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APPARATO LOCOMOTORE

L'APPARATO MUSCOLO SCHELETRICO è la struttura di sostegno del corpo umano. Esso è composto dai muscoli e dalle
ossa che, interagendo tra loro, permettono il movimento e determinano l'aspetto fisico e la forma del corpo. Oltre all'apparato
muscolo scheletrico svolge un ruolo importante anche il sistema nervoso centrale e periferico poiché ha la funzione di
coordinare l'attività motoria stessa.
Il sistema scheletrico è costituito da circa 206 ossa.

LO SCHELETRO È COMPOSTO:
● da una parte centrale chiamata scheletro assile, che forma l'asse longitudinale del corpo e contiene: il cranio, gli
ossicini dell'udito, l'osso ioide, la colonna vertebrale, la gabbia toracica, le coste e lo sterno;
● dallo scheletro appendicolare che comprende: le ossa degli arti, dei cingoli scapolari e pelvici (permettono l'attacco
degli arti al tronco).

LE FUNZIONI DELL'APPARATO SCHELETRICO SONO DI:


● Sostegno strutturale a tutto il corpo. Si comporta come struttura portante per i tessuti molli, i muscoli e gli organi.
● Protezione verso gli organi o tessuti delicati, come gli organi interni alla gabbia toracica (cuore e polmoni), alle
vertebre (midollo spinale) e al cranio (encefalo). Lo scheletro circonda gli organi vitali e li protegge da eventuali urti o
traumi.
● Deposito di minerali (sali di calcio). L'osso rappresenta un'importante riserva minerale per l'omeostasi (equilibrio
generale dell'organismo) della concentrazione degli ioni calcio e fosforo. Inoltre, nel midollo giallo vi è un'importante
riserva energetica legata alla presenza di cellule adipose.
● Produzione delle cellule del sangue detta emopoiesi. Il midollo rosso, che è contenuto nelle vertebre, sterno,
coste, scapola, pelvi e ossa lunghe, produce le emazie e gli altri elementi corpuscolati (globuli rossi, globuli bianchi,
piastrine).
● Costituzione di un sistema di leve con cui le ossa permettono di cambiare ampiezza e direzione delle forze
generate dai muscoli scheletrici.
● Generazione di movimento, in cui i segmenti ossei determinano l'aspetto fisico e la forma del corpo a seconda della
quantità e tipo di movimento. In questo modo, lo scheletro di adatta in modo:
○ Fisiologico → attività fisica
○ Patologico → patologia (es. osteoporosi)

TIPOLOGIE DI ARTICOLAZIONI
● Da un punto di vista strutturale distinguiamo le articolazioni in:
○ Articolazioni fibrose come le suture del cranio o l'articolazione distale tra tibia e fibula
○ Articolazioni cartilaginee come la sinfisi pubica o l'articolazione tra coste e sterno,
○ Articolazioni sinoviali come il ginocchio o la coxofemorale (solo nelle articolazioni mobili).
● Da un punto di vista morfologico e funzionale distinguiamo le articolazioni in:
● Sinartrosi ossia articolazioni immobili o semi mobili dove la superficie articolare è separata da tessuto
connettivo e/o cartilagineo
● Diartrosi ossia articolazioni mobili dove, fra i capi articolari rivestiti da cartilagine, vi è spazio libero.

ARTICOLAZIONE SINOVIALE
Permette ampio grado di movimento. In genere le si realizza
alle estremità delle ossa lunghe. Presenta:
● una capsula fibrosa articolare
● una cavità articolare contenente liquido
sinoviale, il quale possiede azione lubrificante
(riduce l'attrito), funzione trofica (di distribuzione
dei nutrienti), funzione di ammortizzamento
(attenua i traumi)
● una cartilagine articolare, che riveste le superfici
ossee per evitare il loro contatto, con la funzione
di assorbire gli urti ed evitarne il deterioramento
● una membrana sinoviale o sinovia che riveste la
capsula articolare
● delle strutture accessorie:
○ menischi e dischi articolari: cuscinetti
fibrocartilaginei che hanno il compito di
ridurre il movimento dell'articolazione,
fungendo da attrito
○ cuscinetti adiposi: proteggono le
cartilagini dagli urti riempiendo gli spazi
che si creano nei movimenti
○ legamenti: strutture fibrose che
collegano le ossa ad altre ossa
○ tendini: strutture fibrose che collegano
le estremità dei muscoli alle ossa
○ borse: piccole tasche di tessuto
connettivo contenenti liquido sinoviale
rivestite da membrana sinoviale con
funzione di assorbire gli urti in modo da
ridurre l'attrito
● dei nervi sensitivi e vasi sanguigni che irrorano
sia l'interno che l'esterno dell'articolazione

MOVIMENTI DELLE ARTICOLAZIONI


● Abduzione: è il movimento di allontanamento
dall'asse centrale del corpo, come quello delle dita
quando si "allargano"
● Adduzione: è il movimento opposto alla
abduzione, quindi di avvicinamento all'asse
centrale

● Flessione: è il movimento di riduzione dell'angolo


degli elementi ossei che si articolano tra loro, i
quali in questo modo avvicinano le loro superfici
● Estensione: è il movimento opposto alla
flessione, in quanto incrementa l'angolo tra gli
elementi ossei
● Iperestensione: si riferisce a qualsiasi movimento
che determini l'estensione di un arto oltre i suoi
limiti normali provocando un danno articolare; è
prevenuta da legamenti processi ossei o tessuti
molli circostanti

● Circonduzione: movimento angolare come quello


che compie il braccio nel disegnare un cerchio
alla lavagna con un solo movimento continuo

● Rotazione: verso destra o sinistra, come il


movimento della testa quando si dice "no".

● Pronazione: ad esempio il movimento


dell'articolazione tra il radio e l'ulna che permette
la rotazione della porzione distale del radio intorno
all'ulna a partire dalla posizione anatomica come
quando indico quasi con la mano girando il palmo
● Supinazione: movimento opposto alla pronazione

PROBLEMI CLINICI DELL'ARTICOLAZIONE → maggiore è l'ampiezza del movimento che l'articolazione può compiere più
debole e instabile essa risulta e più suscettibile a dislocazioni
● Lussazione o dislocazione: le superfici articolari si allontanano dalla loro posizione naturale. È una condizione
molto dolorosa, deforma temporaneamente l'articolazione e la blocca, provocando un danno delle cartilagini,
legamenti, capsula articolare.
● Sublussazione: danno a seguito di una parziale dislocazione delle superfici articolari

PROCESSO DI OSSIFICAZIONE
1. Formazione dello scheletro. L'embrione possiede uno scheletro cartilagineo che viene progressivamente
sostituito durante la crescita da tessuto osseo (a eccezione delle ossa piatte che si formano direttamente nel
tessuto connettivo). La cartilagine viene rivestita da una matrice ossea (manicotto osseo) ad opera degli
osteoblasti e successivamente la componente cartilaginea viene demolita creando il canale osseo.
Alla nascita la maggior parte della cartilagine è stata sostituita tranne nelle cartilagini articolari e nelle piastre
epifisarie
2. Accrescimento dello scheletro.
○ Lo sviluppo in lunghezza delle ossa comporta formazione di nuova cartilagine a livello articolare ed
epifisario, contemporaneamente la vecchia cartilagine distrutta è sostituita da osso.
○ Lo sviluppo in larghezza avviene per apposizione, gli osteoblasti aggiungono osso sulla superficie
esterna e, contemporaneamente, gli osteoclasti distruggono la parte interna allargando il canale osseo.
○ Il processo è regolato da ormoni come il GH e, nella pubertà, dagli ormoni sessuali, e termina con
l'adolescenza quando le piastre epifisarie sono sostituite da osso.
3. Rimodellamento dello scheletro. È quel processo dinamico che, in risposta ai livelli di Ca e della forza
muscolare e da quella di gravità esercitata sullo scheletro, permette di mantenere livelli di Ca ottimali e di
mantenere proporzioni e resistenza. Il processo è regolato dal PTH.
○ Rimodellamento fisiologico (basato sulle abitudini di vita)
○ Rimodellamento patologico (causato da patologia come osteoporosi)

