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CAPITOLO 2.

ANATOMIA SCHELETRICA E DENTARIA

Lo scheletro di un individuo adulto è costituito da ossa e dai residui del primitivo scheletro cartilagineo.

Le sue funzioni, oltre a quello di sostegno, è di proteggere gli organi delimitando le cavità preposte ad
accoglierli e dare intersezione ai muscoli, diventando così una delle componenti essenziali dell’apparato
locomotore. Inoltre, essendo prevalentemente costituito da tessuto osseo, contribuisce attivamente
all’omeostasi minerale.

Le ossa hanno forme assai diverse, ma possono essere distinte in: ossa corte, lunghe e piatte.

Le ossa corte si caratterizzano per avere lunghezza, larghezza e spessore pressoché delle stesse dimensioni.
Sono costituite da tessuto osseo spugnoso delimitato da uno strato di tessuto osseo compatto.

Nelle ossa lunghe la lunghezza prevale sulla larghezza e sullo spessore. Esse sono costituite da un corpo
centrale, diafisi, e da due estremità, epifisi.

All’interno presentano un canale midollare (che le percorre assialmente e che contiene il midollo osseo). Il
canale midollare ( e dunque la diafisi) è circondato da tessuto osseo compatto; le epifisi sono costituite da
tessuto osseo spugnoso contenuto da uno strato di tessuto osseo compatto.

Le ossa piatte hanno pochissimo spessore, e in sezione appaiono costituite da tessuto spugnoso delimitato
da due lamine di tessuto osseo compatto.

Nelle ossa craniche le due lamine prendono il nome di tavolati esterno ed interno, mentre il tessuto osseo
spugnoso prende il nome di diploe.

L’apparato scheletrico è rivestito dal periostio, tessuto connettivale fibroso ricco di cellule e vasi sanguigni,
che presenta proprietà osteoformative. Esso è assente in corrispondenza dei ligamenti, dei tendini e delle
parti dello scheletro rivestite da tessuto connettivo.

Le ossa presenti nello scheletro sono numerose; alcune sono pari e simmetriche, altre sono impari e
mediane. Non si può avere una numerazione precisa, in quanto lo scheletro presenta una variabilità ossea
determinata dall’accrescimento e dall’invecchiamento. In ogni caso si stima che un individuo di 25-30 anni
abbia 203 ossa, escludendo le ossa sesamoidi (quelle cioè in presenza di tendini) e le ossa suturali o
wormiane, (presenti nella volta cranica).

La morfologia e la dimensione delle strutture ossee può variare in base al sesso e alla popolazione umana di
appartenenza.

Il tessuto osseo, che è il maggior costituente dell’apparato scheletrico, è dinamico e plastico: anche al
termine dell’accrescimento somatico, le ossa sono in grado di modulare la propria struttura macroscopica e
quella istologica (microscopica) in risposta a degli stimoli meccanici (omeostasi scheletrica).

Spesso le articolazioni e le intersezioni muscolari subiscono variazioni morfologiche in base alle attività
svolte in vita (marker o indicatori occupazionali). Alcune volte può addirittura variare la composizione
chimica delle ossa, in base all’alimentazione, all’habitat o a delle patologie.

Lo scheletro è formato da due parti:


Scheletro assile: formato da cranio (e ossa dentarie), colonna vertebrale, coste e sterno;

Scheletro appendicolare: formato dagli arti superiori e inferiori;

Lo scheletro appendicolare si articola allo scheletro assiale tramite due cinture:

Cintura scapolare: formata da scapola e clavicola;

Cintura pelvica: formata dall’osso dell’anca.

Cranio

La parte superiore dello scheletro assiale è costituito dal cranio, formato da numerose ossa che
contraggono fra loro rapporti molto stretti.

Il cranio presenta variabilità morfologiche derivate dal sesso, dall’età e dalla popolazione; per questo è
stato e sarà oggetto di studio antropologico.

