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3. Anatomia apparato locomotore

Anatomia Umana (Università degli Studi di Camerino)

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ANATOMIA DELL’APPARATO LOCOMOTORE


SISTEMA SCHELETRICO
-Comprende le diverse ossa dello scheletro, cartilagini, legamenti e gli altri tipi di tessuto connettivo con
funzione di stabilizzazione e connessione.
-Ossa: supporti cui si agganciano i muscoli, sostengono il peso del corpo e cooperano coni muscoli per
produrre certi movimenti.
-Lo scheletro svolge molte funzioni vitali:
 Supporto: i segmenti scheletrici costituiscono l’impalcatura che sostiene i tessuti molli e i visceri.
 Deposito di minerali: i Sali di calcio dell’osso rappresentano una notevole riserva minerale che
mantiene costante le concentrazioni di ioni calcio e fosfato nei fluidi corporei.
 Produzione delle cellule del sangue: globuli rossi, bianchi e piastrine vengono prodotti nel midollo
osseo che riempie le cavità interne di numerose ossa.
 Protezione: tessuti e organi delicati sono spesso circondati da elementi scheletrici (coste
proteggono cuore e polmoni).
 Sistema di leve.
-Lo scheletro può essere:
Assile ovvero del capo e del tronco.
Appendicolare ovvero degli arti, del cingolo scapolare e pelvico.

MATRICE DELL’OSSO
-Composizione del peso dell’osso:
 Per 2/3: è formato da fosfato di calcio.  Questo interagisce con l’idrossido di calcio e forma
= cristalli di idrossiapatite.  Questi cristalli, poi, incorporano altri Sali di calcio (Carbonato
di calcio) e degli ioni (sodio, magnesio, fluoro).
-Tutto ciò fornisce all’osso resistenza alla compressione, ma la possibilità di frantumarsi
quando l’osso viene sottoposto a flessione.
 Per il restante 1/3: è formato da fibre collagene ed altre proteine.
-Queste forniscono resistenza alla trazione, e soprattutto, donano resistenza alla flessione
che mancava nei primi 2/3.

CELLULE DELL’OSSO
1. Osteocit:
- Sono le cellule dell’osso maturo; controllano la concentrazione di proteine e minerali nella
matrice che li circonda.
- Responsabili del rilascio di calcio dall’osso al sangue e della deposizione dei Sali di calcio nella
matrice.
- Si trovano in lacune (piccoli spazi compresi tra gli strati della matrice calcificata).
- I canalicoli sono dei canali che si irradiano attraverso la matrice da lacuna a lacuna
(interconnettendo gli osteociti) e verso i vasi sanguigni adiacenti (per la diffusione di nutrienti).
2. Osteoblast:
o Cellule cuboidali che si dispongono a singolo strato su superfici esterne ed interne di un
osso.
o Secernono i componenti organici della matrice ossea tale materiale è detto osteoide, e
viene successivamente mineralizzato attraverso una serie di passaggi.
o Sono responsabili dell’osteogenesi= produzione di un nuovo osso, che può iniziare tramite
stimoli meccanici o ormonali.
3. Cellule osteoprogenitrici:
 Sono cellule staminali appiattite di origine mesenchimale.

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 Si trovano sullo strato più interno del periostio e nell’endostio.


 Possono dividersi per produrre cellule figlie che si differenziano in osteoblasti.
4. Osteoclast:
- Grandi cellule multinucleate presenti nelle sedi in cui l’osso viene riassorbito.
- Secernono acidi che sciolgono la matrice ossea, determinando il rilascio degli aminoacidi, del
calcio e del fosfato in essa depositati Osteolisi (determina l’aumento della concentrazione
di calcio e fosfato nei fluidi corporei.
- Osteoclasti rimuovono matrice per rilasciare minerali; gli osteoblasti producono nuova
matrice che lega rapidamente i minerali= Equilibrio.

PERIOSTIO ED ENDOSTIO
-Periosto:
 E’ il rivestimento della superficie esterna di un osso.
 Isola e protegge l’osso dai tessuti circostanti; è una via per i vasi ed i nervi; partecipa attivamente
alla riparazione dell’osso.
 Costituito da uno strato fibroso esterno di tessuto connettivo fibroso denso; e da uno strato
cellulare interno contenente le cellule osteoprogenitrici.
 Le sue fibre sono intrecciate con le fibre dei tendini che si inseriscono sull’osso durante
l’accrescimento dell’osso, le fibre tendinee vengono cementate e prendono il nome di fibre
perforanti (poiché diventano parte della struttura generale dell’osso.
-Endosto:
o Riveste la cavità midollare sulla superficie interna dell’osso.
o Contiene cellule osteoprogenitrici, osteoblasti ed osteoclasti.
o E’ attivo durante la crescita dell’osso e ad ogni riparazione.

OSSO COMPATTO E OSSO SPUGNOSO


-Esistono 2 tipi di tessuto osseo: compatto (denso e solido) e spugnoso (forma una serie di lamine e
trabecole).
-Sono entrambi presenti nelle ossa lunghe, dove:
o Compatto: forma le pareti
o Spugnoso: circonda la cavità midollare contenente il midollo osseo.
-Matrice: la sua composizione è uguale in tutti e due i tipi di di tessuto, ma differiscono nella disposizione
tridimensionale di osteociti, canalicoli e lamelle.

-Differenze:
1. OSSO COMPATTO:
- La sua unità funzionale di base è l’osteone, dentro il quale gli osteociti si dispongono in strati
concentrici attorno ad un canale centrale (che contiene vasi sanguigni).
- Canali perforanti: i vasi sanguigni dei canali perforanti distribuiscono il sangue agli osteoni
più profondi e vascolarizzano la cavità midollare interna.
- Le lamelle di ciascun osteone formano una serie di anelli concentrici attorno al canale
centrale.
2. OSSO SPUGNOSO:
» La principale differenza con il compatto, sta che l’osso spugnoso è disposto in lamelle
parallele o trabecole.
» Le trabecole sono strattamente interconnesse tra loro.
» Dato che è costituito da una rete aperta, risulta molto più leggero.
» La sua presenza, riduce il peso dello scheletro e permette ai muscoli di muovere le ossa più
agilmente.

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CLASSIFICAZIONE DELLE OSSA


-Si dividono in:
 Piatte: Hanno una struttura simile ad un sandwich 2 strati di osso compatto (detto tavolato
interno) racchiudono tra di essi l’osso spugnoso (detto diploe); sono ossa resistenti ma leggere;
proteggono i tessuti molli.
 Suturali: sono considerate una tipologia di ossa piatte, sono piccole, di forma irregolare e presenti
nelle linee di sutura tra le ossa piatte del cranio.
 Pneumatiche: ossa cave, contenenti cellette aeree.
 Lunghe: lunghe e sottili, presentano una diafisi (porzione centrale) e 2 epifisi (porzione terminale), e
presentano una cavità midollare.
 Irregolari: struttura varia, forma complessa (vertebre).
 Sesamoidi: piccole, rotondeggianti e appiattite; localizzate in prossimità dell’articolazione del
ginocchio, delle mani e dei piedi.
 Corte: forma cubica, superficie esterna rivestita da osso compatto, all’interno da spugnoso (ossa del
carpo-> polso).

