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Terra e Territorio

Capitolo I – Il sistema uomo – ambiente e le sue articolazioni

La crosta terrestre presenta una grande varietà di forme , evidenziata ( guardando un planisfero ) dall’alternanza
di :

 Terre emerse : sono articolate in Continenti , blocchi insulari spazialmente delimitati formati da tavolati ,
altipiani e catene montuose , il cui numero può variare da 5 a 6 ( a seconda che l’Asia e l’Europa vengano
considerate separatamente o meno ). I Continenti sono :

 Europa
 Asia
 America
 Africa
 Oceania
 Antartide

Le masse continentali occupano circa il 29 % della superficie terrestre e sono concentrate


prevalentemente nell’emisfero settentrionale. I rilievi terrestri , nel loro insieme , presentano un ‘
altitudine medie di 840 m.

 Oceani : sono distese d’acqua che circondano le terre emerse , formando un sistema connesso e
continuo senza alcuna interruzione costituito da bacini formati dal margine continentale e dalle pianure
abissali. Le acque interessano circa il 70 % del globo , il loro volume è circa 12 volte quello delle terre
emerse e la loro profondità media è più di tre volte maggiore dell’altitudine media dei Continenti ( ca.
3800 metri ). Solo per convenzione o per necessità pratiche sono stati dati nomi diversi alle varie parti
dell’enorme massa oceanica ( che comprende tutti i mari , uniti a Sud dell’ Equatore ) :

 Oceano Atlantico
 Oceano Pacifico
 Oceano Indiano

Ciascun oceano , a sua volta , è costituito dall’Oceano propriamente detto e dai mari adiacenti :

 Mari mediterranei : Mar Mediterraneo europeo , Mar Mediterraneo Artico , Mar Mediterraneo
Asiatico , Mar Mediterraneo Americano

 Piccoli mari : Mar Rosso , Mar Baltico e altri

 Mari marginali : Mare di Bering e altri

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Tra i caratteri distintivi delle masse oceaniche abbiamo :

 Temperatura : è più alta di quella dell’aria sovrastante e generalmente più elevata nell’emisfero
settentrionale ( a causa della preponderanza delle masse continentali ).

 Salinità : varia con l’evaporazione , le precipitazioni e gli afflussi di acque fluviali.

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Nel corso della sua plurimillenaria storia , l’uomo è sempre stato un agente modificatore della superficie
terrestre e strettamente coinvolto nell’intero ciclo di risorse offerte dalla natura per l’intero svolgimento del
ciclo vitale , quei processi dinamici che sono alla base dell’intero geosistema.

RISORSA : qualsiasi fonte o mezzo che valga a fornire aiuto , soccorso , appoggio e sostegno , soprattutto in
situazioni di necessità. Questa entra a far parte del complesso meccanismo della trasformazione economica
delle risorse , strutturata in più fasi :

 L’uomo si pone al centro di qualsiasi organizzazione produttiva , fino ad assumere un’importanza


insostituibile : ciò è dimostrato dal fatto che , per esempio , le risorse naturali offerte dal territorio e dal
mare hanno valore solo nella prima fase del processo di sviluppo.

 La seconda fase del processo di sviluppo richiede l’applicazione complementare del lavoro umano
, che presuppone l’utilizzo degli strumenti approntati dall’uomo nel tempo ( strade , ferrovie ,
aeroporti , opere idrauliche , porti , ecc … ).

 La terza fase del processo di sviluppo presuppone l’impiego delle risorse finanziarie , sotto forma di
capitali , le risorse moderne necessarie per la realizzazione , ad esempio , di impianti di estrazione nel
caso di giacimenti minerari. I capitali vengono investiti per ampliare e perfezionare il bagaglio
tecnologico.

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Le risorse naturali vengono suddivise in due gruppi :

Acqua : è la risorsa più importante che ha permesso la vita sul pianeta e che
Rinnovabili condiziona il clima e la vita animale e vegetale. Ogni essere vivente sulla Terra
necessita di acqua , come di acqua necessitano le stesse attività economiche ( che
dipendono in gran parte da una sufficiente disponibilità idrica ). L’acqua ha favorito
Risorse che
l’insediamento umano , trasformando la “ Terra “ in “ ecumene “ ( parte emersa della
si ricostituiscono ciclicamente
Terra , in cui l’uomo può abitare ). Poichè risorsa considerata inesauribile , l’essere
umano non tiene conto del principio secondo cui l’acqua utilizzata deve essere sempre
restituita nella stessa quantità e con tutte le qualità originarie , onde assicurare i
successivi cicli alimentari ed energetici : nel tempo l’uomo ha purtroppo portato a
compimento di una serie di interventi irrazionali che hanno contribuito a modificare
drammaticamente l’equilibrio idrico ( le forme di circolazione dell’acqua ) di molte
aree del pianeta e la stessa possibilità di produrre alimenti. L’uomo ha , dunque ,
sconvolto l’equilibrio dell’acqua alterandolo sensibilmente , al punto di determinare
pericolose forme di inquinamento ( dispersione acquifera di sostanze chimiche ,
sostanze organiche e aumento di rifiuti e scarichi fognari ).

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Gli odierni problemi connessi alle risorse idropotabili concernono un concreto
recupero di maggiori quantità di acqua ( onde fronteggiare le cospicue richieste
antropiche ) ma soprattutto un ‘ opera di tutela delle falde acquifere ( dalle sorgenti
alle acque sotterranee ).

Sole : i vari passaggi della catena alimentare ( vegetali – organismi consumatori –


organismi decompositori ) necessitano di grossi imput energetici , atti a trasformare la
materia.

Superficie terrestre : è una risorsa chiave , in quanto condizione di svariate forme di


vita assicurate dall’acqua , dall’aria e dalla loro intermediazione nel mondo biologico.
Inoltre la superficie terrestre è serbatoio di materie prime , minerali , fonti di energia ,
beni potenziali atti a trasformare la “ Terra “ in “ Territorio “ ( ovvero in uno spazio
organizzato in grado di soddisfare efficientemente i bisogni del genere umano).
Affinché ogni bene disponibile in natura diventi risorsa fruibile o mezzo di
sfruttamento e valorizzazione sono necessarie due condizioni basilari :

 Ogni bene deve essere sfruttabile tecnologicamente : l’uomo deve essere in


grado di fruire efficacemente della materie grezza fornita dall’ambiente.

 Ogni bene deve essere preposto al consumo : l’uomo deve utilizzare una parte
della sua energia per ricavare , trasformare e utilizzare un determinato bene.

Prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento :

 Prodotti dell’ agricoltura : la cerealicoltura rimane la base dell’agricoltura di tutto


il mondo , associata a colture foraggiere per l’allevamento industriale , ad
agrumi , ortaggi e frutta ( tipici delle aree specializzate ). Grazie alla recente
disponibilità alimentare , la dieta è migliorata sia da un punto di vista quantitativo
che qualitativo , diversificandosi alquanto. Ma anche se le moderne tecniche
hanno contribuito a migliorare le condizioni dei suoli ( opere irrigue , uso di
fertilizzanti , diversificazione delle produzioni ) , la capacità produttiva dei suoli
risente dell’azione erosiva degli agenti naturali ( acqua e aria ) , di un eccessivo
sfruttamento agricolo , della deforestazione ( che sta accentuando la formazione
e la proliferazione dei deserti ) , oltre che della presenza dei soliti problemi ( nei
Paesi del Terzo Mondo sono sempre più presenti problemi economici , sistemi di
vita arcaici , salinizzazione , alcalinizzazione , erosione , laterizzazione del suolo e
malattie tropicali ).

 Prodotti ittici : assumono grande importanza per l’alimentazione di molte


popolazioni costiere. In generale le risorse offerte dal mare coinvolgono tutti i
settori dell’attività economica : il primario ( la pesca e la raccolta di alghe ) , il
secondario ( serbatoio di materie prime ) e il terziario ( turismo e vie di
comunicazione ).

La pesca assume forme diverse a seconda del luogo in cui si opera e del mercato di
distribuzione dei prodotti : la pesca costiera è rivolta ai mercati locali e si avvale di
mezzi rudimentali a conduzione familiare ; la pesca d’alto mare si avvale di mezzi
e tecniche sofisticate , rivolte alla commercializzazione dei prodotti in tutto il
mondo. Anche la pesca , tuttavia , deve affrontare i suoi problemi : la pesca di
rapina a danno di specie pregiate , irrimediabilmente decimate e sterminate e i
progressivi effetti di un inquinamento marino sempre più presente e drammatico.

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 Posizione geografica : ha un ruolo attivo nei processi di sviluppo collettivo ( di un
territorio nazionale ) o sviluppo individuale ( ubicazione di un’ impresa ). È da
considerarsi una risorsa rinnovabile in quanto l’attività di pianificazione territoriale
, promossa dai governi , può rivalutare aree degradate e valorizzare aree
marginali.

Aria : consente la vita sulla terra.

Non rinnovabili Minerali metallici : sono irregolarmente ripartiti sulla superficie terrestre e per lo più
concentrati nelle aree di antica formazione geologica.
Risorse esauribili , il cui
sfruttamento determina la loro
Materiali da costruzione : abbondano nelle zone di costruzione recente.
graduale ed irreversibile
scomparsa. Esse non hanno , Elementi ad alta mineralizzazione ( oro , mercurio , antimonio ) e Elementi a
dunque , la possibilità di mineralizzazione meno alta ( argento , platino ) : questi sono gli elementi più scarsi ,
riciclarsi e sono sottoposte ad anche se il loro consumo è in forte crescita.
un tipo di economia distruttiva.
La loro ricostruzione è attuabile
solo in lunghissimi tempi Combustibili fossili o i carboni ( antracite , litantrace ) : si localizzano in massima
geologici ( i veri artefici della parte nelle aree interessate dal corrugamento ercinico. Queste riserve sembrano
concentrazione e della povertà garantire una maggiore disponibilità per il futuro.
delle materie prime minerarie
ed energetiche ) Idrocarburi : dominano lo scenario delle risorse energetiche per una serie di
importanti fattori ( convenienza dei costi di produzione e trasporto rispetto ad altre
fonti , penetrazione in tutte le fasce dell’attività economica ). I principali giacimenti
petroliferi , essendo concentrati solo in pochi punti della superficie terrestre ( Vicino
Oriente , Nord Africa , ex U.R.S.S. , Stati Uniti , Venezuela , Messico e Canada ) ,
determinano , per la maggior parte delle economie avanzate , una perniciosa e
rischiosa dipendenza da un approvvigionamento estero.

 Gas naturale : è tra gli idrocarburi di più recente utilizzazione , anch’esso


distribuito solo in alcuni punti del pianeta ( Europa , CSI , Asia , Australia , Africa
, Medio Oriente , Nordamerica e Sudamerica )

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Ciò che suscita allarme sono le preoccupazioni sempre più crescenti per un futuro
esaurimento delle risorse del Pianeta ( in linea , peraltro , con l’odierna dannosissima
filosofia di sviluppo ) , che potrebbe mettere in ginocchio l’intera economia mondiale :
in questa prospettiva , ora più che mai la soluzione della questione energetica risulta
fondamentale per definire le dimensioni dello Sviluppo sostenibile ( uno
sviluppo che risponde alle esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni
future di soddisfare le proprie ) che , per essere raggiunto , dovrebbe essere prima
preceduto da una serie di validi cambiamenti di rotta :

 Non vale la pena moltiplicare le capacità produttive del suolo attraverso l’impiego
di tecniche raffinate , se i costi ecologici sono superiori alle rese unitarie.

 Bisognerebbe individuare i reali bisogni del popolo , onde evitare gli sprechi del
passato.

 Bisogna essere più attenti nell’utilizzo delle tecniche aggressive ( che potrebbero
comportare frane , desertificazioni o accumuli detritici forieri ).

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 In sostanza , per attuare un significativo Sviluppo sostenibile occorre
semplicemente o perseguire un modello basato sull’uso razionale e oculato delle
risorse o uno sviluppo seguito dalla crescita.

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Le fonti energetiche alternative ( o del futuro ) più importanti sono :

 Energia solare : è assolutamente pulita ed utilizzata principalmente per piccoli impianti ( riscaldamento
per le abitazioni ).

 Energia eolica ed Energia del mare : hanno , per lo più , carattere sperimentale.

 Biomassa vegetale ed animale : offre prospettive più immediate.

 Energia geotermica :

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Numerose sono le conseguenze dell’attività industriale :

1) Uno dei problemi più gravi e drammatici della nostra società è quello dell’ Effetto Serra. Dopo la
Rivoluzione industriale l’uomo è diventato grande produttore di calore e dissipatore di anidride carbonica
nell’atmosfera ( ogni abitante dei Paesi sviluppati , che tardano ad adottare una mentalità atta a frenare
l’espandersi dell’inquinamento atmosferico , consuma 4 volte più di ogni abitante dei territori
sottosviluppati : per produrre l’energia che ci occorre, consumiamo annualmente 8 milioni di tonnellate di
petrolio , di cui l’88 % sono combustibili fossili ). Superati certi limiti , intorno alla terra si forma una sorta di
pellicola formata sia da gas particolari ( metano , clorofluorocarburi , ossido nitroso , ozono stratosferico )
sia dall’anidride carbonica , che si lascia attraversare dalle radiazioni solari ma non consente il passaggio del
calore di ritorno. In questo modo il calore è imprigionato ( come in una “ serra “ ) e si assiste ad un
innaturale riscaldamento innaturale della Terra ( il fenomeno dell’ “ effetto serra artificiale “ ). Gli scienziati
dicono che a lungo andare questo aumento delle temperature porterà alla rottura degli equilibri climatici
che consentono il mantenimento dei ghiacciai ( questi , se sciolti , accrescerebbero il volume delle acque ,
causando irreparabili conseguenze per tutto il globo : le zone più colpite sarebbero le Maldive , Venezia e
alcune zone della Toscana ) e alla drastica riduzione della produzione frumentaria (soprattutto americana).
Tali problemi sono confermate dalle innumerevoli conferenze sull’ambiente ( Ginevra , Rio , Berlino ) , dopo
le quali si affermò che bisognava garantire a tutti uno sviluppo compatibile con la riduzione della quantità
di gas nocivi : se non si riduce l’emissione di gas nocivi , vi sarà nel mondo un aumento di temperatura di 4
°C nei prossimi cinquant’anni.

Per contrastare efficacemente l’effetto serra , il “ Protocollo di Montreal “ ( 1987 ) ha stabilito


significativi e periodici tagli delle emissioni dei clorofluorocarburi. Ma tuttavia , data la più recente
evoluzione del fenomeno , questi provvedimenti non sono stati affatto sufficienti per porre un definitivo
freno al fenomeno.

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Seguì la successiva Conferenza di Toronto “ ( 1988 ) , durante la quale si optò per una riduzione
del 20 % dell’uso dei combustibili fossili entro il 2005 , allo scopo di evitare un ulteriore riscaldamento
globale. Ma anche questo provvedimento non produsse i risultati sperati.

2) Altra drammatica conseguenza dell’inquinamento è l’incremento delle Piogge acide , che si formano
principalmente quando le emissioni di solfuro e di nitrogeno ( prodotte dalle centrali elettriche che
producono carbone e petrolio , dalla fusione industriale dei metalli o dagli scappamenti dei motoveicoli ) si
sommano , nell’atmosfera terrestre , a altri elementi ( vapore acqueo , ossigeno , luce solare ) : questa
combinazione produce acidi sulfurei e nitrici , dannosissimi per l’ambiente ( tra le maggiori
zone produttrici di simili sostanze la costa orientale degli U.S.A. , la valle tedesca della Ruhr , il triangolo
Londra – Manchester . Liverpool , ecc … ). La caratteristica principale di tali precipitazioni è la
transnazionalità : l’inquinamento causato da un Paese può essere trascinato dai venti per centinaia e
centinaia di chilometri , andando ad interessare una pluralità di Stati. Le conseguenze sono disastrose sia per
gli edifici ( l’acidità delle piogge sta a mano a mano distruggendo il passato classico della Grecia antica ) che
per l’ambiente naturale ( ogni anno , in Cina , le industrie bruciano tonnellate di carbone , con conseguenze
ambientali disastrose : questo ha generato piogge acide , che hanno in breve tempo acidificato molte aree
del Sud , tanto da far divenire il riso giallo pallido ; ad essere colpite anche ampie zone della Scandinavia ,
del Canada e di vaste zone dell’America Settentrionale ).

Per combattere questo drammatico fenomeno il meccanismo più efficiente rimane ancora l’ “ Accordo
sull’Inquinamento Atmosferico “ di Ginevra ( Novembre 1979 ). A questo seguì il “
Protocollo 30 “ ( Settembre 1987 ) , che chiedeva ai Paesi firmatari :

 La riduzione delle emissioni di ossido di zolfo del 30 % entro il 1993 ( utilizzando , come punto di
riferimento , le emissioni del 1980 ).

Ma nonostante questi siano lodevoli sforzi ( le principali centrali elettriche si impegnarono a ridurre il loro
inquinante sulfureo del 60 % entro il 1995 ; l’introduzione sul mercato delle marmitte catalitiche per le
autovetture ; ) , essi non bastarono ad allontanare definitivamente lo spauracchio dell’inquinamento
atmosferico. Finora i Paesi sviluppati non sono stati in grado di mettere a punto programmi di protezione
dell’ambiente , limitandosi a considerare separatamente i vari aspetti della complessa vicenda.

3) Altra conseguenza sono i rifiuti nocivi e tossici , generati prevalentemente dai Paesi più
sviluppati. Essi contaminano a fondo qualsiasi aspetto dell’ambiente , sono difficili da smaltire e negli ultimi
tempi stanno raggiungendo anche i Paesi in via di sviluppo , dove spesso vanno a finire in riporti irregolari.
Dal momento che le montagne di rifiuti vanno continuamente aumentando , diventa sempre più difficile per
le municipalità occuparsene in maniera costruttiva e proficua , anche perché ovunque i costi di smaltimento
e depurazione risultano astronomici. Inoltre , in numerosi Paesi , particolari norme ambientali hanno
portato alla chiusura di numerosi inceneritori per ridurre le emissioni di diossina : queste particolari misure
hanno privato i Paesi interessati dalla riforma di liberarsi in maniera autosufficiente dei rifiuti. Il problema
dei rifiuti raggiunge una drammaticità elevata soprattutto in Olanda , a causa della particolare
conformazione territoriale del Paese.

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Spesso i Paesi arretrati - nel disperato tentativo di svilupparsi - vengono condotti agli estremi del loro processo
produttivo e distributivo , lanciandosi senza freni verso una diabolica e assurda strategia di
sviluppo ( esportazioni di materie prime , maggiore sfruttamento delle proprie risorse naturali , contrazione
di debiti con le banche dei Paesi industrializzati , incentivazione di impieghi immediati e temporanei a costi
estremamente elevati ) che ha come solo conseguenza uno sviluppo asimmetrico :

 Cina : l’inquinamento atmosferico sta diventando uno scandalo nazionale , in quanto le fabbriche
stanno trasformando le città in veri e propri inferni viventi. Benxi è la città più gravemente inquinata
della Cina , e forse del Mondo intero ( essa conta più di un milione di abitanti e ben 420 fabbriche , metà
delle quali contribuisce pericolosamente a far lievitare l’inquinamento atmosferico ). Vaste zone della
Cina sono ricoperte da una spessa coltre di aria inquinata , prodotta prevalentemente dalla
combustione di carbone su vasta scala e vessate da una drammatica acidificazione e diminuzione del
Ph nel suolo ( aree del Sud , vaste zone a meridione del fiume Yangtze , Chongqing , Guiyang ).