Esso può essere suddiviso in:

- Neurocranio: formato da osso frontale, etmoide, sfenoide, osso occipitale, le due ossa parietali e
quelle temporali. Sono le ossa adibite ad accogliere l’encefalo.
- Splancnocranio: formato da sei ossa pari: osso mascellare, conca nasale inferiore, osso nasale, osso
zigomatico, osso lacrimale e osso palatino; e due ossa impari: mandibola e vomere.

Le articolazioni delle ossa del cranio sono immobili o quasi (sinartrosi) e prendono il nome di suture; tra
le suture è presente uno strato di tessuto connettivo e/o cartilagineo.

L’osso ioide completa il gruppo delle ossa craniche. Esso è impari, mediano e posto nella parte
anteriore del collo, al disotto della lingua.

Denti

Ogni dente possiede due distinte porzioni:

- Corona: la parte che sporge verso il cavo orale;


- Radice: parte del dente attaccato al substrato osseo (alveolo dentario)

La struttura portante del dente è la dentina, tessuto mineralizzato all’interno del quale è contenuta la polpa
dentaria, costituita da tessuti molli ricchi di nervi e vasi sanguigni. La dentina è coperta dallo smalto nella
zona della corona; mentre, nella zona della radice, è rivestita dal cemento.

Lo smalto, costituito da idrossiapatite, costituisce il 96% del peso totale; al secondo posto troviamo la
dentina (70%) e poi il cemento. Ciò fa dei denti un tessuto estremamente mineralizzato, che permette la
loro conservazione a lungo termine anche dopo la morte dell’individuo.

In ogni dente si possono osservare 4 tipi di superfici:

- Superficie boccale o vestibolare: la parte rivolta verso le guance


- Superficie linguale: parte rivolta verso la lingua.
- Superficie mesiale: parte rivolta verso alla linea mediana dell’arcata dentaria
- Superficie distale: parte rivolta dall’altra parte rispetto alla linea mediana dell’arcata
- Superficie occlusale ( o incisale): quella di contatto tra denti superiori e inferiori

Nella dentatura si possono distinguere due arcate: arcata mascellare superiore e arcata mandibolare
inferiore; l’arcata può essere a sua volta divisa in 4 quadranti in base all’asse sagittale mediano. Avremo
così: lato dx dell’arcata mascellare, lato sx dell’arcata mascellare, lato dx dell’arcata mandibolare, lato sx
dell’arcata mandibolare.

Vi sono 4 tipi di denti: Incisivi (I), Canini ©, Premolari (P), Molari (M).

Come in ogni mammifero, vi è una dentizione decidua temporanea (denti da latte, indicata con la lettera
minuscola) e una dentizione permanente (indicata con la lettera maiuscola)

In ogni quadrante di una dentizione permanente possiamo trovare 8 denti: 2 incisivi, uno centrale e uno
laterale, un canino, due premolari e tre molari, per un totale di 32 denti.

In ogni quadrante di una dentizione temporanea possiamo trovare 5 denti: 2 incisivi, uno centrale e uno
laterale, un canino e due molari, per un totale di 20 denti.

Per indicare i denti delle due arcate, basta mettere un numero in apice per i denti mascellari e uno in
pendice per i denti mandibolari. Per indicare se il quadrante è quello destro o quello sinistro, va scritto S o
D.

Esempio: S C1 = canino mascellare permanente sinistro

Di 2 = incisivo mascellare temporaneo destro

La dentizione decidua compare prima della nascita, compare in bocca dopo i 6 mesi ed è funzionale fino ai 2
anni e mezzo; la formazione dei denti permanenti inizia alla nascita: la loro eruzione è soggettiva, ma tende
a verificarsi con l’arrivo dei molari dietro ai molari decidui all’età di 6 anni. L’eruzione completa dovrebbe
avvenire intorno ai 21 anni. Per quanto riguarda la sostituzione degli altri decidui, che avviene con
l’assorbimento totale della radice e la loro successiva caduta, si parla di un’età compresa tra i 7 e i 12 anni.

