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4 -Settori produttivi

• A -Agricoltura
• B -Industria, Energia
• C -Trasporti, Turismo
Gli aspetti caratterizzanti il contesto territoriale e socio economico del
Paese, in particolare, le dinamiche demografiche e i comportamenti dei
soggetti economici (famiglie e imprese), sono strettamente connessi alle
pressioni antropiche che minacciano l’ambiente nazionale (inquinamento
dell’aria, dell’acqua, del suolo e della natura, produzione di rifiuti,
consumo e degrado delle risorse naturali).
A -Agricoltura
1 - Agricoltura
2 - Pesca , acquacoltura
3 - Settore no food : i Biocarburanti
I settori
forniscono numerosi servizi, tra cui la
• fornitura di cibo, fibre tessili e legname;
• la regolazione del ciclo idrico, del carbonio e dell’azoto;
• il mantenimento della biodiversità.
Nel corso del Ventunesimo secolo, l’agricoltura italiana ha registrato
uno straordinario avanzamento della produttività, delle colture e degli
allevamenti. Questo progresso può essere attribuito a una serie di
fattori tra i quali, di maggior rilievo, sono le politiche di
ristrutturazione aziendale, un vigoroso processo di motorizzazione e
meccanizzazione, l’apporto di fertilizzanti e pesticidi e l’adozione del
le tecnologie più avanzate per l’allevamento degli animali . Com’è
facilmente immaginabile, queste trasformazioni hanno avuto
un grande impatto sull’ambiente. Oggi l’agricoltura viene
considerata, soprattutto quando assume forme di intensificazione e
specializzazione, una delle principali responsabili dell’inquinamento
delle acque, dell’erosione, dell’inquinamento e
dell’acidificazione dei suoli, dell’aumento dell’effetto serra, della perdita
di habitat e di diversità biologica.
Alcuni sistemi di produzione agricola, quali l’agricoltura biologica,
l’agricoltura integrata e l’agroecologia, possono avere un ruolo positivo
sulla riduzione dell’inquinamento e del degrado ambientale e sul ripristino
della capacità di fornire beni e servizi, da quello turistico-ricreativo e
storico culturale a quello di regolazione del clima e della qualità dell’aria
locale, e di mitigazione dei cambiamenti climatici globali in atto
Negli ultimi due decenni gli indirizzi della Politica Agricola
Comune hanno spostato il focus dalla concessione di sussidi diretti alla
produzione agricola, verso i pagamenti agli agricoltori. Lo scopo è
stato di diminuire le esternalità negative del settore, producendo nel
contempo beni e servizi pubblici, e cercando di mantenere elevati livelli di
produttività, sia qualitativa sia quantitativa.
A livello mondiale l’agricoltura è una delle principali fonti di emissioni di
gas a effetto serra, tra cui anidride carbonica (CO2),metano (CH4) e
protossido di azoto (N2O) e contribuisce in modo rilevante a determinare i
cambiamenti climatici in atto.
Secondo la FAO nel 2014 le emissioni agricole ammontano a 5,3 miliardi
di tonnellate, pari all’11,5% del totale delle emissioni di tutti i settori.
• Il settore primario rappresenta l'1,9% dell'economia del paese
(VAL totale)(poco più della media dell'UE a 27, pari all'1,7%) e il
3,8% dell'occupazione totale(rispetto al 5,2% dell'UE a 28).
• Le aziende agricole italiane (1 620 900) sono prevalentemente di
piccole dimensioni: il 51% di esse occupa una superficie inferiore ai 2
ettari.
• Il profilo di età degli agricoltori è più alto rispetto all'UE a 28: in
Italia soltanto il 5,1% degli agricoltori ha meno di 35 anni (contro il
7,5% nell'UE a 28), mentre il 37,2% ha più di 64 anni (contro il 29,7%
nell'UE a 28).
• L’agricoltura italiana, che insiste su circa il 40% del
territorio nazionale, ha un ruolo fondamentale nel
mantenere l’ambiente in una buona condizione di
equilibrio delle varie componenti ecosistemiche.
• secondo l’ISTAT gli occupati agricoli si sono attestati, nel
2014, intorno a 907 mila unità, ossia il 3,7% del totale
degli occupati dell’intera economia nazionale, in aumento
dell’1,4% rispetto al 2010.
In questo contesto è cruciale lo sviluppo di approcci di produzione nel
settore primario sostenibili ed economicamente efficienti, orientati
• a un minor uso di prodotti chimici,
• di energia e acqua,
• e alla valorizzazione della conservazione della diversità biologica,
• della capacità di fissazione del carbonio atmosferico
• e della fornitura di biomassa in sostituzione delle fonti fossili di
energia e altri materiali ad alta intensità energetica
La popolazione mondiale è più che raddoppiata negli ultimi 50 anni, dai 3
miliardi di esseri umani del 1960 ai circa 7 miliardi di oggi, ed è destinata
a raggiungere 9 miliardi nel 2050.

