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rachide
Prof. Stefano Masiero
UOC Riabilitazione Ortopedica
DPT Neuroscienze
SCOLIOSI FUNZIONALE:
Deviazione REVERSIBILE della colonna sul piano
frontale senza rotazione vertebrale, e quindi
completamente correggibile in posizione sdraiata;
E’ possibile evidenziare una causa:
• Eterometria degli arti inferiori
• Alterazioni posturali, comuni in età evolutiva;
• Antalgici
• Psichiatrici
SCOLIOSI FUNZIONALE:
Le SCOLIOSI STRUTTURALI si
distinguono principalmente in:
- scoliosi ad eziologia nota
- scoliosi ad eziologia sconosciuta.
• Congenite
• Neuromuscolari
• Neurofibromatosi
• Mesenchimopatie
• etc
CLASSIFICAZIONE IN RAPPORTO A:
• Sede
• Criterio anatomo-radiologico
• Età della prima osservazione
VALORI SOGLIA:
• Scoliosi se angolazione > 10° Cobb radiografici
(secondo la Scoliosis Research Society)
• Significativa probabilità di comparsa di danni
funzionali se > 30° Cobb, anche se toltalmente
asintomatica
• Indicazione di necessità di approccio chirurgico
se > 50° Cobb
A seconda della posizione della vertebra apicale (la vertebra più scentrata
all’interno della curva)
ESAME OBIETTIVO:
•
Segni di Scoliosi:
ESAME
RADIOGRAFICO:
Va effettuato praticando
radiogrammi della colonna
dall’occipite al sacro, in
stazione eretta, nelle due
proiezioni AP e LL.
Misurazion
e della
curva con
il Metodo
di Cobb
SEGNO DI RISSER:
• Indica il grado di ossificazione delle creste iliache
• Può essere espresso in percentuale (da 0 a 100%) o in stadi (da 1 a 5)
• danni neuromotori
• biomeccanici
• cardio-polmonari
• estetici
Scanno ippocratico
Prof. S. Masiero: UOC Riabilitazione Ortopedica, DPT Neuroscienze
Trattamento scoliosi funzionali
SI RACCOMANDA
• Che il paramorfismo (atteggiamento scoliotico) e la scoliosi
inferiore ai 10° Cobb non vengano trattati in modo specifico
(E1)
• La cinesiterapia come primo gradino di approccio
terapeutico alla scoliosi idiopatica per prevenirne
l’evolutività (C)
• Che gli esercizi vengano proposti e seguiti da un rieducatore
specificamente formato ed esperto nel trattamento della
scoliosi (E2)
SI RACCOMANDA
SI RACCOMANDANO
SI RACCOMANDA
SI RACCOMANDA
Trattamenti
METODO KLAPP
Rudolf Klapp, 1873-1949
• Rinforzo muscolare
• Mobilizzazione (correzione) del rachide
Scoliosi toracica
destra
Obiettivi terapeutici
Correzione della curva riequilibrando queste diverse
tensioni muscolari concavità/convessità
Elementi fondamentali del metodo
● Contrazioni lente e progressive contro resistenza
seguite da contrazioni isometriche e progressivi
rilassamenti dei muscoli indeboliti (muscolatura
trasversale della concavità della curva)
Scoliosi toracica destra
Scoliosi toracica destra
METODO MEZIERES (1909 - 1991)
“Révolution en gymnastique orthopédique” (1949)
● Necessità non di rinforzare la muscolatura ma di
lottare contro le sue retrazioni
• introduce il concetto di catena muscolare
Ipotesi patogenetica
● La scoliosi è conseguenza di muscoli paravertebrali
“troppo forti“ e “troppo corti” (la scoliosi è dovuta ad una
lordosizzazione del rachide)
• Proposta terapeutica
Effettuare esercizi per
ritrovare l'elasticità perduta
•