 India : nel territorio indiano un esempio importantissimo è offerto dal fiume Gange , uno dei fiumi più
celebrati e al contempo più inquinati del pianeta ( eccessiva la presenza di rifiuti animali e umani , di
rifiuti tossici e nocivi provenienti dalle industrie e dall’agricoltura e di grandi quantitativi di acqua lurida
non trattata ). Al fine di proteggere la salute umana e l’ecologia del corso d’acqua , il governo indiano ha
emesso il “ Gange Action Plan “ ( 1986 ) , un programma di depurazione che prevede il conseguimento
di alcuni obiettivi di fondo.

o Promuovere tutti gli impianti esistenti lungo il fiume della capacità di trattamento e depurazione delle
acque luride.

o Rinnovare i sistemi di depurazione delle acque nelle città e centri abitati situati lungo il Gange.

o Installare - dove necessario - nuovi impianti di purificazione delle acque ed estenderli ad aree
attualmente non raggiunte da tale sistema di trattamento.

o Costruire ampi ripari per il bestiame comunitario nelle aree urbane , in modo da raggruppare i rifiuti
animali per i bio – gas e i fertilizzanti.

o Regolare l’uso e l’applicazione di pesticidi e fertilizzanti chimici nell’agricoltura e in tutto il territorio


dello spartiacque del Gange., allo scopo di minimizzarne la presenza nelle acque superficiali.

I Paesi industrializzati hanno il dovere e la responsabilità di assistere le Nazioni in via di sviluppo nel perseguire
una stabile e duratura crescita economica : il lungo cammino dello sviluppo , allo stato attuale , richiede un
notevole sforzo congiunto alla ricerca di una valida alternativa esistenziale ( che consenta a tutte la Nazioni
arretrate di tuffarsi nel futuro con animo ravvivato dalla speranza ). Aumentare l’efficienza energetica e delle
automobili e delle industrie basilari sarebbe un modo per poter ridurre immediatamente le emissioni di
inquinanti , senza introdurre tecnologie costose di controllo dell’inquinamento.

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Il rapporto uomo – ambiente si articola in base a tre componenti :

 I redditi , gli stili di vita e l’organizzazione sociale determinano i livelli di consumo.

 Le tecnologie adeguate stabiliscono l’ampiezza del danno o del sostegno arrecato dalle attività
umane all’ambiente e l’ammontare dello spreco.

 La popolazione ( elemento sempre imprescindibile dell’equazione ) concerne il numero di persone


coinvolte , il moltiplicatore che fissa l’impatto totale : maggiore è l’incremento demografico ,
maggiore sarà l’impatto sull’ambiente.

 Talvolta a diventare importante è anche un quarto fattore , la povertà , soprattutto quando


impedisce l’adozione di nuove tecnologie più costose che potrebbero rallentare o addirittura
fermare il degrado ambientale.

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Nel primo decennio del XXI sec. , l’umanità sembra essere afflitta da una nuova e più consistente serie di
preoccupazioni , causato dall’impatto dello sfruttamento delle risorse terrestri sull’ambiente.

1) Degrado territoriale : si tratta di un problema molto serio , causato principalmente dall’erosione ( diffusa
soprattutto ai Tropici , quando le caratteristiche piogge torrenziali colpiscono il suolo libero dallo strato
di erba che ne favorisce la protezione : secondo le più recenti statistiche il fenomeno , a lungo andare ,
potrebbe comportare una perdita del 29 % nella produzione alimentare proveniente da zone irrigate con
acqua piovana ) e da altri pericolosissimi fattori ( carenza idrica , salinizzazione e alcalinizzazione ). A
correre il rischio maggiore sono le terre asciutte , sempre più esposte al pericolo della desertificazione
anno per anno. Le cause del degrado territoriale sono :

 L’assottigliamento del manto vegetale , che non protegge più il terreno dall’imperversare delle
precipitazioni.

 L’esplosione demografica , tipico fattore di estrazione umana : nei Paesi in via di sviluppo il suolo è
disboscato ( per permettere la coltivazione agricola o l’estrazione di combustibili ) e supersfruttato
dall’uomo ( soprattutto a causa del dilagare crescente della povertà ) , con conseguenze molto
disastrose ( impoverimento del terreno , diradamento della vegetazione ).

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2) Deforestazione ( o disboscamento ) : è una realtà complessa e principale responsabile dell’erosione del
suolo , dell’estinzione delle specie selvagge e del crescente riscaldamento globale , sempre intimamente
legata all’incremento demografico. Le cause della deforestazione sono :

 L’ esplosione demografica è responsabile della perdita di circa l’ 80 % del manto forestale. Essa è
intimamente connessa sia all’abbattimento degli alberi allo scopo di sfruttare il terreno per la
coltivazione ( soprattutto come conseguenza dell’ insostenibile povertà rurale ) sia al commercio
( il fenomeno assume una certa importanza nelle aree delle foreste tropicali , facile fonte di
guadagni e scambi internazionali per i governi che cercano di incrementare le proprie esportazioni :
ma esso , anche se potrebbe essere realizzato con effetti positivi , produce spesso la completa
devitalizzazione del manto forestale ).

Nel periodo 1971 – 1986 molte delle foreste disboscate nei Paesi in via di sviluppo sono diventate
terre produttive al servizio di un sempre crescente numero di abitanti : il fenomeno ha finito , così ,
per interessare oltre 50 milioni di ettari nell’intento di coprire i bisogni crescenti delle popolazioni
in continua dilatazione.

3) Cambiamenti climatici : è il fenomeno più drammatico legato all’inquinamento , che ha contribuito a


diffondere un crescente allarmismo su vasta scala. Da quanto fu scoperto il buco di ozono sull’Antartide
( 1985 ) , causato dai gas-serra ( emessi per la maggior parte dai Paesi industrializzati che annualmente
contribuiscono a diffondere nell’atmosfera 3,2 tonnellate di carbone ) , il clima è diventato un argomento da
prima pagina. Con temperature terrestri di 0,6 °C più elevate rispetto a 100 anni fa , alcuni scienziati hanno
affermato che il riscaldamento globale dovuto all’effetto-serra potrebbe già essere cominciato e che , data la
preoccupante velocità del fenomeno , entro la metà del XXI sec. le temperature medie terrestri
aumenteranno di 1,5 ° C – 2,8 °C , con allarmanti conseguenze :

 Spostamento delle zone ecologiche verso i Poli ( 100 – 150 Km nei prossimi 40 anni ) : questo
comporterebbe la riduzione del manto forestale , nuove estensioni desertiche e la scomparsa di
molte specie ( costrette a vivere in zone climatiche non adatte ).

 Aumento del livello del mare ( entro il 2050 il mare aumenterà di ben 67 cm ) , a causa dello
scioglimento dei ghiacciai e dell’espansione termica : se queste previsioni dovessero avverarsi
molti Paesi si troveranno a fronteggiare nuove e grandi difficoltà ( Bangladesh , Egitto , Maldive ,
Oceania , Sud del Mondo , Europa meridionale , piccole isole – Stato del Pacifico , Himalaya ecc … ).

 Impatto sulle produzioni : le aumentate concentrazioni di anidride carbonica potrebbero essere


benefiche e il gas per accrescere la produzione in serra di generi alimentari è già ampiamente
diffuso. Ma , tuttavia , le più alte temperature potrebbero danneggiare taluni raccolti.

 Cambiamenti che interverranno nell’andamento e nelle intensità delle piogge : mentre le zone
umide tropicali potrebbero diventare ancore più umide ( peggiorando ulteriormente lo
scorrimento, l’erosione e le difficoltà del raccolto ) , le regioni semi – aride potrebbero risultare
ancora più aride e repulsive per uno stabile insediamento antropico e colturale. Inoltre le
precipitazioni a medie latitudine potrebbero subire una marcata flessione , che avrebbe
sicuramente ripercussioni negative sulla produzione agraria mondiale.

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Per contrastare efficacemente l’emissione di gas – serra ( che hanno effetti disastrosi sul clima ,
arrivando a produrre cambiamenti irreversibili nel nostro ecosistema e a minacciare addirittura la vita
sulla Terra ) , si è messa subito in moto la macchina riparatrice mondiale.

Per contrastare efficacemente l’effetto -serra il primo e più


Clorofuorocarburi importante provvedimento adottato è il cosiddetto “ Protocollo
di Montreal “ ( 1987 ) , durante il quale si votò a favore di
( CFC ) significativi e periodici tagli delle emissioni di clorofluorocarburi , che
possono essere sostituiti nella produzione con altri composti ,
assolutamente innocui ( anche se questi provvedimenti non sono stati
affatto sufficienti per porre un definitivo freno al fenomeno ).

Altro provvedimento atto a contrastare l’effetto serra è il “


Gas - serra Protocollo di Kyoto “ (1997) , uno dei più importanti
strumenti giuridici internazionali volti a combattere i cambiamenti
climatici. Esso contiene gli impegni dei Paesi industrializzati a ridurre
le emissioni di alcuni gas-serra del 5 % nel periodo 2008 – 2012
( rispetto ai livelli del 1990 ) anche se , per gli scienziati , andrebbero
tagliate del 60 %.

Non sono in vista soluzioni tecnologiche per le emissioni di metano


Metano dai campi irrigati e dal bestiame ( che si sono notevolmente estese in
seguito all’incremento della popolazione rurale e per far fronte al
crescente bisogno mondiale di cereali e carne ) : allo stato attuale ,
l’unica strategia vitale per contenere e far contrarre le emissioni di
metano consiste nella riduzione demografica.

Biossido di carbonio Ancora più difficili da controllare sono le emissioni di biossido di


carbonio , che avrebbero bisogno di una riduzione del 80 % entro la
metà del prossimo secolo.

Tale riduzione potrà essere perseguita attraverso quattro principali


direttrici di fondo :

 Migliorare l’efficienza nell’uso di energia : il prezzo dei


combustibili che producono biossido di carbonio dovrebbe
alzarsi considerevolmente. Probabilmente , per incoraggiare
l’economia , saranno necessarie alcune forme di tassazione.

 Spostamento dai combustibili fossili ( attualmente essi coprono


circa il 78 % del consumo mondiale ) alle forme rinnovabili
( energia eolica , energia geotermica , energia solare ).

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 Arresto della deforestazione ( e offerta di alternative accettabili
al processo ) : consentirebbe una riduzione di carbonio del 25 % ,
producendo un sostanziale cambiamento nel possesso delle
foreste ( in molti casi , ad esempio, esse saranno restituite alle
popolazioni indigene , che si servono di esse con rispetto e
moderazione ). Impedire il declino forestale significherà
proteggere il suolo e garantire il mantenimento della diversità
biologica.

 Riduzione della crescita demografica : è la causa principale


della deforestazione. Se la crescita della popolazione verrà
controllata , essa subirà nei prossimi anni un incremento di soli
1,64 miliardi di unità ( nettamente inferiore alle stime attuali ).
La riduzione demografica apporterà significativi e positivi
contributi in direzione dei maggiori settori dello sviluppo e del
progresso tecnologico , facilitando il miglioramento dei servizi
essenziali per il genere umano.

Le proposte strategiche sopra elencate risultano tutte necessarie : la contrazione del consumo dei
combustibili fossili comporterà anche una riduzione dell’inquinamento atmosferico e delle
piogge acide. Assolutamente necessario , altresì , la necessità di effettuare uno spostamento
verso le fonti rinnovabili.

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Durante la “ Conferenza di Rio de Janeiro “ ( 1992 ) si è discusso intorno ad una nutrita serie di
problematiche , che si possono ben sintetizzare con i vertici del cosiddetto “ triangolo della morte “ :

1) Inquinamento atmosferico : Primo responsabile dell’inquinamento è il nostro costante bisogno di energia :


per produrre l’energia che ci occorre consumiamo annualmente 8 miliardi di tonnellate di petrolio in varie
fonti di energia ( di questi l’88 % è costituito da combustibili fossili ). E di conseguenza , ogni scarichiamo
nell’atmosfera alcuni miliardi di tonnellate di carbonio ( che , fissandosi chimicamente a due atomi di
ossigeno , produce biossido di carbonio o anidride carbonica  CO2 , che negli ultimi tempi è aumentata a
causa delle automobili , delle centrali termiche , dei riscaldamenti urbani e della crescente deforestazione )
e altri gas – serra. Principale conseguenza di questo processo è l’allargamento negli ultimi anni del buco
nello strato di ozono ( che dall’ Antartide si è andato sviluppandosi anche in Europa settentrionale ) , che ha
contribuito ad allargare ulteriormente il già gravissimo ed incessante effetto serra. Secondo la maggior parte
degli studiosi l’effetto serra è già in una fase avanzata ed è facilmente ipotizzabile , entro il prossimo
cinquantennio , un aumento di temperatura di un paio di gradi con ripercussioni assolutamente
catastrofiche ( innalzamento del livello dei mari e sommersione di alcuni dei centri più densamente popolati
e produttivi del Pianeta ; desertificazione , estesa a zone dell’attuale fascia temperata ).

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2) Desertificazione : con il ritmo con il quale va attuandosi ( 6 milioni di ettari all’anno diventano deserto )
rappresenta forse la minaccia più seria su scala mondiale e solitamente si abbina alla drammatica
contrazione delle foreste tropicali.

3) Crescita demografica : è propria soprattutto delle aree del Terzo Mondo. Secondo le più recenti
statistiche la popolazione mondiale avrebbe giù superato i 6 miliardi di individui e , nel 2025 , essa subirà un
ulteriore incremento di circa due miliardi. Se già con l’attuale popolazione mondiale rimangono da
affrontare i numerosissimi e gravissimi problemi ambientali , appare chiaro che nei prossimi anni si potrebbe
andare incontro ad un progressivo collasso planetario. Per evitare questo gli studiosi hanno posto una serie
di possibili soluzioni , attuabili però solo nelle aree industrializzate ( laddove esistano possibilità di
scelte tecnologiche e di investimenti di capitali ).

 Utilizzo di energia alternativa pulita ( energia solare , energia geotermica , energia eolica ).

 Razionale riciclaggio di rifiuti solidi

 Contrazione rigorosa di emissioni di agenti inquinanti.

Questi , invece , i provvedimenti che dovrebbero essere presi aree arretrate contro l’ingente
incremento demografico :

 La necessità di fornire alternative urbane sicure alle mega-città

 Programmare un futuro sicuro per un crescente numero di persone

 Fornire istruzione e lavoro alle donne

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Ma i problemi ambientali non riguardano solo le Aree industrializzate e più sviluppate ma anche il Terzo
Mondo , che con i suoi problemi ( forte incremento demografico , inefficace controllo delle nascite ,
sfruttamento intensivo delle risorse agricole e minerarie ) annida in sé la maggior parte dell’indiscriminato
inquinamento dell’aria , dell’acqua e del suolo : data la loro difficoltà a risalire la china , i Paesi in via di sviluppo
non possono permettersi il lusso di costi aggiuntivi e precipitano inesorabilmente verso una profonda ed
irreversibile povertà. In seguito alla loro drammatica situazione , i Paesi del Terzo Mondo vivono in una sorta di
subordinazione pseudo – coloniale che le rende sempre più dipendenti dai Paesi industrializzati e capitalisti i
quali , alquanto indifferenti alle implicazioni sociali e umanitarie , trasformano i primi in vere e proprie
pattumiere ( sul territorio dei Paesi in via di sviluppo vengono solitamente trasferiti in seguito gli impianti più
inquinanti dell’area capitalista ).

Di fronte a questa situazione drammatica , per il ristabilimento di una razionale equilibrio della biosfera ,
bisogna agire su più fronti :

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 In merito ai Paesi sviluppati si dovrà perseguire un serio connubio tra sviluppo economico e tutela
dell’ambiente ( riassetto idrogeologico , potenziamento di tecnologie di depurazione , ecc … ).

 Riguardo ai Paesi sottosviluppati ( Paesi dell’Est europeo , Paesi del Terzo Mondo , Ex Stati socialisti, Paesi
euro–orientali ) c’è da dire che l’inquinamento è strettamente legato alla crescita degli indici
demografici e della povertà. Solo fornendo i mezzi per una rigorosa pianificazione demografica e uno
sviluppo auto centrato che svincoli questi Paesi da quelli ad economia capitalista si potrà giungere ad
elevare il tenore di vita delle aree deboli e a offrire loro un ambiente più sano dove vivere e operare.

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Questi i provvedimenti che dovrebbero essere presi nei confronti delle problematiche ambientali più
importanti del nostro tempo :

 La necessità di fornire alternative urbane sicure alle mega-


Popolazione città

 Programmare un futuro sicuro per un crescente numero di


persone

 Fornire istruzione e lavoro alle donne

 Contrastare la deforestazione e l’erosione dei maggiori


Ambiente spartiacque

 Controllare l’espansione desertica

 Riduzione dei rifiuti nocivi e dell’acidificazione

 Eliminazione della fame nel Mondo mediante una maggiore


Risorse incentivazione dell’agricoltura

 Trovare nuove forme di energia rinnovabili e aumentare


l’efficienza energetica

 Proteggere le specie e prevenirne una ulteriore contrazione

 Stabilire schemi di consumo che rispondano alle esigenze di


uno sviluppo globale stabile e duraturo

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Per le oltre 300mila specie vegetali per il milione di specie animali esistenti sulla Terra è possibile individuare
altrettanti particolari ambienti terrestri ( o habitat ) , il loro luogo di residenza capace di soddisfare le
loro esigenze e i loro bisogni per la sopravvivenza , grazie alla presenza di determinate condizioni naturali.
L’attuale fisionomia dei numerosi ambienti ( differenziati per i numerosi processi di modellamento che li hanno
interessato , per le diverse condizioni climatiche e per i differenti biomi vegetali ed animali ) dipende , però ,
dagli interventi umani , in base ai quali siamo soliti suddividere la superficie terrestre in cinque grandi
ambienti :

Ambienti umidi e semiumidi Tali ambienti sono caratterizzati da alte temperature ( che non scendono
mai al di sotto dei 20 ° C ) e da una prevalente umidità.
( o equatoriali e subtropicali )

 Le Zone equatoriali ( bacino dell’Amazzonia , bacino del Congo , fasce


Parte dell’America , dell’Africa e dell’Asia costiere montane delle regioni intertropicali ) sono caratterizzate da
piogge abbondanti e regolari tutto l’anno. Il territorio è
caratterizzato dai cosiddetti “ inselbergen “ ( rilievi , creste o
piccoli monti isolati emergenti nel mezzo di una piana o di un’area a
rilievo moderato ) , veri e propri residui di antiche strutture erose
dagli agenti esogeni.

FLORA : è costituita essenzialmente dalla foresta pluviale che


ricopre circa il 10% delle terre emerse. Grande diffusione hanno
le piante ad alto fusto ( palissandro , mogano , ebano , ecc … ) .
Ma l’ ambiente della foresta , pur essendo ricco di essenze
pregiate , è sostanzialmente un ambiente repulsivo : la ricchezza
di sostanze organiche , frutto di una lussureggiante vegetazione ,
non si traduce in un suolo fertile ma in un territorio
perennemente impoverito dall’intensa azione erosiva delle
acque ( dilavamento ).

FAUNA : è costituita principalmente da rettili , scimmie , uccelli e


animali inferiori e batteri.

 Le Zone subtropicali sono caratterizzate dall’alternanza tra una


stagione secca e una stagione umida e dalla presenza - sul piano
morfologico - di forme piatte e monotone.

FLORA : a mano a mano che ci si allontana dall’Equatore il manto


forestale lascia gradatamente spazio a forme di vegetazione
arborea sempre meno fitta ( dove è stata impiantata un’agricoltura a
terrazzamenti con buoni risultati mentre ) , alla foresta a galleria , fino
alle più diffuse associazioni arbustive ed erbacee. Tra queste
14
ultime l’ambiente più diffuso e noto è la savana , una formazione
di graminacee e alberi radi ( acacie , baobab ) nella quale si è
assistito ad un progressivo ed operoso insediamento umano.

FAUNA : è costituita principalmente da erbivori ( antilopi , gazzelle


, giraffe ) , carnivori ( leoni , tigri , leopardi ) e rettili.

