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Osservazioni anatomiche-fisiologiche

• Queste osservazioni (molto semplificate) hanno il valore


di aiuto per la comprensione del gioco pianistico: il fine è
sempre la produzione del suono.

• Riguarderanno:
– lo scheletro
– I muscoli del braccio
– Il rapporto del sistema motorio con il sistema nervoso
– Il valore dell’esercizio
Scheletro ed articolazioni del
braccio
Le ossa
Costituiscono lo scheletro l'insieme delle
strutture ossee del corpo aventi funzione
di sostegno e di protezione dei tessuti
molli.

Lo scheletro umano adulto è composto


da circa 206 ossa (80% peso corporeo).

Le ossa, grazie alla connessione con il


sistema muscolare, funzionano da leve
consentendo il movimento.

A seconda della forma vengono distinte


in lunghe (solitamente sono quelle degli
arti),corte (vertebre, carpo, tarso, etc.),
piatte (cranio, bacino, scapole) e
possono avere dimensioni diverse.
Le articolazioni
Le articolazioni costituiscono il sistema di
connessione tra due o più segmenti ossei.

In base al grado di mobilità che


permettono le superfici di contatto, le
articolazioni vengono classificate come:

Diartrosi, articolazioni mobili, possono


avere diversa forma ed effettuare diversi
movimenti (vedi immagine a destra)

Anfiartrosi, articolazioni semimobili, sono


generalmente costituite da superfici ossee omero-ulna (ulna-radio) (carpo-metacarpo pollice)

pianeggianti o quasi, con l'interposizione


di un disco cartilagineo (es.: tra le
vertebre). Consentono piccoli movimenti in
tutti i sensi.

Sinartrosi, immobili, non hanno una vera


e propria meccanica articolare. A seconda
se tra le due ossa è interposto tessuto
cartilagineo oppure tessuto connettivale
semplice si dividono in sicondrosi e in
suture (es.: tra le ossa del cranio). (radio-carpo; metacarpo-falangi) (scapola-omero) (vertebre)
Mezzi di connessione tra le
articolazioni
- la capsula articolare, manicotto di tessuto connettivo denso,
che si inserisce tra i segmenti ossei in connessione
rivestendo completamente l'articolazione;
- i legamenti, cordoni fibrosi che uniscono un capo osseo con
l'altro. sono molto resistenti e possono situarsi all'interno o
all'esterno della capsula articolare;
- i tendini dei muscoli che si inseriscono in stretta vicinanza della
rima articolare di un osso, insieme alla capsula articolare ed
ai legamenti, permettono all'articolazione una maggiore
stabilità;
- le cartilagini articolari, generalmente cartilagine ialina o fibrosa,
rivestono le superfici articolari. In alcune articolazioni si
frappone anche un disco cartilagineo (es.: articolazione del
ginocchio). La cartilagine articolare è soffice, compressibile,
estensibile e deformabile. Inoltre tende a riacquistare sempre
il suo spessore di riposo;
- la membrana sinoviale secerne un liquido vischioso che ha lo
scopo di facilitare lo scorrimento tra le due superfici a
contatto.
POSIZIONE ANATOMICA
La posizione anatomica è una
posizione utilizzata come punto di
riferimento per stabilire le relazioni tra
le diverse parti del corpo.

I termini anatomici come anteriore e


posteriore, mediale e laterale,
abduzione e adduzione sono sempre
riferiti alla posizione anatomica.

Una persona che si trova nella


posizione anatomica è in piedi, in
posizione eretta con la testa eretta,
sguardo e palmi delle mani rivolti in
avanti, braccia lungo i fianchi e dita
delle mani estese, piedi in avanti e
perpendicolari al corpo.
Organizzazione del corpo
Assi anatomici: possono essere
paragonati a degli spiedini che
attraversano il corpo. Queste linee
immaginarie vengono utilizzate per
tracciare l'asse sul quale si svolgono i
movimenti di rotazione. Un po' come
succede per i cardini di una porta.
La porta si muove in un piano attorno ad
un asse. Il piano (la porta) è determinato
dall'orientamento del perno nel cardine
(asse).

Assi principali:
longitudinale (verticale). E' perpendicolare
alla base di appoggio, quando il corpo è in
posizione eretta.
Trasversale (orizzontale): è diretto da
sinistra a destra ed è perpendicolare
all'asse longitudinale.
Sagittale (antero-posteriore): è diretto
dalla superficie posteriore alla superficie
anteriore del corpo. Questo asse è
perpendicolare agli altri due assi.
PIANI ANATOMICI:
I piani anatomici sono dei piani immaginari
disegnati attraverso il corpo. Questi piani
permettono di descrivere oggettivamente i
movimenti e le posizioni del corpo.
I piani anatomici sono quattro anche se spesso
ne vengono considerati solamente tre.
Il piano mediano: è un piano verticale
immaginario che passa attraverso il centro del
corpo (attraverso gli assi longitudinale e
sagittale), dividendolo in due metà (di destra e
di sinistra) uguali o antimeri.
Il piano sagittale è un piano verticale
immaginario parallelo al piano mediano che
non passa necessariamente per il centro.
Spesso questi due piani vengono considerati
come un unico piano chiamato sagittale
mediano.
Piano frontale o coronale : è un piano verticale
parallelo alla fronte e perpendicolare al piano
mediano (passa per gli assi trasversale e
longitudinale). Divide il corpo in parte anteriore
e parte posteriore.
Piano orizzontale o trasversale : è un piano
che divide il corpo in due metà superiore e
inferiore. In posizione eretta è orizzontale. E'
situato perpendicolarmente al piano mediano e
al piano frontale e passa per gli assi
trasversale e sagittale.
DIREZIONI DI MOVIMENTO
• FLESSIONE: movimento per cui un segmento
tende a formare con un altro un angolo sempre
più acuto

