro Parente Croce