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Patologie del

rachide
Prof. Stefano Masiero
UOC Riabilitazione Ortopedica
DPT Neuroscienze

Prof. S. Masiero: UOC Riabilitazione Ortopedica, DPT Neuroscienze


Recapiti
utili
Prof. Stefano Masiero: stef.masiero@unipd.it

Segreteria didattica: 049-8212598


→ Sig.ra Simonetta Stivanello

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SCOLIOSI

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Richiami di Anatomia Umana

Osservando la colonna vertebrale sul piano sagittale, notiamo


la presenza di quattro curve fisiologiche, alternativamente
concave e convesse. Le due curve a concavità posteriore(lordosi)
si trovano a livello cervicale e lombare, mentre le due curve a
convessità posteriore (cifosi) corrispondono alla colonna dorsale
e al sacro

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Anatomia vertebrale

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Anatomia vertebrale

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Anatomia vertebrale

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Scoliosi

Queste curve si forman0 con l’inizio della stazione


eretta e della deambulazione per necessità statiche, a
seguito di sollecitazioni di compressione assiale
gravitarie sul rachide

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Scoliosi
Torsione del rachide caratterizzata da una o più
deviazioni della colonna sul piano frontale,
accompagnata da una
TORSIONE VERTEBRALE
più accentuata a livello dell’apice (o degli apici)
della curva e conseguente formazione di uno o
più gibbi dalla parte della convessità di tali
deviazioni

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Scoliosi

Si aggrava in corrispondenza delle crisi di sviluppo


staturale e tende ad arrestarsi nella sua evoluzione
quando cessa l’attività delle cartilagini di accrescimento
dei corpi vertebrali

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Scoliosi

NATURA CONGENITA O ACQUISITA:


• CONGENITA: origina da anomalie
morfologiche presenti alla nascita o che si
estrinsecano in epoca successiva (emispondili,
schisi…)
• ACQUISITA: più frequente → forme
essenziali o idiopatiche e forme secondarie

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Scoliosi

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Scoliosi

Rotazione di tutto il tratto vertebrale interessato


dalla curvatura intorno all’asse longitudinale del
rachide con torsione delle singole vertebre su se
stesse:
- I corpi vertebrali si
portano verso il lato
convesso della curvatura
- Le spinose si portano
verso il lato concavo

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SCOLIOSIModificazioni Associate

• a carico dei dischi intervertebrali → la riduzione


dello spazio intervertebrale dal lato della concavità della
curva provoca una compressione del nucleo polposo ed
un suo conseguente spostamento dal lato della convessità
• a carico di muscoli e legamenti → perdita della
normale elasticità legamentosa, con retrazione dal lato
della concavità e stiramento dal lato della convessità
• a carico degli organi endocavitari →
secondariamente alle asimmetrie toraciche, nei casi più
gravi

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Scoliosi

È fondamentale dal punto di vista diagnostico


distinguere tra scoliosi funzionale (paramorfismo) e
scoliosi strutturale (dismorfismo), entrambe
deviazioni del rachide rispetto alla verticalità nel
piano frontale.

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Scoliosi

Scoliosi funzionale o atteggiamento scoliotico


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Scoliosi funzionale

SCOLIOSI FUNZIONALE:
Deviazione REVERSIBILE della colonna sul piano
frontale senza rotazione vertebrale, e quindi
completamente correggibile in posizione sdraiata;
E’ possibile evidenziare una causa:
• Eterometria degli arti inferiori
• Alterazioni posturali, comuni in età evolutiva;
• Antalgici
• Psichiatrici

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Scoliosi funzionale

SCOLIOSI FUNZIONALE:

• Rimossa la causa→Correzione totale

• Assenza gibbo al test di flessione anteriore

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Scoliosi funzionale

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Scoliosi strutturali

Le SCOLIOSI STRUTTURALI sono,


nella maggior parte dei casi, EVOLUTIVE
durante l'accrescimento, e in particolare nel
corso della pubertà, fino alla maturità
ossea; si possono anche aggravare più
lentamente nel corso dell'età adulta

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Scoliosi strutturali

Le SCOLIOSI STRUTTURALI si
distinguono principalmente in:
- scoliosi ad eziologia nota
- scoliosi ad eziologia sconosciuta.

Tra le scoliosi strutturali, le IDIOPATICHE


rappresentano di gran lunga il gruppo più
numeroso (80-85%):
LA LORO EZIOLOGIA È IGNOTA

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Scoliosi strutturali

Scoliosi ad etiologia nota:


• Congenite
• Neuromuscolari
• Neurofibromatosi
• Mesenchimopatie
• etc

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Scoliosi idiopatica

SCOLIOSI STRUTTURALI IDIOPATICHE


• Deformità complessa tridimensionale del rachide
• Curva laterale (RX in AP in piedi) maggiore di 10° Cobb
• Prevalenza: 2-3%
• Predilezione sesso femminile
• In relazione all’età:
- infantile (0-3 aa)
- giovanile o della fanciullezza (4-9 aa)
- adolescenziale (>10 aa)

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Scoliosi idiopatiche

CLASSIFICAZIONE IN RAPPORTO A:

• Sede
• Criterio anatomo-radiologico
• Età della prima osservazione

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Scoliosi idiopatica

VALORI SOGLIA:
• Scoliosi se angolazione > 10° Cobb radiografici
(secondo la Scoliosis Research Society)
• Significativa probabilità di comparsa di danni
funzionali se > 30° Cobb, anche se toltalmente
asintomatica
• Indicazione di necessità di approccio chirurgico
se > 50° Cobb

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Scoliosi idiopatica

Curva primaria (strutturale) Curva di compenso (funzionale)

Meno riducibile Completamente correggibile

Entità angolare più ampia Angolazione minore


Maggiore rotazione dei corpi Non deformità vertebrali
vertebrali
Presenza di GIBBO Assenza di GIBBO

Le curve di compenso permettono il riallineamento del rachide al


di sopra e al di sotto della curva strutturale
Tali compensazioni possono anch'esse divenire strutturali con il
progredire dell'evoluzione fino alla maturità ossea
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Scoliosi idiopatica

CLASSIFICAZIONE DELLE SCOLIOSI


In base al numero di curve (strutturali):
• Singola:

• Toracica (circa il 25%) → convessità a destra in oltre il 90% dei casi


• Toraco-lombare (circa il 19%)
• Lombare (circa il 25%)
• Cervico-toracica (circa l’1%)
• Doppia:

• Toracica e lombare (di segno opposto → circa il 23%)


• Toracica e toraco-lombare (di segno opposto)
• Doppia toracica (di segno opposto)
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Scoliosi

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Scoliosi

A seconda della posizione della vertebra apicale (la vertebra più scentrata
all’interno della curva)

• Scoliosi cervico-toracica (apice al passaggio cervico-toracico)


• Scoliosi toracica (apice T7, T8, T9)
• Scoliosi toraco-lombare (apice passaggio toraco-lombare:
T11-T12, T12-L1)
• Lombare (apice L1, L2, L3)

Vertebre estreme: le vertebre poste ai limiti della curva.

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Scoliosi

Nel 95 % dei casi la malattia inizia con i primi segni


della pubertà proseguendo la sua evoluzione fino alla
maturazione ossea del rachide.
Nei rimanenti casi, può evidenziarsi in altre epoche di
accrescimento
Più lontana dalla fine dell’accrescimento è la comparsa
della scoliosi, maggiore è il rischio di aggravamento.