• ESTENSIONE: movimento per cui un segmento


tende a disporsi sullo stesso piano dell'altro

• ABDUZIONE: allontanamento dal piano mediale


del corpo

• ADDUZIONE: avvicinamento al piano mediale del


corpo

• ROTAZIONE: movimento compiuto da un


segmento intorno al proprio asse principale

• CIRCONDUZIONE: movimento per cui un


segmento descrive un cono ad apice
corrispondente al capo articolare
Omero:
osso lungo costituente la
parte scheletrica del
braccio.

E’ legato al corpo
attraverso il cinto scapolare
formato dalla scapola
(posteriormente) dalla
clavicola (anteriormente).

Le ossa del cinto scapolare


non hanno articolazioni con
le ossa del torace, ma sono
strettamente legate al
tronco da muscoli e
legamenti.

L’omero si articola tra la


cavità glenoidea della
scapola e l’ulna e il radio.
Radio:
osso lungo che,
insieme all’ulna,
costituisce la parte
scheletrica
dell’avambraccio. Si
articola tra l’omero,
l’ulna ed il carpo.
Ulna:
osso lungo che,
insieme al radio,
costituisce lo
scheletro
dell’avambraccio. Si
articola sul radio e
tra l’omero ed il
carpo.
Carpo: regione della
mano compresa tra
l’articolazione del polso
ed il metacarpo.
Si compone di otto ossa:
scafoide, semilunare,
piramidale, pisiforme,
trapezio, trapezoide,
grande osso e uncinato.

Metacarpo: regione della


mano che congiunge il
carpo alle falangi. Dal
punto di vista scheletrico
è composta da cinque
ossa.

Falangi: segmenti ossei che compongono le dita della mano.


Sono tre per ogni dito, rispettivamente falange, falangina, e
falangetta.
Fa eccezione il pollice che ne ha due.
Articolazione della
spalla
•E’ E’ un’articolazione
un’articolazione mobile
mobile in le
in tutte
direzioni
tutte le direzioni.
• L’omero possiede la capacità
di disporsi perfettamente in
tutti i punti dello spazio; da
questa articolazione
dipendono i movimenti più
liberi e delicati della mano e
dell’avambraccio.
Articolazione del
gomito
L’articolazione del gomito è doppia.

1.Articolazione a cerniera:
flessione-estensione dell’ulna
verso l’omero

2.Articolazione rotatoria tra l’omero


e il radio mediante la quale il
radio incrocia l’ulna, mentre
questa gli si accompagna nella
fessione-estensione verso il
braccio.
Articolazione della mano
Ciò che definiamo comunemente
come articolazione del polso,
consiste di due articolazioni:

1. L’articolazione propria della mano tra


il radio e il carpo
2. L’articolazione che si trova tra le ossa
del carpo.

Queste permettono i movimenti di


flessione-estensione e adduzione
abduzione della mano; questi
movimenti spesso si associano e
consentono la circonduzione della
mano stessa
Articolazioni delle dita
Le articolazioni delle dita sono
numerose:

1. Le articolazioni interfalangee
permettono solo la flesso-
estensione

2. Il 1° dito è particolare perché ha


il metacarpo più corto, unito al
carpo in una posizione più
anteriore rispetto alle altre dita e
l’articolazione trapezio-
metacarpica a sella consente al
dito di orientarsi in rapporto alla
mano.

3. Nelle altre dita l’articolazione


metacarpo-falangea (MCP)
consente la mobilità della I
falange in tutte le direzioni
(maggiore libertà hanno il 2° e il
5° dito)
I muscoli
I muscoli rappresentano la gran
massa del nostro corpo e la loro
principale proprietà è quella di
contrarsi.
I muscoli sono divisi in tre grandi
tipologie:
1. Muscoli scheletrici (che si
inseriscono nelle ossa); possono
essere volontari (in grado di
contrarsi repentinamente
sviluppando una notevole potenza
per brevi periodi di tempo) o
involontari (sviluppano una media
potenza per periodi di tempo più
lunghi, ad esempio quelli che
regolano la postura).