CRANIO. È composto dalle ossa che delimitano la cavità cranica (che contiene l'encefalo e un liquido che ammortizza e
sostiene l'encefalo stesso), e dalle ossa della faccia (che proteggono e danno supporto agli occhi e forniscono gli ingressi per le
vie respiratoria e digerente). Esso è formato dalle ossa: occipitale, parietale dx e sx, frontale, temporale dx e sx, sfenoide ed
etmoide.
● Sutura: tessuto connettivo denso fibroso che tiene insieme saldamente le ossa.
● Fontanelle: aree di ossificazione incompleta costituite da connessioni fibrose/membranose che si presentano come
zone morbide sul cranio dei neonati per permettere al cranio del neonato e del bambino di continuare a crescere
● Fosse craniche: sono depressioni della base del cranio che seguono strettamente la forma dell'encefalo.

OSSA DELLA TESTA

● OSSO OCCIPITALE: forma in parte la base della scatola cranica. Esso delimita Il forame magno (mette in
comunicazione la cavità cranica con il canale vertebrale/spinale nella colonna vertebrale) e forma parte della
parete del foro giugulare.

● OSSO PARIETALE DX E SX: formano parte delle superfici superiori e laterali della scatola cranica.
● OSSO FRONTALE: forma la fronte e il tetto di ciascuna cavità orbitaria.

● OSSO TEMPORALE DX E SX: forma parte della parete del foro giugulare e contiene il canale carotico. Le due
ossa contribuiscono a formare le pareti laterali e inferiore della testa, nonché le arcate zigomatiche.
La porzione petrosa spessa accoglie la cavità timpanica contenente gli ossicini dell'udito. Questi ultimi
trasferiscono le vibrazioni sonori dalla membrana timpanica a una camera piena di liquido dell'orecchio interno

● OSSO SFENOIDE: forma irregolare a pipistrello, contribuisce al pavimento della scatola cranica, fa da ponte tra le
ossa della testa e della faccia e prende contatto con ogni altro osso della testa . I nervi ottici passano attraverso
il canale ottico dell'osso sfenoide per raggiungere l'encefalo (chiasma ottico perché sono posizionati a forma di
x). Costituisce la sede della ghiandola pituitaria/ ipofisi, che è posta nella depressione detta sella turcica.
● OSSO ETMOIDE: è un osso irregolare che forma parte della parete delle cavità orbitarie e del tetto della cavità
nasale.
La lamina cribrosa dell'osso etmoide presenta fori per il passaggio dei nervi olfattivi.
Il labirinto etmoidale è costituito da cellule aeree intercomunicanti che si aprono nelle cavità nasali dove
drenano le secrezioni mucose dette seni etmoidali o cellule/cellette etmoidali.
I seni paranasali, che sono delle camere contenenti aria situati nelle ossa frontale, sfenoide, etmoide e
mascellare, si aprono nelle cavità nasali portando le secrezioni, che vengono filtrate dalle epitelio ciliato e poi
spinte verso la faringe dove vengono deglutite.
Nella cavità nasale sono proiettati i cornetti nasali superiori, sottili lamine ossee che interrompono il flusso d'aria
creando vortici e mulinelli, meccanismo con cui si rallenta il movimento dell'aria favorendo il riscaldamento,
l'umidificazione e la rimozione della polvere prima che l'aria raggiunga le parti più delicate del tratto respiratorio.
La lamina perpendicolare forma parte setto nasale insieme al vomere, e alla cartilagine ialina (il setto nasale si
suddivide in parte interna che è costituita dalle ossa della cavità nasale, e la parte esterna che è la parte morbida,
flessibile e cartilagine al centro del naso).
È formato da una prominenza detta crista galli, che costituisce l'inserzione della meninge dura madre encefalica
denominata falce cerebrale

OSSA DELLA FACCIA


● OSSA MASCELLARI (DX E SX): formano la mascella superiore e gran parte del tetto della cavità orale. Sono le
ossa più grandi della faccia e presentano cavità (seni mascellari) rivestite da una membrana mucosa.
● OSSA PALATINE (DX E SX): formano la parte più posteriore del tetto della cavità orale (palato duro).
● OSSA NASALI: sono piccole ossa pari (cioè 2) che formano la parte ossea del naso (narici esterne). La cartilagine
che si inserisce sui margini inferiori delle ossa nasali forma la parte flessibile del naso che si estende fino all'apertura
esterna del naso. Le superfici laterali delle ossa nasali si articolano con i processi frontali delle ossa mascellari di
ciascun lato.
● CORNETTI NASALI INFERIORI. I cornetti nasali inferiori sono piccole ossa contenute nella cavità nasale, posti su
ciascun lato del setto nasale si articolano con le pareti laterali delle cavità nasali. La loro forma imprime un moto
vorticoso all'aria che respiriamo attraverso le narici riscaldandola, umificandola e depurandola.
● OSSA ZIGOMATICHE. Le ossa zigomatiche formano la parte laterale di ciascuna orbita e la parte anteriore degli
zigomi. Si articola con l'osso temporale formando l'arcata zigomatica.
● OSSA LACRIMALI. Le ossa lacrimali sono le ossa più piccole del cranio, pari, che formano la parte mediale di
ciascuna cavità orbitaria/orbita. I dotti lacrimali attraversano queste ossa convogliando le lacrime nella
corrispondente cavità nasale.
● VOMERE. Il vomero è un osso impari della faccia che forma la parte inferiore del setto nasale. Si articola con le due
ossa mascellari e palatine.
● MANDIBOLA. La mandibola forma la mascella inferiore. Si articola con l'osso temporale

COMPLESSO ORBITARIO, COMPLESSO NASALE E OSSO IOIDE


● COMPLESSO ORBITARIO: la cavità ossea che contiene l'occhio è formata dalle ossa: frontale, mascellare,
lacrimale, etmoide, sfenoide, palatino e zigomatico.
● COMPLESSO NASALE: comprende le ossa e la cartilagine che racchiudono le cavità nasali e i seni paranasali (vie
aeree cave interconnesse con la cavità nasali). Si trovano all'interno delle ossa frontale, sfenoide, etmoide e
mascellare.
● OSSO IOIDE: sospeso dai legamenti stiloioidei, fornisce punti di inserzione a molti muscoli che determinano i
movimenti della lingua e della laringe.

