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La crosta terrestre presenta una grande varietà di forme , evidenziata ( guardando un planisfero ) dall’alternanza
di :
Terre emerse : sono articolate in Continenti , blocchi insulari spazialmente delimitati formati da tavolati ,
altipiani e catene montuose , il cui numero può variare da 5 a 6 ( a seconda che l’Asia e l’Europa vengano
considerate separatamente o meno ). I Continenti sono :
Europa
Asia
America
Africa
Oceania
Antartide
Oceani : sono distese d’acqua che circondano le terre emerse , formando un sistema connesso e
continuo senza alcuna interruzione costituito da bacini formati dal margine continentale e dalle pianure
abissali. Le acque interessano circa il 70 % del globo , il loro volume è circa 12 volte quello delle terre
emerse e la loro profondità media è più di tre volte maggiore dell’altitudine media dei Continenti ( ca.
3800 metri ). Solo per convenzione o per necessità pratiche sono stati dati nomi diversi alle varie parti
dell’enorme massa oceanica ( che comprende tutti i mari , uniti a Sud dell’ Equatore ) :
Oceano Atlantico
Oceano Pacifico
Oceano Indiano
Ciascun oceano , a sua volta , è costituito dall’Oceano propriamente detto e dai mari adiacenti :
Mari mediterranei : Mar Mediterraneo europeo , Mar Mediterraneo Artico , Mar Mediterraneo
Asiatico , Mar Mediterraneo Americano
1
Tra i caratteri distintivi delle masse oceaniche abbiamo :
Temperatura : è più alta di quella dell’aria sovrastante e generalmente più elevata nell’emisfero
settentrionale ( a causa della preponderanza delle masse continentali ).
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Nel corso della sua plurimillenaria storia , l’uomo è sempre stato un agente modificatore della superficie
terrestre e strettamente coinvolto nell’intero ciclo di risorse offerte dalla natura per l’intero svolgimento del
ciclo vitale , quei processi dinamici che sono alla base dell’intero geosistema.
RISORSA : qualsiasi fonte o mezzo che valga a fornire aiuto , soccorso , appoggio e sostegno , soprattutto in
situazioni di necessità. Questa entra a far parte del complesso meccanismo della trasformazione economica
delle risorse , strutturata in più fasi :
La seconda fase del processo di sviluppo richiede l’applicazione complementare del lavoro umano
, che presuppone l’utilizzo degli strumenti approntati dall’uomo nel tempo ( strade , ferrovie ,
aeroporti , opere idrauliche , porti , ecc … ).
La terza fase del processo di sviluppo presuppone l’impiego delle risorse finanziarie , sotto forma di
capitali , le risorse moderne necessarie per la realizzazione , ad esempio , di impianti di estrazione nel
caso di giacimenti minerari. I capitali vengono investiti per ampliare e perfezionare il bagaglio
tecnologico.
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Acqua : è la risorsa più importante che ha permesso la vita sul pianeta e che
Rinnovabili condiziona il clima e la vita animale e vegetale. Ogni essere vivente sulla Terra
necessita di acqua , come di acqua necessitano le stesse attività economiche ( che
dipendono in gran parte da una sufficiente disponibilità idrica ). L’acqua ha favorito
Risorse che
l’insediamento umano , trasformando la “ Terra “ in “ ecumene “ ( parte emersa della
si ricostituiscono ciclicamente
Terra , in cui l’uomo può abitare ). Poichè risorsa considerata inesauribile , l’essere
umano non tiene conto del principio secondo cui l’acqua utilizzata deve essere sempre
restituita nella stessa quantità e con tutte le qualità originarie , onde assicurare i
successivi cicli alimentari ed energetici : nel tempo l’uomo ha purtroppo portato a
compimento di una serie di interventi irrazionali che hanno contribuito a modificare
drammaticamente l’equilibrio idrico ( le forme di circolazione dell’acqua ) di molte
aree del pianeta e la stessa possibilità di produrre alimenti. L’uomo ha , dunque ,
sconvolto l’equilibrio dell’acqua alterandolo sensibilmente , al punto di determinare
pericolose forme di inquinamento ( dispersione acquifera di sostanze chimiche ,
sostanze organiche e aumento di rifiuti e scarichi fognari ).
2
Gli odierni problemi connessi alle risorse idropotabili concernono un concreto
recupero di maggiori quantità di acqua ( onde fronteggiare le cospicue richieste
antropiche ) ma soprattutto un ‘ opera di tutela delle falde acquifere ( dalle sorgenti
alle acque sotterranee ).
Ogni bene deve essere preposto al consumo : l’uomo deve utilizzare una parte
della sua energia per ricavare , trasformare e utilizzare un determinato bene.
La pesca assume forme diverse a seconda del luogo in cui si opera e del mercato di
distribuzione dei prodotti : la pesca costiera è rivolta ai mercati locali e si avvale di
mezzi rudimentali a conduzione familiare ; la pesca d’alto mare si avvale di mezzi
e tecniche sofisticate , rivolte alla commercializzazione dei prodotti in tutto il
mondo. Anche la pesca , tuttavia , deve affrontare i suoi problemi : la pesca di
rapina a danno di specie pregiate , irrimediabilmente decimate e sterminate e i
progressivi effetti di un inquinamento marino sempre più presente e drammatico.
3
Posizione geografica : ha un ruolo attivo nei processi di sviluppo collettivo ( di un
territorio nazionale ) o sviluppo individuale ( ubicazione di un’ impresa ). È da
considerarsi una risorsa rinnovabile in quanto l’attività di pianificazione territoriale
, promossa dai governi , può rivalutare aree degradate e valorizzare aree
marginali.
Non rinnovabili Minerali metallici : sono irregolarmente ripartiti sulla superficie terrestre e per lo più
concentrati nelle aree di antica formazione geologica.
Risorse esauribili , il cui
sfruttamento determina la loro
Materiali da costruzione : abbondano nelle zone di costruzione recente.
graduale ed irreversibile
scomparsa. Esse non hanno , Elementi ad alta mineralizzazione ( oro , mercurio , antimonio ) e Elementi a
dunque , la possibilità di mineralizzazione meno alta ( argento , platino ) : questi sono gli elementi più scarsi ,
riciclarsi e sono sottoposte ad anche se il loro consumo è in forte crescita.
un tipo di economia distruttiva.
La loro ricostruzione è attuabile
solo in lunghissimi tempi Combustibili fossili o i carboni ( antracite , litantrace ) : si localizzano in massima
geologici ( i veri artefici della parte nelle aree interessate dal corrugamento ercinico. Queste riserve sembrano
concentrazione e della povertà garantire una maggiore disponibilità per il futuro.
delle materie prime minerarie
ed energetiche ) Idrocarburi : dominano lo scenario delle risorse energetiche per una serie di
importanti fattori ( convenienza dei costi di produzione e trasporto rispetto ad altre
fonti , penetrazione in tutte le fasce dell’attività economica ). I principali giacimenti
petroliferi , essendo concentrati solo in pochi punti della superficie terrestre ( Vicino
Oriente , Nord Africa , ex U.R.S.S. , Stati Uniti , Venezuela , Messico e Canada ) ,
determinano , per la maggior parte delle economie avanzate , una perniciosa e
rischiosa dipendenza da un approvvigionamento estero.
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Ciò che suscita allarme sono le preoccupazioni sempre più crescenti per un futuro
esaurimento delle risorse del Pianeta ( in linea , peraltro , con l’odierna dannosissima
filosofia di sviluppo ) , che potrebbe mettere in ginocchio l’intera economia mondiale :
in questa prospettiva , ora più che mai la soluzione della questione energetica risulta
fondamentale per definire le dimensioni dello Sviluppo sostenibile ( uno
sviluppo che risponde alle esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni
future di soddisfare le proprie ) che , per essere raggiunto , dovrebbe essere prima
preceduto da una serie di validi cambiamenti di rotta :
Non vale la pena moltiplicare le capacità produttive del suolo attraverso l’impiego
di tecniche raffinate , se i costi ecologici sono superiori alle rese unitarie.
Bisognerebbe individuare i reali bisogni del popolo , onde evitare gli sprechi del
passato.
Bisogna essere più attenti nell’utilizzo delle tecniche aggressive ( che potrebbero
comportare frane , desertificazioni o accumuli detritici forieri ).
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In sostanza , per attuare un significativo Sviluppo sostenibile occorre
semplicemente o perseguire un modello basato sull’uso razionale e oculato delle
risorse o uno sviluppo seguito dalla crescita.
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Energia solare : è assolutamente pulita ed utilizzata principalmente per piccoli impianti ( riscaldamento
per le abitazioni ).
Energia eolica ed Energia del mare : hanno , per lo più , carattere sperimentale.
Energia geotermica :
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1) Uno dei problemi più gravi e drammatici della nostra società è quello dell’ Effetto Serra. Dopo la
Rivoluzione industriale l’uomo è diventato grande produttore di calore e dissipatore di anidride carbonica
nell’atmosfera ( ogni abitante dei Paesi sviluppati , che tardano ad adottare una mentalità atta a frenare
l’espandersi dell’inquinamento atmosferico , consuma 4 volte più di ogni abitante dei territori
sottosviluppati : per produrre l’energia che ci occorre, consumiamo annualmente 8 milioni di tonnellate di
petrolio , di cui l’88 % sono combustibili fossili ). Superati certi limiti , intorno alla terra si forma una sorta di
pellicola formata sia da gas particolari ( metano , clorofluorocarburi , ossido nitroso , ozono stratosferico )
sia dall’anidride carbonica , che si lascia attraversare dalle radiazioni solari ma non consente il passaggio del
calore di ritorno. In questo modo il calore è imprigionato ( come in una “ serra “ ) e si assiste ad un
innaturale riscaldamento innaturale della Terra ( il fenomeno dell’ “ effetto serra artificiale “ ). Gli scienziati
dicono che a lungo andare questo aumento delle temperature porterà alla rottura degli equilibri climatici
che consentono il mantenimento dei ghiacciai ( questi , se sciolti , accrescerebbero il volume delle acque ,
causando irreparabili conseguenze per tutto il globo : le zone più colpite sarebbero le Maldive , Venezia e
alcune zone della Toscana ) e alla drastica riduzione della produzione frumentaria (soprattutto americana).
Tali problemi sono confermate dalle innumerevoli conferenze sull’ambiente ( Ginevra , Rio , Berlino ) , dopo
le quali si affermò che bisognava garantire a tutti uno sviluppo compatibile con la riduzione della quantità
di gas nocivi : se non si riduce l’emissione di gas nocivi , vi sarà nel mondo un aumento di temperatura di 4
°C nei prossimi cinquant’anni.
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Seguì la successiva Conferenza di Toronto “ ( 1988 ) , durante la quale si optò per una riduzione
del 20 % dell’uso dei combustibili fossili entro il 2005 , allo scopo di evitare un ulteriore riscaldamento
globale. Ma anche questo provvedimento non produsse i risultati sperati.