La corona dei denti è caratterizzata da una o più protuberanze, chiamate cuspidi, tranne nel caso degli
incisivi che hanno un bordo lineare.

Il numero delle cuspidi e delle radici permette la classificazione delle classi dentarie:

Incisivi

2/3 della corona sono appiattiti in senso bucco-linguale; non è presente una cuspide, bensì un margine
incisivo; gli incisivi mascellari sono più grandi di quelli mandibolari; presentano solo una radice.

Canini

E’ presente una cuspide unica, di forma conica; generalmente superano i 25 mm; la cuspide mascellare è
più bulbosa di quella mandibolare, più schiacciata in senso mesio-distale; è presente una sola radice.

Premolari
Sono presenti almeno 2 cuspidi: una buccale, una o due linguali. I premolari mascellari hanno una superficie
occlusale quasi rettangolare, mentre quella mandibolare è più rotondeggiante. In genere presentano una
radice; nei premolari 1 mandibolare alcune volte le radici sono 2.

Molari

Hanno da 3 a 5 cuspidi, di cui almeno 2 buccali. I molari mascellari hanno un profilo occlusale squadrato o
triangolare, mentre quello mandibolare è quasi rettangolare. I molari mascellari hanno di solito 3 radici, di
cui 2 buccali; i molari mandibolari hanno 2 radici, una mesiale e una distale

I denti da latte possono essere distinti da quelli permanenti per i seguenti motivi:

1. Gli incisivi e i canini sono decisamente più piccoli dei denti permanenti che li sostituiscono;
2. I molari sono più grandi dei premolari permanenti che verranno al loro posto
3. Sono meno mineralizzati dei denti permanenti
4. Le radici sono molto più sottili e piccole, e nei molari sono divergenti
5. Le corone dei denti decidui sono più bulbose di quelli permanenti.

LO SCHELETRO ASSILE

La colonna vertebrale è un lungo stelo osseo di sostegno, costituito da vertebre disposte in serie, una
sull’altra, per un totale di 32-34 ossa. Esse sono divise in:

- 7 ossa cervicali
- 12 ossa toraciche o dorsali
- 5 ossa lombari
- 5 ossa sacrali
- 3-5 ossa coccigee

Ogni vertebra comprende:

- Il corpo vertebrale: massa compatta posta anteriormente


- Il foro vertebrale: foro posto immediatamente dietro il corpo
- Il processo spinoso: prolungamento mediano posto dietro il foro
- I processi trasversi: prolungamenti laterali
- I processi articolari: due sul lato dx e due sul lato sx (sia nella parte superiore che in quella inferiore)
partecipano all’articolazione delle vertebre fra loro.

Le vertebre cervicali, toraciche e lombari presentano delle caratteristiche proprie.

Le vertebre cervicali presentano nei processi trasversi dei fori, chiamati fori trasversali.

Inoltre la I, la II e la VII vertebra sono distinguibili singolarmente.

La I vertebra cervicale, chiamata atlante, manca del corpo vertebrale, che è sostituito dall’arco
anteriore. Quest’ultimo si lega all’arco posteriore attraverso una massa ossea detta massa laterale.

La II vertebra cervicale, chiamata epistrofeo, presenta sull’estremità superiore un rilievo osseo, il dente.

La VII vertebra cervicale, chiamata prominente, presenta un’apofisi spinale molto allungata e non bifida
come le altre.
Le vertebre toraciche sono caratterizzate dalla presenza, ai lati del corpo, di faccette e semifaccette
articolari per le coste.

La I v. toracica presenta superiormente una faccetta costale completa e inferiormente una


semifaccetta;

la X v. toracica presenta una sola semifaccetta costale superiore;

La XI e la XII v. toracica presenta una singola faccetta costale completa;

tutte le altre vertebre hanno due semifaccette articolari, superiori e inferiori

Le lombari si differenziano per l’assenza sia dei fori trasversali, che delle faccette e semifaccette costali.