Ambienti caldi , aridi e Tali ambienti sono caratterizzati da alte temperature ( in media sempre
semiaridi superiori ai 15 ° C ) e da una diffusa aridità complessiva che permette una
precipitazione e un’ evaporazione assolutamente scarse. Questo clima
favorisce la presenza di immense aree desertiche.
Ovest degli U.S.A. , Canada , Messico ,
Argentina , gran parte dell’Africa boreale Solitamente i geografi sono soliti dividere i paesaggi desertici in :
( Sahara ) e dell’ Africa australe ( Kalahari )
nonché ampie zone dell’ Australia
 Paesaggi desertici iperaridi : caratterizzati dal forte calore , dall’assenza
di precipitazioni e nessuna vegetazione

 Paesaggi desertici aridi : caratterizzati da temperature alte , piogge


rare e scarsa vegetazione

 Paesaggi desertici semiaridi : caratterizzati da precipitazioni un po’ più


frequenti

 Paesaggi desertici estremamente aridi : caratterizzati dal piogge


prevalenti in alcuni mesi dell’anno e da steppe e prati

Il deserto rappresenta spesso un ambiente di conservazione , dove


permangono forme primitive plasmate dal vento che origina , a sua volta ,
tre tipi di paesaggio :

 Deserto sabbioso : è caratterizzato da dune e barcane ( duna a forma di


ferro di cavallo )

 Erg o serir : caratterizzati da antichi depositi alluvionali

 Hammada : deserti pietrosi e rocciosi

FLORA : si tratta di formazioni vegetali xerofile ( abituate a vivere in zone


aride ) scarse o addirittura nulle.

FAUNA : è scarsissima , caratterizzata da dromedari , cammelli e rettili.

Tali ambienti sono caratterizzati da una temperatura stabile , che non


Ambienti mediterranei presenta forti sbalzi ( è mitigata anche dal benefico influsso del mare ) :
generalmente si hanno inverni miti e piovosi e lunghe estati secche.
Zone costiere del Mar Mediterraneo , Cile
centro – settentrionale , coste meridionali del

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Sud – Africa , Australia , Giappone meridionale Sul piano morfologico sussistono differenze tra un luogo e l’altro , legate
sostanzialmente alla diversa formazione geologica di questi spazi : si
passa dalle zone di montagna , a quelle di pianura , di collina , ecc …

FLORA : nelle zone mediterranee prevale la macchia , formata da piante


sempre verdi , arbusti , ciuffi d’erba resistenti alla lunga siccità estiva. Alla
macchia si accostano , in alcune zone , ampi spazi sabbiosi. Recentemente
l’uomo è intervenuto sulla vegetazione mediterranea , sostituendo il bosco
primitivo con essenze vegetali utili al consumo.

FAUNA : presenta fortissimi squilibri nella distribuzione e nel popolamento.


Essa è formata prevalentemente da mammiferi allevati dall’uomo ( per la
produzione industriale di carni , latte e derivati ).

Ambienti temperati Tali ambienti sono caratterizzati da una temperatura stabile

Zona astronomica che a Nord e al Sud FLORA : le principali specie vegetali sono costituite da :
dell’Equatore si estende dai Tropici ai Circoli
Polari : gran parte delle regioni europee , vasti
territori di Australia , Canada , U.S.A. e Russia  Foreste di aghifoglie o conifere ( regioni a clima continentale con forte
escursione termica ed inverni rigidi ed estati calde ) : si tratta di alberi che
vivono in alta montagna , utilizzati dall’uomo per la produzione di legname
e suoi derivati.

 Foreste di latifoglie ( regioni a clima oceanico - marittimo con inverni


relativamente miti e modesta escursione annua ) : sono costituite da un
insieme di piante sempre verdi ( querce , frassini , pioppi , betulle ). Si tratta
di una delle regioni naturali più radicalmente trasformate dall’intervento
umano.

 Prateria ( regioni a clima continentale temperato ) : è una tipica


formazione erbacee di graminacee e leguminose caratterizzante aree
contigue a quelle della steppa , che oggi interessa il 5 % delle terre emerse.
È generalmente considerata un “ area di passaggio “ tra la ricchezza della
foresta e l’abbandono del deserto. La prateria appare differenziata a
seconda delle diverse condizioni climatiche : essa diviene , dunque , landa o
brughiera , pampa ( Argentina ) , landa o puszta ( Ungheria ) , savana ,
steppa.

 Taiga : un bioma costituito in seguito al groviglio inestricabile di alberi e


licheni ( soprattutto a causa dello scarso apporto termico e del suolo
acquitrinoso ). È sviluppato principalmente in Russia e nella Siberia interna.

FAUNA : prevalgono le specie migratrici ( lupi, alci , cervi , ecc … )

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Ambienti glaciali Tali ambienti ( in particolar modo Artico ed Antartico ) sono caratterizzati
da una temperatura mai superiore ai 10 °C. Tali zone , anche se
contraddistinte da caratteri comuni ( enormi cappe di ghiaccio , alternanza
Artide , Antartide di periodi di chiarore e di periodi di oscurità ) , presentano notevoli diversità
ambientali.

ARTICO ( Polo Nord ) : è meno freddo dell’Antartico e non ospita vita umana.

FLORA : Mentre nelle zone più vicine al Polo predomina il permafrost ( un


suolo perennemente ghiacciato ) , il altre zone a temperatura meno rigida è
presente la tundra ( un’associazione erbacea costituita da muschi , licheni e
betulle ).

FAUNA : date le condizioni ambientali essa è costituita prevalentemente da


animali da pelliccia ( castoro , volpe argentata , lontra , zibellino ). Le durissime
condizioni di vita limitano o addirittura impediscono la vita attiva e operosa
dell’uomo ( che si è insediato solo all’estremo Nord del Canada , della Norvegia ,
dell’Alaska , della Groenlandia e dell’Asia Settentrionale in un’organizzazione
chiaramente dettata e scandita dalle avverse condizioni climatiche ).

17
Capitolo II – Popolamento e dinamica demografica

L’evoluzione del quadro distributivo degli abitanti sulla Terra , negli ultimi secoli , si è
assestata su eccezionali livelli di rapida crescita direttamente proporzionale : da un primo valore oscillante tra 5
e i 10 milioni di abitanti ( al tempo della Prima Rivoluzione agricola , 10.000 anni prima di Cristo ) la
popolazione umana ha raggiunto attualmente i 6 miliardi e continua ad aumentare in maniera vertiginosa.
Le statistiche hanno rivelato che , entro il 2050 , la popolazione supererà i 14 miliardi.

Risulta evidente , a tal riguardo , che la disponibilità delle risorse tende ad acquistare sempre più un
valore prioritario poiché da sempre strettissimo è stato il rapporto risorse – popolazione ( anche se
ultimamente gli studiosi sono sempre più preoccupati delle pericolose conseguenze della rottura di tale
equilibrio ).

I fattori principali dell’originario insediamento umano sono stati le potenzialità del suolo e le condizioni
climatiche favorevoli , come attesta l’attuale quadro distributivo della popolazione mondiale ( aree densamente
abitate ; zone repulsive a ogni stabile e duraturo insediamento umano , spopolate ed inospitali ). Nelle aree a
grande densità si possono distinguere due diversi “ modelli distributivi “ della popolazione :

 Il primo è derivato dagli insediamenti sui terreni fertili e produttivi.

 Il secondo è determinato dallo sviluppo industriale degli ultimi due secoli.

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Ad influenzare l’evoluzione quantitativa di una popolazione contribuiscono diversi fattori :

 Le cause relative alla mortalità ( bisogni , eventi bellici , epidemie ).

 La cause connesse ai fenomeni migratori e alla natalità.

Natalità : in genere questo fattore compensa largamente la mortalità ( come dimostrano i costanti
incrementi della specie umana nelle diverse parti del Pianeta ) e appare oggigiorno largamente realizzabile in
gran parte della Terra. Ma mentre nei confronti della mortalità l’uomo può solamente porse in una
atteggiamento difensivo ( le aspettative di vita sono aumentate grazie al miglioramento delle condizioni
alimentari , igienico – sanitarie e mediche ) , la natalità può essere ampiamente governata dall’iniziativa umana
ed è influenzata largamente da tutta una serie di fattori politici , sociali e religiosi :

 Fattori politici : il controllo delle nascite è stato da sempre regolarizzato nel corso della storia ( da Augusto
nell’antica Roma sino alla Russia del 1935 , che si adoperò per controllare il repentino popolamento della
regione siberiana , passando per una politica di sgravi fiscali attuata durante il Medioevo ).

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 Fattori religiosi : numerosi sono gli esempi di popoli estremamente prolifici perché religiosi ( Musulmani ,
Induisti , Cattolici ).

 Fattori sociali : il ritardo dell’età di contrazione del matrimonio e il diffondersi delle carriere ecclesiastiche
hanno contribuito a ridurre significativamente la natalità , soprattutto in passato.

Oggi nella maggior parte dei Paesi industrializzati l’indice di natalità è sceso al di sotto del “ livello di
ricambio “ ( il numero di bambini che una coppia deve generare per essere rimpiazzata ) con una media stazionante
al di sotto di 1,9 bambini per donna.

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La distribuzione attuale della popolazione è da mettere in relazione sia con le caratteristiche


dell’ambiente naturale , sia con le necessità umane di alimentazione e soddisfacimento dei bisogni ( negli ultimi
tempi questi ultimi hanno registrato una poderosa espansione , in stretta relazione con il notevole aumento
demografico terreste e con i crescenti squilibri produttivi e mercantili delle diverse aree geografiche ) : essa non si è
verificata con la stessa intensità e nel medesimo tempo in tutte le parti del Mondo.

 In Europa e in America lo sviluppo demografico si è registrato con l’evolversi e il diffondersi della


Rivoluzione Industriale e con i cospicui flussi di immigrati.

 In Asia la popolazione , del tutto stazionaria nel corso dei primi secoli dell’Era Moderna , ha conosciuto
una forte esplosione demografica solo in questi ultimi decenni.

Le zone più densamente popolate della superficie terrestre sono Asia orientale ( con il solo
17 % della crescita globale ) , Asia meridionale ( è stata la maggiore responsabile del 31% dell’incremento
demografico totale nell’ultimo decennio ) , Comunità degli Stati indipendenti ( CSI) , Europa centro-occidentale e
meridionale e America settentrionale.

Pure rilevanti sono alcune concentrazioni umane presenti al di fuori dei limiti di latitudine fissati sopra :
Africa tropicale e meridionale ( responsabile del 23% dell’aumento complessivo registrato nel periodo 1998 – 2008) ,
vicino Oriente , America centrale e istmica , America fascia costiera dell’America meridionale , Australia e
Nuova Zelanda.

In genere gli incrementi più consistenti si sono avuti nei Paesi più poveri , quelli meno attrezzati per far
fronte alle esigenze di nuovi arrivati e di ulteriori investimenti nel futuro.

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Densità : pur avendo scarso significato geografico ( se male utilizzato , fornisce dei valori diversi da quella che
è la realtà ) , tale fattore mediante i suoi diversi valori evidenzia più efficacemente le differenze nella
distribuzione quantitativa della popolazione nel Mondo. Il concetto è dato dal rapporto tra ammontare della
popolazione e estensione del territorio da essa occupato e decresce a mano a mano che si procede dalle zone
temperate verso quelle aride o verso quelle equatoriali , sub – artiche e artiche. Se la densità media della
Terra è di circa 22 ab. per Kmq , va tenuto presente che oggi oltre la metà dell’umanità ( Europa , America
settentrionale , Giappone ) è insediata su circa il 6 % della superficie terrestre, a dimostrazione del divario
sempre più grande e dai contrasti sempre più frequenti tra aree densamente popolate e aree estese ma del
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tutto disabitate. Simili contrasti sono presenti anche all’interno di un medesimo Continente e sono determinati
sia da cause strettamente naturali che esplicano da sempre un effetto frenante sul popolamento ( basse
temperature , aridità ) che da differenti forme di utilizzazione e organizzazione dl territorio ( talvolta nello
stesso territorio coesistono gruppi umani con attività economiche e tipo di vita completamente diversi ).
Numerosi sono gli esempi :

 Un esempio valido è fornito dall’Europa centro-occidentale , nella quale coesistono regioni ad


altissima densità e aree poco favorevoli ad un denso insediamento umano ( Scozia , Massiccio Centrale ,
Irlanda centrale ).

 Anche il Bacino del Mediterraneo presenta zone densamente popolate ( fascia costiera
partenopea , delta del Nilo ) e estese regioni disabitate ( steppe interne , altipiani ).

 Ma il problema non risparmia nemmeno gli Stati Uniti , dove accanto alle poderose conurbazioni
del Nord – Est ( favorite in gran parte dalle buone condizioni del clima , del suolo e del sottosuolo , dalla
notevole tortuosità della costa e dalla vicinanza dei mercati di sbocco ) si trovano altresì ampie
estensioni spopolate.

 Assai significativo risulta il confronto della densità tra Africa e Asia.

Accanto a regioni superaffollate , sono presenti anche enormi distese desertiche e


steppiche ( Deserto del Gobi , Tibet-Himalaya e altre zone ).
Asia
La distribuzione spaziale della popolazione cinese è molto fitta ed è da ritenersi il
risultato di un processo di utilizzazione razionale del suolo che ha mirato alla fruizione
delle sole pianure e all’applicazione di valide tecniche di irrigazione che assicurano una
maggiore garanzia alimentare ( dighe , canali , chiuse ) e provvedono a stemperare
alquanto la siccità : grazie a questi provvedimenti le depressioni dell’Indo e del Gange
offrono il posto a estese risaie.

CIVILTÀ DELLA RISAIA : l’ antica e accurata coltura del riso non impoverisce il
suolo e permette di sopperire ai bisogni di un’esuberante popolazione.

La distribuzione spaziale della popolazione africana è costituita da una forte


Africa rarefazione : accanto a aree desertiche e a quelle a clima equatoriale ( pressoché
disabitate ) coesistono vaste zone dissodati degli altipiani , incrementate da
un’ economia di mera sussistenza.

In queste zone le dighe e i sistemi di irrigazione e drenaggio delle acque sono


sensibilmente latitanti : in tal senso la diffusione di valide tecniche idrauliche
permetterebbe all’Africa di raggiungere migliori rese ettaro per ettaro.

CIVILTÀ DEL DEBBIO ( perfettamente adatta ad un Continente che dispone di estesi


territori vergini ) : si tratta di una pratica rudimentale di fertilizzazione del terreno che
consiste nell'incendio dei residui colturali o della vegetazione.

CIVILTÀ DEL MAGGESE : antica pratica consisti stente nel lasciare un terreno a
riposo per un certo periodo.
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La vistosa accelerazione della crescita demografica ha origini remote e di diversa
estrazione ( storica , economica e sociale ) tali da coincidere innegabilmente con alcune fasi dello sviluppo
storico mondiale e con diverse tipologie di regimi demografici :

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Fasi dello sviluppo storico Tipologie di regimi demografici

Rivoluzione del Neolitico ( X millennio a.C. ) : si tratta Regime di tipo antico : è caratteristico delle società
della prima delle rivoluzioni agricole che si sono primitive e definisce come fattori determinanti della
succedute nella storia dell’umanità , che segnò il impennata della natalità e dell’ elevata mortalità sia il
passaggio dall’uomo della pietra all’agricoltore , condizionamento forzato di un certo numero di braccia
garantendo a quest’ultimo la concreta possibilità di ( indispensabili alla sopravvivenza dell’intero gruppo
godere e fruire di derrate alimentari e di variare , nel familiare ) sia qualsiasi influenza di tipo religioso.
contempo , radicalmente la sua tradizionale attività.

Rivoluzione agricola ( XVIII sec. ) : riducendo carestie e Regime di transizione : è caratteristico delle XVIII sec. ,
miserie , agevolò in Europa una crescita esponenziale quando prese ad accompagnare di pari passo i diversi
della popolazione. cicli economici. Esso si divide solitamente in due fasi :

o La prima fase : caratterizzata dalla


riduzione della mortalità ( in seguito
alle migliorate condizioni sanitarie e di
vita ) e da una sostenuta natalità.

o La seconda fase : contrassegnata dal


calo del tasso di natalità , legato alla
nuova situazione sociale ( non più
propizia per incoraggiare le nascite e ,
quindi , contraddistinta da una
sensibile flessione dell’incremento
demografico ).

Regime di tipo moderno : contrassegnata da una netta


Rivoluzione Industriale ( XVIII sec. - XIX sec. ) : con le flessione del tasso di natalità , che arriva addirittura ad
sue innovazioni in ogni campo divenne la piattaforma eguagliare la mortalità fino a sfociare in una crescita 0.
ideale di una accentuata prolificità. Da una simile piattaforma si sono originate due diverse
forme di evoluzione demografica :

 Evoluzione demografica dei Paesi


industrializzati : qui il regime moderno , con la
preoccupante contrazione delle nascite , ha
superato ogni attesa e si dibatte con problemi
di mera sopravvivenza.

 Evoluzione demografica dei Paesi in via di


sviluppo : qui la fase di transizione non si è
ancora conclusa e continua una spettacolare
esplosione demografica.

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Problemi Eventuali soluzioni

Le crescenti esigenze umane stanno provocando Le misure da attuare per ridurre la pressione sulle terre
enormi danni alle principali risorse naturali ( dalle quali , in agricole , sulle fonti energetiche , sulle distese forestali e
definitiva , dipende lo sviluppo ) : sui corsi d’acqua vitali sarebbero favorire una crescita
più lenta ed un equa distribuzione della
 La aree industrializzate contribuiscono popolazione.
in larga parte al degrado ambientale a causa della
loro crescente richiesta di risorse aggiuntive , della
loro rilevante produzione di rifiuti e dei molteplici
effetti cumulativi delle loro attività. Essi , infatti , in
media consumano circa il 75% delle energie
disponibili , il 79% di tutti i combustibili
commerciali , l85 % di tutti i prodotti legnosi e il 72
% dell’intera produzione di acciaio.

 Concorrono ad aggravare maggiormente il


problema l’elevata prolificità e il rapido
incremento demografico delle aree in via
di sviluppo. I Paesi tropicali in via di sviluppo
hanno visto , negli ultimi decenni , 160 milioni di
ettari di spartiacque montano enormemente
degradati e un crescente aumento della
desertificazione.

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Allo stato attuale una delle principali priorità per il futuro del genere umano è l’azione rivolta a ricercare i legami
tra popolazione , risorse e ambiente , che potrebbero incentivare e coordinare su basi organiche e articolate le
varie politiche di sviluppo nazionale ed internazionale.

 Dati riguardo a questi legami sono stati soprattutto raccolti nell’ambito di alcune Nazioni più
sviluppate ( U.S.A. , Canada , Germania , Paesi scandinavi ).

 Nelle Nazioni in via di sviluppo è difficile procedere a simili analisi : la maggior parte di questi
Paesi produce materie prime avviate all’esportazione e , se si considera che negli ultimi anni i prezzi dei
principali prodotti sono caduti in modo significativo , ci si rende conto della gravità dell’improrogabilità dei
più spinosi problemi che affliggono attualmente gran parte dell’area terzomondista. Penalizzati dal mercato
mondiale ( i Paesi industrializzati hanno creato una sorta di cintura protettiva attorno alle proprie
produzioni ) , i Paesi arretrati sono stati costretti a privilegiare la produzione da destinare all’esportazione
senza che siano nel contempo aumentate le loro entrate complessive.

Per contrastare i sempre presenti problemi ( mancanza di equilibrio tra collettività nazionale e le risorse
necessarie a sostenerla ; la crescita a ritmi talmente rapidi da superare la capacità dei governi e delle

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istituzioni a fornire servizi opportuni come assistenza sanitaria , istruzione e possibilità di impiego ) alcuni
Paesi ( Cina , Costa Rica , Indonesia , Messico , Tailandia , Sri Lanka , Corea , piccole Nazioni insulari e
altri ) riservano una crescente attenzione allo sviluppo sia di aree urbane che di aree rurali , creando le
condizioni sociali ed economiche essenziali ad avviare una stabile ed articolata programmazione
demografica complessiva. Ma i loro problemi non sono da considerarsi prossimi alla soluzione.

