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1.1
1.1.1
Concetti Introduttivi
La Risorsa Acqua
Negli ultimi anni la materia di gestione e conservazione delle risorse idriche ha attirato
sempre pi lattenzione a livello mondiale, stante la consapevolezza che ha ogni cittadino
oggi della limitatezza del bene acqua. Lacqua stata sempre vista come una risorsa da
sfruttare per il benessere socio-economico il suo utilizzo nel corso del tempo si ampliato
coinvolgendo, oltre alle attivit tradizionali, quali irrigazione ed approvvigionamento,
anche le attivit industriali come la produzione di energia elettrica. Le svariate attivit di
sfruttamento richiedono una sempre maggiore necessit dacqua che spesso non pu essere
soddisfatta in maniera naturale. Infatti, la risorsa idrica limitata nello spazio e nel tempo:
su circa 500 milioni di chilometri cubi dacqua sulla terra, solo il 2% sono acque dolci, e di
queste solo l1-2% controllato. Inoltre importante anche la qualit dell'acqua in
relazione allo scopo, approvvigionamento idrico potabile o irriguo delle coltivazioni [1].
Tuttavia, le acque dei corpi idrici costituiscono ecosistemi nei quali abitano e si sviluppano
diverse specie viventi: un deterioramento della qualit delle acque determina conseguenze
anche sullequilibrio ecologico dellintero ecosistema fluviale.
Unidea di uso razionale delle acque di impedire che le onde di piena siano
convogliate rapidamente in mare, per essere invece trattenute sul territorio e quindi
sfruttate ad uso antropico, oppure per ricaricare gli acquiferi con lespansione in zone
esondabili. In Italia con la legge 183/89 sulla difesa del suolo, viene disposto un quadro
normativo di riferimento importante proprio ai fini di un uso razionale dellacqua. Da qui
3
Capitolo 1
lesigenza di rendere concreta la nozione di uso sostenibile delle risorse idriche ovvero la
necessit di trovare un giusto equilibrio tra le esigenze di sviluppo economico, legato allo
sfruttamento di tali risorse, e gli imperativi della loro protezione e conservazione, in
maniera che luso attuale non comprometta il loro impiego futuro.
Se da un lato lacqua una risorsa inestimabile per la societ, esistono situazioni,
quali le inondazioni e le frane causate dalle piene, che fanno dellacqua una vera e propria
minaccia. allora compito della societ provvedere ad una gestione ottimale dellacqua
tanto come risorsa, quanto come fonte di rischio.
Un buon connubio tra difesa e sfruttamento rappresentato dalla costruzione di
sbarramenti fluviali, la cui corretta pianificazione e gestione non pu che essere realizzata
nellambito di una pianificazione strategica dello sviluppo socio-economico di tutto il
territorio, volta a valutare il rapporto costi-benefici degli usi plurimi della risorsa acqua [2].
1.1.2
Le Opere di Sbarramento
Capitolo 1
Capitolo 1
In Italia le dighe sono piuttosto diffuse nelle diverse regioni, concentrandosi nelle
zone alpine, sub-alpine ed appenniniche, ovvero dove le caratteristiche geo-morfologiche
del territorio sono favorevoli alla costruzione di opere di sbarramento. Nella figura
seguente sono mostrate tutte le dighe sul suolo Italiano e la loro disposizione, inoltre sono
riportati gli uffici periferici, di competenza territoriale[5].
Delle 541 sopracitate dighe, presenti in Italia, la maggior parte sono in muratura,
circa 370, le restanti in terra, questultime sono localizzate maggiormente al sud.
I dati appena riportati sono forniti dai rapporti tecnici emanati dal Comitato
Nazionale Italiano per le Grandi Dighe (ItCOLD), associazione culturale e scientifica che
si propone di promuovere ed agevolare lo studio dei problemi connessi alle dighe presenti
sul territorio nazionale, alla loro realizzazione e al loro esercizio [6]. Tali rapporti risultano
molto utili per tutti coloro che si occupano di sbarramenti fluviali, quali gestori degli
impianti elettrici, autorit di controllo, ingegneri progettisti, etc.. Inoltre il comitato
ItCOLD partecipa a gruppi di lavoro internazionali organizzati dallInternational
Commission on Large Dams (ICOLD) [7].
Capitolo 1
1.1.3
Capitolo 1
Capitolo 1
individuando zone pi piovose e zone pi aride, per tutti questi motivi nasce lesigenza di
aumentare la quantit dacqua disponibile, e conservarla per i periodi di siccit, tramite la
creazione di bacini artificiali [8].
Figura 1.5 Diga di Mhleberg, serve sia una centrale idroelettrica sia una centrale nucleare.
Figura 1.6 Diga e Chiusa di Maxwell a Pittsburgh, rendono il fiume Monongahela navigabile.
10
Capitolo 1
Capitolo 1
1.2
1.2.1
11
1)
2)
Figura 1.8 Esempi di Dighe: 1) Diga di Alpe-Gera, con struttura a gravit massiccia, in provincia di
Sondrio; 2) Diga di Ancipa, con struttura a gravit alleggerita, in provincia di Enna,
12
Capitolo 1
contemporaneamente
soddisfare
le
verifiche
deve
tenso-
Capitolo 1
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1)
2)
3)
Figura 1.11 Esempi di Dighe: 1) Diga del Vajont, con struttura ad arco, in Provincia di Pordenone;
2) Diga di Place Moulin, con struttura ad arco-gravit, ad Aosta; 3) Diga di Neves, con struttura a
cupola, in provincia di Bolzano.
14
Capitolo 1
orizzontali [10].
Capitolo 1
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Capitolo 1
Figura 1.15 Diga di Molato, con struttura a volte e contrafforti, in provincia di Piacenza.
Capitolo 1
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1)
2)
3)
Figura 1.16 Esempi di Dighe: 1) Diga di Olivo, con struttura in terra omogenea, in provincia di
Enna; 2) Diga di Occhito, con struttura in terra con nucleo di tenuta, in provincia di Foggia; 3) Diga di
Redisole, con struttura in terra e manto di tenuta, in povincia di Cosenza.
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Capitolo 1
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1)
2)
Figura 1.20 Esempi di Dighe: 1) Diga di Almendra, in Spagna, struttura varia; 2) Sbarramento per la
laminazione delle piene.
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Capitolo 1
permettere attingimenti grazie al locale incremento del livello idrico. In relazione all'entit
dell'opera e alla funzione che le traverse devono svolgere possono essere suddivise in [11]:
x fisse;
x mobili;
x briglie.
Le traverse fisse sono costituite prevalentemente da strutture murarie massicce, ma
anche mediante scogliere, al principale scopo di rialzare il livello idrico di monte per
molteplici obiettivi: derivazioni, attingimenti, fruizione della risorsa idrica [14].
Capitolo 1
1.2.2
21
Il D.M. 24 Marzo 1982 fornisce le definizioni dei parametri fondamentali di una diga, con
il quale possibile classificarle. Di seguito vengono riportati brevemente con le relative
spiegazioni [11]:
x Altezza della diga: dislivello tra la quota del piano di coronamento e quella
del punto pi basso della superficie di fondazione.
x Altezza di massima ritenuta: dislivello tra la quota di massimo invaso e
quella del punto pi depresso dellalveo naturale in corrispondenza del
paramento di monte.
x Fetch: massima lunghezza dello specchio liquido del serbatoio alla quota
del massimo invaso.
x Franco: dislivello tra la quota del piano di coronamento e quella di massimo
invaso.
x Franco netto: dislivello tra la quota del piano di coronamento e quella di
massimo invaso, aggiunta a questa la semi ampiezza della massima onda
prevedibile nel serbatoio.
x Impianto di ritenuta: insieme dello sbarramento, delle opere complementari
e accessorie, dei pendii costituenti le sponde e dellacqua invasata.
x Opere complementari e accessorie: opere direttamente connesse alla
sicurezza e alla funzionalit degli impianti di ritenuta, compresi gli
interventi di sistemazione, impermeabilizzazione e consolidamento delle
sponde del serbatoio, la casa di guardia, la viabilit di servizio, le opere di
adduzione e di derivazione del serbatoio.
x Opere o organi di scarico o scarichi: opere civili e impiantistiche necessarie
per lo scarico, libero o volontario, dellacqua invasata.
x Quota di massimo invaso: quota massima a cui pu giungere il livello
dellacqua dellinvaso, ove si verifichi il pi gravoso evento di piena
previsto.
x Quota massima di regolazione: quota del livello dacqua al quale ha inizio
lo sfioro degli appositi dispositivi.
x Sponde del serbatoio: complesso di pendii naturali o artificiali costituenti il
serbatoio e i pendii a quota superiore a quella di massimo invaso.
22
Capitolo 1
Capitolo 1
23
24
1.2.3
Capitolo 1
1.2.3.1 Funzioni
Come accennato nei capitoli precedenti, in Italia sono presenti 540 dighe, svariatamente
diffuse e con funzione principalmente di tipo idroelettrico, secondariamente destinate ad
uso irriguo e per il supporto di acquedotti ed in minima parte per il controllo dei deflussi
[5].
Tabella 1.1
Grafico
Funzioni
1.1 Funzioni
delle Dighe
delle
Italiane.
Dighe Italiane.
Le motivazioni per il quale la maggior parte delle dighe Italiane sono destinate a
scopo Idroelettrico ed Irriguo, risiedono nelle caratteristiche geomorfologiche del paese.
Per quanto riguarda lenergia, in Italia, viene acquisita principalmente in tre modi:
x Energia prodotta da fonti non rinnovabili, quali principalmente combustibili
fossili;
x Energia prodotta da fonti rinnovabili, principalmente idroelettrico;
x Energia comprata allestero.
Capitolo 1
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Capitolo 1
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Capitolo 1
1.2.3.3 Tipologia
Nei paragrafi precedenti sono state brevemente illustrate le pi diffuse tipologie di dighe,
in Italia troviamo una forte concentrazione di dighe a gravit massicce e, specialmente al
sud, un elevato numero di dighe in terra. Nel grafico successivo viene illustrato il numero
di dighe relativo a ciascuna tipologia [5].
Capitolo 1
29
Grafico 1.7 Classificazione delle Dighe in Funzione dell'anno di Inizio dei Lavori di
Costruzione.
Gli intervalli di tempo per la classificazione sono stati scelti seguendo le date di
emanazione delle pi importanti normative in materia di dighe, le quali verranno analizzate
dettagliatamente nel capitolo secondo.
30
1.3
1.3.1
Capitolo 1
Le Dighe a Gravit
Introduzione
Capitolo 1
31
cui vengono utilizzate le prime nozioni della statica delle strutture. Tutte le altre dighe
sono costituite da un muro con sezione verticale poco diversa dalla rettangolare, talora a
gradoni, con proporzioni fra altezza e spessori assai diverse da caso a caso. In alcune di
esse il muro contrastato a valle da un rilevato di terra, in una da un rilevato di pietrame,
in molte da una serie di speroni murari. Planimetricamente sono talora rettilinee, talora
poligonali, le maggiori hanno quasi tutte forma pi o meno arcuata.
Altrettanto interessanti sono le dighe del Messico, costruite anteriormente al 1900,
una trentina con altezze oltre 50 metri sono costituite generalmente in muri sottili a sezione
rettangolare o trapezia o a riseghe, con paramento di monte verticale, sussidiati da ampi
contrafforti a valle.
Limmaturit delle concezioni statiche, e ancor pi dei problemi relativi alle
fondazioni, si prolunga fino a tutta la prima met del XIX secolo, lo indicano ad esempio la
diga di Puentes in Spagna, costruita nel 1785 e la diga di Gros Bois in Francia, costruita
del 1830. Le loro sezioni non rilevano traccia di criteri direttivi e la prima, fondata per una
breve lunghezza su terreno sciolto, con lausilio di pali in legno, crolla per sifonamento di
questo tratto quando dietro di essa raggiunto il massimo livello dinvaso. La seconda,
fondata su argilla, subisce nelle fasi dinvaso regolari movimenti dinflessione
longitudinali, di spostamenti e di rotazioni trasversali, che inducono nel 1842 a rinforzarla
con nuovi contrafforti sul paramento di valle e pi tardi, nel 1896, a limitare il carico,
rigurgitandola da valle, con un invaso creato da una diga in terra [10].
32
Capitolo 1
Figura 1.25 Dighe Spagnole Precedenti
al 1900.
a)Diga Almansa, costruita sul corso
dacqua Belen Grande. Lopera
precedente al 1586, ha andamento
planimetrico a spezzata superiormente
e curvo inferiormente, le due parti sono
state probabilmente costruite in tempi
diversi. Ha unaltezza massima del
coronamento pari a circa 25 m.. Il
materiale utilizzato la muratura di
pietrame con pietra da taglio ai
paramenti, salvo i superiori 6m. del
paramento di valle. Il valore massimo
delle sollecitazioni raggiunge 14 kg/cm2.
b)Diga Elche, sul corso dacqua
Vinalop, risalente al 1632 e modificata
nel 1842, ha andamento curvo, con
raggio di 62,60 m. e altezza di 23,20 m.
costituita in muratura di pietrame
con paramenti di pietra da taglio.
c)Diga di Alicante, sul Monegre,
costruita nel 1580 e modificata nel
1943. Ha andamento planimetrico
curvo, con raggio di 107,13m. ed
altezza di 46m., la diga fondata su
calcari duri e compatti. Il materiale
muratura di pietrame con pietra da
taglio ai paramenti, le sollecitazioni
massime sono dellordine di 11 kg/cm2.
d)Diga di Valdeinfierno, sul corso
dacqua Luchensa, costruita nel 1806
ha andamento poligonale prossimo al
circolare, con altezza massima di 48m..
Capitolo 1
33
I casi trattati in questo paragrafo riguardano gli antenati delle dighe in muratura
cos come le concepiamo noi oggi, ma possono essere utili per capire a fondo levoluzione
tecnica e delle metodologie di calcolo. Questultima verr trattata nel capitolo secondo.
34
1.3.2
Capitolo 1
1.3.2.1 Introduzione
Nei paragrafi precedenti stato messo in luce come la funzione pi diffusa in Italia per le
dighe a scopo idroelettrico, in particolare nel grafico seguente possibile osservare come
si specializzano le dighe a gravit.
Capitolo 1
35
significativo. Considerando let media delle dighe italiane, superiore ai 60 anni, per molte
delle quali il periodo di vita residuo stimabile in alcune decine di anni, ragionevole
attendersi una sensibile riduzione della producibilit da fonte idroelettrica. Il quadro
generale pi articolato per gli impianti mini-idroelettrici, dove i minori problemi di
sicurezza e il vantaggio di una tipologia distribuita di generazione, rende opere e
macchinari pi facilmente inseribili sul territorio [18].
36
Capitolo 1
potenziale posseduta dalla massa dacqua tra un dislivello, detto salto, si ottiene energia
meccanica allasse che, se non utilizzata per compiere direttamente lavoro, si pensi ai
mulini ad acqua, viene trasformata a sua volta in energia elettrica collegando lasse della
turbina, tramite opportuni riduttori, ad un alternatore. Non realizzando alcun processo di
combustione, gli impianti idroelettrici contribuiscono alla riduzione delle emissioni di gas
ad effetto serra associate alla produzione di energia elettrica. In questo modo si ha una
riduzione di 670 g di CO2 per ogni kWh di elettricit prodotto, nonch di 668 g/kWh di
diossido di azoto e 282 mg/kWh di particolato [19].
Gli impianti idroelettrici si dividono principalmente in impianti a bacino, o a
serbatoio, e ad acqua fluente; in entrambi i tipi di impianto le turbine sfruttano un salto
geodetico, da cui dipender lenergia producibile, che realizzato in modo diverso: in
quello a serbatoio, le acque di un dato bacino idrografico sono raccolte mediante uno
sbarramento solitamente artificiale, diga; nellimpianto ad acqua fluente, il dislivello
ottenuto mediante lo sbarramento di un corso dacqua, traversa.
Capitolo 1
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38
Capitolo 1
disponibile la risorsa idrica e il livello cui la stessa viene restituita dopo il passaggio in
turbina. In base al salto disponibile, gli impianti possono essere divisi in tre categorie:
x Alta caduta: al di sopra di 100 m;
x Media caduta: 30-100 m;
x Bassa caduta: 2-30 m.
Gli impianti a medio ed alto salto utilizzano sbarramenti per avviare lacqua verso
lopera di presa, dalla quale viene convogliata alle turbine attraverso una tubazione in
pressione. Le condotte forzate sono opere costose e quindi uno schema di progetto come
quello descritto di solito antieconomico per i piccoli impianti.
Gli impianti a bassa caduta sono realizzati presso lalveo del fiume. Si possono
scegliere due soluzioni tecniche. La prima di derivare lacqua fino allingresso delle
macchine mediante una breve condotta forzata come negli impianti ad alta caduta; la
seconda di creare il salto mediante una piccola diga equipaggiata con paratoie a settore e
nella quale inserita lopera di presa, la centrale e la scala dei pesci.
Dove:
Capitolo 1
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Le pressioni nelle due sezioni coincidono con le pressioni sul pelo libero dei bacini;
si tratta di pressione atmosferica che funzione della quota dei bacini stessi. Lesperienza
mostra che sia la differenza di pressione che quella delle velocit sono praticamente
trascurabili rispetto le altre grandezze in gioco. Quel che resta quindi gH= che mostra
come, in assenza di opere derivative, lenergia potenziale relativa alla caduta geodetica H
integralmente dissipata in calore, per attriti e urti. Se, invece, mediante opportune condotte
forzate si deriva nel rispetto del DMV, una certa portata dacqua che viene restituita alla
quota di scarico facendole percorrere un tragitto con delle perdite energetiche minori
delle prime, si ottiene una differenza positiva E che rappresenta lenergia trasformabile in
energia meccanica prima, e in energie elettrica dopo, per mezzo di turbine idrauliche
adeguatamente dimensionate:
Formula 1.2 Energia Potenziale Trasformabile in Energia Meccanica.
Dove:
x H dislivello geodetico, ovvero differenza di quota tra il pelo libero dellacqua del
bacino a monte dello sbarramento e quella nel canale di scarico a valle;
x Q portata dellacqua;
x densit dellacqua;
x g accelerazione gravitazionale.
Nella realt per non si pu prescindere dalle perdite che sono di varia natura: nelle
condotte, nella macchina idraulica, nellalternatore, e perdite dovute a ipotesi
semplificative fatte in questa sede (le velocit nelle due sezioni sono simili ma non
identiche). Quello che si ottiene una potenza elettrica ai morsetti dellalternatore Pe
minore P0. Quindi quanto definito con P rappresenta la potenza che idealmente ottenibile
dalla trasformazione dellenergia gravitazionale del liquido erogato dal bacino a monte
40
Capitolo 1
nellunit di tempo, e quindi fornisce valori maggiori di quelli relativi ad un impianto reale
funzionante con stessa portata Q e stesso salto geodetico H. Per calcolare dunque la
potenza effettiva si fa riferimento non pi al salto geodetico ma al salto utile Hu minore del
precedente perch diminuito delle perdite di carico Hp; per cui si ottiene:
Formula 1.4 Salto Geodetico Utile.
Formula 1.5 Potenza Effettiva di un Impianto Idroelettrico.
Formula 1.6 Rendimento di un Impianto Idroelettrico.
Capitolo 1
41
Il distributore, ricavato nella parte fissa, anche detta statore, costituito da condotti
in cui lacqua, proveniente dallimpianto motore a monte, assume una velocit prestabilita
adatta ad entrare nella girante con i minimi urti. Qualora i condotti fissi del distributore
siano costruiti in forma di uno o pi ugelli in modo da generare uno o pi getti di acqua
che colpiscono la girante, abbiamo il distributore a getto, caratteristico della turbina Pelton.
Nella turbina Francis, invece, i condotti fissi del distributore sono generati da pale di adatto
profilo, ovvero le pale direttrici e il distributore consiste in una camera a spirale. Variando
la sezione delle luci di passaggio del distributore, e per le turbine a reazione anche la
velocit di uscita dellacqua, si regola la portata utilizzata: pertanto sul distributore che
agiscono gli organi di regolazione.
42
Capitolo 1
La girante, o rotore, la parte mobile della turbina. Praticamente una ruota sulla
cui periferia sono riportate delle pale che, percorse dallacqua inviata dal distributore,
permettono di trasformare lenergia posseduta dallacqua in energia meccanica resa
disponibile allalbero della girante. Le pale della girante, portate da un disco oppure
collegate direttamente al mozzo dellalbero, generano condotti che assumono forma
diversa a seconda del tipo di turbina. In base al modo in cui viene convertito il carico
idraulico disponibile, si distinguono due tipi di turbine: ad azione e a reazione.
Nelle turbine ad azione, in contenuto energetico del fluido dovuto alla variazione di
quota piezometrica viene trasformato interamente in energia cinetica allinterno del
distributore; nelle turbine a reazione lenergia potenziale viene trasformata in energia
cinetica in parte nel distributore e in parte nella girante. Pertanto si definisce grado di
reazione R il rapporto fra laliquota di carico idraulico gH che viene trasformato in
energia cinetica nella girante e lintero valore del carico idraulico gH stesso.
Indicando con gH lenergia potenziale gravitazionale di 1 kg di acqua e con 1
la velocit di uscita dellacqua dal distributore della turbina, risulta quindi che il grado di
reazione R :
Capitolo 1
43
Qualora invece siano presenti dighe a gravit alleggerite, del tipo con vani interni,
sono possibili due soluzioni, o la centrale viene posizionata a valle, come nel caso
precedente, oppure vengono sfruttati gli spazi presenti nel corpo diga. Dunque troviamo
allinterno degli spazi nella struttura le sale macchine con le turbine. La scelta in ogni caso
non dipende soltanto dalla struttura utilizzata, ma anche dalle esigenze tecniche e dalla
possibilit di realizzare o meno una soluzione [19].
1.3.2.5.1
Conclusioni
44
Capitolo 1
Capitolo 1
1.3.3
45
I Materiali
1.3.3.1 Introduzione
Levoluzione della tecnica delle dighe a gravit port alliniziale predominio della
muratura di pietrame a quello del calcestruzzo. La muratura di pietrame ebbe infatti
numerose applicazioni nelle dighe in alta montagna costruite nel decennio fra il 1923 e il
1932. A determinare questo orientamento contribuirono da un lato la buona disponibilit di
pietrame per muratura e di manodopera addestrata a questi lavori, dallaltro la difficolt di
approvvigionamenti dinerti alluvionali e la scarsit di mezzi dopera e di trasporto.
Con i progressi nella tecnologia dei cementi e nella conoscenza del comportamento
dei conglomerati e con il contemporaneo sviluppo e perfezionamento dei macchinari per
impianti di cantiere, limpiego del calcestruzzo veniva via via estendendosi nella
costruzione delle dighe. Venivano utilizzati calcestruzzi semplici e calcestruzzi ciclopici,
cio con laggiunta nei getti, per economia, di una percentuale, intorno al 20%, di
pietrame. In un primo periodo sono stati mantenuti i paramenti di conci di pietra lavorata.