CRANIO
-Costituito da 22 ossa: 8 formano la scatola cranica, 14 lo scheletro della faccia.
-Circonda e protegge l’encefalo. Formato da ossa: occipitale, parietali, frontale, temporali, sfenoide ed
etmoide che insieme delimitano la cavità cranica.
-Cavità cranica: camera contenente un liquido che ammortizza e sostiene l’encefalo.
-Superficie:
 Interna del cranio vasi sanguigni, nervi e membrane stabilizzano la posizione dell’encefalo.
 Esterna del cranio è un area ampia per l’inserzione di muscoli che determinano il movimento di
occhi, mandibola e testa.
-La stabilizzazione del cranio è data dall’articolazione tra l’osso occipitale e la prima vertebra cervicale.
-Ossa della faccia proteggono e sostengono le parti iniziali dei tratti digerente e respiratorio.
-Ossa superficiali della faccia (mascellari, nasali, zigomatiche, lacrimali) forniscono superfici per
l’inserzione dei muscoli che controllano espressioni del viso e assistono la masticazione.

OSSO OCCIPITALE
-L’osso occipitale partecipa alla costituzione delle superfici posteriore, laterale ed inferiore del cranio.
|||||| Analizzo di seguito le due parti dell’osso occipitale: la parte che viene vista dall’esterno e quella che
viene vista dall’interno.

SUPERFICIE ESTERNA
 Presenta un’ampia apertura circolare, il forame magno, che mette in comunicazione la cavità cranica
con il canale vertebrale.
 Attraverso i condili occipitali il cranio si articola con la prima vertebra cervicale
 La superficie esterna posteriore presenta una serie di creste:
1. Cresta occipitale esterna: si estende posteriormente dal forame magno, e termina in un
rilievo centrale detto protuberanza occipitale esterna.
2. Due creste orizzontali: ovvero le linee nucali inferiore e superiore, dipartono dalla cresta
esterna, e danno inserzione ai muscoli e ai legamenti che stabilizzano l’articolazione che
bilancia il peso della testa sulle vertebre del collo.
 L’osso occipitale forma anche parte del foro giugulare il foro è il tratto ove passa la vena giugulare,
che drena il sangue venoso refluo dall’encefalo.
 Canali dell’ipoglosso: si trovano lateralmente ad ogni condilio danno passaggio a nervi ipoglossi,
cranici che controllano muscoli della lingua.

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SUPERFICIE INTERNA
» La superficie interna concava dell’osso occipitale si adatta perfettamente ai contorni dell’encefalo
i solchi seguono il decorso dei vasi di calibro maggiore; le creste danno inserzione alle meningi che
stabilizzano la posizione dell’encefalo.

OSSA PARIETALI
-Le ossa parietali, pari, costituiscono le superfici superiori e laterali del cranio.
-Superficie esterna di ciascun osso:
» Presenta 2 linee: linee temporali superiore e inferiore segnano l’inserzione del muscolo
temporale (determina la chiusura della bocca).
» Eminenza parietale: superficie parietale liscia al di sopra delle linee temporali.
-Superficie interna: presenta le impressioni delle vene e arterie che si diramano all’interno del cranio.

OSSO FRONTALE
-Forma la fronte e il tetto delle cavità orbitarie.
-In realtà, sono presenti due ossa frontali che si articolano lungo la sutura frontale (la sutura scompare a 8
anni con la fusione delle ossa); tale sutura lascia un segno sulla linea di sutura.

SUPERFICIE ANTERIORE:
 La superficie anteriore è detta squama del frontale o fronte.
 Sulle 2 superfici laterali sono presenti le continuazioni della linea temporale superiore della
superficie parietale.
 Margini sopraorbitari: segnano i limiti superiori delle orbite.  Il centro del margine è detto foro
sopraorbitario (perché è perforato).
 Arcata sopraciliare: è presente su ciascun margine sopraorbitario e si trova in corrispondenza delle
ciglia.

SUPERFICIE INFERIORE (veduta dal basso):


 E’ relativamente liscia ma contiene piccoli fori x passaggio di vasi sanguigni e nervi.
 Fossa lacrimale: sede della ghiandola lacrimale, il cui secreto bagna la superficie dell’occhio.

SUPERFICIE POSTERIORE (parte interna):


» Si adatta alla porzione anteriore dell’encefalo sulla superficie interna della squama frontale, si
trova una cresta frontale che da attacco alle meningi (impediscono contatto tra i tessuti cerebrali e
ossa del cranio).

OSSA TEMPORALI
-Contribuiscono a formare le pareti laterali e inferiore del cranio, arcate zigomatiche, si articolano con la
mandibola e proteggono gli organi di senso dell’orecchio interno.
 Canale acustico esterno canale esterno dell'orecchio, convoglia i suoni nell’orecchio; è circondato
dalla porzione timpanica.
 Fossa mandibolare punto di articolazione tra mandibola e cranio.
 Processo mastoideo punto di intersezione per i muscoli che muovono la testa e per un muscolo
ioideo.
 Foro mastoideo: attraverso questo, decorrono vasi sanguigni che vascolarizzano le meningi che
circondano l’encefalo.
 Squama porzione laterale appiattita dell’osso temporale.
 Processo stiloideo attacco per i muscoli della lingua, gola e osso ioide.
 Processo zigomatico concorre a formare il ponte osseo tra guancia ed orecchio; punto di attacco
per musco lo che muove la mandibola.

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o Canale carotideo: canale attraverso cui l’arteria carotide interna penetra nel cranio.
o Tuba uditiva: condotto contenente aria che inizia a livello della faringe e termina nella cavità
timpanica (che contiene ossicini dell’udito, minuscole ossa che trasferiscono vibrazioni sonore dal
timpano ai recettori uditivi).
o Canale acustico interno: apertura attraverso cui i nervi facciale e acustico entrano nella parte
temporale.
o Foro giugulare: forame attraverso cui la vena giugulare interna abbandona la cavità cranica.
o Fossa cranica media: depressione del pavimento della cavità cranica formata dai lobi temporali del
cervello.
o Porzione petrosa: parte più spessa dell’osso che protegge gli organi deputati a udito e equilibrio.
o Foro stilomastoideo: forame che da passaggio al nervo facciale che innerva i muscoli della faccia.