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Mortalità : tende ad abbassarsi nei Paesi in via di sviluppo , grazie anche alla contemporanea presenza sia
di elementi giovani , che accompagnano la crescita demografica ( e ciò sta a significare che una gran parte della
popolazione è costituita da classi economicamente produttive ) sia di una quota via via crescente di elementi
anziani ( se l’aumento della vita media in termini di mero sviluppo rappresenta un sicuro successo , sul piano
della quantificazione della popolazione complessiva e dell’ampiezza della famiglia essa pone sul tappeto una
serie di scottanti problemi ).

 Emisfero settentrionale : la crescita demografica sarà il risultato dell’abbassamento del tasso di


mortalità , poiché la gente tende a vivere sempre più a lungo. Entro il 2025 gli ultrasessantenni risulteranno
più di un quarto dell’intera società e comporteranno tutta un serie di provvedimenti a loro favore ( aumento
dei costi per l’assistenza sanitaria e il peso della sicurezza sociali sui gruppi di età più giovani ).

Fertilità : negli ultimi 10 anni ha denotato una declinazione dimezzata se , da un lato , è piuttosto facile
apportare iniziali riduzioni al livello di fertilità ( da 6 a 4 bambini per donna ) , di contro appare problematico
produrre una ulteriore contrazione del fenomeno ( da 4 a 2 bambini per donna ) poiché ciò richiederebbe un
profondo cambiamento della politica demografica in generale e nell’ambito della famiglia in particolare. Questi
decentramenti ha costretto l’ONU a riesaminare i prospetti per la popolazione mondiale e a valutare con
maggiore attenzione la piramide del sesso dei vari Stati del Globo :

 Asia meridionale : nel quinquennio 85 – 90 la fertilità si è stabilizzata , arrecando nel panorama


antropico complessivo della regione una serie di preoccupanti conseguenze ( l’aumento demografico
maggiore riguarderà soprattutto l’India e il Pakistan entro il 2050 ). E tali conseguenze avranno ripercussioni
anche nel futuro , quando gli abitanti della Terra aumenteranno di altri 3 miliardi.

Durante i prossimi 25 anni non meno del 95 % della crescita globale della popolazione mondiale
si registrerà nei Paesi in via di sviluppo ( Africa , Asia e America Latina )

 Africa : attualmente presenta l’incremento più esplosivo , il più veloce nella storia umana per una intera
regione ( tasso annuo pari al 3% ). Tra qualche decennio si assisterà , inoltre , ad un più che grasso raddoppio
della popolazione complessiva : si calcola che nel 2025 il tasso di crescita del Continente africano sfiorerà il
20%.

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 Asia : la zona che comporta la crescita demografica annua più prolifica è sicuramente l’ Asia occidentale ,
che supera addirittura il Sud – Est asiatico ( un tasso annuo pari al 2% ). Entro il 203 sarà l’India ad imporsi
come Paese più popoloso del Mondo , soffiando il primato alla Cina.

 America Latina : attualmente sta crescendo del 2,1 % l’anno , con valori superiori alla media
continentale nell’America Centrale e nel Paragay.

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Religione : sin dai tempi più antichi ha impresso una forte impronta sulle manifestazioni culturali ( diversi
stili di architettura di templi , chiese , moschee che oggi , con la diffusione sempre più ampia dell’ateismo , sono
divenuti meri patrimoni artistici ; diversi simboli religiosi ; dislocazione di numerosi agglomerati urbani attorno a
luoghi sacri e di culto ) e sulle strutture sociali dell’uomo ( soprattutto in Inghilterra , Israele e Stati Uniti , dove
ancora oggi esistono sistemi scolastici separati per cattolici e protestanti e per ebrei e arabi ) , oltre che sui molti
aspetti sociali della geografia ( economia , politica , commercio , incremento demografico , usi e costumi ) e sull’
ambiente .

 Codice del vestire : come è noto , le donne musulmane devono indossare il velo , i sikh portano il turbante e
si lasciano crescere la barba , gli ebrei si lasciano crescere la barba.

 Commercio : Nel Medioevo la Chiesa cristiana condannava il prestito di denaro con interesse che veniva
invece adottato dagli ebrei , non obbligati da questa norma religiosa. Fino a poco tempo fa nei Paesi
musulmani non erano diffuse le istituzioni bancarie , perché il Corano ne proibisce l’uso. Si ricordi , inoltre ,
che i grandi pellegrinaggi religiosi hanno comportato grandi scambi di somme di denaro , svolgendo un ruolo
decisivo nelle economie dei luoghi di culto ( Lourdes, Fatima , La Mecca , Medjougorie ).

Economia : in questo ambito il contrasto è sempre tra un’ ideologia cattolica di uguaglianza e carità e un’
economia incentrata solo sugli interessi personali. La risposta ideologica della dottrina cristiana occidentale
al Capitalismo e al Socialismo è che il credente non deve essere avulso dalla realtà economica ma deve
coniugare la vita economica con i valori tradizionali cristiani ( onestà , rettitudine , spirito di servizio e
sacrificio , risparmio ).

 Agricoltura : Alcune piante sono diventate il simbolo di specifiche confessioni e credi religiosi. Ad esempio il
fiore di loto è accostato al Buddismo , la conifera alla Religione scintoista , la quercia e l’abete ad antichi
rituali germanici e così via.

 Allevamento : nei Paesi musulmani e nelle zone ebraiche non si allevano i suini , considerati immondi. Il
Buddismo vieta l’allevamento di animali per la produzione di carne e lana ( in questo modo viene favorito in
alcune zone del Giappone , dell’India , dello Sri Lanka e della Cina lo sviluppo di un preminente panorama
agricolo ). Gli Indù non mangiano pesce , uova o carne. Sono stati alcuni culti religiosi e determinare ,
nell’Europa mediterranea di 3.000 anni fa , la diffusione della vite ( da ricollegare al culto mediterranea della
Grande Madre , alla quale spesso veniva associato Dioniso , dio greco del vino ). Per i Musulmani è fatto
divieto bere vino : per questo motivo la parte orientale del Mediterraneo non ha una industria vinicola ( la
stessa Algeria , nella quale i francesi avevano impiantato ampi vigneti , dopo la conquista dell’Indipendenza è
sempre alle prese con un delicato problema di riconversione agricola ).

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 Geografia umana : La Chiesa cattolica è contraria alla contraccezione , incoraggia le famiglie più numerose
( per salvaguardare la continuità della fede ) e condanna la poligamia. L’Islam , pur non essendo contrario alla
contraccezione , non ostacola le famiglie numerose e permette la poligamia. Molte caste Indù proibiscono
alle vedove di contrarre nuove nozze e praticano la pratica del pardah , la completa esclusione delle donne
dalla società ( questo comporta una precisa differenziazione dei tassi di natalità , mortalità e fertilità ). Nello
sterile altopiano francese dell’Alvernia la particolare conformazione territoriale è alla base del diffuso
celibato religioso ( altissimo il numero dei figli diventati sacerdoti e delle figlie divenute suore ). Nelle zone più
agricole del Tibet e del Ladak molto diffuso è l’uso della poliandria ( donna che ha molti sposi ) che , insieme
alla presenza dei molti monasteri buddisti , contribuisce a limitare sensibilmente la popolazione ; di contro ,
nelle aree frequentate dai pastori nomadi , viene praticata la monogamia o addirittura la poligamia. Una
vistosa sperequazione delle condizione sociali ed economiche può vedersi chiaramente nelle due provincie
adiacenti del Baltistan ( regione abitata dai balti , musulmani e poligami , bene alimentati e viventi in una
condizione di diffusa agiatezza ) e del Ladak ( regione abitata dai ladaki , buddisti e poliandrici che vivono
alle soglie di una drammatica povertà ).

 Ambiente : può essere inteso essenzialmente come un libro in cui è scritta la storia culturale di un’area
(queste informazioni si possono ricavare direttamente dalle tracce più o meno forti che un’ ideologia , la una
particolare religione o anche solo una credenza possono lasciare impresse ) e , dunque , il prodotto di una
determinata cultura religiosa. Secondo lo studioso J . A. Walter vi sarebbero vari modi per interpretare un
paesaggio culturale :

o Prospettiva tecnologica : porterebbe ad enfatizzare le proprietà fisiche di un ambiente e a prestare


una minima attenzione al simbolismo , all’immaginazione e al legame religioso

o Prospettiva funzionalista : dovrebbe focalizzarsi sugli impatti psicologici dell’ambiente

o Prospettiva marxista : dovrebbe chiedersi da chi , perché e per chi l’ambiente è stato creato

o Prospettiva ecologica : dovrebbe mettere in rilievo l’ unità uomo - natura.

o Prospettiva cristiana : dovrebbe enfatizzare il giusto nesso essere umano – mondo fisico. Secondo
la religione l’essere umano è il dominatore del creato

o Condizioni socio – economiche : i luoghi di culto e di morte ( chiese , templi , cimiteri ) sono il segno
più evidente dell’impronta della religione su una determinata area , grazie ai numerosi simboli
religiosi di cui sono forniti. In secondo luogo , anche le forme di colonizzazione , in molte aree , sono
state fortemente influenzate dai fattori religiosi , che hanno contribuito a fornire una
caratterizzazione complessiva di una pluralità di contesti ambientali e socio- culturali diversi.

o Condizioni politiche : ma non mancano episodi in cui la religione è al servizio della strumentazione
politica. A tal riguardo si vedano gli esempi della Crisi balcanica ( che assume le caratteristiche di
una vera e propria “ guerra di religione “ che ha facilitato il sorgere e il consolidarsi della
contrapposizione democrazia - dittatura ) e della stessa guerra del Kosovo ( che ha avuto assai a che
fare con precise strategie geo–politiche , poiché la regione kosovara rappresenta un punto
nevralgico fondamentale nella politica Medio – orientale ).

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La consistenza di gruppi appartenenti a diverse fedi determina qua e la contrapposizioni frontali più o
meno accentuati.

 Livello locale : si assiste alla segregazione residenziale tra cattolici e protestanti ( Belfast ) e alla
ghettizzazione degli ebrei in molte città occidentali.

 Livello regionale : si assiste alla separazione tra aree cristiane e aree musulmane ( Libano ).

 Livello nazionale : si è assistito alla divisione dell’India ( India e Pakistan , 1947 ) e alla fondazione dello Stato
di Israele nel 1948 ( che ha infuocato ancora di più il contrasto tra ebrei e musulmani ).

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In molte parti del Mondo ( Africa , Asia , Mondo Musulmano ) la religione è un elemento dinamico e
vitale della cultura ed esercita un potente impatto sul comportamento e sulle abitudini degli individui.

 India : è il Paese dove l’influsso della religione è più profondo poderoso e impregna estesamente l’essenza
stessa della vita dell’uomo ( in tale misura da condizionare il tipo di alimentazione , il vestiario , l’istruzione ,
lo stato sociale , le attività economiche e perfino il tempo libero ).

 Paesi musulmani ( Indonesia , Asia meridionale , Vicino e Medio Oriente , Africa subsahariana ) : le
norme religiose coinvolgono l’intera popolazione.

 Società occidentali :

o Zone fortemente industrializzate ed urbanizzate : la forza coesiva della religione va attenuandosi.

o Zone rurali : la Chiesa continua a svolgere un ruolo chiave nella vita attiva ed operosa
dell’individuo e della famiglia. L’avvento del Capitalismo ha fatto in modo che il mondo rurale
abbia potuto ripresentarsi agli occhi della Chiesa in una “ veste “ diversa : il sistema
capitalistico ha contribuito al dissolvimento dei fondamentali valori etici , trasformando l’uomo
in un vero e proprio automa , fornitore di braccia e prole e al servizio del capitale in un
incessante gioco di accumulazione ( il cui scopo principale era quello di ottenere la ricchezza ).
Conseguenza più evidente è , dunque, il progressivo allontanamento dell’individuo dalla sfera
della Chiesa , che si è fatta sempre più portavoce di un messaggio evangelico incentrato sulla
sensibilizzazione del mondo agricolo ( l’aspetto positivo è la rottura di quel tradizionale
modello comportamentale si stampo post – profetico secondo cui l’ “ uomo di campagna “ è
tradizionalmente “ uomo senza Dio “ ).

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Ma in seno alla questione religione permangono ancora numerosi nodi problematici :

 Per secoli ( e forse ancora oggi ) la religione si è opposta alle scoperte


scientifiche , ha incoraggiato l’oppressione dei dissidenti , talvolta è subentrata al colonialismo e
allo sfruttamento oltre ad aver condannato le donne a vivere in uno status sociale inferiore.

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 I problemi del sempre più diffuso fondamentalismo religioso nelle aree musulmane , che
sostiene che non possa e debba assolutamente esserci una separazione tra religione e governo. La
crescita dell’Islam ( dal 1979 ) si è accompagnata con una serie di dimostrazioni di massa e opposizioni
violente verso lo sviluppo economico di stampo occidentale e modernizzante.

 In passato la Chiesa di Roma ha spesso condannato l’attività economica ( a titolo di esempio si


veda il caso del Medioevo , in cui veniva condannata la pratica del prestito ad interessi ) : oggi questa
istituzione religione può e deve legittimamente esercitare il potere che le è stato affidato senza cadere
nella tentazione delle pericolose ed anacronistiche esasperazioni del passato.

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In sostanza la religione plasma i principi morali su cui fondare uno sviluppo sostenibile ( uno sviluppo
che risponde alle esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le
proprie ) e accettabile e nel procedere a opportune trasformazioni strutturali e contingenti , capaci di
introdurre modifiche radicali nel rapporto uomo – ambiente ( grazie all’utilizzo dell’innovazione
tecnologica ).

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Capitolo III – Gli spazi rurali nell’economia tradizionale

SAU : superficie agraria utilizzata

SAC : superficie agraria coltivata

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Agricoltura : l’utilizzazione agricola del suolo ( quella parte superficiale della crosta terrestre
incessantemente modificata dall’azione combinata di agenti meccanici , fisici e biologici ) è una pratica molto
antica , risalente ai primi albori della civiltà , che assume in ogni spazio aspetti diversi per intensità e
rendimento.

Grazie a una serie di importantissimi fattori fisici ( condizione chimiche e fisiche dei suoli , caratteristiche
morfologiche e climatiche ) e fattori antropici ( forme di insediamento , entità e densità di popolamento ,
organizzazione e il grado di sviluppo socio–economico delle popolazioni ) la Terra si presenta articolata in una
variegata tipologia di fattezze rurali : per questo motivo abbiamo aree ad alta concentrazione agricola ( aree
caratterizzate da colture predominanti ; aree caratterizzate da colture miste ; aree a coltura intensiva , un sistema
di produzione agricola che mira a produrre grandi rendimenti in poco tempo e a costi minori, sfruttando al massimo il
terreno ) e aree a bassa resa o di emarginazione ( aree a coltura estensiva , un sistema di produzione agricola che ,
facendo ricorso a investimenti minimi e ad scarso utilizzo di macchinari , è votato a ottenere bassi rendimenti per
ettaro ).

Un’analisi distributiva dei tipi di ambiente rurale non può prescindere dal riferimento alle grandi fasce fito-climatiche
terresti , all’intima relazione esistente tra le forme originali di vegetazione e le colture che le hanno a mano a mano
sostituite. Le aree agricole sulla Terra si concentrano prevalentemente nelle zone temperate , in stretta relazione
con l’addensamento della popolazione, sino a scomparire del tutto nelle aree desertiche e settentrionali.

 Fascia equatoriale ( Africa centrale , America meridionale ) : la foresta pluviale , vegetazione


tradizionale , è stata solo parzialmente sostituita sia da colture indigene ( sono di mera sussistenza e
contraddistinte da bassi rendimenti ) che da piantagioni specializzate ( caffè , cotone , canna da
zucchero , piante oleaginose ) , che contribuiscono a diffondere anche una drammatica desertificazione
a causa dell’eccessiva utilizzazione del suolo ( prevale un suolo lateritico : una volta sottratto l’humus
fertilizzante alla foresta , il suo manto non può essere più rigenerato ).

 Fascia monsonica ( maggior parte del Sud-Est asiatico , aree a clima oceanico e temperato e ad
elevata densità di popolazione ) : qui il tradizionale manto vegetale è stato radicalmente sostituito dai
campi. Per questo motivo la SAU raggiunge quote elevate ed è dominata dal modello di una agricoltura
intensiva specializzata ( cotone , riso , canna da zucchero , iuta , ecc … ) che offre rendimenti diversi di
zona in zona in relazione al grado di sviluppo della popolazione ( il suolo giapponese offre una resa
unitaria ; il suolo indiano offre rese prevalentemente deboli e non riesce a far decollare la propria
agricoltura , nonostante i numerosi aiuti offerti dall’ONU ).

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 Fascia mediterranea : sebbene sia caratterizzata da una pressoché totale distruzione della
macchia a causa dell’azione nociva dell’uomo , da una prolungata siccità estiva e da un incalzante
processo erosivo del suolo questa zona presenta elevati indici di utilizzazione agraria. E così le colture
tradizionali ( ulivo , vite , agrumi ) si affiancano ad una variegata gamma di produzioni , grazie
soprattutto a capillari sistemi di irrigazione e al diffuso sistema delle serre.

 Fascia temperata boreale ( Africa settentrionale , America settentrionale , Europa occidentale ) :


è la fascia più fortemente antropizzata , poiché l’uomo è intervenuto a tal punto sull’ambiente ,
trasformare la terra ( spazio privo della presenza umana ) in territorio ( spazio al cui interno sono
presenti interventi umani ). Grazie all’apporto di tecniche avanzate e raffinate , abbiamo colture
diversificate ( portate avanti da un’agricoltura d’avanguardia ) e rendimenti e produttività altissime.
Ma questi fenomeni positivi si accompagnano spesso a un accentuato degrado ambientale , a un
crescente dissesto idrogeologico e a un gravissimo inquinamento delle acque interne o marine. Si
pratica un allevamento intensivo ( soprattutto in Europa centrale ).

 Fascia temperata australe : la minore densità umana e il più recente popolamento prediligono
un agricoltura estensiva ( solo in pochi centri si incontra un agricoltura intensiva ) , alternata a un
allevamento bovino ( Argentina ) e a un allevamento ovino ( Australia , Nuova Zelanda ).

 Fascia temperata fredda settentronale ( Canada , CSI ) : in questo territorio si estendono


ampi spazi di foreste di conifere ( Nord ) marginalmente bordati da colture di cereali ( Sud ).

 Fascia desertica ( Mauritania , Niger , Africa australe , Asia occidentale e australe ) : è


caratterizzata da zone aride e repulsive dal punto di vista agricolo anche se non di rado è possibile
trovare qualche coltura redditizia ( cereali , frutta , cotone , legumi ) , dovuta sostanzialmente agli
efficienti sistemi di irrigazione.

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Se si considera l’ estensione delle aree coltivate nel Mondo in relazione alla superficie territoriale del
nostro pianeta al primo posto figura l’Europa , seguita dall’America del Nord , dall’Asia , dall’America del Sud e
dall’Oceania.

Il pianeta agricolo si presenta alquanto variegato a seconda degli ambienti geografici e , a livello spaziale ,
a seconda di vari fattori ( condizioni fisico–climatiche del territorio , tecniche utilizzate , tipo di produzione e
organizzazione socio – aziendale dei differenti gruppi umani , ecc … ) viene ad assumere forme e tipologie diverse
:

Questo tipo di agricoltura si avvale di tecniche rudimentali e arcaiche e


Agricoltura di sussistenza presenta una bassissima produttività rivolta principalmente al consumo
diretto. Essa appare principalmente localizzata nelle comunità tribali
amazzoniche e nelle zone steppiche e desertiche ( Africa interna , Nuova
Guinea ).

L’agricoltura di sussistenza è divisa in tre sotto-tipi :

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1) Agricoltura itinerante ( o del ladang ) : si tratta di una
agricoltura dalle tecniche rudimentali ( tra le sue tecniche
maggiori spicca sicuramente quella del “ taglia e brucia “ ,
consistente nell’abbattimento e nell’incendio di manti di foresta
tropicale allo scopo di ricavarne apprezzamenti da coltivare ) e
costituita da suoli lateritici la cui vegetazione , se bruciata ,
difficilmente si rigenera. La popolazione è costretta a spostarsi
da un luogo all’altro all’estenuante ricerca di ulteriori spazi da
bruciare. È una forma caratteristica delle zone tropicale umide
amazzoniche , delle aree africane a savana e delle regioni più
interne dell’Asia.