Luso del calcestruzzo ciclopico, generalmente abbandonato intorno agli anni 20, ha avuto
nuovo impiego, particolarmente in Germania, poco dopo lultima guerra, con la comparsa
sul mercato di potenti vibratori a piastra, atti ad ovviare ai difetti di compattezza e
permeabilit delle precedenti realizzazioni con quel tipo di materiale. Ma esso, pur
consentendo una sensibile economia di cemento, complica notevolmente le operazioni di
cantiere, in relazione allapprovvigionamento e posa in opera del pietrame ed accresce
limpiego di mano dopera.
Il
calcestruzzo
ordinario
offre
le
qualit
della
resistenza
elevata
46
Capitolo 1
Per tutti questi motivi, nella presente tesi, la trattazione sui materiali ed aspetti
costruttivi, riguarder principalmente i calcestruzzi, la loro esecuzione e le loro modalit di
impiego nella costruzione delle dighe.
Compattezza
Al calcestruzzo per dighe non viene mai richiesta unelevata resistenza alla brevi
stagionature in quanto i carichi esterni entrano in azione in tempi ampiamente differiti
rispetto ai momenti di esecuzione delle parti pi sollecitate dellopera. Nelle dighe a
gravit le sollecitazioni sono di norma modeste rispetto alle resistenze che possono essere
correntemente raggiunte dal calcestruzzo. Ma in quanto il peso per unit di volume
qualit fondamentale nei riguardi della stabilit dellopera, dovr ottenersi il valore di esso
il pi elevato possibile, il quale si aggira, a seconda della natura petrografica degli
aggregati, fra 2,42 e 2,45 t/m3.
In ogni caso il calcestruzzo deve essere in grado elevato non permeabile. In
argomento da tener presente che le permeazioni: inducono pressioni interstiziali, o
sottopressioni, le quali influiscono sul funzionamento statico delle dighe a gravit; in ogni
caso costituiscono il mezzo conduttore nellinterno della massa, delle azioni di
degradazione, sia chimiche che fisiche, come il gelo.
Peso per unit di volume e grado di permeabilit sono due aspetti di una sola
caratteristica del materiale, la compattezza [10;12].
1.3.3.2.2
Calore dIdratazione
Le reazioni didratazione del cemento sono esotermiche. Lemissione del calore inizia
insieme alla presa, prosegue con quantit per unit di tempo per mesi. La rapidit dello
sviluppo di calore e la quantit totale di questo, emessa, variano ampiamente con la
composizione del cemento. Mentre nei getti sottili il calore sviluppato pu raggiungere
rapidamente le facce di essi per poi disperdersi nellambiente, nei getti di forte spessore, in
relazione allelevata resistenza del materiale al flusso termico, nascono forti gradienti
termici, e quindi forti sopraelevamenti interni di temperatura, necessari a che il calore
possa raggiungere le superfici esterne. Ci avviene gi nel periodo di prima maturazione,
Capitolo 1
47
in una fase cio di plasticit del materiale, per cui lespansione corrispondente al
riscaldamento non induce sollecitazioni. Nella fase di raffreddamento successiva, ridotta o
cessata lemissione del calore, il calcestruzzo gi indurito e la corrispondente tendenza
alla contrazione si risolve in sollecitazioni di trazione che possono raggiungere il limite di
resistenza e determinare fessurazioni.
Effetti analoghi risultano dalla tendenza propria del calcestruzzo al ritiro,
conseguenza del suo prosciugamento; il fenomeno differito nel tempo pi di quello di
specie termica, per la maggior difficolt e quindi lentezza del flusso dellacqua dallinterno
alla pareti esterne.
La divisione della struttura, in fase costruttiva, in conci con relativi giunti,
permanenti nel caso di dighe a gravit, con sfalsamento a quote progressive delle superfici
di getto, per cui una delle facce del giunto resta per un certo tempo a contatto con laria,
amplia le superfici esterne, anche se solo per periodi di tempo limitati, ma soprattutto
interrompe la continuit della struttura e cos consente ritiri senza sollecitazioni; ma
efficace solo in parte, relativamente a quanto sopra accennato, giacch le dimensioni
longitudinali e soprattutto trasversali dei singoli conci, restano ancora tali da determinare
disuniformit di temperatura notevoli e quindi coazioni.
Quando lopera ha dimensioni normali allasse planimetrico elevate, talora
adottata la divisione dei conci anche su piani paralleli allasse predetto. Ma con ci,
nonostante i provvedimenti di saldatura dei conci, resta dubbia la continuit statica.
Linsufficienza di provvedimenti di tal genere nei riguardi dei fenomeni sopra
segnalati, particolarmente nelle opere di maggiori dimensioni, ha indotto ad accorgimenti e
provvedimenti di attenuazione delle cause e cio: impiego di cementi studiati e preparati
per getti di grandi masse, il cui sviluppo di calore didratazione lento, nonch
globalmente ridotto; refrigerazione del calcestruzzo durante la fase di presa del cemento;
posa in opera del calcestruzzo con temperature proprie inferiori a quelle ambientali. Per
mantenere moderata la temperatura in fase dindurimento vengono annegate delle
serpentine allinterno del getto, cui viene fatto circolare dellacqua a temperatura ambiente
o refrigerata, per tutto il tempo della maggiore emissione del calore didratazione, con che
viene asportata una frazione notevole di esso e di conseguenza viene moderata la tendenza
al riscaldamento della massa.
48
Capitolo 1
1.3.3.2.3
Lavorabilit
1.3.3.2.4
Ritiro e Rigonfiamento
I prodotti dellidratazione del cemento dopo lindurimento sono soggetti al fenomeno del
rigonfiamento, aumento di volume, ovvero del ritiro, diminuzione del volume, correlativi
rispettivamente ad assorbimento o perdita dacqua.
La pasta di cemento o il calcestruzzo mantenuti continuamente bagnati aumentano
di volume e di peso, in conseguenza alla tendenza dei gel ad assorbire molecole dacqua;
tale tendenza induce una pressione relativa dellacqua esterna che dilata gli interspazi fra le
lamelle dei prodotti solidi dellidratazione e ne riduce cos le forze di coesione.
Lallungamento lineare unitario della pasta di cemento, a partire da 24 ore dallimpasto,
Capitolo 1
49
raggiunge valori di 1,3x10-3 dopo 100 giorni, 2x10-3 dopo 1000 giorni, 2,2x10-3 dopo 2000
giorni, mentre nel calcestruzzo lallungamento pi ridotto: valore a 12 mesi dallimpasto,
fra 0,10,15 x 10-3 per contenuto di cemento di circa 300 kg/m3. Laumento relativo del
peso dellordine dell1% maggiore dellaumento di volume.
Il cemento indurito conservato in aria non satura di umidit soggetto a ritiro per
perdita dacqua, anche noto come ritiro da disseccamento. La perdita solo in parte
reversibile. Una pasta prosciugatasi in atmosfera a bassa umidit, posta poi in acqua o in
atmosfera ad alta umidit, rigonfia ma non raggiunge il volume che avrebbe avuto in
assenza di disseccamento iniziale; la parte irreversibile si aggira intorno al 60% e il 30%.
Lirreversibilit pu essere attribuita al formarsi di nuovi legami fra i gel nel periodo di
prosciugamento. Durante il disseccamento la pasta indurita perde dapprima lacqua libera
senza per questo variare sensibilmente di volume. Successivamente perde lacqua di
assorbimento e se non esistono vincoli, si verifica riduzione di volume corrispondente alla
perdita di uno strato dacqua assorbita nella superficie del gel, di spessore pari a quello di
una molecola dacqua. Gli aggregati delle malte e dei calcestruzzi, in quanto costituiscono
un vincolo al ritiro della pasta, riducono lentit del ritiro complessivo.
Lentit del ritiro non varia sostanzialmente qualunque sia la lunghezza di un
periodo iniziale in cui il materiale mantenuto umido. Ne variano peraltro gli effetti: in
generale, giacch col tempo cresce la resistenza meccanica della pasta, pi facile che il
ritiro determini fessurazioni se esso si verifica dopo pi breve periodo dindurimento.
Ovviamente questo un aspetto fondamentale, in quanto uneventuale fessurazione,
anche se di limitata estensione, potrebbe compromettere la tenuta dellopera provocando
perdite in termini economici [10;12].
1.3.3.2.5
50
Capitolo 1
Legame
Costitutivo
deformazioni e sulla curvatura assai sensibile quando i carichi vengono applicati in tempi
fra qualche secondo ed un paio di minuti; assai poco sensibile invece passando da tempi
di carico dellordine di secondo a quello delle prime decine di minuti. La viscosit e quindi
la curvatura della curva attribuita ad un insorgere progressivo di microfratture
nellinterfaccia tra gel del cemento e inerti e conseguente concentrazione delle
sollecitazioni locali nei legami residui. La pendenza della retta fra i punti estremi della
Capitolo 1
51
linea relativa alla fase di scarico spesso uguale al modulo tangente iniziale. A causa della
curvatura e del suo variare preaccennato, i moduli tangente e secante risultano per uno
stesso materiale diversi a seconda delle modalit di applicazione del carico.
Ripetuti pi volte i cicli di carico e
scarico
si
riduce
progressivamente
la
curvatura
del
diagramma
tenso-
deformativo, necessario che sia precisato con il valore della sollecitazione, il punto
estremo superiore assunto a definire la retta secante.
Se la fase di carico progressivo non interrotta da una fase di scarico, il diagramma
tenso-deformativo raggiunge un massimo e successivamente, se viene mantenuta costante
la velocit di deformazione, il carico decresce, mentre cresce la deformazione. Per la
sollecitazione di trazione i rapporti tensione-deformazione sono sostanzialmente analoghi a
quelli
per
sollecitazioni
di
compressione, e sostanzialmente
uguali sono i valori dei moduli
elastici.
Considerati calcestruzzi di
diversa resistenza a compressione,
i diagrammi delle deformazioni
rispetto
ai
sollecitazioni
rapporti
di
carico
tra
e
di
tali
rapporti
le
Figura 1.34 Relazione tra deformazioni e rapporto deformazioni sono tanto maggiori
sollecitazione/resistenza per calcestruzzi di diversa classe.
52
Capitolo 1
Capitolo 1
53
rapporto pu variare, sono entrambi calcolati in quello che si considera il ramo elastico del
comportamento stress-strain del calcestruzzo.
La variabilit del rapporto fra i due moduli sar comunque inferiore a quella che si
ottiene dalla relazione fra modulo elastico e resistenza. In realt, diverse relazioni
empiriche, anche se valide in intervalli limitati, sono richiamate in letteratura [21, 25, 26,
27]; lEN 1992-1-1 suggerisce un legame semplice fra modulo secante e tangente,
ammettendo per il modulo tangente un incremento del 5% rispetto al modulo secante [22].
Anche il Bollettino Ufficiale CNR Norme Tecniche n. 195 [24] ammette la possibilit
di legare i valori dei due moduli elastici, assumendo Es inferiore ad Ed del 10%. Altre
differenze percentuali o valori del tutto simili si riscontrano in letteratura [25, 26].
Il modulo dinamico ha una stretta correlazione con la compattezza del calcestruzzo.
Per la valutazione del modulo dinamico pu essere utilizzata la procedura descritta
nelle UNI 9771, ovvero attraverso la vibrazione del provino, applicando una tensione
trascurabile. La frequenza di risonanza estensionale per il calcolo di Ed acquisita con
accelerometro, rigidamente fissato su una base del provino. Infine il modulo Ed, espresso in
Pa, ricavato tramite la seguente relazione:
Formula 1.9 Modulo Elastico Dinamico.
Dove:
x fe la frequenza di risonanza estensionale espressa in Hertz;
x h laltezza del provino in metri;
x la massa volumica del materiale espressa in kg/m3;
x C1 un fattore di correzione pari a:
Formula 1.10 Fattore di Correzione C1.
Dove:
x coefficiente di Poisson;
x A area della sezione;
x J momento dinerzia della sezione.
54
Capitolo 1
1.3.3.2.6
La Deformazione Viscosa
Capitolo 1
55
Dove:
x 0 la tensione istantanea dovuta allapplicazione del carico;
x Er il modulo di elasticit ridotto;
Avremo inoltre:
Formula 1.12 Deformazione Viscosa.
56
Capitolo 1
Otteniamo:
Questo metodo applicabile nel caso di carichi costanti, quali il peso proprio, ed
particolarmente utile quando interessano le sollecitazioni e le deformazioni a tempo
infinito [10;12;28].
1.3.3.2.7
Permeabilit
Limportanza dellimpermeabilit del calcestruzzo nel suo uso per le dighe fondamentale
per garantire la tenuta della struttura.
Il calcestruzzo risulta grossolanamente permeabile se non ha compattezza totale.
Nel calcestruzzo totalmente compatto, a meno di 24% di contenuto daria, la permeabilit
limitata a quella derivante dalla porosit capillare della pasta indurita e in minor misura
da quella degli aggregati. Del tutto trascurabile la permeabilit dei pori del gel, giacch vi
contenuta lacqua dassorbimento, dotata di pi elevata viscosit dellacqua normale.
Nonostante che la porosit del gel sia dellordine del 28%, in dipendenza delle dimensioni
assai piccole dei pori il relativo coefficiente di permeabilit dellordine di 10-13 cm/sec,
relativamente alla legge di Darcy. Permeabilit dello stesso ordine hanno le rocce pi
compatte, mentre quella di altre scende allordine di 10-8.
La permeabilit del calcestruzzo totalmente compatto deriva quindi in misura
prevalente dalla porosit capillare della pasta idratata; in conseguenza dipende dal rapporto
acqua/cemento, in quanto da questo che dipende la porosit capillare. Di fatto si constata
che al decrescere del rapporto acqua/cemento vi un rapido decremento della permeabilit,
posto che la lavorabilit del calcestruzzo ed i mezzi di costipamento consentano di
raggiungere la compattezza totale.
La capillarit della pasta decresce rapidamente con il tempo di maturazione e
parallelamente decresce la permeabilit; il relativo coefficiente pu ridursi, fra 5 e 28
giorni di et, nel rapporto 100 ad 1. Tale riduzione conseguenza del progressivo sviluppo
dei gel, il cui volume maggiore di quello del cemento; pertanto la riduzione della
permeabilit varia con la diversa rapidit propria dindurimento dei diversi cementi, e
quindi, in particolare, con la loro finezza di macinazione.
Capitolo 1
57
1.3.3.2.8
Coefficiente di Dilatazione
58
Capitolo 1
1.3.3.2.9
Il Coefficiente di Conduttivit, il Calore Specifico e il Coefficiente di
Diffusivit
Lo sviluppo del calore didratazione del cemento e le variazioni di temperatura esterne
determinano nei punti interni delle strutture variazioni di temperatura. I parametri fisici
propri del calcestruzzo che intervengono negli scambi termici in tali circostanze sono: il
coefficiente di conduttivit, il calore specifico, il peso di volume e pi sinteticamente il
coefficiente di diffusivit, rapporto fra il coefficiente di conduttivit e il prodotto del calore
specifico per il peso di volume, che riassume i precedenti.
I valori nel calcestruzzo di questi parametri variano con la specie petrografica degli
inerti, con il tipo di cemento, con rapporti di miscela, con il contenuto dumidit, con la
temperatura. Negli anni sono state condotte numerose campagne di sperimentazione in
materia, si denota in maniera diffusa come a fronte di una variazione assai piccola del
calore specifico, dellordine dell8%, sta una variazione ampia del coefficiente di
conduttivit, dellordine del 42%, che porta ad unoscillazione notevole del coefficiente di
diffusivit, dellordine del 47%.
Si rileva inoltre che al variare della temperatura variano i parametri specifici del
calcestruzzo: per incremento da 10 a circa 65 la conduttivit ha, in taluni casi incrementi
dellordine del 12%, in altri decrementi dellordine del 6%; il calore specifico cresce di
circa il 24% e la diffusivit decresce di circa il 21%.
Nessuna sensibile variazione di tutti i parametri stata osservata per diverse et di
maturazione.
TOWNSEND indica i valori delle tre caratteristiche termiche dei calcestruzzi di 26
dighe costruite dallUSBR, per temperature di 50, 70, 90 F, cio 10; 21,1; 32,2 C; i
relativi valori estremi sono di seguito riportati:
Dalle osservazioni sulle vicende delle temperature interne nella diga di Cignana,
CONTESSINI ha tratto il valore del coefficiente di conduttivit di 2,87 Cal m/m2 h C ed in
Capitolo 1
59
una seconda ricerca del 1942 giunge a valori da 1,35 a 6,28 con intervallo di maggiore
attendibilit 2,233,02, valori a cui con calore specifico 0,21 Cal/ kg C e peso di volume
di 2350 kg/m3 corrispondono valori del coefficiente di diffusivit di 0,4520,612 10-2 m2/h
[10].
1.3.3.2.10
Gelivit
60
Capitolo 1
concomitanti con la saturazione dellaria e quindi con elevato grado di saturazione del
calcestruzzo.
dimostrato che il calcestruzzo danneggiato dal gelo tanto meno quanto minore
il suo grado di saturazione al momento della discesa di temperatura; daltra parte il
calcestruzzo che ha subito un notevole, anche non totale, disseccamento difficilmente
raggiunge successivamente la saturazione. Da ci unattenuazione della dannosit delle
basse temperature in genere e un minor pericolo di danno al paramento di valle delle dighe.
Il pi importante fattore che ha influenza sul danneggiamento dal gelo il rapporto
acqua/cemento: constato che la resistenza al gelo cresce assai rapidamente col diminuire
del rapporto accennato il che dattribuire alla riduzione col fattore stesso, della porosit
capillare e dellattitudine allassorbimento dacqua. Naturalmente la resistenza al gelo
minore alle pi basse stagionature, sia per la maggiore porosit che per la minore
resistenza meccanica, luna e laltra derivanti dallincompleta idratazione del cemento.
Daltro canto, con il tempo di maturazione cresce la concentrazione degli alcali nellacqua
e con questo diminuisce di alcuni gradi la sua temperatura di congelamento.
La composizione del cemento ed il grado di finezza, salvo gli effetti della diversa
rapidit didratazione, non influiscono sulla resistenza al gelo del calcestruzzo.
Unimperfetta compattezza del calcestruzzo rende possibile, attraverso la
macroporosit, laccesso dellacqua o dellumidit in profondit; rende quindi possibile la
saturazione delle porosit capillari su forti volumi del materiale che divengono quindi
deperibili insieme per effetto del gelo.
La resistenza al gelo grandemente aumentata, a condizione che la costipazione sia
pur sempre totale e basso il valore del rapporto acqua/cemento, da additivi areanti.
Essi hanno la qualit dincludere nellimpasto un qualche percento di aria,
suddivisa in piccolissime bollicine, racchiuse da pellicole dacqua e disperse
uniformemente nella massa della pasta. Laria cos inclusa si differenzia per queste
caratteristiche da quella che accidentalmente resta incorporata nei getti [10;12].
1.3.3.3 Acqua
La qualit delle acque oggetto di accurate valutazioni ed indagini preliminari, sia che si
tratti delle acque che vengono a contato con le opere finite, acque dinvaso, che di quelle
impiegate per la confezione dei calcestruzzi e delle malte, acque dimpasto.
Capitolo 1
61
1.3.3.3.1
Acque dInvaso
Le acque dinvaso vengono analizzate per determinare il pericolo che esse possono
rappresentare agli effetti dellaggressione del calcestruzzo: si considerano aggressive per i
cementi normali, e quindi impongono la scelta di speciali tipi di cemento, quando:
x il contenuto di solfati, espressi in SO3, supera i 50 mg/l;
x il contenuto di sali di magnesio, espressi in MgO, supera i 300 mg/l;
x la concentrazione idrogenionica, cio il pH, sia inferiore a 7;
x la durezza temporanea, espressa in gradi francesi, sia inferiore a 4.
Tuttavia sono considerati tollerabili valori di pH inferiori a 7, a condizione che la
durezza temporanea presenti valori decisamente superiori a quello sopra indicato. Vengono
considerate aggressive le acque estremamente pure, durezza temporanea in gradi francesi
inferiore a 0,5, in presenza di valori di pH anche notevolmente superiori a 7 [10;12].
1.3.3.3.2
Acque dImpasto
62
Capitolo 1
1.3.3.4 Aggregati
Gli aggregati del calcestruzzo per le dighe vengono approvvigionati, a seconda delle
circostanze, da depositi alluvionali o morenici ovvero per abbattimento di roccia lapidea in
posto.
Hanno rilievo nellimpiego per calcestruzzi, alcune caratteristiche di ordine fisico e
meccanico degli aggregati che sono proprie della specie mineralogica e geologica della
roccia di origine, precisamente: peso di volume secco, porosit, modulo elastico, resistenza
a rottura e coefficiente di dilatazione; e alcune delle caratteristiche acquisite nelle vicende
svariate subite dal materiale fino al momento dellimpasto, cio forma degli elementi,
tessitura delle superfici e attitudine di queste al legame con i gel didratazione del cemento
e umidit contenuta.
Ogni elemento degli aggregati si compone di una fase solida costituita dai cristalli o
pi in generale dai granuli minerali componenti la roccia, di una fase liquida costituita
dallacqua di evaporazione che occupa totalmente o parzialmente i pori, e di una fase
gassosa che occupa la parte dei pori non occupati dallacqua.
La porosit degli aggregati influenza le caratteristiche del calcestruzzo in maniera
complessa.
La porosit, se derivante da vuoti piccoli e diffusi, determina rugosit delle
superfici degli elementi, la quale introduce difficolt nella costipazione del calcestruzzo,
Capitolo 1
63
64
Capitolo 1
sostanze inquinanti quali le materie argillose che, pur in veli estremamente sottili, sono
spesso presenti.
Circa i rapporti tra forma degli aggregati e qualit dei calcestruzzi da richiamare
che le forme tendenzialmente rotondeggianti favoriscono lisotropia di struttura e quindi
delle diverse caratteristiche del prodotto, favoriscono la costipazione e lespulsione, allatto
del costipamento, dellaria inglobata durante limpasto e il getto. Le forme scagliose e
allungate, di contro, apportano grosse difficolt di costipazione, determinano anisotropie e
facilitano la permeazione secondo le direzioni preferenziali di giacitura che gli elementi
assumono nellassestamento [10;28].
Cemento Portland
Capitolo 1
65
della rapidit del fenomeno didratazione, di norma espressa come superficie totale dei
grani contenuti nellunit di peso del prodotto, superficie specifica, ed determinata sulla
base della misura della permeabilit allaria di un campione, condotta con specifiche
modalit, ad esempio il metodo di Blaine.
Prescindendo dai composti conseguenti alle impurit della materia prima, il clinker
costituito di quattro compositi fondamentali: silicato tricalcico C3S, mediamente il 47%;
un silicato bicalcico C2S, mediamente il 24%; un alluminato tricalcico C3A, mediamente
l11%; un alluminio-ferrito tetracalcico C3A, mediamente il 9%. Questultimo non di
fatto uno specifico composto: una soluzione solida ternaria di ossido ferrico, ossido di
calcio e alluminia, compresa fra gli estremi C6A2F e C6F2A, ma di norma assai prossima al
C4AF.
La presa e lindurimento del cemento sono fasi successive e progressive, non
nettamente distinte, di processi chimico-fisici evolutivi irreversibili verso forme stabili,
alcuni simultanei, del sistema instabile costituito dei componenti anidri del clinker, del
gesso biidrato e dellacqua.