Le vertebre sacrali e quelle coccigee di norma si fondono, formando,a sviluppo ultimato, due ossa soltanto:
il sacro e il coccige; il sacro è posto nella parte posteriore o dorsale del bacino, tra le due ossa dell’anca, al
disotto della colonna lombare e al disopra del coccige, che è l’ultimo elemento della colonna vertebrale

LO STERNO

Lo sterno è un osso piatto situato nella parte anteriore e mediana del torace. Esso è composto da:

1. Il manubrio: il margine superiore del manubrio presenta l’incisura giugulare, a cui sono collegate le
superfici articolari per le clavicole. Proseguendo verso il basso si incontrano le superfici articolari
per la I cartilagine costale
2. Il corpo: i suoi margini presentano le superfici articolari per le cartilagini costali dalla III alla VII
costa.
3. Il processo xifoideo completa lo sterno; spesso è appuntito, ma può presentarsi anche bifido o con
un foro in mezzo.

LE COSTE

Le coste sono ossa piatte, sono 24, 12 per ciascun lato e si enumerano dall’alto verso il basso. Esse si
distaccano da ciascun lato della colonna vertebrale, proseguendo in avanti e poi medialmente, articolandosi
con lo sterno attraverso l’interposizione della cartilagine costale (ad eccezione delle ultime due che non
raggiungono lo sterno, e che per questo sono chiamate fluttuanti.

Le prime sette coste presentano una propria cartilagine costale: esse vengono chiamate sternali o vere;

l’ottava, la nona e la decima costa, si articolano allo sterno fondendo la propria cartilagine costale con
quella della settima costa (asternali o spurie).

Ogni costa presenta due estremità (una posteriore e una anteriore) e un corpo, che presenta una faccia
mediana (concava) e una faccia laterale (convessa). Il margine superiore è smusso, quello inferiore presenta
una doccia deputata a raccogliere il nervo e i vasi intercostali.

L’estremità posteriore, in senso medio-laterale, presenta: la testa, il collo e il tubercolo.

La testa si caratterizza per la presenza delle semifaccette articolari (superiori e inferiori), per i corpi delle
vertebre toraciche (la I, l’XI e la XII costa presentano delle faccette articolari complete).

Il collo è la porzione di costa interposta tra la testa e il tubercolo.


Il tubercolo presenta una faccetta articolare per l’apice del processo trasverso della v.toracica
corrispondente. Il tubercolo è assente nell’XI e nella XII costa.

Lo scheletro degli arti superiori è caratterizzato dalle ossa della spalla (ossa della cintura o cingolo
scapolare: scapola e clavicola) ossa del braccio (omero) ossa dell’avambraccio (radio e ulna) e ossa della
mano (carpo, metacarpo e falangi)

La cintura scapolare

La spalla rappresenta il punto di incontro tra lo scheletro assile e il torace. Esso è formato da due ossa pari:
clavicola e scapola.

La clavicola è un osso a forma di s, appiattito dall’alto verso il basso. L’epifisi mediale si articola con lo
sterno e la I cartilagine costale; l’epifisi laterale si collega con l’acromion della scapola;

la scapola è un osso molto sottile, appiattito, situato nella parte postero-superiore del torace. Ha una forma
triangolare, per cui è possibile individuare: due facce (anteriore e posteriore) tre margini (superiore,
mediale e laterale) e tre angoli (laterale, mediale e inferiore).

La faccia posteriore presenta una robusta sporgenza, definita spina, che si prolunga lateralmente in un
robusto processo chiamato acromion. L’angolo lateale è fornito di un’estesa superficie articolare, la cavità
glenoidea, che si adatta perfettamente alla testa dell’omero, permettendo l’articolazione scapolo-omerale.

La scapola permette l’intersezione di numerosi muscoli, consentendo il movimento delle spalle e degli arti
superiori.