COLONNA VERTEBRALE/RACHIDE
La colonna vertebrale è formata da 7 vertebre cervicali, 12
toraciche, 5 lombari, 5 sacrali e 3-5 coccigee. Le vertebre
sacrali sono fuse nell'osso sacro e le vertebre coccigee nel
coccige.
È costituita da vertebre, che insieme sorreggono il peso di
testa, collo e tronco, e trasmettono il peso allo scheletro
appendicolare degli arti inferiori. Inoltre, le vertebre
proteggono il midollo spinale, fornendo una via di passaggio
per i nervi spinali che originano o terminano a livello del
midollo spinale, e aiutano a mantenere una corretta
posizione del corpo sia da seduti che nella stazione eretta.
Le vertebre a seconda delle regioni in cui appartengono
svolgono una funzione differente per cui hanno una forma
differente

ARTICOLAZIONI INTERVERTEBRALI
Le articolazioni si instaurano tra i processi superiori e
inferiori di vertebre adiacenti.
Le vertebre sono separate dai dischi intervertebrali
contenenti un corpo centrale elastico e gelatinoso, il nucleo
polposo, e uno strato esterno di fibrocartilagine, l’anello
fibroso. Numerosi legamenti uniscono i corpi e i processi di
tutte le vertebre.
Le articolazioni della colonna vertebrale permettono i
movimenti di flessione ed estensione (anteroposteriore),
inclinazione laterale e rotazione.

MUSCOLI DELLA TESTA E DEL COLLO


● I muscoli mimici sono tutti innervati dal nervo
facciale (VII nervo cranico). Hanno origine sulla
superficie del cranio e comprendono cinque
gruppi: bocca, occhi, epicranio (fronte tempie,
occipite), naso, collo.
● I muscoli estrinseci dell'occhio controllano la
posizione e i movimenti oculari.
● I muscoli masticatori hanno inserzione sulla
mandibola e sono innervati dal nervo trigemino (V
nervo cranico).
● I muscoli della lingua sono tutti innervati dal nervo
ipoglosso (XII nervo cranico), tranne il muscolo
palatoglosso che è innervato dal nervo vago (X
nervo cranico). Sono necessari per parlare per
deglutire contribuiscono alla masticazione.
● I muscoli della faringe sono innervati dal
glossofaringeo (IX nervo cranico) e dal nervo
vago (X nervo cranico). Sono importanti per dare
inizio alla deglutizione. Comprendono i muscoli
costrittori della faringe, i muscoli elevatori di
faringe e laringe, i muscoli palatali che originano
dal palato molle.
● I muscoli anteriori del collo controllano la
posizione della laringe, abbassano la mandibola,
mantengono in tensione il pavimento della bocca
e danno supporto ai muscoli della lingua e della
faringe.

MUSCOLI DEL RACHIDE


Sono costituiti dai muscoli intrinseci ed estrinseci del dorso.
I muscoli intrinseci sono innervati dai rami dorsali invece i
muscoli estrinseci dai rami ventrali.
● Lo strato superficiale dei muscoli intrinseci del
dorso contiene i muscoli splenii della testa e del
collo.
● Lo strato intermedio dei muscoli intrinseci del
dorso è composto dai fasci del muscolo erettore
della colonna vertebrale il quale ha la funzione di
mantenere la colonna in posizione eretta
● Lo strato profondo dei muscoli intrinseci del dorso
è formato dai muscoli che interconnettono e
stabilizzano le vertebre
● I muscoli flessori spinali sono i muscoli lunghi
della testa e del collo che flettono e ruotano il
collo, e i muscoli quadrati dei lombi localizzati
nella regione lombare che hanno il compito di
flettere la colonna e abbassare le coste.
● I muscoli estrinseci del dorso sono innervati dai
rami ventrali dei nervi spinali (e non dai rami
dorsali che innervano solo i muscoli intrinseci) e la
loro funzione principale è quella di coadiuvare il
movimento delle coste nel corso della
respirazione.
CURVATURE DELLA COLONNA
La colonna vertebrale presenta quattro curvature: le cifosi toracica e sacrale sono curvature primarie, o di
accomodazione/adattamento, le lordosi cervicale e lombare sono dette curvature secondarie, o di compensazione.
Le curvature allineano il peso con l'asse del corpo, il quale si trova davanti alla colonna vertebrale, per poter essere trasmesso
attraverso la colonna vertebrale alle anche quindi agli arti inferiori nella stazione eretta.

PROBLEMI CLINICI DELLE CURVATURE DELLA COLONNA → Le curvature della colonna possono modificare la loro forma e
angolatura normale nella maggior parte dei casi per l'assunzione di posizioni sbagliate.
● IPERCIFOSI: la normale curvatura toracica si accentua posteriormente producendo la gobba. Ciò avviene più
frequentemente negli anziani. Tale condizione può essere causata da osteoporosi con fratture da compressione a
carico delle porzioni anteriori dei corpi vertebrali oppure da posture scorrette. I casi più gravi provocano dolore e
deformità.
● IPERLORDOSI: la normale curvatura lombare si accentua anteriormente e ciò provoca una protrusione anomala
dell'addome e delle natiche. Può essere il risultato di obesità addominale o debolezza dei muscoli della parete
dell'addome. Si può osservare nelle donne negli ultimi mesi di gravidanza, le quali solitamente presentano un dolore
cronico nella regione dorsale a causa dei cambiamenti della curvatura lombare che si modifica in ragione
dell'aumento del peso fetale
● SCOLIOSI: consiste in una curvatura laterale a normale della colonna vertebrale. Tale deviazione può essere dovuta
alla crescita anomala di uno o più corpi vertebrali, oppure anche da paralisi muscolari che colpiscono un solo lato del
corpo (poliomielite). Spesso una forma di scoliosi idiopatica si manifesta nelle ragazze durante l'adolescenza quando
la crescita è particolarmente accelerata

ALTERAZIONI DEI DISCHI INTERVERTEBRALI


A causa dell'età e di movimenti ripetuti accade che il nucleo polposo contenuto nel disco intervertebrale delle vertebre viene
schiacciato e crea una pressione alle pareti del disco che va a deformare l'anello fibroso (protrusione discale) e nei casi
peggiori riesce a rompere l'anello fibroso e tende a fuoriuscire nel canale vertebrale o nel foro intervertebrale andando a
comprimere i nervi spinali e procurando dolore (ernia del disco). Questo fenomeno si assiste soprattutto nella regione
cervicale e lombare della colonna vertebrale. La nevralgia sciatica o sciatalgia è un dolore che irradia interiormente dalla zona
lombare del dorso verso la parte posteriore della coscia della gamba ed è dovuta appunto alla compressione di una protrusione
discale sulle radici del nervo sciatico
ANATOMIA DELLE VERTEBRE
● Una vertebra tipica presenta un corpo spesso, di
sostegno, e un arco vertebrale formato da due
pareti (peduncoli) e un tetto (formato da due
lamine), che delimitano uno spazio per il midollo
spinale. Ogni vertebra si articola con le altre
vertebre attraverso i processi articolari
superiore e inferiore.
● Vertebre contigue sono separate da dischi
intervertebrali, cuscinetti di fibrocartilagine
composti da un nucleo polposo circondato da un
anello fibroso. Gli spazi tra peduncoli adiacenti
costituiscono i fori intervertebrali attraverso cui
passano i nervi provenienti e diretti al midollo
spinale.

