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RICERCA SULL’APPARATO SCHELETRICO

1. Le funzioni dello scheletro e la morfologia delle ossa


Il sistema scheletrico è formato da 206 ossa e 68 articolazioni che le congiungono.

➢ Le funzioni dello scheletro


Svolge diverse funzioni essenziali per il nostro corpo:
- funge da “impalcatura”, sostenendo le varie parti del corpo e assicurando il
mantenimento della posizione eretta:
- permette, assieme ai muscoli, il movimento;
- protegge gli organi e i tessuti più delicati (cervello, cuore, polmoni, midollo spinale);
- costituisce una riserva di sali minerali (soprattutto calcio, ma anche fosfato, carbonato,
magnesio) e di grasso (acidi grassi contenuti nel midollo giallo) indispensabili all’organismo
- produce, attraverso il midollo rosso contenuto nella cavità midollare delle ossa, le cellule
ematiche (globuli rossi, globuli bianchi piastrine).

➢ La formazione delle ossa


Nell’embrione, le ossa si formano verso il secondo mese di gravidanza a partire dalla
cartilagine, che gradualmente si trasforma in osso.

In seguito, la cartilagine comincia


a ossificarsi a partire dalla zona
centrale e viene invasa dagli
osteoblasti, le cellule che
costruiscono l’osso, dai vasi
sanguigni e dalle fibre nervose.
Dopo la nascita, l’accrescimento
continua e si formano centri di
ossificazione secondari alle
estremità dell’osso.
L’ossificazione si considera completa solo verso i 20 anni, quando termina la crescita del
corpo.

Osservate al microscopio, le ossa presentano vari tipi di cellule:


- gli osteoblasti che creano la matrice ossea, e si localizzano nei punti di crescita e
rimodellamento dell’osso. Durante l’ossificazione gli osteoblasti producono l’osseina, una
proteina elastica che rende l’osso elastico. Insieme all’osseina si fissano sali di calcio, che
rendono l’osso duro e resistente. Quando gli osteoblasti hanno accumulano sali di calcio e
osseina a sufficienza, si trasformano in cellule mature, gli osteociti.
- gli osteociti che sono adibiti al mantenimento dell’osso e costituiscono la parte compatta
del tessuto osseo.
- gli osteoclasti che si occupano invece della riparazione delle ossa, grazie alla loro capacità
di scindere gli elementi che lo compongono.
➢ La classificazione delle ossa in base alla loro morfologia
In base alla forma, le ossa del corpo umano si distinguono in ossa lunghe, ossa piatte, ossa
corte e ossa irregolari.
Vanno inoltre distinti due tipi di tessuto osseo, ai quali corrispondono funzioni diverse:
- il tessuto osseo compatto, denso, con una struttura a lamelle concentriche intorno a
microscopici canali vascolari (canali di Havers) formano una struttura detta osteone. Più
spesso, questo tessuto osseo compatto si trova in regioni molto sollecitate ma da poche
direzioni. E’ molto resistente alla compressione in senso longitudinale.
- il tessuto osseo spugnoso, in cui le lamelle sono disposte in modo irregolare a formare un
reticolo, le cui maglie si chiamano trabecole. Si trova in zone in cui le ossa non subiscono
forti sollecitazioni, ma arrivano da diverse direzioni. Rende lo scheletro più leggero e
permette ai muscoli di muovere le ossa più agevolmente.

• Le ossa lunghe
Si sviluppano prevalentemente in lunghezza e sono formate da un’asta e da due estremità.
Sono ossa lunghe quelle degli arti inferiori come il femore, la tibia e il perone e degli arti
superiori, come l’omero, il radio e l’ulna.
Di forma irregolarmente cilindrica, sono
costituite da:
- la diafisi, parte centrale allungata, formata
da tessuto osseo compatto che circonda un
canale centrale (la cavità midollare);
- le epifisi, due estremità rotondeggianti,
costituite prevalentemente da tessuto osseo
spugnoso nel quale si trova il midollo rosso e
rivestite da un sottile strato di osso compatto;
- la metafisi, tratto compreso tra diafisi ed
epifisi.
La superficie esterna è rivestita da una
membrana chiamata periostio, ricca di vasi
sanguigni e terminazioni nervose,
fondamentale nella crescita e nella
riparazione dell’osso in seguito a frattura.
All’interno del canale midollare si trova una
seconda membrana detta endostio.
Il midollo giallo, che si trova all’interno del
canale midollare, è ricco di grassi e
costituisce un’importante riserva energetica.
Sull’estremità delle ossa di trova la superficie articolare, ricoperta di tessuto cartilagineo
ricco di collagene che lo rende robusto ma flessibile.