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Scoliosi

Insorge ed evolve in maniera subdola, senza dolore e


senza alcuna compromissione delle condizioni generali

ricercare sistematicamente in tutti gli


adolescenti, in età prepubere, i segni
prodromici!

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Scoliosi

ESAME OBIETTIVO:

• Torso nudo (reggiseno), senza scarpe


• Posizione rilasciata (naturale)
• Braccia pendenti lungo il tronco
• Piedi divaricati sotto le spalle
• Visione da tergo, dal davanti e di lato

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Scoliosi

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Scoliosi

- Sul piano TRASVERSALE:


• Test di Adams (forward-bending test) → per valutare
l’eventuale presenza di gibbo

Permette di individuare i gibbi a


livello lombare, al passaggio
toraco-lombare e a livello
toracico.
Consente inoltre di valutare la
rigidità delle curve.
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Scoliosi

Forward bending test o test di Adams


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Scoliosi

Segni di Scoliosi:

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Scoliosi

Metodo per la misurazione del GIBBO:

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Scoliosi

ESAME
RADIOGRAFICO:
Va effettuato praticando
radiogrammi della colonna
dall’occipite al sacro, in
stazione eretta, nelle due
proiezioni AP e LL.

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Scoliosi

Misurazion
e della
curva con
il Metodo
di Cobb

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Scoliosi

SEGNO DI RISSER:
• Indica il grado di ossificazione delle creste iliache
• Può essere espresso in percentuale (da 0 a 100%) o in stadi (da 1 a 5)

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Scoliosi

• Questa ossificazione si sviluppa contestualmente


all'ossificazione delle cartilagini epifisarie delle
vertebre
• La comparsa dei nuclei inizia mediamente intorno ai 13
anni nella femmina e ai 15 anni nel maschio e termina
completamente verso i 17 anni nella femmina e i 18
anni nel maschio
• Il segno di Risser è una indiretta valutazione del grado
di crescita della colonna.

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Scoliosi

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Scoliosi

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Scoliosi

Anche per il paziente affetto da scoliosi idiopatica


sono distinguibili:

• aspetto di malattia (in inglese disease, processo


eziopatogenetico)
• menomazione (in inglese impairment, danno di una funzione)
• disabilità  (in inglese disability, incapacità  di compiere un atto
proprio dell'essere umano)
• handicap (conseguenze sociali derivanti)
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Scoliosi

Le menomazioni del paziente scoliotico sono


classificabili come:

• danni neuromotori
• biomeccanici
• cardio-polmonari
• estetici

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Scoliosi

Elementi tipici dell’età evolutiva che si


riflettono pesantemente anche sull’età adulta:

• disabilità dovuta a motivi psicologici


• disabilità iatrogena (se non si tiene conto della
delicata fase in cui si trova il giovane, che deve fronteggiare
la crescita/sviluppo puberale e l’incontro/scontro con il
proprio corpo affetto da una forma di patologia che ne mina
una struttura portante che non per niente si chiama
"colonna“)
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Prognosi scoliosi

Nelle scoliosi idiopatiche, specialmente se esiste


familiarità, la prognosi costituisce un problema, dato anche
il diverso potenziale evolutivo delle varie forme cliniche.
Dipende da diversi fattori come:

maturazione scheletrica

età

menarca

sede

rotazione

entità della curva in gradi

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Prognosi scoliosi

Elementi orientativi per la prognosi:


• La chiusura delle cartilagini epifisarie vertebrali
• La crisi puberale rappresenta il periodo più temibile per
la progressione della deformità
• Età del paziente: tanto peggiore sarà la prognosi,
quanto maggiore sarà il potenziale evolutivo della
malattia

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Prognosi Scoliosi

• Tipo della curvatura: la gravità della prognosi decresce


dalle scoliosi dorsali e dorso-lombari alle combinate, alle
lombari

• Grado della curvatura: la prognosi è tanto migliore


quanto minore è la deviazione angolare

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Trattamento della scoliosi

Scanno ippocratico
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Trattamento scoliosi funzionali

Scoliosi in eterometria degli


AAII → rialzo posto sotto la
calzatura dell’arto ipometrico +
cicli di ginnastica
Scoliosi funzionali
Il programma terapeutico
consiste in ripetuti e prolungati
cicli di ginnastica medica e in
controlli posturali periodici al
fine di iniziare tempestivamente
un trattamento più impegnativo
in caso di accentuazione del
paramorfismo.
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LINEE GUIDA PER LA SCOLIOSI
• A Molto forti (Più di uno studio randomizzato controllato, con risultati
tra loro coerenti)
• B Forti (Almeno uno studio randomizzato controllato, con risultati
coerenti con gli altri studi in letteratura)
• C Discrete (Nessuno studio randomizzato, ma diversi studi controllati
con risultati tra loro coerenti)
• D Insufficienti (Un solo studio controllato non randomizzato o diversi
studi controllati con risultati tra loro non coerenti)
• E1 Forte consenso scientifico (Consenso generale sulla procedura o sul
trattamento)
• E2 Discreto consenso scientifico (Consenso prevalente, ma non
generale, sulla procedura o sul trattamento)
• E3 Parere della commissione (Parere della commissione in mancanza di
un consenso generale)

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LINEE GUIDA PER LA SCOLIOSI

SI RACCOMANDA
• Che il paramorfismo (atteggiamento scoliotico) e la scoliosi
inferiore ai 10° Cobb non vengano trattati in modo specifico
(E1)
• La cinesiterapia come primo gradino di approccio
terapeutico alla scoliosi idiopatica per prevenirne
l’evolutività (C)
• Che gli esercizi vengano proposti e seguiti da un rieducatore
specificamente formato ed esperto nel trattamento della
scoliosi (E2)

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LINEE GUIDA PER LA SCOLIOSI

SI RACCOMANDA CHE GLI ESERCIZI


• Vengano svolti individualmente o, meglio ancora, in
piccolo gruppo con programmi individualizzati (E3)
• Vengano effettuati con continuità sino alla fine del
trattamento (E2)
• Vengano individualizzati sulla base delle necessità dei
pazienti (E2)

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LINEE GUIDA PER LA SCOLIOSI

SI RACCOMANDA CHE GLI ESERCIZI


• Siano finalizzati ad un miglioramento del controllo
neuromotorio e posturale del rachide, dell’equilibrio e della
propriocezione e ad un rinforzo della funzione tonica della
muscolatura del tronco (E2)
• Non incrementino l’articolarità e la mobilità del rachide,
con esclusione della fase di preparazione all’uso di un’ortesi
(E2)

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LINEE GUIDA PER LA SCOLIOSI
Cinesiterapia durante trattamento ortesico e
chirurgico

SI RACCOMANDA

• Che, in associazione al trattamento ortesico, venga


effettuata cinesiterapia (C)
• La cinesiterapia di mobilizzazione per migliorare
l’articolarità del rachide in corsetto (B)

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LINEE GUIDA PER LA SCOLIOSI
Cinesiterapia durante trattamento ortesico e
chirurgico

SI RACCOMANDANO

• Esercizi di mobilizzazione in preparazione al corsetto (E2)


•  Esercizi di rinforzo della funzione tonica della muscolatura in
corsetto (E1)
•  Esercizi e posture di recupero dell’assetto sagittale in corsetto
(E2)
• Esercizi di rieducazione posturale e funzionale, in particolare
nei periodi di svezzamento dal corsetto e nel post chirurgico (E2)