REGIONI VERTEBRALI
● VERTEBRE CERVICALI: si distinguono per la forma del corpo vertebrale, le piccole dimensioni del foro vertebrale, la
presenza dei processi costali con fori trasversi e processi spinosi bifidi.
○ ATLANTE (C1): sostiene la testa, articolandosi con i condili dell'osso occipitale con cui permette la
flessione in avanti e l'estensione indietro (come quando si dice sì) ma impedisce la torsione. È
caratterizzato dalla mancanza di un corpo e un foro vertebrale più ampio rispetto a tutte le altre vertebre.
Tali caratteristiche determinano uno spazio più ampio per il midollo spinale e ciò previene danni a suo
carico durante i movimenti del collo. L'atlante si articola con la seconda vertebra cervicale.
○ EPISTROFEO (C2): il suo corpo è fuso con il corpo dell'Atlante, originando il dente dell'epistrofeo e per
tale motivo non vi è disco intervertebrale interposto. Il legamento trasverso fissa il dente sulla superficie
interna dell'atlante formando un perno per la rotazione dell'atlante e del cranio rispetto al resto della
colonna vertebrale, permettendo la rotazione della testa da un lato all'altro (come quando si indica no).
○ VERTEBRA PROMINENTE (C7): ha un lungo e sottile processo spinoso che termina in un ampio
tubercolo che può essere osservato sotto la cute alla base del collo. Il legamento nucale comincia a livello
di questa vertebra e si estende cranialmente per inserirsi lungo la cresta occipitale esterna e lungo i
processi spinosi delle altre vertebre cervicali. Quando la testa è eretta questo legamento agisce come la
corda di un arco mantenendo la lordosi cervicale senza sforzo muscolare. Se il collo è inclinato in avanti l'
elasticità di questo legamento aiuta a riportare la testa in posizione eretta. Se il corpo cambia
improvvisamente posizione come in una caduta o durante una rapida accelerazione o decelerazione i
muscoli sottili del collo che mantengono l'equilibrio della testa non sono così forti da stabilizzare la testa e
ne può derivare una pericolosa dislocazione parziale o completa delle vertebre cervicali con lesione ai
muscoli e ai legamenti e potenziale lesione del midollo spinale. Il termine colpo di frusta è usato per
descrivere tale lesione poiché il movimento della testa somiglia allo schioccare di una frusta.
● VERTEBRE TORACICHE: hanno un corpo caratteristico a forma di cuore, processi spinosi lunghi e sottili e superfici
articolari per le coste.
● VERTEBRE LOMBARI: sono le più voluminose e meno mobili, sono sottoposte al carico maggiore.
● OSSO SACRO E COCCIGE. L'osso sacro protegge gli organi degli apparati riproduttivi, digerente e urinario.
Presenta una superficie auricolare che si articola con il cingolo pelvico. L'apice si articola invece con gli elementi fusi
del coccige.

GABBIA TORACICA
Lo scheletro della gabbia toracica è costituito dalle vertebre
toraciche, dalle coste e dallo sterno.
● COSTE: le coste 1-7 sono le coste vere, le coste
8-10 sono dette coste false, le ultime due paia
sono coste fluttuanti. L'estremità vertebrale di
una costa tipica si articola con la colonna
vertebrale a livello della testa e del tubercolo. La
curvatura o angolo costale indica il sito in cui il
corpo cambia direzione e curva verso lo sterno.
Nel solco costale inferiore decorrono vasi
sanguigni e nervi.
● STERNO: costituito da manubrio, corpo e il
processo xifoideo.

MUSCOLI DEL TORACE


● I muscoli obliqui del collo e del torace
comprendono i muscoli scaleni, intercostali e
trasverso del torace. I muscoli intercostali
esterni ed interni sono importanti nei movimenti
respiratori delle coste.
● Il diaframma che separa la cavità toracica dalla
cavità addominale svolge un ruolo fondamentale
nella respirazione.

MUSCOLI DELL'ADDOME
● I muscoli obliqui e retti sono compresi tra la
colonna vertebrale e la linea mediana ventrale. I
muscoli obliqui dell'addome (esterno e interno)
esercitano compressione sulle formazioni
sottostanti e ruotano la colonna vertebrale. Il
gruppo dei muscoli obliqui comprende i muscoli
scaleni (regione cervicale), intercostali e trasverso
del torace (regione toracica). I muscoli scaleni si
trovano nel collo e vengono suddivisi in anteriori ,
medio e posteriore, e agiscono elevando le prime
due coste e cooperano nella flessione laterale del
collo. Nel torace i muscoli obliqui si trovano tra le
coste e sono definiti i muscoli intercostali. I
muscoli intercostali esterni ricoprono gli
intercostali interni, entrambi sono importanti nei
movimenti respiratori delle coste.
Il muscolo retto dell'addome è un flessore della
colonna vertebrale, origina dal processo xifoideo
dello sterno e si inserisce sullo stesso sull'osso
pubico.

MUSCOLI DEL BACINO


● I muscoli del perineo e del diaframma pelvico si
estendono da sacro e coccide a ischio e pube.
Hanno il compito di: sostenere gli organi della
cavità pelvica, flettere le articolazioni del sacro e
del coccige, controllare il transito di urina e feci
attraverso uretra e ano rispettivamente.
● Il perineo ovvero il pavimento pelvico e le strutture
associate può essere suddiviso in un triangolo
urogenitale (anteriore) e un triangolo anale
(posteriore) Il pavimento pelvico consiste del
diaframma pelvico e dei muscoli che lo
circondano.
CINGOLO SCAPOLARE
Il cingolo scapolare è costituito da clavicola e scapola, i
quali stabilizzano l'articolazione della spalla, partecipano ai
movimenti dell'arto superiore e forniscono una superficie per
l'origine e l'inserzione dei muscoli.
● CLAVICOLA. La clavicola costituisce l'unica
connessione diretta del cingolo scapolare con lo
scheletro assile. La posizione delle clavicole
consente la massima ampiezza del movimento di
ciascun arto superiore. La clavicola si articola con
il manubrio dello sterno e l'acromion della scapola
● SCAPOLA. La scapola è un osso di forma
triangolare e localizzato sulla superficie posteriore
del torace. Si articola con la testa dell'omero a
livello della cavità glenoidea, nell'articolazione
gleno-omerale (articolazione della spalla). I due
processi scapolari, il processo coracoideo e
l'acromion danno inserzione ai tendini e ai
legamenti associati all'articolazione della spalla.
L'acromion si articola con la clavicola
nell'articolazione acromioclavicolare.
L'acromion è in continuità con la spina della
scapola che attraversa la superficie posteriore del
corpo della scapola.

PARTE LIBERA DELL'ARTO SUPERIORE


Le ossa della parte libera di ciascun arto superiore sono:
Omero, ulna, radio, ossa carpale del polso, ossa
metacarpali e falangi della mano. La funzione principale
dell'arto superiore è quella di spostare con precisione la
mano per consentire lo svolgimento di vari compiti.
● OMERO: si articola con la cavità glenoidea della
scapola nell'articolazione della spalla.
Distalmente, l'omero si articola con l'ulna (a livello
della troclea) e con il radio (a livello del condilo).
● ULNA E RADIO: sono le ossa dell'avambraccio,
parallele tra loro. La fossa olecranica dell'omero
accoglie l'olecrano dell'ulna durante l'estensione
del gomito. La fossa coronoidea accoglie il
processo coronoideo dell'ulna durante la
flessione del gomito.
● OSSA CARPALI, METACARPALI E FALANGI.
Le ossa carpali sono le ossa del polso della
mano, mentre le ossa metacarpali sono le ossa
che si articolano con le falangi (le ossa delle dita).