• Le ossa piatte
Sono più sottili e si sviluppano più in superficie che in spessore. Sono ossa piatte quelle del
cranio, del bacino, lo sterno, la scapola e le costole.
Sono costituite da due sottili lamine di osso compatto che racchiudono la parte spugnosa
contenente il midollo osseo.

Nelle ossa piatte della scatola cranica le


due lamine di tessuto compatto
prendono il nome di tavolati ed il
tessuto spugnoso compreso tra le due
lamine e denominato diploe.

• Le ossa corte
Sono di forma cubica, si sviluppano in modo simile in tutte e tre le dimensioni (lunghezza,
larghezza e spessore) e sono caratterizzate da scarsa mobilità e dalla presenza di numerose
faccette articolari. Sono ossa corte quelle della caviglia (tarso) e del polso (carpo).
Queste ossa sono costituite esternamente da osso compatto ed internamente da osso
spugnoso.

• Le ossa irregolari
Si tratta di ossa che non possono essere classificate in nessuna delle precedenti categorie,
come le vertebre e l’osso iliaco.

2. Lo scheletro assile e lo scheletro appendicolare e le loro componenti

Lo scheletro viene suddiviso in due parti:


- lo scheletro assile, che comprende le ossa del cranio, del torace e della colonna
vertebrale;
- lo scheletro appendicolare, che contiene le ossa degli arti superiori ed inferiori, oltre ai
gruppi di ossa detti cinture (scapolare e pelvica).

➢ Lo scheletro assile

• La testa
Lo scheletro del capo è costituito dalle ossa del cranio
e delle ossa della faccia.
Il cranio, che contiene e protegge il cervello, è
formato da 8 ossa piatte (ossa frontale, occipitale,
sfenoide e etmoide, due ossa temporali e due
parietali) unite saldamente tra loro, attraverso le
suture.
La faccia è formata da 14 ossa: nasali, mascellari,
palatine, mandibola, zigomatiche, lacrimali, conche
nasali inferiori e vomere.
Tutte queste ossa, ad eccezione della mandibola che è
l’unico osso mobile di tutto il capo, sono unite
fermamente tra loro.

L’osso ioide non è unito e collegato a nessun altro osso


ma è connesso alle ossa temporali tramite legamento e muscoli. Sostiene la lingua e
fornisce punti di attacco ad alcuni muscoli linguali, ai muscoli del collo e della faringe.

• La cassa toracica
La gabbia toracica è formata da 12 paia di ossa piatte, le costole o coste, e da un osso
piatto situato nella parte centrale del petto, lo sterno.
Le costole sono collegate posteriormente alle vertebre e, anteriormente, si uniscono allo
sterno mediante dei prolungamenti cartilagine; le ultime due paia di costole anteriormente
non raggiungono lo sterno perciò vengono dette costole fluttuanti.
Lo sterno è diviso in manubrio, corpo e processo xifoideo.

• La colonna vertebrale
La colonna vertebrale è l’asse portante del
nostro corpo e protegge al suo interno il
midollo spinale.

Vista di fronte la colonna appare diritta,


mentre di profilo presenta 4 curvature
fisiologiche alternativamente convesse
anteriormente e posteriormente:
- la lordosi cervicale
- la cifosi dorsale
- la lordosi lombare
- la cifosi sacrale.

Queste curve conferiscono alla colonna


vertebrale una resistenza 10 volte
maggiore di quella che avrebbe se fosse
diritta.
Le curve del rachide assorbono e distribuiscono i carichi, che altrimenti andrebbero
direttamente a gravare sul bacino e sulle vertebre lombari.

La colonna vertebrale è formata da 33-34 vertebre, suddivise in:


- 7 vertebre cervicali che hanno il compito di sostenere la testa e permettergli i movimenti
su tutti i piani dello spazio (la prima si chiama atlante);
- 12 vertebre dorsali che sostengono la gabbia toracica permettendogli di ruotare e
flettere;
- 5 vertebre lombari che sostengono la maggior parte del peso del corpo e permettono al
busto di ruotare e flettere in avanti e indietro;
- 5 vertebre sacrali che sono fuse tra loro;
- 4 o 5 vertebre coccigee che, insieme alle vertebre sacrali, trasmettono il peso del corpo
alle gambe.

Ogni vertebra è formata da un corpo vertebrale e da sporgenze chiamate apofisi. Le apofisi


si uniscono tra loro formando un anello che delimita il foro vertebrale. La successione dei
fori forma il canale vertebrale in cui passa il midollo spinale. I dischi intervertebrali sono
situati tra i corpi delle vertebre e sono costituiti da un nucleo polposo, di forma sferica al
cui interno si trova una sostanza gelatinosa. Le vertebre sono separate e indipendenti per
consentire la flessione, compressione e torsione della colonna vertebrale grazie all’azione
dei dischi vertebrali.