OSSO SFENOIDE
-Contribuisce alla costituzione del pavimento del cranio e si articola in tutte le altre ossa craniche; è una
sorta di ponte che unisce le ossa del cranio e quelle della faccia.
-Formato da:
 Corpo: parte più spessa dell’osso.
 Foro ovale, rotondo, spinoso: sono 3 fori che perforano le grandi ali, e attraverso questi fori passano
vasi sanguigni e nervi cranici diretti a strutture della cavità orbitaria, della faccia e della mandibola.
 Grande ala: forma il pavimento della fossa cranica media (presenta vari fori).
 Piccola ala: bordo superiore della fessura orbitaria superiore.
 Processi pterigoidei: sono proiezioni verticali che emergono all’unione tra le grandi e piccole ali;
ciascun processo è formato da 2 lamine pterigoidee:
a) Laterale- punto di intersezione per i muscoli della masticazione.
b) Mediale- pareti posterolaterali della cavità nasale.
 Canale pterigoideo: canale alla base dei 2 processi pterigoidei, che viene attraversato da un piccolo
nervo e da un’arteria diretti al palato molle e alle strutture adiacenti.
 Uncino pterigoideo: processo intorno a cui passa il tendine diretto da un muscolo al palato molle.
 Solco ottico: apertura attraverso cui i nervi e vasi escono dalla cavità cranica.
 Sella turcica: fossa contenente la ghiandola ipofisi.
 Fessura orbitaria superiore: funge da via di passaggio per i vasi sanguigni e i nervi cranici diretti
all’occhio.

OSSO ETMOIDE
-È formato da 3 parti:
1. Lamina cribrosa è perforata da piccoli forellini che permettono il passaggio dei rami dei nervi
olfattivi. La crista galli separa i lati sinistro e destro della lamina cribrosa e da attacco alla falce del
cervello.
2. Labirinto etmoidale da esso emergono i cornetti nasali superiore e medio; è costituito da cellette
intercomunicanti contenenti aria.
I cornetti interrompono il flusso d’aria creando vortici e mulinelli, rallentando il movimento dell’aria,
e dando tempo aggiuntivo per il riscaldamento, l’umidificazione e la rimozione della polvere prima
che l’aria raggiunga le parti + delicate del tratto respiratorio.
3. Lamina perpendicolare forma parte del setto nasale.

MANDIBOLA
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-Forma l’intera mascella inferiore ed è formata da:


1. Un corpo orizzontale.
2. Due rami ascendenti che si uniscono al corpo al livello dell’angolo della mandibola.
-Formata da:
 Alveoli: che accolgono i denti nell’arcata inferiore.
 Processi condiloidei: che terminano con il condilo della mandibola. Il condilo si articola con la fossa
mandibolare dell’osso temporale formando l’articolazione temporomandibolare  tale
articolazione è molto mobile (vedesi movimenti durante la masticazione), ma può essere facilmente
dislocata.
 Processi coronoidei: sito di intersezione del muscolo temporale (muscolo che chiude la bocca).
 Fori mentonieri: danno passaggio a nervi che trasportano informazioni sensitive dalle labbra e dal
mento verso l’encefalo.
 Porzione alveolare: area inspessita che contiene gli alveoli e le radici dei denti.
 Linea miloioidea: è punto di origine del muscolo miloioideo (sostiene pavimento della bocca e
lingua).
 Fossa sottomandibolare: che accoglie la ghiandola salivaresottomandibolare.
 Foro mandibolare: dà accesso al canale mandibolare (sito di passaggio di vasi sanguigni e nervi
sensitivi per i denti dell’arcata inferiore).

OSSA NASALI
-Sono pari e si articolano con l’osso frontale (al centro della faccia).
-La cartilagine che si inserisce sui margini inferiori delle ossa nasali forma la porzione flessibile del naso.
-Le superfici laterali delle ossa nasali si articolano con i processi frontali delle ossa mascellari di ambedue i
lati.

OSSA LACRIMALI
-Sono pari e le più piccole ossa del cranio.
-Sono situate sulla parte mediale di ciascuna cavità orbitaria si articolano con osso frontale, mascellare
ed etmoide.
-Solco lacrimale: depressione poco profonda che accogli il canale nasolacrimale.

COLONNA VERTEBRALE
-Costituita da 26 ossa: 24 vertebre, osso sacro e coccige.
 Vertebre: colonna di sostegno che sorregge il peso di testa, collo e tronco e trasmette il peso allo
scheletro degli arti inferiori. Proteggono il midollo spinale e forniscono una via di passaggio per i
nervi spinali.
 L’osso sacro: si forma durante lo sviluppo per fusione di 5 vertebre.
 Coccige: anch’esso per fusione.
-Divisa in regioni: cervicale, toracica, lombare, sacrale e coccigea.  ogni regione svolge funzioni diverse ed
è anatomicamente specializzata.

-Curvature della colonna vertebrale (la maggior parte del peso del corpo è davanti alla colonna: le
curvature servono per allineare il peso con l’asse del corpo):
1. Cervicale, lordosi: si sviluppa quando il neonato impara a bilanciare il peso della testa sulle vertebre
del collo.
2. Toracica, cifosi: accoglie gli organi toracici.
3. Lombare, lordosi: bilancia il peso del corpo sugli arti inferiori, si sviluppa con la capacità di stare in
piedi.

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4. Sacrale, cifosi: accoglie gli organi addomino-pelvici.

ANATOMIA DELLE VERTEBRE


-Generalmente hanno un piano strutturale comune:
 Anteriormente: ogni vertebra presenta un corpo spesso (sferico o ovale).
 Posteriormente: dal corpo anteriore si estende posteriormente un arco vertebrale.
-Parti della vertebra:
I. Corpo vertebrale:
- E’ la parte della vertebra che trasferisce il peso lungo l’asse della colonna.
- Ciascuna vertebra si articola con le vertebre vicine.
- I corpi sono uniti da legamenti e separati da dischi intervertebrali.
II. Arco vertebrale:
 Delimita i margini laterali e posteriore del foro vertebrale.
 Formato da un pavimento (superficie posteriore), due pareti (peduncoli), un tetto (lamine).
 Processo spinoso: si origina dalla fusione delle lamine dorsalmente.
 Processi trasversi: si proiettano lateralmente o dorsalmente su ambedue i lati.
 I 2 processi sono siti di attacco di muscoli.
III. Processi articolari:
 Si originano a livello delle giunzioni tra i peduncoli e le lamine.
 E’ presente un processo articolare superiore (che si proietta cranialmente, verso il cranio) e
inferiore ( che si proietta caudalmente, verso il basso) su ciascun lato della vertebra.
IV. Articolazioni vertebrali:
- I processi articolari inferiori di una vertebra si articolano con i processi superiori della
vertebra sottostante.
- Ciascun processo articolare presenta una superficie liscia detta faccetta articolare.
- Gli archi vertebrali della colonna formano nell’insieme il canale vertebrale.
V. Dischi intervertebrali:
 Costituisce la principale connessione tra due vertebre adiacenti.
 Funzione meccanica: trasmissione dei carichi dalla porzione superiore del corpo al cingolo
pelvico ciò avviene grazie alla trasmissione dei momenti risultanti dalla testa e dal tronco
e da ogni altra massa sollevata dalla porzione superiore del corpo.
 Ammortizza le sollecitazioni che intervengono sulla colonna.
 Struttura fibrocartilaginea avascolare formata da nucleo gelatinoso centrale, polposo
circondato da strati di lamelle fibrose disposte concentricamente.
 Gran parte del volume del disco è costituito da matrice extracellulare (acqua, fibre collagene
e proteoglicani).
 Il nucleo è il centro del disco e ha funzione di assorbire e distribuire i carichi. --> costituito da
sostanza fondamentale idratata di proteoglicani con poche cellule e poche fibre collagene.