COMPLESSO ARTICOLARE DELLA SPALLA


Il complesso articolare della spalla è costituito da clavicola,
scapola e omero, insieme alle articolazioni che coinvolgono
queste ossa e alle strutture di sostegno. Queste tre ossa
congiungono l’arto superiore al torace.
● Articolazione sternoclavicolare
L’articolazione sternoclavicolare è un’articolazione
posta tra il manubrio dello sterno e l’estremità
sternale della clavicola. Un disco articolare separa
le superfici opposte. La capsula è rinforzata dai
legamenti sternoclavicolari anteriore e posteriore,
oltre che dai legamenti interclavicolare e
costoclavicolare.
● Articolazione della spalla
L’articolazione della spalla o gleno-omerale,
formata dalla fossa glenoidea e dalla testa
dell’omero, è un’articolazione poco profonda che
consente la più ampia gamma di movimenti
rispetto a ogni altra articolazione. È una enartrosi;
resistenza e stabilità sono “sacrificate” per
ottenere mobilità.
I legamenti e i circostanti muscoli e tendini offrono
resistenza e stabilità. La spalla presenta un gran
numero di borse sinoviali, che riducono l’attrito nei
punti in cui larghi tendini e muscoli prendono
contatto con la capsula articolare.

ARTICOLAZIONI DEL GOMITO E RADIOULNARI


● Articolazione del gomito
L'articolazione del gomito permette i movimenti
della flessione ed estensione con le due
articolazioni: (1) una tra omero e ulna
(articolazione omeroulnare) e (2) l’altra tra omero
e radio (articolazione omeroradiale).
I legamenti collaterali radiale e ulnare e i
legamenti anulari contribuiscono a stabilizzare
l’articolazione del gomito.
● Articolazioni radioulnari
Le articolazioni radioulnari prossimale e distale
permettono la supinazione e la pronazione
dell’avambraccio. La testa del radio è mantenuta
in sede dal legamento anulare, mentre le superfici
articolari radioulnari distali sono mantenute in
sede da una serie di legamenti radioulnari e dalla
membrana interossea dell’avambraccio.

MUSCOLI DELLA SPALLA


● Il muscolo trapezio ricopre il dorso e parte del
collo fino alla base del cranio. Agisce sulla
posizione della spalla, della testa e del collo.
● Al di sotto del trapezio i muscoli romboidi
adducono la scapola e l'elevatore della scapola
la innalza. Prendono tutti inserzione a livello della
scapola
● Il muscolo dentato anteriore che abduce la
scapola e porta in avanti la spalla origina dalle
facce ventrali superiori delle prime 10 coste
● Il muscolo succlavio e il muscolo piccolo
pettorale originano dalle facce ventrali delle
coste. Entrambi abbassano e portano in avanti la
spalla

MUSCOLI DEL BRACCIO


● I muscoli deltoide e sovraspinato determinano
l'abduzione della spalla. I muscoli sottoscapolare
e grande rotondo ruotano medialmente il braccio
mentre infraspinato e piccolo rotondo lo
ruotano lateralmente. I muscoli sopraspinato,
infraspinato, sottoscapolare e piccolo rotondo
vengono indicati con il termine cuffia dei rotatori.
Il muscolo coracobrachiale provoca la flessione
e adduzione della spalla.
● Il muscolo grande pettorale flette la spalla,
mentre il grande dorsale la estende. Entrambi
adducono e ruotano mediamente il braccio.

MUSCOLI DELL'AVAMBRACCIO E DELLA MANO


● Le azioni primarie dei muscoli bicipite brachiale
e tricipite brachiale si realizzano a livello
dell'articolazione del gomito. Il bicipite brachiale
flette il gomito e determina la supinazione
dell'avambraccio mentre il tricipite brachiale
estende il gomito. Inoltre entrambi hanno un
effetto secondario sul cingolo scapolare.
● I muscoli brachiale e brachioradiale flettono il
gomito. Azione opposta esercitano i muscoli
anconeo e tricipite brachiale.
● I muscoli del radio e ulna hanno il compito di
flettere, addurre, abdurre, ed estendere il polso.

MUSCOLI DELLA MANO E DELLE DITA


● I muscoli estrinseci della mano sono responsabili
della forza e del controllo grossolano delle dita e
determinano la flessione e l'estensione delle
articolazioni delle dita
● I muscoli intrinseci della mano sono invece
responsabili del controllo fine delle dita della
mano
CINGOLO PELVICO
Il cingolo pelvico è costituito dalle due ossa dell'anca (ossa
coxali).
● OSSA DELL'ANCA. Ciascun osso dell'anca è
formato dalla fusione di ileo, ischio e pube. Le
ossa dell'anca proteggono gli organi della cavità
pelvica e forniscono siti di inserzione per i grandi
muscoli della natica e della coscia. L'ileo è il più
esteso tra le ossa dell'anca. All'interno
dell'acetabolo (la fossa situata sulla superficie
laterale dell'osso dell'anca che accoglie la testa
del femore) l'ileo è saldato con l'ischio
(posteriormente) e con il pube (anteriormente). La
sinfisi pubica limita i movimenti tra le ossa coxali
di destra e di sinistra.

ARTICOLAZIONE DELL'ANCA
L’articolazione dell’anca è una enartrosi che si realizza tra
l’acetabolo dell’osso coxale e la testa del femore. Questa
articolazione permette flessione/estensione,
abduzione/adduzione, circumduzione e rotazione.
Un altro legamento, il legamento della testa del femore,
contribuisce a stabilizzare l’articolazione dell’anca.

MUSCOLI DELLA COSCIA


● I muscoli glutei rivestono la faccia laterale dell'ileo.
Il più grande è il grande gluteo che provoca
estensione ed extrarotazione a livello dell'anca.
Insieme al tensore della fascia lata sostengono
lateralmente il ginocchio.
● Il gruppo degli adduttori adduce la coscia.
Ciascuno di essi permette altri movimenti come
rotazione mediale o laterale e flessione o
estensione della coscia.
● I muscoli grande psoas e iliaco si uniscono a
formare il muscolo ileopsoas potente muscolo
flessore della coscia.
PELVI/BACINO
La pelvi è costituita dalle due ossa coxali, dal sacro e dal
coccige. Può essere divisa in grande (falsa) pelvi e piccola
(vera) pelvi, la quale racchiude la cavità pelvica.
PARTE LIBERA DELL'ARTO INFERIORE
L'arto inferiore trasmette forza dal suolo allo scheletro assile
e assicura la posizione dell'arto inferiore nel corso degli
spostamenti.
● FEMORE: è l'osso più lungo di tutto il corpo. La
sua testa si articola con la pelvi a livello
dell'acetabolo mentre all'estremità distale i suoi
condili mediale e laterale si articolano con la tibia
nell'articolazione del ginocchio. I trocanteri
grande e piccolo sono rilievi situati
prossimamente alla testa dove robusti tendini si
attaccano al femore.
● PATELLA/ROTULA: è un voluminoso osseo che
si forma all'interno del tendine del muscolo
quadricipite femorale. Il legamento patellare si
estende dalla patella alla tuberosità tibiale.
● TIBIA/PERONE: è il grande osso mediale della
gamba. Presenta la tuberosità tibiale, sporgente e
rugosa, e il malleolo mediale, il quale è un
voluminoso processo che fornisce supporto
all'articolazione della caviglia
● FIBULA: è un osso della gamba più sottile della
tibia e in posizione laterale rispetto a essa. La
testa si articola con la tibia al di sotto del
ginocchio leggermente dietro al condilo tibiale
laterale. Un processo fibulare, il malleolo laterale,
stabilizza l'articolazione della caviglia prevenendo
nel movimento mediale della tibia sul talo
● OSSA TARSALI, OSSA METATARSALI,
FALANGI: sono le ossa del piede. Nella stazione
eretta la maggior parte del peso scarica sul
calcagno, la parte rimanente sulle ossa
metatarsali.