Sul piano produttivo prevalgono colture cerealicole a basso


valore nutritivo ( sorgo , manioca , palme da olio, ecc … ) e ,
nelle zone a retaggio coloniale , colture specializzate ( cacao ,
caffè , palme da cocco , hevea , ecc … ).

L’agricoltura itinerante è sempre associata alla caccia e alla


pastorizia nomade e seminomade.

2) Agricoltura delle oasi : si tratta di una agricoltura


caratterizzata da un accentuato nomadismo , caratteristica delle
regioni aride e steppiche ( Sahara , Arabia Saudita , Medio
Oriente , Kazakistan ).

Sul piano produttivo , validi sistemi di irrigazione ( utilizzo degli


“ uadi “ , corsi d’acqua che scorrono solamente durante la
stagione delle piogge ; utilizzo di opere di sbarramento e
canalizzazione ) permettono la coltivazione di cereali , frutta e
legumi.

In questi territori pressoché inospitali i nomadi hanno potuto


fissare le loro sedi nelle oasi grazie all’introduzione di una
coltivazione più perfezionata : riuscendo a dominare le avverse
condizioni ambientali l’agricoltore ( libero di occupare il
territorio che vuole ) ha il compito di scavare e allontanare la
sabbia per rintracciare le falde umide nelle quali piantare
qualche palma. La sola proprietà possibile in questo ambiente
non è , dunque , l’albero ( in particolar modo la palma da
dattero ).

3) Agricoltura intensiva : si ha laddove l’attività agricola


predomina sull’allevamento e il territorio si presenta alquanto
esiguo in relazione all’eccessiva concentrazione umana. È una
forma caratteristica delle regioni meridionali e del Nord della
Cina , della fascia costiera indiana , del Sud - Est asiatico e di
altre zone. Il fattore decisivo nell’intensificazione del quadro
agricolo è costituito sicuramente dall’irrigazione che esercita un
influsso significativo ( nell’accrescere la durata del ciclo
vegetale e nel favorire diffusione di colture in particolari
ambienti climatici ).

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Il Villaggio : è il fulcro del paesaggio rurale dell’agricoltura


tradizionale , una vera e propria “ comunità democratica “ nella quale
gli abitanti vivono rispettando i valori di solidarietà e sono accomunati
da un culto comune ( solitamente il genio del villaggio ) , dal quale
difficilmente si separano e da alti valori ( la nascita non conferisce alcun
privilegio e gli unici privilegi sono ottenuti dall’ età e dai meriti conseguiti
nella vita comune ). La popolazione del villaggio può variare da poche
decine a qualche migliaio di abitanti ma in genere , data la forte
intensità , essa occupa un posto di assoluto rilievo nel paesaggio
complessivo. La dislocazione del villaggio obbedisce a diverse
preoccupazioni ( mettersi al riparo dalle inondazioni , lasciare alle
colture le terre migliori e facilmente irrigabili ) e , in genere , è situata
sempre nelle zone più rilevate ( lungo i fianchi delle colline e i letti dei
fiumi ).

 La tradizione giapponese tende a limitare il potere dei ricchi :


piuttosto che scontrarsi con l’ostilità del gruppo , i grandi
proprietari accettano le condizioni imposte dagli usi e dalle
consuetudini del gruppo.

 Il villaggio indiano è contrassegnato da una marcata divisione


interna incentrata sulle Caste , un vero e proprio gruppo socio-
economico professionale del tutto isolato dagli altri gruppi. La
Casta dominante che possiede la terra generalmente articola la
posizione socio-economica degli abitanti del villaggio ,
assegnando gli apprezzamenti , le risorse e delegando in varia
misura il potere.

Già sviluppatasi nel corso del periodo coloniale questo tipo di agricoltura
Agricoltura di piantagione ha subito una radicale trasformazione.

RIVOLUZIONE VERDE : dopo la Seconda Guerra Mondiale ( grazie


soprattutto agli aiuti di FAO , FMI e della Banca Mondiale ) nella fascia
intertropicale ha preso piede una diffusa mole di investimenti , mirati
essenzialmente a creare le basi per l’avviamento della lavorazione dei
prodotti della terra da parte delle prime industrie dei Paesi
arretrati. Questo complesso processo di ristrutturazione mirò
essenzialmente a incentivare lo sviluppo delle piccole imprese
contadine ( in seguito all’attuazione di intensi programmi di bonifica che
facilitarono la diffusione di nuove colture destinate al soddisfacimento
del fabbisogno delle popolazioni locali , fino a quel momento del tutto
emarginate dal gioco perverso dell’agricoltura di piantagione ).
L’agricoltura di piantagione si localizzò lungo le coste e le vie navigabili
interne , per agevolare lo smistamento dei prodotti verso le aree di
consumo della grandi potenze mondiali. Le risorse prodotte da questa
agricoltura interessando solo alcune grandi regioni assai specializzate (
America centrale e insulare , Brasile sud – orientale , zona circostante il
Golfo di Guinea ) e sono assai limitate : caffè , banane , zucchero ,
cacao , palma da olio, caucciù , spezie e palma da cocco.

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Mentre , da un lato , le piantagioni continuano ad occupare una quota
estremamente elevata della superficie coltivabile di alcuni Paesi ( India ,
Malaysia , Indonesia , Sri Lanka ) , dall’altro la commercializzazione dei
loro prodotti è ancora saldamente monopolizzata dalle grandi
compagnie straniere ( le popolazioni locali , vessati da una crescente
insufficienza delle dotazioni finanziarie e tecniche , rimangono al margine
dei circoli produttivi e mercantili ).

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I problemi della fascia intertropicale :

 Nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo i crescenti addensamenti su spazi
sempre più ristretti di masse diseredate obbligano la popolazioni locali a distruggere la quasi totalità
delle risorse – basi : nella loro implacabile ricerca di risorse ( cibo , acqua , combustibile , foraggio ) la
popolazione è costretta a sventrare i boschi molto più in fretta di quanto essi siano cresciuti e ad
utilizzare la terra agricola a livelli non sostenibili , insomma a sovraccaricare le aree agricole.

 Per generare una forma di scambio con l’estero ( che possa consentire di far fronte all’indebitamento e
di finanziare uno sviluppo sostenibile ) i Paesi in via di sviluppo sono costretti a aumentare
la produzione di legname e minerali e le esportazioni agricole oltre i livelli sostenibili. Oggi la scarsità di
acqua nelle aree agricole ( risorsa richiesta prevalentemente a scopo industriale ) rappresenta una delle
cause principali dell’emigrazione ( soprattutto dei contadini privi di terra verso le aree urbane ) , della
mortalità infantile e di una generalizzata povertà.

La maggior parte dei Paesi in via di sviluppo produce materie prime in genere avviate
all’esportazione : se si considera che negli ultimi 10 anni i prezzi dei principali prodotti ( rame , caucciù ,
minerale ferroso , zucchero , noci , ecc … ) sono aumentati , ci si rende conto della gravità dei problemi
che affliggono attualmente gran parte dell’ area terzomondista.

 Le pratiche agricole , soprattutto tra i gruppi più diseredati , non si evolvono con sufficiente rapidità ed
incisività e si presentano , allo stato attuale , come del tutto incapaci di far fronte al crescente aumento
della relativa domanda ( ciò comporta anche una generale diminuzione delle risorse naturali per lo
sviluppo ).

 Le strutture sociali e familiari ( sviluppate nel corso dei secoli ) non si adeguano tempestivamente ed
efficacemente a rapidi cambiamenti.

 I poveri più diseredati non dispongono di libertà ( né nell’impiego delle risorse né nelle dimensioni della
famiglia ).

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 Le donne ha un ruolo centrale , sia nell’ambito della popolazione che nella conservazione delle risorse :
esse interagiscono direttamente con il micro – ambiente dei Paesi in via di sviluppo e sono òegate
all’ambiente familiare.

 Tra i principali responsabili della deforestazione tropicale vi sono i coltivatore del “ taglia e brucia “ che
disboscano e coltivano aree forestali mancanti di opportune sostanze organiche che , una volta
abbattute , non possono adeguatamente rigenerarsi.

 Altra gravissima causa della deforestazione tropicale è l’ abbattimento a scopo commerciale ( in


seguito all’ incessante richiesta di materie prima da parte delle Nazioni industrializzate ).

 Elemento che non va assolutamente sottovalutato è l’irrigazione ( adoperata sia allo scopo di sfamare
un numero sempre crescente di persone che per fornire una sussistenza adeguata alle popolazioni
rurali ) : mentre in gran parte del Globo ( Asia , America Latina , regioni europee dell’ex Unione
Sovietica ) va registrandosi una progressiva estensione della superficie irrigua complessiva , non va
assolutamente sottaciuta una pericolosa controtendenza , quella legata ai gravi rischi portati da :

o Salinizzazione : essa , ogni anno , interessa una superficie di circa 1,5 milioni di ettari tra i migliori
terreni agricoli : Stati Uniti , Cina orientale , Medio Oriente , Africa settentrionale e occidentale e altri
territori.

o Alcolizzazione : dopo 10 – 12 anni di irrigazione continua senza drenaggi appropriati si vanno


accumulando sempre di più sali e materiale alcalino , sino a raggiungere addirittura quantità
tossiche.

o Dissesto idraulico : tale fenomeno viene causato dall’eccessiva saturazione idrica del terreno.
Dal momento che l’acqua può andare solo in profondità , affondo nel sottosuolo innalza
gradualmente il suo livello , sino ad allargare e infarcire le radici delle piante : in queste
condizioni la produzione subisce contraccolpi negativi e manifesta un pauroso calo irreversibile.

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In molte zone del Mondo i principali Spartiacque ( limiti geografici che dividono il territorio in diversi bacini
idrografici e svolgono tre funzioni essenziali : influenzano il clima , regolano il flusso d’acqua a valle , forniscono e
alimentano l’ habitat con una grande varietà di flora e fauna ) sono stati sottoposti a veri e propri assalti da parte
dell’uomo ( soprattutto nei Paesi tropicali in via di sviluppo ) , che ne ha danneggiato più di 160 milioni di ettari. E
così questi delicati ecosistemi sono stati sistematicamente distrutti o degradati in quasi tutti i Continenti.

 Zone montuose dell’Etiopia : nel corso di un paio di decenni il suolo e il manto vegetale sono stati
irreversibilmente danneggiati e il rapito incremento demografico ( unito a pratiche agricole
inadeguate) ha provveduto a ridurre gran parte della regione a una vita di sussistenza su terra erosa e
pendii gravemente disboscati.

 Zone montuose dell’ Ecuador e del Perù : ad aggravare l’instabilità del suolo ci pensano le tempeste
tropicali e lo sviluppo della deforestazione e della pratica del “ taglia e brucia “.

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 Sorgente del fiume Niger : qui la deforestazione ha ridotto il flusso a valle , al punto che gli affluenti si
sono prosciugati e vaste aree soffrono per la mancanza di acqua. Sempre drammatica è , inoltre ,
l’espandersi della desertificazione.

 Regione dell’Himalaya : è uno degli spartiacque più degradati della Terra e , negli ultimi anni , si è
notevolmente destabilizzato , soprattutto a causa della particolare struttura geologica del luogo
( montagne relativamente giovani ) , della conformazione territoriale e del clima monsonico.
L’ambiente himalayano è stato , dunque , vessata da una serie di gravi disagi : supersfruttamento delle
risorse forestali , espansione dell’orticoltura e dei raccolti di piantagione a spese delle foreste , diffusione del
sistema stradale , costruzione di dighe , crescita del turismo , cattiva gestione degli spartiacque ,
destabilizzazione del ciclo idrologico , aumento della siccità.

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Capitolo IV – L’ industria estrattiva e la comunicazione

Dopo lo sfruttamento del mondo vegetale e animale , l’uomo ha imparato a sfruttare le risorse minerarie.

Minerali : sotto questo nome , in una connotazione meramente restrittiva , vengono annoverati soltanto i
corpi solidi , cristallini ed inorganici presenti nella litosfera , in minima parte estraibili dal suolo o dal sottosuolo.
Il sottosuolo non contiene minerali allo stato puro ( privi di altre sostanze ). Questi ultimi sono , infatti , affiancati
dai ganga ( una parte pietrosa inutilizzabile ) : questo comporta tutta una serie di trattamenti da applicare ad
ogni minerali , prima di una eventuale utilizzazione nelle industrie ( ma non tutti i minerali hanno un’applicazione
industriale ) . Le risorse minerarie si possono dividere in :

 Minerali metallici : ferro , alcuni materiali preziosi , altri metalli non ferrosi.

 Minerali non metallici : essi sono localizzabili in tutte le formazioni geologiche e variamente
utilizzati.

Risorse agricole Risorse minerarie

Sono generalmente rinnovabili. Sono non rinnovabili : sono , dunque , limitate e soggette a
esaurimento.

Non tutti i giacimenti minerari , pur se ricchi di risorse , possono


essere sfruttati poichè essi devono contenere qualità e quantità di
materiale grezzo tali da permettere una sicura convenienza
economica , devono trovarsi in una posizione geografica
favorevole e garantire una possibilità di utilizzazione tecnologica
avanzata.

- Finchè non viene individuata una loro precisa possibilità di


applicazione , le risorse minerarie rappresentano solo
potenziali risorse.

- A determinare , il più delle volte , lo sfruttamento dei


giacimenti è soprattutto il fattore convenienza ( costo del
lavoro , accessibilità ).

- L’applicazione o meno di tecnologie può rendere utile o


meno l’utilizzazione del giacimento.

- L’attività estrattiva dipende da un efficiente sistema di servizi


di supporto derivati da strutture terziarie ( organizzazione di
trasporto e commercio ).

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Quanto alla loro distribuzione sulla superficie terrestre , sul nostro Pianeta le risorse
minerarie sono eterogeneamente distribuite : le aree a maggior concentrazione sono le zone più antiche
( archeozoica , paleozoica ) , quelle a minor concentrazione sono le zone più povere ( aree costituite da
rocce sedimentarie , dalle quali sono estratti quei minerari collegati ad attività secondarie ).

Ferro

È il minerale metallico più diffuso ( occupa il 6% della


crosta terrestre ) e , solitamente , è estraibile solo rocce Il primato della produzione ferrosa è detenuto dai Paesi della
dal contenuto ferroso superiore al 30 %. Della relativa Comunità degli Stati Indipendenti ( Ucraina , Monti Urali ,
massa. I maggiori giacimenti ferrosi sono concentrati in Kazakistan , Siberia centrale ) e dagli U.S.A. ( New England ,
pochi spazi ( prevalentemente nell’ emisfero Pennsylvania , Alabama , ecc … ).
Settentrionale , mentre la produzione europea
risulta alquanto modesta ).

Rame

La sua distribuzione è irregolare e concentrata in poche Il primato della produzione ramosa è detenuto dal Cile
parti del mondo ( America , Zambia , Ande cilene ). ( deserto di Atacama ) , la voce più importante del suo
commercio estero.

Alluminio e composti

( ossidi , silicati , ecc … )

La sua distribuzione sul suolo terreste è abbondante. Le maggiori produzioni di alluminio sono concentrate in
Dall’alluminio viene estratta la bauxite , che richiede Australia , Nuova Guinea , CSI , Europa e America Latina.
altissime quantità di energia per essere lavorata.

Stagno
Le maggiori concentrazioni di alluminio si hanno nella fascia
Si ricava dalla cassiterite ed è molto scarso in natura. Sud-orientale dell’Asia , mentre in Europa la produzione
stenta alquanto.

Il principale giacimento di piombo della Terra ( e anche il


Piombo e zinco principale deposito metallico ) è quello australiano di Broken
Hill. Le altre concentrazioni sono concentrate in U.S.A. , nella
CSI mentre , riguardo alla produzione di zinco grezzo zone più
gettonate sono l’Unione Europea , il Giappone , il Canada , gli
U.S.A. e la CSI.

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I poli di produzione sono concentrati in poche aree privilegiate , prevalentemente in Paesi
industrializzati e asserviti ad un ‘ economia di mercato , negli ex Paesi socialisti e nei Paesi del Terzo Mondo
(30 % ).

Riguardo , poi , ai tassi di consumo :

 Paesi industrializzati : i loro tassi di consumo sono molto alti , nonostante la flessione avvenuta
a partire della metà degli anni ’70. Esempio calzante è quello degli Stati Uniti che , con una popolazione
pari a meno del 6% di quella mondiale , sono costretti a diventare un grande importatori ( a causa degli
elevati tassi di consumo ).

 Paesi sottosviluppati : i loro tassi di consumo continuano stabilmente a conservare una bassa
incidenza.

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Simili squilibri tra produzione e consumo hanno determinato ( sia nei Paesi importatori che esportatori ) la
necessità di predisporre misure di tutela del patrimonio delle riserve minerarie , orientate sempre più verso
strategie di risparmio e di riciclaggio allo scopo di evitare sprechi che , se portati avanti con
tale ritmo , potrebbero portare l’intero Pianeta sulla soglia di una gravissima depressione mineraria ( poiché , a
lungo andare , tali risorse sono certamente destinate a scomparire ).

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Carbone Nel breve arco di un secolo e mezzo lo sviluppo industriale , l’aumento


demografico , il miglioramento complessivo del tenore di vita e l’alto grado di
urbanizzazione hanno spinto l’uomo ad un’affannosa ricerca di nuove formule
di utilizzazione delle risorse energetiche disponibili , in grado di soddisfare le
esigenze di una società sempre più tecnologica.

Oggi , per conseguire qualsiasi slancio industriale , occorre un’ ampia


disponibilità di energia , a cui il meccanismo di sviluppo deve necessariamente
attingere.

La “ Rivoluzione Industriale “ ( XIX sec. ) , con l’invenzione della macchina a


vapore , portò alla ribalta il carbon fossile , forte energetica che sostenne
l’intero processo di industrializzazione e che , associata alla forza naturale
dell’acqua , permise lo sviluppo dell’energia elettrica.

Successivamente , con l’invenzione del “ motore a scoppio “ e del “ motore


diesel “ ( grazie ai quali l’energia termica viene convertita in energia meccanica )
divenne possibile sfruttare anche nuove fonti energetiche , gli idrocarburi :
questi , in alternativa del carbone , agevolarono di molto le possibilità di
trasporto.

38
Ma fu il XX sec. a vedere la nascita di una vera e propria era industriale ( rapidi
Petrolio ritmi di crescita tecnologica , nascita di nuovi settori produttivi ) : vi fu una netta
impennata della domanda di energia e la conseguente ascesa esplosiva della
produzione petrolifera , che ebbe notevoli conseguenze sul quadro
economico mondiale ( negli Anni 50 il petrolio arrivò a contribuire con il 35 % sul
totale della produzione energetica mondiale , arrivando a toccare il 55% nel 1970 e
un nuovo aumento negli Anni 90 ) :

 Conseguenza più evidente il declino delle istallazioni industriali degli


antichi bacini carboniferi.

 L’ascesa del petrolio inaugurò una molteplicità di dipendenze :


dipendenza da un’ unica ( o quasi ) fonte energetica , da grandi
compagnie che assicurarono l’esclusiva e permanente distribuzione del
greggio ( grazie , soprattutto , ai poderosi finanziamenti degli impianti di
raffinazione ) , da dalle forniture dalla regione medio – orientale
( rispetto ai quali ben presto i Paesi avanzati cominciarono a rendersi
conto della propria vulnerabilità energetica ).

Anche se il problema di stabilire l’entità delle riserve e la loro distribuzione


Odierno quadro geografica era già stato posto da molti decenni , solo recentemente si sono
distributivo dei potute raggiungere alcune certezze in merito.
combustibili liquidi e
gassosi
 I Paesi dell’emisfero settentrionale ( Nord America , Inghilterra ,
Germania , Cina , CSI ) sono quelli con le più elevate riserve di
combustibili fossili ( carbone , antracite , ecc … ).