2) Altra drammatica conseguenza dell’inquinamento è l’incremento delle Piogge acide , che si formano
principalmente quando le emissioni di solfuro e di nitrogeno ( prodotte dalle centrali elettriche che
producono carbone e petrolio , dalla fusione industriale dei metalli o dagli scappamenti dei motoveicoli ) si
sommano , nell’atmosfera terrestre , a altri elementi ( vapore acqueo , ossigeno , luce solare ) : questa
combinazione produce acidi sulfurei e nitrici , dannosissimi per l’ambiente ( tra le maggiori
zone produttrici di simili sostanze la costa orientale degli U.S.A. , la valle tedesca della Ruhr , il triangolo
Londra – Manchester . Liverpool , ecc … ). La caratteristica principale di tali precipitazioni è la
transnazionalità : l’inquinamento causato da un Paese può essere trascinato dai venti per centinaia e
centinaia di chilometri , andando ad interessare una pluralità di Stati. Le conseguenze sono disastrose sia per
gli edifici ( l’acidità delle piogge sta a mano a mano distruggendo il passato classico della Grecia antica ) che
per l’ambiente naturale ( ogni anno , in Cina , le industrie bruciano tonnellate di carbone , con conseguenze
ambientali disastrose : questo ha generato piogge acide , che hanno in breve tempo acidificato molte aree
del Sud , tanto da far divenire il riso giallo pallido ; ad essere colpite anche ampie zone della Scandinavia ,
del Canada e di vaste zone dell’America Settentrionale ).
Per combattere questo drammatico fenomeno il meccanismo più efficiente rimane ancora l’ “ Accordo
sull’Inquinamento Atmosferico “ di Ginevra ( Novembre 1979 ). A questo seguì il “
Protocollo 30 “ ( Settembre 1987 ) , che chiedeva ai Paesi firmatari :
La riduzione delle emissioni di ossido di zolfo del 30 % entro il 1993 ( utilizzando , come punto di
riferimento , le emissioni del 1980 ).
Ma nonostante questi siano lodevoli sforzi ( le principali centrali elettriche si impegnarono a ridurre il loro
inquinante sulfureo del 60 % entro il 1995 ; l’introduzione sul mercato delle marmitte catalitiche per le
autovetture ; ) , essi non bastarono ad allontanare definitivamente lo spauracchio dell’inquinamento
atmosferico. Finora i Paesi sviluppati non sono stati in grado di mettere a punto programmi di protezione
dell’ambiente , limitandosi a considerare separatamente i vari aspetti della complessa vicenda.
3) Altra conseguenza sono i rifiuti nocivi e tossici , generati prevalentemente dai Paesi più
sviluppati. Essi contaminano a fondo qualsiasi aspetto dell’ambiente , sono difficili da smaltire e negli ultimi
tempi stanno raggiungendo anche i Paesi in via di sviluppo , dove spesso vanno a finire in riporti irregolari.
Dal momento che le montagne di rifiuti vanno continuamente aumentando , diventa sempre più difficile per
le municipalità occuparsene in maniera costruttiva e proficua , anche perché ovunque i costi di smaltimento
e depurazione risultano astronomici. Inoltre , in numerosi Paesi , particolari norme ambientali hanno
portato alla chiusura di numerosi inceneritori per ridurre le emissioni di diossina : queste particolari misure
hanno privato i Paesi interessati dalla riforma di liberarsi in maniera autosufficiente dei rifiuti. Il problema
dei rifiuti raggiunge una drammaticità elevata soprattutto in Olanda , a causa della particolare
conformazione territoriale del Paese.
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Spesso i Paesi arretrati - nel disperato tentativo di svilupparsi - vengono condotti agli estremi del loro processo
produttivo e distributivo , lanciandosi senza freni verso una diabolica e assurda strategia di
sviluppo ( esportazioni di materie prime , maggiore sfruttamento delle proprie risorse naturali , contrazione
di debiti con le banche dei Paesi industrializzati , incentivazione di impieghi immediati e temporanei a costi
estremamente elevati ) che ha come solo conseguenza uno sviluppo asimmetrico :
Cina : l’inquinamento atmosferico sta diventando uno scandalo nazionale , in quanto le fabbriche
stanno trasformando le città in veri e propri inferni viventi. Benxi è la città più gravemente inquinata
della Cina , e forse del Mondo intero ( essa conta più di un milione di abitanti e ben 420 fabbriche , metà
delle quali contribuisce pericolosamente a far lievitare l’inquinamento atmosferico ). Vaste zone della
Cina sono ricoperte da una spessa coltre di aria inquinata , prodotta prevalentemente dalla
combustione di carbone su vasta scala e vessate da una drammatica acidificazione e diminuzione del
Ph nel suolo ( aree del Sud , vaste zone a meridione del fiume Yangtze , Chongqing , Guiyang ).
India : nel territorio indiano un esempio importantissimo è offerto dal fiume Gange , uno dei fiumi più
celebrati e al contempo più inquinati del pianeta ( eccessiva la presenza di rifiuti animali e umani , di
rifiuti tossici e nocivi provenienti dalle industrie e dall’agricoltura e di grandi quantitativi di acqua lurida
non trattata ). Al fine di proteggere la salute umana e l’ecologia del corso d’acqua , il governo indiano ha
emesso il “ Gange Action Plan “ ( 1986 ) , un programma di depurazione che prevede il conseguimento
di alcuni obiettivi di fondo.
o Promuovere tutti gli impianti esistenti lungo il fiume della capacità di trattamento e depurazione delle
acque luride.
o Rinnovare i sistemi di depurazione delle acque nelle città e centri abitati situati lungo il Gange.
o Installare - dove necessario - nuovi impianti di purificazione delle acque ed estenderli ad aree
attualmente non raggiunte da tale sistema di trattamento.
o Costruire ampi ripari per il bestiame comunitario nelle aree urbane , in modo da raggruppare i rifiuti
animali per i bio – gas e i fertilizzanti.
I Paesi industrializzati hanno il dovere e la responsabilità di assistere le Nazioni in via di sviluppo nel perseguire
una stabile e duratura crescita economica : il lungo cammino dello sviluppo , allo stato attuale , richiede un
notevole sforzo congiunto alla ricerca di una valida alternativa esistenziale ( che consenta a tutte la Nazioni
arretrate di tuffarsi nel futuro con animo ravvivato dalla speranza ). Aumentare l’efficienza energetica e delle
automobili e delle industrie basilari sarebbe un modo per poter ridurre immediatamente le emissioni di
inquinanti , senza introdurre tecnologie costose di controllo dell’inquinamento.
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Le tecnologie adeguate stabiliscono l’ampiezza del danno o del sostegno arrecato dalle attività
umane all’ambiente e l’ammontare dello spreco.
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Nel primo decennio del XXI sec. , l’umanità sembra essere afflitta da una nuova e più consistente serie di
preoccupazioni , causato dall’impatto dello sfruttamento delle risorse terrestri sull’ambiente.
1) Degrado territoriale : si tratta di un problema molto serio , causato principalmente dall’erosione ( diffusa
soprattutto ai Tropici , quando le caratteristiche piogge torrenziali colpiscono il suolo libero dallo strato
di erba che ne favorisce la protezione : secondo le più recenti statistiche il fenomeno , a lungo andare ,
potrebbe comportare una perdita del 29 % nella produzione alimentare proveniente da zone irrigate con
acqua piovana ) e da altri pericolosissimi fattori ( carenza idrica , salinizzazione e alcalinizzazione ). A
correre il rischio maggiore sono le terre asciutte , sempre più esposte al pericolo della desertificazione
anno per anno. Le cause del degrado territoriale sono :
L’assottigliamento del manto vegetale , che non protegge più il terreno dall’imperversare delle
precipitazioni.
L’esplosione demografica , tipico fattore di estrazione umana : nei Paesi in via di sviluppo il suolo è
disboscato ( per permettere la coltivazione agricola o l’estrazione di combustibili ) e supersfruttato
dall’uomo ( soprattutto a causa del dilagare crescente della povertà ) , con conseguenze molto
disastrose ( impoverimento del terreno , diradamento della vegetazione ).
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2) Deforestazione ( o disboscamento ) : è una realtà complessa e principale responsabile dell’erosione del
suolo , dell’estinzione delle specie selvagge e del crescente riscaldamento globale , sempre intimamente
legata all’incremento demografico. Le cause della deforestazione sono :
L’ esplosione demografica è responsabile della perdita di circa l’ 80 % del manto forestale. Essa è
intimamente connessa sia all’abbattimento degli alberi allo scopo di sfruttare il terreno per la
coltivazione ( soprattutto come conseguenza dell’ insostenibile povertà rurale ) sia al commercio
( il fenomeno assume una certa importanza nelle aree delle foreste tropicali , facile fonte di
guadagni e scambi internazionali per i governi che cercano di incrementare le proprie esportazioni :
ma esso , anche se potrebbe essere realizzato con effetti positivi , produce spesso la completa
devitalizzazione del manto forestale ).
Nel periodo 1971 – 1986 molte delle foreste disboscate nei Paesi in via di sviluppo sono diventate
terre produttive al servizio di un sempre crescente numero di abitanti : il fenomeno ha finito , così ,
per interessare oltre 50 milioni di ettari nell’intento di coprire i bisogni crescenti delle popolazioni
in continua dilatazione.
Spostamento delle zone ecologiche verso i Poli ( 100 – 150 Km nei prossimi 40 anni ) : questo
comporterebbe la riduzione del manto forestale , nuove estensioni desertiche e la scomparsa di
molte specie ( costrette a vivere in zone climatiche non adatte ).
Aumento del livello del mare ( entro il 2050 il mare aumenterà di ben 67 cm ) , a causa dello
scioglimento dei ghiacciai e dell’espansione termica : se queste previsioni dovessero avverarsi
molti Paesi si troveranno a fronteggiare nuove e grandi difficoltà ( Bangladesh , Egitto , Maldive ,
Oceania , Sud del Mondo , Europa meridionale , piccole isole – Stato del Pacifico , Himalaya ecc … ).
Cambiamenti che interverranno nell’andamento e nelle intensità delle piogge : mentre le zone
umide tropicali potrebbero diventare ancore più umide ( peggiorando ulteriormente lo
scorrimento, l’erosione e le difficoltà del raccolto ) , le regioni semi – aride potrebbero risultare
ancora più aride e repulsive per uno stabile insediamento antropico e colturale. Inoltre le
precipitazioni a medie latitudine potrebbero subire una marcata flessione , che avrebbe
sicuramente ripercussioni negative sulla produzione agraria mondiale.
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Per contrastare efficacemente l’emissione di gas – serra ( che hanno effetti disastrosi sul clima ,
arrivando a produrre cambiamenti irreversibili nel nostro ecosistema e a minacciare addirittura la vita
sulla Terra ) , si è messa subito in moto la macchina riparatrice mondiale.
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Arresto della deforestazione ( e offerta di alternative accettabili
al processo ) : consentirebbe una riduzione di carbonio del 25 % ,
producendo un sostanziale cambiamento nel possesso delle
foreste ( in molti casi , ad esempio, esse saranno restituite alle
popolazioni indigene , che si servono di esse con rispetto e
moderazione ). Impedire il declino forestale significherà
proteggere il suolo e garantire il mantenimento della diversità
biologica.
Le proposte strategiche sopra elencate risultano tutte necessarie : la contrazione del consumo dei
combustibili fossili comporterà anche una riduzione dell’inquinamento atmosferico e delle
piogge acide. Assolutamente necessario , altresì , la necessità di effettuare uno spostamento
verso le fonti rinnovabili.
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Durante la “ Conferenza di Rio de Janeiro “ ( 1992 ) si è discusso intorno ad una nutrita serie di
problematiche , che si possono ben sintetizzare con i vertici del cosiddetto “ triangolo della morte “ :
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2) Desertificazione : con il ritmo con il quale va attuandosi ( 6 milioni di ettari all’anno diventano deserto )
rappresenta forse la minaccia più seria su scala mondiale e solitamente si abbina alla drammatica
contrazione delle foreste tropicali.