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LINEE GUIDA PER LA SCOLIOSI
Attività sportiva

SI RACCOMANDA

• Che lo sport NON venga prescritto come un trattamento per la


scoliosi idiopatica (E2)
• Lo svolgimento di attività sportive di carattere generale, che
offrono al paziente scoliotico vantaggi aspecifici in termini
psicologici, neuromotori ed organici generali (E2)

Ιn ogni fase del trattamento, la continuazione dell’educazione
fisica scolastica (E2)

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LINEE GUIDA PER LA SCOLIOSI
Attività sportiva

SI RACCOMANDA

• La continuazione delle attività sportive anche durante il periodo


d’uso di un corsetto, per i vantaggi fisici e psicologici che questo
garantisce (E3)
• Di NON usare il nuoto come terapia delle curve patologiche, in
quanto assimilabile alle altre attività sportive (E2)
• Di evitare attività agonistiche molto mobilizzanti e/o in
estensione del rachide in scoliosi ad alto rischio (D)

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METODO KLAPP
METODO VON NIEDERHOFFER
METODO SCHROTH
METODO MEZIERES
METODO LIONESE
CHIROPRATICA e OSTEOPATIA
ESPERIENZA DI “PADOVA”
Teorie etio-pa

Trattamenti
METODO KLAPP
Rudolf Klapp, 1873-1949

La scoliosi era frequente in polli e bipedi e anatomicamente simile a


quella dell’uomo, mentre nei quadrupedi era rara
METODO KLAPP

● Ipotesi Patogenetica della scoliosi


La stazione eretta può provocare degli
"squilibri vertebrali” (muscolari) da cui
deriva la scoliosi

● Obiettivo della cinesiterapia


correzione della deformità del rachide
METODO KLAPP

Elementi fondamentali del metodo


• Evitare esercizi in stazione eretta
• Effettuare esercizi con il rachide in
posizione orizzontale (posizione
quadrupedica), in lordosi o in cifosi

• Rinforzo muscolare
• Mobilizzazione (correzione) del rachide
Scoliosi toracica
destra

Gli arti della


concavità vengono
stirati, quelli della
convessità si
avvicinano
METODO VON NIEDERHOFFER (1873- 1946)
Il mantenimento della stazione eretta dipende
principalmente dalla muscolatura del tronco
METODO VON
NIEDERHOFFER
Osservazione originaria I muscoli colpiti da paresi
provocano una concavità omolaterale del rachide

Ipotesi patogenetica della scoliosi La scoliosi è causata


da differenze di tensione nella muscolatura del rachide

(AUMENTO DI TENSIONE ROTAZIONE TORSIONE)


METODO VON NIEDERHOFFER

Obiettivi terapeutici
Correzione della curva riequilibrando queste diverse
tensioni muscolari concavità/convessità
Elementi fondamentali del metodo
● Contrazioni lente e progressive contro resistenza
seguite da contrazioni isometriche e progressivi
rilassamenti dei muscoli indeboliti (muscolatura
trasversale della concavità della curva)
Scoliosi toracica destra
Scoliosi toracica destra
METODO MEZIERES (1909 - 1991)
“Révolution en gymnastique orthopédique” (1949)
● Necessità non di rinforzare la muscolatura ma di
lottare contro le sue retrazioni
• introduce il concetto di catena muscolare
Ipotesi patogenetica
● La scoliosi è conseguenza di muscoli paravertebrali
“troppo forti“ e “troppo corti” (la scoliosi è dovuta ad una
lordosizzazione del rachide)

Muscoli “troppo forti” e “troppo corti”


● Muscoli che oppongono resistenza a uno
stiramento: paravertebrali, antigravitari, ecc.
METODO MEZIERES(allineare – delordosizzare –
derotare)

• Proposta terapeutica
Effettuare esercizi per
ritrovare l'elasticità perduta

• Allungamento globale delle


strutture retratte
• Modalità di esercizio

Stiramento muscolare
progressivo in postura
supina, seduta ed eretta dei
muscoli (troppo forti)
METODO MEZIERES

• Alcuni esercizi
vengono utilizzati nei
programmi di
cinesiterapia della
scoliosi idiopatica
nell’età adolescenziale
(in preparazione al
busto, o in busto, ecc)
METODO MEZIERES

Ci sono piccole evidenze (casistiche


limitate) che hanno documentato gli effetti
negativi del metodo nel trattamento della
scoliosi idiopatica
METODO
SCHROTH

Katharina Schroth, 1894 - 1985


Ipotesi Patogenetica ● La colonna
scoliotica è una alterazione di un impilamento
di elementi a forma piramidale
Obiettivi della metodica ● Correzione
La colonna vertebrale è composta da 3 elementi: cervico-scapolare, toracica e pelvico-lombare
Scoliosi: disallineamento di questi elementi
Il trattamento prevede un ri-allineamento attivo
queste 3 piramidi nei tre piani dello spazio
METODO SCHROTH

Elementi fondamentali del metodo


● Utilizzo
di feedback (specchio, stimoli estero-
propriocettivi e verbali) per eseguire la correzione
posturale con presa di coscienza della deformità
● Allenamento ad un corretto pattern respiratorio
(espansione della concavità e svuotamento della
METODO SCHROTH

Elementi fondamentali del metodo


● Ricostruzione delle curve sagittali
●Trattamento intensivo (es.
6 settimane: 6 h/die: 2h
mattino + 2h pom. in gruppo + 2h libere individuali)
Scoliosi toracica destra
METODO SCHROTH (Rigo e al., 1991)

• Studio retrospettivo
• 45 soggetti con scoliosi idiopatica
• Angolo di Cobb iniziale medio di 19°
• Risser iniziale medio 2
• Risultati al follow-up Peggioramento
11.6% Stazionarietà 44.2%
Miglioramento 44.2%
I risultati sono significativamentre migliori della “storia
naturale della scoliosi idiopatica” (Nachemson 1982; Lonstein
1984)
METODO SCHROTH
(Weiss, 1992)
• Studio retrospettivo
• 118 soggetti con scoliosi idiopatica
• Risser non valutato
• Angolo di Cobb iniziale medio 31°
• Follow-up medio 31.5 mesi
• Risultati Peggioramento 16.1%
Stazionarietà 68.7% Miglioramento
15.2%

I risultati sono significativamentre migliori della storia naturale


della scoliosi idiopatica (Nachemson 1982; Lonstein 1984)
Metodo Lionese
Centro Massues di Lione, anni ‘50 (Stagnara,
Charrière, Mollon, Perdriolle, De Mauroy)

Ipotesi patogenetiche
● La scoliosi non è solo un problema
muscolare
● La scoliosi è un problema biomeccanico e
neuromotorio (danni funzionali)
● Ogni scoliosi presenta aspetti specifici
Dalla scuola Lionese derivano le metodiche di trattamento
maggiormente utilizzate nei Centri Italiani di ginnastica medica
per la cura della scoliosi
METODO LIONESE
Obiettivi cinesiterapia
Prendere coscienza del proprio corpo e dei propri difetti
Apprendere schemi posturali corretti applicabili ai gesti e alle attività di vita
quotidiane
METODO LIONESE

Aspetti caratteristici del metodo

● Ogni paziente esegue un piano di lavoro personalizzato in


rapporto all'età, alla fase di trattamento e alle variabili
individuali (gibbo, sede e numero di curve, ecc. )