REGIONI VERTEBRALI
-La lettera maiuscola indica la regione vertebrale, quella minuscola indica la vertebra in questione.

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VERTEBRE
CERVICALI
-Processo
spinoso bifido=>
processo
relativamente
appuntito,
l’estremità di
ciascun processo
presenta
un’incisura
prominente.
-I fori trasversi
danno passaggio
a vasi sanguigni
che riforniscono
l’encefalo.
-Il midollo ha
dimensioni
maggiori in
quanto contiene
la maggior parte dei nervi che connettono l’encefalo al resto del corpo.

VERTEBRE TORACICHE
-Sono 12; corpo con la forma a cuore.
-Foro vertebrale rotondo.
-Processo spinoso proiettato posteroinferiormente.
[-Spesso, una brutta caduta può causare una frattura pocichè il peso sosotenuto dalle vertebre toraciche e
lombari è difficile da stabilizzare.]
-Da T1 a T8 le vertebre presentano faccette costali superiori e inferiori.
-I processi trasversali da T1 a T10 hanno superfici laterali che presentano faccette costali trasverse per
“l’attacco” con i tubercoli costali.  limitazione di mobilità.

VERTEBRE LOMBARI
-Le più grandi del corpo; hanno una superficie superiore ed inferiore ovoidali.
-Non sono presenti faccette articolari sui lati del corpo o sui processi trasversi.
-Foro vertebrale triangolare.
-Processi trasversi si proiettano dorso-lateralmente.
-Il processo spinoso si proietta dorsalmente.
-Le vertebre lombari sostengono il peso maggiore; i processi spinosi lombari forniscono la superficie per
inserzione di muscoli della regione inferiore del dorso.

OSSO SACRO
-Costituito dalla fusione di 5 vertebre sacrali  tali vertebre si iniziano a fondere dopo la pubertà e, a
fusione completa, delle linee trasversali segnano i confini originari delle vertebre.
-Struttura che:
 Fornisce protezione per organi dell’apparato riproduttivo, digerente, urinario.
 Collega, attraverso una coppia di articolazioni, lo scheletro assile alla cintura pelvica.
 Fornisce un’area di inserzione di muscoli.

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-Composto e formato da:


Veduta posteriore
 Apice: porzione inferiore ristretta.
 Base: ampia superficie superiore.
 Promontorio sacrale: sporgenza all’estremità anteriore della base.
 Processi articolari superiori: formano articolazioni sinoviali con l’ultima vertebra lombare.
 Canale sacrale: inizia tra i processi superiori e si estende x tutto il sacro-> nervi e membrane che
rivestono il canale vertebrale nel midollo spinale si prolungano nel canale sacrale.
 Cresta sacrale mediana: formata dai processi spinosi delle 5 vertebre sacrali fuse.
 Corna sacrali: le lamine della 5° vertebra sacrale non si uniscono sulla linea mediana e formano
queste corna.
 Iato sacrale: è nel mezzo delle corna sacrali ed è l’orifizio di uscita del canale sacrale; questa
apertura è ricoperta da tessuto connettivo.
 Fori sacrali: sarebbero i forni intervertebrali.
 Ala: si estende lateralmente alla cresta sacrale laterale. [cresta sacrale laterale e mediana sono una
superficie di inserzione per muscoli del dorso e anca]
Veduta laterale
 Lateralmente la cifosi sacrale è evidente.
 Superficie auricolare: costituisce la superficie articolare per le ossa del cingolo pelvico.
 Tuberosità sacrale: area rugosa, punto di intersezione di un legamento che stabilizza l’articolazione.

CINGOLO PELVICO
-Ogni osso dell’anca dell’adulto si forma per la fusione di 3 ossa: ileo, ischio e pube. Alla nascita le 3 ossa
sono separate dalla cartilagine ialina.  a 25 anni la fusione si completa e si forma l’osso dell’anca.
-L’acetabolo delimita uno spazio detto fossa acetabolare e contiene una superficie curva a forma di c
(faccia semilunare).

OSSA DELL’ANCA
-Ileo, ischio e pube si incontrano a livello della fossa acetabolare.
-Ileo:
 E’ il più grande, e costituisce la porzione superiore.
 Al di sopra dell’acetabolo forma un’ampia superficie curva che fornisce un’ampia area di inserzione
di muscoli, tendini e legamenti.
 Linee glutee anteriore, posteriore e inferiore: siti di origine per i muscoli glutei.
 In prossimità del margine superiore dell’acetabolo, l’ileo si fonde con l’ischio.
-Ischio:
 E’ il più robusto.
 Tuberosità ischiatica: è una sporgenza rugosa che forma il margine postero laterale-> in posizione
seduta il peso del corpo è sostenuto da tali tuberosità.
 Il punto della fusione è quello in cui il ramo dell’ischio incontra il ramo del pube.
-Pube:
» I rami pubico e ischiatico circondano il forame otturatorio, spazio chiuso da una guaina di fibre
collagene.
» Superficie interna ed esterna del forame costituiscono sito di attacchi per i muscoli dell’anca.

PELVI
-Costituita da 2 ossa dell’anca, dal sacro e dal coccige.
-Si divide in:

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1. Grande pelvi: è costituita dalla porzione allargata di ciascun ileo, posta al di sopra della linea
ileopettinea. Racchiude organi della porzione inferiore della cavità addominale.
2. Piccola pelvi: si trova al di sotto della linea ileopettinea. Il margine superiore di essa è detto stretto
superiore della pelvi. LO stretto inferiore della pelvi è invece definito perineo, ed è circondato dal
coccige, dalle tuberosità ischiatiche.
-I muscoli pelvici formano il pavimento della cavità pelvica e sostengono gli organi in essa contenuti.
-Forma della pelvi femminile diversa da quella maschile questo x conseguenza delle dimensioni del corpo
e massa muscolare e conseguenza dell’adattamento al parto.