OMERO

L’omero è un osso lungo, pari e unico elemento costitutivo del braccio.

L’epifisi prossimale (o superiore) ha una forma rotonda e liscia, e prende il nome di testa dell’omero.
Quest’ultima si articola con la cavità glenoidea della scapola.

L’epifisi distale (o inferiore) ha una superficie appiattita in senso anterio-posteriore; si articola alle ossa
dell’avambraccio attraverso due superfici articolari: lateralmente il condilo, di forma emisferica,
sormontato da un’eminenza chiamata epicondilo, medialmente dalla troclea, a forma di puleggia,
sormontata dall’epitroclea (o epicondilo mediale). La troclea presenta inoltre una profonda fossa nella
faccia posteriore (fossa oleocranica) e una fossa più piccola nella faccia anteriore (fossetta coronoidea).

ULNA E RADIO

L’avambraccio costa di due ossa pari, l’ulna (medialmente) e il radio (lateralmente). Le ossa sono articolate
alle loro estremità, e tra di loro è presente uno spazio ellittico chiamato spazio interosseo.

L’epifisi prossimale dell’ulna è caratterizzata da un profondo solco a forma di semiluna, chiamato incisura
trocleare, che ospita la troclea dell’omero. L’incisura trocleare è delimitata da due processi voluminosi:
posteriormente e superiormente dall’oleocrano, e anterio-inferiormente dal processo coronoideo.

L’epifisi distale consiste in un piccolo rigonfiamento, chiamato testa dell’ulna, che termina con un processo
di forma cilindrica, chiamato processo stiloideo.
L’epifisi prossimale del radio presenta una superficie voluminosa e di forma cilindrica, detta testa o capitello
del radio. La faccia superiore, a forma di scodella, costituisce la cavità glenoidea, che si articola con il
condilo dell’omero. Al di sotto del collo è presente un’eminenza ovoidale, chiamato tuberosità del radio,
che ha lo scopo di accogliere il tendine inferiore del bicipite.

L’epifisi distale ricorda una piramide quadrangolare tronca e appiattita antero-posteriormente. La faccia
interiore, o faccia articolare carpea, si articola con lo scafoide e il semilunare, ossa del polso.

LA MANO

Lo scheletro della mano è composto da 27 ossa di forma vagamente cuboide, che possono essere divise in 3
grandi gruppi: carpo, metacarpo e falangi.

Il carpo presenta due file di ossa:

fila prossimale: semilunare, scafoide, piramidale e pisiforme

fila distale: trapezio, trapezoide, grande osso e uncinato.

Il metacarpo costituisce la regione anteriore o volare della mano, e presenta 5 ossa; procedendo latero-
medialmente: I,II,II, IV e V metacarpali. Le 5 ossa metacarpali costituiscono la base delle 5 dita, ognuna
delle quali formate da 3 falangi, tranne il pollice che ne possiede soltanto 2.

GLI ARTI INFERIORI

Lo scheletro degli arti inferiori si compone delle ossa della cintura pelvica o anca, l’osso della coscia
(femore), ossa della gamba (tibia e fibula/perone) e ossa del piede (tarso, metatarso e falangi).

L’anca o cintura pelvica è costituita da un solo osso pari, chiamato osso dell’anca o os coxae. E’ un grosso
osso piatto, di forma grossolanamente quadrangolare.

Le due ossa dell’anca si articolano mediante la sinfisi pubica, e dorsalmente sono separate per
l’interposizione del sacro. Le due ossa dell’anca, il sacro e il coccige formano una cintura ossea, pelvi o
bacino.

Le caratteristiche morfometriche e biomeccaniche del bacino suscitano un grande interesse tra gli
antropologi, in quanto soggetto a numerosi cambiamenti. Alcune parti anatomiche (come la sinfisi pubica e
la faccia auricolare) vanno incontro a cambiamenti morfologici dovuti all’età; nelle donne, in prossimità
della sinfisi pubica e nell’articolazione sacroiliaca, dopo il parto possono presentarsi delle modificazioni.