● la ginnastica medica viene praticata in piccoli gruppi

● l'obiettivo
finale è la "stabilizzazione" della scoliosi e non la
correzione della deformità (ginnastica medica e non ginnastica
correttiva)
Scoliosi toracica
destra
Esercizi di
potenziamento
della
muscolatura
(Nelle fasi di
svezzamento
dal corsetto)
METODO LIONESE(Mollon e Rodot, 1986)

• Studio retrospettivo
• 210 soggetti con scoliosi idiopatica : 160 hanno effettuato
cinesiterapia; 50 soggetti non hanno fatto trattamento
• Periodo medio di follow-up: 4.5 anni

• Nei soggetti che hanno fatto cinesiterapia



l’angolo Cobb peggiorava mediamente di 1.5°; il gibbo di 2.3 mm
• Nei soggetti che non hanno fatto cinesiterapia

l’angolo di Cobb peggiorava mediamente di 10.2°; il gibbo di 5.2 mm
METODO LIONESE(Ducongè, 2000)

• Studio retrospettivo
• 591 soggetti con scoliosi idiopatica : 422 in cinesiterapia; 169
nessun trattamento
• Periodo medio di follow-up: 4.8 anni
• Nei soggetti che hanno fatto cinesiterapia

l’angolo Cobb peggiorava mediamente di 4° e il gibbo di 3 mm
• Nei soggetti che non hanno fatto cinesiterapia

l’angolo di Cobb peggiorava mediamente di 13.5° e il gibbo di 7mm
Ginnastica Medica Lyonese

• Occorre sempre ricordare che la ginnastica non può


prevenire l’evoluzione di una scoliosi
• Tuttavia gioca un ruolo importante per correggere alcune
deviazioni di origine posturale
• Inoltre la ginnastica Lyonese ha un ruolo rilevante nei
casi di scoliosi trattate con corsetti ortopedici in quanto
evita l’atrofia muscolare ed eventuali osteoporosi
provocate dalla immobilizzazione con corsetto

Prof. S. Masiero: UOC Riabilitazione Ortopedica, DPT Neuroscienze


ALTRI METODI

CHIROPRATICA E OSTEOPATIA

• Ipotesi patogenetica

• La scoliosi origina negli squilibri, nelle posizioni anormali sia del sacro
o del bacino, sia del capo in rapporto all’atlante o all’occipite
• Obiettivi terapeutici

• Riallineamento posturale
• E’ fuori dubbio che se c’è una terapia controindicata nelle
scoliosi strutturate è quella delle manipolazioni
• Le manipolazioni non hanno nessuna efficacia nel trattamento
di scoliosi inferiori ai 20° (Lantz CA, Chen J. J
Manipulative Phys Ther 2001; 24 (6): 385-8)
Trattamento scoliosi strutturali

Il risultato è
Scoliosi subordinato
alla precocità
idiopatiche della diagnosi

CURA = prevenzione dell’aggravamento

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Trattamento scoliosi idiopatiche

Terapia cinesiterapica,
Forme idiopatiche tenendo però il paziente
sotto controllo, pronti ad
iniziali(angolazione agire con un trattamento più
‹20°, in sede ed età impegnativo qualora si
favorevole): notasse un aggravamento.

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Trattamento scoliosi idiopatiche

NB. Gli esercizi muscolari assumono in questa


affezione un valore notevole: hanno come scopo
principale quello di stimolare la muscolatura
paravertebrale, di riequilibrare i movimenti del
tronco, di favorire una stabilizzazione attiva delle
curve.

Gli esercizi dovranno sempre essere associati a


GINNASTICA RESPIRATORIA, indispensabile
completamento terapeutico in tutte le fasi del
trattamento

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Ginnastica Medica

Principi da ricordare:

È necessario sensibilizzare i genitori e i bambini per poter
attuare, tramite la loro educazione, una consapevole azione di
prevenzione

Presa di coscienza, da parte del soggetto, della propria
attitudine corporea (alterazione): solo in questo modo può
riuscire a correggersi e collaborare attivamente durante la vita
di tutti i giorni

Favorire la decontrazione ed il rilassamento per avere
movimenti precisi, efficaci e ben localizzati. È importante che
il soggetto abbia un'esatta presa di coscienza di quali muscoli
intervengono nel movimento e quali devono essere lasciati a
riposo

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Ginnastica Medica

Principi da ricordare:


Sbloccare il segmento e poi tonificare: eseguire esercizi di
mobilizzazione prima e di tonificazione poi, in modo da
riequilibrare i gruppi muscolari riattivati con la mobilizzazione. In
caso di soggetti astenici o di iperlassità si lavora solo sulla
tonificazione

Ginnastica di ipercorrezione; il movimento deve sempre superare il
limite della posizione normale. Fanno ancora eccezione i soggetti
astenici e con iperlassità

Scelte del movimento per accorciare i muscoli allungati
(contrazione completa e distensione incompleta) e per allungare i
muscoli accorciati (contrazione incompleta e distensione completa):
in questo modo è possibile correggere lo squilibrio muscolare che
determina l'alterazione

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Ginnastica Medica

Principi da ricordare:


Pochi esercizi, ben scelti e ben dosati. Specificità di esercizi a
seconda dell'alterazione che presenta il soggetto, dosati secondo le
capacità effettive.


La ripetizione di questi esercizi è utile anche per esercitare la memoria
muscolare

Lato negativo: la ripetitività crea situazioni di noia

Graduare la progressione dell'esercizio, dal semplice al complesso,
dal blando all'intenso

Passare dalla posizione supina a quella seduta, in ginocchio, fino ad
arrivare alla stazione eretta. Meglio partire da una posizione di
scarico gravitazionale, fino ad arrivare alla normale posizione di
stazione eretta.

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Ginnastica Medica

Principi da ricordare:

• Ritmo del movimento: né troppo lento, né troppo rapido, l'ideale è il


ritmo respiratorio. Movimenti troppo rapidi perdono in precisione,
troppo blandi generano una scarsa irrorazione sanguigna (resta
comunque inteso che gli esercizi di mobilizzazione vengono svolti a
ritmo più rapido, quelli di tonificazione, più lentamente)
• La ginnastica respiratoria deve sempre intervenire nella lezione di
ginnastica correttiva perché tutte le alterazioni del tronco comportano
un'insufficienza respiratoria
• Controllo periodico del ragazzo in modo da poter valutare i risultati
ottenuti e poter adattare gli esercizi in base ai progressi conseguiti

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Ginnastica Medica

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Trattamento scoliosi idiopatiche

Terapia ortopedica
incruenta: applicazione di
Forme idiopatiche corsetti ortopedici
più gravi(curvatura ›20° correttivi alternati o meno
ma ‹40°): (in rapporto all’evoluzione
della deformità) a corsetti
gessati + FKT.