Le evoluzioni dei diversi componenti del clinker possono considerarsi indipendenti
luna dallaltra; alcune interazioni si verificano peraltro in dipendenza degli ioni e gruppi
ionici contenuti nella fase acquosa, provenienti dalle trasformazioni dei costituenti anidri.
Nello stato finale a cui si giunge, la pasta indurita di cemento portland costituita
in prevalenza da un gel di silicati di calcio idrati si varia composizione, indicati
globalmente con CSH, che ha la struttura di un aggregato poroso di particelle lamellari
sottili, con superficie specifica dellordine di 200 m2/g, circa 500 volte quella dei grani del
cemento, e che pu trattenere nei pori una notevole quantit dacqua, fino alla saturazione.
Il secondo costituente, 1015% in peso, lidrossido di calcio, in cristalli,
provenienti dallidrolisi dei silicati. Sono presenti infine i prodotti di reazione
dellalluminato e ferrito di calcio: in parte soluzioni solide solfatiche, in parte soluzioni
solide silico-alluminati e silico-ferriti di calcio.
I processi reattivi fra cemento portland ed acqua sono esotermici e la quantit di
calore sviluppata nellunit di tempo indice del tipo e velocit delle reazioni che si
svolgono nei vari momenti.
66
Capitolo 1
Daltro canto la celerit delle reazioni stesse cresce col crescere della temperatura;
leffetto della temperatura notevole sullidratazione del -C2S mentre modesto sul C3S.
Se presa e indurimento avvengono in condizione di difficile flusso del calore verso
lesterno la rapidit di tali processi risulta pertanto accentuata.
Ne consegue che, pur avendo i valori del calore didratazione a temperatura
costante, significato quali indici di qualit del cemento, per le opere di grossa mole, ove la
dispersione del calore allesterno assai lenta, hanno invece significato le temperature
progressivamente raggiunte nel corso del processo in condizioni adiabatiche, temperature
che dipendono naturalmente anche dai calori specifici degli inerti e dellacqua presenti
[10;12;28].
Capitolo 1
1.3.3.5.2
67
Cemento Pozzolanico
Cementi di Loppa
68
Capitolo 1
Capitolo 1
69
1.3.3.5.4
70
Capitolo 1
lidratazione. Infatti tale acqua libera, pu essere perduta sotto forma di evaporazione o
pu essere acquisita per assorbimento.
poi subito chiaro che le propriet tecniche della pasta sono strettamente
dipendenti dal rapporto fra il volume assoluto dei gel e il volume totale in cui essi sono
contenuti; la relativa differenza costituita da pori del gel e dai pori capillari. Dicesi indice
gel/spazio il rapporto tra i due predetti volumi [10].
intanto immediato che questo indice anche rapporto fra il volume assoluto di
materia dotata di reattivit meccanica e il volume entro cui essa compresa; daltra parte,
in quanto esiste una relazione pressoch costante fra volume assoluto e volume apparente
del gel, il rapporto stesso anche indice della porosit capillare della pasta. Ma i rapporti
fra volume del gel e volume della pasta idratata sono piuttosto complessi: dipendono dal
rapporto, in peso, fra lacqua e il cemento della miscela e dalle condizioni di maturazione,
nel senso che se lacqua in quantit superiore a quelle necessarie per lidratazione e per
lassorbimento relativa a tutto il cemento della miscela, lacqua in eccesso determina una
porosit capillare, in aggiunta a quella propria del prodotto idratato, mentre se lacqua in
quantit inferiore alla preaccennata, essa pu idratare solo una parte del cemento presente,
con che alla porosit propria del prodotto didratazione si aggiunge, quale componente
meccanicamente inattivo, il cemento non idratato.
Se la pasta matura con presenza esterna dacqua, quella mancante per le reazioni
didratazione pu essere assorbita attraverso il sistema di porosit capillare. In tal modo
possibile lidratazione anche del cemento non idratato per insufficienza dellacqua
dimpasto, per, soltanto in via teorica, nella quantit per cui i relativi prodotti occupino
tutto lo spazio capillare; nella realt solo fino a quando i prodotti stessi ostruiscono, anche
isolatamente, le vie capillari, con che bloccano lassorbimento dallesterno ancor prima che
tutti i pori capillari siano riempiti o che tutto il cemento presente abbia reagito [10].
Capitolo 1
71
Introduzione
72
Capitolo 1
1.3.3.6.2
La tecnologia del RCC ha trovato largo impiego nella costruzione delle dighe, il sistema,
che assume diverse denominazioni a
Capitolo 1
1.3.3.6.3
73
Il calcestruzzo da utilizzare per questo tipo di tecnologie deve avere, ovviamente, propriet
adatte allutilizzo per le dighe, quindi in particolare: buona lavorabilit, tenuta allacqua,
resistenza ai cicli di gelo, bassa emanazione di calore didratazione; inoltre essendo
utilizzato per questa tecnologia specifica la sua consistenza deve essere tale da non causare
eccessivi cedimenti sotto il peso dei rulli e, al contempo, da permettere una completa
compattazione del calcestruzzo sotto lazione dei rulli. Per questo necessario ricorrere ad
una miscela con un basso contenuto dacqua e con una lavorabilit definita a slump nullo o,
meglio, a consistenza secca, in contrapposizione alla consistenza plastica del calcestruzzo
tradizionale. Il completo riempimento dei vuoti tra gli aggregati con della pasta cementizia
richiede peraltro un adeguato quantitativo di parti fini e di umidit.
Inoltre la contemporanea esigenza di un calcestruzzo con basso calore didratazione
impone, compatibilmente con le resistenze da ottenere, la scelta di bassi contenuti di
cemento e rende quindi indispensabile il ricorso ad ulteriori contributi di parti fini di natura
non cementizia.
Un altro aspetto fondamentale per la scelta ed il proporzionamento del calcestruzzo
da rullare riguarda la riduzione del rischio di segregazione. La scelta di una ridotta
dimensione massima dellaggregato costituisce in genere una possibile soluzione, ma ci
comporta, visti i bassi dosaggi di cemento della miscela, ancora una notevole presenza di
parti fini in grado di svolgere unadeguata azione lubrificante tra gli aggregati.
Un sufficiente contenuto di cenere leggera o materiale pozzolanico nel calcestruzzo
ed un elevato rapporto sabbia/aggregato consentono, nella maggior parte dei casi, di dare
unadeguata risposta ai problemi accennati.
1.3.3.6.4
Cenere Leggera
74
Capitolo 1
sviluppa durante lidratazione del cemento formando composti stabili con propriet
leganti..
Nei calcestruzzi per le dighe la cenere pu essere utilizzata oltre che come
materiale pozzolanico, in parziale sostituzione o in aggiunta al cemento, anche come filler,
in sostituzione od integrazione del finissimo degli aggregati. Per i calcestruzzi rullati
particolarmente efficace sia per il miglioramento della consistenza e compatibilit che per
la riduzione dello sviluppo di calore. Infatti grazie alla forma sferica delle sue particelle, la
cenere consente di ottenere la stessa densit e compattazione di un analogo calcestruzzo
senza cenere, con minori quantitativi dacqua.
Inoltre con la presenza di cenere, si rende disponibile un maggior quantitativo di
pasta cementizia che va ad occupare lo spazio tra aggregati e migliora la lavorabilit
dellimpasto, in sua assenza tale spazio sarebbe occupato da acqua o da cemento, nel primo
caso si avrebbe una minor resistenza e nel secondo un maggior sviluppo di calore
didratazione. La frazione di cenere che sviluppa calore pari circa al 50% di quello di un
equivalente massa di cemento Portland. Un consistente impiego di cenere combinato con la
messa in opera per strati sottili consente di dissipare efficacemente il calore, limitando
quindi leffetto dellinnalzamento termico, da sempre uno dei principali problemi nella
costruzione di dighe.
Il dosaggio di cenere non dipende soltanto dal calore didratazione, ma sar
determinato in base allesigenze progettuali ed alle caratteristiche richieste al prodotto
ultimo, cos potremo avere calcestruzzi con rapporto ponderale tra cenere e insieme di
cemento e cenere pari a 0,2-0,3, se consideriamo la cenere solo come elemento
pozzolanico fino a 0,6-0,7 se la consideriamo anche come filler. Nella tecnologia del RCC
vengono utilizzati calcestruzzi ad elevati tenori di cenere, i quali con un basso rapporto
acqua/cemento raggiungono valori di resistenza accettabili ma scarsa lavorabilit,
problema comunque trascurabile per questa tecnologia.
Concludendo quindi la cenere per i calcestruzzo da RCC non pu essere
considerata solo un elemento aggiuntivo, ma fondamentale tanto quanto cemento,
aggregati ed acqua e come tale deve essere adeguatamente dosata e controllata.
Capitolo 1
1.3.3.6.5
75
Aggregati
Per quanto riguarda gli aggregati non vi sono particolari prescrizioni, per quanto riguarda
le dimensioni massime la tendenza generale quella di non eccedere i 70-80mm, in quanto
durante la fase di scarico e stesa del calcestruzzo si pu verificare la segregazione
dellaggregato con la formazione di grossi vespai e la conseguente diminuzione di
resistenza, impermeabilit ed aderenza ai giunti tra i vari strati. Questo fenomeno tanto
pi accentuato quanto maggiori sono le dimensioni degli strati di calcestruzzo steso.
Daltra parte anche legato alla massima dimensione dellaggregato, ma diventa
trascurabile quando la dimensione dello strato maggiore di 3 volte la dimensione
massima dellaggregato.
Spesso suggerito luso di aggregato a granulometria discontinua che tende a
minimizzare i problemi di segregazione del getto, di filtrazioni lungo i giunti orizzontali e
di fessurazione di origine termica e da ritiro.
1.3.3.6.6
76
Capitolo 1
fondamentale nella fase di progettazione non pi la densit totale, come nella teoria
classica del calcestruzzo, ma bens la densit secca dei materiali solidi. Per un dato
aggregato e fissata lenergia di compattazione, la massima densit ottenibile in presenza
di un certo contenuto ottimale dacqua. A energie di compattazione crescenti
corrispondono valori di densit secca pi elevati e corrispondentemente contenuti dacqua
inferiori.
Nella teoria della compattazione dei suoli la funzione dellacqua i una miscela
granulare solo quella di lubrificare le particelle, in modo da assicurare maggiori densit.
Cio, contrariamente alle teorie del calcestruzzo, per ottenere pi elevate densit e
resistenze necessario fornire allimpasto quantitativi dacqua ben definiti, quelli ottimali,
che possono risultare anche superiori a quelli richiesti dallidratazione del cemento.
Per determinare la massima densit secca del calcestruzzo si possono utilizzare
metodi e procedure standardizzate impiegate per la compattazione dei suoli,
principalmente il metodo Proctor Standard ed il Proctor Modificato; la differenza
fondamentale lenergia di compattazione trasmessa, inferiore nel Proctor Standard
rispetto al Proctor Modificato.
Concludendo lattuale tendenza quella di orientarsi verso calcestruzzo con
maggiori contenuti di pasta cementizia e di cenere.
1.3.3.6.7
Le notevoli differenze nella composizione del calcestruzzo rullato, ancor pi che nel
calcestruzzo normale, rendono estremamente difficile quantificarne le propriet sia pure
per valori medi. In particolare giocano un ruolo considerevole sia il tipo e la qualit
dellaggregato che il contenuto di pasta cementizia. Inoltre una variabile estremamente
importante per tutte le propriet lenergia di compattazione messa in gioco e la
conseguente densit raggiunta dopo la rullatura. La seguente figura mostra i rapporti tra la
densit reale e quella teorica trovati sui calcestruzzo di alcune dighe giapponesi in funzione
del numero di passaggi dei rulli e della corrispondente energia di vibrazione. In generali
valori di densit del calcestruzzo sono uguali se non maggiori di quelli di un normale
calcestruzzo vibrato. Ci non risulta pi vero quanto maggiore il contenuto di pasta
cementizia nel calcestruzzo.
Capitolo 1
77
78
Capitolo 1
1.3.3.6.8
Metodologie Costruttive
Uno dei vantaggi pi significativi derivanti dalladozione del RCC rispetto al calcestruzzo
convenzionale, consiste nella riduzione del periodo di costruzione dellopera conseguente
alla maggiore facilit e velocit di esecuzione dei getti, lobiettivo ottimale quello di
conseguire linnalzamento dei getti per strati orizzontali continui su campi delle pi ampie
dimensioni, compatibili con la produttivit del cantiere e le caratteristiche del materiale.
Per quanto riguarda la produzione degli aggregati e la confezione dellimpasto del
tutto tradizionale, a meno dellincremento di produttivit necessario, data lelevata velocit
di messa in opera dovuta alla tecnologia. Inoltre rispetto al calcestruzzo classico
importante il giusto dosaggio della cenere come precedentemente descritto. Le operazioni
di distribuzione nella zona di getto sono ovviamente legate a quelle di trasporto. Specie
quando per queste ultime vengono impiegati mezzi discontinui, si dovranno curare
particolarmente le scelte dei mezzi dopera e le loro metodologie dimpiego per assicurare
la miglior omogeneizzazione del getto per il rispetto in opera delle caratteristiche
dimpasto previste.
La stesa deve avvenire per strati sottili, 30-40 cm, prima di ricevere la
compattazione. Strati ancora di minor spessore previsti dalle metodologie giapponesi,
RCD, che prevedono la successiva compattazione di pi strati, 3 o 4, si pu considerare
una variante del RCC classico.
Come in tutte le strutture in calcestruzzo le operazioni compattazione del getto
debbono conseguire il duplice obiettivo di assicurare densit ed omogeneit al getto finito
e la migliore qualit del riprese fra strato e strato di posa. Inoltre nelle dighe realizzate a
getto continuo lincremento della velocit dinnalzamento della struttura e delle minori
altezze degli strati di getto che vengono compattati comportano un aumento del numero di
riprese.
Queste considerazioni non privilegiano la compattazione con vibratori ad
immersione per la loro azione puntiforme, per la minor efficacia nel trattamento del
contatto con lo strato sottostante, per il caratteristico effetto di provocare la risalita alla
superficie dello strato dellacqua e delle componenti pi fini dellimpasto, per la loro
produzione specifica.
Per tutti questi motivi oggi al getto continuo degli strati associato luso dei rulli
per la compattazione, che danno maggiori garanzie nel trattamento delle ripreso di getto.
Capitolo 1
79
Per inciso proprio la compattazione con rulli ha dato il nome alla metodologia del
calcestruzzo rullato.
La compattazione del getto deve avvenire il pi velocemente possibile dopo la
stesa, una buona regola che la compattazione avvenga entro dieci minuti dalla stesa ed
entro 30 minuti dal confezionamento dellimpasto. Normalmente vengono utilizzati rulli
vibranti semoventi con doppio tamburo liscio del peso di circa 10t. solo in alcune
applicazioni sono stati usati rulli di peso maggiore o combinazioni di rulli vibranti e rulli
gommati. Comunque la scelta del rullo ed il numero di passate sono strettamente legate
allo spessore degli strati da vibrare ed ala qualit dellimpasto. A titolo puramente
informativo, strati di 70cm in dighe realizzate in RCD, sono stati compattati con due
passate senza vibrazione, seguite da un minimo di sei passate vibranti, con rulli da 7t.
I tempi di ripresa sono ovviamente da determinare in relazione alle caratteristiche
del calcestruzzo impiegato ad a quelle del giunto orizzontale di ripresa. La produttivit del
cantiere, la dimensione dei campi di getto, laltezza dello strato sono definiti in modo da
rispettare i tempi di ripresa stabiliti.
La metodologia Giapponese RCD prevede la compattazione di 3-4 strati, anche
questo metodo adotta il trattamento totale: pulizia, ravvivamento, betoncino, della
superficie di ripresa, che cos operando viene ridotta di 1/3, 1/4.
La compattazione per singolo strato, RCC, considera per contro la giunzione dei
due strati conseguita con la rullatura eseguita nei tempi dovuti e quindi in generale non
richiede trattamento specifico delle superfici di ripresa: alcuni progettisti lo richiedono
limitatamente alla fascia prossima al paramento di monte.
In caso del cosiddetto giunto freddo o di un particolare danneggiamento
superficiale sempre richiesto il trattamento delle riprese di getto su tutta la superficie. Le
condizioni per cui si viene a costituire il giunto freddo sono in genere definite nelle
specifiche tecniche.
La questione dei giunti di ripresa rappresenta, evidentemente, uno dei punti
qualificanti nelle dighe gettate per strati ed interviene, come visto, anche nella definizione
del calcestruzzo da impiegarsi. Essenzialmente sono due gli aspetti del problema connessi
alla formazione dei giunti di ripresa: la continuit strutturale dellopera e la tenuta
idraulica. Al primo si assolve, lumidificazione durante la maturazione e la pulizia
80
Capitolo 1
precedente la nuova stesa. Per la tenuta il classico betoncino viene spesso sostituito con
sistemi dimpermeabilizzazione e drenaggio a monte.
Lincremento della velocit dinnalzamento della struttura della diga richiede la
massima funzionalit e rapidit nella gestione dei sistemi di confinamento e getto. Si
preferisce distinguere, nel trattare questo tema, i paramenti dai giunti trasversali.
Per i paramenti la metodologia dei casseri rampanti di 2-3 m daltezza, non trovano
impedimenti, con due considerazioni:
x in una struttura con paramento di valle inclinato, i casseri riducono
laccessibilit dei mezzi, in particolare di quelli di compattazione, nelle
vicinanze del paramento;
x i
casseri
tradizionali
richiedono
un
tempo
lungo
per
il
loro
Capitolo 1
81
Altra metodologia quella del taglio del calcestruzzo indurito: limpiego di cordoni
diamantati permette di eseguire con buona resa il taglio del calcestruzzo indurito. Il
vantaggio di tale metodologia sta nella totale separazione con la fase di getto.
Elementi prefabbricati di confinamento a perdere: in questa linea ci sono esempi di
soluzioni estremamente varie, in generale laltezza dellelemento di 2-3 strati.
Unaltra soluzione quella di prevedere la messa in opera di lame metalliche
sorrette da cavallotti e foderati di fogli di polietilene conformati, pluriball. Una volta
eseguito il getto, le lame vengono sollevate e messe in posizione per la nuova alzata. La
presenza del foglio di polietilene riduce lattrito per il sollevamento della lama.
Considerazioni diverse possono imporre la suddivisione della diga in zone da
assoggettare alternativamente alle operazioni di getto: in questi casi la superficie di
separazione fra queste zone coincider con un giunto trasversale della diga, da realizzarsi
tradizionalmente con casseri rampanti.
1.3.3.6.9
Accorgimenti Particolari
Accorgimenti particolari dovranno essere presi per le zone della struttura immediatamente
vicine ai paramenti, finalizzati soprattutto alla durabilit, tenendo conto delle diverse
aggressioni che i paramenti subiranno durante gli anni di esercizio.
Allesecuzione del paramento di monte demandata anche la funzione di tenuta nel
riguardo delle acque dinvaso. Solitamente per una fascia fi opportuna larghezza viene
effettuato il getto tradizionale, in questo caso solitamente, le opere dimpermeabilizzazione
dei giunti trasversali, sono pure tradizionali, water sop e canna di drenaggio, tuttal pi
realizzate con elementi prefabbricati della stessa altezza della casseratura, il getto a strati
del corpo diga successivo a quello tradizionale al paramento.
Sono state realizzate impermeabilizzazioni con membrane posate al paramento di
monte della diga. Queste sono in generale realizzate a sandwich, con telo impermeabile
protetto da un geotessile che ha pure la funzione di garantire il drenaggio fra telo e
struttura. Linsieme tra telo e geo-tessile si chiama geo-membrana.
Sistemi di diversa concezione assicurano poi lo scarico di questo tappeto
drenante, suddividendo il paramento in campi e convogliando le acque in zone
ispezionabili che permettono anche lindividuazione della parte del telo soggetta a predite.
82
Capitolo 1
Capitolo 1
83
84
Capitolo 1
1.3.3.6.10
Conclusioni
Il sempre maggior interesse suscitato nel mondo da questa metodologia per la costruzione
degli sbarramenti in calcestruzzo, strettamente connesso ai vantaggi temporali ed
economici derivanti dalla sua applicazione. A questi se ne aggiungono altri, in particolare
per lutilizzazione e per lambiente, cave e discariche di volumi ridotti, eventuali scarichi
in corpo diga.
Nel mondo sono ormai molte le dighe realizzate con questa tecnica: diverse tra loro
per i metodi costruttivi impiegati e per le dimensioni, alcune di esse hanno superato i 100
m, mentre sono allo studio dighe ancora pi alte.
Tutto questo possibile in quanto le caratteristiche di resistenza del calcestruzzo
rullato sono del tutto paragonabili a quelle del calcestruzzo tradizionale, mentre la
permeabilit conseguibili sono dellordine del 10-11 m/s. naturalmente lottimizzazione
della qualit essenzialmente legata, come visto, al dosaggio di pasta cementizia, per la
quale risulta praticamente indispensabile limpiego di cenere leggera che permette ad un
tempo la soluzione dei problemi inerenti alla consistenza, lavorabilit e sviluppo di calore.
La definizione del calcestruzzo senzaltro legata alle scelte metodologiche e
progettuali, particolare fra queste la decisione se mantenere o meno distinte le due funzioni
di tenuta e continuit meccanica. Di qui le specifiche relative alle modalit di ripresa dei
getti ed allesecuzione dei paramenti di monte e di valle.
La realizzazione di sperimentazioni in situ in grande scala non solo auspicabile,
ma addirittura indispensabile in certi casi: le indicazioni ottenibili attengono soprattutto
alle modalit di compattazione e ripresa, anche in funzione dei tempi esecutivi, alla
formazione dei giunti, oltre che alla correlazione fra i dati sperimentali di laboratorio e
quelli rilevati soprattutto per gli aspetti meccanici e termici [29].
Capitolo 1
85
Caratteristiche Generali
Questo tipo di muratura ebbe diffusione, come si visto, prevalentemente dalla costruzione
delle prime dighe, al 1934, con risultati pi soddisfacenti sotto laspetto economico che
non sotto quello tecnico.
Gli inconvenienti riscontrati specialmente nelle opere anteriori al 1930, sono da
porre in relazione, oltre a che con alcune deficienze strutturali, quali lassenza o leccessiva
distanza dei giunti, anche con la granulometria delle malte e la qualit dei leganti.
I progressi intervenuti nella tecnica del cemento e delle malte consentirono la gi
accennata sopravvivenza della muratura di pietrame nel campo delle dighe di ritenuta.
Le norme fondamentali alle quali venne uniformandosi lesecuzione, possono
essere cos riassunte [12]:
x buona resistenza ed impermeabilit delle malte, conseguita mediante elevato
dosaggio di cemento, sui 400 kg per m3 di malta, ed attraverso appropriate
composizioni granulometriche delle sabbie;
x fluidit della malta ed eccesso di questa rispetto al volume dei vuoti, onde
facilitare il riflusso ed il riempimento dei vani nel pietrame, nelle dighe
italiane il volume della malta dellordine di un terzo del volume totale
dellopera;
x impiego di elementi di pietrame di forme pressoch parallelepipede e di
dimensioni il pi uniformi possibile;
x accurata posa in opera del pietrame su letto di malta onde ottenere il riflusso
di questa ed il completo riempimento dei vuoti; in particolare, perfetta
stilatura dei giunti, soprattutto dei paramenti di monte, con malte pi ricche
per ottenere una miglior impermeabilit dellopera.