➢ Lo scheletro appendicolare
È costituito per la maggior parte da ossa lunghe, che funzionano come leve per il
movimento.

• Gli arti superiori


Lo scheletro degli arti superiori comprende:
- l’osso del braccio, l’omero;
- le ossa dell’avambraccio, l’ulna e il radio;
- le ossa della mano, costituite dal carpo, dal metacarpo e dalle falangi.

L’omero è l’osso più grosso dell’arto


superiore, con una diafisi di sezione
cilindrica. L’epifisi prossimale, più
vicina al tronco, detta anche testa
dell’omero è sferica e si articola alla
cavità glenoidea della scapola,
mentre l’epifisi distale presenta una
parte laterale, detta condilo che si
articola con il radio e e una parte
mediale, detta troclea, che si
articola con l’ulna.
L’ulna è l’osso mediale dell’avambraccio ed è
più lungo del radio. La diafisi ha una sezione
triangolare. L’epifisi prossimale, detta
olecrano, si articola con l’omero. L’epifisi
distale, detta testa, si articola con l’incisura
ulnare del radio.

Il radio è l’osso laterale dell’avambraccio. Ha


una testa tondeggiante che si articola con
l’omero. L’epifisi distale, triangolare e più
sviluppata di quella dell'ulna, si articola con
la testa dell’ulna e con le ossa della mano.

La mano è formata:
- dal carpo o polso, che contiene le ossa
carpale, 8 ossa brevi disposte in serie
trasversali e tenute insieme da legamenti;
- dal metacarpo che contiene le 5 ossa
metacarpali lunghe che formano il palmo
della mano;
- dalle falangi che sono le ossa delle dita.

Lo scheletro appendicolare degli arti


superiori si attacca e si articola allo
scheletro assile mediante le scapole e le
clavicole, che insieme formano il cinto
scapolare o articolazione scapolo
omerale e permettono i movimenti
della spalla.
La scapola è un osso piatto triangolare
composto da tessuto compatto.
La clavicola è un osso lungo a forma di S
con due estremità epifisarie, di cui una
articolata al manubrio dello sterno, e
l’altra alla scapola.
• Gli arti inferiori
Lo scheletro degli arti inferiori comprende:
- l’osso della coscia, il femore (l’osso più lungo del corpo);
- le ossa della gamba, la tibia e il perone;
- le ossa del piede, costituite dal calcagno, dal tarso, dal metatarso e dalle falangi.

Il femore è l’osso più lungo, pesante e


robusto del corpo. L’epifisi prossimale è
composta da una testa tondeggiante, che
si articola con l’acetabolo nell’anca
(articolazione coxo-femorale), un collo e
iI grande e piccolo trocantere, in cui si
inseriscono i muscoli che permettono
movimento e locomozione. La testa del
femore consente infatti di effettuare 5
movimenti con una grande ampiezza:
flessione (ginocchia verso l’addome),
estensione (ginocchio verso il basso),
adduzione (movimento laterale lontano
dal corpo), abduzione (movimento
laterale vicino al corpo) e rotazione. Le
epifisi distali si articola con le ossa del
ginocchio.

La patella, detta anche rotula, è inserita nello spessore nel tendine del quadricipite
femorale. Si trova posizionata anteriormente al ginocchio, a protezione dell’articolazione.
Posteriormente, si articola con il femore e permette il movimento della gamba unicamente
all’indietro.
Lo scheletro della gamba è composto
da due ossa lunghe in posizione
parallela: la tibia, osso mediale più
grande che sostiene il carico maggiore
e il perone o fibula, osso parallelo e
laterale.
L’epifisi prossimale della tibia si
articola con il femore. Le due ossa
sono separate dai menischi, due
cuscinetti cartilaginei a forma di C che
riducono l’attrito. In caso di lesione o
di rottura, il menisco non agisce più
come "ammortizzatore" tra il femore e
la tibia, causando dolore, gonfiore
nonché l’impossibilità di estendere
l’arto. L’epifisi distale ha due
protuberanze sul lato mediale e su
quello laterale, chiamate malleolo.
La fibula o perone è più sottile della tibia. La testa dell’osso, all’estremità prossimale, si
articola con la tibia, mentre l’epifisi distale, il malleolo, in aggiunta alla tibia si articola con
l’astragalo, formando l’articolazione della caviglia.

Le ossa del piede sono divise in tre parti:


- il tarso o caviglia, contiene sette ossa tarsali
tenute insieme da legamenti che formano l’arco
plantare;
- il metatarso formato da cinque ossa
metatarsali.
- le falangi del piede che sono tre per dita ad
eccezione dell’alluce.