Negli individui in accrescimento, l’osso dell’anca è formato da tre parti: l’ileo, in alto e lateralmente, il pube,
anteriormente, e l’ischio, in basso. Essi si fondono tra loro in diversi momenti della maturazione scheletrica.

La cavità acetabolare si trova nella faccia esterna dell’anca. Insieme alla fossa iliaca esterna (superiormente)
e il fosso otturato (inferiormente).

Sul lato opposto l’anca mostra la faccia auricolare per l’articolazione del sacro e la tuberosità iliaca per i
legamenti sacro-iliaci.

FEMORE
Il femore è un voluminoso osso lungo, che desta interesse tra gli antropologi, in quanto permette non solo
di stimare la statura della persona in vita, ma contiene anche caratteri anatomici sessualmente dimorfici e
varianti ed alterazioni anatomiche correlabili con le attività svolte dall’individuo in vita (i marker
occupazionali) permettendo di ricostruire un quadro quanto più completo della persona studiata.

Inoltre il femore è una delle ossa più comunemente ritrovate in contesti archeoantropologi difficili; dunque
permette lo studio di ossari e fosse comuni.

L’epifisi superiore presenta una superficie articolare sferica, ossia la testa del femore, con una fossetta per il
legamento rotondo dell’articolazione coxofemorale. Presenta anche un collo anatomico, due grandi
tuberosità, chiamate grande e piccolo trocantere, e un collo chirurgico, al limite con la diafisi.

L’epifisi inferiore presenta due grossi rilievi, condilo mediale e laterale, che si articolano con la tibia.

Sul femore si inseriscono numerosi muscoli, tra cui quelli glutei, l’ileopsoas, quelli del quadricipite e degli
adduttori, che permettono movimenti di flessione, estensione, adduzione e abduzione della coscia e
stabiliscono l’anca.

LA TIBIA E LA FIBULA

Lo scheletro della gamba è costituito da tre ossa: la tibia, voluminosa e posta medialmente , la fibula o
perone, più gracile e posta lateralmente, e infine la patella o rotula, posta al disopra delle altre due.

La patella è un osso sesamoide posizionato al termine del tendine quadricipite femorale. E’di forma
triangolare rotondeggiante con base superiore, ed è appiattita in senso antero-posteriore.

Il corpo della tibia ha una sezione triangolare. L’epifisi superiore presenta due voluminose masse, chiamate
condili. Sulla faccia superiore sono presenti due faccette articolari destinate ad articolarsi con i condili
femorali, e prendono il nome di cavità glenoidee (mediale e laterale). Le due superfici articolari, le due
cavità, sono separate dall’eminenza intercondiloidea.

L’epifisi distale è meno sviluppata di quella prossimale; essa ha una forma cuboide la cui faccia superiore si
unisce alla diafisi senza una linea di demarcazione precisa. La faccia inferiore si articola alla troclea del
calcagno attraverso una faccia articolare liscia e regolare. La faccia mediale si prolunga in basso in un
voluminoso processo, detto malleolo tibiale, che partecipa all’articolazione con il calcagno e da intersezione
ai legamenti e ai tendini tibiali posteriori e flessori comuni delle dita.

PIEDE

Lo scheletro del piede è formato da 26 ossa suddivise in tre raggruppamenti: tarso, metatarso e falangi.

Il tarso presenta due ordini di ossa, uno posteriore e uno anteriore, per un totale di 7 ossa.

Il primo ordine comprende: il talo/astralago e il calcagno.

Il secondo ordine comprende: lateralmente il cuboide e medialmente il navicolare, sulla cui faccia anteriore
si articolano le tre ossa cuneiformi. L’astralago si articola con la tibia e la fibula.

Le dita sono formate da 3 falangi, ad eccezione dell’alluce che ne presenta solo 2.

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