 Medio Oriente : la regione con le più elevate riserve di combustibili


liquidi e gassosi ( petrolio , metano , bitume , ecc … ).

 Giacimenti di un certo rilievo non mancano nemmeno in altre zone :


Romania , Siberia e Mare del Nord.

Molte sono le risorse nuove , tecnologie altamente rivoluzionarie destinate a


ricoprire un ruolo importantissimo nell’immediato futuro e a migliorare la stessa
Fonti alternative qualità della vita :

 Energia solare : può essere utilizzata per la conversione diretta di


energia termica in energia elettrica , per la conversione fotochimica
dell’acqua , per la conversione biologica delle biomasse ( materie
prime fornitrici di metano ) e per la produzione di energia termica a
bassa temperatura.

 Energia delle mare : può essere sfruttata solo nelle zone in cui la marea
è particolarmente forte.

 Energia geotermica : può essere utilizzata sfruttando le emissioni di


vapori dal sottosuolo allo scopo di alimentare potenzi centrali
elettriche.
39
 Energia ricavata dalle altre combustioni ( sabbie e scisti bituminosi ) : da
tali combustibili si possono estrarre ingenti quantità di petrolio.

 Energia nucleare : con l’introduzione di reattori autofertilizzanti


( generanti plutonio , ottenuto mediante la fusione dell’uranio ) si
potrebbe radicalmente ridurre il problema della disponibilità
energetica, problema cui oggi si tenta disperatamente di dare soluzione
( le soluzioni da attualizzare sarebbero una crescita contenuta dei
consumi , un aumento di impiego del carbone e un ridotto ricorso al
nucleare ) . L’energia nucleare , inoltre , ha originato una serie di
diatribe su scali nazionale ed internazionale , dividendo in due
l’opinione pubblica :

o Da un lato l’energia nucleare viene vista come condizione


necessaria per una soluzione definitiva al problema energetico.

o Dall’ altro lato essa viene avversata , per una serie di


preoccupazioni che suscita ( sicurezza degli impianti , rischio di
una scelta nucleare strisciante e forte dipendenza dall’estero da
parte di una fitta schiera di Paesi costretti inevitabilmente ad
acquistare l’uranio necessario per il loro consumo energetico ).

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

L’analisi delle varie reti della comunicazione mondiale ( terrestri , marittime , aeree ) , attraverso
l’ organizzazione del territorio , ci permette di conoscere :

 Il grado di sviluppo economico raggiunto nei vari spazi terrestri : da sempre lo sviluppo di ogni Stato è
coinciso con la realizzazione di nuovi mezzi di trasporto ( evoluzione dei mezzi marittimi , avvento della
macchina a vapore , costruzioni di reti stradali e ferroviarie , ecc … ) e con l’avvento della comunicazione
le cui vie sono diversamente distribuite sugli spazi terrestri a causa di una nutrita serie di fattori fisici . . .

 Il rilievo : aree pianeggianti ( favoriscono le comunicazioni terrestri e sono generalmente ricche di


strade , ferrovie , fiumi navigabili , canali ) , zone accidentate ( favoriscono le scarseggiano di vie di
comunicazione e consentono solo il trasporto di legname per fluttuazione ) , coste frastagliate e
portuose ( incentivano le vie marittime e talvolta consentono approdi naturali , consentiti da estuari ).

 Il clima : è importantissimo per quanto riguarda le comunicazioni marittime ( per la durata dei
periodi di gelo , per le condizioni meteorologiche , per il regime dei fiumi , ecc … ).

. . . e socio – economici :

 Il rigrado di sviluppo.

 La densità.

 Il crescita delgi insediamenti umani ( che intensifica la crescita dei collegamenti viari ).
40
 Il livello culturale e sociale.
Mentre questi due fattori sino al XVIII sec. hanno presentato un processo evolutivo alquanto lento – se
si escludono alcuni Stati più progrediti ( Inghilterra , Francia e Olanda ) - è con l’avvento della “
Rivoluzione Industriale “ ( XIX sec. ) che si sono avuti incredibili risultati ( utilizzazione dell’energia
meccanica ).

Queste le principali reti di comunicazione mondiali :

Comunicazioni terrestri L’incremento degli spostamenti di merci e passeggeri per via terra ( dovuti a
molteplici esigenze ) è risultato ingente negli ultimi tempi. Tali movimenti sono
collegati a tutte le operazioni commerciali e paracommerciali , all’impiego del
tempo libero e alla mobilità lavorativa delle popolazioni urbane.

Mentre un tempo le ferrovie costituivano l’unico mezzo di trasporto , oggi


questo ruolo spetta alla strada , che convoglia la maggior parte del traffico merci
e di quello per passeggeri ( in particolare del traffico turistico ). Le strade primitive
erano costituite da una traccia permanente lasciata sul terreno dal continuo
passaggio di uomini e animali da cui sorsero successivamente piste e sentieri.
Con l’invenzione della ruota e grazie al massiccio uso di veicoli trainati da
animali furono costruite le prime rudimentali strade pavimentate da ciottoli
costruite soprattutto dai Romani : queste ( che obbedivano soprattutto ai criteri di
efficienza e funzionalità ) venivano principalmente utilizzate per organizzare e
sottomettere più facilmente le popolazioni. Ad aumentare il numero delle
strade ci ha pensato il successivo progresso tecnico , soprattutto in merito al
miglioramento del manto di copertura ( asfalto ) e alla costruzione di
autostrade e superstrade.

Si stima che lo sviluppo della rete stradale artificiale del Mondo sia pari a 20
milioni di Km ( il primato è detenuto dagli U.S.A. ) : le principali strade asfaltate si
trovano sul suolo dei Paesi del Mondo sviluppato mentre i manti non asfaltati
e le piste desertiche sono propri Paesi del Terzo Mondo.

Le reti ferroviarie sono meno articolare di quelle stradali , offrono un servizio


Comunicazioni ferroviarie più rigido , non permettono il “ porta a porta “ ma richiedono tempi lunghi e
costi maggiori. Come il sistema stradale anche il sistema ferroviario segue criteri
di convenienza e utilità.

1825 : la prima linea ferroviaria fu quella che unì il tronco Darlington – Stockton ,
in Inghilterra.

1830 : importantissima fu anche quella che unì il tronco Liverpool – Manchester in


Inghilterra , prima che la ferrovia prendesse ad estendersi a tutti i Paesi civili.

1830 : la prima linea ferroviaria fu quella che unì il tronco Lione – Saint Etienne , in
Francia.

1835 : la prima linea ferroviaria fu quella che unì il tronco Norimberga – Furth , in

41
Germania.

1839 – 1840 - 1844 : in Italia si ebbero nell’ordine i tronchi Napoli – Portici ,


Milano - Monza e Pisa – Livorno.

1914 : le reti ferroviarie costituivano la principale via di trasporto , poiché


risultavano di gran lunga più veloci ed economiche rispetto alle altre
comunicazioni terrestri dell’epoca.

Fine XIX sec. : si ebbero le prime ferrovie a trazione elettrica , , sostituite


successivamente con quelle a combustione interne con motore diesel.

Prima metà del XX sec. : con l’affermarsi degli autoveicoli le reti


ferroviarie iniziarono a subire sempre più forte la concorrenza della circolazione
stradale fino a perdere nettamente la precedente posizione di primato. Tra strada e
ferrovia esistono alcune differenze :

 Strada : raggiunge sempre il centro abitato ; presenta sperso percorsi non


rettilinei ( supera montagne , pianure , valichi ) ;

 Ferrovia : assai spesso si snoda assai lontano dai centri abitati ; presenta
percorsi in prevalenza rettilinei ; supera le zone impervie mediante trafori o
bracci di mare mediante ponti.

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A seconda dell’andamento generale del tracciato le ferrovie si possono
distinguere tra :

 Ferrovie dei meridiani : collegano regioni diverse per latitudine


( per clima e produzione ).

 Ferrovie dei paralleli : collegano regioni più interne dei


Continenti con il mare.

 Le ferrovie dei paralleli più importanti sono le


transcontinentali ( America Settentrionale , America
Meridionale , Asia , Africa Meridionale , Europa , ex U.R.S.S. ,
Australia ) : esse sono numerose e caratterizzate da traffici
intensi.

Si stima che lo sviluppo della rete ferroviaria del Mondo sia pari a 1.245. 000
milioni di Km ( il primato è detenuto dall’America settentrionale ).

Uno dei tratti comuni a tutte le linee ferroviarie del Mondo è la presenza di reti
obsolete , sia per quanto riguarda gli impianti che il materiale rotabile : infatti le
ferrovie non sono oggetto di piani e programmi di ristrutturazione e
ammodernamento.
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Altre differenze si riscontrano tra :

 Paesi sviluppati : servizi ferroviari sempre più efficienti e rapidi ,


soprattutto grazie ai continui progressi tecnici.

42
 Paesi sottosviluppati : non dispongono di una vera e propria
rete ma di meri tronchi di penetrazione e congiunzione.

L’utilizzazione delle acque fluviali risale ad epoche antichissime.

Vie d’acque interne Prima delle ferrovie il trasporto via acqua rappresentava la forma di trasporto
più agevole e meno costosa all’interno di un Continente : attualmente essa è
condizionata da fattori ambientali e da una complessiva rigidità e si sviluppa
solo nelle regioni pianeggianti e piovose ( dove i fiumi possono scorrere
lentamente per lunghi tratti con regime regolare e direzioni favorevoli ).

L’uomo è comunque costretto ad intervenire su queste forme di trasporto , al


fine di assicurare una navigazione continua e un traffico sicuro e costante : tra
le opere umane più importanti ( che gli hanno permesso di superare i notevoli
dislivelli delle acque , di difendersi dalle alluvioni marine e degli impaludamenti
e di superare altri notevoli disagi ) vanno sicuramente ricordate le chiuse , i
canali artificiali e gli sbancamenti.

Negli ultimi anni il miglioramento delle vie terrestri percorse da trasporti


meccanizzati ha attenuato non poco l’incidenza del valore economico delle vie
d’acqua interne ( che risultano ancora troppo lente rispetto alle tradizionali vie
di comunicazione cui siamo abituati ).Fatto sta che oggi , per superare la
concorrenza ( ferrovie e strade ) , i fiumi e i canali avrebbero bisogno di una
sempre più accurata opera di sistemazione e allargamento molto costose. Per
questo motivo oggigiorno in molte aree del mondo alcuni canali sono stati
abbandonati ( Cina ).
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La rete mondiale dei trasporti fluviali è molto differenziata da zona in zona


poiché le vie d’acqua strettamente privilegiate sono rare e possono riassumersi
in quelle di determinate aree :

 Stati Uniti : il sistema idroviario si basa sulla rete del versante


centro – atlantico ( sistema dei Grandi Laghi ) e garantisce una
significativa percentuale di trasporto merci ( idrocarburi , materiali da
costruzione ).

 Europa : la rete navigabile più estesa è quella della Russia , dove il


Volga è collegato al Don a formare il famoso sistema dei cinque Mari
( Bianco – Baltico , Nero – Caspio – d’Azov ). Tale rete è rappresentata
soprattutto dai fiumi della pianura sarmatica , uniti tra loro da canali
navigabili. Altro importantissimo punto nevralgico dell’Europa centro –
occidentale – danubiana è il Reno , collegato con il Danubio , il Rodano
e una fitta serie di fiumi e canali con consentono lo svolgimento di un
intenso traffico e lo sviluppo del principale porto della Terra , il Porto di
Rotterdam.

Negli ultimi tempi si sono verificati importanti e radicali progressi nelle moderne
Comunicazioni marittime tecniche rivoluzionarie di propulsione marittima , che hanno migliorato il
43
sistema dei trasporti , aumentandone la velocità e la capacità e riducendone le
esigenze di manodopera : oggi , a differenza del passato , le navi possono
rapidamente raggiungere qualsiasi area portuale , grazie a modesti costi di
trasporto e a sempre più sofisticati livelli di sviluppo ( propulsione a vapore ,
motore diesel , turbina)

A differenza delle comunicazioni fluviali , i trasporti marittimi hanno ormai


superato quasi tutti gli ostacoli dell’ambiente fisico grazie a poderosi fattori
( taglio di istmi , apertura di canali , progresso della tecnica e della conoscenza dei
fondali marini ) che hanno permesso di abbreviare i percorsi oceanici di molto.

Al posto dei grandi transatlantici del passato oggi gli strumenti marittimi più
diffusi oggi sono le grandi navi cisterne ( o petroliere , il cui rapido aumento nel
corso degli anni ha causato terrificanti inquinamenti in molti ecosistemi marini )
e le navi specializzate ( che trasportano containers , grandi contenitori nei quali
vengono rinchiuse le merci per rendere più celeri le operazione di carico e
scarico ).

Il maggiore sviluppo degli ultimi 20 anni è legato sicuramente alla grande rete di
Trasporti aerei linee aeree su scala mondiale.

Mentre in un primo periodo la navigazione aerea si limitava ad attraversare i


Continenti o a sorvolare la periferia , senza avventurarsi in avventure
transoceaniche ( i primi voli transoceanici al di sopra dell’Oceano Glaciale Artico
risalgono agli Anni 30 ) oggi la massa dei viaggiatori e delle merci trasportate
per via aerea aumenta anno per anno : tali comunicazioni infatti , seppure
costose , assicurano la massima rapidità , coprono notevoli distanze e sono
notevolmente condizionate dal livello economico degli Stati :

 Paesi industrializzati ( U.S.A. , CSI , Inghilterra , Francia , Germania e


Giappone ) : il traffico aereo è costituito prevalentemente da velivoli
passeggeri ( regolati da particolari organismi ) e attira principalmente sia
viaggiatori ( su percorsi abbastanza lunghi ) che merci preziose ( la brevità
del viaggio riduce di molto i casi di furto e smarrimento ) , gli aeroporti sono
concentrati principalmente nei punti nevralgici e la distribuzione delle
rotte si concentra soprattutto nell’emisfero settentrionale ( tra le rotte
transoceaniche , le più frequentate sono quelle che collegano Europa e Stati
Uniti , quelle dell’Atlantico meridionale , del Pacifico e dell’ Indiano ).

 Europa Nord-occidentale e regioni Nord–orientali degli U.S.A. : il traffico


aereo è concentrato prevalentemente intorno a trasporti locali mediante
elicottero ;

 Paesi sottosviluppati : il traffico aereo è costituito prevalentemente da


grossi apparecchi per il trasporto merci . Qui il traffico aereo – che ,
nonostante il costo , rimane un mezzo economicamente vantaggioso –
attira principalmente sia viaggiatori di ogni ceto e merci comuni ( la brevità
del viaggio riduce di molto i casi di furto e smarrimento ).

Reti telematiche Oggi più che mai la gestione delle attività economiche è diventata sempre più
complessa : ogni settore economico deve costantemente e rapidamente
44
( Settore quaternario ) soddisfare le molteplici esigenze di un mercato internazionale sempre più
pretenzioso nella ricerca di prodotti di qualità e a basso costo.

Telematica ( tecnologie microelettroniche + telecomunicazioni ) : è


l’integrazione , su scala nazionale e internazionale , di sistemi di elaboratori con
serie di terminali per mezzo delle linee telefoniche e telegrafiche o delle onde
radio, attuata allo scopo di realizzare una rete di utenza per servizi che prevedono ,
tra l’altro , l’accesso interattivo a banche di dati , la riproduzione a distanza di scritti
o disegni ( facsimile ) , la trasmissione e ricezione di immagini ( telescrittura,
videolento, ecc.), la ricezione di notizie di pubblica utilità ( videotext , teletext , ecc. )
e la comunicazione simultanea tra più utenti ( teleconferenza ). In pratica il processo
telematico favorisce lo smembramento di tutte le attività produttive in ambiti e
spazi diversi e , parallelamente , l’organizzazione del lavoro all’interno delle
gestioni aziendali.

Elementi essenziali delle reti sono i vettori ( o nodi ) che possono essere sia
materiali ( cavi coassiali , cavi telefonici , fibre ottiche ) , che immateriali ( ponti
radio ) e , basandosi su canali o cavi , hanno lo scopo di migliorare l’efficienza
della trasmissione dei messaggi e dei segnali. Attualmente , dunque , questi
hanno provveduto a trasformare e migliorare i sistemi di comunicazione
globale mediante importantissime innovazioni ( sviluppo della tecnologia del
satellite ; l’introduzione e lo sviluppo delle reti di cavi in fibra ottica ; l’evoluzione
dei mezzi individuali per “ produrre e consumare immagini “ : cd , dvd , tv via
cavo ; sostituzione dei “ bit “ ai segnali analogici , ecc … ).

Ma le radici dell’attuale globalizzazione affondano soprattutto nell’istituzione della


rete Internet , nata negli Stati Uniti e successivamente estesa ad altri Paesi
con accelerazione progressiva ( tra i primi è annoverata l’ Unione Europea ). Da
questa statistica di sviluppo sono escluse le aree terzomondiste e l’Africa
tropicale , vero e proprio deserto telematico ). Oggi la rete Internet è un
mezzo che collega 40 milioni di computer in tutto il Mondo e consente
l’accesso immediato ad una pressocchè infinita serie di informazioni
( provvedendo ad annullare sempre più le macroscopiche distanze tra le distanze
geografiche e temporali ).

 I mutamenti degli ambienti terrestri nel tempo.

45
Capitolo V – Città , aree metropolitane e reti urbane

Città : testimonianza di un’antica trama urbana , esse nacquero dal bisogno primordiale degli uomini di occupare
una sezione di territorio per stare insieme , comunicare , scambiarsi informazioni , servizi , merci e prodotti. Ruolo
determinante nella crescita delle città giocarono il sito e la posizione , riuscendo ad assicurare la successiva
espansione dell’impianto urbano e rispondere a pieno alle esigenze di agevolare l’intensità di scambi e comunicazioni :
la concentrazione demografica e particolari istituzioni sociali e politiche , inoltre , furono possibili proprio grazie alle
risorse offerte dalla campagna ( fino al XIX sec. tutte le diverse forme di civiltà urbana erano legate ad una economia
di tipo rurale ).

 Nel Medioevo si avevano ancora città di piccole dimensioni , che rappresentavano punti di riferimento
amministrativi e commerciali per le aree circostanti , centri di mercato e di smistamento di beni
agricoli , la cui popolazione era costituita da proprietari terrieri , militari e amministrativi , religiosi ,
artigiani , commercianti , fornitori e utenti di primi esercizi ecc … Già a partire da questo periodo si
assistette ai primi tentativi di cambiamento delle funzioni originarie delle città , che vennero a svolgere
funzioni sempre più diversificate nel tempo e nello spazio ( sino ad allontanarsi radicalmente da
un’economia quasi fondata essenzialmente sull’agricoltura e sul feudalesimo ).

 Nel periodo rinascimentale l’ascesa della borghesia determinò una liberazione dai vincoli della
campagna e della proprietà terriera : fu creata una ricchezza urbana più autonoma derivante da
operazioni commerciali , finanziarie e dalla produzione di opere d’arte che presero ad affiorare sempre
più nel tessuto urbano.

 La Rivoluzione Industriale ( che rappresentò una fase di grandi trasformazioni nella struttura degli
insediamenti ) determinò una radicale modifica nell’ utilizzazione di vasti spazi , grazie alla diversa
localizzazione delle attività produttive , all’apertura di nuove vie di comunicazione e ai vistosi
spostamenti della popolazione : ci troviamo di fronte ad una nuova società urbana , nella quale viene
definitivamente alterato il rapporto città–abitanti e si afferma la rendita fondiaria urbana e di strumenti
di pubblico controllo ( piano regolatore , regolamento edilizio ). Successivamente una serie di diversi
fattori ( geografici , economici , politici ) generò , nel tempo , una netta differenziazione dei ruoli
urbani : da allora le città si differenziarono e non esplicarono tutte la stessa funzione , incominciando a
classificarsi e differenziarsi proprio in base alle condizioni ambientali e funzionali legate al sito ( città
portuali , turistiche , commerciali , industriali , ecc … ).