GABBIA TORACICA
-E’ formata da: vertebre toraciche, coste, sterno (coste e sterno proteggono la cavità toracica).
-La cavità toracica svolge 2 funzioni:
1. Protezione: cuore, polmoni, timo.
2. Inserzione: ai muscoli coinvolti in respirazione, posizione della colonna, movimenti del cingolo
scapolare e arti superiori.

COSTE
-Sono ossa allungate, lunghe e appiattite decorrono dalle vertebre toraciche e terminano nella parete
della cavità toracica.
-Esistono 12 paia di coste:
 Coste vere: sono le prime 7 paia; dette vere poiché sono connesse allo sterno dalle cartilagini
costali.
 Coste false: dall’8 al 12esimo paio; dette false perché non si connettono allo sterno in modo diretto
-> le cartilagini costali si fondono tra loro prima di raggiungere lo sterno.
 Coste fluttuanti: ultime due paia; non si collegano con lo sterno.
-Struttura di una costa tipica:
» Testa: parte terminale che si articola con il corpo di una vertebra toracica.
» Collo.
» Tubercolo-> nella parte inferiore presenta una faccetta articolare che si articola con il
processo trasverso della vertebra toracica. Quando la costa si articola tra 2 vertebre (T5 e T6
esempio) si distingue una faccetta articolare superiore ed inferiore.
» Angolo: punto in cui la costa inizia a curvare verso lo sterno.
» Faccia interna della costa: concava e un solco costale segna il decorso di nervi e vasi
sanguigni.
» Faccia esterna della costa: inserzioni di muscoli.
-Le coste sono piuttosto mobili abbassandosi portano lo sterno verso l’interno, alzandosi lo spostano
verso l’esterno.

STERNO
-E’ un osso piatto posto al centro della parete anteriore del torace; è costituito da:
1. Manubrio: di forma triangolare, si articola con le clavicole e con le cartilagini del primo paio di coste.
2. Corpo: forma allungata, si unisce alla superficie inferiore del manubrio e si estende verso il basso. Le
cartilagini costali dal secondo al settimo paio si connettono individualmente, dall’ottavo al decimo
sono attaccate da un’unica cartilagine.
3. Processo xifoideo: parte più piccola, vi si inseriscono il diaframma e muscoli retti dall’addome.

[scheletro assile protegge e supporta gli organi interni; scheletro appendicolare permette il controllo
dell’ambiente circostante, permetti di cambiare posizione nello spazio]

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CINGOLO SCAPOLARE E ARTO SUPERIORE


-Ciascun arto superiore si articola con il tronco tramite il cingolo scapolare. Cingolo costituito da clavicola e
scapola.
-Muscoli scheletrici mantengono in posizione e stabilizzano la scapola, che non ha connessioni ossee con la
gabbia toracica.
-Ogni arto superiore è costituito da: braccio, avambraccio e mano.
-Lo scheletro dell’arto superiore è costituito da: omero (nel braccio); radio e ulna (avambraccio); ossa
carpali (polso); ossa metacarpali e falangi delle dita (mano).

CINGOLO SCAPOLARE
-Movimenti di clavicola e scapola stabilizzano l’articolazione della spalla + forniscono una base per il
movimento del braccio + contribuiscono alla massima ampiezza del movimento dell’omero.
-I muscoli che originano dal cingolo scapolare aiutano a muovere l’arto superiore.

CLAVICOLA
-Connette il cingolo scapolare allo scheletro assile + fa da supporto alla spalla trasferendo parte del peso
dall’arto superiore allo scheletro assile.
-Dall’estremità sternale, la clavicola piega lateralmente fino ad articolarsi con l’acromion della scapola
------Dall’estremità acromiale è più voluminosa e appiattita.
-Struttura:
 Superficie superiore liscia si trova sotto la cute.
 Superficie inferiore rugosa è caratterizzata da linee e tubercoli che indicano punti di intersezione
muscolare e legamenti.
 Tubercolo conoidale + Tuberosità costale  Entrambe sono punti di intersezione di legamenti della
spalla.

SCAPOLA
-Il corpo della scapola ha la forma di un ampio triangolo:
 I 3 lati del triangolo costituiscono: margine superiore, mediale, laterale.
 I 3 angoli del triangolo sono: superiore, inferiore, laterale. -> l’angolo laterale forma un processo che
contiene la cavità glenoidea (a questo livello la scapola si articola con l’omero).
-L’angolo laterale è separato dal corpo della scapola per mezzo di un collo.
-Vi sono 2 processi scapolari che si estendono sopra la cavità glenoidea:
1. Processo coracoideo: funge da sito di intersezione per un capo del bicipite branchiale.
2. Acromion: rappresenta uno dei punti di intersezione del muscolo del trapezio; si articola con
la clavicola nell’articolazione acromioclavicolare.
-L’acromion si continua con la spina della scapola che divide la superficie del corpo in 2 regioni:
 Fossa sopraspinata: sito di origine del muscolo sopraspinato.
 Fossa infraspinata: sito di origine del muscolo infraspinato.
 La cresta posteriore della spina da origine del muscolo deltoide e da inserzione al trapezio.

OMERO
-E’ l’osso prossimale dell’arto superiore.
-Porzione superiore:
» Liscia e di forma tondeggiante e rappresenta la testa che si articola con la scapola.
» Tubercolo maggiore: forma il margine laterale e presenta 3 impronte per l’inserzione di 3
muscoli che originano dalla scapola (sopraspinato, infraspinato, piccolo).
» Tubercolo minore: sito di intersezione del muscolo sottoscapolare.

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» Solco intertubercolare: separa tubercolo maggiore e minore; e vi decorre il tendine del


bicipite brachiale.
-Porzione diafisi:
» Tuberosità deltoidea: situata altezza diafisi; prende il nome dal muscolo deltoide che vi si
inserisce.
» Solco radiale: lungo questa depressione decorre il nervo radiale, nervo che trasmette info
sensitive provenienti dal dorso della mano + fornisce controllo motorio ai muscoli che
controllano la distensione del gomito.
-Porzione terminale:
» Troclea: ha la forma di una puleggia e si articola con l’ulna.
» Condilo: forma rotondeggiante, si articola con la testa del radio.
» Epicondilo & epitroclea: 2 processi che forniscono inserzioni muscolari.