Stiramento muscolare
progressivo in postura
supina, seduta ed eretta dei
muscoli (troppo forti)
METODO MEZIERES
• Alcuni esercizi
vengono utilizzati nei
programmi di
cinesiterapia della
scoliosi idiopatica
nell’età adolescenziale
(in preparazione al
busto, o in busto, ecc)
METODO MEZIERES
• Studio retrospettivo
• 45 soggetti con scoliosi idiopatica
• Angolo di Cobb iniziale medio di 19°
• Risser iniziale medio 2
• Risultati al follow-up Peggioramento
11.6% Stazionarietà 44.2%
Miglioramento 44.2%
I risultati sono significativamentre migliori della “storia
naturale della scoliosi idiopatica” (Nachemson 1982; Lonstein
1984)
METODO SCHROTH
(Weiss, 1992)
• Studio retrospettivo
• 118 soggetti con scoliosi idiopatica
• Risser non valutato
• Angolo di Cobb iniziale medio 31°
• Follow-up medio 31.5 mesi
• Risultati Peggioramento 16.1%
Stazionarietà 68.7% Miglioramento
15.2%
Ipotesi patogenetiche
● La scoliosi non è solo un problema
muscolare
● La scoliosi è un problema biomeccanico e
neuromotorio (danni funzionali)
● Ogni scoliosi presenta aspetti specifici
Dalla scuola Lionese derivano le metodiche di trattamento
maggiormente utilizzate nei Centri Italiani di ginnastica medica
per la cura della scoliosi
METODO LIONESE
Obiettivi cinesiterapia
Prendere coscienza del proprio corpo e dei propri difetti
Apprendere schemi posturali corretti applicabili ai gesti e alle attività di vita
quotidiane
METODO LIONESE
● l'obiettivo
finale è la "stabilizzazione" della scoliosi e non la
correzione della deformità (ginnastica medica e non ginnastica
correttiva)
Scoliosi toracica
destra
Esercizi di
potenziamento
della
muscolatura
(Nelle fasi di
svezzamento
dal corsetto)
METODO LIONESE(Mollon e Rodot, 1986)
• Studio retrospettivo
• 210 soggetti con scoliosi idiopatica : 160 hanno effettuato
cinesiterapia; 50 soggetti non hanno fatto trattamento
• Periodo medio di follow-up: 4.5 anni
• Studio retrospettivo
• 591 soggetti con scoliosi idiopatica : 422 in cinesiterapia; 169
nessun trattamento
• Periodo medio di follow-up: 4.8 anni
• Nei soggetti che hanno fatto cinesiterapia
•
l’angolo Cobb peggiorava mediamente di 4° e il gibbo di 3 mm
• Nei soggetti che non hanno fatto cinesiterapia
•
l’angolo di Cobb peggiorava mediamente di 13.5° e il gibbo di 7mm
Ginnastica Medica Lyonese
CHIROPRATICA E OSTEOPATIA
•
• Ipotesi patogenetica
•
• La scoliosi origina negli squilibri, nelle posizioni anormali sia del sacro
o del bacino, sia del capo in rapporto all’atlante o all’occipite
• Obiettivi terapeutici
•
• Riallineamento posturale
• E’ fuori dubbio che se c’è una terapia controindicata nelle
scoliosi strutturate è quella delle manipolazioni
• Le manipolazioni non hanno nessuna efficacia nel trattamento
di scoliosi inferiori ai 20° (Lantz CA, Chen J. J
Manipulative Phys Ther 2001; 24 (6): 385-8)
Trattamento scoliosi strutturali
Il risultato è
Scoliosi subordinato
alla precocità
idiopatiche della diagnosi
Terapia cinesiterapica,
Forme idiopatiche tenendo però il paziente
sotto controllo, pronti ad
iniziali(angolazione agire con un trattamento più
‹20°, in sede ed età impegnativo qualora si
favorevole): notasse un aggravamento.