3) Crescita demografica : è propria soprattutto delle aree del Terzo Mondo. Secondo le più recenti
statistiche la popolazione mondiale avrebbe giù superato i 6 miliardi di individui e , nel 2025 , essa subirà un
ulteriore incremento di circa due miliardi. Se già con l’attuale popolazione mondiale rimangono da
affrontare i numerosissimi e gravissimi problemi ambientali , appare chiaro che nei prossimi anni si potrebbe
andare incontro ad un progressivo collasso planetario. Per evitare questo gli studiosi hanno posto una serie
di possibili soluzioni , attuabili però solo nelle aree industrializzate ( laddove esistano possibilità di
scelte tecnologiche e di investimenti di capitali ).
Utilizzo di energia alternativa pulita ( energia solare , energia geotermica , energia eolica ).
Questi , invece , i provvedimenti che dovrebbero essere presi aree arretrate contro l’ingente
incremento demografico :
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Ma i problemi ambientali non riguardano solo le Aree industrializzate e più sviluppate ma anche il Terzo
Mondo , che con i suoi problemi ( forte incremento demografico , inefficace controllo delle nascite ,
sfruttamento intensivo delle risorse agricole e minerarie ) annida in sé la maggior parte dell’indiscriminato
inquinamento dell’aria , dell’acqua e del suolo : data la loro difficoltà a risalire la china , i Paesi in via di sviluppo
non possono permettersi il lusso di costi aggiuntivi e precipitano inesorabilmente verso una profonda ed
irreversibile povertà. In seguito alla loro drammatica situazione , i Paesi del Terzo Mondo vivono in una sorta di
subordinazione pseudo – coloniale che le rende sempre più dipendenti dai Paesi industrializzati e capitalisti i
quali , alquanto indifferenti alle implicazioni sociali e umanitarie , trasformano i primi in vere e proprie
pattumiere ( sul territorio dei Paesi in via di sviluppo vengono solitamente trasferiti in seguito gli impianti più
inquinanti dell’area capitalista ).
Di fronte a questa situazione drammatica , per il ristabilimento di una razionale equilibrio della biosfera ,
bisogna agire su più fronti :
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In merito ai Paesi sviluppati si dovrà perseguire un serio connubio tra sviluppo economico e tutela
dell’ambiente ( riassetto idrogeologico , potenziamento di tecnologie di depurazione , ecc … ).
Riguardo ai Paesi sottosviluppati ( Paesi dell’Est europeo , Paesi del Terzo Mondo , Ex Stati socialisti, Paesi
euro–orientali ) c’è da dire che l’inquinamento è strettamente legato alla crescita degli indici
demografici e della povertà. Solo fornendo i mezzi per una rigorosa pianificazione demografica e uno
sviluppo auto centrato che svincoli questi Paesi da quelli ad economia capitalista si potrà giungere ad
elevare il tenore di vita delle aree deboli e a offrire loro un ambiente più sano dove vivere e operare.
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Questi i provvedimenti che dovrebbero essere presi nei confronti delle problematiche ambientali più
importanti del nostro tempo :
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Per le oltre 300mila specie vegetali per il milione di specie animali esistenti sulla Terra è possibile individuare
altrettanti particolari ambienti terrestri ( o habitat ) , il loro luogo di residenza capace di soddisfare le
loro esigenze e i loro bisogni per la sopravvivenza , grazie alla presenza di determinate condizioni naturali.
L’attuale fisionomia dei numerosi ambienti ( differenziati per i numerosi processi di modellamento che li hanno
interessato , per le diverse condizioni climatiche e per i differenti biomi vegetali ed animali ) dipende , però ,
dagli interventi umani , in base ai quali siamo soliti suddividere la superficie terrestre in cinque grandi
ambienti :
Ambienti umidi e semiumidi Tali ambienti sono caratterizzati da alte temperature ( che non scendono
mai al di sotto dei 20 ° C ) e da una prevalente umidità.
( o equatoriali e subtropicali )
Ambienti caldi , aridi e Tali ambienti sono caratterizzati da alte temperature ( in media sempre
semiaridi superiori ai 15 ° C ) e da una diffusa aridità complessiva che permette una
precipitazione e un’ evaporazione assolutamente scarse. Questo clima
favorisce la presenza di immense aree desertiche.
Ovest degli U.S.A. , Canada , Messico ,
Argentina , gran parte dell’Africa boreale Solitamente i geografi sono soliti dividere i paesaggi desertici in :
( Sahara ) e dell’ Africa australe ( Kalahari )
nonché ampie zone dell’ Australia
Paesaggi desertici iperaridi : caratterizzati dal forte calore , dall’assenza
di precipitazioni e nessuna vegetazione
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Sud – Africa , Australia , Giappone meridionale Sul piano morfologico sussistono differenze tra un luogo e l’altro , legate
sostanzialmente alla diversa formazione geologica di questi spazi : si
passa dalle zone di montagna , a quelle di pianura , di collina , ecc …
Zona astronomica che a Nord e al Sud FLORA : le principali specie vegetali sono costituite da :
dell’Equatore si estende dai Tropici ai Circoli
Polari : gran parte delle regioni europee , vasti
territori di Australia , Canada , U.S.A. e Russia Foreste di aghifoglie o conifere ( regioni a clima continentale con forte
escursione termica ed inverni rigidi ed estati calde ) : si tratta di alberi che
vivono in alta montagna , utilizzati dall’uomo per la produzione di legname
e suoi derivati.
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Ambienti glaciali Tali ambienti ( in particolar modo Artico ed Antartico ) sono caratterizzati
da una temperatura mai superiore ai 10 °C. Tali zone , anche se
contraddistinte da caratteri comuni ( enormi cappe di ghiaccio , alternanza
Artide , Antartide di periodi di chiarore e di periodi di oscurità ) , presentano notevoli diversità
ambientali.
ARTICO ( Polo Nord ) : è meno freddo dell’Antartico e non ospita vita umana.
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Capitolo II – Popolamento e dinamica demografica
L’evoluzione del quadro distributivo degli abitanti sulla Terra , negli ultimi secoli , si è
assestata su eccezionali livelli di rapida crescita direttamente proporzionale : da un primo valore oscillante tra 5
e i 10 milioni di abitanti ( al tempo della Prima Rivoluzione agricola , 10.000 anni prima di Cristo ) la
popolazione umana ha raggiunto attualmente i 6 miliardi e continua ad aumentare in maniera vertiginosa.
Le statistiche hanno rivelato che , entro il 2050 , la popolazione supererà i 14 miliardi.
Risulta evidente , a tal riguardo , che la disponibilità delle risorse tende ad acquistare sempre più un
valore prioritario poiché da sempre strettissimo è stato il rapporto risorse – popolazione ( anche se
ultimamente gli studiosi sono sempre più preoccupati delle pericolose conseguenze della rottura di tale
equilibrio ).
I fattori principali dell’originario insediamento umano sono stati le potenzialità del suolo e le condizioni
climatiche favorevoli , come attesta l’attuale quadro distributivo della popolazione mondiale ( aree densamente
abitate ; zone repulsive a ogni stabile e duraturo insediamento umano , spopolate ed inospitali ). Nelle aree a
grande densità si possono distinguere due diversi “ modelli distributivi “ della popolazione :
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Natalità : in genere questo fattore compensa largamente la mortalità ( come dimostrano i costanti
incrementi della specie umana nelle diverse parti del Pianeta ) e appare oggigiorno largamente realizzabile in
gran parte della Terra. Ma mentre nei confronti della mortalità l’uomo può solamente porse in una
atteggiamento difensivo ( le aspettative di vita sono aumentate grazie al miglioramento delle condizioni
alimentari , igienico – sanitarie e mediche ) , la natalità può essere ampiamente governata dall’iniziativa umana
ed è influenzata largamente da tutta una serie di fattori politici , sociali e religiosi :
Fattori politici : il controllo delle nascite è stato da sempre regolarizzato nel corso della storia ( da Augusto
nell’antica Roma sino alla Russia del 1935 , che si adoperò per controllare il repentino popolamento della
regione siberiana , passando per una politica di sgravi fiscali attuata durante il Medioevo ).
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Fattori religiosi : numerosi sono gli esempi di popoli estremamente prolifici perché religiosi ( Musulmani ,
Induisti , Cattolici ).
Fattori sociali : il ritardo dell’età di contrazione del matrimonio e il diffondersi delle carriere ecclesiastiche
hanno contribuito a ridurre significativamente la natalità , soprattutto in passato.
Oggi nella maggior parte dei Paesi industrializzati l’indice di natalità è sceso al di sotto del “ livello di
ricambio “ ( il numero di bambini che una coppia deve generare per essere rimpiazzata ) con una media stazionante
al di sotto di 1,9 bambini per donna.
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In Asia la popolazione , del tutto stazionaria nel corso dei primi secoli dell’Era Moderna , ha conosciuto
una forte esplosione demografica solo in questi ultimi decenni.
Le zone più densamente popolate della superficie terrestre sono Asia orientale ( con il solo
17 % della crescita globale ) , Asia meridionale ( è stata la maggiore responsabile del 31% dell’incremento
demografico totale nell’ultimo decennio ) , Comunità degli Stati indipendenti ( CSI) , Europa centro-occidentale e
meridionale e America settentrionale.
Pure rilevanti sono alcune concentrazioni umane presenti al di fuori dei limiti di latitudine fissati sopra :
Africa tropicale e meridionale ( responsabile del 23% dell’aumento complessivo registrato nel periodo 1998 – 2008) ,
vicino Oriente , America centrale e istmica , America fascia costiera dell’America meridionale , Australia e
Nuova Zelanda.
In genere gli incrementi più consistenti si sono avuti nei Paesi più poveri , quelli meno attrezzati per far
fronte alle esigenze di nuovi arrivati e di ulteriori investimenti nel futuro.
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Densità : pur avendo scarso significato geografico ( se male utilizzato , fornisce dei valori diversi da quella che
è la realtà ) , tale fattore mediante i suoi diversi valori evidenzia più efficacemente le differenze nella
distribuzione quantitativa della popolazione nel Mondo. Il concetto è dato dal rapporto tra ammontare della
popolazione e estensione del territorio da essa occupato e decresce a mano a mano che si procede dalle zone
temperate verso quelle aride o verso quelle equatoriali , sub – artiche e artiche. Se la densità media della
Terra è di circa 22 ab. per Kmq , va tenuto presente che oggi oltre la metà dell’umanità ( Europa , America
settentrionale , Giappone ) è insediata su circa il 6 % della superficie terrestre, a dimostrazione del divario
sempre più grande e dai contrasti sempre più frequenti tra aree densamente popolate e aree estese ma del
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tutto disabitate. Simili contrasti sono presenti anche all’interno di un medesimo Continente e sono determinati
sia da cause strettamente naturali che esplicano da sempre un effetto frenante sul popolamento ( basse
temperature , aridità ) che da differenti forme di utilizzazione e organizzazione dl territorio ( talvolta nello
stesso territorio coesistono gruppi umani con attività economiche e tipo di vita completamente diversi ).
Numerosi sono gli esempi :
Anche il Bacino del Mediterraneo presenta zone densamente popolate ( fascia costiera
partenopea , delta del Nilo ) e estese regioni disabitate ( steppe interne , altipiani ).
Ma il problema non risparmia nemmeno gli Stati Uniti , dove accanto alle poderose conurbazioni
del Nord – Est ( favorite in gran parte dalle buone condizioni del clima , del suolo e del sottosuolo , dalla
notevole tortuosità della costa e dalla vicinanza dei mercati di sbocco ) si trovano altresì ampie
estensioni spopolate.