1.3.3.7.2
Fra i requisiti che deve presentare il pietrame per murature, rivestono particolare
importanza lelevato peso di volume, il peso specifico apparente, un ridotto coefficiente di
imbibizione, lelevata capacit termica, una buona resistenza meccanica alla compressione,
non inferiore a 400 500 kg/cm2, ed unelevata resistenza al gelo ed agli attacchi delle
86
Capitolo 1
Capitolo 1
1.3.4
87
Tecniche Costruttive
Introduzione
88
Capitolo 1
1.3.4.1.2
Capitolo 1
89
1909 per la costruzione delle diga al Lago Delio una teleferica superava un dislivello di
700m.
Dopo le prime applicazioni le teleferiche trovarono sempre pi largo impiego per la
loro possibilit di adattamento alla configurazione topografica, la loro facilit di montaggio
e reimpiego. stato in generale adottato, per collegamenti di qualche importanza ed in
particolare per il trasporto del cemento, il tipo trifune con carrelli ad agganciamento
automatico.
In alcuni casi sono state istallate pi vie di trasporto; cos nel 1925 per la diga di
Cigagna una teleferica della capacit di trasporto di 10 t/h destinata al cemento
fiancheggiava il piano inclinato permanente, ed entrambe superavano un dislivello di 850
m.
In altri casi come per la diga di Morasco, sono stati creati nuovi tronchi stradali,
oltre ad essere istallate teleferiche adibite al trasporto del cemento ed altra adibite al
trasporto di persone.
Fra i numerosi sistemi daccesso meritano particolare menzione la rete ferroviaria,
stradale e funiviaria di servizio realizzata tra il 1923 ed il 1931 per la costruzione degli
impianti della Sila, con base logistica a Crotone, quasi al livello del mare.
90
Capitolo 1
Col progresso dei trasporti motorizzati si preferito in parecchi casi ricorrere alla
costruzione di nuove strade, adattando e prolungando talvolta preesistenti tronchi stradali.
Questa soluzione rende possibile, fra laltro, limpiego di automezzi pesanti per i trasporti
interni di cantiere. La convenienza della costruzione di nuove strade, o delladattamento
delle preesistenti, limitata, oltre i 1800 m s. m. circa, dallintervento, che determina
elevati costi per lapertura primaverile e pu rendere aleatori i trasporti allinizio e al
termine della stagione lavorativa. Quindi lestendersi delle strade daccesso non ha
rallentato limpiego di mezzi funiviari, date le necessit di regolarti trasporti di sempre pi
ingenti quantitativi di materiali, specialmente si cemento, in relazione con le alte
produzioni di calcestruzzo richieste dallaccrescersi della mole delle opere.
Per quanto riguarda il trasporto del cemento, va accennato al sistema dei recipienti
cilindrici in lamiera, che dal 1940 si venuto diffondendo. Tali recipienti, che hanno
capacit di circa 400 450 kg, vengono riempiti in stabilimento e trasportati con appositi
carri ferroviari, attrezzati per 44 recipienti, oppure con autocarri della portata pure di una
quarantina di recipienti, i quali ultimi possono cos giungere in cantiere i alla stazione di
partenza della teleferica per il cantiere. Il trasferimento dei recipienti dagli autocarri ai sili
di deposito in cantiere viene effettuato a mezzo di speciali attrezzature meccaniche: i
pianali con vie di corsa munite di rulliere, elevatori, rovesciatori, etc. con i quali le
operazioni di carico-scarico del cemento vengono notevolmente facilitate, eliminando fra
laltro le non indifferenti perdite dovute a rottura dei sacchi.
Nei casi in cui il trasporto di cemento possa venir effettuato per via stradale sino a
pi dopera, vengono frequentemente impiegate le autocisterne di vario tipo che
alimentano i sili di cantiere con sistemi pneumatici, usati anche per il trasferimento del
cemento sfuso nellambito dei cantieri.
I cantieri di costruzione delle dighe richiedono dei servizi generali di varie specie.
necessaria in primo luogo lenergia elettrica per alimentare le macchine, per
lilluminazione dei luoghi di lavoro quando, come di norma, questo si svolge anche nelle
ore notturne, per lilluminazione e il riscaldamento dei locali. Vi si provvede in genere con
una linea alimentata dalla rete pubblica; talora con doppia linea per ovviare alle
conseguenze di interruzioni accidentali.
Laria compressa costituisce il fluido motore nelle perforazioni per gli scavi, siano
essi quelli delle gallerie e pozzi, quelli allaperto per la fondazione della struttura e per le
Capitolo 1
91
cave di roccia lapidea, ha inoltre altre varie utilizzazioni. Essa viene prodotta in
unapposita centrale di compressione.
Il cantiere richiede notevoli quantit dacqua, impiegata per il raffreddamento di
compressori, per limpasto del calcestruzzo, per la lavatura e le prove dei fori di sondaggio
e diniezione, per la preparazione della boiacca diniezione, per il raffreddamento di
eventuali getti, per la loro umidificazione, per la lavatura della roccia di fondazione, per la
lavatura delle riprese di getto ed altro. Il suo approvvigionamento di norma facile,
giacch si pu attingere allo stesso corso dacqua da sbarrare, con sollevamento o con
ruscelli prossimi, a gravit. Nel primo caso occorre un serbatoio di riserva rispetto alle
accidentali interruzioni del sollevamento.
Lenergia elettrica, laria compressa e lacqua, debbono essere disponibili in tutti i
vari punti di lavoro; per questo sono necessarie apposite reti distributive.
Ha fondamentale importanza per il regolare funzionamento del cantiere il rapido
ricambio dei pezzi di macchine accidentalmente rotti o che hanno raggiunto il limite
dusura.
Il cantiere deve quindi essere dotato di pezzi da cambiare con maggior frequenza e
di quelli approvvigionabili con maggior difficolt dalle case costruttrici, sia per le
macchine fisse che per quelle mobili ed in particolare per gli autocarri di trasporto. Tali
pezzi dono conservati in appositi magazzini.
Oltre il ricambio dei pezzi, altre riparazioni di macchine come ad esempio:
saldature, riavvolgimenti di motori elettrici, vengono eseguite in cantiere con il vantaggio
di spesa e rapidit. Per questo il cantiere viene dotato delle relative officine e del personale
specializzato.
In ogni cantiere infine necessario un laboratorio di prova dei materiali, per
lanalisi degli aggregati, in particolare granulometrie e umidit propria, e per il controllo
continuo della qualit del calcestruzzo prodotto dallimpianto. Per le prove pi delicate si
utilizzano di norma laboratori specializzati.
Sono da citare ancora come opere di servizio, la riservetta per il deposito degli
esplosivi, il magazzino del cemento per le iniezioni, i depositi dei carburanti e dei
lubrificanti [10;12].
92
Capitolo 1
1.3.4.1.3
Capitolo 1
93
per la costruzione di essa, ovvero la possibilit e gli oneri per limpiego dei mezzi speciali
di trasporto sopracitati.
Dopo la scelta della cava, del suo metodo di coltivazione, dei modi e mezzi di
trasporto del prodotto, si procede allo studio degli impianti di preparazione del
calcestruzzo ed alla realizzazione del programma di lavoro [10;12].
1.3.4.1.4
Il materiale di cava viene trasportato agli impianti di preparazione degli aggregati, ubicato
in prossimit dellopera, senza preliminare selezione nel caso delle cave di roccia lapidea,
talora lavati e parzialmente o totalmente divisi in classi nel caso di cave da formazioni
alluvionali o moreniche.
Negli impianti suaccennati il materiale passa nel primo caso attraverso frantoi
primari e secondari, vagli rotativi o vibranti primari, granulatori, vagli vibranti con getti
dacqua per la selezione delle minori dimensioni, molini, recuperatori e prosciugatori delle
sabbie. Gli eccessi di produzione delle maggiori dimensioni vengono rimesse in circolo e
la produzione delle singole classi granulometriche deve risultare nelle proporzioni
corrispondenti alla prestabilita curva granulometrica. La disposizione altimetrica delle
macchine richiede spesso sollevamenti intermedi dei materiali.
Gli aggregati delle varie classi, divise, provenienti direttamente da un impianto di
selezione di una cava alluvionale ovvero restituiti dallimpianto di cantiere, vengono infine
trasportati e sollevati a mezzo di nastri trasportatori alla sommit dei cumuli di deposito
allaperto o dei sili.
Questi debbono avere capacit sufficiente per sopperire ad eventuali punte nel
ritmo dei getti e, soprattutto, ad eventuali irregolarit di produzione, per manutenzioni e
riparazione del macchinario dellimpianto, ad irregolarit di trasporto dalla cava, ad
irregolarit di produzione di questa. Il deposito dei cumuli allaperto usato solo, e non
sempre, per le classi di maggiori dimensioni. Per la sabbia e gli altri elementi fini sono
impiegati sili coperti; altrimenti la ritenzione dacqua di pioggia o da umidit atmosferica
induce contenuti dacqua nel materiale molto variabili, il che provoca difficolt nella giusta
dosatura dellimpasto. Inoltre gli elementi sottili, se deposti allaperto, sono trasportati dal
vento e arrecano disagio al personale e usura delle macchine. Per le stesse ragioni ed anche
per la sicurezza del personale, i nastri di trasporto del materiale di tal genere sono racchiusi
94
Capitolo 1
fra pareti di legno. Il materiale viene prelevato da cunicoli predisposti al disotto dei cumuli
e dal fondo dei sili attraverso bocchette, quindi trasportato, di norma con nastri, alla torre
di confezione del calcestruzzo, torre a bton.
Il cemento viene trasportato dalle fabbriche al cantiere in contenitori, ovvero
cisterne, istallati su telai di autocarri e rimorchi.
Esso in cantiere viene estratto dalle cisterne e inviato ai sili principali con
dispositivi pneumatici, sili che hanno capacit sufficienti a compensare le eventuali
irregolarit della fornitura e del trasporto. Il cemento viene poi prelevato dai sili principali
ed inviato al silo della torre di confezione del calcestruzzo, con coclee o con dispositivi
pneumatici.
Capitolo 1
95
Figura 1.41 Diga del Sabbione, impianto per la produzione degli inerti e per la
confezione del calcestruzzo.
96
Capitolo 1
Le benne cui viene versato il calcestruzzo, al piede della torre di confezione, sono
portate da piattine mobili su rotaie, frequentemente da mezzi automotori su pneumatici,
silobus, i quali trasportano nei punti in cui esse possono essere agganciate e sollevate da
mezzi di trasporto in opera, del tipo aereo.
1.3.4.1.5
criterio di base per il trasporto del calcestruzzo che esso, dalla tramoggia
dellimpastatrice alle superfici di getto, sia rapido, al fine di evitare inizi di presa ed
evaporazione dellacqua, e diretto, cio senza travasi o rimescolamenti, per non alterare
luniformit dellimpasto ottenuto dalle impastatrici.
I mezzi per il trasporto e la posa in opera dei materiali per la costruzione delle
dighe hanno subito una graduale evoluzione determinata dal variare delle caratteristiche
dei materiali, in specie del calcestruzzo, accompagnata da perfezionamento dei macchinari
disponibili. Si nota tuttavia una sovrapposizione nel tempo dellimpiego di mezzi di tipo
diverso, alcuni dei quali oggi praticamente abbandonati, mentre gi nel passato si ebbero
esempi sporadici di utilizzazione di attrezzature che successivamente hanno avuto pi
vasta diffusione. Ad esempio, il primo sistema di disporre vie di corsa sulla muratura in
elevazione, adottato in passato specialmente per le dighe in muratura di pietrame, trov
applicazione, con opportuni adattamenti, in tempi relativamente recenti, per la costruzione
delle dighe in calcestruzzo del Salto e del Turano, negli anni tra il 1936 ed il 1940.
Nel complesso non sono quindi facilmente individuabili epoche caratterizzate dalla
maggior diffusione delluno o dellaltro tipo dinstallazioni.
La tendenza generale, allo stato attuale, di ricorrere a mezzi atti a trasportare e
porre in opera il materiale, oggi si tratta quasi esclusivamente di calcestruzzo, mediante
benne, utilizzando quelle installazioni che la conformazione delle zone di sbarramento ed il
tipo di diga rendono pi adatte; spesso ha avuto grande importanza nella scelta la
disponibilit di attrezzature da parte dellimpresa costruttrice. Inoltre in molti cantieri ha
luogo limpiego contemporaneo di mezzi di tipo diverso nelle varie parti dellopera.
Nelle prime realizzazioni il calcestruzzo veniva posto in opera mediante cassoni
ribaltabili: ben presto anche con questi dispositivi, come pi tardi in maggior misura con
luso delle canalette di distribuzione, si riscontrano le note di discontinuit nei getti, dovuti
alla separazione allatto dello scarico degli elementi del calcestruzzo. Perci, col ritorno al
Capitolo 1
97
trasporto del calcestruzzo con recipienti, benne, questi furono dotati di dispositivi per
lapertura dal fondo, particolarmente adatti a garantire la regolarit e lomogeneit dello
scarico. I dispositivi dapertura sono stati oggetto di particolari studi, in quanto debbono
essere a tenuta dacqua e garantire una perfetta sicurezza di funzionamento, e la massima
rapidit di scarico.
98
Capitolo 1
Per queste opere sono state raggiunte potenzialit di getto relativamente elevate,
come i 1250 m3 giornalieri e 59300 m3 nella stagione lavorativa alla diga del Careser, ed i
100 m3 orari alla diga di Suviana.
Fra i mezzi adottati per il trasporto del calcestruzzo ai sistemi di canalette di
distribuzioni, i pontili, cui verr accennato pi innanzi, ebbero un cero numero di
applicazioni. Ricordiamo a questo proposito la diga di Ceresole Reali, del 1927-1930, per
la quale il calcestruzzo fu portato in opera con vagoncini che percorrevano vie di corsa
disposte a varie quote su un pontile costruito parallelamente al paramento di monte e
distribuito con canalette; la diga di Suetta, del 1928-1932, ove il calcestruzzo fu trasportato
in opera a mezzo di vagoncini su pontile che rovesciavano in un sistema di canalette.
Capitolo 1
99
Figura 1.44 Diga di Agaro: Impianto di distribuzione in opera del pietrame e della
malta nelle due fasi di avanzamento dei lavori.
100
Capitolo 1
Figura 1.45 Distribuzione del calcestruzzo alla diga a gravit massiccia del Lago
Goillet.
Capitolo 1
101
stilate lungo le unghie della diga e non si adattano alle opera a pianta accentuatamente
arcuata.
Il sistema blondin, consiste di una torre fissa ubicata su u lato della stretta, di una
torre mobile sullaltro lato della stretta, entrambe a quote elevate, tali da poter servire
lintera opera per tutta la sua altezza. La torre mobile si muove su binari disposti secondo
un arco di cerchio che ha il centro nella torre fissa ed unampiezza angolare tale da poter
coprire lintera area di getto. Fra torre fissa e torre mobile tesa la fune portante su cui
scorre un carrello che a mezzo di funi di trazione ed argani pu essere spostato su tutta la
lunghezza della campata; altre funi facenti capo al carrello ed a propri argani provvedono
al movimento verticale di una puleggia con gancio al quale viene appesa la benna. Tutti i
comandi sono centralizzati in una cabina di manovra collegata con le aree di getto in modo
che il personale addetto a questo possa guidare la fase di discesa e avvicinamento della
benna.
102
Capitolo 1
Capitolo 1
103
104
Capitolo 1
Il ritto mantenuto in posto da una serie di funi ancorate al terreno, stralli o venti, o
da tralicci inclinati. Spesso il ritto e la piattaforma sono disposti sopra una gamba fissa.
Le benne, raggiunta larea di getto, scaricano il calcestruzzo dal fondo apribile. Nel
caso di trasporto con blondins necessario evitare con opportune manovre che, mentre la
benna so svuota del calcestruzzo e cos diminuisce il peso, la correlativa riduzione della
freccia delle funi portanti la sollevino; se ne avrebbe la caduta del calcestruzzo da posizioni
gradualmente pi alte il che determinerebbe la segregazione granulometrica del materiale.
Il mucchio del calcestruzzo uscito dalla benna viene grossolanamente spianato da
mezzi a lama, cingolati, semoventi e subito vibrato. I vibratori sono montati a batteria su
piccoli mezzi cingolati, semoventi.
Per risolvere il problema di servire ampie superfici di getto ha trovato applicazione,
per dighe a gravit alleggerite, un particolare sistema costituito da dispositivi di
distribuzione sospesi a funi tese fra le due sponde della valle. Tali dispositivi sono dotati di
moto di traslazione e di sollevamento e vengono riforniti di calcestruzzo mediante blondins
a piloni fissi.
Capitolo 1
105
Nelle figure seguenti mostrata la soluzione adottata per la costruzione della diga
di Ancipa, la gru sospesa prelevava la benna da unestremit del ponte e la riportava
allaltra dopo averla scaricata.
Figura 1.50 Distribuzione del calcestruzzo alla diga ad arco del Vajont.
106
Capitolo 1
Capitolo 1
107
1.3.4.2.1
Casseforme
Le casseforme attualmente in uso sono esclusivamente del tipo metallico, negli anni
successivi al 1936, ad ancora pi dopo il secondo conflitto mondiale, il diffondersi delle
dighe a volta a doppia curvatura ed a gravit alleggerite e la necessit di esecuzione rapida
e razionale dei getti hanno fatto preferire questo tipo al classico cassero in legno. Le
casseforme metalliche avevano avuto unimportante applicazione gi nel 1937-39 alla diga
a volta a doppia curvatura di Osiglietta; lo stesso tipo era stato impiegato, fra il 1942 ed il
1947, anche alla diga di Lumiei, pure a cupola. 7
Per le superfici a sensibile curvatura si adottano pannelli di dimensioni ridotte 1,00
x 0,50 m oppure 0,50 x 0,50 m, ancorati al getto a mezzo di tiranti e collegati da profilati o
pezzi tubolari, che facilitano la rapida trasposizione dellassieme con il progredire della
costruzione.
Negli sbarramenti a gravit, ed in genere in quelli in cui la curvatura non molto
sentita, si possono usare pannelli di grandi dimensioni: lancoraggio della struttura in tal
caso ottenuto con mensole di collegamento portanti, per lo pi a traliccio, ancorate
mediante bulloni e zanche filettate, murate nel getto; questo sistema si presta
allapplicazione di passerelle necessarie per le operazioni di smontaggio e montaggio.
Lo spostamento verso lalto di tali casseforme realizzato mediante capre con
verricello a mano, o pi recentemente, mediante piccole autogru.
In taluni casi i getti sono stati eseguiti fra paramenti costituiti da pannelli o blocchi
di calcestruzzo o da rivestimenti in pietra da taglio.
108
Capitolo 1
Capitolo 1
109
110
Capitolo 1
1.3.4.2.2
I getti hanno inizio dopo terminati gli scavi e le iniezioni sul fondo della gola, tali tecniche
verranno approfondite in seguito.
Le superfici di fondazione dei singoli conci della struttura vengono anzitutto
energicamente lavate con getti dacqua ed aria; sono cos asportati, e poi allontanati, gli
elementi di roccia non totalmente connessi alla massa, le scaglie, gli elementi anche sottili
caduti dalle sponde degli scavi.
Eliminata lacqua della lavatura, viene distribuito preliminarmente sulla superficie
uno strato di malta di cemento che penetra in tutte le piccole irregolarit della roccia;
subito appresso viene iniziato il getto del calcestruzzo. Il calcestruzzo viene posto in opera
in pi strati consecutivi dello spessore di 30-60 cm, come si vedr in seguito. Il numero di
questi strati legato alle dimensioni ed alla rigidezza delle casseforme adottate.
Come cifre medie si pu dire che con i tipi ancorati a mezzo di tiranti si pu
raggiungere uno strato di 1,50 m, che generalmente viene posto in opera in tre strati
successivi; con tipi a mensole esterne portanti, cos come per le casseforme rampanti, si
raggiunge uno spessore massimo di 3 m, che generalmente viene realizzato con 5, 6 strati
successivi.
Lo stendimento del calcestruzzo sino ad epoca recente veniva effettuato con mezzi
manuali, attualmente, specie se il calcestruzzo trasportato in opera con benne di elevata
capacit, viene eseguito spesso con lausilio di bulldozers.
Lo spessore dello strato legato ovviamente al tipo di vibrazione che sintende
adottare. Infatti il pilonamento manuale ormai un ricordo, e la messa in opera dimpasti
fluidi che non richiedono vibrazione risale al tempo dei calcestruzzi colati, caduti del tutto
un disuso.
Oggi la pratica universalmente accettata quella della vibrazione per immersione e,
com stato precedentemente esposto, le caratteristiche dei calcestruzzi vengono appunto
studiate in funzione di tale procedimento.
Vibratori esterni a piatto sono impiegati in rari casi; eventualmente soltanto per
lavori di finitura.
Capitolo 1
111
112
Capitolo 1
La messa in opera del calcestruzzo viene ripresa dopo aver completato tutte queste
operazioni e lasciato passare il tempo prescritto, che ovviamente in relazione col tipo di
cemento e con la temperatura esterna.
La superficie viene nuovamente pulita mediante acqua ed aria compressa, aspirando
lacqua depositata nelle piccole cavit, e la messa in opera di altro calcestruzzo preceduta
dalla posa di qualche centimetro di malta o di calcestruzzo con dimensioni ridotte degli
inerti: tale straterello, grazie alla vibrazione, viene incorporato nello strato di calcestruzzo
successivo.
Le riprese stagionali dei getti, invece, vengono preparate asportando con martello
demolitore uno strato corticale che pu variare da 4 a 70 cm, a seconda dello stato della
Capitolo 1
113
superficie del calcestruzzo gettato nella stagione precedente, ed effettuando con particolare
cura la posa dello straterello di ripresa e la vibratura del primo strato di calcestruzzo.
talvolta prossimamente al lembo a monte delle superfici di ripresa stagionale si predispone
un nastro di gomma o si materia plastica con funzione di coprigiunto rispetto alla
superficie predetta. Altre volte vengono predisposti su tutta la superficie deli spezzoni di
tondino piegati a gancio con funzione di legame tra i due getti.
Con clima caldo ed asciutto necessario provvedere a tener costantemente bagnate
le superfici dei getti effettuati di recente, per evitare levaporazione dellacqua del
calcestruzzo e consentire cos una regolare idratazione del cemento.
Per contro, speciali cautele vengono prese durante le stagioni fredde; in generale
dinverno le costruzioni in alta montagna vengono sospese anche per ragioni di carattere
logistico. Tuttavia per proseguire di alcune settimane i getti, al sopraggiungere dei primi
freddi, si preferisce proteggere mediante teloni od altro la zona del getto ed impiegare
lacqua ed inerti riscaldati piuttosto che adoperare anticongelanti, i quali a distanza di
tempo potrebbero influire negativamente sulle caratteristiche del calcestruzzo.