2. Muscoli lisci

3. Muscolo cardiaco
Muscoli scheletrici
I muscoli scheletrici sono
formati da tessuto muscolare
striato e variano moltissimo
per forma e dimensioni.
Ogni muscolo ha origine in un
osso e si inserisce in un altro:
l’origine si riconosce dal fatto
che le fibre muscolari partono
direttamente dal periostio
(alcuni muscoli hanno origine
in più ossa); l’inserzione si
riconosce dalla forma del
muscolo che, di solito si
assottiglia finendo nel tendine,
l’estremità di tessuto
connettivo duro e non elastico
(alcuni muscoli hanno
inserzione multipla).
I muscoli scheletrici non
lavorano mai da soli; alcuni
“lavorano in coppia”: questi
muscoli o gruppi di muscoli
sono detti antagonisti.

Ogni movimento è il risultato


di una reciproca e bilanciata
interazione muscolare sotto
il controllo celebrale.
Metabolismo dell’attività muscolare
La contrazione muscolare richiede energia.
Essa viene prodotta dai mitocondri attraverso
la “respirazione” che può avvenire sia con
l’impiego di ossigeno sia senza (respirazione
anaerobica). Solo il 20% dell’energia prodotta
viene usata come lavoro, il resto si trasforma
in calore.
Quando un muscolo si contrae produce
calore e sostanze di scarto: anidride
carbonica, acqua e, se la respirazione è
anaerobica, acido lattico.
Se il muscolo compie uno sforzo prolungato o
non è ben irrorato di sangue (che garantisce
il sufficiente apporto d’ossigeno), si
determina un accumulo di acido lattico, che
insieme alla carenza di acqua e di sali
minerali può scatenare il crampo.
Muscoli del tronco
I muscoli scheletrici
distinti in estrinseci ed
intrinseci a seconda
delle zone di origine e di
inserzione.

Muscoli estrinseci
spinoappendicolari:

•Trapezio
•Grande dorsale
•Romboideo
•Elevatore della scapola
Muscoli del cinto
scapolare e arto
superiore

Il cingolo scapolare è il
primo anello nella
catena dell’esecuzione
pianistica.
Muscoli estrinseci
Si inseriscono sulle ossa dell’arto superiore
e del cinto scapolare, ma hanno origine nel
tronco.
• Deltoide
• Sovraspinato
• Sottospinato
• Piccolo
rotondo
• Grande
rotondo
Muscoli intrinseci
• Anteriori del braccio
 Bicipite brachiale
 Coracobrachiale
 Barchiale anteriore

• Posteriori del braccio

 Tricipite brachiale
• Anteriori dell’avanbraccio 1° strato
 Pronatore rotondo
 Flessore radiale del
carpo
 Palmare lungo
 Flessore ulnare del carpo
2°strato
 Flessore superficiale
delle dita
3° strato
 Flessore profondo delle
dita
 Flessore lungo del pollice
4°strato
 Pronatore quadrato

Flessore profondo
 Brachioradiale
• Laterali dell’avanbraccio  Estensore radiale lungo
del carpo
 Estensore radiale breve
del carpo
• Posteriori dell’avanbraccio 1° strato
 Estensore comune delle
Estensor dita
e delle
dita  Estensore proprio del
mignolo
 Estensore ulnare del
carpo
 Anconèo
2° strato
 Supinatore
 Adduttore lungo del
pollice
 Estensore corto del
pollice
Estensor  Estensore proprio
e del dell’indice
pollice
• Della mano Tre gruppi di muscoli:
laterale (eminenza tènar)
 Adduttore corto, flessore
corto, opponente e
adduttore del pollice
mediale (eminenza
ipotènar)
 Palmare corto, adduttore,
flessore corto e opponente
del mignolo
intermedio (muscoli
palmari)
 Lombricali (sono 4, posto
fra i tendini del mucolo
flessore delle dita)
 Interossei palmari e dorsali
(negli spazi fra le ossa del
Sistema nervoso
Il sistema nervoso centrale raccoglie milioni di
stimoli ogni secondo, che elabora e memorizza
continuamente adattando le risposte del corpo
alle condizioni esterne e interne.

Gli organi di senso, anche se non fanno parte


strettamente del sistema nervoso centrale, gli
trasmettono stimoli attraverso le terminazioni
nervose della vista, dell’udito, dell’olfatto, del
gusto, del tatto, quelle propriocettive e
dell’equilibrio.
Nell’esecuzione pianistica riteniamo
essenziali:
• Sensibilità psichica
• Sensibilità tattile
• Sensibilità muscolare
• Sensibilità articolare

Brugnoli – cap.VIII: l’esecutore immagina l’effetto fonico che


vuole ottenere (sensibilità psichica). Facendo funzionare le dita,
la sensibilità tattile gli dà la percezione delle resistenze da
vincere per ottenere l’effetto voluto. Istantaneamente
l’impressione è trasmessa al cervello che comanda, regola e dosa
l’energia da inviare (a mezzo d’altri nervi) ai muscoli motori, i
quali per conseguenza agiscono nella misura opportuna
Esercizio
Steinhausen:
Ogni movimento non ancora esercitato
richiede dapprincipio un’esatta
sorveglianza, dev’esser compiuto
lentamente e prudentemente, e
abbandonato poi a se stesso solo
gradatamente…finchè scorrono affatto
automaticamente e si compiono,
perfettamente sicuri, sulla soglia della

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