CIVILTÀ DELLA RISAIA : l’ antica e accurata coltura del riso non impoverisce il
suolo e permette di sopperire ai bisogni di un’esuberante popolazione.
CIVILTÀ DEL MAGGESE : antica pratica consisti stente nel lasciare un terreno a
riposo per un certo periodo.
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La vistosa accelerazione della crescita demografica ha origini remote e di diversa
estrazione ( storica , economica e sociale ) tali da coincidere innegabilmente con alcune fasi dello sviluppo
storico mondiale e con diverse tipologie di regimi demografici :
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Fasi dello sviluppo storico Tipologie di regimi demografici
Rivoluzione del Neolitico ( X millennio a.C. ) : si tratta Regime di tipo antico : è caratteristico delle società
della prima delle rivoluzioni agricole che si sono primitive e definisce come fattori determinanti della
succedute nella storia dell’umanità , che segnò il impennata della natalità e dell’ elevata mortalità sia il
passaggio dall’uomo della pietra all’agricoltore , condizionamento forzato di un certo numero di braccia
garantendo a quest’ultimo la concreta possibilità di ( indispensabili alla sopravvivenza dell’intero gruppo
godere e fruire di derrate alimentari e di variare , nel familiare ) sia qualsiasi influenza di tipo religioso.
contempo , radicalmente la sua tradizionale attività.
Rivoluzione agricola ( XVIII sec. ) : riducendo carestie e Regime di transizione : è caratteristico delle XVIII sec. ,
miserie , agevolò in Europa una crescita esponenziale quando prese ad accompagnare di pari passo i diversi
della popolazione. cicli economici. Esso si divide solitamente in due fasi :
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Problemi Eventuali soluzioni
Le crescenti esigenze umane stanno provocando Le misure da attuare per ridurre la pressione sulle terre
enormi danni alle principali risorse naturali ( dalle quali , in agricole , sulle fonti energetiche , sulle distese forestali e
definitiva , dipende lo sviluppo ) : sui corsi d’acqua vitali sarebbero favorire una crescita
più lenta ed un equa distribuzione della
La aree industrializzate contribuiscono popolazione.
in larga parte al degrado ambientale a causa della
loro crescente richiesta di risorse aggiuntive , della
loro rilevante produzione di rifiuti e dei molteplici
effetti cumulativi delle loro attività. Essi , infatti , in
media consumano circa il 75% delle energie
disponibili , il 79% di tutti i combustibili
commerciali , l85 % di tutti i prodotti legnosi e il 72
% dell’intera produzione di acciaio.
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Allo stato attuale una delle principali priorità per il futuro del genere umano è l’azione rivolta a ricercare i legami
tra popolazione , risorse e ambiente , che potrebbero incentivare e coordinare su basi organiche e articolate le
varie politiche di sviluppo nazionale ed internazionale.
Dati riguardo a questi legami sono stati soprattutto raccolti nell’ambito di alcune Nazioni più
sviluppate ( U.S.A. , Canada , Germania , Paesi scandinavi ).
Nelle Nazioni in via di sviluppo è difficile procedere a simili analisi : la maggior parte di questi
Paesi produce materie prime avviate all’esportazione e , se si considera che negli ultimi anni i prezzi dei
principali prodotti sono caduti in modo significativo , ci si rende conto della gravità dell’improrogabilità dei
più spinosi problemi che affliggono attualmente gran parte dell’area terzomondista. Penalizzati dal mercato
mondiale ( i Paesi industrializzati hanno creato una sorta di cintura protettiva attorno alle proprie
produzioni ) , i Paesi arretrati sono stati costretti a privilegiare la produzione da destinare all’esportazione
senza che siano nel contempo aumentate le loro entrate complessive.
Per contrastare i sempre presenti problemi ( mancanza di equilibrio tra collettività nazionale e le risorse
necessarie a sostenerla ; la crescita a ritmi talmente rapidi da superare la capacità dei governi e delle
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istituzioni a fornire servizi opportuni come assistenza sanitaria , istruzione e possibilità di impiego ) alcuni
Paesi ( Cina , Costa Rica , Indonesia , Messico , Tailandia , Sri Lanka , Corea , piccole Nazioni insulari e
altri ) riservano una crescente attenzione allo sviluppo sia di aree urbane che di aree rurali , creando le
condizioni sociali ed economiche essenziali ad avviare una stabile ed articolata programmazione
demografica complessiva. Ma i loro problemi non sono da considerarsi prossimi alla soluzione.
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Mortalità : tende ad abbassarsi nei Paesi in via di sviluppo , grazie anche alla contemporanea presenza sia
di elementi giovani , che accompagnano la crescita demografica ( e ciò sta a significare che una gran parte della
popolazione è costituita da classi economicamente produttive ) sia di una quota via via crescente di elementi
anziani ( se l’aumento della vita media in termini di mero sviluppo rappresenta un sicuro successo , sul piano
della quantificazione della popolazione complessiva e dell’ampiezza della famiglia essa pone sul tappeto una
serie di scottanti problemi ).
Fertilità : negli ultimi 10 anni ha denotato una declinazione dimezzata se , da un lato , è piuttosto facile
apportare iniziali riduzioni al livello di fertilità ( da 6 a 4 bambini per donna ) , di contro appare problematico
produrre una ulteriore contrazione del fenomeno ( da 4 a 2 bambini per donna ) poiché ciò richiederebbe un
profondo cambiamento della politica demografica in generale e nell’ambito della famiglia in particolare. Questi
decentramenti ha costretto l’ONU a riesaminare i prospetti per la popolazione mondiale e a valutare con
maggiore attenzione la piramide del sesso dei vari Stati del Globo :
Durante i prossimi 25 anni non meno del 95 % della crescita globale della popolazione mondiale
si registrerà nei Paesi in via di sviluppo ( Africa , Asia e America Latina )
Africa : attualmente presenta l’incremento più esplosivo , il più veloce nella storia umana per una intera
regione ( tasso annuo pari al 3% ). Tra qualche decennio si assisterà , inoltre , ad un più che grasso raddoppio
della popolazione complessiva : si calcola che nel 2025 il tasso di crescita del Continente africano sfiorerà il
20%.
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Asia : la zona che comporta la crescita demografica annua più prolifica è sicuramente l’ Asia occidentale ,
che supera addirittura il Sud – Est asiatico ( un tasso annuo pari al 2% ). Entro il 203 sarà l’India ad imporsi
come Paese più popoloso del Mondo , soffiando il primato alla Cina.
America Latina : attualmente sta crescendo del 2,1 % l’anno , con valori superiori alla media
continentale nell’America Centrale e nel Paragay.
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Religione : sin dai tempi più antichi ha impresso una forte impronta sulle manifestazioni culturali ( diversi
stili di architettura di templi , chiese , moschee che oggi , con la diffusione sempre più ampia dell’ateismo , sono
divenuti meri patrimoni artistici ; diversi simboli religiosi ; dislocazione di numerosi agglomerati urbani attorno a
luoghi sacri e di culto ) e sulle strutture sociali dell’uomo ( soprattutto in Inghilterra , Israele e Stati Uniti , dove
ancora oggi esistono sistemi scolastici separati per cattolici e protestanti e per ebrei e arabi ) , oltre che sui molti
aspetti sociali della geografia ( economia , politica , commercio , incremento demografico , usi e costumi ) e sull’
ambiente .
Codice del vestire : come è noto , le donne musulmane devono indossare il velo , i sikh portano il turbante e
si lasciano crescere la barba , gli ebrei si lasciano crescere la barba.
Commercio : Nel Medioevo la Chiesa cristiana condannava il prestito di denaro con interesse che veniva
invece adottato dagli ebrei , non obbligati da questa norma religiosa. Fino a poco tempo fa nei Paesi
musulmani non erano diffuse le istituzioni bancarie , perché il Corano ne proibisce l’uso. Si ricordi , inoltre ,
che i grandi pellegrinaggi religiosi hanno comportato grandi scambi di somme di denaro , svolgendo un ruolo
decisivo nelle economie dei luoghi di culto ( Lourdes, Fatima , La Mecca , Medjougorie ).
Economia : in questo ambito il contrasto è sempre tra un’ ideologia cattolica di uguaglianza e carità e un’
economia incentrata solo sugli interessi personali. La risposta ideologica della dottrina cristiana occidentale
al Capitalismo e al Socialismo è che il credente non deve essere avulso dalla realtà economica ma deve
coniugare la vita economica con i valori tradizionali cristiani ( onestà , rettitudine , spirito di servizio e
sacrificio , risparmio ).
Agricoltura : Alcune piante sono diventate il simbolo di specifiche confessioni e credi religiosi. Ad esempio il
fiore di loto è accostato al Buddismo , la conifera alla Religione scintoista , la quercia e l’abete ad antichi
rituali germanici e così via.
Allevamento : nei Paesi musulmani e nelle zone ebraiche non si allevano i suini , considerati immondi. Il
Buddismo vieta l’allevamento di animali per la produzione di carne e lana ( in questo modo viene favorito in
alcune zone del Giappone , dell’India , dello Sri Lanka e della Cina lo sviluppo di un preminente panorama
agricolo ). Gli Indù non mangiano pesce , uova o carne. Sono stati alcuni culti religiosi e determinare ,
nell’Europa mediterranea di 3.000 anni fa , la diffusione della vite ( da ricollegare al culto mediterranea della
Grande Madre , alla quale spesso veniva associato Dioniso , dio greco del vino ). Per i Musulmani è fatto
divieto bere vino : per questo motivo la parte orientale del Mediterraneo non ha una industria vinicola ( la
stessa Algeria , nella quale i francesi avevano impiantato ampi vigneti , dopo la conquista dell’Indipendenza è
sempre alle prese con un delicato problema di riconversione agricola ).
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Geografia umana : La Chiesa cattolica è contraria alla contraccezione , incoraggia le famiglie più numerose
( per salvaguardare la continuità della fede ) e condanna la poligamia. L’Islam , pur non essendo contrario alla
contraccezione , non ostacola le famiglie numerose e permette la poligamia. Molte caste Indù proibiscono
alle vedove di contrarre nuove nozze e praticano la pratica del pardah , la completa esclusione delle donne
dalla società ( questo comporta una precisa differenziazione dei tassi di natalità , mortalità e fertilità ). Nello
sterile altopiano francese dell’Alvernia la particolare conformazione territoriale è alla base del diffuso
celibato religioso ( altissimo il numero dei figli diventati sacerdoti e delle figlie divenute suore ). Nelle zone più
agricole del Tibet e del Ladak molto diffuso è l’uso della poliandria ( donna che ha molti sposi ) che , insieme
alla presenza dei molti monasteri buddisti , contribuisce a limitare sensibilmente la popolazione ; di contro ,
nelle aree frequentate dai pastori nomadi , viene praticata la monogamia o addirittura la poligamia. Una
vistosa sperequazione delle condizione sociali ed economiche può vedersi chiaramente nelle due provincie
adiacenti del Baltistan ( regione abitata dai balti , musulmani e poligami , bene alimentati e viventi in una
condizione di diffusa agiatezza ) e del Ladak ( regione abitata dai ladaki , buddisti e poliandrici che vivono
alle soglie di una drammatica povertà ).
