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L'APPARATO MUSCOLO SCHELETRICO è la struttura di sostegno del corpo umano. Esso è composto dai muscoli e dalle
ossa che, interagendo tra loro, permettono il movimento e determinano l'aspetto fisico e la forma del corpo. Oltre all'apparato
muscolo scheletrico svolge un ruolo importante anche il sistema nervoso centrale e periferico poiché ha la funzione di
coordinare l'attività motoria stessa.
Il sistema scheletrico è costituito da circa 206 ossa.
LO SCHELETRO È COMPOSTO:
● da una parte centrale chiamata scheletro assile, che forma l'asse longitudinale del corpo e contiene: il cranio, gli
ossicini dell'udito, l'osso ioide, la colonna vertebrale, la gabbia toracica, le coste e lo sterno;
● dallo scheletro appendicolare che comprende: le ossa degli arti, dei cingoli scapolari e pelvici (permettono l'attacco
degli arti al tronco).
TIPOLOGIE DI ARTICOLAZIONI
● Da un punto di vista strutturale distinguiamo le articolazioni in:
○ Articolazioni fibrose come le suture del cranio o l'articolazione distale tra tibia e fibula
○ Articolazioni cartilaginee come la sinfisi pubica o l'articolazione tra coste e sterno,
○ Articolazioni sinoviali come il ginocchio o la coxofemorale (solo nelle articolazioni mobili).
● Da un punto di vista morfologico e funzionale distinguiamo le articolazioni in:
● Sinartrosi ossia articolazioni immobili o semi mobili dove la superficie articolare è separata da tessuto
connettivo e/o cartilagineo
● Diartrosi ossia articolazioni mobili dove, fra i capi articolari rivestiti da cartilagine, vi è spazio libero.
ARTICOLAZIONE SINOVIALE
Permette ampio grado di movimento. In genere le si realizza
alle estremità delle ossa lunghe. Presenta:
● una capsula fibrosa articolare
● una cavità articolare contenente liquido
sinoviale, il quale possiede azione lubrificante
(riduce l'attrito), funzione trofica (di distribuzione
dei nutrienti), funzione di ammortizzamento
(attenua i traumi)
● una cartilagine articolare, che riveste le superfici
ossee per evitare il loro contatto, con la funzione
di assorbire gli urti ed evitarne il deterioramento
● una membrana sinoviale o sinovia che riveste la
capsula articolare
● delle strutture accessorie:
○ menischi e dischi articolari: cuscinetti
fibrocartilaginei che hanno il compito di
ridurre il movimento dell'articolazione,
fungendo da attrito
○ cuscinetti adiposi: proteggono le
cartilagini dagli urti riempiendo gli spazi
che si creano nei movimenti
○ legamenti: strutture fibrose che
collegano le ossa ad altre ossa
○ tendini: strutture fibrose che collegano
le estremità dei muscoli alle ossa
○ borse: piccole tasche di tessuto
connettivo contenenti liquido sinoviale
rivestite da membrana sinoviale con
funzione di assorbire gli urti in modo da
ridurre l'attrito
● dei nervi sensitivi e vasi sanguigni che irrorano
sia l'interno che l'esterno dell'articolazione
PROBLEMI CLINICI DELL'ARTICOLAZIONE → maggiore è l'ampiezza del movimento che l'articolazione può compiere più
debole e instabile essa risulta e più suscettibile a dislocazioni
● Lussazione o dislocazione: le superfici articolari si allontanano dalla loro posizione naturale. È una condizione
molto dolorosa, deforma temporaneamente l'articolazione e la blocca, provocando un danno delle cartilagini,
legamenti, capsula articolare.
● Sublussazione: danno a seguito di una parziale dislocazione delle superfici articolari
PROCESSO DI OSSIFICAZIONE
1. Formazione dello scheletro. L'embrione possiede uno scheletro cartilagineo che viene progressivamente
sostituito durante la crescita da tessuto osseo (a eccezione delle ossa piatte che si formano direttamente nel
tessuto connettivo). La cartilagine viene rivestita da una matrice ossea (manicotto osseo) ad opera degli
osteoblasti e successivamente la componente cartilaginea viene demolita creando il canale osseo.
Alla nascita la maggior parte della cartilagine è stata sostituita tranne nelle cartilagini articolari e nelle piastre
epifisarie
2. Accrescimento dello scheletro.
○ Lo sviluppo in lunghezza delle ossa comporta formazione di nuova cartilagine a livello articolare ed
epifisario, contemporaneamente la vecchia cartilagine distrutta è sostituita da osso.