ULNA
-Ulna e radio sono segmenti scheletrici paralleli che sostengono l’avambraccio.
-L’ulna è costituita da:
 Olecrano: costituisce la sporgenza del gomito, e forma la porzione superiore dell’epifisi. Forma il
labbro superiore dell’incisura trocleare.
 Processo coronoideo: forma il labbro inferiore dell’incisura trocleare.
 Incisura trocleare: situata sulla superficie anteriore, si articola con la troclea dell’omero.
 Incisura radiale: accoglie la testa del radio nell’articolazione radioulnare.
 Membrana interossea: è una membrana fibrosa che unisce il margine laterale dell’ulna al margine
mediale del radio e fornisce un ulteriore area di intersezione muscolare.
 Testa dell’ulna: parte distale dove il corpo dell’ulna si assottiglia fino ad arrivare a tale testa, di
forma discoidale, il cui margine posteriore origina un processo stiloideo.
 Cartilagine articolare: è di forma triangolare e si inserisce sul processo stiloideo, isolando la testa
dell’ulna dalle ossa del polso.
 Articolazione del gomito: è un’articolazione bipartita che funziona come un cardine e si divide in…
1. Articolazione omeroulnare posta nell’incastro tra troclea omerale e incisura trocleare
dell’ulna.
2. Articolazione omeroradiale vi partecipano il condilo dell’omero e la superficie superiore
appiattita della testa del radio.

RADIO
-E’ l’osso laterale dell’avambraccio.
-Composto da:
- Testa: a forma di disco che si articola con il condilo dell’omero.
- Collo: sottile che si estende dalla testa del radio ad una tuberosità radiale.
- Tuberosità radiale: costituisce il sito di intersezione del muscolo bicipite brachiale, che flette il
gomito.
- Il copro del radio si incurva lungo il suo asse longitudinale.
- Estremità distale: molto più voluminosa rispetto a quella dell’ulna; questo poiché solo questa
estremità partecipa all’articolazione del polso (radiocarpica).
- L’estremità distale si articola con la testa dell’ulna a livello dell’incisura ulnare del radio, formando
l’articolazione radioulnare distale.
- Articolazione radioulnare prossimale: permette la rotazione della testa del radio, e quando si
verifica tale rotazione, l’incisura ulnare del radio ruota attorno alla testa dell’ulna tale rotazione
determina la rotazione mediale del polso e della mano nei movimenti di pronazione (palmo in
basso) e supinazione (palmo in alto).

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OSSA DEL CARPO


-Nella regione del polso, lo scheletro del carpo è formato dalle 8 ossa carpali, disposte su due file:
1. Fila prossimale: osso scafoide, semilunare, piramidale, pisiforme.
2. Fila distale: ossa trapezio, trapezoide, capitato e uncinato.
-Le ossa del carpo sono collegate le une con le altre mediante articolazioni (permettono limitati movimenti
di scivolamento) e sono interconnesse da legamenti (stabilizzano il polso).

OSSA PROSSIMALI DEL CARPO


 Osso scafoide: sul margine laterale del polso, vicino al processo stiloideo del radio.
 Osso semilunare: a forma di virgola, si articola con il radio ed è vicino allo scafoide.
 Osso piramidale: è al lato (mediale) rispetto al semilunare; ha la forma di una
piramide e si articola con la cartilagine che separa la testa dell’ulna dal polso.
 Osso pisiforme.

OSSA DISTALI DEL CARPO


o Trapezio: osso laterale della fila distale, e forma un’articolazione con lo scafoide.
o Trapezoide: è il più piccolo osso distale, posto medialmente al trapezio.
o Capitato: osso più voluminoso, posizione centrale.
o Uncinato.

Frase per ricordare le ossa del carpo: Sabrina Si Prodiga Per Trascinare Tutti Con Umorismo”.

OSSA METACARPALI E FALANGI


-5 ossa metacarpali si articolano con le ossa distali del carpo e costituiscono lo scheletro del palmo della
mano
 per identificare le ossa metacarpali si usano i numeri romani da I a V.
 ciascun osso metacarpale ha larga base concava, piccolo corpo, testa distale.
-Le ossa metacarpali si articolano con le falangi (ossa delle dita):
» Pollice: 2 falangi (prossimale e distale).
» Le altre dita: 3 falangi (prossimale, intermedia e distale).

ARTO INFERIORE
-Lo scheletro dell’arto inferiore è costituito da: femore, patella, tibia e fibula, ossa del tarso, ossa del
metatarso, falangi del piede.
-Anatomia funzionale diversa da quella dell’arto superiore poiché deve scaricare il peso del corpo a terra.

FEMORE
-E’ l’osso più lungo e pesante del corpo.  Si articola distalmente con la tibia.
-Formato da:
 Testa: che si articola con l’anca a livello dell’acetabolo.
 Fovea capitis: è una depressione su cui si inserisce un legamento stabilizzante.
 Collo: è massiccio e resistente, presenta una curvatura longitudinale che facilita la sopportazione del
peso.
 Trocanteri: si sviluppano dove i tendini prendono intersezione sul femore:
1. Grande trocantere.
2. Piccolo trocantere.
3. Linea intertrocanterica: segna il limite distale della capsula articolare.
4. Cresta intertrocanterica: è il prolungamento della linea sulla superficie posteriore.
 Linea pettinea & Tuberosità glutea: punto di intersezione dei muscoli pettineo e grande gluteo.

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 Linea aspra: costituisce punto di inserzione di potenti muscoli che adducono il femore.
La linea aspra si apre e si divide in 2 creste sopracondiloidee.
 Cresta sopracondiloidea mediale e laterale: delimitano un’area triangolare detta superficie poplitea.
 Tubercolo adduttorio: segna la fine della cresta mediale insieme all’epicondilo mediale.
 Epicondilo laterale: segna la fine della cresta laterale.
 Condili mediale e laterale: si trovano sulla superficie posteriore e si continuano sulla faccia anteriore
del femore, costituendo la superficie patellare, sulla quale scivola la patella.

PATELLA
-E’ un voluminoso osso sesamoide che si forma all’interno del tendine del muscolo quadricipite femorale.
-Rinforza i tendini del quadricipite, aumentandone forza di contrazione; protegge la superficie anteriore
dell’articolazione del ginocchio.
-Forma grossolanamente triangolare.
-Formato da:
 Ampia base superiore con superficie rugosa: sito di inserzione del tendine del quadricipite e
del legamento patellare.
 Apice.
 Legamento patellare: si continua dall’apice della patella alla tibia.

TIBIA
-E’ il voluminoso osso mediale della gamba.  I condili mediale e laterale del femore si articolano con i
condili mediale e laterale dell’estremità prossimale alla tibia.
-Formata da:
 Condilo laterale prominente: presenta una faccetta per l’articolazione con la fibula.
 Eminenza intercondiloidea: cresta che separa i condili mediale e laterale della tibia. Sull’eminenza si
trovano due tubercoli, mediale e laterale.
 Tuberosità tibiale: sporgente e rugosa, da inserzione al robusto legamento patellare.
-Margine anteriore:
 Cresta anteriore: può essere palpata attraverso la cute.
 Cresta interossea: vi si impianta una guaina di collagene che si estende fino al margine
mediale della fibula.
 Distalmente la tibia si assotiglia, e il margine mediale termina nel processo detto malleolo
mediale.
-Superficie inferiore:
- La superficie inferiore della tibia forma un’articolazione a cerniera con l’astragalo (osso prossimale
della caviglia).  Qui la tibia trasferisce il peso del corpo al piede attraverso l’articolazione della
caviglia.
- Malleolo mediale: costituisce il supporto mediale per l’articolazione della caviglia, impedendo lo
scivolamento laterale della tibia sull’astragalo.