Lo scheletro appendicolare degli arti inferiori si attacca e si articola allo scheletro assile
mediante l’osso dell’anca e tre ossa piatte che si uniscono durante l’infanzia all’altezza
dell’acetabolo: l’ileo, l’ischio, pube. Insieme, formano il cinto pelvico o bacino o
articolazione coxo-femorale che sostiene la colonna vertebrale e i visceri.

3. Le articolazioni

Le articolazioni sono giunture che collegano tra di loro due ossa, oppure cartilagine e ossa
oppure denti e ossa. Permettono il movimento, vincolandone però tipo e ampiezza e sono
responsabili della trasmissione delle forze.
➢ La classificazioni delle articolazioni
Dal punto di vista strutturale le articolazioni sono classificate in
- fibrose: le ossa sono unite da tessuto connettivo;
- cartilaginee: le ossa sono unite da cartilagine;
- sinoviali: le ossa sono unite dal tessuto connettivo denso irregolare.
Dal punto di vista funzionale le articolazioni vengono classificate in:
- sinartrosi: l’articolazione, fissa e rigida, non permette alcun movimento, come nel
caso delle articolazioni del cranio (sinartrosi fibrose) e del bacino (sinartrosi
cartilaginee);
- anfiartrosi: l’articolazione, semi-mobile, consente solo movimenti limitati, come nel
caso della colonna vertebrale e delle costole;
- diartrosi: l’articolazione si muove liberamente come nel caso del ginocchio, del
gomito e della spalla.

➢ I movimenti articolari
I movimenti articolari sono:
- di scivolamento, quando le superfici articolari scorrono fra loro mantenendo il contatto;
- di rotazione, quando una superficie articolare si sposta su un’altra girando intorno a un
asse;
- di rotolamento, quando una superficie articolare, ruotando intorno al punto di contatto,
compie movimenti di ampia escursione.

➢ Le diartrosi
Le diartrosi di trovano in prevalenza tra le epifisi della ossa lunghe appartenenti allo
scheletro appendicolare.

Le superfici di contatto delle ossa sono


ricoperte da cartilagine ialina detta
articolare, sono tenute unite da una capsula
articolare fatta di tessuto connettivo fibroso
e sono separate da una cavità articolare. La
capsula articolare, ricca di vasi sanguigni, è
rivestita internamente da una membrana
sinoviale, capace di filtrare dal sangue, la
sinovia, il liquido che funge da lubrificante. La
capsule articolari sono spese rinforzate da
legamenti e da dischi cartilaginei che
attutiscono lo sfregamento fra le ossa
durante il movimento.

I vari tipi di diartrosi possono essere classificati come segue:

movimento caratteristiche esempio


enartrosi maggiore la superficie a palla di un osso è tra
nei 3 piani dello spazio alloggiata in una cavità a coppa
dell’altro anca e femore

a sella 2 piani dello spazio (nessuna la superficie articolare di un osso è a tra carpo e metacarpo del
rotazione interna e esterna) forma di sella e quella dell’altro pollice
osso vi si accomoda

condiloidea 2 piani dello la sporgenza convessa ovoidale di tra radio e carpo nel polso
spazio un osso si inserisce nella cavità
ovoidale di un altro

ginglimo solo su 1 piano la superficie convessa di un osso si


dello spazio adatta alla superficie concava
come il cardine dell’altro osso
di una porta

tra l’omero e l’ulna


--------------------
ginglimo laterale
o trocoide --------------------------------
-------------------- movimento parallelo all’asse
ginglimo angolare articolare
o troclea --------------------------------
movimento perpendicolare
all’asse articolare
artrodia scivolamento limitato in le superficie delle ossa sono piatte o tra le ossa del tarso nel
tutte le direzioni leggermente curve piede

fonti:

https://www.humanitas.it/enciclopedia/anatomia/apparato-muscolo-scheletrico/

https://www.raiscuola.rai.it/scienze/articoli/2021/03/Lapparato-scheletrico-muscolare-
130b63b0-1213-4aab-83bd-c6249b24c1be.html

https://www.unife.it/medicina/fisioterapia/minisiti-fe/anatomia-umana-e-istologia/modulo-
di-anatomia-umana/scheletrico-1

https://www.latteseditori.it/images/Didattica-a-distanza/materiale-da-scaricare/2%20-%20Il
%20sistema%20scheletrico.pdf

https://online.scuola.zanichelli.it/conosciamoilcorpoumano/files/2010/03/
Conosciamo_il_corpo_umano_cap4.ppt

https://www.ninobixio.com/uploads/pdf/
il_sistema_scheletrico_1cfc710f05abb278d549208be7d59172.pdf

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