Principi da ricordare:
•
È necessario sensibilizzare i genitori e i bambini per poter
attuare, tramite la loro educazione, una consapevole azione di
prevenzione
•
Presa di coscienza, da parte del soggetto, della propria
attitudine corporea (alterazione): solo in questo modo può
riuscire a correggersi e collaborare attivamente durante la vita
di tutti i giorni
•
Favorire la decontrazione ed il rilassamento per avere
movimenti precisi, efficaci e ben localizzati. È importante che
il soggetto abbia un'esatta presa di coscienza di quali muscoli
intervengono nel movimento e quali devono essere lasciati a
riposo
Principi da ricordare:
•
•
Sbloccare il segmento e poi tonificare: eseguire esercizi di
mobilizzazione prima e di tonificazione poi, in modo da
riequilibrare i gruppi muscolari riattivati con la mobilizzazione. In
caso di soggetti astenici o di iperlassità si lavora solo sulla
tonificazione
•
Ginnastica di ipercorrezione; il movimento deve sempre superare il
limite della posizione normale. Fanno ancora eccezione i soggetti
astenici e con iperlassità
•
Scelte del movimento per accorciare i muscoli allungati
(contrazione completa e distensione incompleta) e per allungare i
muscoli accorciati (contrazione incompleta e distensione completa):
in questo modo è possibile correggere lo squilibrio muscolare che
determina l'alterazione
Principi da ricordare:
•
•
Pochi esercizi, ben scelti e ben dosati. Specificità di esercizi a
seconda dell'alterazione che presenta il soggetto, dosati secondo le
capacità effettive.
•
•
La ripetizione di questi esercizi è utile anche per esercitare la memoria
muscolare
•
Lato negativo: la ripetitività crea situazioni di noia
•
Graduare la progressione dell'esercizio, dal semplice al complesso,
dal blando all'intenso
•
Passare dalla posizione supina a quella seduta, in ginocchio, fino ad
arrivare alla stazione eretta. Meglio partire da una posizione di
scarico gravitazionale, fino ad arrivare alla normale posizione di
stazione eretta.
Principi da ricordare:
•
Terapia ortopedica
incruenta: applicazione di
Forme idiopatiche corsetti ortopedici
più gravi(curvatura ›20° correttivi alternati o meno
ma ‹40°): (in rapporto all’evoluzione
della deformità) a corsetti
gessati + FKT.
Tutori Ortopedici
Corsetti BASSI:
➢ Più graditi
➢ Più prescritti
➢ Numerosissime varietà
➢ Ottimi per curve “basse”
➢
DA TENERE A MENTE:
• Se un peggioramento, che richiede l’uso del corsetto, si è
verificato nonostante la cinesiterapia ben fatta, quest’ultima
probabilmente è servita lo stesso;
• Tuttavia da sola non si è dimostrata sufficiente a contenere la
progressione della scoliosi;
• Infatti, abbinata al corsetto, la cinesiterapia va proseguita lo
stesso;
DA TENERE A MENTE:
• Se il corsetto NON è portato secondo prescrizione, il
rischio di peggioramento per le curve dai 20 ai 25° è
elevato, variando dal 40 al 60%;
• Se la scoliosi peggiora, diviene progressivamente più
difficile da curare;
• Se supera un certo grado (> 40-50°), può più facilmente
progredire anche a fine crescita;
• Tempi di cura con corsetto relativamente lunghi: fino a
termine dell’accrescimento (quanto meno quello rapido
puberale)
❖ 7-8 anni
❖ Fuori corsetto, in preparazione a questo
❖ In e fuori corsetto
❖ In corsetto, per assecondare attivamente l’azione
dell’ortesi e per contrastarne gli effetti negativi
❖ Di stabilizzazione fuori corsetto, durante lo
svezzamento
Prof. S. Masiero: UOC Riabilitazione Ortopedica, DPT Neuroscienze
Sport e corsetto
❖ Non agonistico
❖ Qualsiasi sport amatoriale (1-2 volte la settimana)
❖ Fuori corsetto (purché non divenga un alibi!)