46
La città può essere vista come il risultato delle più grandi modifiche che l’uomo ha imposto al paesaggio , un
continuo divenire dove risultano ben chiari i segni e le varie tappe di sviluppo dei gruppi sociali.

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Settore terziario ( servizi ) : è il vero motore dell’economia cittadina e il fondamento dello sviluppo
moderno e futuro. Si tratta , infatti , di un settore in piena fase espansiva : oggi le città - dopo aver espulso le
industrie - sono soggette a decentrare sempre più la loro produzione in periferia o in nuove aree e a
specializzarsi in settori sempre più avanzati ( ingegneria , robotica , centri della direzione economica di
controllo). L’evoluzione tecnologica e della gestione dell’informazione facilita ed intensifica notevolmente anche
le relazioni tra i centri e la formazione di vaste aree metropolitane. Le attività terziarie , insomma , grazie ad
una serie di precipue qualità ( avanzamento tecnologico , innovazione , disponibilità di strutture specialistiche e
di supporto ) possono rappresentare un potente fattore di stimolo per l’adeguamento dell’intero sistema delle
imprese alle nuove esigenze qualitative di mercato. In altri casi il settore dei servizi , in assenza di una crescita
delle altre attività produttive , può funge da carta assorbente delle disoccupazione. L’ importanza del settore
terziario può emergere da una serie di considerazioni :

 La crescita dell’attività relativo ai settori primario ( agricoltura ) e secondario ( industria ) richiede un


consistente supporti di un numero di servizi.

 Lo sviluppo delle transazioni commerciali interne ed esterne esige un grosso potenziale di servizi.

 Il miglioramento del tenore di vita è in stretta correlazione con il miglioramento dei servizi.

 Il progresso di ogni Stato coincide con la realizzazione e l’introduzione di nuovi mezzi di trasporto e di
nuove vie di comunicazione.

 Il processo di espansione economico prevede il miglioramento delle condizione lavorative e la possibilità di


fruire di ampi ritagli di tempo libero.

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Nel periodo degli Anni ’20 – Anni ’60 la crescita urbana in queste zone è risu
ltata pari a due volte e mezzo il loro spessore iniziale.
Paesi industrializzati
Crescita industriale : il XIX sec. ha segnato l’inizio della cosiddetta società
industriale , nella quale l’attività economica di un Paese ha preso a ruotare
intorno alla diffusione della tecnologia , perfino al di fuori dei centri urbani
( cioè laddove l’industria generava più occupazione e le economie esterne
attiravano nuove imprese ).

Nel periodo post – industriale l’economia dei Paesi industrializzati è dominata


dal Settore terziario ( servizi ) , divenuto in breve tempo il vero motore dello

47
sviluppo economico ( TERZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA ) che ha
permesso la creazione di importanti punti di contatto tra una area urbane
centrale e la sua periferica o addirittura altre città vicina , dando un
contributo essenziale e decisivo per lo sviluppo delle più recenti strutture
megalopoliche.

Crescita urbana : è strettamente legata alla riorganizzazione dello spazio , in


modo da renderla compatibile con una ambiente più pulito ed disinquinato.
Le città sono ordinate ( grandi , medie , piccole ) e costituiscono l’armatura
organica della regione , il suo “ luogo di produzione “.

Geografia urbana : i cambiamenti sono stati tali da modificare radicalmente


la mappa dei rapporti sociali ed economici tra città e campagne , tra nuclei
centrali e comuni periferici. In un primo momento ( prima della Rivoluzione
Industriale ) la geografia urbana contava prevalentemente piccoli centri o
mercati dispersi e slegati tra loro che adempivano a mere funzioni
commerciali ed amministrative per le campagne circostanti.

Successivamente ( dopo la Rivoluzione Industriale ) la città iniziò a divenire


pian piano il centro della direzione amministrativa e il fulcro della
produzione , del commercio e di ogni attività finanziaria oltre che un polo di
attrazione per la maggior parte della popolazione rurale ( che , spostandosi
dalle campagne alle città , andò ad incrementare la sempre più crescente
ipertrofia dei nuclei urbani ).

Le prime forme di conurbazione interessarono soprattutto i principali


centri europei ( Inghilterra , Francia , Italia ) , l’ America ( New York –
Pittsburgh ) , i principali bacini carboniferi del Mondo ( Birmingham , in
Inghilterra ; Dusseldorf e Essen , nella Ruhr tedesca ) , i porti marini ( Liverpool ,
in Inghilterra ; Amburgo , in Germania ) e naturalmente le capitali di Stato.

Numerosi sono gli interventi di pianificazione territoriale


miranti a porre un freno alla dilatazione di alcuni centri cittadini :

 “ Città nuove “ ( realizzate in Olanda , Polonia , Russia , Belgio ) : piccoli


centri o villaggi di campagna ( forniti di infrastrutture industriali , di
servizio , di quartieri residenziali e di aree per il tempo libero ) che , con
l’auto dello Stato , avevano il compito di accogliere una parte
dell’eccesso di popolazione di un centro sovrappopolato e costruire un
nuovo polo di sviluppo assolutamente indipendente.

 Sistemi urbani distorti e squilibrati :

Verso la fine degli Anni ’60 il problema di riequilibrare la distribuzione


della popolazione tra città e campagna fu affrontato dalle autorità
francesi , che progettarono piani tendenti a svuotare l’area parigina e a
promuovere nuovi poli di sviluppo : tali problemi hanno , però ,
dimostrato ben presto tutta la loro inefficienza , arrivando in alcuni casi
48
anche ad ampliare l’iniziale squilibrio città – periferia , piuttosto che
risolverlo in modo definitivo. Conseguenza più evidente di questa
inefficienza , nonostante le molteplici misure restrittive tentate , fu che
le città si sono sempre più dilatate ( Parigi, Londra , Milano , Napoli ).

 Milano : è una rete urbana che sta sperimentando un sistema


ordinato ed integrato con le aree funzionali. Oggi Milano è una
vera e propria città – regione.

 Napoli : non esiste un equilibro nella successione gerarchica


della funzione urbana , per cui centri minori non riescono a
esplicare un’autonomia di ruoli e mansioni , nonostante la
presenza di una grossa taglia demografica .

Oggi le nuove tendenze di riequilibrio urbano mirano alla creazione di


un sistema urbano regionale dove , all’interno di ogni regione ,
vengano ripartite le varie funzioni urbane ( residenze , industrie , servizi )
legate ad una serie di assi dotati di efficiente mezzi di trasporto : tale
sistema sembrerebbe risolvere in maniera costruttiva il problema
demografico , razionalizzandone gli aspetti distributivi.

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Numerosi sono i problemi che affliggono i centri urbani dei Paesi


industrializzati :

 Urbanesimo : le grandi città industriali sono state interessate da una


accentuata dispersione demografica , dovuta sia all’impoverimento
progressivo della risorsa territorio sia al decentramento industriale
verso l’esterno.

 Contro - urbanizzazione : ha avuto inizio con la crisi dell’industria. Le


grandi città , non potendo più soddisfare le sempre crescenti richieste
occupazionali , hanno preso via via ad espellere le attività produttive ,
specializzandosi in servizi rari o quaternari ( telematica , tecnologia ) e
divenendo , così , veri e propri poli operativi , fornitori di servizi. In
seguito a ciò la popolazione ha abbandonato tali centri , trasferendosi
verso centri urbani medi e piccoli e determinando , quindi , una
sensibile ripresa demografica ed economica e il conseguente sviluppo
di molte attività.

 “ Diseconomia di congestione “ : si tratta di una deconcentrazione


urbana , una deindustrializzazione delle aree centrali ( interessare da
una massiccia terziarizzazione ) e di un nuovo ruolo produttivo delle
aree periferiche.

 Problemi ambientali : inquinamento atmosferico , smaltimento dei


rifiuti , abusivismo , presenza di grossi agglomerati.

Nel periodo degli Anni ’20 – Anni ’60 si è avuta una sensazionale espansione
Paesi in via di sviluppo dei centri urbani di maggior rilievo ( otto volte il loro spessore iniziale ). In
termini di crescita demografica è un dato di fatto che più popolazione genera
49
agglomerazione e ciò è particolarmente evidente in questa area del Mondo.

Crescita industriale : il divario con l’Occidente industrializzato è relativa


essenzialmente alla mancanza di strutture e infrastrutture al di fuori dei
centri urbani.

Crescita urbana : si traduce in generi di vita ai limiti della sopravvivenza , a


causa di numerosi problemi ( carenza di approvvigionamento idrico , crisi degli
alloggi , deficiente del sistema fognario , mancanza di strutture igienico-sanitario
adeguate ). Le città non hanno un loro ordine ( a differenza della realtà
europea ) , non costituiscono l’armatura organica della regione e
rappresentano pure e semplici sedi di attività terziaria ( Pubblica
Amministrazione , commercio all’ingrosso e al minuto , centri direzionali di
compagnie petrolifere e minerari ).

Pressione demografica : provoca una vera e propria inflazione urbana.


L’iniziale accrescimento della popolazione non trova corrispettivo nello
sviluppo di un’economia già di per sé precaria nei mezzi per sopperire ai
bisogni dei nuovi cittadini ma determina insediamenti alternativi miserabili
che presentano denominatori comuni ( insalubri condizioni igienico –
sanitarie , tenori di vita ai limiti della sopravvivenza ) e assumono nomi diversi
a seconda dei luoghi ( favelas , tugurios , bidonvilles ).

Urbanesimo : acquista proporzioni impressionanti e il suo motore principale va


ricercato nella sostenuta crescita demografica ( a contrario dei Paesi
industrializzati ) che , sin dagli Anni ’50 , ha caratterizzato le aree più vulnerabili
del sistema economico mondiale. La crescita puramente fisica di una città , non
evoluta omogeneamente , ha comportato una dualità di reti urbane :

 Prima rete urbana : comprende le sue originarie funzioni politiche ,


industriali e commerciali.

 Seconda rete urbana : è al servizio di una massa di poveri e diseredati ,


insediati in spazi degradati privi di strutture adeguate e di basi
produttive.

” Arcipelago della fame “ : in questa zona si ritrovano città mostruose


con alti indici di densità , con una media che oscilla dai 4000 abitanti per
Kmq ( Calcutta , Cairo , Rio de Janeiro , Bombai , Città del Messico , ecc … ).

-------------------------------------------------

Le città più grandi o più fortunate hanno progressivamente emarginato i centri e le stese città più piccole ,
ampliando la loro area gravitazionale.

50
 Pesi avanzati : il decentramento industriale , la ridistribuzione della popolazione e la creazione di
servizi in grado di rivitalizzare i piccoli centri hanno permesso il rimodernamento della città e lo
sviluppo delle campagne circostanti ( in alcune aree il contrasto tra il modo di vivere della città e il modo
di vivere della campagna si è decisamente attenuato fino ad annullarsi ). Le città sono diventate poli di
sviluppo regionale , con il compito di ripopolare e rivalutare le aree attraverso il varo di una incisiva
serie di politiche di riorganizzazione territoriale , finalizzate a un migliore utilizzo delle risorse
disponibili ( città nuove , città giardino ) : il ruolo del nuovo centro urbano , dunque , è strettamente
legato alla capacità di riorganizzare lo spazio che la circonda ( chiamato umland : questo , talvolta , può
estendersi sino a far assurgere alcune città al ruolo di vere e proprie città - Stato ). Lo spazio industriale deve
svolgere una funzione direttiva e organizzativa , impegnandosi nella produzione di servizi.

 Paesi arretrati : solitamente in questi territori si ha una sola città che si sviluppa in modo
caotico , anarchico ed eccessivo all’infuori di ogni schema razionale , diventando in poco tempo un
coagulo obbligato di un territorio molto vasto , schiacciato da un peso demografico sempre ingente.

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Regione : sul piano geografico il termine indica una porzione più o meno estesa dello spazio terrestre,
costituita da luoghi contigui con caratteristiche affini e tali da diversificarsi dai luoghi circostanti. Sul piano
politico-amministrativo , invece , il termine indica la divisione amministrativa di un territorio o di un’entità
speciale , storicamente consolidatasi mediante specifiche esperienze culturali , politiche e sociali nonché una
area con precipue e distintive caratteristiche economiche. La regione può essere individuata :

 Da un punto di vista formale : se si pone l’accento sui caratteri dei luoghi ( industrie , spazi agricoli e
altro ). In questo caso “ urbanizzare “ significa decentrare la popolazione , gli impianti industriali , creare
infrastrutture , centri di servizi , rivitalizzare città e villaggi , allo scopo di eliminare le differenze tra i
modi di vita urbani e quelli dei dintorni.

 Da un punto di vista funzionale : se si pone l’accento sui intensità dei flussi di beni , servizi , persone ,
capitali e informazioni. In questo caso “ urbanizzare “ significa ridurre gli squilibri tra città e dintorni
attraverso una adeguata redistribuzione di flussi di merci e servizi ( una rete di centri funzionali minori ,
ben collegati tra loro ).

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Teoria delle località centrali ( Walter Christaller ) : in base a questa teoria il grande centro
cittadino dovrebbe essere collegato in tutti i suoi punti allo umland ( lo spazio che gravita attorno ad un centro
urbano ) attraverso un’efficiente rete di comunicazioni , i cui nodi fondamentali corrispondono a centri funzionali
di diverso livello ( servizi comuni , servizi meno utilizzati , servizi rari ).

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La città può assumere diverse forme :

 Metropoli : città che occupa una posizione centrale in una determinata area , esercitando su di essa
precise funzioni direzionali e organizzative.

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 Conurbazione : deriva dall’espansione contemporanea di un’insieme di città , che progressivamente
riducono le loro distanze sino a fondersi intorno ad una sola metropoli. Proprio attraverso simili processi
di collegamento tra metropoli e centri minori e adiacenti si giunge alla formazione delle cosiddette aree
metropolitane , i cui legami diventano intensi soprattutto se esistono efficaci sistemi di comunicazione
( reti in grado di rispondere alle esigenze di un intenso flusso di persone , merci e servizi ).

 Megalopoli ( Boston – Washington , Città del Messico , Rio de Janeiro – San Paolo ) : si formano quando
aree metropolitane contigue sono collegate tra loro mediante scambi di tecnologie avanzate ,
informatiche e telematiche. Tali concentrazioni urbane si presentano molto sviluppate e si avvalgono di
autentici corridoi di alta tecnologia.

Capitolo VI – Gli spazi extraurbani

Sin dai tempi più antichi l’uomo ha sfruttato il mondo animale e vegetale al fine di soddisfare le sue esigenze più
elementari ( procurarsi cibo , coprirsi , ricevere aiuto nel lavoro ).

 Economia distruttiva : era l’economia umana iniziale , volta a fornire solo cibo e lavoro.

 Economia conservativa : si sviluppò quando l’uomo cominciò ad addomesticare alcune specie


animali , provvedendo anche al loro ricovero.

 Economia produttiva : è dettata da un insieme di attività finalizzate ad assicurare nel modo più
efficace e razionale la sopravvivenza , l’incremento e il miglioramento elle specie animali e vegetali ( le
risorse primarie per i bisogni dell’uomo ).

Forme di agricoltura - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Agricoltura specializzata Questo tipo di agricoltura ( che sembra affondare le radici nella stessa
colonizzazione europea ) si riferisce a un tipo di economica in cui
( capitalistica o speculativa ) l’agricoltore lavora in genere per il mercato ( di cui è tributario sia come
produttore che come consumatore ) e per l’industria.

Europa continentale L’agricoltura capitalistica si avvale di grandi aziende , molto spesso


interessate esclusivamente al profitto ( e senza tenere minimamente conto
America settentrionale degli impatti sull’ambiente ) : ne deriva che i vari tipi di coltura e di
allevamento e lo stesso paesaggio rurale ( clima , condizioni del terreno )
( qui vi sono ben belts , fasce colturali che si sono facilmente meccanizzabili ( molto spesso viene definita “ agricoltura
snodano da Nord a Sud e sono : quella del grano,
senza contadini “ ) e notevolmente condizionati dalla prospettiva degli
del latte , del mais , del cotone e delle colture
specializzate ) sbocchi sul mercato. I punti di forza di questa agricoltura sono :

parte dell’ America Latina  L’enorme disponibilità di spazio è un elemento chiave della
produzione agricola specialistica e consente di adeguare l’offerta al
( l’America Latina presenta al suo interno forti mutare della domanda ( con l’allargamento o la riduzione dello
diversità ed è l’esempio più lampante di spazio messo a coltura ) in relazione all’andamento del mercato
agricoltura di tipo speculativo : affianco ai internazionale.

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sistemi agricoli dei popoli arretrati , dediti ad
un’economia di sussistenza , troviamo una  La larga disponibilità di mezzi finanziari.
agricoltura speculativa e coloniale tipica di
vaste zone e portata avanti da sistemi moderni
ed integrati in zone dove la passata  Lo scarso impiego di manodopera ( meccanizzazione ).
colonizzazione creò , a suo tempo , aree
specializzate nella coltura delle piantagioni )  L’efficace collegamento tra industrie produttive e industrie di
trasformazione.
Australia

Nuova Zelanda
Agricoltura capitalistica di tipo intensivo : è applicata solo a spazi limitati
Sudafrica e utilizza forme tecnologhe sofisticate e sperimentazioni di stampo
biogenetico ( Giappone ).

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Giappone Mentre , in una prima fase , lo sfruttamento fu limitato al solo settore


zootecnico ( creazione di embrionali forme di allevamenti estensivi di bovini
( agricoltura capitalistica intensiva ) in America, Sudafrica , Australia , Nuova Zelanda ) , con la Rivoluzione
industriale si ebbero notevoli cambiamenti in seno ai regimi alimentari e
alle diete dei Paesi più avanzati : aumentò repentinamente la domanda
di carne e soprattutto di cereali.

Si tratta dell’ agricoltura relativa all’economia socialista , frutto di una


Agricoltura socializzata organica pianificazione delle forze produttive e di un uso razionale delle
risorse tendente a quantificare con assoluta priorità la produzione di
derrate alimentari , le scorte e i sistemi di distribuzione.
Paesi socilaisti
L’organizzazione territoriale dei Paesi socialisti non presenta le
Europa orientale medesime caratteristiche in ogni luogo : questo a causa , soprattutto ,
della diversa durata dell’esperienza socialista nei vari Paesi e delle
Cina peculiarità distintive dei singoli processi storici.

Cuba  Ex Unione Sovietica : la ristrutturazione agricola in senso socialista


si è avuta all’indomani della Rivoluzione russa ( 1917 ) ha
provveduto , dapprima , a trasformare la grande proprietà in una
nebulosa di apprezzamenti individuali per poi sostituirla con una
collettivizzazione integrale ( che , anche se ha incontrato una
strenua resistenza da parte dei contadini , ha contribuito a far
risorgere le differenziazioni sociali e la piccola proprietà agraria con
manodopera salariata ).

 Europa orientale , Cina , Cuba : la socializzazione delle terre è


avvenuta dopo la Seconda Guerra Mondiale e si è accompagnata a
ad una spiccata eterogeneità nelle strutture agrarie.

Sono in Cina negli Anni ’50 e ’60 ha preso piede un vasto processo
di collettivizzazione integrale che ha finito la fine della proprietà
contadina ( anche se , negli ultimi tempi , in tutto il Paese si è
irradiata un ‘ articolata modernizzazione dell’interna economia
nazionale ).

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Forme di allevamento - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Oggi l’allevamento assume forme diverse :

 Moderno ( intensivo ) : è effettuato secondo criteri tecnici su razze di animali selezionate o razionalmente
incrociate con la piena attuazione di tutti i dettami igienici e sanitari e con l’impiego di ingenti capitali. È
tipico dell’Europa continentale e dell’America settentrionale.

 Tradizionale ( estensivo ) : è compiuto su base familiare e artigianale.

 Ostentativo : è volto a dimostrare il prestigio di una famiglia ed è caratteristico dell’Africa occidentale e


orientale.

 Nomade : è contraddistinto dalla migrazione stagionale delle greggi ed è caratteristico dell’ Asia centrale e
Africa settentrionale.