Uno studio di Tilman e collaboratori del 2011 sostiene che l’attuale


domanda di proteine e calorie potrebbe raddoppiare entro il 2050.

Il numero delle persone sottonutrite supera il miliardo e il gap negativo tra


produzione e domanda di alimenti, fibre e legname è destinato ad
allargarsi per effetto dei cambiamenti climatici, della limitatezza di terreni
coltivabili e di acqua.
Profonde trasformazioni
Negli ultimi anni l’agricoltura italiana è stata sempre più condizionata dalla
Politica Agricola Comune (PAC) e dagli obiettivi fissati a livello comunitario.
In accordo con la volontà del legislatore europeo di integrare le problematiche
ambientali nelle politiche agricole di mercato, gli indirizzi nazionali
sono caratterizzati da iniziative tese a valorizzare le produzioni di qualità e le
tecniche agricole sostenibil sistema agricolo nazionale sta attraversando una fase
di profonde trasformazioni, innanzitutto in termini strutturali. Contestualmente a
una progressiva
• riduzione della superficie agricola utilizzata si assiste, infatti,
• ad un aumento della dimensione media aziendale
• E dei servizi “collaterali” quali l’attività di agriturismo, la trasformazione e la
vendita diretta dei prodotti agricoli, le attività ricreative, sociali e didattiche e
la produzione di
energia rinnovabile
AGRICOLTURA
I suoli agricoli :
• sostengono la produzione di alimenti e fibre e legname
• creano un legame tra l’atmosfera, le risorse idriche e i sistemi
geolitologici
• filtrano sostanze di varia natura disciolte nell’acqua e accumulano
particelle depositate dall’atmosfera;
• agiscono come fonte di gas serra o, inversamente, come serbatoi di
carbonio, grazie alla capacità delle colture di fissare la CO2
atmosferica e di immagazzinarla nei suoli e nei soprassuoli;
• regolano il deflusso delle precipitazioni;
• supportano i diversi habitat,
• la diversità biologica, fornendo acqua e nutrienti;
• creano le condizioni per la conservazione di semi e per la vita di
micro-organismi e macroorganismi animali;
• svolgono importanti funzioni sociali e culturali ( turismo)
Da un lato l’agricoltura subisce l’impatto negativo dell’ambiente e di altri
ambiti produttivi attraverso :
• la competizione per l’uso del suolo con altri settori (industria,
infrastrutture, ecc.),
• i cambiamenti climatici e
• il manifestarsi di eventi climatici estremi a essi collegati (alluvioni,
uragani, siccità);
dall’altro
• l’agricoltura viene additata, soprattutto per le forme di intensificazione,
concentrazione e specializzazione che ha assunto negli ultimi decenni,
come una delle principali cause dell’inquinamento
• delle acque, dell’erosione,dell’inquinamento dell’acidificazione dei suoli,
• dell’aumento dell’effetto serra,
• della perdita di habitat,di diversità biologica,
• della semplificazione del paesaggio e delle condizioni di malessere
degli animali allevati.
• Negli ultimi tempi le relazioni tra ambiente e agricoltura sono divenute ancora più
complesse a causa della comparsa di questioni di portata globale,
 • quali l’incremento demografico,
 • la trasformazione delle abitudini alimentari,
 • il progresso scientifico e tecnologico,
 • lo sviluppo economico e commerciale; quest’ultimo ha determinato l’aumento
della domanda dei prodotti agricoli, della disponibilità di terreni e di acqua,
analogamente a quanto avvenuto in altri settori (industria, edilizia, trasporti,
infrastrutture, ecc.).
Così, mentre in passato, in ambito nazionale e comunitario,
le politiche per l’agricoltura erano orientate all’aumento della produttività delle colture
ora il loro obiettivo prioritario è lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, in grado di
ridurre l’inquinamento e il degrado ambientale, di fornire servizi e beni ambientali e, al