114
Capitolo 1
1.3.4.3.1
Le osservazioni di superficie sono in ogni caso del tutto insufficienti a risolvere i numerosi
problemi di ordine geotecnico, relativi alla fondazione di unopera di sbarramento. Le
indagini sono quindi sussidiate da svariati mezzi di rilevamento in profondit: trincee,
pozzetti, cunicoli, pozzi, sondaggi, prospezioni geofisiche, prove di permeabilit, prove
meccaniche.
Ciascuno di essi fornisce informazioni su caratteri singoli o parziali delle rocce, per
cui di norma necessario il loro impiego multiplo. Ove esista la possibilit di ubicare lo
sbarramento in sezioni diverse lungo una sola gola, opportuno che le indagini di cui sopra
siano svolte secondo programmi organici diretti ad acquisire rapidamente i risultati pi
significativi nei riguardi della scelta della sezione, riservando le indagini di maggior
dettaglio ad una fase successiva.
Nel presente paragrafo verranno fornite le principali informazioni riguardanti i
sopraccennati metodi, rimandando a testi specializzati il loro studio approfondito.
Le trincee ed i pozzetti sono scavi a cielo aperto impiegati principalmente per
lidentificazione della roccia di base al disotto della copertura detritica ed in particolare per
la ricerca di eventuali superfici di contatto fra formazioni diverse e dellandamento di
eventuali accidentalit tettoniche. Nei materiali sciolti sono eseguibili rapidamente ed
economicamente, a mezzo di piccoli escavatori a cucchiaio rovescio fino a profondit di 56 m, spesso senza necessit di sostegno delle pareti.
I cunicoli, gallerie delle dimensioni minime di praticabilit, di norma orizzontali e
con direzione perpendicolare ai fianchi della stretta, talora anche parallelamente,
penetrando nella roccia di base per lunghezze da caso a caso diverse, consentendo le
osservazioni diretta del grado e della profondit delle alterazioni, del grado di apertura
delle diaclasi, dellandamento delle stratificazioni; permettono il prelevamento di campioni
freschi della roccia per eventuali indagini di laboratorio. Talora sono impiegati per la
determinazione dellandamento sotterraneo delle accidentalit tettoniche.
I pozzi consentono le stesse osservazioni dei cunicoli ma i loro tempi desecuzione
ed i loro costi sono assai maggiori; si ricorre ad essi si norma per esplorazioni al di sotto
del livello salveo. Sono stati impiegati talora pozzi e cunicoli trasversali e longitudinali
sviluppati al disotto dellalveo per risolvere importanti dubbi sullomogeneit della
formazione di base e sulla presenza di accidentalit tettoniche in profondit.
Capitolo 1
115
Il rilevamento del profilo della roccia di base sul fondo delle valli, sotto notevoli
cumuli di materiali sciolti, ha costituito per molto tempo una difficolt notevole. Ha
interesse storico il procedimento impiegato dal LUGEON nel 1909-1910 e nel 1920 nella
stretta di Gnissiat sul Rodano, consistente nellinfissione nelle alluvioni di rotaie fino a
raggiungere il fondo roccioso; frequentemente si ricorso al sistema di pozzi nelle spalle e
cunicoli orizzontali entro la formazione di base. Sono stati successivamente impiegati per
lo stesso problema sondaggi verticali a percussione; oggi sono preferite, con vantaggio di
costo e di tempo, le prospezioni geofisiche.
116
Capitolo 1
Capitolo 1
117
118
Capitolo 1
Capitolo 1
119
spesso
le
perforazioni
dindagine
vengono
utilizzate
per
prove
120
Capitolo 1
Capitolo 1
121
vengono disposti da 6 a 12, talora 24, geofoni; essi traducono le vibrazioni in variazioni di
corrente in un circuito elettrico, le quali amplificate, vengono addotte ad un apparecchio
registratore. Listante di scoppio segnalato al registratore per linterruzione di un
conduttore elettrico disposto entro la carica.
Gli elementi della registrazione che interessano sono gli intervalli di tempo
intercorrenti fra lesplosione e gli arrivi delle perturbazioni ai vari geofoni. Giacch alcune
specie di perturbazioni generate dallesplosione si propagano in modo simile alle onde
luminose, possibile determinare, sulla base dei principi dellottica geometrica, le relative
celerit nelle varie formazioni del sottosuolo.
La prospezione geosismica non fornisce informazioni di ordine petrografico, ma
attraverso le celerit predette, dipendenti soprattutto dai moduli elastici dei mezzi di
propagazione, indica lo stato di compattezza delle diverse formazioni del sottosuolo, con
chiara discriminazione di quelle sciolte, da quelle lapidee, con indicazioni per questultime
dello stato di conservazione in ordine allallentamento, alle alterazioni chimiche e quelle di
origine meccanica, come fessurazioni, frantumazioni, etc..
Pur limitate agli accennati caratteri, le informazioni sismiche possono fornire un
quadro geometrico di grande dettaglio della struttura sotterranea; ed esse raggiungono
elevata attendibilit se di tale struttura sono conosciuti i caratteri generali, rilevabili con
qualche pozzo o con qualche sondaggio diretto. In tale condizione le informazioni sono
pressoch equivalenti a quelle raggiungibili con numerosi sondaggi, con vantaggio di assai
maggiore rapidit e assai minor costo.
Altro metodo dindagine geofisica impiegato nel campo delle opere civili quello
basato sulla conduttivit elettrica del sottosuolo. La prospezione consiste nel rilevamento
della distribuzione superficiale del potenziale elettrico indotto da una corrente immessa in
un punto ed estratta in altro punto della superficie.
da premettere che la conduttivit elettrica della maggior parte delle formazioni
rocciose di natura elettrolitica, derivante dallacqua interstiziale che contiene sempre sali
disciolti, mentre i grani costituenti la roccia non sono di norma conduttori, hanno resistivit
dellordine di 104 a 109 ohm/m, ad eccezione dei solfuri metallici e delle argille. La
resistivit di una formazione dipende quindi fondamentalmente dalla resistivit
dellelettrolita contenuto negli interstizi, dalla porosit e grado di fessurazione e del grado
122
Capitolo 1
di saturazione. Perci essa varia largamente da luogo a luogo e di tempo in tempo per una
stessa specie litologica.
Capitolo 1
123
124
Capitolo 1
Ne discende che, salvo accurati controlli con altri mezzi, linterpretazione dei
sondaggi elettrici fornisce solo informazioni sui caratteri qualitativi generali del sottosuolo;
in particolare essi possono indicare luniformit o meno della struttura da luogo a luogo e
ancor pi in particolare, sulla base di eventuali anomalie della conduttivit elettrica,
possono rilevare accidentalit locali di essa.
Altra categorie di prove per la caratterizzazione meccanica dei terreni quella delle
prove in sito. Il comportamento del terreno, soggetto ad una certa perturbazione, dipende
dalle caratteristiche meccaniche proprie delle unit litologiche alla stato intatto, quali
rilevabili sui campioni, ma ancora pi dalla densit e dalle caratteristiche delle
discontinuit stratigrafiche, dei giunti e diaclasi da cui la formazione affetta.
Limportanza relativa dei due predetti fatti dipende fondamentalmente dal rapporto
fra le dimensioni delle superfici di scavo, ovvero sollecitate, e le distanze da tali superfici e
reciproche delle varie discontinuit sovraccennate. Se le superfici perturbate dello stato
naturale sono notevolmente grandi quali quelle di scavo e dappoggio di una diga, le
influenze delle discontinuit sul comportamento meccanico della formazione sono di
norma molto pronunciate.
Sono quindi scarsamente significativi sul comportamento meccanico in grande le
caratteristiche rilevate sui campioni della roccia. Questi indicano sempre qualit migliori di
quelle reali delle unit litologiche, in rapporti che sono stimati sempre superiori da cinque
a venti volte.
Ne deriva lestremo interesse della conoscenza delle caratteristiche in sito,
necessaria una scelta di specie, ubicazione e di tecnica si conduzione delle prove assai
accurata affinch ai loro risultati possa attribuirsi la pi ampia possibili rappresentativit
del complesso delle formazioni interessate.
In questo ambito importanti sono le prove di deformabilit, un sistema di pressioni
applicate su una superficie di roccia in sito determina deformazioni in parte permanenti ed
in parte elastiche. Quei rapporti fra sollecitazioni e deformazioni che nei corpi elastici
diconsi moduli elastici, prendono in tal caso il nome di moduli di deformazione.
Le normali prove in sito riguardano la deformabilit della roccia sottoposta a
compressione o la sua resistenza al taglio.
Le prove della prima specie vengono eseguite con metodi diversi.
Capitolo 1
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126
Capitolo 1
o sei volte il raggio della piastra di carico; occorre inoltre che questa disti dallinizio lungo
il cunicolo della roccia sana non meno di dieci volte laltezza del cunicolo stesso.
La prova comprende di norma pi cicli di carico e scarico fra due limiti estremi di
pressione, di cui il superiore crescente da ciclo a ciclo. Le variazioni singole del carico
saranno graduali; fra luna e laltra dovranno intercorrere opportuni intervalli di tempo per
lesaurimento delle deformazioni viscose.
in ogni caso di grande interesse la ripetizione di prove del genere in pi tronchi
del cunicolo aventi direzioni assiali diverse, le cui pareti tagliano quindi la formazione
rocciosa secondo piani di diverso orientamento.
Esistono diverse varianti della prova appena descritta, ed altri approcci atti alla
determinazione delle caratteristiche di deformabilit della roccia, come ad esempio il
metodo denominato idraulico. Nella zona pi rappresentativa delle condizione medie della
roccia viene scavato e rivestito di calcestruzzo semplice un cunicolo di sezione circolare
che poi munito allestremit di due testate a cupola, pure di calcestruzzo, una delle quali
con passo duomo. Nellinterno vengono disposti su pi sezioni ed in ogni sezione secondo
almeno tre diametri, degli apparecchi di misura, con trasmissione elettrica, degli
allungamenti dei diametri. A mezzo di un tubo incluso in una testata, il cunicolo viene
riempito dacqua mentre laria evacuata da un altro analogo tubo. Successivamente la
pressione viene aumentata e diminuita ciclicamente, fino a prescelti limiti, con gli stessi
criteri di lentezza e gradualit accennate precedentemente.
Capitolo 1
127
possono
essere
ampiamente
conoscenza
delle
caratteristiche
assai
cilindrico
che
esercita
delle
128
Capitolo 1
viene isolato su cinque facce dalla massa della roccia, per escavazione, e viene poi
racchiuso entro una camicia rigida metallica o di calcestruzzo armato in modo da evitare
durante la prova, dilatazioni laterali e rotture locali per compressione; vengono poi
applicati sulla faccia superiore e su una faccia laterale forze ripartire il pi uniformemente
possibile sulle relative superfici.
Mantenendo costante, ad un prestabilito valore, la forza verticale, quella laterale
viene aumentata gradualmente fino alla rottura lungo il piano di radice del blocco. Le
deformazioni verticali e quelle orizzontali vengono osservate a mezzo di comparatori
portati da telai fissati alla roccia circostante.
Notevole
difficolt
presenta
lindividuazione
sulle
curve
sollecitazione-
deformazioni orizzontali il punto di rottura; occorre per questo assumere qualche regola
convenzionale.
Assunta la validit della relazione di COULOMB fra sollecitazione di taglio a rottura max e
sollecitazione normale n:
Formula 1.15 Relazione di Coulomb.
Capitolo 1
1.3.4.3.2
129
Il problema della deviazione delle acque dalla zona di esecuzione dei lavori in alveo,
assume in alcuni casi importanza notevole, sia per lentit che per la repentinit delle
piene, che sono particolarmente elevate nei bacini idrografici di caratteristiche pi
spiccatamente pluviali.
Si tende in linea teorica a dimensionare le opere di deviazione con larghezza in
modo da garantire la continuit dei lavori in ogni evenienza.
Peraltro, lo smaltimento delle piene di carattere eccezionale pu richiedere opere di
costo assai elevato: di qui lopportunit, in molti casi, di limitarsi a fronteggiare eventi di
piena normali ed ammettere la possibilit di inondazione della zona di lavoro. Raramente,
nel campo delle dighe in muratura, si ricorsi, in previsione della presenza di acque nella
zona di scavo, a fondazioni ad aria compressa, al fine di ridurre lentit delle opere di
deviazione.
Leventualit dellinondazione della zona di lavoro pu intervenire nella scelta
dello sbarramento, indicando en elemento preferenziale per le tipologie meglio atte a
subire la tracimazione in fase esecutiva. Anche la possibilit di smaltimento dei deflussi
attraverso speciali aperture lasciate nel corpo della struttura ha avuto numerose
applicazioni. La relativa facilit di smaltire le acque attraverso gli elementi strutturali
stata sistematicamente e vantaggiosamente messa a profitto in quasi tutte le strutture a
gravit alleggerite ad elementi cavi, eliminando o riducendo le gallerie di deviazione e le
avandighe.
A soluzioni come queste, come leventuale tracimazione, si presta, a differenza
delle altre strutture adatte a terreni compressibili, la diga in calcestruzzo: tipico esempio
quello della diga di Pozzillo sul Salso, in Sicilia, per la quale il programma di costruzione
in alveo degli elementi strutturali, la disposizione di cunicoli devacuazione delle piene
nella struttura ed il fatto che questa pu subire senza inconvenienti eventuali tracimazioni,
ha consentito di ridurre notevolmente le opere di deviazione, che si presentano assai
onerose dati i caratteri di accentuata irregolarit del Salso e la possibilit di piene
dellordine di 2 000 m3/s.
Nei casi pi frequenti in cui le acque vengono allontanate dalla zona di lavoro con
opere di deviazione provvisoria, le caratteristiche e le dimensioni di queste variano in
funzione delle condizioni topografiche e del regime del corso dacqua. La costituzione
130
Capitolo 1
delle avandighe quindi assai varia ed abbraccia opere in muratura, rilevati in materiali
sciolti, gabbioni ed anche traverse mobili. Le condizioni locali, talvolta, creano una certa
affinit fra il tipo di sbarramento e quello dellavandiga: cos troviamo spesso avandighe
arcuate per dighe ad arco, argini in materiali sciolti per dighe di questo tipo.
Le gallerie di deviazione, di
dimensioni per lo pi notevoli, sono
in genere atte a funzionare in regime
forzato. Per quanto le esigenze
funzionali siano diverse, frequente
la successiva utilizzazione di esse
con opportuni adattamenti per le
opere definitive di scarico del
serbatoio,
alla
diga
di
Santa
ragioni
economiche,
tamponi
linstallazione
strozzature
degli
per
organi
Capitolo 1
131
1.3.4.4 Scavi
Gli scavi per le dighe di ritenuta vengono effettuati quasi esclusivamente allaperto o, in
alcuni casi, per pozzi o cunicoli, possono assumere importanza assai notevole in relazione
alle condizioni geomorfologiche della zona dimposta ed al tipo dello sbarramento.
Fra le prime sono da annoverarsi le condizioni in cui si trovano gli strati superficiali
delle formazioni rocciose e leventuale presenza dammassi alluvionali o detritici di
copertura da rimuovere per limpostazione delle strutture nelle formazioni stesse.
Nellesecuzione di questi scavi i procedimenti di abbattimento della roccia e di
trasporto in uso nei normali lavori di sbancamento trovano opportuna applicazione. Nella
creazione della sede di fondazione in formazioni rocciose, specialmente per le dighe a
gravit, vengono formati opportuni corrugamenti evitando, peraltro, angolosit e
smussando quindi gli spigoli, mentre per le strutture ad arco prevale il criterio di evitare
discontinuit nella superficie dappoggio.
Particolari cautele vengono poi poste nelluso di mine negli strati immediatamente
adiacenti alla superficie dappoggio della struttura. Sono considerate buone norme:
limpiego di esplosivi di limitata potenza, non dirompenti; lesecuzione di fori da mina, di
lunghezza limitata, in direzione il pi possibile parietale; in fase finale, lo sbancamento con
132
Capitolo 1
martelli demolitori, anzich con esplosivi, nonch, per lasportazione del materiale smosso,
luso di comuni attrezzi manuali e limpiego di getti dacqua e daria compressa.
Particolare cura vien posta nella scarificazione del materiale di riempimento di eventuali
fessure, che viene effettuata immediatamente prima dellinizio del getto, previo
collocamento di tubi per lintasamento con boiacca di cemento.
Segnaliamo, per le difficolt inerenti alla ripidit dei fianchi della profonda gola,
quasi 300 m, gli scavi per la diga del Vajont, effettuati allaperto, con impiego di fori di
lunghezza variabile da 30 m nella zona pi esterna a 1,80 m in vicinanza delle imposte.
In alcune strette scoscese il metodo di scavo per pozzi e cunicoli risultato
vantaggioso ai fini della riduzione del costo e della rapidit desecuzione, in quanto la
spesa per lapertura dei pozzi e cunicoli pi essere compensata da minori oneri di
caricamento e trasporto dei materiali e dalla possibilit di attaccare lo scavo
contemporaneamente a varie quote.
Scavi in sotterraneo di notevole entit sono stati inoltre intrapresi per raggiungere
formazioni rocciose sepolte da ammassi incoerenti, per il vuotamento di sacche, nonch
per limmorsamento di diaframmi nei fianchi delle sezioni di sbarramento; questi scavi
hanno assunto in alcuni casi notevole importanza.
Figura 1.66 Diga del Vajont: diagrammi dei volumi di scavo in roccia e dei getti di
calcestruzzo con riferimento alle aree delle sezioni orizzontali.
Capitolo 1
133
di
irregolarit
dislocazioni
in
ed
formazioni
altre
rocciose,
entit
specialmente
in
complessit,
formazioni
poco
specialmente
lapprofondimento
taglioni
di
talvolta
con
diaframmi
anche
con
e
la
preparazione
delle
superficie
dappoggio,
possono
presentare
le
dighe
dalle
in
terra,
sottostrutture,
134
Capitolo 1
Speciale importanza, anche nellesecuzione degli scavi per queste opere, riveste
levacuazione delle acque di permeazione affidata ad opportuni dispositivi di drenaggio,
che si connettono e sinquadrano nei sistemi cui sono dotati i rilevati per lallontanamento
ed il controllo delle acque di filtrazione.
minore,
la
progettazione
delle
fondazioni,
delle
tecniche
Capitolo 1
135
1.3.4.5.1
136
Capitolo 1
Capitolo 1
137
138
Capitolo 1
Le rocce assai permeabili richiedono che il velo sia abbondantemente esteso sui
fianchi, fino alla sommit, viene comunemente chiamato ala del velo.
Capitolo 1
139
140
Capitolo 1
luno che con laltro sistema, si verificano su forti lunghezze sensibili deviazioni
progressive dellasse, con la conseguenza che in profondit i fori risultano irregolarmente
distanziati e non pi allineati, dal che insorge una maggiore difficolt di saturazione delle
fessure della roccia.
La boiacca viene preparata e mantenuta, per tutto il tempo dimpiego entro vasche
munite di agitatore al fine di evitare la sedimentazione dei componenti solidi, da queste si
alimentano pompe a pistone con motore ad aria compressa, gli iniettori, che inviano la
boiacca alle bocche dei fori, tramite delle tubazioni.
Liniezione pu dunque essere condotta seguendo due diverse procedure. Nella
prima la perforazione viene eseguita per lintera lunghezza prevista, segue liniezione dal
fondo verso la sommit, su tratti singoli di lunghezza intorno ai 5m, limitati superiormente
da un pistoncino a tenuta, portato da aste forate, attraverso le quali viene immessa a
pressione la boiacca e che viene sollevato dopo completata liniezione delle singole tratte.
Tale sistema viene eseguito di norma nelle rocce dure e scarsamente fessurate nelle
quali non vi pericolo di franamenti del foto e in cui questo ha superficie molto regolare
che consente buona tenuta del pistoncino; in condizioni diverse pu verificarsi la perdita
del pistoncino per impossibilit della sua estrazione a seguito di franamento del foro o per
passaggio della boiacca al di sopra del tratto in corso diniezione. Se in conseguenza non
sono estraibili neppure le aste p anche impossibile lulteriore utilizzazione del foro.
Il secondo procedimento tipico delle rocce di scarsa compattezza e densamente
fratturate. Consiste nellesecuzione della perforazione pre ratti successivi discendenti di
circa 5 m di lunghezza, alternata con liniezione attraverso un tubo metallico infisso nella
sommit del foro per conveniente lunghezza e ivi cementato. Dopo la perforazione di
ciascun tratto occorre estrarre la colonna daste e dopo liniezione occorre riperforare
giacch la boiacca ha riempito il foro per lintera altezza, per cui il sistema richiede un
tempo complessivo desecuzione maggiore rispetto al metodo precedente, ma evita i
pericoli precedentemente descritti. Inoltre, le pressioni diniezione delle varie tratte,
specialmente pi superficiali, possono essere elevate pi che nel primo sistema, in quanto
risulta ridotta, per la gi eseguita cementazione di tutta la roccia sovrastante, la possibilit
di fughe di boiacca in superficie.
Le iniezioni sono di norma precedute da prove dacqua in un certo numero di fori,
per tratti. I relativi risultati costituiscono una guida di larga massima per la scelta dei
Capitolo 1
141
parametri diniezione, solo di larga massima in quanto la permeabilit rilevata alla prova
dacqua e quantit di boiacca assorbita allatto delliniezione nello stesso foro risultano
molto spesso largamente discordi.
Liniezione viene sempre omessa nel tratto di foro superficiale, della lunghezza
intorno a 5m, in quanto assai facile che da piccole profondit si verifichino fughe di
boiacca in superficie attraverso gli sbocchi delle maggiori diaclasi, particolarmente in
vicinanza del foro. Perdite del genere possono essere ridotto ramponando le fughe in
superficie con carta o zeppe di legno, ma viene a mancare la penetrazione nelle fessure pi
sottili. Daltra parte le iniezioni a lieve profondit possono provocare sconnessioni e talora
sollevamento della roccia superficiale. Laccennato strato superiore della serie viene
iniettato in un secondo tempo quando la struttura muraria, cio che sopra di esso si
elevata tutta o parte di questa, la cui presenza impedisce la fuga superficiale di boiacca ed i
sollevamenti della roccia. Le relative iniezioni, di norma da perforazioni intestate sul
paramento di monte della struttura ed inclinate, ovvero da cunicoli della struttura,
provvedono anche allintasamento dei piccoli vuoti del contatto tra la struttura stessa e la
roccia, normalmente chiamate iniezioni di saldatura. Le eventuali perforazioni di schermo
intestate in cunicoli o pozzi laterali rivestiti possono invece essere iniettate con continuit
per lintera lunghezza giacch il rivestimento impedisce le fughe superficiali di boiacca.
Quando il tipo di struttura non consente le iniezioni di saldatura quali qui
accennate, come le strutture in materiali sciolti, lo strato di roccia pi superficiale, in cui
non possibile lintasamento delle fessure, dasportare dopo lesecuzione dello schermo.
Gli assorbimenti di boiacca, espressi in contenuto di materia secca e distinti per
tratte, vengono rappresentati, per ogni foro, con il sistema a bandiera.