❖ In corsetto (per favorire l’azione modellante)
❖ Ora di educazione fisica: in o fuori corsetto
(dipende)
❖ Esonero (dipende)
Prof. S. Masiero: UOC Riabilitazione Ortopedica, DPT Neuroscienze
Principi di trattamento FKT
Per quanto riguarda le attività fisiche e sportive, nei giovani affetti da scoliosi,
sono generalmente controindicate le attività a livello agonistico, soprattutto
quelle mobilizzanti del rachide, perchè rendono la colonna più flessibile e quindi
più facilmente deformabile. Fra queste segnaliamo la ginnastica artistica, la
ritmica, la danza classica, il nuoto.
no all'agonismo o alla pratica esasperata dato che, giustificando ogni sacrificio in
funzione del risultato, andrebbe a creare dei conflitti con gli obiettivi terapeutici;
- scelta autonoma, sempre per quanto concesso dagli obiettivi terapeutici,
dell'attività da praticare per permettere l'affermazione di tutti quei valori
psicologici che lo sport esalta; - seguire l'evoluzione della malattia attraverso
un'attenta valutazione medica, funzionale e cinesiterapica che periodicamente
"esamini e misuri" il nostro atleta.
Un sport ad hoc
La pallavolo rappresenta per i pazienti scoliotici uno degli sport consigliati in quanto si basa
sull'equilibrio, la coordinazione e la scioltezza. In tutti i fondamentali della pallavolo è richiesto il
massimo equilibrio che deriva da un buon appoggio dei piedi a terra, da una buona sensibilità
propriocettiva che si traduce in un'attivazione dei muscoli degli arti inferiori e in un corretto
atteggiamento del bacino.Se la parte inferiore del corpo è muscolarmente solidarizzata con la parte
superiore, anche la muscolatura paravertebrale del dorso e dell'addome verrà attivata in modo da
permettere al giovane il miglior assetto del suo corpo nello spazio.
Inoltre, il fatto di essere in rapporto con altri giocatori stimola il ragazzo a continui aggiustamenti
dell'atteggiamento del suo corpo orientandolo nel tempo e nello spazio alla ricerca della funzionalità in
relazione alla situazione.E fondamentale sottolineare clhe la postura non è un fatto statico, ma
dinamico in quanto il corpo riceve continui messaggi dall'ambiente che costringono la muscolatura a
essere in continua attività per trovare la migliore posizione.
Per esempio quando un giocatore si appresta ad eseguire un muro deve prima di tutto
trovare quello che è il migliore assetto del suo corpo per poter poi saltare e cercare di
contrastare un tiro avversario.
Non dimentichiamo la posizione delle spalle,nella posizione fondamentale di ricezione che
devono essere sullo stesso piano e il loro asse trasverso parallelo a quello del bacino.
Considerando inoltre che molti esercizi della ginnastica correttiva tendono a impegnare la
muscolatura in un lavoro in estensione, anche molti gesti fondamentali della pallavolo
prevedono l'allungamento, sia nel palleggio alto che nella schiacciata … Una delle basi
della pallavolo è la coordinazione: oculo-manuale, spazio-temporale, inter-segmentaria: è
soprattutto quest' ultima che può divenire un ottimo aiuto per il paziente scoliotico.
La coordinazione tra la parte inferiore del corpo e quella superiore è basilare per la corretta
esecuzione di tutti i movimenti del gioco: nel palleggio, nel bagher, nella battuta. Non è pensabile
l'esecuzione di un buon passaggio se alla base del movimento non vi è una coordinazione tra gli arti
inferiori, che sono la base del gesto, e gli arti superiori, the sono gli esecutori del gesto stesso. Tra i due
segmenti corporei abbiamo il busto che deve trovarsi in condizioni di buon equilibrio e ben coordinato
con tutto il corpo per poter eseguire il gesto richiesto.
Per poter fare quanto sopra descritto occorre che il piccolo atleta abbia una più che buona
conoscenza del proprio corpo, del proprio schema corporeo e quanto più "si conosce"
tanto più riuscirà a realizzare quelle posture che possono aiutarlo a migliorare dal
versante neuromuscolare la sua condizione di paziente scoliotico. Per ultimo ma non meno
importante abbiamo lasciato il concetto di scioltezza dei movimenti, che solo se eseguiti
con la muscolatura rilassata potranno essere corretti ed efficaci.