tempo stesso, mantenere una buona capacità di produzione.
Questa esigenza risulta rafforzata dalle accresciute preoccupazioni dei consumatori,
rispetto alla
sicurezza, l’origine e la qualità dei prodotti agricoli
Produzione agricola
• Tra il 1962 e il 2007, la produzione cerealicola
mondiale è più che raddoppiata, passando da 933
milioni a oltre 2,08 miliardi di tonnellate annue.
Tale crescita della produzione è stata determinata
non dall'estensione della superficie coltivata,
aumentata di poco (da 653 a 658 milioni di ettari),
ma dal fatto che la resa dei terreni è più che
raddoppiata, passando in media, su scala
mondiale, da 1427 kilogrammi per ettaro nel 1962
a 3083 kg/ha nel 2002.
L’unione europea si è impegnata a
migliorare l’ambiente agricolo.
la messa a punto di indicatori
agroambientali permetterà di valutare
l’evoluzione delle interazioni tra
agricoltura e ambiente
L’intera SAU
( Superficie Agricola Utilizzabile)
può dare un contributo
secondo modalità stabilite a Kyoto; infatti l’adozione
di buone pratiche di gestione dei suoli agricoli può
essere utile per riportare sostanza organica ( quindi
carbonio) nei suoli le cui masse, opportunamente
stimate, possono essere usate per compensare le
emissioni nazionali di gas serra.
1960 1990 2000
26.000.000 15.000.000 13.500.000
2007 2013
12.700.000 12.425.000
Fertilizzanti
Altro aspetto legato all’agricoltura è l’utilizzo dei fertilizzanti. Essi sono
riconosciuti come una delle principali
“ pressioni ambientali” legati a tale settore.
Secondo i dati ISTAT si utilizzano mediamente 204 kg/ha di fertilizzanti.
I macroelementi sono distinti in elementi principali della fertilità (o
semplicemente macroelementi) e in elementi secondari (o mesoelementi. Questa
distinzione si basa sulla risposta, da parte delle piante, all'apporto specifico
attraverso la concimazione.
Macroelementi azoto(N), fosforo (P) e potassio (K) I Mesoelementi sono il
calcio, il magnesio e lo zolfo.
I Microelementi (anche noti come micronutrienti) sono richiesti in quantità
inferiori dalle piante, ma non per questo devono essere considerati meno
importanti. Infatti
elementiquali ferro (Fe), manganese (Mn), rame (Cu), boro (B), zinco(Zn), cloro
(Cl), silicio (Si) e molibdeno (Mo)
• Gli ammendanti sono quelle sostanze o miscugli che
migliorano le caratteristiche fisiche del suolo.
• Il concime è un mezzo tecnico fertilizzante impiegato in
agricoltura e giardinaggio allo scopo di conferire al terreno
uno o più elementi nutritivi utilizzabili dalle piante.
• I correttivi sono quei fertilizzanti che modificano il pH o
reazione del terreno portandolo verso la neutralità. Il loro
effetto in genere non è molto efficace a causa del forte
potere tampone del terreno, se non incorporando
quantitativi di correttivo tali da rivelarsi economicamente
onerosi. Quantità moderate possono pertanto modificare il
pH di poche decine di unità.
Negli ultimi 15 anni le problematiche relative alla contaminazione dei
suoli interessano
tutti i paesi industrializzati e, a livello europeo, sono considerate
come prioritarie nelle politiche ambientali pertanto si sono sviluppate
molteplici iniziative
di cooperazione e dialogo tra diversi paesi europei ed extraeuropei relative
alla gestione dei siti contaminati
Gestione delle risorse idriche
Allevamenti zootecnici
• L’indicatore consente di valutare la pressione delle aziende
a indirizzo zootecnico sull’ambiente attraverso l’analisi
dell’evoluzione nel tempo della popolazione delle diverse
specie zootecniche. Si assume infatti che tali aziende
generino pressioni di diversa natura per esempio attraverso
• l’apporto di effluenti
• e la compattazione dei suoli,
• sulla qualità chimica e fisica dei suoli stessi
QUALITÀ DELLE ACQUE - INQUINAMENTO
DA PESTicidi