FIBULA
-Osso sottile parallelo al margine laterale della tibia.
-Formato da:
» Testa: che si articola con il margine laterale della tibia.
» Membrana interossea della gamba: unisce il margine mediale del corpo della fibula alla tibia; aiuta a
stabilizzare la posizione dei 2 segmenti scheletrici e fornisce superficie per inserzione muscolare.
» Malleolo laterale: si trova lateralmente all’articolazione della caviglia; e fornisce stabilità alla caviglia
stessa.

OSSA DEL TARSO

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-Il tarso è costituito da 7 ossa tarsali:


1. Astragalo:
 Trasmette il peso del corpo dalla tibia in avanti verso le dita dei piedi.
 L’articolazione tibiale si instaura tra l’astragalo e la tibia, e coinvolge la superficie
superiore liscia della troclea dell’astragalo che presenta 2 superfici articolari:
Superficie articolare laterale per il malleolo laterale della fibula.
Superficie articolare mediale per il malleolo mediale della tibia.
 Presenta superfici laterali rugose per maggiore stabilità all’articolazione della caviglia.
2. Calcagno:
» Per mantenere una posizione eretta, la maggior parte del peso viene trasmessa dalla
tibia all’astragalo, e successivamente al calcagno fino a terra.
» Parte posteriore è rugosa e vi si inserisce il tendine di Achille (origina dai muscoli del
polpaccio).
3. Cuboide: si articola con la superficie laterale del calcagno.
4. Navicolare: *spiega la posizione.
5. Cuneiformi: forma di cuneo e disposte su una fila; si distinguono il mediale, l’intermedio e il laterale;
si articolano con la faccia anteriore del navicolare e l’osso laterale anche con la superficie laterale
del cuboide; si articolano distalmente con le ossa metatarsali.

OSSA METATARSALI E FALANGI


-Le ossa metatarsali sono 5 ossa lunghe che formano il metatarso del piede.
Prossimalmente le prime 3 ossa metatarsali si articolano con le ossa cuneiformi; le ultime 2 con il
cuboide.
Distalmente ciascun osso metatarsale si articola con una differente falange.
-Aiutano a sostenere il peso del corpo in posizione eretta.
-14 falangi: il primo dito ha 2 falangi; le altre4 hanno 3 falangi ciascuna.

ARCHI PLANTARI
-Gli archi plantari hanno una conformazione tale da svolgere 2 compiti diversi:
1. I piedi devono sostenere il peso del corpo adattandosi a diverse superfici durante la deambulazione.
2. Devono fungere da piattaforma stabile.
-Per svolgere questi 2 compiti la trasmissione del peso avviene lungo 2 archi:
1. Arco longitudinale legamenti e tendini mantengono quest’arco esercitando una trazione del
calcagno verso le ossa metatarsali. (le sollecitazioni a cui sono sottoposte le dita durante la corsa
vengono ammortizzate da quest’arco).
2. Arco trasversale la profondità della curva dell’arco longitudinale cambia dal margine mediale a
quello laterale, e quindi esiste anche un arco trasversale.

ARTICOLAZIONI
-Sono strutture anatomiche che mettono in reciproco contatto 2 o più ossa.
-Per evitare fenomeni degenerativi dovuti all’usura, si tratta di un contatto no diretto, ma mediato da un
tessuto fibroso o cartilagineo e/o da liquido.
-Se ne contano 360 e sono dissimili tra loro  diversificazione che rispetta il tipo di funzione richiesta a
quella determinata giuntura.
-Compito principale: tenere uniti i vari segmenti ossei, in modo tale che lo scheletro possa espletare le
funzioni di sostegno, mobilità e protezione.

CLASSIFICAZIONE DELLE ARTICOLAZIONI

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-Sono classificate in base al tipo di materiale che unisce le terminazioni ossee e in base al tipo di
movimento che l’articolazione fa compiere ai 2 capi ossei:
1. Fibrose: le ossa sono unite da tessuto fibroso; tengono le 2 ossa da immobili a poco mobili.
2. Cartilaginee: le ossa sono legate da cartilagine; articolazioni fisse e poco mobili.
3. Sinoviali: le ossa sono separate da una cavità, oltre che essere legate per mezzo di strutture fibrose
(legamenti e tendini).
-Classificazione su base funzionale:
 Sinartrosi (articolazioni immobili): legano strettamente i capi ossei, come una cerniera lampo
chiusa, tanto da impedirne i movimenti. SI dividono a loro volta in:
1. Sinostosi: grado di movimento nullo, dal momento che uniscono le
articolazioni tramite tessuto osseo (cranio dell’adulto)
2. Sincondrosi: scarso grado di movimento, uniscono le articolazioni tramite
tessuto cartilagineo denso (prime costole dello sterno).
3. Sindesmosi: grado di movimento limitato, sono tenute insieme da tessuto
connettivo fibroso (sfinsi pubica).
 Anfiartrosi (articolazioni ipomobili): legano 2 superfici articolari, ricoperte da cartilagine,
tramite legamenti interossei;
Tra le 2 superfici è interposto un disco fibrocartilagineo che permette movimenti limitati;
Vertebre (le superfici ossee pianeggianti sono unite da un disco interosseo cartilagineo che
funge da ammortizzatore)
 Diartrosi (articolazioni mobili): permettono un ampio range di movimento in una o più
direzioni dello spazio (ginocchio, spalla, dita).

ARTICOLAZIONI FIBROSE
-Consistono di 2 ossa unite da tessuto connettivo fibroso; non hanno cavità inserite nell’articolazione;
possono effettuare piccoli movimenti od essere completamente immobili.
1. Suture: quando le 2 ossa sono unite da una minima quantità di tessuto connettivo fibroso.
(suture del cranio)
2. Sindesmosi: quando 2 ossa sono unite insieme da tralci di tessuto connettivo fibroso.
(sindesmosi radio ulnare, dove sono possibili dei movimenti tra il radio e l’ulna)
3. Gonfosi: sono articolazioni specializzate che consistono di un capo osseo inserito in un
alloggiamento e mantenuto in sede da legamenti di tessuto connettivo fibroso.
(denti)

ARTICOLAZIONI CARTILAGINEE
-Sono articolazioni fisse e poco mobili.
1. Sincondrosi: è un rigido ponte cartilagineo tra due capi articolari. La connessione cartilaginea tra
le estremità del primo paio di coste e lo sterno è proprio una sincondrosi. La cartilagine
interposta è di tipo ialina.
2. Sinfisi: A livello di una sinfisi, le ossa sono separate da un cuscinetto fibrocartilagineo.
L’articolazione tra le ossa pubiche (sinfisi pubica) è un esempio.