Ambiente : può essere inteso essenzialmente come un libro in cui è scritta la storia culturale di un’area
(queste informazioni si possono ricavare direttamente dalle tracce più o meno forti che un’ ideologia , la una
particolare religione o anche solo una credenza possono lasciare impresse ) e , dunque , il prodotto di una
determinata cultura religiosa. Secondo lo studioso J . A. Walter vi sarebbero vari modi per interpretare un
paesaggio culturale :
o Prospettiva marxista : dovrebbe chiedersi da chi , perché e per chi l’ambiente è stato creato
o Prospettiva cristiana : dovrebbe enfatizzare il giusto nesso essere umano – mondo fisico. Secondo
la religione l’essere umano è il dominatore del creato
o Condizioni socio – economiche : i luoghi di culto e di morte ( chiese , templi , cimiteri ) sono il segno
più evidente dell’impronta della religione su una determinata area , grazie ai numerosi simboli
religiosi di cui sono forniti. In secondo luogo , anche le forme di colonizzazione , in molte aree , sono
state fortemente influenzate dai fattori religiosi , che hanno contribuito a fornire una
caratterizzazione complessiva di una pluralità di contesti ambientali e socio- culturali diversi.
o Condizioni politiche : ma non mancano episodi in cui la religione è al servizio della strumentazione
politica. A tal riguardo si vedano gli esempi della Crisi balcanica ( che assume le caratteristiche di
una vera e propria “ guerra di religione “ che ha facilitato il sorgere e il consolidarsi della
contrapposizione democrazia - dittatura ) e della stessa guerra del Kosovo ( che ha avuto assai a che
fare con precise strategie geo–politiche , poiché la regione kosovara rappresenta un punto
nevralgico fondamentale nella politica Medio – orientale ).
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La consistenza di gruppi appartenenti a diverse fedi determina qua e la contrapposizioni frontali più o
meno accentuati.
Livello locale : si assiste alla segregazione residenziale tra cattolici e protestanti ( Belfast ) e alla
ghettizzazione degli ebrei in molte città occidentali.
Livello regionale : si assiste alla separazione tra aree cristiane e aree musulmane ( Libano ).
Livello nazionale : si è assistito alla divisione dell’India ( India e Pakistan , 1947 ) e alla fondazione dello Stato
di Israele nel 1948 ( che ha infuocato ancora di più il contrasto tra ebrei e musulmani ).
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In molte parti del Mondo ( Africa , Asia , Mondo Musulmano ) la religione è un elemento dinamico e
vitale della cultura ed esercita un potente impatto sul comportamento e sulle abitudini degli individui.
India : è il Paese dove l’influsso della religione è più profondo poderoso e impregna estesamente l’essenza
stessa della vita dell’uomo ( in tale misura da condizionare il tipo di alimentazione , il vestiario , l’istruzione ,
lo stato sociale , le attività economiche e perfino il tempo libero ).
Paesi musulmani ( Indonesia , Asia meridionale , Vicino e Medio Oriente , Africa subsahariana ) : le
norme religiose coinvolgono l’intera popolazione.
Società occidentali :
o Zone rurali : la Chiesa continua a svolgere un ruolo chiave nella vita attiva ed operosa
dell’individuo e della famiglia. L’avvento del Capitalismo ha fatto in modo che il mondo rurale
abbia potuto ripresentarsi agli occhi della Chiesa in una “ veste “ diversa : il sistema
capitalistico ha contribuito al dissolvimento dei fondamentali valori etici , trasformando l’uomo
in un vero e proprio automa , fornitore di braccia e prole e al servizio del capitale in un
incessante gioco di accumulazione ( il cui scopo principale era quello di ottenere la ricchezza ).
Conseguenza più evidente è , dunque, il progressivo allontanamento dell’individuo dalla sfera
della Chiesa , che si è fatta sempre più portavoce di un messaggio evangelico incentrato sulla
sensibilizzazione del mondo agricolo ( l’aspetto positivo è la rottura di quel tradizionale
modello comportamentale si stampo post – profetico secondo cui l’ “ uomo di campagna “ è
tradizionalmente “ uomo senza Dio “ ).
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I problemi del sempre più diffuso fondamentalismo religioso nelle aree musulmane , che
sostiene che non possa e debba assolutamente esserci una separazione tra religione e governo. La
crescita dell’Islam ( dal 1979 ) si è accompagnata con una serie di dimostrazioni di massa e opposizioni
violente verso lo sviluppo economico di stampo occidentale e modernizzante.
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In sostanza la religione plasma i principi morali su cui fondare uno sviluppo sostenibile ( uno sviluppo
che risponde alle esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le
proprie ) e accettabile e nel procedere a opportune trasformazioni strutturali e contingenti , capaci di
introdurre modifiche radicali nel rapporto uomo – ambiente ( grazie all’utilizzo dell’innovazione
tecnologica ).
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Capitolo III – Gli spazi rurali nell’economia tradizionale
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Agricoltura : l’utilizzazione agricola del suolo ( quella parte superficiale della crosta terrestre
incessantemente modificata dall’azione combinata di agenti meccanici , fisici e biologici ) è una pratica molto
antica , risalente ai primi albori della civiltà , che assume in ogni spazio aspetti diversi per intensità e
rendimento.
Grazie a una serie di importantissimi fattori fisici ( condizione chimiche e fisiche dei suoli , caratteristiche
morfologiche e climatiche ) e fattori antropici ( forme di insediamento , entità e densità di popolamento ,
organizzazione e il grado di sviluppo socio–economico delle popolazioni ) la Terra si presenta articolata in una
variegata tipologia di fattezze rurali : per questo motivo abbiamo aree ad alta concentrazione agricola ( aree
caratterizzate da colture predominanti ; aree caratterizzate da colture miste ; aree a coltura intensiva , un sistema
di produzione agricola che mira a produrre grandi rendimenti in poco tempo e a costi minori, sfruttando al massimo il
terreno ) e aree a bassa resa o di emarginazione ( aree a coltura estensiva , un sistema di produzione agricola che ,
facendo ricorso a investimenti minimi e ad scarso utilizzo di macchinari , è votato a ottenere bassi rendimenti per
ettaro ).
Un’analisi distributiva dei tipi di ambiente rurale non può prescindere dal riferimento alle grandi fasce fito-climatiche
terresti , all’intima relazione esistente tra le forme originali di vegetazione e le colture che le hanno a mano a mano
sostituite. Le aree agricole sulla Terra si concentrano prevalentemente nelle zone temperate , in stretta relazione
con l’addensamento della popolazione, sino a scomparire del tutto nelle aree desertiche e settentrionali.
Fascia monsonica ( maggior parte del Sud-Est asiatico , aree a clima oceanico e temperato e ad
elevata densità di popolazione ) : qui il tradizionale manto vegetale è stato radicalmente sostituito dai
campi. Per questo motivo la SAU raggiunge quote elevate ed è dominata dal modello di una agricoltura
intensiva specializzata ( cotone , riso , canna da zucchero , iuta , ecc … ) che offre rendimenti diversi di
zona in zona in relazione al grado di sviluppo della popolazione ( il suolo giapponese offre una resa
unitaria ; il suolo indiano offre rese prevalentemente deboli e non riesce a far decollare la propria
agricoltura , nonostante i numerosi aiuti offerti dall’ONU ).
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Fascia mediterranea : sebbene sia caratterizzata da una pressoché totale distruzione della
macchia a causa dell’azione nociva dell’uomo , da una prolungata siccità estiva e da un incalzante
processo erosivo del suolo questa zona presenta elevati indici di utilizzazione agraria. E così le colture
tradizionali ( ulivo , vite , agrumi ) si affiancano ad una variegata gamma di produzioni , grazie
soprattutto a capillari sistemi di irrigazione e al diffuso sistema delle serre.
Fascia temperata australe : la minore densità umana e il più recente popolamento prediligono
un agricoltura estensiva ( solo in pochi centri si incontra un agricoltura intensiva ) , alternata a un
allevamento bovino ( Argentina ) e a un allevamento ovino ( Australia , Nuova Zelanda ).
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Se si considera l’ estensione delle aree coltivate nel Mondo in relazione alla superficie territoriale del
nostro pianeta al primo posto figura l’Europa , seguita dall’America del Nord , dall’Asia , dall’America del Sud e
dall’Oceania.
Il pianeta agricolo si presenta alquanto variegato a seconda degli ambienti geografici e , a livello spaziale ,
a seconda di vari fattori ( condizioni fisico–climatiche del territorio , tecniche utilizzate , tipo di produzione e
organizzazione socio – aziendale dei differenti gruppi umani , ecc … ) viene ad assumere forme e tipologie diverse
:
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1) Agricoltura itinerante ( o del ladang ) : si tratta di una
agricoltura dalle tecniche rudimentali ( tra le sue tecniche
maggiori spicca sicuramente quella del “ taglia e brucia “ ,
consistente nell’abbattimento e nell’incendio di manti di foresta
tropicale allo scopo di ricavarne apprezzamenti da coltivare ) e
costituita da suoli lateritici la cui vegetazione , se bruciata ,
difficilmente si rigenera. La popolazione è costretta a spostarsi
da un luogo all’altro all’estenuante ricerca di ulteriori spazi da
bruciare. È una forma caratteristica delle zone tropicale umide
amazzoniche , delle aree africane a savana e delle regioni più
interne dell’Asia.
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Già sviluppatasi nel corso del periodo coloniale questo tipo di agricoltura
Agricoltura di piantagione ha subito una radicale trasformazione.
32
Mentre , da un lato , le piantagioni continuano ad occupare una quota
estremamente elevata della superficie coltivabile di alcuni Paesi ( India ,
Malaysia , Indonesia , Sri Lanka ) , dall’altro la commercializzazione dei
loro prodotti è ancora saldamente monopolizzata dalle grandi
compagnie straniere ( le popolazioni locali , vessati da una crescente
insufficienza delle dotazioni finanziarie e tecniche , rimangono al margine
dei circoli produttivi e mercantili ).
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Nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo i crescenti addensamenti su spazi
sempre più ristretti di masse diseredate obbligano la popolazioni locali a distruggere la quasi totalità
delle risorse – basi : nella loro implacabile ricerca di risorse ( cibo , acqua , combustibile , foraggio ) la
popolazione è costretta a sventrare i boschi molto più in fretta di quanto essi siano cresciuti e ad
utilizzare la terra agricola a livelli non sostenibili , insomma a sovraccaricare le aree agricole.
Per generare una forma di scambio con l’estero ( che possa consentire di far fronte all’indebitamento e
di finanziare uno sviluppo sostenibile ) i Paesi in via di sviluppo sono costretti a aumentare
la produzione di legname e minerali e le esportazioni agricole oltre i livelli sostenibili. Oggi la scarsità di
acqua nelle aree agricole ( risorsa richiesta prevalentemente a scopo industriale ) rappresenta una delle
cause principali dell’emigrazione ( soprattutto dei contadini privi di terra verso le aree urbane ) , della
mortalità infantile e di una generalizzata povertà.
La maggior parte dei Paesi in via di sviluppo produce materie prime in genere avviate
all’esportazione : se si considera che negli ultimi 10 anni i prezzi dei principali prodotti ( rame , caucciù ,
minerale ferroso , zucchero , noci , ecc … ) sono aumentati , ci si rende conto della gravità dei problemi
che affliggono attualmente gran parte dell’ area terzomondista.
Le pratiche agricole , soprattutto tra i gruppi più diseredati , non si evolvono con sufficiente rapidità ed
incisività e si presentano , allo stato attuale , come del tutto incapaci di far fronte al crescente aumento
della relativa domanda ( ciò comporta anche una generale diminuzione delle risorse naturali per lo
sviluppo ).
Le strutture sociali e familiari ( sviluppate nel corso dei secoli ) non si adeguano tempestivamente ed
efficacemente a rapidi cambiamenti.