L’indicatore permette di valutare la


contaminazione
delle acque superficiali e sotterranee da
residui di
pesticidi immessi nell’ambiente.
(Livelli di contaminazione, acque
superficiali)
Ecoefficienza in agricoltura
• L'indicatore analizza la capacità
dell'agricoltura nazionale di stimolare la
crescita economica, riducendo al tempo
stesso le pressioni e gli impatti sull'ambiente..
Al World Summit on Sustainable Development dell’UNEP
(Johannesburg 2002), i paesi firmatari del Plan
of Implementation si sono impegnati a cambiare i
modelli di consumo e produzione non sostenibili.
Nel 2001, l’OCSE, con il documento Environmental
Strategy for the First Decade of the 21st Century, si
è data l’obiettivo di rompere il legame tra crescita
economica e crescita delle pressioni e degli impatti
sull’ambiente
• Ciò è espresso attraverso un indice che aggrega il
valore aggiunto ai prezzi di base (vale a dire la
differenza tra il valore dei beni e servizi conseguiti
dal settore agricolo e il valore dei beni e servizi
intermedi consumati nel periodo considerato)
• e l'uso delle risorse, rappresentate dalla superficie
agricola utilizzata, dalla superficie agricola irrigata,
dai prati e pascoli permanenti, dall'uso di energia,
dalle
emissioni in atmosfera, dall'uso dei fertilizzanti e dei
fitosanitari
Aziende Agricole a produzione
biologica
• Per agricoltura biologica si deve intendere un sistema di produzione
che escluda il ricorso a sostanze chimiche di sintesi
• ( fertilizzanti e fitofarmaci) e che faccia un uso meno intensivo dei
suoli.
• L'agricoltura biologica è un metodo di produzione definito e
disciplinato a livello comunitario dal Regolamento CEE 2092/91, e a
livello nazionale dal D.M. 220/95.
• In particolare, per quanto riguarda l’agricoltura biologica,
le novità contenute nel Regolamento n. 834/2007 CE, che
dal 1° gennaio 2009 abroga il Regolamento 2092/91/CEE,
sono così riassumibili: l’uso del marchio biologico UE è
reso obbligatorio, ma può essere accompagnato da marchi
nazionali o privati; un’apposita indicazione informerà i
consumatori del luogo di provenienza dei prodotti;
potranno avvalersi del marchio biologico solo i prodotti
alimentari che contengono almeno il 95% di ingredienti
biologici, ma i prodotti non bio potranno indicare, nella
composizione, gli eventuali ingredienti biologici;
“La produzione biologica è un sistema globale di gestione
dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato
sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto
livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali,
l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere
degli animali e una produzione confacente alle preferenze
di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e
procedimenti naturali”.
(Fonte: Reg. CE n. 834/07)
• L’agricoltura biologica è un metodo di produzione agricola:
• che esclude l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi come fertilizzanti,
diserbanti, insetticidi e anticrittogamici per la concimazione dei terreni,
per la lotta alle infestanti, ai parassiti animali e alle malattie delle
piante.
• di tipo estensivo che - attraverso la rotazione delle colture, l’utilizzo di
sostanza organica, le ridotte lavorazioni - si integra nei processi
naturali in modo compatibile e rispetta l’ambiente (il terreno, l’acqua,
l’aria), la salute degli agricoltori e quella dei consumatori.
• pone elevata attenzione alla salvaguardia dei sistemi e dei cicli
naturali, al benessere e al rispetto delle esigenze etologice degli
animali e all'equilibrio tra essi.
• Agli animali viene garantita una vita conforme alle
esigenze specifiche delle singole specie, avendo quindi
cura del loro benessere. L’allevamento con metodo
biologico rispetta le esigenze nutrizionali degli animali nei
vari stadi fisiologici. L’alimentazione degli animali, a base
di prodotti bio, è finalizzatala ad una produzione di qualità
e non a massimizzare la resa. Nei rari casi di malattia
l’animale viene curato con prodotti fitoterapici, omeopatici
e oligoelementi.
L’agricoltura biodinamica, cos’è?