○ Lo sviluppo in larghezza avviene per apposizione, gli osteoblasti aggiungono osso sulla superficie
esterna e, contemporaneamente, gli osteoclasti distruggono la parte interna allargando il canale osseo.
○ Il processo è regolato da ormoni come il GH e, nella pubertà, dagli ormoni sessuali, e termina con
l'adolescenza quando le piastre epifisarie sono sostituite da osso.
3. Rimodellamento dello scheletro. È quel processo dinamico che, in risposta ai livelli di Ca e della forza
muscolare e da quella di gravità esercitata sullo scheletro, permette di mantenere livelli di Ca ottimali e di
mantenere proporzioni e resistenza. Il processo è regolato dal PTH.
○ Rimodellamento fisiologico (basato sulle abitudini di vita)
○ Rimodellamento patologico (causato da patologia come osteoporosi)
CRANIO. È composto dalle ossa che delimitano la cavità cranica (che contiene l'encefalo e un liquido che ammortizza e
sostiene l'encefalo stesso), e dalle ossa della faccia (che proteggono e danno supporto agli occhi e forniscono gli ingressi per le
vie respiratoria e digerente). Esso è formato dalle ossa: occipitale, parietale dx e sx, frontale, temporale dx e sx, sfenoide ed
etmoide.
● Sutura: tessuto connettivo denso fibroso che tiene insieme saldamente le ossa.
● Fontanelle: aree di ossificazione incompleta costituite da connessioni fibrose/membranose che si presentano come
zone morbide sul cranio dei neonati per permettere al cranio del neonato e del bambino di continuare a crescere
● Fosse craniche: sono depressioni della base del cranio che seguono strettamente la forma dell'encefalo.
● OSSO OCCIPITALE: forma in parte la base della scatola cranica. Esso delimita Il forame magno (mette in
comunicazione la cavità cranica con il canale vertebrale/spinale nella colonna vertebrale) e forma parte della
parete del foro giugulare.
● OSSO PARIETALE DX E SX: formano parte delle superfici superiori e laterali della scatola cranica.
● OSSO FRONTALE: forma la fronte e il tetto di ciascuna cavità orbitaria.
● OSSO TEMPORALE DX E SX: forma parte della parete del foro giugulare e contiene il canale carotico. Le due
ossa contribuiscono a formare le pareti laterali e inferiore della testa, nonché le arcate zigomatiche.
La porzione petrosa spessa accoglie la cavità timpanica contenente gli ossicini dell'udito. Questi ultimi
trasferiscono le vibrazioni sonori dalla membrana timpanica a una camera piena di liquido dell'orecchio interno
● OSSO SFENOIDE: forma irregolare a pipistrello, contribuisce al pavimento della scatola cranica, fa da ponte tra le
ossa della testa e della faccia e prende contatto con ogni altro osso della testa . I nervi ottici passano attraverso
il canale ottico dell'osso sfenoide per raggiungere l'encefalo (chiasma ottico perché sono posizionati a forma di
x). Costituisce la sede della ghiandola pituitaria/ ipofisi, che è posta nella depressione detta sella turcica.
● OSSO ETMOIDE: è un osso irregolare che forma parte della parete delle cavità orbitarie e del tetto della cavità
nasale.
La lamina cribrosa dell'osso etmoide presenta fori per il passaggio dei nervi olfattivi.
Il labirinto etmoidale è costituito da cellule aeree intercomunicanti che si aprono nelle cavità nasali dove
drenano le secrezioni mucose dette seni etmoidali o cellule/cellette etmoidali.
I seni paranasali, che sono delle camere contenenti aria situati nelle ossa frontale, sfenoide, etmoide e
mascellare, si aprono nelle cavità nasali portando le secrezioni, che vengono filtrate dalle epitelio ciliato e poi
spinte verso la faringe dove vengono deglutite.
Nella cavità nasale sono proiettati i cornetti nasali superiori, sottili lamine ossee che interrompono il flusso d'aria
creando vortici e mulinelli, meccanismo con cui si rallenta il movimento dell'aria favorendo il riscaldamento,
l'umidificazione e la rimozione della polvere prima che l'aria raggiunga le parti più delicate del tratto respiratorio.