ARTICOLAZIONI SINOVIALI
-Contengono liquido sinoviale e permettono un considerevole movimento fra le ossa che si articolano.
-Sono anatomicamente più complesse e sono presenti a livello dello scheletro appendicolare.
-Sono costituite da vari elementi:
 Superfici artcolari di 2 ossa: questi capi articolari sono rivestiti da uno strato di cartilagine
ialina che è soffice, compressibile, estensibile e deformabile.  La sua funzione è
paragonabile a quella di un cuscinetto ammortizzatore, capace di salvaguardare i rapporti
articolari e di permettere il movimento.

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 Strato di tessuto cartlagineo: la cartilagine articolare, pur essendo tessuto vivo, è priva di
vasi sanguigni; da solo risulterebbe insufficiente per diminuire l’attrito tra le 2 estremità
ossee per tale motivo i capi articolari sono bagnati da un liquido sinoviale (detto sinovia).
 Capsula artcolare:
a) È una membrana fibrosa che si inserisce tra i segmenti ossei in connessione.
b) È formata da tessuto connettivo fibroso che riveste completamente i 2 segmenti
ossei più esterni. E’ costituita da 2 strati
1.Strato fibroso esterno, di connettivo denso e continuo.
2.Strato sinoviale interno al fibroso, sottile ed elastico; ricopre le superfici non
cartilaginee e non è altro che la membrana sinoviale.
 Cavità artcolare:
 Membrana sinoviale: tappezza internamente la capsula articolare, delimita lo spazio
articolare immerso nel liquido sinoviale; riveste le porzzioni ossee contenute entro la cavità
articolare, ma si arresta lungo i contorni delle cartilagini presenti sui capi ossei in sostanza
delimita una cavità chiusa nota come cavità articolare.
 Sinovia: il liquido sinoviale ha funzione ammortizzante e nutriente; facilita lo scorrimento tra
le 2 superfici articolari e viene secreto dalla membrana sinoviale. Ha la stessa funzione di un
lubrificante su di un cuscinetto.
 Legament: sono dei cordoni connettivali che uniscono saldamente i capi ossei e gli
impediscono di allontanarsi oltre una certa misura. Sono resistenti e possono situarsi
all’interno o all’esterno della capsula articolare.
 Tendini: collegano i muscoli alle ossa; servono per stabilizzare l’articolazione e per
trasmettere le forze tra gli elementi che mettono in conessione.
 Dischi e menischi: sono strutture fibro-cartilaginee a forma di disco o di mezzaluna
(menisco). Stabilizzano l’articolazione e ammortizzano gli urti.

CLASSIFICAZIONE DELLE ARTICOLAZIONI SINOVIALI


-Le articolazioni sinoviali sono classificate in base al tipo di superficie articolare e al tipo di movimento
permesso.
A. Articolazioni uni-assiali.
1. Il movimento avviene solo su di un unico piano; le articolazioni tra le falngi permettono
questo tipo di movimento. (trocleare) (gomito)
2. Se il movimento è una rotazione intorno ad un asse si parla di rotazione a perno, o tricoide.
Testa del radio che ruota sull’ulna. (trocoide)
TROCLEARE: permette movimenti di flessione ed estensione.
TROCOIDE: i 2 capi ossei sono cilindrici, e uno è cavo e l’altro è pieno, con l’asse del cilindro
parallelo all’asse longitudinale delle ossa. Il movimento è di rotazione (movimento di un osso
o di una parte del corpo attorno al proprio asse). Esempio: articolazione prossimale e distale
tra radio e ulna.
B. Articolazioni bi-assiali. [le superfici articolari in contatto sono curve e il movimento tra le 2 ossa
avviene su 2 piani] --> si dividono in:
 A ellissoide: la superficie articolare è un ellissoide.
 A sella: dove la superficie articolare è data da 2 superfici concave ruptate una rispetto
all’altra di 90°. (articolazione carpo-metacarpale del dito)
C. Articolazioni multi-assiali. [il movimento è possibile lungo i 3 assi dello spazio]
 A sfera (enartrosi): i 2 capi ossei sono sferici (uno concavo, l’altro convesso) e compiono
movimenti angolari su tutti i piani. (Esempio: articolazione coxo-femorale, ovvero quella
dell’anca, o quella della spalla.
 Piana o di scivolamento: è possibile il movimento lungo i 3 assi, ma sono considerate
monoassiali in quanto il movimento è limitato dai legamenti e dall’osso adiacente.
ESEMPI DI ARTICOLAZIONI (guarda video youtube, rendono tutto + facile)

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ARTICOLAZIONE DELLA SPALLA (GLENO – OMERALE)


-E’ l’articolazione che permette la più ampia escursione dei movimenti va molto spesso incontro a
lussazione; dimostrazione che resistenza e stabilità vanno a scapito della mobilità.
-E’ un’enartrosi la testa dell’omero si articola con la cavità glenoidea della scapola:
 Sul margine della cavità glenoidea si inserisce un labbro glenoideo che aumenta la profondità della
cavità.
 Questo labbro è un anello di tessuto connettivo irregolare denso.
 Funge anche da sito di attacco per i legamenti gleno – omerali e per il capo lungo del bicipite
(flessore della spalla e gomito).
-La maggiore stabilità del processo è conferita all’articolazione dai legamenti e dai muscoli scheletrici.
-Legamenti coinvolti molti, in specifico il gleno omerale e il coraco omerale.
-Muscoli scheletrici Stabilizzano l’articolazione + di tutto l’insieme di legamenti e fibre capsulari.
-Tendini i tendini di muscoli appendicolari supportano la spalla e ne limitano l’ampiezza dei movimenti=
questi muscoli sono detti cuffia dei rotatori.

ARTICOLAZIONE DEL GOMITO


-E’ composta dalle articolazioni tra |omero e ulna| e |omero e radio| che permettono la flessione e
l’estensione del gomito.
-Articolazioni del gomito:
1. Omero ulnare: è la più voluminosa e resistente; vede la troclea dell’omero proiettarsi nell’incisura
trocleare dell’ulna.
2. Articolazione omero radiale: dove il condilo omerale si articola con la testa del radio.
-L’articolazione del gomito è stabile perché:
 Le superfici ossee dell’omero e dell’ulna si incastrano l’una nell’altra.
 La capsula articolare è molto spessa.
 La capsula è rinforzata da legamenti robusti:
 Legamento collaterale ulnare, collaterale radiale (stabilizza la superficie laterale
dell’articolazione) e anulare (connette la testa del radio all’ulna).

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