• Un altro metodo di coltivazione che segue i principi


dell’agricoltura biologica è l’Agricoltura Biodinamica.
Questa ha come obiettivo non solo il risanamento della
Terra ed il rafforzamento di tutte le relazioni ecologiche
planetarie in cui è inserita ogni azienda, ma anche la
rifondazione della qualità degli alimenti per l’uomo. È
applicata in tutto il mondo dal 1924. Parte al fondamento
che l’azienda agricola è un vero e proprio organismo
vivente a ciclo chiuso, inserito nel più grande organismo
vivente cosmico.
• L’Italia è al sesto posto in Europa, tra i Paesi membri,
per quanto riguarda la superficie interessata dall’agricoltura
• L’agricoltura biologica interessa il 9,7% della SAU
nazionale.
Dall’analisi dei dati risulta che gli operatori del settore sono
55.433 aziende
• Evidentemente ciò si deve all’attivazione di misure
agroambientali, all’interno del Piano di Sviluppo Rurale
(PSR) sostegno delal’agricoltura biologica.
• In agricoltura biologica non si utilizzano sostanze chimiche di sintesi
(concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere),
nè Organismi Geneticamente Modificati (OGM). Alla difesa delle
colture si provvede innanzitutto in via preventiva, selezionando specie
resistenti alle malattie e intervenendo con tecniche di coltivazione
appropriate come, per esempio:
• la rotazione delle colture, .
la piantumazione di siepi ed alberi,;
• la consociazione, che consiste nel coltivare contemporaneamente piante
diverse, l'una sgradita ai parassiti dell'altra
ICEA
istituto per la certificazione etica ambientale