Normalmente nelle diaclasi, salvo talora le pi sottili, contenuto del materiale
sciolto, generalmente sabbia, limo, argilla. Per la sua rimozione si pratica talvolta la
lavatura; essa consiste nellimmissione in uno dei fori di un gruppo gi eseguito, dacqua
in pressione o acqua ed aria, insieme od alternativamente, lasciando aperti i fori vicini.
Dopo un certo tempo lacqua fuoriesce da qualcuno di essi trasportando i materiali sciolti
delle fessure; limmissione viene proseguita finch lacqua in uscita non diviene chiara.
Chiuso con un tappo il foro di fuga, loperazione viene ripetuta su di un altro foro e
cos via. Si opera generalmente per tratti limitati del foro dimmissione impiegando per
142
Capitolo 1
questo un pistoncino doppio. Lasportazione del materiale sciolto presente nelle diaclasi
raggiungibile con la lavatura per soltanto parziale.
Loperazione andrebbe spinta il pi possibile a fondo quando con le iniezioni
successive sintende ottenere anche il consolidamento della roccia. Quando lo scopo delle
iniezioni solo limpermeabilizzazione, la lavatura viene limitata a quanto utili per
lapertura di pi lunghe ed ampie vie alla diffusione delle boiacca, senza mirare ad una
vera e propria rimozione dei materiali sciolti. Ma tenuto presente che pur cos limitata,
loperazione lunga e costosa, spesso viene omessa.
Circa la successione delliniezione nei vari fori si seguono regole diverse. Se la fila
unica ed notevole la distanza fra i fori come, ad esempio, nelle ali del velo, essi
vengono iniettati secondo il loro ordine di posizione. Successivamente vengono intercalate
delle perforazioni di controllo nelle quali viene misurata la permeabilit: sulla base dei
relativi risultati potr essere decisa lintercalazione di nuovi fori d0iniezione sulla stessa
linea o su di una linea parallela.
Le decisioni di raffittamento e dintercalazione di nuovi fori sono guidate dalle
misure di permeabilit e non dagli assorbimenti di boiacca, in quanto di norma non si
riscontrano chiare correlazioni delluna con gli altri.
Conviene tener presente che molto difficile giudicare allatto delle esecuzioni
delle iniezioni, il grado generale dellimpermeabilit della roccia raggiunto; non conviene
quindi, per ragioni di tempo ed economiche, moltiplicare in tale fase, oltre ragionevoli
limiti, le perforazioni e le iniezioni quando esiste la possibilit di rilevare le perdite dopo il
riempimento dellinvaso e quando, com consigliabile, la struttura viene dotata di cunicoli
atti allesecuzione, in tempi successivi, di perforazioni e di iniezioni dintegrazione del
velo.
Nei riguardi delle pressioni, fermo restando che devono essere determinate caso per
caso, vi la tendenza a preferire valori limiti superiori elevati, circa 3070 kg/cm2, perch
con questi valori le fessurazioni vengono dilatate, e con ci facilitata la penetrazione
della miscela, e sono maggiori a parit di altre condizioni, le velocit di flusso di questa nei
meati e quindi minori le possibilit di prematura sedimentazione.
Le pressioni vengono controllate durante tutta loperazione a mezzo di manometri
registratori e valvole automatiche di scarico, di volta in volta regolate, impedendo che
vengano superati i valori di pressione prestabiliti. peraltro mantenere le pressioni
Capitolo 1
143
rigorosamente costanti durante tutta loperazione; salti bruschi si verificano per aperture
brusche di fessure e per irregolarit del moto di penetrazione della miscela nella roccia. Le
pulsazioni delle pressioni quali quelle derivanti dal moto alternativo delliniettore
favoriscono il disintasamento dimprovvisi blocchi della boiacca nelle fessure.
regola comune iniziare le iniezioni con pressioni limitate, circa 5 kg/cm2, poi
aumentarla fino al raggiungimento di un prestabilito valore limite e proseguire poi a
pressione costante fino al punto in cui gli assorbimenti diventano insignificanti.
Nel caso di rocce ad ampi meati, al fine di evitare irraggiamenti della boiacca
troppo ampi, che costituirebbero uno spreco di materiale, si inizia con miscele dense; poi di
mano in mano che diminuisce lassorbimento, da ridurre la consistenza e se con una
consistenza di boiacca e con un assorbimento mantenuto costante, dopo circa 20 minuti la
pressione non inizia ad aumentare regolarmente, bisogna passare ad una boiacca pi densa.
Nelle rocce a sottili meati invece conviene iniziare con miscele molto fluide ed
aumentare il pi possibile il raggio dazione di ciascuna iniezione cos da diminuire il
numero delle perforazioni.
Le tecniche sopra descritte se adeguatamente dimensionate, comportano anche il
consolidamento del terreno, con immensi vantaggi dal punto di vista della sicurezza della
struttura. Ad oggi le opere diniezione nella costruzione delle dighe, sia per
limpermeabilizzazione che per il consolidamento del terreno, sono irrinunciabili in quanto
comportano i vantaggi sopra descritti. Il buon risultato di tali tecniche ormai molto
affermato in quanto vengono utilizzate da molti anni.
1.3.4.5.2
Muri di Taglione
I muri di taglione in calcestruzzo, previo scavo con metodi ordinari, sono impiegati per
dighe murarie in luogo degli schermi, quando essi debbono assumere una funzione statica
in stretta connessione con la struttura, in alternativa per dighe in materiali sciolti quando la
roccia di fondazione inizialmente lapidea stata profondamente sconnessa da fatti
tettonici, per cui uno schermo diniezioni potrebbe avere scarsa efficacia o risultare molto
costoso.
Strutture del genere presentano, oltre al delicato problema dello scavo, quello della
saldatura tra i pannelli in cui esse sono suddivise per ragioni esecutive e per ovviare alla
144
Capitolo 1
conseguenze del ritiro del calcestruzzo. Spesso sono munite di una serie di cunicoli
dispezione e di drenaggio.
Figura 1.70 Taglione ad arco, nella gola sepolta, della diga Barrea: a) Roccia calcarea; b)
Roccia alluvionale; 1) Giunti di Costruzione; 2) Pulvino d'imposta; 3) Giunto Perimetrale.
1.3.4.5.3
Capitolo 1
145
aggottamento, ovvero con lausilio di cassoni aperti o pneumatici. Tutti i sistemi precedenti
sono compatibili solo con granulometrie sottili, della formazione dattraversare, e
applicabili per profondit non superiori a 20-30 m; inoltre sono accompagnati da costi
elevati e si pone il problema della tenuta fra i singoli elementi affiancati in cui linsieme
suddiviso; sono per questo, di norma, necessarie molte iniezioni di saldatura.
Attualmente sono invece in uso quali dispositivi di tenuta idraulica dei materiali
sciolti ed in particolare delle alluvioni fluviali, diaframmi in calcestruzzo a pali o pannelli,
gettati entro scavi presidiati da fanghi bentonici e schermi diniezione.
Va precisato che non sempre con queste opere necessario raggiungere la tenuta
idraulica totale, dal punto di vista della stabilit interessa che essi determinino un
allungamento delle linee di flusso della filtrazione nella formazione di base in misura tale
che le relative pendenze piezometriche, non superino in nessun punto quelle critiche nei
riguardi dellequilibrio del materiale. Dal punto di vista economico il confronto tra la
perdita di prodotto o di servizio dellacqua dellinvaso conseguente alle filtrazioni nella
formazione di base della diga e la spesa necessaria a raggiungere una tenuta totale pu
talvolta consigliare soluzioni che realizzano solo tenute parziali.
Oltre ai diaframmi e schermi, estesi allintera superficie trasversale della
formazione alluvionale, esempi di analoghe strutture che non raggiungono la roccia di base
nella zona pi profonda, in questi casi lestensione verticale della struttura di tenuta si
approssima allaltezza massima di ritenuta dello sbarramento sopra la formazione
alluvionale.
Nella costruzione dei diaframmi molto interessante la modalit di scavo, dove
vengono utilizzati sospensioni di bentonite in acqua per stabilizzare lo scavo.
La bentonite unargilla ad alto tenore di montmorillonite che viene impiegata
dopo una finissima macinazione ed un trattamento che introduce ioni sodio come ioni di
scambio. Ha un elevatissimo limite liquido ed un forte rigonfiamento, circa 10-15 volte il
proprio volume.
Come precedentemente accennato i diaframmi vengono costituiti con pali affiancati
e compenetranti oppure con pannelli. Nel primo caso viene eseguita una serie di fori
verticali, a tuttaltezza, allineati e con diametro variabile tra 0,4 e 1,5 m, a distanza poco
minore del doppio del loro diametro, mentre una corrente di fango di bentonite immessa
attraverso lasta dellutensile e risalente lungo lo scavo, provvede, oltre che al sostegno
146
Capitolo 1
delle pareti, allasportazione dei detriti. La miscela emergente dalla sommit, prima di
rientrare in circolo viene fatta sedimentare in vasche, oppure filtrata attraverso vagli, per
leliminazione dei detriti dello scavo. Terminato il singolo foro, la cavit viene riempita di
calcestruzzo, deposto progressivamente sul fondo a mezzo di una piccola benna cilindrica,
oppure addotto da un tubo la cui estremit inferiore immersa nel getto.
Figura 1.71 Procedimento d'esecuzione dei Diaframmi a pali compenetranti: a) scavo di un'elemento
primario; b) getto di un'elemento primario; c) scavo e getto di un secondo elemento primario; d) scavo
dell'elemeto intermedio; e) getto dell'elemento intermedio.
Nel secondo caso possibile armare i pali inserendo unarmatura nel foro prima
dellesecuzione del getto.
Realizzata cos la prima serie di pali, a distanza, come accennato, poco meno che
doppia del diametro, viene eseguito in modo analogo lo scavo ed il riempimento negli
interspazi. Con procedimenti di questo genere sono stati realizzati diaframmi dotati di
continuit su grandi sviluppi e per profondit massime prossime ai 100 m.
Il tipo di diaframma a pannelli trova applicazione quando le profondit del
dispositivo non debbano superare i 30-40 m. Lo scavo con larghezza da 40 a 80 cm, viene
eseguito ancora con il cavo riempito di fanghi bentonici, per tratte orizzontali singole da 4
a 6 m, mediante benna mordente, o a cucchiaio. Allo scavo fa poi seguito il getto del
calcestruzzo, immesso dal basso mediante tubi ad estremit sommersa.
Lesecuzione di pannelli del genere procede secondo la loro successione
planimetrica. Disponendo al momento del getto, tubi-forma agli estremi verticali, si
ottengono giunti regolari tra panello e pannello, con incastro semi-circolare.
Capitolo 1
147
148
Capitolo 1
fatto che il risultato di tali operazioni aleatorio date le difficolt relative alla verticalit
delle perforazioni. Le iniezioni eseguite da perforazioni attraverso il diaframma sono in
grado di correggere anche eventuali difetti, come franamenti locali del foro, inoltre
necessario osservare che la tenuta idraulica dei diaframmi si giova non solo
dellimpermeabilit del calcestruzzo, ma anche dellimpregnazione di bentonite delle pareti
dello scavo.
1.3.4.5.4
Altro dispositivo di tenuta idraulica molto utilizzato nel campo della costruzione di dighe
lo schermo diniezioni, consiste nellimpermeabilizzazione diretta attraverso perforazioni
di tutta larea verticale della sezione di fondazione dello sbarramento e per conveniente
spessore longitudinale, ottenuta con la penetrazione nei meati di una miscela fluida o di un
liquido, i quali successivamente divengono rigidi e con ci impermeabili e resistenti
allestrusione che le pressioni dellacqua dellinvaso tendono a determinare.
Lesecuzione di schermi del genere ha caratteri tecnici ed economici propri e
delicati, diversi da quelli, pi semplici, dei veli diniezione delle rocce lapidee, e ci sia
relativamente alla scelta delle materie da iniettare, sia per varie altre caratteristiche
desecuzione delloperazione. In particolare, nessuna delle caratteristiche di base del
procedimento esattamente ripetibile in situazioni anche poco diverse, il che significa che
Capitolo 1
149
ogni opera singola richiede una propria scelta e massa a punto, con prove di laboratorio e
prove in sito, della relativa tecnica.
Nelle formazioni alluvionali il volume dei vuoti costituisce il 20-30% del volume
totale mentre nelle normali rocce lapidee lanalogo rapporto si aggira fra il 3-5%, il che
significa, che a parit di volume da trattare, la materia da iniettare molto maggiore nel
primo che caso rispetto al secondo. Daltro canto, mentre nelle rocce lapidee le litoclasi
sono costituite da canali di varie dimensioni ma di forma abbastanza regolare, nei materiali
sciolti i vuoti sono costituiti
rapidamente variabili. Nel secondo caso avremo una maggiore facilit di sedimentazione
delle sospensioni e quindi un minor raggio dazione di efficacia delle iniezioni di cemento.
Data la variabilit della natura delle sedimentazioni di materiali sciolti si pone in
primo luogo unadeguata scelta della sostanza, o pi spesso delle diverse sostanze da
iniettare; in particolare giocheranno un ruolo fondamentale: la viscosit, che
rappresentativa del raggio di diffusione della sostanza nel terreno per ogni specifica
granulometria e per ogni pressione diniezione, la stabilit, da intendersi come assenza di
separazione di componenti della miscela per sedimentazione in tempi inferiori a quello
necessario allesecuzione delliniezione, la dimensione delle pi grosse particelle solide
contenute nelle sospensioni, che un parametro della penetrabilit della sostanza senza
segregazione nei pi piccoli meati di terreno. Molto importanti sono anche i tempi di presa
e indurimento intesi come tempo entro cui le caratteristiche reologiche della sostanza poco
si differenziano da quelle iniziali, cosicch nel tempo stessi risulti poco alterato il grado di
penetrabilit ed il raggio di diffusione, la resistenza meccanica finale e laderenza agli
elementi della formazione, che quando si vuole ottenere solo limpermeabilit e non anche
il consolidamento, debbono raggiungere valori tali da impedire che avvenga lestrusione
della sostanza da parte delle pressioni dellacqua dinvaso, la plasticit, cio lattitudine a
deformarsi senza fessurazioni, la resistenza chimica, a fronte degli eventuali agenti di
corrosione, inoltre il costo.
Ad oggi i prodotti utilizzati per limpermeabilizzazione possono essere raggruppati
in alcune classi, avremo delle sospensioni di cemento puro o cemento e argilla.
In alternativa possono essere usate dispersioni colloidali, esse conferiscono al
materiale trattato resistenze a compressione, che a parit di sostanza, sono tanto maggiori
quanto minori le dimensioni granulari del materiale.
150
Capitolo 1
Capitolo 1
151
con
152
Capitolo 1
dopodich questi vengono estratti e lo spazio tra tubo e terreno viene riempito con una
miscela di argilla e cemento colata dallalto. Dopo che questa ha fatto presa la sostanza da
iniettare viene immessa a pressione nel tubo e da esso esce attraverso la valvola
destremit; rotta la guaina provvisoria la boiacca si diffonde nel terreno e
contemporaneamente il tubo viene sollevato.
Capitolo 1
153
poi solidifica al punto di assumere uno stato semiplastico con debole resistenza meccanica. Si esegue
liniezione attraverso un gruppo di fori alla volta, con
il sussidio di un otturatore doppio a cavallo tra i fori.
La pressione diniezione provoca la dilatazione del
manicotto di guardia dei fori e la rottura della guaina
di cemento e argilla esterna, a cui fa seguito la
penetrazione nel terreno della sostanza diniezione. Il
tubo non recuperabile.
Con
tale
sistema
possibile
iniettare
Tubo d'iniezione a
154
Capitolo 1
1.3.4.5.5
Capitolo 1
155
156
Capitolo 1
Capitolo 1
157
pompe; fanno seguito iniezioni di saldatura fra calcestruzzo e roccia. Le diaclasi a faglie
pi sottili e quelle a profondit non raggiunta con la bonifica diretta vengono
accuratamente iniettate. In esse molto spesso la lavatura attraverso le perforazioni ha scarsa
efficacia.
Anche in tali circostanze il trattamento con iniezioni a pressioni elevate pu
risultare pi economico ed efficace.
Gli interventi sulle diaclasi e faglie vanno estesi a monte e a valle, per conveniente
lunghezza, oltre i tratti ricadenti entro limpronta della diga.
Quando la giacitura delle superfici delle faglie e diaclasi subparallela ad una
pendice della stretta cosicch le pressioni diniezione vi potrebbero determinare crolli,
occorre in primo luogo assicurare la stabilit e si ricorre in genere a sistemi dancoraggi
ortogonali, in tensione.
158
Capitolo 1
Capitolo 1
159
1.3.4.6 I Giunti
1.3.4.6.1
Premessa
Con la definizione classica di giunto nella tecnica delle opere di sbarramento, intendiamo
quei dispositivi che rispondono alle esigenze di assecondare le variazioni di volume della
struttura, interrompendone la continuit con la suddivisone in conci.
A seconda che i giunti siano prevalentemente destinati a localizzare gli effetti delle
variazioni periodiche della temperatura esterna, di carattere quindi permanente, o quelli
conseguenti il processo di presa del calcestruzzo, di carattere temporaneo, si ha la nota
distinzione fra giunti permanenti o di dilatazione e giunti temporanei, di ritiro o di
costruzione.
I giunti permanenti sono tipici delle dighe a gravit massicce ed alleggerite, inoltre
sono molto frequenti, se non addirittura necessari, in quanto tali strutture sono poste in
zone dove si hanno elevate escursioni termiche.
I giunti temporanei, che vengono chiusi e sigillati quando il processo di contrazione
della massa del calcestruzzo in fase di esaurimento, interessano specialmente le dighe ad
arco, in relazione con il funzionamento statico della struttura.
Si hanno inoltre altre tipologie di giunti legate a particolari tipologie costruttive,
come i giunti lubrificati delle dighe in blocchi di calcestruzzo. Inoltre, lo sviluppo delle
tecniche costruttive delle dighe, come il RCC, ha comportato la variazione delle classiche
tipologie di giunzione cos da poterle adattare a tali opere. In ultimo non vanno dimenticati
i giunti attivi, tecnologia sviluppata alla fine degli anni 70 ed utilizzata per il risanamento
delle dighe esistenti.
1.3.4.6.2
160
Capitolo 1
subverticali in prossimit della met del tratto compreso tra due giunti totali, che non trov
seguito in opere successive in quanto furono ridotte le distanze tra i giunti totali.
Ecco dunque che la necessit di inserire dei giunti a tuttaltezza permanenti nelle
dighe a gravit dimostrata dallesperienza, a maggior ragione allaumentare delle altezze
raggiunte, lesperienza dimostr che le vicende termiche stagionali, in concomitanza con
fenomeni di ritiro della malte, possono provocare variazioni sensibili di volume nelle
strutture
conseguenti
fessurazioni.
Tali
inconvenienti
si
sono
manifestati
Capitolo 1
161
162
Capitolo 1
Una tecnica molto diffusa sfrutta la spinta dellacqua per garantire la tenuta del
giunto, in pratica vengono lasciate delle losanghe a cavallo tra i giunti, e successivamente
riempite con blocchi in calcestruzzo armato, questultimo spinto dallacqua impedisce alla
stessa dinfiltrarsi.
Capitolo 1
163
164
Capitolo 1
Negli ultimi anni, dai primi anni 2000, hanno preso il sopravvento, soprattutto
allestero, i giunti con coprigiunto in PVC, grazie al loro bassissimo costo, facilit di messa
in opera ed efficacia.
Come per i giunti precedenti anche questi vengono installati in adiacenza al
paramento di valle, come nella figura sottostante. Molte normative internazionali
consigliano ladozione di tali giunti, come le Indian Standards.
Nel piano verticale il water-stop deve essere esteso dalla fondazione fino alla
massima quota dinvaso e prolungato per un altro metro almeno.
Capitolo 1
165
166
Capitolo 1
Figura 1.87 Sezione del corpo diga ed esempio d'inserimento del giunto in PVC.
Capitolo 1
167
1.3.4.6.3
168
Capitolo 1
della
che
ha
il
compito
di
proteggere
Capitolo 1
169
Per
Pe
P
er evitare
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170
Capitolo 1
Figura 1.93 Giunto radiale di costruzione della diga ad arco-gravit di Valle di Lei.
Capitolo 1
171
172
Capitolo 1
1.3.4.6.4
Nei paragrafi precedenti sono gi stati trattati i giunti stagionali riguardanti la tecnologia
del RCC, che non verranno dunque ripetuti in questo paragrafo. In ogni caso i giunti
stagionali per le dighe in calcestruzzo classiche sono molto simili a quelli precedentemente
trattati nel paragrafo del RCC.
Le dighe per ovvi motivi vengono costruite in zone molto particolari, lontane dai
centri abitati, quando vengono costruite in montagna, cosa che accade molto spesso, le
operazioni di getto vengono effettuate fin tanto che il clima lo concede. In molti casi
utilizzando additivi e proteggendo i getti dal freddo nelle ore pi rigide, possibile
prolungare questo periodo, ma quando si opera in condizioni estreme il lavoro, ad un certo
punto, deve essere necessariamente sospeso e ripreso dopo linverno.
Alla ripresa dei lavori anche se sono state prese dovute precazioni necessario
effettuare lavorazioni e/o opere tali da ripristinare la continuit strutturale e garantire la
tenuta.
Le motivazioni climatiche non sono le uniche ragioni che possono indurre la
sospensione dei lavori, in altri casi pu succedere che una diga sia costruita per fasi dopo
considerazioni di carattere socio-economico. Ad esempio prevedendo un certo sviluppo
urbano in una certa zona, pu essere progettato uno sbarramento di medie dimensioni che
dopo qualche anno viene ampliato, anche in questo caso dovranno essere predisposti giunti
di ripresa, le problematiche e quindi le tipologie di giunzione, sono le stesse dei giunti
stagionali.
Le tipologie di giunzione utilizzate sono numerose e molto diverse tra loro, in ogni
caso possono essere raccolte in una serie di opere o interventi di base che caso per caso si
adattano meglio alle esigenze tecniche ed economiche dellopera, in funzione soprattutto
della tipologia della struttura, materiali utilizzati e fattibilit dell'intervento, spesso in oltre
tali interventi vengono combinati tra loro per ottenere buoni livelli di continuit e tenuta.
Prima di qualsiasi intervento, per garantire la continuit strutturale e la tenuta, la
superficie del getto viene scarificata, in modo tale da eleminare la parte esterna e
danneggiata o alterata chimicamente del calcestruzzo, dopodich si passa ad una pulizia
della superficie molto accurata, effettuata con getti dacqua in pressione o di aria
compresa.
Capitolo 1
173
Una volta che la superficie stata accuratamente trattata possono essere effettuate
le operazioni che costituiranno il getto vero e proprio. Le opere pi diffuse sono:
x trave coprigiunto in c.a.: il dispositivo di tenuta formato da una trave
coprigiunto in c.a., solitamente disposta a monte, e da un lamierino di rame
retrostante, inoltre spesso viene disposto un sistema drenante orizzontale.
x giunto circonferenziale: adottato spesso anche come giunto provvisorio, le
due superfici che verranno a contatto vengono lisciate e vengono lasciati
degli spezzoni di ferri atti non tanto ad evitare eventuali scorrimenti, quanto
necessari per evitare distaccamenti durante le successive fasi di getto.
