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L’apparato scheletrico

1° modulo classe prima

L’A. S. è costituito per la maggior parte dalle ossa. In media vi sono circa 200 ossa. Lo scheletro
svolge una funzione di sostegno del corpo ma svolge anche altre funzioni molto importanti:
protegge gli organi interni come ad esempio i polmoni ed il cuore, protegge il cervello, il midollo
spinale, permette il movimento in collaborazione con i muscoli, infine produce i globuli bianchi e i
globuli rossi che si formano e si sviluppano nel midollo osseo, un tessuto molle presente nella
cavità spugnosa delle ossa. L’osso è un tessuto dinamico che si forma in rapporto al compito che gli
viene richiesto.
Le ossa del piede di una ballerina, delle mani di uno scultore o del braccio di un muratore
acquistano in volume e alterano la loro forma in risposta alle sollecitazioni richieste dalle diverse
attività. (le ginnaste rumene in modo particolare hanno le ossa delle gambe più spesse e forti delle
loro coetanee e riescono a sopportare dopo un triplo salto mortale anche 500 chili.
Si possono classificare in ossa lunghe (il femore, la tibia, ecc.), corte (Vertebra) e piatte (scapola).
Nelle ossa lunghe possiamo distinguere le epifisi agli estremi e la diafisi nella parte centrale. Esiste
una zona di transizione chiamata metafisi importante durante la fase di crescita poiché una volta
completata l’ossificazione lo sviluppo della statura dell’individuo si arresta.
Il tessuto osseo è costituito da osseina e da sali minerali e calcio ed è particolarmente leggero 18%
del peso totale. Il Tessuto osseo è rivestito da una membrana di tessuto connettivo detto periostio,
l’infiammazione di questo tessuto determina la periostite dovuta spesso ad allenamenti sbagliati o a
calzature con sostegni non adeguati all’interno. Nel periostio vi sono gli osteoblasti, cellule capaci
di produrre nuovo tessuto osseo. Gli osteoblasti vengono prodotti in maggior misura fino a 20 anni,
dai 20 ai 40 anni sono in equilibrio con gli osteoclasti che sono cellule che demoliscono il tessuto
osseo, dopo i 40 anni gli osteoclasti vengono prodotti in maggio misura e di conseguenza il tessuto
osseo tende ad indebolirsi.
Le costole o coste sono 12 paia, 7 delle quali vere le altre 5 dette “false” perché non si chiudono del
tutto.
La colonna vertebrale è formata da 33-34 vertebre: 7 cervicali, 12 dorsali, 5 vertebre lombari, 5
sacrali, 4-5 coccigee. E’ come l’albero di una barca a vela, ha una funzione sia statica che dinamica,
riesce ad interagire in modo attivo sia quando si è fermi che quando si è in movimento. Essa
raccorda la parte superiore del nostro corpo con quella inferiore. E’ posta nella parte posteriore
mediale della gabbia toracica.
Ogni vertebra è formata da un corpo vertebrale dove all’interno vi passa il midollo spinale, da due
apofisi trasverse e da un’apofisi spinosa. Alle apofisi sono collegati i muscoli e i legamenti gialli,
una sorta di tiranti elastici che stabilizzano la colonna vertebrale. Le curve della colonna vertebrale
servono a distribuire meglio i carichi altrimenti andrebbero a gravare direttamente sul bacino. Tra
una vertebra e l’altra vi è un disco intervertebrale serve ad ammortizzare: è un disco spugnoso di
natura fibrosa e cartilaginea, che perde via via questa funzione in età avanzata o dal mattino alla
sera ciò spiega la minore altezza degli anziani.
L’attività motoria svolta correttamente può prevenire il mal di schiena favorendo una maggiore
irrorazione dei dischi.
Quando si eseguono lavori con una postura errata per tempi prolungati, si può incorrere in una
lesione dei dischi vertebrali che nei casi più gravi provoca l’ernia del disco: vale a dire la rottura
dell’anello fibroso con la fuoriuscita del nucleo polposo.
La cartilagine è un tessuto connettivo solido e flessibile, priva di nervi e di vasi sanguigni, guarisce
lentamente quando viene danneggiata. I 4 menischi, 2 per ginocchio a forma di mezzaluna sono
formati dalla cartilagine, svolgono prevalentemente funzione di ammortizzamento.
L’arto superiore è formato da tre parti: il braccio, costituito dall’omero, l’avambraccio, formato dal
radio e dall’ulna, la mano, costituita da 27 piccole ossa. Si connette al tronco per mezzo di 2 ossa: la
scapola e la clavicola.
L’arto inferiore è formato da 3 parti: la coscia, che comprende il femore e la rotula; la gamba, che
comprende la tibia e il perone, il piede, costituito dall’unione di 26 piccole ossa. Si unisce al tronco
con le 2 ossa iliache.