L'agricoltura biologica non è solo


• un metodo di produzione che rispetta la salute dell'uomo e
dell'ambiente,
• ma anche un modello di sviluppo sostenibile
• che valorizza la qualità delle risorse delle comunità locali,
aiutandole a far fronte alla concorrenza globale
Questo mondo produttivo nasce in Germania, Austria e Svizzera nella
prima metà del secolo scorso e si estende in seguito in Olanda ed altri
paesi fra cui l’Italia.
Lo sviluppo economico dell’agricoltura biologica è iniziato negativamente
a causa della contrarietà dei processi creati e proliferati nel campo
agricolo fino ed oltre la metà del XX secolo: si pensi ai prodotti chimici,
diserbanti e pesticidi che inizialmente portarono ad un aumento della
produzione agricola
Come riconoscere i prodotti biologici
Per il consumatore, la garanzia che si trova davanti ad un prodotto
proveniente da agricoltura biologica è data dall'etichettatura.
L'etichetta dei prodotti biologici, infatti, deve riportare le seguenti
indicazioni
il nome dell'organismo di controllo autorizzato, e suo codice, preceduto
dalla sigla IT;
- il codice dell'azienda controllata;
- il numero di autorizzazione (sia per i prodotti agricoli freschi che
trasformati);
- la dicitura "Organismo di controllo autorizzato con D.M. Mi.R.A.A.F.
n.XXX del XX/XX/XX in applicazione del Reg. CEE n.2092/91".
Politica agricola comunitaria
La nascita e impostazione della Pac sono state determinate dalla situazione di
arretratezza dell’agricoltura e dai problemi della sicurezza alimentare esistenti
nell’immediato dopoguerra.
La politica agricola comune (PAC) è una delle politiche comunitarie di maggiore
importanza, impegnando circa il 34% del bilancio dell'Unione Europea
La PAC, ai sensi dell'articolo 39 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione
europea, persegue i seguenti obiettivi:
• incrementare la produttività dell'agricoltura;
• assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola;
• stabilizzare i mercati;
• garantire la sicurezza degli approvvigionamenti;
• assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori.
La politica ha seguito l’evoluzione della società, cercando
di venire incontro alle nuove esigenze. È così che
sicurezza alimentare,
tutela dell’ambiente,
redditività
hanno gradualmente acquisito un’importanza sempre
maggiore
1962. La PAC entra in vigore
Gli obiettivi generali sono definiti nel Trattato di Roma:
• incrementare la produttività dell'agricoltura,
sviluppando il progresso tecnico,
assicurando lo sviluppo razionale della produzione agricola
come pure un impiego migliore dei fattori di produzione, in particolare
della manodopera
assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, grazie, in
particolare, al miglioramento del reddito individuale di coloro che
lavorano nell'agricoltura;
• stabilizzare i mercati;
• garantire la sicurezza degli approvvigionamenti;
• assicurare prezzi ragionevoli nelle consegne ai consumatori
1966. La PAC necessita di una
riforma
I propositi iniziali sono stati portati a termine con successo creando
tuttavia squilibri evidenti:
• destabilizzazione del mercato comunitario e internazionale a causa
della formazione di eccedenze da smaltire (è stato prodotto più di
quanto il mercato fosse in grado di assorbire);
aumento delle spese agricole conseguenti al surplus produttivo;
• creazione di un sistema artificioso e instabile che, tuttavia, non
promuove un miglioramento tecnologico e strutturale;
• aggravamento dello squilibrio tra aree favorite e sfavorite;
• sperequazione degli aiuti (l’80% del sostegno destinato al 20% dei
produttori
Difficoltà
Vengono alla luce quando la Pac inizia a funzionare a pieno
regime
La produzione agricola europea aumenta in modo rapido, sia
per i prezzi elevati sia per il massiccio diffondersi del
progresso tecnologico
Tale aumento viene però a scontrarsi con una forte riduzione
della crescita dei consumi alimentari
Portando alla creazione di vere eccedenze produttive
soprattutto per grano, orzo, zucchero e burro
Le preoccupazioni aumentano anche per il forte incremento
delle spese della Pac (negli anni ’60 assorbivano circa il
75% del bilancio complessivo della Comunità )
➢ Le difficoltà della Pac si manifestano con tutta la loro
evidenza nel corso degli anni ’80, quando il problema delle
eccedenze agricole da immagazzinare e da distruggere
diventa sempre più grave
➢ Le scorte di prodotti agricoli immagazzinate raggiungono
un massimo storico nel 1987 con oltre 12 miliardi di ecu
(unità di misura costituita da un paniere di monete
europee)
➢ Nel corso degli anni la spesa per la Pac aumenta
progressivamente passando dai 12 miliardi di euro nel
1980 ai 30 miliardi nel 1988, per poi superare e
stabilizzarsi attorno ai 44 miliardi di euro nel 2003
RIFORMA della PAC
• Il 26 giugno 2003, il Consiglio dei Ministri europei
dell’Agricoltura ha approvato la riforma della Politica Agricola
Comune (PAC) nota come “Riforma Fischler”, dal nome del
commissario europeo per l’agricoltura che ne ha definito le
principali linee guida.
Secondo le intenzioni, la nuova PAC dovrebbe essere
• più competitiva,
• orientata agli interessi dei consumatori e dei contribuenti
• e rispettosa dell’ambiente.
Spetterà ora agli Stati membri scegliere quali strumenti adottare e come
utilizzare le risorse che si renderanno disponibili per lo sviluppo rurale
La riforma della PAC
Reg CE 1782/03