174
Capitolo 1
Figura 1.96 Realizzazione per fasi successive della diga ad arco-gravit di Cancano II.
Capitolo 1
Figura 1.97 Realizzazione per fasi successive della diga in blocchi di calcestruzzo di Pian Pal.
175
176
Capitolo 1
1.3.4.6.5
1.3.4.6.6
Giunti Attivi
I giunti attivi sono una categoria particolare di giunzione, che con quelli appena descritti
hanno poco a che fare, se non che anche quelli attivi devono garantire unadeguata tenuta.
I giunti attivi vengono utilizzati per il risanamento di dighe esistenti e nonostante la
tecnologia della precompressione del calcestruzzo venga utilizzata nei ponti e nelle
strutture civili gi da molto tempo, in questo campo ha trovato limitato impiego.
Sostanzialmente viene effettuata una precompressione con martinetti piatti azionati
meccanicamente o idraulicamente. Questa precompressione ha lo scopo di realizzare una
collaborazione tra due strutture, vecchia e nuova, fra di loro indipendenti. I martinetti
piatti, sono disposti di carico dotati di elevata deformabilit in grado di assorbire elevate
deformazioni conseguenti alle aperture del giunto. La messa in opera di un giunto attivo ha
Capitolo 1
177
Figura 1.98 Vista prospettica parziale della struttura progettata per il risanamento della
diga di Corbara.
178
Capitolo 1
Capitolo 1
179
Introduzione
Le dighe a gravit richiedono, per ragioni statiche, il drenaggio della fondazione e del
corpo dellopera. Ladozione dei giunti sopraccennati, con i quali si cerca di localizzare la
formazione di discontinuit nei corpi murari, costituisce di per s anche un valido
provvedimento contro le infiltrazioni: inoltre considerato essenziale, in base
allesperienza acquisita, assicurare ai corpi murari, attraverso ladozione di materiali di
caratteristiche fisiche rispondenti e la buona esecuzione, i dovuti requisiti di compattezza
ed impermeabilit, requisiti che i dispositivi di protezione dei paramenti verso acqua, cui
verr accennato, sono per lo pi destinati ad integrare.
Altro importante accorgimento rappresentato dai dispositivi atti a drenare le
eventuali infiltrazioni ed allontanarle dal corpo murario, considerati indispensabili per le
strutture che presentino spessori non esigui.
1.3.4.7.2
In passato, quando criteri e metodi di posa in opera dei calcestruzzi erano meno avanzati
degli attuali, la mancanza di mezzi di costipazione obbligava
la posa in opera di
calcestruzzi molti fluidi, detti colati, ed i sistemi di trasporto in opera con tubi e canale ne
provocavano facilmente la segregazione, era assai difficile ottenere la loro permeabilit. Si
provvedeva allora a questa con sistemi di cui parleremo in seguito, ad oggi, con lo sviluppo
delle tecnologie di messa in opera e delle caratteristiche del calcestruzzo, sono queste
tecniche sono ormai cadute in disuso. Siamo infatti capaci di ottenere calcestruzzi con
elevata tenuta e resistenza alla gelivit, grazie alla presenza di additivi e di curve
granulometriche che garantiscono tali requisiti, nei casi in cui si pensi che la sola
permeabilit del calcestruzzo non basti o che laggressione degli agenti chimici, contenuti
nellacqua, a lungo andare possano creare problemi alla stabilit dellopera, si ricorre ad un
rivestimento di materiale bituminoso.
Altra questione quella dellRCC, come precedentemente ampiamente descritto,
con questa tecnologia si tende a gettare a parte il paramento di monte, utilizzando cos
calcestruzzi meno adatti al RCC ma sicuramente con migliori qualit di tenuta.
180
Capitolo 1
Gli intonachi di malta cementizia gettata e lisciata a mano, o di gunite, ebbero una
diffusione assai larga nel passato; un esame della casistica ha rilevato che in molti casi la
rete metallica migliora lefficienza della gunite, specialmente nei confronti dei distacchi,
purch lintonaco abbia spessori tali da consentire che la maglia metallica sia sollevata dal
paramento e disposta in un primo strato di gunite. Gli elementi raccolti su questi intonaci e
sul loro comportamento a distanza di molti anni permettono di concludere che essi sono
atti a dare qualche risultato soddisfacente, purch assai ben eseguiti, su opere in condizioni
Capitolo 1
181
Figura 1.100 Diga di Valle di Cadore, vista da monte del rivestimento in conci di pietra.
I rivestimenti in conci di pietra ebbero largo impiego, tanto che li troviamo in molti
degli sbarramenti italiani prevalentemente in quelli dalta montagna sia in calcestruzzo che
in muratura di pietrame. Alle pietre per questi rivestimenti si richiede particolare durezza e
compattezza, limitato coefficiente di dilatazione termica, in vista della loro funzione, si
prestano bene dunque pietre di natura silicea. In alcuni casi sono stato utilizzati blocchi di
calcestruzzo gettati a pi dopera. Nonostante laccuratezza e gli accorgimenti nella posa in
opera e nella sigillatura dei giunti, si manifestarono in molti casi delle incrinature nei
collegamenti stessi, con conseguente penetrazione dacqua; questi inconvenienti si
manifestarono prevalentemente nelle opere sprovviste di giunti, o con questultimi troppo
distanziati. In generale lesperienza ha dimostrato come anche quando i commenti del
rivestimento siano fatti ad opera darte, la resistenza allazione dellacqua e sempre
piuttosto limitata, questo ha portato in alcuni casi a combinare questo sistema con una
cavit di 15-20 cm lasciata tra il paramento stesso ed il rivestimento, riempita di
calcestruzzo o sostanze bituminose. Buoni invece sono i risultati di protezione dai
fenomeni gelivi. Dal punto di vista tecnico, un vantaggio nel loro utilizzo, sta nel fatto che
182
Capitolo 1
la levatura del rivestimento precede quella della struttura di qualche metro cos che non
necessario predisporre casseformi a monte. Ma nonostante questa economia, il
provvedimento assai oneroso quanto la posa in opera dei bolognini in pietra manuale.
Inoltre il ritmo dei getti viene a risultare in questo modo totalmente legato alla posa in
opera del rivestimento. Tenuto anche conto che limpiego di areanti costituisce oggi una
difesa dallazione del gelo sul calcestruzzo, i rivestimenti non sono pi adottati.
Anche questi rivestimenti, vernici, emulsioni, strati di materiali bituminosi, furono
usati con una certa frequenza in passato, essi sono da considerarsi come mezzi integrativi
di altri accorgimenti. In generale le loro caratteristiche sono risultate poco rispondenti
allesigenze delle dighe e lesperienza ha anche dimostrato che questi rivestimenti, se
inizialmente presentano elasticit ed aderenza, raramente sfuggono allinvecchiamento
rapido, allasportazione, agli effetti del raschiamento del ghiaccio, per cui si rendono
necessarie periodiche operazioni di manutenzione.
Figura 1.101 Diga di Gilgel Gibe, Etipia, diga in terra completamente rivestita di materiale
bituminoso.
Capitolo 1
183
Figura 1.102 Rivestimento di monte della diga a volte multiple del lago Venina: 1)Soletta in
calcestruzzo; 2)Rete ondulata; 3)Giunto in lamierino catramato; 4)Listelli di gomma-butile; 5)Strato
di gomma bitume; 6)Spalmatura di sostanza incollante; 7)Lamierino; 8)Fori per zanche.
184
Capitolo 1
Figura 1.103 Rivestimento metallico di monte della diga a gravit massiccia dell'Alpe Gera.
1.3.4.7.3
Capitolo 1
185
costituiscono di una serie di voltine di cemento armato, con raggio generalmente inferiore
al metro e spessore di circa 20-30 cm, protette da un intonaco di tenuta, impostate sulla
superficie del paramento di monte del corpo diga. Si realizza cos unintercapedine che
isola il corpo diga dal serbatoio.
I manti di copertura tipo Levy hanno dunque la duplice funzione: protettiva e di
drenaggio. In Italia hanno avuto poco seguito, in generale nel mondo sono rarissime le
applicazioni di questa tecnica, in quanto lesperienza ha dimostrato che non sono adatti a
resistere alle forti variazioni termiche ed alleffetto del ghiaccio ed al gelo accentuati dalle
oscillazioni del livello liquido.
In alcuni casi per far fronte alle rotture delle voltine le intercapedini sono state
riempite di calcestruzzo, unitamente a canne drenanti per smaltire le acque dinfiltrazione,
in altri casi invece non vi stata la possibilit di recuperare tali situazioni per cui si
proceduto alla demolizione di tuto il manto e al ripristino con diverse tipologie
impermeabilizzanti.
Figura 1.104 Diga di Ceresole, vista delle voltine del paramento di monte.
186
Capitolo 1
1.3.4.7.4
In generale i paramenti di valle delle dighe in calcestruzzo, specialmente del tipo plastico
vibrato, non hanno bisogno di rivestimenti protettivi, lesperienza dimostra che in questo
senso si sono conservati bene.
1.3.4.7.5
Dispostivi di Drenaggio
Le dighe a gravit richiedono per ragioni statiche il drenaggio della fondazione e del corpo
dellopera. Il primo viene realizzato mediante delle perforazioni verticali di diametro non
minore di 200 mm e profondit in roccia non minore di 10 m. Ad evitare lintasamento
necessario che esse vengano eseguite successivamente alle iniezioni di saldatura.
Infine, esse devono avere sbocco libero ed accessibile per il controllo dei livelli
dacqua interni.
Capitolo 1
187
Per tutto ci, a piccola altezza sulla fondazione, circa 4-5 m, e a piccola distanza dal
paramento di monte della struttura, circa 3-4 m ma crescente con laltezza dellopera, viene
lasciato nella struttura un cunicolo praticabile e di dimensioni sufficienti per le manovre
delle aste delle sonde, almeno 2,20 x 2 m, che segue tutto il perimetro di fondazione; da
esso che vengono perforati i drenaggi.
Ciascun foro viene munito in sommit di un corto tubo di ferro o di PVC, forzato e
cementato al foro, al quale pu essere applicata una cuffia che porta un manometro ed un
rubinetto per le eventuali misure rispettivamente delle pressioni e delle portate.
Il cunicolo perimetrale longitudinale sussidiato da piccoli cunicoli trasversali,
luno nel punto pi depresso per lo scarico dellacqua dinfiltrazione e di condensazione,
altri, di accesso, a quote intermedie e poco sotto il coronamento.
Il cunicolo suddetto ha anche la fondamentale funzione di sede di eventuale
esecuzione diniezioni dimpermeabilizzazione della roccia nel caso che allatto
dellinvaso quelle precedenti si dimostrassero insufficienti. Molte volte esso viene anche
utilizzato, a fine costruzione, per eseguirvi iniezioni di saldatura.
188
Capitolo 1
funzionamento del sistema di drenaggio, che per verificare il corretto funzionamento delle
eventuali opere di regolazione degli scarichi di fondo.
Un aspetto molto importante riguardo alle opere da drenare quello della roccia di
fondazione, infatti essenziale drenare anche questultima cos da inibire il pi possibile il
fenomeno delle sottopressioni, soprattutto nel caso delle dighe a gravit massicce. Il
drenaggio avviene con fori effettuati dopo aver gettato la fondazione, come quelli spiegati
precedentemente, la dimensione, profondit e spaziatura dipenderanno dalle caratteristiche
geofisiche della roccia di fondazione e dallaltezza dellinvaso, una volta a regime. Molte
norme internazionali per questi drenaggi della roccia consigliano diametri non minori di
75mm, con un interasse inferiore ai 3 m, e profondit compresa tra il 20-40% della
massima
quota
dinvaso
tra
il
30-75%
della
profondit
dello
scudo
Figura 1.107 Dettaglio del drenaggio della roccia di fondazione per terreni poco coesivi.
Capitolo 1
189
Il drenaggio nel corpo diga ottenuto mediante una serie di tubi in calcestruzzo
poroso, quindi permeabile, ottenuto con una miscela senza aggregato fine, con dimensione
dellaggregato intorno ai 20 mm. Vengono posti in opera durante il getto, verticali, a
190
Capitolo 1
distanza di circa 2,5 m, su tutta laltezza dal piede fino al coronamento e su tutto lo
sviluppo della struttura.
Vengono disposti anche cunicoli orizzontali a quote intermedie, longitudinali,
praticabili, che facilitano il controllo e soprattutto la localizzazione di eventuali filtrazioni
raccolte dai tubi di drenaggio.
Figura 1.110 Gallerie di drenaggio in una sezione non tracimabile della diga.
Capitolo 1
191
192
1.4
Capitolo 1
1.4.1
Organi dIntercettazione
1.4.1.1 Introduzione
Il controllo delle portate da un serbatoio verso lo scarico o verso lutilizzazione svolto
rispettivamente dalle opere di scarico e di presa. La loro disposizione, collocazione e
dimensionamento, dipende principalmente dal tipo di diga, cio tipologia strutturale e
materiali utilizzati, dalle portate da smaltire, quindi dallestensione del bacino, e dalle
portate da utilizzare, cio dalla funzione dellopera di sbarramento.
Gli organi di controllo sono:
x Scarico di superfice;
x Scarico di fondo;
x Scarico di mezzo fondo, solo per le dighe di nuova costruzione;
x Opere di presa.
Lo scarico di superficie viene realizzato per poter smaltire verso valle, e senza
danni alle opere, la portate che, esaurita la capacit del bacino, giunga al serbatoio stesso.
Lo scarico di fondo serve per il vuotamento del serbatoio: per emergenza, per la
manutenzione delle opere, per leventuale allontanamento del materiale sedimentato, per
svasi preventivi allannuncio di una piena, per integrare talvolta lo scaricatore di superficie
durante le piene. Nelle dighe in calcestruzzo esso spesso inserito nel corpo murario,
suddiviso eventualmente in due scarichi in parallelo. Nelle dighe in materiali sciolti deve
essere collocato al di fuori del corpo diga, utilizzando talvolta la deviazione provvisoria,
opportunamente adattata, con ununica eccezione: quando lo scarico possa essere
cementato in una trincea scavata in roccia, in quanto la roccia stessa sia presente, al di sotto
della diga.
Lo scarico di mezzo viene inserito nelle grandi opere per garantire una maggiore
affidabilit nel processo di vuotamento, esso , infatti, sotto un minore carico, pu essere
aperto con maggiore facilit anche in emergenza, consentendo di scaricare una frazione
significativa del volume dinvaso.
Le opere di presa da serbatoi hanno forma e dimensioni che dipendono, oltre che
dalla portata derivabile e dalla sua destinazione, dal tipo di diga e dalle condizioni del sito.
Capitolo 1
193
1.4.1.2 Paratoie
Le paratoie sono strutture mobili che servono a chiudere parzialmente o completamente
una struttura fissa per ritenuta dacqua.
I tipi fondamentali sono:
x Paratoia piana;
x Paratoia a ventola;
194
Capitolo 1
Capitolo 1
195
Figura 1.112 Predisposizione dei gargami di una paratoia piana sul getto di prima fase.
196
Capitolo 1
Di solito il getto della struttura muraria attorno alla paratoia viene fatta in pi fasi,
nella prima devono essere gettate la parti pi propriamente resistenti, inglobando i bulloni
di collegamento o lasciando i fori necessari per il loro inserimento e disponendo di
opportuni spazi per consentire le varie manovre di presentazione, allineamento,
assemblaggio e rettifica in sito delle varie parti elettro-meccaniche: fori e spazi che poi
vengono bloccati nel calcestruzzo con il definitivo fissaggio.
La seconda fase consiste nei getti di completamento che garantiscano unadeguata
coesione tra il calcestruzzo e le zanche o ganci delle opere metalliche.
In questa fase il progettista deve tener conto delle operazioni di montaggio e di
trasporto, garantendo adeguati spazi di manovra.
Capitolo 1
197
198
Capitolo 1
Figura 1.114 Schema di Paratoia piana su ruote con sollevamento ad argano tramite catena.
Capitolo 1
Figura 1.115 Ruota di scorrimento di una paratoia piana entro un gargame con
indicati i getti di prima e seconda fase.
Figura 1.116 Tenute superiori di una paratoia piana sotto battente con indicata la
soluzione da preferire.
199
200
Capitolo 1
Capitolo 1
201
Figura 1.118 Paratoia piana su piana allincile del canale Battaglia a Padova.
202
Capitolo 1
del
carico
monte
aumenta
la
spinta
sulla
paratoia,
Capitolo 1
203
204
Capitolo 1
Capitolo 1
205
206
Capitolo 1
Capitolo 1
207
208
Capitolo 1
Capitolo 1
209
Generalit
210
Capitolo 1
1.4.1.9.2
Per le paratoie a settore di piccole e medie dimensioni sono due i tipi dargani utilizzati:
x argani a catene galle;
x argani a cilindri oleodinamici.
Capitolo 1
211
Raramente una paratoia di questo tipo richiede luso di spinta verso il basso per la
chiusura, dato il basso valore degli attriti in gioco, normalmente necessario frenarla
durante la discesa fino alla completa chiusura anche sotto carico.
Questo tipo di paratoie non richiedono alcuna gargamatura sulle pile o sulle pareti
laterali, necessario per, per garantire una buona tenuta e conservazione delle
guarnizioni, murare nelle pareti in corrispondenza delle zone di lavoro delle tenute,
profilati in acciaio inox sagomati ad arco di circonferenza, e sulla soglia un profilato
rettilineo con la stessa funzione. Tutti i profili devono essere annegati nei getti di seconda
212
Capitolo 1
fase dopo un accurato posizionamento in modo che risultino con la superficie vista a filo
della muratura. Dallaccurato posizionamento delle superfici metalliche di riscontro delle
tenute non dipende solo la tenuta dellopera, ma anche la scorrevolezza della paratoia nel
suo movimento.
1.4.1.9.3
Capitolo 1
1.4.1.9.4
213
Settori Autolivellanti
Quando dalla finestra entra una certa portata, ed essa superi quella che pu essere
smaltita dalle luci di fondo, aumenta il livello nel vano, imprimendo al cassone una spinta,
il momento generato da questultima si compone con quello dovuto dalla spinta idrostatica
sulla paratoia e del peso della stessa, dando luogo, superato un certo valore, al graduale
sollevamento del settore.
Quando la portata che defluisce a battente fa diminuire il carico a monte, inizia la
chiusura del settore. Una condotta dotata di saracinesca posta tra la cresta della soglia
sfiorante ed il vano per il sollevamento del settore per poter sollevare la paratoia anche con
carico ridotto a monte.
Le paratoie a settore ruotano di norma attorno ad un asse orizzontale posizionato
sulla direttrice della risultante, ossia sulla direzione che contiene il centro del settore.
214
Capitolo 1
1.4.1.10
Le paratoie cilindriche ad asse orizzontale sono state ampiamente impiegate nelle traverse
allinizio dell900.
Sono cilindri di alcuni metri di diametro, alla cui estremit sono poste ruote dentate
che ingranano su un gargame inclinato con cremagliera.
La catena avvolta ad una dellestremit consente di sollevare od abbassare la
paratoia.
In alcuni casi per non aumentare il diametro oltre le necessit strutturali, poter
aumentare la ritenuta, contenendo quindi il peso della struttura, stato aggiunto un becco
al bordo inferiore.
1.4.1.11
1.4.1.12
Saracinesche e Valvole
1.4.1.12.1
Saracinesche
Forma e funzionamento sono analoghe a quelle impiegate negli acquedotti o negli impianti
chimici, sono tuttavia costruite con elementi saldati, con un progetto specifico per adeguare
le dimensioni e le pressioni in esercizio alle esigenze richieste.
Capitolo 1
215
1.4.1.12.2
Valvole
La categoria di valvole comprende alcuni tipi atti a funzionare nelle posizioni estreme di
apertura e chiusura come:
x Valvole a farfalla;
x Valvole rotative;
ed altri che possono scaricare in posizioni intermedie, come:
x Valvole a fuso classiche o LARNER-JOHNSON;
x Valvole a fuso a dispersione o HOWELL-BUNGER.
Questi organi vengono inseriti nelle tubazioni metalliche che costituiscono i
condotti di scarico, e perci hanno trovato il loro impiego pi frequente negli scarichi
attraversanti il corpo diga. Le valvole sono generalmente costruite con fusioni o con
lamiere saldate. Le dimensioni delle luci non raggiugono di solito quelle delle paratoie
216
Capitolo 1
piane, inoltre nella maggior parte delle applicazioni si trovano pi organi accoppiati con
distinte funzioni di tenuta e regolazione.
1.4.1.12.3
Valvole a Farfalla
Capitolo 1
1.4.1.12.4
217
218
Capitolo 1
Queste valvole sono idonee alla regolazione dellefflusso anche in presenza di alte
pressioni e possono essere applicate anche a condotte di grandi dimensioni in quanto
modesta la spinta sulle parti mobili. Esse per contro sono dostacolo allallontanamento dei
materiali grossolani depositati sul fondo del serbatoio, tendono quindi a deteriorarsi in
presenza di trasporto solido.
1.4.1.12.5
Capitolo 1
219
Nella sua posizione dapertura dalla luce periferica defluisce il getto, molto
frantumato, che si diffonde a forma di cono cavo nellaria. Per contenere leccessiva
diffusione del getto nellaria, alla valvola talvolta aggiunta una cuffia cilindro-conica
dacciaio disposta intorno alla luce defflusso.
1.4.1.12.6
Queste valvole vengono montate sulle tubazioni nelle quali si vuole consentire il deflusso
in una sola direzione, per esempio negli impianti di sollevamento consentono solo il
deflusso dalla vasca di pescaggio alla vasca superiore; allarresto delle pompe impediscono
il ritorno dellacqua ed il vuotamento dellimpianto. Come per le saracinesche ed altri tipi
di valvole sono fabbricate in serie fino a determinati diametri e pressioni desercizio
[10;12;33].
220
Capitolo 1
1.4.2
1.4.2.1 Generalit
Le dighe, cos come la maggior parte delle opere idrauliche sono dotate di organi di scarico
e di utilizzo, il dispositivo di alimentazione, presente in molte opere idrauliche, , nelle
dighe, sostituito dai fiumi che alimentano linvaso. Gli organi di scarico sono:
x Scarico di superficie;
x Scarico di fondo;
x Scarico di mezzofondo;
x Scarico di esaurimento.
Unitamente a questi organi sono da considerare le opere di dissipazione.
Gli organi di utilizzo sono:
x Opera di presa per lutilizzazione;
x Opera di presa per il minimo deflusso vitale, DVM.
La funzione per la presa del DVM talvolta svolta dallo scarico di fondo, ma anche
da una derivazione dellopera di presa.
Capitolo 1
221
1.4.2.2.1
222
Capitolo 1
Capitolo 1
223
1.4.2.2.2
Sfioratori Fusibili
224
Capitolo 1
1.4.2.2.3
Scaricatore a Sifone
Capitolo 1
225
intrappolata nella sommit, trascinata dalla corrente, dando origine al deflusso pieno con
il completo innesco del sifone.
Spesso dispositivi di questo genere sono stati impiegati come integrazione di soglie
fisse riducendone la lunghezza. Una controindicazione che ne limita lutilizzo la
possibile ostruzione della bocca per opera di corpi galleggianti, quali tronchi o anche, nei
serbatoi in alta quota, lastre di ghiaccio.