Le ossa del tronco sono costituite essenzialmente dalla gabbia toracica formata da 12 paia di
costole, le ultime 2 costole o coste sono dette mobili poiché non si completano in avanti, sette paia
di coste invece sono collegate direttamente allo sterno e sono dette vere, le ultime 5 comprese
quelle mobili sono dette false poiché non vanno direttamente a congiungersi con lo sterno ma si
collegano alla settima.
I paramorfismi sono assetti scorretti della colonna vertebrale, si possono correggere con esercizi
specifici soprattutto in età evolutiva.
I dismorfismi invece sono vere e proprie patologie, non curabili mediante esercizi, poiché
coinvolgono direttamente le ossa e a volte risultano congenite ma si possono arrestare nella loro
evoluzione.
Gli atteggiamenti scoliotici sono delle deviazioni della colonna vertebrale a destra o a sinistra o con
più curve. Nei casi più gravi vi può essere la rotazione del corpo vertebrale. Al di sotto dei 30° gli
ortopedici non usano operare ma si preferisce un busto, al di sopra dei 30° di flessione si usa
operare. Le ipercifosi o dorso curvo e le iperlordosi sono dovute ad indebolimento della
muscolatura. Nelle cifosi i muscoli pettorali sono molto più forti dei loro antagonisti dorsali, la
cifosi spesso si accompagna ad un’altra patologia frequente nei bambini: le scapole alate. La cifosi
accompagna tutti noi quasi sempre in età avanzata. Nella lordosi invece la muscolatura addominale
è più debole della muscolatura lombare per questo motivo quasi sempre viene a determinarsi questo
scompenso.
Il piede è costituito da 3 archi: mediale laterale anteriore: quando queste arcate si appiattiscono
vanno a determinare il piede piatto. Per correggere il piattismo si ricorre a plantari ortopedici e ad
esercizi specifici propriocettivi: vale a dire stimolare il piede in questo caso in tutti i modi, un
esempio può essere quello della tavoletta rovesciata oppure afferrare con le dita dei piedi qualcosa
da terra. Dai 3 ai 7 anni appare spesso nei bambini poi scompare spontaneamente
Il ginocchio valgo è tipico delle donne: le classiche gambe ad X: E’ dovuto in parte al rilassamento
dei legamenti del ginocchio e al bacino più largo delle donne rispetto agli uomini, questo in
previsione della gravidanza. Il ginoccho varo è tipico dei calciatori o degli uomini, l’esatto opposto
del ginocchio valgo. Sia per il ginocchio valgo che varo esistono esercizi specifici per poter
arrestare l’evoluzione o limitarla nel tempo.
La frattura avviene quando l’elasticità e la resistenza dell’osso cedono a causa di una forza diretta o
indiretta. Può essere completa quando l’osso si rompe del tutto, incompleta quando vi è
un’incrinatura dell’ossa senza che si rompa completamente. Può essere ancora esposta se viene a
lacerarsi anche il tessuto connettivo, chiusa se avviene senza alcuna lacerazione. Poi esiste la
frattura a “legno verde” tipica dei bambini:prende questo nome per il semplice motivo che il legno
verde si attorciglia senza mai spezzarsi, allo stesso modo avviene nei bambini.
Sollecitando allo stesso modo una parte scheletrica su individui diversi le risposte variano in
funzione dell’età e dell’allenamento dell’individuo. Es. una stessa caduta può portare a frattura un
individuo gracile o vecchio e ad una semplice contusione un individuo giovane con una buona
tonicità muscolare.
Il movimento se bene eseguito può guidare ad un corretto assetto l’accrescimento scheletrico. Se
invece non è bene eseguito può portare a deformazioni anche permanenti. Allenamenti troppo duri,
esercizi con molto peso, ecc. L’esercizio fisico stimola la crescita delle ossa in lunghezza e di
conseguenza la moltiplicazione delle cellule ossee. Il movimento in genere accresce la densità ossea
e il calcio, elemento molto importante soprattutto dopo i 50 anni. Molto spesso le donne in
menopausa, sono colpite da una malattia chiamata osteoporosi, altro non è che mancanza di calcio
nelle ossa.
Altri fenomeni degenerativi legati sempre a carenze di movimento possono essere gli atteggiamenti
viziati, gli atteggiamenti da cattive posture.
Quasi sempre l’impalcatura scheletrica e in stretta relazione con quella muscolare. Infatti, la pratica
graduale e costante di un movimento, aumenta il trofismo delle masse muscolari e fa
conseguentemente irrobustire le ossa, le quali sottoposte a trazioni devono poter resistere, con i
tessuti articolari e legamentosi alla trazione stessa dei muscoli per non andare incontro alle fratture.

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