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Scoliosi

Tutori Ortopedici

• Corsetto tipo Milwaukee


Corsetti alti
• Corsetto tipo Lyonese “alto”
• Corsetto tipo Agostini
Corsetti bassi
• Corsetto tipo Chêneau

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Scoliosi

Corsetti BASSI:
➢ Più graditi
➢ Più prescritti
➢ Numerosissime varietà
➢ Ottimi per curve “basse”

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Scoliosi

Prescrizione tempestiva di un corsetto richiesta in


caso di:

• Cobb 20°- 25°


• Cobb < 30° (35°)
• Residuo potenziale di crescita

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Scoliosi

OBIETTIVI DEL TRATTAMENTO:


• Contenere (e non correggere) la progressione della
deformità → “prevenzione dell’aggravamento”
• Ottenere un miglioramento estetico
• Ottenere la stabilizzazione a fine crescita
• Evitare, per quanto possibile, che a fine cura la scoliosi
superi i 30° (35°) (limite delle scoliosi minori)
• Evitare l’intervento chirurgico (> 45-50°)

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Corsetto di Milwaukee

Nelle scoliosi cervico-dorsali, dorsali e dorso-lombari,


nei pazienti in età prepubere (7-8anni), specialmente se esiste
familiarità, si tende ad applicare a tempo parziale, un corsetto
tipo Milwaukee (corsetto alto).

Il successo dell'azione correttiva di un corsetto Milwaukee


dipende dalla coincidenza di molteplici fattori:

• un corsetto ben costruito su misura e ben applicato;


• una valida collaborazione del paziente e dei genitori col
medico;
• un'applicazione precoce e tempestiva del tutore su una
colonna con elevato potenziale di crescita e con una curva
flessibile che misuri non più di 40°secondo Cobb.

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Corsetto di Milwaukee

Il corsetto di Milwaukee è indossato per 22 ore al


giorno fino al completamento dello sviluppo
scheletrico.
Viene quindi abbandonato gradualmente fino ad
essere portato solo di notte per l'ultimo anno di
trattamento, finché la colonna ha raggiunto la
completa maturità scheletrica e si possa escludere
quindi qualsiasi accentuazione della curva.

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Corsetto di Milwaukee

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Corsetto di Milwaukee

Nel trattamento della scoliosi idiopatica col


corsetto di Milwaukee una parte essenziale è riservata
alla fisiokinesiterapia.
Il programma di esercizi ha lo scopo di ridurre la
curva e l'eccessiva lordosi, correggere il gibbo e
modellare l'avvallamento toracico controlaterale,
potenziare il trofismo ed il tono muscolare, aumentare
la capacità respiratoria.
Gli esercizi sono praticati giornalmente o a giorni
alterni con e senza corsetto.

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Corsetto di Lyonese “alto”

È un’ortesi che mantiene o riduce la curva scoliotica modellando la


gibbosità attraverso i pressori a valva posizionati sull’apice della
curva, e alla funzione di trazione data dagli ascellari.
È costruito con due aste montanti in lega leggera RX trasparenti, una
anteriore e una posteriore, a cui vengono collegate una presa di bacino
apribile anteriormente e posteriormente articolata con cerniera inox.
Pressori a valva agiscono sull’intera curva scoliotica e hanno
un’azione di spinta postero-laterale.
Due valve ascellari sono collegate al montante anteriore sul quale è
posizionato un appoggio sternale.
Le valve della presa di bacino, quelle ascellari e tutti i pressori sono
regolabili tramite cerniere e barre di lega leggera. Il corsetto viene
realizzato in materiale plastico trasparente indeformabile ad alta
rigidità.

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Corsetto di Lyonese “alto”

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Corsetto di Agostini

Indicato nel trattamento della scoliosi con curve lombari o dorso


lombari.
È un corsetto corto con buona azione correttiva facilmente sopportabile e
con un’ampia possibilità di autocorrezione attiva.

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Corsetto di Chêneau

Indicazioni clinicheSi propone di ridurre le curve scoliotiche dell’adolescenza in


soggetti con apice inferiore a T7 e valore angolare inferiore a 30° - 35°.Azione
prodotta dal tutore Il corsetto Chêneau rappresenta attualmente la proposta più
avanzata del trattamento conservativo delle curve scoliotiche, avendo sia
un’ottima tollerabilità, sia un buon modellamento del gibbo. Esso corregge la
deformità senza favorire il dorso piatto che comunemente si associa alla scoliosi.
Il principio biomeccanico con cui l’ortesi agisce è quello di applicare spinte sul
lato convesso delle curve e su tutte le gibbosità rilevabili sul tronco, sia anteriore
che posteriore, e sviluppare ampie camere di espansione là dove vi siano
depressioni ed in particolare dal lato concavo delle curve.Caratteristiche
tecniche Il corsetto è composto da un’unica valva in cui devono essere comprese
tutte le sue caratteristiche (spinte, appoggi, camere di espansione) che sono
difficilmente modificabili in seguito. Viene costruito in polietilene.

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Corsetto di Chêneau

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Trattamento scoliosi idiopatiche

Forme idiopatiche Può trovare


molto gravi (curvatura indicazione la terapia
›45°): chirurgica

L’indicazione a questo trattamento è andata


progressivamente riducendosi di frequenza grazie
alla precocità sia della diagnosi che del trattamento
prepuberale verificatisi negli ultimi anni.

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Scoliosi

DA TENERE A MENTE:
• Se un peggioramento, che richiede l’uso del corsetto, si è
verificato nonostante la cinesiterapia ben fatta, quest’ultima
probabilmente è servita lo stesso;
• Tuttavia da sola non si è dimostrata sufficiente a contenere la
progressione della scoliosi;
• Infatti, abbinata al corsetto, la cinesiterapia va proseguita lo
stesso;

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Scoliosi

DA TENERE A MENTE:
• Se il corsetto NON è portato secondo prescrizione, il
rischio di peggioramento per le curve dai 20 ai 25° è
elevato, variando dal 40 al 60%;
• Se la scoliosi peggiora, diviene progressivamente più
difficile da curare;
• Se supera un certo grado (> 40-50°), può più facilmente
progredire anche a fine crescita;
• Tempi di cura con corsetto relativamente lunghi: fino a
termine dell’accrescimento (quanto meno quello rapido
puberale)

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Mobilità del rachide scoliotico

All’aumentare della gravità della curva si nota:


• Una diminuzione della mobilità rotatoria della
colonna toracica
• Una riduzione della flessibilità totale
• Una riduzione della mobilità sul piano sagittale
e su quello frontale (sia a livello toracico che
lombare)

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Equilibrio nel paziente scoliotico

Il controllo dell’equilibrio è il risultato


dell’integrazione tra la funzione somatosensoriale,
la vista e la funzione vestibolare.
Alcuni studi hanno evidenziato una disfunzione
nell’equilibrio posturale in pazienti con scoliosi
idiopatica, e sembra che questa si aggravi con il
peggioramento della curva scoliotica.

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Attività fisica e scoliosi

SCOPO: prevenire e correggere quelli che sono gli


atteggiamenti e le patologie dell'apparato osteo-articolare e
locomotore.

Un'errata postura crea nei soggetti


squilibrio di tono e di adattamento tra i gruppi
muscolari con conseguente errato allineamento dei
segmenti articolari modificando così i rapporti
biomeccanici tra di loro.