I poveri più diseredati non dispongono di libertà ( né nell’impiego delle risorse né nelle dimensioni della
famiglia ).
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Le donne ha un ruolo centrale , sia nell’ambito della popolazione che nella conservazione delle risorse :
esse interagiscono direttamente con il micro – ambiente dei Paesi in via di sviluppo e sono òegate
all’ambiente familiare.
Tra i principali responsabili della deforestazione tropicale vi sono i coltivatore del “ taglia e brucia “ che
disboscano e coltivano aree forestali mancanti di opportune sostanze organiche che , una volta
abbattute , non possono adeguatamente rigenerarsi.
Elemento che non va assolutamente sottovalutato è l’irrigazione ( adoperata sia allo scopo di sfamare
un numero sempre crescente di persone che per fornire una sussistenza adeguata alle popolazioni
rurali ) : mentre in gran parte del Globo ( Asia , America Latina , regioni europee dell’ex Unione
Sovietica ) va registrandosi una progressiva estensione della superficie irrigua complessiva , non va
assolutamente sottaciuta una pericolosa controtendenza , quella legata ai gravi rischi portati da :
o Salinizzazione : essa , ogni anno , interessa una superficie di circa 1,5 milioni di ettari tra i migliori
terreni agricoli : Stati Uniti , Cina orientale , Medio Oriente , Africa settentrionale e occidentale e altri
territori.
o Dissesto idraulico : tale fenomeno viene causato dall’eccessiva saturazione idrica del terreno.
Dal momento che l’acqua può andare solo in profondità , affondo nel sottosuolo innalza
gradualmente il suo livello , sino ad allargare e infarcire le radici delle piante : in queste
condizioni la produzione subisce contraccolpi negativi e manifesta un pauroso calo irreversibile.
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In molte zone del Mondo i principali Spartiacque ( limiti geografici che dividono il territorio in diversi bacini
idrografici e svolgono tre funzioni essenziali : influenzano il clima , regolano il flusso d’acqua a valle , forniscono e
alimentano l’ habitat con una grande varietà di flora e fauna ) sono stati sottoposti a veri e propri assalti da parte
dell’uomo ( soprattutto nei Paesi tropicali in via di sviluppo ) , che ne ha danneggiato più di 160 milioni di ettari. E
così questi delicati ecosistemi sono stati sistematicamente distrutti o degradati in quasi tutti i Continenti.
Zone montuose dell’Etiopia : nel corso di un paio di decenni il suolo e il manto vegetale sono stati
irreversibilmente danneggiati e il rapito incremento demografico ( unito a pratiche agricole
inadeguate) ha provveduto a ridurre gran parte della regione a una vita di sussistenza su terra erosa e
pendii gravemente disboscati.
Zone montuose dell’ Ecuador e del Perù : ad aggravare l’instabilità del suolo ci pensano le tempeste
tropicali e lo sviluppo della deforestazione e della pratica del “ taglia e brucia “.
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Sorgente del fiume Niger : qui la deforestazione ha ridotto il flusso a valle , al punto che gli affluenti si
sono prosciugati e vaste aree soffrono per la mancanza di acqua. Sempre drammatica è , inoltre ,
l’espandersi della desertificazione.
Regione dell’Himalaya : è uno degli spartiacque più degradati della Terra e , negli ultimi anni , si è
notevolmente destabilizzato , soprattutto a causa della particolare struttura geologica del luogo
( montagne relativamente giovani ) , della conformazione territoriale e del clima monsonico.
L’ambiente himalayano è stato , dunque , vessata da una serie di gravi disagi : supersfruttamento delle
risorse forestali , espansione dell’orticoltura e dei raccolti di piantagione a spese delle foreste , diffusione del
sistema stradale , costruzione di dighe , crescita del turismo , cattiva gestione degli spartiacque ,
destabilizzazione del ciclo idrologico , aumento della siccità.
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Capitolo IV – L’ industria estrattiva e la comunicazione
Dopo lo sfruttamento del mondo vegetale e animale , l’uomo ha imparato a sfruttare le risorse minerarie.
Minerali : sotto questo nome , in una connotazione meramente restrittiva , vengono annoverati soltanto i
corpi solidi , cristallini ed inorganici presenti nella litosfera , in minima parte estraibili dal suolo o dal sottosuolo.
Il sottosuolo non contiene minerali allo stato puro ( privi di altre sostanze ). Questi ultimi sono , infatti , affiancati
dai ganga ( una parte pietrosa inutilizzabile ) : questo comporta tutta una serie di trattamenti da applicare ad
ogni minerali , prima di una eventuale utilizzazione nelle industrie ( ma non tutti i minerali hanno un’applicazione
industriale ) . Le risorse minerarie si possono dividere in :
Minerali metallici : ferro , alcuni materiali preziosi , altri metalli non ferrosi.
Minerali non metallici : essi sono localizzabili in tutte le formazioni geologiche e variamente
utilizzati.
Sono generalmente rinnovabili. Sono non rinnovabili : sono , dunque , limitate e soggette a
esaurimento.
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Quanto alla loro distribuzione sulla superficie terrestre , sul nostro Pianeta le risorse
minerarie sono eterogeneamente distribuite : le aree a maggior concentrazione sono le zone più antiche
( archeozoica , paleozoica ) , quelle a minor concentrazione sono le zone più povere ( aree costituite da
rocce sedimentarie , dalle quali sono estratti quei minerari collegati ad attività secondarie ).
Ferro
Rame
La sua distribuzione è irregolare e concentrata in poche Il primato della produzione ramosa è detenuto dal Cile
parti del mondo ( America , Zambia , Ande cilene ). ( deserto di Atacama ) , la voce più importante del suo
commercio estero.
Alluminio e composti
La sua distribuzione sul suolo terreste è abbondante. Le maggiori produzioni di alluminio sono concentrate in
Dall’alluminio viene estratta la bauxite , che richiede Australia , Nuova Guinea , CSI , Europa e America Latina.
altissime quantità di energia per essere lavorata.
Stagno
Le maggiori concentrazioni di alluminio si hanno nella fascia
Si ricava dalla cassiterite ed è molto scarso in natura. Sud-orientale dell’Asia , mentre in Europa la produzione
stenta alquanto.
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I poli di produzione sono concentrati in poche aree privilegiate , prevalentemente in Paesi
industrializzati e asserviti ad un ‘ economia di mercato , negli ex Paesi socialisti e nei Paesi del Terzo Mondo
(30 % ).
Paesi industrializzati : i loro tassi di consumo sono molto alti , nonostante la flessione avvenuta
a partire della metà degli anni ’70. Esempio calzante è quello degli Stati Uniti che , con una popolazione
pari a meno del 6% di quella mondiale , sono costretti a diventare un grande importatori ( a causa degli
elevati tassi di consumo ).
Paesi sottosviluppati : i loro tassi di consumo continuano stabilmente a conservare una bassa
incidenza.
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Simili squilibri tra produzione e consumo hanno determinato ( sia nei Paesi importatori che esportatori ) la
necessità di predisporre misure di tutela del patrimonio delle riserve minerarie , orientate sempre più verso
strategie di risparmio e di riciclaggio allo scopo di evitare sprechi che , se portati avanti con
tale ritmo , potrebbero portare l’intero Pianeta sulla soglia di una gravissima depressione mineraria ( poiché , a
lungo andare , tali risorse sono certamente destinate a scomparire ).
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Ma fu il XX sec. a vedere la nascita di una vera e propria era industriale ( rapidi
Petrolio ritmi di crescita tecnologica , nascita di nuovi settori produttivi ) : vi fu una netta
impennata della domanda di energia e la conseguente ascesa esplosiva della
produzione petrolifera , che ebbe notevoli conseguenze sul quadro
economico mondiale ( negli Anni 50 il petrolio arrivò a contribuire con il 35 % sul
totale della produzione energetica mondiale , arrivando a toccare il 55% nel 1970 e
un nuovo aumento negli Anni 90 ) :
Energia delle mare : può essere sfruttata solo nelle zone in cui la marea
è particolarmente forte.
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L’analisi delle varie reti della comunicazione mondiale ( terrestri , marittime , aeree ) , attraverso
l’ organizzazione del territorio , ci permette di conoscere :
Il grado di sviluppo economico raggiunto nei vari spazi terrestri : da sempre lo sviluppo di ogni Stato è
coinciso con la realizzazione di nuovi mezzi di trasporto ( evoluzione dei mezzi marittimi , avvento della
macchina a vapore , costruzioni di reti stradali e ferroviarie , ecc … ) e con l’avvento della comunicazione
le cui vie sono diversamente distribuite sugli spazi terrestri a causa di una nutrita serie di fattori fisici . . .
Il clima : è importantissimo per quanto riguarda le comunicazioni marittime ( per la durata dei
periodi di gelo , per le condizioni meteorologiche , per il regime dei fiumi , ecc … ).
. . . e socio – economici :
Il rigrado di sviluppo.
La densità.
Il crescita delgi insediamenti umani ( che intensifica la crescita dei collegamenti viari ).
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Il livello culturale e sociale.
Mentre questi due fattori sino al XVIII sec. hanno presentato un processo evolutivo alquanto lento – se
si escludono alcuni Stati più progrediti ( Inghilterra , Francia e Olanda ) - è con l’avvento della “
Rivoluzione Industriale “ ( XIX sec. ) che si sono avuti incredibili risultati ( utilizzazione dell’energia
meccanica ).
Comunicazioni terrestri L’incremento degli spostamenti di merci e passeggeri per via terra ( dovuti a
molteplici esigenze ) è risultato ingente negli ultimi tempi. Tali movimenti sono
collegati a tutte le operazioni commerciali e paracommerciali , all’impiego del
tempo libero e alla mobilità lavorativa delle popolazioni urbane.
Si stima che lo sviluppo della rete stradale artificiale del Mondo sia pari a 20
milioni di Km ( il primato è detenuto dagli U.S.A. ) : le principali strade asfaltate si
trovano sul suolo dei Paesi del Mondo sviluppato mentre i manti non asfaltati
e le piste desertiche sono propri Paesi del Terzo Mondo.
1825 : la prima linea ferroviaria fu quella che unì il tronco Darlington – Stockton ,
in Inghilterra.
1830 : la prima linea ferroviaria fu quella che unì il tronco Lione – Saint Etienne , in
Francia.
1835 : la prima linea ferroviaria fu quella che unì il tronco Norimberga – Furth , in
41
Germania.
Ferrovia : assai spesso si snoda assai lontano dai centri abitati ; presenta
percorsi in prevalenza rettilinei ; supera le zone impervie mediante trafori o
bracci di mare mediante ponti.
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A seconda dell’andamento generale del tracciato le ferrovie si possono
distinguere tra :
Si stima che lo sviluppo della rete ferroviaria del Mondo sia pari a 1.245. 000
milioni di Km ( il primato è detenuto dall’America settentrionale ).
Uno dei tratti comuni a tutte le linee ferroviarie del Mondo è la presenza di reti
obsolete , sia per quanto riguarda gli impianti che il materiale rotabile : infatti le
ferrovie non sono oggetto di piani e programmi di ristrutturazione e
ammodernamento.
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Paesi sottosviluppati : non dispongono di una vera e propria
rete ma di meri tronchi di penetrazione e congiunzione.
Vie d’acque interne Prima delle ferrovie il trasporto via acqua rappresentava la forma di trasporto
più agevole e meno costosa all’interno di un Continente : attualmente essa è
condizionata da fattori ambientali e da una complessiva rigidità e si sviluppa
solo nelle regioni pianeggianti e piovose ( dove i fiumi possono scorrere
lentamente per lunghi tratti con regime regolare e direzioni favorevoli ).