ARTICOLAZIONE DEL GINOCCHIO


Il ginocchio è simile al gomito come articolazione, ma più
complesso. Da un punto di vista strutturale, il ginocchio è
costituito da due distinte articolazioni: (1) tra la tibia e il
femore e (2) tra la patella e la superficie patellare del
femore. L’articolazione permette flessione/estensione e una
limitata rotazione.
La capsula articolare del ginocchio non è una capsula unica
con una cavità sinoviale comune. Essa contiene (1)
cuscinetti fibrocartilaginei, chiamati menischi laterale e
mediale, e (2) cuscinetti adiposi.
Sette legamenti principali stabilizzano il ginocchio: patellare,
collaterale tibiale, collaterale fibulare, poplitei (due), crociato
anteriore e crociato posteriore.
L’articolazione del ginocchio tipicamente si “blocca” nella
posizione di estesione, stabilizzando il ginocchio.
Nell’estensione completa, una leggera rotazione laterale
della tibia tende il legamento crociato anteriore e comprime
il menisco interposto tra la tibia e il femore, “bloccando” così
il ginocchio (blocco del ginocchio).

MUSCOLI DELLA GAMBA


● I flessori e gli adduttori originano a livello del
cingolo pelvico, mentre la maggior parte degli
estensori origina sulla superficie del femore.
● I muscoli estensori del ginocchio si trovano lungo
le facce anteriori e laterale della coscia. Nel loro
insieme i muscoli estensori del ginocchio (vasto
mediale, vasto laterale, vasto intermedio e
retto del femore) vengono denominati il muscolo
quadricipite femorale.
● I muscoli flessori si trovano sulle facce mediale e
posteriore. Sono flessori del ginocchio i muscoli
bicipite femorale e sartorio. Il muscolo
popliteo intraruota la tibia o extraruota il femore
per bloccare l'articolazione del ginocchio.

MUSCOLI DEL PIEDE E DELLE DITA


● I muscoli estrinseci sono responsabili del
movimento del piede e delle dita
● I muscoli intrinseci che hanno origine sulle ossa
del tarso e del metatarso sono responsabili del
preciso controllo delle falangi.

→ Sistema muscolare
I MUSCOLI SCHELETRICI rappresentano la maggior parte dei muscoli dell'organismo, circa il 40% del peso corporeo. Essi
sono responsabili della postura e del movimento, consentiti dalla tensione muscolare.
I muscoli scheletrici sono attaccati alle ossa per mezzo di tendini che sono fasci flessibili, ma non elastici, di tessuto collageno.
I muscoli, grazie alla loro capacità di contrarsi e di rilasciarsi, sono gli elementi attivi del movimento. Infatti quando le ossa
attaccate ad un muscolo sono connesse da una articolazione flessibile, la contrazione del muscolo provoca un movimento dello
scheletro. Se i centri di queste ossa si avvicinano durante la contrazione, il muscolo viene detto flessore, se invece le ossa si
allontanano viene detto estensore. Le articolazioni sono dunque dei dispositivi anatomici che assicurano l'unione di tutti gli
organi costituenti lo scheletro permettendone il movimento necessario alla vita di relazione.
● TONO MUSCOLARE: stato di tensione in un muscolo scheletrico a riposo in cui mantiene un basso livello di
contrazione che non dipende dal controllo volontario del sistema nervoso centrale.
● TOSSINA BOTULINICA: tossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum che viene utilizzato nella medicina
estetica iniettandola direttamente nei muscoli mimici della faccia allo scopo di paralizzarli temporaneamente per
eliminare pieghe e rughe indesiderate distendendo le rughe. L'effetto indesiderato di questo trattamento è una perdita
di espressività.
● RIGOR MORTIS: contrazione protratta dei muscoli scheletrici dopo il decesso (il picco dopo 12 ore) dovuto all'arresto
della circolazione sanguigna per cui la privazione di ossigeno e nutrienti causa l'esaurimento di energia (ATP) e
quindi l'incapacità del reticolo sarcoplasmatico di rimuovere ioni calcio dal sarcoplasma. L'irrigidimento perdura fino a
quando gli enzimi lisosomiali rilasciati per autolisi rompono i miofilamenti (entro 48-60 ore).

COMPOSIZIONE E CARATTERISTICHE DEI MUSCOLI SCHELETRICI


● I muscoli scheletrici sono composti di fibre muscolari. Le singole fibre di un muscolo scheletrico sono sistemate con
gli assi longitudinali in parallelo e legate con tessuto connettivo.
● Tra i fasci di fibre si trovano collagene, fibre elastiche, nervi e vasi sanguigni.
● Il muscolo in toto è racchiuso in una guaina connettivale, che è in continuità con il connettivo che circonda le fibre e
con i tendini che fissano il muscolo sulle ossa sottostanti.
● Ogni fibra muscolare contiene migliaia di miofibrille che a loro volta sono composte di diversi tipi di proteine: alcune
contrattili come la miosina e l'actina, altre regolatrici come la troponina e tropomiosina e altre accessorie giganti
come la titina e la nebulina. Queste sono necessarie per permettere la contrazione muscolare a partire da un impulso
elettrochimico. Le fasi che portano alla contrazione del muscolo scheletrico dipendono dalla partenza, a livello di un
motoneurone somatico, di un impulso chimico che viene convertito in segnale elettrico nella fibra muscolare; in
seguito i potenziali d'azione muscolare dovuti all'eccitazione-contrazione inducono segnali del calcio che a loro volta
attivano il ciclo contrazione-rilasciamento che dipende, a livello molecolare, dallo scorrimento dei filamenti
prevalentemente composti di miosina e actina.
● I movimenti e la postura sono regolati dal sistema nervoso. Le fibre muscolari sono innervate dagli assoni delle
cellule motorie che si trovano nel midollo spinale e nei nuclei motori dell'encefalo. Ogni assone reca lo stimolo ad
un numero assai variabile di fibre muscolari così da permettere movimenti fini e delicati per alcuni muscoli o
movimenti più grossolani per quelli che hanno più unità motorie (unità composte da un motoneurone e da tutte le
fibre muscolari da esso innervate). Ma per generare il movimento svolge un ruolo importante anche l'acetilcolina, un
mediatore chimico, che viene rilasciato durante l'impulso nervoso e che, in presenza di Ca++, tramite complessi
processi, innesca il potenziale d'azione che si propaga ed è seguito dalla contrazione. Il movimento può essere
alterato da patologie che colpiscono la produzione dei neurotrasmettitori quali l'acetilcolina e il trasferimento
dell'impulso dal nervo al muscolo o l'attivazione dell'attività muscolare.