• Il processo di riforma della PAC si sta


caratterizzando per un progressivo
rafforzamento dell’integrazione degli
obiettivi ambientali e di conservazione della
biodiversità nel quadro delle politiche di
mercato e dello sviluppo rurale.
Fondo Europeo Agricolo per lo
Sviluppo Rurale
• La riforma della politica agricola comune (PAC) del giugno 2003 e
dell’aprile 2004 pone l’accento sullo sviluppo rurale introducendo uno
strumento di finanziamento e di programmazione unico: il Fondo
europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR. Migliora in
particolare la gestione e il controllo della nuova politica di sviluppo
rurale per il periodo 2007-2013.
Obiettivi e norme generali d'intervento
Il Fondo contribuisce a migliorare:
• la competitività del settore agricolo e forestale;
• l’ambiente e il paesaggio;
• la qualità della vita nelle zone rurali e la diversificazione
dell’economia rurale.
Piano Sviluppo Rurale
• Il PSR è lo strumento di programmazione della politica di
sviluppo rurale finanziata dal FEASR, che definisce, in
coerenza con gli obiettivi della strategia Europa 2020, gli
interventi regionali per il periodo di programmazione
2014/2020.
Il Programma è articolato in base a sei Priorità generali, con relativi
"settori d'interesse" (Focus Area) più specifici, che riguardano:
• Promuovere il trasferimento di conoscenze e l'innovazione nel settore
agricolo e forestale e nelle zone rurali (priorità orizzontale);
• Potenziare la competitività dell'agricoltura in tutte le sue forme e la
redditività delle aziende agricole;
• Promuovere l'organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione
dei rischi nel settore agricolo;
• Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti
dall'agricoltura e dalle foreste;
• Incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a
basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore
agroalimentare e forestale;
• Adoperarsi per l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo
La Politica Agricola Comune (PAC), in particolare, con le misure previste
dai sostegni diretti agli agricoltori e agli interventi di mercato hanno
avuto un ruolo significativo nella contrazione delle emissioni dei gas serra
di origine agricola.
Un ulteriore impulso in tal senso è derivato dall’implementazione dei
Piani di Sviluppo Rurale (PSR) chiamati ad affrontare le quattro ‘sfide’
previste dell’Health Check della PAC:
cambiamenti climatici;
energie rinnovabili,
gestione delle risorse idriche
e biodiversità
Il 2015 segna l’avvio dell’applicazione del nuovo sistema di aiuti diretti della PAC
2014-2020. A seguito delle decisioni prese dall’Italia, a partire da quest’anno il regime di
pagamento unico e gli aiuti ad esso connessi sono stati sostituiti da un nuovo
sistema di aiuti diretti finalizzati:
• al sostegno del reddito degli agricoltori attraverso la corresponsione di un pagamento di
base, al quale è destinato il 58% delle risorse complessivamente disponibili;
• all’adozione di pratiche benefiche per il clima e l’ambiente attraverso l’erogazione
del pagamento verde (30%); ai giovani agricoltori (1%);
• al mantenimento dei livelli produttivi di un certo numero di prodotti/settori attraver-
so il sostegno accoppiato (11%)(Essi sono concessi entro determinati limiti
quantitativi e sono legati a rese, superfici o numero di capi fissi. )
Cambiare in modo radicale la Politica agricola comune (Pac),
per premiare gli agricoltori più rispettosi dell’ambiente ed
amici della natura e per produrre alimenti sani e rispettosi
della salute dei consumatori».
La PAC ha numerosi obiettivi: aiuta gli agri coltori non
soltanto a produrre alimenti, ma anche a proteggere
l'ambiente, migliorare il benessere degli animali e mantenere
economicamente vive le comunità rurali.
PRODOTTO DOP IGP
• L'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di
prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a
indicazione geografica riconosciuti dall'Unione
europea.
• Un'ulteriore dimostrazione della grande qualità delle nostre
produzioni, ma soprattutto del forte legame che lega le
eccellenze agroalimentari italiane al proprio territorio di
origine.
• Il sistema delle Indicazioni Geografiche dell'Ue, infatti,
favorisce il sistema produttivo e l'economia del
territorio; tutela l'ambiente, perché il legame indissolubile
con il territorio di origine esige la salvaguardia degli
ecosistemi e della biodiversità; sostiene la coesione sociale
dell'intera comunità.
Allo stesso tempo, grazie alla certificazione comunitaria si
danno maggiori garanzie ai consumatori con un livello
di tracciabilità e di sicurezza alimentare più elevato rispetto
ad altri prodotti.
285 prodotti DOP,IGP,STG
523 vini DOCG, DOC, IGT
DOP IGP
• I prodotti DOP e IGP rappresentano l'eccellenza della produzione
agroalimentare europea e sono ciascuno il frutto di una combinazione
unica di fattori umani ed ambientali caratteristica di un determinato
territorio.