La lamina perpendicolare forma parte setto nasale insieme al vomere, e alla cartilagine ialina (il setto nasale si
suddivide in parte interna che è costituita dalle ossa della cavità nasale, e la parte esterna che è la parte morbida,
flessibile e cartilagine al centro del naso).
È formato da una prominenza detta crista galli, che costituisce l'inserzione della meninge dura madre encefalica
denominata falce cerebrale
COLONNA VERTEBRALE/RACHIDE
La colonna vertebrale è formata da 7 vertebre cervicali, 12
toraciche, 5 lombari, 5 sacrali e 3-5 coccigee. Le vertebre
sacrali sono fuse nell'osso sacro e le vertebre coccigee nel
coccige.
È costituita da vertebre, che insieme sorreggono il peso di
testa, collo e tronco, e trasmettono il peso allo scheletro
appendicolare degli arti inferiori. Inoltre, le vertebre
proteggono il midollo spinale, fornendo una via di passaggio
per i nervi spinali che originano o terminano a livello del
midollo spinale, e aiutano a mantenere una corretta
posizione del corpo sia da seduti che nella stazione eretta.
Le vertebre a seconda delle regioni in cui appartengono
svolgono una funzione differente per cui hanno una forma
differente
ARTICOLAZIONI INTERVERTEBRALI
Le articolazioni si instaurano tra i processi superiori e
inferiori di vertebre adiacenti.
Le vertebre sono separate dai dischi intervertebrali
contenenti un corpo centrale elastico e gelatinoso, il nucleo
polposo, e uno strato esterno di fibrocartilagine, l’anello
fibroso. Numerosi legamenti uniscono i corpi e i processi di
tutte le vertebre.
Le articolazioni della colonna vertebrale permettono i
movimenti di flessione ed estensione (anteroposteriore),
inclinazione laterale e rotazione.
PROBLEMI CLINICI DELLE CURVATURE DELLA COLONNA → Le curvature della colonna possono modificare la loro forma e
angolatura normale nella maggior parte dei casi per l'assunzione di posizioni sbagliate.
● IPERCIFOSI: la normale curvatura toracica si accentua posteriormente producendo la gobba. Ciò avviene più
frequentemente negli anziani. Tale condizione può essere causata da osteoporosi con fratture da compressione a
carico delle porzioni anteriori dei corpi vertebrali oppure da posture scorrette. I casi più gravi provocano dolore e
deformità.
● IPERLORDOSI: la normale curvatura lombare si accentua anteriormente e ciò provoca una protrusione anomala
dell'addome e delle natiche. Può essere il risultato di obesità addominale o debolezza dei muscoli della parete
dell'addome. Si può osservare nelle donne negli ultimi mesi di gravidanza, le quali solitamente presentano un dolore
cronico nella regione dorsale a causa dei cambiamenti della curvatura lombare che si modifica in ragione
dell'aumento del peso fetale
● SCOLIOSI: consiste in una curvatura laterale a normale della colonna vertebrale. Tale deviazione può essere dovuta
alla crescita anomala di uno o più corpi vertebrali, oppure anche da paralisi muscolari che colpiscono un solo lato del
corpo (poliomielite). Spesso una forma di scoliosi idiopatica si manifesta nelle ragazze durante l'adolescenza quando
la crescita è particolarmente accelerata
REGIONI VERTEBRALI
● VERTEBRE CERVICALI: si distinguono per la forma del corpo vertebrale, le piccole dimensioni del foro vertebrale, la
presenza dei processi costali con fori trasversi e processi spinosi bifidi.
○ ATLANTE (C1): sostiene la testa, articolandosi con i condili dell'osso occipitale con cui permette la
flessione in avanti e l'estensione indietro (come quando si dice sì) ma impedisce la torsione. È
caratterizzato dalla mancanza di un corpo e un foro vertebrale più ampio rispetto a tutte le altre vertebre.
Tali caratteristiche determinano uno spazio più ampio per il midollo spinale e ciò previene danni a suo
carico durante i movimenti del collo. L'atlante si articola con la seconda vertebra cervicale.
○ EPISTROFEO (C2): il suo corpo è fuso con il corpo dell'Atlante, originando il dente dell'epistrofeo e per
tale motivo non vi è disco intervertebrale interposto. Il legamento trasverso fissa il dente sulla superficie
interna dell'atlante formando un perno per la rotazione dell'atlante e del cranio rispetto al resto della
colonna vertebrale, permettendo la rotazione della testa da un lato all'altro (come quando si indica no).