LA MECCANICA DEL MOVIMENTO CORPOREO è la capacità del sistema muscolo-scheletrico di muovere i vari segmenti
corporei; infatti con il termine meccanica si intende la capacità del muscolo, in relazione alle strutture ossee, di muovere un
carico. Le contrazioni muscolari sono necessarie per determinare movimento, resistenza o per stabilizzare parti del corpo.
● Le contrazioni concentriche ed eccentriche dei muscoli sono necessarie per i movimenti attivi e sono quindi
denominate contrazioni isotoniche (da iso, uguale + tonos, tensione) ovvero contrazioni che generano forza e
spostano un carico, come quando si pompa la ruota di una bici.
● Quando invece si genera una contrazione che determina tensione, ma non movimento muscolare si parla di
contrazione isometrica (da iso, uguale + metron, misura) come quando si sostiene un oggetto con il braccio

LE FUNZIONI DELL'APPARATO MUSCOLARE SONO DI:


● Produzione di movimento (a seconda delle condizioni motorie dettate dall'ambiente),
○ In ambiente freddo si innesca il meccanismo delle contrazioni per aumentare l'effetto calorigeno
○ È essenziale nella comunicazione verbale e non verbale e nella espressività del volto
● Mantenimento della postura, garantita dall'azione costante, continua e alternata dei muscoli agonisti-antagonisti (si
contraggono-si rilassano)
● Stabilizzazione delle articolazioni (con la partecipazione dei tendini)
● Generazione di calore (infatti, l'ATP prodotto in funzione del movimento viene per la maggior parte impegnato in
dispersione di calore)
● Controllo delle vie d'ingresso e d'uscita dei materiali (orifizi)

MECCANICA DELLA RESPIRAZIONE

I principali muscoli scheletrici coinvolti nella respirazione sono il diaframma ei muscoli intercostali esterni. Questi sono i muscoli
respiratori principali e sono attivi durante la normale respirazione a riposo (respirazione eupnoica). I muscoli respiratori
accessori diventano attivi quando l'intensità e la frequenza respiratoria devono essere notevolmente aumentate, come ad
esempio durante l'esercizio.
Il flusso dell'aria attraverso il sistema respiratorio avviene mediante le variazioni di volume dei polmoni. Questo processo è
detto ventilazione polmonare. Le variazioni di volume del polmoni sono indotte dalle contrazioni dei muscoli scheletrici - in
particolare, il diaframma e i muscoli che prendono inserzione sulla gabbia toracica. Quando le coste si diaframma si sollevano
o il diaframma si contrae e si abbassa, il volume della cavità toracica aumenta e l'aria entra nei polmoni. II movimento verso
l'esterno delle coste durante il loro innalzamento ricorda il sollevamento del manico di un secchio.
I muscoli respiratori possono agire in varie combinazioni, a seconda del volume di aria che deve essere mossa da o verso i
polmoni. Durante l'eupnea (respirazione tranquilla), l'inspirazione richiede la contrazione muscolare, mentre l'espirazione è un
processo passivo che dipende dal ritorno elastico di coste, muscoli e polmoni. L'iperpnea (respirazione forzata) richiede il
coinvolgimento dei muscoli respiratori accessori per compiere l'inspirazione e l'espirazione.
● RESPIRAZIONE A RIPOSO
○ Inspirazione: processo attivo con contrazione del muscolo diaframmatico e dei muscoli intercostali esterni
○ Espirazione: processo passivo con rilassamento muscolo diaframmatico e muscoli intercostali esterni
● RESPIRAZIONE FORZATA
○ Inspirazione: rispetto a quella a riposo, oltre al muscolo diaframmatico e ai muscoli intercostali esterni, si
aggiungono i muscoli dentato anteriore, piccolo pettorale, muscoli scaleni, muscoli sternocleidomastoidei
○ Espirazione: rispetto a quella a riposo, oltre a muscolo diaframmatico e muscoli intercostali esterni si
aggiungono gli intercostali interni, il muscolo trasverso del torace (abbassano le coste) e il muscoli
addominali (comprimono l'addome e spingono il diaframma verso l'alto).

SEDI DI INIEZIONE

● CRESTA ILIACA: margine superiore dell'anca


ispessito a forma di arco i cui estremi terminano
nella spina iliaca postero-superiore e spina iliaca
antero-superiore. La linea che unisce la sommità
delle due creste passa attraverso il disco
intervertebrale posta tra L4 e L5 e costituisce un
punto di repere importante nella puntura lombare
(spazio subaracnoideo tra L3 e L4).

● SPINA ILIACA POSTERO-SUPERIORE: posta


all'estremità posteriore della cresta iliaca, può
essere localizzata premendo sulle fossette
cutanee permanenti localizzate a circa 4 cm dal
solco mediano. Tracciando una linea tra spina
iliaca postero-superiore e grande trocantere si
delimita il quadrante occupato dal muscolo medio
gluteo, zona sicura come sito per l'iniezione
dorsogluteale.
● IM DORSO-GLUTEALE: localizzare la spina
iliaca postero-superiore (al termine della Cresta
iliaca). Tracciare una ideale linea tra la Spina
Iliaca postero-superiore e il Grande Trocantere del
Femore. Poiché questa decorre parallelamente al
decorso dei Vasi Glutei e del Nervo Sciatico
(Ischiatico), qualsiasi punto laterale o superiore
nel Muscolo Gluteo Medio non potrà ledere
queste vie.
Nel bambino far ruotare internamente i piedi per
un maggior rilassamento, Sotto i 18 mesi è
sconsigliato poiché la massa muscolare è ancora
scarsa
● SPINA ILIACA ANTERO-SUPERIORE: posta
all'estremità anteriore della cresta iliaca è
facilmente palpabile. Il punto localizzato nel terzo
laterale della linea che unisce la spina iliaca
antero-superiore all'ombelico è nota come punto
di McBurney. In caso di addome acuto causato da
infiammazione dell'appendice, la pressione
digitale sul punto causa la massima contrazione
addominale.
● IM VENTRO-GLUTEALE: appoggiare il palmo sul
Grande Trocantere in modo che l'indice punti
verso la Spina Iliaca antero-superiore. Allargare il
medio per formare una V, il punto è costituito dal
triangolo.