Per questo motivo l'Unione europea detta regole precise per la loro
salvaguardia, prevedendo l'istituzione di appositi regimi normativi di
qualità, a tutela della buona fede dei consumatori e con lo scopo di
dotare i produttori di strumenti concreti per identificare e promuovere
meglio prodotti aventi caratteristiche specifiche, nonché proteggerli da
pratiche sleali.
• Il Regolamento (UE) N. 1151/2012 (articolo 5) descrive
puntualmente il significato degli acronimi DOP e IGP precisando che:
• con il marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta) si
identifica un prodotto originario di un luogo, di una regione o di un
paese, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente
o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico ed ai suoi
intrinseci fattori naturali e umani e le cui fasi di produzione si
svolgono nella zona geografica delimitata;
• con il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) si designa un
prodotto originario di un determinato luogo, regione o paese, alla cui
origine geografica sono essenzialmente attribuibili una data qualità, la
reputazione o altre caratteristi che e la cui produzione si svolge per
almeno una delle sue fasi nella zona geografica delimitata.
• Solo quelle produzioni che dimostrano una tradizione
produttiva consolidata e codificata, un legame inscindibile
con il territorio di provenienza, un tessuto socio-
imprenditoriale adeguato e che riescono a raggiungere
elevati standard qualitativi, certificati da organismi terzi di
controllo, possono aspirare ad ottenere e conservare
l'ambito riconoscimento comunitario e la contemporanea
iscrizione al registro europeo dei prodotti DOP e IGP.
• Specialità tradizionali Garantite – STG
• Ci si riferisce, quindi, a prodotti ottenuti secondo un
metodo di produzione tipico tradizionale di una particolare
zona geografica, al fine di tutelarne la specificità.
• La produzione agricola in Italia
• Le nostre produzioni sono sempre migliori sotto
l'aspetto della qualità e sono in crescita i prodotti
DOP (Denominazione di Origine Protetta),
• IGP (Indicazione Geografica Protetta) e scrupolosi
controlli vengono effettuati oltre che nel settore
dei prodotti ortofrutticoli, anche in quelli oleico e
quello vitivinicolo, con laboratori ufficiali
autorizzati al rilascio delle certificazioni dei vari
settori
Affinché un prodotto sia DOP, le fasi di
• produzione,
• trasformazione
• ed elaborazione
devono avvenire in un'area geografica delimitata. Chi fa
prodotti DOP deve attenersi alle rigide regole produttive
stabilite nel disciplinare di produzione, e il rispetto di tali
regole è garantito da uno specifico organismo di
controllo
• Alcuni prodotti italiani
• Asiago
• Fontina
• Gorgonzola
• Grana Padano
• Mozzarella di Bufala Campana
• Parmigiano Reggiano
• Pecorino Romano
• Fico d'India dell'Etna
• Mela della Val di Non
• Pomodoro S. Marzano dell'Agro
• Prosciutto di Parma
• Prosciutto di San Daniele
• Prosciutto Toscano
• Salsiccia di Calabria
• Soppressata di Calabria
IGP
Il termine indicazione geografica protetta, meglio noto con l'acronimo
IGP, indica un marchio di origine che viene attribuito a quei prodotti
agricoli e alimentari per i quali una determinata qualità, la reputazione o
un'altra caratteristica dipende dall'origine geografica,
e la cui produzione, trasformazione e/o elaborazione avviene in un'area
geografica determinata.
Per ottenere la IGP quindi, almeno una fase del processo produttivo deve
avvenire in una particolare area. Chi produce IGP deve attenersi alle
rigide regole produttive stabilite nel disciplinare di produzione, e il
rispetto di tali regole è garantito da uno specifico organismo di controllo
• Arancia Rossa di Sicilia
• Cappero di Pantelleria
• Carciofo Romanesco del Lazio
• Castagna del Monte Amiata
• Clementine di Calabria
• Clementine del Golfo di Taranto
• Lenticchia di Castelluccio di Norcia
• Limone Costa d'Amalfi
• Limone di Sorrento
Specialità tradizionali Garantite - STG

• Riconoscimento, ai sensi del Reg. CE 2082/92, del


carattere di specificità di un prodotto agro-alimentare,
inteso come elemento od insieme di elementi che, per le
loro caratteristiche qualitative e di tradizionalità,
distinguono nettamente un prodotto da altri simili. Ci si
riferisce, quindi, a prodotti ottenuti secondo un metodo di
produzione tipico tradizionale di una particolare zona
geografica, al fine di tutelarne la specificità. Sono esclusi
da questa disciplina i prodotti il cui carattere peculiare sia
legato alla provenienza o origine geografica; questo aspetto
distingue le STG dalle DOP e dalle IGP.

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