 Transumante : è contraddistinto da due spostamenti stagionali delle greggi ed è caratteristico dei Paesi semi
- aridi.

 Stabulato : è di tipo esclusivamente industriale ed è caratteristico delle zone industrializzate dell’ Europa e
dell’ America setterntuironale.

 Semistabulato : è caratterizzato da un pascolo all’aperto nelle stagioni miti e da un ricovero durante l’invero
ed è caratteristico dell’ Europa continentale e delle grandi pianure U.S.A..

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È caratteristico delle zone a clima temperato umido ( steppe continentali


Allevamento bovino dell’emisfero australe , Centro – Ovest dell’America settentrionale ) , dove
la presenza di pascoli abbondanti favorisce lo sviluppo di una delle più
importanti forme di economia zootecnica ( per il valore dei prodotti , per
Asia l’entità dei capitali utilizzati , per la forza – lavoro ).

( il maggiore centro di irradiamento A seconda delle attitudini e dalla forma di sfruttamento cui sono
dell’allevamento ) sottoposti , i bovini si possono distinguere in :

 Bovini da carne ( vitelli , manzi ) : sono allevati estensivamente


zone a clima temperato umido nelle praterie dell’Emisfero meridionale ( Argentina , Paraguay ,
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Uruguay , Australia , Nuova Zelanda ) e intensivamente nelle aree
( Stati Uniti , Argentina , Brasile , Australia Sud – industrializzate dell’America settentrionale , in Europa e in Asia.
orientale , Nuova Zelanda , ex U.R.S.S. )
 Bovini da latte : sono allevati intensivamente nell’ area
americana dei Grandi Laghi , in Inghilterra , in Francia , in
Germania , in alcune zone dell’ ex U.R.S.S. e in alcune zone
dell’Italia ( Padania ).

 Bovini da lavoro : sono tipici delle regioni a modesto livello


economico ( Asia Sud – orientale , Cina , India ) dove , per motivi
religiosi , non potrebbero avere altra utilizzazione.

I principali prodotti derivati dell’allevamento bovino sono carne , latte ,


burro , foraggio e pelli che hanno permesso lo sviluppo di importanti
industrie alimentari ( Argentina , Uruguay , Stati Uniti , Francia e Italia )
che , grazie a moderne tecniche di conservazione e refrigerazione , hanno
raggiunto un grande sviluppo.

1) CARNE

Oggi l’allevamento bovino fornisce un’elevata produzione di carne ( il


prodotto di maggior importanza , se si pensa che la sua produzione
complessiva mondiale è di circa 400 milioni di quintali ). Importantissimo
evidenziare anche la drammatica situazione di disequilibrio tra gli
abitanti dei vari Stati in merito alla disponibilità pro-capite di carne :

 Canada , U.S.A. e Argentina : sono i principali esportatori di


carne nel Mondo ( da soli offrono circa il 95% della produzione
totale mondiale ).

 Europa ( fatta eccezione per Olanda , Danimarca e Svizzera ) , Asia : la


produzione di carne resta bassissima.

2) LATTE

La produzione di latte è discreta in tutto il Mondo. Il commercio di latte


fresco è , però , molto limitato e si svolge soprattutto tra i Paesi
europei.

3) FORAGGIO

Fiorente è anche la produzione di foraggio ( Stati Uniti , Francia e Olanda).

4) BURRO

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La produzione di burro ha i suoi massimi esportatori in Germania e Nuova
Zelanda.

5) PELLI

La produzione di pelli è concentrata in India , Pakistan e Etiopia.

Allevamento ovino È caratteristico delle zone a clima semiarido dove lo scarso insediamento
umano e il modesto sviluppo economico non presentano possibilità di
realizzare agricolture intensive e industrializzate ( l’allevatore è costretto
zone a clima semiarido a migrare nelle steppe alla costante ricerca di nuovi pascoli ).

( Cina , Turchia , India , Iran , Pakistan ,


Australia , Nuova Zelanda , America Latina , Vi sono due tipi di allevamento ovino :
Africa )

 Allevamento ovino di tipo familiare : è volto prevalentemente alla


zone a clima steppico
produzione di prodotti per il consumo familiare.
( regioni settentrionali della Repubblica
Sudafricana , parte del Kenya e dell’ Etiopia )  Allevamento ovino su vasta scala : è volto alla produzione di
lana. Il più grande produttore mondiale di lana è l’Australia ( il
Europa prodotto è ricavato dalle pregiatissime pecore merinos ) , mentre
cospicue rimangono le produzioni degli altri Paesi ( Nuova Zelanda ,
( Inghilterra )
Repubblica sudafricana , Argentina , Uruguay , ex U.R.S.S. ).

Australia
Le principali industrie tessili sono concentrate in Stati Uniti , Inghilterra ,
( il più grande produttore mondiale di lana ) Francia , Germania , Russia e Giappone.

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Allevamento caprino : assume minore rilievo ed tipico delle regioni


montuose e semiaride ( Asia , penisole mediterranee , Sudan , Sud Africa ).

Allevamento suino L’allevamento suino è largamente diffuso nelle zone temperate( Cina , CSI ,
Stati Uniti , Europa ) e nelle zone a clima Paesi ad alta densità di popolazione ,
dal clima piuttosto freddo. Esso assume un importanza minore , invece , nel
zone temperate Bacino del Mediterraneo e nei Paesi a religione musulmana.

( Cina , CSI , Stati Uniti , Europa ) Oltre a fornire carni e grassi commestibili ( lardo , strutto ) , i suini
presentano una svariata utilizzazione ( setole , ossa ) , alla base dei
zone a clima Paesi ad alta densità di rilevanti rendimento dei loro allevamenti.
popolazione , dal clima piuttosto freddo
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Allevamenti minori Al nutrimento della popolazioni della fascia temperata un notevole
contributo è fornito dall’allevamento di pollame ( carni , uova ) e di
conigli.
fascia temperata
 Pesi ad economia più evoluta : qui tale allevamento è intensivo e
steppa razionale.

 Zone più depresse : qui tale allevamento è praticato in forma


familiare.

Tipico delle steppe , infine , l’ allevamento equino.

Spazio industriale - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Apparato industriale : attualmente la sua attuale fisionomia è quella di uno spazio discontinuo e
concentrato in poche aree ( zona temperata dell’emisfero settentrionale ) , principalmente nei luoghi –
serbatoio di economie esterne dove possono essere conseguiti dei vantaggi ( risparmi sul costo delle materie
prime e altri fattori ). La nascita di un valido apparato industriale ( che dovrà essere sempre connesso con la
presenza di utenti ) è determinato da una serie di importanti condizioni :

 Disponibilità di manodopera.

 Vicinanza alle materie prime , alle imprese clienti fornitrici , ai parchi scientifici e ai centri di ricerca e
sperimentazione.

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Per essere valida , una società industriale – dopo aver affrontato i numerosi costi ( costi di raccolta , costi del
processo di produzione , costi di trasporto , costi di distribuzione , costi del lavoro ) – deve essere in grado di
produrre profitti , poiché il profitto è ciò che resta delle entrate.

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Piuttosto frequente è la concentrazione di unità industriali ( solitamente avvengono mediante l’incorporazione


delle piccole unità industriali nelle grandi ) : l’unione di più lavoratori in un solo impianto e la loro
concentrazione in un solo luogo forniscono , infatti , numerosi vantaggi ( economie esterne di scala ) quali
sensibili risparmi di corso , scambi di imprese , funzionale divisione del lavoro , ecc …

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Le prime concentrazioni industriali ( XVIII sec. ) erano costituite da manifatture tessili ( alcune contee
inglesi ; varie località minerarie ; Italia , ma solo dopo la seconda metà del XX sec. ) , da impianti per la lavorazione
dei metalli ( Inghilterra , Germania , Belgio , Austria , Svezia , Slesia ). La loro localizzazione fu determinata dalla
presenza di giacimenti minerari ( ferro ) e delle fonti di energia ( carbone ) oltre che dalla presenza di attive vie
di comunicazione ( acque interne navigabili , strade , autostrade , linee ferroviarie ) e litorali.

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 Le principali concentrazioni industriali sono limitare alla zona temperata dell’emisfero settentrionale : la
principale concentrazione industriale è ravvisabile al NORD , dove sono concentrati anche i sei Paesi più
industrializzati del Mondo ( Stati Uniti , Russia , Germania , Giappone , Francia , Inghilterra ) che forniscono
oltre il 60% della produzione manifatturiera complessiva. Nel SUD , invece , le aree industrializzate sono più
rarefatte e circoscritte a pochi spazi ( Asia Orientale , India , America Latina , Repubblica Sudafricana ).

 NIC ( New Industialized Countries ) : si tratta delle aree a industrializzazione diffusa ( Sud –Est asiatico , un
tratto di costa brasiliana ).

 Zone commerciali : queste , sviluppatesi come aree produttrici per le esportazioni , sono diffuse sia nei Paesi
avanzati che nelle aree di nuove industrializzazione.

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L’odierno schema ubicazionale ( suscettibile di cambiamenti ) delle industrie è caratterizzato da un principio in


base al quale l’infittirsi delle relazioni tra più imprese localizzate in una medesima area fornisce una serie di
vantaggi collettivi ( economie di agglomerazione ) secondo cui l’impresa , in quanto parte di un’agglomerazione
, sfrutta condizioni favorevoli di cui non potrebbe usufruire se isolata.

Tempo libero - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Il turismo è certamente un fenomeno antichissimo : infatti si


Turismo testimoniano testimonianze storiche del fenomeno già nella civiltà greca
e romana ( in occasione della celebrazione delle feste olimpiche o di
pellegrinaggi verso luoghi sacri ) , che dimostrano che sin da tempi antichi
nell’uomo sempre vivo è stato il desiderio di visitare , conoscere o
semplicemente divertirsi.

Nell’era moderna la genesi del turismo può essere ricercata agli albori del
XVIII sec. , quando , grazie alla virtuale riduzione delle distanze , per la
nobiltà dell’Europa centrale e dell’America settentrionale divenne
un’abitudine comune intraprendere viaggi in Paesi esotici e ricchi di
testimonianze artistiche : si tratta di un turismo tipicamente d’èlite che
perdurò sino a quando ( a partire del XIX sec. ) l’incalzante
industrializzazione , l’aumento della ricchezza e delle fonti di reddito e lo
sviluppo di moderne strutture ricettive garantirono lo sviluppo di un
turismo di massa. In questo periodo il turismo è diventato una delle
maggiori industrie ed è inteso come un movimento di persone che
visitano altri luoghi , nel loro tempo libero. Esso – diffusosi soprattutto nei
Paesi progrediti o economicamente sviluppati – è diventato una comune
fonte di consumo su cui vive e prospera tutta un’industria , imponente sia
per movimento di uomini che di affari.

Negli ultimi decenni il fenomeno turistico ha registrato una crescita


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sostenuta rispetto agli altri settori dell’economia mondiale , denotando
un’ elevata elasticità complessiva.

Ma , nonostante ciò , le maggiori aree turistiche moderne rimangono


sempre l’Europa ( Londra , Parigi , Berlino , Praga , Roma , Firenze ) e gli
Stati Uniti ( California , Florida , Las Vegas , Orlando ).

 Entroterra : è generalmente più popolato rispetto alla costa.

 Regioni insulari : hanno anche una “ struttura anulare “ , con lo


spazio costiero densamente popolato e la zona interna al servizio di
un turismo di escursione.

 Spazio turistico montuoso : grande importanza hanno l’alpinismo e


l’escursione.

 Media montagna : anch’essa offre delle possibilità di divertimento.

140 milioni di posti di lavoro nel Mondo ( “ diretti “ : negli alberghi , nelle
agenzie di viaggio , nei ristoranti e negli agriturismi ; “ indiretti “ : nei lavori
pubblici , nelle industre , nel settore alimentare ) dipendono direttamente o
indirettamente dai luoghi di divertimento e dal turismo :

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Alla base dello sviluppo turistico vi sono importantissimi i fattori di


origine naturale ed economica :

 La diminuzione della settimana lavorativa.

 L’aumentato tasso di sviluppo economico di molti Paesi ;

 La presenza di ottime reti di comunicazione.

 Quantità e qualità di strutture ricettive.

 Le promozioni pubblicitarie.

 La libertà di accesso alle frontiere e quella di esportazione valutaria.

 Le vacanze annuali pagate sono diventate più lunghe.

 L’ascesa delle entrate individuali.

 L’industria turistica è capace di procacciare divertimento per un gran


numero di persone a costi ragionevoli.

 L’evoluzione stessa dell’organizzazione del lavoro e del tempo libero.

Numerose sono anche le differenze tra le varie Parti del Mondo :

 Regioni industriali dei Paesi più sviluppati : la maggior parte delle


persone ha raggiunto la possibilità di ottenere più tempo libero e
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più opportunità ricreative.

 Alcune delle aree sviluppate : le entrate dei turisti rappresentano


una parte vitale dell’economia.

 Regioni meno sviluppate : qui si tenta di incoraggiare il turismo per


gli stranieri , dato che esso implica una notevole incentivazione
economica e produttiva ( incrementa la ricchezza , procura lavoro ,
produce denaro ) , anche se alimenta spesso anche gravi problemi in
merito alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente.

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Tra i molti sistemi , il sistema informatico ( quell’insieme di procedure ,


metodologie , strumenti meccanici ed elettronici del trattamento dei
dati e delle informazioni ) è quello ad essere maggiormente legato al
turismo : i sistemi informatici , infatti , vengono impiegati per indirizzarlo
verso le scelte che si vogliono proporre , per pianificare il viaggio e per
seguirlo in tutte le fasi del suo svolgimento.

L’applicazione dei servizi informatici al settore turistico rappresentano ,


ormai , la più alta espressione di tecnologia nel trattamento
dell’informazione al punto che vengono considerate obsolete tutte le
precedenti procedure di elaborazione dati.

I principali servizi informatici applicati al settore turistico sono :

 Video – text : un sistema che permette ai singoli utenti di


richiedere e ricevere sul proprio televisore , attraverso la rete
telefonica , le informazioni in forma scritta , relative ai servizi
elementari ( vettori aerei , vettori marittimi ) e alle agevolazioni
dei loro eventuali soggiorni nelle mete prescelte.

 PMS ( Property Management System ovvero i sistemi informatici


gestionali ) : utilizzati in massima parte nelle catene degli
alberghi internazionali che , attraverso hardware e software ,
avolgono numerose transazioni di routine ( prenotazioni ,
addebiti ai clienti , check in , check out , gestioni depositi , servizi al
cliente , ecc … ).

 CRS ( Sistemi mondiali di tele-prenotazione computerizzata ) :


questi, ubicati soprattutto negli Stati Uniti , sono in grado di
coprire l’operatività di un intero settore di attività.

 Video interattivo : contiene un video-catalogo o un insieme di


pacchetti turistici ed è in grado di rispondere precisamente alle
varie domande che il potenziale viaggiatore gli pone utilizzando
segni digitali.

 DTP ( Desk – top – Pubblishing ) : l’utilizzo di un computer o di una


stampante permette di operare sia come agente di viaggio che
come fornitore di servizi elementari.

60
Spazio devastato – Spazio protetto - - - - - - - - - - -

La deforestazione costituisce per lo più il risultato dell’abbattimento di


Spazio devastato alberi a scopo commerciale , di programmi di riassetto pianificato e
dell’invasione da parte dei contadini.

In America centrale l’allevamento del bestiame ha provveduto a


distruggere annualmente oltre 20.000 Kmq di foreste allo scopo di
fornire carne alle industrie di fast food nord – americane ed europee.

Alla deforestazione si accompagna il deperimento di una vasta gamma di


risorse genetiche della flora e della fauna di inestimabile valore : oltre 1,
7 milioni di specie di piante ed animali potrebbe andare incontro ,
nell’immediato futuro , ad una irreversibile estinzione entro pochi anni.

Allo scopo di salvare ciò che rimane della diversità genetica mondiale
Spazio protetto molte aree provvedono a incoraggiare aree protette : nel 1985 le aree e i
parti protetti nel Mondo ammontavano a più di 400 milioni di ettari ( un
area grande quanto l’Europa occidentale ). Ma i conservazionisti
affermano che questa superficie deve essere per lo meno triplicata se si
vuole conservare un campione veramente rappresentativo degli
ecosistemi terrestri.

Molto importante è la cura delle foreste , assistite da contadini privi di


terra che , a causa dell’estrema indigenza in cui versano , sono spesso
costretti perfino a degradare le loro risorse elementari allo scopo di
supplire ad una precaria esistenza su terra povera e repulsiva.

Importanti esempi di rimboscamento ci vengono offerti da Nepal e Sri


Lanka :

 Nepal : negli ultimi 25 anni questo Stato ha pero più del 30 %


del suo manto forestale , principalmente per la necessità di
procurarsi legno combustibile e per sostentare una precaria
agricoltura di sussistenza. Conseguenza più evidente è che quasi
80 milioni di m3 di suolo sono stati spazzati via ogni anno , sino
alla baia del Bengala per effetto della nudità degli spartiacque , a
causa cospicuo aumento della popolazione nepalese e del
crescente bisogno di terra ( conseguenza di una diffusa povertà
rurale ). Per ovviate a tali problemi , nel 1980 il governo ha
lanciato un progetto di rimboscamento su larga scala : ad
esempio nel villaggio di Amrain ( sugli altopiani centrali ) , i cui
pendii sino a 10 anni fa risultavano completamente privi di
alberi , le persone hanno cominciato a bruciare le felci e a
piantare alberelli sui fianchi delle colline , dichiarando vietata
l’intera zona al pascolo delle bestie ( in particolare delle capre ).
Grazie a questa efficacissima misura , oggi le colline attorno ad
Amrain sono ricoperte da una lussureggiante foresta di giovani
alberi.

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 Sri Lanka : qui si è utilizzato il metodo del “ taungya “ ( o
rimboscamento comunitario ). Il governo ha permesso agli
agricoltori del “ taglia e brucia “ ( Chena ) , privi di terra , di
prendere in affitto più di 3 ettari di acri di foresta degradata a
testa , ponendo delle condizioni di affitto : i contadini ( che
vantano sulla terra a loro affidata un diritto legale della durata di
tre anni ) devono impegnarsi a produrre raccolti di sussistenza e
a ripiantare sugli spartiacque diverse specie vegetali fornite
dallo stesso governo ( acacia , tek , ipil – ipil , ecc … ) : ogni
pianticella viene accuratamente selezionata e curata , tanto che il
contadino deve ripiantarne una nuova per ognuna che muore.
La terra è coltivata con tecniche antiquate. In cambio , per
incoraggiare gli agricoltori , il governo si impegna a versare loro
1.200 rupie ( circa 50 dollari ) per ogni acro produttivo. Quando
finisce il suo periodo di affitto , all’agricoltore iene concesso un
altro pezzo di terra degradata di uguale estensione , sula quale
avvia un processo triennale analogo. In questo modo viene
permesso ai contadini la possibilità di guadagnarsi da vivere
modestamente ma almeno in modo dignitoso.

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Da un quadro europeo vessato da innumerevoli problemi
( povertà rurale dell’economia del villaggio , diseguaglianze
politiche tra masse e ceti privilegiati , il brusco impatto
dell’industrializzazione sul panorama agricolo continentale ,
esagerata sovrappopolazione delle aree rurali ) si evince
chiaramente che , di fronte alla generalizzata riduzione dei
mezzi di sostentamento , erano ipotizzabili solo due risposte :

 Migrazione interna : si tratta del flusso dei lavoratori ,


attratti da un effervescente sviluppo industriale , verso
i centri urbani interni.

 Emigrazione all’estero : il fenomeno , che favorì


l’emigrazione di circa 40 milioni di persone nel
periodo 1850 – 1930 , fu favorito da una serie di
importantissimi fattori :

 L’esistenza apparentemente illimitata di


zone coltivabili a buon mercato o addirittura
gratuite.

 Un sistema politico – costituzionale più


libero ( classico esempio è quello degli
U.S.A. )

 Egualitarismo sociale di nuove terre.

 Ambizione e ansietà di realizzare più


facilmente un maggiore guadagno.

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