○ VERTEBRA PROMINENTE (C7): ha un lungo e sottile processo spinoso che termina in un ampio
tubercolo che può essere osservato sotto la cute alla base del collo. Il legamento nucale comincia a livello
di questa vertebra e si estende cranialmente per inserirsi lungo la cresta occipitale esterna e lungo i
processi spinosi delle altre vertebre cervicali. Quando la testa è eretta questo legamento agisce come la
corda di un arco mantenendo la lordosi cervicale senza sforzo muscolare. Se il collo è inclinato in avanti l'
elasticità di questo legamento aiuta a riportare la testa in posizione eretta. Se il corpo cambia
improvvisamente posizione come in una caduta o durante una rapida accelerazione o decelerazione i
muscoli sottili del collo che mantengono l'equilibrio della testa non sono così forti da stabilizzare la testa e
ne può derivare una pericolosa dislocazione parziale o completa delle vertebre cervicali con lesione ai
muscoli e ai legamenti e potenziale lesione del midollo spinale. Il termine colpo di frusta è usato per
descrivere tale lesione poiché il movimento della testa somiglia allo schioccare di una frusta.
● VERTEBRE TORACICHE: hanno un corpo caratteristico a forma di cuore, processi spinosi lunghi e sottili e superfici
articolari per le coste.
● VERTEBRE LOMBARI: sono le più voluminose e meno mobili, sono sottoposte al carico maggiore.
● OSSO SACRO E COCCIGE. L'osso sacro protegge gli organi degli apparati riproduttivi, digerente e urinario.
Presenta una superficie auricolare che si articola con il cingolo pelvico. L'apice si articola invece con gli elementi fusi
del coccige.
GABBIA TORACICA
Lo scheletro della gabbia toracica è costituito dalle vertebre
toraciche, dalle coste e dallo sterno.
● COSTE: le coste 1-7 sono le coste vere, le coste
8-10 sono dette coste false, le ultime due paia
sono coste fluttuanti. L'estremità vertebrale di
una costa tipica si articola con la colonna
vertebrale a livello della testa e del tubercolo. La
curvatura o angolo costale indica il sito in cui il
corpo cambia direzione e curva verso lo sterno.
Nel solco costale inferiore decorrono vasi
sanguigni e nervi.
● STERNO: costituito da manubrio, corpo e il
processo xifoideo.
MUSCOLI DELL'ADDOME
● I muscoli obliqui e retti sono compresi tra la
colonna vertebrale e la linea mediana ventrale. I
muscoli obliqui dell'addome (esterno e interno)
esercitano compressione sulle formazioni
sottostanti e ruotano la colonna vertebrale. Il
gruppo dei muscoli obliqui comprende i muscoli
scaleni (regione cervicale), intercostali e trasverso
del torace (regione toracica). I muscoli scaleni si
trovano nel collo e vengono suddivisi in anteriori ,
medio e posteriore, e agiscono elevando le prime
due coste e cooperano nella flessione laterale del
collo. Nel torace i muscoli obliqui si trovano tra le
coste e sono definiti i muscoli intercostali. I
muscoli intercostali esterni ricoprono gli
intercostali interni, entrambi sono importanti nei
movimenti respiratori delle coste.
Il muscolo retto dell'addome è un flessore della
colonna vertebrale, origina dal processo xifoideo
dello sterno e si inserisce sullo stesso sull'osso
pubico.
ARTICOLAZIONE DELL'ANCA
L’articolazione dell’anca è una enartrosi che si realizza tra
l’acetabolo dell’osso coxale e la testa del femore. Questa
articolazione permette flessione/estensione,
abduzione/adduzione, circumduzione e rotazione.
Un altro legamento, il legamento della testa del femore,
contribuisce a stabilizzare l’articolazione dell’anca.
→ Sistema muscolare
I MUSCOLI SCHELETRICI rappresentano la maggior parte dei muscoli dell'organismo, circa il 40% del peso corporeo. Essi
sono responsabili della postura e del movimento, consentiti dalla tensione muscolare.
I muscoli scheletrici sono attaccati alle ossa per mezzo di tendini che sono fasci flessibili, ma non elastici, di tessuto collageno.