Costruire un “corsetto neuro-muscolare” per offrire un


maggiore controllo ed una migliore stabilità della colonna.Creare
automatismi e riflessi di correzione da integrare nei movimenti
globali (ginnastica, giochi, sport).
L'attività fisica è particolarmente indicata nei casi di scoliosi
lieve o moderata.
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Ginnastica medica e corsetto

❖ 7-8 anni
❖ Fuori corsetto, in preparazione a questo
❖ In e fuori corsetto
❖ In corsetto, per assecondare attivamente l’azione
dell’ortesi e per contrastarne gli effetti negativi
❖ Di stabilizzazione fuori corsetto, durante lo
svezzamento
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Sport e corsetto

❖ Non agonistico
❖ Qualsiasi sport amatoriale (1-2 volte la settimana)
❖ Fuori corsetto (purché non divenga un alibi!)
❖ In corsetto (per favorire l’azione modellante)
❖ Ora di educazione fisica: in o fuori corsetto
(dipende)
❖ Esonero (dipende)
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Principi di trattamento FKT

Tecniche di stiramento e di rilassamento nuove o derivate


dalle scuole di Mézières e Souchard, oltre allo stretching e
con l’aggiunta di massaggi rilassanti e/o termoterapie,
vengono applicate da molti cultori del movimento
terapeutico come Gussoni, Cristofanilli, Voutay, Meyer etc.

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Principi di trattamento FKT

Il lavoro collettivo o in piccoli gruppi viene attuato


nella maggior parte dei metodi → condizioni
necessarie affinché esso produca buoni risultati:
❑ il numero dei pazienti non deve essere superiore ai
6-8 per seduta
❑ la durata di ogni lezione non deve essere inferiore ai
40-60 minuti
❑ la frequenza settimanale di ogni trattamento può
variare fra i 2 e i 5 giorni
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Principi di trattamento FKT

La scuola di Modena (Cimino, Sgarbi, Nozzi


etc) propone di iniziare comunque con 5
trattamenti settimanali ed eventualmente
ridurre fino a 2 volte la settimana, secondo la
risposta del paziente alla rieducazione e in
base all’entità del difetto.

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Principi di trattamento FKT

Il numero di esercizi per ogni lezione può essere


distinto in:

• ideale (3-4 esercizi)


• praticabile (10-15 esercizi)


• meno utile (oltre i 15 esercizi)


La durata di un singolo esercizio dovrebbe variare


fra i 2 e i 5 minuti
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Principi di trattamento FKT

Le fasi esecutive di un esercizio classico possono


essere distinte in:
• posizione di partenza
• atteggiamento preparatorio (con fissazione dei
segmenti che devono rimanere bloccati)
• esecuzione dell’esercizio (contrazione isotonica)
• contrazione isometrica finale (solo se non s’insegue
un fine di mobilizzazione)
• ritorno lento alla posizione di partenza
• decontrazione
• rilassamento

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Nel caso di atteggiamento scoliotico è importante
intensificare le attività motorie e fare della buona
ginnastica posturale per recuperare l'equilibrio
della colonna.
Tutto questo permette di "correggere" o ridurre il cedimento posturale che si
somma alla componente strutturale della scoliosi.
Il paziente che esegue ginnastica correttiva deve essere periodicamente
controllato dal medico specialista. Se nonostante la ginnastica la scoliosi si
dimostra ugualmente evolutiva, occorre indossare un corsetto.
Trattamento ortesico
Trattamento motorio

…strada a due corsie


Scoliosi
e Sport
L'attività fisica e lo sport devono essere considerati inscindibilmente legati alla
ginnastica medica, di cui rappresentano per così dire il “versante attivo”. La colonna di
un soggetto che ha appreso gli “schemi motori corretti” durante le sedute di
cinesiterapia, risponde alle sollecitazioni di carico e di squilibrio nel corso delle attività
motorie con reazioni riflesse di tipo correttivo, anzichè deformante. E' quindi non solo
utile, ma addirittura necessario svolgere, come complemento alla cinesiterapia, anche
delle attività di tipo sportivo. Esse permettono l'allenamento di qualità fisiche e neuro-
motorie di base, oltre a sviluppare una “immagine positiva del corpo”, elementi che
risultano vitali per un giovane adolescente affetto da scoliosi.
Pur essendo ben consci dell'importanza e dell'insostituibilità della ginnastica
correttiva e posturale, si ritiene che i ragazzi e le ragazze portatori di scoliosi
debbano parallelamente frequentare un'altra attività fisica che possa completare
e migliorare i risultati della ginnastica specifica
Attraverso la ginnastica correttiva e posturale ci si pone i seguenti obiettivi:
riapprendimento dello schema posturale per una migliore percezione del corpo proprio;
elasticità e tonicità muscolare per favorire la correzione in presenza di un atteggiamento
paramorfico o per rallentare e cercare di impedire il peggioramento in un dismorfismo
trattato o meno con l'idonea ortesi.
Non si deve però cadere nel paradosso di considerare un soggetto portatore di scoliosi solo
in funzione della sua malattia. Egli è innanzitutto un'inscindibile unità psicofisica che
attraverso il suo corpo apprende, cresce e sviluppa le sue potenzialità.
In quest'ottica la pratica di un'attività fisica non alternativa, ma complementare alla
cinesiterapia deve essere non solo concessa, ma anche consigliata. Giusto è comunque
sottolineare che non tutti gli sport sono uguali: alcuni sono sicuramente più indicati di
altri.Si è cercato allora, tramite i contributi che ci vengono dalla letteratura, di valutare i
pro e i contro della pratica di alcune attività fisiche da parte di soggetti portatori di
scoliosi:
ATTENZIONE AGLI
SPORT TROPPO
MOBILIZZANTI

Per quanto riguarda le attività fisiche e sportive, nei giovani affetti da scoliosi,
sono generalmente controindicate le attività a livello agonistico, soprattutto
quelle mobilizzanti del rachide, perchè rendono la colonna più flessibile e quindi
più facilmente deformabile. Fra queste segnaliamo la ginnastica artistica, la
ritmica, la danza classica, il nuoto.
no all'agonismo o alla pratica esasperata dato che, giustificando ogni sacrificio in
funzione del risultato, andrebbe a creare dei conflitti con gli obiettivi terapeutici;
- scelta autonoma, sempre per quanto concesso dagli obiettivi terapeutici,
dell'attività da praticare per permettere l'affermazione di tutti quei valori
psicologici che lo sport esalta; - seguire l'evoluzione della malattia attraverso
un'attenta valutazione medica, funzionale e cinesiterapica che periodicamente
"esamini e misuri" il nostro atleta.
Un sport ad hoc