Negli ultimi tempi si sono verificati importanti e radicali progressi nelle moderne
Comunicazioni marittime tecniche rivoluzionarie di propulsione marittima , che hanno migliorato il
43
sistema dei trasporti , aumentandone la velocità e la capacità e riducendone le
esigenze di manodopera : oggi , a differenza del passato , le navi possono
rapidamente raggiungere qualsiasi area portuale , grazie a modesti costi di
trasporto e a sempre più sofisticati livelli di sviluppo ( propulsione a vapore ,
motore diesel , turbina)
Al posto dei grandi transatlantici del passato oggi gli strumenti marittimi più
diffusi oggi sono le grandi navi cisterne ( o petroliere , il cui rapido aumento nel
corso degli anni ha causato terrificanti inquinamenti in molti ecosistemi marini )
e le navi specializzate ( che trasportano containers , grandi contenitori nei quali
vengono rinchiuse le merci per rendere più celeri le operazione di carico e
scarico ).
Il maggiore sviluppo degli ultimi 20 anni è legato sicuramente alla grande rete di
Trasporti aerei linee aeree su scala mondiale.
Reti telematiche Oggi più che mai la gestione delle attività economiche è diventata sempre più
complessa : ogni settore economico deve costantemente e rapidamente
44
( Settore quaternario ) soddisfare le molteplici esigenze di un mercato internazionale sempre più
pretenzioso nella ricerca di prodotti di qualità e a basso costo.
Elementi essenziali delle reti sono i vettori ( o nodi ) che possono essere sia
materiali ( cavi coassiali , cavi telefonici , fibre ottiche ) , che immateriali ( ponti
radio ) e , basandosi su canali o cavi , hanno lo scopo di migliorare l’efficienza
della trasmissione dei messaggi e dei segnali. Attualmente , dunque , questi
hanno provveduto a trasformare e migliorare i sistemi di comunicazione
globale mediante importantissime innovazioni ( sviluppo della tecnologia del
satellite ; l’introduzione e lo sviluppo delle reti di cavi in fibra ottica ; l’evoluzione
dei mezzi individuali per “ produrre e consumare immagini “ : cd , dvd , tv via
cavo ; sostituzione dei “ bit “ ai segnali analogici , ecc … ).
45
Capitolo V – Città , aree metropolitane e reti urbane
Città : testimonianza di un’antica trama urbana , esse nacquero dal bisogno primordiale degli uomini di occupare
una sezione di territorio per stare insieme , comunicare , scambiarsi informazioni , servizi , merci e prodotti. Ruolo
determinante nella crescita delle città giocarono il sito e la posizione , riuscendo ad assicurare la successiva
espansione dell’impianto urbano e rispondere a pieno alle esigenze di agevolare l’intensità di scambi e comunicazioni :
la concentrazione demografica e particolari istituzioni sociali e politiche , inoltre , furono possibili proprio grazie alle
risorse offerte dalla campagna ( fino al XIX sec. tutte le diverse forme di civiltà urbana erano legate ad una economia
di tipo rurale ).
Nel Medioevo si avevano ancora città di piccole dimensioni , che rappresentavano punti di riferimento
amministrativi e commerciali per le aree circostanti , centri di mercato e di smistamento di beni
agricoli , la cui popolazione era costituita da proprietari terrieri , militari e amministrativi , religiosi ,
artigiani , commercianti , fornitori e utenti di primi esercizi ecc … Già a partire da questo periodo si
assistette ai primi tentativi di cambiamento delle funzioni originarie delle città , che vennero a svolgere
funzioni sempre più diversificate nel tempo e nello spazio ( sino ad allontanarsi radicalmente da
un’economia quasi fondata essenzialmente sull’agricoltura e sul feudalesimo ).
Nel periodo rinascimentale l’ascesa della borghesia determinò una liberazione dai vincoli della
campagna e della proprietà terriera : fu creata una ricchezza urbana più autonoma derivante da
operazioni commerciali , finanziarie e dalla produzione di opere d’arte che presero ad affiorare sempre
più nel tessuto urbano.
La Rivoluzione Industriale ( che rappresentò una fase di grandi trasformazioni nella struttura degli
insediamenti ) determinò una radicale modifica nell’ utilizzazione di vasti spazi , grazie alla diversa
localizzazione delle attività produttive , all’apertura di nuove vie di comunicazione e ai vistosi
spostamenti della popolazione : ci troviamo di fronte ad una nuova società urbana , nella quale viene
definitivamente alterato il rapporto città–abitanti e si afferma la rendita fondiaria urbana e di strumenti
di pubblico controllo ( piano regolatore , regolamento edilizio ). Successivamente una serie di diversi
fattori ( geografici , economici , politici ) generò , nel tempo , una netta differenziazione dei ruoli
urbani : da allora le città si differenziarono e non esplicarono tutte la stessa funzione , incominciando a
classificarsi e differenziarsi proprio in base alle condizioni ambientali e funzionali legate al sito ( città
portuali , turistiche , commerciali , industriali , ecc … ).
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La città può essere vista come il risultato delle più grandi modifiche che l’uomo ha imposto al paesaggio , un
continuo divenire dove risultano ben chiari i segni e le varie tappe di sviluppo dei gruppi sociali.
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Settore terziario ( servizi ) : è il vero motore dell’economia cittadina e il fondamento dello sviluppo
moderno e futuro. Si tratta , infatti , di un settore in piena fase espansiva : oggi le città - dopo aver espulso le
industrie - sono soggette a decentrare sempre più la loro produzione in periferia o in nuove aree e a
specializzarsi in settori sempre più avanzati ( ingegneria , robotica , centri della direzione economica di
controllo). L’evoluzione tecnologica e della gestione dell’informazione facilita ed intensifica notevolmente anche
le relazioni tra i centri e la formazione di vaste aree metropolitane. Le attività terziarie , insomma , grazie ad
una serie di precipue qualità ( avanzamento tecnologico , innovazione , disponibilità di strutture specialistiche e
di supporto ) possono rappresentare un potente fattore di stimolo per l’adeguamento dell’intero sistema delle
imprese alle nuove esigenze qualitative di mercato. In altri casi il settore dei servizi , in assenza di una crescita
delle altre attività produttive , può funge da carta assorbente delle disoccupazione. L’ importanza del settore
terziario può emergere da una serie di considerazioni :
Lo sviluppo delle transazioni commerciali interne ed esterne esige un grosso potenziale di servizi.
Il miglioramento del tenore di vita è in stretta correlazione con il miglioramento dei servizi.
Il progresso di ogni Stato coincide con la realizzazione e l’introduzione di nuovi mezzi di trasporto e di
nuove vie di comunicazione.
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Nel periodo degli Anni ’20 – Anni ’60 la crescita urbana in queste zone è risu
ltata pari a due volte e mezzo il loro spessore iniziale.
Paesi industrializzati
Crescita industriale : il XIX sec. ha segnato l’inizio della cosiddetta società
industriale , nella quale l’attività economica di un Paese ha preso a ruotare
intorno alla diffusione della tecnologia , perfino al di fuori dei centri urbani
( cioè laddove l’industria generava più occupazione e le economie esterne
attiravano nuove imprese ).
47
sviluppo economico ( TERZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA ) che ha
permesso la creazione di importanti punti di contatto tra una area urbane
centrale e la sua periferica o addirittura altre città vicina , dando un
contributo essenziale e decisivo per lo sviluppo delle più recenti strutture
megalopoliche.
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Nel periodo degli Anni ’20 – Anni ’60 si è avuta una sensazionale espansione
Paesi in via di sviluppo dei centri urbani di maggior rilievo ( otto volte il loro spessore iniziale ). In
termini di crescita demografica è un dato di fatto che più popolazione genera
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agglomerazione e ciò è particolarmente evidente in questa area del Mondo.
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Le città più grandi o più fortunate hanno progressivamente emarginato i centri e le stese città più piccole ,
ampliando la loro area gravitazionale.
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Pesi avanzati : il decentramento industriale , la ridistribuzione della popolazione e la creazione di
servizi in grado di rivitalizzare i piccoli centri hanno permesso il rimodernamento della città e lo
sviluppo delle campagne circostanti ( in alcune aree il contrasto tra il modo di vivere della città e il modo
di vivere della campagna si è decisamente attenuato fino ad annullarsi ). Le città sono diventate poli di
sviluppo regionale , con il compito di ripopolare e rivalutare le aree attraverso il varo di una incisiva
serie di politiche di riorganizzazione territoriale , finalizzate a un migliore utilizzo delle risorse
disponibili ( città nuove , città giardino ) : il ruolo del nuovo centro urbano , dunque , è strettamente
legato alla capacità di riorganizzare lo spazio che la circonda ( chiamato umland : questo , talvolta , può
estendersi sino a far assurgere alcune città al ruolo di vere e proprie città - Stato ). Lo spazio industriale deve
svolgere una funzione direttiva e organizzativa , impegnandosi nella produzione di servizi.
Paesi arretrati : solitamente in questi territori si ha una sola città che si sviluppa in modo
caotico , anarchico ed eccessivo all’infuori di ogni schema razionale , diventando in poco tempo un
coagulo obbligato di un territorio molto vasto , schiacciato da un peso demografico sempre ingente.
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Regione : sul piano geografico il termine indica una porzione più o meno estesa dello spazio terrestre,
costituita da luoghi contigui con caratteristiche affini e tali da diversificarsi dai luoghi circostanti. Sul piano
politico-amministrativo , invece , il termine indica la divisione amministrativa di un territorio o di un’entità
speciale , storicamente consolidatasi mediante specifiche esperienze culturali , politiche e sociali nonché una
area con precipue e distintive caratteristiche economiche. La regione può essere individuata :
Da un punto di vista formale : se si pone l’accento sui caratteri dei luoghi ( industrie , spazi agricoli e
altro ). In questo caso “ urbanizzare “ significa decentrare la popolazione , gli impianti industriali , creare
infrastrutture , centri di servizi , rivitalizzare città e villaggi , allo scopo di eliminare le differenze tra i
modi di vita urbani e quelli dei dintorni.
Da un punto di vista funzionale : se si pone l’accento sui intensità dei flussi di beni , servizi , persone ,
capitali e informazioni. In questo caso “ urbanizzare “ significa ridurre gli squilibri tra città e dintorni
attraverso una adeguata redistribuzione di flussi di merci e servizi ( una rete di centri funzionali minori ,
ben collegati tra loro ).
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Teoria delle località centrali ( Walter Christaller ) : in base a questa teoria il grande centro
cittadino dovrebbe essere collegato in tutti i suoi punti allo umland ( lo spazio che gravita attorno ad un centro
urbano ) attraverso un’efficiente rete di comunicazioni , i cui nodi fondamentali corrispondono a centri funzionali
di diverso livello ( servizi comuni , servizi meno utilizzati , servizi rari ).
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Metropoli : città che occupa una posizione centrale in una determinata area , esercitando su di essa
precise funzioni direzionali e organizzative.
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Conurbazione : deriva dall’espansione contemporanea di un’insieme di città , che progressivamente
riducono le loro distanze sino a fondersi intorno ad una sola metropoli. Proprio attraverso simili processi
di collegamento tra metropoli e centri minori e adiacenti si giunge alla formazione delle cosiddette aree
metropolitane , i cui legami diventano intensi soprattutto se esistono efficaci sistemi di comunicazione
( reti in grado di rispondere alle esigenze di un intenso flusso di persone , merci e servizi ).