I muscoli, grazie alla loro capacità di contrarsi e di rilasciarsi, sono gli elementi attivi del movimento. Infatti quando le ossa
attaccate ad un muscolo sono connesse da una articolazione flessibile, la contrazione del muscolo provoca un movimento dello
scheletro. Se i centri di queste ossa si avvicinano durante la contrazione, il muscolo viene detto flessore, se invece le ossa si
allontanano viene detto estensore. Le articolazioni sono dunque dei dispositivi anatomici che assicurano l'unione di tutti gli
organi costituenti lo scheletro permettendone il movimento necessario alla vita di relazione.
● TONO MUSCOLARE: stato di tensione in un muscolo scheletrico a riposo in cui mantiene un basso livello di
contrazione che non dipende dal controllo volontario del sistema nervoso centrale.
● TOSSINA BOTULINICA: tossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum che viene utilizzato nella medicina
estetica iniettandola direttamente nei muscoli mimici della faccia allo scopo di paralizzarli temporaneamente per
eliminare pieghe e rughe indesiderate distendendo le rughe. L'effetto indesiderato di questo trattamento è una perdita
di espressività.
● RIGOR MORTIS: contrazione protratta dei muscoli scheletrici dopo il decesso (il picco dopo 12 ore) dovuto all'arresto
della circolazione sanguigna per cui la privazione di ossigeno e nutrienti causa l'esaurimento di energia (ATP) e
quindi l'incapacità del reticolo sarcoplasmatico di rimuovere ioni calcio dal sarcoplasma. L'irrigidimento perdura fino a
quando gli enzimi lisosomiali rilasciati per autolisi rompono i miofilamenti (entro 48-60 ore).
LA MECCANICA DEL MOVIMENTO CORPOREO è la capacità del sistema muscolo-scheletrico di muovere i vari segmenti
corporei; infatti con il termine meccanica si intende la capacità del muscolo, in relazione alle strutture ossee, di muovere un
carico. Le contrazioni muscolari sono necessarie per determinare movimento, resistenza o per stabilizzare parti del corpo.
● Le contrazioni concentriche ed eccentriche dei muscoli sono necessarie per i movimenti attivi e sono quindi
denominate contrazioni isotoniche (da iso, uguale + tonos, tensione) ovvero contrazioni che generano forza e
spostano un carico, come quando si pompa la ruota di una bici.
● Quando invece si genera una contrazione che determina tensione, ma non movimento muscolare si parla di
contrazione isometrica (da iso, uguale + metron, misura) come quando si sostiene un oggetto con il braccio
I principali muscoli scheletrici coinvolti nella respirazione sono il diaframma ei muscoli intercostali esterni. Questi sono i muscoli
respiratori principali e sono attivi durante la normale respirazione a riposo (respirazione eupnoica). I muscoli respiratori
accessori diventano attivi quando l'intensità e la frequenza respiratoria devono essere notevolmente aumentate, come ad
esempio durante l'esercizio.
Il flusso dell'aria attraverso il sistema respiratorio avviene mediante le variazioni di volume dei polmoni. Questo processo è
detto ventilazione polmonare. Le variazioni di volume del polmoni sono indotte dalle contrazioni dei muscoli scheletrici - in
particolare, il diaframma e i muscoli che prendono inserzione sulla gabbia toracica. Quando le coste si diaframma si sollevano
o il diaframma si contrae e si abbassa, il volume della cavità toracica aumenta e l'aria entra nei polmoni. II movimento verso
l'esterno delle coste durante il loro innalzamento ricorda il sollevamento del manico di un secchio.
I muscoli respiratori possono agire in varie combinazioni, a seconda del volume di aria che deve essere mossa da o verso i
polmoni. Durante l'eupnea (respirazione tranquilla), l'inspirazione richiede la contrazione muscolare, mentre l'espirazione è un
processo passivo che dipende dal ritorno elastico di coste, muscoli e polmoni. L'iperpnea (respirazione forzata) richiede il
coinvolgimento dei muscoli respiratori accessori per compiere l'inspirazione e l'espirazione.
● RESPIRAZIONE A RIPOSO
○ Inspirazione: processo attivo con contrazione del muscolo diaframmatico e dei muscoli intercostali esterni
○ Espirazione: processo passivo con rilassamento muscolo diaframmatico e muscoli intercostali esterni
● RESPIRAZIONE FORZATA
○ Inspirazione: rispetto a quella a riposo, oltre al muscolo diaframmatico e ai muscoli intercostali esterni, si
aggiungono i muscoli dentato anteriore, piccolo pettorale, muscoli scaleni, muscoli sternocleidomastoidei
○ Espirazione: rispetto a quella a riposo, oltre a muscolo diaframmatico e muscoli intercostali esterni si
aggiungono gli intercostali interni, il muscolo trasverso del torace (abbassano le coste) e il muscoli
addominali (comprimono l'addome e spingono il diaframma verso l'alto).