Concludendo vorremmo ricordare che la pratica del minivolley è sicuramente valida per i bambini in
quanto gli esercizi di base servono per sviluppare le capacità motorie, per creare e rinforzare lo
schema corporeo, per allenare al ritmo e alla coordinazione, tutti elementi utili per imparare ad
assumere posizioni corrette
Ci sembra importante ricordare un luogo comune oramai sfatato da tempo: quello del
nuoto, come “toccasana” della scoliosi. In passato, quando si riteneva che levare il
paziente dall'azione nefasta della forza di gravità potesse avere un effetto terapeutico, il
nuoto, in quanto condotto in scarico, veniva considerato lo sport ideale. Oggi si sa
invece che, in un soggetto affetto da scoliosi, è più importante potenziare le capacità di
opporsi alla forza di gravità e che, quindi, in questo senso è utile praticare degli sport in
carico. Il nuoto, se praticato intensamente, rende la colonna più mobile e quindi più
facilmente deformabile. Inoltre……..
Bernard Geyer : il meccanismo della coppia deformante
frequenza della scoliosi è identica nei soggetti che fanno sport simmetrici e
asimmetrici. Il tennis o la scherma possono sviluppare di più i muscoli di un lato,
ma non provocare o far peggiorare una scoliosi iniziale.
E’ MEGLIO PREVENIRE CHE CURARE!
Se cifosi
dorsale ˃ 40°-
45°
Scapole alate
Iperlordosi lombare Ipercifosi toracica
Malattia di Sheuermann
La malattia di Scheuermann:
➢ tipica (tipo I)
Un legamento lungo
chiamato il legamento
longitudinale anteriore
collega sulla parte anteriore
i corpi vertebrali.
Questo legamento si
addensa in genere nei
pazienti con malattia di
Scheuermann.
→ aggiunge una spinta in
avanti, producendo più
incuneamento e cifosi
Prof. S. Masiero: UOC Riabilitazione Ortopedica, DPT Neuroscienze
Malattia di Sheuermann
Frequentemente sottoposti
all’osservazione medica per
rachialgia legata al
movimento e alla postura
Clinicamente:
ipercifosi toracica, spesso
associata ad una
retroposizione del tronco
(sproiezione posteriore del
baricentro)
Cercare di
rafforzare i muscoli addominali con esercizi specifici,
che
interessino solo questi e non l’ileopsoas!
Tentare di allungare tutta la catena
posteriore che si estende dall’occipite
fino alle punte dei piedi, come ha
studiato e scoperto Mézières: i muscoli
posteriori si detenderanno permettendo
alla colonna una maggiore libertà di
movimento e il suo ritorno a una curva
fisiologica normale.
Malformazione
vertebrale che consiste
nell'interruzione
dell'istmo (parte
posteriore dell'arco delle
vertebre lombari)
compresa tra le apofisi
articolari superiori e
inferiori
Quadro radiografico:
- Proiezioni ortogonali →no reperti dimostrativi
- Proiezioni oblique → «decapitazione del
cagnolino»
Trattamento:
- Forme asintomatiche:
• Ginnastica posturale ed esercizi di rinforzo dei muscoli
addominali
• Evitare attività fisiche che possano favorire la
spondilolistesi (salto, tuffi, etc)
- Forme sintomatiche:
• Riposo
• Analgesici
• Eventualmente busto ortopedico
- Se sintomatologia per più di 10-12 mesi → artrodesi
postero-laterale
Sintomatologia:
• Sensazione di uno «scalino» alla
palpazione delle apofisi spinose
• Iperlordosi
• Lombosciatalgia o lombalgia
Prognosi:
Generalmente benigna: oltrepassati i 25-30
anni il processo di scivolamento può
considerarsi abitualmente stabilizzato.
Trattamento:
- Se sintomatiche, ma inferiori al 25% →
busto ortopedico
- Se superiori al 25% → busto ortopedico o
artrodesi posteriore
-