La pallavolo rappresenta per i pazienti scoliotici uno degli sport consigliati in quanto si basa
sull'equilibrio, la coordinazione e la scioltezza. In tutti i fondamentali della pallavolo è richiesto il
massimo equilibrio che deriva da un buon appoggio dei piedi a terra, da una buona sensibilità
propriocettiva che si traduce in un'attivazione dei muscoli degli arti inferiori e in un corretto
atteggiamento del bacino.Se la parte inferiore del corpo è muscolarmente solidarizzata con la parte
superiore, anche la muscolatura paravertebrale del dorso e dell'addome verrà attivata in modo da
permettere al giovane il miglior assetto del suo corpo nello spazio.
Inoltre, il fatto di essere in rapporto con altri giocatori stimola il ragazzo a continui aggiustamenti
dell'atteggiamento del suo corpo orientandolo nel tempo e nello spazio alla ricerca della funzionalità in
relazione alla situazione.E fondamentale sottolineare clhe la postura non è un fatto statico, ma
dinamico in quanto il corpo riceve continui messaggi dall'ambiente che costringono la muscolatura a
essere in continua attività per trovare la migliore posizione.
Per esempio quando un giocatore si appresta ad eseguire un muro deve prima di tutto
trovare quello che è il migliore assetto del suo corpo per poter poi saltare e cercare di
contrastare un tiro avversario.
Non dimentichiamo la posizione delle spalle,nella posizione fondamentale di ricezione che
devono essere sullo stesso piano e il loro asse trasverso parallelo a quello del bacino.
Considerando inoltre che molti esercizi della ginnastica correttiva tendono a impegnare la
muscolatura in un lavoro in estensione, anche molti gesti fondamentali della pallavolo
prevedono l'allungamento, sia nel palleggio alto che nella schiacciata … Una delle basi
della pallavolo è la coordinazione: oculo-manuale, spazio-temporale, inter-segmentaria: è
soprattutto quest' ultima che può divenire un ottimo aiuto per il paziente scoliotico.
La coordinazione tra la parte inferiore del corpo e quella superiore è basilare per la corretta
esecuzione di tutti i movimenti del gioco: nel palleggio, nel bagher, nella battuta. Non è pensabile
l'esecuzione di un buon passaggio se alla base del movimento non vi è una coordinazione tra gli arti
inferiori, che sono la base del gesto, e gli arti superiori, the sono gli esecutori del gesto stesso. Tra i due
segmenti corporei abbiamo il busto che deve trovarsi in condizioni di buon equilibrio e ben coordinato
con tutto il corpo per poter eseguire il gesto richiesto.
Per poter fare quanto sopra descritto occorre che il piccolo atleta abbia una più che buona
conoscenza del proprio corpo, del proprio schema corporeo e quanto più "si conosce"
tanto più riuscirà a realizzare quelle posture che possono aiutarlo a migliorare dal
versante neuromuscolare la sua condizione di paziente scoliotico. Per ultimo ma non meno
importante abbiamo lasciato il concetto di scioltezza dei movimenti, che solo se eseguiti
con la muscolatura rilassata potranno essere corretti ed efficaci.
Concludendo vorremmo ricordare che la pratica del minivolley è sicuramente valida per i bambini in
quanto gli esercizi di base servono per sviluppare le capacità motorie, per creare e rinforzare lo
schema corporeo, per allenare al ritmo e alla coordinazione, tutti elementi utili per imparare ad
assumere posizioni corrette
Ci sembra importante ricordare un luogo comune oramai sfatato da tempo: quello del
nuoto, come “toccasana” della scoliosi. In passato, quando si riteneva che levare il
paziente dall'azione nefasta della forza di gravità potesse avere un effetto terapeutico, il
nuoto, in quanto condotto in scarico, veniva considerato lo sport ideale. Oggi si sa
invece che, in un soggetto affetto da scoliosi, è più importante potenziare le capacità di
opporsi alla forza di gravità e che, quindi, in questo senso è utile praticare degli sport in
carico. Il nuoto, se praticato intensamente, rende la colonna più mobile e quindi più
facilmente deformabile. Inoltre……..
Bernard Geyer : il meccanismo della coppia deformante

è stato dimostrato che nelle scoliosi con


una deformazione toracica superiore ad
un certa soglia, il nuoto non solo non è
una panacea, ma è addirittura dannoso,
in quanto sviluppa un meccanismo
rotatorio autodeformante, provocato
dalle respirazioni forzate e dalla
pressione esterna dell'acqua sul cilindro
toracico deformato
Attività fisica e scoliosi

Quando si parla di scoliosi è sbagliato considerare il


nuoto come mezzo primario di prevenzione e cura.
Alla luce delle conoscenze attuali gli sport di carico
hanno infatti effetti benefici di gran lunga superiori al
nuoto.
In particolari situazioni (movimenti asimmetrici o che
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Attività fisica e scoliosi

Evitare le attività agonistiche "mobilizzanti" il rachide perché


rendono la colonna più flessibile, quindi più facilmente
deformabile:
• Ginnastica artistica
• Ginnastica ritmica
• Danza classica
Per combattere la scoliosi occorre pertanto scegliere sport di
carico che non prevedano mobilizzazioni eccessive della
colonna vertebrale. Ancor più indicata risulta la pratica della
cosiddetta "ginnastica medica" sotto la supervisione di un
esperto

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E' bene tuttavia precisare che tutte le attività
motorie, comprese quelle mobilizzanti, quali il
nuoto, la ginnastica artistica, la ritmica e la
danza, non sono mai dannose se praticate in
forma ricreativa due o tre volte alla settimana.
Tuttavia, quando è possibile scegliere, è meglio
praticare sport in carico e che non mobilizzano
eccessivamente la colonna.
I dati della ricerca scientifica hanno sfatato un altro luogo comune: quello degli
sport asimmetrici come “nocivi” per lo scoliotico. E' stato dimostrato che la

 
frequenza della scoliosi è identica nei soggetti che fanno sport simmetrici e
asimmetrici. Il tennis o la scherma possono sviluppare di più i muscoli di un lato,
ma non provocare o far peggiorare una scoliosi iniziale.

                                                                                

                                    
                                                                                              
E’ MEGLIO PREVENIRE CHE CURARE!

Concludiamo con un ammonimento ai medici, tecnici e


genitori, a tutti coloro che hanno la responsabilità di
prevenire i danni alla salute della colonna vertebrale nei
giovani:
tutte le scoliosi, anche le più gravi, sono state delle piccole curve: se interveniamo con le cure
adeguate, quando sono ancora lievi, ben difficilmente si renderà necessario ricorrere a
terapie lunghe e intense, lesive e non sempre soddisfacenti.
Fisiologia del rachide

Il valore delle curve è considerato


nella norma (secondo Rocher-
Rigaud) quando:
- è di circa 36° per la lordosi
cervicale fisiologica
- è di circa 35° per la cifosi dorsale
fisiologica
- è di circa 50° per la lordosi lombare
fisiologica

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Ipercifosi posturale

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Ipercifosi posturale

L’accentuazione della cifosi dorsale è denominata


ipercifosi o dorso curvo o gobba e rientra nella
classificazione dei dismorfismi o deformità sagittali del
rachide. 

Se cifosi
dorsale ˃ 40°-
45°

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Ipercifosi posturale

In età adolescenziale può essere


causata da una postura errata o da un
insufficiente sviluppo muscolare e può
essere curata con ginnastica opportuna
ed una correzione della postura.
In età avanzata è difficilmente
curabile.
Generalmente si accompagna ad
iperlordosi lombare, addome
prominente, scapole alate e spalle
anteposte.
All’accentuazione della curva cifotica
consegue una ridotta capacità
respiratoria.
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Ipercifosi toraciche dell’adolescenza

Scapole alate
Iperlordosi lombare Ipercifosi toracica

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Ipercifosi posturale

Talvolta la cifosi può essere anche molto marcata,


ma rimane comunque clinicamente discretamente
mobile, facilmente e volontariamente correggibile.
Alla componente muscolare si sovrappone una
importante difficoltà neuromotoria di controllo
posturale e, molto spesso, un atteggiamento
psicologico di introversione, di "chiusura".
Alla radiografia i corpi vertebrali hanno contorni
di normali dimensioni e non vi sono segni né di
cuneizzazione né di irregolarità delle limitanti.
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Ipercifosi posturale

Compito di un trainer è quello di allungare le


catene muscolari accorciate (quelle anteriori del
tronco) ed accorciare quelle allungate (le posteriori
del tronco).
Importantissimo aumentare la capacità respiratoria
compromessa dalla compressione toracica.