SEDI DI INIEZIONE
ANATOMIA SUPERFICIALE
Nelle strutture scheletriche e muscolari superficiali, tendini e legamenti, vene si possono localizzare molte strutture anatomiche
a partire dai punti di repere superficiali, utili anche per localizzare le strutture anatomiche profonde.
● TONI CARDIACI: punti di auscultazione cioè punti del torace in cui i suoni di chiusura delle valvole cardiache
vengono percepiti con la massima intensità
● RACHICENTESI/PUNTURA LOMBARE: è una pratica medico-chirurgica che consente nella raccolta di un
campione di liquido cerebrospinale mediante l'introduzione di un ago cavo tra le vertebre L3 e L4 o L4 e L5. Questi
spazi intervertebrali sono più ampi che in altri punti della colonna.
Questa procedura chirurgica possiede la doppia valenza di indagine diagnostica o terapeutica. È possibile Infatti
effettuare un prelievo di liquor (LCR) misurate la pressione subaracnoidea o somministrare farmaci come mezzi di
contrasto (mielografie), antibiotici e anestetici.
Diagnosi: malattie infettive a carico del sistema nervoso centrale, emorragia subaracnoidea, pressione del liquor,
malattie degenerative a carica del SNC (sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica), malattie infiammatorie e
carica del SNP (Guillain-Barrè, polineuropatie croniche idiopatiche), tumori del SNC e delle meningi, comi di origine
non definita.
Terapia: si aumenta la pressione all'interno del cranio (ipertensione endocranica benigna), iniezione di farmaci
all'interno del canale vertebrale.
Le controindicazioni assolute: setticemia o sepsi, alterazioni anatomiche (cifosi, scoliosi) infezioni o piaghe da
decubito nella zona della puntura, infezioni alle vertebre (osteomieliti).
● VENIPUNTURA: per il prelievo dei campioni di sangue viene utilizzata normalmente la vena cubitale mediana. La
vena decorre vicino alla superficie cutanea ed è dunque facilmente accessibile e l'area non è eccessivamente
innervata.
● POLSI: rilevare il polso significa sfruttare delle zone per rilevare le arterie, le quali normalmente sono poste in
profondità, al fine di misurare la FC. Le arterie hanno una struttura muscolare ed elastica e in corrispondenza della
frequenza cardiaca si dilatano in sistole e poi si contraggono per spingere il sangue in diastole (fa più rumore la porta
che chiude).
○ Polso radiale dell'arteria radiale
○ Polso brachiale dell'arteria brachiale nella fossa cubitale
○ Polso apicale all'apice del cuore (quinto spazio intercostale)
○ Polso femorale dell'arteria femorale palpabile nel triangolo femorale
○ Polso popliteo nella fossa poplitea dietro al ginocchio
● ARTERIA FEMORALE: la misurazione della pressione effettuata tramite palpazione dell'arteria femorale è detta
polso femorale. Il tratto iniziale dell'arteria risiede appena sotto la cute e questo rende il vaso arterioso un comodo
punto di ingresso per cateteri durante numerose procedure diagnostiche e/o terapeutiche. Si può individuare nell'area
del triangolo femorale delimitato da il legamento inguinale, muscolo del sartorio e muscolo adduttore lungo, dentro la
cui area sono presenti i muscoli iliaco e il muscolo pettino.
● ACROMION: espansione appiattita laterale della spina scapolare, si articola la clavicola, costituisce l'apice della
scapola ed è facilmente palpabile. Frontalmente al muscolo deltoide, misurando circa 2,5 cm nell'adulto e 1 cm nel
bambino al di sotto dell'acromion si viene a delimitare la zona sicura come sito per l'iniezione deltoidea.
● PROCESSO XIFOIDEO: è l'ultima parte dello sterno che va incontro a ossificazione e fusione. La sua connessione al
corpo dello sterno può essere interrotta da un urto o da una forte pressione, con la formazione di un frammento
osseo che può danneggiare severamente il fegato. Per evitare questa evenienza è necessario porre molta attenzione
sulla posizione della mano durante la rianimazione cardiopolmonare (RCP)