1.4.2.2.4
Sfioratore a Calice
226
Capitolo 1
Capitolo 1
227
essere portato fino ad una quota tale da non dar luogo a fuoriuscita dacqua nel caso di
entrata in pressione. Deve essere in ogni caso portato almeno 3 m sopra il piano di
campagna in maniera tale da non interessare, con il trascinamento daria, persone o
animali.
1.4.2.2.5
Scaricatori a Vortice
Per lo scarico di superficie dei serbatoi talvolta utilizzato lo scaricatore a vortice. Trattasi
di un dispositivo che realizza una corrente dacqua aderente alle pareti del pozzo, grazie al
moto verticale impresso alla corrente dalla forma a spirale dellimbocco, cosicch rimane
libero uno spazio centrale imbutiforme che consente lareazione della corrente evitando
irregolarit nel moto.
228
1.4.3
Capitolo 1
Scarichi di Fondo
1.4.3.1 Generalit
Lo scarico di fondo serve per il vuotamento del serbatoio: per emergenza; per la
manutenzione delle opere; per leventuale allontanamento del materiale sedimentato; per
integrare talvolta lo scaricatore di superficie durante le piene; ma anche per uno svaso
preventivo in previsione di una piena eccezionale.
I dispositivi di chiusura dello scarico sono:
x Saracinesche di serie;
x Valvole a farfalla;
x Paratoie a strisciamento;
x Valvole a fuso;
x Paratoie a settore.
Nelle dighe di calcestruzzo lo scarico di fondo spesso inserito nel corpo murario,
suddiviso eventualmente in due scarichi in parallelo. Nelle dighe in terra deve essere
collocato fuori dal corpo diga, utilizzando talvolta la deviazione provvisoria, con ununica
eccezione: quando lo scarico possa essere cementato in una trincea scavata in roccia, in
quanto sia presente al di sotto della diga.
Gli organi dintercettazione degli scarichi profondi, siano essi costituiti da paratoie
o valvole, devono assicurare una perfetta tenuta; devono essere facilmente manovrabili e
permettere un efflusso il pi possibile regolare della corrente, sia con apertura totale che
parzializzata; fornire unadeguata resistenza allusura. Inoltre si deve cercare di rendere i
dispositivi facilmente ispezionabili e sostituibili nelle loro diverse parti. Il funzionamento
di norma oleodinamico, la manovra deve essere assicurata almeno da due fonti denergia,
oltre alleventuale manovra di soccorso manuale.
Lo scarico di fondo solitamente viene dimensionato per la massima portata che pu
condurre lalveo a valle. Le dimensioni dello scarico e delle opere di chiusura devono
essere tali da consentire il passaggio di macchinari per la pulizia e manutenzione, tenendo
conto anche della possibilit di ostruzione da parte di materiale trasportato dalla corrente.
In ogni caso deve essere garantita la possibilit di accesso di una persona, per cui almeno
un diametro di 1200 mm circa, quando il tratto sia breve, mentre almeno 2000-2200 mm
per tratti lunghi.
Capitolo 1
229
230
Capitolo 1
Capitolo 1
231
Figura 1.144 Modalit di manovra di uno scarico di fondo con due paratoie.
232
Capitolo 1
Figura 1.145 Montaggio della cassa dello scarico di fondo di una diga.
Capitolo 1
233
Figura 1.148 Schema di serbatoio di piena con scarico di fondo presidiato e libero.
234
Capitolo 1
1.4.4
Scarichi di Mezzofondo
Per alte ritenute, maggiori di 50 m, e grandi capacit, maggiore di 50 000 000, spesso
adottato uno scarico intermedio anche detto di mezzofondo o di alleggerimento; per
garantire una maggiore affidabilit del sistema nel processo di vuotamento. Esso infatti,
con un minor carico, pu essere aperto con maggiore facilit, anche in emergenza,
consentendo di scaricare una frazione significativa del volume invasato. Ridotto cos il
carico sullo scarico di fondo questo pu essere pi facilmente aperto. A differenza dello
scarico di fondo, a ridosso del quale possono depositarsi ed accumularsi materiali
ostacolandone lapertura, gli scarichi superiori non hanno di fatto soggezioni. Raggiunta
una quota prossima a quella di mezzofondo, si provvede allapertura dello scarico di fondo
in condizioni assai pi agevoli.
Il presidio si questi scarichi avviene con gli stessi manufatti per gli scarichi di
fondo, con la precisazione che non sono sottoposti ad usura per i materiali solidi
trasportati.
Capitolo 1
1.4.5
235
Scarichi dEsaurimento
Lo scarico desaurimento adottato quando limbocco dello scarico di fondo sia tenuto,
per ragioni di sicurezza di funzionamento, o per altra ragione, pi alto del fondo dellalveo.
Allo scarico desaurimento demandato il compito di provvedere al vuotamento
completo del serbatoio. La sua sezione solitamente circolare con diametro non inferiore a
1200 mm: il diametro va ovviamente scelto anche in base alla lunghezza del manufatto per
consentirne lispezionabilit. Il buon funzionamento assicurato da una grigli allimbocco
per prevenire lingresso di materiale grossolano di trasporto, inoltre frequenti manovre
consentono di liberare gli organi di movimentazione facendo si che il materiale in
sospensione non si accumuli a ridosso di tale scarico. Il presidio dello scarico di
esaurimento di solito fatto con paratoie in serie.
Lo scarico desaurimento anche utile, durante il completamento della costruzione,
per allontanare le acque di magra e consentire il montaggio delle paratoie dello scarico di
fondo ed altre finiture nella parte bassa. Sono spesso manovrabili solo quando la quota
liquida sia scesa circa fino alla quota dello scarico di fondo, per essere il dispositivo di
manovra posto poco sopra lo scarico desaurimento stesso.
1.4.6
Dissipatori
Gli scivoli o le gallerie che seguono soglie sfioranti o sfioratori a calice o canali collettori
sono di regola a forte pendenza, percorsi da correnti di stato ipercritico. Il loro tracciato
deve essere rettilineo o con curve ad ampio raggio, queste correnti sono caratterizzate da
speciali fenomeni: onde frangenti; onde stazionarie per variazione di direzione; areazione
spontanea. Questi fenomeni, uniti alla necessit di un franco adeguato, comportano
ladozione di pareti relativamente alte.
Analogamente correnti ipercritiche si hanno a valle di paratoie, di traverse e canali,
con apertura sotto battente o tracimate.
Al termine del canale di fuga disposto un dissipatore per il raccordo idraulico tra i
manufatti ed il corso dacqua nel passaggio da una corrente ipercritica ad una lenta. Il
dissipatore , per lo pi, a sezione rettangolare, con base maggiore di quella del canale di
fuga percorso a maggior velocit. Il raccordo avviene con un tratto divergente di canale,
talvolta con uno o due setti per meglio ripartire la portata.
236
Capitolo 1
Capitolo 1
237
238
1.4.7
Capitolo 1
Opere di Derivazione
1.4.7.1 Generalit
Le opere di derivazione o di presa da serbatoi hanno forma e dimensioni che dipendono,
oltre che dalla portata derivabile, dal tipo di diga e dalle condizioni del sito.
La presa posta pi in basso possibile per sfruttare al massimo linvaso, riservando
per al disotto un volume per laccumulo del materiale sedimentato nellipotesi che il suo
riempimento non avvenga prima di un numero prefissato di anni; qualche volta disponendo
un imbocco panconabile per elevare nel tempo la soglia della derivazione.
Lopera di presa solitamente ubicata al di sopra o vicino agli scarichi di fondo per
favorire la rimozione dei materiali sedimentati davanti alla bocca di presa. La disposizione
rende anche possibile lunificazione degli accessi alle rispettive camere di manovra.
Lopera di presa non richiede, di norma, disposizioni particolari: solo una griglia di
sicurezza ed idonei organi dintercettazione. Le grigli sono in genere del tipo fisso,
realizzate con profilati metallici dacciaio inox e sezione idrodinamica. La distanza tra le
barre stabilita dal tipo di utilizzazione: per esempio per le turbine a reazione dalle
dimensioni del distributore; nel caso di turbine Pelton si usano griglie a maglie strette. La
dimensione dellimbocco deve tener conto della possibile ostruzione parziale della griglia.
Gli organi dintercettazione sono di norma saracinesche, o paratoie piane. Le
paratoie sono si solito manovrate a carico equilibrato, utilizzando un by-pass per il
riempimento della galleria a valle.
Gli organi di controllo delle opere di presa sono simili a quelli visti per gli scarichi
di fondo. Nelle prese con gallerie forzate, che costituiscono il caso pi comune, si hanno
alcune differenze dovute alle diverse condizioni di funzionamento a regime:
x moto in pressione anche a valle;
x velocit della corrente relativamente bassa;
x scarso trasporto solido;
x esclusione del funzionamento ad apertura iniziale.
Nelle realizzazioni degli ultimi decenni si spesso optato per un unico organo
dintercettazione, munito di gargami anteposti allimbocco per panconatura di riserva.
Da sottolineare che la proposta daggiornamento delle norme impone per le opere
in pressione la doppia paratoia. Per serbatoi con volumi significativi la paratoia di guardia
Capitolo 1
239
Figura 1.151 Esempio di scarico di fondo ed opera di derivazione con torre daccesso.
240
Capitolo 1
Lopera di presa generalmente realizzata con una torre nella quale sono disposte
prese a varie quote. Laccesso alla torre pu avvenire da una galleria esterna oppure da un
ponte o passerella che parte dalla sponda.
Capitolo 1
241
242
Capitolo 1
quali si hanno per esempio negli impianti idroelettrici, sono talvolta sottoposti a prove su
modello fisico per ottimizzarne il progetto [10;12;33].
Capitolo 1
1.5
1.5.1
243
Sismica
Le Strutture ed il Sisma
1.5.1.1 Introduzione
Fin dai tempi pi remoti gli esseri umani hanno testimoniato il verificarsi di eventi sismici
descrivendone, in modo pi o meno fantastico, gli effetti.
Anche i primi metodi di misurazione dellintensit dei terremoti non erano basati
sulla misurazione del fenomeno in se, ma piuttosto sulla gravit degli effetti, delle
conseguenze prodotte su costruzioni e persone.
Poich gli effetti dei terremoti consistevano prevalentemente nella distruzione o nel
danneggiamento delle costruzioni, dalle osservazioni dopo ogni evento sismico si traevano
insegnamenti per edificare strutture pi resistenti a fronte di tali eventi.
Considerando lItalia, si nota che nelle zone con pi frequenti eventi sismici, fin
dallantichit, sono state adottate tipologie costruttive efficaci riguardo la sismoresistenza.
Diversamente nelle zone a bassa sismicit si trovano costruzioni vulnerabili dal
punto di vista sismico, anche per terremoti di piccola intensit.
Nel corso dei secoli, gli insegnamenti ricavati dagli effetti sismici si tramutarono in
regole del buon costruire, una specie di buon senso edilizio.
Solo in tempi recenti si arrivati a codificare tali regole attraverso trattati e
disposizioni normative. Generalmente, era in seguito al verificarsi di un evento sismico
catastrofico che venivano emanate nuove disposizioni, inizialmente sotto forma di regole
costruttive ed in seguito limposizione di verifiche di sicurezza delle strutture per
sollecitazioni derivanti dallo scuotimento del terreno.
In Italia dopo il disastroso terremoto di Messina del 1908, fu emanato il Regio
Decreto n 193 del 18 Aprile 1909, contente, oltre alla consuete norme, specifiche
indicazioni costruttive da rispettarsi nelle zone sismiche:
x Oculata scelta del tipo di terreno e quindi divieto di costruzione su terreni
franosi, in forte pendio, etc.;
x Limitazione dellaltezza degli edifici;
x Limitazioni sulle fondazioni;
x Prescrizioni sui materiali.
244
Capitolo 1
Capitolo 1
245
246
Capitolo 1
1.5.1.4.1
Capitolo 1
247
Figura 1.155 Accelerazioni, velocit e spostamenti registrati in due stazioni della rete accelerometrica
Italiana durante due eventi sismici.
248
Capitolo 1
Pericolosit Sismica
Capitolo 1
249
1.5.1.5.2
Rischio Sismico
Per rischio sismico sintende la probabilit che, in un certo sito, un livello prefissato di
perdite, in ordine di vittime e danni diritti ed indiretti, causate da terremoti sia superato
entro un dato periodo di tempo. Il rischio sismico legato quindi, anche agli effetti oltre
che alla pericolosit.
Si possono fare alcune osservazioni:
x per effetto di tale definizione, il rischio sismico una grandezza cumulativa,
cio mette in conto le perdite complessive generate dai terremoti che si
verificano in un certo periodo di tempo, eventualmente riportate su base
annua;
x il rischio sismico legato sia al fenomeno fisico naturale che alla presenza
antropica sul territorio.
In conseguenza, il rischio sismico dipende dalla pericolosit sismica, intesa come
scuotibilit del sito, dalla vulnerabilit, cio la suscettibilit di ci che esiste sul territorio
a subire danni per causa di un ceto sisma, ed infine dellesposizione o dal valore di ci che
esiste sul territorio: presenza di via umana, di patrimonio edilizio, di attivit produttive, di
patrimonio storico-artistico, etc..
250
Capitolo 1
Evoluzione Storica
La prima classificazione sismica del territorio nazionale risale al 1909 e riguarda i comuni
di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Messina, colpiti dal terremoto del 1908.
Fino al 1974, valeva il criterio di classificare una zona sismica solo in seguito ad un
importante evento sismico, in base ai danni subiti, secondo una suddivisione netta in due
categorie, una con coefficiente sismico 0,10 e laltra con 0,07.
Di conseguenza la classificazione procedeva lentamente e a sbalzi, senza un piano
organico, e zone in cui le condizioni fisiche potevano far temere futuri eventi distruttivi
non erano considerati a rischio.
Inoltre, pressioni politiche, anche contrastanti, portavano ad una classificazione
ingiustificabile: cos avveniva che, in seguito ad un evento, comuni pur poco colpiti
facessero di tutto per essere classificati in zona sismica in modo da attingere a cospicui
finanziamenti per la ricostruzione; poi, a distanza dallevento, cercavano di ottenere la
declassificazione per non sostenere i maggiori oneri.
Di conseguenza la mappa delle zone classificate presentava anomalie evidenti: zone
altamente sismiche completamente isolate, o viceversa buchi, cio zone non classificate,
completamente circondate da zone considerate ad alto rischio.
1.5.1.6.2
Capitolo 1
1.5.1.6.3
251
252
Capitolo 1
Capitolo 1
253
1.5.1.6.4
I requisiti prestazionali, cio il livello di protezione sismica che si vuole assicurare alle
costruzioni, si definiscono attraverso unanalisi costi-benefici.
In generale, una corretta progettazione deve tener conto dellimpatto economico
globale, cio dei costi collegati allintero ciclo vitale della costruzione. Ci
particolarmente importante nel caso di strutture in zona sismica, per le quali, oltre al costo
di costruzione e manutenzione, ci si attende anche loccorrenza di danni conseguenti agli
eventi sismici che possono verificarsi nel corso della vita della struttura.
Il costo totale di una costruzione quindi pari a:
Dove:
x CT il costo totale dellopera;
x CC il costo di costruzione;
x CM il costo di manutenzione ordinaria e straordinaria;
x CS il costo di riparazione del danno sismico.
Altrimenti pi semplicemente:
costi ordinari.
254
Capitolo 1
Capitolo 1
1.5.2
255
1.5.2.1 Introduzione
I casi riportati in letteratura internazionale di crolli o di danni a dighe causati da eventi
sismici sono piuttosto rari. Essi riguardano in particolare rilevati in materiali sciolti, non
compattati meccanicamente, realizzati per sedimentazione idraulica, suscettibili, allorch
saturi, di repentine riduzioni della resistenza al taglio in presenza di sollecitazioni
dinamiche.
Nonostante la statistica confermi quindi un buon comportamento di fronte a
terremoti anche violenti, la verifica della sicurezza sismica delle dighe costituisce uno dei
problemi di maggior interesse in considerazione dellimportanza socio-economica di
queste opere e della gravit di un possibile crollo con conseguente rilascio incontrollato
dellacqua invasata.
Il problema assume poi una rilevanza del tutto particolare nel caso di dighe
esistenti, per le quali si rende a volte necessario eseguire una nuova verifica, ad esempio a
seguito di una rivalutazione della sismicit del sito o per modifiche intervenute nella
configurazione strutturale dellopera, etc..
In questo caso lopera, progettata quando le conoscenze sul comportamento sismico
e la disponibilit di mezzi di calcolo erano scarse o senza tener conto di possibili
sollecitazioni dinamiche perch il sito non era classificato fra le aree sismiche al momento
della costruzione, potrebbe non risultare pienamente rispondente ai criteri daccettabilit
richiesti dalla normativa vigente per la progettazione di nuove dighe, senza peraltro che,
alla luce delle conoscenze pi avanzate, debba essere considerata pericolosa e debba quindi
essere sottoposta ad interventi di ricondizionamento.
Per le dighe esistenti, come per ogni altra opera dingegneria, dunque lecito porsi
il problema se sia corretto invocare una sorta di validit retroattiva della normativa, oppure
se, in considerazione del rapido sviluppo delle conoscenze in campo sismico, non sia pi
opportuno far riferimento allo stato dellarte, privilegiando quindi il principio di una
garanzia sostanziale e documentata della sicurezza a quello di un rispetto formale della
normativa.
infatti noto che i continui progressi degli ultimi anni per ci che riguarda
linquadramento concettuale del problema sismico, basato sui risultati di osservazioni del
reale comportamento di dighe sotto lazione di eventi sismici e di studi effettuati in settori
256
Capitolo 1
paralleli, quali ad esempio quello degli impianti nucleari, la messa a punto di metodi di
calcolo in grado di tener conto del comportamento non lineare dei materiali e
dellinterazione con il terreno e il serbatoio e, pi in generale, ladozione di un approccio
probabilistico, tipico di unanalisi di rischio, hanno superato gli approcci di valutazione
tipicamente previsti dalle normative esistenti.
Questa situazione del resto confermata dallItCOLD e dagli enti di controllo e di
gestione pi attenti alla problematica sismica, che di recente hanno emesso una serie di
raccomandazioni in cui vengono recepite le metodologie pi aggiornate sulla scelta del
terremoto di progetto, sui criteri di calcolo e di verifica della sicurezza dellopera.
Capitolo 1
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1.5.2.2.1
Consiste nellapplicare alla diga le forze dinerzia e le pressioni idrodinamiche generate dal
sisma sotto forma di carichi statici equivalenti, determinati nellipotesi di struttura rigida.
Le forze dinerzia vengono calcolate come prodotto di un coefficiente sismico per il peso
della diga, mentre le pressioni idrodinamiche vengono determinate con le note formule di
WESTERGAARD o di ZANGAR, che verranno meglio spiegate in seguito. Va sottolineato che
non sempre facile mettere in relazione il coefficiente sismico suggerito dalla norma con i
sismi di progetto determinati con le considerazioni esposte in precedenza.
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Capitolo 1
I carichi dovuti al sisma dovranno essere combinati ai carichi statici: peso proprio,
spinta idrostatica, etc.. Generalmente il calcolo viene eseguito su di un singolo concio,
modello piano, eseguendo unanalisi tridimensionale soltanto per le dighe arcuate, o
quando i conci siano tra di loro interconnessi.
Il modello di calcolo pu essere un semplice modello rigido, o meglio un modello
elastico per tener conto della cedevolezza in fondazione.
Se le sollecitazioni cos calcolate superano i limiti ammissibili, si pone la necessit
di approfondimento del calcolo che permetta di tener conto della formazione di possibili
lesioni.
1.5.2.2.2
Il metodo pseudo dinamico basato sulla stima, realizzata tramite semplici formule tarate
empiricamente, della frequenza e della forma modale del modo fondamentale di vibrare
della diga, tenendo conto della presenza dacqua e della deformabilit della fondazione.
cos possibile effettuare unanalisi semplificata con il metodo dello spettro di risposta.
1.5.2.2.3
Metodo Dinamico
Capitolo 1
259
potenziale si basa sulla stima delle perdite di vite umane, dei danni alle
260
Capitolo 1
Capitolo 1
261
Concetti Generali
Precedentemente si parlato del comportamento della diga durante levento simico, come
caratteristica fondamentale, sia per dighe esistenti che per quelle di nuova costruzione,
che non vi sia rilascio incontrollato durante un terremoto particolarmente violento, SLV, e,
in particolare per le dighe di nuova costruzione, non vi siano interruzioni di operativit
durante eventi sismici di modesta natura. Diventa fondamentale, quindi, anche il
comportamento delle opere accessorie durante levento sismico.
Il livello dimportanza che ciascuna opera assume in caso di terremoto dipende
dallimpiego per essa previsto nel contesto generale dellopera. Linsorgere di avarie che
impediscano o riducano la funzionalit di un organo di controllo del flusso pu
pregiudicare la sicurezza dellopera principale e avere conseguenze di tipo diverso sul
rischio potenziale a valle.
Tipici esempi di avaria a cui possono essere soggetti gli organi di controllo del
flusso sono:
262
Capitolo 1
1.5.2.5.2
Analisi e Verifica
Le opere accessorie sono normalmente parte di un pi ampio contesto di opere civili, quale
ad esempio il corpo diga. Nel caso di apparecchiature elettro-meccaniche, la struttura
metallica le rende solitamente meno sensibili delle parti di calcestruzzo alle azioni di
massa e quindi ai fenomeni sismici.
Per alcune di queste, in modo particolare le paratoie, pu per diventare molto
importante linterazione con la struttura in cui sono inserite. Cos ad esempio,
Capitolo 1
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264
Capitolo 1
Capitolo 1
265
1.5.2.5.3
Gli aspetti inerenti la stabilit delle sponde dellinvaso sono sempre ritenuti di
fondamentale importanza, anche nella documentazione pi recente in materia, ai fini della
valutazione e della verifica delle condizioni di sicurezza di un serbatoio. In particolare,
sempre sottolineata la necessit di integrare gli studi sul comportamento della diga con
accurate verifiche di stabilit dei pendii che costituiscono le spalle dello sbarramento ed il
limite idrografico del bacino imbrifero. Si deve rilevare che a questultima tematica viene
comunamente dedicata, nella maggior parte dei casi, unattenzione al quanto ridotta
rispetto a quella riservata allanalisi del comportamento del corpo diga.
I criteri di verifica di stabilit delle sponde sono sostanzialmente analoghi a quelli
suggeriti per lanalisi della sicurezza delle dighe in materiali sciolti; per quanto riguarda la
definizione della sismicit del sito, sono ritenute valide le considerazioni gi segnalate per
la diga, mentre per le verifiche di stabilit si trovano molti metodi in letteratura,
essenzialmente basati sul metodo dellequilibrio limite; questi metodi differiscono fra loro
per le ipotesi sulla geometria della superficie di rottura, sulla distribuzione degli sforzi
nella porzione di terreno interessata dalla rottura e per il numero dincognite e delle
equazioni che compaiono nel metodo di calcolo.
Come noto tali metodi risultano molto approssimati, in particolare nel determinare
levoluzione del distaccamento della frana, inoltre a complicare il problema leventuale
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Capitolo 1