Megalopoli ( Boston – Washington , Città del Messico , Rio de Janeiro – San Paolo ) : si formano quando
aree metropolitane contigue sono collegate tra loro mediante scambi di tecnologie avanzate ,
informatiche e telematiche. Tali concentrazioni urbane si presentano molto sviluppate e si avvalgono di
autentici corridoi di alta tecnologia.
Sin dai tempi più antichi l’uomo ha sfruttato il mondo animale e vegetale al fine di soddisfare le sue esigenze più
elementari ( procurarsi cibo , coprirsi , ricevere aiuto nel lavoro ).
Economia distruttiva : era l’economia umana iniziale , volta a fornire solo cibo e lavoro.
Economia produttiva : è dettata da un insieme di attività finalizzate ad assicurare nel modo più
efficace e razionale la sopravvivenza , l’incremento e il miglioramento elle specie animali e vegetali ( le
risorse primarie per i bisogni dell’uomo ).
Forme di agricoltura - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Agricoltura specializzata Questo tipo di agricoltura ( che sembra affondare le radici nella stessa
colonizzazione europea ) si riferisce a un tipo di economica in cui
( capitalistica o speculativa ) l’agricoltore lavora in genere per il mercato ( di cui è tributario sia come
produttore che come consumatore ) e per l’industria.
parte dell’ America Latina L’enorme disponibilità di spazio è un elemento chiave della
produzione agricola specialistica e consente di adeguare l’offerta al
( l’America Latina presenta al suo interno forti mutare della domanda ( con l’allargamento o la riduzione dello
diversità ed è l’esempio più lampante di spazio messo a coltura ) in relazione all’andamento del mercato
agricoltura di tipo speculativo : affianco ai internazionale.
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sistemi agricoli dei popoli arretrati , dediti ad
un’economia di sussistenza , troviamo una La larga disponibilità di mezzi finanziari.
agricoltura speculativa e coloniale tipica di
vaste zone e portata avanti da sistemi moderni
ed integrati in zone dove la passata Lo scarso impiego di manodopera ( meccanizzazione ).
colonizzazione creò , a suo tempo , aree
specializzate nella coltura delle piantagioni ) L’efficace collegamento tra industrie produttive e industrie di
trasformazione.
Australia
Nuova Zelanda
Agricoltura capitalistica di tipo intensivo : è applicata solo a spazi limitati
Sudafrica e utilizza forme tecnologhe sofisticate e sperimentazioni di stampo
biogenetico ( Giappone ).
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Sono in Cina negli Anni ’50 e ’60 ha preso piede un vasto processo
di collettivizzazione integrale che ha finito la fine della proprietà
contadina ( anche se , negli ultimi tempi , in tutto il Paese si è
irradiata un ‘ articolata modernizzazione dell’interna economia
nazionale ).
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Forme di allevamento - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Moderno ( intensivo ) : è effettuato secondo criteri tecnici su razze di animali selezionate o razionalmente
incrociate con la piena attuazione di tutti i dettami igienici e sanitari e con l’impiego di ingenti capitali. È
tipico dell’Europa continentale e dell’America settentrionale.
Nomade : è contraddistinto dalla migrazione stagionale delle greggi ed è caratteristico dell’ Asia centrale e
Africa settentrionale.
Transumante : è contraddistinto da due spostamenti stagionali delle greggi ed è caratteristico dei Paesi semi
- aridi.
Stabulato : è di tipo esclusivamente industriale ed è caratteristico delle zone industrializzate dell’ Europa e
dell’ America setterntuironale.
Semistabulato : è caratterizzato da un pascolo all’aperto nelle stagioni miti e da un ricovero durante l’invero
ed è caratteristico dell’ Europa continentale e delle grandi pianure U.S.A..
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( il maggiore centro di irradiamento A seconda delle attitudini e dalla forma di sfruttamento cui sono
dell’allevamento ) sottoposti , i bovini si possono distinguere in :
1) CARNE
2) LATTE
3) FORAGGIO
4) BURRO
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La produzione di burro ha i suoi massimi esportatori in Germania e Nuova
Zelanda.
5) PELLI
Allevamento ovino È caratteristico delle zone a clima semiarido dove lo scarso insediamento
umano e il modesto sviluppo economico non presentano possibilità di
realizzare agricolture intensive e industrializzate ( l’allevatore è costretto
zone a clima semiarido a migrare nelle steppe alla costante ricerca di nuovi pascoli ).
Australia
Le principali industrie tessili sono concentrate in Stati Uniti , Inghilterra ,
( il più grande produttore mondiale di lana ) Francia , Germania , Russia e Giappone.
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Allevamento suino L’allevamento suino è largamente diffuso nelle zone temperate( Cina , CSI ,
Stati Uniti , Europa ) e nelle zone a clima Paesi ad alta densità di popolazione ,
dal clima piuttosto freddo. Esso assume un importanza minore , invece , nel
zone temperate Bacino del Mediterraneo e nei Paesi a religione musulmana.
( Cina , CSI , Stati Uniti , Europa ) Oltre a fornire carni e grassi commestibili ( lardo , strutto ) , i suini
presentano una svariata utilizzazione ( setole , ossa ) , alla base dei
zone a clima Paesi ad alta densità di rilevanti rendimento dei loro allevamenti.
popolazione , dal clima piuttosto freddo
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Allevamenti minori Al nutrimento della popolazioni della fascia temperata un notevole
contributo è fornito dall’allevamento di pollame ( carni , uova ) e di
conigli.
fascia temperata
Pesi ad economia più evoluta : qui tale allevamento è intensivo e
steppa razionale.
Spazio industriale - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Apparato industriale : attualmente la sua attuale fisionomia è quella di uno spazio discontinuo e
concentrato in poche aree ( zona temperata dell’emisfero settentrionale ) , principalmente nei luoghi –
serbatoio di economie esterne dove possono essere conseguiti dei vantaggi ( risparmi sul costo delle materie
prime e altri fattori ). La nascita di un valido apparato industriale ( che dovrà essere sempre connesso con la
presenza di utenti ) è determinato da una serie di importanti condizioni :
Disponibilità di manodopera.
Vicinanza alle materie prime , alle imprese clienti fornitrici , ai parchi scientifici e ai centri di ricerca e
sperimentazione.
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Per essere valida , una società industriale – dopo aver affrontato i numerosi costi ( costi di raccolta , costi del
processo di produzione , costi di trasporto , costi di distribuzione , costi del lavoro ) – deve essere in grado di
produrre profitti , poiché il profitto è ciò che resta delle entrate.
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Le prime concentrazioni industriali ( XVIII sec. ) erano costituite da manifatture tessili ( alcune contee
inglesi ; varie località minerarie ; Italia , ma solo dopo la seconda metà del XX sec. ) , da impianti per la lavorazione
dei metalli ( Inghilterra , Germania , Belgio , Austria , Svezia , Slesia ). La loro localizzazione fu determinata dalla
presenza di giacimenti minerari ( ferro ) e delle fonti di energia ( carbone ) oltre che dalla presenza di attive vie
di comunicazione ( acque interne navigabili , strade , autostrade , linee ferroviarie ) e litorali.
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Le principali concentrazioni industriali sono limitare alla zona temperata dell’emisfero settentrionale : la
principale concentrazione industriale è ravvisabile al NORD , dove sono concentrati anche i sei Paesi più
industrializzati del Mondo ( Stati Uniti , Russia , Germania , Giappone , Francia , Inghilterra ) che forniscono
oltre il 60% della produzione manifatturiera complessiva. Nel SUD , invece , le aree industrializzate sono più
rarefatte e circoscritte a pochi spazi ( Asia Orientale , India , America Latina , Repubblica Sudafricana ).
NIC ( New Industialized Countries ) : si tratta delle aree a industrializzazione diffusa ( Sud –Est asiatico , un
tratto di costa brasiliana ).
Zone commerciali : queste , sviluppatesi come aree produttrici per le esportazioni , sono diffuse sia nei Paesi
avanzati che nelle aree di nuove industrializzazione.
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Tempo libero - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Nell’era moderna la genesi del turismo può essere ricercata agli albori del
XVIII sec. , quando , grazie alla virtuale riduzione delle distanze , per la
nobiltà dell’Europa centrale e dell’America settentrionale divenne
un’abitudine comune intraprendere viaggi in Paesi esotici e ricchi di
testimonianze artistiche : si tratta di un turismo tipicamente d’èlite che
perdurò sino a quando ( a partire del XIX sec. ) l’incalzante
industrializzazione , l’aumento della ricchezza e delle fonti di reddito e lo
sviluppo di moderne strutture ricettive garantirono lo sviluppo di un
turismo di massa. In questo periodo il turismo è diventato una delle
maggiori industrie ed è inteso come un movimento di persone che
visitano altri luoghi , nel loro tempo libero. Esso – diffusosi soprattutto nei
Paesi progrediti o economicamente sviluppati – è diventato una comune
fonte di consumo su cui vive e prospera tutta un’industria , imponente sia
per movimento di uomini che di affari.
140 milioni di posti di lavoro nel Mondo ( “ diretti “ : negli alberghi , nelle
agenzie di viaggio , nei ristoranti e negli agriturismi ; “ indiretti “ : nei lavori
pubblici , nelle industre , nel settore alimentare ) dipendono direttamente o
indirettamente dai luoghi di divertimento e dal turismo :
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Le promozioni pubblicitarie.
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Spazio devastato – Spazio protetto - - - - - - - - - - -
Allo scopo di salvare ciò che rimane della diversità genetica mondiale
Spazio protetto molte aree provvedono a incoraggiare aree protette : nel 1985 le aree e i
parti protetti nel Mondo ammontavano a più di 400 milioni di ettari ( un
area grande quanto l’Europa occidentale ). Ma i conservazionisti
affermano che questa superficie deve essere per lo meno triplicata se si
vuole conservare un campione veramente rappresentativo degli
ecosistemi terrestri.
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Sri Lanka : qui si è utilizzato il metodo del “ taungya “ ( o
rimboscamento comunitario ). Il governo ha permesso agli
agricoltori del “ taglia e brucia “ ( Chena ) , privi di terra , di
prendere in affitto più di 3 ettari di acri di foresta degradata a
testa , ponendo delle condizioni di affitto : i contadini ( che
vantano sulla terra a loro affidata un diritto legale della durata di
tre anni ) devono impegnarsi a produrre raccolti di sussistenza e
a ripiantare sugli spartiacque diverse specie vegetali fornite
dallo stesso governo ( acacia , tek , ipil – ipil , ecc … ) : ogni
pianticella viene accuratamente selezionata e curata , tanto che il
contadino deve ripiantarne una nuova per ognuna che muore.
La terra è coltivata con tecniche antiquate. In cambio , per
incoraggiare gli agricoltori , il governo si impegna a versare loro
1.200 rupie ( circa 50 dollari ) per ogni acro produttivo. Quando
finisce il suo periodo di affitto , all’agricoltore iene concesso un
altro pezzo di terra degradata di uguale estensione , sula quale
avvia un processo triennale analogo. In questo modo viene
permesso ai contadini la possibilità di guadagnarsi da vivere
modestamente ma almeno in modo dignitoso.
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Da un quadro europeo vessato da innumerevoli problemi
( povertà rurale dell’economia del villaggio , diseguaglianze
politiche tra masse e ceti privilegiati , il brusco impatto
dell’industrializzazione sul panorama agricolo continentale ,
esagerata sovrappopolazione delle aree rurali ) si evince
chiaramente che , di fronte alla generalizzata riduzione dei
mezzi di sostentamento , erano ipotizzabili solo due risposte :
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