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L'ipercifosi osteocondrosica

Malattia di Sheuermann

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L'ipercifosi osteocondrosica

Forma di ipercifosi toracica dell'adolescenza, che


appare da subito più strutturata (rigida) e che ha una
tendenza all'accentuazione nel corso
dell'accrescimento vertebrale

Fa parte delle turbe dell'accrescimento delle vertebre


toraciche, che vanno incontro ad un'accentuazione
della fisiologica cuneizzazione anteriore dei corpi
vertebrali

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Malattia di Sheuermann

▪ incidenza media 1% - 8% della popolazione


▪ etiologia incerta
▪ alterazione delle caratteristiche istologiche,
della forma e della capacità di accrescimento
della cartilagine dei piatti cartilalginei di
accrescimento vertebrali che sono deputati
all'accrescimento in altezza dei corpi
vertebrali
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Malattia di Sheuermann

La malattia di Scheuermann:

➢ tipica (tipo I)

➢ atipica (tipo II)


Queste due forme della malattia colpiscono
diverse parti della colonna vertebrale

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Malattia di Sheuermann

- La forma tipica (tipo più comune) interessa il


tratto toracico: si evidenzia l’accentuazione della
cifosi dorsale con deformità a cuneo anteriore di
almeno 5 gradi in almeno 3 vertebre dorsali
adiacenti; coesistono riduzione dello spessore degli
spazi intervertebrali e irregolarità delle limitanti
intersomatiche.
- La forma atipica (molto meno frequente) interessa
invece il tratto lombare, che compensa diventando
iperlordotico.
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Malattia di Sheuermann

Tali alterazioni conducono ad


una frammentazione dei piatti
cartilaginei e, come
conseguenza, ad un'alterazione
della crescita con i corpi
vertebrali che assumono, via
via, una forma a cuneo (con
base posteriore) sempre più
accentuata

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Malattia di Sheuermann

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Malattia di Sheuermann

Le tipiche alterazioni delle limitanti


somatiche dei corpi vertebrali:
• addensamenti
• ondulazioni
• noduli di Schmorl
• anomalie delle apofisi anulari
→ agevolmente evidenziabili nei
radiogrammi

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Malattia di Sheuermann

Un legamento lungo
chiamato il legamento
longitudinale anteriore
collega sulla parte anteriore
i corpi vertebrali.
Questo legamento si
addensa in genere nei
pazienti con malattia di
Scheuermann.
→ aggiunge una spinta in
avanti, producendo più
incuneamento e cifosi
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Malattia di Sheuermann

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Malattia di Sheuermann

Frequentemente sottoposti
all’osservazione medica per
rachialgia legata al
movimento e alla postura
Clinicamente:
ipercifosi toracica, spesso
associata ad una
retroposizione del tronco
(sproiezione posteriore del
baricentro)

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Malattia di Sheuermann

Il trattamento dipende da:


❖ l'età scheletrica
❖ l'entità della cifosi
❖ la sua correggibilità

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Malattia di Sheuermann

Le alterazioni dell'assetto sagittale del rachide


possono cioè essere trattate con:
❖ rieducazione posturale
❖ corsetti correttivi
❖ busti gessati

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Iperlordosi

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Iperlordosi

Lordosi lombare = zona


del rachide totalmente
mobile interposta tra due
tratti rigidi, che si
riconfigura in base alle
richieste funzionali
determinate dalla
necessità posturale
rispetto ai punti fissi dati
dall’orientamento del
bacino e dell’orizzontalità
dello sguardo.

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Iperlordosi

Un aumento della lordosi in ortostasi è


generalmente secondario ad un incremento della
cifosi toracica e/o ad una antiversione del bacino.
Può essere dovuta anche ad una spondilolistesi
vertebrale, a deformazioni congenite del rachide
lombare, a stenosi spinale negli acondroplastici etc.

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Iperlordosi

Sembrerebbe un paradosso, ma nella stazione


eretta si riposa la schiena, mentre in quella
seduta le gambe.
La controindicazione dello stare seduti a lungo è
l’affaticamento della schiena in quanto la
colonna perde il suo equilibrio fisiologico,
andando
Prof. S. Masiero: a sforzare
UOC i muscoli
Riabilitazione Ortopedica, posteriori erettori
DPT Neuroscienze
Iperlordosi

Cercare di
rafforzare i muscoli addominali con esercizi specifici,
che
interessino solo questi e non l’ileopsoas!
Tentare di allungare tutta la catena
posteriore che si estende dall’occipite
fino alle punte dei piedi, come ha
studiato e scoperto Mézières: i muscoli
posteriori si detenderanno permettendo
alla colonna una maggiore libertà di
movimento e il suo ritorno a una curva
fisiologica normale.

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Spondilolisi

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Spondilolisi

Malformazione
vertebrale che consiste
nell'interruzione
dell'istmo (parte
posteriore dell'arco delle
vertebre lombari)
compresa tra le apofisi
articolari superiori e
inferiori

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Spondilolisi

• Relativamente frequente: 5-6 %


• Colpisce elettivamente la V vertebra lombare
(70-80%)
• Talvolta è unilaterale
• Spesso è seguita da spondilolistesi
• Asintomatica nella maggior parte dei casi
→ talvolta individuata nel corso di
normali esami radiologici

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Spondilolisi

Quadro radiografico:
- Proiezioni ortogonali →no reperti dimostrativi
- Proiezioni oblique → «decapitazione del
cagnolino»

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Spondilolisi

Trattamento:
- Forme asintomatiche:
• Ginnastica posturale ed esercizi di rinforzo dei muscoli
addominali
• Evitare attività fisiche che possano favorire la
spondilolistesi (salto, tuffi, etc)
- Forme sintomatiche:
• Riposo
• Analgesici
• Eventualmente busto ortopedico
- Se sintomatologia per più di 10-12 mesi → artrodesi
postero-laterale

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Da spondilolisi a Spondilolistesi

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Spondilolistesi

Si verifica quando la vertebra


lombare sede della lisi istmica,
non più unita alle apofisi
articolari inferiori, scivola
anteriormente e in basso sulla
vertebra sottostante.
Il fenomeno è talvolta acuto,
talvolta graduale.
Si arresta all’inizio dell’età
adulta.

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Spondilolistesi

Lo scivolamento vertebrale presupporrebbe, oltre alla


lisi istmica che disancora il corpo vertebrale dalle
strutture dell’arco superiore, una lassità disco-
legamentosa e un’alterazione della normale
inclinazione del sacro.
Incostante l’interessamento della radice nervosa
corrispondente al livello della lisi → quando presente
è dovuto più a stiramento che a ghigliottinamento della
radice all’interno del foro di coniugazione.

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Spondilolistesi

Sintomatologia:
• Sensazione di uno «scalino» alla
palpazione delle apofisi spinose
• Iperlordosi
• Lombosciatalgia o lombalgia

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Spondilolistesi

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Spondilolistesi

Al quadro radiografico si evidenzia:


- Nella proiezione laterale:
• Il grado di slittamento
• La netta riduzione dello
spazio intersomatico
• La deformazione
trapezoidale del corpo
vertebrale
- Nelle proiezioni oblique:
• La lisi istmica
• Un eventuale
restringimento del
forame di coniugazione
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Spondilolistesi

Prognosi:
Generalmente benigna: oltrepassati i 25-30
anni il processo di scivolamento può
considerarsi abitualmente stabilizzato.
Trattamento:
- Se sintomatiche, ma inferiori al 25% →
busto ortopedico
- Se superiori al 25% → busto ortopedico o
artrodesi posteriore
-

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Grazie per l’attenzione!!!

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