● IM VASTO LATERALE: spazio localizzato da un


palmo sotto il Grande Trocantere e un palmo
sopra il ginocchio. Sede molto sicura ma può
provocare dolore durante l'attività motoria.
ALTERAZIONI E PATOLOGIE DELL'APPARATO LOCOMOTORE
● OSTEOPOROSI: condizione per cui l'osso diventa spugnoso e fragile con diminuzione della massa scheletrica e
modificazione dell'architettura causata dalla perdita dell'equilibrio fra osteoblasti (formazione dell'osso) e osteoclasti
(assorbimento dell'osso) con prevalenza degli ultimi. Si distinguono forme primarie (post menopausa) e secondarie
(iperparatiroidismo, farmaci osteotossici come il cortisone, anticoagulanti orali). Questa affezione è dovuta a squilibri
endocrini, malnutrizione, cattivo assorbimento intestinale del calcio o altro. L'osteoporosi può anche svilupparsi come
effetto secondario di alcuni tipi di cancro come il cancro del midollo osseo, della mammella o di altri tessuti che può
determinare il rilascio di un componente chimico noto come fattore di attivazione degli osteoclasti che incrementa sia
il numero sia l'attività degli osteoclasti con eventuale sviluppo di una grave osteoporosi. La terapia consigliata per
rallentare il decorso dell'osteoporosi sarebbe assumere integratori ormonali (estrogenici), adottare un'alimentazione
che alzi i livelli ematici di calcio e di vitamina D, svolgere attività fisica per stimolare gli osteoblasti, insieme alla
somministrazione di calcitonina (un ormone tiroideo).
● OSTEOPENIA: condizione associata all'invecchiamento in cui si verifica una diminuzione della presenza di calcio
nelle ossa
● ARTRITE: infiammazione dell'articolazione con aumento di liquidi
● ARTROSI: malattia degenerativa provocata dal logoramento delle articolazioni, con una minima componente
infiammatoria. Colpisce prima la cartilagine articolare e poi avanzando anche l'osso sottostante. È una patologia
reumatica (cioè colpisce le articolazioni) altamente diffusa nella popolazione anziana
● BORSITE: processo infiammatorio della tasca sierosa della borsa a seguito di traumi acuti o microtraumi ripetuti. Le
articolazioni più frequentemente interessate sono quelle dei gomito (del tennista, dello studente), spalla (mouse),
ginocchio (della lavandaia), anca, piede (metatarso-falange come cipolla dell'alluce), tendine di Achille.
● SINUSITE: infiammazione dei seni paranasali
● GIGANTISMO E NANISMO: alterazioni dello scheletro caratterizzate rispettivamente da ipersecrezione dell'ormone
della crescita o una produzione insufficiente per l'attività aumentata o ridotta dei dischi epifisari.
● CARENZE VITAMINICHE
○ La carenza di vitamina D causa rachitismo, patologia caratterizzata dal piegamento delle ossa degli arti
inferiori per riduzione dei sali di calcio
○ La carenza della vitamina C causa lo scorbuto, patologia caratterizzata dalla fragilità ossea
○ La carenza di vitamina B12 altera il metabolismo del calcio e del fosforo, assorbita dal fattore intrinseco o
fattore gastrico antipernicioso contenuto nella mucosa gastrica
● COXA VARA: deformità dell'anca in cui l'angolo tra il complesso testa-collo del femore e corpo del femore misura
meno di 120 gradi (una coxa normale è di 126 gradi). Causa gambe volte verso l'esterno cioè le gambe divaricate
tipiche del rachitismo
● COXA VALGA: deformità dell'anca che causa le gambe girate verso l'interno, le ginocchia si toccano e sono dette
gambe a X. L'angolatura tra il complesso testa-collo del femore e corpo del femore misura più di 135 gradi
● SINDROME DEL TUNNEL CARPALE: è una neuropatia da intrappolamento causata dalla compressione del nervo
mediano e conseguente ischemia cioè temporanea interruzione del Porto ematico che causa dolore e perdita di
funzione. Interessa ai muscoli del retinacolo dei flessori e porta a infiammazione e rigonfiamento della guaina dei
tendini dei muscoli
● DANNI SPORTIVI: fratture delle ossa, stiramento di muscoli o tendini, distorsione dei legamenti, indolenzimento
muscolare a insorgenza ritardata o detta anche febbre muscolare (DOMS) che è caratterizzata da indolenzimento
muscolare causato da un'eccessiva attività fisica che porta ad allungamento muscolare eccessivo e microtraumi.
● IPERTROFIA MUSCOLARE: ingrossamento della fibra muscolare stimolata in risposta all'esercizio fisico in quanto
cresce la quantità di proteine contrattili presenti nelle fibre muscolari che aumentano il volume del muscolo
● ATROFIA MUSCOLARE: processo degenerativo che avviene quando le cellule del muscolo scheletrico non vengono
stimolate per un lungo periodo e porta alla riduzione della massa totale e del tono muscolare. Il muscolo diventa
flaccido e le singole fibre muscolari diventano più piccole e deboli.
● DISPLASIA: Ah normale sviluppo cellulare di un organo o tessuto, consistente generalmente in una perdita dei
meccanismi di controllo con sostituzione delle cellule mature con quelle immature. Può essere una condizione che
predispone al processo neoplastico.

INVECCHIAMENTO DEL SISTEMA SCHELETRICO


● Fine della densità ossea per osteoporosi
● Assottigliamento della cartilagine articolare per osteoartrite
● Irrigidimento articolare per alterazione del connettivo dei tendini
● Riduzione della massa muscolare (sarcopenia) con conseguente diminuzione della forza
● Diminuzione della velocità di contrazione

ANATOMIA SUPERFICIALE
Nelle strutture scheletriche e muscolari superficiali, tendini e legamenti, vene si possono localizzare molte strutture anatomiche
a partire dai punti di repere superficiali, utili anche per localizzare le strutture anatomiche profonde.
● TONI CARDIACI: punti di auscultazione cioè punti del torace in cui i suoni di chiusura delle valvole cardiache
vengono percepiti con la massima intensità
● RACHICENTESI/PUNTURA LOMBARE: è una pratica medico-chirurgica che consente nella raccolta di un
campione di liquido cerebrospinale mediante l'introduzione di un ago cavo tra le vertebre L3 e L4 o L4 e L5. Questi
spazi intervertebrali sono più ampi che in altri punti della colonna.
Questa procedura chirurgica possiede la doppia valenza di indagine diagnostica o terapeutica. È possibile Infatti
effettuare un prelievo di liquor (LCR) misurate la pressione subaracnoidea o somministrare farmaci come mezzi di
contrasto (mielografie), antibiotici e anestetici.
Diagnosi: malattie infettive a carico del sistema nervoso centrale, emorragia subaracnoidea, pressione del liquor,
malattie degenerative a carica del SNC (sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica), malattie infiammatorie e
carica del SNP (Guillain-Barrè, polineuropatie croniche idiopatiche), tumori del SNC e delle meningi, comi di origine
non definita.
Terapia: si aumenta la pressione all'interno del cranio (ipertensione endocranica benigna), iniezione di farmaci
all'interno del canale vertebrale.
Le controindicazioni assolute: setticemia o sepsi, alterazioni anatomiche (cifosi, scoliosi) infezioni o piaghe da
decubito nella zona della puntura, infezioni alle vertebre (osteomieliti).

● VENIPUNTURA: per il prelievo dei campioni di sangue viene utilizzata normalmente la vena cubitale mediana. La
vena decorre vicino alla superficie cutanea ed è dunque facilmente accessibile e l'area non è eccessivamente
innervata.

● POLSI: rilevare il polso significa sfruttare delle zone per rilevare le arterie, le quali normalmente sono poste in
profondità, al fine di misurare la FC. Le arterie hanno una struttura muscolare ed elastica e in corrispondenza della
frequenza cardiaca si dilatano in sistole e poi si contraggono per spingere il sangue in diastole (fa più rumore la porta
che chiude).
○ Polso radiale dell'arteria radiale
○ Polso brachiale dell'arteria brachiale nella fossa cubitale
○ Polso apicale all'apice del cuore (quinto spazio intercostale)
○ Polso femorale dell'arteria femorale palpabile nel triangolo femorale
○ Polso popliteo nella fossa poplitea dietro al ginocchio
● ARTERIA FEMORALE: la misurazione della pressione effettuata tramite palpazione dell'arteria femorale è detta
polso femorale. Il tratto iniziale dell'arteria risiede appena sotto la cute e questo rende il vaso arterioso un comodo
punto di ingresso per cateteri durante numerose procedure diagnostiche e/o terapeutiche. Si può individuare nell'area
del triangolo femorale delimitato da il legamento inguinale, muscolo del sartorio e muscolo adduttore lungo, dentro la
cui area sono presenti i muscoli iliaco e il muscolo pettino.

● ACROMION: espansione appiattita laterale della spina scapolare, si articola la clavicola, costituisce l'apice della
scapola ed è facilmente palpabile. Frontalmente al muscolo deltoide, misurando circa 2,5 cm nell'adulto e 1 cm nel
bambino al di sotto dell'acromion si viene a delimitare la zona sicura come sito per l'iniezione deltoidea.

● PROCESSO XIFOIDEO: è l'ultima parte dello sterno che va incontro a ossificazione e fusione. La sua connessione al
corpo dello sterno può essere interrotta da un urto o da una forte pressione, con la formazione di un frammento
osseo che può danneggiare severamente il fegato. Per evitare questa evenienza è necessario porre molta attenzione
sulla posizione della mano durante la rianimazione cardiopolmonare (RCP)

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