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OSTEONECROSI

Necrosi avascolare che interessa un’epifisi o un osso breve e causa alterazioni regressive a carico
dell’articolazione, associate a manifestazioni artrosiche.
Sedi: epifisi prox del femore, epifisi prox dell’omero, semilunare, astragalo e scafoide carpale.

OSTEONECROSI DELLA TESTA DEL FEMORE


Necrosi avascolare dell’epifisi prossimale del femore, causata dall’interruzione di uno dei vasi che la
irrorano (arterie circonflesse mediale e laterale del collo del femore, arteria del legamento rotondo).
Eziologia:
-PRIMARIA O IDIOPATICA: più frequente, spesso bilaterale, colpisce il sex M tra 40-60 anni.
-SECONDARIA: traumi, microtraumi ripetuti in caso di deformità congenite, farmaci (cortisone), malattie
sistemiche (LES, dislipidemie), radiazioni, decompressione atmosferica, alcolismo cronico.
Clinica: inizialmente subdola; poi dolore ingravescente che in genere compare sotto sforzo ma può
comparire anche a riposo esacerbato dal carico e dalla deambulazione prolungata. A volte può esordire in
modo acuto in seguito al crollo della zona di osteonecrosi. L’anca appare normoconformata ma i movimenti
di intrarotazione e extrarotazione provocano dolore. Possibile zoppia di fuga (alterazione del fisiologico
ciclo del cammino, con diminuzione del tempo di appoggio sull’arto malato rispetto all’arto sano).
Diagnosi:
 RX: i segni compaiono nelle fasi avanzate, dove la zona necrotica appare più opaca circondata da un
vallo radiotrasparente. Quando si verifica il crollo dell’osso spongioso, si vede un’irregolarità del
contorno della testa. Dopo alcuni anni si rende evidente l’artrosi secondaria.
 RM: utile nelle fasi precoci, perché permette di evidenziare le lesioni midollari da osteonecrosi.
 Scintigrafia con TC99: la zona di necrosi appare fredda circondata da aree di ipercaptazione.
Precede l’RX di 3-5 mesi.
Terapia:
-Se non c’è danno alla cartilagine articolare  intervento di rivascolarizzazione, che stimola la riparazione
tissutale dell’osso ischemico.
-Se c’è danno cartilagineo o in fase avanzatasostituzione protesica dell’anca.
-Necrosi secondarie a microtraumi dovuti a difetti meccanici dell’anca in fase iniziale osteotomia
intratrocanterica del femore. Viene fatta per permettere la rotazione della testa del femore fino ad
escludere l’area di necrosi dalla zona di carico.

OSTEOCONDROSI ( o OSTEOCONDRITI)
Patologie dell’accrescimento caratterizzate da alterazioni degenerativo-necrotiche dei nuclei di
ossificazione epifisari o apofisari, seguite da processi riparativi che possono esitare o meno in una
deformità anatomica.
Si dividono in:
1. OSTEOCONDROSI PRIMITIVE:
-osteocondrosi della testa del femore o morbo di Legg-Calvè-Perthes
-osteocondrosi vertebrale o morbo di Scheuermann
-osteocondrosi dello scafoide tarsale o morbo di Kohler
-osteocondrosi della testa del 2° metatarsale o morbo di Freiberg
2. OSTEOCONDROSI DA TRAZIONE: a livello delle apofisi dei soggetti in accrescimento, sotto l’azione di
forte trazione di tendini che vi si inseriscono.
-osteocondrosi dell’apofisi tibiale anteriore o morbo di Osgood-Schlatter
-osteocondrosi dell’apofisi calcaneare o morbo di Sever
-osteocondrosi del polo inferiore della rotula o morbo di Johansson-Larsen
3. OSTEOCONDRITI DISSECANTI: a liv delle S convesse delle articolazioni, caratterizzate dal distacco di
un piccolo frammento osteo-cartilagineo che perde così la sua vascolarizzazione e precipita in
articolazione formando un corpo libero. Le più frequenti sono:
-Osteocondrite dissecante del ginocchio
-Osteocondrite della tibiotarsica
-Osteocondrite del gomito

 MALATTIA DI LEGG-CALVE’-PERTHES
Osteocondrosi dell’epifisi prossimale del femore. Interessa soprattutto il sex M tra i 2 e i 13 anni.
Eziologia: sconosciuta. Le ipotesi più ripetute sono:
-Microtraumatismi ripetuti: dovuti a parziale incongruenza articolare, che provoca un eccessivo
carico a livello della testa favorendo la necrosi ischemica del nucleo di ossificazione.
-Interruzione dell’apporto ematico all’epifisi femorale: per anomalie di vascolarizzazione o stati di
ipercoagulabilità.
Patogenesi: varie fasi:
 Fase iniziale: arresto del processo di ossificazione e inizio della necrosi del nucleo di
ossificazione, mentre la cartilagine continua la sua crescita.
 Fase della necrosi con nucleo metallizzato: metallizzazione del nucleo di ossificazione per
riassorbimento della sostanza fondamentale della cartilagine
 Fase della frattura sub condrale: l’osso sub condrale si frattura in quanto non sopporta più
il carico
 Fase della riossificazione: l’osso trabecolare sostituisce quello immaturo, rimodellandolo
 Fase terminale o della deformità residua: alla fine del processo, la testa femorale può
risultare normale o esitare in una deformità invalidante
Clinica: deambulazione claudicante, dolore a coscia o ginocchio, escursione articolare limitata,
ipotrofia da disuso. Nelle fasi terminale, se non ci sono deformità il pz resterà asintomatico nel
lungo periodo; se ci sono deformità si nstaurerà un’artrosi secondaria precoce dell’anca in giovane
età.
Diagnosi: RX. Inizialmente si vedrà il nucleo di ossificazione più piccolo del contro laterale; poi
apparirà molto più denso (metallizzato); poi si vede la frattura subcondrale; poi si vede la
riossificazione, che procede in modo non uniforme; infine si apprezzano o meno le deformità.
Terapia: lo scopo è mantenere centrata la testa nell’acetabolo in scarico, grazie ad ortesi che
prevengono le deformità. Se ci sono già deformità, si può intervenire e protesizzare.

 MORBO DI KOHLER
Osteocondrosi del nucleo di accrescmento dello scafoide tarsale, che colpisce bambini di 2-9 anni.
L’eziologia è sconosciuta. Clinicamente si ha dolore al medio piede. All’RX si vede lo scafoide
assottigliato e sclerotico con aree di osteolisi. La terapia è conservativa con riposo e plantari.

 MORBO DI FREIBERG
Osteocondrosi della testa del 2° metatarsale, che colpisce soprattutto adolescenti di sex F. E’
dovuta a ripetuti traumi del 2° metatarsale che causano necrosi avascolare. Clinicamente si ha meta
tarsalgia. Terapia conservativa con riposo e plantari, o osteotomie se non sufficiente.

 MORBO DI OSGOOD SCHLATTER


Osteocondrosi del nucleo di accrescimento apofisario della tuberosità tibiale anteriori, che colpisce
soprattutto la prima infanzia/ adolescenza nel sex M. Sembra sia dovuta a ripetuti traumi avulsivi a
liv della giunzione osteotendinea (tendine rotuleo) . Clinicamente si ha dolore e tumefazione.
Terapia conservativa o chirurgica se fallisce.

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