Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
L’APPARATO SCHELETRICO
Nello scheletro si può riconoscere una parte appendicolare (due arti superiori e due arti inferiori) e
una parte assile (capo, colonna vertebrale e gabbia toracica). Il bacino consente il collegamento del
tronco con l’arto inferiore. È formato da ossa piatte che si collegano alla colonna vertebrale tramite
l’osso sacro.
pag. 1
ITT A. Pacinotti Taranto – Scienze Motorie - Prof.ssa Laura Boccuni
LE OSSA
Alla nascita lo scheletro umano presenta circa 270 ossa, ma poi durante lo sviluppo alcune ossa si
uniscono tra di loro e si riduce il numero. Da adulti le ossa sono 206 legate tra loro da 68
articolazioni. Tale numero però dipende dalla variabilità anatomica di ciascuno. Può succedere
infatti che un individuo abbia un paio di costole in più (coste cervicali) o addirittura una vertebra in
più. In un adulto medio, lo scheletro rappresenta circa il 20% del peso corporeo.
pag. 2
ITT A. Pacinotti Taranto – Scienze Motorie - Prof.ssa Laura Boccuni
Le funzioni delle ossa sono:
Consideriamo un osso lungo: esso presenta una parte centrale allungata chiamata diafisi e due
estremità chiamate epifisi. La parte esterna dell’osso è rivestita da una membrana chiamata
periostio che protegge, nutre e si occupa dell’accrescimento dell’osso. Sotto il periostio si trova lo
strato di tessuto osseo compatto che si riduce verso le estremità epifisarie. Queste sono rivestite
all’esterno dalla cartilagine articolare, che facilita il movimento delle articolazioni. All’interno
della parte diafisaria è presente il midollo osseo, costituito da materiale spugnoso, molto ricco di
vasi sanguigni e responsabile della produzione della parte corpuscolata (cioè delle cellule, i globuli
rossi) del sangue.
pag. 3
ITT A. Pacinotti Taranto – Scienze Motorie - Prof.ssa Laura Boccuni
LA STRUTTURA DELLO SCHELETRO
Seguendo la suddivisione generale del corpo umano, anche lo scheletro viene suddiviso in tre
parti: scheletro del capo, scheletro del tronco e scheletro degli arti.
Lo scheletro del cranio è costituito da 22 ossa ed è formato dalla scatola cranica e dallo scheletro
facciale.
❖ La scatola cranica è formata da 8 ossa piatte saldamente unite fra loro da suture e ha il
compito di proteggere l’encefalo (cervello).
❖ Lo scheletro facciale, che ha il compito di proteggere organi delicati quali il naso, gli occhi e
la bocca, è costituito da 14 ossa di forme diverse e di piccole dimensioni. Anche queste ossa sono
saldamente unite tra loro, tranne la mandibola, che è l’unico osso mobile del capo.
LO SCHELETRO DEL
TRONCO
Lo scheletro del tronco è formato dalla colonna vertebrale e dalla gabbia toracica.
❖ La colonna vertebrale è costituita da 33-34 ossa sovrapposte, le vertebre, unite tra loro da
articolazioni semimobili; tra una vertebra e l’altra è presente un disco intervertebrale, che
serve ad attutire gli urti e conferisce elasticità alla colonna nel suo insieme. Il canale
vertebrale contiene e protegge il midollo spinale.
Lo scheletro degli arti si divide in scheletro degli arti superiori e scheletro degli arti inferiori. ❖ Lo
scheletro degli arti superiori si attacca e si articola allo scheletro del tronco mediante le
scapole e le clavicole, che nel loro insieme formano il cinto scapolare.
❖ Lo scheletro degli arti inferiori si attacca e si articola allo scheletro del tronco mediante tre
ossa: l’ileo, l’ischio e il pube, che nel loro insieme formano il cinto pelvico o bacino. Nell’età
adulta il cinto pelvico si salda in un unico osso.
pag. 5
ITT A. Pacinotti Taranto – Scienze Motorie - Prof.ssa Laura Boccuni
LA COLONNA VERTEBRALE
La colonna vertebrale, chiamata anche rachide, è la struttura portante del tronco. Nella colonna
vertebrale decorre il midollo spinale, organo fondamentale del sistema nervoso centrale.
La colonna vertebrale svolge quindi importanti funzioni di sostegno del corpo e di protezione nel
canale intervertebrale del midollo spinale.
È una struttura ossea che si estende dal capo fino al bacino con la sovrapposizione di 33/34 ossa
corte chiamate vertebre e dove si riconoscono cinque zone:
• La zona cervicale, corrispondente
al collo, ha una curvatura a
convessità anteriore (lordosi
fisiologica cervicale) ed è
formata da 7 vertebre la cui
struttura permette di sostenere
il peso della testa e di orientarla
in tutte le direzioni.
• La zona dorsale, corrispondente al
dorso, ha una curvatura a
convessità posteriore (cifosi
fisiologica dorsale) ed è formata
da 12 vertebre dorsali, che si
articolano con le coste della
gabbia toracica.
• La zona lombare, corrispondente
nella parte anteriore
all’addome, ha una curvatura a
convessità anteriore (lordosi
fisiologica lombare) ed è
formata da 5 vertebre lombari
la cui struttura permette loro di
sopportare il peso del tronco e
di effettuare movimenti molto
ampi.
• La zona sacrale è formata da 5
vertebre saldate in un unico
osso detto osso sacro (da qui
comincia la corrispondenza con
il bacino).
• La zona coccigea è formata da 4/5
vertebre anch’esse saldate fra loro
in un unico osso detto coccige
(corrispondente al bacino).
pag. 6
ITT A. Pacinotti Taranto – Scienze Motorie - Prof.ssa Laura Boccuni
La colonna vertebrale, vista di lato, nei diversi tratti presenta curvature, dette fisiologiche perché
rappresentano la normalità; esse hanno la funzione di distribuire il peso del corpo sul bacino e sugli
arti inferiori per aumentare la solidità dello scheletro.
È fondamentale eseguire ogni esercizio fisico o ginnico rispettando nel carico le curve fisiologiche,
perché ogni modificazione permanente dell’equilibrio della colonna può portare a traumi vertebrali
più o meno significativi.
Ogni vertebra si appoggia con il corpo vertebrale, attraverso il disco intervertebrale, alla successiva,
costituendo un dispositivo articolare che consente piccoli movimenti in tutte le direzioni (grazie
alla somma di questi si possono compiere movimenti più ampi).
Il disco intervertebrale funziona da ammortizzatore resistendo a pressioni anche elevate. Quando
si applica una pressione sul disco si ottiene una fuoriuscita dei liquidi di nutrimento e una riduzione
del suo spessore. Viceversa, quando si toglie pressione (ad esempio durante il sonno o utilizzando
una panca ad inversione) avviene un richiamo di liquidi verso l’interno e un ripristino della sua
struttura. Movimenti troppo bruschi, esercizi eseguiti con posture non corrette e con carichi elevati
possono fare uscire dalla sede naturale il disco intervertebrale causando le ernie, che assumono
particolare gravità quando vanno a interessare i nervi che fuoriescono dalla colonna vertebrale.
pag. 7